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BDSM Bondage Heavy Sex

Stop

Ad un certo punto, mentre le sto versando l’acqua, mi guarda con un sorrisetto beffardo e dice un secco “Stop!”. Io capisco subito a cosa si riferisce, era un gioco che facevamo nella vecchia compagnia da adolescenti, in cui alla parola suddetta, l’interessato doveva immobilizzarsi completamente nella posizione in cui si fosse trovato, a qualsiasi costo. Serviva a creare situazioni imbarazzanti e a ridere facendo a gara a chi fermava chi nella peggior situazione. Il gioco finiva con la parola “Play”, il più delle volte tra le risa a profusione di tutti, vittima compresa. E così mi ritrovo ad esclamare “e che cazzo!” mentre l’acqua continua a sgorgare dalla bottiglia, riempiendo il bicchiere fino all’orlo. Viviana dice “Play!” appena dopo che un po’ d’acqua straborda dall’orlo e bagna il tavolo, scivolando sul pavimento; io sollevo rapido la bottiglia, la mando a fanculo mentre ridiamo entrambi, e vado a prendere dei panni assorbenti per asciugare il disastro.

“Vedo che non ti sei dimenticato come si gioca, mi fa piacere” mi dice mentre asciugo il tavolo

“Si beh, dimmi piuttosto che ce l’hai ancora legata al dito per quella volta che ti abbiamo stoppata sul ciglio della strada mentre tornavamo dalla festa di paese” le rispondo io.

“Dai, è stata una carognata, siete andati a nascondervi e subito dopo è passata una pattuglia a farmi un sacco di domande sul perché fossi sul ciglio della strada in una zona industriale a quell’ora di notte, è stato imbarazzante”

“Ma no dai, alla fine se la ridevano pure loro, è stato divertente” ribatto io mentre mi chino per asciugare il pavimento

“Stop!”

“Mi spiace Vi, ma non sono in equilibrio precario né sto facendo qualcosa di disastroso, stavolta hai toppato”

“Eh no caro, stavolta hai toppato tu. Sei esattamente dove voglio che tu sia” mi risponde lei sorridendo.

“beh, non c’è granché di imbarazzante, pubblico non ne hai e tutt’al più ti puoi fare due risate perché ti sto facendo da sguattero in casa”

“Ah sì? Dici? Eppure qui hai scritto, testuali parole, che ti piace essere dominato, che il tuo buchetto è ben allenato, che aspetti una padrona, che vuoi essere scopato a lungo, che vuoi essere umiliato e ridotto ad oggetto, che…”

A quel punto, bianco in faccia, mi rendo conto che mentre stavo in bagno lei ha sbirciato nel telefono, e sul browser era aperto il mio annuncio. Che stupido, dovevo ricordare che lei conosce le mie password. E ancora più stupido perché che non le cambio mai… Faccio per alzarmi e lei mi ferma subito con il piede sulla schiena: “Eh no caro, sei in stop e non ti muovi. Sai, è un pezzo che cerco qualcuno con cui divertirmi, e tu sembri proprio la persona adatta, così posso vendicarmi di quella volta; sono giorni che pregusto questo momento, ora sei il mio schiavo, e non far finta che non ti piaccia, altrimenti spiffero agli altri del tuo profilo erotico. Ora stai fermo e zitto, finché non dico play.”

A questo punto non ho più nulla per controbattere, mi ha effettivamente in suo potere e non posso fare niente, ma ha ragione, in fondo la situazione non mi dispiace. Viviana è una donna sveglia e fantasiosa, anche se non propriamente bellissima, ma ormai che importa? Sono curioso di vedere dove arriva, in fondo non credo sia così navigata, magari me la cavo con quattro risate alla fine di tutto.

Senza troppe cerimonie, mi butta supino e toglie tutti i vestiti, mentre io decido di assecondarla e di non fare storie stando in silenzio. A quel punto mi dà uno schiaffetto sulle natiche e mi dice “ora ti farò muovere, ma dovrai stare in silenzio. Salirai su quello sgabello in ginocchio senza protestare. Annuisci se hai capito”. Io annuisco, lei attende qualche secondo e pronuncia “Play!”.

Mi alzo in piedi, con lei che mi guarda ridendo, mentre vado verso lo sgabello girevole con le ruote e mi ci inginocchio sopra. Le ruote sono su una base piuttosto larga, perciò l’equilibrio è meno precario di quello che pensavo. A quel punto sento “Stop!” e torno immobile.

Mi passa davanti e va verso un mobiletto, apre l’anta e tira fuori un plug abbastanza lungo, grande quanto una piccola bottiglietta d’acqua e grosso altrettanto nel punto più largo, un barattolo enorme di lubrificante e una sac à poche dal beccuccio piuttosto importante. “Ora ti preparo per i giochi che ho in mente schiavetto mio, rilassati e apri il tuo bel -buchetto allenato-, è così che lo chiami? Vediamo se è la verità.”

Si mette sul tavolo e versa una copiosa quantità di gel dentro la sac a poche, tappando col pollice il beccuccio. La procedura è lenta, vista la consistenza del gel, e mentre osservo in silenzio lei alza lo sguardo e mi dice “Questo ti finisce tutto dentro, così renderà tutto più interessante. Non pensare che finirà tanto presto.”

Finisce di riempire e si alza, si mette dietro di me e infila lentamente il grande beccuccio nel buco. Arriva in profondità e poi si muove lentamente entrando e uscendo, mentre io trattengo un gemito di piacere. “E bravo il mio schiavetto diligente, subisci in silenzio, mi piace, vediamo se reggi anche questo in silenzio”, e improvvisamente schiaccia la sac à poche spruzzando una gran quantità di gel dentro di me, e continua per un bel po’, finché non mi sento pieno fino in profondità, mi sembra di essere gonfiato come un palloncino. Senza dire niente, estrae lentamente il beccuccio e subito fa entrare i primi centimetri di plug per impedire che esca anche solo una goccia di gel. Lentamente poi inizia a spingere, facendo entrare poco a poco il plug in tutta la sua lunghezza. Sento che mano a mano il buco si allarga, lei che sorride compiaciuta mentre trattengo gemiti di piacere, finché non raggiunge il punto più largo, spinge un altro po’ e poi lascia andare, in modo che l’elasticità del buco si chiuda attorno al collo risucchiando il plug per la lunghezza che rimane. Il collo è abbastanza lungo, e sento il plug che continua ad entrare per un po’ prima di appoggiare la base sulla mia pelle. La sensazione è favolosa, e il pene comincia ad indurirsi velocemente; lei si allontana un po’ e osserva la scena: “bene, vedo che ti stai ambientando eh? Ma tu guarda che razza di porco schifoso che mi sono ritrovata per tutto questo tempo senza saperlo! Adesso ti sistemo per bene!”

Cammina con calma verso la cucina, e da un cassetto tira fuori un rotolo gigante di pellicola trasparente per alimenti. “Ora è il momento di impacchettare il mio schiavo, così te ne starai buono buono per quando arriverà la sorpresa”. Inizia ad arrotolare la pellicola attorno alla mia coscia sinistra, per poi passare dietro la schiena e arrotolare anche l’altra coscia, infine ritornando dietro la schiena. Compie questo giro diverse volte, finché la pellicola no forma uno spesso strato che mi tiene le cosce legate al busto, con le ginocchia vicine al petto. Continua poi a girare anche davanti, coprendo pancia, glutei e pene, stringendo bene e facendo molti giri, comprendendo infine anche le braccia che rimangono legate ai lati del busto. Così mi ritrovo inginocchiato in avanti, coperto di pellicola che mi lascia totalmente inerme, lasciando fuori solo i polpacci, la testa e le spalle. Mi sento un pacco, il plug dentro pulsa e fa indurire il pene schiacciato dalla pellicola e io riesco a stento a trattenere i gemiti, ma mi impegno e non emetto un suono. Non riesco quasi a muovermi, ma anche volendo non mi conviene, perché rischio di cadere così impacchettato. A quel punto mi fa alzare il didietro, portandomi quasi a testa in giù, e inizia ad arrotolare i polpacci fissandoli allo sgabello. Poi prende un paio di cuscini quadrati e spessi dal divano e li fissa tra i polpacci e le cosce, in modo da impedirmi di abbassare il didietro. Completa il tutto con altri giri di pellicola attorno a tutto il corpo e lo sgabello, badando bene a lasciare fuori spalle e testa, lasciandomi impacchettato come un salame e col culo all’aria, quasi del tutto incapace di muovermi. Come ultimo tocco, abbassa lo sgabello facendo arrivare la mia faccia fino a pochi centimetri dal pavimento, e le mie natiche a portata per i suoi programmi. Si allontana un po’, mi guarda e scoppia a ridere: “Ma guarda che ridicolo che sei, ti sei fatto impacchettare in questo modo senza fare un solo suono, com’è il giocattolino che hai entro? Ti sta aprendo per bene? A questo punto il gel dovrebbe essersi fatto strada fino in profondità, è ora di divertirsi schiavetto! Entra pure Luca!”

La mia faccia sbianca a quelle parole, mentre giro la testa vedo entrare Luca, uno della compagnia, e a quanto pare anche fidanzato di Viviana.

"tesoro sei favolosa, la tua fantasia supera le mie aspettative, guarda come hai impacchettato il nostro schiavetto, culo all'aria e immobile" e iniziano a ridere e a schernirmi spingendo lo sgabello in giro mentre io mi crogiolo nella vergogna, ma in fondo devo ammettere che la situazione non mi dispiace del tutto, si vede che erano d’accordo su questa cosa fin dall’inizio, e probabilmente sapevano che in fondo sarebbe piaciuto anche a me, perciò decisi di continuare a stare al gioco senza emettere un fiato.

“Dai tesoro, prepara lo schiavetto che adesso ci divertiamo”

“Certo amore mio, vedrai, è tutto aperto e morbido come piace a te, e il nostro schiavetto è così bravo che sarebbe un peccato non usarlo a dovere”

Quindi Viviana si avvicina e con le mani strappa la pellicola attorno al mio buco, iniziando a giocare con il plug, spingendo e schiaffeggiandone la base. Intanto Luca dietro di me inizia a spogliarsi, poi si mette a fianco a me e si abbassa, mostrando un pene enorme ed eretto, mentre se lo masturba con la mano: “lo vedi questo, brutto pervertito sfigato? Questo ti sfonderà finché non ne avrò abbastanza, e non credere che finirà tanto presto!” e si alza ridendo, andando di nuovo dietro di me. “Sei pronto amore? Quando vuoi fammi un cenno che ti lascio spazio”. Passano pochi secondi, e senza preavviso sento il plug estratto di colpo, seguito da una penetrazione decisa e quasi istantanea del grosso cazzo di Luca, che inizia a scorrere dando colpi decisi e profondi, lo sento spingere selvaggiamente dentro di me mentre a tratti mugugna e sghignazza: “Tesoro, scusa se te lo dico ma questo culo è quasi meglio del tuo, sembra un budino, ma quanto lubrificante ci hai messo dentro? Ah ahah, guarda il nostro schiavetto sfigato come lo prende bene, non fa una piega! Sai una cosa? Mi sa che adesso voglio vedere anche te mentre lo fotti, vai a prepararti che io intanto me lo godo ancora un po’!” E così Viviana esce dalla stanza mentre Luca continua a spingere il suo cazzone dentro di me, sembra un enorme martello che mi rimesta tutto il gel che ho dentro, mentre dilata e apre il buco senza sosta, sono in estasi ma non emetto ancora un fiato, per paura di rovinare tutto. Dopo pochi minuti, rientra Viviana in completo intimo, ma con uno strapon grosso come una lattina e poco più lungo. Si avvicina in silenzio, e mi sussurra all’orecchio “adesso vediamo se il tuo -buchetto allenato- è veramente aperto come dici”. Intanto Luca ride di gusto, e poi mi prende sui fianchi e inizia a tirare colpi ancora più decisi, ma più lenti e profondi, mentre inizia a mugugnare fino a quando non si ferma, spinge e tira il mio culo a sè venendomi dentro e riempiendo le mie interiora di sperma caldo in quantità. In fine si stacca, e dice “Tesoro, devo farti i miei complimenti. Credo di non avere mai scopato un culo così piacevole, avrai di che invidiare il nostro schiavetto in futuro!”

“Amore mio, te l’avevo detto che ti saresti divertito, ma ora è arrivato il momento del nostro schiavetto, vediamo che sa fare col suo culo: sta a vedere”.

Con una mano mi cinge il fianco mentre sento la punta del grosso dildo spingere contro il mio ano, ancora pulsante dopo il quarto d’ora abbondante passato a soddisfare il cazzo enorme di Luca. Sento che entra piano piano, allargando sempre di più e poi ritorna, va avanti così per qualche spinta fino a quando la sento dire “però, è già pronto il mio schiavetto, ma guarda un po’, ci hai messo così poco a dilatarti che sono tentata di spingerlo tutto dentro di colpo, che ne dici?” Io faccio per risponderle, ma appena inspiro per farlo, lei mi coglie di sorpresa e con una spinta infila tutto il dildo fino a sbattere violentemente con le anche sulle mie natiche, e a quel punto mi lascio scappare un gemito. “Ah ah ah! Finalmente! Il nostro sfigatello sta cominciando a rendersi conto dov’è finito, hai sentito tesoro?” “Vai così angelo mio, sfonda lo sfigato!”

E inizia il giro: la sento arretrare lentamente, fino quasi a far uscire la punta, per poi dare un’altra spinta decisa fino in fondo, avanti così senza sosta; io sono stordito, immerso in un misto di dolore e piacere, non riesco a dire né fare niente, la mia mente è totalmente invasa dalle sensazioni che vengono da quell’unica apertura lì dietro, mentre si dilata e si distorce sotto i colpi impietosi di Viviana. Il resto del corpo è come inesistente, sotto la coltre di pellicola, sento a malapena gli schiaffi che tira alle natiche e si aggiungono all’umiliante piacere sottomesso che sto provando. Dopo un tempo imprecisato, non sono certo in grado di calcolarlo, Viviana si ferma con tutto il dildo dentro di me, appoggiata alle mie natiche spingendo con forza, stacca il freno dalle ruote e spinge lo sgabello col ventre, tenendomi bene sui fianchi con le mani. “Guarda amore, la mia carriola!” “Ah ah ah” e iniziarono a ridere entrambi mentre venivo spinto in giro. “Adesso guarda: lancio dello sfigato!” e di colpo spinge con le mani, estraendo violentemente il grosso dildo e facendomi scorrere in avanti sul salotto, col buco aperto a dismisura, pulsante e gonfio a tal punto che sento l’aria entrare mentre avanzo per la casa. Dopo aver riso per un po’, vedo Luca che si alza col suo cazzone di nuovo duro ed eretto, mentre viene verso di me, prende lo sgabello e lo blocca di nuovo, e di colpo ricomincia a fottermi senza pietà né preavviso: “cazzo che figata amore, è come lanciare un salame in galleria, ah ah ah! Dai, vai a preparare il resto che quando finisco qui ci rilassiamo un poco”. E mentre Viviana esce dalla stanza, io vengo scopato senza sosta: “non pensare che duri poco stavolta, sfigato di merda, ti ho già sborrato dentro e adesso me la godo finché non mi stanco!” E così avanti, a schernirmi mentre mi fotte con violenza quando, dopo pochi minuti, rientra Viviana e si unisce a lui nel prendermi in giro. Vanno avanti così per una buona mezz’ora, il mio culo è praticamente slabrato quando ad un certo punto si stacca di colpo senza venire. "Tesoro, ho un'idea, tienilo aperto mentre vado a cercare qualcosa" e mentre lascia la stanza, Viviana mi guarda perfida, noto adesso che indossa un guanto di gomma trasparente: "eh già porco sfigato, adesso è ora di sentire come sei messo lì dentro, voglio sentirlo con le mie mani, letteralmente! Ah ah ah!" E inizia subito a infilarci le dita. Inutile dire che a quel punto le bastano ormai pochi secondi perché io inizi già a sentire le nocche che entrano spingendo e allargando, e sento già il buco richiudersi attorno al suo polso mentre piano piano stringe la mano a pugno e inizia a ruotarla dentro di me, dandomi sensazioni indescrivibili. Poi dopo pochi minuti inizia a tirare, estraendo lentamente il pugno chiuso. sento il buco dilatarsi un sacco, la sensazione invade la mia mente finché non esce del tutto, lasciando una voragine aperta e pulsante. A quel punto entra Luca, con il dildo di prima infilato in un tubo di plastica poco più grosso: “Amore, hai fatto un lavoro coi fiocchi, adesso sta a vedere”. Si mette dietro di me, e infila lentamente la prima parte del dildo; poi piano piano spinge in avanti il cilindro, facendolo entrare nel buco centimetro dopo centimetro: “questo terrà il culo dello sfigato aperto e dilatato per i nostri giochi amore mio, ti piace?” “Ma che bella idea tesoro, guarda, lo shiavetto sfigato continua a tacere, che pezzo di idiota, un porco sfigato senza dignità! Adesso lo sistemiamo!”.

Sento ancora il cilindro entrare, sempre di più, fino ad appoggiare in fondo, dove il dildo spinge senza riuscire ad entrare di più. A quel punto Luca estrae lentamente il dildo, e tenendo il cilindro fermo con la mano, allarga bene le natiche in modo che il bordo entri ancora un po’ sotto lo sfintere anale. Ed ecco fatto, ho un cilindro nel culo dentro al quale ci può passare anche una mano, è infilato giusto oltre lo sfintere, così che non scivoli fuori, e arriva in fondo per quasi venti centimetri ad appoggiare sulle pareti interne, lasciando intravedere la caverna che viene dopo. Credo sia di metallo, perché ne sento il peso importante, e inoltre la posizione a culo all’aria mi rende difficile liberarmene semplicemente spingendo. Ma in fondo non lo vorrei fare, sono ancora curioso, anche se un po’ preoccupato, di vedere cosa si inventeranno ora i miei nuovi aguzzini.

“Tesoro, adesso dimmi, cosa ti sembra?”

“Uhm… non lo so, a me sembra quasi un mobiletto, ci metterei dei fiori”

“Ah Ah Ah! Brava! Hai ragione, ma non vorrai mettere dei fiori così a secco?”

“Certo che no, non vorrei che si seccassero, dai che lo riempiamo allora”

“Il nostro schiavetto sfigato è appena stato declassato a vaso da fiori”

“Ah ah ah ah”

E mentre ridono, Viviana si toglie gli slip e sale sopra un tavolino, mentre Luca spinge lo sgabello sotto di lei. A quel punto Viviana si siede sopra le mie natiche, e dopo qualche secondo inizia ad urinare dentro il buco:

“aaahhh, che liberazione! Era un po’ che la tenevo, e tu amore? Ne hai?”

“Certo tesoro, aspetto con educazione che tu finisca, il nostro cesso sfigato ha bisogno di sentirsi utile prima di fare il vaso da fiori”

E così, dopo una lunga urinata, Viviana si alza e lascia spazio a Luca, che dopo pochi secondi inizia a riempire anche lui il buco. Sento il liquido caldo scendere, e mi concentro sulla sensazione di piacere mista al leggero dolore che la dilatazione estrema iniziava a darmi, sotto le loro risa di scherno. Quindi Rientra Viviana, che era uscita subito, con una coperta e un mazzo di spatiflora bianchi:

“Adesso prepariamo il nostro tavolino fiorito, amore mio”. Vai a prendere il resto sù”

“Arrivo amore”

E Luca rientra dopo pochi secondi, con un ripiano a cerchio bucato in centro. Mi appoggia il ripiano sulle natiche, e inizia a girarlo… e scopro che si sta avvitando all’interno del cilindro! Sono scioccato, mi stanno davvero trasformando in un tavolino...

Viviana infine stende la tovaglia sopra il tavolino, in modo da far coincidere il foro con quello del ripiano. Alla fine, ne risulta che io vengo totalmente coperto da una coltre bordeaux, diventando a tutti gli effetti un tavolino da salotto. Il mio culo pieno di urina è esposto, e Viviana inizia a metterci sopra le spatiflora una alla volta, canticchiando come una decoratrice di interni. A quel punto sento che prendono le sedie, mentre Viviana dice:

“Vuoi un gelato amore mio?”

“Certo tesoro, così proviamo il tavolino nuovo”

E così Luca si siede, e aspetta Viviana mentre lo sento giocare con i fiori infilati nel mio buco. A quel punto dice:

“Tesoro, scusa ma credo che i fiori abbiano preso abbastanza, è ora di scaricare”

“Va bene amore, fai pure, arrivo subito”

Quindi tira fuori un dildo piuttosto sottile e lungo, toglie i fiori dal buco e inizia a penetrare sul fondo del cilindro, stimolando l’apertura della caverna e facendo scorrere l’urina in profondità dentro di me. A quel punto sento manovrare e capisco che sta asciugando tutto con uno straccio.

“Amore, ci butto dentro un po’ di acqua e menta, così profuma”

“Certo amore”

E sento scorrere un liquido freddissimo dentro il buco fino in profondità.

Passano pochi minuti, e rientra Viviana dall’altra stanza, si siede e appoggia i piedi sotto la mia faccia. Sono profumati, probabilmente li ha appena lavati, e senza dire una parola me li strofina sulle labbra e sulla pelle, poi indietreggia un po’ e infila l’alluce nella mia bocca, io inizio a succhiare e a leccare, e lei spinge infilando più dita possibile nella bocca.

“Aah, che bravo il nostro schiavetto-tavolino, si sta impegnando tanto”

“Mi fa piacere tesoro”

E mentre do piacere alla padrona, trasformato in un tavolino, con il buco esposto ai loro capricci e slabrato dal cilindro, la coppia conversa e si gusta il gelato.

 

Continua...

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