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Group sex Threesome

Matrimonio con sorpresa

Era la fine degli anni Ottanta e avevo circa vent'anni, quando partecipai ad un matrimonio di mia cugina in Emilia Romagna. Non conoscevo ancora Mario (mio attuale marito) e partecipai da sola, in quanto allora ero single. Io ero vestita con un tailleur di colore grigio, camicetta bianca e scarpe nere con tacco abbastanza alto. Ricordo che a quel matrimonio c'erano tanti ragazzi e solo quattro ragazze, tra cui una ero io. Alla fine del pranzo ci sedemmo su un muretto per prendere un po' di quel sole caldo che la fine di agosto sa ancora riservare. Il pranzo di nozze si tenne in un ristorante molto sofisticato di un altro nostro lontano parente, non ricordo se in provincia di Modena o di Reggio Emilia. Stavamo tranquillamente conversando quando uno stuolo di ragazzi uscì dal ristorante. Otto di loro passeggiavano sul prato ai bordi della piscina con aria del tutto tranquilla ed indifferente. Aggirarono il muretto su cui noi ragazze eravamo sedute e si posero alle nostre spalle. Ricordo che all'improvviso ognuna di noi venne "bloccata" e trattenuta per le braccia un po' all'indietro. Praticamente avevamo due ragazzi ognuna che ci trattenevano, bloccandoci le braccia. Con mossa fulminea altri quattro si avventarono sulle nostre scarpe e ce le levarono: alle due ragazze con i calzoni tolsero solo una scarpa, mentre a me e ad un'altra ragazza tocco' la sorte peggiore, in quanto ci tolsero entrambe le scarpe. Poi i quattro assaltatori buttarono le loro prede in piscina! Le nostre povere sei scarpe finirono in acqua... Malgrado le nostre urla, nessuno uscì dal ristorante per venire in nostro soccorso. Ricordo che le scarpe galleggiavano sull'acqua e allora i quattro pensarono bene di dare dei colpi fino a farle andare a fondo. Oggi non ricordo più quanto pagai quelle scarpe, ma, come tutti, anch'io avevo comprato quelle scarpe per l'occasione del matrimonio e vederle prima in acqua e poi sul fondo della piscina... mi stringeva il cuore. Ognuna di noi fu spinta fino al bordo della piscina... per mostrare la fine indegna delle proprie scarpe. Io e l'altra con la gonna camminammo scalze con le calze a contatto del terreno (calze chiare, quasi invisibili), mentre quelle con i calzoni camminavano con una scarpa sì e l'altra no. Poi gli otto "amici" (ma quali amici? Chi li conosceva?) ci riportarono a sedere sul muretto, mentre gli altri quattro energumeni rientrarono al ristorante. Uscirono poco dopo con le forbici in mano e non paghi della bravata precedente, tagliarono ad ognuna di noi una calza all'altezza della caviglia. Ora tutte avevamo un piede completamente nudo, le più fortunate avevano l'altro con la scarpa. Era la prima volta in assoluto che mostravo forzatamente i miei piedi nudi (e per di più ad estranei). I quattro portarono all'interno del ristorante il loro bottino di guerra che fecero girare per i tavoli al posto del taglio della cravatta... chi dava qualcosa riceveva un piccolo pezzo di calza. Noi quattro ragazze venimmo portate, quasi a forza, all'interno del ristorante e assistemmo al giro delle calze. A ogni commensale veniva indicato il nome della proprietaria del feticcio, al fine che ognuno poteva scegliere la migliore (vi lascio immaginare... erano calze indossate dal mattino!). Alla fine del giro pro-calze, colui che dirigeva l'orchestra chiese a noi ragazze di sedere davanti al palco, in attesa di non so che... Si avvicinò a lui lo sposo, che gli parlò bisbigliando all'orecchio. Poco dopo il direttore d'orchestra disse, rivolgendosi a noi ragazze: "Lo sposo è stato molto contento delle "offerte" ricevute per le vostre calze e vi vuole premiare! La prima di voi che accetterà di togliersi il reggiseno verrà premiata con la cifra di venticinquemila lire". Noi quattro ci guardammo in faccia, allibite e basite per quelle parole. Nella sala piombò il silenzio, in attesa di una nostra risposta, che però tardava a venire. "Se non volete mostrare i seni... potete mostrarne solo uno... per dodicimilacinquecento lire", disse lo sposo. Silenzio assoluto. A quel punto il direttore d'orchestra alzò l'offerta a cinquantamila lire, poi a settantacinquemila ed infine a centomila. Io pensavo con rabbia alle mie scarpe, che probabilmente sarebbero state inutilizzabili una volta fuori dalla piscina, e con orgoglio misto ad un pizzico di esibizionismo, dissi: "Ok, mi spoglio io! Ma solo il reggiseno sia chiaro". Nella sala eccheggiò un brusio di approvazione. A dire il vero non dovevo essere il massimo, con un piede nudo e con la calza tagliata e l'altro scalzo, ma velato ancora dalla calza. "Vieni al centro della sala. Ti spoglia lo sposo!", disse il direttore d'orchestra. Io raggiunsi scalza il centro della sala e lo sposo mi si avvicinò. Mi tolse la giacca del tailleur, che diede ad un amico vicino e poi passò a sbottornarmi la camicetta. Ad ogni bottone che veniva slacciato, io mi sentivo sempre più tesa. Mi chiedevo se ce l'avessi fatta a portare a termine la mia prova di coraggio, davanti a circa duecento occhi! E oplà, la camicetta era stata completamente slacciata dallo sposo, che si accingeva a togliermela. Anche questa fu data al solito amico, che fungeva da attaccapanni. "E ora signori e signore, la qui presente Sonia sarà "privata" del reggiseno per la gioia dei vostri occhi", disse lo sposo. MI abbassò le spalline e io sentii i miei capezzoli diventare duri e turgidi. Ero imbarazzata al massimo, ma anche fiera di essere al centro dell'attenzione (e pensare che io sono tendenzialmente timida). Lo sposo mi slacciò il reggiseno e lo lanciò verso la platea. Un ragazzo lo prese al volo e tutti lo indicarono come sposo del futuro anno. Ma non era il bouquet... era il mio reggiseno! In quel momento io ero a seno nudo, con le mie tettine erette e con i capezzoli in evidenza. Mi fecero girare su me stessa più volte, per dare a tutti la possibilità di vedere lo spettacolo (uno spettacolo "minimo" visto che non porto la quinta misura!). Applausi e ancora applausi, poi mi  vennero resituiti gli indumenti e potei rivestirmi. Inutile dire che più di uno dei presenti immortalo' il mio mini streap tease. E una foto a corpo intero finì anche sull'album degli sposi. Che cattivo gusto... una donna seminuda nel giorno del matrimonio! Poi tutti i ragazzi andarono a ripescare le nostre scarpe finite sul fondo della piscina con lunghi tubi, forse fatti con la canna. Rimisi le scarpe completamente bagnate e poi, non ricordo con precisione, forse le buttai arrivata a casa. Che scherzo stupido! Forse era complice anche il vino bevuto, che in Emilia Romagna scorre a fiumi, ma sta di fatto che io non gradii affatto questo scherzo.

 

 

Commenti

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  • soniaslave, 41
    Sì, doveva essere l'effetto del vino di Romagna. O una specie di addio al celibato... in ritardo! Comunque i due sono ancora insieme!
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  • martand83, 30/32
    e la sposa che ruolo aveva? guardava il neo marito spogliare una ragazza???
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