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BDSM

Un racconto del mio Angelo

Entro nella stanza, mi spoglio completamente e ripongo in maniera ordinata i vestiti sul tavolino. C'è uno specchio a figura intera sul lato della stanza. Mi avvicino, per qualche minuto dovrò stare in piedi lì davanti e guardarmi. Vuole che indugi lì a pensare, vuole che mi veda nuda per lui in questa stanza fredda e chiedermi se veramente lo voglio fare, se veramente voglio passare le prossime due ore ad eseguire i suoi ordini, a compiacerlo in tutti i modi, senza contraddirlo. Vuole che sappia che potrei prendere ed andarmene e tutto finirebbe. Vuole che sappia che il piacere che proverò nel soddisfarlo in tutti i modi non sarà gratis. Vuole che ricordi il dolore, la vergogna, l'umiliazione di essere nulla. Vuole che ripeta a me stessa che ho assoluta fiducia in lui perchè il mio Signore è un padre buono e delicato e non farebbe mai del male alla mia anima. Vuole che ricordi il nostro patto, i vincoli che ci siamo dati e le cautele che prendiamo. Vuole che ricordi che nulla è scontato e che solo ciò che abbiamo espressamente escluso è tabu. Vuole che sappia che mi sto gettando da un aereo e lui è il mio paracadute.

Apro la borsa che mi ha dato. Trovo la cintura di cuoio che mi aveva promesso. Sul davanti e ai lati ci sono dei robusti anelli, sul retro invece una doppia impugnatura. La indosso, senza stringere troppo ma neanche lasciando troppo lasco, come mi ha chiesto. Indosso anche le cuffie, di quelle a padiglione. Il volume è piuttosto alto, quando entrerò non potrò sentire quello che mi dirà. Parlerà di me ma non potrò sentirlo, dovrò cercare di capire qualcosa dal labiale e dalle espressioni del viso. Dice che finchè non dimostro di essere la sua schiava devota non merito di sapere cosa pensa di me.

Come ordinato, mi metto per terra a 4 zampe, rivolta alla porta e aspetto il mio Signore, che presto entrerà e si prenderà cura di me. Ho un po' freddo, mi ha detto che per scaldarmi posso scodinzolare. Dopo qualche minuto lui entra e si toglie il cappotto. Mi guarda appena, si siede sul bordo del letto e inizia a parlarmi. Come una cagnetta guardo il mio Padrone cercando di capire cosa mi sta dicendo. Non mi sorride più ora. Forse ho combinato qualcosa di sbagliato? Forse lo sto deludendo? Forse mi vuole abbandonare?

Mi toglie le cuffie finalmente ma mi mette subito una mascherina sugli occhi e inizia a darmi ordini. Ora sono in piedi con le braccia alzate e mani dietro la nuca e non vedo. Dopo un po' le sue mani sono sui miei seni e li carezzano per qualche secondo ma poi mi stringe i capezzoli facendomi sobbalzare. Ho abbassato per un attimo le braccia, ho temuto la sua collera per questo ma lui già sapeva che sarei stata punita e non ha battuto ciglio. La prima pinza stringe il capezzolo ed è un brivido per tutto il corpo... la seconda mi toglie il fiato... il mio Signore mi fa allargare le gambe, sento dalle sue mani che si appoggiano alla cintura che si è chinato davanti a me e mi lecca la figa... piego le gambe e tengo il bacino in avanti per offrirgliela tutta...sono grondante ed eccitata... lui si alza e viene a baciarmi, strusciandomi sul viso i miei umori appena raccolti...

Si è seduto e mi ordina di poggiarmi a pancia in giù sulle sue gambe cingendogli i fianchi con le mie braccia. Mi toglie la mascherina e mi dà una stretta a una pinza... mi scappa un grido... lui mi guarda severo, si gira e tira fuori dalla borsa un osso per cani e mi ordina di tenerlo stretto fra i denti... le sue mani mi stanno accarezzando e impastando il sedere... è piacevole ma so a cosa prelude e inizio ad agitarmi... la prima sculacciata è leggera, la seconda pure ma ben presto i colpi diventano più forti e più ravvicinati... il dolore ai seni e il calore dolente alle natiche si fondono, come una scarica unica che attraversa il mio corpo... non riesco più a tener ferme le gambe, le stendo e poi mi ritraggo sotto i colpi del mio Signore...

E' seduto, io sono in piedi davanti a lui...mi ha tolto le pinze e mi accarezza le natiche... dimmi cosa devo fare e lo farò, mio Signore

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