Scopata. Riempita violentemente. Colmata in ogni anfratto. Devo sentirmi femmina. Il mio sangue grida il bisogno osceno che agita la mia anima e colora le mie cosce. Mi guardo allo specchio. Vorrei mi bastasse quel pugno che ritmicamente colma la mia …america. Ma non basta. Anzi. Pulso contro le mie stesse dita. Insoddisfatta. Smaniosa. Mi manca l’aria. La stanza mi soffoca. Devo uscire. Andare per le strade. Vagare e fermarmi. In attesa evidente della preda. A caccia bella signora. E’ giunta al stagione. Hanno aperto le gabbie. Oddio deliro. Non riesco a mettere in fila un pensiero lucido con l’altro. Ondeggio in preda ad un languore che mi spossa. Cerco nell’armadio una vecchia gonna nera al ginocchio. La camicia bianca, sbottonata fino al solco dei seni, e lui, un bustino di vernice nera, che ho recuperato su una bancarella di Piccadilly Circus, anni fa. Mai messo. Ma oggi è il giorno giusto. Tacchi a spillo, giacca di pelle e volo fuori. Niente auto. Cammino ondeggiando sui tacchi. Ad ogni falcata sento le cosce sfregarsi e la fica rispondere pulsando. Devo trovarlo in fretta o non sarò più capace di discriminare.
Mai che ce ne sia uno a portata di mano, quando davvero ti serve. Cazzo. Non riesco a pensare ad altro. La cappella rosea gonfia di voglia. L’asta ondeggiante. La durezza pulsante tra le mie labbra. E poi quello sbattere ritmico, violento, senza cura e attenzione. Il suo peso addosso. Il suo odore che mi avvolge, i denti sul collo e la voce che mormora nell’orecchio quella parola…Un rivolo scivola lento lungo la mia coscia nuda, resisto a stento alla tentazione di sollevarmi la gonna e assaggiarlo.
Il clito pulsa prepotente. Ne ho bisogno. In questo momento ho tutta la più profonda comprensione per quanti in preda ad una crisi di astinenza compiono i gesti più assordi. Al bisogno non si comanda. Io al mio nemmeno ci provo. Raggiungo una vecchia pasticceria del centro, locale noto per la fauna a pagamento, che vi circola. Ma anche se potrei e, a volte, l’ho fatto non è questo che sto cercando stavolta. Lo oltrepasso mi dirigo, svelta, verso piazza Scala. Mi siederò davanti ad una coppa di crystal nel foyer di quel vecchio albergo pieno di charme. Devo riordinare le idee. Studiare un piano. Trovare alla svelta la mia preda. Il cameriere non riesce a staccare gli occhi dal mio culo mentre lo precedo al tavolo. Ondeggio, seduttrice oscena della mia stessa voglia. Mi siedo e mi attacco al bicchiere di crystal come se davvero potesse placare la mai sete. Illusa. Mi guardo intorno da dietro la coppa di cristallo. Non c’è un solo maschio. Tanti piccoli insignificanti omuncoli incravattati o meno, ma nemmeno un maschio. Il clito ripulsa tra le mie cosce accavallate quasi potessi correre il rischio di dimenticarmi di lui. Non posso arrendermi. L’america non funziona. Ho bisogno di cazzo. Lascio una banconota sul tavolo e esco. Il sole mi accarezza. Questa città puttana a primavera fiorisce come un’orchidea, offrendosi sfrontata in tutte la sua riposta bellezza. Cerco una sigaretta nella borsa mentre procedo rapida verso i giardini. L’accendo e aspiro avida. La panchina all’ombra della rilucente statua del vecchio Montanelli è la mia preferita. Il fascino della lettera 22, probabilmente. Mi siedo. Il punto di osservazione è perfetto, accavallo le gambe. Chiunque passi ha una visione precisa delle mie…intenzioni. E ne passano diversi. Sono quasi decisa a tornare alla pasticceria e a mettere fine a questo tormento, quando…
Dalla curva del viale sbuca un ragazzo, perché è questo, solo un ragazzo. La maglietta sudata gli aderisce al torace. Il suo odore di maschio mi stordisce. I nostri occhi s’incrociano. Mi spoglia con lo sguardo, quasi compiaciuto di quello che vede. Fottiti penso anzi meglio vieni a fottermi. E’ pieno giorno. Bambini vocianti si spargono tutto intorno a noi sui prati. Voci di mamme e di nonne colorano l’aria profumata. Le ignoro. Mi avvicino alla mia preda. Lenta. Il ragazzo si è fermato. Ha una posa da sbruffone, provocatoria, il bacino proteso in avanti sotto i pantaloni della tuta che gli cadono sui fianchi snelli, scoprendo quella striscia di pelle abbronzata in cui non vedo l’ora di affondare le unghie. Lo afferro per i glutei e lecco un rivolo di sudore che gli cola sulla gola. Il clito si contrae spasmodico. Un calore vischioso scivola lungo le mie cosce. Il ragazzo infila prepotente una mano sotto la mia gonna. Non riesco a pensare. Sento. La ruvidezza della corteccia dell’albero contro cui mi ha spinto. La forza maschia delle sue mani, che affondano nel mio calore. Pulso contro quelle dita che mi dilatano senza riguardo alcuno. Il tacco affonda nel suo polpaccio. Mi guarda negli occhi. Non abbiamo ancora detto una parola, non che ce ne sia bisogno. Gli sguardi parlano con tutta l’eloquenza del caso. Sostengo il suo mentre gli faccio scivolare il cazzo fuori dalla tuta. Mi riempie la mano. E’ un attimo. Ora la corteccia scortica la pelle delicata dei miei capezzoli mentre l’uccello del ragazzo affonda nella mia carne avida. Assecondo il suo ritmo violento. Le sue mani artigliano i miei fianchi rotondi. Il mio culo è incollato al suo bacino. Il clito sfrega contro le palle gonfie. Godo. Pulso stringendolo dentro la mia fica fradicia. Ancora e ancora. Ansima nel mio orecchio quella parola…Troia: strano, come cinque lettere possano racchiudere un mondo di voluttuoso piacere. Esplodo mentre mi tappa la bocca con un bacio violento. Mi morde le labbra alla ricerca del sangue. E mi riempie. Stringo i muscoli del bacino mentre i fiotti mi colmano di calore vischioso. Rimaniamo senza fiato, abbandonati contro la corteccia di quel l’albero che chissà quanti incontri così ha visto. Il ragazzo sfila un fazzoletto candido dalla tasca della tuta e me lo passa tra le cosce. Un sussurro: “Lo conserverò!!”. Lo afferro per l’elastico della tuta e gli infilo nell’inguine il mio biglietto da visita, che ho pescato alla rinfusa dalla tasca della giacca.
“Au revoir”. Mi allontano, guardando l’orologio, è tardi. Devo ancora andare a casa a recuperare l’auto e correre a prendere il mio cucciolo all’asilo. La città intorno a me ritorna a fuoco. Sorrido.
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17 anni fa
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16 anni fa
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Ultima visita: 3 giorni fa -
Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
101948
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11 anni fa
pillinca,
56/45
Ultima visita: 2 mesi fa
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
97590
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17 anni fa
valerio,
32
Ultima visita: 10 anni fa
particolari, propria di un sogno erotico che mi ha riportato indietro nel tempo
e devo dire con una certa eccitazione, anche la mia Lei si è eccitata. Complimenti
ancora.....
perfettamente...
5s