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Feticismo

Feticismo


Per feticismo si intende lo spostamento della meta sessuale dalla persona viva nella sua interezza ad un suo sostituto, sia ciò che la sostituisce, una parte del corpo stesso, o una qualità, un indumento o qualsiasi altro oggetto.

In buona sostanza, quindi, il feticista è colui che prova attrazione sessuale per qualcosa che fuoriesce dai canoni della sessualità tradizionale.

Il feticismo si differenzia dalla semplice preferenza dettata dai gusti personali, che tutti hanno, dal fatto che la presenza del feticcio diviene una condizione indispensabile per raggiungere l'orgasmo. In mancanza del feticcio, infatti, il feticista non riesce ad avere l'appagamento sessuale. Ed è proprio per questo motivo che il feticismo in sessuologia è ritenuto un disturbo, in quanto impedisce una libera vita sessuale rendendo il soggetto dipendente dall'oggetto o da qualisiasi altra cosa sia oggetto del suo feticismo.


Il feticismo può manifestarsi in una persona in varie forme: in alcuni casi possono divenire feticcio un qualsiasi tipo umano, ogni caratteristica fisica e psichica, ogni parte del corpo, ogni secrezione corporea (sangue, sperma, feci, urina, sudore, ecc.), ogni indumento ed ogni oggetto. Anche i nei possono essere oggetto di feticismo, e quindi il partner adorerà, toccherà, bacerà, leccherà, annuserà i nei dell'altro, anche il solo vederli costituirà per lui motivo di eccitazione, ed anche il sentririsi toccare i propri lo ecciterà molto. Molti feticisti prediligono però solo nei in una determinatà parte del corpo come bocca, pancia, pube, volto, schiena ecc. Per altri feticisti, invece, vedere, sentire, annusare, inghiottire o palpare determinate cose è importante almeno quanto il coito nella sessualità ordinaria.

Fra i più diffusi feticismi, vi sono il feticismo del piede maschile e il feticismo del piede femminile: in questo caso il feticista è attratto dai piedi e prova piacere non solo nel vederli, ma anche nel leccarli, baciarli, annusarli e nell'esserne masturbato. Relativi perlopiù al feticismo del piede maschile, specie nelle pratiche erotiche omosessuali, sono diffusi il trampling, consistente nel farsi calpestare dal partner, il tickling, ossia il farsi solleticare, lo sneaking, che comporta l' uso delle scarpe, il socking, con l'utilizzo dei calzini, e molte altre.

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Origine del termine 

L'etimo della parola viene dalla lingua portoghese; i mercanti di schiavi usavano questo termine per riferirsi agli indigeni africani che adoravano "feticci". In psicoanalisi è un disturbo derivante dalla scissione dell'Io e proiezione, talvolta derivante dal diniego-meccanismo di difesa che consiste nel rifiuto di riconoscere qualcosa di traumatizzante avvenuto nella realtà.

Il feticismo in letteratura 

Restif de la Bretonne (Sacy 1734 - Parigi 1806) si sofferma in diverse sue opere su temi feticisti e in particolare sul feticismo dei piedi, che proprio in riferimento alla sua opera viene talvolta chiamato "retifismo". In Le notti di Parigi (1788-1791), per esempio, Bretonne narra dell'insana passione che porta alcuni uomini a rubare le scarpe di signore sorpese a passeggiare lungo le strade della capitale francese; in Le pied de Fanchette ou le soulier couleur de rose (1768, opera che non conosce ancora traduzione italiana) protagonista è una donna che si serve del fascino delle sue estremità per avvantaggiarsi socialmente.

Un altro autore che ha lasciato opere considerevoli su questi temi è lo scrittore Tanizaki Junichiro, maestro della letteratura giapponese del Novecento. Il giovanile, primissimo racconto Il Tatuaggio (1909 Shisei (Irezumi)) esprime chiaramente, in poche righe, la centralità dei piedi nel simbolico erotico dello scrittore: piedi che hanno un'anima e si impongono come strumento di sottomissione dell'uomo nei confronti dell'onnipotente ricca carica sessuale ed esistenziale femminile. Nel romanzo I piedi di Fumiko un giovane aspirante artista scopre la smodata passione di un parente per i piedi di una ragazza che egli mantiene nella propria casa. Perfino negli ultimi giorni della propria vita non rinuncia ad assorbire il poco cibo che è in grado di mangiare dalle estremità di Fumiko. La figura dell'anziano folle di passione ritorna nel libro che è considerato tra i maggiori capolavori di Tanizaki: Diario di un vecchio pazzo. Un uomo, al termine della propria esistenza, tra ricordi e riflessioni, vive e racconta la propria debolezza per i piedi della nuora. Tokusuke arriverà a fare incidere l'impronta dei piedi della donna sulla sua tomba. Con la scusa di riprodurre un Bussokuseki (impronte di Buddha), egli stesso farà una litografia dei piedi della giovane Satsuko usando inchiostro rosso. L'operazione con la verniciatura, la manipolazione, l'asciugatura dei piedi, costituisce un'occasione per avvicinare l'oggetto desiderato. "Poi, quando sarò morto, non potrà non pensare: Quello stupido vecchio dorme sotto questi piedi bellissimi. Sto ancora calpestando le ossa di quel povero vecchio sotto terra".

Spiegazione psicoanalitica 

La psicoanalisi freudiana spiega il feticismo ricorrendo alla teoria dello sviluppo psicosessuale. Secondo Sigmund Freud il bambino nella fase edipica, per superare l'angoscia di castrazione derivante dalla paura del padre e soprattutto dalla vista dei genitali femminili privi del pene, si crea un feticcio, ovvero un oggetto volto a sostituire il pene mancante nelle bambine. Se queste ultime sono prive di fallo, infatti, significa che sono state punite (evirate) per qualcosa che hanno commesso, quindi anche il bambino rischia l'evirazione a causa dei suoi desideri incestuosi verso la madre. Il piede, la scarpa e qualsiasi oggetto feticistico permettono così al bambino, fungendo da "fallo femminile", di attenuare la sua angoscia derivante dalla constatazione che le bambine non hanno il pene.

Da parte sua Donald Woods Winnicott considera il feticcio alla stregue di un oggetto transizionale, il quale però viene investito di libido.

Sempre secondo le teorie psicoanalitiche, il feticismo è un disturbo derivante dalla scissione dell'Io e dalla proiezione, talvolta derivante anche dal diniego (meccanismo di difesa che consiste nel rifiuto di riconoscere qualcosa di traumatizzante avvenuto nella realtà).

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