La mattinata e il pomeriggio seguenti si svolsero in totale tranquillita’, in pratica a parte il mio padrone che venne per reclamare un lavoretto orale, tutta la giornata scivolo via’ in fremente attesa di quello che mi sarebbe successo alla sera.
Ogni ora che passava ero sempre piu’ spaventata e al tempo stesso eccitata, e piu’ di una volta dovetti ricordarmi che non era permesso masturbarsi, per attenuare in minima parte, quel bruciore che mi invadeva, da quando avevo lasciato la mia vita normale.
Marco mi disse che aveva parlato con il mio capo (che era un suo carissimo amico), per farmi ottenere un periodo di aspettativa.
Mentre ero intenta a guardarmi allo specchio (volevo vedere come mi stavano gli orecchini la’.. sulla micina), arrivo’ di nuovo Naomi per prepararmi alla serata.
Andammo nella vasca e successe di nuovo quello che era successo il giorno prima, ma quella sensazione di insoddisfazione crebbe invece di diminuire.
Dopo avermi spalmata a lungo con degli olii profumati, intorno all’imbrunire, mi accompagno’ a cena.
Scesi circa due piani di scale e mi ritrovai in un ampio salone dominato da una lunga tavolata, dove Padroni e schiavi stavano insieme a mangiare.
Venni fatta accomodare di fianco a Marco che mi squadro’ con ammirazione, certamente fiero della mia bellezza.
Naomi mi aveva fatto una lunga treccia bionda e questa era, a parte i bracciali, il mio unico vestito.
La cena duro’ a lungo, ed ebbe parecchi intermezzi.
In uno di questi vidi due Mistress mentre infierivano su un povero schiavo, reo di chissà quale colpa, scorticandogli il posteriore a colpi di frusta.
Il poveretto, pensai, non potra’ sedersi per settimane.
In un’altra pausa vidi Naomi ricevere una cinquantina di scudisciate proprio sul sesso, solo per aver rifiutato il cibo buttatogli per terra dal suo padrone.
La poverina era stata legata a testa in giu’ per le gambe, tramite catene e non poteva fare nulla per schivare i colpi. Il suo Padrone infieri’ indistintamente sia sul sesso della poveretta, sia su quella parte del corpo che va dalla vagina all’ano, denominata perineo, e in ultimo sull’ano stesso.
Ogni volta che sentivo il fischio della frusta, e il seguente schiocco sulla pelle, mi irrigidivo istintivamente, pensando al dolore di essere colpita cosi selvaggiamente nel posto piu’ delicato che noi femmine abbiamo. Il Padrone si fermo’ solo quando vide uscire delle goccie di sangue dalla pelle della sua schiava, ormai svenuta dal dolore.
Marco vide questa mia reazione e con voce sibillina mi disse:”non ti preoccupare proverai anche tu cosa vuol dire essere frustata li, e’ una delle cose piu’ sadiche che io conosca”.
Quella frase provoco’ una mia espressione di terrore che diede sicuramente del piacere al mio padrone.
Con la punizione di Naomi fini la cena.
Ci trasferimmo per l’occasione del mio ingresso ufficiale in quella societa’, in un altro ampio salone ben illuminato, dove erano in mostra una bella collezione di strumenti di “pentimento”, cosi li definì il gran maestro di cerimonia.
Finita la presentazione venni condotta su una specia di palco e qui legata ad una specie di sedia da ginecologo, con le gambe ampiamente divaricate e poste molto in alto.
La vergogna per essere cosi pubblicamente esposta mi fece arrossire e tremare al tempo stesso.
Marco si avvicino da dietro e mi spiego cosa avrebbero fatto.
In quella posizione oscena dovevo ricevere l’omaggio di tutta la confraternita senza mai dare segni di ribellione, pena una severa punizione.
Il numero di Padrone e di Padroni era veramente enorme, alla fine ne avro’ contati almeno una trentina tra maschi e femmine.
Non c’era un limite di tempo per nessuno e chiunque poteva ritornare in fila, fino a che ne avesse avuto voglia.
Per prima venne una donna sui 40 anni, molto bella che si diverti a palparmi e a strizzarmi per benino le tette.
Volle per forza farmi urlare con questo metodo e ci riusci prima facendomi irrigidire i capezzoli con del ghiaccio e poi colpendoli ripetutamente con una sottile canna.
Passato il suo turno venne quello di un uomo abbastanza in la’ con gli anni che prima mi intimo di farglielo diventare duro (cosa non facile visto l’eta’) e poi si accontento di scoparmi frettolosamente, tirando pero’ maliziosamente gli anelli delle grandi labbra, fino a farmi male.
Per mia fortuna venne rapidamente, contrariamente le avrebbe lacerate, in quanto i buchi non si erano ancora cicatrizzati del tutto.
Fu poi il momento di una donna che mi lecco a lungo, sfondandomi l’ano con un grosso vibratore nodoso, ma almeno cio’ mi procuro’ il mio primo orgasmo della serata.
La successiva donna si sedette con il deretano sulla mia faccia e mi ordino di leccare tutto. Vista la posizione (mi stava quasi per soffocare) e la mia inesperienza, volle darmi una mano per stimolarmi e cosi comincio’ a colpirmi a mano aperta sulla patatina.
Ad ogni colpo, di per se non molto doloroso, mi colpiva il clito e questo produceva un riflesso incondizionato che mi faceva sobbalzare con il risultato di sprofondare il volto nei suoi buchi.
La perfida doveva essere venuta da poco, perche’ mi ci volle almeno una ventina di minuti di quel trattamento per farla godere.
Alla fine la mia micina era tutta arrossata per via dei colpi subiti.
Ma era solo l’inizio. Notai da subito che le piu’ feroci erano le donne, che si accanivano su di me con una cattiveria fuori dal comune (invidia?? Mah, forse....).
Fu’ la volta di un uomo che mi volle sodomizzare. Questi era dotato di un uccello non lunghissimo, ma di una circonferenza notevole, e sulle prime fatico molto per far entrare il suo attrezzo nel mio buchino.
Unse bene con della vasellina e alla fine spinse tutto di un colpo, fino a farmi sentire i testicoli sulle chiappe.
Mi sentivo squartata in due, con quel maglio che andava e veniva dalle mie viscere, e perdipiu’ ci mise un bel po’, prima di scaricarmi un torrente di sperma nell’intestino.
Arrivo dopo di lui un tipo con in mano una candela accesa e li per li, ebbi un moto di ritrosia, cosa voleva farmi con quel coso??
Vista la mia posizione offerta non potevo fare granche’, ma Marco che nel frattempo si stava facendo succhiare da me, se ne accorse e mi disse:”prima infrazione, ma non ti preoccupare, stai andando bene”.
Il tipo allora si avvicino’ e mi fece colare della cera fusa prima sul seno e poi via via, disegnando un ghirigori di dolore, giu’ sul pancino e poi sulle labbra congestionate della vulva, aperte per il piacere che stavo provando.
Urlai di dolore, anche se in maniera attutita dall’uccello di Marco (e a causa di un leggero morso, egli annoto la seconda penalita’).
Lentamente mi ricordo’ che non dovevo oppormi e anche questo tipo se ne ando’ soddisfatto.
Cominciavo ad essere un po’ stanca ma era solo l’inizio.
Si avvicino’ di nuovo una donna dallo sguardo mefistofelico, sui 50 anni, massiccia come un toro, con in mano un frustino composto da molte correggie rosse di cuoio.
Scoprii mio malgrado che la sedia non era adatta a quello che voleva farmi e cosi mi sciolsero per legarmi a cavallo di una specie di cavalletto imbottito.
In questa nuova posizione con gambe divaricate e braccia tirate verso il basso, la parte piu’ alta e esposta risultava di gran lunga il sedere, fino ad ora risparmiato dalle attenzioni del gruppo. Inoltre visto lo stato di tensione della pelle, ero consapevole che i colpi in arrivo su questa parte non sarebbero stati piacevoli.
La micina sporgeva in bella vista sotto le natiche e anche se non nella stessa maniera di Naomi, avrei dovuto sopportare parecchi colpi su di essa.
La tipa parti molto adagio quasi volesse saggiare la mia resistenza e sensibilita’ al dolore.
I primi colpi infatti furono molto veloci ma non particolarmente pesanti, e non mi fu’ difficile sopportarli.
“Non pensare di cavartela cosi facilmente” mi aggredì una voce possente tanto quanto la mole, “questo strumento e’ l’ideale per preparare la pelle al successivo, dopo essersi arrossata, se colpita con i giusti metodi, la pelle ti sembrera’ lacerarsi, senza pero’ compromettere il bel popo’ che ti ritrovi”.
Mentre diceva questo si armo di un paddle (che altro non e’ che una stecca larga di legno) e comincio a vibrare colpi con quello. La particolarita’ del paddle e’ che la superficie di contatto e’ notevole, ma e’ possibile dare al colpo una forza incredibile.
Mi ritrovai in breve ad urlare per il male, mentre il mio sedere diventava presto di un bel colore porpora. In breve cominciai ad implorarla di smettere e la cosa non piacque per niente a Marco che si senti umiliato da questo mio atteggiamento.
Mentalmente segno la terza mancanza e prosegui senza dare a vedere il suo disappunto.
La tizia per fortuna, che nel frattempo aveva la sua schiava intenta a leccarle la micia, finalmente venne con un urlo animalesco, spendendo con un calcio in un angolo la schiava rea forse di aver interrotto troppo presto la sua opera su di me.
Cambio di persona, stavolta mi tocco una Mistress magrolina, meno male pensai, almeno non mi sfinira’ come l’altra, ma mi sbagliavo nuovamente.
La nuova domina fu soddisfatta della posizione e volle continuare il lavoro iniziato dalla collega precedente, e scelta un sottile frustino da cavallerizza si posiziono’ dietro di me, non senza aver constatato di persona il lavoro svolto con il paddle.
Mi sfioro delicatamente l’ano, la patatina e tutto il posteriore infuocato provocandomi dei sublimi istanti di piacere.
“Non posso continuare a colpirla sul sedere” sentenzio’ ”se no rischio di rovinargli la pelle, posso pero’ insistere sui punti dove non e’ ancora bello rosso”.
Ecco il momento era venuto, anche la mia passerina avrebbe dovuto subire le angherie della frusta.
Mi rassicuro’ subito Marco, dicendomi che quella in effetti non era la posizione ideale per quel tipo di fustigazione, e che quindi era sopportabile.
La magretta comincio prima dall’attaccatura delle coscie, che per ovvi motivi era stata trascurata nella sessione di prima. Sulle prime il dolore non mi sembro cosi’ intenso ma con l’andare del tempo cominciai inutilmente a divicolarmi, e cio’ rese ancora piu’ perfida la mistress, che chiese di fissarmi maggiormente, vennero prese delle corregge che mi immobilizzarono al cavalletto, mantenendo la posizione divaricata delle gambe.
Subito dopo, attizzata anche dall’attesa la donna riprese con piu’ vigore, andando alla ricerca delle parti piu’ sensibili. Visto che l’eccitazione era sparita e la mia micia risultava parzialmente chiusa, uso’ uno stratagemma efficace, si fermo’, ordino’ al suo schiavo di leccarmi (per far arrivare la maggior quantita’ di sangue nella parte) e alla fine quando lo ritenne opportuno, lego due cordicelle agli anelli del piercing, aprendo le labbra fino a scoprire completamente il mio fiore, che adesso si rivelava in tutto il suo umido splendore.
Non paga inoltre chiese che mi aprissi con le mani le natiche, in modo da esporre completamente la parte ai colpi. E meno male che Marco aveva detto che questa non era la posizione migliore per impartire una flagellazione del sesso.
Lentamente mi portai le mani sul didietro che scoprii notevolmente caldo e dolorante, anche al mio semplice e delicato tocco. Cosi messa riprese a frustare con una frusta a piu’ correggie, molto flessibili ed indicate a seguire ogni piu’ piccola piega della carne.
Ogni colpo era come sentire un’orda di aghi traffigere il sesso e l’ano. Ma il culmine lo raggiunse quando con un colpo mirato raggiunse il clitoride e il buchino posteriore.
Dapprima urlai come una pazza, tirando i legacci e rischiando di farmi male con essi, dopodiche’ proruppi in un urlo di godimento che mi fece svenire.
Non avevo mai goduto cosi intensamente in vita mia.
Marco fu orgoglioso di cio’, avevo goduto sotto la frusta, come nelle migliori leggende sadomaso.
Mi fecero riprendere con dell’acqua fresca, mi slegarono e mi appoggiarono su un tavolo, in quanto il Gran maestro di cerimonia, voleva scoparmi.
Lui era davvero un bell’uomo, di una bellezza quasi diabolica, si avvicino’ si stese sul tavolo e mi ordino’ di impalarmi sul suo membro, che era di dimensioni enormi, sia come lunghezza che come circonferenza.
Per bonta’ nei miei confronti mi “concesse” di lubrificare prima l’attrezzo con i miei succhi vaginali.
Mi avvicinai con il dovuto rispetto e sottomissione al suo arnese e lo introdussi per meta nella topina vogliosa, che faticava a stento a contenerlo.
Venne il turno del culo, ma per aggiungere un po’ di pepe (leggi sadismo), mi ordino’ di volgergli le spalle e di sorreggermi sulle mie gambe, durante la penetrazione.
Dove sta’ il sadismo della cosa mi fu subito chiaro. Per quanto fossi una frequentatrice di palestre e tenessi molto al mio fisico, mi fu palese immediatamente che non avrei potuto resistere a lungo e che giocoforza avrei dovuto prenderlo tutto, fino in fondo.
Ebbi un fremito di paura, non ero sicuramente vergine di culo, ma un affare di quelle dimensioni non lo avevo mai preso.
Il Maestro mi sollecito’ di li a poco e non ebbi tempo di pensare oltremodo al mio povero culetto.
Cominciai l’operazione molto dolcemente, guadagnando i primi centimetri, ma ben presto le gambe dettero i primi segnali di cedimento, cominciando a tremare, e la cosa procuro’ immenso piacere al Maestro.
Questo pensai e’ quello che provavano gli impalati.
Mi sembrava di essere letteralmente spaccata in due e non ero neanche a meta dell’opera. Inoltre dalla meta’ in poi non avrei potuto contare sulla lubrificazione.
Ad un certo punto ormai sfatta caddi sul mostruoso arnese che mi trafisse come una lancia, e sentii oltre ai suoi peli sul sedere (segno che ormai era fatta), anche un po’ di sangue, colarmi tra le cosce.
Certamente non era finita, e il Maestro comincio’ non so come a menarmi da quella posizione dei gran fendenti, che distrussero le mie ultime resistenze.
Crebbe in me di conseguenza oltre al dolore anche un piacere incommensurabile e venni urlando nuovamente, spingendo il sedere sul suo pube, come a volerne di piu’.
Quando venne il Maestro io ormai ero in uno stato di incoscienza, sentii appena che mi “sfilavano” da lui e mi portavano nella mia stanza, dove passai qualche giorno, per riprendermi.....anche perche’ mi disse in seguito, mi aspettavano le punizioni per le mie mancanze...
ma queste ve la raccontero’ la prossima volta.
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 anni fa
pillinca,
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
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17 anni fa
valerio,
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