La notte durava da un po’, il buio non accennava a diradarsi. Un uomo camminava in silenzio e sperava senza crederci troppo che l’alba sarebbe sorta presto. Dentro di se rimuginava sul fatto che un’alba livida e fredda era pur sempre meglio del buio profondo di quella notte.
Ma in quel mondo nessuno poteva sapere quanto la notte sarebbe durata ancora.
L’uomo percorreva un sentiero secondario, poco battuto. Ormai da parecchio aveva abbandonato le strade principali, quelle asfaltate dove era facile incontrare altri viandanti. La via secondaria che aveva imboccato si era gradualmente trasformata in un sentiero sterrato dal fondo insidioso, era facile incespicare o mettere il piede in una buca e farsi male.
Di media corporatura, non più giovane, aveva una camminata regolare; era sicuramente abituato alle lunghe marce e procedeva sicuro nonostante lo zaino piuttosto voluminoso che si portava dietro.
Il sentiero era ormai scomparso. Attraversando una radura iniziava a temere di essersi perso.
La casa comparve in lontananza. Era arrivato. Rallentò un poco il passo, respirò a fondo e sorrise. Durante le lunghe marce solitarie che aveva affrontato in passato aveva preso l’abitudine di parlare da solo. Traduceva in parole i pensieri che aveva, ad esclusivo consumo delle sue orecchie. E mormorando si rispondeva. Talvolta la cosa durava a lungo, fatta di domande e riposte, di considerazioni e precisazioni, e spesso di battute e controbattute che lo facevano sorridere e lo mettevano di buon umore. Trovava che era un buon sistema per farsi compagnia.
Adesso però non si poteva. Non doveva fare rumore. Un rumore qualunque, ora che si stava avvicinando, se fosse stato male interpretato avrebbe potuto scatenare un putiferio.
Si avvicinò silenzioso e si fermò a una 50ina di metri dal cancello del giardino, appoggiò lo zaino a terra e si mise ad osservare. Era una casa particolare, priva di angoli sembrava un grosso igloo. Aveva un aspetto assai solido ma non era chiaro se fosse stata costruita con il cemento, il ferro, il sangue rappreso o chissà che. Forse con un miscuglio di tutti i materiali a disposizione. Non si poteva incendiare e non si poteva scalare data la forma e l’assenza di appigli. Anche le ampie finestre presenti avevano un aspetto robusto, protette da grosse inferriate e sbarrate all’esterno da spessi serramenti. La piccola porta di ingresso di metallo scuro doveva essere parecchio pesante a giudicare dai cardini rinforzati sui quali girava. Era stretta al punto da permettere il passaggio di una sola persona per volta, un uomo alto e robusto l’avrebbe attraversata a fatica.
L’area circostante la casa era delimitata da una sottile recinzione, alcuni alberi qua e la davano un’idea di finto disordine. O forse di disordine addomesticato.
Un grosso cane da combattimento dormiva sulla terra nuda ai piedi di un albero. Sebbene dissimulato dal buio e dalla posizione defilata l’uomo colse immediatamente la sua presenza.
In posti del genere il guardiano non mancava mai.
L’uomo conosceva bene quegli animali e sapeva quanto rapido e letale potesse essere l’attacco di quel bestione, ma ne conosceva pure il codice di comportamento e sapeva che, se si fosse mantenuto a debita distanza non sarebbe stato attaccato.
Era venuto il momento di fare rumore, respirò a fondo un paio di volte e chiamò forte. Ripeté il richiamo più volte. Non aveva una voce sgradevole.
Immediatamente dopo il primo richiamo percepì il brontolio soffocato del cane che però non si mosse. Solo, aprì gli occhi, identificò la posizione dello sconosciuto e rimase immobile ed attento in attesa di ordini.
Anche se non giungeva alcuna risposta dalla casa l’uomo si sentiva osservato.
Si sedette con calma sullo zaino ed accese una sigaretta con movimenti lenti e misurati. Si dispose ad aspettare mentre fumava con gusto, tenendo sempre le mani bene in vista.
Il tempo passò in modo indeterminato: potevano essere 4 minuti, 4 ore o tutta una vita intera, o tante vite diverse intrecciate insieme.
Quando si aprì la porta e comparve una donna, l’uomo si sentì improvvisamente stanco. Era di media statura, non magra, con i lunghi capelli scarmigliati, odorava di penombra. Fosse stata un animale avrebbe potuto essere un’orsa senza cuccioli o una lupa lontana dal suo gruppo; comunque non un animale da branco. L’età a quella distanza non era definibile, ma non sembrava una ragazzina. Attraversò l’uscio lentamente e si fermò dopo pochi passi a fissare lo sconosciuto che nel frattempo si era alzato ed avvicinandosi alla casa si era fermato a pochi passi dall’entrata del giardino. Tre metri ancora e il cane lo avrebbe attaccato.
La donna aspettava immobile. Aveva un aspetto deciso e dava l’idea di una che sapeva difendersi bene. Sopra a tutto colpiva la bellezza cattiva del suo volto.
Si fissarono senza parlare, ambedue avevano gli occhi scuri, ma meno scuri della notte che li circondava.
Il cane, sempre immobile, fiutava l’aria. Non sentiva l’odore della paura.
Forse stava albeggiando.
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16 anni fa
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
101986
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11 anni fa
pillinca,
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Ultima visita: 2 mesi fa
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
97600
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17 anni fa
valerio,
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Ultima visita: 10 anni fa
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