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La gang (prima parte)
…… il telefonino squillò a lungo, ma Max era sotto la doccia e lo sentì solo a chiamata finita, guadò il numero, era Mario.. chissà cosa voleva. In genere quando lo cercava voleva solo sapere a che punto erano le storie che Max aveva. lo richiamò: ciao boss … disse; ciao vecchio porcello … rispose Mario,
come te la passi? Così – così e tu? Io non male, ma avrei piacere di vederti
…. Sai mi farebbe piacere conoscere la tua nuova fiamma …… si lo sò disse
Max, ma in questo periodo sono troppo sotto pressione dal lavoro , in ogni caso appena trovo un momento libero ci sentiamo …… va bene disse Mario, ma io ti cercavo anche per un’altra cosa … a si’ e cosa? Sai la coppia che ho conosciuto lo scorso mese …. Ebbene hanno deciso di fare il grande passo e io ho bisogno della tua “bocca da fuoco” ….. Max si mise a ridere, quando Mario parlava della sua bocca da fuoco intendeva dire che gli serviva il cazzo che Max aveva fra le gambe … o non che fosse gay,no, voleva dire che voleva organizzare una serata speciale per qualche troia di turno, sicuramente sarebbe stato della partita anche Sam, un mulatto che con Max formavano una vera coppia d’assi, insieme avevano i cazzi più belli e lunghi che c’erano in giro, Sam poteva vantare un “pezzo” da 27 cm e 10 di circonferenza, ma Max aveva si più o meno la stessa lunghezza, ma con i suoi 18 cm di circonferenza faceva paura, e come aveva detto una troia una volta: una donna è ancora vergine fino a che non ha scopato con te , ma dopo è proprio rotta …… Quando sarebbe la serata doc? chiese, se per te va bene sabato sarebbe giusta, disse Mario, Max ci pensò un poco e disse si ma io fino alle 20 sono impegnato, poi non ci sono problemi.Va bene , ma ora parlami un poco della tipa che ti scopi ora com’è? Curioso chiese Mario …. È … è … proprio una gran troia, ma ancora non si rende ben conto del suo potenziale … ma appena ho un po’ di tempo ci lavoro su e …. vedrai ci sarà tanta ciccia anche per te … ma a letto è forte? Forte ….. no non forte è fortissima, Sophia è la più troia che ci sia …. , è capace di succhiarti il cazzo per ore, scopa divinamente e lo prende nel culo come se fosse davanti …. Ma il tuo? Chiese Mario…. Certo…. Allora è proprio troia…. Si ma per ora lo è solo con me ma io ho grandi progetti per la tipa…. E cioè? Per ora non ti dico nulla ma vedrai ci divertiremo, rimase vago Max, sapeva che far morire di curiosità l’amico era la cosa che lo divertiva di più…. Ok, ma sabato cerca di essere in piena forma, di alla vacca che mi servi pieno…. Ok…. il sabato Max si presentò a casa di Mario verso le 21, e quando entrò fu come se fosse arrivata la star della serata, c’era Sam, Luca. Mario. Piero, Tony, e un tipo piccolo e mezzo calvo di nome Fulvio che era il marito , la super fica era Serena, una troia alta 1,85, con una 4° di seno naturale e due cosce da favola, mora con i capelli lunghi fino al seno, e un culo che solo a guardalo ti si rizzava il cazzo….. ora ti chiedevi come una sventola così era sposata con un tipo alquanto insignificante …. Bo!!!! Valle a capire le donne…. , l’unica cosa certa era che voleva una gang in piena regola e quella sera si era lasciata convincere da Mario che sarebbe rimasta soddisfatta … dopo i soliti convenevoli il marito la mise letteralmente nelle mani di Mario, scopatela e riempitela di sborra in ogni buco, io farò solo le foto, voi occupatevi di lei e non di me….
Come se vi fosse bisogno di dirlo….. Mario iniziò a spogliare la vacca, poi Luca prese a toccarle il culo, era estasiato da così tanta bellezza,Tony si occupò delle tette e Piero si mise subito a farle un ditalino… la maiala stava già sciogliendosi, e cominciò a succhiare il cazzo di Mario, mentre Max e Sam restarono in disparte, lasciavano che i ragazzi la facessero scaldare, e che i loro amici si divertissero un po’ , tanto poi quando sarebbero entrati in gioco loro per tutti il divertimento sarebbe quasi finito…..
uuuuuuuuuuuuuuummmmmm……., siiiii…ancora disse la troia, e riprese a succhiare con più forza il cazzo in bocca, Luca le stava leccando il culo, era eccitato tanto che sembrava che volesse scoparla con la lingua…. Poi si posizionò dietro, tirò fuori i suoi 20 cm e cominciò a metterglielo nel culo, siiiiiiiii…….. dai, ma Piero la fece mettere sul letto e mentre il cornuto scattava foto a raffica la fece impalare sul suo cazzo che non aveva nulla di meno di quello di tutti, cosiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii…….. siiiiiiiiiiiiii….piantamelo dentro…… mmmmmmmmmmmmmmmmmmmm…. Ma non potè aggiungere altro che si trovò la bocca piena del cazzo di Sam che come biglietto da visita gli lo sbatte letteralmente un bocca…….. la maiala rimase letteralmente basita alla vista del batacchio, ma per quanto si adoperasse non riusciva a prenderlo in bocca, e la bestia cresceva,cresceva,, ma poi Luca le mise il suo nel culo e lei urlò il suo primo orgasmo, perse la cognizione del tempo, del luogo e iniziò a sborrare a raffica. I ragazzi si alternarono nei vari buchi Luca le riempì il culo, Mario la bocca e le tette, Piero la fica Tony li culo e Sam iniziò ad impalarla sul suo cazzo….. piano………siiiiiiiiiiiiiiii…. Spingi….. spaccami la fica… e………………….. le parole le morirono in gola, aveva visto la bestia di Max…………. si disse il marito: spaccagli la fica e il culo….. a quelle parole Sam dette uno sguardo a Max , i due si capirono al volo, Sam pompò la troia,Max gli lo fecce leccare bene, poi Sam si tolse e lasciò il posto all’amico che andò a piantarlo nella fica della
donna….. lei spalancò la bocca, rifiutò un cazzo che le veniva dato da
succhiare e come se non avesse più voce il respiro le morì in gola……
siiiiiiiiiiiiiiiiiiii……………….piano…….. si….si…. oddio vengoooooooooooooooo…… appena la cappella toccò l’utero lei prese a sborrare come se in tutta la serata non avesse fatto nulla….. lentamente Max prese a muoversi, lei urlava..… .godo…….vengo……..ssssssssiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii….. sfondami…… anche se non vi era bisogno di dirlo Max la stava spaccando a regola d’arte… ma il marito impallidì quando si rese conto che Sam si stava posizionando dietro la donna per fargli il culo…….. nella stanza di colpo vi fù il silenzio… Sam lentamente entrò ,la donna vide i due maschi prenderla e quasi svenne dal piacere…….. mi uccidete………….. ma non fermatevi ..sssssiiiiiiiiiiii……………… sfondatemi…. I due maschi presero a stantufarla alla grande e quando lei fu sul punto di svenire dal tanto godere guardarono gli altri, ad un cenno d’intesa tutti iniziarono a sborrare addosso alla vacca in pieno delirio vengo………………… siiiiiiiiiii……………….. Sam guardò Max, i due si sincronizzarono e
sborrarono insieme dentro la donna che dal piacere quasi svenne.. il cornuto era in estasi , aveva visto la sua donna sfondata da due calibri non indifferenti, che quando uscirono la lasciarono con una caverna al posto del culo e della fica…. Poi tutti iniziarono ad andarsene, la coppia si preparò la donna stava in piedi a mala pena baciò Mario e disse: grazi a tutti, ma si avvicinò a Sam e disse sei stato fantastico….. guardò Max e disse tu sei il primo cazzo che mi ha fatto paura in vita mia…. Non me lo sarei perduto per nulla al mondo….. gli dette un bacio e sorretta da marito se ne andò…. Mario e Max rimasero soli, allora mi dici come sta troia che ti scopi? Max andò al pc di Mario, cercò un pagina di un sito e disse: ti presento Sophia la troia che mi scopo…. L’amico rimase a bocca aperta…… non è
possibile… ma guardo Max e disse…. Si è possibile che tu la scopi….. Max guardò l’amico e disse : un giorno la scoperai anche tu e quel giorno ti farà morie…….
Ma questa è un’altra storia……………………….
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15 years ago
JOKER5,
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Last visit: 15 years ago
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Il sogno si avvera 2 ( by chiara )
Il sogno si avvera 2 (by Chiara)
Ho dormito profondamente, quasi in coma, quasi a non pensare cio’ che era successo, ma evidentemente non era assolutamente possibile: avevo fatto l’amore con uno stallone, avevo completamente stravolta la visione di sessualità che avevo, non avrei mai pensato di arrivare a quei livelli di perversione, anzi prima non pensavo assolutamente che cio’ potesse addirittura esistere nell’immaginario erotico e realmente accadere, ma evidentemente… non mi conoscevo bene neanche io. Avevo avuto un rapporto sessuale con una bestia, ma anziché inorridire, il piacere provato mi ha letteralmente stravolta, ora non vedo l’ora di tornare alla stalla per farmi nuovamente sfondare dallo stallone anche se in verità un giorno di riposo per lenire le membra martellate è necessario. Claudio dopo un po’ si affaccia alla porta con il vassoio della colazione, lo appoggia sul comò e sorridendomi mi si avvicina per “ appoggiarmi “ un tenero bacio sulle labbra, lo abbraccio e tirandomelo sul letto corrispondo con slancio ed amore, forse anche per ringraziarlo per quanto ha fatto per permettere quanto successo. Subito le sue mani corsero alla mia figa indolenzita ed un po’ dolorante, io subito lo pregai lasciarla in pace… non era veramente il caso…ma lui mi disse che in questa occasione ci voleva un trattamento speciale, e detto questo spostò le lenzuola e dopo aver dapprima ammirato il suo “ dolce fiore “ come talvolta chiamava la mia fica, si chinò ed iniziò a tracciare con la lingua immaginari disegni sul mio ventre, mi sbaciucchiava, mordicchiava e lambiva i capezzoli che iniziavano ad inturgidirsi per poi iniziare a scendere verso l’ombellico ed ancora più giù verso il suo “dolce fiore” . Aprì con le mani dolcemente la grandi labbra, ed iniziò a lambire e leccare la fica praticando un massaggio alquanto gradevole. Si soffermava sul bottoncino ormai inturgidito succhiandolo e lambendolo disegnandone il contorno con la punta della lingua per stuzzicarne poi la punta, poi di nuovo a lapparla tutta. Iniziai ad inarcarmi per meglio offrirmi, ma non era la penetrazione che desideravo, Marco lo aveva capito, e continuò a darmi piacere e sollievo con il suo trattamento davvero speciale. Iniziò ad introdurre lievemente la lingua nell’orifizio passando velocemente dal buco al clitoride mentre mi massaggiava ed accarezzava le tette con le mani talvolta stringendole con forza.
Haaa… che bellissimo modo di svegliarsi ed iniziare una nuova giornata! venni in un profondo ed estasiante orgasmo che mi costrinse ad abbandonarmi a braccia e gambe larghe sul letto! Ed in verità l’indolenzimento non lo sentivo quasi più, ma ora ci voleva la colazione!!
Dopo una corroborante doccia, decidemmo con Claudio di uscire a fare un’escursione per le bellissime cittadine limitrofe, non prima di aver assolto al nostro impegno quotidiano, cioè i cavalli, anche se non sarei andata via senza prima aver salutato il mio portentoso amante. Telefonammo che non saremmo rientrati prima di sera e partimmo. Passammo una bellissima mattinata, ma sinceramente poi dissi a Claudio che non mi sarebbe dispiaciuta tornare prima per riposare un po’ di più, detto fatto imbocchiamo la strada del ritorno e in men che non si dica siamo a casa. Una sorpresa ci aspettava, dall’ingresso del cancello notammo la presenza delle macchine dei nostri amici, così pensammo di fargli uno scherzo presentandoci di colpo magari sorprendendoli in situazione provocante, quindi silen- ziosamente ci avviammo verso l’abitazione ed aprimmo la porta senza fare rumore, ci ma in casa non c’era nessuno, io e Marco ci guardammo negli occhi e pensammo ambedue la stessa cosa: la stalla!! Ripensammo subito ai particolari strani di cui avevamo già parlato, la panchetta, la doccia, la maestria e l’assoluta docilità con la quale lo stallone si comportava, quasi fosse stato perfettamente addestrato, nonché l’occhiolino che mi fece Silvana riguardo la docilità di Jack. Ci avviammo furtivamente verso la stalla, ed arrivati vicino alla porta Marco spiò attraverso le fessure e dalla sua espressione capii ciò che stava succedendo dentro, mi abbassai e spiai anch’io attraverso le fessure, la scena era davvero esplosiva, Silvana era abbrancata alla pancia di Jack con il cazzo quasi tutto infilato nella fica, Jack con la maestria che conoscevo la chiavava dolcemente mentre Silvana ogni tanto con un colpo di reni spingeva fino a far entrare il cazzone interamente, fino alle grosse palle che gli sbattevano ogni volta sulle chiappe, Claudio la teneva per i capelli chiavandola in bocca con una tale foga che non so come facesse a respirare anche in considerazione della non trascurabile misura della verga di Claudio. Rimanemmo per un po’ a guardare, intanto nella mia fica iniziavo a sentire un formicolio che conoscevo bene, istintivamente infilai la mia mano sotto la gonna e spostate le mutandine iniziai a sgrillettarmi con passione, ma qualcosa di duro spingeva sulla mia nuca! Era il cazzo di Marco che attraverso i pantaloni faceva sentire tutta la sua durezza, girai la testa, abbassai la lampo ed ingoiai come un’ossessa il cazzo iniziando a pomparmi in preda ad un irrefrenabile raptus. Avevo bisogno di cazzo, ma non di quello del mio Marco, volevo quello di Jack. Marco come se mi avesse letto nel pensiero si abbassò e mi bisbigliò nelle orecchie: cosa dici ci invitiamo alla festa? Iniziai a pensare molto velocemente, nel giro di pochissimo tempo erano successe troppe cose, avevo cambiato il mio modo di essere, gli eventi mi stavano stravolgendo,a quello che era già successo, ora dovevo aggiungere anche un’orgia animalesca e chissà cos’altro ancora. La mia testa pulsava come un tamburo, rimasi un po’ in silenzio, poi l’istinto bestiale ormai esploso in me prevalse, e sia risposi a Marco. Bene disse, allora spogliati spalanca la porta e chiedi di essere invitata alla festa, credo proprio che non ti diranno di no, io ti seguirò a ruota, poi seguiremo gli eventi. Ormai avevo deciso, mi spogliai velocemente ed in men che non si dica in preda ad una foga irrefrenabile ( di cazzo presumo ) spalancai la porta e con le mani sui fianchi con l’espressione di chi vuole biasimare dissi: bene bene qui ci si diverte da soli, e bravi! Silvana e Claudio saltarono letteralmente dallo spavento mi guardarono sgomenti e stupiti poi scoppiarono in una fragorosa risata. Certo che c’è posto anche per te, ripresero subito quasi all’unisono, naturalmente ci sono anch’io disse Marco entrando con il cazzo in paurosa erezione. Scoppiammo tutti di nuovo a ridere e ci tuffammo letteralmente a capofitto in questa nuova espe-rienza. Silvana si alzò venne verso di me, mi prese per mano e portandomi verso Jack di disse nell’orecchio: hai già conosciuto il mio Jack intima-
mente non e vero? strizzandomi maliziosamente un occhio. E già risposi, cosa pensavi di tenertelo da sola? Bene, allora diamoci da fare, e così dicendo misi una mano sotto le palle dello stallone e con l’altra portai il cazzo verso la mia bocca. Iniziai a slinguare con passione la grossa cappella intanto che Silvana per rompere il ghiaccio afferrò letteralmente
Claudio per il manico……ed iniziò a pomparlo di buona lena, Claudio naturalmente di dedicò alla mia fica partendo con un gioco di lingua
davvero fantastico. Haaa… che bello riavere di nuovo quella meravigliosa
mazza fra le mani, giravo con la lingua intorno alla cappella, la succhiavo introducendomela quanto più possibile in bocca mentre accarezzavo i grossi coglioni. Dopo un po’, mi sistemai sulla panchetta, Silvana mi venne vicino e preso il cazzone dell’animale iniziò a strusciarlo sulla mia fica grondante di liquido, ma io fremevo per la voglia, lo volevo dentro, volevo sentirmi nuovamente squassare da quella possente e viva massa di carne, lo afferrai e decisa puntai la cappella, e con un colpo me ne introdussi un buon palmo, Silvana iniziò a slinguare il mio clitoride e passare con la lingua e la bocca lungo l’asta del puledro che nitriva per il piacere, mi fece letteralmente impazzire quando mi infilò l’indice nel culo, tanto che iniziai a spingere con il ventre lungo il cazzo dello stallone facendolo entrare quasi tutto. Intanto Marco da dietro inculava di brutto Silvana che gemeva come una cagna in calore. Volevo di più, tirai Claudio che si menava forsennatamente, ed abbracciandolo per le natiche spalancai la bocca inghiottendo fino alle palle il suo cazzo, se non equino, ma dalle rispettabilissime misure, dopo qualche pompata, con uno scatto di incontrollata foga diedi un colpo di reni facendo entrare il cazzo animale tutto dentro, fino a far sbattere le grosse palle sul culo, contemporaneamente spalancai la bocca spingendola fino a far entrare dentro anche le palle di Claudio. Rimasi così per qualche istante, con il cazzo interamente in bocca e l’altro nella fica con Silvana che spingeva le dita che intanto erano diventate due nel buco del culo che palpitava ritmicamente. Non capivo più niente, ormai con contavo più gli orgasmi, era tutto un inesauribile, incredibile orgasmo. Silvana mi fece scendere dalla panchetta, fece stendere Claudio e mi invitò ad infilarmi sul suo imperioso cazzo, dapprima non capii, subito poi afferrai quanto stava facendo: stava preparandomi per una doppia penetrazione. Ebbi un attimo di timore, poi mi abbandonai alla lussuria che mi aveva stravolta. Fece salire Jack con le zampe sullo scalone a ridosso il muro ed afferrato il grosso manganello inizio a strusciarlo sul mio buco del culo che inizio a pulsare di voglia, prese un tubetto di vasellina e ne passo una buona quantità intorno e dentro l’orifizio anale, intanto Claudio assestava poderosi colpi da sotto, tenendomi per le chiappe e spalancandole quanto più poteva per prepararmi alla penetrazione di Jack. Silvana afferrò il grosso cazzo e dapprima roteandolo sul buco poi lo appoggiò ed incitò Jack a spingere.
Il puledro obbediva docilmente e dolcemente inizio a spingere facendo entrare inesorabilmente la cappella nel culo, lanciai un urlo, frammisto fra dolore e piacere, Claudio spinse il cazzo tutto dentro mentre Jack incitato da Silvana spinse il cazzo con un colpo dentro le viscere per una buona spanna, mi si blocco il respiro, stavo perdendo i sensi per l’emozione, il dolore, il piacere troppo violento. Marco mi venne vicino e mi infilò il cazzo in bocca, ero una marionetta inerte, pronta e disponibile a qualunque cosa mi facessero o mi chiedessero di fare. Jack e Claudio spingevano ritmicamente squassandomi come una vacca, Marco mi chiavava in bocca come un ossesso e Silvana si faceva slinguare la fica dal marito che intanto gli aveva infilato anche un dito in culo. Ero alla mercè di tutti, squassata e riempita in tutti i buchi, subivo i colpi che mi martellavano le viscere, l’utero, la bocca, poi avvertii chiaramente i tremori di tutti: STAVANO VENENDO TUTTI E TRE CONTEMPORANEAMENTE, Marco mi scaricò una tale quantità di sborra nella gola, che se non avessi fatto in tempo a prendere aria prima, sarei sicuramente soffocata, Claudio ebbe anche lui un lungo orgasmo scaricandomi una buona quantità di seme nella pancia, rimanendo con il cazzo ben piantato fino alle palle, ma Jack mi riempì letteralmente, la sua sborrata era interminabile, sentivo gli spruzzi violenti e copiosi nel mio culo che si stava riempiendo come un otre mentre spingeva come un ossesso. Chiusi gli occhi e mi abbandonai alle valanghe orgasmiche che mi sommergevano, non capii più niente, forse persi i sensi per qualche istante. Poi di colpo tutto si fermò, come la quiete dopo la tempesta, Silvana tirò indietro Jack che appena sfilò il cazzo da mio culo dilatato da paura, spruzzai un’enorme quantità di sborra facendo un piccolo laghetto per terra,contemporaneamente alla sborra che colava dalla fica e dalla bocca anche loro piene oltremodo di liquido seminale. Mi riversai per terra, gambe e braccia larghe. Chiusi gli occhi ed assaporai quei momenti di assoluto rilassamento, improvvisamente senti addosso un caldo liquido che mi innaffiava ovunque, aprii gli occhi, mi stavano pisciando addosso tutti e tre in cerchio concentrando il getto sulla mia faccia. Rimasi inerte, a tratti, anche per respirare, aprii la bocca e per un po’ la lasciai spalancata lasciando che me la riempissero facendola traboccare. Ero stata battezzata, " la troia della compagnia ", un battesimo con una pioggia dorata, pronta a soddisfare i desideri di tutti, ma principalmente del mio amante…… Jack.
By Icaro
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15 years ago
tatonone,
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Last visit: 6 months ago
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Il mio primo incontro 2004
il mio primo incontro avvenne a padova con una bellissima coppia del posto, io facevo coppia con un'amica medico anche lei con un corpo da favola, sodo e morbido come una piuma, gia' da subito evevamo noi quattro un'intesa non indifferente, andammo a cena e tra un calice di rosso e l'altro accendevamo ancor di piu' le nostre voglie ridendo e divertirci per tutta la serata, siamo stati ospitati in una villa di padova ricordo era venerdi', abbiamo cominciato con dolci carezze e baci infiniti, lasciandoci trasportare in una prima camera dove io rimasi con la lei di coppia ed il lui di coppia andava con la mia in un'altra camera cosi' comincio' lo scambio mmmmm ci leccammo a lungo entrambi la voglia era immensa lei con le sue labbra non indifferenti contornava la mia cappella fino ad ingoiarsi il mio cazzo mentre io avevo il viso impregnato dal suo dolce liquido di goduria, ricordo ankio la leccavo senza mai stancarmi, a volte leccavo quelle coscie lunghe e ben fatte fino ad arrivare ai piedi e cominciando poi a lunghe scopate in diverse posizioni sentire lei godere, accellerava la mia voglia di averla sempre piu', dopo lunghe ore di puro piacere che non avrei mai finissero, ad un certo punto sento aprire la porta entra la mia lei amica e si unisce con noi, oh madonnina mi trovai da solo a gestire le due mi sentivo leccare ovunque ed io ricambiavo con immenso piacere poi giocai con loro facendoli mettere a pecora avendo una visione spettacolare cominciai a penetrarle un po' alla volta usando la tecnica dell'auto controllo senno' sarei venuto solo a guardarle ahahaha cosi' riuscii a gustarmi al massimo quelle due grandissime fiche, per mia fortuna poi ci raggiunse il lui di cp e mi diete una mano ( o meglio un cazzo) per soddisfare le entrambi bellissimoooooooooo ecco questa e' stata la mia prima esperienza di incontri con coppie e da allora ne ho avute diverse anke se molto selezionate e mi hanno lasciato dei bei ricordi . vi voglio bene enri , tizi , paola.
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Il sogno si avvera ( by icaro )
Il sogno si avvera. (by Marco)
E’ passato un po’ di tempo, il ricordo del sogno che mi ha scombussolato non ancora sbiadisce. Ogni tanto mi ritrovo a ripensare con notevole presenza le scene del sogno. Intanto la nostra vita sessuale continua tra alti e bassi. Ogni tanto ci concediamo qualche piccola “sosta” per ridurre lo stress che il nostro lavoro ci costringe ad accumulare, nulla a sapere che la vita ci sta riservando la più inaspettata delle situazioni che noi potessimo mai immaginare. Il nostro lavoro ci permette di conoscere molte persone, con alcune delle quali abbiamo stretto una buona amicizia, gli artefici del cambiamento in questione sono Claudio e Silvana una frizzante coppia di quella fantastica terra che è l’Umbria. Nostri quasi coetanei e anche loro ( manco a farla apposta) con problemi molto simili ai nostri. Proprio durante uno di questi incontri, ci hanno offerto di passare un breve periodo di ferie nella loro piccola tenuta, per poterci “ disintossicare “. Nonostante la riluttanza a dover lasciare la casa e i figli, l’insistenza dei nostri amici e riuscita penetrare e convincere Chiara, così ci prepariamo a passare il più “ movimentato “ ed incredibile weeckend della nostra vita.
Arriva il giorno della partenza, raccomandazioni, saluti e via, in viaggio. Durante il tragitto rimanemmo letteralmente rapiti dalla bellezza del paesaggio che ispirava tranquillità e relax. Arrivati a destinazione rimanemmo veramente stupiti della “sistemazione “ che ci aspettava; era una bellissima villetta in campagna tranquilla e molto discreta, circondata da una grande tenuta che Claudio e Silvana utilizzavano per lo più per la loro passione: L’equitazione. Possedevano due bellissimi puledri, un maschio ed una femmina con i quali si divertivano in lunghe passeggiate nei numerosi percorsi di campagna che circondavano la tenuta.
Ci vengono incontro molto felici del nostro arrivo, finalmente avranno buona compagnia per un po’ di tempo, giacché vivono da soli in quanto l’unica figlia, Sara vive in città per motivi di studio. Ci accompagnano nella nostra camera e dopo averci fatto conoscere tutta la casa ci rinfreschiamo per poi ritrovarci tutti insieme a pranzo. Discutiamo allegramente ed animatamente di tantissimi argomenti, sembra quasi ci siamo già dimenticati del nostro lavoro e del conseguente stress. Poi alla fine ci confessano dell’unico problema esistente: loro due al mattino fino al pomeriggio non sarebbero stati presenti a causa del lavoro, ma questo non doveva essere motivo di preoccupazione, in casa c’era tutto di tutto, e questo particolare ci era stato volutamente omesso per evitare che influenzasse negativamente sull’accettazione del loro invito. Dopo una tranquilla notte tutto riposo ci prepariamo a iniziare a vivere la nostra vacanza in tutta “ tranquillità “, l’unica preghiera fattaci, era quella di dare ogni tanto un’occhiata ai cavalli ed eventualmente darci un po’ d’acqua, inizia così la nostra grande avventura godereccia. Dopo una buona ed abbondante colazione, fattaci trovare già pronta in tavola dai nostri amici (dormivamo beatamente e non hanno voluto svegliarci ), siamo scesi in cortile e dopo aver assaporato il fresco profumo della campagna ci siamo diretti nella stalla dei cavalli per prendere confidenza con l’unica mansione che ci era stata affidata. Era molto spaziosa e contrariamente a quanto potevamo immaginarci molto pulita, quasi una cantina e non dava assolutamente l’idea di essere in una stalla. Ci avviciniamo e subito ci rendiamo conto dell’assoluta docilità dei due animali i quali si lasciavano tranquillamente accarezzare , anzi sembrava quasi che richiedessero apposta tali attenzioni. Mia moglie era attratta dalla superba portanza dello stallone dal lucido e morbido manto marroncino e continuava ad accarezzarlo non accorgendosi che nel frattempo il puledro forse per le carezze, forse anche dalla presenza della cavalla affianco iniziava ad eccitarsi cominciando a tirare fuori il suo enorme cazzo. In un lampo il sogno fatto si impossessò di me, rividi mentalmente tutte le scene ed anche io provai una strana ed irrefrenabile eccitazione. Poi ridendo dissi a mia moglie che se non la smetteva di accarezzare il cavallo,quello gli sarebbe saltato addosso; immediatamente capì e fece una balzo all’indietro ridendo e stupendosi di ciò che stava accadendo, intanto sembrava che i suoi occhi fossero rimasti incollati su quell’enorme cazzo che penzolava sotto la pancia dell’animale, poi continuando a scherzare su quanto successo, cambiammo l’acqua agli animali ed andammo via, ma era evidente che Chiara era rimasta scossa da quanto visto, ed aveva un’aria assorta ed assente, pensierosa. Rientrati in casa non feci in tempo a chiudere la porta che lei iniziò ad accarezzarmi sulla schiena ed abbracciandomi da dietro iniziò a mordicchiarmi sul collo, lambendomi con veloci colpi di lingua i lobi delle orecchie, trasmettendomi piacevoli sensazioni come piccole scosse elettriche. Poi mi saltò letteralmente addosso, era così eccitata che quasi mi strappò di dosso la camicia. Fatta volare la sua gonna, il suo minuscolo perizoma rimase ben in vista: era completamente bagnato dagli umori della sua fica. Mi costrinse quasi a distendermi e con foga mi liberò il cazzo , che nel frattempo era diventato duro come il marmo, dai pantaloncini, iniziando una performance che non avevo il piacere di godere da tanto. Ma un pensiero intanto si era impadronito di me: era stato ciò che era successo nella stalla che aveva scatenata la libido di Chiara ?…. o no! Nessuno dei due disse nulla a riguardo e neanche ne accennai con Claudio e Silvana aspettando che fosse Chiara a parlarne. Ma così non fu, evidentemente era stato proprio quel episodio ad averla turbata, e l’imbarazzo le impediva di parlarne. Per tutto il giorno non feci altro che pensare a quanto avvenuto di capire se fosse possibile dare un seguito a ciò. Iniziai a pensare ad un sistema che mi permettesse di capire tale possibilità senza rischiare di urtare la suscettibilità di Chiara e quindi rovinare tutto (vacanze comprese). Dopo un po’, decisi di attuare un piano molto discreto e semplice: messomi a lavorare sul mio inseparabile portatile, scaricai da internet un filmato di zoofilia abbastanza spinto e che faceva al caso, con una trama che aveva delle analogie con quanto successo ma nel quale la protagonista si esibiva in spettacolari penetrazioni ed altro con un superbo stallone nero. Montai il filmato, accodandolo ad un altro normale film porno e mi preparai il modo di proporlo di vedere in nottata a Chiara. Dopo una deliziosa cena, magistralmente accompagnata da un vinello malandrino(del quale le ragazze fecero un buon e largo uso) l’atmosfera si era scaldata oltremodo; i doppi sensi si sprecavano ed era evidente che le donne erano alquanto eccitate ed ansiose di dare un seguito alla serata. Uno sguardo d’intesa e tutti capimmo che era arrivato il momento di ritirarci nelle rispettive stanze. Andati a letto, Chiara iniziò subito a stuzzicarmi. Era evidente il suo stato di leggera ebbrezza, che la rendeva assolutamente disponibile, anche se traspariva ancora turbata per quanto accaduto in mattinata, ma io anziché corrispondere le sue avance le proposi di vedere un film, anche per rilassarci. Vedendo il film ogni tanto facevo finta di appisolarmi, simulando un po’ di stanchezza ma in verità spiavo con la
coda nell’occhio le sue reazioni. Dopo un po’ il film cambiò di colpo la trama, ma lei continuò a vederlo
mostrando interesse per ciò che il film mostrava , io facevo finta di sonnecchiare ma aspettavo con ansia il momento. Di colpo avvertii dei movimenti, iniziava a toccarsi dapprima con delicatezza e leggerezza poi man mano con crescente foga tanto che io dovetti simulare un brusco risveglio causato da ciò. La scena era spettacolare: si masturbava oscenamente sulle scene che scorrevano a video! La protagonista del film spompinava l’enorme cazzo di un puledro cercando di inghiottirne quando più poteva. Poi inizio a penetrarsi in tutti i modi finendo in una penetrazione anale sbalorditiva. Mia moglie era sconvolta, aveva abbandonato ogni ritegno e continuando a masturbarsi con una mano, afferrò con l’altra il mio cazzo, duro e pulsante, ed inizio a spompinarmi con una foga tale che sembrava volesse succhiarmi l’anima, la sollevai letteralmente e la posi girata con la fica grondante sulla mia faccia: un 69 da favola! La mia lingua che si insinuava nel suo dolce e delizioso buco mentre lei talvolta lo inghiottiva così in fondo da toccare con le sue vogliose labbra il mio peloso inguine. Così mentre amoreggiavamo iniziai a parlargli…. di un mio sogno fatto in precedenza e che glielo avrei fatto leggere perché ne avevo fatto un breve racconto…. di quanto successo, soffermandomi sulla sua curiosa reazione e sulla erezione del puledro; lei non rispondeva, anzi aumentava la foga con la quale mi spompinava fino a quando iniziai a scaricargli direttamente in gola una quantità industriale di sborra (stranamente bevve avidamente tutto fino a succhiare e slinguare le ultime gocce, cosa mai fatta in precedenza). Poi mi saltò addosso infilandosi sul cazzo prima che si afflosciasse ed iniziò a cavalcarmi selvaggiamente, io gli stringevo con forza le tette che mi ballavano sul naso fino al farla urlare in un misto di dolore e piacere che la facevano impazzire. La girai e sollevatogli i culo, gli allargai le natiche con le mani puntandogli la rossa cappella sul buco, ma prima che io spingessi, lei con un rapido e deciso movimento all’indietro se lo infilò tutto in un sol colpo, emettendo un rauco e gutturale lamento: poi inizio a dare colpi accompagnati dai miei, sembrava volesse squassarsi in un delirio incontrollato, inizio a farfugliare….si…lo voglio…. fammi squassare la fica ed il culo….lo voglio, lo voglio ed infilandosi tre dita nella fica simulava una doppia penetrazione fino a quando venimmo insieme in un estasiante orgasmo che ci annullò completa-
mente. Poi ci abbandonammo e ci addormentammo senza dire più una sola parola.
L’indomani mi alzai di buon’ora, Silvana e Claudio erano andati via da poco, durante la notte avevo pensato molto a quanto stava acca-dendo ed ora era il momento di mettere in atto un piano che avevo studiato. Preso il mio portatile, lo collegai alla stampante di Claudio e stampai il mini-racconto del mio sogno, poi lo piegai e lo misi sul mio cuscino accanto a Chiara, che dormiva ancora beatamente scrissi due righe dicendogli che andavo in città per fare una veloce commissione e fatta una corroborante doccia fresca mi vestii ed andai via. Rimasi fuori circa un’ora e mezza, ero soddisfatto, avevo trovato quanto cercavo ed ero così eccitato che non stavo più nella pelle per quanto stavo per mettere in atto. Entrai di soppiatto e lentamente mi avviai verso la nostra camera; la luce era ancora soffusa, segno questo che Chiara stava ancora a letto, arrivato vicino alla porta sbirciai ed con mia somma soddisfazione vidi quanto mi aspettavo: Chiara stava leggendo con molta attenzione il racconto, ma con la mano si stava masturbando con struggente passione , alla mia vista sobbalzò, ma in breve ritornò subito alla lettura…ed il resto. La baciai delicatamente sul ventre nudo tracciando con la punta della lingua un solco fino al suo infiammato clitoride, gemette languidamente, poi gli dissi che avevo una sorpresa ma lei poteva, anzi doveva continuare in ciò che stava facendo. Andai nell’altra stanza ed aprii il pacco con ciò che avevo comprato: Un mastodontico vibratore, un vasetto di crema emolliente e lubrificante ed infine un vero gioiellino Hi. Tech, un vibratore auto-gonfiabile con telecomando. Ritornai nella stanza da letto, intanto Chiara si masturbava in maniera concitata tanto il racconto l’aveva turbata, mi avvicinai ed iniziai a slinguarla delicatamente sul clitoride, inarcando la schiena si offriva spudoratamente a gambe larghe allora presi il lubrificante ne spalmai in abbondanza sulla sua vagina e sul suo dolce buchetto posteriore. Lei all’inizio rimase un po’ sorpresa, poi girando all’indietro la testa si godeva ogni minima attenzione verso la sua fica. Preso il vibratore auto-gonfiabile glielo passai prima delicatamente sul clitoride, cosa che gli causò una scarica di piacere poi passai ad infilarglielo nella sua fradicia fessura. Presogli la mano la portai a tenere il vibratore e subito iniziò ad usarlo con dovizia , spogliatomi mi avvicinai con il cazzo ormai eccitato da morire alla sua bocca facendogli iniziare così un pompino magistrale. Più andava avanti, più muoveva velocemente il vibratore, allora preso il telecomando iniziai a gonfiare il vibratore, che man mano diventava, con sommo piacere di mia moglie, più lungo e più grosso. Anche se molto stupita di questo, Chiara non si fermava anzi sembrava gradire quel “coso” che gli cresceva dentro la fica, rovistandogliela e dilatandogliela oltremodo. Lo infilava e lo estraeva ora più lentamente, considerato le dimensioni che ormai il vibro aveva assunto, ma quando lo infilava poco ci mancava che infilasse dentro anche le dita tanto lo spingeva in profondità, intanto continuava a spompinarmi con un’espressione languida e persa, come se stesse galleggiando in un’altra dimensione, lentamente presi l’altro vibratore, il “mostro”, già in precedenza ben lubrificato, ed avvicinatolo al clitoride, glielo strusciai con delicatezza. Subito spalancò gli occhi ed alla vista di quel mostro fece un gesto di stupore frammisto a timore. Con naturalezza e dolcezza gli dissi: non era così che lo volevi? Come quello di Jack? (il nome del puledro). Sei un maiale mi rispose subito con aria rassegnata e per niente contrariata. Iniziai così a massaggiargli lo sfintere con quella enorme cappella vibrante, e lei inizio con rinnovata lussuria a masturbarsi con l’altro, facendolo scorrere a tratti velocemente, a tratti lentamente nella fica, infilandoselo, talvolta, con goduria fino in fondo. Io spingevo ogni tanto la cappella sullo sfintere, ottenendo una lenta ma inesorabile dilatazione frammista a rilas-samento e piacere; ma non disdegnavo neanche di spingere il mio cazzo nella sua gola come se fosse la sua fica. Ormai era in balia dei suoi sensi, abbandonata come una bambola ma viva del piacere che la struggeva. Poi con un gesto risoluto disse: dammelo, lo voglio…, lo voglio…., e sfilatosi il vibro lo buttò sul letto come un palloncino rimanendo con la fica rossa e spalancata, ( il vibratore ora che era fuori mostrava la sua dimensione , che non era assolutamente da disprezzare) afferrato il “mostro”, lo puntò con decisione sulla fica e iniziò a spingere. Le labbra della vagina si allargavano come le sponde di un torrente, il cazzone iniziava ad entrare facendo sospirare come una cagna in calore mia moglie, gemeva e si passava la lingua sulle labbra in segno di grande piacere poi si rituffava sul mio cazzo. Dopo un po’, il pur grande vibratore era tutto infilato nella fica come una spada nel fodero (e che fodero!!). ogni tanto gli piaceva sfilarselo piano tutto, lasciando la fica completamente aperta e slabbrata e poi infilarselo tutto, con foga quasi a farsi volontariamente male, ma ne uscivano solo lamenti segno evidente del grande piacere che provava. Era il momento buono, gli sfilai il vibratore e buttatolo sul letto la guardai;anche lei mi guardò smarrita, non capiva poi gli dissi: andiamo, è l’ora di dare da mangiare ai puledri! In un lampo intuì, mi guardò senza dire una parola, poi ammiccando un sorrisino complice disse: hai ragione, i cavalli ci stanno aspettando, e senza dire altro mise una mogliettina ed una gonna (senza slip, naturalmente) e ci avviammo verso la stalla. Arrivati ci dirigemmo direttamente verso Jack, lei iniziò ad accarezzarlo prima sulla fronte, poi sul dorso scendendo a tratti sulla pancia, l’animale come se avesse sentito l’odore di sesso inizio a fiutare sulla fica di mia moglie attraverso la gonna. Sembrava gradire l’odore acre degli umori di cui era impiastricciata la vagina, improvvisamente il cazzone del puledro inizio a fare capolino dalla pancia! Incredibile, sembrava che il cavallo conoscesse il profumo della fica di donna, in un baleno aveva sfoderato il sesso in quasi tutta la sua lunghezza; era enorme, una proboscide da paura, ma che sembrava avesse ipnotizzata Chiara, che lo guardava estasiata. Mi guardò, non dissi niente, i nostri sguardi sembravano avessero detto già più che tutto, abbasso la mano e percorse l’asta del puledro in tutta la sua lunghezza, ne tastò le grosse palle. Si abbassò per sistemarsi più comodamente, prese il grosso cazzo con le due mani ed iniziò a masturbare l’animale che docilmente restava fermo quasi a godersi quanto succedeva. Ormai il ghiaccio era rotto! Continuava a manovrare quell’arma micidiale, estasiata da tanto “ materiale “ a disposizione sembrava ipnotizzata da quel serpente e fissando quell’enorme cappella, si avvicinò con la bocca avida ed iniziò a baciarla tutt’intorno come a pregustare un delizioso bocconcino, poi a slinguarla, come per saggiarne il sapore, ed infine iniziò ad introdursi un po’ alla volta quell’enorme cazzo nella bocca cercando di spalancarla quanto più poteva, quasi a doversi squarciarsi le guance considerato la grandezza di quanto stava accogliendo. Si chiavava nella bocca, come fosse una fica vogliosa; ciucciava, slinguava e farfugliava mezze parole: ….ormai sei mio…. haaaa….mi farò squassare a te….haaaa…..Io da dietro intanto la inculavo senza ritegno, assestavo colpi tremendi che la scuotevano tutta facendo sbattere ogni volta le palle sulla sua fica, lei gemeva e strabuzzava gli occhi cercando di infilarsi quanto più cazzo in bocca. Poi preso il vasetto del lubrificante lo svuotai tutto sulla fica e sul culo di Chiara, guardando in giro vidi un basso sgabello e delle coperte, lo presi, gli stesi una coperta sopra e lo posi sotto il puledro. Guardai mia moglie negli occhi, subito capì, vi si sdraiò sopra, e si sistemò nella posizione più comoda al da farsi. Lo sgabello aveva due prolunghe laterali che facevano proprio a caso( !!!!???) Vi appoggiò sopra i piedi ed allargando le ginocchia spalancò le gambe offrendosi a quel cazzo bestiale. Riprese quella “bestia” fra le mani ed iniziò a strusciarselo sulla fica come a prenderne confidenza .Se lo passava sulla pancia e si contorceva per passarselo sui turgidi capezzoli e sulle tette, ritornando a passarselo sulla fica pulsante. Il cavallo sembrava , stranamente, sapesse esattamente cosa fare, quasi fosse già addestrato ( ma di questo parleremo in un altro episodio) e lentamente iniziò a roteare la cappella sulla fica facendo spostare di lato le grandi labbra e preparandosi ad introdursi quel grosso cazzo nella fica già abbondantemente lubrificata e dilatata dal vibratore. La fica cedeva on po’ alla volta, man mano si apriva ma lei si ritraeva ed iniziava l’operazione con lentezza ma con risoluta fermezza. Godeva, godeva da matti puntarsi quel bestione e sentirsi aprire un po’ alla volta. Poi con decisione iniziò a spingere con estrema delicatezza . La fica iniziava a dilatarsi ed aprirsi come un fiore fino a far entrare l’enorme cappella!! Si fermò e sistemandosi meglio sullo sgabello ricominciò a muoversi iniziando a chiavarsi quel cazzone che si insinuava un po’ alla volta nel ventre di mia moglie. Io dopo avermi goduto questo innaturale ma estasiante spettacolo, mi avvicinai ed ofrii il mio cazzo all’unico buco ora disponibile. Subito tirando fuori la lingua, che sembrò attorcigliarsi al cazzo, ingoiò ed iniziò a pompare estasiata da tanto cazzo a disposizione! Il puledro quasi a sapere cosa fare iniziò a muovere leggermente le anche, simulando il naturale movimento del amplesso. Chiara era completamente in estasi! Assecondava tali movimenti e si chiavava con goduria quel grosso palo, lentamente , ma inesorabilmente un poco più dentro, sempre di più, arrivando ormai ad accoglierne più della metà di quel grosso cazzo. Sembrava squarciarsi, ma anziché dolore, gli procurava un piacere immenso e mai provato. Abbracciato il puledro per la pancia spingeva alzando il culo assecondando Jack che la chiavava come una puledra. La fica era così dilatata che poteva accogliere cazzi di qualunque dimensione. Ormai quel cazzo voleva provarlo tutto e continuando a spingere come un’ossessa si “ infilzava” sempre di più quel cazzo, non poteva dire parola, perché voleva avere la bocca piena del mio fino alle palle, poi iniziò a scuotersi, a tremare tutta, ma non si fermava, aveva orgasmi su orgasmi, incontrollati, lei spingeva, spingeva fino a quando il cazzo entrò tutto, fino alle grosse palle. Il cazzo del puledro, una quantità enorme di carne pulsante erano insinuati nella pancia di Chiara, che con la fica squarciata dai tremendi colpi che si infieriva gemeva, si contorceva e smaniava per i multipli orgasmi che la scuotevano. Ma non era ancora sazia, si sfilò quel enorme spada che lasciò la fica cosi aperta che potevo vederci così bene dentro da descriverne l’interno così provato dai colpi ricevuti, tirate le gambe più all’indietro, portò la cappella di Jack sullo sfintere che pulsava già presagendo cosa gli aspettava. Iniziò a spingere con il culo all’insù, il buco era tutto impiastricciato di lubrificante, e di colpo lo sfintere cedette facendo penetrare la cappella. Chiara emise un urlo lacerante frammisto di dolore e piacere , un rivoletto di lacrime solcò le sue guance, ma non si fermò; dopo un attimo di tregua , che gli servì a riprendere fiato, socchiuse gli occhi ed riprese ad accarezzarsi il clitoride, nel frattempo lo sfintere iniziava a dilatarsi, abituandosi a quell’enorme cappella, iniziò di nuovo a spingere, lentamente ma inesorabilmente, facendo entrare quel cuneo devastante un po’ alla volta sempre più in profondità; a tratti si muoveva a chiavarsi il cazzone per abituare il culo alla spropositata misura. E di nuovo a spingere con lentezza, centimetro dopo centimetro e continuando a sgrillettarsi. Quell’enorme cazzo entrava inesorabilmente nel culo di Chiara, che si era dilatato in un modo incredibile. Raccolse della crema lubrificante, e la spalmò ben bene sull’asta del puledro, poi , di colpo lanciò un urlo ed imprecando parole sconnesse….datemeli…date-meli…,li voglio…. sfondatemi squassatemi, diede un poderoso colpo di reni facendo entrare di colpo il cazzo equino in buona misura. Rimase senza fiato ma subito iniziò a pomparsi il cazzo, prima lentamente facendo uscire per metà il cazzo e facendolo rientrare di colpo, poi sempre più velocemente. Si fermò, scese giù dalla panchetta e accorciando le briglie del puledro, lo costrinse a salire con le zampe anteriori su uno scalone a ridosso del muro. Ora Jack aveva assunto una posizione tale da permettere a Chiara di sistemarsi comodamente sotto la sua pancia, il suo poderoso cazzo era proteso in avanti come un minaccioso ariete pronto a sfondare tenebrose porte. Lei si abbassò, si appoggiò con le mani sullo scalone e si posizionò alla pecorina di fronte a quella imperiosa cappella. Era una scena irreale, mia moglie, gambe divaricate, culo in aria e fica spalancata, era li, pronta vogliosa e decisa a farsi sfondare da un enorme cazzo equino! Iniziò a strusciarsela delicatamente sulla fica, dopo un po’ di questo struscio, iniziò a spingere con piccoli colpi all’indietro. Io, visto la difficoltà intervenni ad aiutarla. Afferrai il cazzo con le mani, e brandendolo come una spada, ne appoggiai la cappella sulla fica aperta facendola entrare appena, lei, con un colpo di culo all’indietro ne fece entrare una spanna, iniziò così un lento andirivieni seguito a tratti da colpi più decisi che spingevano più in profondità il cazzo; poi diede un altro tremendo colpo che fece sparire il cazzo nella fregna come in pozzo senza fondo. Il cavallo iniziava a muoversi ritmicamente spingendo il cazzo come un martello pneumatico. Se Chiara non avesse avuto la possibilità di regolare la quantità di cazzo da accogliere nella sua fica movendosi, sicuramente sarebbe rimasta infilzata da quell’enorme manganello. Ma movendosi sapientemente regolava e decideva lei quanto accoglierne dentro. Talvolta il cazzo spariva tutto nella pancia, sulla quale appariva una protuberanza, segno del cazzo che spingeva in prossimità, poi mi disse che voleva il mio cazzo in bocca, appena lo avvicinai lo avviluppò con le calde labbra e se lo inghiottì facendo entrare nella bocca anche le palle gonfie di sborra; e via a pompare e spingere come un’ossessa facendo entrare quel serpente in profondità, nel suo avido ventre. Sembrava che il cazzo gli dovesse uscire dalla bocca tanto se lo spingeva dentro. Succhiava ed inghiottiva il mio, si pompava il mostro e si menava come una pazza il clitoride avendo orgasmi a ripetizione. Sfilatosi il cazzo dalla fica se lo puntò sul culo e lo strusciò vogliosamente sullo sfintere che pulsando di desiderio iniziava ad aprirsi; bastò un deciso colpo all’indietro per far entrare la cappella nel buco del culo oscenamente dilatato, e via a chiavarsi nelle viscere quell’imponente “ animale”. Il puledro sembrava impazzito, si muoveva a chiavare quella, per lui ,” strana e vogliosa creatura” . Poi in un impeto di reciproca goduria, nitrendo e spingendo il cazzo nel culo di Chiara venne, iniziando a sborrargli tanta di quella sborra nel culo che per la pressione Chiara dovette sfilarselo. Come un idrante il cazzone continuava ad innaffiarla con una quantità incredibile di liquido vischioso. Dal culo, liberato dall’inconsueto tappo come una bottiglia di spumante, fuoriuscì con violenza uno spruzzo di sborra e contemporaneamente anch’io sfilatogli il cazzo dalla bocca gli venni copiosamente in faccia con lei che a bocca aperta cercava di raccoglierne e berne quanta più ne poteva. Poi sfinita si riversò per terra. Un’incredibile battaglia a colpi di cazzo si era consumata. Lentamente l’aiutai a rialzarsi e ci dirigemmo verso il bagno della stalla nel quale infilatasi nella doccia rimase per mezz’ ora a farsi scrosciare l’acqua addosso ( a proposito, ma una doccia nella stalla a chi doveva servire? Anche questo sarà oggetto nel prossimo episodio). Ripulito il tutto rientrammo in casa ci guardammo intensamente e ci abbracciammo baciandoci appassionatamente. Ci sdraiammo sul divano e abbracciati ci addormentammo. Ci svegliammo di soprassalto nell’udire il rumore delle chiavi nella toppa; i nostri amici erano rientrati e salutandoci Silvana ci chiese guardando Chiara: ho visto Jack un po’ nervoso, non vi avrà mica dato problemi?? Chiara si girò verso di me, mi guardò poi rigirandosi verso Silvana rispose, ma no…!, quali problemi avrebbe dovuto darci! E’ veramente un puledro delizioso, e incrociando lo sguardo dell’amica la fissò negli occhi: un lieve sorriso di intesa illuminò il viso delle due donne…
Continua…
E’ passato un anno, anche noi abbiamo comprato una piccola tenuta, ma…..un attimo, e mia moglie che mi chiama, Marco… Marco…. Vieni amore, dobbiamo andare a dare da mangiare a Jack.( a proposito, Jack e il nostro purosangue ed……amico di scopata).
A risentirci.
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16 years ago
tatonone,
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Last visit: 6 months ago
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Un sogno sconvolgente
Un sogno sconvolgente. (by Icaro )
Mi chiamo Marco, e sono felicemente sposato da molte primavere con Chiara, una bellissima donna più giovane di me che amo più di quanto lei possa immaginare, matrimonio allietato da prole che tanta felicità e tanti problemi ci hanno dato e ci danno. Fino a qualche tempo fa, il nostro rapporto volgeva in modo abbastanza normale, sicuramente uguale a tanti altri che alternano momenti di felicità a momenti difficili , che abbiamo superato con l’aiuto del nostro grande amore.
Negli ultimi tempi però, qualcosa è cambiato: frequentando una giovane coppia come noi abbiamo avuto modo di uscire dalla routine di tutti i giorni avendo spinto, talvolta , in occasione di cenette intime, giochi che hanno portato ad audaci epiloghi, ( tipo streap- tease…) che creando un clima di grande eccitazione hanno “svegliato” in me la personalità latente che neanche io pensavo di avere. Negli ultimi anni il nostro rapporto si stava drasticamente “spianando” e sembrava che avessimo perso ogni interesse per il sesso. Il frequentare questa coppia aveva risvegliato, almeno in me, questo interesse. Ho sentito che qualcosa in me stava cambiando, ho avuto impellente il bisogno di “svuotarmi “ completamente con mia moglie ( a proposito non ve la ho descritto : altezza normale, capelli lisci scuri e lunghi, tette prosperose ed abbastanza piacenti nonostante le gravidanze e l’allattamento, un visino dolce da bimba innocente e abbastanza bella da far invidia a tantissime donne anche più giovani di lei, longilinea ma con le forme al posto giusto; insomma un bel tipino) perché in tanti anni di matrimonio non abbiamo mai avuto il coraggio di confessarci l’un l’altro ciò che pensavamo o desideravamo soprattutto nella sfera più intima del sesso.
Sicuramente l’avvento di internet ha dato a tanti l’opportunità di confrontarsi con il pensiero di tantissime altre persone (anche se virtualmente) facendo prendere coscienza dell’assoluta normalità di certi atteggiamenti e modi di pensare che mai si avrebbe pensato di svelare a chicchessia e che mi hanno portato a prender atto di ciò che sono e desidero, almeno credo, nel mio profondo “Io”.
Ho iniziato a chiedere a mia moglie “prestazioni” particolari svelandole i miei desideri inconsci e le mie fantasie intime. In quei momenti particolari in cui il nostro rapporto soffriva di evidente calo di interesse per il sesso e di libido, cosa di cui ne soffro tanto, ho capito l’importanza di vivere il sesso in maniera più profonda e distaccata dal sentimento spirituale stesso che pur ci deve essere. Ho provato a spingere il rapporto verso un sesso più provocante e trasgressivo: mi piaceva, e mi piace, vederla masturbarsi e soddisfarsi utilizzando gli oggetti più disparati, meglio se di grosse dimensioni, tipo zucchine o altro che le aprissero la fica in modo osceno ed io contemporaneamente offrirgli il cazzo in bocca o penetrarla da dietro e sentire con il cazzo la zucchina che la riempie la pancia. Ma passiamo alle fantasie recondite; ultimamente, forse in seguito agli incontri che avevamo con l’altra coppia ho capito di provare una fortissima eccitazione vedere mia moglie spogliata in presenza di altri, immaginarla mentre fa l’amore con uno o più uomini con la mia partecipazione, vederla leccare avidamente ed ingoiare un cazzo mentre viene scopata con sua grande delizia e piacere da altri due cazzi, uno nel culo, un altro nella fica; farla smaniare e distruggerla nel piacere estremo che ciò potrebbe dare ad una donna senza per questo pensare di tradire l’amore per il proprio partner. Moltissime volte mentre facevamo l’amore le ho infilato un dito nel culo, con suo grande piacere, scopandola così gli dicevo se gli sarebbe piaciuto avere un cazzo al posto del dito, oppure se in quei momenti avrebbe desiderato spompinare struggevolmente un altro cazzo. Niente, lei si arrabbia e a volte perfino smette di fare l’amore dicendo che così la offendo e che non l’amo più e non si sognerebbe mai neanche di immaginare queste cose, che devo smetterla di vedere film porno e internet. Ma sicuramente non è nelle mie intenzioni offenderla o che, purtroppo questo tarlo mi corrode, mi distrugge, fa salire l’adrenalina alle stelle e sento impellente il bisogno di dirglielo. Comunque credo che nel profondo di ogni donna, sicuramente si annida il desiderio inconscio di godere nel modo più esplosivo ed appagante possibile, ma sono inibite da quel senso pudico, che impedisce loro, anche nei momenti di massima eccitazione ed intimità di superare la vergogna di rivelarlo, nonché, come asserivo prima, il fatto stesso di esprimere tali fantasie sarebbe per loro come “tradire” il proprio compagno. Invece non si capisce che bisogna avere il coraggio di vivere con estrema naturalezza, appagamento e libertà il sesso,( sempre in coppia naturalmente) , di riuscire a rivelare almeno le proprie fantasie segrete, perché segrete per il proprio partner non dovrebbero più essere.
Ultimamente un sogno estremamente eccitante e struggente ha sconvolto le mie giornate rendendomi ansioso ed estremamente eccitabile, ma passo a raccontarlo:
eravamo andati in un caldo ed assolato pomeriggio primaverile in campagna in cerca di asparagi, ma si era andati più per fare una sana passeggiata all’aria aperta che per altro. Mia moglie aveva indossato una gonna abbastanza corta anche per il caldo e per sentirsi libera nei movimenti. Arrivati sul posto, abbastanza isolato e distante dalla strada, siamo usciti ed abbiamo iniziato a cercare nella campagna. Dopo un po’ che cercavo tra la macchia e l’erba alta improvvisamente notai una scena che mi pietrificò ed imbarazzò non poco, al momento: c’era un superbo stallone che pascolava impastoiato ( c’erano anche mucche nelle vicinanze), ma non c’era nessuno che le custodiva, il fatto imbarazzante era che il cavallo aveva sfoderato il suo enorme attributo che in semi-erezione poteva misurare non meno di una 40 di cm. ed un diametro tale da farlo paragonare ad un robusto braccio. Mia moglie in pieno imbarazzo sbirciava verso quel grosso pene, ma abbassava subito lo sguardo per la vergogna osservando furtivamente intorno se ci fosse qualcuno che la potesse vedere, io istintivamente mi abbassai per non farmi vedere al fine di non aumentare il suo imbarazzo, e continuai a spiare questo suo più che curioso sbirciare sempre più insistente, fino a quando convinta di non essere vista da nessuna si avvicinò al cavallo per meglio guardare quell’enorme mazza. Era evidente che era un po’ scossa da quella scena perché ogni tanto si strusciava la mano sul pube segno di una crescente eccitazione, io allora fattomi coraggio mi avvicinai furtivamente e la sorpresi che lascivamente si strusciava il monte di venere con la mano. Subito lei cercò di ricomporsi arrossendo violentemente, ma abbracciandola e baciandola appassionatamente la tranquillizzai rassicurandola che la scena che avevo visto mi aveva piacevolmente sorpreso ed eccitato. Mentre la baciavo e la palpavo ovunque le sussurrai se volesse avvicinarsi di più al cavallo per meglio vedere e magari anche toccare quel grosso cazzo. All’inizio si mostrò subito contraria, ma in breve ogni barriera fu abbattuta dal suo evidente stato di eccitazione, in seguito ammise che quel pensiero gli era balenato anche a lei prima. Ci avvicinammo molto lentamente per non spaventare l’animale che continuava a brucare l’erba tranquillamente fino a quando arrivati a contatto con l’animale, lo tirai con l’imbracatura che cingeva il muso verso alti arbusti che coprivano ancora di più alla vista, e lo legai a dei rami. All’inizio mia moglie aveva paura di avvicinarsi, poi visto come si faceva docilmente accarezzare si avvicinò e cominciò a scrutare con evidente curiosità ed eccitazione quel grosso cazzo penzolante, e rassicurata dal suo mansueto carattere la incitai a toccarlo; io da dietro gli palpavo le tette mentre gli passavo l’altra mano sul pube sentendo lo slip già fradicio di umori per la sua ormai incontenibile eccitazione. Prima con titubanza, poi sempre più convinta prese coraggio ed inizio a toccare e maneggiare quel grosso arnese simulando a tratti una anomala masturbazione, mentre da dietro io continuavo a palparla e baciarla sul collo. Lei era come ipnotizzata da quel’ enorme serpente lo menava, accarezzava le grosse palle lo passava in tutta la sua lunghezza inebetita da tanta grazia. a tratti accarezzava la pancia dell’animale che evidentemente a causa del piacere che provava iniziava ad innervosirsi ed eccitarsi di più. Ora quel già enorme cazzo aveva assunto la ragguardevole dimensione di una sessantina di cm. di carne pulsante. Imperioso si ergeva in tutta la sua maestosa grandezza, Chiara accarezzava, strusciava sulle tette dai capezzoli ormai turgidi quella grossa cappella , la roteava sull’aureola titillando il capezzolo e scendendo attraverso il solco del ventre sull’ ombellico per poi strusciarselo sulla figa ben delineata dai slip ormai bagnati dal copioso liquido che fuoriusciva dalla vagina ed infilati nel solco delle grandi labbra. Improvvisamente , dopo averlo ancora accarezzato in tutta la sua lunghezza, soffermandosi sulle grosse palle, come colta da un raptus, afferrò il grosso cazzo ed aprendo la bocca iniziò a slinguare quella cappella immane ed spalancando enormemente la bocca iniziò a succhiare e spompinare quell’enorme glande che a malapena riusciva ad introdursi nella bocca. Era in piena trance libidinosa, non ragionava più, aveva solo voglia di succhiare, slinguare ingoiare quel grosso cazzo e contemporaneamente godeva delle mie palpate, le mie dita sguazzavano nell’abbondante liquido che aveva infradiciato la sua vagina nel frattempo messa in libertà dallo slip, poi anch’io come preso da un folle raptus gli dissi se non avesse voglia di “provare” quel grosso cazzo. Lei farfugliò strane parole ed annuendo si sistemò sedendosi su un grosso masso e spalancando oscenamente le cosce si offrì a quell’enorme “coso”. L’aiutai ad aprire le labbra della fica paonazza dall’eccitazione ed abbondantemente lubrificata dai suoi umori che continuavano ad uscire, lei prese il cazzo con le due mani ed iniziò a strusciarselo sulla fregna , sull’orifizio anale e soffermandosi a lungo sul clitoride turgido dall’eccitazione. Se lo passò e ripassò nel solco ben delineato delle grandi labbra puntò l’ingresso della vagina facendolo leggermente roteare ed iniziò a spingere con lenti movimenti dell’anca. Lo sforzo frammisto al grande piacere che provava aveva imperlato di sudore il suo dolce viso trasformato da indescrivibili smorfie, strabuzzava gli occhi, si mordeva le labbra, sospirava e si lamentava ma continuava imperterrita a spingere. Sembrava impossibile che quell’enorme affare potesse entrare in quella piccola (in confronto al cazzo ) fessura ma i continui movimenti, agevolati dall’abbondante liquido e dalla lenta e conseguente dilatazione della vagina sortì alla fine quanto voluto; Il cazzo era dentro la fica !!! Mia moglie sospirò fortemente dal piacere. Smaniava, gemeva e godeva senza più controllo. Si chiavava quell’enorme cazzo facendolo entrare ed uscire ed ogni volta cercava di spingerlo sempre più in profondità, tanto temetti volesse infilzarsi con quell’enorme bastone. Ma sembrava che la fica di mia moglie non avesse fondo, si infilò più della metà di quel cazzo nella fregna gemendo incontrollatamente e smaniando per l’enorme piacere che doveva provare. Il cazzo entrava ed usciva ed ogni volta spingeva sempre di più. Poi afferrò con foga il mio cazzo, e prima slinguandolo , iniziò uno struggente pompino, lo ingoiò fino alle palle, toccando con le labbra il mio inguine peloso. Era assatanata, si pompava quel grosso cazzo e contemporaneamente si ciucciava il mio masturbandosi furiosamente, in qualche momento ho creduto che sarebbe rimasta squarciata da quell’enorme cazzo che talvolta quasi scompariva del tutto nella sua fregna. Era uno spettacolo innaturale, di una carica erotica da far scoppiare il cervello a chiunque, vedere quell’enorme cazzo che lentamente scompariva nella fica di mia moglie e lentamente riusciva in tutta la sua lunghezza e maestosità. Poi volle provarlo nella sua posizione preferita: la pecorina!! Si inginocchiò ed abbassando la testa aprì le gambe alzando il culo verso quella verga. Afferrandola con la mano la indirizzò sulla fica ormai ben aperta e lubrificata, ma essendo un po’ scomoda mi offrii di aiutarla. Preso quel cazzo con un po’ di impressione, iniziai a strusciarglielo un po’ sulla fica, un po’ sull’orifizio anale che al passaggio della cappella pulsava di piacere. Gemiti e gridolini di piacere uscivano dalla bocca di Chiara, al passaggio del cazzo sul buco del culo spingeva indietro come per volerselo introdurre. Allora insalivai per bene quel suo buchetto impiastricciato anche del suo liquido vaginale e puntai quel cappellone sul suo culo. All’inizio si fermò titubante, poi incominciò a spingere dapprima lentamente poi con foga. Alzò la testa e afferrato il mio cazzo iniziò a ciucciarlo con una bramosia irrefrenabile. Il cazzo nonostante le furiose spinte non riusciva ad entrare, lei afferrò la mazza e strusciandola sul liquido che colava dalla fica lo riportò sul culo, poi con una violenta spinta riuscì ad introdursi quella grossa cappella nel suo voglioso culo che cedette di colpo. Rimase senza fiato per qualche lungo istante poi lentamente continuando a spompinare il mio cazzo iniziò a spingere nelle sue viscere quell’enorme bastone di carne. Lentamente spingeva dentro ed lo faceva riuscire come per adattare il suo culo a quel cazzo di spropositata misura: il suo viso si contraeva in evidenti smorfie di dolore frammisto a piacere. Quell’enorme cazzo si insinuava tra le sue chiappe come un grosso cuneo che sembrava volesse squarciargliele; nonostante il grosso sforzo non si arrestava: spingeva il cazzo in profondità e con l’altra mano si sditalinava furiosamente. Era chiaro che non era solo piacere quello che provava, quel grosso arnese doveva procurarle sicuramente anche una buona dose di dolore che misto al piacere diventava una miscela esplosiva, e si vedeva dalle smorfie del suo viso. Io la pompavo nella bocca come nella figa e la incitavo a spingere sempre più giù il cazzo dello stallone. Lentamente centimetro dopo centimetro riuscì ad infilarsi più della metà di quell’enorme attributo, e quando se lo sfilava, sembrava non finire mai. Poi il dolore ebbe il sopravvento e sfilatoselo dal culo indolenzito e dolorante lo puntò sulla fregna pulsante e d’un solo colpo con una spinta del culo all’insù lo fece entrare per più della metà nel suo ventre. Alternando a tratti lenti movimenti, a veloci e furiosi colpi all’indietro si chiavava come una cavalla in calore quell’animalesco cazzone. Quando il cazzo arrivava alla massima penetrazione si scorgeva dalla protuberanza che appariva sulla pancia , che spingeva su di essa. Improvvisamente il cavallo iniziò ad agitarsi, probabilmente all’animale stava sopraggiungendo l’orgasmo, ma mia moglie invece di sfilarselo continuò a spingere e muoversi come un’ossessa fino a quando sia io che il cavallo sborrammo. Io in bocca, che con sua somma delizia bevve tutto slinguando avidamente anche l’ultima goccia che uscì dal mio cazzo; lo stallone nella sua fregna ormai squassata da quel formidabile manganello. Enormi e violenti fremiti la scossero, anche le si stava abbandonando al più violento e struggente orgasmo della sua vita; girando all’indietro la testa e spalancando gli occhi diede le ultime e violente spinte e abbandonò penzolante la testa. Passandosi la lingua sulle labbra rimase per lunghissimi istanti come in trance con l’enorme cazzo infilato fino alle palle nella fregna. Poi, lentamente si sfilò quel grosso serpente, assaporandone per l’ultima volta ogni centimetro della sua lunghezza. Dalla voragine aperta uscì un copioso fiotto di liquido biancastro come una grossa fontana aperta. Lo stallone aveva inondato la vagina di mia moglie con una quantità incredibile di sborra che continuava ad uscire a fiotti da quell’antro oscenamente spalancato ed ormai enormemente slabbrato. Era quasi svenuta per il violento orgasmo che aveva appena goduto. Improvvisamente mi svegliai, ero tutto imperlato di sudore ed eccitato da morire. Ero scosso, sensibilmente turbato e meravigliato e forse anche un po’ smarrito per ciò che avevo appena vissuto in maniera così reale in sogno, sicuramente mi rendo conto che per una mentalità chiusa e bigotta anche il solo sognarle queste cose possono anche sembrare offensive ma non è assolutamente mia intenzione offendere mia moglie per quanto appena raccontato, anche se mi chiedo perché, come mai ho fatto un sogno così stravolgente. Mi strusciai a mia moglie che dormiva beatamente, ed accorgendosi che stavo insistendo nelle strusciate e spinte, nonché qualche toccatina, mi scansò bruscamente. Non voleva essere disturbata mentre dormiva.
Eccola !! era mia moglie nella cruda realtà. Non riuscii più a dormire, per calmarmi mi masturbai violentemente pensando a quanto sognato. L’indomani pensai se dirgli quanto avevo sognato; forse sì, forse no; forse gli farò leggere questo racconto. Chissà se anche lei avrà mai fatto sogni erotici così spinti e trasgressivi. Dopo un po di tempo ripresa lucidità e serenità, ripensai a quanto prima: la mente umana è immensa ed sconosciuta e nei suoi meandri si nasconde ciò che neanche noi possiamo immaginare, non dobbiamo soffocare la nostra immaginazione, la nostra fantasia per vivere una vita piatta e scialba al fine di accontentare il bigottismo che ci vorrebbe tutti santi e irreprensibili, ma abbiamo il dovere per, noi e per in nostro partner, di vivere la nostra vita con slancio , appagamento, fantasia ed anche un po’ di trasgressione perché la nostra “brevissima “ esistenza non ci concederà sicuramente un’altra occasione.
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16 years ago
tatonone,
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Evviva il viagra
Evviva il Viagra ( La nostra amica Carla )
by Icaro
E’ da parecchio che penso alla situazione familiare di Roberto, un nostro amico nonché dipendente della nostra piccola azienda, sempre a lamentarsi delle scarse attenzioni che la moglie Carla gli riserva, anzi sembra, a suo dire, che a letto si rifiuti con fermezza, lasciandolo a secco per lunghi periodi, eppure Roberto è un bel uomo, forse un po’ petulante, troppo precisino così da rendersi talvolta un po’ pesante, ma comunque non disdegna assolutamente le attenzioni alle donne, anzi… La moglie Carla, un tipino interessante, di bel aspetto, formette al punto giusto, seni piccoli, glutei pronunciati e sempre evidenziati da pantaloni attillati e perizoma che lasciano al suo “ bel culo “ sicuramente bella mostra. Non molto alta ma di carattere imperioso, quasi mascolino, sempre affannata alla continua soluzione dei mille problemi che una casa ed una famiglia possono creare, ma che non devono assolutamente far perdere il senso della realtà e dell’altro che nella vita non bisogna dimenticare. Difficilmente disponibile alle escursioni extrafamiliari, anche se nelle poche volte che si concede tali pause, si intuisce che non disdegna la compagnia ed il sano divertimento. Tutto sommato, Carla è una bella e piacente donna, desiderabile ed abbastanza attraente e considerando la cura con la quale si prepara per andare al lavoro, sicuramente e ben conscia , queste doti, di possederle.
Spesso mi soffermavo a pensare a questa donna, confesso che non mi dispiaceva affatto, anzi pensarla mi provocava una strana inquietudine. Provavo ad immaginarla in situazioni decisamente diverse, più ammiccanti, provocatorie, anche se devo dire che il comportamento nei riguardi del marito mi ha fatto pensare a due cose:
1- Carla ha qualche storia con qualcuno.
2- Ha tendenze saffiche che cerca di reprimere, o quantomeno di
nasconderle, non è raro che donne felicemente sposate e con prole non
disdegnano le loro attenzioni ad altre donne, anzi, molte volte hanno caratteristiche caratteriali proprio come Carla.
Molte volte con l'immaginazione cercavo di vederla in situazioni particolari che mi suscitavano turbamento ed eccitazione.
Quando ci capitava di uscire insieme, non perdevo l'occasione di studiare con discrezione i suoi atteggiamenti per cercare di carpire aspetti nascosti del suo essere che potessero confermare ciò che sospettavo. In occasione di qualche festa, con l'aiuto di qualche bicchiere in più, si scatenava in esibizioni di ballo e guarda caso il partner era donna. Ballava quei tanghi in modo così appassionato ed imperioso, quasi a voler dominare e godere del contatto della sua compagna.
Ormai era sempre presente nei miei. Pensieri, e non pensavo altro a come fare, quale stratagemma escogitare per farla uscire allo scoperto. Spesso nelle discussioni, noi uomini, rimarcavamo quanta poca femminilità ci fosse nell'abbigliamento che abitualmente le donne avevano assunte, e quanto fossero molto più appropriate per esaltare tale femminilità una bella gonna e delle intriganti calze a rete, il massimo se poi autoreggenti. Loro ribadivano che tali abbigliamenti erano poco consoni a loro poiché troppo osè, ma qualche volta ci avrebbero fatto una gradevole sorpresa. Per un periodo era diventata un chiodo fisso: come creare situazioni particolari, come sarebbe potuta essere in intimità, il " gelido ghiacciolo " che diceva Roberto, o una bollente donna che per paura di mostrarsi per quella che è, o perchè non ne trova la giusta situazione si blocca. Intanto il tempo passava, ma finalmente un giorno si presentò l'occasione che aspettavo: Carla mi chiama, Aldo, fra una settimana è il compleanno di Roberto, e siccome negli ultimi tempi le cose non è che vadano un granché, voglio fargli una sorpresa organizzando una bella serata insieme, tu cosa ne pensi? Hai qualche idea ? Risposi subito che non mi sarebbero certamente mancate buone idee e con un po’ di tempo per meglio pensarci avrei sicuramente escogitato come ben organizzare una magnifica serata. Ne parlai con mia moglie, ed rimarcai che sarebbe stata la serata giusta, al top, con loro agghindate in abbigliamento seducente, da fatalone che avrebbe sicuramente felicemente sorpreso Roberto. All'inizio non sembrava molto entusiasta, ma poi ripensandoci un po’ si convinse che la cosa si sarebbe potuto fare, o quantomeno ci avrebbe provato ( si doveva convincere anche Carla) ma poiché ci teneva tanto a fare questa festa al marito, dopo un po’ riuscì a convincerla, era fatta! Io mi sarei interessato a preparare la cenetta ed altri particolari, per il resto ci avrebbero pensato loro. Era l'occasione che aspettavo, dovevo assolutamente trovare il modo affinché quella sera succedesse qualcosa,, e con calma ideai un ardito piano che se avesse funzionato avrebbe dato sicuramente i suoi frutti ,altrimenti .... pazienza! Mi procurai del Viagra rosa (specifico per le donne), pensai accuratamente al menù, con forti spunti afrodisiaci, e alle musiche per la serata che dovevano essere coinvolgenti e trascinanti da ballare ed ascoltare, nonché ad ambigui ed intriganti giochetti da proporre nella serata. Si prepara il tutto con cura, attenzione ed un pò di apprensione, finalmente è la serata. Ho preparato una cenetta coi fiocchi, curando attentamente le " BEVANDE ". Loro, chiuse in camera a prepararsi, sarebbero uscite solo in seguito per sorprenderci sicuramente e felicemente con una uscita da urlo. Ho in tasca il Viagra polverizzato da usare ( eventualmente ), la tavola e ben imbandita e tutto il resto è pronto. Suona la porta, è arrivato Roberto, lo faccio accomodare e dopo un pò annuncio alle signore che noi siamo pronti, come tutto il resto. Sulla tavola erano già pronti 4 potenti e ben ghiacciati aperitivi che avrebbero sicuramente iniziato a scaldare l'atmosfera, abbassato le luci per creare una calda intimità, ci accomodammo sul divano in attesa che le donne uscissero. Dopo un po’ una piacevolissima sorpresa ci aspetta, quale dolce visione ci appare dalla porta che si apre, due splendide donne in abbigliamento shock! Voluttuose, affascinanti, sensuali, bellissime,( ma erano le nostre mogli? ) Gonne sopra il ginocchio con spacco laterale molto generoso, mia moglie in blù scuro con camicetta rossa abbondantemente aperta da mostrare quanto bastava di quel suo magnifico e prosperoso seno,un corpettino che stringeva in vita, calze a rete (autoreggenti naturalmente)rosse.
Carla invece con un intrigante completino rosso, calze autoreggenti a rete bianche una camicetta di pizzo quasi del tutto sbottonata con un reggiseno a balconcino che metteva ben in mostra il pur piccolo ma ben modellato seno a pera, erano ambedue bellissime, io e Roberto, per un attimo ci siamo guardati stupefatti, poi non abbiamo che potuto fare i più sentiti complimenti a tanta splendida bellezza e sensuale avvenenza.
Ci avviciniamo tutti al tavolo e felicemente sorpresi brindiamo alla salute di Roberto scolando quasi d’un fiato la potente bevanda che avevo preparato, alzo un po’ la musica e ci accomodiamo per iniziare la nostra cena. Nella serata il fresco prosecco che avevo scelto iniziava a dare i suoi effetti, scherzando e ridendo, fra una portata e l’altra avevamo già fatto fuori diverse bottiglie e l’atmosfera iniziava a scaldarsi. Un appassionato tango risuonò nella stanza, d’istinto balzammo in piedi per ballare, ma Claudia non conosceva i passi, subito Carla si offrì di impararle i primi passi,e prima ancora che proferisse parola l'aveva già afferrata e cinta stretta alla vita. Infilò di prepotenza la sua gamba fra quelle di mia moglie obbligandola ad divaricarle un po' cosa che fece anche lei, con il risultato di far aprire vistosamente gli spacchi delle gonne mostrando due scosciate veramente notevoli, accentuate dal contrasto del colore della carne con quello delle autoreggenti. Spesso Carla spingeva in profondità il ginocchio fra le gambe di Claudia strusciando la coscia sul suo pube, e stringendola a se la obbligava a schiacciare i seni sui suoi, gli piaceva decisamente, e si vedeva! provava piacere a stringerla a se, era il momento di mettere in atto il piano, andai in cucina con la scusa di andare a prendere un'altra bot-tiglia, e versai il viagra nei bicchieri delle donne, chissà cosa sarebbe successo! Scolammo d'un fiato i bicchieri e continuando a bere, cantare e ballare passò un pò, Roberto non era assolutamente abituato a bere e già mostrava segni di cedimento, poi con la scusa di volersi un po' riprendere, andò in cameretta, ma come si sdraiò crollò in un sonno profondo, le donne erano invece a dir poco indemoniate, rosse in viso ridevano e scherzavano sguaiatamente, ma quel che più importava era che sicuramente il potente eccitante stava facendo egregiamente il suo effetto; approfittai allora, anche per verificare che tutto andasse per il verso giusto, per proporre di passare a dei giochetti più stuzzicanti, iniziando con il più classico dei giochi, Lo STRIP-POKER! non feci in tempo a proporlo che l'entusiasmo della Carla aveva già contagiato Claudia, misero addosso altri indumenti per averne di più a disposizione prima di eventualmente spogliarsi, poi il via! all'inizio sono io a dover soccombere e spogliarmi, ed in men che non si dica sono in mutande fra le risate e le " occhiate " delle ragazze poi inizia ad essere il loro turno: la prima a doversi spogliare fù Claudia, iniziando dal corpetto, poi la camicetta, ed infine con qualche titubanza, volò anche la gonna lasciando Claudia in scioccante desabbillè: reggiseno di pizzo così trasparente che si vedevano chiaramente i turgidi capezzoli, autoreggenti con un delizioso perizoma rosso che a malapena copriva il nero cespuglio della sua fica. Poi fu la volta di Carla, che nel frattempo non aveva staccato gli occhi da Carla. Iniziò uno strip davvero notevole, con una cadenza da vera esperta; uno dopo l'altro volarono gli indumenti, il corpetto, la camicetta, con titubanza, facendola roteare sulla testa e lanciandola verso Claudia, rimanendo con il reggiseno a balconcino che teneva ben su le tette con i capezzoli turgidi e dritti in bella mostra, con la gonna esitò un po' di più, era una vampata di rosso in viso, lentamente, con gesti lenti e misurati, la sfilò facendo volare anche quella! era uno splendore! le calze rendevano più eccitante quel po' di gambe che rimaneva scoperte, il reggiseno con i piccoli seni a pera, ma il perizoma era un vero schianto, in velato pizzo stentava, anzi non copriva affatto la sua figa pelosissima, ciuffi di nero pelo uscivano da tutte le parti rendendo un fantastico ed eccitante contrasto con il bianco del resto dell'abbiglia- mento, un breve istante di imbarazzo e subito riprese ad essere più spigliata che mai. Il gioco continuava, ora bisognava esibirsi in un sensuale ballo, teso a "sensibilizzare" nel modo che ognuno riteneva opportuno, il partner che sceglieva. Ero eccitato da morire e le mutandine non potevano certamente coprire l'evidente erezione del mio cazzo che sembrava volesse sfondarle, anche le donne erano eccitatissime ed i nostri sguardi si incrociavano alternandosi sulle evidenti nudità. La sorte indicò per prima Carla, che accolse l'invito con un gridolino di gioia, feci partire la musica e lei utilizzando una sedia, incominciò la sua performance; iniziò dapprima a strusciarsi sulla spalliera della stessa, poi strusciandosi contro la lunga asta della stessa, divaricando un pò le gambe appoggiò il pube sull'asta iniziando a strusciarsi la figa allargando di più le gambe ed accovacciandosi rendendo più evidente e visibile la sua vogliosa figa con quella folta peluria che gli faceva da degno contorno, socchiudeva gli occhi per l'evidente piacere che provava, poi iniziò a guardarci scendendo sui particolari, prima me, soffermandosi sull'evidente gonfiore delle mutande, poi Claudia che intanto a tratti si passava una mano sui seni ed un'altra sulla figa tenendo le gambe ben larghe. Sempre a ritmo di musica Carla si portò dietro Claudia la quale rimase dapprima un po' sorpresa, poi si rilassò iniziando a godere delle attenzioni che Carla gli rivolgeva. Carla si strusciava contro mia moglie, dapprima lentamente con gesti delicati e misurati, poi abbandonando ogni inibizione, con audacia e provo- cazione, ostentando apertamente grande piacere per ciò che faceva. Claudia cedendo lentamente al piacere che si impossessava di lei, si abbandonò languidamente socchiudendo gli occhi ed aprendo voluttuosamente le gambe per meglio offrirsi. Carla si impossessò del corpo di Claudia iniziando ad accarezzarla tutta, poi iniziò a baciarla delicata mente sul collo andando a lambire e stuzzicare i lobi delle orecchie con veloci colpi di lingua, poi scese verso i seni, i capezzoli erano cosi duri e turgidi che sembrava volessero sfondare il velato reggiseno, inizio a mordicchiarli continuando ad accarezzare la schiena, ed infine sganciando il fermo che lo teneva chiuso, sfilò dolcemente il reggiseno e lo fece volare via, affondò la faccia nei prosperosi seni di Claudia ed iniziò a baciare e succhiare i suoi capezzoli, nel frattempo avendo anche lei sbottonato il suo reggiseno, offrì i suoi piccoli ma eretti seni alla bocca di Claudia che iniziò anche lei a ricambiare lo stesso trattamento di piacere a Carla. Accarezzando la mia evidente erezione, intanto ripensavo a quanto avevo pensato di Carla: aveva veramente tendenze saffiche, ecco perchè era così restia con il sesso con Roberto, anche se non disdegnava completamente l'uomo. Intanto Carla pren-dendo per mano mia moglie la portò verso il divano facendocela sdraiare, poi iniziò a baciarla dappertutto, quando arrivò sulla figa Claudia ebbe un sussulto, come di una scossa elettrica, lentamente tirò giù il perizoma e con un gesto lento e garbato fece volare via anche il suo. Ora erano entrambe nude, ovvero vestite solo di autoreggenti che rendevano il contrasto con la carne e le pelose fighe una visione oltremodo eccitante. ero estasiato, annullato, completamente in pallone, non riuscivo a capacitarmi di ciò che stava succedendo, era un sogno? mi diedi un pizzico per verificare la dolce realtà. Mia moglie stava facendo l'amore con un'al-tra donna, e quel che più mi esaltava, era che stava godendo! si sovrap-posero in un 69 da favola ed iniziarono a slinguarsi e succhiarsi la figa contorcendosi di piacere. Sfila e buttai via le mutande rimanendo con il cazzo in imperiosa erezione. iniziai a menarmelo godendomi lo spettacolo che le ragazze mi offrivano. Dopo un po' mi alzai e mi avvicinai alle ragazze che erano annullate dal piacere. Volsi le mie attenzioni ai Glutei di Carla in bella mostra, li accarezzai dolcemente, strusciai la punta della lingua lungo tutta la schiena che si inarcò per il piacere poi mi fermai a baciare le sue splendide chiappe, afferrai i suoi seni stringendoli e strizzandone i capezzoli, li succhiai avidamente strappandogli gridolini di piacere, intanto mia moglie da sotto si dedicava al suo clitoride inoltrando sovente la sua lingua nella fradicia fessura e solleticando con un dito il buco del culo che pulsava ritmicamente di piacere non disdegnando ogni tanto di infilarglielo dentro fino in fondo. Gli offrii il mio cazzo mettendoglielo sotto il naso, subito tirò fuori la lingua, passandola con gusto lungo tutta l'asta e sulla cappella e roteando la stessa su di essa, affondò la bocca facendo sparire lentamente il cazzo infilandoselo tutto fino in gola. era una maestra di pompino, sembrava in estasi, girava intorno al cazzo con la lingua e man mano scendeva e saliva con la bocca sul cazzo, arrivando ad accogliere nella sua avida voragine anche le palle attaccandosi all'inguine come una ventosa, nel frattempo spingeva con il bacino e la sua fica sulla bocca di Claudia che succhiava e leccava coma impazzita.
Le feci stendere affiancate e questa volta il 69 toccava a me! ma questa volta le fighe da leccare e succhiare erano due. Loro afferrarono il cazzo alternandosi ad ingoiarlo ed unendo le labbra scivolavano sul cazzo alternando slinguate sulla cappella ad appassionati baci. Io succhiavo a turno i loro turgidi clitoridi infilando nelle loro fradice fessure le mie bramose dita. Invitai Carla a mettersi di nuovo sopra Claudia e mentre si succhiavano e leccavano avidamente di gusto, gli appoggiai la cappella sulla figa grondante di umori e con un solo colpo affondai il cazzo fino alle palle! emise un gemito gutturale, poi afferrò i glutei di Claudia e tuffò la faccia nella sua fregna spalancata e abbondantemente bagnata. Intanto anche Claudia si dedicava al suo clitoride mentre io assestavo possenti colpi in profondità ed afferrando i seni li stringevo, talvolta con forza strizzando i capezzoli e facendola gemere in un misto di dolore e piacere, massaggiavo con il dito l'orifizio anale che pulsava ritmicamente ed ogni tanto vi infilavo dentro il dito facendola impazzire di piacere. Ormai gli orgasmi delle donne erano un ripetersi continuo, quasi ininterrotto. Poi si invertirono i ruoli, ora era Claudia sopra con Carla sotto la sua fica grondante di umori, a bocca aperta che succhiava e lappava con gusto e spalancando di più le gambe inarcava il bacino per meglio offrire la sua fica a Claudia. Io intanto da dietro iniziai a dedicarmi al culo di Claudia, puntai decisamente la cappella sull'orifizio anale, molle e bollente di piacere ed iniziai a spingere il cazzo nel suo voglioso culo, Carla slinguava come un'ossessa insinuando la sua lingua che si contorceva come un serpente in profondità nella sua fica sbrodolante. Claudia resa pazza di piacere slinguando e succhiando la fica in fiamme di Carla diede un colpo di culo all'indietro, facendo entrare di colpo il cazzo in profondità fino alle palle e tenendolo spinto all' indietro si gustava la profonda penetrazione con la bocca di Carla che si dedicava alla sua fica che sembrava esplodere da un momento all'altro per il continuo susseguirsi degli orgasmi. Era l'apoteosi della libidine, dopo un pò di poderosi colpi che squassavano il culo di Claudia venni in un orgasmo incredibile, che non avevo mai provato di così tale intensità. Sborrai copiosamente e sfilando il cazzo lentamente dal culo iniziò a colare sborra sulla fica con Carla che con la sua vorace lingua leccava e beveva di gusto poi affondai nella sua bocca spalancata il cazzo ancora spruzzante scaricando nella sua gola quanto era rimasto nelle martoriate palle. Bevve avidamente e slinguando intorno al cazzo lo ripulì di ogni piccola parte di sborra, iniziando a dedicarsi alla fica slabbrata e sbrodolante di Claudia che ricambiava con altrettanta foga. Vennero insieme in un incredibile orgasmo che le fece urlare di piacere, e crollammo sfiniti di piacere sul divano in un'immane ammucchiata di bollente carne. Solo dopo un pò di tempo, dopo esserci ripresi prendemmo piena coscienza di quanto successo. In silenzio ci guardammo in faccia e di colpo scoppiammo in una fragorosa risata. Ma la sorpresa quella sera non dovevamo farla a Roberto invece che a noi stessi? Ma, forse il più grande regalo l'ha ricevuto Carla, avendo avuto, anche se con l'aiuto del viagra, ciò che veramente desiderava, e noi come coppia, un' esaltante esperienza che avrebbe sicuramente rin-saldato ancora di più il nostro rapporto. Dopo una corroborante doccia d'insieme ci siamo rivestiti e prima di andare a svegliare Roberto che sembrava in coma , ci siamo stretti in un ultimo unico abbraccio baciandoci appassionatamente tutti insieme, poi siamo entrati in cameretta dove Roberto dormiva beatamente. Con dolcezza Carla lo scosse teneramente e lo incito' a riprendersi poiché dovevano rincasare. Dopo un pò andò a rinfrescarsi in bagno e tornato fuori ci pregò di scusarlo per il modo in cui si era abbandonato (se solo avesse immaginato cosa era successo lì prima....) Noi guardandoci negli occhi gli dicemmo che non era il caso, ma sono sicuro che un pensiero è balenato a tutti e tre simultaneamente, "grazie Roberto per il regalo che ci hai fatto per il tuo compleanno “, ma sopratutto VIVA IL VIAGRA".
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16 years ago
tatonone,
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Cena
Ciao sono sempre carlo e vi voglio raccontare una serata trascorsa con la coppia di amici conosciuta da poco.La sig Mic. rimasta contenta del trattamento avuto decide di invitarmi a cenare da loro due sere dopo,io mi preparo per benino sapendo che avrei nuovamente avuto la possibilita'di scopare alla grande con la troia in calore....arrivo puntuale e il marito viene ad aprirmi il cancello,dicendomi che la troiona aveva preparato una sorpresa.Non stavo nella pelle,entrando dentro mi accorgo che insieme alla porca stava seduta al tavolo una ragazza stupenda di circa 30anni con un fisico da statua greca...la sua istruttrice di fitness.Io rimango basito,pensando che avessero sistemato un appuntamento a fini seri con la nuova arrivata e di conseguenza la scopata andava a monte...ma ecco che con mia enorme sorpresa la troiona presentandomela mi dice che stanno insieme da due anni e che tre volte a settimana scopavano alla grande in mansarda le lesbicone...lei era personal trainer a domicilio e tra uno step e una pedalata avevano iniziato a leccarsi le fighe e non avevano piu'smesso le porcone....Cenammo con molta sintonia e a fine serata mi invitarono a salire in mansarda,la scena si presentava cosi:cornuto con telecamera e sedia con pisellino in mano,loro due che lentamente si baciavano ogni angolo lasciandomi li a guardare...che troie...avevo il cazzo durissimo e voglioso...come sfondo l'etna in eruzione...mamma mia.Decisi di spogliarmi e di iniziare a giocare con loro,chiaramente mi avvicinai alla mia troiona che mi accolse con un lungo gemito e mi indirizzo la lingua nel buco del culo,mentre la statua si indirizzava voracemente nella figa che gia'sembrava un lago...panca degli attrezzi lei a pecorina io sotto la troietta sopra e la statua china sopra di lei a leccarle dietro che spettacolo ci davamo il cambio per farla godere al massimo e lei ci ricambiava gemendo come una vacca in calore...decisi di rompere gli indugi e prendendola per i fianchi le spaccai il culo facendola gridare come un'animale ferito...mentre la nostra statua continuava a leccare palle mie e figa sua,in breve raggiunse due orgasmi di fila urlando come una forsennata...pensavo ne avesse abbastanza quando improvvisamente tirarono fuori un manubrio per pesi con le due estremita' gommose..non potevo credere ai miei occhi riuscirono a infilarselo dentro le fighe contemporaneamente urlando e godendo alla grande muovendosi con una sintonia incredibile raggiunsero'entrambe un'orgasmo spaventoso,anche se con mio disappunto la sua amichetta non volle farmi neppure un pompino....dicendo:NON HO BISOGNO DI CAZZI....che rabbia...dimenticavo il marito che nel frattempo si segava lo stuzzicadenti non riuscendo a raggiungere neppure un misero orgasmo...povero cornutone...la troiona al solito mi chiese di raggiungerlo in faccia al marito cosa he io feci puntualmente godendomi poi lo spettacolo delle loro bocche che avidamente lo ripulivano mentre lui piangeva...preciso che si tratta di storie assolutamente vere e che preventivamente ho chiesto il permesso di renderle pubbliche facendo in modo da non far capire nulla dei protagonisti...come vedete a catania e dintorni non ci facciamo mancare nulla,alla prossima e grazie al sito e ai lettori [email protected]
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16 years ago
melux, 37/37
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La piscina
Ciao sono carlo dalla provincia di catania e quello che voglio raccontarvi e'realmente accaduto tre mesi addietro.Premetto che ho 34anni e faccio piscina tre volte a settimana cercando di mantenermi in forma,proprio in piscina conosco il sig.mar....di dieci anni piu'grande e molto simpatico con tutti...andiamo ai fatti...un giorno sotto le doccie mi accorgo che il signor in questione indugiava troppo sul mio pisello...mi sono sentito a disagio ad essere sincero,appena asciugati mi chiede di andare a prendere un caffe'a casa sua per parlare un pochino,io fraintendendo chiarisco immediatamente di non essere gay...anzi..lui per tutta risposta mi dice chiaramene che ha bisogno di un bull per la moglie eternamente vogliosa e che lui non riesce a soddisfare.Io sinceramente pensavo che scherzasse ma incuriosito vado..entriamo in una vila alle falde dell'etna e mi si presenta davanti una donna di 45anni stupenda e molto raffinata,ignara del desideri del marito almeno apparentemente.Lui precedentemente mi aveva istruito sulla tattica e io iniziai con molta calma a parlare di sport con la signora mic.. il discorso ando'afinire sugli attrezzi da palestra che lei teneva nella mansarda e decise di farmeli vedere mentre il marito dava da mangiare ai cani...salimmo sopra e io sfacciatamente le chiesi di farmi vedere lo step in azione dicendo che non pensavo ne avesse bisogno...lei per tutta risposta tolse la tuta e restando con i calzoncini da allenamento inizio'a muoversi sull'attrezzo...mi mostrava un culo da favola e io a quel punto non resistetti piu'e chiesi di testare i glutei...dicendo questo allungai la mano nel culo senza che lei facesse resistenza eccessiva ma anzi muovendosi per facilitare la cosa....spaventata dal marito mi disse di fermarmi...ma a uel punto io le dissi dei nostri accordi e dicendo questo le abbassai i calzoncini ficcandole la lingua nel culo bagnato e caldo....fu'l'apoteosi,perse ogni freno inibitorio e inizio'a gridare che lo voleva nel culo...talmente forte da far salire il marito che munitosi di telecamera immediatamente inizio ad incitarla,senza che effettivamente lei ne avesse bisogno....la figa grondava umori incredibili e finalmente io mi decisi a penetrarle il culo visto che voleva prioritariamente quello...raggiunse un orgasmo incredibile e gridando mi chiese di schizzare il povero marito impotente che guardava e che cercava di segarsela inutilmente...finalmente raggiunsi l'orgasmo e bagnai totalmente in viso il sign...in questione che piangendo mi disse che stava entrando in un tunnel senza fine ma che purtroppo non poteva farne a meno.Da allora sono il loro bull di fiducia e grazie a loro ho conosciuto questo fantastico sito grazie di cuore per l'attenzione e a presto. [email protected]
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16 years ago
melux, 37/37
Last visit: 10 years ago -
A catania.....
Eccomi qui a raccontare un altro incontro REALE con una coppia raffinata, di classe e molto socievoli.
Vorrei fare una piccola parentesi per dire che scrivo il sunto dei miei incontri non per il piacere di scrivere ma per rendervi partecipi e per un certo senso ringraziare la coppia che ho incontrato. Quindi mi scuso se troverete errori grammaticali o privo di erotismo ma...non è un racconto di fantasia dove posso aggiungere erotismo. Scrivo solo per mettere nero su bianco le mie sensazioni, sperando di trasmetterle ai lettori.
La settimana scorsa, tramite l'annuncio pubblicato su un portale dedicato alle coppie e singoli scambisti, ho contattato una coppia che sembrava attendibile (in quanto nella rete, per esperienza vi dico che ci sono parecchie false coppie). In realtà lo è, difatti inviata la solita mail di presentazione, arriva la risposta, ci scambiamo i contatti MSN e ci troviamo on line. Iniziamo a discutere, qualche frase e dopo 5 minuti circa avevavo già fissato l'appuntamento per un caffè conoscitivo e senza pretese alcune. Incontro presso un'area di servizio lungo la Ragusa - Catania. Il giorno dopo alle 16.30 arrivo sul posto prestabilito, un sms: "siamo arrivati". Tra me e me dico:"che tempismo". Chiamo e vedo subito un uomo distinto che in lontananza risponde al cellulare e capisco che era lui. Mi avvicino, all'auto, scende anche lei, ragazzi...che DONNA!!! Una avvenente signora con oltre 40anni sulle spalle ma...portati benissimo (certo qualche ruga sul viso) ma...fisico che alcune trentenni se lo sognano. Alta oltre m 1.75, snella, vestita con classe (anche se aveva un cappotto lungo ma ti accorgi subito se la donna ha stile). Capelli e occhi scuri, carnagione chiara, una terzo di seno e un modo di parlare deciso, solare e alla mano. Lui un uomo suo coetaneo o poco più giovane. Entrambe persone molto socievoli e alla mano, senza puzza sotto il naso. Sicuramente non è una coppia di quelle che in testa hanno la frase:"Solo noi l'abbiamo, solo noi siamo i migliori"; vi assicuro che sono parecchie le persone che se la tirano...Dopo i convenevoli, ho offerto loro il caffè e ci siamo seduti in macchina (unico posto dove poter parlare). Ci siamo lasciati e quando ci siamo salutati...lei..."Piacere di averti conosciuto". Non so se quella frase era una parola d'ordine tra marito e meglie che ho trovato molto complici o solo una frase buttata così, fatto sta che la mattina dopo mi arriva un loro sms:"Yes we can". Ci sentiamo per telefono e organizziamo per il pomeriggio seguente. All'ora prestabilita arrivano con la loro solita puntualità svizzera, ci incontriamo e li porto a prendere un altro caffè. Dimenticavo...quando abbiamo parlato, ho detto loro che potevo coinvolgere un amico fraterno con cui ho maturato una certa esperienza in merito a incontri trasgressivi e con intelligenza e se volevano, potevo coinvolgerlo. Di conseguenza mi hanno chiesto di incontrarci entrambe. Quindi era obbligatorio un caffè conoscitivo anche per il mio amico che è stato accettato. Quando siamo entrati nel bar, tutti la guardavano...una donna come quella...Comunque ci siamo avviati presso l'alcova, siamo entrati, li ho fatto accomodare e il marito ha iniziato a baciarla. Il cazzo mi esplodeva già dentro i pantaloni, quindi mi sono avvicinato e ho iniziato a baciarla sul collo. Da una parte ci stava il marito e dall'altra io. Intanto si avvicina D (il mio amico) che inizia ad accarezzarla. Il marito si sposta lasciando spazio a D che inizia a baciarla mentre il cuck inizia a fare qualche scatto fotografico. Man mano la iniziamo a spogliare e ci spogliamo. Vola via la la camicetta di lei e affiora un seno meraviglioso due capezzoli strabilianti, una pella profumata che avrebbe attizzato chiunque...Intanto siamo già tutti nudi ad eccezione di lei che si presentava con l'intimo tutto nero, ovvero regiseno sotto le tette al vento perchè già stavamo sukkiano i capezzoli (un da un lato e uno dal altro), perizoma e autoreggenti. Lei si china e inizia a spompinarmi, con la lingua dà colpetti secchi e decisi sulla mia cappella, ruota la lingua lo bacia, mi guarda negli occhi e...affonda il mio cazzo dentro al bocca. Lo succhia dolcemente guardandomi ancora negli occhi. La sua bocca va su e giù sul mio cazzo, arriva alla cappella e fa scivolare lentamente le sue labbra sul glande. Che sensazione...Poi cerca il cazzo di D, si avvicina e mentre mi spompina inizia a fare una sega all'altro membo mentre il marito ci fotografa. Cambia cazzo invertendo la situazione. La faccio alzare e si sdraia sulla scrivania, le divarico le gambe per leccarla. Le dò qualce colpo di lingua sul clitoride, le mie mani le palpano le cosce per scendere sull'interno coscia mentre la lingua lentamente le sfiora le grandi labbra. Sento il suo odore, mi tutto con la bocca e sento il suo sapore. Che sballoooo e inizio a leccarla lentamente mooooolto lentamente. La mia lingua andava su e giù lungo la fessura mentre D le aveva dato il cazzo in bocca e si stava facendo spompinare. La mia lingua roteava sul clito per scendere tra la sorca della fica, la intrifolavo dentro, frugando nel suo intimo. Dopo qualche lungo ed intenso minuto, mi stacco da quella meravigliosa fica, mi sentivo tutta la faccia umida e bagnata dai suoi umori. Il marito si avvicina e mi fa capire di spostarmi. Si intrufola tra le sue gambe e la penetra mentre spompina D.
Mi unisco a D e lei ci spompina avvicendandosi i ns. cazzi mentri il marito la fotte come gran parte delle donne desiderano...Non resisto, prendo un preservativo, lo indosso e mi posiziono dietro di lui che capisce la situazione e si sposta lasciandomi spazio. Le appoggio la cappella e mentre vedo la faccia di lei che spompina D inizio a penetrarla. Che goduria...aveva la fica calda moooolto calda. Le spingo il cazzo dentro mooooolto lentamente facendolo entrare il più possibile e facendole sentire anche le palle che le strusciuano sui glutei. Il movimento si fa più veloce e i colpi diventano secchi, decisi e passionali. Ci ritroviamo con lei al centro con la faccia per aria, D che la scopava, il marito da un lato che le schizza i faccia e sulle tette e io dall'altra parte che seguo l'esempio del cuck. Quando eravamo tutti e tre spompati, mi accorgo che lei era piena di sperma ma sempre con le sue autoreggenti. Vi lascio immaginare la scena...
Che scopata...Ci vorrebbe una coppia così a settimana...
Sperando che il racconto di vita vissuta sia stato di Vs. gradimento, vi auguro un buon proseguo.
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16 years ago
BULLSICILIA158863,
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Last visit: 2 years ago
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Alle terme...
Siamo una giovane coppia; lei 26 anni e lui 31; molto belli esteticamente.
Lui degli speldidi occhi azzurro mare, da fare invidia, lei una prorompente mediterranea con una quarta e un sedere da urlo.
Decidiamo di trascorrere un fine settimana di totale relax in modo diverso dal solito....alle terme!
L'ambiente è da subito ai nostri occhi molto bello e particolare...e come tutte le novità risulta essere molto eccitante.
Sono da sempre stata affascinata dai massaggi e dall'olio per il corpo...adoro essere oleata e palpata...
Ad essere massaggiato per primo è il mio splendido marito....con suo disappunto a massaggiarlo non è una ragazza...bensì un bel ragazzo dall'aspetto pulito...ma che da subito mi rendo conto che dietro il suo aspetto da bravo ragazzo si svela altro...e non deluse le mie aspettative!
Fin dal primo momento mi pervase una strana sensazione...immaginavo mio marito e quel ragazzo fare chissà cosa...
Tra un massaggio e l'altro si instaura un certo feeling fra tutti e tre...si parla di tutto...anche di desideri sessuali!
E' tutto meravigliosamente bello, irresistibile...tant'è che decido di fare una cosa che mai mi sarei aspettata.
Decisi di alzarmi a di andare accanto al massaggiatore...gli prendo le mani e gliele poso sul pene di mio marito...inizialmente sembrano tutti e due timidi ed impacciati...ma la situazione diventa subito bollente.
Ero eccitatissima nel vedere mio marito con quel ragazzo...muoveva le mani in un modo molto particolare...e mio marito apprezzava molto.
Mentre li guardo inizio a toccarmi...nel frattempo oltre ad usare le mani mio marito e il ragazzo iniziano ad usare la bocca...è fantastico!
Decido di unirmi a loro...prendo io in mano la situazione....inizio a farmi leccare i piedi dal massaggiatore...un piede me lo bacia e lecca...io con l'altro gli stuzzico il pisello.
Intanto mio marito da dietro mi scopa come non mai...tutti e tre godiamo da paura...prendo in mano il pisello del massaggiatore e inizio a segarlo...è bello duro e bagnato...gli tiro tutta la pelle giù e con delicatezza gli tocco solo la punta...lo sento che sta per venire...sta godendo e ansimando...lo faccio venire sul petto di mio marito che ancora non è venuto...ma manca poco!
Il massaggiatore lo prende da dietro e con delicatezza inizia a penetrarlo...è talmente eccitante e nuova come situazione che mio marito venì quasi subito....ci guardammo tutti e tre e scoppiò una risata!
Peccato che la vacanza durò poco...ma chissà...per le prossime vacanze..
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Il mio amico e la ragazza....
Al mare, il sabato e la domenica, vado ad una spiaggietta a pugno chiuso(molti di voi la conosceranno), prima di vieste, una spiaggia molto piccolina e non molto conosciuta, una baia spettacolare, questa estate, ci andavo con una comitiva di amici di circa una 15ina di persona, tra cui molte coppie fidanzate, nella comitiva, c è il mio migliore amico e la sua ragazza, da ormai più di 3 anni, una bella fichetta da sballo,....sapete com è, io sino a quel giorno, essendo la tipa del mio amico, non l' avevo mai vista con occhi maliziosi, la guardavo e trattavo come una sorella...., LEI ha 23 anni, alta, fisico da modella, con delle tette super, circa una 5, quel giorno al mare aveva un costumino viola.......
Arrivammo in spiaggia verso le 10 di mattino, bisogna parcheggiare le auto sulla statale che porta a vieste, e bisogna scendere giù in spiaggia a piedi, con un sentiero di circa 400mt tutto in ripida discesa,....trascorremmo la mattinata in maniera normale, il bagno, giochi e scherzi vari, dopo l' ora di pranzo, c è chi dorme, chi legge, chi gioca e la maggior parte delle coppie s' imboscano (appunto lungo il sentiero per risalire che vi ho descritto prima), erano le 15 di pomeriggio ed il mio amico con la ragazza, con una banale scusa, si allontana con la tipa per imboscarsi....
Io resto solo, tra gli altri singol che dormono tutti, mi annoio.....e decido di andar sù in macchina per prendere i-pood ed ascoltare un pò di musica, mentre salgo tra i cespugli sento dei rumori (sapevo che quei cespugli a quell ora, fossero pieni di coppiette imboscate), cosi un pò per curiosità, mi aqquatto, mi infilo anch io tra la vegetazione e cerco di spiare per vedere chi fosse,....INTRAVEDO DA LONTANO qualcosa, è come pensavo, era una coppia, vedevo che si toccavano e altro, ma sono lontano e non riesco a capire e vedere bene, cosi mi avvicino sempre più, ed arrivo in un punto abbastanza vicino, circa 20mt dalla coppia, ed ecco con mio stupore lo spettacolo che mi appare:....era il MIO MIGLIORE AMICO, con la sua ragazza sono su un asciugamano, lui steso e lei a pecora sopra di lui, intenta a fargli un pompino,....in un primo momento mi viene l' istinto di andar via.....ma intanto nel mio costume l' eccitazione cresce ed il mio cazzo si fà sempre più duro, alla vista di quello splendido pompino fatto dalla mia amica al mio amico......cosi decido di rimanere e sbirciare un altro pò, lei succhiva come una dannata......lui era nudo a terra, con le cosce aperte e un grosso cazzone, mentre lei era con il reggiseno tirato sù (quindi con le tettone di fuori) e le mutandine che ancora indossava, chinata a succhiare quella mazza, ad ogni suo movimento, quel ben di dio che aveva d' avanti, sballotttolava su e giù sfiorandoli le palle, lui non diceva niente, mentre lei mugolava e si sentivano i rumori e i risucchi che faceva mentre lo pompava.....
NON vi dico il mio cazzo, alla vista di quella scena, era durissimo e quasi usciva dal costume,.....lei ad un tratto sempre tenedogli il cazzo in mano, si porto sopra di lui, e spostandosi la mutandina se lo infilò dentro ed inizio a scoparselo, in pratica, lei mi dava le spalle, quindi vedevo poco, anche perchè lei indossava le mutandine, però vedevo i movimenti e come lei saltasse su quel cazzone, e già quello mi bastava....saliva e scendeva su quella mazza come un indemoniata, mentre lui, gli teneva le mani sul culo......ECCO, che lei ad un tratto si girò, forse sempre con il cazzo dentro, quindi, era difronte a me....potevo vedere le sue enormi tette che sbattevano, mentre saltava sul cazzo, mmmm come se lo scopava, saliva e scendeva, con le mani si strizzava un pò le tette, un pò i toccava la fica d avanti, CHE SPETTACOLO, RAGAZZI, NON RESISTETTI, mi tirai fuori il mio cazzone e iniziai a farmi una sega.......stavo rischiando parecchio, ma non potevo più andar via, volevo vedere fino alla fine, non la facevo cosi troia, certo stavano solo scopando, ma il modo in cui lo faceva lei era, non sò, era proprio da troia, cosi, mentre lei continuava a menarsi sul cazzo, io iniziai a spararmi una bella sega,......stavo quasi per sborrare.....quanto lei da la posizione in cui era.....si sfilo il cazzo....e si tirò dietro mettendosi a 69 sopra lui, in maniera tale da rasela leccare, mentre lo spompinava, qui avevo un ottima visuale, vedevo chiaramente come lo succhiava, come si dedicava a quel cazzone, palle, asta, cappella....lo leccava tutto......ad un tratto io sborrai.......mentre lei se lo infilò in bocca e continuava a masturbarlo con la mano,...che TROIA, si fece sborrare in bocca........si prese tutta la sborra, si tirò sù......e la sputò per terra.......
A quel punto era tutto finito.....io me la filai.....e tornai in spiaggia......e loro arrivarano dopo circa un 10 minuti......come nulla fosse successo.....PERò da quel giorno, ogni volta, alla vista di quella troietta della ragazza del mio amico, il solo pensiero mi drizza il cazzo....
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16 years ago
Daniele3tuo, 26
Last visit: 13 years ago -
Finalmente troia nel cinema porno
Qualche giorno fa ero a Milano per Lavoro, morivo dalla voglia di andare in un cinema a luci rosse di cui avevo sentito parlare e per questo sotto mi ero già vestita da con da donna.
Calze autoreggenti color carne con sopra un paio di collant neri tutto nudo con il foro al cavallo in modo da far uscire il mio uccello e lasciare libero accesso al buco del mio culo.
Sopra reggiseno con i seni al silicone, e body nero con collo a lupetto in lycra e microfibra liscia e setosa.
Nello zainetto scarpe nere con laccetto alla caviglia tacco 9, parrucca alla Tina Turner castana
Così alle 17 circa dopo aver finito il lavoro ci sono andata, mi tremavano le gambe ma più mi avvicinavo e più desideravo entrare nel cinema e darmi in pasto ai leoni.
Dopo essere entrata come maschietto con borsa zainetto al seguito ho fatto un breve giro in sala e ho notato un notevole movimento dietro le tende delle uscite di sicurezza, tra l'altro alcune avevano un corridoio stretto e lungo dove piccoli gruppetti di persone armeggiavano attorno a non ben definite persone, alcuni erano solo gay ma in un'altra uscita vidi una travesta magra e molto carina.
Così mi sono avvicinata piano piano, io non mi ero ancora cambiata del tutto, prima volevo assicurarmi dell’ambente della frequentazione e di non pestare i piedi alle presenti col rischio magari di avere qualche problema indesiderato.
Vari maschi le erano vicini in semicerchio, erano tutti in silenzio, si sentiva qualche parola sussurrata, mi sembravano dei complimenti ma ciò che si sentiva distintamente era il risucchio prodotto dalle labbra sullo scorrere alternato dei menbri, non la vedevo ma ne ero certa, anche perché io stessa produco gli stessi rumori quando succhio per bene un bel cazzo.
Due o tre audaci si erano slacciati i pantaloni quel tanto da estrarre la verga per metterla davanti al viso a distanza di labbra della travesta, mentre gli altri si smanettavano da soli o stavano semplicemente a guardare, sembrava stesse accadendo qualche cosa di molto furtivo dove tutti in un tacito accordo mantenevano un rigoroso silenzio aspettando il proprio turno.
Avvicinandomi vidi distintamente il movimento della testa che non lasciava dubbi sulla natura della sua attività e per questo invidiavo l’artefice di quei pompini, desideravo pazzamente essere al suo posto, essere io ha provocare quei risucchi e a cambiare cazzo ogni due tre colpi per assecondare tutti e 4 i pretendenti.
Inoltre la bella travesta, ogni tanto alzava lo sguardo con un espressione compiaciuta e con fattezze ancora più languide estraeva la cappella dalla bocca e vi passava la lingua saettante incorniciata da due belle labbra carnose con un rossetto bordò molto sexy.
Mi ha colpito come una scarica elettrica vedere che molta saliva le colava dal labbro inferiore e i menbri sembravano luccicare da quanto erano insalivati.
Riflettendo sull’immagine appena vista del filo di bava che le colava dalla bocca ho capito che il mio subconscio lo aveva interpretato come una colatura di sperma e per questo mi aveva fatto trasalire, stavo desiderando in un modo pazzesco di essere al suo posto e di sentirmi colare dalla bocca lo sperma in eccesso.
Mi sentivo la gola secca e le guance infuocate, dovevo agire in fretta, si stava succhiando tutti i cazzi disponibili e volevo anche io la mia razione, anzi volevo fargli vedere che io ero più Troia di lei.
Mi sono inginocchiata vicino a lei e accarezzandogli una coscia ho avvicinato la mia bocca al suo orecchio dicendogli che volevo parlarle, naturalmente lei pensava fossi interessata ad un suo servizi etto ma sentendo che tremavo come una foglia mentre le dicevo sono una trav come te e vorrei partecipare ai tuoi giochi, si è girata un momento mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: se vuoi giocare con me vai a cambiarti e vieni qui che ti faccio rompere io il culo a dovere Troia!!
Non vi era cattiveria nel suo tono ma la fermezza di chi consce bene le pulsioni erotiche perverse di una Troia come me.
Mi sono alzata sono andata in bagno e mi sono cambiata e truccata il più rapidamente possibile, avevo paura di uscire e di trovare la sala vuota perché ormai tutto era finito.
Mi sono messa le scarpe con il laccetto alla caviglia che adoro anche perché è impossibile perderle indipendentemente dalla posizione o dal movimento che avrei dovuto fare.
Alla luce fioca del cesso ho finito di truccarmi esagerando forse con il rossetto a lunga durata ma per un cazzo grosso ci vogliono delle labbra carnose ho pensato.
E poi abbassando un poco il vestitino nero aderente in modo che mi coprisse il culo sono uscita dal cesso.
Gli occhi non erano abituati all’oscurità e quindi passando ancheggiando sui tacchi davanti ai vari maschi appoggiati al muro dell’ultima fila mi sono sentita più volte palpeggiare ma volevo raggiungere al più presto la mia antagonista.
Quando stavo per superare la tenda dell’uscita di sicurezza mi sono sentita afferrare per un braccio, non ho capito subito che era lei, ma mi ha bloccato, dicendomi:”Fatti un po vedere troietta, come ti chiami?” e io “Betty, Betty Slutt” , “Ma guarda e cosa stai cercando?”, “ Cazzi grossi da succhiare e voglio farmi inculare come una cagna in calore” lo dissi tutto di un fiato con un tono acuto come una vittima che ammette la sua colpa.
“Ok tesoro sei formosa e voglio proprio vedere quanto sei Troia?” adesso te faccio rompere a dovere il tuo bel culone” e così dicendo mi porto nel corridoio dell’uscita di sicurezza dove l’avevo vista all’opera.
Vi erano ancora tre uomini uno con i pantaloni calati al ginocchio che si menava un grosso uccello mentre un ragazzino biondo cercava di succhiarglielo, appena mi vide si fermo con faccia interrogativa e la mia accompagnatrice di cui non sapevo ancora il nome gli disse “lascia perdere il frocetto Bruno devi rompere il culo a questa balena succhia cazzi così vediamo quanto regge”
Un brivido di paura mi ha percorso la schiena, cosa voleva intendere, quanto regge? Ma ero già in ginocchio davanti a lui e senza esitare un attimo lo ho preso in bocca, era pulito il ragazzino che mi aveva preceduto lo aveva insalivato per bene, ma era semi duro così mi ci sono dedicata anima e corpo cercando di infilarmelo il più possibile in bocca, fino in fondo.
Il risultato non si fece attendere perché gli è diventato duro e la cosa mi ha ulteriormente eccitato anche perché Bruno ha detto”Ei questa troia me lo succhia meglio di te, ha una bocca calda e morbida, sembra una fica” mai complimento mi ha infoiato di più.
Intanto altri maschi mi si sono messi intorno e chiudendo ogni tanto gli occhi per assaporarmi meglio le sensazioni mi sono messa a ciucciare e smanettare alternativamente tutti i cazzi che mi si paravano davanti alla bocca.
Però solo due erano belli grossi, lunghi una 20na di centimetri e con una bella cappella, glia altri erano normali ma la sensazione di essere li come una porno star a succhiare più cazzi contemporaneamente era ineguagliabile.
Ancor più bello fu di ritrovarmi schiena contro schiena con la mia antagonista trav a succhiare tutti quel ben di Dio.
Il corridoio era diventato ormai stretto anche perché nella sala doveva essersi sparsa la foce che due frocette stavano succhiando cazzi a più non posso.
I primi incominciarono a venire gemendo schizzando il loro seme sul mio viso e sulle labbra che tenevo chiuse, anche se morivo dalla voglia di bere tutto quel nettare.
Poi mi ha fatto alzare e piegare in avanti e quando mi ha messo un dito nel culo e si è accorta che ero già tutta lubrificata, ha detto” cazzo ma sei già tutta bagnata, allora vuoi farti riempire anche il culo e Troia che non sei altro!”
E io “Si dimmi che sono una Troia, insultami ma fammi inculare voglio farmi sbattere ti prego!!!”
E da li mi sono sentita appoggiare il primo cazzo sul culo, per fortuna uno di quelli medi, cosi ho contratto i muscoli anali e spingendo indietro il bacino mi sono fatta impalare dal primo.
Stupendo sentirsi un cazzo piantato in culo e sapere che altri vogliono farselo succhiare per poi sbattertelo dentro, trovarsi piegata a 90° gradi e sentire i commenti che stanno facendo su di tè mente ti inculano e succhi avidamente i cazzi che tisi parano davanti.
Sentire i gemiti e le vibrazioni l’attimo prima che vengono aggrappandosi ai miei fianchi in modo da ficcarmelo bene dentro, allora io stringo i muscoli anali fino a che sento che si ammoscia e uscendo recupero il preservativo lasciandolo poi cadere a terra li vicino.
In un ora e mezza circa mi hanno inculato in 8 sempre con il preservativo, di cui due avevano un gran bel cazzo e mi hanno sbattuto alla pecorina tenedomi per i fianchi facendomi gemere di piacere come una cagna in calore.
Ma non ho idea di quanti cazzi ho succhiato, tra il buio e il fatto che ogni tanto chiedevo gli occhi per il godimento non so quanti sono entrati nella mia bocca e passati per le mie mani.
So che i fiotti di sperma sul viso sono stati parecchi, mi sentivo appagata dai commenti lascivi e dagli insulti, felice di essere la loro troia, di essere insultata e riempita.
Alla fine ho perso la testa con une dei cazzi grossi che mi aveva appena inculato vigorosamente e quando la mia antagonista mi ha sussurrato all’orecchio” vuoi assaggiare lo sperma di Bruno, ti assicuro che è buonissimo” ho risposto “Siii voglio berla tutta voglio e baciarti con lo sperma in bocca” e così ci siamo messe a leccarlo per bene in due e quando stava per venire mi ha spinto forte la testa sul suo uccello in modo che lo avessi ben piantato in bocca e mi sono lasciata riempire la bocca da 4 violenti schizzi di sperma colloso e caldo seguiti da altri schizzi minori ma che mi hanno riempita anche se ho inghiottito due volte il suo caldo nettare ne avevo ancora in bocca e cercando la mia antagonista ci siamo scambiate un languido bacio trasferendoci lo sperma.
Facendo saettare languidamente la lingua nelle nostre bocche in modo che fuoriuscisse un lungo filo di sperma.
E’ proprio così che volevo ritrovarmi, con lo sperma che mi cola dalla bocca e chiudendo gli occhi sono venuta come una fontana con una quantità di sperma fuori dal normale per me, nella mano della mia antagonista che mi ha smanettato rapidamente durante il bacio.
Ci è venuto altresì naturale leccare languidamente e avidamente anche la mano piena del mio sperma e a quella vista l’altro bel cazzone che intanto si è rinvigorito dalla vista di cotanta troiaggine mi ha infilato il cazzo in bocca e quando ho alzato le braccia me le ha bloccate in modo da avere il totale controllo della situazione.
Siccome il tipo tratteneva la mia testa sul suo cazzo duro dicendomi "ingoia troia, ingoiala tutta la mia sborra"mi sono sentita felice di assecondarlo e ho ingoiato avidamente tutto ripulendogli l'intera cappella fino all'ultima goccia.
La mia antagonista si è avvicinata e mi ha sussurrato all’orecchio " Betty, sei proprio una checca succhia cazzi,anzi una Troia Ninfomane"
E’ accaduto tutto proprio come volevo, peccato non essere stata fotografata o ancora meglio video ripresa, è l’unica amarezza di questa avventura perversa che desidero ripetere ad ogni costo, magari con la presenza di qualche cazzo nero.
Per questo cerco coppie o cavalieri per organizzare gang bang o per essere accompagnata in cinema club privè parcheggi per essere la vostra Troia succhia cazzi.
Si astengano indecisi e sega ioli, solo persone convinte pulite e decise.
Un languido bacio a tutte le sorelline che vivono pulsioni simili, scrivetemi per scambio opinioni
Betty Slut
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6
16 years ago
bettyslut,
39
Last visit: 9 years ago
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Un incontro...
Ciao,
sono appena tornato e volevo raccontarti... perchè ho voglia di continuare a sentire (almeno con la fantasia...)
qualche giorno fa ho ricevuto un messaggio in relazione al mio annuncio su ... (non so se te ne ho parlato e se lo conosci... io lo trovo molto eccitante e divertente, quando me lo vado a rivedere). Insomma un tizio mi diceva che era disponibile a farmi quello che mi piace... ci siamo scambiati qualche mail e poi gli ho mandato il mio cellulare. Ci siamo accordati per questa sera e stamattina mi ha telefonato per confermare.
Ci siamo incontrati a metà strada all'uscita della superstrada. La cosa è stata diversa da altre volte.
Dopo un poco che ero fermo in macchina ho visto arrivarerne una (mi aveva detto una familiare azzurra) che si è accostata e ci siamo salutati dai finestrini. Io gli ho detto che era meglio andarcene da qualche parte perché lì c'era troppa luce. Altre volte ho girato per kilometri e minuti, invece dopo poche centinaia di metri, ha preso una stradina e si è messo dietro una baracca dei contadini, di quelle che servono in estate per vendere la frutta. Insomma eravamo a poche decine di metri dalla strada. Io ho accostato ho spento e ho camminato rapido verso la sua macchina.
Voglio raccontarti tutto per bene. Non è che avessi voglissima, ma non avevo voluto rinunciare, mi aveva detto che aveva un bel cazzo ed era solo attivo e io era tanto che non lo facevo…
Insomma ero un po' imbarazzato, più di lui. Abbiamo parlato un po': “lo faccio ogni tanto e tu?”. “anche io…”, “di dove sei ...” ecc ecc, “sono un po' teso”, “tranquillo, siamo due adulti,…” Mi ha chiesto come volevo farlo, se prima in bocca e poi… Gli ho chiesto se potevo toccarlo un po', “certamente… “ mi ha risposto e si è slacciato i pantaloni e tirato giù. Era moscio ma bello grossotto, l'ho carezzato e si è gonfiato nella mia mano. “Penso che mi farà un po' male”, “ma no…” Non era ancora duro e ho capito che c'era bisogno di qualcosa, così mi sono chinato e l'ho preso in bocca. Ho pompato qualche minuto e leccato insalivandolo bene mentre lui cercava di infilarmi la meno nei pantaloni e toccarmi il culo. Così mi sono tirato su e mi sono slacciato anche io e calato tutto, poi ho ripreso a succhiargli la cappella che era diventata bella grossa. Lui, intanto, mi ha carezzato il culo e il buchetto e si faceva strada con un dito. Nei giorni scorsi mi ero rasato tutto dietro, sembrava il culetto di un bambino e lui ha facilmente trovato la strada per entrare dentro con un dito, sentivo il cazzo in bozza che sussultava per l' eccitazione e così lo spompinavo ancora più a fondo. Anche io ero eccitato e con l'uccello teso. Cosi gli ho detto se voleva un preservativo e mettermelo dentro. Ci eravamo messi d'accordo che li portavo io. A me ha fatto piacere perchè mi sono sentito un po' puttana a portare i preservativi per il maschio che doveva scoparmi. Mentre lui si metteva il preservativo io mi sono sfilato i pantaloni e ho perso un flaconcino di lubrificante che avevo portato e mi sono ben bene incremato il buchino del culo che era una bellezza. Lui proponeva di uscire e di appoggiarsi alla baracca di legno. Certo in macchina era scomodo, ma non mi piace uscire: ho buttato giù del tutto lo schienale e mi sono girato, messo in ginocchio sul sedile. Lui è sceso di macchina ed è salito dalla parte del passeggero dietro di me. All'inizio ero quasi disteso, ho allargato le gambe e le mele e lo toccavo per farlo irrigidire, ma tutte quelle manovre l'avevano un po' smosciato. Lo sentivo appoggiarsi al buchetto e cercare di spingere, ma non ce la faceva ad entrare, così mi sono tirato un po' su, " a pecora" e l'ho guidato, dicendogli che se entrava un poco, poi diventava più duro, Lui era comunque eccitato come me e insomma ad un certo punto ha spinto nella direzione giusta e l'ho sentito entrare un poco. Gli ho detto di darmi il tempo di abituarmi, ma si è mosso bene ed è scivolato un altro po', poi ha cominciato a muoversi, aveva un bel cazzo, non c'è che dire. Sentivo piacere e calore e mi sono messo a muovermi per farlo entrare meglio, questo gli è piaciuto e, mi ha detto che ero bravo, che avevo un bel culo, bello stretto e si è messo a scoparmi finalmente per bene. Mi piaceva molto e gliel'ho detto, lui si è eccitato ancora di più e mentre io spingevo il culo verso di lui e mi muovevo sul suo cazzo mi ha detto che era tutto dentro e che stava per venire,…. Dai, dai, dai mi è venuto dentro abbracciandomi e carezzandomi la pancia e il petto e spingendomi l'uccello più a fondo che poteva. L'ho fatto godere e poi ho continuato per un po' a sentirlo dentro, non è uscito subito, era abbastanza lungo da ammosciarsi senza scivolare subito fuori. Poi, dopo un poì, e intanto cercava dei fazzolettini, me l'ha tirato fuori. Avevo il buchino in fiamme, mi sono girato e steso sul sedile reclinato. Ero eccitato, lui si è pulito e si è rivestito. Aveva ben goduto e, da maschio, gli era tutto passato. Gli ho chiesto se mi toccava il culetto, ma mi ha fatto una carezza o due di pura cortesia, ma tanto io ero eccitato per conto mio, sentivo ancora il buchetto pulsare come se me lo stesse fottendo. Mi sono toccato l'uccello un poco e sono venuto in un fazzolettino di carta per non sporcarmi.
Vestirsi, controllare che tutto fosse a posto e poi ciao, ciao, è stato bello, sì mi è piaciuto molto, ciao, ciao.
Solo che volevo rivivere un pochino quei momenti. Sono stati troppo rapidi, piacevole, ma quasi non mi ero reso conto che mi era entrato tutto dentro, pensavo che fosse ancora solo la punta. Mi sarebbe piaciuto che si fermasse, e poi me lo facesse sentire che usciva e entrava lentamente per farmi provare quanto era grosso e lungo… Non mi ha fatto quasi per niente male, merito della cremina e della saliva. Certo il buchetto è ancora caldo e io sono ancora eccitato, ma è stato rapido… Forse il numero magico è il tre… un uccello sodo e dritto che si pianta nel mio culetto ben lubrificato e scorre tranquillo come in una bocca e intanto una bocca vera che mi succhia e mi spompina mentre a mia volta rendo il favore… chissà come sarebbe piacevole…
Ciao....
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16 years ago
admin, 75
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L incontro mancato
L’INCONTRO MANCATO
Alla fine non ci siamo più incontrati, ma io ho sognato di te.
Vederti davanti a quel disco nel negozio è stata la prima scarica di adrenalina: sei più attraente che nelle foto, 20 anni, moro, definito, lo sguardo fiero e promettente, pelle di porcellana e labbra giovani della tua età', sembrano fatte per essere baciate per ore...come piace a me.
Prima di rivolgerti la parola ho voluto girarti un pò attorno, potevo farlo perchè tu il mio viso non lo conoscevi e ti guardavi intorno scrutando ogni donna in circolazione, immaginando o forse desiderando di poter scegliere la tua possibile partner per quel pomeriggio.
Frugando con lo sguardo sotto il tuo giubbotto ho immaginto il tuo bel corpo teso, ancora in fase di sviluppo (a 20 anni si cambia ancora tanto!), ed ho goduto dell'idea di averti trovato, finalmente!
Sei tu quello che voglio!
Ne sono certa e sono certa di essere destinata a fare scintille con te.
I nostri pochi scambi via mail e msn mi hanno accesa come un cerino,
sentirti al telefono, poi, mi ha garantito che quello che sogno si può realizzare davvero, perchè la tua voce timida e le tue battute sottili hanno confermato che anche tu -corpo e cervello- hai voglia di me.
Di me che ho 15 anni più di te, ma che adesso me ne sento 15 in tutto...perchè voglio farti girare la testa semplicemente sedendoti accanto sulla panca di una Chiesa, o avvicinandomi a te nell'ascensore di un megastore quel tanto che basta per farti respirare il profumo dei miei capelli, o sfiorando con le mie lunghe ciglia la tua guancia
mentre ti lecco un lobo e ti dico una prima parola speciale all'orecchio.
Prendo l'iniziativa e dopo aver stoppato l'ascensore ti bacio perchè non ti resisto; mi prendi il viso tra le mani e ricambi il bacio.
La tua lingua s'insinua nella mia bocca e mi trasmetti il tuo meraviglioso calore bagnato.
Baci come un Dio!
I nostri corpi si avvicinano piano e sento la tua erezione che preme sul mio bacino. Un altro brivido, un' altra parola all'orecchio...
Sto morendo dalla voglia di te!
Il nostro fiato si spezza, siamo vicinissimi non solo con i corpi, c'è qualcosa di magico in quell'istante.
Con la mano prendo un tuo polso, poi una tua mano e dal mio viso
la dirigo sulla mia camicetta, sul mio seno grande e morbido che ha tanta voglia del tuo intervento.
Mi slacci due bottoni, fai scivolare tre dita sotto la coppa del reggiseno e mi sfiori un capezzolo turgido; non riesco a trattenere un mugolio, ma tu mi mordi un labbro ed io resto sospesa desiderando che duri il piu' a lungo possibile...
(to be continued if requested)
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16 years ago
TiVoglioSexyMI,
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Lei con lui
Vagavo per le vie del paese con gli occhi bassi e lo sguardo assente nel vuoto,il freddo pungente mi faceva tremare nella mia giacca di panno,il mio pensiero era altrove......
Ero uscito di casa baciando mia moglie .....''divertiti amore'' le avevo sussurrato all'orecchio. La rivedevo sulla porta di casa con il suo fisico snello, le gambe slanciate coperte da una minigonna ''pazzesca''.......'' ti faccio uno squillo quando sara' tutto finito'' mi aveva sussurrato all'orecchio ed io come un automa ero salito in auto e mi ero allontanato in silenzio.
Adesso ero li' solo tra mille persone. Cercavo di immaginare cosa stesse accadendo , tremavo.....con la mente confusa tremavo.
Avevo innescato un gioco bizzarro ed adesso ne avevo paura.
Lei era a casa, vestita in modo eccitante, oltre alla minigonna ,indossava delle calze autoreggenti, un perizoma fatto di trine e come sempre calzava scarpe con tacco vertiginoso. Prima di uscire l'avevo sentita confabulare al telefono col suo giovane amante....'' stai arrivando ? ok !! chiedo a mio marito di uscire!!'' ed io ero uscito.
Un gioco strano, anomalo sotto mille e poi mille aspetti ma che mi eccitava mentre mi straziava l'animo.
Gia da un'ora girovagavo per i vicoli stretti,in un buio giardino una panchina mi stava aspettando. Le luci tenue di un lampione mi fecere un po di coraggio e sedetti stringendomi a me.
Certamente mia moglie in quello stesso momento era comodamente seduta sul nostro bel salotto di pelle e lui certamente era con lei.
Chiusi gli occhi e cerca di immaginare la scena. Li vidi confabulare con spirito nuovo, scherzare su mille cose diverse mentre sorseggiavano una coppa con del prosecco frizante. LI vidi avvicinarsi , baciarsi e pian piano...toccarsi fin che lei lo prese per mano e lo condusse su per le scale. In camera da letto vidi due corpi avvinchiati che si spogliavano con foga e trasporto. La gonna di lei che saliva mentre le mutandine scendevano giu per le gambe. Il giovane col membro eretto la scopava in bocca e entrambi gemevano forte.Poi lui su di lei e ancora lei a pecorina che riceveva l'uomo da dietro.
In un ''dormiveglia'' vivevo anche io un momento bello e traziante. Lo squillo del cellulare mi scosse ,sgranai l'occhi e poi corsi all'auto. Pochi chilometri mi separavano da casa mia. Lungo la strada deserta incrociai una'auto lussuosa......chissa' forse era lui.
Lei era sulla porta, con i capelli arruffati,l'aria appagata di una micina, si alzo la gonna e mi disse....''annusa'' ed io ubbidii. Profumava di donna ma si sentiva anche l'odore del profilattico.
'' allora ci hai scopato ??'' la interrogai e lei per tutta risposta si sdraio sul letto, allargo le gambe e mi disse'' si !!....e adesso scopami tu''....
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16 years ago
admin, 75
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Le sorprese non finiscono mai
La vita riserva sempre delle sorprese, a volte belle a volte sono di quelle che ne faresti volentieri a meno. La storia che narrerò è di quelle che per quel che mi riguarda, ne farei sempre a meno, ciò non toglie che pur non disprezzando, son sicuro che a qualcuno farà leccare i baffi.
Sono stato sempre un amante del mare anche se, lo amo a modo mio, io amo il mare, lo stare in acqua a rinfrescarmi durante una torrida giornata di agosto, di quelle che solo in Sicilia si possono vivere, non amo invece croggiolarmi al sole, dove voltandoti e rivoltandoti alla ricerca dell’abbronzatura ideale, rischi di camuffarti da cotoletta. Ho sempre amato fare le vacanze in Sicilia, nel versante Tirrenico, dove l’acqua assume delle sfumature uniche e la brezza del mare intiepidita dai raggi solari, rende magiche le atmosfere locali. Amo vivere la mia residenza estiva ricca di maioliche eoliane e di ceramiche artistiche di camastra, circondato dalle delizie gastronomiche locali dove, le melanzane te le fanno mangiare in tutti i modi e dove, la mattina inizia alle 12,00 con una granita caffè con panna e brioche, di quelle delizie che ti rimangono dentro per sempre e ti fanno invidiare da chi non ha mai avuto la fortuna di provare. Quell’anno no, era anno di cambiamenti, di inizio di democrazia in un rapporto di coppia che provava a consolidarsi per affrontare le bufere del mare della vita.
Non sò come, nè adesso voglio chiedermi il perché, mi ritrovai a prenotare una vacanza in montagna, in alta montagna, dove la neve la trovi ad agosto e la notte del 15 invece di festeggiare a falò e bagno di mezzanotte, festeggi con dopo sci e piumino. Proprio durante la sera del 15 Agosto, io e la mia compagna del tempo, Silvana, mentre stavamo gustando una fonduta niente male, veniamo avvicinati dai nostri vicini di camera. Ecco lì, pensai tra me e me, abbiamo fatto troppo casino stanotte e adesso mi tocca sorbirmi i rimbrotti dei vicini. Con mio stupore, Deborha e Andrea, questi i nomi dei nostri vicini, si erano avvicinati perché avevano visto che eravamo vicini di camera ed intendevano familiarizzare un po’ per organizzare delle escursioni insieme. Si sedettero con noi e ci aiutarono con la fonduta. Il dialogo era cordiale e sereno, di quelli che non ti annoiano e non ti entusiasmano, fin quando la Deborha non cominciò a toccare i giusti argomenti. Dapprima esordì dicendo di avere un gran caldo vicino al camino e rimase con un sotto giacca bianco che lasciava intravedere inequivocabilmente i capezzoli turgidi, in seguito introducendo le finte lamentele sui rumori molesti ma eccitanti, così da lei definiti, dei nostri rapporti. Mi scusai prontamente dell’increscioso episodio e ritenni opportuno rassicurarla sul futuro, ma a quel punto intervenne Silvana. Un candore da infante ed una sincerità disarmante, ecco cosa sfoderò nel chiedere se anche lei durante i rapporti, amava farsi chiamare troia, puttana e altre porcate del genere. La poveretta ammise con onestà che non solo le piaceva perché provocava in lei una eccitazione strabiliante, ma pretendeva da Andrea che lo facesse anche durante la giornata normale, giusto perché, sosteneva, le provocava dei brividi alla schiena e non solo il pensare che potesse essere strumento di desiderio di un uomo. Così dicendo, allungò la mano lungo i suoi pantaloni di fustagno blu e si massaggiò rapidamente ma con fare deciso, la passera. Il gesto non sfuggi ai commensali e provocò in Silvana una reazione straordinaria. Dapprima accusò gran caldo e si tolse la sua giacca, sfoggiando un sotto giacca in pizzo nero traforato senza niente sotto, mettendo in bella mostra la sua 4° di seno e due capezzoli dritti e duri come non mai, poi passo a stringermi per il collo avvinghiando le sue calde labbra alle mie e facendo sosta con la sua mano nella patta dei miei pantaloni. Come nell’applicazione migliore delle leggi della fisica, si scatenò in me una reazione incresciosa, tale da richiederne immediatamente la copertura con il tovagliolo da tavola. Andrea se la rideva di gusto e mi stranizzava questa sua velata indifferenza. Intanto dal camino ancora acceso, ci sentivamo inondare dal riverbero della fiamma e, pur non comprendendo il linguaggio della legna che scoppietta dispettosa o brontola fiammeggiando, una irrefrenabile eccitazione pervase i nostri corpi che si trovarono a danzare nella penombra del locale, avvolti dalle ombre dei bizzarri disegni della fiamma ardente. Era la fiamma del desiderio reciproco che ci fece accomiatare dalla compagnia in direzione della nostra camera. Con passo svelto e arguzia solerte, Debhora e Andrea si precipitarono nel seguirci e, giunti al pianerottolo, ci invitarono ad entrare da loro per facci assaggiare un distillato locale comprato la mattina precedente, da un pastore del luogo. Entrati, Debhora con sfacciata petulanza, ci consigliò di metterci in tutta libertà perché da loro la temperatura faceva invidia alle più note località balneari e così dicendo, si svesti indossando una corta maglia leggera da dove faceva capolinea in bella pista, una coulotte di raso rosso che avrebbe fatto drizzare l’uccello al nonnetto che teneramente dormicchiava sulla sua dondolo davanti al camino del locale. Silvana, per non venire meno all’atteggiamento assunto da Debhora, tolse i suoi pantaloni e con mia grande sorpresa, rimase solo con il perizoma asserendo che tanto era uguale. Andrea, che fino a quel momento si era tenuto volutamente in disparte dal gioco, sevì amabilmente il distillato e ci chiese se ci andava un film. La proposta non sembrava oscena e in fondo, la compagnia cominciava ad entrare in sintonia e non mancavano le battute e le risate, diciamocelo proprio, erano simpatici. Andrea attese la nostra risposta che fù unisona ed immediata. Sorpresa delle sorprese, Andrea mise un porno di quelli da paura. Io e Silvana stavamo seduti su di un divanetto all’interno della stanza, Deborha si era sistemata ai nostri piedi ed Andrea si era sdraiato sulla moquette appoggiando la testa sulla passera di Debhora. L’atmosfera divenne incandescente già alle prime immagini del film, i nostri pensieri e le nostre fantasie, folleggiavano capricciosamente come farfalle innamorate per intersecarsi involontariamente errando gli uni nelle fantasie degli altri. Silvana non resse più e, in un baleno, tirò la lampo dei miei pantaloni e ingoio il mio cazzo in un colpo solo. Così facendo aveva assunto una posizione carponi lungo il divano, mostrando il suo tondo sedere alla sala dove Andrea e Debhora avevano preso a palparsi con l’ardore delle mille gradazioni di chiaro scuro che una fiamma ardente sprigiona. Andrea però, rimase profondamente colpito dalla posizione di Silvana e prese a massaggiarle il culo con tanta delicatezza che quasi lo faceva apparire timido. Vedendo che nessuno lo fermò, con più decisione continuò accarezzando la topina di Silvana ed introducendo prima uno e poi due delle sue grosse dita nella passera fracida di umori di Silvana. Debhora intanto era passata a spompinare alacremente Andrea e cominciò a strofinare le sue chiappe tra le mie dita. Feci per cominciare ad assaggiare la sua topina ma lei, con una velocità da centometrista, si girò di scatto mostrandomi le sue meravigliose tette. Comincia a leccarle, a morderle, mentre raggiungevo con un grido strozzato in gola il mio meraviglioso orgasmo tra le labbra vellutate di Silvana. Andrea era in tiro di lusso e Silvana, ormai inarrestabile, si giro e lo prese tutto dentro. Debhora dal suo canto cominciò a pulire la mia sborra con delle leccate alla cappella che sembrava vedessi un’altra fiamma ardere nuovamente il mio cazzo. Pioveva ed il vento urlava incollerito, ma i nostri corpi erano ormai senza ritegno, i nostri sguardi complici danzavano tra loro in un rituale mai provato prima, fù così che mentre Silvana raggiungeva insieme ad Andrea un orgasmo da paura, io e Debhora ci trovammo in posizione da 69. Lei cominciò avidamente a succhiare fino a farmi tramortire dall’ineffabile desiderio di riempirla tutta, mentre cominciai la mia tappa di avvicinamento alla sua topa. Scostai la sua coulotte e infilai la mia mano dapprima a massaggiare le sue liscie chiappe e poi ad accarezzare la sua morbida passera. La sorpresa che non ti aspetti, trovai una campana stonata, la morbida passera agognata altro non era che una campana stonata. Debhora intuì il mio malumore, segnalato tra l’altro dall’afflosciamento del membro e si drizzo in piedi. Andrea e Silvana ormai esausti si erano posizionati sul divano mentre io sbigottito dall’evento, provavo a raggiungere i miei pantaloni per porre fine a quella serata sorprendente. Drizzandosi in piedi, Debhora aveva fatto scivolare la sua coulotte, lasciando ormai libero il suo attrezzo stonato, Silvana appena la vide, restò quasi imbambolata, ma con la mano fermò il mio cammino mentre con l’altra cominciò ad accarezzare il cazzo di Debhora, mentre lo accarezzava, gli poggiò sopra le sue labbra, lo ingoiò, lo slinguava quasi a scommettere che fosse diventato duro, Debhora si mise carponi sul divano lasciando fare Silvana, mentre Andrea ormai ripresosi, cominciò a incularla selvaggiamente. Io mi godetti in disparte la scena, pur senza partecipare mi accorsi però di essere tornato in tiro. Silvana si accorse dell’evento e, conoscendomi bene, girò il suo bacino verso il mio cazzo e lo accolse nella sua calda topina fino a far rigurgitare anche l’ultimo goccio di sperma. Andrea inondò il culo di Debhora in maniera incresciosa e Debhora? Ebbene si, dopo circa tre anni ( così almeno ci confessò ), quella troia di Silvana, riuscì nel suo intendo facendo esplodere in un orgasmo infinito il cazzo di Debhora che rimase molto grata dell’evento. Ormai eravamo esausti, ci rivestimmo approssimativamente, ringraziammo la dolce compagnia di Andrea e Debhora e crollammo esausti nel nostro lettone proprio mentre l’ultimo bagliore di fiamma si mescolava ai tizzoni ancora ardenti di un fuoco che ormai era sopito.
Liberalamenteg.
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16 years ago
admin, 75
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La nostra coppia amica
Siamo una coppia di 45 anni circa della prov. di Napoli, sposata, con due figli.
Mia moglie è una gran bella mora non molto alta, una terza piena di seno e un culo da sballo, è una di quelle donne che anche con uno straccio addosso attira sguardi di libidine dagli uomini. E io ogni volta ho quasi voglia di sbatterla contro un muro e scoparmela lì in mezzo alla strada.
Sono alto 1.70, brizzolato e dicono di me che sono un’uomo brillante e interessante.
Scegliemmo per la ns. settimana bianca una località sulle Dolomiti.
Un posto incantevole, così come l’albergo che ci ospitava.
Facemmo subito amicizia con una coppia anche loro della prov. di Napoli ns. stessa età: 47 lui, 42 lei. Sembravano la ns. fotocopia, se non fosse per il colore di capelli; lei - Laura - bionda, lui - Carlo - capelli corvini appena striati di bianco sulle tempie. Lui medico, lei professoressa di liceo.
Dopo due giorni diventammo inseparabili, si sciava e si cenava insieme.
Tra le tante cose parlammo anche di sesso, delle ns. e delle loro fantasie, scoprendo così di avere gli stessi desideri chiusi nel cassetto dei tabù. (e chissà quante altre coppie come noi).
Tutti e quattro capimmo che dopo esserci fatte queste confidenze tanto intime, la ns. amicizia si arricchiva di una nuova complicità, che risultò, tra l’altro, essere molto piacevole. Potevamo considerarlo l’inizio di un nuovo cammino verso le porte socchiuse della trasgressione.
La serata trascorsa in discoteca confermò ulteriormente le mie impressioni. Le cose tra noi erano cambiate (in meglio). Si era diventati più libertini. Carlo ballando con Antonia la carezzava dappertutto soffermandosi piacevolmente sulle sue chiappe, così come facevo io con Laura.
Entrambe le donne non davano segni di disagio, anzi pareva apprezzassero le ns. attenzioni.
Dopo aver lungamente ballato e seccata una bottiglia di spumante in disco, noi ometti proponemmo di salire in camera per brindare alla nuova amicizia nata tra noi con una nuova bottiglia di spumante, e così facemmo.
Brindammo a noi e cominciammo a simulare di ballare, la serata si scaldava, le mani si allungavano palpandosi e gli abiti delle lei si sollevavano sempre di più sulle cosce aiutati da noi maschietti per poi passare alle spalline che lentamente scivolarono dalle spalle e caddero ai loro piedi lasciandole entrambe con il solo perizoma e i seni al vento. Ci gettammo sul divano con gli animi accalorati e, aiutati forse anche dallo spumante ci ritrovammo tutti e quattro a fare l’amore attaccati gli uni agli altri ognuno con il proprio partner.
Quando finimmo restammo nudi a contemplarci e a ridere per quanto accaduto.
Sia io che mia moglie non potemmo non notare che Carlo aveva una dotazione da cavallo, molto grosso in circonferenza e più venti centimetri di lunghezza.
Antonia ridendo chiese a Laura ma come fai a prendere un coso così grosso, non ti fa male?
Laura gli rispose che invece era bellissimo sentirsi completamente riempita e che Carlo era bravissimo nei movimenti e le faceva sempre raggiungere degli orgasmi fantastici, le dispiaceva solo che dato le dimensioni non potessero praticare il coito anale che lei avrebbe invece voluto provare.
A questo proposito chiese a mia moglie se noi lo facevamo (sono normodotato) e con mia sorpresa Antonia gli rispose lo facevamo senza problemi. La sera successiva a cena le donne espressero il desiderio di non voler far tardi in discoteca e che avrebbero invece preferito salire in camera come la sera prima a gustare dello spumante. Io e Carlo ammiccammo compiaciuti.
Dopo una ventina di minuti ci fecero segno che era giunto il momento di salire.
Arrivati in camera, mentre Carlo stappava la bottiglia noi tre ci sedemmo sul divano e io cominciai per scherzo a palpare tutte e due, così che Carlo lasciò perdere la bottiglia e ci raggiunse. Si mise alle spalle della moglie palpandole le tette e baciarla sul collo poi le tirò fuori le tette dalla scollatura, prese la mia mano e l’appoggiò sulle tette della moglie, subito dopo rivolse le sue attenzioni a Antonia e ripetendo quanto appena fatto alla sua, le mise a nudo il seno, la palpò un po’ e poi fece il giro del divano, gli si inginocchiò di fronte e mentre le palpava le tette con le labbra le lambiva le cosce di baci.
Poco dopo ci spostammo in camera, ci spogliammo e cominciammo a giocare ognuno con il proprio partner.
Mentre Antonia mi leccava e ciucciava il cazzo, Laura prese la mano di mia moglie e la guidò verso il cazzo di Carlo.
Mi sarei aspettato che Antonia la tirasse indietro invece lo prese, e mentre mi sponpinava cominciò lentamente a muoverla su e giù.
Avevo l’andrenalina a mille, la vedevo femmina e vogliosa e dominatrice della sua sensualità. Speravo nel mio io che si lasciasse andare, che non si bloccasse sul più bello, fosse stato per me l’avrei subito fatta scopare da Carlo, ho sempre sognato di vederla penetrata da un cazzo asinino, così scelsi la posizione a 69 io sotto e lei sopra di me alla pecorina, in modo di lasciarla col culo per aria senza alcuna difesa (con la fantasia erano anni che lo facevamo e lei si è sempre bagnata quando le chiedevo se si sarebbe fatta scopare da uno sconosciuto in quel momento, lei sbrodolando e succhiando avidamente rispondeva si.
Intanto Laura in ginocchio succhiava il cazzo al marito mentre con la mano palpava il cazzo mio.
Mentre leccavo e succhiavo il nettare che produceva la figona bagnata di mia moglie sentii che anche Laura si era unita a lei e contemporaneamente mi spompinavano che era una delizia.
Carlo si posizionò in ginocchio dietro mia moglie carezzandola e baciandole le chiappe, poi le scostò e iniziò a leccarle l’ano, sembrava quasi che volesse penetrarla con la lingua tanto che sembrava volesse mangiarglielo, scostai la testa per fargli spazio e lasciarlo fare.
Dalla posizione in cui mi trovavo vedevo ogni minimo movimento, Antonia era un colabrodo, Carlo non ce la faceva più, col cazzo in mano mi guardò come a chiedermi il permesso di osare di più; glielo diedi.
Cominciò a farlo scorrere su e giù tra il solco in alto delle chiappe fino giù strusciandolo sulle labbra fradici e massaggiandogli il grilletto con la grossa cappella.
Antonia a quel contatto iniziò a muoversi per assecondarne i movimenti: (conoscendola capii che non pensava ad altro che concentrarsi su quelle emozioni e il piacere che provava, se non fosse per i tabù che si porta dietro da sempre si sarebbe già fatta impalare da quella nerchia che già tanto piacere le procurava.)
Era la nostra fantasia che prendeva vita, ora il super dotato c’era, stava a lei ora mettersi alla prova, decidere se restare nei limiti che si era prefissata di non superare, oppure lasciarsi andare e quello che accadeva: sapeva che comunque finisse, mi avrebbe sempre trovato d’accordo sul traguardo che avesse raggiunto.
Ora Carlo concentrò il suo massaggio esclusivamente sulla figa di Antonia, le grandi labbra sentendo la grossa cappella strofinarle cominciarono ad aprirsi e chiudesi, come se stessero cercando di respirare affannate.
Ancora una volta Carlo mi guardò, non stava più nella pelle, mi chiese con lo sguardo il permesso di osare di più, con un cenno gli feci capire di provare, che se andava bene a lei, andava bene anche per me.
Detto fatto, smise quanto stava facendo e preso in mano quel popò di carne (dalla mia posizione mi sembrava ancora più grosso) lo guidò con fermezza tra le grandi labbra facendosi spazio con la grossa cappella e dolcemente lo posizionò sull’ingresso della figa.
Al contatto, sentii un fremito percorrere Antonia, Carlo da gran maestro iniziò a muoversi dolcemente, non ce la faceva più, la prese per i fianchi per fare capire a Antonia quale era la sua intenzione, e Antonia a quel punto allungando il braccio mise la mano sul basso ventre di Carlo per fargli capire di non andare oltre, io carezzandole la schiena le scostai la mano dicendogli di non fermarsi ora, di lasciarsi andare e di assaporare ogni istante di quanto stava accadendo.
Ebbi l’aiuto anche di Laura che la incoraggiò sussurrandogli qualcosa all’orecchio che non riuscii a capire, ma che fece effetto, tanto che Carlo riprese con dolcezza da dove aveva interrotto.
Sempre sdraiato sotto di lei, con le mani dall’esterno delle cosce le tenevo aperte le chiappe e le grandi labbra, sia per non perdermi nulla di quanto stava per accadere sia per aiutare Carlo alla penetrazione (non che ne avesse bisogno).
Fu bellissimo vedere quella grossa cappella farsi strada nella fessura che fino ad allora aveva accolto solo me, temevo (i dubbi dell’ultimo momento) potesse farle male, era troppo più grosso del mio, comunque mi dissi che al primo segnale di sofferenza di Antonia sarei intervenuto fermandolo, invece con incredulità vedevo che a ogni piccola spinta entrava di qualche centimetro senza alcuna fatica, lo vidi lentamente scivolare dentro fin che il basso ventre di Carlo non si fermò contro il culo di Antonia.
Le restò dentro senza muoversi, voleva sondare la capacità di Antonia senza farle male, cominciò poi a muoversi, lo vedevo uscire ed entrare centimetro dopo centimetro, Antonia tremava come una foglia e io con lei, non l’avevo mai vista così, mugolava in continuazione, con me lo faceva solo quando stava venendo, per un momento li confusi per lamenti dovuti al dolore, ma mi sbagliavo, muoveva il culo avanti e indietro per gustarsi ogni centimetro di quel magnifico cazzo che la riempiva tutta facendola sentire una femmina in calore.
Carlo sbuffava, sembrava un toro da monta, abbandonò il ritmo lento e cominciò a darci dentro con colpi che mi sembravano dovessero sfondarla e invece la facevano godere ancora di più.
Antonia ebbe due o tre orgasmi intensi uno dopo l’altro, e i versi che di solito faceva in queste occasioni si trasformarono quasi in grida.
Carlo non ce la faceva più, i suoi colpi divennero sempre più decisi, stava per godere, non so a chi ma ci chiese con voce rauca se poteva venirgli dentro, lasciai che a rispondere fosse lei, e come in trance gli rispose: siiiiiiii, siiiiiiii sborrami dentro
Era come se volesse premiare e gratificare quel magnifico cazzo che l’aveva fatta godere come mai aveva provato.
Sentendole pronunciare quelle parole e consapevole che tra un’attimo un’ altro cazzo per la prima volta era in procinto di sborrargli i figa, ebbi anch’io un’orgasmo liberatorio.
Fu una sborrata stupenda, sussultavo mentre la bocca di Laura mi succhiava la cappella, sembrava quasi una pompa che aspirava tutto quanto usciva, e mentre faceva questo, sditalinandosi raggiunse anche lei l’orgasmo con nostro grande piacere.
Eravamo esausti, mia moglie rossa in viso andò in bagno tenendosi la mano sulla figa per non fare uscire lo sperma che l’aveva appena riempita, l’altra la seguì.
Io e Carlo restammo senza parole, non ci sembrava vero che quanto accaduto fosse davvero successo, mi ringraziò per averlo aiutato a disinibire sua moglie, gli risposi che la cosa era reciproca e che non avrei mai pensato che finalmente Antonia fosse riuscita a lasciarsi alle spalle i tabù inculcatogli nell’educazione che si riceve fin da piccoli, e però gli feci notare che io ero in credito con lui perché lui si era goduta totalmente Antonia e ora toccava a me farmi Laura.
Tranquillo disse, anch’io voglio togliermi voglio realizzare il mio sogno, vedere mia moglie che viene inculata e di soddisfare così anche un suo vecchio desiderio.
Finimmo di passare gli ultimi giorni che restavano quasi sempre in camera farne a più non posso, Laura impazziva dal piacere a prenderlo nel culo, tanto che il marito si preoccupò facendogli notare che finita la settimana bianca si sarebbe dovuto tornare alla normalità, le donne risposero all’unisono che niente ci avrebbe impedito di rivederci visto che abitavamo a pochissimi km di distanza.
Da allora ci frequentiamo regolarmente non solo per il sesso ma per la profonda amicizia che è nata tra noi.
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12
16 years ago
gianniantonia,
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Lo sconosciuto
Sono le dieci del mattino di una estate calda e noiosa , esco dallo stress della maturità e sono in Corsica con i miei genitori e alcuni amici di famiglia .
Mi presento , mi chiamo Monica , le amiche mi chiamano depressa cronica perché dicono che spesso sono depressa e troppo selettiva con i maschi : se non sono come vorrei che fossero mi irrigidisco e non combino nulla e loro scappano .
La verginità se ne andata all’età di 16 anni grazie ad un compagno di classe ma la cosa non è stata certo esaltante , solo un grande fastidio senza orgasmo ….
Da sola con le mie fantasie mi viene meglio , lo faccio spesso nel silenzio della notte nella mia camera da letto soffocando l’urlo che vorrei emettere per non farmi sentire dai miei ….
Quel mattino in Corsica sembrava un giorno come un altro da trascorrere al mare in spiaggia a pendere il sole e a nuotare nello splendido mare corso ,ma non fu cosi .
Ho voglia di camminare e di oltrepassare gli scogli che separano la caletta dove mi trovo con altre calette , mi incammino da sola e , superati gli scogli , comincio ad intravedere uomini e donne nudi sparsi qua e là . Nonostante l’imbarazzo del primo momento continuo a camminare fingendo indifferenza fino a raggiungere gli scogli lontani dove intravedo solo uomini che a mio avviso sono guardoni o omosessuali in cerca di piacere.
Sento i loro occhi su di me e con mio stupore capisco che gli sguardi intriganti di quegli sconosciuti nudi mi intrigano , mi eccitano . Decido così di fermarmi tra gli scogli consapevole che sarei stata osservata . mi apparto semi nascosta tra gli scogli , mi metto nuda e mi sdrai a prendere il sole . Sono completamente nuda e intravedo due di loro che si posizionano per vedermi meglio.
Passano pochi minuti e intravedo un uomo che si avvicina a pochi metri da me e si posizione in piedi tra due scogli , è seminascosto , io non lo vedo ma so che è li dietro e non so quanto del mio corpo lui riesce a vedere , allora prendo coraggio e senza mai guardarlo e con finta indifferenza cambio la mia posizione e mi sdraio in un posto dove lui mi possa vedere e io vedere lui .
Così mi trovo a due metri da lui , le sono quasi di fronte e resto li sdraiata con la solita finta indifferenza. La mia eccitazione mi da coraggio e poso il mio sguardo su di lui , prima negli occhi poi le scruto le labbra , poi l mio sguardo scende lentamente sulle sue spalle … sul petto sulle sue cosce per poi arrivare a fissarlo tra le sue gambe dove era facile capire che anche lui era eccitato. Ogni parte del suo corpo è intrigante e ben fatta , ha delle belle mani e un corpo armonioso .
Io sono eccitata dalla situazione e i mie capezzoli ormai turgidi non lo nascondono .
Un lago scorre dentro di me .
Lui forse spinto dal mio sguardo compiaciuto incomincia a masturbasi ,fissa con sguardo arrapato il mio corpo , i mie capezzoli , la mia passera che ormai è stracotta.
In un primo momento rimango ferma , vedo il movimento del suo corpo e della sua mano che scivola veloce sul suo pene , non distoglie mai lo sguardo dal mi corpo , così sento il bisogno di muovermi : prima muovo il bacino lentamente come per stirarmi e poi sempre con un movimento lento apro e chiudo le cosce . Sento il suo sguardo tra le mie cosce e quindi dentro di me, è una sensazione fantastica , sono quasi vicina all’orgasmo quando … vedo il suo corpo inarcarsi leggermente in avanti , la sua mano si ferma sulla base del pene e si capisce che se lo sta stringendo con forza , il suo pene è al massimo della sua estensione e quasi vedo le vene cariche di sangue che pompano sulla sua cappella ormai di color rosso fuoco … poi un gemito un sussulto e un primo copioso schizzo fuoriesce …. poi un secondo quasi a ruota , la mano di lui è sempre ferma e stringe la base del suo pene come una morsa . .
Vedere il suo cazzo così teso e gonfio mi manda fuori di giri ….. con mio stupore arriva una terza ondata di schizzi seguita immediatamente dalla ripresa del movimento della sua mano che va su è giù con rapidità così da far scomparire e riapparire la sua cappella in poche frazioni di secondo . Altro sperma fuoriesce e gli cola tra le dita , continua a menarselo ancora per alcuni secondi e poi a mio avviso esausto ma appagato si appoggia di schiena alla roccia per riprendere fiato.
Io sono stordita da quando sono arrapata e solo allora mi accorgo che dietro di me un altro uomo mi stava osservando e che anche lui molto probabilmente si era appena masturbato . Noto anche ,poco più in la , una coppia che probabilmente aveva assistito alla scena. Mentre i mie due guardoni si allontanano vedo la coppia in atteggiamenti che in genere precedono una scopata e noto che la cosa è accentuata dal fatto che sanno che li sto osservando , infatti incominciano a scopare con la consapevolezza di essere osservati . Sono giovani e molto carini entrambi e lui veramente dotato di un grande cazzo , cosa che ho potuto constatare molto bene quando si è alzato in piedi per chiedere alla sua lei di mettersi a pecorina . La scopa con molta foga a pecorina e l’urlo di lei fa capire che l’orgasmo , per lo meno di lei , è raggiunto. Poi lui si alza prende qualcosa dallo zaino e si dirige verso di me , mi dice parole che non capisco ( forse tedesco ) e con un gesto sicuro mi mette in mano il suo enorme coso … il suo pene è duro e vedo che sfila dalla mano un preservativo e che se lo infila con destrezza e velocità , mi fa coricare con schiena a terra , mi allarga le gambe , mi penetra , non ho reazioni di resistenza alcuna e lo lascio fare , sento il suo grosso pene che mi invade dentro , prima con movimenti lenti poi sempre più consistenti . non ho detto una parola ho solo inarcato la testa all’indietro appoggiato le mie mani sulle sue spalle come per dire vai cavalcami come sai … e cosi fu . Una grande scopata con uno sconosciuto con un grande pene .
Sono ritornata più volte in quella spiaggia ma una cosa così non si ripeté .
Il ricordo di quel giorno accompagna ancora molte delle mie notti e anche oggi che ho 47 anni chiudendo gli occhi rivivo quel momento e nulla può fermare l’orgasmo che segue il movimento dolce delle mie dita dentro di me.
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16 years ago
alex360,
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Il mio primo incontro del lontano 2005......
Vi racconto nelle righe seguenti il primo dei miei incontri con una coppia ora mia amica. Tramite l’annuncio di desiderya sono stato contattato da diverse coppie della Calabria e qualcuna della Sicilia. Dopo aver contattato le coppie che mi avevano scritto sentendole telefonicamente mi sono convinto ad incontrarne una che mi aveva ispirato particolare fiducia. E’ questa una coppia sulla quarantina d’anni con cui ancora mi sento e mi incontro. Ci siamo dati l’appuntamento un sabato sera (loro sono sposati ed hanno la possibilità di uscire da soli esclusivamente il sabato) presso un’uscita dell’autostrada Salerno-Reggio. Io ero eccitatissimo, il cuore mi arrivava in gola e non riuscivo proprio a calmare tutta la mia ansia. Mentre arrivavo sul posto ho visto da lontano un’auto di lusso grande e scura come quella che la coppia mi aveva descritto. Nell’incertezza della cosa, come capite in queste situazioni, mi sono leggermente tenuto lontano dall’autovettura ed ho telefonato ai miei amici. Loro rispondendomi mi hanno confermato che erano loro in quell’auto e mi hanno quindi invitato a parcheggiare la mia vettura e ad entrare nella loro. Senza esitazione ho sistemato la mia auto e con i palpiti del cuore a 300 sono entrato nel lussuoso automezzo. Appena entrato ho avvertito subito nell’aria, non so come, un odore di sesso e di trasgressione. I due coniugi si sono voltati e si sono presentati. Lui un uomo distinto vestito elegantemente, Lei altrettanto distinta con indosso una folta pelliccia che lasciava intravedere un balconcino da paura. Gli occhi di lei presentandosi mi avevano praticamente mangiato. Aveva uno sguardo molto bello, profondo ed eccitante. Dalle loro prime parole ebbi subito la conferma che erano davvero persone perbene e serie. Facemmo un bel tratto di strada chiacchierando e loro mi dissero che quella con me era la seconda esperienza di questo genere e che la persona che avevano incontrato prima aveva deluso molto le loro aspettative. Mi cominciarono a fare i complimenti per come mi presentavo e perché anche io avevo confermato quelle che erano le loro aspettative. La signora di tanto in tanto si girava e mi fissava un po’ con gli occhi. Il marito si girava più spesso e dopo circa 15 minuti di conversazione mi cominciò a lanciare degli sguardi particolari indicandomi la moglie con un veloce movimento di occhi e cercando quasi di sussurrarmi qualcosa. Io cominciai a fare dei complimenti alla signora la quale li accettò con molto piacere dicendo che forse ero un po’ esagerato. Dopo cinque minuti, mentre l’atmosfera si era distesa e rasserenata dopo i primi indugi e le prime indecisioni, ci siamo fermati ad un ristorante. Era un bel ristorante, elegante e sobrio. La signora scese dalla macchina avvolta nella sua pelliccia e tutti e tre ci avviammo verso l’entrata. Non vi nascondo che la cena per me fu un momento davvero imbarazzante e non vedevo l’ora che si concludesse anche se forse non vedevo l’ora di conoscere l’evolversi del dopocena. Al tavolo io presi posto accanto alla signora ed il marito si sedette di fronte a noi. La signora sembrava imbarazzata ma ogni tanto mi lanciava delle occhiate che sembravano già spogliarmi. Discutemmo un po’ di tutto durante il banchetto accompagnato da un cibo e del vino ottimi. Nel corso della cena la signora non osò neanche sfiorarmi, evidentemente voleva riservarsi tutto per dopo. Al termine della cena che aveva favorito la nostra ulteriore conoscenza e confidenza la signora si recò in bagno ed indugiò qualche attimo, credo che già fosse tutta bagnata al sol pensiero di tutto quello che sarebbe successo dopo. Il marito nel frattempo andò a pagare il conto ed io pensai che effettivamente era stata una bella cena e che anche la compagnia non era stata davvero male. Francamente sul dopo non riuscivo proprio ad immaginare nulla visto che comunque la cena aveva avuto un andamento sereno senza alcun ammiccamento o palpeggiamento particolare. Mi era sembrato di stare al tavolo con una coppia di miei amici o con dei miei zii. La signora ha elegantemente reindossato la sua voluminosa pelliccia, che andava a coprire completamente i suoi eleganti fianchi ed il suo prorompente seno, e ci siamo avviati insieme verso l’uscita; naturalmente tutti i miei tentativi di pagare la cena o quantomeno la mia parte erano stati vani.
Entrati in auto cominciai a sentirmi obbligato con la gentilissima coppia a fare qualcosa per ripagarla, sentivo di dover agire ma nel frattempo l’auto aveva ripreso dolcemente la sua marcia e le mie braccia sembravano come immobilizzate, non riuscivo a capire come potevo fare a riscaldare la signora e quanto la cosa le sarebbe stata gradita.
Mentre continuavamo il nostro dialogo il marito cominciò a toccare sua moglie facendo apprezzamenti sulla stessa. Lei sembrava fredda e schiva, ma intanto si faceva toccare. Si intravedeva decisamente un balconcino con 2 poppe sopra che sembravano dire “toccami, prendimi, stringimi, leccami”. Intanto dalla pelliccia era uscita fuori una coscia della signora che lasciva intravedere una calza autoreggente nere con tanto di pizzo da paura. Intanto il marito continuava a palpeggiarla e lei di tanto in tanto emetteva un sospiro leggere ed impercettibile. Ad un tratto, mentre la signora chiuse gli occhi sospirando, il marito si girò e mi lanciò uno sguardo che non lasciava dubbi, dovevo agire. Avevo il membro che già sussultava nel mio intimo. Lentamente ficcai la mia mano nei seni della donna accarezzandola e palpeggiandola. La signora cominciò a sospirare in modo più deciso e mi lanciò uno sguardo che mi fece pietrificare….il mio membro che non riusciva già più a sostenere l’angusto spazio dei pantaloni. Continuai con i palpeggiamenti che piano piano si spinsero giù sino alla gonna e sin sotto alla stessa. La sotto la mia mano avvertiva un calore insolito e dirigendo le mie dita verso le sue più intime aperture mi accorsi che il perizoma era completamente fradicio. L’umore caldo e scivoloso diede ulteriore vigore alla mia asta che sussultò letteralmente cercando di sfondare il rigido tessuto in cui era costretta. Le mie dita sprofondarono nelle concavità della donna e la stessa andò fortemente in escandescenza. Mugolava e mi guardava avvolta non più dalla sua stupenda pelliccia ma da una travolgente voglia ed un immenso piacere. Mi trovai a guardarmi intorno e vidi che l’auto si era fermata in un luogo appartato e sicuro. Il marito era di fianco che preso dal piacere si sbatteva il suo arnese ed infilava un dito nel vogliosissimo buchino della sua consorte. Cominciai a spogliare lentamente la signora che nel frattempo aveva provveduto a stendere giù il sedile. Ormai la donna era assalita dolcemente da 4 mani e leccata ovunque. Il marito dopo un po’, scorgendo l’eccitazione altissima della moglie invitò la stessa a raggiungermi nella parte posteriore dell’auto. Immediatamente la signora saltò dietro e quasi completamente nuda mi invitò a spogliarmi. Io tolsi maglia e camicia e già lei si accingeva ad abbassarmi la cerniera delle mie parti intime. Il mio membro era ormai quasi al culmine e quando la donna infilò la sua avida mano nel mio intimo, cercando di tirare fuori a fatica il suo agognato premio, rimase esterrefatta vedendolo così turgido, vigoroso e svettante. Se lo guardò un po’ con gli occhi e con un lieve sorriso di immenso piacere piegò la sua testa su di me ed iniziò a leccarlo dalla cima. Leccava avidamente il membro che nel frattempo avava raggiunto in suo pieno splendore. Ad un tratto si fermò dal leccare e cominciò a lentamente a pomparlo. Il ritmo si fece più incalzante e quanto più il marito le stuzzicava i suoi due buchi tanto più lei ansimante aumentava il ritmo della stantuffata. Ormai la situazione era incontrollabile.
Il marito guardandola continuava a menarselo lentamente sussurrandole qualche parola eccitante. La donna sembrava ormai al massimo del ritmo ed io godevo come un matto sentendo la mia bella asta spompinata come non mai. Era un piacere enorme avvertire la maestria della donna nel donare piacere e sentirala mugolare di piacere mentre le mie dita entravano ed uscivano dalle sue intimità bagnate ed ingorde. Ad un tratto la signora calò il ritmo aperse le gambe e mi sbattè in piena faccia due chiappe da urlo. La comincia a leccare in entrambe le profondità. Di tanto in tanto il marito con le dita si occupava del buco più stretto ed ansimava compiaciuto del piacere di noi che ci leccavamo ormai ovunque in preda allla lussuria più sfrenata. Leccavo quella figa come un dolce prelibato ed effettivamente la stessa mi lasciava tra le labbra una dolcezza ed un umore che mi avevano già fatto sussultare l’asta per 3 volte. Le cominciai a leccare il bucchetto ficcandogli prima un dito e poi lentamente e delicatamente due. Lo spasmo era al massimo. Ormai in tre ci lamentavamo per l’immenso piacere che lacerava i nostri sensi. Un urlo deciso e rigoglioso di goduria immensa ruppe il tenue piacere che ondeggiava nell’aria avvolgendoci; era lei che venendo tremante mi aveva bagnato praticamente buona parte del mio viso che ormai era completamente immerso nelle profondità della donna. Nonostante il piacere che faceva ancora tremare e mugolare la donna, la stessa continuava a menare e leccare vibratamente il mio membro. Un sussulto mi scosse mentre la mia faccia era ancora immersa tra le sue gambe pervase di piacere. Un secondo sussulto più deciso mi scosse e subito dopo la donna, ancora vogliosa ed assetata di dolce nettare del piacere, ricevette senza esitazione il caldo liquido nella sua ampia e voluttuosa bocca. Io sussultavo dal piacere e lei stringendo leggermente le sue morbide labbra avvolse la mia asta bevendo tutto quanto uscisse dalla stessa. La donna continuò ancora per un paio di minuti sentendo che il membro era ancora duro e turgido come palloncino sotto pressione. Io, imperterrito, continuavo a leccare avidamente la sua bella fessura mentre lei comincio a girarsi verso di me e sedendosi cominciò a baciarmi e a sussurrarmi qualche parola di approvazione per le mie parti più nascoste. Ci baciammo a lungo con le nostre lingue che cercavano ancora di scovare un po’ di piacere. Il marito della donna cominciò a menarsi nuovamente il suo membro e guardando
la consorte la invitò a dargli un po’ di piacere. A questo punto si capovolsero i ruoli: io leccavo in profondità la donna masturbandola e lei scuoteva la sua testa ritmicamente e sapientemente donando ancora tanto tanto tanto piacere…………
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16 years ago
admin, 75
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In ospedale
ero il 2004 ed ero in ospedale stavo per uscire, avevo fatto conoscenza con un'infermiera piccolina ben fatt due belle tette ed una splendida bocca carnosa. lasera prima delle dimissioni lei fa la notte e verso le 22 mi comunica che sul tardi sarebe passata, io in stanza ero solo, tutto cio mi eccita da pazzi. mi assopisco ed ad un tratto sento muovere le coperte è lei, è venuta è senza intimo e con il camice slacciato, si intravedono le tette. Si avvicina e le chiedo di salire sul letto sale in piedi e mi mostra la sua figa ed inizio a leccarla prima piano e poi come un forsennato masturbandole il culo e facendola venire . A quel punto si sdraia nuda su di me e mi dice che tocca a lei soddisfarmi ed io penso ad una poma ed invece stesa su i me si mette il mio cazzo nel culo.Con ia enorme sorpresa, all'inizio è difficile farlo scivolare ma poi passato il primo momento la scopo con un'impeto tale da farla urlare di gioia e dolore e dopo un pò mi chiede di sborrarle dentro in mod da senire lo sperma caldo inondarla, non me lo faccio ripetere e le scarico 20 giorni di astinenza nel culo, lei appena ho finito caccia il cazzo dal suo culo e me lo succhia fino a che non torna duro per poi rietterselo dietro e dire ora scivola ... fammi godere.L'ho rivista anche dopo e mi ha deliziato con pompini con ingoio in ogni luogo ed è sempre pronta a farselo mettere ovunque; è la mia amante troia sul treno vagone ristorante mi ha fatto una pompa magistrale .Vorrei riuscire a scoparla con un trans lei vorrebbe riuscire a farsi scopare da me e dal marito. a presto
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16 years ago
giocar155702,
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Regalo di natale
Non sono certo dell’esistenza di Babbo Natale, ma di sicuro questo Natale mi ha portato un regalo tanto meraviglioso quanto inaspettato.
Durante i nostri fugaci incontri o le nostre mail io avevo espresso per un paio di volte il desiderio di fare mio il suo magnifico buchetto, e lei mi aveva sempre negato con decisione, ma con dolcezza,il piacere. Ma durante il nostro ultimo incontro ha ceduto, facendomi un regalo di Natale fantastico.
E’ successo che dopo aver bagnato ormai mezzo letto con i suoi umori, dopo averla fatta godere con la bocca, con le mani, sopra di me, sotto di me, e in mille altri modi, era li a carponi davanti a me, e mentre con le mani le tenevo i fianchi e la scopavo da dietro, mi venne l’idea di passare un dito (bagnato del suo piacere) tra le sue natiche, tergiversando nelle vicinanze del buchetto.
Senza rendermene conto, il mio dito era dentro, e mentre continuavamo a muoverci entrambi per darci il piacere reciproco, questa volta non ho avvertito nessuna resistenza da parte sua. In precedenza mi aveva sempre ‘respinto’, anche se ,devo dire, senza troppa convinzione. Ma a me bastava per non insistere; forse in cuor mio sapevo che al momento giusto mi avrebbe donato il magnifico culo che la accompagna. Non diceva nulla, continuava solo a muoversi e a godere a voce alta, fino a quando le mie orecchie hanno sentito un “mmmmhhhhhh…..si….ma fai piano”…..
Non me lo son fatto ripetere due volte e sono uscito subito da quel lago che era ormai la sua figa per poggiarmi delicatamente al suo culo; con un minimo sforzo mi son trovato dentro quel caldo e accogliente pertugio, come se mi stesse aspettando. Anche lei, a mio parere, non aspettava altro, infatti dopo pochi attimi ha preso a muoversi col mio arnese dentro come se si stesse scopando da sola. Era uno spettacolo fantastico, si muoveva e godeva come un’ossessa, e il mio piacere aumentava ancora di più vedendo come godeva mentre le scopavo il culo. Quando ,ormai al culmine del piacere, lei mi chiede di godere dentro io ormai non sentivo più nulla, ma lei ha continuato a muoversi fino a farmi esplodere di piacere.
Esausti ci siamo stesi sul letto e quando credevo di aver ricevuto il regalo natalizio ecco che sta per materializzarsi la seconda parte del regalo: comincia a baciare ogni parte del mio corpo con un calore mai visto, come a ringraziarmi del piacere che le avevo dato, e io per rendere la cortesia ricambio con un ‘alzabandiera’. Allora lei comincia a leccare e a baciare il mio cazzo e le mie palle da far paura; comincia dalla capella fino ad arrivare alla base…..tutto scompare nella sua calda bocca. Mi metto in ginocchio sul letto senza sfilarglielo dalla bocca, lei continua nella sua meravigliosa opera; un attimo di respiro , solo per dirmi di venire sulle sue splendide tette, e subito riprende. Ma duro poco ……. Due fiotti le bagnano il petto, ma solo due….perchè il resto della mia sborra la vuole in bocca…
Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo
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16 years ago
admin, 75
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Capodanno in montagna
Siamo tornati ieri dalla montagna, dopo qualche giorno trascorso in Tirolo.
Anna, nei giorni scorsi mi è parsa molto accondiscendente a soddisfare i miei desideri di cuckold moderato e amante dell'esibizionismo, facendosi ammirare, sia la sera vestendo una minigonna ridotta e golfone sexy che, prima, durante il "rito" tardopomeridiano della sauna.
Mi stupì positivamente quando, già il primo giorno, accettò volentieri la mia proposta di entrare nel locale sauna come due perfetti sconosciuti, uno dopo l'altro, con l'impegno, suo, di lasciarsi corteggiare, se fosse capitata l'occasione.
Entrando e vedendo che c'erano altre coppie nude, è stata lei la prima a propormi con un cenno di adeguarci, denudandosi e, dopo una breve doccia, entrando nella sauna calore, stendendo il suo asciugamano sulla panca in legno di pino e sdraiandosi gambe leggermente divaricate, davanti a due bei ragazzi tedeschi, a suo giudizio veramente ben dotati. Uno completamente glabro, la qual cosa ne evidenziava gli attributi...
Evidentemente aveva già adocchiato chi poteva fare al caso nostro, anzi, suo.
Assieme a noi, in sauna, c'erano altre tre coppie che si godevano il loro riposo e due singles anziani lì a lanciare sguardi a destra e manca.
Io non parlo tedesco, mentre lei lo mastica un pochino, per cui ha presto iniziato a socializzare coi due ragazzi tedeschi, escludendomi completamente dal loro discorso.
Non capivo esattamente di cosa parlassero, ma era eccitante vedere questi due ragazzi che ridevano con Anna e, ogni tanto, quasi casualmente, si scappellavano il pene o se lo massaggiavano.
Anche i due singles più anziani lanciavano ogni tanto qualche occhiatina al corpo di Anna, senza peraltro riscontro da parte sua, impegnata come era a sfoggiare il suo tedesco zoppicante e a prestarsi quale oggetto di piacere visivo per i due giovani.
Solo quasi alla fine fui da lei presentata quale il marito e, lasciandoci, scambiammo qualche breve convenevole formale, in inglese.
La sera successiva, convinsi Anna a anticiparmi in sauna, dove io sarei andato successivamente ad ammirarla, sperando in sue nuove conquiste.
Quando entrai nel locale non la vidi, anche se notai subito le sue ciabatte.
La cercai quindi nella parte esterna del locale, dove c'è una stupenda Jacuzzi circolare a sei posti, circondata dalla neve fresca del giorno prima e, mia sorpresa, la trovai immersa nella vasca con i due amici della sera precedente. Erano tutti e tre nudi.
Con un cenno, uno dei due mi invitò ad entrare in vasca pure io.
Probabilmente avevo interrotto qualcosa dato che, mi accorsi mentre mi immergevo, uno dei due, il glabro, era in piena erezione. Equino, direi, se comparato alle mie dimensioni normali.
Mi sedetti a fianco di Anna, immergendomi pure io e ascoltandoli conversare, sempre senza capire.
Per mantenere il contatto, dopo poco appoggiai una mano sul ginocchio destro di Anna, accarezzandoglielo e risalendo poco per volta verso l'inguine, con l'idea di provocarla, ma quando la mia mano fu quasi arrivata al suo pube, mi accorsi che il posto era già stato occupato da un'altra mano, quella del tedesco equino depilato.
Questi mi sorrise e, con uno stentato inglese mi disse: "you're lucky in having such a wife!, Very luchy"
Decisi che era il momento di mettermi da parte. Sorrisi e, con un cenno, invitai l'altro tedesco a spostarsi al mio posto, a fianco di Anna, mettendomi io di fronte ai tre.
Li guardavo e mi accorsi che mi stavo segando con la mano nascosta dall'ebollizione dell'idromassaggio: mi stavo segando davanti a mia moglie che, evidentemente, sempre nascosta dalle bolle, veniva masturbata da entrambi i ragazzi che, altrettanto evidentemente, ricevevano da lei pari attenzione...
Peccato che poco dopo un'altra coppia, aria seriosa, uscì dalla sauna per entrare pure lei nella vasca, interrompendo così la performance.
Prima loro, poi noi, uscimmo e andammo a cambiarci, come se nulla fosse successo. Uscirono dal locale stringendomi la mano e baciando Anna, uno dei due sulle labbra.
Non li vedemmo più perché loro, dopo cena, sarebbero usciti a fare una gita in notturna, con le ciaspole fino ad un rifugio, assieme a altri ragazzi, tornando poi molto tardi e ripartendo per il loro Paese il mattino dopo.
Chiesi ad Anna, mentre cenavamo, cosa avessero fatto in mia assenza, ma lei si limitò a dirmi, sorridendo, che si era fatta massaggiare un po' le gambe, indolenzite dalla lunga giornata sugli sci e dicendomi che mi adorava tantissimo e che era prioprio una bella vacanza quella che si stava godendo...
Tornata in camera, docilmente, si lasciò fotografare sul letto in pose molto lascive (foto che terrò a ricordo di questa bella esperienza), prima di farmi assaggiare la sua dolce bocca...
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16 years ago
admin, 75
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Correre in agosto
Ricordo chiaramente il profumo sulla pelle, che quella mattina Lei mi aveva lasciato, se chiudo gli occhi ancora sento il suo sapore, vedo il suo volto... un esperienza così non l'avevo mai vissuta!!!
Era una insignificante mattina di agosto, la città per le ferie era deserta, ed io come come sempre mi alzavo prima che scoppiasse il caldo per andare a correre, soliti pantaloncini, solita maglietta e musica nelle orecchie, correvo pensando a quello che avrei dovuto fare dopo, non avevo particolari pensieri.... lei mi si è affiancata, correndomi accanto, non era molto bella ma da quei pochi vestiti che indossava si intraveda un fisico tonico e ben curato, non volevo essere superato, così ho accelerato il passo ma lei sempre dietro o meglio al mio fianco, pochi minuti dopo eravamo entrambi sudati e affannati.
il parco dove solitamente corro ha una lunga salita che sfocia in un ambiente salvaggio in mezzo agli alberi, dove non va mai nessuno, dentro di me ho immaginato di raggiungere quel posto con lei vicino, isolarci e fare l'amore, ma sapevo che era impossibile.
abbassai la testa ed iniziai la salita, consapevole di essere solo, giunto alla fine mi fermai e ripresi fiato.
all'improvviso la sua mano, mi ha sfiorato, ho provato un brivido incredibile, mi ha sorriso e continuato a toccare il mio corpo sudato, senza mai abbassare lo sguardo e senza dire una parola, ha continuato nel suo viaggio fino al basso ventre, ero molto eccitato anche dai pensieri che avevo fatto prima, non sapevo cosa fare, ero impietrito.
Lei mi ha preso la mano, la condotta tra le sue gambe, era davvero bagnata, a spinto le mie dite tdentro di lei, poi me le ha fatte leccare, l'agre sapore del sesso mi aveva fatto perdere la testa.......
Mi ha baciato con passione senza mai staccare le sue mani dal mio menbro ormai diventato enorme e duro, avrei voluto saltarle adosso, farla mia ovunque, ma non riuscivo a muovermi.......
poco dopo si è allontanata da me si è appoggiata ad un albero ed ha iniziato a toccarsi, infilava le sue dita dentro il sesso bagnato, mi volevo avvicinare ma mi ha fatto capire che voleva solo farmi guardare, si è masturbata fino all'orgasmo, con le dite ancora calde e bagnate mi ha sfiorato il membro dentro, si è toccata le labbra e mi ha salutato con un bacio salato..... sussurandomi che il giorno dopo sarebbe tornata a correre........
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16 years ago
admin, 75
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Scambio di personalita\'
Lo scambio
Voglio raccontarvi un’esperienza che ha dell’incredibile se solo non fosse veramente avvenuta.
Era un po’ che volevamo, io e il mio ragazzo Roberto, fare un giro in India, una terra ricca di fascino e mistero. Ma non avevamo presente che cio’ ci avrebbe sconvolto l’esistenza.
Siamo una coppia giovane e appassionata e tra noi il sesso e’ sempre stato in primo piano. Infatti andando in quella terra di antiche origini volevamo esplorare il sapere che si tramanda da generazioni, sapere riassunto in molteplici testi che narrano di epiche gesta amatorie, tra tutti il Kamasutra.
A dire il vero l’inizio del viaggio non era stato dei piu’ esaltanti, forse perche’ avevamo in mente qualcosa di diverso. Le solite paccottiglie e spettacoli per turisti ci avevano lasciati un poco con l’amaro in bocca e gia’ avevamo il sentore di aver fatto un buco nell’acqua.
Quando ormai il viaggio volgeva al termine incontrammo un tipo strano (di cui non so neanche il nome) che ci invito’ ad incontrare un santone del posto. Il suo maestro ci disse era in grado anche di effettuare gli scambi di persona.
Li per li non ci demmo molto peso, il solito pazzo-fanatico, pensammo subito io e Roby.
Ma alla sera il tipo ci rivide e rifece la sua proposta. Dal momento che eravamo un po’ annoiati dalla piega che aveva preso questo viaggio accettammo.
L’adepto ci condusse in una specie di tempio dove poco dopo fece la sua comparsa il santone. Per poco non ci mettemmo a ridere a crepapelle, il guru in effetti sembrava uscito da un opuscolo per viaggi esotici, barba e capelli bianchi lunghi, un’aria estatica vestito di un sari anonimo.
Il sospetto che fosse una presa per il culo ci rese un tantino scettici quando ci propose di fare lo scambio delle personalita’, ma in definitiva la cosa ci incuriosiva, per cui anche se ci sembrava una bufala accettammo.
Il cerimoniale fu’ lungo e alla fine un torpore calo’ e le tenebre oscurarono tutto.
Ci svegliammo in albergo la mattina seguente e mentre tentavo di snebbiarmi la mente pensai che avevamo preso una bella fregatura. Il guru si era fatto pagare e noi non avevamo provato niente.
Quando ad un tratto mi sfiorai la faccia e la trovai ispida. Allora mi alzai di corsa e quello che vidi nello specchio fu agghiacciante, io Elena avevo la faccia di Roberto, e anche il suo corpo. Mi toccai il pisello in piena erezione mattutina e fui allarmata dalla botta di eccitazione che mi pervase facendomi pulsare il membro che tante volte mi aveva penetrata.
Cosi mi decisi a svegliare Roberto o forse era meglio dire Elena. Anche lui la prese bene e appena sveglio la sua preoccupazione fu’ di palparsi con gusto le tette e di pastrugnarsi la patatina.
Entrambi ci ricordammo che l’effetto non sarebbe durato che 24 ore, e cosi l’indomani, all’aeroporto saremmo diventati ancora noi stessi.
Ci voleva una doccia e ci buttammo sotto il getto caldo che acuii il nostro desiderio. Mi sembrava irrealistico passare le mani sul mio corpo, godendo nel contempo delle sue carezze.
In effetti la cosa che ci aveva fulminato era che in questa situazione potevano scaturire dei momenti imbarazzanti. Nessuno di noi due aveva mai provato l’amore con l’altro sesso, almeno non penso che Roberto fosse mai stato con un uomo e io non avevo mai leccato nessuna donna, ma allo stesso tempo entrambi sapevamo cosa fare per dare il massimo piacere all’altro.
Con fare deciso ed autoritario presi Roberto per i capelli biondi (i miei magnifici capelli biondi) e facendola inginocchiare gli ficcai il membro tutto fino in gola.
All’inizio l’inesperienza si fece sentire. Anche se quella bocca non era nuova a simile esperienze, Roberto non era preparato ad una simile performance e volte tossichio’ un po’ infastidito. Dopo un po’ riusci a prendere un bel ritmo e mi fece venire, inghiottendo il mio seme.
“Allora come e’ stato” mi chiese Roberto con la sua bella voce femminile.
“Niente male per essere la prima volta” risposi io di rimando con una voce arrochita dal profondo piacere provato (in realta’ non avevo mai provato niente di simile...una botta improvvisa di piacere, molto dissimile dai miei precedenti orgasmi).
Con puro istinto di ricambiare il favore mi buttai a corpo morto sulla “mia” farfallina...accidenti che buon sapore che emanava, e dire che da donna la sola idea di annusarmi, mi aveva sempre fatto schifo.
Con l’esperienza che viene dall’averlo ricevuto spesso, mi lanciai in una furiosa e minuziosa leccata....che fece venire Roberto in pochi minuti.
Stavolta era il mio turno “allora come e’ stato il tuo primo orgasmo femminile?” chiesi non sensa curiosita’
“Sconvolgente, e’ molto meno esplosivo dell’orgasmo maschile, ma dura decisamente di piu’ e la sensazione che lascia e’...”fece Roberto incapace di trovare le parole......“decisamente favorevole a continuare” concluse passando a baciarmi con quella sua linguetta sinuosa.
Anche nel bacio era tutto diverso.....il maschio in genere e’ prevaricatore e dominatore anche in questa stupenda pratica...e entrambi apprezzammo molto una limonata lunga e stuzzicante, che ci fece apprezzare anche gli odori del nostro differente sesso.
Fu’ cosi che mi ritrovai di nuovo in tiro.....e un’esigenza di riempire spazi vuoti....o se preferite di possedere, mi pervase spegnendo ogni inibizione e considerazione su quella situazione assurda.
Girai a pecorina con ruvidezza quello stupendo corpo offerto (che per automatismo allargo le gambe)......cosi puntai il glande davanti a quella umida caverna...e spinsi.....godendo come un disperato di quel senso di “Presa di possesso” che solo l’essere uomo sa’ cosa vuol dire.
Nel contempo Roberto per la prima volta provava ad essere preso e posseduto selvaggiamente da me che non gli risparmiavo stoccate e affondi profondissimi...fino a che lo vidi gemere di passione..e spingere il sedere verso di me....per prenderne sempre di piu’.
Dopo il suo orgasmo...il primo vaginale.....mi colse un attimo di perfidia...e puntai senza aspettare conferme il glande sempre piu’ congestionato e viscido di umori al pertugio anale.
In un sol colpo fui dentro. Accidenti come era stretto...ma come ero eccitata (dovrei dire eccitato forse) e come era caldo......gli ultimi spasimi del piacere provato...donavano al suo retto una piacevole e ritmica pulsazione...che mi sprono’ ad affondare sempre piu’....non so come riuscii a farlo (farla) godere anche in quella maniera.....e alla fine venni anche io con un urlo cosi rauco che pensai di morire.
Il cuore mi martellava a 10000 nelle orecchie..e mi sentivo senza energie...come se avessi appena finito una maratona in piena estate.
Abbassai lo sguardo annebbiato sul mio corpo.....quello in cui Roberto in poche ore aveva esplorato insieme a me le vie impossibili del sesso di coppia....e quello che vidi era la migliore delle ricompense. Il suo sguardo era pieno di piacere e di riconoscenza per esso.
Capii l’ultima delle grandi verita’ maschili...e cioe’ il piacere inconscio nel vedere la propria compagna sconvolta prima e appagata poi.
Nonostante questo le feci mille carezze...la coccolai, finche’ crebbe di nuovo la tensione...e continuammo a fare l’amore in tutte le forme e posizioni per tutta la notte...finche’ cademmo sfiniti e appagati.
Al mattino successivo, con mio rammarico...mi svegliai ed ero di nuovo io....mi facevano un male pazzesco sia la patatina, che il didietro....un bruciore mi pervadeva dappertutto, e avevo una fame, che non vi saprei descrivere.
In pratica eravamo rimasti in camera senza mangiare per quasi 24 ore, facendo l’amore e basta.
Andammo a mangiare qualcosa, facemmo le valigie di fretta e furia...e andammo a prendere l’aereo che ci riporto’ a casa, nel nostro vecchio mondo.
All’inizio di questo mio racconto dicevo che questa esperienza ci cambio’ la vita per sempre, e mi riferivo al nostro modo di vedere la vita di coppia.
Ci siamo sposati e siamo diventati inseparabili, ma abbiamo inserito dentro il nostro menage anche altre coppie.
Mentre una volta la bissessualita’ non ci attirava, adesso non possiamo piu’ farne a meno..e tutte le volte che lecco una patatina...o che Roberto si diverte con un bell’arnese...non possiamo che tornare con la mente e con il corpo al nostro magnifico ed indimenticabile viaggio in India.
Elena
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16 years ago
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Marika - settima e ultima parte
La nave che mi condusse in Arabia era in realta' un grosso yatch di proprieta' del Sultano, ricco e adorno di cose preziose. Doveva essere un uomo molto ricco questo arabo, e anche parecchio raffinato, visto la qualita' degli oggetti che si trovavano nella barca.
La stessa cosa non si poteva proprio dire dell'equipaggio, erano tutti uomini rozzi, anche se ben vestiti, e si vedeva lontano un miglio che mi avrebbero volentieri fatto la festa.
Non sapevo inoltre che Ali era un convinto sodomita, passivo ovviamente, e che la festa me la stavano preparando davvero.
Fino a che non avessi messo piede in territorio arabo e non avessi quindi sposato il Sultano, in realta' non gli appartenevo ancora e cio' spinse Ali e la ciurma a preparare un'accoglienza per la sottoscritta degna di una tale congrega di mascalzoni.
Io dovevo servire i pasti e cio' era pretesto per mettermi le mani addosso senza troppi riguardi. Ogni volta che mi fermavo vicino a qualcuno dei marinai subito allungavano le mani per sondare i miei pertugi, con il fine ultimo di farmi fare degli errori.
Ma io resistevo, visto il mio addestramento da schiava non mi era difficile mostrarmi sempre docile e premurosa, fino a che un tipo nero e muscoloso non mi colse di sorpresa mentre stavo servendo il te del pomeriggio.
Avevo un pesante vassoio in mano, colmo di tazzine e con la teiera piena di liquido fumante. Mentre gli passavo vicino mi infilo’ con crudelta' un dito nel culo fino alla radice. Siccome aveva delle mani lunghe e spesse come le corde di canapa (simili alle cime che si usano sulle navi), non potei trattenere un urletto e scaraventai tutto il contenuto del vassoio su un altro marinaio seduto di fianco a lui.
L'uomo grido insulti alla mia persona in arabo e mi mollo uno schiaffo che mi fece ruzzolare per terra.
Mentre stava per colpirmi di nuovo Ali intervenne fermandogli con presa decisa il braccio "no non dobbiamo lasciarle segni che manifestino il nostro trattamento, se giunge dal Sultano con anche solo un graffio saremmo scorticati a sangue a forza di frustate" cosi dicendo allungo’ una mano per rialzarmi "ma pagherai questa mancanza di rispetto cara la mia sgualdrinella" mettendo tutto il suo disprezzo nel pronunciare quell'offesa.
Al momento non successe niente e questo non fece altro che far crescere la mia inquietudine. La sera giunse in un lampo e ancora niente faceva presagire cosa avessero in mente Ali e i suoi "amichetti".
Quando venni chiamata per servire la cena nell'ampio salone della nave pero' capii da uno strano aggeggio posto in mezzo alla stanza, che avevano deciso, forse da tempo, di frustarmi o qualcosa del genere. Strano pensai io, mancavano si e no una settimana di navigazione e la frusta lasciava segni evidenti.....
L'aggeggio era una specia di paranco da cui pendevano delle funi, terminanti con dei braccialetti di cuoio, regolabili a piacimento tramite delle carrucole e degli argani.
Stavolta fui costretta a servire praticamente nuda, commenti in arabo, che cominciavo a capire, e toccate qui e la' si sprecarono per tutto il tempo della cena.
Ero l'unica donna nel raggio di parecchie miglia marine, e questi avanzi di galera erano un bel po' che non stavano con una femmina (e se per questo anche con un bel pezzo di sapone).
Questo era l'aspetto forse piu' fastidioso, ero abituata alle mani addosso ma non alla sporcizia.
Dopo cena Ali mi spiego' finalmente a cosa serviva la messinscena. Piu' che spiegarmelo me lo fecero vedere, mi presero e mi legarono i polsi alle funi provenienti dall'alto e le gambe a delle cavigliere, in modo che rimanessero belle aperte.
La posizione non era delle piu' scomode ma non ero eccitata come le altre volte. Nel passato mi ero trovata nelle stesse identiche situazioni, ma ero con persone che sapevo mi avrebbero fatto del male, ma di cui in un certo senso mi fidavo. Questi marinai invece erano dei perfetti sconosciuti, volevano da me solo una cosa, il piacere e il dolore, ma non penso che gliene fregasse molto del Mio piacere.
Fu cosi che Ali venne a parlarmi davanti alla faccia per farmi vedere lo strumento che intendeva usare. Era una frusta con molte corregge di seta rosa, molto pittoresca, se non avessi poi provato la quantita' e la qualita' del male che poteva infliggere.
"Vedi io non posso lasciarti segni evidenti, il Sultano mi farebbe levare la pelle di dosso, ma non e' detto che non possa farti ballare un po' per noi. Soddisfare poi questi 10 uomini non dovrebbe essere un problema per una puttanella come te, vero?" disse agitandomi la frusta sotto il naso.
"Questa sembra un innocuo scacciamosche, e lo e' in effetti. Viene usato da molti arabi per mandare via queste fastidiose creature di Allah. Cosi da asciutto infatti non puo' che farti il solletico" e per rafforzare le sue affermazioni mi diede un colpo forte tra le gambe, con l'unico effetto di farmi aria.
"Ma se la seta viene bagnata" disse facendo segno perche' gli portassero dell'acqua "diventa tagliente come una lama, la cosa curiosa e' che non lascia alcun segno e si puo' andare avanti per ore lasciando un lieve rossore alla pelle, che svanisce nel passare di una notte" continuo' a parlare mentre bagnava con cura le corregge immergendo lo scacciamosche in un secchio.
Appena finita l'operazione, senza dire una parola in piu' ripete il gesto di prima, e mi imparti' il primo dolore della serata.
La frusta sibilo' impercettibilmente nell'aria descrivendo un movimento rotatorio, per poi abbattersi tra le mie coscie spalancate producendo alla fine uno schiocco purtroppo tristemente noto contro la mia pelle delicata.
Fu' un movimento tanto improvviso quanto crudele e urlai con foga liberando insieme ai miei polmoni il mio dolore:"ahhhhhhrgggggggggg, ma voi siete matti, ahhhh" una seconda scudisciata mi colse invece sul culo e vidi con la coda dell'occhio che ognuno dei dieci marinai aveva in mano una frusta simile.
Con Ali erano in 11 e a turno cominciarono a girarmi intorno colpendo a piu' non posso ogni centimetro della mia pelle. Il male era davvero come lo aveva descritto Ali, 10, 100 no mille aghi che bruciavano e pungevano la pelle. Vedevo tra le lacrime i miei seni compatti ballonzolare di qua' e di la' ad ogni colpo inferto.
Tentavo inutilmente di sottrarmi ai miei aguzzini, ma la posizione e i legacci mi impedivano qualsiasi minimo movimento.
Non venne risparmiata neanche la faccia e quando un colpo la raggiunse sembro' che mi staccassero un pezzo di carne dalla guancia.
Alcuni avevano delle fisse, dopo il seno e la faccia, uno prese a martoriare il culo con potenti e mirati colpi, poi le coscie, la pancia, la schiena, braccia e polpacci, le mani e ovviamente il sesso.
Infatti quello che mi aveva preso di mira la patatina era il piu' dotato e bastardo. Non si limitava a colpire e basta, lasciando che le corregge cadessero verso il basso per effetto della gravita', no troppo semplice. Lui appena inferto il colpo tirava a se le corregge che sfregando sulla parte esterna della vagina mi bruciavano la pelle come un tizzone ardente.
Non so quanto la duro' la situazione perche' svenni per il male e la stanchezza. Quando mi svegliai ero stata tolta dalla vecchia posizione e messa a cavalcioni di una specie di panca, ma eravamo all'aperto sul ponte e l'aria fresca mitigo' per un po' il bruciore della mia pelle. Fu' come al solito Ali che impartiva gli ordini per le danze:"Adesso che hai assaggiato la frusta assaggierai le nerchie dei miei bravi marinai".
In un momento di pausa notai che non avevo segni, al limite un rossore simile ad una giornata di sole al mare o poco piu', ma la pelle mi doleva come se mi fosse passato sopra un esercito.
Appena ripresami da questa riflessione vidi che i marinai erano tutti nudi con i loro pesanti e nodosi randelli gia' per aria. Ero stata con molti uomini negli ultimi tempi e di cazzi me ne intendevo, ma mai avevo visto una simile collezione di attrezzi maschili tutti insieme. Il meno dotato doveva averlo lungo almeno 20cm per una circonferenza di 6, gli altri erano fuori misura, uno, il nero, addirittura non era ancora in tiro ma quasi gli arrivava a mezza coscia.
"Ehi non ti far venire la bava alla bocca lurida puttanella" mi disse Ali tanto per riacquistare la mia attenzione, "non hanno solo l'intenzione di farti divertire, dovrai soddisfare tutti quanti finche' ne avranno voglia, e se li conosco bene non si fermano mai prima di averne fatte almeno tre, eh ragazzi" disse rivolto agli astanti per incitarli (seh, come se ce ne fosse stato il bisogno).
"Il primo giro consistera' in un bel pompino con ingoio per tutti, tanto per toglierli dall'infoiamento che li pervade, sei d'accordo?" disse mentre mi appioppava una bella manata sulle chiappe. "Si si va bene" ma non dissi niente di piu'.
Cosi si fece avanti il primo ma visto che non aprivo la bocca decise di darmi un ennesimo colpetto di frusta sulla pelle gia' dolorante per il trattamento precedente.
Segui' un mio lamento di dolore che il tipo sfrutto' per ficcarmelo in gola. Puzzava per benino, la mia congettura sul fatto che non fossero amici del sapone era purtroppo vera.
Un misto di collera e di vomito mi assali appena arrivo' a solleticarmi il naso con i suoi peli pubici. Incazzato per questo mi tempesto' di frustate sul mio didietro offerto ed indifeso, menando anche grandi fendenti col suo cazzo.
Per fortuna che era molto che non vedeva una donna ma quando venne forse non benedii questa forzata astinenza. Il primo getto di sperma mi colse impreparata e ancora un po' mi strozzo'. Gli altri si diverti a dirigermeli sulla faccia, sul naso, sugli occhi e nei capelli.
Prima del secondo round mi buttarono in faccia un secchio di acqua salata, con l'intento di pulirmi, ma il sale accrebbe l'effetto di bruciore della mia pelle.
Il secondo e tutti gli altri si accanirono su di me con fare animale, riempiendomi la bocca di denso e caldo seme, imbrattandomi tutta e facendomi assomigliare, prima dell'ennesima secchiata d'acqua, come la peggiore delle puttane di un malfamato bordello.
Il nero fu' il piu' tremendo e si tenne per ultimo. Mentre aspettava la verga si era ingrossata e alla fine sembrava piu' il braccio di una persona che un organo sessuale.
Quando avvicino il mostruoso arnese alla mia stanca bocca, spinse tra le mie labbra come per penetrare una vagina. Facevo fatica a respirare e anche se si impegno' a spingermelo in gola al massimo riusci a mettermene un terzo. Non vi dico quando venne, sembrava un cavallo e mi getto addosso dei getti di seme che sembravano quelli provenienti da un idrante.
Era solo il primo giro ma ero gia' a pezzi, la bocca mi doleva e avevo la mascella indolenzita.
Nel frattempo vidi che Ali non si era riposato, ma anzi dopo il mio lavoro si era prodigato per rimettere i ragazzi in funzione utilizzando le sue doti "linguistiche".
In breve tiro' in piedi una catena di montaggio, lui ciucciava i ragazzi e questi arrivavano da dietro e a pecorina mi farcivano davanti o dietro a seconda del momento.
Ero abbastanza bagnata e la cosa non fu' spiacevole del tutto, dopo un po' di assalti la micia e il culetto mi bruciavano ma non tutti erano maldestri e ci sapevano fare.
Qualcuno mi pompava con fermezza e altri con gentilezza, pensando anche al mio piacere.
Tra un orgasmo e l'altro notai che mi venivano in culo ma davanti mai, riversando il loro piacere sulla mia schiena, un atto di rispetto per il mio futuro marito?
Il nero ovviamente arrivo' per ultimo e volle lasciarmi un ricordino in entrambi i pertugi.
Prima mi penetro' la patatina, che fece fatica ad abituarsi all'enorme intruso. Doveva aver avuto una vita triste, infatti l'omone non riusciva che a mettermi la meta' della sua enorme proboscide, cosi Ali gli leccava devotamente l'altra meta' insalivandogli tutta l'asta fino ai testicoli.
Poi il nero cambio idea e decise di farmi anche il didietro, ma urlai disperata che mi avrebbe squartato in due. "Buona buona non ti preoccupare" mi disse" guarda di mettero' un unguento miracoloso che vedrai ti aiutera' a sopportare il male".
Prese da una tasca un vaso contenente liquido viscido e mi cosparse tutta la zona perianale. Era bello fresco e il massaggio che duro' molto fu' piacevolissimo. "Questo e' un succo che si estrae da una pianta del centro Africa e che permette a noi, generosamente baciati dalla natura in quanto a dimensioni, di godere delle donne a fondo".
COSA COSA? Che voleva dire, che mi avrebbe messo in culo tutto il suo affare, ma questo era matto pensai al momento.
Sentii la cappella che si avvicinava al mio ano, ma stranamente questi non oppose resistenza e l'affare comincio' il suo lungo viaggio di conquista dei miei intestini.
La pomata, mi fu' spiegato in seguito, aveva un duplice scopo:
era un lubrificante/anestetizzante, che rilassava i muscoli come sotto l'effetto di una potente droga.
Solo cosi gli uomini della sua tribu' poteva giacere con le loro donne senza rovinarle fisicamente tutte le volte.
Stranamente la parte rimaneva abbastanza sensibile per provare piacere, ma non subiva che un generale indolenzimento per il giorno dopo.
Mentre ero intenta a pensare quando tutto cio' sarebbe finito, ecco che lanciai un gemito di piacere misto a stupore, perche' sentii sulla pelle serica del mio sedere il contatto con il pube del possente ragazzo africano.
Mi era entrato dentro fino alle palle, questa si che era un'inculata coi fiocchi e controfiocchi.
Fu' cosi che mi pompo' per un’ora intera, avendo l'accortezza mediante la stimolazione della vagina, di farmi provare almeno una decina di orgasmi squassanti, duranti i quali le forti contrazioni involontarie del mio ano lo facevano gemere di piacere.
Solo quando Ali si dimostro' soddisfatto gli diede il permesso di eiaculare e il nero esplose in me con un torrente di seme che mi scateno' l'ennesimo delirante orgasmo.
Mentre la mia mente si spegneva per la stanchezza, intuii che anche l'eunuco aveva provato un'esperienza simile.
Dopo quella sera mi lasciarono stare per quasi tutto il viaggio, in modo da consentirmi di riprendere le forze. Mi fecero male i pertugi per tutto il resto del viaggio, ma non mi tormentarono piu', lasciandomi nella mia cabina e servendomi i pasti, come se fossi la loro regina.....e con tutta probabilita' dopo quella sera lo ero diventata davvero, la regina del piacere.
Dopo una settimana di navigazione giunsi finalmente dal mio nuovo padrone.
Cosi la vecchia Marika tramonto’ defintivamente.
Diventai nel breve la preferita del Sultano, mettendogli al mondo anche una mezza dozzina di figli....
Adesso che sono ormai “anziana” mi sono messa a scrivere queste memorie...per far sapere al mondo che sono esistita in molte forme..ma che alla fine ho deciso io come dirigere il mio destino!!
Spero vi siate divertiti..e perche’ no...anche eccitati.
Marika
FINE
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16 years ago
admin, 75
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Marika - sesta parte
Marika sesto capitolo - Odalisca
La settimana passo' nuovamente senza sorprese, ero talmente conciata male che nessuno mi cerco’, e ancora una volta mi stupii delle capacita' di recupero del corpo umano. 7 giorni dopo c'erano solo degli invisibili solchi al posto delle staffilate che tattuavano la pelle dopo quella terribile sera.
Venni condotta lontano dal castello in una casa di caccia, dove trovai nuovamente il mio amore Marco in compagnia di un suo nuovo amico, un arabo, cosi a prima vista. Un bel uomo sulla quarantina, forte e possente come un toro, rimasi insomma soggiogata dal nuovo venuto e la cosa non passo' inosservata a Marco:"ehi Marika, vedo che il mio amico ti piace, bene non so se sara' ancora cosi quando tornerai libera".
Era passato ormai molto tempo dal mio arrivo e non sapevo piu' neanche in che stagione eravamo, ma molto presto sarei tornata al mio lavoro e questo sarebbe stato solo un ricordo.
L'arredamento del casino di caccia era molto spartano, un cavalletto per le punizioni (del tipo in voga per le fustigazioni pubbliche della legge islamica), tappeti e corde un po' ovunque, un grande camino acceso in un angolo.
Senza reticenze mi posero sul cavalletto a pancia in giu', lasciando che il nuovo venuto (Ali, tanto perche' mi piaciono i nomi corti) mi palpasse a suo piacimento. Aveva un tocco dolce e delicato quanto quello di una donna, in palese contrasto con il suo fare molto deciso.
Si spogliarono entrambi e vidi che era un eunuco, capperi prima il trans e adesso un emissario di qualche emiro......mah.....
Volle vedere come me la cavavo con il sesso orale e per questo ovviamente lo aiuto Marco, visto che lui era impossibilitato per ovvi motivi ad avere un coito.
Mentre spompinavo Marco si diede da fare sul mio sedere con un frustino da cavallo, striandomi nuovamente le chiappe con delle belle righe rossastre (eh gia' quasi quasi mi mancavano......).
Poi Ali chiese a Marco di scoparmi e sodomizzarmi, e ovviamente lui non si fece pregare. I buchi mi dolevano ancora un poco ma la questione sarebbe stata anche piacevole se nel frattempo l'arabo non avesse usato ancora il suo frustino (maledetto) per segnare altre parti del mio corpo rimaste ancora "candide".
Finita questa parte iniziale dell'operazione complottarono un po' in arabo, percui non capii un accidente di quello che si dicevano, ma intuii che parlavano di me.
Ogni tanto Marco sembrava fare una richiesta, l'eunuco ci pensava su, mi infilava un dito nel sedere o nella micia e riprendeva a contrattare.
Marco mi voleva vendere ad un emiro, le mie caratteristiche fisiche si sposavano alla perfezione alla richiesta del famoso e ricco uomo arabo che Ali rappresentava, ma voleva in sintesi la mia approvazione.
VENDUTA!!!
Ma come poteva pensare una cosa simile. Marco avrebbe avuto la possibilita' di incontrarmi, ma mai avrebbe potuto posare di nuovo una mano su di me.
Orami della mia vecchia vita non rimanevano che deboli tracce nella mia mente, per convincermi mi dissero che mi avrebbero trattato da regina per il resto della mia vita, anche se avrei continuato ad essere trattata come un oggetto, vista la scarsa propensione all'emancipazione femminile del mondo arabo.
Come prova finale mi dissero dovevo passare una specie di test, che nel caso di esito positivo, mi avrebbe anche insegnato l'inzio della sorte per chi tentava di fuggire dall'harem.
Non so cosa mi prese ma dissi di si, cosi Ali contento per l'ottimo affare trasse da una sacca di pelle due involucri sconosciuti, avvolti in fogli di carta trasparente.
Era la temibile punizione del fuoco sacro di Allah.
Altro non erano che due pacchi di peperoncino finissimo, avvolti in due contenitori di carta, rigidi abbastanza per essere introdotti nella vagina e nel sedere, ma che a contatto con l'umidore naturale erano in grado di liberare la "bruciante" sostanza in profondita'.
Mi girarono sul panchetto e mi legarono molto stretta, per, disse Ali, non consentirmi di farmi male da sola.
Quindi prese ad armeggiare con i due involucri inumidendoli con un unguento oleoso.
Senza troppi fronzoli me li piazzo' in profondita' nei miei due buchi, resi gia' larghi e fradici dalle attenzioni di Marco.
Sul primo momento non sentii niente se non un piacevole senso di riempimento, ma appena le mie secrezioni cominciarono a disgregare il sotille foglio di carta una spiacevole sensazione fluii in me facendomi ardere dal male.
"Vedi mia cara puttanella bionda, questo e' solo l'inizio di una temibile agonia, qualora decidessi di scappare dall'harem del Sultano. Sarei direttamente io ad impartire tutte le torture necessarie a procuranti una morte lenta e dolorosa", disse Ali in un italiano stentato.
"Sempre io sono l'addetto nel somministrare eventuali punizioni per le tue manchevolezze, e visto il mio stato, non potresti comunque usare le tue armi di seduzione per farmi cambiare idea. Mi dovrai mostrare in pubblico la stessa devozioni che dovrai usare per il Sultano, ricordati che e' meglio avermi come amico...che come nemico!!"
Intanto il tempo passava e il bruciore alla vagina e all'intestino era diventato insopportabile cosi presi ad urlare e a scalciare come una pazza fino a che Ali decise che poteva bastare come dimostrazione e decise di effettuare un lavaggio interno per il “davanti” e un bel clistere per l'intestino.
"In caso estremo dovrai tenere dentro il peperoncino per tutta una notte, adesso l'hai tenuto solo per 10 minuti, quindi vedi di fare la brava, ok?" dicendo questo prese due canule con attaccata una vaschetta piena di un liquido che avrebbe attenuato e poi eliminato gli effetti della sostanza rossa.
Me ne introdusse una in davanti e l'altra nel sedere senza troppi complimenti, anche se il suo tocco era ritornato gentile. Man mano che il liquido fluiva in me, la sensazione di bruciore si attenuo' e in breve tempo comincio' a darmi piu' fastidio la sensazione di pienezza, soprattutto all'intestino. La vagina restituiva infatti l'acqua pregna della sostanza bruciante, mentre per l'intestino ci vollero piu' applicazioni successive.
Non vi dico l'imbarazzo ogni volta che mi liberavo, non so se mi bruciava di piu' l'ano al contatto col peperoncino o la faccia rossa per la vergogna.
Per commiato Ali si fece leccare il sedere per molto tempo e intravidi che il suo affare doveva aver conservato parte dell'ardore di un tempo, perche' divenne piu' turgido che all'inizio.
"Bene Marco penso che abbiamo finito, slegala e salutala, ho intenzione di partire subito, ho una nave che mi aspetta a Genova per condurci dal Sultano".
Marco mi slego' mi bacio' per l'ultima volta e mi aiuto' a rivestirmi, non l'avrei piu' rivisto, il giorno seguente lasciai il castello di buon ora e con esso lasciai per sempre la mia vita per trasformarmi in un'odalisca.......ma questa e' un'altra storia......
(Continua)
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16 years ago
admin, 75
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Marika - quinta puntata
quinto capitolo - la consacrazione finale
Per riprendermi dalla sera dell'iniziazione mi ci volle un po' di tempo, forse di piu' di quanto mi aspettassi. Analizzando cosa mi avevano fatto in poco piu' di due giorni ce ne era per scrivere un libro di perversioni.
Clisteri, frustate dappertutto, violazione di ogni mio buco, gli anelli alla “grandi labbra” e una serie inenarrabile di umiliazioni, bisogni corporali in pubblico inclusi.
Insomma l'aspetto piu' sconvolgente era che ne venivo fuori completamente trasformata. Non ero piu' la giovane donna sicura di se', ma una cagna dedita al piacere. Avevo perfino goduto solo con la frusta, mai mi sarei aspettata di giungere a tanto neanche nelle mie fantasie piu' recondite.
Cosi passai una settimana abbastanza rilassante, con la compagnia di Naomi, convalescente anch'ella da quella terribile (e piacevole) serata. L'aiutavo a mettersi degli unguenti sulla passerina, tutta scorticata dalle feroci frustate del suo Master.
La poverina mi raccontava che prima di arrivare al castello era stata una prostituta, scappata da casa per cercare fortuna e finita sulla strada a battere, costretta dai suoi stessi connazionali. Una storia purtroppo simile a molte ragazze provenienti dall'Africa e dall'Est europeo.
Non aveva mai piu' rivisto i suoi genitori, che nel frattempo erano morti per la fame, e il suo Master aveva deciso di toglierla dalla strada, per farne in pratica una puttana di lusso e la sua schiava.
Un bel giorno mentre mi trastullavo nei miei sogni, Marco si rifece vivo, era stato via per lavoro pensavo, invece scoprii con rammarico che aveva passato un periodo in ferie in Thailandia. Tutto bello abbronzato, appena lo vidi mi si spalanco' il cuore dalla contentezza e gli corsi incontro come un cane che fa le feste al suo padrone.
Il tono era pero' diverso, era in compagnia di una splendida orientale, alta e formosa (insolitamente pensai io) mora occhi verdi e spietati. Mi tratto' abbastanza male, senza calore e vidi con dispiacere che la donna asiatica era al suo livello, non era una schiava ma una domina. Vestiva elegante ma con un piglio deciso, tacchi alti e trucco all'occidentale completavano il quadro.
"Ciao Marika ti presento Ti-Ann-Li (capii io ma per comodita' la chiamero' Ann), e' una mia amica che lavora per la mia filiale di Bangkok, stara' con noi qualche giorno e ho deciso di usarti insieme a lei, ovviamente senza chiedertelo" furono le laconiche parole del mio padrone. "Preparati subito che sono impaziente".
Mi accovacciai ai suoi piedi come ero stata addestrata a fare con le gambe leggermente divaricate e il capo chino.
"Bene, bene, vedo con piacere che ti hanno insegnato le buone maniere, e che non porti piu' i segni della serata di settimana scorsa" disse sfiorando la pelle candida (in quel momento sperai che non vedesse la mia emozione nel sentire il suo tocco, cosi per ripicca e per non dare soddisfazioni alla nuova mia signora).
Solo allora mi accorsi della presenza di Ann, che mi fissava fredda e pungente "allora e' ancora un po' sfrontata la nostra schiava, guarda Marco come ti guarda con sfida, non sara' mica gelosa di me, vero? A me non importa di Marco, scopa bene e mi fa godere ma non siamo fatti per andare d'accordo, se non nel tormentare qualcuno" disse con un perfetto italiano solo appena venato di un' inflessione orientale.
Molto probabilmente lei con squisito istinto femminile aveva capito dal mio atteggiamento che la sua presenza non era gradita, e che nutrivo rancore verso il mio padrone per questa ennesima cattiveria.
"Cosa possiamo fare per sgranchirci un po', il viaggio e' stato lungo e risento ancora del jet-lag nonche' dell'inculata che mi hai dato nel bagno dell'aereo" disse lei con perfidia, tanto per accentuare ancora di piu' il mio dolore.
"Ma non so, lei e' una settimana che si riposa, proporrei di montare gli aggeggi che abbiamo portato dall'oriente e di farglieli provare, cosi per sgranchirci come dici tu".
Venni presa e condotta in una saletta per le punizioni (dopottutto ero ancora in debito) e avendo l'accortezza di bendarmi mi persi tutti i preparativi necessari.
Venni nuovamente fatta sedere su una poltrona ginecologica, con la zona perianale bella rialzata e in evidenza, vista la posizione delle gambe ben spalancate.
Ovviamente mi immobilizzarono per evitare scuotimenti inutili e presero ad armeggiare, tirando fuori molti aggeggi da degli enormi scatoloni, appena intravisti prima che mi mettessero la benda.
Il fatto di non poter vedere mi incuriosi e impauri nello stesso tempo. Ma cosa volevano farmi? Quali strumenti intendevano utilizzare, boh, sentivo, sforzandomi al massimo con l'udito, che c'erano una quantita' industriale di pezzi di ferro e congegni meccanici.
Quando finalmente mi furono liberati gli occhi vidi con orrore cosa mi aspettava. C'era una scatola con dei fili, un generatore di corrente indovinai, ma l'orrore e' che attaccati ai fili c'erano anche una serie di finti membri in metallo, simili a giganteschi elettrodi fallici.
Inoltre un altro macchinario era quella che definirono una "fuck-machine", un congegno elettrico che avrebbe sostituito il piu infaticabile degli uomini con protesi ed attrezzi da montare sopra, di qualsiasi forma e dimensione.
"Ti piacciono i nostri strumenti di piacere, vero, puttanella, ma guardala solo a vederli ha cominciato a sbavare" mi apostrofo' ironicamente la donna.
Per prima cosa usarono un gel a doppia funzione, lubrificante e "conduttore" per l'elettricita'.
Presero un grosso dildo e me lo schiaffarono nel sedere senza troppi preamboli. Era una settimana che non prendevo nulla nei miei buchi, ne avevo voglia si, ma l'introduzione animalesca fu' dolorosa. Poi fu' la volta della patatina, in cui ficcarono un altro dildo di dimensioni generose.
"Ahhhhh piano mi fate male" mi lamentai io, ma una sonora pacca data sulle estremita' dei due attrezzi che fuoriuscivano di poco dai miei buchi, mi fece tacere con un sobbalzo.
I due predisposero la fuck-machine, attaccando due leve per trasmettere il moto ai due grossi membri posticci.
"Comincieremo con calma, per poi aumentare via via la velocita', appena i tuoi buchi da cagna sfondata saranno ben lubrificati dai tuoi succhi", mi informo' Ann.
E cosi accesero l'infernale strumento che comincio' a pomparmi a dovere come uno stallone in fregola. Sulle prime non provai piacere, i due stantuffi non erano sincronizzati e fino a che uno entrava e l'altro usciva non era problematico. Quando invece si infilavano insieme, dovevo trattenere il respiro per la spinta poderosa che rischiava di spostarmi dalla mia posizione. I due membri sarebbero stati gia' di ragguardevoli proporzioni se usati singolarmente, insieme mi sembrava per l'ennesima volta di essere squartata come un vitello al macello.
"Allora ti piace il nostro regalino, piccola troietta schifosa, cosi vedrai che non avrai voglia di cazzo per un po', su dai RISPONDI!!!".
E visto che non riuscivo a fiatare, tutta concentrata sugli arnesi che mi stavano sfondando ano e fica, pensarono bene di ricordarmi chi comandava con una tempestata di bacchettate sulle tette.
"Ah si ahi si mi piace molto, basta con le verghe vi prego, prometto che saro' piu diligente" ma questi non si volevano fermare e finirono solo quando mi videro piagnucolante come una bambina, con il seno tutto arrossato.
Nel contempo Marco se lo tiro fuori e mi chiese di succhiarglielo, aumentando il ritmo della macchina, in modo da spronarmi ad un pompino piu' focoso.
Mentre i due membri si alternavano ormai senza resistenze nei miei due buchi, Marco mi scopava in bocca con movimenti di vaievieni molto decisi. Me lo spingeva cosi in fondo alla gola da sofforcarmi, provocandomi dei colpi di tosse.
Quando alla fine venne, innondandomi la gola con potenti fiotti di caldo sperma, mando' al massimo la macchina, che sussulto in un primo momento, accellerando i falli ad una velocita' da non credere, cosi che ricevendo gli ultimi schizzi sulla faccia, venni anch'io gridando a squarciagola il mio orgasmo.
"Ah ma allora ti piace veramente la mia macchina, guarda come e' sbrodolata, gli cola tutta la fica a questa bagascia" disse Ann che fino a quel momento era stata abbastanza passiva.
Mi lasciarono a riprendermi dall'orgasmo solo il tempo di vedere lei che si spogliava.
Appena misi a fuoco le immagini non credetti ai miei occhi.
Sembrava di stare davanti ad un miraggio, infatti Ann aveva un corpo stupendo, un seno bello pieno e florido, messo in evidenza dal colore ambrato della sua pelle. Mani e braccia aggrazziate e lunghe gambe affusolate, per non parlare del sedere che definire marmoreo non le rendeva giustizia.
Cosi stupita da queste belta' rimasi di sasso quando vidi spuntare in mezzo alle coscie dell'orientale una mazza nodosa di generose dimensioni, gia' tesa e con la cappella scoperta, paonazza, gia' chiaramente umida e luccicante per lo spettacolo appena trascorso. Cavoli Ann era un transessuale, o meglio un travestito. Solo adesso capivo perche' all'inizio avevo notato il suo seno insolitamente prosperoso per una ragazza dell'oriente. Erano chiaramente finti quei globi di carne sfrontatamente rivolti all'insu'.
Era talmente bella (o forse dovrei dire bello), che rimasi senza parole anche quando mi si avvicino' con l'intenzione di farsi sbocchinare da me. Memore delle frustate precedenti stavo per aprire la bocca, quando Marco mi precedette stupendomi per la seconda volta in pochi minuti.
Si avvicino alla splendida asiatica e comincio' un lento pompino,da vera puttana, quando comprese che era pronta, diresse il suo membro al mio culo, incitandomi a sfondarmi.
"Dai picchiaglielo in culo a questa piccola cagna, guarda come e' aperta ed accogliente, vedrai che gli piacera'" e in un sol colpo sentii le dure palle di Ann sbattermi con foga sulle chiappe con uno schiocco.
Nonostante la preparazione la dura intromissione mi ricondusse sul sentiero del dolore, ricordandomi che l'orgasmo di pochi istanti prima era stata solo una parentesi e che io ero li per soddisfare i miei padroni con quello che potevo, la mia sofferenza e i miei buchi doloranti.
Ann si dimostro' un buon amante e dopo aver visto Marco come la sbocchinava non avevo dubbi che anche il suo culetto aveva provato l'attrezzo che mi stava limando cosi bene. Marco s'accorse subito che mi stavo divertendo un po' troppo e cosi passo alla parte B della giornata, applicandomi per il momento solo gli elettrodi ai capezzoli.
"Cominciero' come sempre con un bassa intensita', no non ti preoccupare, la corrente sara' sempre bassa e non corri rischi per la tua incolumita', solo che soffrirai molto anche cosi, mia cara" mentre diceva questo mi bacio' con passione facendo gustare il forte sapore di uccello eccitato di Ann, che nel frattempo aveva rallentato il ritmo, pre-gustandosi la prossima tortura.
"Dai dai incomincia non so' se riusciro' a trattenermi a lungo" gli disse in un sospiro ravvivandosi i lunghi capelli corvini, lievemente sudati per lo sforzo e la passione.
Marco accese il generatore e la prima cosa che provai fu un leggero pizzicore ai capezzoli, la corrente che passava era superficiale ma bastava a farmi ergere persino le aureole, inturgidendo il tutto in maniera maestosa.
Appena pero' Marco aumento' l'intensita' di un poco, cominciai ad avvertire un bruciore molto forte nella parte, ma Ann non fu soddisfatta di questo utilizzo a dir suo poco ortodosso.
"No Marco, non cosi, se aumenti a poco a poco la corrente, la schiava fa in tempo ad abituarsi, il male c'e' ma non e' questo quello che voglio, fai come ti dicevo l'altro ieri, aumenta e poi scendi, poi dalle delle stoccate a potenza massima per tornare indietro, cambia ritmo in modo che non si possa aspettare quando e con che intensita' arrivera' la scarica".
In effetti potei appurarlo subito, questo metodo era molto piu' bastardo, prima arrivava una debole scarica quasi impercettibile, poi tutto di un colpo una molto piu' violenta che mi faceva inarcare dal dolore e urlare come un'indemoniata.
Marco godeva di questa situazione per il dolore che mi infliggeva, ma c'era di piu'. Ad ogni impulso forte di corrente involontariamente contraevo tutta la muscolatura compresa quella del pertugio anale, arrecando un piacere perverso e tutto nuovo al mio sodomizzatore che si sentiva stringere il membro come in un piacevole massaggio.
Sempre continuando in questo andirivieni di alti e bassi, Marco, ripresosi dal mio pompino, si porto' dietro ad Ann e infilo tutta l'asta fino all’elsa nel suo incantevole e capiente culo, spingendo lei ad affondare con sempre piu' foga nel mio povero culetto ormai slargato.
Stavolta arrivammo all'orgasmo tutti insieme, Ann addirittura mi graffio' la pancia e le coscie con le sue lunghe unghie, vibrandomi gli ultimi e decisivi assalti.
Entrambi vollero farsi pulire l'uccello da me, cosi gustai e apprezzai il mio sapore e poi quello nuovo e diverso del culo di Ann.
"Adesso ti propongo un po' di riposo, prima di utilizzare i due aggeggi insieme, ti sleghiamo, vai a lavarti un po' e poi vacci prendere qualcosa da bere e da mangiare, tutta questa attivita' ci ha messo appetito, vero Ann" le disse gentile rivolgendosi a lei come ad un'amante.
Fu' cosi che mi tolsero dalla mia posizione, facevo quasi fatica a camminare e il culo mi doleva molto, ma, facendomi coraggio, feci come mi avevano ordinato.
Dopo che ebbero mangiato e bevuto (mi concessero anche di bere qualcosa) si prepararono all'ultimo atto finale, venni legata di nuovo ma in posizione differente, a delle catene pendenti dal soffitto. Una catena per ogni arto, piu' una fascia per sorreggere il peso del corpo, passante dietro all'altezza dei reni.
Regolarono anche la lunghezza dei tiranti in modo da spalancare le gambe, tenendomi leggermente col il culo piu' in alto della testa.
La posizione era abbastanza comoda, ma esponeva pericolosamente tutto il corpo, senza esclusioni.
Guardai con terrore la preparazione dei elettrodi da "interno" di lucido metallo (piu' simili a uova), e della miriade di elettrodi a coccodrillo pronti a farmi partire per nuovi lidi di sofferenza.
Mi introdussero abbastanza gentilmente le due "uova" e mi applicarono gli elettrodi nuovamente sui seni, sulle grandi labbra e sul clitoride, tramite le dolorose pinzette.
Solo quella sul clito mi fece molto male, vista la delicatezza e la sensibilita' della parte in questione. I seni ormai erano quasi insensibili, dopo la fustigazione e le precedenti scariche. Le grandi labbra avevano gli anelli, ed ero ormai abituata a farmele slargare da tutti quelli che mi possedevano.
I due elettrodi sulla patatina pero' vennero utilizzati per allargarla per benino in modo da esporre oscenamente il fiore interno.
Le due uova metalliche erano una presenza quasi confortevole, e un calore comincio' a pervadermi l'utero.
"Adesso riceverai la punizione che meriti per avermi fatto fare una brutta figura durante il rito dell'inizziazione. Comincieremo a somministrarti scariche a tutti gli elettrodi. Poi ti faremo assaggiare la frusta in tutti i suoi modi, e per concludere applicheremo le due tecniche di tortura insieme, io al generatore e Ann alla frusta, hai capito bene? Ah dimenticavo non voglio sentire suppliche, puoi piangere e urlare quanto vuoi ma per carita' non supplicarci, perche' sia io che Ann ci vedremo costretti ad aumentare ulteriormente la tua pena. Giudicheremo noi quando saremo soddisfatti della punizione, hai capito allora?" facendo cadere nel contempo una feroce sberla sul mio sesso spalancato.
"Si ahhhhhhhhhh ho capito signore....ho capito ahhhhhh (una nuova pacca alla mia femminilita’ datami da Ann, mi ricordo’ che dovevo salutare anche la mia nuova signora, o signore ^_^) si signora la ringrazio per la punizione che mi vorra' impartire".
Bene per il momento era il turno della corrente, Marco mi fece provare ad uno ad uno tutti gli elettrodi cosi per farmi capire come funzionavano.
Inutile dire che quello che trovai piu' dolorosi erano i due interni e quello sul clito. La corrente impazzita correva tra le due uova interne e sul clito facendomi contrarre in maniera incontrollata come una marionetta azionata da fili invisibili.
Stavo per pensare che non sarei riuscita a non supplicare quando ecco che era gia' il turno della frusta.
Quella serpe di Ann comincio' da lontano, ma avevo gia' capito dove voleva arrivare.
Prima i piedi, sempre con un sottile giunco, poi le caviglie e l'interno delle coscie, il culo proteso verso il basso, la schiena (in parte protetta dalla fascia che mi reggeva), la pancia, i seni e perfino le braccia......nessuna parte venne risparmiata dalla crudele fustigatrice che alternava la sottile bacchetta di giunco con un gatto a nove code dotato di mille correggie e mille nodini infidi.
Ma per la prima parte vidi che risparmiava il sesso, girandogli intorno, senza mai sfiorarlo. Ero gia' in affanno, non era la prima volta che mi frustavano, ormai ero abituata, ma il ritmo era indiavolato. Contrariamente alla cultura occidentale, che interponeva un lasso di tempo tra un colpo e l'altro per far assaporare il dolore, la sua tecnica era tendente alla demolizione fisica e psicologica della vittima.
Non lasciava infatti neanche il tempo per respirare tra un colpo e l'altro e dopo poco mi ritrovai sbuffante e sudata come dopo una lunga corsa.
Ah gia' dimenticavo, nel contempo tutto il mio corpo era diventato di un forte colore rosso, solo le parti protette dalle catene e dai sostegni aveva mantenuto il colore originario. Tutta rossa dicevo a parte il sesso....ma sapevo che sarebbe stata una tregua momentanea.
"Adesso finalmente ti faro' gridare veramente, ti frustero' senza pieta' sulla fica, questo perche' da buona trans e' la cosa che non potro' mai avere pienamente, si mi potro' operare nei migliori ospedali (chissa' tra quanto) ma non potro' mai avere la sensibilita' che hai tu naturalmente. Come vedi in tanti anni ho modellato il mio corpo e anche mentalmente sono una donna, ma questo membro che pende tra le gambe non vale neanche un quarto dell'attrezzo che ti porti tu in giro, per questo saro' particolarmente bastarda e infoiata nello strapparti ogni lamento e centimetro di pelle".
Ma questa e' pazza, pensai io, il fatto di non avere la fica la manda in aceto, cosi mi girai verso il mio padrone e gli chiesi rassicurazioni sui propositi di Ann, e lui come al solito mi disse che non avrei patito cicatrici o segni permanenti.
Contrariamente a prima prese a colpirmi in maniera metodica e lenta, niente frenesia per il momento. I colpi giungeva precisi e potenti, l'impulso del dolore martellava il cervello con violenza, e un calore bruciante si irradio' dalla sorgente del dolore in pochi colpi. Aveva intriso le correggie della frusta con una sostanza irritante e dopo circa una decina di colpi, senza volerlo, stavo gia' implorando di smettere.
"Su dopo averti visto all'opera, pensavo avresti resistito di piu', mi deludi un po' cara la mia troietta" disse Ann con malcelata ironia. Anche Marco non era molto contento, cosi prese a far funzionare il generatore scaricando corrente mentre Ann non colpiva e fermandosi solo per farmi assaporare il successivo colpo.
Si fermarono solo dopo che il sangue comincio' a sgorgare dalle mucose ferite. I muscoli del corpo erano tutto un crampo, per gli spasmi involontari che generava la corrente e io non riuscivo piu' neanche a fiatare.
Mi tolsero tutti gli elettrodi e mi scoparono a turno senza pieta', pensando solo al loro piacere. In una scena finale vidi Marco sopra di me con Ann che lo inculava di brutto.
Vidi questo prima di svenire in un meritato oblio.
Il mattino dopo mi svegliai nella mia stanza con ancora tutto il corpo dolorante.
Mi alzai per andare al bagno e allo specchio potei vedere tutto il mio essere ricoperto di echimosi e striature scure.
Quando pensai che era ormai tutto finito, ecco che colsi la presenza di un biglietto sul cuscino, un messaggio di Marco.
Mi diceva che tutto sommato era contento di me ma rimaneva solo un'ultima prova, dopodiche' sarei stata libera di andarmene. Sarebbe tornato tra una settimana e poi sarei stata di nuovo libera. Si libera...ma per cosa????
(Continua)
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16 years ago
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La collega tedesca - il risvolto imprevisto
Cari amici, per chi ha letto la prima storia che ho raccontato sa benissimo cosa sia successo a dicembre con Kristen la collega tedesca. Ebbene a dispetto a quanti non hanno creduto al mio racconto c’è stato oggi un risvolto inaspettato che vado a raccontarvi.
Prologo.
Ogni inizio d’anno la società per cui lavoro fa una serie di incontri e seminari presso la sua sede centrale di Roma per dire i risultati raggiunti nell’anno precedente e dare le direttive per il nuovo anno. Io sono attualmente a Roma (come ho scritto ad alcune coppie amiche rispondendo al loro annuncio) e sto partecipando a questi seminari.
Fatto.
A pranzo un mio collega di Roma che non conoscevo mi si avvicina e mi da un biglietto da parte della direzione generale della società per cui lavoro. Leggo il biglietto ed era da parte del direttore generale in persona che voleva vedermi alle 14,30 nel suo ufficio. Con molte ansie sono andato all’incontro senza dire niente ai miei amici di Napoli. Dopo aver atteso circa 15 minuti nell’ingresso la segretaria mi ha detto che il direttore poteva ricevermi. Entrato dentro il direttore stesso si è fatto incontro riempiendomi di congratulazioni e non lesinando elogi al mio lavoro. Io non capivo niente, ma vedevo che tutti erano gentili con me, mi stringevano la mano e mi davano pacche sulle spalle (gente che neanche conosco, ma che mi sono sembrati pezzi grossi della società). Il direttore è venuto subito al punto congratulandosi del successo avuto con i tedeschi in seguito alla visita della delegazione di dicembre. La società tedesca aveva dato l’esclusività per la partnership nel sud Italia alla nostra società. Per chi non è del campo non può capire, ma questa società è una delle più grosse d’Europa in questo campo e per noi è stato veramente un successo. Mi sono rilassato ed ero entusiasta di aver fatto bene il mio lavoro. Il direttore mi ha detto che però loro hanno avanzato una condizione, che io dirigessi i rapporti tra le due società, quindi lui mi promuoveva a direttore della struttura napoletana per i rapporti con i tedeschi. Sono uscito dall’incontro con il direttore scosso e commosso, ho chiamato i miei amici ed Enzo, un carissimo amico mi ha detto che lui sembrava strano e che c’era qualcosa di poco chiaro nella dinamica dell’accaduto. Anche a me sembrava così e allora ho chiamato il nostro corrispondente di Berlino, il quale dopo avermi fatto i complimenti mi ha detto che era stata Kristen in persona che mi aveva voluto come referente. Allora gli ho chiesto come poteva fare una semplice impiegata ad avere così influenza sui vertici della società e lui facendosi una risata perché non sapevo chi fosse Kristen, mi ha detto che è la figlia di uno dei maggiori azionisti e che il padre l’ha fatta iniziare dal baso affinché facesse la gavetta. Mi sono sentito raggelare il sangue nelle vene pensando per un attimo che ho corso il rischio di perdete il mio lavoro se Kristen l’avesse voluto Ma lei non l’ha fatto, anzi. L’ho chiamata subito ringraziandola e raccontandogli le mie titubanze a riguardo del modo con cui sono stato promosso. Ma lei mi assicurato che lei mi ha raccomandato per le mie qualità lavorative e per la mia sincerità, il resto che c’è stato è stata solo “la ciliegina sulla torta”. Non penso che succederà più nulla tra di noi, perché adesso che so chi è forse non ce la farò a correre di nuovo il rischio, ma non lo so perché lei è una vera signora.
Epilogo.
L’aspetto negativo di questa storia è che a me cambiano gli orari di lavoro, che sarà da lunedì dalle 8 di mattina alle 17 del pomeriggio presso gli uffici di Napoli e saranno sempre meno i fine settimana liberi, quindi dico agli amici a cui ho dato la disponibilità in mattinata che ciò non è più possibile e che purtroppo avrò sempre meno tempo per dedicarmi a questo gioco.
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16 years ago
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Un giorno di ordinaria follia in una notte tempest
Silvia prese la parola e cominciò a chiacchierare con Luca in evidente imbarazzo. Dal tavolo facevano capolinea in bella evidenza le custodie dei sigari appena accesi, questo balzò agli occhi di Silvia che, presone uno, lo trastullava tra le sue splendide mani. Si continuava a parlare in maniera soft, senza minimamente trascendere anche perché Luca era un vecchio amico e non volevamo assolutamente fare cazzate. A quel punto però volevamo introdurre l’argomento, ma più di tutti voleva trattarlo Silvia che, presa in mano la situazione, chiese a Luca cosa facesse ancora in giro. Luca rispose con un sorriso forzato menando una scusa qualunque e ricambiò a Silvia la domanda. Senza colpo ferire, Silvia, ormai in preda ad una eccitazione mai vista, rispose candidamente che stava guardando un film porno e che quella custodia a pensarci bene, poteva anche servirle. Così dicendo, alzò leggermente la sottoveste e cominciò a strusciarsi l’astuccio nella splendita micetta. Luca diventò paonazzo dall’imbarazzo, ma venne subito ripreso da Silvia che lo incalzò chiedendo: “ non mi dire che non hai mai visto una donna masturbarsi?”, Luca annuì di no, così Silvia riprese: Bè, c’è sempre una prima volta” e cominciò a masturbarsi mostruosamente. Io ormai avevo il cazzo che scoppiava e, avvicinandomi di più a Silvia, la stavo accarezzando nel culo. Luca, imbarazzatissimo, cercava di distogliere lo sguardo, ma la sua eccitazione ormai era di pubblico dominio. Mentre io e Silvia continuavamo con questa scenetta, ci spostammo sul divano, di fianco a Luca. A quel punto Silvia cominciò a palparlo tirando fuori in suo cazzo e prendendolo tutto in bocca in un pompino irrifiutabile. Luca superò la linea e pian piano assecondò il volere di Silvia che dapprima lo fece venire con un pompino ingoiandone anche l’ultima goccia di sperma con mia enorme meraviglia e dopo, fece per ficcarselo dentro. Io da dietro comincia a giocare con il culo di Silvia, fino a quel momento inviolato, e mentre lo masturbavo con l’astuccio dei sigari, venni copiosamente sulle sue natiche. Leccando sapientemente la cappella di Luca, Silvia gli aveva drizzato il cazzo nuovamente e lo prese tutto dentro. Luca era ormai esterrefatto dall’evento, ma il turbamento iniziale, si era trasformato in una eccitazione straordinaria. Cominciammo così a scopare Silvia in tutte le posizioni, esaudimmo tutti i suoi desideri, ma soprattutto esaudimmo i nostri desideri e le nostre fantasie. Finita la seratina, Luca un po’ confuso, ci salutò affettuosamente e noi cominciammo a commentare l’avvenimento. Scoprì così che Silvia aveva sempre avuto desiderio di soddisfarmi in tutte le mie fantasie, ma aveva sempre avuto paura che le chiedessi sempre di più e questa paura le offuscava la mente e non la soddisfala appieno. Da quella sera decidemmo che tutti i nostri desideri dovranno essere condivisi e, mentre ormai la bufera imperversava, ci giurammo eterno amore e……. eterne fantasie.
Un saluto da liberalamenteg.
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16 years ago
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Un giorno di ordinaria follia in una notte tempest
L’inverno, tristezza dell’anima, gioia per il corpo, torpore dei sensi secondari. “Risvegliati o membra che turgidi ergete nello scettro supremo dell’effimera danza di corpi avvinghiati.” Da tempo immemore le fantasie dell’anima non trovano riscontro con la cruda realtà, la compagna di giochi e di vita, pudica e tradizionalista, non lascia spazio a divagazioni ed estrosità di intenti e fantasie. Ma una notte di gelido inverso avvenne la stranezza dell’evento. Unica concessione fino al momento consentita, la visione di porno non troppo porno, durante le effusioni di rito. Ma quella sera……..
Ciao sono liberalamenteg, fusione di libera la mente e Sig. g, e voglio raccontarvi una storia che mi ha riempito profondamente, ha soddisfatto in un sol colpo tutte le mie fantasie fino a quel momento riposte in un cassetto dei meandri del mio cervello. Una fredda sera d’inverno, mentre attendevo a letto la mia compagna, mi intrattenevo facendo zapping in tv. Lei uscì dal bagno dopo una doccia e mi accorsi subito che la sua espressione era diversa dal solito. Prese in mano il telecomando e lo posizionò sul canale AV dove ebbe inizio un film porno d’autore. Era la prima volta che senza neanche chiederlo e senza dover vincere le sue reticenze, mi trovavo a vedere un porno con lei. Da lì a poco, l’atmosfera si riscaldò a tal punto da non tenere conto del freddo invernale. Furore attimi di dolci effusioni e di languide carezze quando all’improvviso lei mi chiese di farlo in cucina e non sul letto. Mi trovai pienamente d’accordo con lei e, scese velocemente le scale, ci ritrovammo avvinghiati sul tavolo della cucina. Mentre leccavo felicemente la sua micetta grondante di umori, mi accorsi con la coda dell’occhio che lei allungò la mano e ritrasse a se, una splendita banana dalle dimensioni a dir poco esagerate. Mi aveva sempre eccitato la fantasia di poter utilizzare oggetti per procurarle piacere, ma ogni volta che affrontavo l’argomento erano chiacchiere prolungate e astinenze ad oltranza. Lei prese a leccare la banana, se la passo sulla sua micetta umida e “ flop”, la prese dentro in un sol colpo. A quel punto presi in mano la situazione e iniziai a gestire lo strumento di piacere roteandolo e stantuffando a dovere fino a procurarle un orgasmo da paura. Ero felice ma ciò che mi arrecava stupore, era la sua di felicità. Continuai a spostare la banana all’interno della sua vagina mentre lei, spostandosi di fianco, prese il mio membro in bocca cominciando un paradisiaco pompino. Raggiunsi in un sol colpo l’orgasmo più eccitante della mia vita e un po’ frastornati, un po’ eccitati, ci riportammo a letto. Il film continuava la sua riproduzione e noi, adesso eccitatissimi, ne iniziammo la visione. Ad un certo punto iniziò una scena con una doppia penetrazione e lei, con sorriso malizioso, mi disse: “ Hai mai avuto voglia di farmi fottere da un altro insieme a te”? La domanda fatta da lei in maniera così diretta mi disarmò, ma visto che era un’altra mia fantasia nella stesso cassetto della prima, le risposi con tono deciso: “ solo se me lo chiedessi tu, potrei prendere in considerazione l’idea.” Bè, te lo stò chiedendo mi rispose, se ti và vorrei vedere come reagiresti ad un intrigo del genere visto che sei così fantasioso. Risposi, potremmo provare. Mentre fuori continuava a piovere, lei mi passò il telefono e mi disse: “ chiama qualcuno che vuoi tu, ti farò vedere come sa essere troia una fedele e composta compagnia di vita”. Che fare? In un solo attimo mi attraversarono mille pensieri, tutte le mie fantasie nascoste che prendevano forma in una notte folle e se mi tirassi indietro? Presi il telefono in mano e chiamai un amico di vecchia data e dopo aver fatto due chiacchiere veloci, lo invitai a prendere una grappa da noi. Mi cambiai e riaccesi le luci del giardino intorno alla casa, accesi le luci del salone e preparai la grappa. Il nostro è un rituale per la degustazione di una buona grappa, ravvivare il camino, preparare i bicchieri, predisporre degli stuzzichini e…. preparare dei buoni sigari da compagnia. Quella sera ne avevo di quelli in confezione singola con le custodie in metallo. Dopo un po’ suonarono alla porta, era Luca che era arrivato. Entrò, ci sedemmo ,cominciammo amabilmente a chiacchierare, sorseggiammo la nostra grappa accendendo il nostro sigaro. Dalle scale sentimmo Silvia, che fino a quel momento si era defilata, sopraggiungere a tenerci compagnia. Sottoveste in raso blu cortissima, perizoma che si intravedeva rosso, pantofole con tacchetto. Fece finta che era stata svegliata dalle nostre chiacchiere e, dopo aver salutato calorosamente Luca, si sedette accanto alla mia poltrona. Luca era profondamente turbato dalla visione di Silvia, tanto che dai suoi pantaloni spuntò un evidente rigonfiamento…….
Ma questa è un’altra storia.
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16 years ago
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La mia vicina di casa
Sono un ragazzo di 26 anni e abito da circa 10 anni, con la mia famiglia, in un condominio con una decina di famiglie, al mio stesso piano abita un famiglia con una figlia 20 enne...., appena andati ad abitare i nostri genitori si frequentavano e capitava spesso che io fossi alla casa o viceversa....ci frequentavamo spesso, ma allora lei era solo una bambina.....poi, passati gli anni...ci siamo persi di vista, pur abitando vicino, ognuno a preso le proprie strade, ma crescendo devo dire che diventava ogni giorno sempre più bella, un bel corpicino formoso, con un bel culetto e un seno(circa una 3) davvero carino, vestiva sempre provocante e quando ci incontravamo sul pianerottolo o per le scale era proprio un bel vedere...
Iniziavo con la mia mente a fantasticare su di lei, capitava spesso che ci ritirassimo la sera alla stessa ora, quindi ci incontravamo per caso, giù al portone sempre verso le 11e30, lei veniva accompagnata dal suo fidanzatino che la lasciava dietro l' angolo ed io rientravo parcheggiando la macchina, quindi come già vi ho detto spesso prendavamo l' ascensore assieme per salire sù al 3 piano.
In ascensore, lei sempre molto timida, a mala pena ci scambiavamo 2 paroline, ma sempre molto sexy e provocante...
Come si vesitiva e certi suooi atteggiamenti mi davano di una vera troietta, ma io restavo al posto mio....troppo richioso, non ci potevo provare!!
L' ennesimo giorno io rientrai e stavo parcheggiando l' auto, mentre la vidi che arrivava, era estate, aveva una mini gonna, davvero mini, di quelle un pò larghe, e su una canotta molto scollata....entrammo assieme nel portone ed io chiamai l' ascensore, ci salutammo e entrammo in ascensore, .....io me la mangiavo con gli occhi, mi dava quasi le spalle....ed io guardavo le sue belle cosce ed il culetto, lei penso che lo sapeva, perchè non era la prima volta, e forse le piaceva anche.....farsi guardare....aveva in mano un mazzo di chiavi e in ascensore, mentre salivamo, le caddero.....RAGAZZI, lei si calò per prenderle, ed in pratica si mise a pecora, d avanti ad i miei occhi, le usci tutto il culetto di fuori, aveva un perizoma rosso, ed un culo da favola.....non sapevo che fare, mi veniva voglia di allungargli una mano, spostargli quel perizoma e sbattergli il mio cazzone dentro....ma non sò come feci,...mi trattenni.....lei si rialzò....e mi sorrise....se ne accorse la puttanella che mia aveva fatto drizzare il cazzo.....ma ormai l' ascensore era arrivato...mi salutò ed ognuno entrò in casa....
Non riuscivo a prendere sonno, avevo d avanti agli occhi quel culetto da favola, e mi chiedevo tra me e me, come feci ad essere cosi coglione e non provarci!!!....cosi mi ripromisi che il giorno seguente.....qualcosa avrei fatto accadere....
Rieccoci al solito punto, le 11e30 io parcheggio e lei arriva......oggi aveva una minigonna rosa......e una camicetta bianca.....lei come mi vede sorride e saluta(la troietta godeva a farmi arrapare), entrammo in ascensore e via....lei mi dava quasi le spalle....e aveva in mano il telefonino, forse scriveva un messaggio, io approfittai della sua distrazione ed schiacciai il tasto per bloccare l ascensore.....(l' ascensore di casa, quando premi per bloccare, va via anche la luce), lei di colpo mi dice: "che è successo??"
ed io: non sò....sarà andata via la corrente....
...non resistevo.....le allungai una manina sotto la gonna, dietro al suo culetto.....e lei......:"ma che fai??".....io: "niente, niente...non preoccuparti!".....lei non oppose resistenza, chissà forse da quanto aspettava questo momento, cosimi chinai in ginokkio....lei si mese leggermente a pekora....le spostai il perizoma, e iniziai a leccarla da dietro.....le leccavo la fiketta e davo qualke colpo di lingua al suo culetto....lei la sentivo che mugolava e torceva il bacino, le piace alla troietta.......cosi, le infilai, sempre in quella posizione 2 dita nella fika, mentra la mia lingua ormai.....era completamente dedicata al suo culetto....la leccavo e sditalinavo a dovere....volevo farla godere quella puttanella....cosi.....iniziai a sbottonarmi i pantaloni, mi alzai.....e tirai fuori il mio cazzone, non esitai, lo appoggiai sulla sua fiketta e tutto d un colpo glie lo sbattei dentro.....ed iniziai a skoparmela per bene....gli sbattevo tutto il cazzo dentro, fino alle palle, lei tartteneva astento i gridolini di piacere, per non farsi sentire dal condominio, ed io la sbattevo a pekora come una vera troia.....le tenvo quel culetto dai fianki, mentre le affondavo la mia mazza nella fika.....fino a sentire il rumore del mio ventre ke sbatteva al suo culo.....tà tà tà, la sbattevo forte......mentre un mio dito cercavo di inflarlielo nel culetto, ma lei non voleva.....mi tirava via la mano....ed io ci riprovavo.....la sentii godere come forse non aveva mai provato.....io stavo quasi per venire.....cosi gli sfilai il cazzo da dentro....e me lo menai......sborandola sul culo.....le riempii il culo di sborra sporcandogli tutto il perizoma.....
Finito l atto, l imbarazzo sali a mille, io mi tirai su i pantaloni e lei si ripuli con un fazzoliettino....si sitemo alla meglio ed io feci ripartire l ascensore.....arrivammo e senza nemmeno salutarci, ognuno rientrò a casa.....
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16 years ago
Daniele3tuo, 26
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Menage.
Sguardi incontrollati, battiti esondanti, gocce di sudore e questo collo che continua a torcersi come governato da una fattura malefica, verso quelle lunghe gambe velate da collant fumo!
Scrocchia, sibila e stride il vecchio tram 15 solcando il pavè d’intorno la vetusta porta Ticinese, ed io, abbarbicato a quel passamano come un naufrago all’asse, sono dominato dalle cosce di quella sconosciuta.
Deliranti mocciosi salgono come cavallette dalle ansimanti porte spalmandosi proprio tra me e lei; dunque, simulando la ricerca di qualche approdo esterno, cambio posizione controllando goffamente che il canale visivo sia stato ripristinato.
Deglutisco mentre l’osservo celandomi dietro il braccio teso al corrimano; è bella, mediterranea, dalle labbra simili a lamponi e dai capelli neri corvini che cingono il volto tondo, carnoso, voluttuoso.
E il seno poi, magnificenza tonda, carnosa attrazione che lotta con quel cotone nero che tanto invidio. Quegli occhi neri come braci che osservano lo scorrere della città s’incrociano nell’attimo con i miei densi d’ardore; viro lesto lo sguardo trafitto da milioni di spilli, pulsando come una nova a qualche attimo dall’implosione. Maledico la mia pavidità, deglutisco e rivolgo lo sguardo ancora verso quel quadro manierista e strabuzzo le pupille:vi è una raggrinzita vecchia floscia sul sedile che poc’anzi ospitava Afrodite! Torco il collo in tutte le direzioni noncurante dell’espressione beota che attrae gli ilari commenti dai viaggiatori; non la trovo, straparlo, inveisco e mi muovo. Il tramvai arancio cigolando s’arresta al cospetto delle millenarie colonne corinzie di S.Lorenzo; sbuffano i pistoni aprendo le porte lignee; sparita nel nulla mi urla il mio cuore tamburellante come una nacchera ma ecco, laggiù, verso il portale di San Lorenzo, quelle gambe in movimento, sinuose come un cobra.
Mi scaravento verso l’uscita svellendo corpi che urlano improperi, ma invano, perché l’arcigno Mefisto ha già provveduto a lanciare quell’ammasso di ferro oltre il colonnato. Non demordo e conto i secondi, come un condannato, che mi separano dalla prossima fermata; spingo con le mie sinapsi il lento mezzo, prego e maledico quel tranviere troppo accorto a non travolgere mezzi e persone e laggiù intravedo, come un’oasi, il segnale della fermata. Balzo come un felino nella tumultuosa via Torino ed in breve sono lanciato come un ghepardo verso la gazzella velata; i polmoni provati da quasi cinque decenni di respiri, s’infiammano e faticano a servire l’ossigeno alle vorticose gambe. Giungo nell’ampio piazzale e m’abbranco ad una colonna, come un centurione ferito, sbuffando freneticamente; gli occhi ghermiscono figure avidamente ma senza diletto, e quando le sistole rallentano come le speranze, decido che una chiesa può essere una meta consolatoria.
Varco il portale e la penombra m’avvolge; intravedo l’aula circolare attraversata da fasci polverosi di luce e contemplo, spossato, i lenti movimenti dei credenti. Mi seggo ormai rapito da reminiscenze classiche immaginando la Milano paleocristiana. D’un tratto scorgo una sagoma che sfila proprio là di fianco alla teca di San Aquilino; è lei mi urlo balzando dal sedile come un batrace e a grandi passi la inseguo. Rimira i mosaici e s’attarda nelle fondamenta l’inconsapevole creatura spiata. Ritorna, poi, nell’abbagliante piazzale e lesta imbocca la vetrinata via Torino; la seguo accorto, vergognoso come un bimbo tronfio di marmellata, e non riesco a cogitare. Sono conscio che la perderò se non oserò ma potrebbe essere proprio l’osare a precludermela! Penso e ripenso rapito da quel corpo fasciato in un cappottino nero dal quale fuoriescono quelle meravigliose torri; si ferma davanti ad una vetrina e come impazzito mi fermo anche io, ma accanto a lei, a pochi centimetri. Fisso le modelle plastiche ornate di guepiere e trasparenze senza vederle; mi guarda distrattamente e riparte sbarazzina come una farfalla. Le sono pochi metri addietro per non perderla tra la folla vociante; attraversa la piazza del Duomo tra stormi di piccioni e si ferma al caffè Zucca sistemandosi ad un tavolino esterno ricoperto da una tovaglia albicocca. Mi celo tra riviste e giornali d’un chiosco e rivedo quelle gambe meravigliose, accavallate a mostrarmi vieppiù la via del sublime. La lunga curva della coscia, perfetta che scompare tra le pieghe del cachemire; quei piedini fasciati da scarpe di vernice con tacco da 7 cm. ,suppongo, che pazzie farei per suggere. Sono rapito, tra fiumane di persone, solo a guardare una donna.
Insomma mi scuoto: non sei brutto, con il congiuntivo non litighi e sei elegante; lei è sola, bellissima ed unica: cosa aspetti?
Come un guerriero spartano alle Termopili, respiro lungamente, stringo i pugni e parto!
Quei pochi passi percorsi come avessi alle caviglie piombi ed ancore mi stressano più d’una maratona, ma continuo stoico; sono ormai ad un metro dal tavolino ma lei non mi ha visto intenta ad un menù; ormai la tocco, ci sono! ma cedo imboccando il corridoio d’entrata del locale come fosse una resurrezione. Lo stato soave dura l’attimo d’un passo interrotto da un minuscolo gradino che strazia l’andatura del mio piede facendomi caracollare in avanti verso un cameriere che, incolpevole, travolgo tra stuzzichini e bicchieri infranti. Tutto il mondo mi guarda, fisso, immane; anche il caos della galleria si ferma per un istante; una speranza disperata mi suggerisce che lei, forse, in quell’attimo antecedente la tragedia, sia già sparita. Ma così non è!
Aiutato da benemeriti, inzuppato di liquidi vari, la vedo mentre si copre la bocca con la mano guantata ridendo e il mio viso pare una maschera tragica diretta da un corifeo. Cerco di recuperare l’aplomb come uno scalatore che precipita. Sono ormai battuto e mesto mi avvio alla toilette; mi commisero allo specchio strusciando la giacca di velluto beige chiazzata; mi rassetto quanto posso ed esco sfiorando con la porta lei: sì proprio lei!
A stento trattiene le risa e baciandomi delicatamente mi sussurra:
“Oh Caro, ti sei fatto male? Per oggi basta, sono già le 16 e dobbiamo passare a prendere Luca all’asilo!”
Sibilla&pegasus
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16 years ago
sibilla30pegasus, 49/49
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La prima volta con paola trans dotata
La prima volta con Paola
Paola è una transessuale non operata di origine napoletana che ho conosciuto sulle strade di Verona, durante le mie prime uscite notturne completamente travestita in cerca di esperienze con miei simili e di esibizionismo. Nell’intimità del suo appartamentino mi aveva soggiogato con i suoi modi gentili, chiedendomi di farle vedere come mi vestivo e che belle cosine che avevo per diventare una femminuccia e aiutandomi nel trucco aveva iniziato a sfiorarmi delicatamente il sedere per poi accarezzarlo complimentandosi per come lo facevo risaltare con i body fascianti con il bordo di pizzo e di come mostravo il pube dopo aver ripiegato indietro il mio duro menbro che a detta sua rispecchiava la mia natura ambigua in quanto della misura giusta ne troppo piccolo ne troppo grosso. Intanto le sue carezze si facevano sempre più mirate sull’obbiettivo che nella sua mente si era prefissata e cioè il mio culo che sapeva ancora vergine quindi era particolarmente eccitata e determinata all’idea di riuscire a sverginarmi. Tutte le sue manovre dolci stavano scatenando una ridda di sensazioni che non avevo mai provato fino ad allora e che mi turbavano ma di cui non sapevo più fare a meno, tanto più che mi stava insegnando moltissime cose per vestirmi truccarmi e anche…. Prima mi aveva chiesto se ero vergine e alla mia risposta affermativa subito gli occhi le brillarono di lussuria e desiderio, si fece più languida e avvicinandosi al mio viso fino a sfiorarmi le labbra, che aveva appena finito di valorizzare con un rossetto color fucsia lucido, mi chiese con voce calda e sensuale se non desiderassi provare a prenderlo in culo da lei. Mi sentivo le guance infuocate e il cuore che mi batteva all’impazzata nel petto, dentro di me lo desideravo, più di ogni altra cosa, sentivo scorrere il sangue nelle mie parti intime accendendole di desiderio e inconsapevolmente stavo contraendo ritmicamente i muscoli anali, il suo alito era caldo sempre più vicino, socchiusi gli occhi e con la punta della lingua incomincia a lambire le sue labbra. Sapevano di buono era stupenda la sensazione di impasto tra i nostri due rossetti, lei capi il mio turbamento e lasciò che fossi io a continuare a inoltrarmi sempre più nella sua bocca a cercare la sua lingua per succhiarla e aprendo nuovamente gli occhi le donai uno sguardo di eterna gratitudine per avermi sbloccato dalle mie paure e inibizioni. Ormai dentro di me sapevo che non mi sarei più fermata, non volevo più tornare indietro volevo assaporare ogni singola sensazione di piacere che scaturiva dalla carnalità dei nostri corpi femminili sempre più vicini e avvinghiati. E ancora di più Paola mi lasciava fare, lei aveva intuito che se mi avesse forzata mi sarei bloccata mentre lasciandomi andare a briglia sciolta sentendo i suoi sospiri di piacere e le sue dolci carezze sul mio corpo ero io che mi spingevo sempre più oltre calandomi nei panni di Gloria Cipriani femmina lussuriosa e perversa. Così mentre continuavamo il nostro languido lingua in bocca la spinsi sul divano in modo che si distendesse e con le mani incomincia a percorrere il suo corpo e a spogliarla o meglio ad aprire la camicetta di raso bianco che portava per vedere e appropiarmi del suo seno che uno splendido reggiseno nero valorizzava. Mi sentivo dentro un fuoco di lussuria incredibile le sensazioni e il turbamento erano tali o meglio molto più intense della mia prima volta con una donna e dentro di mè questo mi piaceva da impazzire, ma era ancora niente rispetto a ciò che avrei provato di lì a poco. Il profumo femminile che scaturiva dal suo corpo mi inebriava e Paola se ne accorse e scostandomi dolcemente si alzo e andò con passo flessuoso verso il comò, io rimasi seduta sul tappeto ad ammirarla mi resi conto di invidiare il suo corpo le sue curve la sua femminilità estremizzata dalla camicetta ormai aperta che lasciva generosamente ammirare le sue tette giunoniche, avrei dato qualsiasi cosa per essere io Gloria Cipriani al suo posto con quel corpo. Ero sempre più turbata i miei pensieri mi facevano paura scoprivo una natura perversa molto più profonda di quanto avessi mai immaginato e ne ero allo stesso tempo felicemente schiava. Paola ritornò dal comò portando in mano un profumo, kashmir, me lo fece sentire e vedendo la mia espressione felice me lo porse, io ne spruzzai un po’ sul collo e sui vestiti senza esagerare e glielo riconsegnai, lei passandosi la lingua sulle labbra con estrema voluttà mi disse che ora ero una Troia e che sarei diventata la sua Puttana. Quella frase dall’alto verso il basso guardandomi fissa negli occhi mi fece capire che la mia volontà era ormai annientata ero completamente in suo potere senza alcun bisogno di catene o violenza e che mi sarei lasciata fare di tutto da lei. E così fu, rimanendo in piedi davanti a me lasciò scivolare a terra la gonna nera e senza che proferisse parola io avvicinai il viso al suo pube iniziando a leccare attraverso le mutandine il suo pacco sempre più gonfio. Sentivo le pulsazioni del suo pene accarezzavo le sue gambe e risalendo con le mani verso lo scettro del piacere mi venne perfettamente naturale di scostare il bordo laterale delle sue mutandine per liberarlo prenderlo dolcemente tra le labbra aspirando completamente la turgida cappella in bocca. Paola emise un gemito di piacere, io inizia a baciarlo e vedevo rimanervi attaccate le traccie del mio rossetto, inoltre un po’ di liquido spermatico era già fuoriuscito dal prepuzio e rendeva la cappella lucida e morbida, il suo sapore misto al rossetto era afrodisiaco, sempre più eccitata e infoiata dallo splendore di quel cazzo così grosso che mi vibrava in bocca ad ogni imboccata e dai gemiti languidi e caldi emessi dalla mia padrona desiderai intensamente che mi insultasse. Paola pareva capire e conoscere meglio di mè i mie stessi desideri e incominciò a insultarmi e adularmi dicendo: ” Sei una cagna affamata di cazzo, sei bravissima a fare pompini la tua è una dote naturale perché sei una checca succhia cazzi”. Avevo perso ogni ritegno il turpiloquio osceno che Paola mi riversava e la sua calda voce mi trapassavano la mente godendo della consapevolezza di essere io la cagna, la troia, la checca, che le stava succhiando l’anima con tanta passione. Anche Paola stava perdendo il controllo, il suo cazzo diveniva sempre più duro e pulsante mi dedicai alla cappella alternando soffiatine, leccatine e profonde aspirazioni facendomela sbattere sul palato, volevo il suo nettare sentire il sapore del suo sperma sentirmelo in bocca in gola inghiottirlo con ingordigia, lo volevo a tutti i costi. Paola mi disse “ troia, guarda che anche se mi fai venire adesso ti annego di sborra ma poi ti rompo il culo fino a che non mi fai venire di nuovo” “ voglio vederti gemere come una cagna mentre ti pompo a dovere” Proprio per la promessa che mi aveva fatto la mia preoccupazione che se l’avessi fatta venire tutto sarebbe finito, svanì e mi scatenai a succhiare quel cazzo favoloso su un corpo di donna fino a che Paola tenendomi la testa in modo che avessi solo la sua cappella in bocca urlandomi che ero una troia inizio a sborrarmi in bocca. Il primo schizzo raggiunse il mio palato dandomi una violenta scossa, era la prima volta che un cazzo vero mi sborrava in bocca e mi dava un piacere inaudito tanto che con la lingua presi ad accarezzare la fonte di questo inaudito piacere, gli altri schizzi via via meno potenti mi riempirono la bocca di caldo sperma, il sapore era dolce asprigno ma mi sconvolse la collosità del liquido e la sensazione che mi dava in bocca, mi girava la testa non pensavo di provare un tale piacere da un pompino fatto invece che ricevuto. Ero e sono più che mai una cagna viziosa e mi piacque esternare questa mia lussuria aprendo la bocca per sentirmi colare un filo di sperma dalle labbra e mantene in bocca tutta la sborra inghiottendola un poco per volta per assaporarmela tutta. Paola stravolta dal piacere provato si reggeva il menbro che si era leggermente afflosciato e dal quale pendeva ancora un filo di sperma e guardandomi mi disse: “ Gloria sei stata fantastica sei una Troia fantastica e di farò diventare una grande troia. Io ero ancora estasiato e turbato di ciò che avevo fatto e della mia natura così perversa ma ormai non avevo più limiti e mi parve perfettamente naturale prendere il filo di sperma che pendeva dal cazzo di Paola e portarmelo alla bocca per poi avvicinarmi e ripulirlo con la mia bocca ancora avida e lo sguardo languido. Ancora una volta Paola interpretò i miei desideri dicendomi: “ Lo so cosa vorresti Gloria, vorresti avere altri due cazzi in mano per succhiarli e divorarli fino a farti sborrare in bocca di nuovo vero?” Era vero nella mia mente passavano immagini di sfrenata lussuria con mè come protagonista che cavalcioni sul cazzo di un uomo ne succhiavo alternativamente altri due, mio Dio dal desiderio di fare sesso con una Transex adesso volevo anche i cazzi di più maschi, Paola mi disse che ero una Checca repressa e che dopo aver provato il piacere di prenderlo in culo non avrei più saputo farne a meno, mai affermazione fu più vera. Le sue ultime parole mi risuonavano nella testa come il monito di una maledizione mi ero persa nei miei pensieri e non opposi resistenza quando Paola dopo essersi seduta accanto a me mi spinse mettendomi alla pecorina facendomi appoggiare il viso al bordo del divano. Si era posizionata dietro di me e dopo avermi abbassato le coulotte elasticizzate, iniziò a massaggiarmi il culo, sentivo le sue mani caldissime alternarsi tra carezze e leggere pressioni per scostare le chiappe mi aspettavo di sentire da un momento all’altro la spinta di un suo dito con l’intento di penetrarmi e invece sentì l’alito caldo e la punta della sua lingua che iniziavano a lambire la mia chiusura anale come se fossero le mie labbra. La sensazione di benessere e di rilassamento fu molto intensa ed efficace in quanto inizia subito a rilassare i mie muscoli anali e anzi a spingere e contrarre la mia rosetta verso di lei quando la sentivo allontanarsi sia pur di poco. Andò avanti così fino a quando mi ritenne sufficentemente rilassata per iniziare ad introdurvi un dito, però prima si avvicinò al mio orecchio e porgendomi il fatico dito sulla bocca mi disse di insalivarlo a dovere, la mia libidine stava risalendo impazzita chiusi li occhi e mi prodigai sul dito come fosse un cazzetto. Paola mi disse che ero proprio una maiala affamata e allargandomi con due dita della mano destra le chiappe incominciò ad introdurre l’indice della mano sinistra dentro il mio orifizio anale, il quale si arrese immediatamente a quella dolce penetrazione. Procedette avanti e indietro per qualche minuto complimentandosi per come reagivo bene e dopo aver fatto colare della saliva dalla sua bocca al mio buchetto incominciò ad aggiungere il dito medio all’indice sostituendolo dopo poco con il pollice che fece roteare all’interno per stimolarmi anello anale. La stimolazione stava facendomi effetto, nuove immagini sempre più spinte e lussuriose attraversavano la mia mente aumentando il desiderio di essere presa o meglio Inculata. Paola profonda conoscitrice delle pulsioni erotiche delle creature come noi, riprese a parlarmi:” allora Gloria lo vuoi prendere in culo? Ti piace?” E io rispondevo priva di ogni ritegno “ Siii, mi piace ti prego prendimi sbattimi, insultami, fammi tua, lo voglio lo voglio tutto in culo, sono la tua cagna” Lei si beava di sentire queste parole e di essere l’artefice dell’esplosione della mia perversione, oltre al desiderio di farmi il culo per sverginarmi e di avermi in suo potere. Ma invece di sostituire le dita con il cazzo si alzo allontanandosi da me senza spiegazioni, lasciandomi con una voglia pazzesca, per fortuna era andata solo in bagno per prendere del vix vaporud, quella pomata per il raffreddore a base di mentolo, e ordinandomi di rimettermi subito alla pecorina si cosparse la punta dell’indice e allargatami le chiappe facendo bene attenzione a non toccare le labbra della mia rosellina me la spalmò sulle pareti anali interne. Poi prese un cuneo anale e me lo introdusse lentamente ma inesorabilmente in culo fino a che dopo aver oltrepassato il punto più largo questo mi rimase ben conficcato, mi risollevò le colutte elasticizzate facendomi alzare in piedi e tirandole bene alla vita in modo che dopo avermi fatto rientrare i testicoli e fatto ripiegare indietro il mio membro, mi comprimessero bene il tutto senza possibilità di spostamenti. Io non avevo accennato alcuna reazione poiché sia la crema che il cuneo anale mi stavano trasmettendo una ridda pazzesca di sensazioni mai provate, vampate di calore dall’interno delle mie pareti anali si irraggiavano verso il mio menbro che però si era ammosciato ma dal quale sentivo colare del liquido denso con impulsi di piacere che provenivano dalla mia cappella stavo venendo senza toccarmi grazie alle contrazioni dei muscoli anali intorno al cuneo. Era un piacere incompleto bello ma non liberatorio anzi mi faceva desiderare ancora di più le sensazioni di un orgasmo appagante a menbro duro, anche se camminando le sensazioni di bagnato di caldo di frizione delle pareti anali sul cuneo erano davvero straordinarie. Paola mi spinse indietro facendomi sedere sul divano, il contraccolpo del cuneo anale mi fece emettere un gemito di sofferenza, rimasi esterrefatto della tonalità acuta con la quale avevo emesso quel gemito, era un gemito più femminile che maschile, e mi venne spontaneo di parlare come una checca e il viso di Paola si illuminò. “Ma brava Gloria sei diventata proprio una checca con quel cuneo in culo” e io rispondevo tutta civettuola e moine “ Anche se tu non mi hai dato il tuo cazzone in culo ora sono bella piena, e quanto mi piace sentirmelo tutto dentro…….” Paola mi fece mettere delle scarpe decoltè con il tacco da 10 cm, mi fece camminare avanti e indietro nella stanza indicandomi come dovevo mettere i piedi una avanti all’altro per sculettare meglio, a come dovevo divaricare leggermente le gambe spostando poi il peso del corpo su una di esse e mostrarmi di tre quarti a chi mi stava di fronte per far risaltare la femminilità di quella postura. Continuavamo a parlare e io affinavo sotto i sui consigli tutto il mio modo di essere femmina o meglio Checca, era molto piacevole e stetti al gioco anche quando Paola volle ritoccarmi il trucco, farmi indossare un impermeabile e una borsetta e mi spinse ad uscire nell’androne della casa
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16 years ago
bettyslut,
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Last visit: 9 years ago
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Gloria antonella e luca
Verso la metà di marzo Gloria si è stufata di rimanere chiusa nelle mura domestiche dove si è costruita lo spazio per tutte le sue cose, la sua voglia di uscire di esibirsi all’esterno con classe e sensualità è esplosa con tutta la sua dirompenza scatenando un tumulto di desideri repressi da troppo tempo. Pero allo stesso tempo avevo paura di uscire cosi da solo senza meta e senza appoggio morale e logistico di un’altra amica, però il desiderio ormai serpeggiava dentro me stessa come un’anguilla fuori dall’acqua, e ciò mi procurava già un dolce formicolio al basso ventre non eccitazione ma qualcosa di più sottile come la sensazione della lama gelida di un coltello sulla pelle i mie movimenti si facevano morbidi flessuosi come alla ricerca del contatto dei tessuti femminili sul proprio corpo e dulcis in fundo il riflesso luccicante dei mie occhi che lo specchio del bagno rifletteva era quello di una femmina in calore. Erano già le 19e30 potevo pianificare la serata di Gloria, un ora e mezza per prepararmi accuratamente, altrettante di viaggio in macchina fino a Desenzano, passeggiata libera a piacere e rientro la mattina. Ormai ero decisa la serata era tutta di Gloria e con i brividini che dal collo si diramavano fino al sedere contraendo ritmicamente i muscoli anali iniziai a prepararmi e ci misi la massima cura sia nella scelta dell’abbigliamento che nella vestizione e trucco infatti optai per una mise da maliarda di classe in modo da apparire sensuale e sexi ma non volgare anche perché doveva essere una “passeggiata”. Ero in perfetto orario tutta in marrone scuro e nero, scarpe lucide testa di moro tacco 7cm con fibbia alla caviglia collant setoso color moka opportunamente modificato nei punti strategici come sottofondo in modo da sembrare abbronzata con sopra calze con larga fascia di pizzo marroni lucido accuratamente agganciate al bustino nero lucido di tipo Vittoriano che grazie alle sue stringhe mi fa soffrire ma mi forma uno splendido culo morbido e sodo con una vita femminile e un seno prorompente grazie alle splendide protesi in silicone 3 misura che ho comprato in Australia. Sopra una mini strech marrone, camicia in raso bianca con il collo a fascia in modo da far risaltare la bigiotteria di argento e la parrucca mora tipo Cleopatra che abbinata al trucco a tinte pastello sia per gli occhi che per le labbra mi conferivano l’aria di signora di classe. Ero proprio soddisfatta potevo tranquillamente uscire col favore delle tenebre lasciando dietro di me la scia soffusa di cachmir il mio profumo preferito di cui non bisogna abusare per non scadere nel volgare. Alcune prove generali davanti allo specchio messo a terra per controllare movenze e fattezze femminili e poi ho aperto la porta di servizio del magazzino e sono uscita, le stelle se ne stavano a guardare una volata di vento fresco mi si intrufolava tra le coscie accarezzandomi languidamente accendendo i miei sensi e desideri e con passo morbido mi diressi alla macchina. Ormai ero Gloria Cipriani femmina trentacinquenne libera e viva lanciata nella sua uscita serale di svago dopo tanto tempo di clausura. Sono montata sulla mia vecchia Passat godendo della vista che le mie cosce rilanciavano nella notte sotto la luce soffusa delle stelle grazie alla generosa minigonna e alle scarpe alte, ho appoggiato la borsetta sul sedile affianco, ultimo controllo sullo specchietto retrovisore del rossetto e del trucco e sono partita radiosa più che mai sentendo l’elettricità statica sul mio corpo. Ho mantenuto un andatura tranquilla godendomi fino in fondo quei momenti di completa immersione nella femminilità di Gloria e nemmeno la nebbia non molto fitta che ho incontrato appena giunto ad Affi mi aveva preoccupato ne tanto meno aveva diminuito il mio stato di eccitazione statica. Ma il fato era in agguato e quando ormai ero a pochi chilometri da Desenzano la macchina a incominciato a rallentare perdendo colpi come se non vi fosse gasolio eppure l’indicatore del livello segnava ancora un quarto ampio cosa stava succedendo. Non avevo con me nulla per cambiarmi nella foga non avevo preso nemmeno il telefonino a più di 200 km da casa senza nessuna possibilità se non quella di vivere appieno il mio ruolo di donna sola con l’auto in panne e mille pensieri nefasti affollavano la mia mente mentre inserivo le frecce di emergenza e andavo a fermarmi nella piccola piazzola oltre la corsia di emergenza. Fermo con le macchine e i camion che sfrecciavano li a pochi metri un velo di gelo e calato su di me cosa potevo fare? Ho spento il quadro lasciando solo le frecce di emergenza e ho deciso di scendere dalla macchina nel modo più naturale possibile aprire il cofano e controllare cosa fosse accaduto e mentre eseguivo questi movimenti mi immedesimai nel ruolo femminile, le frecce che ad intermittenza mi illuminavano le gambe risaltavano la mia femminilità e si faceva in me strada il desiderio di sfruttare questa situazione e così mi chinai sul vano motore facendo ben attenzione che chi sfrecciava sull’autostrada potesse ben vedere la mia figura e la mia posizione flessuosa così da invogliarlo a fermarsi . Sono trascorsi dei minuti stupendi durante i quali ho provato varie posizione e mosse come quella di sistemarsi i capelli oppure di salire e scendere dall’auto come se stessi provando ad accenderla curando di lasciare la portiera aperta in modo che la luce interna ben mettesse in mostra le mie coscie, ma il tocco di classe è stato prendere il triangolo dal bagagliaio e allontanarmi dall’auto lungo la corsia di emergenza camminando tranquilla e sicura sui tacchi per poi chinarmi piegando le ginocchia e posizionare lo stesso a terra. Rialzatami mi sono sistemata la gonna che era salita vertiginosamente mostrando ampiamente il bordo di pizzo delle calze e con estrema calma e naturalezza sono ritornata verso l’auto. Non vi ero ancora giunta che davanti alla mia si è fermata un auto e un ragazzo e sceso dirigendosi verso di me mentre l’altro occupante non scendeva, ormai pochi passi ci separavano di li a poco avrei dovuto parlare nel modo più naturale possibile e allo stesso tempo femminile, non si trattava di parlare come in discoteca con uno dei tanti maschi che cercano di rimorchiarti e che sanno esattamente o quasi chi sei, qui un maschio si presentava per aiutare quella che dall’auto lui pensava fosse una donna e quindi tutto le reazioni erano possibili ciò aumentava la mia tensione ma non il panico mi sentivo come una pantera pronta a scattare sulla sua preda. Lui moro ben rasato vestito sportivo con sguardo indagatore e curioso mano a mano che si avvicinava aprì la bocca in un ampio sorriso e mi chiese: “Problemi con l’auto?” e sembrava felice come fosse un opportunità per dimostrare le sue capacità di salvatore e io a mia volta ricambiando quel sorriso risposi “Proprio così e non sono nelle condizioni di intervenire .” La sua faccia si era aperta in un espressione interrogativa ma anche divertita, la mia voce al dispetto dell’aspetto poneva degli interrogativi ma io continuai a sorridere perfettamente a mio agio e questo evidentemente lo rincuorò tanto che mi disse: “la mia ragazza è rimasta in macchina perché si è scocciata che io mi sia fermato ad auitare una bella donna accusandomi che se si fosse trattato di un uomo o di una racchia avrei tirato diritto” “Ci posso credere io avrei fatto lo stesso, ma alle volte le cose non sono come appaiono ai nostri desideri.” “Non è la prima volta che vedo e parlo con un Transessuale, e tu sei molto curata nell’aspetto tanto da sembrare una donna vera, fai la vita?” e detto questo si rabbuiò come se desse per scontata la risposta. “No non faccio la vita e non sono un Transessuale ma bensì un Travestito a cui realmente si è rotta la macchina, deluso?” “No al contrario mi sembri molto naturale come se tu fossi realmente una donna o meglio come se tu ti sentissi una donna.” questa precisazione così rimarcata non riuscivo a capirla e intanto la sua ragazza era scesa dalla macchina e si era avvicinata con aria scocciata “Allora ci vuole molto?” Tutti e due ci siamo messi a ridere era il festival degli equivoci , lei gelosa di lui perché si è fermata per una lei che è un lui, però solo quando io le ho detto: ”Ciao il tuo ragazzo ha preso una cantonata e forse anche tu!” Infatti anche lei si è messa a ridere e a incominciato a guardarmi sotto un’altra luce la situazione era molto simpatica e fresca e tutto sarebbe dipeso da che piega avrebbe preso la cosa. “Allora siete disposti ad aiutarmi? Io sono Gloria e sono col culo per terra!” I due si sono guardati e lei gli ha detto. “Allora vuoi ripartire adesso che sei rimasto con un palmo di naso o dai un’occhiata alla macchina?” Adesso era lui scocciato e senza rispondere a incominciato ad armeggiare sul motore. A vederla da vicino era decisamente carina capelli mogano fluenti sulle spalle truccata solo leggermente con un completo giacca pantaloni grigio che le davano un aspetto molto distinto unito ad un profumo agrumato e il maglioncino di cashmir si modellava sulla sagoma di in reggiseno di cui si intravedeva sia la foggia che la mercanzia che conteneva insomma quel gioco del vedo e non vedo che tanto mi attrae del mondo femminile. Ci stavamo studiando vicendevolmente nei minimi particolari ma sembravamo tutte e due soddisfatte di che vedevamo e ormai attendevo solo che lei mi facesse qualche domanda e infatti non tardò sempre però sotto gli occhi del suo ragazzo che ormai si sentiva messo in disparte. “Sei vestita in modo molto fine “ mi disse “non in modo eccessivo come di solito e sembri anche molto educata, dove stavi andando?” “Questa di stasera e la mia prima uscita dopo tanto tempo non era programmata ma mi è montata una voglia tale che mi sono vestita e sono partita cosi solo per fare una passeggiata.” “Quindi non vai a battere ?” “No non lo faccio mai per me è una passione segreta attraverso la quale libero la mia femminilità e le mie fantasie, mi piacerebbe essere una donna vera ma anche il ruolo di maschio nel quale mi trovo mi piace.” “Ma allora non sei un gay, cosa sei” “Non lo so cosa sono veramente io mi definisco un fritto misto perché se il pesce è fresco e quindi buono mi piace tutto. E inoltre penso di avere una sensibilità particolare tanto che le mie migliori amiche sono tutte donne. ” “Accidenti sei davvero particolare, mi incuriosisci.”e via a parlare a ruota libera di aspetti sessuali di pregiudizi inibizioni, fino a che Luca che intanto si era presentato anche per rimarcare la sua presenza ha sentenziato che nella mia auto era semplicemente finito il gasolio probabilmente perché si era rotto l’indicatore del livello, ma che se procedevo al minimo avrei potuto guadagnare la prima uscita di Desenzano, accidenti il nostro incontro sembrava agli sgoccioli e così cercai di cogliere un'altra opportunità dicendo: ”Siete stati molto carini ma se riesco ad uscire dall’autostrada poi mi portate al primo distributore per favore?” “Antonella non volevi andare a ballare?”“Certo però Gloria non possiamo mica piantarla così” “Ei non voglio rompervi le scatole, fa parte del rischio mi arrangerò in qualche modo” “ Mi sei simpatica Gloria e poi a noi non ci costa nulla oppure Luca hai paura di farti vedere in giro con lei?” accidenti la sfida era palese dovevo rompere la tensione ad ogni costo e cosi dissi: “Sono disponibile ad esaudire ogni vostro desiderio per sdebitarmi.” “Attenta non ci conosci non sai cosa potremmo chiederti di fare” Luca aveva proferito quella frase con una rinnovata malizia la partita era ancora aperta. Così io rimisi in moto non senza problemi e li segui a passo duomo fino al casello di Desenzano dove dopo aver parcheggiato l’auto nel parcheggio sono scesa e salita sulla loro auto cercando di muovermi come una gatta e la cosa non è passata inosservata a nessuno dei due. L’aria che si respirava in macchina era molto allegra sia Luca che Antonella si sentivano forti della promessa fattagli e si crogiolavano all’idea di potermi chiedere qualsiasi cosa e così riprese la conversazione naturalmente ormai improntata sul sesso. “Ma se le tue migliori amiche sono tutte donne non ci fai del sesso?” Luca con questa domanda sondava il terreno ma non capivo se si sentiva minacciato o se al contrario volesse spingermi in questa direzione e quindi risposi molto sinceramente: “Non con tutte e non è nemmeno una regola ma può capitare la circostanza giusta che desiderato da tutte e due si faccia l’amore sia in modo tradizionale e cioè io da uomo sia come due lesbiche mentre con un altro uomo solo e io sono vestito da donna e mi sento tale.” “Vuoi dire che ti piace fare l’amore con una donna come una Lesbica?” Luca sembrava decisamente sorpreso da questa affermazione “E allo stesso tempo fare l’amore anche con un uomo?” “Si sono bisessuale non sempre ma in certe circostanze si e ti posso assicurare che può essere molto bello e appagante.” Luca tirò fuori tutta la sua arroganza e disse “Non penso che Antonella goda scopando con un frocetto.” Maledizione parlare con Luca era come camminare sulle sabbie mobili ma fortunatamente Antonella venne in mio aiuto dicendo “Forse Gloria non mi scopa come mi scopi tu ma forse tu non mi lecchi come mi lecca lei.” Accidenti questo si che era una esplicita richiesta di Antonella lei si dimostrava decisamente superiore del suo ragazzo e infatti lui rispose stizzito. “Se è per questo di sicuro Gloria sa fare dei pompini che da te mi posso sognare.” Era chiaro che a tutti e due mancava qualcosa nelle reciproche prestazioni sessuali e a me mancavano tutti e due sia lei da leccare che lui da spompinare e solo l’idea mi faceva fremere di desiderio e rilanciai “Se avete un divano mi inginocchierò ai vostri piedi e vi lavorerò con estrema dedizione.” Questa coppia sembrava in continuo conflitto e la situazione poteva precipitare da un momento all’altro così dissi che era meglio prima andare al distributore e prendere il gasolio per portarlo poi alla mia auto e così facemmo cercai inoltre di dirottare il discorso su altri argomenti in modo da rilassare l’atmosfera e farci diventare più amici facendo anche della auto ironia facendo il paragone che se gli angeli non hanno sesso il diavolo per contro doveva averli tutti e due i quindi io ero molto simile al diavolo. Comunque ormai eravamo tornati alla mia macchina e fatto rifornimento di gasolio sembrava che tutto dovesse terminare lì però avevo ancora l’ultimo asso nella manica e giocai il tutto per tutto: “Facciamo così ragazzi vedo che tutti e due vorreste provare le mie grazie io proverò a soddisfare le vostre voglie e sarete solo voi a decidere i limiti e quando fermarci, e allora io sparirò nella notte dalla quale sono venuta.” Antonella sembrava decisamente felice della mia offerta e anche Luca tanto che senza commentare riaccese l’auto e si avvio verso casa sua non prima di aver baciato in bocca in modo molto lascivo Antonella, io per contro essendo seduta proprio dietro di lei incomincia ad accarezzarle le spalle e a ridiscendere verso il suo morbido seno e per tutta risposta lei ripiego la testa verso di me aprendo la bocca e proferendola a me in modo che potessi sfiorarle le labbra a darle dei piccoli colpetti di lingua. La qual cosa incominciava ad eccitarla perché lei si rilassò sul sedile aprendo le gambe incominciando a toccarsi attraverso la stoffa dei pantaloni rispondendo sempre più ardita ai miei baci intanto io spostai la mia attenzione al collo e all’orecchio manipolandole il lobo con la lingua aspirando il suo dolce profumo restituendole il mio soffio caldo nella tromba di eustacchio. Si stava eccitando e la riprova la ebbi quando incomincia ad intrufolare la mia mano sinistra attraverso la vita dei pantaloni sentendo che lei cercava allo steso tempo di facilitare il mio passaggio e di trovare il contatto più appagante, fino a che giunsi a lambire il bordo degli slip a spostarli e a tastare sotto i polpastrelli i peli morbidi del suo pube la congiunzione delle grandi labbra la loro chiusura cedevole sotto la mia pressione fino a sentire che con un gemito sommesso e continuo si stava aprendo bagnandosi come una fontanella e sentendo crescere la sua clitoride tra le mi due dita conscia di essere prossima all’orgasmo mi ha afferrato la testa se la è tirata a sé premendo con forza la sua bocca sulla mia in modo da non urlare mentre l’orgasmo la scuoteva come le fronde di un albero dal vento. Non so esattamente perché abbia voluto venire così in silenzio forse per non farsi vedere dal suo ragazzo però i suoi occhi lucidi e languidi mi ringraziavano di ciò che aveva appena provato e lei allungò dietro una mano infilandosi sotto la mia minigonna accarezzandomi con la sua mano caldissima dove il sesso duro allo spasimo era imprigionato. Luca disse: “Non bruciate le tappe siamo quasi arrivati” e mise un dito in bocca ad Antonella la quale lo succhiò mimando per qualche attimo un pompino guardandomi intensamente negli occhi. Ormai non ero più io la padrona della situazione forse non lo ero mai stata raramente avevo sentito esplodere così dirompente l’orgasmo in una donna, forse lei aveva condotto tutto il gioco e noi eravamo le sue vittime e allora non vedevo l’ora di perire alle sue voglie. Salivamo le scale con Luca che ci raccomandava di fare silenzio io avevo un male terribile la mia eccitazione non accennava a cedere, ormai eravamo arrivati un piccolo ma ben arredato appartamento si offriva ai miei occhi Luca non disse una parola si versò qualcosa da bere poi guardò Antonella e le disse “Sei una cagna hai goduto come una troia solo per come ti ha toccata non ti ho mai vista così eccitata e depravata” merda adesso litigano e va tutto in vacca, lei si è avventata su di lui e con la mano destra le a preso il pacco dicendo “E questo perché è duro sei offeso solo perché ho goduto senza di te senza il tuo uccello ma muori dalla voglia di fartelo succhiare da lei ammettilo.” E così dicendo gli ha sbottonato i pantaloni lasciandoli cadere a terra e gli ha estratto senza tanti complimenti un cazzo teso e lucido le prime secrezioni erano già uscite a riprova del suo stato di eccitazione mi ha guardato ordinandomi di pomparlo e si è messa a baciarlo in bocca. Io ero al limite la tensione e l’eccitazione si tagliavano con il coltello ma quel cazzo era davvero molto bello e subito ho dato libero sfogo al mio desiderio di prendermelo in bocca. Il profumo di pulito che inebriava era una gioia per me così diedi sfogo a tutta la mia bravura prendendomi cura da vicino e con metodo di quel dildo che sotto i mie sapienti colpi di lingua morsi e succhiotti sulla cappella turgida vibrava come una corda di violino diventando sempre piu’ duro e ho perso la testa nelle sensazioni che provavo mentre Antonella incitava Luca dicendogli “Godi amore mio godigli in bocca lasciati andare lo so che ti piace da impazzire sei un porco e io sono la tua troia” Mi stavano spudoratamente usando come il loro giochetto sessuale ma non potevo farci niente ero troppo eccitato e cosi ho raddoppiato i miei sforzi su quel cazzo di marmo e quando ho intuito che stava per scoppiare ho preso la cappella in bocca e gli ho dato un morso Luca è venuto in modo pazzesco con sei getti potenti di sperma, che mi sono lasciata colare agli angoli della bocca perché mi fa sentire profondamente troia, grugnendo come un animale stringendo pazzamente le tette di Antonella. Adesso era Luca ad essere stravolto con un sorriso di gratitudine stampato in viso Antonella ne ha approfittato per togliersi pantaloni e maglioncino e mentre si calava le mutandine mi chiamava con la lingua mettendosi a sedere sul divano con le gambe divaricate e aprendosi la figa con le mani mi ha ordinato “Leccami Gloria, leccami con la lingua intrisa di sperma “ ormai non potevo che ubbidire ma anche io volevo godere e così ho giocato d’astuzia prodigandomi sulla sua vulva bagnata e allo stesso tempo accarezzandole le cosce il ventre e il seno mentre la sua clitoride faceva di nuovo capolino tra le grandi labbra, accidenti era proprio femminile calda lasciva e con il ciuffo ben curato e tagliato in modo da essere un piccolo triangolino sopra il monte di venere chiara indicazione che le piaceva farsela leccare e molto probabilmente anche toccarsela. Così mentre godevo del contatto con il suo corpo ascoltando i sui gemiti mi sono alzata la minigonna in vita ho abbassato gli slip di raso nero che imprigionavano il mio sesso e dopo averlo liberato ho incominciato a risalire con la lingua il suo corpo continuando a toccarla con le mani, lei aveva gli occhi socchiusi ma sono convinto che non aspettasse altro poiché appena il mio sesso è stato all’altezza del suo pube in un unico colpo lento ma inesorabile sono penetrato in lei assaporando ogni centimetro della sua vulva bollente che si risucchiava il mio cazzo e lei ha subito incrociato le gambe sopra di me imprigionandomi così dentro di lei incominciando alla stesso tempo a muovere il bacino in modo da aderire il più possibile al mio ventre. Una ridda fantastica di sensazioni permeava tutto il mio corpo tutti i nostri sensi erano tesi all’assaporamento delle scosse preorgasmiche che ci stavamo trasmettendo e mentre io e Antonella ci frugavamo in bocca con le nostre rispettive lingue Luca con l’uccello che gli era tornato duro per lo spettacolo lascivo che gli propinavamo si spostava dietro il mio culo accarezzandomi le chiappe avvolte nel collant e dopo aver intrufolato il pollice attraverso il buco degli stessi su per il mio culo ha esclamato: “Adesso ti riempio il culo fino in fondo, voglio sbatterti fino a farti urlare” e così dicendo senza estrarre il pollice ma anzi usandolo come dilatatore mi ha infilato il suo cazzo su per il culo senza fermarsi fino a che non ho sentito i sui testicoli aderire alla mia rondella sfondata. Il dolore di quell’affondo animalesco mi aveva bloccata lasciandomi senza fiato Antonella allora ha spinto più energicamente il bacino su di me obbligandomi a muovermi con lei per assecondare i suoi movimenti ma Luca non mollava la presa delle mie chiappe che sentivo piene all’ivverosimile del suo menbro però muovendomi sentivo montare in me il desiderio di essere sbattuta e così quasi rantolando la mia troiaggine a prevalso sul dolore e lo ho pregato di sbattermi come una vacca da monta. Luca non si è certo fatto pregare e forse anche per rabbia poiché vedeva che Antonella gradiva e spronava la mia penetrazione nei suoi confronti mi ha sbattuta per un tempo interminabile squassandomi il culo come se volesse demolirmelo accendendo così sempre più la mia libidine che mi faceva proferire le frasi più sconce fino a che non ho potuto più trattenermi e mentre gridavo “Venngoo sbattimi più forte, ancora, siii!” ho sentito un’ondata incandescente che mi allagava le viscere trasmettendo al mio uccello delle scosse pazzesche che si sono riversate nella mia copiosa sborrata dentro Antonella che a sua volta si è messa a mugolare ansimando. Mi girava la testa mi sentivo colare sia davanti che dietro gli ultimi brividi mi avevano procurato la pelle d’oca Antonella mi guardava estasiata dicendomi “Che bella che sei Gloria, non ho mai goduto così di seguito” mi sono girata verso Luca e lui aveva ancora l’uccello duro e lucidissimo sembrava un Dio greco, gli ho stretto le mani intorno a coppa lasciando libera la cappella di fare capolino sulle labbra della mia bocca e ho preso a menarlo con foga ma lo volevo ancora sentire dentro di me lo volevo sradicare alla radice e tenermelo ben saldo in culo e così lo ho spinto a terra fino a farlo distendere e voltandogli le spalle per vedere meglio Antonella che si accarezzava tutta mi sono auto impalata lasciandomi cadere a peso morto su quel palo di carne dopo che avevo ben centrato la rondella in fiamme del mio morbido culo. Ora ero solo io comandare i movimenti della mia inculata e senza perdermi nessuna sensazione che dipartivano dal mio culo stringendo ritmicamente i muscoli anali con sapiente pressione alzandomi e abbassandomi sul mio oggetto di piacere ho preso masturbarmi in modo forsennato accelerando i movimenti della mia auto inculata e anche Luca non ha tardato ha raggiungere l’orgasmo dandomi dei potenti affondi trattenendomi con le sue mani sui miei fianchi mentre io quasi svenendo e rivoltando gli occhi dall’intenso piacere venivo nuovamente. Fattami scendere dalla giostra Luca ci ha guardato dicendo “Siete proprio due troie” e Antonella distendendosi al mio fianco appoggiando la sua guancia alla mia gli ha risposto “E tu un ipocrita”. La morale è che abbiamo dovuto chiamare un taxi per andarcene dall’appartamento di Luca, penso che non abbia superato l’idea che la sua Antonella fosse molto più calda e spregiudicata di lui o forse come tanti uomini cercano le troie solo per divertirsi non per costruirci un rapporto, comunque Antonella non si è pentita delle sue scelte tanto che ha voluto che andassimo a casa sua lì sono rimasto fino all’ indomani quando con il buio sono rientrata nella mia prigione come Cenerentola.
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16 years ago
bettyslut,
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Troia nel parcheggio del carnaby
Quella sera mi ero preparata con estrema accuratezza, avevo controllato la depilazione con particolare attenzione alla parte inguinale sia davanti lasciando un triangolino di peli ben disposti sopra l’attaccatura del pene in modo che piegandolo indietro e facendo rientrare i testicoli, sembrasse la peluria sopra il monte di Venere, che dietro avendo verificato con l’aiuto di uno specchio che anche le natiche e la mia rosellina anale fossero prive di peli e belle lisce; inoltre con del rossetto ad alta tenuta di colore bordò, che uso specificamente per le labbra anali, avevo ben contornato la mia “fighetta” caricando nella mia mente il desiderio voluttuoso di sentirmi leccare con passione proprio lì quale preparazione ad una penetrazione più consistente. Infatti questa operazione mi riempie di libidine poiché mi viene istintivo di contrarre i muscoli anali cogliendo ogni attimo di contatto con il rossetto che umettando le labbra le rende ancora più accoglienti e sensuali ben sapendo che il rossetto mi avrebbe idratato la parte ammorbidendola e rilassandola e infine come ultimo accorgimento avevo introdotto nel mio orifizio anale un dito permeato di visx vaporub facendo bene attenzione di non toccare le labbra esterne ma solo la parte interna. L’utilizzo del vix vaporub e del rossetto mi era stato insegnato da una transessuale non operata di Verona di nome Paola ancora all’inizio delle mie prime esperienze quando traevo piacere esclusivamente dal vestirmi con intimo calze e abiti femminili, smanettandomi poi ripetutamente senza pensare minimamente alle penetrazioni anali in quanto ero molto stretta e solo l’introduzione delle supposte quando ero influenzata mi procurava dolore e fastidio, figuriamoci l’idea di qualche cosa di più consistente. Paola invece forte della sua esperienza e della sua carica erotica, in un crescendo di intensi incontri mi aveva completamente disinibito e fatta divenire una cagna aprendomi il cervello, il culo e la bocca ai piaceri più lussuriosi e perversi che mai avrei potuto pensare di provare e desiderare. Piaceri sessuali che mi piace provare sia come maschio con una donna che come travestito con un uomo o mia simile o donna, di tutta questo mondo di lussuria e perversione sono diventata schiava per sempre, ma questa è un’altra storia. L’effetto del vix vaporub si manifesta dopo pochi minuti con una intensa sensazione di calore superficiale sulle pareti anali interne e mi porta a cercare di fare tutti quei movimenti ancheggiando e camminando in modo da stimolarmi ancora di più e di mantenere così uno stato di eccitazione permanente che partendo dall’interno delle mie viscere si propaga in tutto il corpo fino a martellarmi il cervello. Mentre razionalmente faccio queste operazioni di vestizione, nel mio cervello incominciano a susseguirsi visioni e sensazioni già vissute e soprattutto nuove fantasie sempre più lussuriose e perverse che ho notato variarono a seconda dei periodi. Vi può essere il periodo nel quale prediligo delle situazioni di sottomissione più psicologica che fisica, dove io rivesto il ruolo della cagna travestita da usare per i più ladi piaceri alla mercé della mia padrona/e e dei sui amici. Come vi sono dei momenti che invece vorrei essere parte attiva e regina che domina la sua compagna sia questa una sorellina sia questa una vera donna a me sottomessa. In ogni caso da questo momento in poi inizia la mia trasformazione psicologica di femmina in calore che è tormentata dal desiderio e dalla lussuria più sfrenata e in questo stato se trovo la persona o le persone che con raffinatezza sanno cogliere il mio stato di disponibilità sessuale, sono disposta a fare tutto pur di potermi sentire desiderata e usata come una cagna in calore dove l’unico ritegno sono le pratiche di coprofagia di urine varie e di cera o spilloni. Prendono forma nella mia mente e si affollano, con estrema dovizia di particolari, mille sogni perversi di possibili scenari di sesso che mi vedono protagonista assoluta delle attenzioni lussuriose di perfetti sconosciuti e sconosciute che attratte dalla mia carica erotica ne cercano loro stessi godimento e piacere. Questa fase della vestizione è la più pericolosa poiché devo riuscire a trattenermi dal godere cadendo in una veloce masturbazione e perdere così la mia carica di desideri perversi e per fare ciò ho escogitato la tecnica di imprigionare il mio pene ripiegandolo indietro sotto al cavallo non prima di aver fatto rientrare i testicoli nella cavità inguinale, piegandomi in avanti con le gambe larghe riesco fare in modo che la cappella arrivi a lambire l’anello anale e chiudendo le coscie lo trattengo ben disteso e teso in questa posizione che mi conferisce un pube libero con un triangolino di peli proprio come quello di una donna. Rimanendo in questa posizione faccio risalire il collant coprente semilucido che mi ero preparata già infilato fino al ginocchio e lo distendo facendomelo ben aderire al cavallo in modo che sia il collant adesso a trattenere fasciandolo e accarezzandolo il mio pene che è ormai teso allo spasimo dall’eccitazione e dalla languida prigione in cui lo ho costretto. Importante è che il collant rimanga ben teso sopra la vita in modo che per effetto della sua elasticità muovendomi continui a produrre una pressione costante sotto al cavallo senza dare tregua al suo prigioniero. Questo scopo lo ottengo utilizzando un collant almeno da 50 denari e taglia extra large in modo che mi possa arrivare fino al bordo del reggiseno dove dallo stesso viene bloccato fino a che non mi infilo il body contenitivo. Un ulteriore tocco di lussuria sadica consiste, prima di infilare completamente il body che ho lasciato arrotolato appena sotto alle natiche, nel appoggiare il mio pube allo spigolo del tavolo in modo che questo spinga ancora più indietro il mio pene, piegarmi a 90° sopra al tavolo stesso, fondamentale è che il tavolo sia alla giusta altezza caso mai la aggiusto infilandomi delle scarpe con il tacco più o meno alto, iniziare ad accarezzarmi con ambe due le mani le natiche in maniera sempre più lasciva e mirata alla stimolazione della mia rosellina anale. A questo punto umetto un dito di crema idratante e mi infilo sotto al collant per andare a stimolare direttamente le labbra anali fino ad introdurvi il primo dito seguito dal secondo fino al terzo continuando a far rilassare l’anello anale in modo che diventi sempre più elastico e pronto a ricevere qualche cosa di più consistente. Quando mi sento sufficientemente allargata abbasso solo la parte posteriore del collant anch’esso sotto al bordo delle natiche, senza cambiare assolutamente la mia posizione a 90° piegata sul tavolo e con estrema lascivia prendo il mio cuneo anale preferito che ha un diametro massimo di 8 cm per poi ridursi alla base di 6 e inizio a farlo assaggiare al mio culo oscenamente proteso e pronto a riceverlo. Fondamentale in questa fase è che non vi sia irruenza, come allo stesso modo quando vengo inculata, altrimenti invece di rilassarmi e desiderare di essere penetrata e riempita mi irrigidisco e la cosa diventa estremamente dolorosa facendomi perdere il desiderio. Invece con un gioco sottile di stimolazione introduzione per piccoli tratti in modo che il mio ano assaggi e ne diventi goloso, accompagnando queste stimolazione con un turpiloquio osceno del tipo “ Sei una cagna, ti tira il culo vero?, dimmi che lo desideri? Che vuoi questo bel cazzone nel culo!”sarò io stessa a spingere sempre più fino a farmelo entrare tutto. Mi piace precisare che la sensazione di introduzione e riempimento che viene da un cuneo anale, da un vibratore o da un bel cazzo vero magari di una trans, sono completamente diversi ma estremamente lussuriosi e appaganti. Il cuneo anale è ottimo per sfondarsi il culo in maniera permanente poiché proprio per la sua forma a freccia se si riesce ad oltrepassare il punto di massima circonferenza viene automaticamente risucchiato dalle labbra anali che vanno ad avvolgere la riduzione di circonferenza successiva, così una si sente questo tappo che ti allarga le viscere interne e che per sforzare ulteriormente le labbra anali non cerchi di sputare fuori come invece accade quando hai un bel cazzo nel culo. Infatti consiglio a tutte le sorelline di comprarsi almeno due cunei anali di diametri diversi a seconda delle proprie capacità anali, e di iniziare naturalmente con il più piccolo in modo da tenerselo nel culo per più ore di seguito è oltre modo importante che vi siate cosparse il vostro ano con abbondante crema idratante in modo che con il passare delle ore questa non venga assorbita tutta, cosa che vi porterebbe più al fastidio di averlo in culo più che al piacere. Inoltre per esperienza personale prediligo i cunei anali che hanno una marcata differenza tra la circonferenza massima e quella alla base, poiché sono quelli che mi danno le sensazioni più belle prima di sfondamento poi di risucchio e infine di rimanermi ben piantato nel culo allargandomi però le pareti interne che camminando si strusciano tutte oltre alla sensazione di avere il culo ancora più grosso. C’è anche il vantaggio che per come è conformato il cuneo anale è impossibile che ti si infili dentro tutto permettendoti di sederti o appoggiarti a sporgenze di fortuna per spingertelo ancora più dentro attraverso i collant e la gonna. Fantastica è poi nella maggior parte delle volte la reazione di colei che ti vuole inculare e si accorge e vede che hai già qualche cosa di impiantato nel culo e quando te lo fai uscire e scopre quanto è grande lasciandoti le labbra aperte protese in un laido sorriso per essere nuovamente riempita e pompata. Il vibratore invece è molto valido quando una non desidera poi uscire di casa per qualche passeggiata da troia ma fare tutto da sola, già la sua somiglianza con un cazzo vero mi permette di immedesimarmi più efficacemente nel reale desiderio di succhiare un bel cazzone vero per poi cavalcarmelo, è grazie alla regolazione della vibrazione puoi rallentare o accelerare la tua libidine. Di solito con il mio vibratore che è una copia in lattice di un bel cazzo munito di palle inizio sempre con il succhiarmelo languidamente con le labbra intrise di rossetto come una troia, mi eccita molto il fatto di lasciare delle evidenti tracce di rossetto su questo scettro di piacere in più il rossetto mi da la conferma dei punti dove mi sto dedicando con maggiore passione. Incredibile è anche come all’inizio di ogni pompino la mia bocca non ancora abituata a questa presenza si prodighi a coccolarlo succhiarlo lambirlo senza per poi piano piano fagocitarlo e risucchiarselo in bocca per sentire sulla lingua e sul palato la cappella ormai resa bella turgida dall’eccitazione. Nel caso di un bel cazzo vero poi mi piacciono quelli che anche quando sono belli duri si possono scappellare potendo cosi fare questa operazione di salita e discesa anche con la pelle che ricopre la cappella, inutile dire che la mia libido è direttamente proporzionale al grado di pulizia in quanto se profuma di pulito mi scateno ma se sa piscio o di stantio ne ho ribrezzo. Mi viene in mente una mia esperienza fatta come regina di uno schiavo, i patti erano che si avrebbe dovuto indossare due paia di collant muniti di buco per lasciare uscire il suo uccello, un body manica lunga con il collo a lupetto, e che avrebbe lasciato a me tutta l’iniziativa e la padronanza del gioco. Appena sono entrata nella sua stanza che era adiacente alla mia dove mi ero già preparata di tutto punto, gli ho ordinato di sedersi sulla sedi e mettendogli due cuscini in orizzontale dietro la schiena in modo che lo obbligassero a tenere il culo sul bordo della sedia mentre le spalle le poteva appoggiare allo schienale, dove con dei collant gli ho legato le braccia in modo che non potesse toccarmi, sempre con dei colant gli ho legato le caviglie alle gambe della sedia in modo che l’unico movimento che poteva fare era quello di aprire o chiudere le ginocchia. All’inizio il suo cazzo era floscio vuoi l’imbarazzo e forse anche un po’ di paura, ma poi appena gli ho messo un foulard azzurro molto segoso sugli occhi in modo che non potesse vedere più che cosa gli stavo facendo gli si è subito rizzato e io ho iniziato ha spiegargli cosa gli avrei fatto di li a poco. Con calma ho preso dalla mia borsetta l’olio di vasellina mene sono cosparsa le mani e ho iniziato a manipolare il suo membro il quale reagiva sempre meglio e lui istintivamente ha aperto le gambe per permettermi di lavorargli per bene anche la base. Intanto mi sono inginocchiata davanti a lui in modo da poter osservare da vicino il suo scettro lucido e quando a mani giunte glielo scappellavo gli soffiavo dolcemente sulla cappella con suo grande godimento, si sa che il piacere si acuisce se vi sono repentini cambiamenti di temperatura e lui ne stava provando gli effetti. Quando ho visto la pelle della sua cappella tesa rossa e lucida me lo sono imboccato tra lingua e il labbro superiore in modo da poter succhiare la sfera cappellare alternando delle lussuriose passate di lingua. Con questa pratica era molto facile portarlo al piacere ma non volevo e così quando lo ho sentito allo spasimo ho abbandonato il suo cazzo mi sono alzata e sono andata a mordergli un capezzolo in modo che il dolore lo bloccasse. Poi gli ho fatto succhiare le mie dita della mano come se fossero dei cazzetti per poi ritornare a succhiare il suo cazzo per riportarlo allo spasimo, questo gioco di tenere una persona sulla corda senza farlo venire mi piace molto poiché ti permette di dominare la persona proprio attraverso il suo desiderio di godere e aumenta enormemente la sua libido. Poi mi sono presa anche un po’ di piacere per me poiché gli ho fatto chiudere le ginocchia e rivolgendogli le spalle in modo da potermi piegare a 90 gradi mi sono impuntata il suo bel cazzone sulla mia Rosellina anale e dopo essermi sfilata languidamente il cuneo anale che mi preparava bella larga mi sono auto impalata scendendo lentamente ma inesorabilmente su suo palo rigido. Appena ho sentito le sue palle che aderivano alle mie natiche ho stretto i muscoli anali e ho iniziato a cavalcarlo muovendomi tutta come se stessi ballando la samba rilassando i strizzando il mio culo sul suo cazzo. Ma anche qui fermandomi di botto prima di farlo venire ottenendo da lui delle suppliche e degli insulti che mi fanno ancora di più eccitare. Un luogo sacro e profano al tempo stesso era il Carnaby, in primo luogo il parcheggio dove un solerte guardiano ti squadrava dentro la macchina in maniera più critica se eri vestita da uomo più che da donna, e svolgeva la sua funzione di controllo sull’ingresso di personaggi poco raccomandabili. Poi una volta entrati vi erano i posti normali e quelli un poco più appartati in modo da poter sfruttare eventualmente in un secondo tempo la macchina come un alcova. Alle volte gli ultimi preparativi e aggiustamenti del trucco li ho fatti li nel parcheggio, in tutta tranquillità in quanto era come trovarsi in una terra dove le regole si erano invertite in quanto noi eravamo le normali e gli altri i diversi. Quella sera ero arrivata alle 23, relativamente presto per vedere del movimento ma ottimo per soffermarsi proprio nel parcheggio o sulla scalinata fino all’ingresso per civettare con altre sorelline o per tastare il terreno dei possibili cacciatori. Avevo intravista una mia vecchia amica di Torino e mi ero avviata verso la sua macchina, lei non era da sola ma con una sua amica così guarda caso io mora la mia amica bionda e l’altra rossa, sembravamo proprio ben assortite, camminando verso di loro nel prato del parcheggio mi godevo l’aria fresca che si intrufolava tra le mie gambe e mi lasciavo andare ad un lento ma sensuale ancheggiamento in modo da meglio godermi il mio cuneo anale ben piantato nel culo. Inoltre camminando la mia gonna in strech nero tendeva a risalire lasciando ben intravedere specialmente dietro il bordo in pizzo delle calze nere che mi ero infilata sopra ai collant color moka e così più di una volta mi sono fermata per sistemarmela godendo del piacevole contatto tra la mia pelle le calze e la gonna unite alla sensazione di sentirsi fasciate e limitate nei movimenti. Appena la mia amica mi vide subito mi venne incontro e mi presentò alla sua compagna e così iniziammo tranquillamente a civettare rimanendo un po’ nel parcheggio. Ad un certo punto notai che un tipo ci si stava avvicinando e infatti di li a poco ci salutò: ”Buona sera belle signore cosa aspettate qui nel parcheggio? Forse qualche bel cazzone che vi sbatta? “ e così dicendo in modo molto naturale estrasse dai pantaloni una sberla di cazzo che in vita mia non avevo mai visto, nonostante fosse ancora mollo e lui se lo tenesse nella mano destra chiusa su di esso appena fuori dai pantaloni, gli si piegava come fosse un salame, direi come una soppressa veneta per comodi altri 15 cm. Le mie compagne si misero a ridere senza dargli attenzione io ero rimasta a bocca aperta sia per la rapidità e naturalezza con la quale si era svolta tutta la scena e sia per la disarmante bellezza, potenza e delicatezza che in quella molle postura mi emanava il suo cazzo e mi venne naturale chiedergli come ci stava nei pantaloni. Lui si illuminò e con fiero orgoglio di maschio disse “ in sere come queste esco senza mutande così è libero di eccitarsi per qualche bella travesta che abbia voglia di assaggiarlo” e così dicendo mi si avvicinò facendomi una carezza sulla gamba, la sua cappella si strusciava dolcemente sulla setosità della mia calza prima sull’esterno coscia epoi piano piano sull’interno facendomi sentire il suo calore e il suo tatto morbido come una danza sensuale di toccamenti e lievi contatti che stavano magistralmente stimolando la mia fantasia erotica sulle capacità sessuali di questo scettro del piacere. Non ero rimasta insensibile a quella carezza anche perché mi aveva trasmesso una scossa che mi aveva subito fatto contrarre i muscoli anali con il risultato di autoconfermarmi la presenza anale del cuneo e anche il suo cazzo incominciava ad inturgidirsi con il suo evidente inalzamento, non vi era stato nessun altro tipo di contatto fisico e non vi era costrizione da parte sua perché io lo toccassi in qualche modo, quindi non mi sentivo assolutamente minacciata. Mi stavo lasciando cullare dalle mie sensazioni sentendo che stava nascendo in mè il desiderio di impadronirmi di quel bel cazzone, che la mia amica prendendomi sotto braccio mi allontanò continuando le sue elucubrazioni di scherno nei confronti del nostro intruso con la lancia in bella vista. Mi aveva proprio portata via di peso senza che io potessi accennare qualsiasi reazione ma la mia faccia doveva essere molto eloquente poiché la mia amica mi disse: Attenta Gloria, capisco la tua fame arretrata di cazzo in culo ma quello è troppo grosso e pericoloso perché ti sfonda e ne diventi schiava!” Mai parole furono più vere, gia mi sentivo languire di desiderio avevo paura del dolore che avrei provato ma desideravo ardentemente sentirmi riempire e pompare con vemenza insomma essere la troia di quel splendido cazzone. Ormai eravamo arrivate all’ingresso del Carnaby, avevo fatto le scale ancheggiando vistosamente sui miei tacchi alti in modo da godermi e stimolarmi con il mio cuneo anale mentre la mia mente rimaneva ormai su quel chiodo fisso, come una bambola avevo civettato un poco con le altre amiche che si accalcavano al banco del guardaroba e con magistrale arte, avendo lasciato cadere la mia borsetta a terra mi ero chinata mostrando generosamente il mio culo inguainato nei collant e dalla minigonna che quando mi sono radrizzata era rimasta molto al di sopra della soglia del pudore, e lentamente portandomi le mani sui fianchi inizia ad ancheggiare per far scivolare meglio la gonna sui miei glutei verso il basso lisciandomi poi per bene la stessa sulle cosce, mi stavo spudoratamente autoerotizzando e la cosa anche se era stata notata dagli altri mi eccitava ancor più, quella sera sentivo che i miei freni inibitori si stavano sciogliendo sopraffatti dal montare della mia lussuria. Intanto sotto sentivo la mia rosellina anale molto calda e il cuneo che quasi vi ballava dentro come se anche lei desiderasse la presenza fisica di qualche cosa di più grosso. Entrammo nella sala e li la confusione e l’intreccio di uomini, gay, donne, travestiti e transessuali era magistrale nella molteplicità di facce espressioni e contatti, come sempre in questi casi non avevo voglia di ballare subito ma di cercarmi un posticino a sedere dal quale avrei potuto osservare meglio il “Fritto Misto”. Mentre cercavamo il posto per sederci incontrammo varie amiche e amici con qui scambiammo le solite battute ora cordiali o ironiche con il contorno di cattivi commenti taglienti come lame di rasoio, ma alla fine trovammo la nostra postazione per ben presidiare e controllare il territorio. Mi lascia cadere a peso morto con una breve giravolta contraendo i muscoli anali con voluta tecnica perché volevo sentirmi spingere con forza in culo il cuneo anale senza poter contrastare tale spinta come se si trattasse della spinta di un amante focoso, la cosa mi riuscì magistralmente tanto che mi lasciai sfuggire un languido gemito di piacere e le mie amiche mi guardarono con sguardo interrogativo tanto che mi sembro molto naturale sedermi in modo eretto sulla poltroncina e oscillando su e giù con brevi movimenti del bacino spiegare loro che avevo un grosso cuneo anale in culo e che me lo stavo godendo come una cagna in calore. Le miei amiche scoppiarono a ridere e mi confermarono che ero proprio una cagna in calore e che mai mi avevano vista così troia. Sculettando lascivamente cercando di fare piccoli ma misurati passettini mettendo i piedi uno avanti all’altro come se stessi camminando su una linea, avevo raggiunto il parcheggio ben sapendo di essere seguita dal mio assatanato ammiratore e mi sentivo i suoi occhi puntati sul mio culo come se mi stesse già accarezzando dolcemente per prepararmi a ricevere il suo bel Cazzone e dentro di me era proprio questo che ormai desideravo più di ogni altra cosa. Mi ero appoggiata al fianco di una macchina avendo avuto cura di scegliere una monovolume in modo da avere le spalle coperte, la macchina affianco era una gloria del passato, una Lancia Gamma Coupe, ai tempi ero innamorata di quella macchina e quindi mi piaceva aver scelto il corridoi di passaggio tra queste due auto e appoggiando il piede sulla ruota posteriore della Gamma in modo che la minigonne si tirasse ancora di più nello spasimo di questa sforbiciata inizia io stessa ad accarezzarmi l’interno della coscia così sollevata aspettando che il mio inquisitore facesse capolino. Non si fece attendere e avvicinatosi fino a porsi proprio di fronte a mè appoggiando la sua mano sulla mia coscia alzata mi disse “ Ciao bella Troia” non vi era insulto nelle sue parole ma solo lussuria che unita alla pressione della sua mano calda e in lento movimento circolare mi stavano facendo montare un desiderio pazzesco di essere montata come una cagna, e infatti complice l’aridità delle mie labbra inizia a passarmi lascivamente la lingua sulle stesse movendo il culo sulla carrozzeria della macchina in modo da accarezzarmelo e da spingermi ancora più a fondo il cuneo anale ed infine con estrema troiaggine prima mi infilai in bocca il mio dito indice leccandolo e poi come un automa presi la sua mano che mi aveva appoggiato sulla coscia e guardandolo fisso negli occhi inizia a leccargli le dita prodigandomi poi in particolar modo nel mimare un pompino con il suo pollice. Ormai non c’è la facevo più avrei fatto qualsiasi cosa pur di scatenare la sua voglia ma lui si lasciava fare senza più prendere l’iniziativa e allora con la mano libera andai a tastargli il pacco che ben si vedeva costretto nei suoi pantaloni. Appena lo toccai lui mi sfilo la mano di bocca e prendendomi per la nuca mi porto a se con decisione dandomi un bacio in bocca con tanto di lingua che mi rovistava, ero rimasta scioccata questo bacio proprio non me lo aspettavo, ma ne segui subito una nuova eccitazione ancora più carnale perché desiderai dentro di mè che con quella saettante e vigorosa lingua mi leccasse il buco del mio culo. Ora mi stava palpando anche il culo stringendomi le chiappe con le sue manone e io mi dimenavo tutta per assaporarmi quelle carezze vigorose che scivolavano sul tessuto e sulle calze procurandomi una lussuria indicibile, mi sentivo le gambe molli e la testa girare avrei voluto che il cuneo anale mi profondasse dentro una sensazione di prurito e voglia di essere sfondata allargata pompata mi annebbiava la vista e quando lui mi disse “fammi sentire quanto sei brava con questa bocca da pompimi” io mi lascia scivolare in ginocchio in modo che la minigonna mi stringesse ancora di più il cuneo in culo e inizia ad armeggiare come una forsennata sulla cerniera dei suoi pantoloni. Il suo cazzo scatto fuori come una molla e mi colpi su uno zigomo fermandosi con la cappella proprio sotto al mio naso, mi fermai un secondo per sentirne il profumo e quando percepii che profumava di pulito inizia ad infilarmelo in bocca alternadomi nel leccarlo come fosse un gelato o aspirandomelo tutto in bocca per sentirmelo premere sulla lingua e sul palato mentre con le mani giunte lo smanettavo ora lentamente ora velocemente. Mentre facevo tutto ciò mi venne molto naturale e perversamente eccitante di mugolare con gemiti di piacere e di insalivarlo il più possibile in modo che il suo cazzo entrando e uscendo dalla mia bocca aspirante producesse dei rumori inconfondibili della magistrale pompa che gli stavo donando. Ormai il suo cazzo era teso e vibrava allo spasimo e lui mi tiro nuovamente su alla sua bocca violandomi nuovamente con la sua lingua ma appena vi riuscii lo implorai con una voce da checca ingoiata che stupii anche le mie orecchie per come era divenuta stridula prorio come quella di una cagna in calore: “ ti prego inculami, sfondami, fammi sentire il tuo cazzone nel culo, fammi ciò che vuoi ma scopami adesso lo voglio!!” Lui mi giro e prendendomi per i fianchi mi spinse dolcemente appoggiando il suo cazzo al mio culo verso la parte posteriore della Lancia Gamma Coupè, e fattami nuovamente girare mi sollevò la gamba sinistra facendomi piegare ed appoggiare il ginocchio sul cofano della stessa rimanendo così in piedi su di una gamba. In quella posizione mi sentivo allo stesso tempo aperta e la mia gonna e i collant fasciandomi mi spingevano a fondo il cuneo anale, lui mi cinse per la vita e avvicinatosi al mio orecchio mi sussurrò: “ piegati in avanti bella troia e appoggia le mani sulle due macchine così posso incularti a fondo” “ o sssiii spaccamiii sfondami tutta” e protesi ancora di più il mio culo indietro verso il suo cazzo duro come l’acciaio. Senti le sue mani arretrare scendere sul culo per far risalire la minigonna, prendere il bordo superiore degli slip ed iniziare ad abbassarmeli leccandomi e baciandomi contemporaneamente le chiappe, percepii distintamente che anche lui mi desiderava il suo fiato era corto e caldo quando poi si avvide che avevo il culo pieno di qualche cosa di artificiale mi disse “ che troia che sei Gloria, sei proprio una lurida cagna in calore” e così dicendo inizio a rotearmi il cuno nel culo spingendomelo ed estraendomelo aritmicamente. Poi lo estrasse si fermo ad ammirare la mia Rosellina anale che doveva essere rimasta oscenamente aperta e mi ritrovai a contrarre i muscoli anali alla ricerca di qualche cosa da stringere protendendo ancora di più verso di lui il mio culo. Ma lui mi teneva fissa per i fianchi impedendomi di autoinfilzarmi sul suo cazzo e anzi si divertiva a farmi sentire la presenza della cappella turgida fra le chiappe e sulla Rosellina senza però affondare ma poi con un unico movimento deciso ma senza violenza mi entro dentro con il suo palo. “ooohhh sssssiiiiiiiii” la vista mi si annebbio e chiusi gli occhi impuntandomi con le braccia per non scivolare in avanti godendomi ogni centimetro di quella splendida penetrazione che mi stava riempiendo tutta, mi sentivo le chiappe aperte come un fiore e quando senti la sua cappella in fondo al mio intestino che spingeva calda e viva mi ritrovai a sbrodolare dal mio cazzetto che era diventato moscio tremando sulle gambe pervasa da un piacere sconvolgente che non avevo mai provato così intenso e mi tornarono alla mente le parole di una trans che mi aveva navigato “ quando imparerai a prenderlo bene in culo dei cazzoni grossi non sarai più capace di farne a meno perché ne rimarrai schiava e troia per sempre” mai parole furono più vere. Adesso lo stallone iniziava a pomparmi alternando colpi misurati con colpi vigorosi e io mugolavo e lo incitavo mentre lui mi insultava e la cosa mi eccitava ancora di più tanto che quando mi accorsi che due figure ci stavano guardando li chiamai “ venite qui vi prego voglio succhiarvi il cazzo, voglio che mi riempiate anche la bocca, sono una troia!!!” non si fecero pregare ma quando furono vicini vidi che si trattava di una coppia e mentre lui era eccitato da ciò che vedeva, il mio stallone mi pompava sempre con maggiore vigore, la donna mi guardava con un aria strana che non capivo. Ma quando allungai la mano verso la patta del suo accompagnatore lei me la prese e se la portò sul seno scoprendolo oscenamente ordinando al suo cavaliere “ tu cornuto incapace di farmi godere succhia il cazzo a questa troia in calore” e poi avvicinatasi alla mia bocca guardandomi fissa negli occhi incomincio a lambire le mie labbra con la sua lingua per poi violare la mia bocca e baciarmi mugolando lascivamente. Lo confesso in quel momento desideravo di più succhiarmi un altro uccello ma non ero nella condizione di lamentarmi, dietro mi stava inculando alla grande, sotto una bocca sapiente sia pur di un uomo aveva fatto diventare duro il mio cazzo e davanti mi baciava languidamente una femmina che non era bella ma faceva tipo e mi venne spontaneo palparle le tette i seni ed infilargli una mano tra le cosce. Era già bagnata, mielosa e calda le strapazzai il clitoride e mi lascia andare a questa nuova esperienza molto lussuriosa con estremo piacere
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16 years ago
bettyslut,
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Last visit: 9 years ago
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Sogno di una notte d\\\'estate
Qui da noi al sud l'estate è afosa e calda anke di notte,quindi stiamo molto in giro per locali sul mare, spiagge con la sabbia ancora calda dopo che il sole è andato a letto. Io faccio la Drag-Queen...lavoro di notte nei locali,villaggi turistici,pubs ecc.non tutte le notti ma spesso,e quindi mi capita di rientrare molto tardi quasi all'alba dai miei spettacoli e non sempre riesco a struccarmi e cambiarmi in abiti un pò più maschili..quindi rientro a casa con mini abitini e tacchi alti 120 cm,e con i miei capelli legati a coda di cavallo...insomma una gran figa..di notte!Ma sono cosi stanca che i rikiami d'amore di qualke passerotto non li sento.Una di quelle sere rientrando molto tardi mi fermai veranda a rilassarmi e ammirare una luna piena enorme sulla mia testa.Faceva caldo e nella varanda di fronte la mia un ombra al semibuio stava sdaiata e fumava....era il mio dirimpettaio.un cavallo di razza pura sposato da poco con una tipetta piccola ma pepata che era partita lasciandolo solo ma non disperato!!Lui un biondino con capelli cortissimi occhi grigio verde e un metro e ottantacinque di fisic atletico...che non sapeva minimamente del mio lavoro travesti anzi le poche volte che ci siamo visti ero con jeans e felpa.Mi sdraiai alla sola luce della luna e lui notò un animale notturno e sexy che si scioglieva la lunga criniera, e lo osservava pronto a ghermirlo....E' chiaro che mi aveva scambiato per una donna e la luna puttana era mia alleata.Si alzò e si avvicinò alla ringhiera fumando quasi di fretta,era a petto nudo abbronzato come un brasiliano e con un pantaloncino bianco che faceva risaltare di più il nero della pelle e un notevole pacco fra le gambe......fumava e si carezzava i capezzoli,ma non accennava ad alcun segno di comunicazione...stava cercando di capire chi io fossi....tornò a sdraiarsi e accese una candela prufumata contro le zanza....ora il suo corpo splendeva di nero bronzè,e anche il viso mandava messaggi inequivocabili,mentre io da qui lo ammiravo rapita ed eccitata all'idea di averlo...ma come??Cominciai a pormi domande da un milione di dollari che non avevano risposte...per lui ero una donna sola in casa e non un travestito drag.queen.Comunque il gioco ormai era spinto e non mi tirai indietro...chi lo dice che un mashietto non accetta del sex da un trav??Tuttaltro c'è il fattore trasgressione....Mi accesi una siga e la luce dell'accendino rischiarò il mio viso truccato e le mie labbra carnose e lucide,che la sigaretta possedeva ad ogni boccata....lui ora si stava eccitando,e avrebbe sostituito la mia siga col suo sigaro....Dio che casino lui solo e io sola in una notte di mezza estate calda e afosa...che fare??Intanto la sua eccitazione cresceva...con la mano nervosa si carezzava i capezzoli e scendeva giù sulla pancia fino a sfiorare i pantaloncini ormai gonfi di virilità...ad un tratto aprì le gambe girandosi verso la luce e con la mano si carezzò le palle sfregandole sul tessuto e facendo risaltare una banana dura e nervosa,poi lentamente spostò il pantaloncino e tirò fuori un cazzo duro e gonfio di sborra che scappellò tutto,cominciando a segarlo.Oddio e ora? che faccio?? lo invito qui e se poi nn gli va cn un trav???Lui ormai aveva raggiunto il massimo dell'eccitazione il cazzo era duro e la cappella gonfia e rossa pronta a esplodre sborra in aria....lo squillo metallico del cellulare lo fermò dal masturbarsi,e svegliò me dai miei porno sogni...erano suoi amici che passavano a bere qualkosa...si alzò rimise il cazzo dentro e mi fece segno di continuare anke domani ....solo che il giorno dopo tornò la moglie e io nn riuscii più a trovarmi in quella straordinaria e unoica situazione.Qualke mese dopo lasciarono quella casa.....
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
La collega tedesca
Inserisco il mio racconto qui anche perchè è avvenuto a causa dell'appuntamento con una coppia di Salerno andato a monte.
Prologo.
Il mio lavoro è quello di far incontrare aziende italiane con altre aziende, anche internazionali, per poter aumentare i loro partner commerciali. Il mio ruolo si svolge principalmente in Campania e sud Italia dove viaggio molto. Dal punto di vista degli incontri con altre persone non sono un veterano, ma ci capisco qualcosa, anche se le persone sono sempre imprevedibili. Avevo preso appuntamento attraverso questo sito con una coppia di Salerno per vederci un sabato pomeriggio, ma da confermare il giorno dopo alle 14,00. Purtroppo ero molto incasinato perchè avevamo una delegazione di clienti tedeschi che venivano a visitare alcune aziende in Campania e alcune a Salerno che operano nel settore dell’agroalimentare. Cercai di cogliere l’attimo, come faccio sempre a causa del mio lavoro incastrando il lavoro con l’appuntamento, cioè accompagno la delegazione in mattinata e cerco di onorare l’appuntamento con la mia nuova coppia nel pomeriggio. La mattina scorre tranquilla e alle 12,00 torniamo in albergo con la delegazione e ci diamo il pomeriggio libero: era fatta!
Racconto dei fatti.
Chiesi se potevo andare in camera a fare una doccia e come un fulmine ero pronto al mio incontro, ma siccome era ancora presto pensai di far compagnia ancora un pò ai miei ospiti, ma me ne accorsi che Karl era inteso a parlare con la signorina della reception (secondo me ci stava provando!) e gli altri si erano misteriosamente dileguati. Allo scrittoio dell’atrio era rimasta solo l’accompagnatrice della delegazione che avevo vagamente osservato oggi perché non c’era nei giorni precedenti. Era bionda con capelli tagliati corti a caschetto portati con una fila di lato e occhiali tipici di segretaria neri che contrastavano con i suoi occhi azzurri.
Appena mi avvicinai a lei, che per fortuna parlava benissimo l’italiano, mi disse che era stato un piacere avermi conosciuto guardandomi con i suoi occhioni azzurri, da cui io percepii un leggero ammiccamento, ma me ne feci una ragione dicendomi che doveva essere l’eccitazione dell’incontro che mi aspettava con la coppia di amici con cui avevo appuntamento. Restamo dunque a parlare dell’Italia e della Germania, delle donne e gli uomini dei due paesi, delle tradizioni e delle curiosità e si fece una certa complicità in cui lei sorrideva felicemente a ogni mia battuta.
Intanto il tempo era trascorso e il mio telefonino mi avvisava che avevo una telefonata da fare: dovevo chiamare la mia coppia di amici. Chiesi scusa e mi allontanai un pò. Voltato verso la finestra chiamai e mi rispose Maria, a cui io dissi subito: “Ciao Maria, sono Marco, allora vi siete liberati per oggi?” senza accorgermi che Kristen (così si chiama la mia collega tedesca) mi aveva seguito per ascoltare la telefonata. Maria mi disse che non sapeva se si riuscivano a liberare e che mi avrebbe fatto sapere lei appena possibile. Chiusi il telefono un pò contrariato e nel girarmi vidi Kristen dietro di me che mi chiese subito tenendosi un dito vicino al labbro chi fosse Maria. Io nel pieno dell’imbarazzo non sapevo cosa dirgli e quindi gli dissi la verità, che avevo un appuntamento al buoi con questa coppia e che dovevo aspettare una loro conferma. Lei sorrise piacevolmente ma non sembrava contrariata e mi disse che sperava che l’appuntamento andasse bene perché “…tu hai sempre molto da dare agli altri”.
Per fortuna venne il mio capo a toglierci dall’imbarazzo, che per la verità io sentii solo all’inizio ma passò subito perché Kristen era veramente una donna in gamba, e mi mandò a fare una commissione a Battipaglia. Dissi subito di si così avrei occupato il tempo in attesa della telefonata di Maria. Mentre stavo per uscire Kristen mi chiamò e mi disse se poteva tenermi compagnia, oltretutto lì non c’era più niente da fare. Dissi subito di si perché mi faceva piacere la sua compagnia e partimmo con l’auto. Facemmo la litoranea perché volevo approfittare per far vedere a Kristen il mare, che quel giorno era un pò agitato a causa del vento. E così feci. Al ritorno da Battipaglia attraversi la pineta e arrivai sulla spiaggia. Faceva un gran freddo, ma Kristen non sembrava sentirlo ma sporgeva il suo viso al vento prendendo in faccia le gocce di acqua di mare. Camminammo un po’ e arrivammo a delle cabine che vengono usate durante l’estate dai bagnanti, quando in mo improvviso Kristen mi spinge su una di esse e mi bacia con una passione infuocata. Non si staccava più dalle mie labbra con la lingua che mi esplorava ogni angolo e si agrovigliava alla mia. Così io la presi per i fianchi e me la portai al mio bacino. Lei fece un salto e si legò con le gambe al mio ventre senza mai staccarsi dalle mie labbra e ruotando la testa ora a sinistra e ora a destra. Scivolammo tra due cabine, riparati dal vento e quello fu il nostro nido d’amore. Lei si stacco dalla mia bocca solo dopo avermi slacciato i pantaloni e avermi messo le mani sul mio cozzone in tiro enorme. Mi stese sulla sabbia e si avvinghiò su di esso con una foga enorme, quasi a farmi male, ma con dolcezza inaspettata. Stantuffò con la bocca sulla mia asta in modo continuo, infinito e il mio cazzo diventò enorme, quasi non me lo ricordavo così enorme, quasi a scoppiare. Poi all’improvviso si fermò si alzò le gonna e spostate le mutandine si mise sopra di me offrendomi la sua bellissima fica invitandomi a leccargliela in un fantastico sessantanove. Io la leccavo annusando i suoi odori, aiutandomi a volte con le dita tra la fica e il culo. Ancora improvvisamente lei si fermò, prese il preservativo che avevo preparato tra una cosa e l’altra, se lo mise tra le labbra e con esse me lo infilò come un’autentica esperta. Poi si mise a pecorina, si inarcò, allargò con le mani le chiappe e mi ordinò: “Nel culo!”. Io ebbi qualche esitazione, perché il mio cazzo mi sembrava molto grande per il suo culo e dissi: “Kristen, non ci và”, ma lei gridò: “Dai! Dammelo nel culo!”. Sempre titubante inumidii un dito per prepararla e lo infilai nel culo non senza difficoltà e poi avvicinai la mia cappella all’entrata e cercai di farlo entrare ma era troppo grosso. Allora lei quasi spazientita mi spinse a terra con il mio cazzo in tiro e si mise a cavalcioni su di me, si puntò la mia cappella all’ingresso del culo e con un colpo secco si fece cadere su di essa emettendo un grido enorme, misto tra dolore e piacere. Io mi sentii frustrato e umiliato da quella scena e dunque la presi di peso e la rimisi alla pecorina, lei sentendo la mia irruenza inarcò la schiena e con un sorriso mi invitava aprendo di più il culo. Presi in mano il mio cazzo e glielo ficcò nel culo con una tale forza che lei sembrò svenire dall’eccitazione. Mi sistemai bene e iniziai a stantuffare con foga. Ogni tanto lo tiravo fuori e glielo rimettevo dentro e lei sussultava ogni volta. Quando stavo per venire lei se ne accorse e si staccò subito dal mio cazzo per girarsi velocemente e prendermelo tra le sue labbra, aiutandosi con la mano, finché io non venni nella sua bocca in una sborrata infinita. Lei ebbe molta cura di non far cadere neanche una goccia di quel nettare, ma tenerlo tutto in bocca. Poi si alzo e ancora con la sborra sulla lingua mi baciò aggrovigliando al mia sborra alla saliva delle nostre bocche: è stato fantastico!
Restammo sulla sabbia seminudi finché non sentimmo freddo e ci accorgemmo che si era fato tardi.
Ci pulimmo e rivestimmo e tornammo all’albergo dove era alloggiata la delegazione.
Quando Kristen mi chiamò le dissi che la coppia con cui avevo appuntamento non mi avevano chiamato più, neanche per scusarsi, quindi pensavo che non fossero interessati. Lei dunque mi invitò ad andar a bere qualcosa e io accettai. Ci guardammo in modo eccitato tutta la serata, pensando a quello che era accaduto ed eravamo molto dolci l’uno con l’altro, finché lei mi confidò che era sposata ma quello che aveva fatto con me non lo aveva fatto neanche con suo marito. Andammo in albergo e facemmo l’amore tutta la notte fino a sfinirci, quando lei a un certo punto mi disse: “La nostra è stata solo una storia di sesso libero e senza complicazioni” e io gli dissi: “Si, per questo siamo stati così bravi”.
Il 23 gennaio un’altra delegazione tedesca sarà da noi e io ho suggerito Kristen come ponte tra noi e loro. Spero che la cosa vada bene e che lei torni di nuovo per un altro fine settimana da leoni.
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16 years ago
admin, 75
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Capitolo 1 presentazione
Nella vita ci sono tante classi sociali , gli uomini , le donne , i gay , ii b sex , le lesbiche , i travestiti , i trans ecc ma io che ho quasi trentanni finiti non ho ancora capito a quale di esse apartengono, infatti credo di essere in un altra categoria di cui s'ignora l'esistenza
Ho deciso di chiamarmi Star che in Inglese vuol dire Stella ma non mi piace che dicono che sono gay , infatti ho una ragazza a cui voglio tantisimo bene.
Comunque anche se sono fidanzato ono stato con più uomini io che 10 donne di sessantann facendo sempre la parte della donna.
Ho iniziato quando avevo sedici anni , eravamo insieme ad un mio compagno di classe in una stanza di un bar con quattro cinquantenni a vedere un film porno e ci disero che ci avrebbero pagato centomila lire per avere rapporti con loro.
Roberto il mio amico non accettòcosi andammò via .
Sulla strada per casa però io pensavo a tutti quei soldi e csi' dopo aver salutato Roberto tornai in quel bar.
Non erano più in quattro ma in sei e appena mi videro capirono che ero tornato perchè avvevo deciso di starci.
Mi fecero sedere su un tavolo e si abbassarono i pantaloni , mi fecero spogliare e cominciarono a mettermi la lingua in bocca imitando una scena del film che avevamo visto e poi a turno me lo misero in bocca fino a due insieme mentre uno di loro mi leccava dietro preparandomi per mettermi alla pecorina.
La cosa strana che io invece di aver paura non vedevo l'ora che cominciassero a penetrarmi anche dietro e così per più di due ore diventai la loro troietta personale fino a quando tutti e sei mi riempirono bocca e culo di crema bianca, mi diedero i soldi e mi dissero di andare. Uno di loro mi disse" oggi sei diventata una puttana" io mi contai i soldi e me ne andai promettendo a me stesso che non lo avrei mai più fatto, .
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16 years ago
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Car sex a catania
PREMETTO CHE E' UNA STORIA REALE ACCADUTA IL 23 DICEMBRE 2008
Dopo aver letto un annuncio su un noto portale italiano di una coppia siciliana, ho scritto la mail di presentazione allegando qualche foto e dando il link del mio profilo su questo sito. Ho altresì aggiunto il loro contatto su MSN e dopo un pò un last minute annunciava la loro intenzione di fare car sex in un noto parcheggio di Catania. Ci siamo accordati e all'ora prestabilita sono arrivato assieme ad un mio amico nel posto. Loro erano già parcheggiati e con i vetri appannati, dietro, a circa 15-20 metri ci stava un'altra macchina, un altro singolo. Noi ci parcheggiamo direttamente accanto il lato non guida e quindi accanto la lei. Tra i vetri impannati e il buio della notte si intravede una testa che saliva e scendeva...Era lei che stava facendo un pompino al cuck. Ad un certo punto decido di scendere e con molta delicatezza passo la mano sul vetro dell'auto. Intanto mi ero già tirato il cazzo fuori e lo menavo. Ad un certo punto vedo un braccio muoversi verso la portiera. Era il braccio di lei che stava aprendo lo sportello. Il cazzo mi si indurì ancora di più. Intanto il mio amico in macchina osservava la situazione e quello dell'altra macchina, a cui avevamo "soffiato" la scopata si era posizionato nel lato opposto a noi ma sempre dentro la macchina. Lei mi aprì lo sportello, io mi avvicinai e ebbi modo di scrutare e ammirare un culo a dir poco meraviglioso che messo a pecora verso di me mi chiamava a sè! Le mie mani si appoggiarono su quello spettacolo, la palpai a dovere e senza accorgemene, le mie dita stvano già fruganto nella sua fica. Un buco molto stretto, una fica super bagnatissima che continuava a colare mentre io la sditalinavo e lei continuava a spompinare il cuck. Intanto arrivò anche il mio amico mentre l'altro bull che stava nell'altra macchina non scendeva (e non è sceso - coglione - io al posto suo sarei sceso e avrei giocato ugualmente) ed io iniziai a leccargli la fica. Che spettacolo...mentre scrivo sento ancora l'odore dei suoi umori inumidirmi le labbra...la mia lingua andava dalla fica al buco del culo e nuovamente indietro mentre con le mani stimolavo il clitoride e lei continuava a spompinare il marito. Il mio amico mi chiese di fargli posto e per parcondicio...mi allontanai lasciando il posto a D. che inizò a palparla anche lui. Ad un certo punto vidi lui ke faceva cenno di fotterla quindi D. si mise il profilattico e iniziò a scoparla mentre io le palpavo il culo e le tette (una seconda-terza per quello che ho potuto palpare ed intuire in quegli istanti di frenesia e nel buio). Vedevo D. che la scopava a dovere mentre lei mugolava e si contorceva, roteando il suo culo attorno il cazzo di D. che le stava conficcato in fica. I colpi si facevano sempre più secchi, sempre più decisi, lei tirò fuori una gamba dalla macchina e D. continuava a scoparla. Ad un certo punto lei si stacco...e qui arriva il "bello" o meglio la cosa che mi fece incazzare!!! Lei si sedette nel sedile della macchina e fece cenno di chiudere lo sportello. Vi lascio immaginare lo stato di eccitazione del mio cazzo e del mio corpo, l'adrenalina mi scorreva dentro, il sangue pulsava nel mio cazzo voglioso di sborrare, dopo aver visto quella meravigliosa creatura muoversi e mugolare e mentre adesso era seduta nel sedile con le gambe aperte. Ad un certo punto si abbassa il vetro e la voce di lui:"Ragazzi noi andiamo via". Minchia il cazzo mi esplodeva tra le mani, non aspettavo altro che scoparmi quella meraviglia e loro che fanno? Se ne vanno!!! Alchè mè venuto spontaneo rispondergli:"Ma io rimango a bocca asciutta"? Sento due risate e vanno via. Minchia che iella!!! La prossima volta col cazzo della parcondicio che lascio il posto al mio amico!!! Prima penso per me...E...comunque spero che la coppia legga queste righe e mi dia modo di rifarmi. In ogni caso voglio ringraziare la coppia F e G che mi hanno dato modo di vivere l'ennesima esperienza trasgressiva della mia vita. Ah è stata la prima volta che ho leccato una fica ad una donna senza vederla in faccia e sapere com'era. Bella esperienza, anche se rimasto a bocca asciutta...Ma per il resto molto intrigo ed adrenalina a 3000.
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16 years ago
BULLSICILIA158863,
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L\'evoluzione di marika - quarta parte
La mattinata e il pomeriggio seguenti si svolsero in totale tranquillita’, in pratica a parte il mio padrone che venne per reclamare un lavoretto orale, tutta la giornata scivolo via’ in fremente attesa di quello che mi sarebbe successo alla sera.
Ogni ora che passava ero sempre piu’ spaventata e al tempo stesso eccitata, e piu’ di una volta dovetti ricordarmi che non era permesso masturbarsi, per attenuare in minima parte, quel bruciore che mi invadeva, da quando avevo lasciato la mia vita normale.
Marco mi disse che aveva parlato con il mio capo (che era un suo carissimo amico), per farmi ottenere un periodo di aspettativa.
Mentre ero intenta a guardarmi allo specchio (volevo vedere come mi stavano gli orecchini la’.. sulla micina), arrivo’ di nuovo Naomi per prepararmi alla serata.
Andammo nella vasca e successe di nuovo quello che era successo il giorno prima, ma quella sensazione di insoddisfazione crebbe invece di diminuire.
Dopo avermi spalmata a lungo con degli olii profumati, intorno all’imbrunire, mi accompagno’ a cena.
Scesi circa due piani di scale e mi ritrovai in un ampio salone dominato da una lunga tavolata, dove Padroni e schiavi stavano insieme a mangiare.
Venni fatta accomodare di fianco a Marco che mi squadro’ con ammirazione, certamente fiero della mia bellezza.
Naomi mi aveva fatto una lunga treccia bionda e questa era, a parte i bracciali, il mio unico vestito.
La cena duro’ a lungo, ed ebbe parecchi intermezzi.
In uno di questi vidi due Mistress mentre infierivano su un povero schiavo, reo di chissà quale colpa, scorticandogli il posteriore a colpi di frusta.
Il poveretto, pensai, non potra’ sedersi per settimane.
In un’altra pausa vidi Naomi ricevere una cinquantina di scudisciate proprio sul sesso, solo per aver rifiutato il cibo buttatogli per terra dal suo padrone.
La poverina era stata legata a testa in giu’ per le gambe, tramite catene e non poteva fare nulla per schivare i colpi. Il suo Padrone infieri’ indistintamente sia sul sesso della poveretta, sia su quella parte del corpo che va dalla vagina all’ano, denominata perineo, e in ultimo sull’ano stesso.
Ogni volta che sentivo il fischio della frusta, e il seguente schiocco sulla pelle, mi irrigidivo istintivamente, pensando al dolore di essere colpita cosi selvaggiamente nel posto piu’ delicato che noi femmine abbiamo. Il Padrone si fermo’ solo quando vide uscire delle goccie di sangue dalla pelle della sua schiava, ormai svenuta dal dolore.
Marco vide questa mia reazione e con voce sibillina mi disse:”non ti preoccupare proverai anche tu cosa vuol dire essere frustata li, e’ una delle cose piu’ sadiche che io conosca”.
Quella frase provoco’ una mia espressione di terrore che diede sicuramente del piacere al mio padrone.
Con la punizione di Naomi fini la cena.
Ci trasferimmo per l’occasione del mio ingresso ufficiale in quella societa’, in un altro ampio salone ben illuminato, dove erano in mostra una bella collezione di strumenti di “pentimento”, cosi li definì il gran maestro di cerimonia.
Finita la presentazione venni condotta su una specia di palco e qui legata ad una specie di sedia da ginecologo, con le gambe ampiamente divaricate e poste molto in alto.
La vergogna per essere cosi pubblicamente esposta mi fece arrossire e tremare al tempo stesso.
Marco si avvicino da dietro e mi spiego cosa avrebbero fatto.
In quella posizione oscena dovevo ricevere l’omaggio di tutta la confraternita senza mai dare segni di ribellione, pena una severa punizione.
Il numero di Padrone e di Padroni era veramente enorme, alla fine ne avro’ contati almeno una trentina tra maschi e femmine.
Non c’era un limite di tempo per nessuno e chiunque poteva ritornare in fila, fino a che ne avesse avuto voglia.
Per prima venne una donna sui 40 anni, molto bella che si diverti a palparmi e a strizzarmi per benino le tette.
Volle per forza farmi urlare con questo metodo e ci riusci prima facendomi irrigidire i capezzoli con del ghiaccio e poi colpendoli ripetutamente con una sottile canna.
Passato il suo turno venne quello di un uomo abbastanza in la’ con gli anni che prima mi intimo di farglielo diventare duro (cosa non facile visto l’eta’) e poi si accontento di scoparmi frettolosamente, tirando pero’ maliziosamente gli anelli delle grandi labbra, fino a farmi male.
Per mia fortuna venne rapidamente, contrariamente le avrebbe lacerate, in quanto i buchi non si erano ancora cicatrizzati del tutto.
Fu poi il momento di una donna che mi lecco a lungo, sfondandomi l’ano con un grosso vibratore nodoso, ma almeno cio’ mi procuro’ il mio primo orgasmo della serata.
La successiva donna si sedette con il deretano sulla mia faccia e mi ordino di leccare tutto. Vista la posizione (mi stava quasi per soffocare) e la mia inesperienza, volle darmi una mano per stimolarmi e cosi comincio’ a colpirmi a mano aperta sulla patatina.
Ad ogni colpo, di per se non molto doloroso, mi colpiva il clito e questo produceva un riflesso incondizionato che mi faceva sobbalzare con il risultato di sprofondare il volto nei suoi buchi.
La perfida doveva essere venuta da poco, perche’ mi ci volle almeno una ventina di minuti di quel trattamento per farla godere.
Alla fine la mia micina era tutta arrossata per via dei colpi subiti.
Ma era solo l’inizio. Notai da subito che le piu’ feroci erano le donne, che si accanivano su di me con una cattiveria fuori dal comune (invidia?? Mah, forse....).
Fu’ la volta di un uomo che mi volle sodomizzare. Questi era dotato di un uccello non lunghissimo, ma di una circonferenza notevole, e sulle prime fatico molto per far entrare il suo attrezzo nel mio buchino.
Unse bene con della vasellina e alla fine spinse tutto di un colpo, fino a farmi sentire i testicoli sulle chiappe.
Mi sentivo squartata in due, con quel maglio che andava e veniva dalle mie viscere, e perdipiu’ ci mise un bel po’, prima di scaricarmi un torrente di sperma nell’intestino.
Arrivo dopo di lui un tipo con in mano una candela accesa e li per li, ebbi un moto di ritrosia, cosa voleva farmi con quel coso??
Vista la mia posizione offerta non potevo fare granche’, ma Marco che nel frattempo si stava facendo succhiare da me, se ne accorse e mi disse:”prima infrazione, ma non ti preoccupare, stai andando bene”.
Il tipo allora si avvicino’ e mi fece colare della cera fusa prima sul seno e poi via via, disegnando un ghirigori di dolore, giu’ sul pancino e poi sulle labbra congestionate della vulva, aperte per il piacere che stavo provando.
Urlai di dolore, anche se in maniera attutita dall’uccello di Marco (e a causa di un leggero morso, egli annoto la seconda penalita’).
Lentamente mi ricordo’ che non dovevo oppormi e anche questo tipo se ne ando’ soddisfatto.
Cominciavo ad essere un po’ stanca ma era solo l’inizio.
Si avvicino’ di nuovo una donna dallo sguardo mefistofelico, sui 50 anni, massiccia come un toro, con in mano un frustino composto da molte correggie rosse di cuoio.
Scoprii mio malgrado che la sedia non era adatta a quello che voleva farmi e cosi mi sciolsero per legarmi a cavallo di una specie di cavalletto imbottito.
In questa nuova posizione con gambe divaricate e braccia tirate verso il basso, la parte piu’ alta e esposta risultava di gran lunga il sedere, fino ad ora risparmiato dalle attenzioni del gruppo. Inoltre visto lo stato di tensione della pelle, ero consapevole che i colpi in arrivo su questa parte non sarebbero stati piacevoli.
La micina sporgeva in bella vista sotto le natiche e anche se non nella stessa maniera di Naomi, avrei dovuto sopportare parecchi colpi su di essa.
La tipa parti molto adagio quasi volesse saggiare la mia resistenza e sensibilita’ al dolore.
I primi colpi infatti furono molto veloci ma non particolarmente pesanti, e non mi fu’ difficile sopportarli.
“Non pensare di cavartela cosi facilmente” mi aggredì una voce possente tanto quanto la mole, “questo strumento e’ l’ideale per preparare la pelle al successivo, dopo essersi arrossata, se colpita con i giusti metodi, la pelle ti sembrera’ lacerarsi, senza pero’ compromettere il bel popo’ che ti ritrovi”.
Mentre diceva questo si armo di un paddle (che altro non e’ che una stecca larga di legno) e comincio a vibrare colpi con quello. La particolarita’ del paddle e’ che la superficie di contatto e’ notevole, ma e’ possibile dare al colpo una forza incredibile.
Mi ritrovai in breve ad urlare per il male, mentre il mio sedere diventava presto di un bel colore porpora. In breve cominciai ad implorarla di smettere e la cosa non piacque per niente a Marco che si senti umiliato da questo mio atteggiamento.
Mentalmente segno la terza mancanza e prosegui senza dare a vedere il suo disappunto.
La tizia per fortuna, che nel frattempo aveva la sua schiava intenta a leccarle la micia, finalmente venne con un urlo animalesco, spendendo con un calcio in un angolo la schiava rea forse di aver interrotto troppo presto la sua opera su di me.
Cambio di persona, stavolta mi tocco una Mistress magrolina, meno male pensai, almeno non mi sfinira’ come l’altra, ma mi sbagliavo nuovamente.
La nuova domina fu soddisfatta della posizione e volle continuare il lavoro iniziato dalla collega precedente, e scelta un sottile frustino da cavallerizza si posiziono’ dietro di me, non senza aver constatato di persona il lavoro svolto con il paddle.
Mi sfioro delicatamente l’ano, la patatina e tutto il posteriore infuocato provocandomi dei sublimi istanti di piacere.
“Non posso continuare a colpirla sul sedere” sentenzio’ ”se no rischio di rovinargli la pelle, posso pero’ insistere sui punti dove non e’ ancora bello rosso”.
Ecco il momento era venuto, anche la mia passerina avrebbe dovuto subire le angherie della frusta.
Mi rassicuro’ subito Marco, dicendomi che quella in effetti non era la posizione ideale per quel tipo di fustigazione, e che quindi era sopportabile.
La magretta comincio prima dall’attaccatura delle coscie, che per ovvi motivi era stata trascurata nella sessione di prima. Sulle prime il dolore non mi sembro cosi’ intenso ma con l’andare del tempo cominciai inutilmente a divicolarmi, e cio’ rese ancora piu’ perfida la mistress, che chiese di fissarmi maggiormente, vennero prese delle corregge che mi immobilizzarono al cavalletto, mantenendo la posizione divaricata delle gambe.
Subito dopo, attizzata anche dall’attesa la donna riprese con piu’ vigore, andando alla ricerca delle parti piu’ sensibili. Visto che l’eccitazione era sparita e la mia micia risultava parzialmente chiusa, uso’ uno stratagemma efficace, si fermo’, ordino’ al suo schiavo di leccarmi (per far arrivare la maggior quantita’ di sangue nella parte) e alla fine quando lo ritenne opportuno, lego due cordicelle agli anelli del piercing, aprendo le labbra fino a scoprire completamente il mio fiore, che adesso si rivelava in tutto il suo umido splendore.
Non paga inoltre chiese che mi aprissi con le mani le natiche, in modo da esporre completamente la parte ai colpi. E meno male che Marco aveva detto che questa non era la posizione migliore per impartire una flagellazione del sesso.
Lentamente mi portai le mani sul didietro che scoprii notevolmente caldo e dolorante, anche al mio semplice e delicato tocco. Cosi messa riprese a frustare con una frusta a piu’ correggie, molto flessibili ed indicate a seguire ogni piu’ piccola piega della carne.
Ogni colpo era come sentire un’orda di aghi traffigere il sesso e l’ano. Ma il culmine lo raggiunse quando con un colpo mirato raggiunse il clitoride e il buchino posteriore.
Dapprima urlai come una pazza, tirando i legacci e rischiando di farmi male con essi, dopodiche’ proruppi in un urlo di godimento che mi fece svenire.
Non avevo mai goduto cosi intensamente in vita mia.
Marco fu orgoglioso di cio’, avevo goduto sotto la frusta, come nelle migliori leggende sadomaso.
Mi fecero riprendere con dell’acqua fresca, mi slegarono e mi appoggiarono su un tavolo, in quanto il Gran maestro di cerimonia, voleva scoparmi.
Lui era davvero un bell’uomo, di una bellezza quasi diabolica, si avvicino’ si stese sul tavolo e mi ordino’ di impalarmi sul suo membro, che era di dimensioni enormi, sia come lunghezza che come circonferenza.
Per bonta’ nei miei confronti mi “concesse” di lubrificare prima l’attrezzo con i miei succhi vaginali.
Mi avvicinai con il dovuto rispetto e sottomissione al suo arnese e lo introdussi per meta nella topina vogliosa, che faticava a stento a contenerlo.
Venne il turno del culo, ma per aggiungere un po’ di pepe (leggi sadismo), mi ordino’ di volgergli le spalle e di sorreggermi sulle mie gambe, durante la penetrazione.
Dove sta’ il sadismo della cosa mi fu subito chiaro. Per quanto fossi una frequentatrice di palestre e tenessi molto al mio fisico, mi fu palese immediatamente che non avrei potuto resistere a lungo e che giocoforza avrei dovuto prenderlo tutto, fino in fondo.
Ebbi un fremito di paura, non ero sicuramente vergine di culo, ma un affare di quelle dimensioni non lo avevo mai preso.
Il Maestro mi sollecito’ di li a poco e non ebbi tempo di pensare oltremodo al mio povero culetto.
Cominciai l’operazione molto dolcemente, guadagnando i primi centimetri, ma ben presto le gambe dettero i primi segnali di cedimento, cominciando a tremare, e la cosa procuro’ immenso piacere al Maestro.
Questo pensai e’ quello che provavano gli impalati.
Mi sembrava di essere letteralmente spaccata in due e non ero neanche a meta dell’opera. Inoltre dalla meta’ in poi non avrei potuto contare sulla lubrificazione.
Ad un certo punto ormai sfatta caddi sul mostruoso arnese che mi trafisse come una lancia, e sentii oltre ai suoi peli sul sedere (segno che ormai era fatta), anche un po’ di sangue, colarmi tra le cosce.
Certamente non era finita, e il Maestro comincio’ non so come a menarmi da quella posizione dei gran fendenti, che distrussero le mie ultime resistenze.
Crebbe in me di conseguenza oltre al dolore anche un piacere incommensurabile e venni urlando nuovamente, spingendo il sedere sul suo pube, come a volerne di piu’.
Quando venne il Maestro io ormai ero in uno stato di incoscienza, sentii appena che mi “sfilavano” da lui e mi portavano nella mia stanza, dove passai qualche giorno, per riprendermi.....anche perche’ mi disse in seguito, mi aspettavano le punizioni per le mie mancanze...
ma queste ve la raccontero’ la prossima volta.
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