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Una sera a tre

Lui era il mio migliore amico; chiamiamolo Pino. Ci conoscevamo da anni e da un po’ di tempo aveva iniziato a fantasticare con me sulla possibilità di incontrarci a 4, ossia con le rispettive mogli, per iniziare a fare sesso tutti insieme e poi per scambiarci le mogli.

Io mi sarei scopato volentieri sua moglie Teresa, ma ero sicuro che questa proposta per me era improponibile in quanto mia moglie non era assolutamente dell’idea e mai lo sarebbe stata, con chiunque, non solo con lui.

Pino insisteva e tute le volte che ci si vedeva faceva allusioni sempre più esplicite, anche in presenza delle lei.  Teresa, altra mentalità, sembrava interessata e lo faceva capire con sorrisi ed occhiate decisamente “parlanti”.

E fu così che un giorno, quando Pino mi aveva per l’ennesima volta lanciato la proposta, gli risposi molto pacatamente: Pino, come hai capito la cosa non si può fare; mia moglie non è il tipo da prestarsi a questi giochi. Mi sembra invece che Teresa sembrerebbe interessata; se voi siete d’accordo potremmo giocare a tre mettendola in mezzo tra noi due.

Pino mi rispose che ci avrebbe pensato e che forse si poteva fare.

Per qualche settimana non ritornò più sull’argomento, ma poi un week end in cui avevamo deciso di andare al mare e all’ultimo momento mia moglie per un contrattempo decise di restare a casa, ci trovammo tutti e tre nella situazione ideale per poter concretizzare la fantasia.

Avevo deciso di lasciare a lui il compito di condurre il gioco e dopo cena ci trovammo tutti e tre sulla mia barca a parlare del più e del meno; nulla accadeva e dopo aver giocato a carte ed aver bevuto un paio di whisky decidemmo di andare a dormire.

La mia barca aveva un grande lettone a prua e lui mi disse; perché non dormiamo tutti e tre insieme sulla tua barca? Aggiungendo subito dopo: però Teresa dorme dalla mia parte, sto io in mezzo.

Teresa con un sorrisetto sornione ribadì: perché non tiriamo a sorte? Chi prende la carta più bassa sta in mezzo. E così fu.  E la sorte decise che Teresa, avendo pescato un due, sarebbe stata la predestinata a dormire in mezzo; Pino reagì limitandosi a dire: dormire non significa fare altre cose…. Appena spenta la luce Teresa, che evidentemente si aspettava qualcosa di più che dormire, iniziò con grande cautela a sfiorare con la sua mano sinistra la mia coscia, aumentando l’intensità dello sfregamento, ma sempre lentamente, con pause sequenziate. Dopo qualche minuto, ritenendo che Pino si fosse addormentato, presi molto lentamente la sua mano con la mia e la portai sul mio pacco, per farle sentire il mio fratellino che nel frattempo aveva iniziato a risvegliarsi. Contemporaneamente mi girai verso Teresa, per permetterle di infilare la su mano sotto i pantaloni della mia tuta, cosa che fece senza esitare, fino a raggiungere il mio cazzo ormai in piena erezione e ad accarezzarne lentamente con i polpastrelli il glande.

Fu a questo punto che Pino, finto dormiente, fece un balzo sul letto, mise la sua mano su quella di -Teresa che mi stava massaggiando, ed urlò “...ti ho beccato troia !!...”

Restammo allibiti entrambi; io trovai la forza di dire “...volevamo vedere se stavi dormendo…” Pino a questo punto disse “va bene, volete scopare? allora facciamo così, Teresa, prima mi fai un bel pompino, poi ti scopo e lui te lo mette nel culo…”  Teresa non se lo fece dire due volte, però afferrò anche il mio cazzo cercando di metterlo in bocca; questo fece molto arrabbiare Pino che intervenne dicendo “no il suo non lo devi prendere in bocca, solo nel culo”.

Pretese poi che io indossassi il cappuccetto per incularla; a quel punto rinunciai al tutto leggendo negli occhi di Teresa un po' di delusione.

Finito questo intermezzo i due si ritirarono nella barca di Pino per la notte.

La mattina seguente, di buon’ora, sentii salire qualcuno sulla mia barca; era Teresa che esordì dicendo “…sono rimasta molto male per ieri sera…ho preso la scusa di vedere se hai del latte a bordo per venire a trovarti…” Le risposi, se vuoi ho un latte da mungere, bello caldo...” E lei, sai che ora non è possibile, fammelo solo prendere in bocca per un minuto, poi troveremo modo di rifarci a Milano… Lo afferrò, lo osservò per un attimo e disse. Hai proprio un bel cazzo, lo voglio prendere dappertutto.   Il resto alla prossima puntata


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