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La terra è un corpo di femmina
E' umida la tua pelle. Così, adagiata in questo letto sfatto, fra lenzuola stropicciate, la tua schiena è umida come le gocce di pioggia che cadono su ogni cosa. Fuori. Da ore. Sei sveglia da poco, nuda come quando, qualche ora fa, aprivi le tue gambe per accogliermi. Forse stanca. La tua schiena si muove davanti a me, liscia e morbida, senza evidenti asperita' che disturbano le carezze ripetute delle mie dita. Misuro ripetutamente la distanza dal tuo capo alle tue natiche. Una, due, mille volte. Guardo fuori mente ti tocco, incantato dall'insistenza rumorosa della pioggia che cade: gocce che si posano sul mondo. Bagnandolo. C'e' un che di commovente nel modo in cui ogni goccia abbandona la sua individualita' per annullarsi sulla superficie della terra che la aspetta per nutrirsene. Una generosità totale, un abbandono senza condizioni. Qualcosa di cui tu non sei mai stata capace. E neanche io, forse. La pioggia rende tutto lucido come il tuo bel corpo. Traccia linee nell’aria che assomigliano ai tuoi capelli che hai gettato di lato sul cuscino. Piccole buche, come il leggero avvallamento del tuo collo, trattengono l’acqua che poi deborda formando minuscoli torrenti dritti come la linea della tua spina dorsale: la terra è un corpo di femmina in questo giorno piovoso. Sospiri appena, quando massaggio la tua nuca. Solo l'impercettibile muoversi dei tuoi fianchi riesce a distrarmi. Stacco la mano da te e bagno un dito con la mia saliva. A tentoni, con il sottofondo delle gocce che cadono addosso ai vetri della finestra, ritrovo la strada per la tua schiena. Per i fianchi. Per il tuo sedere. Lentamente sorvolo il solco delle natiche sfiorandole appena. Il vento, fuori si alza forte e improvviso. Il ramo di un albero sembra sul punto di rompersi. Forse ci sara' lo schianto. Un po' come potrei spezzarmi io, del tutto, quando non saro' piu' capace di soddisfare le tue voglie, i tuoi desideri, e tu te ne andrai a cercare altrove. Nel frattempo spingo con calma il dito dentro di te e ti guardo. Mentre sollevi la testa. Mentre tendi come un arco la tua schiena. Mentre artigli il cuscino con le dita e mormori un no impercettibile. Faccio finta di non aver sentito. Come sempre. Ti mordo il collo e ti prendo da dietro. E mentre sei mia io guardo quella pioggia che cade. Cerco la purezza in ogni sua goccia, mentre ti apro piano. E tu diventi una languida porca. Cosi' dannatamente bella da farmi godere e soffrire. Le due cose insieme. Come sempre.
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 14 hours ago -
Pura realtà..
Qualche giorno fa, mi è capitato di uscire con L. la ragazza di uno dei miei più grandi amici.
Fino a qui tutto nella norma, in fondo sono molto amico anche con lei...
Tra il dire ed il fare notiamo che avevamo bevuto un bel pò, e lo notavamo dal fatto che si cominciava a parlare molto liberamente di tutto, lei mi raccontava tutte le cose (non solo a livello sessuale) che non aveva mai avuto il coraggio di fare ma che non vedeva l'ora di realizzare, io ricambiavo......
Ad un certo punto lei mi confessa che avrebbe avuto voglia di farsi baciare, non solo la bocca, da un qualcuno con il piercing alla lingua...
Io all'inizio penso di essere arrossito (HO IL PIERCING ALLA LINGUA), poi con un pizzico di coraggio risposi che questo era un desiderio facilmente realizzabile!!.. una bella risata e tutto sembrava essere finito li.
Decidiamo di andare.... compriamo le ultime 2 "super tennens" e ci avviamo.......
In macchina parliamo poco, fino a quando, poco prima di arrivare sotto casa sua, io propongo di finire le birre in un posto "tranquillo" fumandoci l'ultima sigaretta.. lei accetta.
Lì si comincia scherzosamente a giocare a "obbligo o verità" e, forse, senza volerlo cominciamo a farci domande MOLTO spinte; a quel punto io comincio veramente ad eccitarmi, lei è bellissima, molto provocante e di certo molto eccitata......
Infatti, non appena propongo di subire un obbligo, lei mi guarda molto maliziosamente e mi dice: realizza il mio desiderio!
Penso siano passati 1,2sec. che già eravamo abbracciati e completamente immersi in un bacio, a dir poco, sensuale.
Il tempo sembrava essersi fermato, non sentivo più il vento che fino a pochi secondi prima soffiava come non mai, le mie mani sembravano come impazzite e andavano su e giù a toccare, accarezzare e sfiorare ogni minima parte del suo STUPENDO corpo.
La comincio a spogliare e lei, continuando insistentemente a cercare la mia bocca, fa lo stesso con me, da lì a poco la lascio solo con uno splendido perizoma e comincio a baciarle dolcemente sotto l'ombelico e l'interno coscia, piano piano mi avvicino alla sua intimità, lei è come impazzita e con uno scatto si sfila il suo ultimo indumento.....
A quel punto inizio a baciare, leccare, succhiare, toccare e non so cos'altro quello spettacolo che ha tra le gambe, non mi limito per niente (adoro moltissimo il sesso orale) e lei ormai al massimo dell'eccitazione comincia a dirmi che non aveva mai provato tanto piacere, che le sembrava tutto un sogno, io, a quel punto (senza staccarmi dalla sua..) comincio a sfilarmi i pantaloni e le mutande e piano piano comincio a salire verso le suo, piccolo ma bellissimo, seno, ed è proprio arrivato lì che mio "arnese" sfiora le sue parti intime, lei va in delirio, io lo strofino molto delicatamente su e giù, inizio a pensare di introdurlo quando, con una forza incredibile, mi prende le gambe e me le porta accanto il suo seno, trovandosi faccia a faccia con il mio membro, lo guarda e mi dice che le sembra bellissimo e che è la prima volta che ne vede un così grande (in fondo sono solo 17,5 cm., bu??) e comincia a giocarci con la bocca, lo lecca dalle palle fino alla punta, lo tocca, lo strige, lo infila tutto in bocca fino a farsi venire i conati, riesco a tratti ad aprire gli occhi e lo spettacolo è fenomenale, il mio arnese è completamente fradicio e lei sembra indemoniata...
Ci fermiamo un attimo, lei mi guarda con uno sguardo mai visto nel suo volto e mi sussurra "ora fammi tua", non me lo faccio ripetere 2 volte e scivolo giù, lo posiziono e spingo lentamente, entra quasi come se fosse tirato da dentro, lei e completamente bagnata, mi fermo a circa 3/4 e comincio a fare su e giù, piano piano aumento la velocità fino a prendere un ritmo abbastanza veloce, lei ansima e continua a farfugliare parole del tipo: "- mai mai come ora... - ancora... - dio mio...".
A questo punto decido di andare più forte e, prima delicatamente e poi con un pò di violenza, la penetro fino in fondo, lei grida dal piacere e comincia a stringermi le natiche e a spingermi verso di lei seguendo un forsennato ritmo, siamo entrambi in estasi!!!
Da lì a poco sento il bisogno di venire, non voglio, cerco di rallentare di seguire il mio respiro, ma è difficile anche perchè lei non fa altro che chiedermi di più...
Ad un certo punto si ferma, mi guarda e mi chiede se voglio cambiare posizione, accetto, e si mette a 4 zampe dandomi le spalle ed il fantastico sedere che si ritrova, la macchina è un pò scomoda ma in quel momento ci saremmo potuti sistemare anche in uno spazio grande la metà (lo giuro!!), ne approfitto per prendere fiato e non faccio altro che pensare a come posso cercare di prolungarmi il più possibile, almeno fino a farla venire...
La penetro da dietro (non per via anale perchè sapevo che non gradiva), questa volta senza limitarmi lo infilo proprio tutto, lei ricomcia ad ansimare e mi ripete che ho un cazzo stupendo, sento che posso continuare, forse grazie alla pausa, e comincio a giocarci un pò, lo metto tutto dentro e poi lo esco e così via per un bel pò, lei gradisce, io mi godo lo spettacolo.
Preso di nuovo il ritmo veloce, sento che comincio a scoppiare, la voglio avvisare, ma non mi da neanche il tempo che grida con una voce tipica da film dell'orrore: SIII, VENGOOOO!!!, ed è vero, lo sento e lo vedo benissimo, resisto il più possibile e poi la giro su un fianco e vengo anch'io centrando un pò le sue tette ed un pò il sedile della macchina (ma chi se frega...).
Passano degli attimi che sembrano interminabili, si sentono solo i nostri respiri-sospiri, ci guardiamo e ridiamo, io le accarezzo il viso e la bacio sulle labbra, lei ricambia in un lunghissimo bacio...
Ci ripuliamo, accendiamo la macchina per fare partire la stufa in quanto i corpi cominciavano a raffreddarsi e fuori c'erano max 2 gradi, e cominciamo a rivestirci... Prima un pò di silenzio che non riesco a reggere, infatti lo interrompo dicendogli che in realtà sognavo tutto questo da anni e che mi sentivo molto felice, anche se sentivo il rimorso pensando al suo lui e alla mia lei.... Non sono pentito! ribadisco, ma penso sia normale avere u pò di amarezza, lei risponde che la cosa è uguale anche per lei ma che non gli pesa più di tanto, in quanto sà di amare il suo lui e sa che con me ha fatto solo del sano SESSO!! e mi ribadisce : "Non sei tu che mi hai detto che c'è differenza tra fare l'amore e fare sesso?, Hai detto che con la tua lei fai entrambe le cose... BENE con me puoi solo fare sesso! e lo stesso vale per me!".... che dire aveva pienamente ragione!!
L'accompagno a casa, ci fermiamo davanti al cancello, gli do un bacio sulla guancia e lei sorridendo mi dice che se un giorno ricapiterà ci vuole un posto più caldo e più grande, ridiamo e ci salutiamo...
Tornando a casa il mio unico pensiero era ed è tuttora.....quando ricapiterà?? Non vedo l'ora!!
L. sei stupenda!!!
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 14 hours ago -
Un\'isola.....
Il sole del pomeriggio è abbagliante:l'isola sembra immersa nella sua luce bianca, l'aliscafo ha appena scaricato gli ultimi turisti del pomeriggio, tutto sembra rallentato, sonnolento.
Sei seduto sotto l'ombrellone del bar:dietro gli occhiali da sole osservi il baluginio delle onde sul mare liscio come l'olio,l'aria è calda, il sole splendente.
Arrivo dalla scalinata della rocca:abitino a sottoveste di seta blu, occhiali da sole, scalza.
Mario esce dal banco ad abbracciarmi: le sue rumorose effusioni disturbano la tua tranquillità.Alzi lo sguardo irritato per scoprire il motivo di quell'intrusione nei tuoi pensieri e in quell'attimo Mario mi abbraccia..nel farlo , l'abitino sale e il tuo sguardo distratto si ferma sulle mie gambe, all'altezza dell'attaccatura del culetto, due mezzelune tonde, abbronzate, scoperte..
Mi siedo a qualche tavolino da te:Mario mi porta due granite, una alla fragola e una al caffè, con la panna.."perlomeno tu le mangi,Giuseppe quando arriva ne ordina sempre una anche per te, ma la lascia lì a squagliarsi".Attacco golosa quelle delizie, ignara
(???????) del tuo sguardo fisso sulle mie labbra quando lecco la panna o affondo le dita in bocca raccogliendo quel soffice semifreddo.
Dalla scalinata a sinistra scende a salutarmi Thomas:baci e abbracci anche con lui, mi va volare tra le risate di tutti.."Vieni, ti faccio vedere come ho sistemato il negozio"..Mi alzo, lo seguo a braccetto: la seta del mio vestito ondeggia sul mio corpo ballando, ne segue i contorni, si alza, si abbassa.Ci segui: dalla scalinata è ancora più intrigante...dal basso la tua visione è migliore non riesci a capire se lo faccio apposta a muovermi guizzante come uno scoiattolo.
Ti fermi davanti alla vetrina:Thomas mi sta spiegando l'ubicazione di una spiaggetta..la stradina, l'uliveto, la baia sabbiosa,la roccia con la piscina naturale.."oltre l'arco di roccia ci sono i gay" mi dice ridendo.
Ti guardo..sei interessante:Thomas se ne accorge.."guarda che meraviglia questo vaso"...
Mi mostra uno spettacolare otre dipinto...mi chino a guardare i disegni..lentamente: la stoffa del mio abito si alza, un sipario blu cangiante incornicia il mio culo tondo, morbido, abbronzato..
Hai un sussulto e un guizzo nei pantaloni mentre rimango lì, esposta al tuo sguardo...dondolandomi.
"Ti lascio aperta la porta del laboratorio"..è il commiato di Thomas...
Salgo la scalinata, mi segui..la piazzetta dell'uomo che guarda, la piccola via buia.Aspetto giusto il tempo che tu ti accorga che l'ho imboccata, uno sguardo, il portoncino del laboratorio lasciato accostato:trovi il coraggio di seguirmi,apri la porta e la richiudi dietro di te.Prima che i tuoi occhi riescano ad abituarsi all'oscurità le mie mani ti stanno già accarezzando le spalle e il torace, scendono verso il basso:mi riconosci dall'odore prima di riuscire a vedermi chiaramente, il mio respiro affannoso sul collo, la lingua guizzante sui lobi delle orecchie,mentre esplori il mio corpo sotto la stoffa leggera, i miei seni con i capezzoli eccitati, il ventre morbido, la fighetta umida.
Libero il tuo cazzo dai pantaloni:sei eccitato, duro e svettante, una goccia di desiderio sulla cappella.
Mi alzo il vestito e mi appoggio al bancone... me lo infili dentro in un colpo solo:mi togli il fiato e mi strappi un gemito..appoggio le gambe al muro di fronte..sono bagnata, aperta, sensibile...
Entri e esci dalla mia figa affondando il cazzo il più possibile:comicio a godere..senti le mie contrazioni, il mio respiro si fa affannoso, i miei gemiti indistinti, brividi di piacere ti attraversano le palle...
Il tuo orgasmo arriva inatteso e violento..la tua sborra calda mi inonda violenta mentre ti appoggi su di me con dei gemiti soffocati:mi sciolgo dal tuo abbraccio e scendo sul tuo cazzo a leccarlo...i nostri sapori mescolati sono buonissimi..gemi e sussulti sotto i colpi della mia lingua calda....mi infilo le dita tra le gambe...le bagno nella figa...te le infilo in bocca......
L'ultima cosa che ricordi di me è un abito blu svlazzante con una piccola macchia dietro......
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15 years ago
monaco191126, 58/58
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Stasera
Alzi il tuo bicchiere di rosso e mi sorridi. Rispondo al tuo saluto e mi avvicino. I tuoi occhi stasera frugano tra le promesse. Sarebbe bello ne scegliessi una per me. Ma è solo un desiderio che non posso neanche far sottoscrivere dalla luna. E’ assente. Ogni tanto parlando sollevi la testa e apri le labbra: vedo la mia lingua affondare nel varco che mi offri. La penso, calda e morbida, tinta di del rosso del vino che beviamo. Brucia già il fuoco acceso dal tuo odore, dai tuoi sguardi, dal tocco casuale dei nostri corpi. Potrei spingerti contro una colonna, chinarmi su te e bere dalla tua bocca quel rosso che mi dà alla testa. Succhiare ciò che voglio: vino e saliva, parole e passione. Anima. E la voglia che ho di te. Potrei, ma non è questo che desidero davvero. Tu, misuri attenta il mio respiro e sorridendo avvicini i tuo bicchiere al mio. Il rumore del vetro colpito sembra un colpo di ali di un falco. Bevo un altro sorso. Il palato gode, il liquido scivola nello stomaco, si insinua nel sesso, lo scalda, si espande, mi scioglie la voce. ”Ti scoperei qui” sussurro. Mi guardi con le guance arrossate, col rumore della tempesta del vino nelle tue vene, e il cuore che batte sotto la tua pelle che palpita. “Lo so” dici con la voce rotta. La mia follia cresce. Vorrei entrarti dentro e solcare il tuo corpo. Affondare e bagnarti la pelle, morderti la carne. Ma sarebbe poco. Ti annuso i capelli che profumano di femmina e sesso. M’inebri. No. Non è questo che stasera voglio. Vorrei invece stringerti i seni come se fossero chicchi di uva nera, spremerli e raccogliere il vino nel mio bicchiere. E poi rubarti venti gocce del succo che distilli tra le cosce e scuotere in alto il bicchiere. E berti così, mentre ti si ferma il respiro. Sei tu, stasera, il mio Vino…
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 14 hours ago -
Cinema sconosciuti e sogni
Cinema Sconosciuti e Sogni Il cinema è piccolo di quelli manco tanto nuovi. Io sono accompagnata ma la figura a fianco a me non la sento più di tanto. Mi siedo e mi accomodo il cappotto sulle ginocchia. Il film inizia è uno di quelli avventurosi con tanta azione, musica alta e colpi di scena. Un po’ dopo, nella sedia alla mia sinistra si siede qualcuno. Cerco si spostarmi un po’ a destra per evitare invasioni di gambe e di conseguenza sposto il sedere a sinistra. Mi crea sempre un certo disagio avere qualcuno così vicino senza conoscerlo affatto e sapere che entrambi guardiamo scene, seguiamo una storia ma siamo sempre così vicini. Mi soffermo a pensare che effetto fa allo sconosciuto quella scena o quell’altra. La curiosità di vedere com’è aumenta, ma cerco di ricacciarla. Alla fine uno sguardo fugace lo debbo fare. E’ un uomo. Non è giovanissimo, un bel profilo. Non è bello, ma è OK. Molto naturale. Continuo a guardare il film. Non posso rimanere immobile, non ce la faccio. Cambio posizione accavallo le gambe e…cavolo! Mi cade la borsa a terra.. Vado per raccoglierla e Lui sposta la gamba in modo che non posso evitare di sfiorargliela quando risalgo su. Ecco lo sapevo, questo mi causa una forte emozione. Non lo so manco io il perché e non lo voglio sapere. Il contatto mi crea una forte sensazione. Cerco di posizionarmi in modo naturale ma naturale non sono. E’ lì che sento che lui ha avvicinato una gamba alla mia. Solo avvicinata. Tento di concentrarmi sul film. Mi dico che se fossi una ragazza seria dovrei spostarmi il più possibile per evitare il contatto, il quale contatto ci sarà ne sono certa. Ma il pensiero di essere una ragazza seria vacilla seriamente. Non ero una da “cogli l’attimo?”. E sì ma un conto è dire..e uno è…Uffa basta. Fai un respiro, anche se hai il cuore che batte forte. Fallo lo stesso. E non ti muovi di una virgola. E lui non si muove di una virgola. Dopo un tempo sospeso, ho la certezza che non sia stato una mia impressione, no lui sta cercando un contatto con la sua gamba sulla mia. Riesce a leggermi, sa che lo voglio. E’ una bella sensazione trovare qualcuno che sa cosa pensi. Sì. E la nostre gambe ora si toccano, e ne sento il calore e ne sento la forza. Lo riguardo di nuovo. Ha la mano sotto il mento e… cazzo…sorride! Come sorride? Sorride sornione … Ah è così…Allora non trema lui. Mi tocca. Mi tocca sfidarlo allora. Sorride mentre tiene la gamba quasi appoggiata alla mia. Forse è troppo alto e nel suo posto non ci stà, mi dico. Forse si stà prendendo gioco di me. Comprende che ‘sta cosa mi fa impazzire…A sì? E io non mi muovo. Non mi muovo, anzi rimango. E lui decide quindi di muoversi un po’, dondolando la sua e facendo dondolare la mia. Io non so se si rendono conto gli uomini di cosa crea questo movimento lento alle donne. Per la legge della fisica, la gamba muovendosi comprime l’inguine e quindi crea movimento alla regione pelvica, insomma eccita parecchio. Lo sa lui di questa cosa? Sì, lo sà. E allora è qui, a questo punto che si decide. Si decide una cosa importantissima. Lasciarsi andare oppure no? Razionalizzare o immergersi? Deciso. Chiudo gli occhi. Con la coda dell’occhio riesco a vedere la sua mano che ora tiene sopra la sua coscia. Porcamiseria me la fa vedere…la sua mano. Non lo sa che mi eccita da morire? Ha dita lunghe, con delle bellissime vene sul dorso. Io so dove andrà quella mano e il pensiero mi fa rabbrividire di piacere. Le poltrone sono del tipo vecchio, hanno il bracciolo piuttosto in alto ed è vuoto sotto. Lui oramai sa. Non mi tiro indietro. Non posso proprio. Ora la sua mano massaggia la sua coscia, la vedo con la coda dell’occhio e mi rendo conto solo ora che le nostre ginocchia sono praticamente attaccate. A solo dieci centimetri dalla sua mano c’è il mio ginocchio. E cazzo sono costretta a girare lo sguardo altrove per non vedere quando ci arriverà, per non morire qui, subito. E’ sicuro come il sorgere del sole, sento. Oddio sento un dito che mi tocca il ginocchio. Un unico dito anzi è il dorso del dito, che si è dolcemente e lentamente appoggiato sul mio ginocchio. Mmmm e se mi gira la testa e svengo? Che farebbe lui?. Godere, questa parola non rende. Direi che sono immersa nel piacere di quel contatto. E’ un contatto senza doveri. Non devo fare nulla io. Nulla. Devo solo stare qui. E che deve fare una ragazza non troppo seria? Deve fare il modo che il cappotto appoggiato sopra le gambe vada a coprire anche la sua mano, ovvio. Ed è come se lui me ne fosse grato, infatti allarga la sua mano, sì ora posso dire che mi stà toccando, è caldo. Non si muove tiene solo la mano appoggiata alla mia coscia. Ora cambia posizione si aggiusta meglio e si avvicina, si avvicina a me. Quanto dista la paura dall’eccitazione? A volte pochissimo, a volte sono collegate. Sapientemente la mano stringe ora la mia pelle, si muove cercando l’interno della coscia e del ginocchio. Lo so non l’ho detto: ho la gonna di seta, una gonna nera che scende morbida non lunghissima e quando lui arriva più giù, arriva alla pelle. La pelle, altra scossa. E si ferma di nuovo. Ad ogni traguardo si ferma. Ad ogni tappa vede come và, sente se il mio sangue scorre ancora. Seduto alla mia sinistra, con la sua mano destra sotto il mio cappotto e le dita sulla pelle della mia coscia, lui si sente sicuro. Lo so perché azzarda di nuovo, orami è certo che non mi muoverei mai da qui. Lo sa accidenti. E allora si fa più deciso e sento l’altra sua mano sfiorarmi il fianco. Le sue dita leggere, la punta della dita sulla stoffa della mia camicia. Sai quando hai il desiderio sotto la lingua? Quando pensi: “E quanto potrò resistere?” Bè è il punto del non ritorno il punto che ogni donna razionale rifugge. Io non sono razionale ora. Con un certo imbarazzo dato da tabù ancestrali tramandati da madre a figlia mi rendo conto di essere bagnata. Gli occhi si socchiudono e penso al mare. Sì solo il mare mi dà una sensazione simile. Di aria, di calore, di odori. Il desiderio di sentire anche io il suo sapore. Che sapore avrà lui? Sentirà il mio? A corto di pensieri razionali mi lascio avvolgere, da lui e dalle sue mani, che possa muoverle come vuole lui, a suo unico ed esclusivo piacimento. Sono sua. Sentire le sue dita avvicinarsi esperte e decise, chissà quante volte noi donne lo abbiamo scritto “esperte e decise” riferite alle mani, ma che significa? Perché desideriamo questo? Forse l’esitazione ci rende insicure? Sì. Forse l’indecisione ci fa dubitare di essere desiderate? Sì. E’ proprio così. Delle mani esperte e decise mi tranquillizzano, mi rendono più sicura di me. E lui esperto lo è, ha ancora sul viso l’espressione sorniona con il suo sorriso beffardo. La mano scivola ora ancora più su, sono già certa di me e di lui. Il lento accarezzare e stringere e sfiorare dei suoi polpastrelli mi rendono ancora più umida, più bagnata che mai. Sento il calore di me sento la mia voglia concentrata lì. Tutto il mio essere è lì ora. Devo spostarmi un po’, scendere con il sedere in avanti facilitare la sua presa. Perché di questo si tratta. Lei vuole prendermi e io voglio essere catturata. Potrei chiudere le gambe. Non farlo proseguire. Girarmi e magari cambiare di posto. Ma i sogni sono sogni e vanno sognati. Quindi mi metto più giù. E lui si ferma di nuovo. Aspetta senza fretta che mi sistemo meglio. Di nuovo il respiro si fa corto. E’ difficile rimanere impassibili. Figurati se ci riesco io. Ma devo devo devo. Appoggio la testa sullo schienale. Questo mi dà modo di abbandonarmi ancora e di osservare meglio il suo profilo. Vedo la sua mascella che si muove impercettibilmente. E’ umano. E’ emozione. No cazzo! Mi sono sbagliata: è che lui ha deciso che è ora di muoversi. E sì che è arrivato alle mutandine sento che le stà sfiorando al centro e poi ora ai lati…Stà cercando il bordo. Stà cercando il bordo e la mia pelle. Ma come fa a saperlo? Come lo sa che potrei morire (o uccidere) per essere toccata così? E’ lento, molto lento e la pressione delle sue dita è tenera e assolutamente senza fretta. A sì ora lo sa che sono bagnata. Ci stà giocando col bordo dei miei slip. E io infilo la mia mano sotto il cappotto e gli prendo il polso dolcemente. Premendo le mie dita intorno al suo braccio. Sento i nervi tendersi quando muove le dita. Oddio che sensazione. Ha le braccia forti. Se decidessi di interromperlo non sono più certa di riuscirci. Lui si aggrapperebbe alle mie gambe e non potrei smuoverlo. Ma tanto non avere paura sconosciuto, non lo farò mai. E ora sconosciuto vuoi conoscere il mio pelo, hai scostato gli slip vuoi saggiarne la consistenza, la durezza, la foltezza e ti aggiri lì intorno, falsamente senza scopo. Le tue dita mi hanno fatto bagnare tutta. Hai visto? Le dita ora sono quattro, mi stanno toccando, mi sfiorano le labbra cercano di trovare il clitoride, lo trovano. E poi si è deciso. Tuf…un colpo al cuore. Ha fatto il grande salto si è avventurato nei miei meandri. E’ entrato deciso con mano ferma. Un colpo alla mia anima perduta. Perduta nella sua mano di sconosciuto. E dentro lui sa cosa fare. Vuole conoscermi vuole sentire come sono, talmente colma dei miei umori che le sue dita scivolano da sole. Mi stringe, si fa ardito, si fa più profondo. Entra e esce a suo piacimento. E io non posso più arginare il mare. Non posso. A volte si ferma. Non mi degna di uno sguardo. Ma io seguo la sua mascella alla luce blu del film che cambia scena. E’ così’ che deve essere. Lui non deve girarsi. Devo essere io a dipendere da lui. Pendere completamente dalle sue mani e da cosa farà con le sue mani. E preme forte le sue mani, due dita dentro e il palmo che preme sul clitoride. Vari colpi intervallati da dolci pause e io…godo. Godo a lungo e lui mi sostiene, asseconda i miei spasmi. Godere è come volare. Scritto e riscritto dappertutto. E’ come descrivere il sapore della pera come granelli zuccherosi che si sciolgono in bocca. Godere è librarsi in volo senza paura di cadere. E lo sconosciuto sorride ora. E’ contento. Meno male. Il film volge alla fine. Ci si deve staccare e alzare. Su raccogliere i pensieri. Metterli in borsa e uscire dal cinema e dai sogni.
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15 years ago
cagliostrus,
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Last visit: 9 years ago
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Non ti posso ignorare
E’ un sabato mattina cotto di sole e tu mi appari all’improvviso. Sto tagliando l’erba e mi saluti dalla porta finestra aperta che da’ sul giardino. Hai quella tua mise di donna in carriera, la giacca beige, la gonna sotto il ginocchio, la camicia aperta chiara con piccoli fiorellini colorati, le scarpe con i tacchi ne’alti ne’bassi. Io pantaloncini corti la maglietta del Che le Reebok scassate. Sudato e contento di esserlo. Ti guardo. Non è il momento migliore: sto respirando l’orgasmo da fatica, quello che massaggia i muscoli e mi fa’ sentire utile al mondo. Tu arrivi, chiami ed io devo adeguarmi a questo ritaglio di tempo prezioso che sei riuscita a rubare al tuo lavoro, a tuo marito, a chissà chi altro. Ti aspetti che io sia riconoscente, anche se ancora non so’ se sei venuta per dirmi addio dopo l’ultima burrascosa telefonata o per rubarmi altri istinti animali sul letto disfatto. O magari solo per farmi la solita scenata di gelosia che non puoi permetterti. Basta, penso, non è più possibile continuare questo nostro rapporto che fa pagare il piacere di orgasmi deliranti con giorni impregnati di mille capricci da adolescente. E anche di vagoni di parole crudeli e cattive che tu mi riversi addosso perché non sei mia e sai che mai lo sarai. “Ho da fare”- ti dico-”lo vedi”..Mi guardi furente, in silenzio. Io aspetto che vomiti le tue mille parole come un vulcano che scoppia. Mi guardi fisso. Ti togli la giacca (neanche un brivido attraversa la mia pelle). Le scarpe volano lontano (guardo fuori il lavoro lasciato a metà). Slacci la camicetta e la togli, la gonna cade a terra dopo un movimento sinuoso (metto le mani sui fianchi e inclino la testa). Sfili il reggiseno e con un gesto anche le mutandine scivolano veloci lungo le tue gambe (le tue autoreggenti restano: sei proprio bella..eccitante). Resto in silenzio. Non faccio alcun passo in avanti ne’ un gesto che dica “eccomi”. Mi giro verso il giardino soleggiato, là fuori. “Guardami -mi urli- guardami negli occhi, vieni qui. Prendimi i capelli. Afferrali. Mordi le mie labbra e baciami forte. Strattonami. Sgridami. Esponimi come fossi la tua preda. Costringimi ad allargare le cosce. Fammi gridare. Colpiscimi forte, insultami, rovesciami addosso parole indecenti, scopami sul tavolo. Imponiti, fammi promettere cose impossibili, possiedimi dappertutto, davanti dietro in bocca. Forzami. Fottimi, schiaffeggia forte le mie natiche, falle diventare rosse e non smettere neanche se piango. Girami e riempimi. Usami. Reinventami nuova, dominami, ma NON IGNORAR….” Non posso permettere che tu finisca quella frase. Tutto sommato il mondo è pieno di storie come la nostra fatte di corpi e parole, che mantengono ciò che promettono: battiti di cuori per fatica da orgasmo. Ti afferro i capelli……
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0
15 years ago
admin, 75
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La droga: donne e sesso
Nel 2000 ero un quarantenne. Usavo la rete curiosando: esploravo… navigavo.. leggevo.. mi intrufolavo ovunque. Poi cominciò ad inghiottirmi.. ma mai a togliermi la differenza tra virtualità e realtà ai pensieri ed ai gesti. Come se vivessi in due dimensioni ... come se il reale diventasse altro al semplice clik di un mouse. Tutto cio’ mi instillò la certezza che nulla poteva accadermi se non uscivo allo scoperto…ma restavo al sicuro dietro ad uno schermo. Poi scoprìi le chat. Per ore viaggiavo dall’una all’altra.. con lo stesso nick ..la stessa fotografia parziale… Fu lì che scoprìi di avere una grande capacità dialettica che la rete amplificava. E esplose una esagerata passione per le donne… quasi un desiderio irrefrenabile di novità… di conquista… di mettermi alla prova. Le chat erano un terreno ideale: studentesse…impiegate al lavoro.. casalinghe trascurate… mogli in cerca di altri brividi… professioniste… infermiere…dottoresse… psicologhe.. dai Ministeri..dalla Rai, dalle Assicurazioni, dagli Ospedali. Dai 20 ai 50 anni…sposate… fidanzate da anni o da pochi mesi… single alla vigilia della laurea. Per me non c’era differenza. Sapevo come tentarle e farle sentire comprese e desiderate… le ascoltavo e cominciavo a scopare lentamente la loro mente. Mi ero creata la figura di uomo come un porto sicuro.. un confidente discreto e intelligente… un uomo passionale cui poter confidare tutto ... qualsiasi desiderio.. pensiero proibito... Ero l’uomo perfetto.. single…con un lavoro autonomo… brizzolato e sempre disponibile.. con una casa…molto tempo libero… sensibile e comprensivo. Non ero ossessivo..non chiedevo mai loro nulla… non promettevo pero’ niente..se non la mia voglia di loro. Voglia a metà tra passione e trasgressione…senza uno straccio di sentimento. Non chiedevo contatti mail… né di MSN…né numeri di telefono. Non chiedevo neanche foto.. e a quelle che le avevano.. non chiedevo foto osè. Niente. Misuravo soltanto le loro “voglie” e le facevo crescere. Quando la complicità diventava profonda ... lasciavo loro.… il mio numero di cell per qualche sms… Mi chiamavano quasi subito. E nel giro di una settimana…l’incontro era quasi matematico. La scelta era così vasta che in tre anni non incontrai una donna che avesse più di 35 anni. Riuscivo a fare magìe che però avevano bisogno di altre magìe subito dopo per non perderne il sapore. La distanza geografica non aveva alcuna differenza. Milano, Torino, Bologna Roma o Napoli o Bari, Venezia, Ancona ... tutte inseguivano il brivido, tutte facevano salti mortali stordite dal desiderio di passioni travolgenti. Alcune prendevano il treno o un aereo e venivano da me…altre aspettavano che passassi da loro…
Non potrei mai dirvi esattamente il numero di donne che ho avuto in quei tre anni (che io chiamo “confusi”) di permanenza virtuale… neanche se lo volessi. Così come… se non ci fosse qualche vecchia foto… non ricorderei molti dei loro volti. D’altronde incontrare due donne nello stesso giorno in un hotel a Roma.. una per il pranzo ed il pomeriggio ed una per la cena e la notte (dopo aver dato una sostanziosa mancia alla cameriera del piano perché rimettesse a posto la camera) e poi il giorno dopo correre a Latina per una terza donna con cui passare la notte.. alla fine confondeva gli attimi ... e le rendeva tutte uguali ... quasi che il viso fosse lo stesso. Ero un drogato del sesso e a nulla valeva il fatto che non promettevo altro che sesso: le donne sembravano incredibilmente cercare proprio storie cosi’..senza importanza. E facevano il “passaparola” come si fa fra gli uomini. Ricordo che a Milano, impegnato in uno stand alla Fiera, incontrai una ragazza conosciuta in chat nella pausa pranzo. E candidamente mi disse “Vai a letto con una mia amica (e mi diede il nome) perché non vieni a letto anche con me? non sono abbastanza bella?”. Ecco anche quella era “normalità” nei miei tre anni “confusi”. Ogni storia durava pochissimo..qualche settimana..qualche mese.. poi la mia passione svaniva…sorprendemente quasi contemporaneante a quella di lei. Se implodeva la passione di uno dei due..implodeva anche l’altra nello stesso momento. Un mistero che mai ho potuto comprendere.
Il momento in cui ci salutavamo… non era una linea ben definita: da oggi niente più. No si continuava con sms o telefonate…con messaggi nella chat e a volte anche..a distanza di tempo.. qualche incontro ulteriore. E subito dopo che finiva una storia.. ero di nuovo davanti allo schermo:
- “ come hai passato il we?” chiedeva una lei…
“sono andato in montagna…da solo.. a leggere e camminare. Dovevo provare a ritrovare me stesso… che a volte credo di aver perso di vista”
- “sono queste le cose che mi piacciono di più.. Un bel we.. non inutile come quelli che passo io. Mi dici come ti chiami??".
Era necessario come una droga..iniziare immediatamente a fare una nuova conquista.
Poi mi innamorai improvvisamente. E come d’incanto… mi svegliai. Capìi di aver vissuto inutilmente per tutto quel tempo: non avevo costruito nulla, neanche una semplice amicizia. Quell’amore…che durò due anni… mi disintossicò del tutto. Non sono mai più tornato davvero in una chat… e quindi non saprei neanche dire che effetto potrebbe produrre. Ma credo che non influirebbe affatto: svegliarsi significa vivere la virtualità come la realtà…pur capendone la differenza.
Ho conquistato e mi sono fatto conquistare da altre donne in rete… Ma pochissime e con tranquillità…senza correre.. senza ansia… senza sceglierne tra tante disponibili (perché non mi sento più io disponibile ad ogni costo) senza che fossero necessarie per aumentare la mia autostima. Semplicemente perché mi piacevano..mi affascinavano. Un bel passo in avanti.
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15 years ago
admin, 75
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Ferite
Restavamo fermi, abbracciati e svegli anche per ore, dopo aver fatto l’amore. Quasi una personalissima dimensione di decompressione durante una virtuale risalita dagli abissi del piacere. Poi lei mi diceva “tu hai il potere di scopare anche i silenzi”. Ed io le accarezzavo una spalla nuda. E continuava con “sono tutte balle quelle che ti raccontano in giro sai?”. Io la baciavo tra i capelli. “in realtà l'amore ti fa volare soltanto per pezzettino di cielo.” Io le disegnavo il profilo del seno con le dita. “ Poi bisogna toglierlo quel freno al cuore, altrimenti non si riesce a spiccare un volo che sia tale”. Io giocavo con il suo ombelico. “Sono caduta da quel pezzettino di cielo molte volte e adesso sono piena di ferite. Bruciano tanto sai?” Io le baciavo il collo. “Sono stanca di sanguinare e non voglio più chiedere a nessun uomo di curarmi le cicatrici”. Poi mi baciava forte e si addormentava.
Quando si svegliava aveva voglia delle mie mani addosso, la stessa voglia che si ha d'inverno quando si infilano le braccia sotto ad un cuscino, per cercare l'ultimo calore, prima di alzarsi ed attraversare il freddo della stanza. Io l’accarezzavo e la guardavo fisso. Lei chiedeva “Cosa c’è”? “Niente” rispondevo (non ci sono parole per spiegare la felicità).
A volte lei parlava del passato. Perché la rassicurassi con il mio solito “penso che la parola -passato- sia meravigliosa. Perché non ritorna, comunque siano andate le cose”. E allora lei sorrideva. E si gettava tra le mie braccia. A volte restavamo lì tutto il giorno senza mai dirci “ti amo” perché ci sembrava d'essercelo detto mille volte prima di perdersi nel bacio successivo. Seppellivamo le lingue dentro i nostri respiri e ogni volta che un orgasmo le esplodeva dentro, io ero dentro di lei. “Nella vita non so fare altro che amarti” mi diceva. Io invece sapevo che ero bravissimo solo a curare le sue cicatrici.
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15 years ago
admin, 75
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Buenos aires (nuova versione corretta) 1a parte
Sto ascoltando il cd dei Pet Shop Boys/Behavior. E’incredibile come la musica ti riporta indietro nel tempo. Fa ricordare ogni piccolo dettaglio dei fatti vissuti, le sensazioni, anche gli odori. Lo stesso album lo stavo ascoltando quella sera quasi vent’anni fa, mentre preparavo l’ennesima valigia.
Il volo era per le 8:00 del mattino successivo. E’dolce la musica dei Pet Shop Boys. Li trovo eleganti,quasi sofisticati, un pò snob. I ritmi della loro musica mi hanno sempre messo di buonumore, voglia di vivere, di essere.
Marzo 1990
Che furbi questi dell’ufficio del personale. Per mandarmi a Buenos Aires mi fanno volare prima a Parigi alle 8 del mattino per poi prendere il volo Parigi-Rio-B.Aires-Santiago alle 23,40. Matti da legare. Ma che ci faccio a Parigi un giorno intero all’aeroporto?
Il 747 si è appena alzato in volo di prima mattina da Rio. Sono scesi quasi tutti, solo pochi vanno a B.Aires e ancor meno a Santiago. Il comandante ci fa vedere la città facendo di proposito un paio di virate a dritta e a sinistra affondando le ali nel vuoto. Rio è meravigliosa anche vista dall’alto. E’ stata una bella notte tra le stelle, in compagnia dell’ovattato ronzio delle turbine, le luci basse, quasi tutti dormivano. Mi sono letto un intero testo sulla storia dell’arte per completare la giornata passata a Parigi al Museo d’Orsay. Quello che doveva essere un giorno noioso tra un volo e l’altro è divenuto invece un giorno molto interessante a godermi i maestri dell’impressionismo. Ed eccomi qui a guardare Rio dall’alto. Tra qualche ora si arriva a B.Aires. Ancora non ho idea di ciò che mi aspetta. Ho comunque fatto bene a farmi spedire laggiù con tre giorni di anticipo sull’appuntamento di lavoro. Non sono mai stato a B.Aires, la Parigi del Sud America. Stanno attraversando una tremenda crisi economica e sono usciti da poco da una dittatura…chissà come sarà? Avrò tre giorni tutti per me, io e B.Aires e tutto ciò che la città avrà da offrirmi.
Ho raccolto i miei bagagli, cerco il punto informazioni, devo avvisare la nostra agenzia che mi mandi una vettura a prendermi, sicuramente nessuno li ha informati che arrivo con tre giorni di anticipo.
Sta dietro al banco informazioni, gli occhi sono scuri molto scuri, belli, grandi, vivi, le ciglia lunghe, la pelle chiara, i capelli folti neri come il carbone.
< Welcome to B.Aires >
E’un bel sorriso ma molto discreto, quasi timido, abbassa gli occhi e li rialza come se io stessi li a mettere soggezione.
< Per cortesia può chiamare questo numero e far sapere che sono arrivato con tre giorni di anticipo. Se possono venirmi a prendere e se hanno già organizzato un hotel per me. Poi, gentilmente, se mi da del materiale illustrativo sulla città, qualche mappa, siti di interesse turistico. Insomma le solite cose > Sorrido e ringrazio in modo fermo ma sbrigativo come se il tutto mi fosse dovuto. Ecco, il mio solito difetto, deformazione professionale la chiamano. Devo smetterla di dare ordini invece di chiedere.
Ha fatto il numero dopo aver preso garbatamente il prestampato con le coordinate di viaggio che avevo messo li davanti. Parla nel suo spagnolo d’Argentina molto musicale.
< La verranno a prendere ma solo tra un paio d’ore > mi dice < e faranno subito una prenotazione per l’hotel. Lei è italiano? > Rispondo mentre mi fa cenno di accomodarmi sulle poltrone a poca distanza dal coffe shop.
L’atrio dell’aeroporto si è svuotato quasi subito, c’è pochissimo movimento. Al banco informazioni non hanno nulla da fare. Questo era l’ultimo volo dall’Europa. Silenzio. Sto leggendo per noia il retro del biglietto aereo.
Qualcuno si siede accanto a me e dice.
< Io faccio una pausa caffè, posso offrirgliene uno? L’attesa per la sua vettura sarà lunga >
Mi giro, gli stessi occhi neri, il sorriso discreto, mi guarda con curiosità. Sono sorpreso. Che gentili qui a B.Aires penso. In Italia nessuno si sognerebbe di offrirti un caffè nell’attesa. Anzi una richiesta di aiuto come la mia e anche fatta in modo piuttosto perentorio avrebbe rotto i coglioni a chiunque di turno.
< Grazie, accetto il caffè >
< Rimanga qui, torno subito > Come se si preoccupasse del mio benessere, della mia persona. Si allontana. Osservo come muove il corpo. Con decisione, passo svelto, sicuro, contrariamente al suo sguardo che sembrava esprimere timidezza in un primo momento. Fa contrasto.
Ritorna dopo un pò con due bicchierotti di caffè dolce. Si siede accanto a me.
Mentre beviamo il caffè mi vien da pensare che questa non è la sala passeggeri di una compagnia aerea, è solo l’atrio. Il caffè non viene offerto qui. Lo ha certamente pagato di tasca sua. Mi sento un po’ in imbarazzo.
La conversazione si protrae sulle solite basi di cortesia comune ma mi viene il sospetto che forse è in attesa di una conversazione meno formale. Cavolo,non è per caso che sta cercando di conoscermi meglio e io non me ne sono accorto subito? No, non può essere. Sono molto gentili qui. Potrebbe essere anche solo cortesia professionale, si, ma non pagano il caffè di tasca loro a chiunque arriva.
Le sue mani sono molto belle. Ho un debole per le mani e dalle stesse capisco molto del carattere di una persona, è sempre stato così fin da quando ho incominciato ad avere coscienza di vita cioè da piccolo, le mani a me parlano. Sono mani alle quali avrei permesso di toccarmi, anzi potrei incrociare subito le mie dita alle sue e stringerle e sentire tutte le sensazioni epidermiche nonché trasmettere e ricevere le sensazioni interiori di entrambi.
Non so se esplorare ulteriormente la possibilità di una conoscenza più personale o continuare sulla base come dire, formale. Guardo la sua figura vicino a me. Corporatura sul tipo normale, nulla di eccessivo o pronunciato, normalità più assoluta, le proporzioni sembrano essere giuste. Io sono un po’ più alto. Questo mi piace perché mi darebbe la possibilità di avvolgere il suo corpo con le mie braccia in atteggiamento protettivo. Vorrei farmi perdonare il fatto di essere stato troppo diretto poco fa, quasi arrogante nel chiedere informazioni. Mi piace donare un abbraccio protettivo e sentirmi in posizione dominante ma con dolcezza. Mi accorgo che vorrei la sua testa appoggiata al mio petto mentre le dita della mia mano destra passano tra i suoi capelli neri e lucidi.
Il mio naso ora percepisce una leggerissimo aroma corporeo , è molto piacevole, nulla delle solite cose che ti stordiscono le narici. È un misto di profumo di pelle pulita; è un aroma forse agrumato, fresco. Siamo nella prima settimana di marzo e in queste latitudini è ancora estate, fuori fa sicuramente caldo e un profumo agrumato sulla pelle è rinfrescante. Avrà si e no venticinque anni, io ne compirò trenta tra un paio di mesi . Che bella combinazione di età sarebbe.
Torno alla realtà da questi pensieri, scosso dalla sua voce che dice:
< Mio padre è un addetto all’ambasciata olandese e viaggia spesso, a volte con tutta la famiglia. Ho la fortuna di poter usufruire di agevolazioni di viaggio anche grazie a questo lavoro con le compagnie aeree. Sto pianificando un viaggio in Olanda a giugno >
Rispondo che anche io mi ritengo fortunato con il mio lavoro che mi da la possibilità di viaggiare. Infatti da B.Aires farò il giro del sud America verso il Pacifico per poi arrivare fino alle coste della California e quindi tornare in Europa.
Guardo i suoi occhi neri, il sorriso discreto. Vedo una nota di malinconia forse di delusione perché io ancora non mi lascio andare. Sta aspettando forse che sia io a condurre il primo approccio? E se poi faccio la figuraccia? Non so che dire, non so che fare. Non è la prima volta che mi sento imbranato. E’ già accaduto altre volte, troppe. In più occasioni non ho avuto il coraggio di prendere l’iniziativa e ho lasciato perdere. Pentendomene più tardi.
Mi piace sentire la sua presenza qui accanto…
Sento un turbinio dentro di me , le parole mi escono dalla bocca senza che io quasi me ne renda conto, oh cazzo, si, glielo sto chiedendo, non è possibile < Io non conosco B.Aires, ti piacerebbe farmela visitare, farmela conoscere? >
Ora il suo sorriso è più accattivante. Mi dice questo come fosse la cosa più ovvia e normale con una semplicità estrema. (non esistevano i cellulari)
Si alza per tornare al lavoro, mi porge la mano, < Piacere, ci scambiamo i nomi, Piacere >
< La tua vettura è arrivata e so in quale hotel ti hanno alloggiato > alza le sopraciglia e mi sorride ammiccando, poi abbassa ancora gli occhi scuri, li rialza e mi dice < a domani >
Solo ora noto che quando sorride si forma una fossetta sulla guancia destra.
La superstrada che porta in città è larga e scorrevole, piante, alberi, verde attorno e là in fondo si staglia lo skyline di palazzi bianchi. Ecco B.Aires.
L’aria è calda e le strade sono piene di gente nel centro città. I bar aperti fino al mattino, chioschi di fiori e giornalai aperti tutta notte. Un popolo di gente che vaga per le strade di notte come fosse pieno giorno. E’ ovvio che essendo appena usciti da una dittatura hanno tutti voglia di vivere. Ti sentivi sicuro per strada data la presenza di polizia ovunque e comunque, quale ricordo della passata dittatura. Per quattro lire ho mangiato un enorme filetto di carne alla brace poco prima delle 23:00 quando i ristoranti iniziano a lavorare. Il fuso orario mi tiene sveglio, ma che mi importa. Posso dormire il mattino successivo. Mi piace l’idea di poter rivedere chi poi mi avrebbe fatto conoscere la città…la mia guida. Mi accorgo che già aspetto con ansia domani.
Sono le 18:00 passate da poco quando mi chiamano dalla hall. Scendo.
I nostri occhi si incrociano, un sorriso…. Siamo un po’ impacciati. Soliti convenevoli.
Mi racconta che hanno avuto un pò di movimento in aeroporto ma già non importa più quello di cui stiamo parlando. Ci guardiamo, ci osserviamo, alla ricerca di dettagli fisici. Ci stiamo esplorando. Il sentore agrumato arriva al mio naso, annuso l’aria attorno. Ecco le mani, quelle che vorrei toccare subito. Osservo la sua gola, vorrei vedere oltre l’apertura a V della maglietta azzurra. Sotto si nota
chiaramente la forma del corpo ben proporzionato. Due rilievi stanno ad indicare che quelli sono i capezzoli. Mi si asciuga la bocca, vorrei deglutire ma la mia bocca è secca.
Mi sento osservato a mia volta. E se non supero l’esame? Ma che sto a pensare. Se è qui è perché c’è l’interesse di esserci. I suoi occhi vedo che passano velocemente quasi in un lampo sulla fibbia della mia cintura e per un decimo di secondo anche più giù sui bottoni nascosti dei miei jeans scoloriti ma ben attillati. Poi sono ancora i nostri occhi ad incontrarsi. E’ uno sguardo quello che ricevo come a chiedere scusa per aver buttato gli occhi la sotto oltre la fibbia della mia cintura.
Siamo ancora in piedi nella hall e noto che il portiere ha visto e capito tutto. I bottoni dei miei jeans si muovono.
Mi dice < E’ ancora presto e abbiamo tempo per fare una passeggiata > rispondo. Poi mi accorgo che forse l’ho detto in modo banale e affrettato. Ci avviamo verso l’ascensore sotto lo sguardo del portiere occhiuto.
L’ascensore si chiude. Siamo solo noi due. Siamo vicinissimi, allungo la mia mano destra e afferro la sua mano sinistra, la stringo, ci guardiamo in silenzio. Seri, senza sorriderci. Sento che anche la sua mano risponde, mi stringe. Respira con il naso, un solo respiro, profondo. Butta la sua testa un po indietro poi avanti sulla mia spalla, sento l’aria calda uscire dalle sue narici alla base del mio collo. Il leggero profumo di pelle agrumata è ovunque.
Non ricordo come siamo arrivati in camera mia. Ora siamo fermi in piedi di fronte. Le braccia stese lungo il corpo. Le sue mani sono nelle mie mani con le dita incrociate; Stringiamo e molliamo la stretta a ripetizione. Ogni nuova stretta è sempre più forte, più sentita come se volesse trasmettere un messaggio, come a voler dire: io sono qui e pure io ci sono. La mia fronte è appoggiata alla sua, il mio naso sul suo. Silenzio totale, solo vibrazioni interiori come scariche elettriche. Lascio andare la destra e la porto alla sua nuca, sento la forma della sua testa sotto i capelli neri, ci gioco, i miei occhi affondano nei suoi, avvicino le mie labbra alle sue. Le appoggio solo leggermente, quasi a sfiorarle. Non dura molto. Le sue cercano le mie che rispondono avidamente. Finalmente il sapore della sua bocca. Mordicchio le sue labbra dolcemente, poi bacio in profondità con decisione. Mi risponde facendo lo stesso. Le nostre lingue si intrecciano.
Sono quasi le 22:00. Siamo ancora stesi a letto abbracciati. < Questo è molto speciale, essere qui con te > mi sussurra. E’ dolce sentire il suo corpo caldo avvinghiato al mio. C’è pace a tranquillità attorno, come fossimo chiusi in un guscio.
I tre giorni sono passati, insieme, bellissimi.
Ho assunto i miei incarichi. Faccio l’ultimo giro prima della partenza. Le autorità sono già scese. I passaporti tutti registrati, li ho già fatti depositare in sicurezza, 931 anime a bordo. Due non sono arrivati, forse ci raggiungeranno più a sud. Esco al ponte 7, guardo oltre, laggiù. Hanno appena ritirato la scaletta in banchina e sento il nostromo confermare dalla radio che il portellone è chiuso e tutto è stato assicurato. Il cielo è nuvoloso oggi, c’è una cappa umida e tra poco farà buio. Il pavimento mi vibra sotto i piedi improvvisamente, eccole le eliche che muovono tonnellate d’acqua. Ci siamo. B.Aires è tutta li davanti a me e incomincia ad allontanarsi lentamente.
< allora ci vediamo ad Amsterdam a giugno-che coincidenza-pure tu sarai nei dintorni-sono felice-ci rivedremo-hai il numero diretto del banco informazioni dell’aeroporto qui a B.Aires-chiamami ti prego-poi ci mettiamo d’accordo per Amsterdam-ci rivediamo là-staremo insieme-sarà bello > mi disse.
B.Aires si allontana sempre di più. Tra poco più di tre mesi potrò baciare ancora quelle labbra. Inizia per me un lungo periodo di spasmodica attesa.
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15 years ago
NikkoRoma,
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L\'odore della donna eccitata
Se per un attimo percepisci la fragranza di una donna eccitata, inevitabilmente ti ecciti. Quell’odore è unico, non assomiglia a nessun altro. E’ forte e speziato ed impregna totalmente. Quando una donna è eccitata persino lo sguardo cambia: diventa fisso, aggressivo e attraversato da lampi di lussuria. E’ l’estate del 2008 e sono a fare la spesa al supermercato. Come al solito è quasi il momento della chiusura serale. Non so’ bene cosa prendere. Vago per gli scaffali poi mi fermo davanti al settore surgelati. Una donna sui 35-40 anni è li’ che osserva dai vetri del freezer, indecisa su cosa prendere. Arrivo vicino a lei, la superoo per andare dall’altra parte. E lo sento! E’ lui. L’odore di una donna eccitata. Lei è tesa, tiene le cosce strette e ogni tanto fa un piccolo movimento e un sospiro. E’ inequivocabile: attraversa uno di quei momenti in cui le mutandine sanno di umido costante. Mi blocco facendo finta di essere interessato ad una zuppa di farro surgelata. Sono ad una ventina di cm da lei. L’odore diventa profumo per me e assume un volume incredibile. Lei improvvisamente si gira e mi dice “è proprio difficile scegliere”. Sento per un attimo anche quell’essenza del sapore forte, quasi dolcemente agliato, che esce dalla sua bocca. Non so perché, forse è per quell’istinto maschile naturale, animale che rispondo di getto “io se potessi prenderei lei”. La guardo quasi meravigliandomi di aver potuto pronunciare quella parole. Lei si gira. Un lieve rossore sul viso. Mi fissa come se stesse combattendo una battaglia dentro e ne aspettasse il risultato. Sospira. Si guarda attorno. E’ ansiosa. Io le tengo sfacciatamente lo sguardo addossoo. Lo sente. Si arrende con ”adesso pero’, subito e in macchina perché è troppo tardi e a casa mi aspettano”. Non riesco piu’ a pensare a nulla. Cosa mai poi ci sarebbe da pensare? Non voglio perdere tempo. Sono le 19.20 usciamo. Incredibilmente usciamo. Lei carica la spesa sulla sua auto, io nella mia. Partiamo. Lei mi viene dietro. Facciamo qualche km e ci fermiamo in un grande parcheggio semivuoto di un’azienda. Lei scende entra nella mia e ripartiamo mentre penso lucidamente a dove, in quale posto isolato, posso andare. Si me ne viene in mente uno. Il suo odore di donna in piena tempesta ormonale riempie la mia auto. Io guido e lei mi sbottona i pantaloni. E’duro. Il mio sesso è durissimo. Lei lo afferra e geme forte. Io guardo la strada. Sono le 19.35, è giorno pieno. Prova a metterselo in bocca ma c’è poco spazio tra il volante ed il sedile. Infine ci riesce. S’incastra. Io guido con una sola marcia, la terza. Ogni tanto il motore va su di giri, specie quando lei affonda affamata e succhia avida così tanto da farmi quasi male. E’ violenta, aggressiva, caotica. Ha voglie da soddisfare. Si alza, le sue labbra sono umide di saliva e anche il mio sesso. Lo stringe ancora più forte quasi volesse staccarmelo. Si alza la gonna e si toccae tra le cosce. Affonda tutto il palmo, lo preme forte sempre piu’ velocemente. Ad occhi chiusi emette costanti mugolìi, come una nenia ripetuta.E’ bellissima questa scena. La mia eccitazione è alle stelle e non mi frega niente che qualche camionista, dall’alto, vede e suona il clacson che sembra. Finalmente prendo la strada di campagna tutta buche. C’è in fondo uno spiazzo ed una vecchia rimessa di fieno. Una strada senza uscite. Se viene qualcuno non sarà possibile fuggire, ma non importa. A questo punto non ho piu’ pensieri razionali. Lei si accarezza i seni, prende con dita i capezzoli, prima uno poi l’altro e se li tira. L’altra mano non molla il mio sesso che sembra esplodere. Parcheggio nel primo posto possibile. Mi giro e la bacio. Quasi svengo dal sapore della sua bocca che mi succhia la lingua e ogni tanto mi morde le labbra con i denti. E’ scatenata, spietata. Vuole sentirsi piena ovunque. Scendiamo mezzi nudi. La spingo sul il cofano della macchina. La giro, le alzo la gonna, scosto solo le mutandine senza togliergliele. E la riempio. Llei grida e spinge verso di me. E’ liquida e aperta come mai ne ho vista una. Mi incita, spinge indietro il culo mentre un fiume di umori lucidi avvolgono il mio sesso. I suoi peli gia’ si attaccano a gruppetti. Ad ogni colpo rimbalzo sui suoi glutei quasi dettasse lui i ritmi. Allungo una mano e le afferro i seni, li tiro, li stringo impazzito. Non posso piu’ ragionare e allora le afferro i capelli, la tiro indietro ma lei resiste. Tiro piu’ forte ma lei resiste arcuando la schiena in modo innaturale e mi incita ancora. Come selvaggi ci muoviamo alla ricerca del piacere. Affondo dentro di lei con violenza, lo tolgo fradicio e lo infilo senza dolcezza nel suo culo invitante. Il suo urlo è immediato, ma non si ritira: anzi spinge ancora di piu’. Due colpi e torno dentro il suo sesso. E cosi’ ancora e ancora, finche lei si irrigidisce. Per un attimo dimentica di respirare e poi urla uno due cinque volte e si accascia distrutta sul cofano che lucido non la trattiene. Scivolando per terra si gira, restando appoggiata alla ruota con la schiena. Ansante, con le braccia abbandonate, il viso in alto, gli occhi chiusi e il respiro che esce con fatica. Prendo in mano il mio sesso e lo tocco. Immediatamente vengo con schizzi che inondano l’auto, la gomma e il suo viso. Lei ad occhi chiusi allunga la lingua e raccoglie quello piu’ vicino e lo beve. Mi tremano le gambe ma non posso cadere per terra. E’ tardi. Cerco un asciugamano che naturalmente non ho. Uso il fazzoletto per pulirle un po’ il viso. Lei non si muove, mi rivesto e rientro in macchina..sono le 20.30. Glielo dico. Lei apre gli occhi preoccupata. Si alza e cerca di rimettersi a posto, prende la sua borsa, usa tutto quello che c’è di utile per sistemarsi. ”Portami alla mia auto dai..che è tardissimo” Per strada non parliamo, la guardo di sfuggita: il suo viso è ancora rosso e anche il suo collo, come succede alle donne dopo aver raggiunto il piacere. Arrivo al parcheggio. Mi saluta con ciao e scompare. Arrivo a casa di corsa..mi getto sotto la doccia e ripenso a quanto è avvenuto...è incredibile...un uomo e una donna sconosciuti che si son trovati ad essere irrazionali nello stesso attimo...qualcosa di raro come una balena bianca. Non so’ neanche il suo nome…non l’avevo mai notata e non l’ho rivista piu’se non per caso…insieme ad un uomo… in posti lontani da quel supermercato. Non è rimasto molto di lei e di come era fatta…ma è rimasto molto di come tutto sia nato. A volte le cose accadono perché ci si trova al momento giusto con le persone giuste…con quali si crea un feeling immediato…che non dipende da parole dette ma dallo scoprire nello stesso momento il proprio desiderio e quello dell’altro…che coincidono. E allora tutto avviene improvvisamente…senza preparazione..senza tattiche o strategie….esplode..selvaggiamente…in mille fuochi colorati…poi senza altro rumore.. tutto torna nel normale…senza lasciare traccia che non sia l’immenso piacere provato… Non so’ voi..ma da quella volta io sto molto piu’ attento ai profumi delle donne che incontro…..ed ho smesso coi surgelati che ..se lasciati in macchina…si sgelano in poco tempo nelle sere d'estate.
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15 years ago
joesoul,
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La mia prima gang bang
Un po per caso... un po per gioco... tanto per voglia...
mi ero lasciata da poco con il mio ragazzo di allora e ne avevo parecchi pronti a rilevare l'incarico... un giorno in piscina ne avevo 4 che mi tacchinavano ed ero molto indecisa perche erano tutti piuttosto carini...
ad un certo punto ho detto che avrei scelto quello che baciava meglio pero per questo dovevamo appartarci... lo spogliattoio era il posto perfetto.
Un bacio tira l'altro e sono sempre piu indecisa... ma sopratutto piu eccitatta...
mi avevano chiesto di fare vedere le mie tette e mentre mi baciavano me le accarezzavano. Io vedevo la forma dei cazzi sempre piu gonfi sotto i costumi e dichiaro che se io avevo fatto vedere le tette loro dovevano farmi vedere il cazzo.
una volta sfoderati... ho semplicemente perso la testa ! ho iniziato subito a succhiare e mi eccittava molto il fatto che si spingevano a vicenda per infilarmelo in bocca... l'eccittazione saliva... e mi ritrovai a pecora sulla panchetta con un cazzo in bocca e uno in fica mentre masturbavo i due altri cazzi... la cosa mi piaceva troppo ! mi sentivo usata e mi venne spontaneo dire "dai ragazzi cosi..... quanto mi sento troia" ! questa mia frase a dato il via a frasi e insulti da parte dei ragazzi che mi facevano sgocciolare di piacere !
si davano il cambio e in questo momento per loro ero soltanto una bocca e una fica ! nello stesso momento 2 di loro vennero , uno in faccia e l'altro sui reni... e cosi piena di buon succo gli altri 2 ragazzi presero subito posto uno in bocca e l'altro invece della fica mi prese il culo ! anche il culo era per me la prima volta (avevo gia provato con il mio ragazzo... ma senza grandi successi !) e dopo l'urlo di dolore (il ragazzo disse subito : "zitta vacca da monta" ) prese un piacere indecente ad essere cosi usata ! dopo poco un'altra sborata in faccia e il ragazzo che mi faceva il culo si tolse e venne anche lui sputtare il suo buon succo in faccia ! Allora imbratata com'ero, davanti a questi ragazzi coi cazzi ancora duri mi lasciai andare... fu un esplosione ! non mi era mai successo di godere in quel modo e con quella intensita !
................. inutile dirvi che nessuno di questi ragazzi fu scelto come "fidanzato" ma da quel giorno che avevo finalmente lasciato libera la troia che era in me... essere al centro dell attenzione in mezzo a piu cazzi e diventato per me il miglior modo di esprimere tutta me stessa ! quindi ancora mille grazie a Marco, Gianluca, Davide e Roberto !
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15 years ago
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Primo incontro
Premessa: questo racconto e' pura fantasia ispirata da contatti avuti su questo sito, buona lettura.
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Avevo scelto cosi, in un afoso giorno di inizio estate, di dare uno scossone alla mia vita.
Era ormai da un po’ di tempo che ero annoiato, e alla ricerca di una parte di me che fino ad ora era sopita dalla frenesia della vita.
E tutto era nato guardando per errore la foto di un magnifico membro maschile in, direi, superba erezione.
Ma si lo sapete…uno di quei siti di esibizioni…..cosi, avevo pensato….”ricevere un pompino e’ fantastico…ma come sara’ farlo?”
E insieme a questa fantasia, ne avevo imbastite di altre molto piu’ profonde….in cui ero alla merce’ di una coppia di sadici padroni.
Decisi quindi di farmi delle foto adeguate allo scopo, e gia’ cominciai a sperimentare il sottile piacere di mettersi in mostra davanti ad un obiettivo…giungendo piu’ di una volta al piacere senza toccarmi…solo per il gusto di farmi vedere.
Una volta in possesso delle foto dicevo, scelsi con cura un sito su cui pubblicarle.
Non fu’ una cosa semplice trovare le persone giuste.
Di continuo arrivavano un fracco di proposte da gay e singoli bisex…ma non era cio’ che cercavo….avevo paura che mi sarei bloccato al primo approccio…..insomma mi piacevano ancora le donne…e anche tanto, ma desideravo almeno per una volta essere una di loro….succhiare un membro maschile…sentire la consistenza in bocca…sentire le contrazioni dell’orgasmo….e sentire il gusto di un uomo…del suo sperma.
Vergine di culetto…..non sentivo la stessa necessita’ di farmi riempire….ma la curiosita’ ahh si..quella c’era.
Ci volle qualche tempo…..ma poi incontrai Sonia e suo marito (Francesco).
Lui master e lei aspirante tale, entrambi bsx, che subito attirarono la mia attenzione.
Sembravano la coppia giusta per me…cosi dopo uno scambio di email e cellulare, fissammo un incontro.
Ci si vide per la prima volta in un tranquillo bar del centro di milano, lei affascinante e maliziosa, mentre lui autoritario ma non ridicolo….ma forse e’ il caso di spiegarmi meglio.
Dicevo che da lui emanava un’aurea di autorita’ senza cadere in quei comportamenti ridicoli che spesso si vedono nei film del genere bsdm.
Due persone carine e simpatiche che mi misero subito a mio agio, dal canto mio dissi che mi mettevo nelle loro mani, ma che per favore non avrebbero dovuto procurami danni o segni permanenti; si a clisteri e alla pulizia in generale, per via dei giochi che avrei subito, ma niente schifezze tipo shit o pissing, foto solo se coperto in volto, niente violenza fine a se stessa, ma piuttosto un sottile gioco psicologico di sottomissione finalizzato a del buon sesso tra amici ed infine…possibilita’ di porre fine al tutto se non di mio gradimento.
Accettarono di buon grado in quanto era nel loro stile proporsi in questo modo…e con allegria ci dirigemmo a casa loro.
Appena entrato in casa pero’ la situazione divenne tesa per l’eccitazione e subito Francesco propose che mi si facesse un bel clistere, cosa a cui acconsentii con felicita’.
Mi spogliai rimanendo nudo come un verme e venni fatto accomodare a pecorina dentro la loro capiente vasca a idromassaggio.
Mentre aspettavo impaziente, Sonia mi diede uno schiaffo sul sedere intimandomi con voce sibilina :”e quando sarai pieno non ti permettere di sporcarmi la vasca senno’ ti faccio andare via col sedere spellato, intesi?” e giu’ un’ altra pacca sul sedere esposto.
Annui con la testa, ma la terza pacca data ancora piu’ forte mi costrinse a parlare :”Si ho capito signora, faro’ il bravo”.
“Bene, mettiamo subito le cose in chiaro, voglio che mi rispondi subito e con deferenza, intesi?” rispose lei, mentre Francesco entrava con la sacca piena di liquido tiepido.
“Ho messo solo dell’acqua con della camomilla” mi disse con noncuranza, ”su allarga le chiappe” concluse prendendo un poco di lubrificante da un tubetto.
Dopo aver cosparso la cannula, a dire il vero di dimensioni ben superiori al normale, la diresse verso il mio buchino indifeso. Appoggio’ senza delicatezza la punta e spinse velocemente, per non lasciarmi il tempo di sottrarmi.
Dopo aver infilato tutta la cannula, la rigiro un pochettino estraendola e con disappunto disse rivolto alla moglie:” mmhh un po’ sporco.....vedremo di insegnare al nostro schiavetto a presentarsi un po’ meglio la prossima volta, eh?”..e sciaff ecco l’ennesimo schiaffone da parte di lei.
Finita questa specie di “ispezione anale” Francesco collego’ la cannula alla sacca mediante un tubo, dotato di rubinetto...e poco dopo arrivo’ la ben nota sensazione liquida che comincio’ a riempirmi le viscere.
“Intanto che il liquido viene giu’, vediamo come se la cava con gli orali” disse Francesco, sempre rivolto alla moglie, un po’ come se non esistessi.
Per prima di spoglio’ Sonia che mise il suo sedere davanti alla mia faccia. Appena accennai a muovermi verso le sue rotondita’ esposte, mi colse un lieve crampo intestinale e allo stesso tempo un’altra sonora sculacciata sulle chiappe.
“Non mi sembra di aver sentito chiedere il permesso, eh Sonia? Cosa e’ questa indisciplina, lo schiavo deve sempre chiedere il permesso prima di mettere le sue luride mani o la sua lurida bocca al servizio dei suoi padroni, vero?” concluse Francesco assestandomi ancora una sberla sul sedere.
La pacca ebbe il doppio effetto si spronarmi e di eccitarmi perche’ smosse la cannula che stava stimolandomi la prostata, cosi in mezzo ad un gemito dissi:” Ahhh, si, posso Padrona?”
SCIAFFF...”posso cosa? Che sei timido?” e giu’ un’altra pacca sul mio sempre piu’ rosso sedere.
“ehm ehm posso leccarle il culo padrona?” dissi sempre piu’ eccitato ed imbarazzato dall’umiliante situazione.
“Si certo caro, ma non ti dimenticare la patatina eh?” rispose strizzandomi l’occhio con una complicita’ molto poco professionalmente per una domina.
La cosa non scappo’ ad un master esperto come Francesco che subito mollo’ una scudisciata alle terga della moglie.
Sonia colpita di sopresa arretro’ un attimo cercando con gli occhi una spiegazione dal marito, che subito la incalzo’:” e da quando in qua’ un dominante concede simili confidenze ad uno schiavo....pagherai con una punizione anche tu la tua inesperienza”
Finito questo intermezzo mi misi coscienziosamente a leccare il saporoso pertugio offertomi dalla padrona.
E mentre lo facevo, il liquido continuava ad entrare in me’, insieme alle scudisciate sapientemente impartite ad entrambi da Francesco.
Quasi verso la fine del clistere Sonia venne sotto i miei colpi di lingua con un lungo verso gutturale.
Unico momento di intimita’, mi fu’ concesso di liberarmi in solitudine, di ripulirmi per bene per essere pronto a soddisfare i bisogni dei miei padroni.
Loro nel frattempo si erano messi per cosi dire in liberta’, Sonia era completamente nuda, a parte un paio di stivali alti, e Francesco aveva indossato solo un paio di boxer di pelle o latex.
Li trovai in questa insolita posizione, Francesco intento a farsi leccare e accarezzare attraverso l’indumento da Sonia messa in posizione tale da ricevere delle staffilate sul sedere esposto. Ecco la famosa punizione per la precedente “caduta di stile”.
Rimasi nascosto per un po’ godendomi le smorfie di Sonia quando il crudele cuoio raggiungeva la sua pelle, ma ad un certo punto dovetti abbandonare la mia posizione d’osservazione, per fare la mia entrata in scena.
“Bene, vedo che gli orali sono passati bene per la parte femminile, adesso tocca a me” esordi tutto contento Francesco.
“Mentre farai il tuo dovere, Sonia avra’ cura del tuo culetto, provando per me questo attrezzo (uno strap-on di modeste dimensioni). Ho pensato che per prendere il mio dovrai allenarti un po’, cosi vedro’ di concedere l’onore di sverginarti alla mia mogliettina”.
Sonia prese il solito lubrificante, si mise lo strap-on, che aveva una parte da inserire nella sua patatina, cosparse l’arnese di gel, e allo stesso modo fece con un ditino nel mio buco fremente.
Senza troppe attese si avvicino’ alle mie terga e mi riempi prontamente con il suo fallo che scivolo’ dentro in un baleno.
Sonia prese ad imporre un movimento di va-e-vieni molto lento e profondo che mi mando’ in estasi.
Sempre la domina mi ricordo dei miei doveri assestandomi un paio di pacche sul sedere, il padrone stava aspettando.
“Posso succhiarle l’uccello, signore?” dissi prontamente, ricordandomi la lezione di prima.
Andra si mosse appena avvicinando la cappella alle mie labbra’ socchiuse e con una spinta mi penetro’.
Gli impugnai l’asta come avevo visto 1000 volte nei film porno, e mentre Sonia si divertiva come una matta nel sentirsi uomo, io apprezzai per la prima volta il sapore forte e deciso di un uomo eccitato.
La pelle vellutata e allo stesso tempo fremente, i continui spasmi di quell’organo erano tutti dovuti a me, e questo mi riempii di orgoglio e voglia di fare.
Cosi applicai tutte le teorie che avevo lungamente sognato nelle mie fantasie, tirando fuori un pompino da favola.
In meno di 10 minuti raggiungemmo l’orgasmo tutti e tre. Sonia fu’ la prima, lo capii dalla violenza degli affondi, che provocavano lo sfregamento dell’altrezzo conficcato anche dentro di lei.
Venne innondandomi la schiena di scudisciate, cosi come si fa’ con un cavallo recalcitrante.
Poi fu’ la volta del mio padrone che venne prima dentro la mia bocca e poi per sfregio mi bagno’ tutta la faccia con i suoi potenti schizzi.
Appena poco dopo venni anche io, il mio primo orgasmo anale, non pensavo sarebbe stato cosi piacevole, non mi ero nemmeno sfiorato il membro duro come una roccia, ed eccolo li’ anche lui a manifestare il suo e mio piacere!!
Francesco che si era ripreso subito, mi mise un collare al collo, e a 4 zampe mi invito’ a fare il giro della casa.
Voleva bere qualcosa e lo chiese alla moglie che subito spari’ ritornando con due birre.
Per me mi prese una scodella da latte e versandomi un po’ della sua birra disse:”su’ da bravo bevi che te lo sei meritato, per essere la prima volta devo dire che sei portato, diventerai davvero un bravo schiavo passivo”.
Mi prostrai automaticamente per bere come un cane, e la cosa fu’ molto apprezzata dal padrone, che vedendomi cosi mi accarezzo da dietro, lodando il mio sedere e il mio buchino stretto.
“Bravo bravo, guarda come impara presto il nostro schiavetto” disse ancora palpandomi senza vergogna e facendomi dono di un primo abbozzo di sega.
Mi fece alzare, dando uno strattone al collare, e sempre usandolo mi riporto in sala, dove attendeva Sonia, che nel frattempo si teneva in allenamento la topina.
In breve mi disse di leccargliela mentre Francesco si dava da fare con il mio sempre piu’ fremente didietro.
Ad un certo punto ci fu’ una cosa che fece rizzare sull’attenti il mio arnese.
Il mio padrone mi stava leccando il buchino....che sensazioni fantastiche....si vede che era un ottimo “lecchino”.....faceva delle piccola puntate dentro..per poi leccare in maniera circolare tutta la parte, leggermente arrossata dalle attenzioni della mia padrona.
E intanto il muscolo si rilassava, slargandosi per ulteriori penetrazioni. Sonia godeva sotto i miei incitanti colpi di lingua, mentre mi aiutavo con le dita nei suoi pertugi, per non lasciare nulla al caso.
Ad un certo punto Sonia si giro’ e si mise a pecorina davanti a me chiendendo il permesso ad Francesco per farsi fare il “lato B”....cosi mi misi di nuovo al lavoro di lingua....restituendo con passione le abili leccate del mio padrone.
Dopo pochissimo Sonia comincio’ ad implorare di riempirla senza pieta’, e la cosa infastidii un pochino Francesco, che le ricordo’ che un vero master non perde mai la testa, ma ormai la lussuria si era impadronita di tutti e tre e non c’erano piu’ ruoli.
Con frenesia appuntai il glande al buchino offerto e in un sol colpo la infilai, conscio del fatto che al contrario di me, Sonia non era sicuramente vergine.
Francesco aspetto’ che mi fossi ben impiantato dentro al mogliettina, e quando la vide smaniare sotto i miei colpi....mi fece segno di abbassarmi su di lei...in modo da potermi “infilare” a sua volta.
Sulle prime, istintivamente mi irrigidi’, ma una dose del solito jel fresco mi tranquilizzo’, non sarebbe stato un assalto all’arma bianca...ma una piacevolissima iniziazione.
Il suo membro mi sfioro’ il perineo...e poi senza darmi il tempo di pensare all’eccitazione del momento, comincio’ ad entrare, centimetro dopo centimetro, riempiendomi in maniera assoluta ed autoritaria.
Fu’ a quel punto che Sonia, trafitta da me e idealmente anche da Francesco, comincio’ a godere urlando a pieni polmoni la sua gioia.
Le contrazioni involontarie mi portarono quasi al punto del non ritorno, ma io volevo aspettare e godermi fino in fondo il membro che mi stava sconquassando le viscere e con esse, la mia vita precedente.
Cosi tenni duro.
Continuammo a pompare entrambi per almeno 10 minuti.
Solo quando sentii’ il bastone di Francesco farsi ancora piu’ duro, avvertii le prime contrazioni del suo imminente orgasmo, e decisi a quel punto di lasciarmi andare, mollando fendenti e ricevendone di altrettanti nel mio ormai capace perturgio.
Come prima volta fu’ davvero fantastica....di fatto venimmo tutti e’ tre insieme...uniti in un solo corpo, solo guidati dalla nostra foga di godere e far godere.
Per non farci del male a vicenda, dopo che l’onda dell’orgasmo si fu’ placata aspettammo un certo tempo prima di tornare ad essere tre essere viventi distinti.
Ma la cosa che piu’ ci spingeva a non disunirci era la consapevolezza di aver partecipato a qualcosa di eccezionale.
Sonia ci ripuli’ coscienziosamente, eliminando dai nostri membri tutte le tracce del piacere e beandosi di vedere di nuovo ergersi davanti a lei due magnifici bastoni di carne pulsante.
Fu’ cosi che per l’ultma scena Sonia volle farsi scopare alla pecorina da Francesco...e io mi misi sotto in uno stupendo 69.
Potei cosi godere dei favori “orali” della mia padrona che si rivelo’ una professionista del settore.
Potevo al contempo godere della vista del poderoso arnese di Francesco che andava e veniva dalla caverna infuocata di Sonia.
Piu’ di una volta Francesco estrasse il membro lucido di umori e lo porse alla mia bocca che non gli rifiuto’ un supplemento di bocchino, in cui potei apprezzare il sapore mischiato degli umori di femmina e di maschio da monta.
Quando Sonia venne scossa per il suo ennesimo orgasmo, venni anche io innondandole la gola col mio piacere.
Francesco fu’ l’ultimo a godere, estrasse l’uccello dalla tana e ci spruzzo entrambi col suo seme caldo e profumato.
Dire che eravamo distrutti era dire poco, avevamo letteralmente perso il conto del tempo, e mentre ci avvinghiavamo l’un con l’altro si era fatto tardissimo.
“Allora, che ne dici Alberto, ti e’ piaciuta la tua “prima volta” con noi?” mi chiese con fare ormai amichevole Francesco.
“Si molto e spero che non sia l’ultima” fu’ la mia risposta laconica, mentre Francesco mi consegnava una chiavetta USB con le foto delle nostre performance.
“Tienile come ricordo, in attesa della prossima volta” disse con un sorrisetto malizioso.
Che dire..una serata favolosa!!
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15 years ago
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Un\'esperienza indimenticabile
Solito a navigare nel web in cerca di incontri piccanti ho conosciuto una coppia di fidanzati; dopo un paio di mail di presentazione con allegate alcune foto abbiamo deciso di vederci. Ci siamo dati appuntamento in un baretto del centro, ero molto emozionato!! l'agitazione cominciava a salire quando dalla porta entra Lei una ragazza acqua e sapone, dolce e per certi versi affascinante, dietro il suo ragazzo, un giovane carino e ben curato. Ci sediamo ad un tavolo e ordiniamo un caffè, dopo un po' di diffidenza iniziale scambiamo due chiacchiere di convenienza, un po' di sguardi, due risate e poi visto la voglia di tutti e tre di provare nuove esperienze, ci siamo trasferiti nel loro appartamento. Durante il tragitto penso e ripenso alle sensazioni provate dentro al bar, alla prima impressione, le prime percezioni di "di pelle", capisco che c'è attrazione reciproca, sia con Lei che con Lui e gia intravedo chi dei due è quello che un po' guida e gestisce il tutto; è Lei!! e penso benissimo!! non chiedevo di meglio!!!
Arriviamo in bellissimo quartiere residenziale era appena passata l'ora di cena, entriamo il soggiorno è arredato in stile moderno, minimal, ma molto accogliente, colori caldi e fantasie anni 70, luci soffuse, un divano e cuscini ovunque. passiamo in cucina per un bicchiere di vino, Lei mi prende le mani, le osserva, le tocca, cerca di stabilire un primo contatto fisico, mi sorride e mi lancia uno sguardo molto eloquente; riesco a rilassarmi un po', mi sento a mio agio e prendo un po' più di confidenza; Lei si alza e lascia la stanza, io parlo con il suo ragazzo della situazione e delle sensazioni che stiamo provando in quel momento; ad un certo punto Lei ritorna, rimango stupefatto! è bellissima, sensuale, fantastica, carica di facino e trasgressione!! indossa un paio di calze autoreggenti nere, delle scarpe argentate con tacchi a spillo, un corpetto nero e una mini gonnellina scozzese; è veramente molto sexy!!
L'atmosfera si riscalda subito!! Lei ci gira intorno con fare sinuoso, provocatorio ci prende per mano e ci invita a prendere posto sul divano. Vuole un po' di musica di sottofondo e così accende lo stereo, abbozza uno spogliarello, facendo intravedere le proprie forme, muove il bacino e alza la gonnellina... è senza mutandine intravedo qualcosa è completamente depilata, la osservo e l'eccitazione comincia a crescere, ho voglia di toccarmi!! ad un tratto giro lo sguardo verso il fidanzato, lui allunga una mano, mi sbottona i pantaloni, e inizia a masturbarmi io li sbottono a Lui e faccio lo stesso, mentre Lei comincia a toccarsi davanti a noi. Io guardo Lei che molto dolcemente si infila due dita, le muove su e giù cominciando ad ansimare lievemente, poi le porta alla bocca e le lecca come per assaporare quel caldo umore che comincia ad inumidirla, ad un tratto si avvicina, inizia a toccarci entrambi; piano piano sale apre le gambe e comincia a strusciarsi tra tra le ginocchia del fidanzato, lui la bacia e la tocca delicatamente, io osservo la scena e continuo a masturbarmi. Ad un tratto lei allunga una mano inizia a toccarmelo ad accarezzarmelo con dolcezza e naturalità, poi si abbassa, lo prende con tutte e due le mani facendolo scivolare tra le dita inizia a leccarmelo a prenderlo in bocca, la guardo ha la bocca spalancata, la lingua fuori parte da sopra e giu fino in gola!, uhm..... un brivido di piacere!!! Lei continua e io la osservo noto che le piace veramente, mentre lo fa mi massaggia anche sotto mi stimola l'ano sembra rapita da un piacere viscerale, carnale.
A quel punto il fidanzato con lei a cavalcioni sulle ginocchia, freme dalla voglia, Lei lo percepisce così scende dalle ginocchia e lo invita a condividere l'eccitazione di succhiare un bel cazzo in erezione. Lo prende con la mano e lo mette in bocca al fidanzato, che un po' titubante comincia a succhiarmelo; Assieme mi leccano e assieme reciprocamente si toccano, Lei è bagnatissima e incoraggia il fidanzato a spingere le dita dentro di Lei con sempre più forza; L'eccitazione cresce sempre di più!! i gemiti aumentano d'intensità e tutti e tre ci sentiamo liberi di assaporare il piacere più intimo della carne.
Lei che evidenzia spiccate doti di leader non resiste più, e in preda a fremiti di piacere supplica il fidanzato di penetrarla con ardore e veemenza; ok! ci spostiamo... Lui si distende sotto e Lei sopra di schiena cominciano a scopare, sempre più forte, io osservo per alcuni secondi e non vi dico l'eccitazione!! vedo Lei che è in estasi si tocca continuamente si succhia le dita e supplica il fidanzato di sbatterla più forte, di farle sentire quel grosso cazzo dentro di Lei fino in fondo fino al piacere più profondo. Ad un certo punto, mi prende la mano e comincia a succhiarmi le dita, a quel punto mi alzo in piedi davanti a lei, che ormai in balia di un intenso piacere me lo prende in bocca e comincia a spompinarmi seguendo dolcemente il movimento del fidanzato che nel frattempo continua a scoparla, chiedendogli se le piace, quanto le piace e quanto sta godendo ad essere sbattuta in quel modo, Lei risponde di si e dice che sta godendo come non mai e che non vuole smettere. Io mi abbasso e comincio a leccarle e stimolarle il clitoride, mentre il fidanzato continua a scoparla senza fermarsi, il movimento si interrompe e capisco, è il mio momento!!, prendo in mano quel grosso e caldo cazzo lo sfilo e lo metto tutto in bocca! spompinandolo e leccandolo a più riprese bellissimooooo!!.
Continuamo così per una decina di minuti forse di più, Lei è uno spasmo continuo credo che venga più e più volte in un crescendo di gemiti urla e suppliche di non fermarci, di continuare!! sempre più forte!! di farla godere come nessuno ha mai fatto prima!!!. Arrivati all'apice del piacere il fidanzato comincia a rallentare e si ferma per non venire credo, anch'io ho bisogno di una pausa, Lei vorrebbe continuare ma la cosa si spegne. Ok!!
Alcuni minuti, cambiamo posizione e ricreiamo l'atmosfera, Lei mi chiede se voglio essere penetrato, io le dico si mi piacerebbe!! Allora Lei si distende sopra di me nel senso inverso come se volesse fare un 69, comincia a leccarmi ovunque, mi prepara!! me lo prende in bocca e nello stesso tempo mi penetra con due dita, con decisione e forza io non oppongo resistenza e mi lascio andare senza timori. In un attimo riprendo l'erezione e dopo pochi minuti, vedo il fidanzato vestire il preservativo e cominciare ha scoparmi, me lo avvicina, spinge un po' Lei lo accompagna e senza problemi entra. Lei me lo tiene in bocca, senza usare le mani e senza andare su e giu, lo tiene tutto in bocca accompagnando i movimenti del fidanzato. Ad un certo punto si ferma e Lei ansiosa di quel cazzo intriso di umori comincia a succhiarglielo, ma non le va molto, il preservativo la disturba!! allora lo rimette dentro e così lui mi penetra in un crescendo di gemiti e affanni!! momenti indimenticabili, travolgenti. Mi chiedono se tutto va bene e io quasi in uno stato catartico di profondo piacere annuisco e chiedo di continuare senza fermarsi.
Lei mi propone di essere preso da dietro; in un attimo si dirige in un'altra stanza e ritorna indossando uno strap-on. Lo fa succhiare un po' al fidanzato e poi lo spalma con un po' di gel ad acqua. Completamente incredulo e sbalordito!! mi rimetto in posizione e Lei ritmicamente e dolcemente comincia a penetrarmi, io faccio un cenno al fidanzato che desideroso di togliersi il preservativo e di farselo leccare si pone davanti a me! comincio a prendere in bocca quel grosso cazzo e a succhiarlo delicatamente facendomelo scivolare tra le labbra, aumentando di tanto in tanto il ritmo e continuando a chidere a Lei di non fermarsi. Che bello!! ero, eccitatissimo, stavo godendo come non mai, completamente in balia di un piacere liberatorio appagante travolgente. Lei mentre mi penetra mi accarezza e mi masturba chiedendomi di resistere di non venire, ma il piacere aumenta sempre di più e anche il fidanzato ha voglia di scoppiare e rimpire la mia bocca. Resistiamo ancora un po "dai continua, continua non fermarti" sbisbiglio a lei, Lei mi risponde mi chiede se mi piace, se sto godendo io rispondo di si con un filo di voce le dico che è fantastica, ancora pochi minuti...il piacere è quasi all'apice, il fidanzato non resiste più e annuncia che sta per venire io aumento il ritmo e dopo pochi secondi sento il suo enorme cazzo esplodere in una sborrata liberatoria..... bellissimo!!! era la prima volta che qualcuno mi veniva in bocca, a quel punto Lei si ferma, mi prega di tenere tutto quello sperma in bocca senza ingoiarlo, si avvicina e mi supplica di baciarLa; ha bocca spalancata la lingua fuori mi chiede di farLe scendere tutto quel nettare caldo e sensuale in bocca, anche Lei vuole avere la sua ricompensa. Non ancora appagata comincia a leccare il fidanzato in faccia a baciarlo sputandogli in bocca un po' di quello sperma caldo. Io guardo la scena e mi masturbo il cazzo mi scoppia, sto per venire non ce la faccio più......, Lei mi vede e mi chiede di venirle in faccia, il fidanzato si avvicina e tutti e due stanno li a bocca aperta in attesa del mio seme. Mi masturbo più forte, lei mi incoraggia, mi dice dai! fammi sentire il tuo sperma in faccia!! da per tutto!! riempimi dai..... finchè giunto al limite, scoppio in una sborrata copiosa e abbondante in faccia ai due innamorati in un urlo liberatorio e appagante. I due continuano a baciarsi e mi invitano a condividere con loro quel piacere caldo, io acconsento e tutti e tre passiamo i cinque minuti più tardi a baciarci e leccarci come se nulla ci importasse o ci fregasse di un minimo.
E' stata un'esperienza che ricorderò per tutta la vita!!
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15 years ago
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Sesso al tempo dell\'amore
E’ una sera qualunque di pioggia e di freddo ed io sto correndo sull’autostrada verso un odore di donna impegnata a far uscire lui dalla sua casa (cosa mai dirà? Che ha mal di testa..che è stanca e deve dormire? ) . La percezione del suo quell’odore m’appiccica l’ansia al respiro mentre sulla corsia di sorpasso corro contro la mia impossibilità di resistere a richiami di pelle a parole suadenti e colanti usate al telefono. Corro a graffiare il corpo di una donna che mi vuole part-time, che mi chiama come uomo da orgasmo sicuro e che poi se ne asciuga da sola. E’ lei che mi strega in questa notte di nuvole e pioggia a dirotto. M’ha indotto alla voglia fin dalle prime ore dell’alba, quando la luce brillante scontornava il profilo immaginato dei suoi seni già protesi, mentre lei al telefono chiedeva “a che ora stasera?” Ed eccomi qui che infilo l’uscita di questa città. Trieste adagiata su colli che si apre al mare. L’SMS è categorico ”aspetta..c’è ancora lui”. Mi fermo. C’è un bar. Non ho voglia di nulla ma mi costringo ad ordinare un decaffeinato. Il barista mi guarda e sorride ed io mi sorprendo a pensare che lui sappia perché sono li’. Impossibile è vero, ma l’ansia di amante esplode ad ogni piccolo rumore. Mi siedo e sfoglio un giornale attento solo al rumore della suoneria del mio cellulare. Entra una donna sulla 50ina, con il viso rosso di freddo. Ordina un amaro e si siede poco piu’ in la’. E’ triste ed ha gli occhi lucidi. Evito di incrociarne lo sguardo: riconosco quel tipo di donna, se solo ci scambi una frase qualunque ti scarica addosso per ore tutta la sua vita triste e disordinata fatta di bevute e di amori ormai persi. Entra un ragazzo ed subito esce di corsa: niente sigarette in quel bar. Improvvisamente entra LUI e nello stesso momento suona il cellulare. Non posso rispondere non me la sento. Mi alzo. La suoneria è in “ascendente” e tutti mi guardano. Fo’ finta di leggere il nome di chi mi chiama, lancio un ufff infastidito e rispondo con “ti chiamo io sono occupato adesso”. E riattacco. Mi avvicino nervoso alla cassa e mentre sto’ pagando arriva una nuova chiamata. Alzo gli occhi al cielo aspettando il resto e forte chiedo al barista “il confine è lontano da qui?” Lui mi guarda pensoso e comincia con un “dopo il primo semaforo giri a destra………” e continua imperterrito. Io annuisco con gli occhi fissi sui suoi e la mente in subbuglio. La suoneria resta in silenzio per un attimo e poi ricomincia. LUI si avvicina a pagare e mi guarda divertito. Esco. Il freddo mi precipita addosso e rispondo alla chiamata sotto la pioggia e il vento. Lei è arrabbiatissima. Io cerco di spiegare, ma le mie parole sopra le sue non si capiscono. Urlo “stai zitta”. Il silenzio cade. Le spiego i fatti con calma, lei risponde remissiva e quasi eccitata. Quell’urlo l’ha devastata come uno schiaffo che riempie di umori. LUI esce ed io mi metto a parlare come se lei fosse all’altro capo del mondo e non a 300 mt.. LUI parte. Arriva al semaforo. Svolta. Scompare. Per calmarmi ho bisogno di qualcosa di forte. Rientro al bar e il barista mi guarda e mi chiede se forse non avevo capito la strada da seguire. Gli rispondo che tutto è saltato e che devo tornare indietro ma prima vorrei un cognac. Forte e caldo. Il liquore scende piano e bollente. Tutto ritorna nell’ovvio. La tempesta finisce. Il respiro si calma. Pago ed esco ancora una volta. Parcheggio la macchina nel solito posto, al buio, nascosta tra due siepi, in mezzo a coppi rotti e barattoli vuoti. Guardo il cancello semiaperto che mi aspetta. Senza esitare lo varco e lo richiudo. La porta di casa si arrende al mio tocco. Dentro è buio. Solo una luce fievole giu’ in fondo. Non chiamo, non dico nulla e in silenzio percorro il corridoio per entrare nel suo salotto. E’ profumato e rischiarato da molte candele poste ovunque. Lei non c’è. Mi tolgo la sciarpa ed il giubbotto di pelle e li lancio sopra una sedia. Guardo attorno. La chiamo piano e la porta del bagno si apre. Lei esce di corsa e mi travolge. Perdo l’equilibrio e cado sul divano che scricchiola incazzato. Senza parlare ci riempiamo la bocca di morsi, respiri e saliva. Mi sbrana e mi sveste tutto nello stesso momento e quando vola la mia camicia a piccoli scacchi vedo un rosso fugace, una striscia che pare uno strappo. Le blocco le mani, ma non posso fermare il suo viso che impazza contro il mio. Allora le afferro i capelli e con decisione la tiro lontana da me. Resto di sasso: la sua bocca sembra piena di sangue e il suo viso solcato da ferite. Sono lì cogli occhi sbarrati. Lei ride forte. Eccitata: Si libera e si alza. Allarga le gambe e si mette le mani sui fianchi. Ci arrivo: è rossetto! Labbra riempite di rossetto hanno fatto scempio di me, di lei e della mia camicia. Vedo i suoi occhi truccati pesanti sotto le ciglia allungate e tirate all’insù. Mi eccito! Non qualcosa di visto finora, non quel brivido intenso ma lungo, non come sempre mi capita, ma un’esplosione immediata e quasi dolorosa. Mi alzo. L’afferro e la lecco sul viso. La bacio. La ingoio, bevo la sua saliva, la mordo. Lei mugola e risponde colpo su colpo mentre le sue unghie rosso fuoco mi graffiano ovunque. "Fottimi" mi urla. Non mi piace la parola in sè, ma mi piace in questo momento. Non l'avrei mai detta, avrei cercato un sinonimo o un sostantivo, un altro verbo magari ma "fottimi" decisamente rende meglio l'idea di questa donna che stasera vuol fare la puttana. Ma poi è lei che si muove davvero. Sale e poi ridiscende senza darmi pace col suo ginocchio fra le mie cosce. Senza darmi il tempo di capire, senza darmi il tempo di reagire, senza nemmeno lasciarmi pensare se sbatterla li’ in piedi o gettarla sul marmo per terra. Ma il divano è dietro di me. Mi getto all’indietro e lei sopra di me mi si incolla con ancora quel sapore di rossetto che lascia la sete in gola e voglia di farle male. Mi piace. Lei scivola piano mi azzanna i capezzoli e il dolore che mi colpisce aumenta la voglia di lei. Una voglia bestiale, primitiva, di donna da usare come oggetto di piacere assoluto. Lei scivola ancora su di me, i suoi seni mi schiacciano il sesso, che risponde pulsando. Scende con la bocca lasciando tracce di rosso ovunque, come colpi di coltello sulla carne. Si ferma. Lo prende. Lo osserva. Lo lecca e lo bacia. Lo ingoia e mi guarda. La guardo, poi getto indietro la testa per godermi quell’attimo in cui una donna non appartiene a me ma al mio sesso. Sento anche i suoi denti ogni tanto. Piacevole variante. O dolore. Lo sento il suo morso che sembra staccarmi brandelli di sesso. La spingo indietro e mi inarco. Porto le mani a controllare i danni. Nessuno, solo il dolore di un respiro. La guardo con odio, ma lei allarga le cosce, si porta un po’ avanti e si immola sul mio sesso lentamente. Quando giunge in fondo mi stringe dentro facendomi conoscere ogni muscolo che mi masturba dentro di lei. La sua bocca aspira aria dalla mia e mi dà il senso che è lei che mi sta fottendo. Cavalca sicura tenendo le mani sulle mie spalle. Artigliano. Graffiano anche loro. Cavalca sempre piu’veloce vomitando parole che sanno di sesso. La afferro pe ri fianchi e la fermo appena un istante. Sento che non resisterei un secondo di più. Sto per impazzire. Sta salendo il piacere per poi lasciarsi spargere ovunque. Lei comprende e si toglie, si abbassa e mi morde forte. Stavolta il dolore è prepotente ed un mio schiaffo la colpisce diretta e la fa vacillare. Controllo. Nessun danno apparente, ma il dolore persite. Mi calmo. Mi pento ”scusa” sussurro. Il mio sesso è ormai in riposo assoluto quasi testimone critico di quanto ho appena fatto. ”Scusa”ripeto. Ma lei ride forte e mi assale piu’ selvaggia di prima. Mi morde le labbra, mi si struscia addosso come un serpente, mi respira sugli occhi mentre ripete “fottimi..sbattimi” E mi eccito ancora, mi alzo e la giro. Le sue mani sul bracciolo del divano e i suoi capelli nel mio pugno che tira con violenza. La infilo da dietro ed il profumo di sesso si sparge ovunque mentre la cavalco forte guardando la sua schiena incurvata e i suoi glutei su cui rimbalzo ad ogni colpo. Come un’onda che torna indietro dopo avere impregnato la spiaggia. Ogni colpo piu’ veloce dell’altro. Ma ogni colpo è chiamato e voluto ancora piu’ forte. Ancora piu’ dentro. La sento improvvisamente afflosciarsi gridando. Cosi’ di colpo, senza che ne abbia avuto sentore. Lei distesa ansante sul divano ed io li’ in piedi con la voglia di cadere per terra. Sudato e distrutto. La lascio lì, col suo profumo di donna sbattuta e vado in cucina. Apro una bottiglia di acqua e mi attacco al suo collo bevendo e affogando, mentre un rivolo gelato mi scende addosso. Torno in salotto e lei è ancora li’, tratteggiata di rosso e bagnata di orgasmo. Mi avvicino e mi siedo vicino a lei. Le accarezzo la fronte con un dito, che poi passa sul naso (bello non l’avevo mai notato cosi’ bello)e si ferma sulle sue labbra. Lei apre la bocca e me lo morde piano. Sorride e mi abbraccia. Mi bacia dolcemente. Mi sussurra parole dolcissime e mi tocca piano: il mio sesso, come se stesse aspettando dolcezze, esplode ricoprendoci entrambi. Esauriti di forze e di sospiri. Dopo un’ora mi son risvegliato. Lei dorme. La prendo in braccio e l’adagio sul letto. Mi faccio la doccia e mi vesto. Prima di andarmene mi chino su di lei e la sfioro con un bacio alle labbra. ”Ciao amore” mi sussurra. Esco e torno a casa. Lungo la fredda e piovosa autostrada tra uno starnuto e l’altro per via dei capelli ancora bagnati mi chiedo se quell’ “amore” era per me o forse nel sonno mi ha scambiato per lui. Di certo non saro’ io a chiederglielo!
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15 years ago
admin, 75
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Il momento
A volte ti imprigionavo nella mia mente. No, le parole proprio non le trovavo. Era la semplice creazione di un “avatar” non appena ti vedevo attraversare la piccola piazza per sparire dentro la porta del tuo ufficio. E di tuo marito. Era una visione accecante di frammenti che accendevano la mia voglia. Quante volte sognai di affrontare il tuo seno e di riempirmi del tuo profumo!! Fredda e altera, dicevano i miei amici. Religiosa e fedele, sottolineavano. Forse fu proprio per questa irreale impossibilità che accendeva in me il desiderio di averti. O forse perché eri bella. Elegante. Con due occhi scuri che sfidavano chiunque li incrociasse. E come spesso accade, la differenza la fece un “momento”. Al supermercato. Quando apparisti nel mio stesso corridoio con indosso una tuta da ginnastica che ti faceva brutta e goffa. E forse fu proprio il fatto che quel giorno non eri elegante e sicura di te, che colsi al volo una possibilità. Forse l’unica. Quando nel prendere una scatola di biscotti facesti cadere quelle vicine. Ero vicino e mi chinai per raccoglierle. Insieme a te. E nel rialzarci il mio braccio toccò leggermente il tuo seno. Arrossisti. Eri a disagio. Non ti sentivi al sicuro dietro ad un look professionale. Scambiammo parole di circostanza in merito ai biscotti e al modo di impilarle sugli scaffali. Ma quando stavi per andartene sfruttai il “momento”. Da sfacciato. Ti chiesi il numero di cellulare, dicendoti che ogni mattina io la riempivo di un “avatar” che ti somigliava e che attraversava una piccola piazza per andare al lavoro. Per un attimo, quando ti guardasti in giro arrossendo ancora di più, pensai che eri sul punto di fuggire. Ma poi vidi e sentìi scandire il numero dalle tue labbra. Presi il mio cellulare e, mentre lo memorizzavo, tu sparisti. Elena. Sapevo il tuo nome. Furono giorni di sms e di qualche rara breve telefonata. Poi una sera inoltrata di luglio finalmente riuscìi a farti entrare nel mio ufficio. Io e te. Soli. E ti vidi finalmente di carne, di brividi e poesia, di labbra timide dal sapore forte. Del tutto spoglia di ruoli e convenzioni. Della stessa bellezza, da vicino imperfetta, che rese perfetti i nostri attimi intensi. Mi persi nel tuo sguardo velato di desiderio e mi innamorai delle tue dita che afferrano i contorni del tavolo per mitigare il piacere. Ti accolsi sopra di me mentre inarcavi la schiena per sentirmi ancora più dentro. Ti morsi piano le spalle nude mentre i nostri bacini si rincorrevano. Ti aprìi le mie labbra ogni volta che precipitavi verso di me a baciarmi con passione per distrarre il mio perdermi tra i tuoi seni che danzavano un ritmo caldo, dolce e costante. E ti sostenni quando, bollente, mi cadesti addosso durante l’orgasmo che esplodeva tra le tue cosce, ma anche nella tua mente, nel tuo respiro. E fui lì a riceverti mentre con la lingua ti leccavo ogni piccola goccia di sudore che ti imperlava il viso luminoso di piacere appena provato. E fu così per tutta l’estate. Ci isolavamo dal mondo ogni volta che avevi del tempo per venire da me. Milioni di parole sussurrai ai tuoi occhi chiusi ed al delizioso sorriso che mi regalavi mentre riposavi sulla mia spalla. Parole mai dette prima perché appena nate da quella prepotente voglia di te che gli amici ancora descrivono “fredda e altera, religiosa e fedele”. L’autunno arrivò e, come le foglie, cadde anche la nostra storia. Ma resto sempre dell’idea che nulla può fare la logica contro il “momento” e un'opportunità da cogliere.
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15 years ago
admin, 75
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Al negozio di scarpe.....
....la Signora ha un paio di piedini niente male, ed io che ho una grande passione per i piedi, starei ore ed ore a calzarle e sfilarle scarpe, magari passando pian piano da elegantissimi stivali a sandali di tutte le forge che possano risaltare l´eleganza di uno smalto disegnato da Leonardo su delle dita scolpite da Donatello.
"Queste le stanno proprio bene, ma dovrebbe provarle senza calze, per mettere in risalto la perfezione del suo piede, l´eleganza delle sue forme, la classe dei suoi colori" esclamo io in modo molto professionale.
"Va bene me le dia che le vado a provare nel camerino" mi rispose la Signora
"Eccole un 38, dovrebbero andare bene se ha qualche problema mi chiami che le vengo in aiuto"
Passarono alcuni minuti ma la Signora era ancora chiusa in camerino, mi avvicinai alla porta ed esclamai "Signora posso aiutarla?"
"Le scarpe sono perfette, il numero dovrebbe essere quello giusto ma non riesco a calzarle, se non e´un problema mi dia una mano".
Ed io che non desideravo di ascoltare altro, entrai nel camerino, del resto nel negozio eravamo rimasti solo io e lei, e l´orario di chiusura stava per avvicinarsi.
Le presi il piede, passandolo sotto il palmo della mia mano, provai la stessa Emozione che un gallerista potrebbe provare toccando un quadro di un grande pittore, il piede era freddo le mie mani bollenti, e da questo shock termico, parti´un brivido che mi percorse tutta la schiena fino ad arrivarmi al cervello.
Guardando il suo volto rialzandomi per chiederle come le stessero, capii´che lo stesso brivido aveva percorso anche la sua schiena, si leggeva negli occhi che le mie mani sui suoi piedi non l´avevano lasciata indifferente.
"Mi stanno bene, forse leggermente strette sul collo del piede" mi rispose, ed io cominciai a massaggiarlo il collo del piede, per riuscire a capire se fosse il numero giusto, ma soprattutto per riuscire a capire se fosse il "momento" giusto.
Tra un massaggio e l´altro e tra un "Va meglio?" e l´altro, alzavo gli occhi per incrociare il suo sguardo, in un´occasione l´avevo scorta con gli occhi chiusi, gli occhi di chi sta per abbandonarsi a se stessa.
Lei pero´ebbe la forza di dirmi iniziando a chiamarmi confidenzialmente col mio nome di battesimo "Gianni proviamo un numero piu´grande, perche´voglio comprarli, mi piacciono molto e poi quest´acquisto me lo ricordero´per il resto della mia vita" "almeno spero" aggiunse con un sorriso malizioso.
Andai di la in magazzino e ritornai con il numero piu´grande, non feci in tempo ad aprire la porta che subito notai che Manu, questo era il suo nome si era messa in liberta´lasciando a coprire lo splendido corpo il solo abbigliamento intimo, di un´eleganza sopraffina, come il tanga intravisto in precedenza e lo charme con cui era entrata nel negozio lasciavano presagire.
"Signora, mi dia il piede che gliela calzo io" esclamai e lei mi rispose "Gianni, chiamami Manu, perche´fino a 5 minuti fa ero una cliente come un´altra, ma ora, dopo il massaggio al piede, voglio essere di piu´molto di piu´".
In preda ad un turbinio di Emozioni, con la sola fortuna di essere molto calmo e quindi padrone della situazione, non osai ribattere null´altro che un "Grazie Manu", presi il piede, iniziai a massaggiarle il collo, scendendo questa volta piu´giu´verso le dita con le quali inizia a fare conoscenza.
Sentivo Manu vibrare, ad ogni massaggio un sussulto, e cosi´presi l´audacia di sdraiarmi ai suoi piedi e di sostituire le mani con la lingua, iniziai a leccarle le dita, con dolcezza, lentamente, salendo dalle dita al collo e viceversa, dopo alcuni minuti mi inginocchiai per salire con la mia lingua sempre piu´su.
Le gambe erano uno spettacolo, un´autostrada del piacere, dove ad ogni casello corrispondeva un pedaggio gratificante, le nostri menti ormai erano un tutt´uno, casellante ed autista allo stesso momento in un continuo scambio di ruoli.
Ero quasi arrivato alla fine dell´autostrada, quando sentii aprire la porta, strano di solito a quell´ora non arrivava mai nessuno, ed allora mi "parcheggio" alla prima area di sosta, spengo il "motore" che per la verita´era diventato di fuoco, e vado verso l´entrata, arrivo alla cassa e c´era un signore sulla cinquantina, "Come posso aiutarla?" esclamai, e lui "Manu e´qui?" bhe non ci misi poi molto a capire che era il marito "E dissi si e´di la in camerino che sta provando un paio di scarpe, ora gliela chiamo" e andai verso il camerino.
Lei nel frattempo invece di raffreddare il "motore" lo aveva riscaldato ancora di piu´infatti la trovai schiena verso la porta, a masturbarsi con un dito infilato nella fighetta ormai bagnata come la Costiera Amalfitana in un giorno di burrasca.
"Signora c´e´suo marito di la" le dissi per non fare insospettire lui, e lei "Gianni ti ho detto che devi chiamarmi Manu, fallo aspettare noi dobbiamo finire di provare le "scarpe"", senza perdermi dánimo ritornai di la e dissi "Se puo´aspettare 5 minuti finiamo di provare le scarpe e torniamo da lei", "Si va bene" disse lui.
Tornai in camerino e trovai Manu sempre piu´scatenata, ormai non poteva stare piu´da sola, ed infatti appena entrai, mi afferro´la patta dei pantaloni, e con stile, dolcezza ma anche avidita´lo tiro´fuori…….
continua.....
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15 years ago
ItalianGentleman71,
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Sei già tra noi
Ti abbiamo già disegnato nella mente. Non troviamo le parole del tutto. Abbiamo solo la visione accecante dei tuoi frammenti che accendono la nostra voglia di affrontare i tuoi occhi e di riempirci del tuo profumo. Sconosciuti ancora.
E ti vediamo di carne, di brividi e poesia, di idea e di forte sapore. Spoglia di ruoli e convenzioni. Della stessa bellezza imperfetta che renderà perfetti i nostri attimi intensi. Lo vediamo il tuo sguardo velato di desiderio e le tue dita che afferrano i lembi delle lenzuola per mitigare il piacere. Ti vediamo tra noi mentre inarchi la schiena per accoglierci . Ti vediamo, ogni volta che precipiti in cerca di baci di passione per distrarci dal nostro perderci tra i tuoi seni che danzano un ritmo dolce e costante. E sei lì, che ti arrendi alla nostre bocche che devastano le tue labbra già gonfie dei tuoi respiri violenti. Ed è lì la tua pelle che già sa di noi e che percorriamo con le carezze delle nostre dita avide. Che poi diventano presa quando ci accorgiamo che il tuo darti e sottrarti, il tuo perderti e ritrovarti sta percorrendo il sentiero della chiusura perfetta del cerchio. E ti osserviamo, ti sentiamo, bollente che ci cadi addosso durante l’orgasmo che esplode in te. In noi. E saremo lì a riceverti, con i seni di lei che accarezzano i tuoi, con la mia bocca e la mia lingua che lecca ogni gemito che attraversa le tue labbra e ogni piccola goccia di sudore che ti imperla il viso luminoso di piacere provato. E lo sentiamo l’abbraccio con il quale ti isoliamo dal mondo per sussurrare parole ai tuoi occhi chiusi ed al delizioso sorriso che ci regali mentre riposi tra noi. Parole mai dette prima perché appena nate da questa prepotente voglia di te che ancora non hai un volto ed un profumo di pelle.
E’ un’attesa la nostra. Languida cresce sconfiggendo il valore del tempo. Tu esisti. Ma ancora non sappiamo chi sei!
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 14 hours ago -
Ho fatto il tassista...raccontato da lei...
Ci sono incontri nella vita ne che lasciano il segno....Marco per noi è stato uno di quelli:piacevole, simpatico, ottimo amante e degno compagno di giochi.....
Lui e mio marito si intendevano perfettamente, complici e complementari nelle situazioni erotiche che mi vedevano indiscussa protagonista:tanta dedizione meritava certamente un premio...
La serata non era particolarmente programmata, solo un passaggio in zona e la proposta di una pizza in compagnia:l'iniziativa passava a me...Ho scelto con cura l'abbigliamento:gonna nera , stretta, allacciata davanti ,maglietta aderente ,corta, autoreggenti, tacchi alti,impermeabile...niente biancheria intima....
la serata è trascorsa velocemente tra Marco che cercava di controllare l'assenza di biancheria, mio marito che sorrideva complice, il cameriere che non avendo ben chiara la situazione, continuava a girarci intorno.
Al momento di uscire, passo per il bagno:tolgo la gonna, la infilo in borsa e controllo velocemente che l'impermeabile non riveli le mie condizioni.Loro mi aspettano seduti in auto, Marco dietro:apro lo sportello posteriore e mi mostro ai loro occhi con l'impermeabile completamente aperto....Devo sinceramente ammettere che la loro espressione tra lo stupito e l'eccitato valeva più di mille complimenti...
Non ricordo molto del tragitto: le mani di Marco tra le mie gambe, il suo cazzo duro, l'espressione incredula di un automobilista affiancato al semaforo...sinceramente i pescatori mi sono sfuggiti...
Avevo su di me 4 mani, due bocche, due lingue calde, due cazzi duri....da leccare, accarezzare e prendere.....uno in bocca e uno in figa......due uomini da soddisfare e da cui..farmi soddisfare...a cui togliere il fiato..le forze...da cui farmi prendere e riempire di schizzi caldi...Ad un certo punto Marco mi ha stesa sul cofano dell'auto..allargato le gambe..bloccato le braccia...mi ha aperta e mi ha preso...di colpo....Ho gridato inarcandomi verso il suo cazzo, guardando mio marito che si eccitava nuovamente...sciogliendomi su quell'asta pulsante che entrava e usciva con dolce violenza...
mi divaricavo e inarcavo per riceverlo meglio, bagnata, ansimante....sudata e senza fiato.....mi sono aperta ...di più...con le mani.....ed è arrivato il fiotto caldo dell'orgasmo di Marco....sul culo...sulla schiena.....intenso....atteso..gradito.....e il bacio di mio marito....altrettanto intenso..atteso...gradito....
Uno dei miei ricordi...più intensi....
bacio
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15 years ago
monaco191126, 58/58
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A casa di max
L'appuntamento era a casa di Max, in un paese di collina piuttosto fuori mano.Mara si era preparata con cura: calze a rete autoreggenti, perizoma e reggiseno neri, tailleur con gonna aderente.Si frequentavano in chat da un bel pò e ora su pressante invito di Max si apprestavano a trascorrere qualche ora insieme.Furono accolti in una casetta che se pure senza pretese era ben arredata e accogliente.max aveva preparato una cena a lume di candela allietata da ottima musica.Consumarono la cena inaffiata da ottimo vino per i maschi e da birra per mara, tra una chiacchiera e un'altra.Max non mancava di fare apprezzamenti sulla belleza e sensualità di Mara che naturalmente apprezzava i complimenti dell'uomo.l'atmosfera si andava riscaldando e una volta finita la cena Antonio prese Mara tra le braccia e iniziò a ballare stringendola forte tra le braccia.Le mani non tardarono a scendere sui fianchi e dietro le chiappe sode e pronunciate.Max, senza fiatare, si accomodò sulla poltrona per godersi lo spettacolo e ammirando il corpo della donna che si lasciava trasportaare dalla musica cominciò a toccarsi la patta.Mara si stringeva al suo compagno e ne sentiva l'eccitazione che premeva tra le sue gambe.Max si sentiva fremere mentre ammirava da vicino la donna tante volte desiderata in foto e in cam.le mani di Antonio facevano risalire lentamente la gonna della donna e davanti allo sguardo di Max si materializzarono le cosce piene di Mara inguainate in fantastiche calze a rete.Max estrasse il cazzo già gonfio di desiderio e gli diede sollievo accarezzandolo con maestria mentre Antonio continuava a far salire la gonna di Mara rivelandone le chiappe sontuose, completamente nude ed esposte tranne il filo del perizoma che copriva il solco delle natiche.Antonio la brancicava tutta e lei si strofinava come una gatta in calore per avvertire meglio tra le cosce la potenza e la consistenza della sua erezione.Max non resistette più quando Antonio fege piegare Mara sullo schienale dela poltrona ponendo in primo piano il suo culo prodigioso: si avvicinò e fece scorrere le mani su quel globo di carne per cui tante volte si era freneticamente masturbato.Quelle carni avevano una consistenza e un turgore che non si aspettava e che lo mandarono in deliquio: spostà il filo del perizoma e da vicino annusè il profumo della femmina .Anche Antonio era passato all'azione e liberato il suo arnese lo lasciava andare su e giù sulle natiche della donna.Dopo un pò, aiutata dalle mani dei due maschi,mara fece cadere ai suoi piedi la gonna e la giacca del tailleur, seguiti subito dal perizome e dal reggiseno:restò solo con le calze a farsi ammirare dai due maschi che non tardarono a farsi impadronire del suo corpo.Lei stretta a sandwich dai due uomini mugola e gemeva in impaziente attesa che dessero inizio alle danze.Fu Max che sedendo sulla poltrona attirò di spalle su di sè la donna infilandole il cazzo nella fica abbondantemente lubrificata: la donna gemeva ad ogni colpo e Antonio le riempì la bocca con il suo cazzo smanioso: presa tra due fuochi, mara si lasciava andare al godimento più pieno ogni volta che le spinte di max la facevano andare sul cazzo di Antonio.Max afferrava i fianchi carnosi della donna e la tirava sul suo cazzo gonfio in un saliscendi cje lo lasciava senza fiato per la lubricità della situazione con quelle chiappe così oscenamente aperte davanti ai suoi ochhi:il marito era estasiato e vibilmente eccitato a vedere la sua donna salire e scendere su quel cazzo nodoso che entava e usciva nella fica grondante.mara, ora fuori di sè,era solo protesa ad avvertire le più profonde sensazioni che stava vivendo in un crescendo di lussuria,piacere, torbida voluttà.Ad un tratto Max la condusse per mano nella stanza adiacente e la fece sdraiare sul letto:Antonio restò ad ammirare la donna di spalle che ancheggiando voluttuosamente si lasciava accompagnare nell'altra stanza e si distendeva a cosce aperte sul letto in chiara posizione di invito:Antonio si precipitò sul letto e affondò il suo viso su quella fica ora rosso fuoco e la leccava ora lentamente ora freneticamente mentre con la coda dell'occhio spiava max che si masturbava in piedi accanto al letto fin quando si piegò a far assaggiare il suo bastone alla bocca fremente della donna.Lo succhiò con voracità e ormai gli orgasmi della donna arrivavano a ripetizione con la fica che si contaeva autonomamente in attesa di ricevere di nuovo un cazzo duro che la scuotesse.max,approfittando del fatto che Antonio si concedeva un attimo di pausa,le fu sopra e le spalancò le gambe immergendo con forza il suo bastone in quella fica anelante.Mara si lasciò andare ad urla e gemiti che segnarano il diapason del suo godimento e che scatenarono di conserva anche quello dei due maschi
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15 years ago
admin, 75
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Nadine et silvien
Nadine et Silvien
E’ pomeriggio tardi, quando arrivo in Hotel di fronte alla Gare Guillemans di Liegi.
Parcheggio l’Auto, prendo i bagagli e vado alla Reception.
Noto due Belle Ragazze vicino all’ascensore.
Bon jour Monsieur, j'ai une chambre réservée. Mon nom est……
Oui Monsieur, Vous êtes italien ? Oui monsieur.
A quel punto, una delle due ragazze, (Silvien), dice….
Oh Monsieur, J'aime bien les italien.. (Mi piacciono gli italiani)
Moi Oussì les Belges, rispondo. (E a me piacciono le Belghe)
Mercì mais, nous ne sommes pas Belges. Nous sommes Français.
(Ma noi non siamo Belghe. Siamo Francesi).
OK! Je vous aime co-même. (Mi piacete lo stesso).
Esplicate le formalità, mi dirigo verso l’ascensore e quindi verso di loro.
Entriamo in ascensore e (Silvien) mi chiede ancora….a quel ètage? ( A che Piano?)
Deuxième ètage, mercì. (2° piano Grazie).
Mi porge la mano e mi dice…..
Je m’appelle Silvien, et elle, est Nadine. ( Il mio nome è Silvien, e lei, è Nadine).
Tony…Charmé de votre connaissance. ( Tony. Piacere di fare la vostra conoscenza).
Siamo al piano, le nostre stanze sono attigue e prima di salutarci, le invito a prendere un aperitivo. Cosa che accettano volentieri dandoci appuntamento alle ore 20 circa al Bar.
Entro in camera, sono eccitato, due splendide ragazze. Avranno circa 35 anni.
Silvien è bionda con fisico sensuale, Nadine non da meno, ha i capelli corti di colore castano scuro e, entrambe con occhi azzurri.
Faccio un’accurata Toilette, guardo l’ora, le 19,40. Mi vesto Casual e scendo.
Arrivano puntuali. Minigonna, e magliette attillate che fanno risaltare le loro forme.
Un profumo accattivante che mi inebria.
Loro ordinano uno spumante alla frutta e io, un analcolico.
Iniziano subito a parlare delle Bellezze dell’Italia e del Fascino degli italiani.
Chiedo dove vivono in Francia. Chinì, una piccola cittadina, non lontano da Parigi.
Osservo prima l’una poi l’altra cercando di capire con chi delle due, sarebbe stato il caso di osare, oppure, passare semplicemente un’oretta in compagnia.
Nadine, è molto dolce quando parla, ed è proprio lei a proporre di cenare insieme.
Con molto piacere dico io, e se per voi va bene conosco un ottimo Ristorante a pochi passi da qui, dove si possono mangiare i Frutti di Mare, anche crudi.
I francesi vanno matti per Les Fruit de Mer crus.
Nel breve tragitto, le prendo sottobraccio e noto un certo gradimento da entrambe.
Arriva il cameriere e ordiniamo un Grand plat de mer che, è una torre a 3 livelli con diversi frutti di mare cotti e crudi. “Champagne francese per l’occasione”.
Durante la cena, scopro che sono oggetto di interesse per entrambe.
La cosa mi eccita, ma non riesco ad immaginare come.
A volte incrocio lo sguardo di Silvien e a volte quello di Nadine.
Sono entrambe delle bellissime Femmine.
Nadine, mi dice che ho delle belle mani.
Poi, mi prende la mano destra con le sue per stringerla e carezzarla.
Il calore di quelle mani arriva al mio Fido.
Silvien che non vuole essere da meno, fa altrettanto con la mia mano sinistra.
Ora, sono più che eccitato… Sono alle stelle!
Dai loro atteggiamenti, mi accorgo che anche loro lo sono.
E non solo dagli atteggiamenti.
Dalla maglietta aderente, si notano chiaramente i capezzoli dritti di Nadine.
Silvien è un po’ rossa in viso.
Arriva il cameriere (Peccato) per chiederci se vogliamo altro.
Siamo ormai alla fine della cena, decidiamo di completare con una grappa come digestivo, ma, il cameriere ci dice che ha solo “eau-de-vie de poire” (Grappa di Pera).
In quel momento, mi ricordo di avere una bottiglia di Grappa Mionetto Riserva (doveva essere un regalo per un mio cliente), e propongo di tornare in Hotel per assaporarla.
Tutti d’accordo, il conto, e poi in Hotel.
Arrivati in camera. Prendo dalla valigia la bottiglia, la stappo, ne faccio apprezzare il profumo e la verso nei bicchieri.
Dopo il cin cin di rito, ci sediamo sul letto.
Nadine alla mia destra e Silvien a sinistra.
Dopo avere gustato anche il sapore e incassato i meritati apprezzamenti per la bontà, posiamo i bicchieri sul comodino…….
Le guardo eccitato squadrando ogni cm del loro corpo.
Passo le mie braccia sulle loro spalle, e attirandole a me esclamo…
Mò scoccia che Gnocche che siete!!!!!!
Certo! Non hanno compreso quello che ho detto. Ma……
Si avvicinano a me spostandosi leggermente in avanti, si aprono le nostre bocche…
E… parte un focoso e intenso bacio a tre lingue.
E’ stupendo. Non avevo mai provato una simile sensazione.
Mai un simile piacere. Indescrivibile!!!
Ci alziamo e continuando a baciarci. Le nostre mani sono impegnate a liberarci dei vestiti.
Completamente nudi, continuando il nostro gioco di lingue, ci lasciamo cadere sul letto.
Mi dedico alle tette di Nadine, non sono grandi, ma ha due capezzoli dritti e turgidi.
Li lecco e li succhio con molta avidità
Alzo lo sguardo e…. Uno spettacolo ancora più eccitante, si presenta ai miei occhi.
Silvien e Nadine si stanno baciando. Le loro lingue s’intrecciano.
Lascio i capezzoli di Nadine e mi dedico alla sua Figona dal pelo nero.
Sono immerso nella Figa di Nadine e…. sobbalzo con tutto il corpo, quando mi sento avvolgere il Cazzo dalla Bocca di Silvien. E’ stupendo!!
Oui…….Ancoooor….Sospira Nadine che nel frattempo si gode la mia lingua.
Poi si gira in modo che anche lei possa dedicarsi al mio Cazzo e…….
Due bocche che si dedicano a Lui.
Nadine che lo lecca tutto fino ai…e poi giù fino al….
Nello stesso tempo, viene avvolto dalla bocca di Slvien.
Le attiro a me e le faccio distendere sul letto a sponda.
Mi posiziono in ginocchio di fronte a loro ……
Affondo la bocca sulla Fighetta di Silvien, e con due dita penetro Nadine.
Loro…Si baciano con passione.
Silvien, distesa a cosce aperte, mi tira su, e prendendo il cazzo con la mano, se lo dirige nella Figa dicendomi…….. Oui….don Moi to Bit....Ouiiiii…. ( Shììì. Dammi il tuo Cazzo).
Con un colpo deciso, affondo il mio cazzo nella sua grondande figa.
Intanto Nadine, si posiziona a figa aperta sulla faccia di Silvien che inizia a leccarla.
Che Piacereeee! Sto scopando Silvien, mentre Nadine mi bacia in modo vivace.
Mi rendo conto che sono lo strumento del loro piacere.
Ma, mi rendo anche conto che, non avrei mai, pensato di provare una simile emozione. Nadine emette gemiti di piacere provocati dalla lingua di Silvien, ma nello stesso tempo, reclama la sua parte di cazzo.
Mi sposta di lato, si posiziona sopra di me, afferra a sua volta il mio cazzo, se lo posiziona dell’ingresso della sua figa e scende di peso in un sol colpo.
Nadine, continua il suo sali e scendi sul mio cazzo muovendosi come un’odalisca.
Sento il mio cazzo pulsare ad ogni colpo.
Con gli occhi chiusi, mi sto godendo l’indescrivibile piacere.
Silvien, sempre più ingorda nel prodursi piacere, si siede sulla mia faccia ordinandomi di leccargliela. Cosa che faccio volentieri.
La lingua si muove in quella gustosa Fighetta con lo stesso ritmo con cui Nadine scende sul mio cazzo. I loro gemiti si fondono con mie ruggiti di piacere.
Sono ormai incapace di controllare il godurioso piacere che mi stanno donando.
Sento gli spermatozoi che cominciano a farsi strada.
Vorrei continuare a gustarmi questo indescrivibile piacere all’infinito.
Ma non resisto più e devo informarle del mio stato.
Riesco appena a dire……
“Arrêtez vous s'il vous plait”. (Fermatevi per favore).
Je suis en train de jouir. (Sto per godere).
Si spostano repentine e si inginocchiano tra le mie cosce.
Il mio cazzo, è di nuovo lo scettro del loro piacere.
Le loro bocche si alternano su di lui e le loro mani perlustrano esperte le mie palle.
Un sospiro, accompagnato da un mio… “Mon Dieu” Nadine…. Silvien….
Il mio cazzo, inizia ad eruttare, una copiosa quantità di Sperma nelle loro bocche.
Sperma che loro, da Buone Sorelle, prosciugano fino all’ultima goccia.
Stremati dal piacere, ci lasciamo cadere supini sul letto.
Prendo le loro mani, le stringo e con un filo di voce dico…
Vous êtes vraiment du des femelles formidables !! ( Siete veramente due formidabili Femmine).
Toi, des six formidables mâles!! (Tu, sei un formidabile maschio). Mi rispondono contemporaneamente. Si girano verso di me e ci cingiamo in un caldo abbraccio.
Ci diamo il bacio della Buona Notte e così abbracciati ci addormentiamo.
Mi sveglio all’alba in mezzo a loro. Le contemplo ammirando e rimirando la loro bellezza.
No!!!!! Non è stato un Sogno. Loro sono qui, in carne ed ossa. Sono Vere…..
Il loro profumo di Donna, mi porta a sfiorare delicatamente il loro corpo.
Piano piano… non vorrei svegliarle.
Il mio cazzo è di nuovo in tiro ed è a contatto con la coscia di Silvien che è adagiata su di me, proprio all’altezza del mio inguine.
Emette un piacevole e dolce mmmmhhhhhh.
Sposta la coscia, si gira verso di me e mi delizia di un suo bacio a fior di labbra.
Con la mano, cinge delicatamente il mio cazzo muovendola su e giù.
Le nostre bocche si aprono ad un nuovo gioco di lingue.
Si posiziona sopra di me tenendo stretto il mio cazzo con la mano e se lo fa scivolare lentamente nella figa.
Nadine, che fino a quel momento sembrava che dormisse, sgrana gli occhi e dice….
Egoïstes. Qu'est-ce que étées en faisant sans de moi ?
(Egoisti. Cosa state facendo senza di me?).
Senza nessuna remora, si unisce a noi e…………
Ho dovuto rimandare gli appuntamenti di lavoro di un giorno.
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15 years ago
complicita360,
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Finalmente due insieme.
dopo aver provato diverse situazioni erotiche, coppie, trans, singoli, volevo riuscire a relizzare un'altra esperienza, io con due maschi, sembrava facile ma non ero mai riuscito a realizzarla, un giorno però all'improvviso si è realizzata. mi telfona il lui di una coppia che tempo prima avevo incontrato mi chiede se mi andava un incontro ma non con la sua compagna ma doveva partecipare un suo amico, accetto molto volentieri, quella sera non avevamo una location dove poterci divertire decidiamo di fare tutto all'aperto, mi va benissimo ho avuto altre esperienze quindi non mi creo il problema, ci vediamo verso le 21,00 , decidiamo di spostarci verso il mare, poco frequentato in questo periodo, affianchiamo le auto in modo da creare un po di privacy, dopo i vari saluti due chiacchiere di cortesia mi vado a cambiare indosso un paio di autoreggenti un perizoma e un vestitino made in china ma molto sexy, diamo il via alle danze, gianni il lui di coppia comincia ad accarezzarmi il culo l'amico , franco, mi mette subito la mano sul cazzo e comincia a maneggiarlo, avevo gianni alle mie spalle che strusciava sul culo e franco che cominciò a farmi una pompa, poi li ho fatti inginocchiare tutti e due e hanno cominciato pomparmi insieme , bellissimo avevo il cazzo che era diventato di pietra mi succhiavano e mi palpeggiavano palle culo gianni cominciò con il dito a entrare dentro di me, molto eccitante.
era arrivato il mio turno di cominciare a fare la zoccola, cominciai a prenderlo in bocca a tutti e due fino in fondo mi piace sentirlo fino giù in gola, franco apre lo sportello posteriore della macchina e mi fa mettere a pecora comincia a bagnarmi il buco si infila il preservativo e pian pianino è dentro comincia a stantuffarmi è sempre bello prenderlo, una sensazione indescrivibile quel brivido sulla schiena, essere posseduto sentire le palle che sbattono sul culetto, stare fermo con il culo a loro disposizione, cominciarono a darsi il cambio, e comicio gianni a scoparmi il suo cazzo non era la prima volta che mi faceva visita, ma io volevo provare a prenderlo sia in bocca che da dietro, esco dalla macchina e mi appoggio al cofano con franco seduto sempre sul cofano e gianni da dietro che mi scopava ed io pompavo franco, bellissimo, ormai ero completamente aperto e sentivo un piacere enorme ogni volta che l'uccello di gianni entrava, poi mi mettono sdraiato sul cofano della macchina e cominciano di nuovo a sbattermi a turno, bella la sensazione quando si mettevano da dietro alzavano il vestito, mi allargavano le gambe e via tutto dentro talmente bello che stavo per raggiungere l'orgasmo, eravamo arrivati al momento finale, mi inginocchio me li metto tutti e due di fronte e comincio di nuovo con la bocca il primo a schizzare e franco, aaa quel piacere di ricevere il liquido caldo in faccia, in bocca, bellissimo subito dopo gianni, conoscevo i suoi gusti quindi me lo infilai in bocca e lo feci venire dentro, tutto aspettai fino all'ultima goccia e poi gli diedi un ultima lucidata con la lingua, è stato il ringraziamento per aver organizzato quella bellissima serata.
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3
15 years ago
admin, 75
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Il sogno si avvera (parte 3)-una nuova vita
Il sogno si avvera - parte 3 –
Una nuova vita
Dopo quanto successo era ormai inutile nascondersi dietro il proprio privato, diventò quasi spontaneo condividerci tutto, a cominciare dal letto, divenuto unico nel quale tutti e quattro facevamo tutto e di più. Ciò che mi sorprese, fu la fermezza e la padronanza che Silvana mostrò nel condurre da gran maestra quanto successo, infatti divenne la nostra ispiratrice per tutte le altre cose che facemmo. Era di una perversione diabolica, anche se non sadica, quando stava zitta, sicuramente stava pensando a qualche cosa che aveva a che fare con il sesso e noi naturalmente. Nei giorni che seguirono, pensarono bene di prendersi qualche giorno di vacanza dal lavoro, per meglio dedicarsi a noi(loro compresi).
Sembravamo un’unica coppia tanto era l’affiatamento e passavamo naturalmente dallo scopare o fare qualsiasi cosa scambiandoci i partner, come fare altrettanto e di più tutti insieme. Un giorno, mentre facevamo colazione, dopo aver passato quasi tutta la notte a fare a letto le cose più impensabili, inventandoci le posizioni più strane e bizzarre, con quel suo fare malizioso e incuriosante disse che per la serata avremmo dato ai nostri uomini uno spettacolo veramente unico! Rimasi perplessa e pensierosa, ma cosa si sarà inventata ancora quella diavolessa che non abbiamo ancora fatto, rimasi silenziosa ma cercavo inutilmente di focalizzare cosa avesse pensato Silvana. Lei mi guardava con quel sorrisetto malizioso intuendo il mio stato d’animo, poi disse con fare misterioso che non mi sarei dovuta preoccupare, avrebbe fatto tutto lei e sarebbe stata una sorpresa per tutti. Era una giornata assolata e veramente calda, decidemmo di rimanere in cortile a prendere il sole, nudi chiara- mente. Dopo un po’ che ci crogiolavamo come lucertole, sonnecchiando quasi completamente assorta nei mille pensieri che mi affollavano la mente, improvvisamente sentii delle lievi e delicate carezze, sobbalzai dolcemente, ma rimasi ad occhi chiusi considerato il piacere che ne traevo. Non era possibile, non potevamo rimanere tutti e quattro completamente nudi senza che succedesse niente! Erano loro che di soppiatto avevano iniziato a solleticarmi delicatamente con la lingua, haaa… che lavoro di fino, mi abbandonai aprendo oscenamente le gambe per permettere una migliore e profonda esplorazione, godetti da matti di quelle loro stuzzicanti lingue. Non ci fu posto che non esplorarono con quelle curiose minuscole spade, dopo un po’ sopravvenne un orgasmo così intenso che avrei voluto non finisse mai. Basta così apostrofò imperiosamente Silvana, conserviamo la nostra brama di sesso per stasera, ora pensiamo ad altro; cosa che fu veramente difficile da praticare, ma comunque, con l’aiuto di una bella doccia fredda contenemmo la situazione. Dopo un pranzetto passato in allegria parlando del più e del meno decidemmo di andare tutti a riposare, per la serata dovevamo essere tutti in buona forma. Nel tardo pomeriggio Silvana mi svegliò, si sarebbe assentata per andare a fare un importante servizio io mi sarei dovuta nel frattempo preparare. Ero agitata, tutto quel mistero mi aveva messo una strana voglia, dovevo fare qualcosa per calmarmi, e sapevo già cosa! Mentre gli uomini continuavano a dormire, mi alzai di soppiatto e mi diressi direttamente verso la stalla,alla mia vista Jack iniziò a nitrire contento di vedermi, iniziava ad affezionarsi a me, lo accarezzai affettuosamente sul muso e sul dorso, ma lui abbasso la testa per annusarmi la fica nuda attraverso la lunga maglietta che mi copriva. Iniziò subito ad eccitarsi, ed io naturalmente dovetti aiutarlo. Presi l’asta con una mano e con l’altra gli massaggiavo le palle, mi abbassai ed iniziai a succhiargli la cappella lambendola a tratti con la lingua, poi cominciai ad inghiottire quanto più cazzo potevo, dopo un po’ Jack iniziava ad innervosirsi tanto dovetti smettere per accarezzarlo e calmarlo ma io sapevo che voleva! Presi la vaselina (sempre a portata di mano ) mi lubrificai per bene, poi mi chinai sotto la sua pancia mantenendomi alle sue caviglie in men che non si dica iniziai a sentire la cappella del cazzone di Jack che strusciava sul culo, allargai le gambe e puntai con la mano la cappella sulla fica, subito lo stallone con un colpo mi penetrò di buona misura, dopo qualche colpo per adattarmi iniziai a muovermi anch’io assecondando i colpi di Jack. A tratti il cazzo entrava così in profondità da sentire il contatto con le palle che ballavano sotto la pancia e talvolta mi sentivo sollevare letteralmente da terra quando lo stallone, con il cazzo profondamente piantato nella mia fica, si muoveva.
Ero letteralmente in estasi, a volte con il cazzo tutto infilato nella pancia spingevo ancora con il culo all’indietro per sentire la parte terminale della proboscide, la più grossa dilatarmi a dismisura la fregna incalorita. Gli orgasmi si succedevano repentinamente, non si contavano più, erano di una tale intensità che facevo fatica a mantenermi sulle gambe e talvolta quel grosso piolo che mi trapanava mi serviva anche da sostegno. Dopo qualche colpo ancora, Jack venne iniziando a riempirmi la pancia di sborra calda e vischiosa come una crema, quando assestava i colpi, la sborra non riuscendo a contenerla dentro spruzzava fuori a pressione, mi sfilai quel grosso idrante e prendendolo in mano mi innaffiai letteralmente facendomi una doccia di quella speciale crema idratante. Mi piaceva tenere addosso quella tale quantità di sborra, mi sentivo veramente appagata,poi velocemen-te entrai nella doccia (quella vera stavolta ), rimasi un po’ sotto lo scrosciò tiepido dell’acqua per ritemprarmi e infilatomi nel culo il tubo della doccia feci un profondo clistere per pulirmi e svuotarmi per bene, mi asciugai e tornai in casa per svegliare gli uomini che continuavano a dormire beatamente, e lo feci nel modo che meglio mi piaceva: succhiandogli gli uccelli! Dopo un po’ ricevetti una chiamata da Silvana che mi diede gli ultimi dettagli su come e cosa fare e a che ora sarebbe arrivata. Ci siamo è tutto pronto, siamo nel salotto come istruzione e tutto è stato preparato a puntino. Per l’occasione mi sono tirata veramente da sballo: un grazioso abitino cortissimo ed aderente rosso, ampia scollatura che a malapena copriva i capezzoli ma che calandoti lasciava fuori tutte le tette, calze autoreggenti bianche che non riuscivano a coprire tutta gamba a causa del vestitino troppo corto, un delizioso perizoma rosso che non copriva la folta peluria nera che fuoriusciva dappertutto e le tonde ed abbronzate natiche che ogni tanto facevano capolino dal bordo del vestitino,scarpe con alti tacchi a spillo, insomma un vero schianto. Gli uomini parlottano fra loro pregustando lo spettacolino che a breve inizierà, non sanno di che si tratta ma sono sicuri che Silvana li sbalordirà, spesso lanciano chiare ed esplicite occhiate a tanta grazia ammiccando maliziosi sorrisini. Sono ansiosa ma anche eccitatissima, anche se non riesco proprio ad immaginare casa avrà escogitato quel diavolo di donna! Finalmente arriva, entra in casa portando una grossa e pesante cassa, l’appoggia sul tavolo e si gira verso di noi, anche lei e messa veramente sexy, vestita quasi come me, solamente di colore nero, poi ci invita tutti per un brindisi d’inizio. Abbassa un poco le luci e mette una musichino che e tutto un programma, invita gli uomini a sedersi sul divano e prendendomi per mano mi invita ad emulare ciò che faceva. Iniziò ad accennare sensuali passi di ballo ma subito fece capire dove voleva andare a parare: voleva “giocare” con me e continuare poi con uno strip-tease
da sballo. Era veramente brava ed il tutto si svolgeva non solo fra
piacere e godimento degli uomini, ma anche nostro, a Silvana piaceva da matti giocare anche con le donne, ed anche a me sinceramente le sue attenzioni non mi dispiacevano affatto. Dopo un po’, eravamo nude
in autoreggenti e tutti arrapati da matti. Bene e ora di iniziare lo spettacolino, annunciò Silvana richiamando l’attenzione di tutti. Invitò Claudio e Marco ad accomodarsi sul divano e prendendomi per mano mi aiutò a salire e sedermi sul tavolo con la gambe aperte e rivolte verso gli uomini, andò verso la scatola che aveva portato prima, la aprì, affondò le mani e……sorpresa, tirò fuori un grosso pitone!!! Cazzo, questa si che era una sorpresa, eravamo tutti sbalorditi ed anche un po’ intimoriti. Nessuna paura, riprese subito
Silvana, mise il pitone sulle spalle come uno scialle,non era lunghissimo, ma abbastanza grosso e sicuramente pesante…… e voilà signori, vi presento Pit! Non abbiate nessun timore, è assolutamente
Innocuo, e così dicendo lo accarezzò sotto la testa baciandolo teneramente e ripetutamente sulla testa. E’ tenerissimo, gli piaccio-
no molto le coccole e non solo quelle… Porcac……miser…, ora era chiaro
lo spettacolino ed il resto,il problema ora era come superare la paura per ciò che sicuramente doveva seguire. Bene, facciamo le pre-
sentazioni, vuole essere assolutamente accarezzato da tutti i presenti, anche perché attraverso i vostri odori vi memorizzerà fra i suoi nuovi amici, e così dicendo passò per permettere a tutti di accarezzarlo. Gli piacevano visibilmente le carezze, e più gliene davi e più ne voleva. Quando me lo portò vicino, Silvana mi disse
che dalle donne voleva di più, mi chiese di fare come avevo fatto io,
mi feci coraggio e lo accarezzai sotto la bocca e sul suo splendido e
colorato corpo, baciandolo poi sulla testa ripetutamente. Caspita se gli piaceva, si allungò e portò la testa sotto la mano strusciandola
ed auto-accarezzandosi. Ora non ti spaventare disse Silvana, poiché farà una cosa che fa a tutte le donne che conosce e gli piacciono.
Infatti Pit scese con la testa e fece sibilare la sua particolare lingua sulle tette, soffermandosi sui capezzoli che immediatamente
si inturgidirono, ebbi una sferzata di piacere, poi scese dolcemente
sulla pancia concentrando la sua attenzione sull’ombellico, altra sferzata di piacere che assaporai chiudendo gli occhi ed aspettando
il naturale prosieguo; infatti subito dopo scese sulla fica, facendo
saettare ed insinuare la lingua fra le grandi labbra ed il clitoride:
ricevetti una violenta scarica di piacere, accidenti era strepitoso,
le sue linguate talvolta accarezzavano la fica in tutta la sua lunghezza, dal clitoride a finire sul buco del culo, talvolta schioccavano come una lievi frustate, che goduria, istintivamente
allargai di più le gambe, e subito lui insinuò il muso nella fica come a gustarsi il dolce tepore e l’umido dell’oscura caverna. Bene bene,vedo che Pit è veramente entusiasta di te, meglio, saprà darti più piacere, così dicendo posò Pit sulla scatola posta di fronte al tavolo e me. Gli uomini guardavano sorpresi ed eccitati, poi Silvana
prese una busta, una bottiglia di latte con una tazzina di olio, tirò fuori dalla busta delle uova preventivamente bollite e qui inizia il vero spettacolo! Prese un uovo lo spalmò di olio lo immerse in una tazza piena di latte e… sorpresa lo infilò nella mia fica già abbon- dantemente bagnata dagli umori a causa dell’eccitazione; stessa operazione per un altro uovo che finì a fare compagnia a quell’altro. Il terzo uovo, seguì la stessa sorte, ma prima di introdurlo nella fica lo fece annusare a Pit, che seguì con attenzione il tragitto del prelibato bocconcino. Poi Silvana mi versò un po’di latte sulla fica che mi colò fin sul buco del culo e mi si mise accanto aspettando il seguito. Pit non si fece aspettare, subito si allungò sul tavolo e sistemandosi comodamente iniziò a slinguarmi avidamente la fica per leccarsi il latte. Una vampata di calore mi avvolse, piegai indietro la testa socchiudendo gli occhi e mordicchiandomi le labbra per l’intenso piacere. Silvana incominciò a dedicarsi alle mie tette strizzandole con forza e lambendole con la lingua roteandola intorno ai capezzoli in un misto di dolore e piacere. Pit avendo finito con il latte iniziò a dedicarsi al resto! Avvicinò il muso all’orifizio vaginale ed inizio ad infilarvi dentro la testa, dentro fino ad arrivare alle uova. Sentii chiaramente quando allargò la bocca e di conseguenza dilatò la mia fica, per inghiottire il primo uovo, avvertii anche il passaggio dell’uovo dalla bocca verso lo stomaco del pitone, in prossimità dell’orifizio si dilatò per permettere all’uovo di passare, dilatando di conseguenza l’orifizio, quando iniziò ad inghiottire il terzo uovo cominciò ad uscire allargandomi oltremodo la fica e provocandomi il primo e violentissimo orgasmo, accentuato dai veloci colpi di lingua, che continuava a saettare
instancabile. Era un vero terremoto, subito dopo, mentre la fica pulsava ancora per l’orgasmo, infilò nuovamente la testa alla ricerca di altre uova, questa volta più in profondità e continuava a saettare quella portentosa lingua dentro la mia pancia, intrisa di olio e latte. Silvana prese l’appuntita coda di Pit ed iniziò ad infilarla nel culo per qualche centimetro, poi lasciò che Pit facesse da solo.
Iniziò a sfilare la testa e a muovere la punta della coda, quando fu fuori Silvana prese il latte ed lo sparse un po’ sulla fica ed accarezzò e baciò Pit che iniziò nuovamente martellare la fica con la lingua, ma intanto iniziò a spingere la coda nel culo un po’ alla volta anche per adattarsi alla misura più stretta dell’ano, ma man mano che si dilatava si infilava sempre più in profondità. Silvana chiamò gli uomini che nel frattempo si menavano furiosamente gli uccelli estasiati da quell’ insolito spettacolo, e chiese loro di prendermi le gambe e sollevarle per facilitare Pit. Versò dell’olio sul corpo del pitone ed iniziò a baciarmi con passione infilandomi la lingua in profondità e menava con la mano il cazzo di Marco. Pit ora si infilava più agevolmente in profondità, gli piaceva il caldo tepore delle viscere, e come una sonda endoscopica magistralmente guidata, si infilava lentamente nella mia pancia. Il mio corpo era scosso da continui sussulti, gli orgasmi si susseguivano violen- temente, e Pit continuava ad entrare inesorabilmente dentro il culo e si fermò solo quando rimase con poco più della testa fuori, quanto bastava per permettergli di continuare a leccare con la sibilante lingua la mia fica, Sentivo il serpente che si muoveva dentro di me,
impazzivo di piacere e mi muovevo incontrollatamente, convulsamente fino a quando iniziai a gridare di piacere. Intanto Silvana si era sistemata sotto il tavolo e spompinava a tutto spiano Marco e Claudio
che cianotici e sudati per l’incredibile ed arrapante spettacolo iniziarono ad innaffiarla di sborra mentre lei cercava di berne quanta più ne poteva. Poi uscì fuori si diresse verso la busta, prese un altro uovo lo fece vedere a Pit e lo posò sulla scatola. Pit iniziò ad uscire dal mio culo lentamente, come era stato ben addestrato, e quando uscì completamente sentii un flop, quasi come una bottiglia di champagne stappata. Un altro tremendo orgasmo mi scosse fino ad abbandonarmi con la testa all’indietro, sfinita. Non era ancora finita, Silvana prese nuovamente Pit e lo pose a terra sul tappeto poi mi chiese di scendere e sedermi a gambe aperte di fronte al “nostro amico”, anche lei si sedette di fronte a me, cosicché Pit stava in mezzo a noi, prese il latte e ne versò un po’ sulla sua fica e sulla mia già così duramente (per modo di dire )martoriata. I nostri partners si avvicinarono e dopo averci baciate avidamente ed amorevolmente ci misero i loro cazzi a disposizione affinché potessimo fare ciò che ci piaceva tanto: spompinarli! Pit slinguava a destra e manca facendoci contorcere come ossesse, poi Silvana prese la coda di pit e se la introdusse nella fica. Per Pit era un ordine per ciò che doveva fare, Continuando a slinguare iniziò ad intrufo- larsi nella fica di Silvana. La fica era molto più cedevole del culo, infatti Pit non ebbe bisogno di stringersi per entrare anzi sembrava facesse il contrario, si dilatava come se si gonfiasse, sembrava volesse squartare Silvana che urlava di piacere come una dannata, e Pit si fermò solo quando era entrato tutto dentro! Incredibile, sembrava che Silvana era incinta e intanto continuava ad ingoiare il cazzone di Claudio fino alle palle, anche lei scossa da irrefrenabili fremiti orgasmici. Claudio non ne potè più, gli scaricò direttamente in gola quanto di sborra era rimasta nelle palle. Stesso trattamento
anche per me. Bevvi avidamente il suo succo, infilandomi nella gola il cazzo e succhiarlo con insistenza fino all’ultima goccia. Ora eravamo tutti stremati, Silvana si alzò lentamente facendosi aiutare,
aveva ancora dentro la fica Pit che faceva capolino con la testa e disse a Claudio di prendere un altro uovo, di farlo vedere a Pit e riporlo nella scatola. Subito lei si mise gambe larghe di fronte la scatola aperta e Pit iniziò ad uscire, che spettacolo incredibile! Il
serpente si allungava per arrivare alla scatola, ora era diventato veramente lungo, e man mano che usciva ci chiedevamo come avesse fatto a stare tutto dentro la pur capace fica di Silvana. Quando uscì completamente fuori, Silvana fu scossa da violenti fremiti che la fecero barcollare quasi fino a farla cadere, era il suo ultimo e stupendo orgasmo. Richiusi la scatola e ci abbandonammo tutti riversi sul tappeto rimanendo per un po’ di tempo fermi ed in silenzio per riprenderci, ora la musica di sottofondo sembrava veramente una dolce ninna nanna che stemprava dolcemente la tensione che avevamo accumulato. Ci addormentammo tutti così, per terra e solo a tarda nottata ci trasferimmo sul letto per rimanerci fino al giorno dopo.
n.d.- Con questo racconto termina (per adesso ) la saga di Chiara e
Claudio, voglio precisare che sono racconti che non necessariamente devono avere rispondenza con la realtà,che poi
è bene che rimanga in incognita,per poi lasciare ai più il gusto e l’arbitrio di immaginare ciò che vogliono. L’essenziale
che raggiungono lo scopo per il quale sono stati scritti: incuriosire piacevolmente ed eccitare il lettore, poi la verità la sa solo il sottoscritto. Vi amo tutti.
By Icaro
22
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15 years ago
tatonone,
36
Last visit: 6 months ago
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Al cinema a parma (nuova stesura)
Era d’autunno.
Da un mesetto vivevo a Parma per 5 giorni la settimana per frequentare i corsi di un master e avevo preso in affitto un monolocale in centro la cui padrona mi aveva anche prestato una bicicletta. Non avendo amici mi ritrovavo spesso la sera a pedalare da solo in cerca di un locale o un cinema.
Quella sera mi ero spinto in periferia, una zona tranquilla oltre il fiume. Poca gente per le strade ormai illuminate solo dai lampioni e dalle vetrine di pochi negozi. L’insegna di un cinema mi attira. Vedo una porta a vetri fiancheggiata da due locandine illuminate che pubblicizzano un film hard: “Mogli in calore ad Acapulco” o qualcosa di simile. I titoli dei film porno mi hanno sempre fatto sorridere per la loro volgarità surreale.
Sto per fare dietro-front e andarmene, quando noto una coppia di quarantenni che si avvicina lungo il marciapiede a passo veloce. Con fare deciso entrano nell’atrio del cinema. Lui ha un aspetto e degli indumenti assolutamente normali, ma sono colpito dalla strana gonna di pelle nera indossata da lei. Lunga fino al ginocchio, mostra una massiccia zip metallica sul lato, che arriva fino alla vita, ma aperta solo fino a mezza coscia.
La cosa m’incuriosisce non poco e decido di seguirli. Il tempo di incatenare la bici ad un lampione, pagare il biglietto ed entrare nel buio della sala, ho intanto perso il contatto con i due.
Lo schermo mostra le solite immagini di corpi nudi aggrovigliati. Il sonoro è un monotono susseguirsi di “oh…oh… oh” e “mm… mm… mm”. In sala, man mano che i miei occhi si abituano all’oscurità noto che sono più le figure che si muovono lungo i corridoi di quelle sedute.
Sembra vi sia un incessante viavai, un dentro e fuori continuo. Ogni minuto le tende delle due porte laterali si aprono e fasci di luce lampeggiano dall'atrio sulle file di poltrone vuote. Gruppetti di due tre uomini sono addossati alla parete di fondo, accanto alle porte dei bagni, in evidente attesa. Percepisco l’interesse che suscito su qualcuno che si avvicina lentamente e di cui mi libero in fretta, allontanandomi senza degnarlo di uno sguardo.
Io cerco la coppia e finalmente li vedo. Sono al centro di una fila di poltrone circondati da tutti i lati da sei o sette maschi. Nessuno di loro è a stretto contatto, ma i loro sguardi sono tutti focalizzati al centro, come animali da pollaio attorno alla padrona col secchio del mangime.
Mi siedo a capo fila qualche posto più indietro alternando la mia attenzione fra l’annoiata visione dello schermo e quella molto più interessante di quanto succede intorno alla coppia. Sembra che non ci sia trippa per gatti. Si vede qualcuno più audace tentare delle avance, ma viene bruscamente respinto e si allontana indignato.
La situazione cambia quando la coppia si alza ed esce dalla fila, l’uomo in testa e la donna a seguire. Sembrano indugiare sull’uscita, incerti, il tempo necessario a fare allontanare gli ultimi delusi che li hanno seguiti. Poi si avvicinano risoluti allo schermo e si siedono in terza o quarta fila, lui internamente, lei esterna con una sola poltrona libera accanto.
Il viavai ricomincia: uno dopo l’altro, diversi uomini sfilano lungo il corridoio soffermandosi vicino alla coppia, per poi allontanarsi. Sono stupito, come mai non si è ancora seduto nessuno accanto a lei?
Mi alzo e lentamente mi avvicino, un po’ vergognoso di comportarmi come tutti gli altri, ma la curiosità è troppo forte. Giunto accanto a loro la risposta alla mia curiosità è evidente: lei tiene occupato il posto accanto a sé con una borsa e con la mano appoggiata sopra ne stringe fermamente i manici. Sono sopraffatto da un’ondata di simpatia e quasi d’affetto per questa donna così risoluta che siede impettita, le gambe accavallate, accanto al suo uomo. Quasi d’istinto, come guidato da uno spirito interiore so d’improvviso cosa fare.
“Mi scusi?” le dico chinandomi.
Lei si gira di scatto a fissare il mio sguardo, il volto pienamente illuminato dalla vicinanza dello schermo.
“E’ libero questo posto?” le chiedo abbassando lo sguardo sulla sua mano. Vedo allora la mano sollevare la borsa e passarla al marito. Mi siedo.
Sono pervaso da un caldo, corposo, senso di trionfo. Ho coronato la mia serata e anche se non dovesse accadere più niente d’interessante, mi bastano piccole vittorie come questa per appagarmi e rendermi contento di me stesso.
Il senso di trionfo per essere stato accettato cede gradualmente alla curiosità verso la donna seduta al mio fianco. E’ mora, riccia di capelli, di corporatura minuta, florida, ma non grassa. Il viso rotondo si abbina perfettamente alle rotondità dei seni che si affacciano dalla scollatura a V di una camicia bianca. La luce dello schermo, troppo vicino, m’impedisce di distinguere la parte inferiore del suo corpo, avvolto totalmente dall’ombra dello schienale del sedile davanti.
Penso alla cerniera metallica della sua gonna, il dettaglio che mi aveva colpito tanto. Rassicurato dal pensiero che anche la mia mano è assolutamente invisibile nel buio sottostante, comincio ad allungare le dita con cautela verso destra. Tocco il bordo esterno del suo sedile e risalgo fino ad incontrare il freddo e liscio contatto della gonna di cuoio. La sfioro con due o tre polpastrelli solamente appoggiati. Se non esercito alcuna pressione, penso, lei non potrà nemmeno sentire il contatto.
I baffi di un gatto non sarebbero stati più lievi della punta delle mie dita, nell’esplorare millimetro per millimetro quella superficie di cuoio liscio, finché… Ecco! Il contatto cambia: è più freddo e duro, è metallo. Sussulto! Carne! Ritraggo di scatto le dita. La cerniera e la carne della sua coscia… Freddo e subito dopo caldo! Duro e subito dopo morbido! Quasi un tutt’uno.
La donna continua a guardare lo schermo. Se ha avvertito qualcosa non lo da a vedere.
Resto immobile per qualche secondo e rifletto. E’ il momento di giocare il tutto per tutto, decido. Allungo nuovamente la mano, questa volta con un movimento deciso. Afferrando il bordo zippato della gonna di cuoio, il dorso delle mie dita si appoggia alla calda morbidezza della sua coscia. Spingo dolcemente con il dorso della mano, osservando il suo volto con lo sguardo ad angolo. Lei non mi guarda, ma ha il viso disteso, con un accenno di sorriso sulle labbra.
Mi sento al settimo cielo e mi abbandono al piacere di accarezzare quel tepore rotondo, velato di nylon. La mano è nascosta sotto il cuoio della gonna, ma i denti metallici della cerniera mi sfregano sul polso, impedendomi di risalire verso l’inguine. Sfilo la mano e vado a cercare lo zip, ne afferro la linguetta rigida e fredda e ziiiiiip, tiro leggermente per scostarlo dal nylon delle calze e lo faccio scorrere in alto. Il mento della donna ha un fremito e le sue labbra si schiudono.
Riporto la mano sotto il cuoio e risalgo lungo la coscia fino all’anca, scoprendo che indossa un collant. Sorvolo sulla punta di delusione che il collant mi provoca e proseguo pregustando il contatto che sto per avere con il centro del cuore del mondo, quando improvvisamente lei si scosta. Si rassetta con calma, richiude la cerniera della gonna e lentamente si alza.
Sono attonito, osservo le due figure in piedi rivolte verso di me e non posso far altro che alzarmi a mia volta e uscire dalla fila di poltrone per farli passare.
Stordito la guardo andar via sfiorandomi, ma subito lo stordimento si muta in stupore, udendo l’uomo bisbigliarmi una sola parola: “Andiamo”.
Li seguo un po’ incerto. “Andiamo?” mi chiedo. “Andiamo dove? Non avrò capito male?” Fuori è molto buio. Indugio accanto alla mia bicicletta. Intravedo la coppia vestita di scuro a qualche decina di metri salire su un’auto parcheggiata e partire lentamente. Inforco la bici e li seguo. La distanza aumenta nonostante io cerchi di pedalare più in fretta che posso. Intravedo il rosso dei loro fanalini svoltare per uno stradello laterale. Lo imbocco, meno male che il mio fanale funziona perché intorno è tutto buio. L’asfalto pieno di buche cede gradualmente ad uno sterrato polveroso. Supero un dosso, un ponticello… ecco: c’è un’auto parcheggiata in un campo, con le luci di posizione accese.
Smonto dalla bici e proseguo a piedi fra zolle di terra dura e ciuffi d’erba secca. L’abitacolo dell’auto è illuminato. Sbirciando dal parabrezza anteriore vedo, dietro il volante, un culo di donna che si muove ritmicamente su e giù. Lui è disteso sul sedile del guidatore e lei lo sta cavalcando.
Mi accosto alla portiera del passeggero e tento la maniglia. La portiera si apre ed io mi siedo richiudendola. Continuo ad osservare, o meglio, ad ammirare curioso, quel culo che fa su e giù. Al suo centro sembra, infatti, aprirsi una rosa rossa. Mi rendo conto che quella rosa è il buco del culo.
Affascinato provo ad accarezzare, a palpare quella rossa mucosa che evidentemente si sta inturgidendo per il dilettevole sforzo del coito, che con forti spinte, schiocchi e ansimi del respiro, la donna sta operando sul corpo dell’uomo immobile sotto di lei.
M’inginocchio sul mio sedile e tiro fuori l’uccello intostato. Il mio schienale è già stato reclinato. Così lo risalgo sulle ginocchia fino a portare il mio cazzo a contatto del corpo di lei ed inizio a strusciarlo.
“Succhiaglielo” dice lui. La testa riccioluta si gira verso di me ed il mio pene viene risucchiato in un vortice mai provato prima. Chiudo gli occhi, inarco la schiena con le braccia e tutta la faccia schiacciate contro la moquette della capote e mi abbandono al piacere.
L'astinenza e tutta l'eccitazione provata al cinema fanno si che io me ne venga subito, con dei sussulti che mi scuotono i lombi diffondendosi per tutto il corpo. Mi accascio sul sedile e sento la voce di lui che parla della sua donna, di quanto lei sia porca e insaziabile, “Non hai idea di quel che è capace di fare”, mi dice e aggiunge “Ne ha presi così tanti nel culo che ora non può più usarlo, vedi com’è ridotto?”.
Mi riscuoto e vedo il volto della brunetta, sorridermi. “Ti è piaciuto?” mi chiede lei. “Tantissimo!” rispondo, inginocchiandomi sulla pedana davanti al sedile del passeggero, invitandola a spostarsi davanti a me. Lei intuisce e sdraiandosi apre le gambe a circondare il mio torace.
Appoggio le mani all’altezza delle sue spalle e lentamente, con dolcezza infinita penetro nella sua vagina, ancora aperta e bagnata. Occhi negli occhi, percependo l'interesse del marito seduto al nostro fianco, ci uniamo in un amplesso morbido e lento.
Il mio cazzo, che dopo l'orgasmo non aveva fatto in tempo a smosciarsi, al contatto con la sua figa bollente e dilatata riprendeva sempre più il suo turgore fino a tornare al massimo della sua durezza. I miei movimenti si facevano sempre più decisi finchè presi a sbattere violentemente col mio pube sul suo clitoride ad ogni colpo.
Incessantemente, con un ritmo sempre più rapido, continuavo a percuotere la sua vulva col mio pube e fra un colpo e l'altro il dorso del mio cazzo sfregava fuori e poi dentro, contro quelle pareti elastiche e contro l'osso che le sovrastava.
All’apice del piacere avvertii la sua vagina contrarsi con spasmi prolungati producendo delle pernacchiette scoppiettanti e gioiose. "Vengo, vengo, a dio mio VENGOOO!" prese ad urlare, mentre fiotti di liquido caldo, forse piscio, colavano giù sul sedile e sulle nostre cosce avvinghiate. “Quanto sono venuta!” mi sussurrò poi all’orecchio ansimando. “Non credevo fosse ancora possibile… ti amo!” aggiunse, prima di unire le nostre bocche in un bacio lungo e profondo di labbra e denti e lingue intrecciate.
“Anch’io!” dico, con un senso di paura, realizzando che avevo fatto tutto senza alcuna protezione e un più acuto senso di rimorso per la mia morosa, ignara, di cui solo in quel momento ricordavo l'esistenza!
Esco dall’auto tirandomi su i pantaloni. Chiudendo la portiera li guardo di sfuggita, mentre stanno parlottando fra loro. "Non ho voglia di pensarci adesso, ci penserò domani" mi dico scuotendomi di dosso ricordo ed angoscia. Tiro su la bici da terra e con le gambe che ancora mi tremano mi avvio, solo e felice, in pace col mondo, verso le luci della città. Non avevo ancora idea di che gran porco sarei diventato.
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15 years ago
cagliostrus,
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Last visit: 9 years ago
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Transcapodanno
Quello appena passato avrebbe dovuto essere un triste capodanno. Infatti ero rimasto da solo. Gli amici tutti fuori e io al lavoro fino alle 22.
Mi giravano in modo vorticoso.
Appena uscito da quel dannato ufficio salii in macchina diretto verso casa. Mi viene l'idea di passare per una strada dove normalmente ci sono trans. Ovviamente capodanno non costituisce un'eccezione. Feci un paio di giri e poi accostai l'auto vicino ad una bellissima mulatta che si stava masturbando visibilmente. "Andiamo?" mi disse. E io "ma che proponi per passare la mezzanotte?", "e a te che piace?" "mi piacerebbe un'orgia" risposi. Sali' in macchina e mi porto' a casa sua. Strada facendo fece tre telefonate.
Arrivati da lei mi fece spogliare nudo e mi disse che sarei stato il centro di quattro magnifiche sorelline. Mi eccitai da morire. Pochi istanti dopo sentii suonare il campanello. Erano le "sorelline". Tre trans di cui due di colore e una bianca. Mi guardarono e mi fecero mettere a 90. Una comincio' a leccarmi il culo mentre un'altra lo tiro' fuori e me lo mise in bocca.
Era enorme e duro. Le altre due mi toccavano con le mani e con i loro cazzi. La bianca non era molto dotata ma era semplicemente stupenda.
Quando sentii una bocca prendere il mi cazzo fui pervaso dai brividi. Stavo letteralmente impazzendo di piacere.
E ancora il bello doveva arrivare. Mancava poco a mezzanotte e mi sentii spalmare un gel nel mio buco. Allo scoccare della mezzanotte una mi infilo' il cazzone duro nel culo. Mi scopo' come nessuno aveva mai fatto prima. Venni nella bocca della bianca e poco dopo la mulatta mi venne in faccia. Quella che mi inculava venne nel preservativo dentro il culo e l'ultima mi venne sulla schiena.
Dopo esserci ripresi abbiamo festeggiato con spumante e panettone. Un fantastico capodanno per soli duecentocinquanta euro...
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15 years ago
admin, 75
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Betty libidinosa trav puttana
L’altra sera volevo andare a Milano al Nautilus, il giovedì sera è per le trans trav, però siccome sapevo che dovevo rientrare entro le 3 del mattino non ho preso la solita camera all'hotel Trento che è li vicino.
Quindi mi sono avviata verso Milano e poi a Desenzano sono uscita per andare in un posto in campagna molto isolato che conosco e cambiarmi.
Alle 22,00 circa ero pronta, ma invece di rientrare in autostrada ho fatto un giretto tra i capannoni vicino al casello e ho notato un certo movimento anche perche vi erano sia puttane che trans che travestiti che battevano stando in macchina con la portiera aperta o con la luce di cortesia accesa.
Insomma per fartela breve in un secondo ho deciso di fermarmi dietro ad un capannone e aprire la portiera mettendo fuori in bella mostra una coscia inguainata nelle calze nere lucide setose.
Non ho avuto il tempo di realizzare appieno cosa stavo combinando che da dietro è arrivata un auto e si è fermata affianco a mè
Il cuore mi batteva a mille e quando ha abbassato il finestrino è venuta fuori tutta la mia troiaggine e gli ho detto " Ciaoo, 30 di bocca col guanto o 50 con ingoio" gli si sono subito illuminati gli occhi e ha risposto " veramente ingoi tutto?" e io " Se ce lai grosso e pulito te lo succhio fino all'ultima goccia tesoro!"
"Dai monta che andiamo" non stavo nella belle ogni movimento strusciamento di calze era super amplificato dall'eccitazione e nella mia testa rimbombava il pensiero che sono una Troia e quella era finalmente la mia prima marchetta.
Ho chiuso la mia macchina e sono montata sulla sua, anzi ci sono cascata dentro tanta era la foga, lui è partito immediatamente mettendomi una mano tra le cosce dicendomi " se sei brava e bevi tutto ti faccio anche un regalino" e io " O siii, sarò la tua Troia succhia cazzi, fammelo vedere ti prego"
Ero infoiata al massimo, raramente mi sono sentita così eccitata, il tipo non era neanche granchè, un poco in sovrappeso come me ma non vedevo l'ora di vedergli il cazzo per capire quanto lo avesse grosso.
Finalmente siamo arrivati in un posto appartato e dopo aver abbassato il sedile ha tirato fuori i 50 euro e mi ha detto " questo è l'anticipo fammi vedere quanto ti piace succhiare Troia"
Mi sono piegata VERSO IL SUO SEDILE GLI HO APERTO I PANTALONI, MI SENTIVO UNA VERA PUTTANA, aveva il cazzo già mezzo duro e niente male come dimensioni, per fortuna, ci sarei rimasta malissimo in caso contrario.
Mi sono avvicinata con la lingua non puzzava nemmeno di pipì e allora me lo sono infilato tutto in gola con decisione iniziando ad andare su e giù succhiando e leccando come una cagna in calore.
Gli è diventato duro in un secondo e i sui gemiti di piacere erano molto espliciti, quanto mi piace sentire che il mio lavoro di bocca viene apprezzato, intanto lu mi ha detto" cazzo mi fai venire subito Troia, sei troppo brava" allora io ho insistito con il mio su e giù perche volevo sentirmi tutta la sua sborra in gola e finalmente irrigidendosi e mugolando ha incominciato a sborrarmi in bocca come una fontana.
E' stato fantastico sentire il suo primo schizzo che battendomi sul palato si è sparso per tutta la bocca impiastricciandomi la lingua, sentirne il calore il sapore e la cremosità densa che mi fa sentire una vera troia.
Sono seguiti altri 3 schizzi minori mentre io continuavo a tenermi in bocca il suo cazzo facendo in modo di non perderne neanche una goccia menandoglielo piano con la mano.
Mi ha riempita la bocca di sperma tanto che ne ho inghiottito una parte in modo da poter aprire la bocca in sicurezza e passarmi languidamente la lingua sulle labbra.
Lui era estasiato e mi guardava ancora con occhi libidinosi, allora mi sono avvicinata al suo viso e gli ho passato la lingua con un velo di sperma sulle labbra e poi ho ingoiato tutto dicendo "Mhhm Divina la tua sborra"
Lui si è reso subito conto della mia Natura e mi ha detto " Cavolo ne vorresti ancora e Troia?" " Si hai ragione mi hai messo una voglia addosso che mi farei sbattere da un reggimento"
" allora succhiamelo di nuovo così poi ti rompo il culo Puttana"
"Amore non esagerare ti sei divertito abbastanza adesso riportami alla mia macchina"
Insomma una vera Puttana non sciupa una serata.
il resto purtroppo sono miserie, mi sono succhiata altri due cazzetti ridicoli, senza ingoio perchè non mi hanno eccitata a sufficienza.
Dio questa è stata la mia prima esperienza da Puttana, pericolosa pazzesca ma mi è piaciuta da impazzire.
Scusatemi avevo proprio voglia di raccontarvi la mia prima esperienza da Puttana, aspetto vostri commenti e apprezzamenti, ne sarei felice, ciao un bacio Betty Slut Puttana Veramente.
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15 years ago
bettyslut,
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Last visit: 9 years ago
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Io lei& le trans
ciao racconto la mia orgia fatta il 29/01/09
mi trovo a casa tranquillo e vedo dei messaggi su desiderya uno era di G.una trans romana molto carina bella molto femminile ci contattiamo su msn ci vediamo e ci piaciamo bene dico tra me e me stasera si fotte ma non sapevo la sorpresa che trovavo vado nella Palermo vecchia gli dico che fra 20 minuti sarò da lei bevo qualcosa di forte per tirarmi e cosi potere durare di più mi metto sulla mia seat Arosa con sottofondo musicale dei Deep Purple con Smoke on The wather arrivo all'indirizzo la chiamo le dico che già sono sul posto arrivo prima lei mi dice aspetta ti dirò io quando salire aspetto inpaziente l'attimo di vedere la venere mi chiama e mi dice sali 1 piano salgo morto di freddo trovo la porta aperta entro chiudo piano lei e ditro la porta ha un completino nero con calze nere e reggicalze e bella bellissima rimango pietrificato lei si avvicina mi abbraccia e mi dice tira fuori quel bel cazzone che hai tra le gambe il mio cazzo e mezzo moscio lei lo tocca e diventa la mazza che aveva visto in foto prendo e comincio a baciarla aveva un bel profumo che mi eccitava da matti mi dice seguimi vado in camera e trovo una sua amica e una ragazza bionda bella ha un seno non voluminoso ma bello carnagione chiara bella anche lei dopo un pò sento squillare il cell di lei e dice si e qui potete venire non fate chiasso però gli chiedo chi sono lei risponde sorridendo delle mie amiche non preoccuparti si avvicinano mi mettono in mezzo lei e la sua amica cominciano a spompinarlo voglio succhiarlo anche a lei esce fuori un cazzo pi grosso del mio la sua amica mi guarda e mi dice succhiaglielo e cosi faccio e grosso e duro durissimo la sua amica mi spinge la testa dopo un pò me lo toglie dalla bocca e continua lei io mi dedico alla sua figa sbrodolante 5 minuti e sento squillare di nuovo sono le sue amiche sono 2 una bionda ed una mora entrano e vedono me che mi scopo l'amichetta di G.mentre quella gode si spogliano avevano 3 cazzi uno più grosso dell'altra mi fanno frocetto hai un bel culo te lo romperei G.dice la prima voglio essere io gli dico ok era la mia prima volta e stato doloroso i primi 5 minuti poi ho sentito il piacere mentre le due tran si spompinavano a vicenda la sua amica mi succhiava l'uccello lei mi diceva come mettermi e io obbedivo e stato bellissimo mi hanno sfondato e cavalcato una dopo l'altra la sua amica a messo un fallo artificiale e mi ha pure cavalcatoe stato bellissimo poi mentre mi siedo sopra il cazzo di G.mi dice sborraci ed io al terzo colpo di cazzo sborro le ho riempite tutte non ho mai provato un piacere cosi bello chi sà se ritornerà una serata cosi fino alle 4 del mattino ancora facevamo sesso come gli animali gli volevo chiedere se un'altra sera potevamo rivederci mi hanno risposto tesorino siamo di passaggio vieni Roma e potremmo rivedrci cosi ripetiamo nuovamente però con più persone non ho dormito tutta la notte volevo avere ripiantato dentro il mio culetto i loro cazzi finalmente ieri notte capì il mio punto erogeno qual'era e il mio culetto capì che il piacere non e solo darlo ma anche riceverlo ed io li quando mi eccito sborro come un porco
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 14 hours ago -
Cena e dopocena...
Uff…! “e anche questa giornata di lavoro è finita!”, pensai mentre chiudevo lo sportello della macchina, mettendo in moto.
In effetti era stata una giornata piuttosto dura, fitta di appuntamenti, costellata di seccature. Per fortuna mi aspettava una bella cenetta, questa sera; e per dirla tutta, in cuor mio, speravo anche in qualcosa di più…
Arrivai alla piccola villettina alle porte di Milano in perfetto orario: ventuno esatte.
Parcheggiai appena fuori dal cancelletto, e citofonai. Vidi scostarsi la tendina della finestra all’ingresso, e pochi secondi dopo Elena mi aprì. Ero particolarmente eccitato all’idea di scoprire ogni dettaglio di questa serata da assaporare: come fosse vestita, cosa avesse cucinato per me, se aveva realmente intenzione di catturare la mia attenzione e di stuzzicarmi in qualche modo; volevo essere pronto a captare ogni segnale, ogni cedimento, ogni eventuale allusione a ciò che speravo saremmo finiti a fare nel lungo dopocena.
Mi sentivo un po’ elettrizzato all’idea di scoprire e vivere tutta questa serata.
Comunque quando varcai l’uscio, cercai di essere il più disinvolto possibile, così salutai Elena mentre mi toglievo il giubbotto e appoggiavo la borsa da lavoro sul pavimento all’ingresso.
“Vieni, sono qui in cucina….!” Mi sentii chiamare. La sua voce era morbida e sensuale; e in una serata come questa avrei voluto sentirla miagolare anche in camera da letto…per ora però dovevamo ancora cenare! E la mia fantasia forse iniziava a correre troppo… Non volevo rovinare tutto con azioni avventate o frasi fuori tempo. Quindi mi guardai bene dal dire quello che pensavo ed entrai in cucina curioso di vederla: un 1 metro e 75 di femminilità ed erotismo, slanciata e dal profilo del corpo sinuoso e aggraziato. I capelli mori lisci le cascavano fin sotto le scapole, a coprire in parte la nudità della schiena generosamente esaltata da un vestitino davvero molto sexy, completamente rosso. Le gambe erano coperte appena fino a metà coscia e non potevo fare a meno di gustarmi le curve armoniosamente tornite e la superficie vellutata della sua pelle. Cercai di distogliere lo sguardo, per non rischiare di esagerare, ma non ci riuscivo. Lei quasi certamente lo aveva notato, ma fece finta di nulla, anche se certamente le faceva piacere. Non perdeva occasione per girare attorno al tavolo, mentre finiva di sistemare le ultime cose, passandomi provocatoriamente vicino, e mettendosi in pose evidentemente di favore, quando era girata sui fornelli. Capii che quella sera probabilmente avrei gradito senz’altro di più il dopo cena, nonostante la prelibatezza dei piatti che aveva cucinato !
Si sedette a tavola anche lei e la cena ebbe inizio. Parlammo di vari argomenti, trascorrendo una piacevole serata a base di ottima cucina, buon vino e conversazione frizzante e varia. Colsi qualche equivoca insinuazione sessuale dietro ad alcune battute e la cosa, seppure fosse – credo - semplicemente frutto della mia fantasia, fece crescere l’eccitazione in me iniziando a pervadere pensieri e gestualità. Dopo il dolce, iniziai a osservare in modo sfacciato la scollatura, che mostrava fin troppo abbondantemente un seno libero da costrizioni e perfettamente arrotondato. Lei lasciava che il mio sguardo la spogliasse, senza mostrare apparentemente alcuna reticenza. Anzi, quando si alzava per prendere qualcosa faceva ben in modo di chinarsi leggermente in avanti, mentre si metteva in piedi, appoggiandosi con una mano sul tavolo. Forse era quel po’ di alcool che avevo in circolo, forse era l’atmosfera di seduzione e intrigo che si era venuta a creare, ma bastò quella vista per sentire risvegliarsi il mio pene lì sotto, nelle mutande.
Elena mi aveva mando ormai ben più di un segnale, pensai, e io iniziavo davvero ad avere voglia. Così presi l’iniziativa e decisi di cominciare il secondo tempo della serata: il tanto agognato dopocena !
Quando Elena mi ripassò davanti, allungai una mano per fermare il suo incedere sensuale e provocante esattamente davanti alla mia faccia. Le misi la mano sulla coscia, e lei in effetti si bloccò restando al gioco. Allora iniziai a risalire con la mano lungo tutta la coscia, lasciando che si insinuasse fin sotto il vestito, fin su fino al culo. Avevo la sua natica calda e soda che riempiva il palmo della mia mano, e sentivo l’uccello che iniziava a spingere fra i pantaloni. Elena mi guardò, sorrise, e si voltò del tutto mettendo il suo pube ancora coperto dal vestito a pochi centimetri dalla mia faccia. Con la mano sul culo, la tirai ancora più vicino, e con l’altra mano le sollevai il vestito fino a scoprirle la pancia oltre l’ombelico. Una pancia leggermente arrotondata, che invogliava a mordicchiarla e a palparla a piene mani. Iniziai a leccarla e la sentii fremere sotto lo scorrere della mia lingua. Gli slip bianchi iniziavano a bagnarsi e io non vedevo l’ora di affondarci la faccia fino a farla scomparire in mezzo alle sue gambe! Probabilmente anche lei, visto che mi prese la testa e me la spinse proprio lì in mezzo. Le abbassai gli slip e il suo pube totalmente rasato si trovava ora a pochi centimetri dalle mie labbra. Me lo godetti da vicino, con lo sguardo: mi eccitava in modo incredibile vedere le sue grandi labbra così gonfie e inumidite, il monte di venere rasato e invitante; sentire l’odore del suo sesso e lasciarsi conquistare, dolcemente, dall’irrefrenabile voglia di leccarla fino a farla urlare di piacere. Iniziai allora a leccarle accuratamente l’esterno delle grandi labbra, lasciando scivolare la lingua qualche volta anche sull’interno coscia… ormai aveva la fica allagata, e iniziava ad ansimare agitando il bacino sulla mia faccia. Presi allora a infilarle la lingua dentro, penetrandola con forza e lasciando che le mie labbra le massaggiassero contemporaneamente il clitoride. Elena aveva iniziato a miagolare… quella sua voce sensuale e stuzzicante, che emetteva gemeti di piacere era un vero concerto per intenditori, un’opera lirica da seguire e condurre come un grande direttore d’orchestra. E così ad ogni cambio di ritmo, o di intensità delle mie leccate, lei gemeva e sospirava in modo diverso. Non avrei più voluto staccarmi… e lei neppure, credo !
Sentivo che si stava avvicinando il suo orgasmo, sentivo le chiappe irrigidirsi e la fica contrarsi in modo sempre più spasmodico… allora presi a massaggiarle l’ano con le dita, stuzzicandolo in modo sempre più invadente. Ad un certo punto aveva il mio dito medio nel culo e la mia lingua nella fica che la massaggiavano entrambi. Non si contenne più e iniziò a girdare di piacere… “Ooooh! Ooooooh! Siiii……. Scopami con la lingua così…. Siiii….!” Io avevo il cazzo che ormai era duro oltre il suo limite di sopportazione, lo sentivo spingere nei pantaloni quasi fino a farmi male, ma ora ero tutto concentrato su di lei e sul suo godimento… così insistetti con la lingua e con il dito, fino a che Elena non venne in un grandioso orgasmo liberatorio. Gridò così forte che credevo quasi che nella villetta di fronte potessero sentirla. E la cosa, tra l’altro, non mi avrebbe fatto neppure dispiacere !
Che lo sapessero tutti che stavamo godendo !!
Poi Elena si chinò su di me, mi slacciò i pantaloni ed iniziò a spompinarmi con passione e voracità. Lo ingoiò quasi tutto, fino a spingerlo in gola. Sentii il calore della sua bocca pervadere il mio cazzo lungo tutta l’asta. Avevo la cappella ormai sensibilissima… e l’eccitazione si era totalmente impadronita del mio corpo e della mia mente. Iniziai ad ansimare, mentre Elena mi pompava sempre più velocemente: “Sì.. cazzo… sì… succhialo tutto, dai che ti piace… dai che non aspettavi altro da quando sono entrato!” … mi eccitava dire tutto quello che mi passava per la testa: “Succhialo ancora… dimmi che sei la mia troia !! dimmi che ti piace e ne vuoi ancora !”. Elena succhiava davvero come una maestra del pompino, e alle mie parole si sollevò lasciando scivolare per un attimo il pene di bocca e me lo disse, decisa e con tono arrapato: “Sì, Stefano…sono la tua troia e mi piace il tuo cazzo ! voglio il tuo cazzo dappertutto… sono eccitata come una troia in calore… voglio il tuo sperma addosso… schizzami tutta….!” A queste parole la mia eccitazione travalicò il limite della sopportazione e sentii il pene tirare a tutta forza, come un vulcano in eruzione venni copiosamente su di lei, mentre chinata fra le mie ginocchia leccava la cappella massaggiando il pene con la mano: aveva la faccia inondata e non perdeva l’occasione di leccare tutto quello che le colava vicino alle labbra. Andammo poi in camera da letto, giocando anche con i suoi giocattoli preferiti. La scopai a gambe aperte mentre si masturbava il clitoride con un vibratore a pallina, le leccai l’ano mentre la penetravo con il dildo nella fica, ci filmò mentre ci masturbavamo a vicenda…. Passammo la notte a scopare fino ad essere esausti. Elena venne ancora diverse volte, ogni volta in modo diverso e gridando e mugugnando in modo eccezionale!
Ci addormentammo nudi, uno affianco all’altro. E quando mi svegliai lei si era già alzata. Restai a letto ancora qualche minuto ripensando a tutto quello che avevamo fatto la sera prima. La cena, la piacevole conversazione, l’insinuazione erotica, il sesso sfrenato. Pensai a quanto fossi fortunato ad averla sposata. Sì Elena è mia moglie. Con lei dopo tanti anni viviamo ancora di emozioni, di seduzioni mai scontate, di eccitazioni da scolaretti e di voglie che trovano soddisfazione l’uno nell’altro. La trasgressione, l’eccitazione, il proibito che diventa reale è tutto qui, nella nostra testa. E ci divertiamo come matti.
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15 years ago
erotic3mind255232,
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Last visit: 4 years ago
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Guardo la foto...
Questo desiderio che mi sta straziando il cuore deve trovare sfogo; devo smetterla di dannarmi l´anima pensando a te!
Non credevo possibile che alla mia età potessi innamorarmi, ma la vita, ancora una volta, mi ha sorpreso con la sua illogicità.
Sono qui che scrivo pensando all´ultima sera che ci siamo sentiti; ricordo
tutto dei nostri dialoghi, non ho bisogno di salvarli da qualche parte in un
file con un nome, che solo a pensarlo mi fa stare male.
Quando tu mi scrivi su quel foglio bianco di quel computer freddo, le righe prendono colore e il sangue aumenta il suo ritmo nelle vene, facendomi palpitare.
La distanza: ecco è la distanza, l´unico vero ostacolo dei nostri sentimenti; la mente vola a cercare la sera prima, le promesse fatue invocate, le promesse scritte dal desiderio, le promesse che andranno perse al vento, come il nostro tempo che scivola piano, rendendo arida la nostra passione.
In quei pochi momenti di felicità bruciamo tutto di noi stessi, la pira, per quanto alta, lentamente smette di bruciare, i minuti rubati alla vita di tutti i giorni sono ardentemente consumati con famelica bramosia, ma il vuoto che rimane dentro dopo tanto desiderio, è una sofferenza tremenda da
gestire.
" Ti voglio...prendimi...ti amo..."
Parole ossessive che si ripetono nei nostri momenti, frasi che come la lava travolgono tutto e ci portano a distruggere quello che ci circonda per trovare un nostro spazio.
Guardo la tua foto.
Quante volte l´ho guardata, quante volte la guarderò sperando che si animi, prenda vita, mi dia la mano, mi sorrida, mi baci.
Quante foto arrivate tramite la posta elettronica per soddisfare i miei bisogni del tuo corpo, per lenire i sentimenti del cuore, per eccitare i miei pensieri, finiscono nel cestino.
Ti guardo, guardo il tuo sorriso, le tue piccole rughe ai lati di quegli occhi così vivi, così maliziosi in quella posa fatta apposta per me, le tue cosce nascoste dal niente, i tuoi seni così pieni, i tuoi fianchi lascivi, il tuo monte di Venere nascosto da quel perizoma rosso che hai messo per me, sapendo che è il mio colore preferito.
Soffro, soffro maledettamente: penso a questi giorni, a quelli che verranno, penso che non sarò io a stare tra le tue braccia, tra le tue gambe, non sarò io a farti gemere di piacere.
Penso a quei momenti in cui sarai sua e dovrai fingere per il tuo maledetto quieto vivere.
Ti odio per non avere il coraggio delle tue azioni, per questo nostro modo di amarci.
Guardo la foto, i suoi contorni sbiaditi, conosco ogni millimetro di quel piccolo frammento d´immagine: le sensazioni che emanano i colori del tuo corpo contrastano con l´oggetto inerte che stringo forte tra le dita.
Mi manca il tuo odore: ecco cosa mi manca! Il profumo della pelle, il sudore nei momenti dell´ amplesso, la tua bocca, oh Dio quanto mi manca la tua bocca...mi perdo nei ricordi.
Guardo le dita affusolate di quella foto, il colore rosso delle unghie, penso a quante volte hanno graffiato la mia pelle lasciandomi solchi arrossati e alle mille scuse che ho dovuto inventare per giustificarli con mia moglie...
Guardo la foto e ho i brividi a seguire le linee del tuo sedere tornito,
Ricordo ancora quel giorno d´inizio estate:
- Amore, è il tuo compleanno... è ora che tu prenda quello che da sempre desideri ...-
Quel movimento sensuale a seguire le parole, tu che ti giri di schiena em mettendoti piegata sul letto, alzi le natiche e danzi un movimento erotico nell´attesa.
Ricordo secondo dopo secondo di quel giorno, di quel tuo regalo d´amore, di quel mio essere maschio dentro di te.
Guardo la foto, non c´è più odio, i sentimenti variano secondo i pensieri: fermo lo sguardo sul reggiseno trasparente, focalizzo l´immagine, cerco di ricordare i tuoi capezzoli irti e duri, penso all´areola che si espande, ai miei baci su quella pelle morbida, ai miei morsi di voluttà, al languore dei tuoi respiri sotto la carezza della mia lingua...
Guardo la foto, mi rendo conto che sto male perché non ci sei, mi manca la tua voce, quella voce così calda, quei sussurri così eterei, quelle frasi dolci e a volte violente, le tue mille richieste d´amore ... le mie mille richieste d´amore ...
Guardo la foto, guardo il tuo viso, i tuoi occhi ...
- Parlami amore, ti prego parlami ... -
Guardo il cellulare silenzioso, chiudo gli occhi in questa fredda stanza del nostro appartamento aspettando un trillo che so non arriverà.
Odio le feste, odio me stesso per questo amore che non doveva nascere...
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15 years ago
fantasypervoi,
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La mia vicina..
Arrivai da lei subito dopo pranzo. Mi aveva chiamato perché le installassi la sua nuova stampante. Mi offrì il caffè e poi mi misi subito a lavoro. Mi bastarono pochi minuti e la stampante era pronta, accesa e correttamente installata. “Hai qualcosa da stampare per poterla provare?” le chiesi. “Certo, va bene una foto?” domandò lei. “Ottimo, così vediamo anche come si comporta con le foto.” risposi. Mi fece entrare in una cartella contenente un centinaio di foto e mi disse di aprirne una a caso. Quello che vidi ebbe ripercussioni immediate su tutto me stesso. Evidentemente non me l’aspettavo ma soprattutto lei era meravigliosa: in questa foto c’era una ragazza nera, scoprii dopo che era inglese... era nuda, chinata in avanti con le gambe tese mentre teneva allargato il culo con le mani, con la figa aperta e con la testa girata verso chi le aveva fatto questa fotografia mentre sorrideva divertita. Sono sicuro di aver lasciato passare qualche attimo di troppo, intento ad ammirare tutta quella roba perché Claudia mi chiese “Tutto ok?”. “Oh, sì, tutto ok. Scusami ma non me l’aspettavo. Ma chi è?” dissi riprendendomi un po’. “E’ Giselle, la mia nuova amica” “La tua nuova amica? Non dirmi che la foto gliel’hai fatta tu?!” “Ok, se vuoi non te lo dico... però se ti piace così tanto puoi dare uno sguardo a qualche altra foto... in qualcuna dovrei esserci anch’io” “Ma stai scherzando o dici davvero? In quale foto ci sei anche tu?” Lei mi rubò il mouse e aprì una foto in cui c’era lei, nuda, abbracciata a Giselle. Erano davanti ad uno specchio per fotografarsi. Sentii subito che mi stava diventando duro. “Non sai cosa rischi” le dissi, “quando vedo certe cose non capisco più nulla e, te lo dico subito, non mi assumo nessuna responsabilità” aggiunsi con un sorriso malizioso. “Fantastico, è esattamente quello che volevo!” mi spiazzò. “Bene, ci sei riuscita alla perfezione” le dissi prendendole la mano e portandomela direttamente sulla patta rigonfia. “Difficilmente faccio cilecca” mi sbeffeggiò lei. E iniziò subito ad aprirmi i pantaloni. Io non aspettai nemmeno un secondo e cominciai a palparle le tette... e intanto sentivo che mi eccitavo sempre di più. Me lo tirò fuori e lo prese immediatamente in bocca... iniziò a leccarlo completamente, da cima a fondo per poi riprenderlo in bocca, caldo e scivoloso. “Chiama anche Giselle” mi uscì spontaneo. “Sta già arrivando” mi sorprese nuovamente. Quel fantastico pompino andava avanti e io continuavo a stuzzicare i suoi capezzoli tanto da sentirli durissimi. Passarono pochi minuti e sentii aprirsi la porta... mi girai e la vidi lì, stupenda... la realtà le rendeva giustizia mostrandomela molto più bella di quanto avessi potuto apprezzarla in foto. Mi disse solo “ciao”... non so nemmeno se conoscesse altre parole in italiano. Diede un bacio a Claudia, mi baciò sul naso, si aprì la camicia e mi avvolse la faccia con quella quinta abbondante e morbida che si ritrovava. A quel punto lasciai le tette di Claudia e infilai una mano sotto la minigonna di Giselle scoprendo con piacere che non portava mutandine. Gli strofinai la figa con due dita finché non mi sembrò abbastanza bagnata da schiaffargliele tutte e due dentro. Ci spostammo da lì e ci mettemmo sul letto di Claudia... io sdraiato, ormai nudo... Claudia sempre concentrata su quel cazzo così duro e Giselle si mise a cavallo sulla mia faccia, sbattendomi quella figa calda direttamente in bocca. Lavorai di lingua con tanta intensità da dovermi fermare ad un certo punto perché mi faceva male. Quel clitoride aveva un sapore fantastico e le leccavo la figa con una voglia incredibile. Poi fu il turno di Claudia che scambiò il posto con Giselle. Il sapore di Claudia era diverso ma ugualmente buono... e ormai in bocca i due sapori si stavano mischiando creando un cocktail da sballo. Giselle lavorava il cazzo con maestria... lo accarezzava con tutto il palmo della mano e poi se lo spingeva in bocca... aveva la capacità di prenderlo dentro completamente e quando la cappella le toccava la gola sentivo che rischiavo già di venire. Non vi dico che cosa provavo quando ogni tanto se lo metteva tra le tette e partiva con una spagnola da urlo... e quando la cappella era vicina alla bocca tirava fuori tutta quella lunga lingua rossa e mi leccava per bene. Claudia scese e si mise insieme a Giselle... un cazzo solo per due bocche così affamate... se lo litigavano e cercavano di leccarlo insieme... non so dirvi cosa ci possa essere di più bello al mondo... con l’altra mano, Claudia titillava la figa di Giselle e Giselle quella di Claudia. Non sapevo di avere un’amica così porca ma ora non era il momento per soffermarsi su queste considerazioni. Mi alzai, le misi tutte e due a 90. Giselle a sinistra, Claudia a destra. Lo ficcai dentro Giselle che inarcò la schiena con un gemito... e con la mano scopavo anche Claudia... nel frattempo loro annodavano le loro lingue con giochi che mi stavano facendo uscire fuori di testa... e presi a penetrare con forza Giselle, sbattendola ripetutamente e rendendole difficile il gioco di lingua con Claudia. Poi cambiai posizione e cominciai a scoparmi anche Claudia. Claudia gemeva molto più di Giselle. Quei gridolini erano musica per le mie orecchie. A quel punto mi sdraiai di nuovo e Giselle mi cavalcò immediatamente prendendo il cazzo e mettendoselo nella figa. Claudia mi rimise la figa in bocca e ricominciò a slinguazzare con Giselle... ora oltre al sapore di Giselle e Claudia ora sentivo anche il mio... non stavo capendo più niente. Giselle cavalcava sempre con più foga... finché non la vidi fermarsi di colpo e piegarsi su se stessa con un gemito che mi riscaldò il cazzo... era venuta e io sentivo il suo lago attorno al mio arnese... Claudia venne subito dopo, eccitata anche dall’orgasmo di Giselle... e mi inondò la faccia ormai fradicia dei suoi umori. Non riuscii ad andare oltre... uscii velocemente da Giselle che subito lo prese in mano e si chinò con la bocca aperta... Claudia si spostò velocemente e mise la sua bocca vicino a quella di Giselle. Ragazzi, venni con tanta di quell’intensità che riuscii a dissetare tutte e due che continuavano a leccarsi avidamente le labbra in cerca delle ultime gocce di quel dolce nettare bianco. Fu così che mi svegliai e dovetti constatare che anche questa volta era stato solo un sogno, sempre lo stesso... era ormai una persecuzione.
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15 years ago
admin, 75
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Ricordi di vita universitaria
Ciao ragazzi e ragazze, vi racconto una storiella simpatica che mi è successa tanto tempo fà ma che ricordo con tanto "piacere"...
Ero allora all'università ed ero nella stessa facoltà di una accattivante ragazza per dire in gergo eufemistico.
Aveva un fisico come piace a me, non troppo magra e con due tette da paura.
Ebbi la possibilità i conoscerla e di iniziare a scambiarci qualche chiacchiera, e poco alla volta di entrarci in confidenza.
Era molto alla mano e giocava molto sul fatto di aver un gran bel seno molto desiderabile.
Ciò rendeva la cosa ancor più stimolante ed intrigante per le mie intenzioni.
Lei dopo poco tempo notò subito il mio interesse per il suo prorompente decolté e su questo giocava molto...
Spesso mi diceva che quando ci sarebbe stata l'occasione mi avrebbe mostrato il ben di dio e avrei avuto il piacere di poterlo sottoporre alle mie cure ;).
La cosa mi intrigava molto anche se poi pensavo che era solo una sua battuta per giocare un po' con le parole anche se poi ogni volta che si parlava con lei si finiva a parlare di sesso, cosa che a me non dispiaceva affatto... :).
Si parlava spesso delle cosa che preferivamo in ambito sessuale, ormai non avevamo segreti, e spesso si diceva che dovevamo mettere alla prova le nostre conoscenze:).
La cosa divenne ancora ancor più intrigante quando i nostri abbracci diventavano sempre più "intimi" accompagnati da continui strusciamenti che provocavano a me lunghe erezioni che venivano spesso palesemente notate da lei con degli apprezzamenti sulle dimensioni del mio pene, che in quei momenti raggiungeva modestamente una gran bella rigidità :).
Ricordo una volta di averla abbracciata da dietro e lei prontamente si avvicinò con sue sodo sedere al mio pene provocandomi immediatamente una enorme erezione, che lì per lì non sembrava aver provocato in lei nessuna reazione.
Ma successivamente, dopo che avevamo finito di chiacchierare con gli amici, al momento che terminavamo l'abbraccio, lei si girò, si avvicinò al mio orecchio e mi disse che gli dispiaceva che ci staccavamo perché gli piaceva sentirlo fra le sue natiche.
Mentre mi diceva questo, mi indicava il suo seno e notai che si vedevano nitidamente i suoi capezzoli sotto il maglione, tutto ciò seguito da pazze risate.
Non vi dico che eccitazione ancora più forte quando intravidi quei fantastici rigonfiamenti.
E proprio in occasione di questi abbracci molto "calorosi", ho avuto il piacere di sentire la turgidità di quel fantastico seno che durante quelle chiacchierate scoprii era di sesta misura.
Dopo circa due settimane di questi continui piaceri ... successe l'episodio che ricordo con più piacere :)
Un giorno lei mi chiese se potevo accompagnarla a casa perché la sua macchina era a riparare.
Beh non pensavo di poter approfittare di quell'occasione ghiotta ma chiaramente lo speravo...
Mi invitò su per offrirmi da bere e già mentre me lo diceva aveva un sorrisetto che prometteva tutto:).
Salimmo su e mi fece sedere sul divano, si assentò per un momento, tornò e mi offri da bere e colloquiammo del più e del meno.
Poi ad un certo punto mi disse che finalmente eravamo soli e che quindi mi avrebbe fatto vedere i suoi enormi seni.
Lì per lì pensai che come al solito scherzava, ma con mio grande stupore si tirò su il maglione che portava e vidi quei splendidi seni grossi da morire.
Lei mi disse: ”Contento??? Guarda che se vuoi puoi toccarli…”.
Fui preso alla sprovvista dato che lei diceva tutto ridendo come una matta, e quindi vedendo la mia titubanza prese una mia mano e la poggiò sul suo seno.
In quel momento ebbi subito una velocissima erezione, e indossando i pantaloni di una tuta lei notò subito il rigonfiamento accentuato dal fatto che io porto i boxer.
Inizia a palpargli il seno con sempre più foga continuando a ridere come matti facendogli io apprezzamenti sulle dimensioni del suo seno e la durezza dei suoi capezzoli.
Lei mi disse che se volevo potevo baciarli ed io iniziai subito pian piano con sempre più avidità con l'aumentare della mia eccitazione.
Ad un certo punto lei mi chiese se poteva prendere il mano il mio pene perché vederlo l'aveva eccitata da matti.
Io non mi tirai indietro chiaramente e gli dissi di si. Lei lo afferrò con delicatezza ed iniziò a massaggiarlo.
Poi ad un certo punto lo tirò fuori ,e sapendo bene i miei gusti, mi chiese se avrei voluto che lo prendesse in bocca o se lo volevo mettere fra i suoi seni.
Io preso dall'eccitazione del toccare i suoi seni, gli dissi che avrei tanto voluto fare una spagnola, e così ci mettemmo in posizione.
Lei seduta sul divano e io a gambe aperte seduto sulle sue gambe con il pene fra i suoi enormi seni.
Lei iniziò a stringerlo fra le tette movendole su e giù, ma preso da un eccitazione tremenda nel fare quello che sognavo da tempo, sono venuto.
Tre fiotti di sperma la colpirono in volto ed uno arrivò fino ai capelli.
In quel momento ridemmo ancora di più, io con il fiato strozzato della venuta.
Lei allora lo prese in bocca dato che era ancora abbastanza duro e me lo pulì accuratamente con le sue labbra,e lì gli venni ancora una volta in bocca mentre lei lo succhiava mentre mi guardava negli occhi (cosa che io adoro da morire).
Dopo che gli venni in bocca,lei disse che forse era il caso che lei si facesse una doccia avendo tutto il mio sperma sul seno, in faccia e sui capelli.
Ma prima di allontanarsi per andare a farsi la doccia mi disse "Certo che te le ho proprio svuotate le palle oggi eh?", e via altre risate.
Andò al bagno, entra e dopo pochi secondi sentii l'acqua della doccia scendere e la sua voce che diceva "tesoro, tu non ti vieni a lavare ?" con risatina beffarda.
Io che ero ancora sul divano mezzo sdraiata e con ancora in faccia il sorrisetto di goduria,entrai al bagno.
Vidi lei completamente nuda dalla porta della doccia aperta con il ditino che mi faceva "vieni vieni" :)
Come potevo resistere a questa nuova provocazione????:).
Mi spogliai di corsa, entrai e chiusi la porta della doccia.
Ci iniziammo ad insaponare a vicenda. Io iniziai dal suo seno che era ancora appiccicaticcio del mio sperma, e lei mi prese in mano il pene e lo insaponò pian piano.
In quel momento mi divento sempre piu' duro, la girai, la presi da dietro ed iniziai pian piano a metterlo dentro nel suo bel culetto.
Sapevo benissimo che a lei piaceva ciò da tutti i discorsi affrontanti nei giorni precedenti. Lei si piego un pò in avanti appoggiandosi con le mani al muro, e io dopo averlo metto tutto dentro, inizia a stantuffarla pian piano.
Lei inizio a gemere a voce bassa alzandola sempre più col crescere delle mie spinte sempre più forti.
Dopo un pò di questo bel movimento sentivo che stavo per venire, lo tirai fuori e gli venni sulla schiena.
Lei si girò di scatto, si inginocchio e lo prese in bocca per bere il poco sperma che ancora era rimasto.
Fù un pomeriggio, come ben penserete, fantastico.
Il giorno dopo ci rincontrammo e continuammo a parlare dei nostri "soliti" argomenti con un bel pomeriggio in più da raccontarci... :)
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15 years ago
admin, 75
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Addio al nubilato
Questa storia racconta di un bellissimo addio al nubilato fatto alla mia amica Flavia.
Era la fidanzata di un amico, e il loro matrimonio si avvicinava, dopo una cena con molti amici per annunciare il matrimonio e festeggiare con loro questo evento, restammo in pochi a fare le ultime chiacchiere, tutto sembrava filare liscio come tante altre serate trascorse in compagnia.
Dopo un pò mi alzo per andare in bagno, dopo aver fatto mi soffermo in bagno per lavarmi le mani, ad un tratto entra Flavia, i nostri sguardi si incrociarono nello specchio e ci sorridemmo come fanno due conoscenti.
Mantre io uscivo dal bagno mi sono sentito tirare per un braccio mi girai ed era Flavia che mi fissava con i suoi occhioni, e con una voce molto emozionata mi disse se poteva farmi una domanda, gli risposi con molta naturalezza che poteva farmi qualsiasi domanda, allora dopo aver fatto un grosso sospiro mi chiese se mi andava di farle un addio al nubilato.
Inizialmente rimasi perplesso, anche perché non avevo capito bene cosa voleva che io facessi, lei mi rispose molto emozionata che voleva trascorrere una notte speciale solo con me.
A questa richiesta mi presi un pò di tempo per pensarci.
Dopo un paio di giorni chiamai Flavia per comunicarle la mia decisione,a quel punto mi dette appuntamento in albergo a Reggio Calabria.
Arrivo il giorno dell’appuntamento e andai a prenderla nel luogo che avevamo prefissato, Flavia si presento quel giorno eccitante come non mai, camicia bianca dove si intravedeva il reggiseno di pizzo bianco e un seno non molto prorompente ma molto sexy.
Una minigonna che lasciava uscire delle gambe bellissime avvolte in delle calze a rete molto eccitanti e degli stivali.
Arrivammo in albergo e prendemmo la camera, inizialmente non dicemmo una parola ma appena seduti sul letto le nostre bocche iniziarono a sfiorarsi, le lingue si intrecciarono e i nostri corpi si avvicinavano sempre di più.
Iniziai a sbottonare la camicia e le mie labbra scendevano sul suo collo, aveva una pelle vellutata, aperta la camicia mi trovai davanti ad un seno bellissimo avvolto in un reggiseno di pizzo e la sua pancia piatta che vibrava ogni volta che la mia mano sfiorava la sua pelle.
Dopo aver sbottonato il reggiseno, le mie labbra iniziarono a succhiare i suoi capezzoli turgidi e le mie mani scendevano verso le sue gambe, dopo avergli tolto gli stivali, sfilai la minigonna facendo uscire il perizoma di pizzo bianco.
Mentre io scendevo con la bocca verso la sua figa, lei mi fermò e inizio a sbottonarmi la camicia e poi i pantaloni, ero in piedi davanti a lei la sua bocca si avvicinò al mio cazzo ormai duro e senza togliermi i boxer iniziò a baciarmelo e prendermelo in bocca.
Mentre faceva scendere le sue mani sul mio petto mi sfilo i boxer facendo uscire il mio pene che ormai stava esplodendo ed inizio a baciare la cappella poi con la punta della lingua scese giù fino a leccarmi le palle, poi torno su e lo prese tutto in bocca.
Preso da questo fantastico pompino di Flavia gli sfilai il perizoma e iniziai un sessantanove da favola, cominciai a leccargli con la punta della lingua il suo interno coscia per poi scivolare verso le labbra della figa ormai tutte bagnate dai suoi umori.
Mentre lei spompinava il mio cazzo con gusto, io leccavo il suo clitoride e tutta la figa, dopo un po che stavo leccando gli infilai dentro prima un dito e poi due, ormai era pronta per prendere il cazzo, gli apri le gambe e infilai la mia cappella dentro la sua figa e poi con un colpo forte entrai dentro facendola ansimare dal piacere e andai avanti alternandomi con colpi dolci e sensuali e con colpi secchi e potenti.
La sentii arrivare più di una volta ma lei non voleva fermarsi anzi ne chiedeva sempre di più, cambiammo molte posizioni, e ogni volta era un continuo orgasmo.
Quando si accorse che stavo per arrivare mi chiese di sfondarla il culo, si mise a pecorina e si avvicino al mio cazzo duro come una roccia, gli lubrificai il culetto stretto ed entrai dentro, dopo aver forzato un po’ entrai nel suo culo stretto e dopo aver dato due colpi arrivai forte nel suo culo fino ad inondarlo della mia sborra.
Andammo avanti fino alla 5 del mattino senza mai fermarci, la accompagnai a casa per poi rivederla vestita del suo abito bianco.
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 14 hours ago -
Brenda
Ancora quella sensazione che conosco bene: l'urgenza di lavar via l'eccitazione ed al tempo stesso la frustrazione di aver goduto nel fare la troia passiva... dovrei essere al riparo qui nel box della doccia: l'acqua scivola giu' dalle spalle fino ai piedi, è calda, profumata di bagno schiuma, ma...sono agitata(o) e non riesco a rilassarmi. Sono in confusione, mi sono spinta(o) troppo in là, non volevo arrivare fino a questo punto...avevo soltanto bisogno di una piccola ambigua morbosa emozione di sesso esagerato ma facile da lavar via dalla coscienza con una doccia ed invece... stavolta è stato diverso. Sono in grande ansia ed è inutile nascondermi a me stessa/o: stavolta mi è maledettamente piaciuto, anzi stavolta mi sono sentita/o appagata come mai prima, e nulla sarà piu' come prima.
Il problema è proprio questo: sessualmente sono stata com-ple-ta-men-te soddisfatta da Lui, sì, lo devo ammettere: il suo sperma è ancora dentro di me e non voglio lasciarlo uscire, il suo cazzo mi è arrivato fino nel cervello, sono disorientata, assoggettata, inebetita come una bambola di pezza... ora, ahimè, sono diventata totalmente passiva nel corpo e nella testa. Lui, un maschio sconosciuto fino a due ore prima, è ancora di là in camera da letto e per quanto sia assurdo io non vedo l'ora di tornargli vicino, di abbracciarlo, di stringermi a lui, di appoggiare la mia guancia sul suo cazzo per adorarlo e tempestarlo di piccoli baci, supplicarlo di stare ancora un po', di riposare mentre sfioro con le dita il suo corpo maschio, vigoroso, prepotente.
Non è mai stato così, prima, dannazione, cosa mi succede? Mi sto innamorando di un uomo? Mai avevo desiderato un maschio in questo modo, mi sento femmina, inerme, febbricitante, voglio solo che Lui resti con me, voglio servirlo, aspettarlo, voglio piacergli, voglio che sia contento di me... oh mioddio, ma che sto dicendo io sono una travesta occasionale, dovrebbe essere solo un gioco, un ruolo femminile da interpretare ogni tanto per poi rifugiarmi nella mia pseudo-mascolinità... sussulto: la sua voce cancella questi pensieri, mi sta chiamando: ho il cuore in gola. Mi asciugo in fretta("eccomi, arrivo, amore!") e passo della crema sulla pelle liscia (il giorno prima avevo provveduto ad una depilazione assoluta, totale, non avevo mai osato tanto), un tocco di cipria compatta, lucidalabbra, sfilo il tampax, un pò di profumo e finalmente torno di là da lui... luce bassa, musica, odore di incenso e di sigaretta.
E'semiseduto, appoggiato al mucchio di cuscini in posa provocatoria con la mano che oscenamente massaggia l'uccello: mi sorride sicuro di sè mentre mi avvicino ancheggiando sui tacchi alti... indugio accanto al letto lasciando scivolare a terra l'accappatoio e quando mi afferra il polso fingo di volermi sottrarre... mi tira forte verso di lui piegandomi il braccio dietro la schiena, ora sono inarcata ed immobilizzata, avvicina la sua bocca alla mia e mi bacia con prepotenza, la sua lingua mi penetra, si intreccia con la mia, respiro fresco tabacco e desiderio bollente, le sue mani forti mi afferrano sotto le natiche e mi sollevano come fossi un fuscello a cavalcioni delle sue cosce, non posso credere che sia di nuovo così eccitato, il suo cazzo è teso, caldo, sento che cerca il mio sfintere, apro al massimo le mie gambe e con voluttosa lentezza le incrocio intorno ai suoi fianchi, gli passo le braccia dietro il collo mentre lui con la bocca incollata alla mia mi aggiusta in posizione con un paio di scossoni e punta decisamente il cazzo contro il buco del culo indolenzito per la scopata di poco prima, ma ancora viscido della sborra golosamente conservata complice il tampax... quest'uomo mi desidera piu' di quanto non avrei osato immaginare: lo sento ansimare e comincia ad entrarmi dentro con perfida lentezza consapevole che il suo cazzo è fin troppo grosso, lui sa che provo dolore ed io so quanto lo ecciti l'idea che mi sta letteralmente slabbrando; mi bagno come una cagna in calore, il mio stesso retto sta lubrificando la sua verga che comincia a scivolarmi nel culo con un rumore osceno, ritmato.
Perdo il senso del tempo sotto i suoi colpi ora lenti ora incalzanti e mi lascio andare completamente, sobbalzando ad ogni affondo che mi strappa un gemito di sofferenza e piacere. Dalla bocca semiaperta mi cola giu' un filo di bava e come allucinata vedo il mio ventre sollevarsi un pò ogni volta che la sua mazza sprofonda dentro i miei visceri, oh cazzo, sono impalata, appoggio il palmo della mano sull'ombelico e sento quella bestia viva ritrarsi e di nuovo farsi strada nel mio ventre... vado fuori di testa, questa sensazione mi provoca violente ed inaspettate contrazioni nel culo...sarà quasi mezz'ora che mi sta inculando, sento che tra poco avrò un orgasmo e percepisco che sarà diverso, sarà dentro, in un punto tra il retto e il pube, non verrò come è sempre stato, da "maschio", non so bene come ma sarà diverso, sarà Lui a portarmici, lo sento, lui mi strapperà qusto orgasmo e sarò violata, come se una mano mi entrasse dentro la pancia e mi rivoltasse i visceri lasciandomi senza fiato... mentre penso tutto questo un brivido mi fa vibrare la schiena, tre o quattro contrazioni spasmodiche del ventre mi fanno curvare in avanti, lui stesso mi guarda sorpreso e si ferma ben conficcato dentro di me... urlo, mordo il suo collo ed urlo ancora spingendo come un'invasata il bacino verso la base del suo cazzone mentre con inaspettata dolcezza mi cinge la schiena con un braccio e porta una mano sulla mia nuca, quasi a sostenermi mentre le scosse del mio primo orgasmo di femmina bruciano ogni residuo di energia.
Sono tremante, sudata ed affannata mentre mi adagia di schiena sui cuscini, mantenendo saldamente il cazzo dentro di me; restiamo immobili per alcuni minuti poi con lentezza esasperante lo sfila per riaffondarlo improvvisamente, sta spadroneggiando e continua per decine e decine di volte; sono sfinita ma vorrei non si fermasse mai... avverto nettamente l'asta che si ingrossa colpo dopo colpo, fino a che con un movimento repentino si strappa via dal culo facendomi latrare dal dolore e spavaldamente allarga le sue cosce ai lati del mio viso accostando il cazzo alle mie labbra... con la testa reclinata all'indietro spalanco la bocca e offro la mia lingua ai suoi schizzi che ad ondate successive mi staffilano fino in gola mentre con le mani tormento quel cazzo stupendo. Non ingoio, attendo... voglio che mi guardi, che si renda conto di aver fatto di me un'autentica puttana, che veda la mia bocca piena di sborra: me ne avrà scaricata dentro mezzo bicchiere e me la sto gustando con voluttà degna di una pazza ninfomane...è difficile descrivere quanto questa notte di sesso mi stia cambiando: certo, avrò paura del dopo, del domani, del resto della mia vita ma ora sono in orbita, schizzata, annichilita dal piacere.
Finalmente anche Lui esausto, mi ha lasciata sola per dieci minuti ed ora, tornato dal bagno, si accende una sigaretta e mi parla in tono deciso: " Voglio rivederti. Voglio scoparti ancora e tanto, ma ti avverto: se accetti, farò di te una schiava, ti userò come e con chi mi andrà. Se solo pensi di fare la troia a mia insaputa, te ne farò pentire a forza di botte. Chiaro?" Eccolo, il maschio, pensai, possessivo, prepotente, violento... se gli dico di sì mi metto nei guai, ma se avevo goduto come una donna era stato grazie a lui, e allora... perchè no? Mi alzai vezzosamente dal letto e lo raggiunsi alle spalle in mezzo alla stanza abbracciandolo da dietro, carezzandogli i fianchi ed il cazzo piacevolmente ammorbidito..." ma io sono già tua, amore, solo tua, e lo rimarrò anche se tu non mi volessi già piu'... ti giuro che pur di averti ancora dentro di me farò quello che vorrai, sarò a tua completa disposizione. Ma tu devi concedermi una cosa: mi hai fatto donna e voglio essere certa che in ogni istante tu mi senta la Tua donna, oltre che naturalmente la tua schiava. Per me tu sei il Mio Uomo. Puoi capirmi?" Continuando ad accarezzarlo avevo raccolto da terra la cinta dei suoi pantaloni... gliela offrii in silenzio, come pegno della mia sottomissione. Sorrise. Dopo pochi minuti, Lui, quello che ormai era il mio Uomo e Padrone, usciva di casa lasciandomi il culo segnato da poche selvagge cinghiate: piangevo di dolore e di piacere.
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15 years ago
soloroby,
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Etnapolis
Ciao sono carlo da catania e voglio raccontarvi al mia avventura di stamani con la coppia di amici con la quale da mesi ci divertiamo a provare nuove emozioni.Appuntamento nel centro commerciale a prendere un caffe'in tre...quando la mia signora porcona decide che e'giunto il momento di provare nuovi completini intimi,il povero marito capisce che le cose stanno per mettersi male per le sue povere corna...enttriamo nel negozio e la porcona decide di fare sul serio iniziando a provare tutto quello di piu'sexy presente in negozio con me a fare da giudice e il marito a pagare,alla fine la scelta ricade su di un tanga spettacolare che la brutta porca decide di tenere addosso,dicendo al marito che ha voglia di farsi sfondare con quello addosso appena pagato da lui.sorge un problema....la maiala non riesce ad arrivare a casa e decide di farsi scopare subito...ma dove?dove?la scelta ricade sui bagni presenti dietro la famosa panineria praticamente deserti...lei entra e io lo seguo gia'eccitato da urlo...e il marito ?dove lo mettiamo?il carrello?soluzione:lui fuori a fare da guardia e noi dentro a scopare con lui collegato con il videotelefono....GRANDE....la porca comincia con un lungo pompino da vera maestra quando improvvisamente scatta la richiesta...sfondami il culo senza neppure lubrificarmi voglio gridare...detto fatto ...testa verso la tazza del bagno io dietro che sposto il tanga e inizio a puntare delicatamente il culo...
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15 years ago
melux, 37/37
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La mia prima volta con una coppia
è successo tutto ieri, vero al 100%, io ragazzo normalissimo, mai avuto esperienze strane....mi iscrivo su desy e conosco una coppia ci messaggiamo un pò, e dopo esserci scambiati i numeri di cell, decidiamo di fissare un incontro...alle 14, uscita autostrada xxx, Io arrivo un pò prima, sono molto agitato, dopo circa 15 minuti, arriva lui, un ragazzo di 30 anni,si accosta con l auto e mi dice di seguirlo a casa sua per un caffè, arriviamo, parcheggiamo, e saliamo lui suona ed apre lei, una bella 29 enne, biondina, un pò bassina, ma ben messa,(nella mia mente mi aspettavo di trovarla in abiti sexy), invece era normalissima, pantalone di tuta, che lasciava intravedere un bel culetto ed una maglia molto, molto scollata, con 2 belle tette(circa una 3)....io ero molto agitato, loro cercano di mettermi a mio agio, mi fanno accomodare e lei mi prepara un caffè, parliamo del + e del meno, ad un tratto lui si allontana(forse l avrà fatto apposta)...io resto solo co lei, mi vien voglia di alzarmi e di saltargli addosso, ma l imbarazzo mi trattiene, cosi continuiamo a parlare....dopo il caffè, arriva lui e dice di sbrigarci un pò, perchè doveva rientrare a lavoro...cosi mi dice di seguirlo in camera da letto, entriamo noi 2....subito dopo lei, chiude la porta....ed io il temp che mi tolgo il giubbotto(che imbranato ero ancora con il giubbotto), loro stanno già pomiciando, sento lui che dice: "amore ce l ho già duro" SONO in piedi, vedo lei che si china glie lo tira fuori e glie lo prende in bocca, io non perdo tempo mi avvicino dietr di lei ed inizio a taccargli il culetto....LUI mi ferma e mi fà una premessa, dice: " a lei non piacciono le dita dentro, non vuole che gli si tocchi il lato b ed adora farsela leccare".....cosi non perdo tempo, mentre lei continua a succhiare lui, io mi siedo sul letto lei è a pecora d avanti a me, le tiro giù i pantaloni e le mutandine ed cerco di allargarlgi il culetto per poter arrivare da dietro a leccrgli la fika, glie la lecco un pò...e poi lei si tira su.....e viene sul letto si sdraia, ed io mi tuffo tra le sue cosce...glie le allargo ed inizio a leccarla per bene, mentre lui si mette di fianco e glie lo dà in bocca....lei stringe le sue cosce attorno alla mia testa, mentre io continua a darmi da fare con la lingua......mi tiro su......e mi avvicino anch io dall' altro latto...VOGLIO che me lo prende in bocca, cosi lei lascia il cazzo di lui, si gira ed ingoia il mio, MAMMA come succhiava....ero super eccitato ma ancora imbarazzato...mentre me lo succhia, lui si masturba...ed io le metto una mano tra le cosce e la tocco un pò.....DECIDO di mettermi il preservativo...cosi mi alzo e vado a prenderlo nel mio giubbotto, lei intanto riprende a succhiare lui.....RAGAZZI, cazzo non riuscivo a mettere il preservativo(mai successo) non mi diventava duro....lui vede la mia difficolta, perchè mi è difronte e dice a lei di scoparlo, in maniera tale che io mi sarei masturbato...lui si sdraia e lei li và sopra....si prende tt il cazzo dentro ed inizia a saltare......mmm...ragazzi che scena avevo davanti(mai visto una scopata dal vivo)...io mi masturbo.....mentre loro scopano, Che bel culetto aveva lei, le metto una mano sopra ed inizio a stuzzicarla un pò, mentre la troia continuava a saltare sul cazzo di lui, mentre la tocco, mi scappa una mano sulle palle di lui, ed inizio ad accarazzaglierle....sento lui che gode e dice a lei: "amore, mi stà toccando le palle".....cosi mi chino e glie le inizio a leccare.......lecco le palle di lui, e qualche slinguazzata al culetto di lei, mentre intanto sento una mano che mi prende in mano il cazzo....(io ero di lato) ed inizia a menarmelo....ERA lui, mi sta facendo una sega.....mentre io glie lecco le palle..........mi dice di avvicinarmi...il PORCO lo vuole in bocca, cosi lo accontanto mi avvicino e glie lo dò...lui inizia a succhiare, mentre lei scopa ancora il suo cazzo.....ragazzi non resisto....sto per sborrare.....e mi ritraggo un pò e glie lo dico: "sborro"....la troia mi dice,...se vuoi sborrare, sborra, non preoccuparti....cosi lo prendo in mano...lui apre la bocca.....e lo riempio di sborra...in bocca, in faccia....mamma mia ragazzi, da non credere,.....che esperienza, lei si sfila il cazzo di lui, e lo prende in bocca, mentre io sto ancora li.......che lui mi lecca dopo poco, lui sborra, la sborra in faccia....RAGAZZI CHE ESPERIENZA, (non me la sono scopata, cmq e stata una bellka esperienza) spero si ripeta e che la seconda vada meglio. GIURO tutto VERO al 100%
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15 years ago
Daniele3tuo, 26
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Regalo di compleanno
Marco me lo aveva promesso: Ti farò un bel regalo a luglio, per il tuo compleanno”
E io avevo pensato a qualcosa di carino, che so, un nuovo body di pizzo o un nuovo paio di scarpe coi tacchi a spillo….
Invece, quella sera calda d’estate….
Avevamo convenuto che io andassi da lui a cena. Marco come era solito fare venne ad aprirmi
In slip bianchi (io adoro i maschi in slip bianchi!!). Quel bianco risaltava sul suo corpo abbronzato e modellato
Ci sedemmo a tavola: io indossavo perizoma, calze nere velate e poco più. Di tanto in tanto, allungavo la gamba da sotto il tavolo e il mio piede fasciato si appoggiava dolcemente sul pacco di Marco, sentivo il suo desiderio pulsare e tendersi e lo trovavo molto eccitante.
Lui sorrideva e al momento del dessert, prese il gelato con le dita e me le diede da leccare.
La mia bocca rossa fuoco si apriva e si chiudeva lentamente come se gli stessi succhiando il cazzo con avidità.
“Vieni" – mi disse – prendendomi per mano e dirigendosi verso la camera da letto: nella penombra della sera, la stanza ventilata da una leggera brezza marina, il letto enorme troneggiava, come una grande isola sperduta nell’oceano.
Lui si stesse – e come era solito fare – mise le braccia dietro la testa, allargò le gambe e aspettò che io mi chinassi su di lui.
Il suo pacco – trattenuto a stento dagli slip bianchi – sembrava voler esplodere…
Con le mie piccole mani dalle unghie laccate rosso fuoco, iniziai ad accarezzarlo dolcemente.
Poi chinai la testa su quell’enorme patta e cominciai a baciarla, sfiorandola con le labbra schiuse:
quindi scostando leggermente gli slip, cercai la sua cappella turgida e pulsante e afferando con una mano i ciglioni, iniziai a prenderla lentamente in bocca. Mi piaceva sentire la sua cappella umida
che entrava piano piano dentro la mia bocca calda….Feci scivolare i suoi slip e mentre con una mano tenevo i ciglioni, spingendoli verso il basso, con l’altra cingevo la radice del suo cazzo, il quale turgido e duro pulsava dentro la mia bocca. Ero così intenta a scoparlo di bocca che non mi rendevo conto di quello che stava accadendo intorno.
La mia bocca stava ancora scendendo per l’ennesima volta lungo l’asta dura di Marco, quando – improvviso qualcuno scostò il perizoma che birichino si insinuava tra le mie chiappe sode, e qualcosa di umido e vibrante iniziò ad insinuarsi dentro di me :qualcuno mi stava leccando il buchetto..
La lingua di questo inaspettato sconosciuto si spingeva sempre più affondo e io eccitata e incredula, continuavo a pompare con foga il cazzo del mio uomo. Poi, improvvisamente sentii dietro qualcosa di grosso, umido e turgido che lentamente si faceva strada nel mio buco allargato e bagnato dalla saliva, Fui pervasa da un grande piacere, caldo e forte, quando il cazzo dello sconosciuto mi allargò con maschia forza e determinazione…
Marco aveva preso a tenermi la testa, mentre l’altro –appoggiate le mani sulle mie chiappe, iniziò a darmi dei grandi colpi di cazzo. Ogni volta che arrivava in fondo al mio culo, io avevo il cazzo di Marco in fondo alla gola, e quando lo sconosciuto si ritraeva per sferrare un altro affondo, la mia testa si sollevava e io avevo il cazzo di Marco in punta sulla mia labbra, e poi ancora un colpo di reni e giù nuovamente fino alla radice del cazzo di Marco…
I due maschi erano infoiati e mentre uno (Marco) ansimava di piacere, l'altro (lo sconosciuto) mi incitava ad essere sempre più troia. "Sei una troia da monta - mi gridava - Dai, fai vedere quanto sei troia....Succhiagli bene il cazzo al tuo maschio...
Dai puttana! Dai che ti riempiamo la bocca e il culo...
Nel silenzio della notte, calda e stellata, una leggera brezza ci sfiorò i corpi nudi: proprio
quando in un prolungato grido di piacere i due maschi esplosero dentro di me il loro più intimo piacere!!!
Mai festa di compleanno fu più riuscita, mai dono fu più gradito….grazie Marco e grazie al suo sconosciuto amico
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15 years ago
misentodonna,
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Memorie di una trav - 4° parte - i primi acquisti
Passò del tempo da quella prima volta in motel prima di addentrarmi in altre esperienze trasgressive da travesta. Dovevo metabolizzare quello che era accaduto e capire dove mi avrebbe portato. Avevo paura, anche un po' di vergogna, ma ero molto eccitata dall'effetto che avevo suscitato su quell'uomo che era riuscito a farmi sentire per poche ora una donna. Ovviamente mi basavo sul riscontro di una sola esperienza, ma era sufficiente a invogliarmi a continuare l'esplorazione di questo nuovo modo di vivere la mia sessualità. L'idea di eccitare ed essere oggetto di piacere, di sentirmi donna e desiderata sessualmente, mi procurava brividi indescrivibili.
Decisi che i primi passi successivi dovevano essere quelli di farmi un piccolo guardaroba. Lavorando in proprio ed avendo l'ufficio vicino a casa, decisi che avrei tenuto in una borsa nella soffitta il necessario per travestirmi. Iniziai a girare per negozi per acquistare biancheria intima femminile. Ero imbarazzata ed allo stesso tempo eccitata da quello che stavo facendo. Andai principalmente nei grandi magazzini, che sono più anonimi, e mi procurai calze autoreggenti, perizomi e un kit per il trucco. Le calze le scelsi nere velate e a rete, mentre i perizomi nel acquistai sia di neri che rossi, verdi e blu. Poi andai in un sexy shop e comprai un paio di completini supersexy con reggiseno a balconcino e slip trasparenti di color blu e neri. Presi anche un vibratore nero a forma di fallo e un tubetto di gel lubrificante. Questi furono i primi acquisti e decisi che erano sufficienti per iniziare.
Alla sera uscivo spesso di casa dopo cena e con la scusa di lavoro arretrato in ufficio andavo a provare i miei nuovi acquisti. Provavo molto piacere ad indossare l'intimo femminile. Era una specie di rituale magico. Lentamente infilavo il perizoma, avendo cura di nascondere il mio piccolo sesso in basso tra i testicoli in modo che si vedesse il meno possibile. Poi avvolgevo le mie gambe con le calze autoreggenti velate e fissavo il reggiseno. Mi ammiravo allo specchio, cercando di assumere pose femminile e provocanti. Era un gioco spontaneo che assuefava gradualmente la mia mente. Ogni sera desideravo correre in ufficio per essere donna. Di notte sognavo di far godere tanti maschi e mi capitava spesso di avere degli orgasmi nel sonno.
Decisi che dovevo darmi un nome d'arte. Iniziai quindi a chattare con lo pseudo Jessika. Non potevo trovare nome migliore. Jessika attraeva i maschi come il nettare dei fiori le api...
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 14 hours ago -
Solain casa....!
Era una fredda sera d’inverno ed ero sola in casa; il mio ragazzo era uscito per una cena si lavoro….così, annoiata, decisi di navigare un po’ su internet…..sino a quando finii sul sito di Desiderya ed inizia a guardare, tra le varie foto, le foto dei cazzi.....e la voglia mi iniziò ad assalire…
Iniziai a sentire le mutandine bagnarsi ed i capezzoli inturgidirsi…..ed il corpo si accaldava e fremeva sempre più….così decisi di chiamare un “amico di gioco” che era da molto tempo che non vedevo più……..appena gli dissi che ero sola in casa accettò subito il mio invito ed arrivò a casa in un battibaleno…….scambiammo quattro chiacchiere, bevemmo un buon bicchiere di vino bianco mentre io lo stuzzicavo passando la lingua sul bordo del bicchiere….vedevo i suo jeans gonfiarsi e passandogli una mano sopra sentii il suo cazzo gonfio…..mentre lui mi diceva che era da tanto tempo che desiderava rivedermi e sentire il mio culetto caldo…….
Abbassai i suoi pantaloni e presi il suo cazzo tra le mie labbra, diventava sempre più grosso nella mia bocca e pulsava sempre più….ogni tanto mi fermava la testa con la sua mano per rallentare la mia bocca….e la mia mano che glielo stringeva forte e glielo avvolgeva tutto…..era eccitatissimo e mi doveva fermare per non finire subito “il gioco”…..ah dimenticavo….prima di iniziare accesi la videocamera per registrare tutta la serata e lasciare una piacevole sorpresa al mio lui ….magari sul desktop del PC………
Lui quindi prese il clitoride fra le sue labbra, era bravissimo, aveva un ritmo di lingua fantastico e mentre venivo gli bagnai tutte le labbra…...
La serata terminò, dopo che mi aveva aperto entrambi i “buchetti” e mi aveva riempito la schiena di “crema” caldissima…..terminò con il dubbio che mentre mi scopava il culetto alla pecorina me lo abbia infilato senza preservativo…….un paio di volte nel corso della serata mia aveva sussurrato “…te lo voglio mettere al culo senza…”….ma a causa dei troppi bicchieri di vino e della posizione ancora devo capire se sia solo un dubbio o la realtà…....Piacevole dubbio….!
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15 years ago
admin, 75
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La prima volta in quattro
Tutto è iniziato una bellima sera nella spiaggia di un villaggio vacanze !
Avevamo conosciuto ,pochi giorni prima , una coppia Toscana molto simpatica ed allegra e quella sera decidemmo di mangiare al tavolo assieme. Ne io e ne la mia dolce Sofia siamo grandi bevitori , ma quella sera , vuio la luna o l'aria stupenda che si respirava , bevemmo di più del solito. Lo stesso fece l'altra coppia e dopo un pò si rideva per nulla. Ogni tanto sia io che Alex( li chiamerò Alex e Anna ) mettevamo una mano sulle gambe della relative Donne. Loro un pò imbarazzate ridevano di più. Tra noi uomini c'erano sguardi di intesa che dicevano tutto e niente ma molto maliziosi . Finita la cena ci diriggemmo direttamente verso la spiaggia , con la scusa di ammirare la luna piena. Andammo verso la battigia e ci sedemmo sulla sabbia sempre scherzando e ridendo.Eravamo seduti abbastanza vicini e le donne erano nel mezzo di noi due.Io ed Alex cominciammo piano piano a baciare e toccare ognunola propria Donna , che non dimostrarono nessun pudore , anzi dettero l'impressione di essere entrambe già eccitate.Piano piano finimmo sempre più vicini e ad un certo punto Alex prese la mia mano e la mise sul corpo di Anna , feci subito altrettanto sotto gli occhi complici della mia dolcissima. Loro erano ormai troppo vicine e noi le spingevamo sempre più l'una verso l'altra.Io accarezzavo il culo e la schiena di Anna lentamente , assaporando quel corpo molto bello e sexy con le mie mani ed immaginando ben altro . Alex faceva altrettanto , le aveva spostato la gonna e messo la mano nelle mutandine. Eravamo tutti molto eccitati ad assaporare questi intriganti ed erotici momenti , quando ci accorgemmo che Anna e Sofia cominciarono a toccarsi tra di loro. Il desiderio salì alle stelle e senza indugio alzammo le loro gonne e ,standogli dietro , tirammo fuori il nostro menbro , ormai durissimo ,e con molta passione lo infilammo nelle loro passere ormai bagnatissime.
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15 years ago
admin, 75
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Notte bianca
E' una sera come tante...
tranne che è la prima volta che fanno la notte bianca a Roma.
Esco dalla doccia e Marco mi dice :
Preparati amore... usciamo.
Io dico ok va bene il tempo necessario per prepararmi..
finisco di asciugarmi, lui mi guarda sorridendo ...Io lo vedo strano...bho!!
cmq prendo le cose per vestirmi e , inizio a farlo
l'intimo, bianco di pizzo
perizoma e balconcino.
autoreggenti.
gonna , camicia e magliettina.
mi asciugo i capelli e mi trucco.. sono pronta
saliamo in macchina e sento che deve accadere qualcosa, sento che sta tramando, ma nn dico nulla.
Arriviamo a Roma ...si ferma in un parcheggio e mi dice..
Amore ora devo fare una cosa fidati.
rispondo OK!!!
Prende una benda e......Mi dice ...devo bendarti. nn preoccuparti io sono qui sempre.
Nn parlo nn dico nulla mi lascio bendare.
sento arrivare una macchina vicino a noi...
pargheggia....
apre la portiera, scende , apre il mio sportello, sento una mano prendere la mia senza dire nulla..
e mi guida nella sua auto.
io davanti, con lui, che mi ha tenuto per mano quasi tutto il viaggio e Marco seduto dietro . dopo un bel po, si ferma, scendiamo e sempre lui con la sua calda mano mi aiuta a scendere e , mi guida .
saliamo scalini entriamo in un portone poi ascensore...la sua porta e Marco mi dice ,amore tranquilla siamo a casa di un amico.
Io nn fiato... annuisco solamente, è bella questa sensazione..è bello nn sapere , sentire il respiro .. e tutto quello che c'è intorno così a intuito...
Posso garantire che avevo il cuore a mille ,mentre cercavo di capire con chi eravamo
parla solo Marco lui tassativamente muto
sentivo solo la sua mano ,il suo profumo e il respiro...mmmm
tutto molto eccitante.
beviamo...( acqua) poi ci spostiamo dalla sala in camera.
c'era della musica e si sentiva odore di incensi.
mi sfiora, mi abbraccia per ballare...Dio mio che bello...
sentire la sua mano, la sua bocca.. sfiorarmi...
ero eccitatissima.
Mentre balliamo inizia a togliermi la maglietta, aprire la camicia piano piano dolcemente e baciarmi...
mi bacia il collo.... le braccia tutto lentamente...mi fa sobbalzare, il mio respiro si fa più forte.
i suoi baci la sua lingua...sul collo braccia e scende...sulla schiena.. pianoo uhmmmm..( che bello) i fianchi, ora slaccia la gonna e giù via, è pazzesco sembra conoscere i miei punti.. Viene davanti mi stringe e balliamo...mentre mi porta verso il letto.. dove mi adagia dolcemente.
poi per alcuni secondi nn sento nulla
si è allontanato..
chiamo chiedo a marco che succede... Mi dice nulla tranquilla ..
sento che si riavvicina, mi prende il piede, lo bacia e sale...mentre le mani sfiorano carezzano..
che mani calde, delicate ma esperte!!
sale è sul ginocchio .. si ferma sento che anche il suo respiro cambia.
con le mani mi sfiora e apre le gambe...e la sua lingua sale dalla coscia e su sempre più su ...ecco...ora mi lecca, uhmmmm che piacere mi inarco...mi eccita mi fa sussultare.
e poi............
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15 years ago
admin, 75
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Io e debora
Conoscevo Debora da ormai circa 10 anni. Dai tempi dell’univeristà e dei primi lavoretti ad arrotondare la paghetta per concedersi qualche sfizio in più. Il primo incontro avvenne proprio sul luogo di lavoro: un bar in zona centrale, a Milano, dove entrambi avevamo trovato impiego part-time. Ricordo il primo giorno in cui la vidi, vestita di nero con una canottiera aderente e generosamente scollata sul suo seno minuto e perfettamente arrotondato che resisteva in perfetta forma anche senza reggiseno, esaltando i capezzoli visibilmente sporgenti. E ricordo perfettamente il paio di pantaloni a vita bassa che indossava, di quelli che fanno cascare l’occhio sul pube, alla ricerca dell’ultimo centimetro di nudità che delinea il confine fra la sfrontata provocazione e l’indecenza. Ricordo anche come il padrone del bar, un uomo sulla cinquantina, non smettesse di seguire ogni suo movimento sinuoso e sensuale, fra i tavolini. Era quasi fastidioso. Anzi, personalmente non lo sopportavo proprio. Forse perché mi sentivo in qualche modo in competizione con lui, e sapevo che dalla sua aveva la sua piccola posizione di potere. Ad ogni modo sin dal primo giorno scattò in me una sorta di istinto di protezione, nei confronti di Debora che successivamente sfociò in una grande amicizia. Già… perché sebbene provassi un’enorme attrazione fisica nei suoi confronti, lei aveva altri ragazzi che le piacevano e io divenni presto il suo migliore amico. Lei sapeva che mi piaceva, glie lo avevo fatto capire molto chiaramente almeno in un paio di circostanze, ma la nostra intesa era così buona che riuscimmo entrambi ad accettare il fatto che lei mi piacesse, ma che da un punto di vista sessuale non ci sarebbero stati sviluppi.
Dopo anni di amicizia e frequentazione avevo ormai scalzato quel chiodo fisso che nei primi tempi era invece ben piantato nella mia zona erogena. Anche se certe volte non potevo fare a meno di notare quanto fosse sensuale e involontariamente provocante. Debora fa un movimento ricorrente, mentre chiacchiera in serenità, che personalmente mi fa impazzire: si aggiusta il seno nel vestito con un movimento rapido ma decisamente sensuale; mette una mano sul fianco di una tetta, come a comprimerla leggermente verso l’altra, e con l’altra mano fa scorrere un dito lungo il profilo del seno libero, dall’ascella fino quasi alla punta. E’ un movimento innocente, ma vedere le sue mani sui propri seni, quasi a massaggiarli, muoversi con la sensualità che sa trasmettere ad ogni movenza è qualcosa di spettacolare, credetemi.
Continuavamo a frequentarci anche quando c’era qualche relazione in ballo. Anzi, in un’occasione mi prestò la macchina, una sera che la mia era dal meccanico, per uscire con Claudia, una sua amica dalla fama piuttosto vogliosa e che in effetti non perse tempo nell’affondare la sua faccia tra le mie gambe, nell’immediato dopo discoteca. Il giorno seguente riportai la macchina a Debora nel primo pomeriggio, ringraziandola moltissimo. Lei mi guardò sorridendo, chiedendomi come fosse andata la serata. Risposi che era andata abbastanza bene e che ci eravamo divertiti: non mi andava di dirle che Claudia mi aveva spompinato selvaggiamente sul sedile della sua auto ! Ma Debora rispose prontamente: “Si, si… so tutto… Claudia mi ha raccontato…”. Mi imbarazzai un po’, restando in silenzio. Fu Debora a dare il colpo di grazia aggiungendo: “del pompino con ingoio nel parcheggio, anche!”. Come avrete certamente capito, Debora non aveva problemi a parlare apertamente di sesso. Poi prosegui: “No ma tranquillo, guarda che mica mi ha dato fastidio: conosco Claudia molto bene, e ti ho prestato la macchina sapendo che quasi certamente avreste finito per combinarci dentro qualcosa. Basta che non me l’avete sporcata e per il resto non mi da alcun fastidio”.
Il vantaggio di avere una grande amica, è che se è vero che con lei non ci combinerai mai nulla, d’altro canto ti presenta le sue amiche. A quell’età ogni mese conoscevamo nuove persone e io non mancavo di presentare ragazzi a lei, come lei di spendere qualche buona parola per me, presso le sue nuove conoscenze femminili. Fu così che dopo Claudia, con la quale non durò che lo spazio di un weekend, conobbi Valeria una trentacinquenne di 8 anni più grande di me che mi utilizzò come vero e proprio giocattolo sessuale. E poi Rossana, la prima donna che conobbi a preferire la penetrazione anale a quella vaginale; voleva sempre prenderlo da dietro o prima o dopo averlo preso in fica. Frequentai Rossana per circa un mesetto, e devo dire che ancora oggi, per certi versi la rimpiango. Aveva un culetto molto, molto sensuale. In effetti a vederla camminare, da dietro, la prima fantasia che facevi era proprio quella di scoparla lì. Era una vera amante della penetrazione e del coito anale. Quando si sedeva su di me, e iniziava a muoversi sul mio uccello, infilandoselo da sola nel culo, agitando dolcemente le anche, stringendo sapientemente le chiappe con ritmo e intensità crescenti, sembrava quasi che mi stesse facendo un pompino! Era davvero capace di fare autentici pompini con il culo ! Non so bene come riuscisse a trasmettere certe sensazioni, ma quando sentivo l’eccitazione montare, il pene pulsare a mille e il suo culo che me lo massaggiava ingoiandolo fino allo scroto, mi mettevo a gridare ansimando di piacere, mordendole la schiena e strizzandole le tette con mani. Le venivo dentro, inondandola del mio sperma, e lei continuava ad agitarsi anche dopo essere a sua volta venuta. Solo dopo il suo secondo orgasmo consecutivo, che per mia fortuna era molto ravvicinato al primo, lei si accasciava fra le mie gambe, rilasciando la preda esausta e fradicia del proprio seme, ancora turgida e nodosa. Tornando a Debora, comunque, nel corso degli anni, ero finito a letto con metà delle sue amiche e lei praticamente con tutti i miei amici. A volte mi stupiva, quando mi raccontava di scopate selvagge con alcuni miei amici anche piuttosto bruttini. Ora, non che io sia esattamente un fotomodello, anzi, però sono senz’altro meglio di almeno mezza dozzina di alcuni che si sono divertiti assieme a lei. Lei, Debora, comunque ha una teoria riguardo agli uomini bruttini. Sostiene che qualche volta vale la pena sedurre il bruttino, perché a letto “ti spacca in due”. Dice che comunque va selezionato, per non rischiare di finire a letto con uno che viene dopo 3 secondi che tocca un paio di tette o che si emoziona al punto da non farselo neppure rizzare. Ma le scopate più folli, mi racconta, le ha fatte con bruttini navigati. Beati loro, mi veniva da pensare !
In effetti, c’è da capirli. Immaginate un ragazzo che ha fatto le sue esperienze sessuali, certo anche scopando con una certa regolarità, ma che per via del suo aspetto fisico è sempre stato con ragazze timide, dimesse, bruttine o semplicemente né belle né brutte o solo carine.
Ecco: poi immaginate cosa possa fare quando gli si presenta l’occasione della vita ed è la gran figa che lo ha sedotto, facendogliela annusare, sentirla sempre più vicina anche se ancora inarrivabile, e poi senza preavviso, quando tutto sembra svanire come al solito… zac ! farsi trovare nuda nel letto chiedendo di unirsi a lei ! Ecco, questa era la sua tecnica per far impazzire a letto l’uomo bruttino: creargli la situazione da sogno erotico e farlo ritrovare inaspettato protagonista. Pare che funzionasse. Mi ha raccontato che Luca, uno del mio giro di amicizie di qualche anno fa, è venuto 5 volte nel corso della notte ! Scoparono per 4 ore di fila restando in un costante clima di eccitazione e trasgressione, giocando con il gel, il cazzo di gomma di Debora, e ovviamente con i loro corpi che hanno esplorato, mi ha detto vicendevolmente, ogni anfratto, ogni piega… ogni buco.
A Debora piace penetrare l’ano del partner con le proprie dita, mentre lo prende fra le gambe, e a sua volta viene massaggiata e penetrata fra le chiappe, con le dita. Me lo ha confessato proprio quando mi raccontava che di solito solo con i bruttini riesce a penetrargli il culo senza che loro si scompongano più di tanto. Forse per l’eccitazione incredibile, forse per il timore di rovinare la situazione, forse per la voglia di provare tutto in quella notte.
Quando Debora finisce a parlare di queste cose, mi eccito a tal punto che sento il cazzo che inizia a inturgidirsi nelle mutande…ma mi sono sempre trattenuto, perché so che lei è fatta così e non ha alcuna intenzione, in realtà, di fare sesso con me.
Ecco, questa è Debora, e questo sono io. Due vite vissute vicino sotto ogni aspetto, anche quello sessuale attraverso le nostre reciproche confidenze, ma senza che sia mai stato permesso il contatto.
Tempo fa sono andato a casa sua per cenare con alcuni amici. Mi sono presentato alle otto in punto, con una buona bottiglia di vino. Mi ha aperto la porta un amico in comune e una volta tutti a tavola, la serata è proseguita lungo un binario piuttosto pruriginoso. Debora era vestita in modo davvero molto provocante, un top bianco aderentissimo di tessuto sintetico, palesemente indossato senza reggiseno, una minigonna nera che incoraggiava gli sguardi curiosi e un paio di stivali col tacco perfettamente abbracciati fin sopra il ginocchio. Ero elettrizzato anche io, dal suo abbigliamento. La cena proseguì finendo a parlare di sesso, ridendo sulle situazioni più assurde o imbarazzanti che ciascuno di noi aveva vissuto. Monica raccontò di quando i suoi genitori l’avevano beccata per caso, rincasando con largo anticipo, mentre era lanciata in una 69 con il suo ragazzo sul divano nell’ingresso-soggiorno. Il fatto è che siccome era notte (sarebbero dovuti rientrare la mattina seguente), i suoi entrarono piano, e né Monica né Fabrizio si accorsero della loro presenza, continuando ad ansimare e agitarsi, fino a che i genitori non richiusero sonoramente la porta di ingresso alle proprie spalle… Oggi Fabrizio, che evidentemente ha superato alla grande quel terribile imbarazzo, è diventato suo marito !
La serata proseguì fino a tardi, come al solito, e poi ci salutammo tutti per andare a casa. Io però avevo passato la serata ad ammirare Debora, e anche se sapevo che non sarebbe servito a nulla, feci in modo di andar via per ultimo. Con la scusa di aiutarla a risistemare casa, restai con lei da solo.
Avevamo appena finito di parlare di sesso, seppur scherzandoci un po’ su, e Debora aveva i capezzoli vistosamente turgidi che sembravano voler bucare il sottilissimo tessuto del suo top. Le aureole dei capezzoli, scure e definite erano a loro volta perfettamente disegnate e molto più che intuibili. Lei era leggermente sudata, e la cosa mi trasmetteva una sorta di eccitazione che si stava lentamente impadronendo di me. Le sue gambe lunghe e affusolate, con quegli stivali da regina del sesso e quella minigonna striminzita, erano un invito ad essere ammirate. Cosa che non mi trattenni dal fare. La squadrai dai capelli fino ai piedi, indugiando sui suoi occhi che mi guardavano stupiti, incuriositi, sulle sue labbra socchiuse in un’espressione di incerta timidezza, sul suo seno, sulla minigonna e sulle gambe. La guardai fino a metterla in imbarazzo, proprio lei ! E come movimento condizionato si sistemò il seno con quella mossetta così sexy di cui vi dicevo… mi sentii avvampare di eccitazione, e trovai il coraggio o forse il sufficiente abbandono all’emozione, da proseguire nel mio tentativo di seduzione.
Lei Arrossì, e io attaccai: “Beh, ti guardo perché questa sera sei davvero da ammirare. Sei sexy, e ammetto che se non ci conoscessimo da tanti anni, questa sera non so cosa finirei col fare con te.”.
Lei restò in silenzio, guardandomi. Poi si sedette sul divano continuando a fissarmi. Ma il suo sguardo era cambiato. Sembrava più deciso, più serio. Poi disse: “E’ strano vero? Più due persone si conoscono, sono amiche, e più si ha la percezione che il sesso debba restarne fuori. Più desideriamo che l’amicizia si rafforzi, più cerchiamo di tenere lontani pensieri e voglie. Perché ?”
In effetti era una bella domanda, ma in quel momento non avevo voglia di fare filosofia… e forse lei cercava solo una scusa mentale per lasciarsi andare, per superare il blocco psicologico rappresentato dal fatto che io fossi un amico di lunga data. Così le risposi: “Non lo so Debora, ma so per certo che la nostra amicizia è qualcosa di speciale, e che siamo tutti e due consapevoli che quello che stiamo per fare è solo un gioco, un divertimento, un piacere che vogliamo condividere. Sì da amici, come amici…”
Dissi proprio: “quello che stiamo per fare…” perché ormai davo per scontato che lì saremmo finiti. A fare sesso, a scopare sul pavimento, sul tavolo, sul divano o chissà dove e in quale modo, godendo dove ci avrebbe portato l’eccitazione e la curiosità irrefrenabile di scoprire i nostri corpi, le nostre voglie i nostri desideri sessuali più intimi, condividendoli con l’altro.
Debora restò ancora in silenzio per qualche istante. Io mi avvicinai e mi sedetti al suo fianco. L’abbracciai e la sentii fremere sotto le mia dita. Le misi una mano all’interno della coscia guardandola negli occhi, e facendola risalire fino a sotto la minigonna. Il calore del suo corpo e quello della mia mano sembravano quasi poterci scottare. Ansimò chiudendo gli occhi e abbandonandosi all’istinto del piacere e della trasgressione. La baciai, finalmente. Dopo anni di voglie inconfessate e scacciate mai troppo lontano, dopo anni di sottile erotismo coltivato fra noi e mai ammesso, almeno fino a questo momento. Poi mi staccai da lei, alzandomi dal divano, per ammirarla con nuovi occhi. Volevo vederla nuovamente vestita con quegli abiti sensuali e succinti, consapevole che fra poco l’avrei posseduta, sarebbe stata finalmente la mia femmina !
Si alzò anche lei, guardandomi prima negli occhi e poi giù giù fino al mio pacco fin troppo evidentemente rigonfio. Si mise ad improvvisare una danza ritmata coi fianchi, con i seni che ballavano deliziosamente seguendone il ritmo. Presi del ghiaccio dal porta champagne, e lo misi in bocca, poi la baciai sdraiandola sul tappeto e scambiandoci ripetutamente il ghiacciolo e poi scendendo sulle sue tette ancora vestite del top bianco. Lasciai sbrodolare un po’ di acqua ghiacciata sui suoi seni, che divennero ancor più turgidi sotto i colpi della mia lingua attraverso il tessuto ormai praticamente trasparente.
Mi sollevai per godermi lo spettacolo, e poi iniziai a leccarle il collo facendola gemere di eccitazione. Sentivo il sapore della sua pelle in bocca, e avrei voluto sentirlo dappertutto, volevo leccarla, penetrarla, palparla e persino insultarla in un delirio di eccitazione che ormai si era impadronito del mio corpo. Non mi trattenni più e cominciai a parlare: “sei una porca, una troia… la mia amica porca !” intanto la mia mano era scivolata dietro le chiappe a le mie dita avevano iniziato a massaggiarle l’ano con fare ingordo e irriverente, e lei gradì replicando: “sì Stefano ahhh… si…. sono la tua maiala, la tua troia vogliosa… ho provato i cazzi di tutti i tuoi amici, e mi grondava la fica a pensare al tuo… quanto ho aspettato questo momento, cazzo ! scopami, scopami, cazzo !!”
Le sollevai la minigonna, scostandole il tanga minuscolo che indossava, poi mi misi in ginocchio e sollevandole il bacino mi sbottonai i pantaloni. Il mio membro usciva fiero e duro come un bastone dai pantaloni. Dritto, lucido, venoso. Le presi le chiappe fra le mani e gli strusciai il cazzo fra le grandi labbra della sua fighetta perfettamente depilata e inondata dei suoi umori. Sentì il cazzo scivolare senza alcuna resistenza fino al buco e dunque lo spinsi senza indugiare tutto fino in fondo, fino alle palle. Iniziai letteralmente a sbatterla da dietro. I colpi del mio bacino erano scanditi dal rumore della nostra carne che si baciava e si scontrava. Sentivo le palle sbattere contro la sua parte intima e la cosa mi eccitava oltre il limite della sopportazione. Sentivo crescere in me una voglia fuori dal normale, oltre tutto quello che avevo fino a quel momento provato. Le davo colpi di cazzo vigorosi, che la facevano spostare tutta… ansimava ad ogni colpo: “Ah !… Ah!… Ah!… Ah!” quasi come un automa. Andai avanti non so per quanto, pensando di venire da un momento all’altro, ma resistetti. Lei venne la prima volta spruzzando liquidi vaginali sul mio scroto e a quel punto presi a scoparla gridando il mio godimento: “Si… Debora Siiii….. voglio scoparti dappertutto, ti voglio, ti voglio….!!!”. Ci volle ancora poco e il mio uccello si scatenò in una sborrata che le inondò tutta la fica, colando ovunque. Lo tirai fuori solo dopo aver goduto fino all’ultima goccia, e lei si avventò subito sul pene ormai stanco ripulendolo vogliosamente di tutto lo sperma e i suoi umori vaginali.
Lo fece con tale sensualità da farmi avere subito un secondo brevissimo orgasmo. Mi stupii perché non mi era mai successa una cosa del genere! Come una specie di orgasmo multiplo, suppongo.
La cosa fu particolarmente strana perché dopo appena 5 o 6 minuti mi era tornata voglia. Così mentre le leccavo la fica per tenerla su di giri aspettando di riprendermi, le presi una mano e glie la appoggiai sul mio membro che stava nuovamente inturgidendosi completamente per farle sentire che ero di nuovo pronto. La cosa la eccitò notevolmente: “Ora voglio godere nel culo !” disse mettendosi una mano su una chiappa. Aspetta, risposi… mi alzai mentre lei iniziava a masturbarsi il clitoride, e presi una bottiglia di birra vuota dal tavolo. Debora spalancò gli occhi di voglia bramosa, capendo subito cosa avevo intenzione di fare: presi a strusciargliela fra le chiappe e poi iniziai delicatamente a inserirla nell’ano spingendo sempre con più vigore, fino a farla entrare praticamente per metà… A quel punto lei iniziò a gattonare strusciandosi voluttuosamente sul tappeto, per sentire la bottiglia muoversi là dietro. Iniziò a gattonare verso la sua camera da letto, e io la seguii cercando di capire cosa avesse in mente di fare.
Arrivò fino al comodino e aprì l’anta tirando fuori un enorme cazzo di gomma. Salì sul letto con la bottiglia di birra ancora fra le chiappe e si infilò il gigantesco cazzo nella figa. Poi schiacciò il bottone e il cazzo iniziò a vibrare potentemente fra le sue cosce. Era tornata a gridare di piacere, e io la stavo guardando negli occhi mentre mi mise la mia mano sul mio cazzo e iniziò a farmi masturbare. Capii subito cosa voleva, e così mi misi in ginocchio a masturbarmi mentre lei a sua volta si masturbava l’ano con la bottiglia, la fica con il vibratore e il clitoride con le dita…
“Ti piace vedere che la gente si masturba guardandoti eh? Bella porca !! sei proprio una porca vogliosa !!” – “si, masturbati e dimmi cosa mi farai dopo ! dimmi cosa ti viene voglia di farmi a guardarmi mentre ti masturbi !!”
Così mentre ci stavamo masturbando guardandoci l’un l’altro iniziai: “ora mi voglio godere te che ti masturbi in tutti i buchi, e poi quando inizierai ad ansimare ancora di più ti metterò il mio cazzo in bocca per fartelo succhiare come un’attricetta porno che si esibisce per il suo uomo… “. Quando dissi quelle parole, Deborà salì vistosamente di eccitazione: il paragone con l’attricetta porno la eccitò parecchio… visto che si alzò e prese il suo cellulare e iniziò a riprendere dapprima le sue dita sul clitoride e poi io che mi menavo l’uccello in modo sempre più vigoroso. Poi non soddisfatta si sporse leggermente dal letto e prese dall’armadio una videocamera !!
“Sì bene, brava la mia porno diva ! continua a masturbarti ! “ e iniziai a filmarla mentre cominciava davvero a godere come una porno diva… “e poi te lo metto in bocca e me lo succhierai… mi leccherai le palle e ingoierai avidamente finalmente il mio uccello che hai sempre voluto assaggiare…”. Lei rispose “Sì, dammi il tuo cazzo, lo voglio, dammelo in bocca, voglio sentire il tuo cazzo !!” e così mi avvicinai mentre riprendevo tutto, e le spinsi il membro in bocca mentre lei continuava a masturbarsi con il vibratore, la bottiglia nel culo e le dita…
Iniziai a scoparla in bocca con movimenti lenti e regolari, lasciando alla sua iniziativa la possibilità di spompinare con maggior foga. Man mano che montava il godimento dentro di lei, succhiava con sempre maggior foga e avidità. Iniziò a succhiare il palo come in un film porno, e in effetti era quello che stavamo facendo, visto che io stavo riprendendo tutto con la sua videocamera!
Mi abbracciò dal sedere, spingendo fino in fondo alla gola il mio uccello gonfio oltre l’immaginabile, stavo godendo come un maiale e ansimavo in modo sempre più gutturale. Lei gemeva e si dimenava fra le gambe in modo sempre più scoordinato. Le presi allora una mano e glie la infilai fra le mie chiappe, spingendola sull’ano. Sapevo che le piaceva penetrare l’ano del suo uomo con le sue dita, durante l’amplesso, e sapevo che non lo aveva ancora fatto solo per timore di un mio rifiuto. Ma in quel momento volevo solo che godesse come mai prima, senza ritegno, senza la minima inibizione… non era una cosa che mi piaceva particolarmente, sentire le sue dita nel culo, ma l’idea che a lei facesse impazzire, mi face pulsare l’uccello stretto fra le sue labbra!
Ad un certo punto venne di nuovo, gemendo col mio cazzo in gola e agitando il bacino alla ricerca del completo godimento anale e vaginale. Allora le tolsi il cazzo di bocca e la bottiglia dal culo. Lei aveva spento il cazzone di gomma, lasciandolo però ancora dentro.
Mi guardò con due occhi vogliosi che invitavano a sborrarle in faccia e così ripresi a masturbarmi mentre lei mi si avvicinò per osservami da vicino e leccare fugacemente le palle mentre me lo menavo a pochi centimetri dal suo viso. La porcellina godeva veramente nel vedere la gente che si masturbava al suo cospetto. Aprì la bocca aspettando ingorda… venni nuovamente, non copiosamente quanto prima, ma abbastanza da coprirle la faccia di liquido. Ero così eccitato che anche dopo essere venuto, avevo ancora voglia di farla godere. Ma adesso lui aveva proprio bisogno di un po’ di riposo. E anche lei… Ci stendemmo sul letto per qualche minuto in silenzio, godendoci il momento. Poi ripresi ad accarezzarmi delicatamente il pene, guardandola. Non mi stavo esattamente masturbando, ma lei capì che cercavo ispirazione nel suo corpo, nelle sue forme. E la cosa ovviamente la eccitava.
Riprendemmo allora dopo un buona pausa ristoratrice, e venimmo nuovamente masturbandoci a vicenda. Poi cademmo addormentati in un sonno profondo. L’indomani fu il primo giorno di un nuovo rapporto di amicizia che si era finalmente evoluto, espanso anche alla sfera dei sensi. Vivemmo e viviamo tutt’ora un rapporto di profonda amicizia, ma senza le stupide inibizioni riguardo al sesso. Ci vediamo anche dieci volte senza finire a letto, in altri periodi invece non possiamo farne a meno. Come se fosse un gioco o un passatempo come tutti gli altri. Ciascuno conducendo la sua vita sessuale e sentimentale con i rispettivi partner. Per un certo periodo smettemmo di fare sesso perché il suo uomo prima, e la mia donna dopo, non avrebbero gradito. Altre volte, invece, siamo finiti a scopare in quattro tutti insieme condividendo il sesso come una situazione aperta e piacevole per tutti. Io penso che l’intimità e l’unicità di un rapporto con il proprio compagno o la propria compagna non possa e non debba essere rappresentato dal sesso. Il sesso è qualcosa di divertente, allegro, fantasioso; e che spesso può essere incredibilmente più divertente quando fatto in gruppo. Certo, ha anche connotazioni più intime e serie con il proprio partner. Esattamente però come il piacere di dialogare, di cenare o di fare qualsiasi altra cosa insieme. E così lo viviamo io e Debora.
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