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Festa di carnevale
Scritto da Tyzzy (T) e me (F). Buona lettura.
[F] Il carnevale è un'occasione pre lasciarsi dietro la propria personalità e diventare quello che si vuole. Uno può diventare un vampiro, un supereroe, un casanova e comportarsi nel personaggio in cui si indossa i panni. Pensavo a questo mentre avevo tra le mani l'invito per una festa logicamente di Carnevale. Decisi di andarci. Uscito dal lavoro mi recai in un noto negozio della mia città in cui affittavano costumi e tra la moltitudine dei loro capi decisi di vestirmi da Pirata. So che magari può sembrare scontato ma mi piaceva troppo quel vestito. Cappotto lungo marrone, gilet, maglia a sbuffo, fusciacca, porta spada, cinturone, calzoni, stivalie l'immancabile tricorno. Mi sentivo tanto come Jack Sparrow... Pagai, lo presi e tornai a casa. La festa sarebbe stata la sera stessa.....
[T] Anche quest'anno ero stata invitata da Cristina ad una festa di carnevale e volevo veramente stupire. Mi ero preparata in tempo e quest'anno il mio travestimento era da Cat Woman...tuta in lattex nera e tacchi a spillo. Ero particolarmente eccitata perchè volevo stupire tutti vestendomi in modo sexy e provocante. Sapevo che Cristina avrebbe fatto lo stesso e volevo superarla almeno quest'anno. Alle 9.00 di sera salii sulla mia Ducati nera e mi diressi alla festa..
[F] Arrivai con il mio maggiolone alla villa della festa. Situata in mezzo ad un parco, era una vera e propria villa di lusso. Il cancello era aperto e con la macchina mi diressi verso l'ingresso. C'era già una moltitudine di gente. Uscì dalla macchina e subito arrivò l'inserviente che mi chiese le chiavi della macchina per poterla andare a parcheggiare. Gliele diedi e lui sparì con il mio maggiolone. Non entrai subito mi guardai attorno. C'era tutta la gente vestita coi costumi più svariati. Stavo osservando quando sentì un rombo di un motore e ti vidi arrivare....
(T) ..mi tolsi il casco e con un movimento ondulatorio mi misi a posto i capelli. Alzai la gamba destra e scesi dalla mia Ducati Monster. Un bel ragazzo di colore mi si avvicinò e con voce tremante mi prese in consegna la moto e me la parcheggiò lì vicino. La gente era veramente tantissima, e mi sentivo tutti gli sguardi addosso. Mi piaceva ed accentuavo la mia camminata sculettante. Vidi Cristina, il mio amore, ci corremmo incontro e ci baciammo come di consueto sulla bocca. Anche lei era molto bella ed il suo vestito le era pitturato addosso facendo intravvedere tutto di lei. Aveva una tutina di pizzo trasparente...era bellissima anche quest'anno.....
[F] Mi gustai tutta la scena senza farmi notare. DUe dee che si baciavano, una vestita di pelle, la'ltra in pratica nuda solo con quel vestito dipinto. Le seguii con lo sguardo da dietro e non potevo non notare la loro camminata. Molto probabilmente sapevano di essere belle e desiderate e non volevano fare ameno di non farlo notare. Decisi che avrei tentato di conoscerle. Entrai anch'io all'interno della villa e mi avviai verso il buffet sempre senza mai perderle di vista. Presi un vassoi da un cameriere con sopra tre bicchieri di martini e mi avviai verso quelle due dee, incurante di tutta la gente attorno....
(T)..notai che tutte le persone ci guardavano insistentemente, d'altronde non passavamo e non volevamo passare inosservate..ci dicemmo che avremmo fatto di tutto per passare una serata unica stupendo anche noi..e così facemmo. Entrammo in questa bellissima villa e cercammo subito da bere anche perchè veramente non conoscevamo nessuno eccezzion fatta per una decina di persone che però al momento non vedevamo. Mano nella mano ci avvicinammo al buffet per prenderci da bere...
(F) Vi vidi arrivare verso di me. Accelerai il passo e mi trovai di fronte. Vi guardai attentamente. Uno splendore, vi sporsi il vassoio e vi chiesi se volevate da bere. I miei occhi scrutarono i tuoi e feci il miglior sorriso che potessi mai fare. Su ogni bicchiere c'era una oliva come decorazione....
(T)..accettammo volentieri da bere dal tuo vassoio ed afferrammo due bicchieri di spumante portandoceli alle labbra ed incominciando a bere. Io e Cristina notammo il tuo sguardo direi voglioso e sorridemmo al pensiero....ci voltammo ed accentuando il nostro sculettare per vedere che effetto ti poteva fare ci allontanammo per andarci a sedere su un divano poco lontano da lì..
(F)...mentre sorseggiavi i miei occhi erano andati sulla tua scollatura generosa e sui seni scoperti ma pitturati della tua amica. E mentre sorseggiavate il vostro drink non potevo fare a meno che mi sarebbe piaciuto ampliare la conoscenza. Mentre vi dirigevate verso il divano, il mio sguardo fu catturato dalle vostre forme sinuose ed inizia ad eccitarmi. Posai il vassoio e mi diressi verso di voi che nel mentre vi eravate sedute e parlavate tra voi guardando gli invitati. Ad un certo punto tu alzasti lo sguardo, i nostri occhi si incontrarono e ci fissammo per un istante. La tua amica ti guardò e sorrise perchè aveva riconosciuto il tuo sguardo. Arrivai davanti a voi e vi chiesi se potevo unirmi a voi...
(T)..ovviamente dopo esserci guardate ed accennato un sorriso ti sussurrai di si e ti facemmo posto sul divano spostandoci leggermente. Ti sedesti vicino a me e le tue cosce aderirono perfettamente alle mie. Ti squadrai tutto come fece d'altronde anche Cristina che mi diede un piccolo colpetto col gomito sul fianco. Si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò..."niente male, niente male"...Ti guardai nuovamente e notai che la tua attenzione era attirata dal mio seno e le mie coscie...
(F) ...non potevo non notarlo. Avevi un bellissimo decoltè e le tue gambe mi facevano impazzire. Iniziamo a parlare del più e del meno e a commentare i vestiti delle altre persone. Intanto con la mia gamba iniziai ad accarezzarti la tua. Mi girai verso di te e vidi che la tua amica mi stava guardando e nel mentre una suia mano si appoggiò sulla tua coscia. TU girasti lo sguardo verso di me e ti umettesti le labbra con la lingua e sentì una pressione maggiore sulla mia gamba....
(T)..incominciai veramente ad eccitarmi...sentire la mano di Cristina che mi sfiorava e la tua gamba aderente alla mia che si strusciava mi fece arrossire un attimo e mi salirono i calori nel corpo. Percepii un lieve inumidimento al di sotto della mia tutina in lattex all'altezza dell'inguine visto che non portavo ovviamente le mutandine e questo mi imbarazzò un attimo. Sentii i miei seni ingrossarsi sotto la tuta ed innalzarsi nella scollatura scoprendosi ancora di più
T)...parlando e facendo finta di nulla presi la mano di Cristina e me la portai alla bocca baciandola e nello stesso momento appoggiai la mia mano destra sulla tua coscia. Mi guardasti mentre Cristina aveva notato la mia avances verso di te ed incominciava ad interessarsi alla faccenda guardando con interesse i nostri movimenti. Il mio sguardo scese sul suo inguine che ormai era completamente ben visibile dato che sotto la tutina bianca in pizzo non portava anche lei biancheria intima come era solita....
(F)...presi il coraggio a due mani e posai anche la mia mano sulla tua gamba. Iniziai a sentire il tuo respio afannarsi e vidi i tuoi capezzoli indurursi dall'eccitazione. La tua amica posò le sue labbra sul tuo collo e con la lingua te lo lambì guardandomi negli occhi. Capì che era un chiaro invito a continuare. Allora ocn la mia mano ti accarezzai ed iniziai a salire. Tu apristi le gambe come un chiaro invito a proseguire. Avvicinai anch'io il mio viso al tuo collo e feci la stessa cosa della tua amica...
(T)...mi stavate facendo impazzire, i brividi mi pervadevano tutto il corpo ed il mio respiro era diventato affannato...instintivamente socchiusi gli occhi e chinai la testa indietro abbandonandomi ai vostri baci ed ai vostri sfioramenti incurante delle persone che ci circondavano. Allargai leggermente le coscie agevolando i vostri toccamenti. I vostri baci divennero morsi sul mio collo e questo accentuava di molto la mia eccitazione. Inconsciamente mi sfiorai il seno e feci scendere la lampo della mia scollatura
(f)...vidi la tua mano far scendere la lampo e miei occhi andarono sui tuoi seni. Intravedevo i tuoi capezzoli belli duri, eccitati per quella situazione. La tua amica cristina intanto aveva raggiunto la mia mano ed insieme alternandoci ti accarezzavamo il tuo fiore ancora ricoperto del tuo costume. Sentivamo il tuo calore in mezzo alle gambe. Io intnato con la mia bocca ero arrivato al tuo lobo eìdell'orecchio ed ogni tanto ti davo un morso. Cristina invece aveva avvicinato le sue labbra alle tue...
(T)...incurante delle persone che ci circondavano e che certamente avevano notato quello che stavamo facendo ed eccitata dai tuoi morsi al mio orecchio mi sporsi verso Cristina ed agevolai il suo accenno di bacio facendo uscire la mia lingua perchè incontrasse la sua e si unissero in un abbraccio erotico. Nel frattempo la mia mano aveva preso a salire sulla tua coscia per raggiungere la tua montagnola inguinale.
(F) sentii la tua mano avvicinarsi al mio membro bello eccitato da quella situazione. La mia mano lentamente si avvicinò al tuo seno e la infilai sotto al tuo costume. Intanto voi due continuate a baciarvi. Qualche pertecipante della festa si fermava a guardarci ma noi incuranti continuavamo. L'altra tua mano libera iniziò a percorrere la coscia di cristina ed arrivoò al suo fiore mentre le mie dita avevano iniziato a torturarti leggermente il tuo capezzolo....
(T)..la mia mano scivolava sempre più su sulla tua coscia nascosta sotto il tuo mantello ed arrivai al tuo membro che percepivo ormai in una fase molto avanzata di eccitazione. Mi ero piano piano allungata sul divano allargando le cosce e la mia mano era appoggiata sul sesso di Cristina e mi ero ormai bagnata il palmo della stessa perchè anche lei penso non ce la facesse più e mi voleva. Sussurrai ad entrambe di portarmi in un luogo più appartato per continuare il nostro gioco ed evitare che quelle persone che ci guardavano non pensassero male...
(F) ...lentamente le nostre bocche, le nostre mani si fermarono e abbandonarono le carezze e i baci che si stavano facendo. Cristina ci disse di seguirla, molto probabilmente conosceva quella casa. Come in una processione camminammo in mezzo alla gente, Cristina davanti, tu dietro di lei ed io dietro di te. Ammiravo il tuo fondoschiena e tu l accentuasti sculettando più del dovuto. Ad un certo punto c'era un gruppetto di persone che ostruivano il nostro cammino ed io distratto arrivai contro di te. Il mio membro eccitato andò contro il tuo sedere avvolto in quella tuta nera e tu sentisti il mio membro duro. Non ti levasti, anzi gli andai ancora più contro per sentirlo meglio in mezzo alle tue rotondità. Purtroppo durò poco perchè con Cristina riprendemmo il percorso ed iniziammo a salire le scale...
(T)...ero come in trance e per un momento mi doveste prendere da sotto le braccia e farmi salire le scale. Non sapevo dove mi stavate portando, ma adoravo essere l'oggetto del piacere di Cristina e tua. Con fare sicuro Cristina ci indicava la strada e sentivo le tue mani che scrutavano il mio culetto con fare esperto esplorandolo in tutta la sua superficie....ma non avevo nemmeno la forza di dirti qualcosa perchè mi piaceva moltissimo...! Percepivo cosa mi sarebbe capitato da li a poco con due assatanati come voi...Cristina la conoscevo...adorava queste situazioni e con lei a fianco non temevo nulla....non era la prima volta
(F) entrammo tutti e tre in una stanza. Al centro c'era un letto enorme, molto probabilmente era la stanza padronale. Io chiusi la porta e poi quando mi voltai vidi la tua macchina che ti era già addosso. Tu eri in piedi e lei piano piano aveva fatto scendere ancora di più la cerniera del tuo vestito e ti aveva già scoperto i tuoi seni eccitati. Avvicinò la sua lingua sui tuoi capezzoli ed iniziò a darti piacere con quella. Poi con lo sguardo andò verso di me e capii che dovetti avvicinarmi. Arrivai dietro di te e con le mie mani inizia a stuzzicarti il capezzolo libero dalla bocca famelica di cristina....
(T)..ero in piedi in mezzo al letto il vestito mi era stato sfilato fino ai fianchi ed entrambe mi stavate succhiando i capezzoli e maneggiando i seni in una maniera pazzesca...non capivo più niennte, ma volevo che le vostre mani continuassero ad accarezzarmi ed a scrutare il mio corpo. Cristina mi fece segno di allargare le gambe ed io obbedii. Tu indossavi ancora la mascherina nera e non ti avevo visto in faccia, ma per la situazione che si era creata mi bastava aver chiaramente sentito quello che possedevi in mezzo alle gambe
(F) come sincronizzati, io e cristina ti davamo piacere. Le nostre bocche sui seni, le nostre mani sul tuo dolce fiore. Ti facemmo sdraiare. TU allargasti le gambe e cristina affamata con la sua bocca iniziò a darti piacere. Io continuai a leccarti i seni mentre una tua mano mi accarezzava il mio membro duro per l'eccitazione....
(t)...adoravo quella situazione e Cristina lo sapeva bene, perchè spesso mi aveva fatto vivere quelle sensazioni...sapeva che adoravo essere trattata come un oggetto...La mia mano ormai frugava dentro i tuoi pantaloni e cercava di abbassare le tue mutandine per prenderlo in mano. Il tuo odore dociastro ormai mi pervadeva tutta e mi eccitava. Trovai il tuo membro e lo preso completamente in mano tirandolo con forza verso di me e ti provocai un piccolo dolore perchè gemesti. Ormai Cristina mi aveva spogliata completamente ed ero nuda davanti a te...uno sconosciuto che avevo visto da pochissimo e che già stava scoprendo la mia intimità
(f) la tua mano sul mio membro mi procurò un piccolo dolore che subito prese il soppravvento una dolce sensazione. Mi spoglia tutto mentre cristina dopo acerti spogliato si era spogliata anche lei. Io e lei ci guardammo negli occhi e allora io mi posizionai vicino alla tua testa con il mio membro e scesi con la bocca verso il tuo fiore in un 69, e alla mia bocca si unì anche la tua amica e insieme iniziammo a leccarti la tua figa che aveva già iniziato ad inumidirsi molto prima. Ogni tanto la mia lingua si univa a qualla di cristina e ci scambiavamo i tuoi umori...
(T)...il tuo membro nel frattempo mi riempiva la bocca ed io con voracità andavo su e giù con la testa per simulare una masturbazione con la testa. Mi scendevi fino in gola e sentivo i tuoi primi liquidi bagnarmi la lingia e scendermi giù inesorabilmente. Annusavo i tuoi peli e mi eccitavo a sentirvi lavorare insieme la mia vagina. Alzai le ginocchia per agevolare il vostro lavoro su di me e Cristina colse l'occasione per sfiorarmi il buco del mio culetto...sapevo che l'avrebbe fatto...per lei è irresistibile. Con le mani accarezzai i tuoi glutei e li presi spingendoli verso di me e per fare entrare ancora di più il tuo membro in me
(F) sentivo la tua lingua giocare con il membro. Divenne sempre più duro. La mia lingua continuava il suo lavoro nella tua figa e cristina dopo aver insalivato bene bene il tuo secondo fiore, iniziò a penetrarti con un dito. La mia mano intanto ti stuzzicava i capezzoli che erano sempre + duri e la mia lingua ti penestrava sempre di più. Sentii i tuoi gemiti soffocati dal mio cazzo. Allora con l'alatra moano iniziai a masturbarti come cristina stava facendo con il tuo secondo fiore....
(T)...non resistevo più ed i miei fianchi accompagnavano ritmicamente le vostre penetrazioni dentro me. Accellerai la mia masturbazione del tuo membro con la bocca accompagnando ogni movimento con un gemito sordo e desideroso di divorarlo. Cristina ormai mi aveva penetrato con tre dita...la percepivo chiaramente e tu avevi trasformato la mia vagina in un lago di liquido che bevevi voracemente. Stimolavi con esperienza il mio clitoride che pulsava dall'eccitazione e mi penetravi con la lingua profondamente
(f)...la tua bocca era magnifica, il tuo miele inebriante. Mi fermai un attimo e con tuo disappunto feci uscire il mio cazzo dalla tua bocca. Cristina lo guardò con voglia, anche lei era eccitata, mentre con la sua mano ti stava dando piacere con l'altra si era masturbata fino adesso. Smise anche lei. Lentamente come un'anguilla con il suo corpo ricoprì il tuo e arrivò vicino al mio cazzo. Ora tutti e due iniziavate a leccarmelo e intanto le vostre mani giocavano rispettivamente con il corpo dellìaltra. Le tue mani andarono sulla sua figa gocciolante e le sue suoi tuoi seni....
(T)...eri in ginocchio sul letto ed il tuo membro era ritto davanti ai nostri occhi lungo, grosso e nerboruto...scappellato quanto basta e rosso sulla punta...Cristina non se lo fece dire due volte e con la sua esperienza lo ingoiò più volte provocandosi quasi un conato...io la guardavo e ti stimolavo lo scroto per eccitarti di più. Ti lasciasti andare indietro e cadesti sul letto a gambe larghe. In un momento in cui Cristina si era calmata un attimo te lo presi in mano e lo sfiorai in tutta la sua lunghezza guardandomelo per bene.....sei pazzesco
(F)...le vostre bocche fameliche sul mio cazzo duro mi facevano impazzire. Delicata la tua bocca, famelica quella di cristina. Le mie mani andarono sul fiore di crisitna ed iniziai a torturarla con le mie sapienti dita, mentre invece con te decisi di leccare il tuo miele e come se ci leggessimo nella mente, tu posizionasti il tuo fiore sulla mia bocca ed inizia a suggere il tuo miele...
(T)...la mia produzione quel giorno era particolarmente abbondante perchè la situazione si prestava benissimo ed ero eccitatissima...senza volerlo appoggiai la mia vagina aperta sulla tua bocca ed il tuo naso e percepii le tue labbra che si aprivano e la tua lingua che mi penetrava. Ti avevo bagnato tutta la faccia e la cosa mi piaceva tantissimo..Cristina mi chiese di sdraiarmi accanto a te...lei fece un 69 perfetto con me incominciandomi a leccare come suo solito la vagina effentuando un movimento dall'alto verso il basso con la lingua aperta...sapendo che mi faceva impazzire. Ordinò a te di penetrarla sopra la mia faccia subito.....e tu obbedisti
(F)...bevevo il tuo lago niebriante. Poi mi alzai e avvicinai il mio cazzo vicino alla tua bocca mentre eri impegnata con la figa della tua amica. Tu me lo leccasti un pò e poi io lentamente penetrai cristina. La tua lingua me lo leccò mentre penetravo dentro quella bellissima figa calda e bagnata. E intanto lei iniziò a gemere...
(T)...leccai il tio membro in tutta la sua lunghezza e perccepii chiaramente che Cristina era eccitata come non mai perchè davanti ai miei occhi vidi il tuo membro entrare in lei senza alcuna difficoltà ed il suo buco era dilatato tanto che potevo vederci all'interno. Il mio viso venne bagnato da alcune tue gocce di sperma e da altre di Cristina che gemeva dal piacere. Cominciasti a entrare ed uscire da lei con foga e ad ogni movimento Crsitina emetteva alcuni gridolini che ci eccitavano senpre di più...Con un dito cominciai a masturbarmi, ma vovevo venire insieme a voi e godermi lo spettacolo del vostro orgasmo ad un centimetro dalla faccia
(F)...io continuai a penetrarla quando ad un certo punto mi ritrovai sdraiato con cristina sopra di me che mi cavalcava. TU ti mettesti la tua figa sulla mi a bocca e con la tua iniziasti a baciare i seni di lei, a mordicchiarli, mentre cristina continuava a galopparmi. Poi ti piegasti, e la tua bocca si avvicinò di nuovo là dove la stavo penetrando. Ad ogni uscita da lei, la tua limgua dava piacere ed intanto cnch'io davo piacere a te. Sentii il mio cazzo gonfiarsi e nello stesso momento sentii i muscoli della vagina stringerlo. La mia bocca divenne forsennata e ti penetrai anche con le dita masturbandoti e portandoti vicino all'orgasmo...
(T)..Cristina era impazzita ed urlava forsennatamante l'orgasmo che stava per raggiungere era indescrivibile...leccai con voracità il liquido che usciva dalla vagina di Cristina e scendeva...biancastro...sui peli del tuo pube...penso che le sue contrazioni vaginali ti facessero impazzire a tal tunto che ormai Cristina faceva uscire il tuo membro dalla sua vagina e lo faceva rientrare con una tale facilità che mi stupii...
Il membro era rosso come mai e tu chiesi a gran voce di farmi venire perchè era ormai una mezzoretta che tenevamo...Cristina stava per esplodere e penso anche tu perchè la situazione iniziava ad essere veramente insostenibile per tutti
(F)...non ce la feci più. Glielo misi dentro tutto in un colpo nello stesso
momento dell'orgasmo di cristina e il mio cazzo eruttò tutto il mio seme dentro di lei. Nello stesso momento anche tu però raggiungessi l'orgasmo, merito della mia lingua e delle mie dita. E un grido liberatorio si sentì echeggiare nella stanza. Il mio cazzo continuò a sborrare e allora tu con la tua lingua
iniziasti a leccare il mio seme misto al miele della tua amica, mentre
lentamente lo feci uscire da lei....
(T)...venni innondata dai vostri liquidi e potei saziarmi di voi partecipando al vostro orgasmo con il mio. Cristina crollò sul letto accanto a te esausta, bellissima nella sua nudità assoluta. Io potei continuare ancora per un pò a giocare con il tuo membro, che piano piano si rimpiccioliva dopo il lungo
lavoro. Mi lasciasti fare mentre con Cristina ti lasciavi andare a baci appassionati dietro di me. Ti tenei in bocca il membro fino a che non ebbe più sostanza bevendo tutto il bevibile e beneficiando ancora di alcune contrazioni che facevano espellere dello sperma biancastro
(F) La tua bocca continuava a bere il mio seme. Orami il mio cazzo si era ammosciato. Mai orgasmo più intenso avevo provato. Continuai a baciare la tua amica mentre la tua bocca continuava a prosciugarmi. Poi mi staccai da lei e andai verso di te ed iniziai ad accarezzarti e baciarti lungo tutto il corpo
per ringraziare anche te...
(T)...fu un gesto che mi fece molto piacere e ricambiai le carezze ed i baci con passione lasciandomi andare nelle tue braccia....mi era molto piaciuto e te lo dimostrai baciandoti su tutto il corpo. Infine ci abbandonammo tutti e tre sul lettone sfiniti, sudati, ma felici.
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14 years ago
admin, 75
online -
Doccia in palestra prima uno poi l\'altro e era la
Dopo la palestra una bella doccia calda è quello che ci vuole,chiudo gli occhi e sento l’acqua scorrere su di me, ad un tratto sento una mano che accarezzandomi delicatamente l’interno cosce sale fino a sfiorarmi il cazzo,sto al gioco,socchiudo gli occhi e intravedo un uomo molto muscoloso,li richiudo e faccio l’indifferente,lui continua,ora con due mani,mi tocca il cazzo che impietrito resta molle,sale con le mani sul petto,mi tocca i capezzoli,mi piace,è bello e penso sia un sogno a farmi questo,continua con le dita a stringermi le tette e a strizzarmi i capezzoli,mentre con la mano da sotto tocca il mio buchino che,bagnato di sapone invita ad entrare e continua cosi’ per minuti di interminabile piacere,come se mi stesse facendo un ditalino,imbambolato,scioccato e sempre con gli occhi chiusi lascio fare perché il piacere che sento è tanto e i miei fremiti continuano a darmi eccitazione,mentre l’acqua calda che scende dalla doccia crea una sensazione stupenda ;lui si avvicina sempre di più,quasi sento il suo respiro,con la bocca comincia a morsicarmi i capezzoli mentre il dito da dietro ha ormai allargato completamente il mio buco,la sua bocca sale,mi bacia sul collo,la sua lingua scivola dal collo alla guancia e in un attimo me la sento la che spinge sulle labbra per entrare,le allargo leggermente e la faccio entrare, è carnosa,grossa e lunga,si allunga nella mia bocca incrociandosi con la mia,caspita!non so più cosa sto facendo,con le due lingue che si incrociano e si sfregano,cominciamo a limonare alla grande per minuti indimenticabili,mentre la sua gamba e le sue mani si muovono sul mio corpo liscio,senza peli e scivoloso dallo shampo. Sono perso,non capisco più niente,socchiudendo gli occhi ma con difficoltà a causa dell’acqua sulla faccia,ho l’impressione che un uomo di colore ci stia guardando,ma non do peso alla cosa,sono ormai perso nel piacere, ad un tratto mi spruzza ancora di shampo,mi insapona completamente e girandomi mi appoggia il suo cazzo durissimo e grosso al mio buco ormai più che lubrificato,non fa in tempo ad appoggiarlo che subito scivola dentro da tanto sono eccitato e insaponato,è fantastico,lo sento pulsare e piano piano comincia a pomparmi,vengo una,due,tre,non le conto più,ma so solo che vengo con brividi fortissimi e con solo gocce di sperma,sono in balia del piacere,ad un tratto si ferma e con due o tre colpi forti sento entrare dentro di me un liquido caldo accompagnato da sussulti e tremiti,stringo perché voglio sentirlo ancora dentro ma purtroppo piano piano lo sento uscire,mentre il mio buco resta ancora largo e caldo. Non faccio in tempo a girarmi,quando davanti a me mi trovo l’uomo di colore che ci stava guardando,teneva in mano il suo cazzo duro e si stava toccando,mi spinge contro la parete della doccia,mi fa piegare in avanti e mi mette in bocca quel suo cazzo che faceva fatica a stare dentro tutto,comincio a fargli un pompino,era per me la prima volta,ma dai gemiti che sentivo dovevo essere bravo,anche perché diventava sempre più duro e io con le labbra,con la lingua e con tutta la bocca cercavo di farlo godere sempre di più,ad un tratto mi solleva la testa,mi appoggia la mano sulla spalla,mi gira e piegandomi mi appoggia un cazzo ancora più grande del primo,spingendomi verso di lui lo invito ad entrare,è grande,mi brucia un pochino ma il piacere è talmente immenso che passa subito,comincia a scoparmi,piano,lo sento tantissimo che spinge e si ritrae,poi spinge più forte,poi piano,avanti e indietro,ad un tratto si ferma,sussulta,tremando e gemendo mi schizza dentro una quantità enorme di piacere caldo,è fantastico e indescrivibile il piacere che ho sentito,entrambi ci fermiamo,lui lo ritrae e io con un buco ormai dilatato che entrerebbe anche un treno mi rimetto sotto l’acqua bollente e finisco la mia doccia,ma aimè,dopo la doccia ho dovuto fare un pompino anche al primo uomo muscoloso che mi ha iniziato sotto la doccia,perché nel frattempo gli era ritornato duro un’altra volta.
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14 years ago
adalberto55,
48
Last visit: 12 years ago
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Il sacrificio
Mi chiamo Anna, sono sposata con Paolo da circa dieci anni, insieme abbiamo creato una piccola fabbrica di mobili con sei operai. Tutta la nostra produzione , che si riassume in due linee è composta da mobili di tipo economico e standard, che noi esportiamo in Tunisia. Il nostro committente tunisino si chiama Omar, un bel maschio di trentacinque anni scapolo che viene a trovarci ogni tre mesi circa, e fra noi si è instaurato un bel rapporto, anche se devo dire che spesso, anche se sempre in presenza di Paolo mi fa sempre dei complimenti, anzi una velata e discreta corte, ma sempre senza mai essere volgare o pesante. Fra me Paolo c’è una perfetta intesa, ci dividiamo i compiti e le cose vanno molto bene, a letto poi è un vero maschio, mi scopa con decisione e io ci provo molto piacere. Due anni fa poi le cose sono cambiate, anche per noi è arrivata la crisi, di colpo sembrava che la nostra produzione non trovava più mercato, e allora abbiamo dovuto dare fondo alle nostre riserve economiche per resistere, ma la situazione non sembrava trovare sbocchi. Omar ci è venuto a trovare per esaminare insieme il da farsi per migliorare le cose, e secondo lui la soluzione poteva essere in un cambiamento della linea produttiva, aggiungere un nuovo prodotto, più raffinato, più made in Italy che da quelle parti è sempre piaciuto. Così abbiamo deciso di comperare nuovi macchinari per questa modifica impegnandoci con la banca oltre le nostre possibilità per circa mezzo milione di euro. All’inizio le cose sembravano girare, tanto che poi abbiamo anche sperato di poter rientrare presto con il capitale esposto, poi di nuovo tutto fermo, e dato che eravamo in vista delle ferie estive abbiamo deciso di prolungarle a tutto il mese di agosto. Omar è venuto a trovarci dopo la metà di luglio, e ha convenuto con noi che fermarci un poco era la soluzione migliore, e ci ha anche invitato ad andare da lui per trascorrere le vacanze estive, “ si ci manca anche che ci mettiamo in ferie anche noi, con tutti i pensieri che ho “, gli ha detto Paolo, ma lui lo ha guardato, poi ha guardato me che ero un poco più distante e ha detto “ veramente io potrei darvi una mano, ma …… “ e guardando verso me ha aggiunto lei dove essere d’accordo, magari anche solo per una notte”. Paolo è rimasto muto, mi ha guardata, poi ha risposto “vedremo”. Quando mi ha detto della proposta io sono rimasta senza parole, certo non mi aspettavo una simile richiesta da Omar, si era sempre comportato con amicizia, ma mi rendevo anche conto che eravamo in un brutto momento, e Paolo poi mi ha fatto capire che era un sacrificio necessario, lui si rendeva conto di chiedermi molto, ma questo ci avrebbe rimesso in carreggiata. Sono rimasti d’accordo che lo avremmo raggiunto al suo paese i primi di agosto, e durante quei dieci giorni lui non ha fatto altro che cercare di convincermi, io dal mio canto ero furiosa, mi sentivo con una merce di scambio, umiliata come donna, ma consapevole che era necessario, e poi mi ripetevo spesso che in fondo Omar era un bell’uomo, alto spalle larghe belle mani curato, in fondo era una scopata, e poi pace. Così andammo in Tunisia, e arrivati io con l’aria dell’agnello pronto per il sacrificio, trovammo ad accoglierci Omar, contento della nostra presenza, ci portò direttamente al porto e ad un molo dove c’era la sua barca ormeggiata e partimmo per una crociera noi tre soli. Appena partiti lui ci disse che potevamo metterci nudi, tanto non c’era nessuno che ci disturbava, e io ero curiosa di vedere coso nascondeva sotto, quindi senza troppe perdite di tempo mi sono spogliata, e devo dire che lui mi ha guardata senza dimostrare troppa emozione, poi lui e Paolo si sono denudati, mio marito ha un bel cazzo di circa venti centimetri, e in quel momento per me si realizzava la possibilità di confrontarlo con un altro dato che io avevo, fina a quel momento visto solo il suo, Omar ha sfoderato un cazzo di proporzioni maggiori rispetto a quelle di Paolo, e forse un poco più lungo, mi sono eccitata leggermente, e per non darlo a vedere mi sono sdraiata davanti alla prua della barca. Verso l’ora di pranzo mentre io cucinavo, anche loro erano sdraiati a prua, parlavano e ridevano come due vecchi amici che si raccontano delle avventure, poi ad un tratto ho visto Paolo scattare in piedi, guardare verso Omar, e poi appoggiarsi pensieroso verso il bordo della barca. Ero troppo distante per capire cosa gli poteva aver detto e li ho chiamati per mangiare. Abbiamo pranzato in silenzio, poi Omar è salito sul ponte superiore dove si comanda la barca, mentre io rimasta sola con Paolo l’ho tempesto di domande, “ che succede?, che cosa ti ha chiesto in più?, non ci concede il finanziamento, sono troppa brutta per lui?, non valgo il prezzo che paga?, “ ma lui a testa bassa non mi rispondeva, poi incalzato da me l’ho costretto a rispondermi, “ no, no è che non vai bene, è che ……. è che … che c’è stato un’ equivoco, lui non vuole ……..” “ cosa?, cosa vuole, me lo dici?” “ è che lui vuole che io …. si insomma io e lui”, per un momento non ho realizzato. Poi mi sono resa conto che non ero io l’oggetto dei suoi desideri, ma Paolo, allora sono esplosa, ero furiosa, come donna metà di me era assolutamente offesa, per essere rifiutata per un maschio, mentre come socia di Paolo l’ho attaccato, “ e che cazzo, adesso tu ti tiri indietro, dopo tutte le paranoie che mi hai fatto sul sacrificio da fare per salvare la fabbrica adesso non ti stà più bene, e no caro mio adesso ce lo metti il culo, come a me ci facevi metter la fica tu ti sacrifichi nello stesso modo in cui io ero pronta a farlo per noi.” Detto questo sono salita sopra, e raggiunto Omar gli ho chiesto “ è difficile pilotare questa barca?”, “no, vedi questo è il timone, la bussola, e queste due leve comandano i motori, così vai più forte e cosi più piano”, l’ho guardato, “bene, allora guido io, e tu hai la mia benedizione,” gli detto e con il capo ho fatto un cenno indicando il ponte sotto, lui mi ha sorriso e dato un bacio sulla guancia, mi ha ringraziato ed è sceso di corsa sotto coperta, poi io i sono sporta e li ho visti avviarsi verso la gabina matrimoniale posta a prua. Dentro di me è cresciuta una forte curiosità, non avevo mai visto due uomini fare sesso, e allora ho rallentato i motori, ho diretto la barca verso il mare aperto, poi silenziosamente sono scesa e sono andata davanti, dove c’erano due finestre della gabina dove stavano loro, e li ho spiati da sopra. Lo spettacolo mi ha fatto eccitare moltissimo, erano impegnati in un 69, tutti e due avevano il cazzo in tiro, erano intenti a leccarselo a vicenda con gusto, tanto che mi ha sorpreso veder Paolo godere e far godere l’altro, istintivamente mi sono toccata fra le gambe, e mi sono scoperta fradicia, era sconvolgente vedere Omar godersi il mio cazzo che mi ha sverginato, fatto godere e che ora era lui a goderselo, ma non ho provato gelosia, forse invidia, avrei voluto andare sotto ed infilarmi fra loro, si li volevo, e mi stavo infilando due dita dentro la fica ipnotizzata dallo spettacolo che vedevo. Poi lui lo ha fatto girare, ha continuato leccargli il buchetto del culo, poi lentamente gli ha piantato tutto il, cazzo nel culo, lentamente, credo senza fargli male visto che lui istintivamente collaborava spingendo indietro il suo corpo, poi ha cominciato a stantuffarlo avanti ed indietro, ero sconvolta dal piacere dello spettacolo, e godevo masturbandomi furiosamente, mentre Paolo si lasciava scopare e lo incitava sempre più forte, mmmmuuuuhhhh dai …… siiiiii …. più forte …… daiiiii… poi lui ha sborrato dentro il culo di Paolo, mentre lo masturbava, fino a farlo sborrare anche a lui con lunghi getti di sborra che si è depositata fra le lenzuola e il corpo di mio marito, Omar si è sfilato con schizzi che gli hanno inondato la schiena, erano esausti, sono rimasti distesi e abbracciati, io ero sconvolta, volevo scopare. Sono lentamente discesa sotto, ho aperto la porta della gabina, loro mi hanno sorriso, Paolo mi ha invitato a distendermi davanti a lui, io non mi sono fatta pregare, mi sono infilata fra le sue gambe, ho preso il cazzo di Paolo in bocca e mi sono messa a succhiarlo in una sfida mentale fra la mia capacità di succhia cazzi che sfida l’abilità di un uomo nel succhiarlo. Pochi colpi di lingua e d era gia in tiro, ma Omar, mi ha detto scherzando, “ no, ora spetta a me, tu ti puoi divertire con il mio, “, io ho guardato Paolo, lui mi ha sorriso, allora ho raccolto la sfida, mentre Omar si metteva disteso di schiena e Paolo lo infilava da dietro io mi sono messa in bocca il cazzo di Omar e ho preso succhiarlo fino ad farlo diventar durissimo, …. siiiiii sei bravaaaaa…. continuaaaaa ………, Omar mi incitava mentre Paolo gli sfondava il culo, vedevo il cazzo infilarsi dentro l’ano ed ero sempre più sconvolta dal piacere, in preda ad una frenesia di sesso che non mi faceva ragionare.” Girati”, mi ha chiesto Omar, e io mi sono distesa di lato a lui, lui mi ha inumidito il culo usando saliva ed i miei umori vaginali che sgorgavano copiosi, poi ho sentito la cappella del suo cazzo appoggiarsi al mio buchetto, una lieve pressione ed è entrato senza nessun problema visto che Paolo mi ha rotto il culo prima di sverginarmi tanti anni fa, e a sempre continuato ad infilarmi anche dietro con tanto piacere mio. Appena il tempo di abituarmi alla sodomizzazione che i due hanno cominciato un va e vieni pauroso, Paolo inculava Omar che a sua volta si infilava dentro di me, da paura!!!!, io godevo come una pazza in preda ad un delirio sessuale mai provato prima. Ero in paradiso. siiiiiiiiii ……. siiiiiiii ……. daiiiiiiiiiiiiiiiiii … si dai che vengoooooooooooo!!!!!!!!!!!! … il mio urlo ha fatto da ordine per loro che hanno incominciato schizzare come idranti, Paolo l’ha sfilato dal culo di Omar che a sua volta si è sfilato da me, ed io me li, sono trovati entrambi che mi schizzavano sul viso la loro sborra …. godoooooo … siiiiii ….. sborroooooo….., succhia!!!!!! mi ha ordinato Paolo, e io abituata al gioco che faccio sempre con lui di succhiargli il cazzo appena ha sborrato, incurante del fatto che sia stato davanti o dietro me lo sono infilato in gola eccitata da tanta perversione. Pochi momenti di intenso lavoro hanno dato buoni frutti, il cazzo ancora turgido ha dato segni di consistente durezza, specie quando poi Omar si è unito a me per succhiarlo, era splendido vederlo lavorare di lingua con me, e a Paolo è tornato durissimo, “ girati che ti scopo”, mi ha ordinato, e io che non aspettavo altro mi sono posizionata come voleva lui, poi mio ha detto “ succhia anche il suo”, indicandomi il cazzo di Omar ancora quasi in tiro, non me o sono fatto ripetere due volte, me lo l sono infilato giu per la gola fino a quasi sentire lo stimolo di vomitare, ma lo volevo far risorgere quanto prima, ed mi sono bagnata tantissimo quando, ho sentito il,cazzo di Paolo entrarmi dentro e contemporaneamente avvicinarsi alla mia bocca per collaborare alla leccate che stavo facendo ad Omar. Anche a lui è bastato poco per tornare duro, “ dai mettilo dentro al culo, falle sentire anche il tuo”, a chiesto Paolo, e lui non si è fatto pregare, in un attimo ero stretta far due maschi che mi hanno infilato con il loro cazzi e hanno cominciato un forsennato pompaggio da far paura, io godevo fino allo svenimento ….. “daiiiiii sfondiamola tutta, dai Omar, facciamola impazzire di piacere” lo incitava Paolo, e l’altro mi inculava con colpi fortissimi fino a farmi sentire quasi dentro anche le palle, io godevo, urlavo come una pazza …. Siiiiiiiiiiiii …. Scopatemi ….siiiiiiiii …. Voglio godereeeeeeee … vennnnGOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!! ……… ho perduto la cognizione del tempo , luogo, e momento, credo di essere quasi svenuta di piacere, soprattutto quando hanno sborrato insieme dentro di me, schzzioooooo!!!!! …. sssiiiii … sborro pure iooooooo!!!!!…… i loro caldissimi getti mi hanno inondato sia i due buche che il corpo, dato che sono usciti insieme. Siamo rimasti abbracciati tutti e tre, le loro bocche si sono avvicinate alla mia, “ vi amo tutti e due “ ho detto io, Paolo mi ha sorriso, “ anch’io ti amo”, ed Omar a aggiunto “ io mi sono innamorato di voi due dalla prima volta che vi ho visto”. Da quel momento la nostra vacanza è stata un contino sesso, e io mi sono anche inculata sia Paolo che Omar, mentre sia l’uno che l’altro ovviamente inculavano me, con un cazzo finto, che si lega alla vita con delle cinte, ed in quella occasione lui ha coniato per me l’appellativo di “ donna con le palle”. Dopo quel periodo le cose sono cambiate, grazie all’apporto di capitali da parte di Omar ed ad un diverso modo di distribuzione sul mercato Medio orientale la nostra azienda a ripreso a girare tento che oggi abbiamo cinque linee di produzione e venti operai, mentre il rapporto con Omar è diventato più intenso sia sotto il profilo sentimentale che sessuale, come dire per questa volta i nostri “ sacrifici “ hanno dato buoni frutti.
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14 years ago
admin, 75
online -
Giulia: dal padrone al marito
Cammino guardando per terra, senza vedere davvero il selciato del marciapiede. Ho la mente ancorata alle quattro ore appena trascorse a casa di Maurizio. Sono le sette e mezzo di sera, mio marito starà iniziando a preoccuparsi, adesso riaccendo il cellulare e lo chiamo. No, ancora un attimo, devo scrollarmi di dosso certe sensazioni, lo richiamerò dopo... anzi no, gli dirò che avevo la batteria scarica e gli parlerò direttamente a casa. Tanto fra quaranta minuti sarò a casa. Per cena sarò a casa...
E' stato qualcosa più di semplice godimento stavolta, qualcosa di molto più profondo. E' stato... trovarmi nel posto giusto per me, nel luogo e nella situazione in cui ogni parte di me esultava, in cui le mie pulsioni più profonde hanno trovato soddisfazione.... e non so come gestire tutto questo. Ho paura adesso...
Quante volte ho tradito Claudio? Non lo so, non me lo ricordo... tante. L'ho tradito quando eravamo fidanzati, e l'ho tradito ancora di più dopo il matrimonio. E lui, stupido dolcissimo uomo, che non si è mai accorto di nulla, che ha vissuto questi anni al mio fianco senza mai sospettare... Ma io ho sempre saputo di essere in fondo sua, che le mie scappatelle avvenivano per l'impulso di un momento, per un desiderio che poi si placava e dal quale poi tornavo indietro, integra e padrona di me stessa, alla mia vita di sempre... E ora invece, che cosa è successo?
La sottile paura... paura di aver varcato una soglia dalla quale non tornerò completamente indietro, paura di aver perso la completa padronanza di me stessa, il controllo delle cose... Io lo sento, dentro me stessa, che non sono più esattamente la stessa persona di ieri, di stamattina. Sono diventata un'altra cosa... ho scoperto, accettato ed acquisito un altro ruolo... un ruolo che non avevo mai avuto prima. Un ruolo che ha un nome ben preciso: sono diventata la cagna di Maurizio. Non solo perchè ho appena trascorso tre ore piene ricevendo il suo cazzone in tutti i miei buchi. Questo l'ho già fatto anche con altri uomini. Lui però mi ha dominata, mi ha fatto eseguire tutti i suoi ordini, mi ha scopata ed inculata ripetutamente in tutti i modi possibili perchè era lui che lo voleva, non perchè ero io che glielo concedevo. Ora sono la sua cagna, sono ansiosa di ricevere altri suoi ordini. Al solo ripetermi queste parole mi sento strizzare lo stomaco. Cammino e sono piena di dolori... ho l'ano martoriato e dolorante dalle dilatazioni con i plug prima... e dalle penetrazioni, ripetute, violente e dolorose dopo. Credo di essere piena di segni su tutto il corpo, devo fare attenzione che Claudio non se ne accorga, e non sarà affatto facile... per fortuna sul viso non mi ha lasciato segni...
E ora?
Se Maurizio mi chiama so che andrò da lui. Come farò con Claudio?
Se Maurizio mi ordina di fare cose io le farò... e la cosa mi preoccupa non poco... non so dove tutto questo mi porterà. Come diamine potrò contemporaneamente essere la moglie di un uomo e la cagna di un altro? Eppure sono entrambe le cose... E altri dubbi mi tormentano. Perchè mi sono messa su questa strada, perchè sono sempre stata così insoddisfatta da cercarmi altrove quello che un solo uomo, il mio, avrebbe dovuto darmi? Forse non ho saputo chiederglielo io... ma chiedergli cosa? Come potrebbe Claudio placare quella maledetta sete che sento dentro di me e che mi trascina? Claudio, così dolce, così buono... ed io che lo amo tanto ma che ho bisogno anche di un uomo che sappia essere cattivo, di un padrone... La sera stessa dopo una cena silenziosa, sul divano davanti al televisore Claudio mi si avvicina in modo inequivocabile. Panico. Se mi spoglia sono fritta, vedrà i segni del frustino sul sedere e sulle cosce. Non sono evidentissimi ma si vedono. Ma lui mi accarezza le mani, mi guarda teneramente... Dirgli di no proprio non me la sento, allora prendo la situazione di petto. Niente preliminari dolci a cui siamo abituati e dopo i quali Claudio regolarmente mi spoglia prima di possedermi. Dobbiamo fare le cose al buio o quasi, perchè non veda i segni... Mi alzo, spengo la luce, mi volto, mi appoggio al muro e lo guardo... Qualunque cosa ma non dirgli di no, se vuole fare l'amore con me. Io lo amo tanto, il mio Claudio, e non gli dirò mai di no. Lui seduto sul divano, io in piedi appoggiata al muro, entrambi illuminati dal chiarore dello schermo televisivo a 40 pollici. Lui mi guarda con occhi interrogativi e leggermente smarriti, si rende conto che c'è qualcosa di insolito tra noi ma non ha idea di cosa sia. E' eccitato, lo vedo dal gonfiore sui pantaloni, ma non sa cosa fare, resta lì a guardarmi, aspetta che sia io a fare qualcosa. Mi prende una voglia di amarlo tremenda, che non ho mai sentito prima. Forse è la paura di perderlo, forse no. Mi prende il desiderio di dirgli che lui è mio, è una mia proprietà esclusiva e che sono io e soltanto io che devo farlo godere, e devo farlo godere come non ha mai goduto prima. Che sono l'unica donna che davvero può regalargli il massimo del godimento possibile. Realizzo di colpo che tra me e lui qualcosa è cambiato, l'iniziativa è mia, e tutto dipende da me. Sono io che devo dirigere il gioco, qualunque esso sia. Rimango appoggiata al muro e sollevo lentamente la gonna guardandolo negli occhi. Apro leggermente le gambe e sempre fissandolo alzo la gonna sopra le mutandine. Scosto le mutandine ed inizio a sditalinarmi davanti a lui. Abbiamo sempre fatto sesso appiccicati io e lui, parlando d'amore e scambiando frasi tenere, due anni di matrimonio e due di fidanzamento senza che gli avessi mai fatto uno spettacolino davvero hard. Beh, è ora di cominciare, mi dico. Lui mi guarda affascinato per diversi minuti, dentro di me nasce ed aumenta la volontà aggressiva di shockarlo, di coinvolgerlo oltre ogni limite, di fargli scoppiare il cervello di desiderio. "Ti piace vedere tua moglie che si sgrilletta la fica in questo modo?". E' il mio primo assalto alla baionetta, un colpo brutale che coglie nel segno. Nonostante la semioscurità ho quasi l'impressione che queste mie parole lo facciano impallidire. Non mi aveva mai sentito dire una cosa simile. E continuo: "Lo faccio molto spesso, sai, e tu non te ne sei mai accorto...". Cerco di spiare l'espressione del suo volto, ma lui sembra quasi nascondere il viso. "Stai fermo e buono lì mentre mi sditalino un po'...". Lui rimane in silenzio, lo sento però respirare pesantemente. Mi infilo due dita nella passera che sta bagnandosi vistosamente, uso il miele per lubrificarmi la clitoride, quello che avanza lo porto alla bocca e lo lecco dalle dita con espressione lasciva... Claudio ansima, si è tirato fuori il cazzo dai pantaloni e se lo sega lentamente guardandomi. Mi stacco dal muro, mi avvicino a lui, lo afferro per le spalle con decisione, lo faccio sdraiare sul divano. Lo vedo incerto sul da farsi. Il suo smarrimento alimenta ulteriormente la mia nuova animosità . Gli salgo a cavalcioni sul viso, apro le gambe, scosto le mutandine quel tanto che basta e gli piazzo la fica sulla bocca. "Forza, datti da fare con quella lingua che ho voglia di godere". Pronuncio queste parole con voce bassa e dura, non riesco nemmeno a riconoscermi. Non mi sono mai rivolta a Claudio con quel tono di voce, che non sapevo nemmeno di avere. Lui esita, disorientato, allora gli premo con decisione la fica sulla faccia, e finalmente sento la sua lingua iniziare a slapparmi come si deve. Mi sorprendo di me stessa. Dopo avere fatto sesso per oltre quattro ore con Maurizio e avere avuto con lui una mezza dozzina di orgasmi mi bagno di nuovo, ed abbondantemente. Mi si scatena dentro l'anima un'aggressività che non avevo mai sentito, un desiderio di impormi sul mio uomo, di ribaltare la situazione vissuta poche ore prima con l'altro uomo. Adesso la più forte sono io, sono io a guidare l'uomo, il mio uomo che deve stare sotto di me: "Ficcala bene dentro, quella lingua, e muovila bene, fammi godere...". Claudio intensifica l'azione, sembra che la cosa non gli dispiaccia. Gli strofino la fica sulla faccia, me la allargo con le dita e lo incito ad infilarci dentro naso, labbra e lingua. Sono zuppa di umori e glieli spalmo per bene sul viso. Allora rompo altri argini, mi lascio andare. "Lo sai che sei il mio cane da lecco, tu?".
Claudio non sa come comportarsi, ma ci sta decisamente. "Voglio sborrarti sulla lingua, voglio goderti in bocca, dai, cagnolino, lecca per bene", insisto. Improvvisamente mi giro e gli impongo il medesimo trattamento riservatomi qualche ora prima da Maurizio. "Adesso devi leccarmi il culo, Claudio, voglio che ci infili la lingua dentro". E' la prima volta che facciamo una cosa del genere. Altri uomini me lo hanno già leccato, ma mio marito mai. E' ora di recuperare il tempo perduto, mi dico. Gli piazzo il sedere sulla faccia, mi divarico le natiche con le mani. Claudio diventa bramoso di eseguire l'ordine. Sento la sua lingua vogliosa insinuarsi nel mio ano. Ringrazio il cielo che la semioscurità gli impedisce divedere quanto è arrossato, e ringrazio il cielo di essermi fatta una doccia abbondante appena tornata a casa, o il sapore dei vari lubrificanti usati da Maurizio mi avrebbe tradita. "Dai, cagnolino, scopami il culo con la lingua!!!". Una frase che fino al giorno prima non mi sarebbe passata nemmeno per l'anticamera del cervello di pronunciare. Adesso invece mi ritrovo a sditalinarmi indecorosamente la fica mentre incito mio marito a farmi l'osceno servizietto. Claudio appare in estasi. La cosa mi fa impazzire di piacere, decido di non pormi limiti, di rovesciare fuori di me stessa tutto ciò che può regalare piacere ad entrambi. Sento che è la cosa giusta da fare e so per istinto che è la stessa cosa che lui desidera da me. Mi metto a cavalcioni del suo viso, lui sempre disteso sul divano, sono la sua padrona. Mi infilo tre dita nella fica mentre lo guardo negli occhi, sono sopra di lui e lo domino. Le giro e le rigiro per inzupparle di umori fino alle nocche, le tiro fuori e gli ordino di pulirmele con la lingua. Claudio ad occhi chiusi per il piacere me le lecca devotamente. Con una mano gli tengo la testa, l'altra la infilo nella fica, raccolgo gli umori e glieli dò da leccare, ripetendo la manovra più volte. Per gratificarlo allungo una mano dietro di me e gli meno il cazzo delicatamente. Ora le tre dita ora me le infilo nel culo, il più profondamente possibile. Claudio qualcosa vede, seppur nella semioscurità... vede la mia mano sparirmi nel culo fino alle nocche. Entra senza incontrare resistenze, dopo tutto quello che Maurizio mi ha combinato è il meno che possa capitare. Mi giro, rimesto con le dita nel mio culo senza sosta proprio davanti al suo viso, nella stanza c'è solo il rumore del nostri respiri affannosi e dello sciacquio delle dita nel mio orifizio anale. Estraggo la mano e gliela dò da leccare. Claudio la divora letteralmente, si infila le mie dita zuppe tutte e quattro in bocca, le succhia con un'avidità sconcertante. Inizio a parlargli a voce bassa, insinuante, decisa. "Senti il sapore della mia fica e del mio culo, tu d'ora in poi mi farai questi servizietti tutte le sere, hai capito?". Per la prima volta da quando è iniziato questo gioco perverso gli sento dire qualcosa. Con un filo di voce mormora che farà tutto quello che voglio, che lo sto facendo impazzire letteralmente... "Io ti voglio cane da lecco, hai capito bene?".
Claudio annuisce e mi guarda con occhi adoranti, ancora più adoranti di come li abbia mai avuti. Mi rigiro su di lui, gli piazzo la fica sulla faccia e gli prendo il cazzo in bocca. Non è una grossa novità per noi due fare un 69, ma è certamente una novità il fatto che io durante un 69 infili a lui due dita nell'ano senza tanti complimenti. Mentre gli succhio l'uccello mi eccito ad allargare il buco del culo di mio marito con le dita. Lo faccio con decisione, senza preoccuparmi di cercare il suo assenso o di provocargli fastidio. Claudio geme per la sorpresa, per le sensazioni inedite, ma continua a leccarmi la passera, a succhiarmela, ad infilarci dentro il viso con foga e con furia quasi. L'ano di Claudio non è certo largo come il mio ma sono già a tre dita dentro e cerco di infilarci anche il quarto. Mentre cerco di allargargli lo sfintere sento che lui inizia a gemere... Conosco i sintomi, sta per venire... allora smetto di succhiare e mi concentro sul suo ano. Mi sgancio dalla posizione del sessantanove, lo lascio sdraiato e mi siedo sul divano accanto a lui. Gli dico a bassa voce che deve godere con il culo stasera. Con una mano gli meno lentamente l'uccello per mantenerlo eccitato mentre con l'altra lo penetro a pieno ritmo. "Lo senti come ti fotto?". Claudio ha il viso nascosto tra le mani e geme, l'impressione è che questo mio modo di fare lo abbia completamente annientato. Geme, ma allarga le gambe, Geme, ma non mi chiede di smettere. E' incredibile e sconcertante come lui sia passato nel giro di pochi minuti dal ruolo sessuale di maschio a quello di partner completamente dominato, senza una spiegazione, senza una preparazione. E' semplicemente successo, e talmente di colpo da sembrare una cosa irreale. "Ti puoi masturbare, se vuoi", aggiungo. Sono impegnata a scavare con le dita nel suo culo per penetrarlo più profondamente possibile mentre lui si masturba il pene eretto. "Ti piace come ti inculo, vero?", gli dico incalzandolo. Lui geme, credo tra l'altro di stargli procurando una discreta dose di sofferenza fisica. Mi risponde di si, che gli piace tanto, di fargli tutto quello che voglio. "Lo sai, Claudio, cosa voglio che tu diventi per me d'ora in poi?". Mi risponde sottovoce di essere il mio cane da lecco. Sentirgli dire quesa frase mi obbliga a sditalinarmi. Ed insisto, chiarendo definitivamente un concetto ormai evidente ma ancora rimasto inespresso. "Certo, ma non solo questo. Lo sai cosa sarai tu d'ora in poi? Sarai la mia puttana!!". Mentre gli dico queste parole sento il suo orgasmo arrivare, e avverto una massa di piacere indescrivibile che sta montando anche dentro di me. Ho la mano infilata fino alle nocche nel culo di mio marito e glielo sto pompando senza misericordia, come faceva qualche ora prima Maurizio con me. Mi strizzo la clitoride con le dita e arriva per entrambi un'onda, una mareggiata, uno tsunami di piacere. Rovescio gli occhi all'indietro e mi abbandono ad un orgasmo devastante, il più completo e liberatorio che abbia mai provato in tutta la mia vita... Avverto subito dopo l'orgasmo violentissimo di mio marito, che non riesce a trattenere grida strozzate e ripetute, e faccio appena in tempo ad infilarmi in bocca il suo cazzo per potermi gustare fino all'ultima goccia del nettare più squisito ed inebriante che esista, mentre affondo l'altra mano il più possibile nel suo culo. Non credo di aver visto mio marito mai così intimamente appagato, e non credo di essermi mai sentita in vita mia più felice di così. Claudio, finito di svuotarsi fino all'ultima goccia rimane riverso sul divano, immobile, probabilmente incapace di credere pienamente a quello che gli è appena successo. Ha una mano posata sugli occhi. Mi sdraio sul divano accanto a lui, respiro il suo respiro ancora affannoso. Gli accarezzo la mano, mi sento fisicamente distrutta ma intimamente appagata e cosciente di essere arrivata finalmente, con il mio lui e per la prima volta, nel posto giusto, quello che avevo sempre cercato senza mai riuscire ad individuarlo. Per la prima volta dopo quattro anni di unione le nostre due nature sessuali si sono finalmente incontrate. Provo una sensazione intima e meravigliosa di sollievo. L'immediato futuro adesso non mi spaventa più tanto come prima...
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14 years ago
coppiaromana38, 43/43
Last visit: 13 years ago -
-fremiti- 1°parte
"Che bella giornata abbiamo passato, anche la pizza era buona, piccante al punto giusto".
"Si sono stata proprio bene, come sei dolce...spero anche nel dopocena, ti va?"
"E me lo chiedi? aspettami in camera ho una sorpresa per te"
" Cosa???!!"
"Tranquilla, preparati, profumati tutta, rimani in mutandine e canottiera, chiudo in giro ed arrivo".
In tutti questi anni la cosa che più mi piace del nostro rapporto è vederla felice, vederla godere, sentirla che freme dal piacere, che condivide con me ogni situazione che le presento provando emozioni che neanche immaginava.
In tutti questi anni la cosa che più mi piace del nostro rapporto è noi.
L'ennesima sorpresa, chissa cosa starà pensando, speriamo di centrare il colpo anche stà volta.
Devo sbrigarmi, messaggio in arrivo da Jon, è fuori dalla porta.
"Ciao, vieni come va? altro che del Niger, sei puntuale come uno svizzero".
"Hello, sei ancora sicuro di volerlo fare?"
"Si dai, facciamo presto"
"Hello, ho un pò di timore, mi sento a disagio, non vorrei incrinare la nostra amicizia".
" Stai sereno, in questa situazione tu sei un "oggetto" che fa parte di un gioco erotico, senza complicazioni affettive di nessun genere, la nostra amicizia e la stima reciproca non sono in discussione".
"Hello, va bene, al tuo segnale entrerò".
"Intanto che ti chiamo sbircia pure cosi entri prima nella parte"
Jon è una bella persona, colta gran lavoratore, umile come me, se vedo che qualcuno di noi non apprezza il gioco, se lo vedo forzato fermo tutto, la serenità non deve essere messa in crisi.
Salgo di corsa le scale dal garage, Jon verrà dietro dopo,...oh quasi dimenticavo il pacchetto con gli accessori; sono un pò agitato.
Sento la sua fragranza dalle scale, vedo sempre più triangolare.
"Eccomi".
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14 years ago
admin, 75
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La mia amica bisex
Navigando sul sito di desy vediamo un annuncio che per me non passa inosservato.Coppia di coniugi con la lei bisex cerca coppia con cui passare serate piacevoli.Li contattiamo c'incontriamo per un caffè e due chiacchiere,giusto per conoscerci meglio.lei è bisex e piacciono molto le donne,io non l'ho mai fatto ma la cosa mi eccita molto.durante il tragitto verso casa,confido a mio marito che giocare con una donna è sempre stato un mio desiderio mai esaudito,questo era il momento buono,meglio tardi che mai.La sera facciamo l'amore fantasticando sul come sarà farlo con l'altra, passiamo una favolosa notte d'amore.Ci baciamo,lecchiamo succhiamo ogni parte del nostro corpo che oramai conosciamo a memoria.Mio marito mi prende dietro inculandomi ed infilandomi un cazzo finto in fica,mi dice:immagina che hai due cazzi veri dentro di te,immagina che ci sia anche Fabio,marito di Paola.,sono i nomi della coppia conosciuta.Passano diverse settimane e di Fabio e Paola non abbiamo notizie,noi non li abbiamo più contattati perchè non volevamo essere persone invadenti,ma speravamo che lo facessero loro.Un pomeriggio mentre facevamo shopping, squilla il telefono,erano Fabio e Paola che ci chiamavano per invitarci a casa loro a trascorrere una Gradevole Serata.Accettiamo volentieri l'invito,anche perchè non avevamo impegni. Paola è una bella donna dai capelli rosso rame ed occhi azzurri.Io non sono da meno,capelli biododorato,occhi verdi,entrambe siamo longilinee,taglia 42. Puntuali come sempre,arriviamo a casa loro alle 21;accolti da un'atmosfera "eros",la casa illuminata da candele profumate,ed incensi dal profumo afrodisiaco. Ci accomodammo sopra un comodissimo divano davanti ad un caminetto acceso da tempo,tanto era calda la stanza,bevemmo del prosecco chiacchierando e chiedendoci cosa ci piaceva fare nel gioco.Io risposi che non ero mai stata con una donna,ma che la cosa mi eccitava,anche se ero un pochino impacciata.Per l'occasione indosso una camicetta nera di seta molto provocante,lingerie nera di pizzo,minigonna di jeans,autoreggenti,tacchi a spillo. Paola indossa una sottoveste di raso rossa,senza intimo,si siede accanto a me cercando di mettermi a mio agio,quindi comincia a toccarmi,accarezzarmi e,in un orecchio mi sussurra:sei stupenda. Allunga le sue mani sulle mie cosce,le apre infilandoci la mano che sente già i miei umori.Comincio a tirar fuori gridolini di piacere,gli uomini ci guardano già eccitati ed ormai a cazzo di fuori,Paola è in ginocchio davanti le mie cosce che lecca la mia fica,le prendo la testa e le dico di continuare.Intanto si avvicinano alla mia bocca i 2 vogliosi cazzi ormai gonfi ed,io ormai eccitata al massimo comincio a succhiarli entrambi.Paola ad un tratto si alza e ci dice di seguirla in camera da letto,dove lì vediamo che ci sono dei "giochi"pronti per essere usati.Paola ne indossa uno di 20cm circa,mi chiede di voltarmi,di mettermi alla pecorina,io obbedisco,ed appena pronta me lo sbatte come una forsennata.Comincio ad urlare di piacere e mio marito mi sbatte il cazzo in bocca dicendomi:ti piace farti sbettere da una donna con il cazzo,vero?Io rispondo siiiii da morireeeee,ancora daiii.Paola continua e nello stesso tempo vorrebbe sentirne uno nel suo culo.Mio marito non se lo fà dire due volte,ed in un attimo è dietro di lei,inculandola alla grande. Non ho mai visto mio marito con un'altra donna,era la prima volta e devo dire che mi ha eccitato moltissimo.Intanto Fabio era davanti a me,aspettava che lo succhiassi,cosa che ho fatto con piacere,ha un cazzo favoloso,bello turgido.Poi è stato il mio turno,ora toccava me scopare Paola,ho infilato il cazzo finto,l'ho sdraiata sul letto e cominciato a scoprla.Lei urlava di piacere:siiiiiii dai fottimi,fottimi,godooooooo. Io ero lì a sbatterla e Fabio intanto voleva il mio culo che oramai aveva unto con la vasellina;una due spinte ed è entrato dentro.Prima ho buttato un urlo di dolore ahiiiii che male,poi è stato di piacere,siiiiiii daiiii continua,inculamiiiiii siiiiiiiiii vaiiiiiiii daiiiiii.Eravamo oramai in un bagno di sudore,umori e sperma.Avevamo il fiatone,stanchi ma appagati dal piacere.Io e Paola finimmo la serata con il baciarci passando tra le nostre bocche lo sperma raccolto dai nostri corpi bagnati,fù fantastico,una serata che non dimenticheremo più.Ci salutammo promettendoci di rivederci ancora.Posso garantirvi che ci rivedremo ancora e sapete perchè?perchè mi stà squillando il telefono ed è Paola.Baci
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14 years ago
admin, 75
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La sedia
Nell'ingresso dello studio in penombra il tuo uomo ti prepare come deciso: solo biancheria intima e calze, niente scarpe, una benda e due corde per le mani messe dietro la schiena.
Poi ti accompagna per un lungo corridoio buio in fondo al quale si vede di schiena una bella seggiola da ufficio che ti aspetta. La stanza è illuminata.
Entrate e, consegnata a me, dolcemente, ti senti portare vicino allo schienale della sedia. Ti faccio chinare la testa in avanti. Senti una corda attorno ai gomiti che ti lega ai braccioli, poi una mano che piano ti cala le mutandine fino a trogliertele. Ti immagini che anche le gambe vengano legate, ma questo non succede. Sei però sulle punte e senti lo schienale sotto l'inguine.
Attendi e solo ora ti accorgi di una lieve musica di sottofondo, musica barocca allegra e brillante.
Poi senti una mano che piano ti unge il buchino del culetto esposto... senti freddo e fremi....
Poi un dito piano s'intrufola e si muove avanti e indietro piano, molto piano, finché non lo senti più come un intruso.
Quando sei rilassata esce.
Non una parola. Poi senti che si infila di nuovo. Senti che c'è qualcosa di diverso ora.
Non capisci ma senti il buchino pizzicare... sta mettendo una crema che pizzica! Oh!
Pizzica sempre di più! Ti viene voglia di scalciare e un poco lo fai alternando le gambe per non perdere l'equilibrio intabile... Ti alzi sulle punte dei piedi e ti abbassi.
Finalemte il dito esce piano, e credi così che il pizzicore scompaia... Ma in realtà continua, accidenti.
Poi, di nuovo, piano eccolo che torna, quel maledetto... Oh, ancora, no!
Ma alla fine esce definitivamente. Senti un alito sul buchino... bello! Ah così va bene!
Senti che gli uomini parlano tra loro e vanno in unltra stanza...
Sei libera di muovere il buchino di fargli prendere aria.... ah! Se stringi pizzica, se rilasci stai meglio...
E ti immagini cosa succederà quando torneranno, con te così preparata, pronta....
Cobalt 2010
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14 years ago
admin, 75
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Visita andrologica
Era diverso tempo che desideravo effettuare una visita di controllo presso un andrologo, per verificare che tutto fosse regolare. Erano ormai trascorsi 10 anni dall’ultima visita effettuata per verificare un varicocele. Così ne ho cercato uno su internet ed ho fissato un appuntamento.
Quando mi sono recato presso lo studio una bella segretaria mi ha invitato ad accomodarmi ed attendere il mio turno. Ero l’unico all’interno della sala e dovevo solo aspettare che il dottore terminasse una visita. Lei aveva dei lunghi capelli neri ed una bocca molto sensuale e carnosa. Era un po’ castigata nel suo tailleur ma si notava benissimo che aveva un corpo davvero sexy. Tuttavia, non potevo indugiare troppo lo sguardo su quella magnifica creatura sia per non incappare in una brutta figura, sia per evitare strani rigonfiamenti prima della visita. Finalmente, arriva il mio turno.
Il medico che mi accoglie è un uomo sulla quarantina, alto ed atletico. Onestamente mi aspettavo il solito anziano con occhiali e pancetta che consigli sul sesso potrebbe solo inventarli… parlo quindi della mia intenzione di una visita generale e lui mi chiede di spogliarmi. Infila i guanti e quasi si inginocchia davanti al mio cazzo. Con maestria inizia a tastare i testicoli, mi solleva il cazzo con l’altra mano e me lo scappella. Poi nuovamente con l’altra sembra quasi eseguire un massaggio tra le mie palle ed il perineo. Immagino serva a controllare la prostata, ma lo esegue con una calma ed una delicatezza da risultare… beh.. piacevole. Il suo viso è così vicino che sento il calore del suo respiro sulla mia cappella. È una sensazione strana ed imbarazzante, ma finalmente si rialza e mi chiede di mettermi a quattro zampe su un lettino. Mi spiega che vuole controllare la prostata e per farlo dovrà infilare un dito nel mio buchetto!
E così mi ritrovo letteralmente a pecorina con lui che con le mani tasta i miei glutei sodi e con il dito si fa strada nel mio culo vergine. La sua delicatezza è incredibile, e la calma con la quale esegue questi movimenti mi fa rilassare e distrarre dalla situazione. Così rilasso il collo e chino la testa. Guardo il mio cazzo a penzoloni, guardo le mie cosce e dietro di esse il cavallo dei pantaloni del dottore… gonfio!!! Con una mano mi continua a penetrare, mentre con l’altra cerca invano di sistemarsi lateralmente quel pacco in vistosa erezione. A quella vista non so cosa mi sia preso, ma completamente sopraffatto da chissà quale emozione, anche il mio cazzo si è risvegliato in una potente erezione. ho voltato di scatto il volto, senza cambiare la mia posizione, ed ho visto il rossore sul suo volto ed il suo sguardo vagare dal mio culo, al suo pacco, ai miei occhi. È bastato quell’incontro di sguardi per comprendere che non c’era bisogno di interrompere quel momento e che potevamo dar libero sfogo alla nostra perversione.
Ci spogliamo completamente e lui rivela un corpo atletico e muscoloso ed un cazzo in erezione di almeno 25cm! Io ho la bava alla bocca e mi inginocchio davanti a lui ed inizio a spompinarlo con foga. Il suo cazzo è già bagnato e le mie papille gustano il suo sapore salino. Lo sento durissimo pulsare sotto la mia lingua, solleticare la mia gola. Mi aggrappo alle sue natiche e cerco di ingoiarlo il più possibile. Mi sento veramente una troia e voglio godermi fino in fondo questo momento di follia. Gli succhio le palle sono gonfie e rasate, e scivolo fino a leccargli il buco del culo. Poi ripercorro con la lingua tutta l’asta e frusto con la lingua la sua cappella vermiglia. A questo punto lui mi prende e mi piega contro la scrivania. Mi divarica le gambe tra le sue ed inizia a lubrificare il mio buco, mentre mi sega con l’altra mano. Poi con abili movimenti punta il suo bastone contro la mia apertura ed inizia a scavare un tunnel dentro di me.. all’inizio il dolore.. poi la mia mente è stata completamente rapita da un turbine di passione, godimento e confusione… sentivo le sue palle sbattere contro le mie, il mio culo tra le sue mani, il peso del suo corpo sul mio, il suo alito sul mio collo.. il suo colpi ritmati si facevano sempre più frequenti e sentivo il mio canale adattarsi a lui ed assecondare i suoi movimenti, sempre più in preda al piacere. Sento le sue mani afferrarmi il collo, reggersi alle mie spalle ed il suo cazzo penetrarmi profondamente, poi uno, due, tre, forti scossoni far presagire il suo orgasmo, intenso e copioso riscaldarmi all’interno, scuotermi dalla cima dei capelli alla punta dei piedi e ritrovarmi a sorreggermi alla scrivania per non crollare sulle gambe molli. Lui si ritrae ed io mi volto, appoggiato alla scrivania. Si china sul mio cazzo e incomincia a succhiarlo forte, mentre con le dita mi massaggia il buchetto indolenzito. Io gli afferro la testa e letteralmente me lo scopo in bocca, riempendolo con una sborrata abbondantissima, che non riesce del tutto ad ingoiare.
A quel punto ci ripuliamo e ci rivestiamo. Mi dice che la visita è terminata e che sono in perfetta salute, ma che posso tornare a trovarlo ogni volta che ne abbia voglia!
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14 years ago
admin, 75
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Giulia: la svolta sessuale [parte 2]
Mi guarda con occhi torbidi e mi mette in mano un pacchetto.
"-Benissimo, vai alla toilette, togliti le mutandine ed infilati questo nel culo. C'è un piccolo armadietto, dentro ci troverai un tubetto di lubrificante, spicciati".
Trasecolo. Non mi sarei mai aspettata una richiesta del genere. Non so proprio come reagire.
"-Senti, davvero... scusami ma una cosa del genere non credo possa...".
"-Ma che sei venuta a farmi perdere tempo?" mi incalza lui. "Vuoi divertirti o dobbiamo farci due palle così? E muoviti... vai, vai".
Lo guardo per qualche secondo, mi sento battuta. Prendo il pacchetto con aria poco convinta, entro nella toilette e lo scarto. Dentro c'è una specie di pera di gomma dalla forma allungata, con una base larga. Apro l'armadietto e trovo un flaconcino nero pieno di una sostanza fortemente oleosa. Cospargo di olio la pera, tiro su la gonna, mi sfilo il tanga e mi tasto l'ano. Penso tra me e me che sono pazza a prestarmi a quel gioco. Mi dico che devo mollare tutto e uscire da quel bar senza nemmeno voltarmi indietro. Ma non mi so risolvere a fare marcia indietro, qualcosa dentro di me mi spinge a farlo. Ho una voglia esagerata di fare delle porcherie con quell'uomo prepotente. Provo a premere il plug contro il mio sfintere anale... l'arnese è discretamente spesso e non vuole entrare. Naturamente non sono verginella lì. Sia mio marito, sia diversi altri... amici ci sono già passati, lo stesso Emilio nel mio culetto ci si diverte spesso. Ai tempi dell'università ho avuto un fidanzato che mi faceva il culo praticamente tutti i giorni... ma un aggeggio di lattice non l'avevo mai... indossato. Di solito gli uomini ci pensano loro a prepararmi il buchino come si conviene, invece adesso, da sola in questa squallida toilette di un bar... Mi infilo prima un dito e poi l'altro nell'ano, mi rilasso e faccio forza per ammorbidirlo. Sento che lo sfintere si rilassa e cede. Riprovo e stavolta la pera lubrificata scivola dentro senza troppi problemi. Appoggio le mani sul lavandino, chiudo gli occhi e mi concentro sulle sensazioni che mi arrivano dal culo occupato. Accidenti... è proprio... bello!!! Wow. Mi sento piena in maniera formidabile. Infilo le mutandine nella borsetta e riabbasso la gonna. Esco dalla toilette, molto più sicura di me stessa di quando vi sono entrata. Sto andando in estasi per le sensazioni che quella pera mi sta dando. E' bloccata nella mia ampolla rettale e ad ogni passo ne stimola e ne dilata le pareti. A me il sesso anale piace... mio marito non lo sa fare bene, ma quando mi incula Emilio per esempio riesco spesso a venire senza nemmeno toccarmi davanti. Adesso però è una faccenda diversa. Mi sento riempita da quell'aggeggio, sento la pressione dentro di me. Guardo Maurizio che mi aspetta fuori dal bar e provo stilettate di piacere. Vado verso di lui con la fica che si riempie di miele ad ogni passo.
"-Vieni Giulia, andiamo"
Mi prende per mano e camminiamo. Ancheggio leggermente per via della pera.
"-Si vede che ti piace" mi fa Maurizio. Non rispondo.
"-Ti porto nella mia garconniere dove non ci disturberà nessuno, sono dieci minuti a piedi"
Cammino in modo non proprio facile. Lui mi osserva e mi mette le mani addosso. Afferra il bordo superiore della mini e tira verso l'alto, facendola risalire qualche centimetro. Adesso le autoreggenti sono proprio scoperte.
"-Così devi camminare, così chiunque può vedere che troia sei. Cammina una decina di metri davanti a me, così sembrerà che sei da sola e in cerca di cazzi".
Quel suo modo di fare mi sconvolge. Sono abituatissima agli uomini che non fanno che mentire continuamente, che travestono sempre la loro voglia di scopare dietro presunti bisogni affettivi, che cercano di dare una veste presentabile ai propri istinti. Maurizio no, tutto il contrario. Lui mi fa capire apertamente che di me non gliene frega niente e vuole solo usarmi per il suo divertimento e godimento. Si comporta con una porca sincerità che mi piace da pazzi... che mi fa riempire la fica di umori caldi...
Lui rimane indietro, io proseguo la passeggiata in solitudine. Cammino lentamente, so che Maurizio mi guarda il culo, so che tra poco salirò nel suo appartamentino e mi farà di tutto. Si sta già realizzando uno dei miei desideri più inconfessati, mostrare al mondo intero la mia porcaggine. Niente segreti, niente facciata ripettabile... "Dama en la calle y puta en la cama" dicono in sudamerica, così deve essere la donna... e io in questo istante sono anche "puta en la calle"... oddio come mi piace che mi guardino... cammino per strada vestita come una battona, chiunque mi vede non può che pensare male di me... non può che credere che sono una donnaccia... la pera anale mi dà sensazioni sublimi, ormai sono inondata. Non indosso le mutandine e ho il piacere umido tra le cosce. Il mio unico pensiero è che tra poco Maurizio mi userà nei modi più sconci per il suo godimento... è il mio pensiero più piacevolmente ossessivo... spero che sarà tanto tanto porco... Arriviamo davanti ad un portone, Maurizio apre, mi fa strada. Percorriamo un corridoio e ci fermiamo davanti ad un ascensore, lui non parla.
Entriamo. L'ascensore si avvia.
"-Devi avere il culo allargato e la fregna che cola a quest'ora, eh, Giulietta?"
"-Abbastanza..." rispondo languida.
Entriamo in casa... spero che ora lui mi salti addosso e mi scopi selvaggiamente dovunque capiti. Invece nulla, si toglie la giacca tranquillamente e mi invita a sedermi sul divano. Va al mobile bar e prepara un beveraggio alcoolico. Mi si avvicina e mi porge il bicchiere.
"-Lo so che adesso pensi soltanto a farti chiavare, ma il cazzo lo dovrai aspettare un po"
Mi agito un po' sul divano, lo guardo... stare seduta accentua la pressione della pera nel mio culo... sono già venti minuti che la pera mi sta scopando il di dietro, ormai desidero violentemente il cazzo di Maurizio.
Mi siede in poltrona davanti a me sorseggiando il liquore e ribatte con tranquillità, fissandomi negli occhi.
"-Hai detto di volere il servizio completo, no? Una puttana malata come te ha bisogno di qualcosa di più di una sveltina, non credi?".
Rimango ancora una volta interdetta. Mi ha dato della "puttana malata". Ma cosa sta dicendo? Richiudo automaticamente le gambe mentre assorbo l'epiteto, quasi incredula.
"-Quel povero fesso di tuo marito non ha mai capito un cazzo di te, vero?" mi dice con tono tranquillo ma sferzante.
Sono spiazzata. Di solito a quel punto sono io che reggo il gioco, l'uomo è in mio potere e pur di entrarmi dentro fa tutto quello che voglio. Invece questo stronzo rimane indifferente alle mie grazie e sono io a ritrovarmi ad implorare di essere montata. E' una cosa nuova, un po' orribile e un po' sublime.
"-Potresti evitare di riferirti a mio marito, per cortesia? Cosa c'entra? Non mi piace molto questo modo di fare, scusa", abbozzo una linea di difesa.
"-Ma la pianti o no di fare la cretina, Giulia? Forse è ora che tu ti schiarisca un po' le idee, non credi?".
Queste parole dette con tranquillità mi sconvolgono. Ma la mia eccitazione non diminuisce. Mi piace che mi parli così. E' come se io fossi una... cipolla, che lui sta sfogliando, portandone alla luce le parti nascoste...
"-Dai vieni qui camminando a quattro zampe e tirami fuori l'uccello dai pantaloni, visto che ci tieni tanto".
Finalmente, penso tra me e me. Dal divanello dove sono seduto scivolo in ginocchio e a quattro zampe mi dirigo proprio davanti a Maurizio che si accende una sigaretta. Armeggio alla sua patta dei pantaloni, sbottono la lampo, frugo con la mano nei boxer, catturo il membro. E' già semieretto. Lo lecco con devozione, mi pare che adesso Maurizio voglia comportarsi in maniera opposta rispetto al nostro incontro del camerino.
"-Brava Giulia, sfilami i pantaloni, dai."-
Eseguo, gli tolgo i pantaloni e i boxer insieme, mi inginocchio tra le sue gambe pelose.
"-Inizia a leccarmi l'interno coscia" ordina lui.
Tiro fuori la lingua e gliela passo con dolcezza sulla coscia.
"Adesso piano piano estraiti il plug dal culo".
Eseguo, ho un gemito di piacere-dolore, perchè l'ano è decisamente dolente e l'estrazione non è semplicissima. Mi fa male, ma il dolore è anche piacere. Lo reinfilo... ho l'ano dolente ma... è così che voglio che sia... dolente... è bello, è profondamente bello avere l'ano dolorante e maltrattato.
"-Ora devi occuparti delle mie palle, Giulia, leccale, assaggiale, puliscile con la lingua".
Io, donna sposata, moglie felice di un uomo dolce e meraviglioso, mi ritrovo su quel tappeto a dilatarmi oscenamente il sedere con un fallo in lattice mentre con la lingua lecco le palle di questo stronzo maleducato. Dio, che schifosa sgualdrina che sono diventata, come mi sono ridotta... Passo la lingua sui peli, li insalivo, li succhio. L'odore dell'intimità di Maurizio mi inebria. Apro la bocca e prendo delicatamente un testicolo in bocca, lo massaggio con la lingua. Provo ad infilarmi entrambi i coglioni di Maurizio in bocca ma ho paura di fargli male. Lui si semialza dalla poltrona per favorire la manovra. Ora mi sta quasi sopra, ruoto la testa verso l'alto e i suoi coglioni mi si depositano in bocca quasi da soli. Maurizio si mena l'uccello sul mio viso mentre io, con la bocca invasa dai suoi coglioni pelosi ed odorosi inizio a cadere in uno stato di deliquio. Sto facendo quello che la parte più profonda di me stessa avrebbe voluto sempre fare, ma che nessuno ha mai avuto la forza di chiedermi, di impormi in quel modo: essere la schiava di un uomo. Godo per lo sfintere anale slargato dal plug e godo per quello che quel maiale mi sta facendo fare.
"-Leccami il culo, ora".
O Dio mio, provo un tuffo al cuore a questa richiesta, ormai me la aspettavo... anzi... la aspettavo... certo che te lo lecco il culo, penso, te lo lecco tutto, brutto porco che non sei altro. Maurizio mette in piedi a gambe aperte. Io striscio sotto di lui e immergo il viso tra le sue chiappe. L'odore è molto forte ma invece di nausearmi mi ingolosisce. Gli separo le chiappe con le dita e la mia lingua si dirige sul suo ano. E' una cosa calda, morbida, umida, saporita, favolosa da leccare. Passo la lingua sul buco del culo di Maurizio, glielo slappo come meglio posso.
"-Aspetta, facciamolo meglio". Mi fa sdraiare supina su divano e si siede sulla mia faccia come se dovesse farsi il bidet. Infatti sono io a fargli il bidet con la mia lingua.
"-Dai, Giulia, infila la lingua dentro", mi incita. Con una contorsione si volta verso il mio culo e prende possesso del plug. Senza nessun riguardo inizia a pistonarmi il plug con brutalità dentro e fuori del culo, strappandomi gemiti di dolore-piacere. La mia lingua si fa strada nel suo culo, entra dentro. Il sapore è fortissimo ma non mi fermo. Ora ho qualche centimetro di lingua infilato nel suo retto, provo a muoverla come se lo dovessi scopare.
"-Brava, vai avanti così per un po".
Credo che stia godendosela, perchè smette di massacrarmi il culo con il plug e inizia a sospirare, concentrandosi per un attimo sul suo piacere. Proseguo nel mio osceno lavoro per parecchi minuti, la cosa mi piace da morire... ma perchè nessuno di quei tanti fessi con cui sono stata, marito compreso, mi ha mai fatto fare queste cose meravigliosamente schifose?
"-Brava, Giulietta, vedi come le impari bene queste cose? Vedi che devi ancora imparare a godere veramente?"
Maurizio si rialza e mi prende per mano. Davanti al suo divano c'è un tavolino di legno, di quelli che si fanno in Indonesia, con le zampe tozze e robuste. Mi ordina di salirci sopra a quattrozampe, di continuare ad infilarmi il plug nel sedere e se ne va. Eseguo. Mi masturbo dolcemente il culo con il plug infilandolo ed estraendolo, gemendo di piacere.
Quando Maurizio torna ha in mano due oggetti: una spatola di cuoio, simile nell'aspetto ad un piccolo battipanni, ed un secondo plug, di dimensioni leggermente superiori a quello con cui sto giocando da un'oretta. mi sistema a quattro zampe sul tavolino, alla pecorina, la testa appoggiata sul tavolino, il sedere rivolto verso di lui, con il plug che sporge dal mio ano. Maurizio si toglie i pantaloni e rimane nudo dalla vita in giù. Con delicatezza estrae il plug dal mio ano, impugna l'altro plug, lo lubrifica e con molta circospezione inizia a dilatarmi con quello. Sono felice che usi tanta delicatezza, una volta tanto. Cerco di rilassarmi per fare entrare anche quel giocattolo. Con mia sorpresa mi ritrovo improvvisamente piena senza quasi accorgermene... piena da morire... mio dio quant'è grosso... sarà una tortura farlo uscire, mi dico. Maurizio prende la spatola di cuoio e inizia a picchiarmi. Mi sculaccia con fermezza, senza farmi troppo male... poi, man mano che le mie chiappe si arrossano prosegue con colpi sempre più secchi... la pelle del sedere inizia a riscaldarsi più che a dolere veramente... è una sensazione divina. Allargo le cosce il più possibile per fargli vedere la mia fica aperta che lui ancora non ha nemmeno sfiorato. Spero ardentemente che ci infili il suo cazzo il prima possibile ma non ho il coraggio di chiederglielo. Mi piace quello che mi sta facendo. Mi sta portando in paradiso questo mascalzone... Poi improvvisamente inizia a parlarmi. Maurizio inizia a rivolgermi frasi cadenzate, con voce suadente, con tonalità profonda, parole che seguono il ritmo delle percosse. Parole quasi ipnotiche.
"-Tu sei qui, Giulia, per scoprire chi sei veramente.... dalla prima volta che ti ho vista in quel negozio ho capito chi eri, e ho capito che non sapevi chi sei veramente. Io sono qui apposta per fartelo scoprire, per farti capire quanto sei insoddisfatta e di quali e quante cose hai bisogno per essere te stessa..." I colpi diventano a tratti più forti, fanno quasi male, ma li sopporto benissimo. Il dolore dei colpi rivaleggia con il dolore della dilatazione del plug infilato nel culo, che non mi dà pace. Ma spero che questi dolori non finiscano mai... mi piace in maniera incommensurabile subire questo trattamento...
"Tutte le esperienze che hai cercato finora non ti hanno mai portato a godere così, vero?"
Gli rispondo di si, che non ho mai goduto tanto... gli rispondo che non mi sono mai sentita a tal punto nella situazione veramente giusta per me.
"-Vedi cosa intendo quando ti dico che tuo marito è un fesso? Nel senso che non ha l'esperienza e i mezzi per capire di cosa hai bisogno".
Gli rispondo che ha perfettamente ragione, che mio marito è decisamente un pivello.
"-Ci vuole esperienza e un po' di cattiveria per capire una donna come te, Giulia".
Maurizio va nell'altra stanza e torna con un frustino in mano, una specie di gatto a nove code formato da striscioline di cuoio.
"Ora scendi dal tavolo ed inizia a camminare a quattrozampe" Eseguo.
Cammino lentamente carponi sul tappeto mentre lui in piedi mi segue e mi bersaglia i lati esterni delle cosce di frustatine abbastanza dolorose. Il mio culo deve essere ormai del colore di una mela matura da quanto mi brucia deliziosamente, sia fuori che dentro, e adesso tocca alle cosce.
"-Guardami, Giulia e apri la bocca."
Lo guardo in viso ed apro la bocca. Lo posiziona la sua a perpendicolo sulla mia.
"-Tira fuori la lingua, dai". Eseguo e lui dall'alto lascia cadere un grosso sputo sulla mia lingua.
"-Bevilo". Tiro dentro la lingua e assaporo il suo sputo.
Si sposta di due passi e sputa per terra.
"-Lecca e pulisci, dai"
Sono in uno stato che si avvicina al trance ormai, quel trattamento che Maurizio mi sta riservando è qualcosa di viscerale che cresce dentro di me ed ogni suo ordine corrisponde ad una fitta di piacere che mi si localizza proprio al centro dello stomaco.
Seguono diversi sputi in diverse zone del pavimento che io vado a raccogliere con la lingua.
Mi prende per mano mi fa alzare.
"-Adesso si va a letto"
Lo seguo in camera da letto, aspetto i suoi ordini.
"-Sdraiati".
Mi accomodo sul letto, supina".
"-Spalanca le cosce". Eseguo.
"-Allora Giulia. A questo punto dobbiamo intenderci io e te, altrimenti è meglio che ti rivesti e te ne vai."
Non ribatto nulla, non saprei nemmeno da che parte incominciare per oppormi a qualunque sua richiesta.
E il porco questo lo sa benissimo.
"-Le sveltine o le scopatine non servono nè a me nè a te, ci stai arrivando, spero...".
"-Tu sei una cagna, Giulia, sei nata per fare la cagna e devi fare la cagna. Se vuoi che ora ti scopo è questo che devi essere per me d'ora in poi, hai capito?
Mentre pronuncia queste parole si mena il cazzo duro davanti a me e mi guarda con occhi duri. E aggiunge:
"-Altrimenti abbiamo soltanto passato un paio d'ore piacevoli io e te, ti rivesti e ti togli dalle scatole".
La mia risposta viene dal profondo di me stessa... guardo il suo bel cazzo nodoso e mormoro:
"-Tu lo sai meglio di me quello che voglio... entrami dentro... dai... sbrigati..."....
E' esattamente così che tutto è iniziato...
7
2
14 years ago
coppiaromana38, 43/43
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Giulia: la svolta sessuale [parte 1]
[Segue dal primo racconto: "Giulia"]
Per un paio di giorni non pensai quasi più ai momenti passati insieme a Maurizio nel camerino di prova della Rinascente. O meglio, ci pensavo spesso, ma avevo bisogno di tempo per elaborare l'esperienza fatta. In questi casi amo lasciar scorrere gli eventi, fare in modo che le sensazioni si sedimentino, per poterle poi ripensare a mente più fredda e riposata. Quello che era successo per molti aspetti era stata un'esperienza del tutto nuova: incontrare un uomo in un modo del tutto casuale, guardarsi, piacersi... e ritrovarsi immediatamente a condividere una situazione sconvolgente come un rapporto intimo in un luogo pubblico, senza avere nemmeno il tempo di riflettere. La mia vita sessuale con mio marito correva su binari decisamente normali, forse non sarà stata esaltante da un punto di vista erotico ma era sicuramente molto gratificante da quello affettivo. Claudio, mio marito, soddisfaceva, e soddisfa tuttora, il mio profondo bisogno di possedere un uomo, di averlo tutto ed esclusivamente per me. Claudio, la persona meravigliosa che da quando ci siamo conosciuti si è sempre dedicato a me, che ha sempre cercato di prevenire i miei desideri, che mi ha sempre fatto sentire una donna speciale, oggetto di una sorta di devozione, di adorazione quasi. Una vita sessuale quindi normale e tranquillamente felice, che però mi ha sempre lasciata incapace di rinunciare alle scappatelle quando capitava l'occasione. Il mio primo amante da donna sposata, due mesi dopo il matrimonio, è stato Fabrizio, ci siamo frequentati per un paio di annetti più o meno saltuariamente. Ce ne sono stati poi diversi altri che si sono avvicendati, sempre all'insaputa del mio lui: Francesco, un bel cinquantenne, Andrea, un ragazzo un po' più giovane di me, poi Fabio e Attilio. Tutte storie però più o meno finite. In quel periodo, correva il 2005, avevo in piedi una storiella con Emilio, 42enne amico di un collega di ufficio. Storia frutto di un lungo corteggiamento da parte di Emilio stesso, e che si consumava di tanto in tanto in qualche motel oppure, nelle rare occasioni in cui la moglie di Emilio si assentava da casa, nella sua camera da letto. Pochi mesi prima avevo ceduto per un periodo limitato anche alle lusinghe di Arturo, il commercialista di mio marito, che aveva iniziato a farmi una corte segreta e sfegatata. Per qualche settimana avevamo preso l'abitudine di vederci in un parcheggio appartato vicino al suo ufficio e finivamo invariabilmente per fare sesso sui sedili dell'auto. Una storia breve ed intensa quella con Arturo, bruciata nell'arco di poche settimane e poi definitivamente chiusa. E con questo è proprio tutto per quanto riguarda i primi due anni di matrimonio. Insomma, non credo proprio di poter essere considerata una troia, come qualcuno sostiene, in fondo mi comporto come quasi tutte le donne sposate della mia età... però riconosco pure di non essere la moglie più fedele del mondo. Tutto questo fino all'incontro con Maurizio alla Rinascente. Gli aspetti più autentici della mia vita sessuale infatti si sono realizzati in seguito all'incontro con lui.
Conservavo il biglietto da visita di Maurizio nella mia agendina, di tanto in tanto mi capitava in mano e lo rigiravo divertita fra le dita. Chissà se si aspetta davvero che lo chiamo, quel mascalzone, mi chiedevo. Non ne avevo nessuna intenzione, figuriamoci.
Fu la settimana successiva che però tornai sulla mia decisione: una notte subii infatti un dolce ed affettuoso assalto da parte di Claudio. Cominciammo a fare l'amore, poi lui volle che glielo prendessi in bocca. Di solito i pompini a mio marito glieli faccio sul letto, lui seduto appoggiato alla spalliera ed io piacevolmente impegnata a succhiarglielo. Ma ad un tratto Claudio decide di alzarsi in piedi lasciandomi... a bocca asciutta sul letto a guardarlo incuriosita. Claudio, tesoro mio, che mi avverti sempre quando stai per venire perchè non vuoi eiacularmi in bocca, sapendo che mi dà fastidio... Insomma lui si alza in piedi e mi domanda di sedermi sul bordo del letto. Mi viene vicino, in piedi e mi chiede di prenderglielo in bocca in quella posizione. Lo faccio e appena il membro di mio marito mi invade la bocca ho come un flashback, e ripenso a quella selvaggia penetrazione orale a cui mi ha sottoposto una decina di giorni prima Maurizio. Spingo il viso contro il pube di Claudio e lascio che il suo uccello mi entri fino in gola... ripenso alla sensazione di soffocamento che mi aveva quasi gettato nel panico, dentro a quel benedetto camerino. Mi eccito morbosamente ed inizio a spingere con la testa in modo da farmi penetrare da Claudio quasi fino in gola. Lui rimane certamente stupito da quell'inconsueto modo di praticargli la fellatio, io che solitamente lo gratifico con mille delicati ricamini di lingua intorno al filetto. Non sollazzo certo soltanto lui con questi servizietti, ma il mio tesoro non sospetta minimamente che alla sua mogliettina non dispiace affatto assaggiare di tanto in tanto anche il sapore della virilità di altri uomini. Bastano un paio di minuti di quel trattamento per portare Claudio all'orgasmo. Rispettosamente come sempre esce ed eiacula in un fazzoletto di carta. Vivo in quell'istante una sorta di delusione profonda... non che ce l'avessi con il mio amore o mi aspettassi da lui qualcosa di diverso... ma nel mio profondo sentivo la bruciante mancanza di tutt'altri ingredienti, del pepe e del peperoncino dela trasgressione. Claudio mi propone di ricambiarmi il favore leccandomi la fica ma gli dico che mi sento poco propensa quella sera e lui mi abbraccia affettuosamente, mi ricopre il viso di dolci bacini, prima di addormentarci. Accetto la sua dolcezza ma dentro di me provo un profondo senso di depressione. Il flashback ha riportato a galla sensazioni che scopro solamente ora di desiderare morbosamente. So che lì, in quel preciso momento, in quella stanza e con la persona che ho a fianco non c'è niente che possa appagare questi miei desideri quasi animaleschi. Provo un senso di vuoto, di inutilità, mentre la mia carne brucia letteralmente... Non riesco a prendere sonno. Guardo mio marito che si è appena addormentato e gli accarezzo teneramente i capelli. Tesoro mio, penso... così dolce... così tranquillo... così noioso...
L'indomani il trantran del lavoro quotidiano mi distoglie da quei pensieri fino alla pausa pranzo. Poco prima di recarmi alla mensa con i colleghi squilla il cellulare. E' quel pazzerello di Emilio, non ci sentiamo da diversi giorni. Come stai, come non stai, quanto mi manchi. Le solite cose, penso tra me e me. Ha voglia di scopare, figuriamoci. Immagino già il seguito che arriva puntualissimo: mi chiede se ho voglia di vederlo dopo il lavoro, visto che si trova a passare dalle mie parti. 'Ci credo proprio che dovevi passare dalle mie parti' avrei voglia di ribattergli. Ma vederlo mi fa sempre piacere e gli dico di si. Tanto Claudio il giovedì non rientra a casa prima delle 20 e se tardo un po' non se ne può certamente accorgere. Ci vediamo ad un paio di isolati dal mio ufficio, quanto basta per evitare di essere pizzicata da qualche collega. Prendiamo un aperitivo analcoolico in un bar e vedo Emilio che mi guarda attentamente. Gli chiedo la ragione di tanta attenzione e lui mi dice di vedermi diversa, molto più... eccitante del solito. Finito l'aperitivo mi dichiara di non farcela più... ha bisogno di abbracciarmi, di respirare il mio odore. Mi chiede se voglio regalargli almeno cinque minuti di tenerezza in macchina con lui. Lo fa con brio e spirito, il suo solito modo che sempre mi diverte tanto. Acconsento. Salgo sulla sua macchina e ci dirigiamo verso una delle piazze dell'EUR. Sono le 18.30 ed è già buio. Emilio ferma la macchina in un angolo della piazza e mi assale letteralmente. Lingua in bocca, mani dappertutto.
-"Ma non volevi soltanto un po' di coccole?", faccio io con finto sdegno facendo finta di respingere l'assalto.
-"Ti desidero da pazzi, sono giorni che penso a te".
La sua lingua mi percorre il collo, le sue mani pastrugnano i miei seni sotto la camicetta.
Ricambio il bacio, la mano di Emilio penetra sotto la gonna, risale. Non sono vestita sexy, ho i collant completi con le mutandine. Di solito quando vedo Emilio metto le calze autoreggenti color carne che gli piacciono tanto e gli facilitano le manovre sessuali. Ora invece sono costretta a fermarlo e devo divincolarmi un po' sul sedile per abbassare collant e mutandine e consentirgli il libero accesso alla mia fica. Ecco le dita del mio bravo amante pizzicarmi la clitoride e strizzarla dolcemente come fa sempre lui. E' così bravo a masturbarmi, e lo lascio fare. Emilio la mia fica, essendone un frequentatore piuttosto assiduo, la conosce decisamente bene e sa perfettamente come farmi godere. In pochi minuti mi porta all'orgasmo, la sua bocca incollata alla mia mi impedisce di gemere ad alta voce come mi viene naturale... Ora tocca a me... lungi dall'avermi calmata, l'orgasmo appena vissuto mi stimola a fare qualcosa di più. Gli slaccio la patta dei pantaloni, armeggio con i suoi boxer e subito il bel cazzo di Emilio svetta fuori, voglioso di attenzioni. Mi ci attacco con foga e lascio che mi penetri la bocca il più possibile... sento la sua cappella penetrarmi fino in gola e di nuovo rivivo, anche se solo in parte, il piacere del soffocamento. Pochi minuti ed Emilio esplode nella mia bocca. Lui il problema che io non gradisco lo sperma in bocca non se lo è mai posto. Di solito ogni volta che lo spompino prendo tutta la sua sborrata, la trattengo in bocca aspettando anche gli ultimi schizzi e poi sputo in un fazzoletto. Stavolta desidero rivivere il piacere regalatomi da Maurizio e quando avverto i classici sintomi dell'eiaculazione lascio affondare il membro di Emilio fino in gola, la sua sborrata mi riempie letteralmente. La deglutisco fino all'ultima goccia mentre lui rantola vistosamente di piacere, gratificato oltretutto dal vedermi per la prima volta ingoiare interamente il frutto delle mie poppate.
Ci salutiamo con un lungo e profondo bacio, ma io non vedo l'ora che lui se ne vada e mi lasci sola. La mia elaborazione è finita, ora percepisco lucidamente ciò di cui sento il bisogno e non vedo alcuna ragione perchè questo bisogno non debba venir soddisfatto. Salgo nella mia macchina e con il cuore in tumulto tiro fuori la mia agendina. Trovo il bigliettino da visita di Maurizio, lo stringo tra le dita. Con lo stomaco letteralmente stretto da una morsa prendo il cellulare e compongo il numero.
Il telefono squilla a vuoto due, tre volte... mi tremano le mani, mi mordo le labbra fino a farmi male. Poi sento la sua voce.
Il tono è abbastanza secco, me lo ricordavo bene.
"-Si?"
"-Maurizio?"
"-Si, chi parla?".
"-Ciao, sono Giulia, ti ricordi di me?".
"-Giulia?" fa lui.
"-Si, Giulia, non ricordi, ci siamo conosciuti dieci giorni fa"
"-Senti proprio non so chi sei... dammi qualche coordinata altrimenti non ne usciamo"
"-Ma si, dai che ti ricordi... alla Rinascente... il camerino di prova"
Maurizio rimane muto qualche secondo.
"-Allora ti ricordi o non ti ricordi di me?", aggiungo con una risatina forzata.
"-Ahh ma certo..." fa lui, e segue qualche secondo di pausa che non so come interpretare
"-Sei la cagnolina che gira per centri commerciali in cerca di qualcuno che se la sbatta", mi apostrofa ridendo.
Rimango un po' interdetta da quella risposta.
"-Insomma vuoi il servizio completo stavolta?"
Il tono sferzante della sua voce mi colpisce e piega qualcosa dentro di me. Come l'altra volta, Maurizio sta toccando zone inesplorate di me. Le sta invadendo con la prepotenza.
"-Che fai, Giulia, non rispondi? Allora lo vuoi il servizio completo o non lo vuoi?"
"-Si, certo che lo voglio", rispondo laconica.
"-Perchè sei una gran baldracca, l'ho capito appena ti ho vista, sai?".
Non rispondo, ogni sua parola si deposita dentro di me allagando le sopraccitate zone inesplorate... e facendo allagare anche zone già abbondantemente esplorate da diversi uomini, in aggiunta al recente orgasmo relalatomi da Emilio...
"-Senti, vieni domani verso le 16 al mio bar e ne parliamo, va bene?"
"-Va bene" rispondo meccanicamente.
"-E vieni vestita carina, non da santarellina come l'altra volta, intesi?"
"-Da santarellina?" rispondo stupita, pensando a quanto piacere mi dava girare sola con la gonna che lascia scoperte le calze a rete sopra il ginocchio, sentendomi per questo un po' porcellina. Un abbigliamento cioè che reputavo in qualche misura già abbondantemente spinto.
"-Forza, metti una bella mini, falle vedere 'ste cosce, che ne vale la pena."
"-Ci proverò..."
"-E ci riuscirai pure, no? A domani Giulia, non fare tardi...".
Stavo per rispondere un ciao quando mi accorgo che la comunicazione si è interrotta. Bel tipo, molto galante...
L'indomani affronto la giornata con apparente calma. Dentro di me sono in completo subbuglio, penso all'incontro di questo pomeriggio. Non so minimamente cosa aspettarmi da Maurizio. Presentarmi così al suo bar, vestita oltretutto in modo provocante. Ripenso al tono quasi beffardo della sua voce, non riesco ad immaginare con quale faccia riuscirò a presentarmi. L'altra volta ho agito d'impulso, è stato il classico attimo di follia, adesso invece è una scelta pienamente consapevole e premeditata.
Come devo vestirmi? Io minigonne corte non ne possiedo nemmeno, ho giusto quelle due o tre gonne sopra il ginocchio di cui Claudio non sospetta nemmeno l'esistenza.
A metà mattinata prendo un'ora di permesso, esco dall'ufficio e mi reco in un grande magazzino nei paraggi. Vado nel settore abbigliamento, giro a lungo senza trovare quello che cerco. Arrivo nel reparto giovani e trovo finalmente le minigonne. Ne trovo un paio di colore scuro e una di jeans, che scarto subito. Vado a provarmi quelle due che sembrano le più "seriose", pur essendo molto corte. Entro nel camerino sorridendo al pensiero di quando ci sono entrata l'ultima volta in diverse circostanze... Indosso le mini. Sono entrambe veramente molto, troppo corte, non arrivano nemmeno a metà coscia. Ma posso andare in giro conciata in questo modo? Provo ad indossare le autoreggenti a rete che ho portato con me nella borsetta, per provare l'abbinamento. Dio mio, il bordo delle autoreggenti si vede benissimo, fa decisamente capolino dal bordo della gonna. Tiro giù la mini il più possibile ma è una manovra poco efficace, appena mi muovo riecco spuntare il dannato bordo. Ma non ho alternative, non ho tempo di cercare altre soluzioni. Mi rivesto, pago le due gonne e torno in ufficio. Arrivano le 15.30. Io esco dal lavoro alle 17.30 e devo prendere altre due ore di permesso. Saluto i colleghi che mi guardano incuriositi, esco dall'ufficio e cerco un posto dove cambiarmi. Al primo bar prendo un caffè e vado alla toilette delle signore. Ci siamo, dico a me stessa.
Sono certa che Maurizio, porco com'è, vorrà fare qualcosa anche con il mio di dietro, quindi provvedo ad una profonda pulizia con una peretta per clisteri, accorgimento un po' antipatico ma necessario, l'esperienza insegna.
Mi tolgo la gonna, infilo le calze autoreggenti nere a rete, le sistemo più su possibile. Tolgo le mutandine e ammiro il pelo pubico che ho provveduto a regolare e spuntare la sera prima. Sono proprio attraente, nulla da dire, a 36 anni sono ancora una bella fica. Mi infilo i tanga neri semitrasparenti che tanto piacciono ad Emilio, poi indosso la mini, quella più scura. Scarpe con tacchi, eleganti ma non esagerate, utili per "slanciare" le gambe. Ecco fatto, sono pronta.
Mi guardo allo specchio a provo un brivido. Sono vestita da troia, non c'è nulla da fare. La mini mi sta benissimo, fa risaltare le gambe, ma le autoreggenti si vedono... si vedono eccome. Forse dovrei toglierle, ma fa troppo fresco per restare con le gambe nude, eppoi al pensiero che sto per entrare nel bar di Maurizio vestita così mi bagno violentemente. Decido di fregarmene, si vive una volta sola. Esco dalla toilette, pago il caffè, riprendo la macchina e raggiungo il posto. Passo davanti al bar di Maurizio con l'auto e studio il posto. Un bel bar, niente da dire, in posizione centrale. Deve averne di soldi il buon Maurizio. Parcheggio l'auto poco distante e mi avvio. Batticuore a non finire mentre il bar si avvicina inesorabile passo dopo passo. Mi dò della pazza a comportarmi in un modo simile, penso a mio marito che non riuscirebbe neppure ad ipotizzare da parte mia un simile comportamento. Penso che forse gli darebbe di volta il cervello se sapesse, se mi vedesse....
Entro. Mi guardo intorno, vedo una coppia che sorseggia il caffè ed un paio di avventori fermi al banco del SuperEnalotto. Dietro il bancone Maurizio non c'è, c'è solo un ragazzo. E ora che faccio? Sono le 16.00 spaccate, ordino un altro caffè? Mi metto seduta ad aspettare ad uno dei due tavolini presenti nel bar? Prendo e me ne torno a casa, che sarebbe poi la cosa più saggia da fare? Mi avvicino al banco, il ragazzo mi chiede cosa desidero e, per prendere tempo ordino un tè caldo. Mi guardo intorno titubante mentre aspetto il tè. Il ragazzo si sbriga a servirmelo, non mi rimane che zuccherarlo lentamente e berlo ancora più lentamente. Passano cinque minuti abbondanti e Maurizio non si vede. Faccio finta di essere interessata alle confezioni regalo di cioccolatini e i minuti di attesa diventano dieci. Seccata inizio a domandarmi cosa ci faccio piantata lì, mi avvio verso la cassa e tiro fuori il portafogli per pagare. Il ragazzo viene per battere lo scontrino quando Maurizio entra nel locale. Viene subito verso di me con un sorriso, mi abbraccia, mi bacia sulle guance con fare cordiale e dice al ragazzo che la signora è ospite e non paga. Insiste per farmi preparare un cocktail speciale che accetto di buon grado. Mi scorta al tavolino e si siede accanto a me. Ora il ragazzo non può più sentirci.
"-Brava, ti sei vestita proprio bene". Mi fa sorridendo da mascalzone, io non ribatto e gli sorrido.
"-Accavallale quelle gambe, e girati verso la sala... fai vedere ai clienti che belle gambe hai, mica vorrai rimanertene rigida come un baccalà, no?"
Invece di protestare a quella richiesta insolente mi ritrovo ad accavallo le gambe in direzione della sala, arrossendo. Adesso chiunque entri dalla porta avrà una bella visione delle mie autoreggenti.
"-Sei sposata, Giulia?" fa lui ammiccando alla fede che porto al dito.
"-Si" rispondo io sottovoce.
"-Fortunato il maritino, con una moglie così bella".
Arrivano i due cocktail margarita, il ragazzo non può fare a meno di guardarmi le gambe. Entra un uomo sulla sessantina e i suoi occhi pure si incollano lì.
"-Tuo marito ti scopa?", domanda diretta e piuttosto volgare.
"-Si, certo. Guarda che siamo una coppia felice, io e lui", rispondo in un impeto di orgoglio.
"-E come, no? Ci credo proprio che siete tanto, tanto felici... specialmente tu", ribatte lui con un sorrisetto irritante. Mi viene voglia di riferirmi alla sua non esaltante raffinatezza per metterlo in difficoltà e pareggiare i conti, ma poi lascio perdere. C'è qualcosa dentro di me che tende ad arrendersi di fronte a quest'uomo impudente.
-"Mi aspetti un momento, sbrigo un paio di cose e sono da te"
"-Fai pure" ribatto.
Rimango seduta a gambe accavallate, entra altra gente, gli uomini mi guardano tutti chi più che meno sfacciatamente, un paio di donne mi fissano con espressione vagamente disgustata.
Qualche minuto e Maurizio torna. Mi si siede accanto.
"-Allora vuoi il servizio completo, stavolta, hai detto, no?"
Io ridacchio alla sua provocazione.
"-Sono qui apposta per vedere di cosa sei capace" rispondo divertita e riservandomi di punzecchiarlo almeno un po'.
[CONTINUA]
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14 years ago
coppiaromana38, 43/43
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Come una chiacchierata
Premetto che non è nelle mie intenzioni scrivere un libro (non troverete un racconto che seue un filo logico, ma solo flash di pensieri scritti come venuti in mente), né tantomeno un discorso ruffiano o aprire un blob dal titolo “trasgressioni…istruzioni per l’uso”, non spero nella condivisione generale, ma solo un rispecchiarsi da chi passa per le stesse emozioni. Non è stata una ispirazione, ma queste giornate uggiose che, invece di cazzeggiare col pc, mi hanno fatto immaginare di essere seduto in un salotto con una coppia amica e di aver instaurato con loro un discorso (in verità ne uscirà un monologo) basato sul mio pensiero, sulle mie esperienze e sulla mia analisi riguardante le coppie e la trasgressione (notare che ho ripetuto tre volte MIO, quindi è chiaro che parlo esclusivamente di ME e del MIO punto di vista, nel quale forse qualcuno vi si potrà riconoscere e condividere, mentre magari per la maggior parte, saranno altre fesserie da aggiungere alle tante altre già sentite). Trattandosi di riflessioni buttati così come venuti in mente, mi riservo soltanto di tanto in tanto qualche modifica a correzione di impostazione, ma non di concetto, di passaggi non esposti al meglio.
LA TRASGRESSIONE NEL SESSO? E’ difficile da capire per chi l’ha solo sognata e mai provata!
Voglio affiancare, per un fatto statistico (4% in italia), per similitudine e per sensazioni diverse ma simili, la trasgressione nel sesso a quella di qualsiasi gioco (sono un buon giocatore), d'azzardo o passatempo.
Poichè, come in ogni settore, esistono dei livelli, eliminerò delle categorie che per considerazioni personali non mi coinvolgono:
1) quelli in cerca di uomini equini (in quanto ritengo non abbiamo nulla a che spartire con quelle persone che nel sesso, oltre al piacere fisico, ritengono importante e di base anche il piacere mentale con tutte le sensazioni che ne scaturiscono. Per quanto mi riguarda, ho superato il centinaio di donne che mi hanno offerto il loro letto e parte di loro avevano compagni per l'appunto "equini", ma non mi sono mai sentito fischiare un buuuu anzi, ho sempre apprezzato gli ulteriori inviti - nel gioco non mi diverte e non mi appassione vincere con una cascata di carte buone, mi piace la partita);
2) i frequentatori di privè (nulla in contrario, ma sà di organizzato e scontato, oltre ad infrangere quella privacy a cui tengo tanto, esce fuori dai miei schemi di "misurata complicità" e poi non ci tengo a leggere un libro del quale ne conosco il finale, anche per la considerazione che la donna non è un ammasso di carne inutile attorno ad un buco, tale situazione non m'intriga - solo nel gioco preferisco i casinò o i tornei organizzati);
3) i cercatori di persone di colore (non è per un fatto razzistiso, ma reale preoccupazione di portare a casa malattie per un gioco che, a quei livelli, non vale il rischio. E' un fatto oggettivo per il fattore igienico-sanitario dei paesi dai quali provengono e sempre un fattore igienico-sanitario per le condizioni nel quale vivono in italia. Ovviamente non è l'interezza, ma una buona percentuale, che non puoi analizzare davanti un caffè - mi piace il gioco, ma non mi gioco la casa);
4) i logorroici, maleducati, cafoni e perenni insodisfatti (nel gioco mi piace averli sempre avversari).
Eliminati da questa analisi anche tutti coloro i quali sono convinti che sia solo un diversivo per scopare con un uomo o una donna diversa o, peggio, una scopata a buon mercato, rimangono gli amanti di questi momenti, diversi da tutti gli altri, perché fortemente legati al coinvolgimento nella propria massima espressione dell’intimità, del coinvolgimento di uno/a sconosciuto/a.
L'approccio, il contatto, la conoscenza, la reale sensazione di trovarsi sotto esame, il primo spiraglio di essere stati accettati, l'attesa del primo passo del lui di coppia (non credo che a casa di amici ci si alzi per andare a farsi un caffè), l’imbarazzo di denudarsi e mettere in mostra i propri “presunti difetti”: un seno un pò cadente, dei fianchi non proprio scolpiti, glutei che non sono del tutto marmorei, qualche cuscinetto di troppo, bucce d’arancia, entrare in sintonia con il compagno della donna per trovare il cosiddetto "giusto feeleng" e mille altre stupidità che fortunatamente vengono sopraffatte dallo scatenarsi dei sensi e dal desiderio, con la consapevolezza di offrire tutto di se stessi, senza riserve e senza falsi pudori. Quante emozioni… quante sensazioni. Imbarazzo, emozioni, passione, situazioni che coinvolgono ogni parte del tuo corpo e del cervello, un ricominciare sempre da zero con sceneggiature non sempre scontate dove il sesso, grande tabù, diventa solo una riassuntiva definizione di tutte le sensazioni messe in campo.
Nella vita di tutti i giorni sono la normale persona che ogni giorno si reca a lavoro e vede scorrere la propria vita nella monotonia della quale siamo tutti stanchi. Una donna, a volte un’amante, solite cose che si possono leggere anche tra le pieghe di un libro di storia, ovvero cose normalmente accadute da sempre, ma per lo più riservate ai ricchi ed ai grandi del passato che non dovevano dar conto dei loro “vizi”.
L'età? Ogni tanto qualcuno arriccia il naso o si crea problemi per l'età. Non possore essere certo io a criticarli per questo, in quanto ricordo ancora che frequentavo le scuole medie quando pensavo di mio padre come già vecchio (ed aveva solo 35 anni). Però mi consolo due volte sapendo (oltre ad essere sicuro di poter dare molto) che anche qui le statistiche dicono che un uomo in salute, intorno ai 45 anni è al massimo della propria sessualità e sensualità (ovviamente questo è solo un dato statistico che nulla ha a che vedere con criteri soggettivi quali l'attrazione, la stimolazione o i preconcetti) e, seconda consolazione, immaginarli in un prossimo futuro. quando saranno gli altri ad arricciare il naso nei loro confronti.
Invidio quelle coppie che fuori da ogni ipocrisia sono arrivate alla determinazione che, meglio di finire alla meschina e reciproca clandestina cornificazione, hanno scelto di salvare il proprio amore condividendo e realizzando le proprie voglie e fantasie. Le sensazioni di cui parliamo non si possono comprare in nessun negozio, sono sensazioni portate dalla passione e, per loro natura, dettate dall’istinto.
Certo - e ne comprendo le difficoltà – molte coppie hanno le loro difficoltà a lasciarsi andare in un “salto nel buio” in un rapporto a tre che vede molti uomini difficilmente equilibrati nel riuscire a capire cosa significhi vita coniugale e gioco di trasgressione anzi, per molti trattasi di una zoccola che scopa con altri con il consenso e davanti al marito, povero “cornuto” e rammollito che non riesce più a soddisfarla.
Ma, ahinoi, il “beone” di turno non ha capito che di un cazzo ne siamo tutti in possesso e che molte volte anche la sua donna finge un orgasmo pur di non compromettere il suo esile equilibrio mentale che, dal canto suo, con tutta la sua buona volontà e nonostante gli sforzi culturali, non ha capito che la sua più grande avversaria è la monotonia. Entrare nel corpo di una donna, oltre che piacevole, è molto facile e non richiede particolari attenzioni, se non quelle dei gustosissimi e piacevoli preliminari, ma cosa diversa è cercare anche per un solo momento di entrare nell’intimità di quel piccolo nucleo familiare, non può e non deve né essere pensato e né essere consentito, perché cadrebbe il discorso del “gioco” e diventerebbe qualcosa di squallido, come molta attenzione richiede la sottile linea di confine tra erotismo e volgarità che, senza il cervello sempre connesso a tutto il resto del corpo, si rischia di essere ricordati per sempre, ma nel cassetto mentale delle esperienze più negative.
Noi, del cosiddetto sesso forte, non vogliamo accettare un concetto che è puramente fisico e cioè, che una donna per la propria conformità può far godere diversi uomini contemporaneamente, mentre un uomo può far godere (forse) una donna alla volta (non trascurando il periodo di pausa, prima della rimessa in funzione dell’attrezzo). Non per nulla, anche quando si gioca tra coppie, il più delle volte i due maschi ed una delle due donne si dedicano a turno ad una femmina e raramente, o quasi mai, il contrario. Un singolo che gioca con più di una coppia nello stesso momento, vedrà sempre almeno due maschi su una donna (con momenti di tre) e l'altro temporeggiare sull'altra donna con sesso tradizionale, in attesa che arrivi anche per quella donna il turno di "confusione" e del "tutto occupato".
Quando mi è capitato di leggere la mail di qualche coppia che mi chiedeva: “scusa, ma se già trasgredisci con delle coppie perché ne cerchi altre?”. Mi avvalgo del quinto emendamento e cioè “della facoltà di non rispondere” e continuo nella ricerca (non maniacale, ne accanita) di possibili nuove emozioni, che solo nuove persone possono darmi.
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14 years ago
giulio43,
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Anna
Sveglio da pochi istanti ma subito il pensiero mi porta da lei.
Sarà la mia prima conoscenza extraconiugale dal web e sono nello stesso momento eccitato ed emozionato.
La luce che entra dalla finestre e calda, avvolgente come i miei pensieri mattutini. La doccia accurata, la depilazione intima, il profumo di Gaultier, la scelta dei vestiti. Tutto parte di questo preludio tanto atteso e aspettato.
Lei e bellissima! Il ricordo del suo sorriso visto in cam mi eccita di più. Occhi dolci contornati da un faccino stupendo che sembra quello di una ragazzina, niente a che fare con la sua età di 38 anni. Non ci credevo quando me lo diceva perché veramente sembra una ragazzina. Divertita sorrideva di più quando ad ogni occasione gli ripetevo che meno male non aveva messo foto del viso sul profilo se no la fila sarebbe stata lunghissima.
Camicia azzurra, pantaloni neri, scarpe leggere, occhiali da sole e sono già pronto. Scendo le scale perché l’ascensore mi sembra lentissimo oggi e in macchina metto musica. Mi piace il jazz e Miles Davis e perfetto per me oggi.
Guardo il cruscotto e mi metto a ridere. Sono le 9:12 e sono molto in anticipo. Decido comunque di andare al bar dove abbiamo deciso di vederci. Non è molto lontano, un posto carino con una bella veranda che si affaccia sul mare, grande abbastanza da contenere tante persone in modo che non siamo quelli osservati da tutti i dipendenti. Per me è sicuramente meglio anche perché sono emozionato e non vorrei occhi indiscreti addosso. Come in quei locali dove non avendo tantissimi clienti i dipendenti finiscono per concentrarsi su di te e non sai come farli smettere.
Le 9:30 e sono in anticipo di 30 minuti. Il bar e pieno al’esterno e la cosa mi piace perché al’interno non c’è nessuno. Scelgo un tavolo defilato in un angolo che vede benissimo l’entrata ma che ha una colonna che copre un po e aiuta nascondere le altre sedie. E’ perfetto!
Un decaffeinato per non diventare troppo agitato e mi siedo guardando fisso verso l’entrata. La conoscero subito , sono sicuro. Le sue foto sul sito dimostrano un fisico elegante, non altissima, capelli neri ed una pelle bianchissima. Non ha messo foto del viso e non me ne ha mandato per chat però sono riuscito a vederla due volte in web cam ed è bellissima.
Mi sembra di conoscerla già da tempo perché pur nel suo disagio mi metteva sempre a mio agio. Parole semplici, commenti audaci ma dolci allo stesso tempo, sorriso affascinante.
Eh si! Quel sorriso mi ha fatto diventare da predatore in preda. Cosi caldo e sensuale senza volerlo essere che a nessun altra donna ero riuscito a vederlo fin ora.
Esco a fumare una sigaretta mettendomi vicino alla porta per non sbagliare. Fumo con tutti i polmoni e la cosa mi rilassa, pensando che anche lei fuma . Se andrà tutto come spero ci fumeremo una sigaretta in due dopo sul lettone, e il solo pensiero mi fa venire il sorriso.
Guardo l’orologio e mancano ancora 15 minuti alle 11. La gente seduta sulla veranda si rinfresca conversando in maniera rumorosa, in un miscuglio di conversazioni che si uniscono in un'unica e sola conversazione senza senso. Comincio ad essere teso man mano che il tempo si avvicina, entro dentro dando un occhiata veloce al mio riflesso sul vetro del’ entrata e mi sembra che nella presentazione sia tutto a posto quindi mi risiedo di nuovo sulla sedia con posizione strategica.
Adesso sta cominciando a diventare lunga l’attesa. Come se non avessi mai avuto prima una storia di sesso e la cosa mi sembra strana. Non sono un principiante. E allora perché tutta quest’ ansia? Sarà perché lei mi piace tanto? Ma nooo, anche Isabella mi piaceva tantissimo però forse perche ci eravamo conosciuti personalmente in quella festa per la prima volta. Ecco cosa sarà, la conoscenza virtuale è quella che mi da quest’ ansia.
Cerco di non pensarci ma guardare altrove, tenendo sotto controllo l’ingresso perché mancano due minuti al’appuntamento.
Tutto d'un tratto un pensiero nuovo. E se non venisse? Non credo, ci siamo messaggiati alle prime luci del alba confessando i nostri desideri morbosi e lei era sveglia come me che aspettava il nostro appuntamento.
Se dovesse non venire per un impegno imprevisto? Beh, in tal caso aspetterò altri 20 minuti e poi le manderò un messaggio che ho aspettato a lungo ma che ci saremmo potuti rifare un'altra volta.
Ma forse è già venuta e malgrado la mia sicurezza non l’ho riconosciuta, lei mi ha visto, non gli sono piaciuto o ha cambiato idea e s’è ne andata. Possibile perché no? Anche se non ho notato nessuno che mi guardasse. Basta con questi pensieri, rilassiamoci siamo qui per divertirci o no, mi dico subito e mi metto a guardare ancora l'ingresso
Passati 10 min dopo le 11 e l’ansia con la tristezza mi assale.
Gioco nervosamente con il cellulare che non squilla in nessun modo.
Lei non si vede.
Sorrido amaramente pensando che avevo ragione ad avere quei pensieri dubbiosi poco fa.
Una mano che mi tocca sulla spalla mi scuote.
E il cameriere!
Sorridendomi mi dice che qualcuno mi sta aspettando nella saletta affianco.
Mi cercano nella saletta affianco ?? C’è una saletta affianco ?- domando stupito.
Si signore- mi risponde il cameriere- e la saletta fumatori dietro quegli specchi.
Adesso sono ancora più emozionato.
Guardo nella direzione indicata e vedo che verso la fine degli specchi c’è un ingresso dove sicuramente sarà questa benedetta saletta. O Dio che figuraccia. Lei e entrata e io non l’ho notata……….Adesso non c’è più tempo per pensare dei dettagli di questa figuraccia colossale, cammino verso la saletta con il cuore che mi batte a mille per tanti motivi, passo l’ingresso e vedo Lei.
Seduta in un angolo con vista verso quegli specchi che guardano nella sala dove prima stavo io. Mi aveva già visto allora.
Le sorrido avvicinandomi e lei si alza per salutarmi.
E meravigliosa!
Il vestito leggero color fucsia con delle bretelline la fa sembrare ancora più piccola di quello che sembra. Capelli raccolti che risaltano il petto insieme al collo sottile.
Sono senza parole e mi avvicino a baciarle la guancia cercando di chiedere scusa nel non averla notata quando era entrata.
Mi bacia le labbra per un istante facendomi sentire il sapore della sua bocca, poi mi abbraccia e sorridendomi mi dice:
“sono entrata nel bar 5 minuti prima di te alle 9 e25 ed era bellissimo vederti che anche tu mi aspettavi con tanta ansia e desiderio”
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14 years ago
admin, 75
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La mia storia 2
... ogni occasione era buona per appartarci e sperimentare il piacere del sesso. Alex mi sembrava inesauribile sempre pronto con quel suo cazzo che appena lo sfioravo con la mano e con le labbra si impennava stupendamente. Io ormai subivo piacevolmente la sua arroganza di maschio e la prepotenza del suo cazzo nel volere sborrare e godere della mia bocca durante la giornata e facendomi montare il primo pomeriggio e la notte nel culo. "la mia puttana" mi diceva ed io mi sentivo felice e gratificata. Scoprivo sempre di più che quella era la mia strada essere "femmina". La nostra storia continuò anche dopo quella estate fino a quando Alex non si diplomò un anno prima di me e partisse per l'università. Il nostro rapporto doveva rimanere un segreto tra noi nessuno dei due aveva convenienza a che in famiglia scoprissero che Alex mi scopava anche perchè a perderci ero più io che lui ovviamente! Io in nquegli anni coltivai la mia natura femminile curando il mio corpo depilandomi i pochi peli superflui che un pò vennero fuori utilizzando le cremine di mia madre a sua insaputa. Faticavo ad apparire un maschio nella vita quotidiana con gli amici, soffrivo dentro di me costretto ad interpretare un ruolo che non sentivo mio aspettando con ansia il fine settimana quando andavo a stare da mia zia per il sabato e la domenica. Vivere la mia sessualità al femminile con Alex era per me una gioia che mi gratificava di tutto il resto. Sfogavo nel sesso il mio essere femmina, il mio piacere nel sentirmi trattare da femmina a letto, il gusto di sottomettermi al piacere del maschio, di sentire Alex padrone del mio corpo! .....segue
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14 years ago
cp3sanny,
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I miei pantaloni nuovi
.."dai usciamo a fare compere, hai bisogno di un paio di pantaloni nuovi"...
ecco ci risiamo, vuole fare shopping, mi tocca accompagnarla..per fortuna sono finiti i saldi e non c'è più la ressa.
..."preparati in fretta che dobbiamo fare diversi giri"....
lo sapevo, mi ha incastrato nello shopping, stavolta non posso tirarmi indietro..
Mi porta in un negozio del centro, grande e con pochissima gente, fantastico!!..pensai, ....almeno ci sbrighiamo in fretta...
..."Tesoro vedo se c'è qualcosa anche per me"....
eccola, immaginavo...e i miei pantaloni?....me la sbrigo da solo...
Chiedo alla prima commessa che mi manda al secondo piano...salgo le scale e vengo accolto da una seconda commessa..
Niente male la signorina, jeans e una camicetta che faceva fatica a trattenere i suoi seni...
..."In cosa posso servirla?"... Buttai velocemente uno sgurardo sulla camicetta e pensai di farmi servire tutt'altro che un paio di pantaloni..."Mi servono dei pantaloni"...
..."la sua taglia è una cinquanta?"...che occhio..."si, cinquanta"...
...si gira per prendermi dei pantaloni, cerca la taglia, io la guardo...è veramente carina e si muove bene...
scelgo di provare un pantalone, lo prendo e mi dirigo nello spogliatoio, lo indosso ed esco per guardarmi meglio allo specchio per chiederle un parere in attesa che mia moglie si interessi anche dei miei acquisti...
.."non le cade proprio bene, provi quest'altro modello"...effettivamente aveva ragione...ritornai nel camerinoe..."è piccolo questo camerino" dissi tra me e me con mezza voce..."le vengo a prendere il pantalone così potrà muoversi meglio"
...ero in slip, di spalle alla tenda, con i pantaloni appena provati in mano, mi girai di 180° e sentii urtare il mio pacco...aveva allungato la mano all'interno del camerino per prendere i pantaloni...
..dopo avermi involontariamente toccato, rimasi sorpreso che non avesse ritirato il braccio, feci finta di nulla e feci in modo di farmi ritoccare una seconda volta...la sua mano era ancora lì...non potevo crederci e le diedi il pantalone...
...pensavo tra me..."avrà capito dove mi ha urtato?"...carina e maliziosa...divertente fare shopping qui...
nel frattenpo indossai i secondi pantaloni e uscii,...le incrocia lo sguardo e lei sorridende e senza nessun imbarazzo si avvicina, si china davanti a me...."ora che fa?" pensai, ebbi un brivido...
...mi fece la piega ai pantaloni... ..."questi le stanno già meglio"..."è vero, ma vorrei provare quelli di colore marrone"... .."ecco, marroni taglia 50"...
Iniziavo ad essere un pò eccitato, rientrai nel camerino e di nuovo a mezza voce..."sempre piccolo qui"...stavolta lo dissi volutamente sperando che lei tornasse a prendere i pantaloni...
...la situazione mi eccitava e non poco...mi sfilai i pantaloni e....riecco la sua mano...l'ha fatto di nuovo pensai....ero eccitatissimo...
..mi vennero in mente strane idee, ....e senza pensarci su due volte tirai fuori il cazzo e glielo misi in mano....ora mi manderà a quel paese...pensai...
...invece le sue dita si strinsero intorno al mio cazzo e piano piano sentii la sua mano calda che si muoveva su è giù...non potevo credrci...me lo accarezzava tutto stringento fortemente la cappella....come se volesse immaginarsi tutto al tatto...
...la sua mano si muoveva dolcemente ed arrivava a fino alle palle stringendole dolcemente...la sensazione di quel calore mi ecccitava sempre si più....
Improvvisamente smise di toccarmelo, tenedo sempre il braccio teso all'interno del camerino in posizione più alta...ora che vorrà?... ..pensai...mi chiese il pantalone e lo appoggiai sul suo braccio...
Capii che era stato bello, ma era tutto finito..."forse non le è piaciuto il mio attrezzo"..pensai...era ancora duro, rimisi slip e pantaloni...ora ero veramente imbarazzato, ma dovevo uscire dal camerino...
...usciii e lei ancora una volta fece finta di nulla, sorridente...tutto ciò mi faceva sentire sempre più duro...
ora avevo il pacco veramente gonfio...feci finta di nulla, mi guarda allo specchio, lei alle mie spalle osservava e poi commentendo mi disse "che strano, abbiamo cambiato il colore ma quello di prima le stava meglio....
.."guardi...qui non le cade bene"...ma lì c'è il mio cazzo gonfio che tira...pensai.."vede è proprio qui il difetto del pantalone"...con la sua mano iniziò ad accarezzarmi come se volesse stirarmelo addosso...
...ero senza parole, eccitato, divertito e imbarazzato, era la prima volta che mi trovavo in una situazione simile..
.."provi questo, dovebbe scendere meglio"...tornai nel camerino, stavolta senza dire nulla, ma appena tolsi i pantaloni ecco di nuovo la mano...e senza pensarci lo tirai fuori e misi la cappella fra le sue dita...
...stavolta iniziò a strofinarlo più forte e all'improvviso allargò la tenda e china davanti a me lo prese....in bocca...a volte mi guardava e sorrideva, in altri momento lo prendeva fino in gola....cazzo come godevo!!!
Ero preso dal suo pompino....quando smise improvvisamente e mi lasciò di nuovo con il cazzo duro...."e ora che le prende pensai"...sentii dei passi che salivano le scale e capii che qualcuno stava salendo....
L'eccitazione diminuì, tirai su gli slip e sentii una voce.."hai trovato i pantaloni?"..era mia moglie...cazzo per poco non mi beccava....
Uscii...la commessa come sempre, come se nulla fosse accaduto ed io sempre imbarazzato, ma facendo finta di nulla....mi guardai allo specchio non mi fregava niente dei pantaloni ed ecco la commessa...si avvicina...si china e mi fa la piega...per un attimo sudai freddo!!
"proprio belli questi, mi piacciono ti stanno bene, perchè non li compri?"...il giudizio di mia moglie...
.."E' vero penso proprio di prenderli, e tu hai trovato qualcosa?.."..."si un abito, stasera se mi porti a cena fuori lo indosso"...
Tornai nel camerino e mi rimisi i miei pantaloni, stavolta nessuna mano..quasi mi dispiaceva...
..."le faccio fare l'orlo?"......"certo.."...così torno a prenderli e la rincontro..pensai.....che furbone che sono...
..."mi lascia un recapito telefonico che la chiamo quando sono pronti.." ..." 347564xxx"...pagammo salutammo e uscimmo..
....."andiamo a casa, oggi mi fermo qui"....era lei a dirlo non io, fantastica idea...mi sentivo ancora confuso per l'acquisto..
Rientro in casa e ripenso all'accaduto, mi si fa nuovamente duro, cerco di rilassarmi pensando alla mano della commessa, quando avverto una vibrazione proprio vicino al cazzo...il telefono un sms...infilo la mano in tasca guardo...un mms...
...una foto...riconosco la sedia del camerino...due cosce larghe con il mio pantalone poggiato su una gamba e in bella vista la figa aperta...era la sua figa...la figa della commessa....avrei voluto leccaglierla, ma era solo una foto....
Ero eccitato, il cazzo duro...spensi il cellulare,...non sapevo come sfogare la mia eccitazione quando entrò mia moglie, vide il mio pacco gonfio e in attimo ci trovammo a rotolare sul tappeto....
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14 years ago
singolo3234,
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Per la prima volta
Tutto è cominciato in modo così improvviso e inatteso. Una piscina. Una partita di pallanuoto tra colleghi in un hotel qualunque di una trasferta qualunque. Durante un contrasto, sotto il pelo dell’acqua al riparo dagli sguardi degli altri , quel suo gesto .. nuotandomi dietro mi si appoggia alla schiena e mentre con una mano mi anticipa allontanando la palla , con l’altra scende fino ad impugnare i miei testicoli da sopra il costume. Impugna e stringe in una morsa. Il tempo è un concetto sfuggente. Due secondi. Due minuti .Due ore. Non ricordo per quanto tempo mi strinse in quel modo, ma ricordo l’erezione che mi ha provocato, il gemito che mi ha strappato e ricordo come compresi subito da come sospirò sul mio collo che lui aveva ottenuto quello che voleva. Continuai a giocare senza guardarlo più, quel pomeriggio e per tutta la giornata . Ero sconvolto , mi ritenevo un etero convinto, poi un uomo mi mette le mani addosso e io mi eccito. Che tormento quell’erezione che torna a torturarmi ogni volta che il ricordo si affaccia nella mente. Nei giorni successivi lui non forza la mano, mi gira al largo, provando ogni tanto ad incrociare il mio sguardo ma senza preoccuparsi più di tanto del mio essere sfuggente. Fino a quando un giorno non si presenta in camera mia. Senza bussare. Entra e chiude la porta alle sue spalle sorridendo quando scopre che sono appena uscito dalla doccia ed indosso solo l’accappatoio. Sorride lui e arrossisco io. Muovendo un passo verso di me rompe il silenzio con quella voce sicura e bassa che mi mette se possibile ancora più a disagio “ vuoi scappare ancora per molto?..” mi chiede mentre io rispondo a bassa voce voltandomi e dandogli le spalle perché sono già duro e l’accappatoio non riesce a celarlo “ ma cosa dici.. sei impazzito..?.”. Qualche passo verso la porta chiusa del bagno mentre lo sento che mi piomba addosso alle spalle “ si..” dice mentre come d’incanto il nodo che cingeva il mio accappatoio si scioglie e l’ accappatoio scivola a terra. Mi ritrovo nudo, ansimante, con quelle mani forti e delicate al tempo stesso che esplorano il mio corpo come non era mai stato esplorato.
Mi tocca.. mi palpa.. saggia le mie natiche .. stuzzica i miei capezzoli.. poi all’improvviso impugna il mio pene, lo stringe, lo obbliga a puntare verso il basso strappandomi un gemito di piacevole dolore.. sono sconvolto ma provo un piacere che non ho mai provato ..quando comincia a masturbarmi lo imploro..” no..ti prego..no..” ma mi appoggio con i palmi delle mani alla porta e lo lascio fare.
Non gli ci vuole molto , la sua masturbazione è leggera lenta e delicata, ma io sono troppo eccitato ..ansimo tremo e poi schizzo il mio piacere contro la porta alla quale sono appoggiato.
“ Sei venuta subito..come una verginella..” sussurra baciandomi il collo. Poi senza un’altra parola esce. Lasciandomi nudo e ansimante. Appoggiato a una porta chiusa. Con gli occhi chiusi a pensare a quelle mani che in un attimo mi hanno reso..femmina..e vergine..
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14 years ago
maximilianbsx74,
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Un inaspettato posto di blocco
In una calda sera d’estate io e il mio ragazzo abbiamo deciso di prendere la macchina per andare fuori a mangiare, il locale presso il quale avremo dovuto recarci si trovava un po’ fuori città e finalmente avremo potuto passare una tranquilla serata all’insegna della passione e del romanticismo…! Per l’occasione mi ero messa un po’ in tira, una camicetta aderente, una minigonna vertiginosa e un paio di scarpe col tacco a spillo…volevo che la serata fosse perfetta e volevo provocarlo un po’ sino alla fine della serata!! In effetti quando venne a prendermi a casa rimase senza parole e dal suo sguardo capii che era rimasto piacevolmente sorpreso dal mio abbigliamento…entrambi sapevamo che la parte più bella della serata sarebbe arrivata dopo il dessert, in effetti il suo sguardo che mi spogliava era moto significativo! Dopo alcuni minuti di viaggio ha avuto inizio la mia maliziosa provocazione, infatti mentre lui guidava ho cominciato a mordergli piano piani i lobi delle orecchie, e mentre passavo la mia calda lingua vogliosa sul suo collo, la mia mano scendeva lentamente tra le sue gambe…a quel punto vedendo Fabio molto eccitato gli ho chiesto “ti do fastidio guidando??”, e lui “no no…vado piano fai fai..”, potevo sentire come in pochi secondi il suo pende diventò talmente duro che credo abbia sentito una leggera sensazione di dolore mentre lentamente glielo sfilavo dai pantaloni. La cintura mi opprimeva un po’, così sicura del fatto che Fabio avrebbe guidato piano e con prudenza decisi di togliermela, in modo tale che sarei stata più libera nei movimenti...così, dopo un breve sguardo di intesa mi abbassai verso di lui e comincia a leccargli il cazzo, dall’basso verso l’alto facendo dei piccoli giochini con la lingua e morsicandogli leggermente lo scroto…la mia eccitazione era al massimo così cominciai a succhiarglielo con decisione facendolo entrare più profondamente possibile nella mia gola e stimolandolo con la lingua, potevo sentire Fabio gemere per il piacere e mentre con una mano teneva il volante con l’altra mi teneva la testa abbassata guidandomi nei movimenti, con l’unica mano che poteva utilizzare cercava di prendere qualcosa da me, accarezzandomi per tutto il corpo e stringendo i miei seni sodi e turgidi…a quel punto cominciai ad eccitarmi tantissimo decisi quindi di sbottonarmi la camicetta per permettere a Fabio di usufruire di me senza difficoltà, mentre continuavo a leccargli il cazzo decisi di sfilarmi le mutandine e infilandomi una paio di dita nella fica cominciai a masturbarmi….! Insomma il nostro desiderio di sesso non aveva resistito alla fine della serata infatti il mio lui con voce ansimante mi disse “ alla prossima area di sosta ci fermiamo, non posso più resistere…ti devo scopare e tu sei troppo calda per aspettare”, io non dissi nulla ma dimostrai la mia approvazione e la mia impazienza prendendo in mano il suo cazzo e cominciando a spompinarlo con decisione, tanto che dovetti fermarmi dopo pochissimi minuti per evitare che venisse nella mia bocca…e mentre aspettavo di trovare un posto dove poterci accostare io continuavo a masturbarmi stimolando il mio clitoride e le pareti della mia vagina. Ad un certo punto sentii il mio uomo dire con una voce agitata “cazzo amò alzati muoviti, mettiti la cintura svelta!!”, io sollevai la testa e mi resi conto che da li a pochi metri di distanza c’era un posto di blocco e dato che questa strada non era molto trafficata, era sicuro che appena arrivati davanti a loro ci avrebbero chiesto di accostare! Io ero un po’ in preda al panico non sapevo se dare la priorità alla cintura o se cercare di coprirmi il più in fretta possibile, così mentre i mio uomo con un gesto si tirò su i pantaloni io cercavo velocemente di abbottonarmi la camicetta e di abbassarmi la gonna “ma che cazzo” ho detto “proprio ora ci dovevano rompere le scatole?..fanculo, non trovo più le mutandine”, chissà dove erano finite, ma in ogni caso non avrei mai fatto in tempo a rimettermele! Neanche il tempo di allacciarmi la cintura che i poliziotti ci fecero cenno con la loro odiosa paletta di accostarci, così ci fermammo e Fabio abbasso il finestrino, mentre un’agente rimase vicino alla loro vettura, l’altro si avvicinò e mettendo la testa dentro il finestrino disse “buonasera, mi dia i documenti per cortesia”, così il mio uomo accese le luci dell’auto per andare a cercare dentro il cruscotto il libretto della macchina, ma quelle luci permisero ai due poliziotti di vedere qualcosa che io avrei voluto evitare, infatti dalla fretta avevo abbottonato la mia camicetta in un modo assurdo, e se non avessi prontamente messo la mano sul petto per coprirmi, l’agende avrebbe visto moto più del mio capezzolo scoperto inoltre, ero sconvolta…i capelli in disordine per come il mio ragazzo mi teneva la testa, e la minigonna che indossavo lasciava poco spazio all’immaginazione…così l’agente credo si rese conto della situazione anche perché mentre Fabio cercava i documenti da consegnargli io tentavo di asciugarmi le labbra e la bocca dall’abbondante saliva che avevo prodotto quando gli stavo leccando il cazzo. L’agente disse “ credete che non mi sia accorto che la signorina non aveva la cintura??”, a quel punto il mio cuore si è bloccato e ho pensato “che palle, oltre ad avere rovinato la serata ci dobbiamo beccare anche una multa?” Fabio intervenne dicendo “si, ma agente stavamo andando a 50 km all’ora, è stata una piccola dimenticanza…” ma l’agente con il suo tono burbero continuò dicendo, “ a me non importa, è pericoloso stare senza cinture e quindi sono costretto a farvi una contravvenzione, ma insomma questo libretto lo ha trovato oppure no??”, “un attimo” rispose il mio ragazzo, può darsi lo abbiano messo in cofano quelli dell’autolavaggio”,- “allora scenda dalla macchina” disse il poliziotto e mentre Fabio apriva lo sportello l’agente mi guardò, ero evidentemente imbarazzata dalla situazione e mi disse “scenda anche lei signorina, a questo punto siamo tenuti a fare un controllo sull’autovettura”, così senza fare molte storie scesi dalla macchina pure io, e mentre Fabio insieme all’altro agente si avvicinavano al cofano posteriore della macchina per cercare i documenti e stendere il verbale per la multa, l’altro agente si avvicino a me facendomi alcune domande…”dove state andando?”- “al ristorante che c’e qua appena fuori città” risposi io, “ e per quale ragione non portava la cintura di sicurezza?” continuò a chiedermi l’agente, “ no nulla” risposi, “perché mi sono dimenticata”, ma dentro di me pensavo a quel momento meraviglioso che lui e il suo collega avevano interrotto!! “siccome abbiamo ricevuto una segnalazione dalla centrale, devo domandarle se avete stupefacenti con voi” disse l’agente, - “no, no” risposi io, “assolutamente, ci mancherebbe”, e lui replicò “va bene, ma spero non le dispiaccia se facciamo un controllo”, “ok” risposi io, “fate tranquillamente, non abbiamo niente da nascondere”! mi aspettavo che il controllo iniziasse dall’autovettura ma rimasi stupita quando il poliziotto mi disse di mettere le mani sopra il cofano della macchina, insomma non portavo le mutandine e temevo che l’agente se ne sarebbe accorto”allarghi leggermente le gambe” mi disse, ma la minigonna era abbastanza stretta, così mentre allargavo un poco le gambe lei continuava a salire verso l’alto e si poteva notare che io ero molto imbarazzata dalla situazione, ma l’agente disse “stia tranquilla, si tratta solo di una perquisizione di routine”, così cominciò a mettermi le mani addosso passando dai fianchi alle caviglie , dalle cosce alla parte laterale dei miei seni…a quel punto il livello di eccitazione che avevano bruscamente interrotto qualche minuto prima ricomparve e il mio corpo fu pervaso da una vampata di calore persistente, infatti proprio mentre l’agente passava le mani tra le me cosce sentii indistintamente le sue dita che sfiorarono le mie labbra umide e calde, “ecco” ho pensato, “adesso si è accorto che non porto le mutande”, ma neanche il tempo di finire il pensiero che lui mi afferrò per i seni spingendomi verso se stesso e in un attimo di blocco dove le mie sensazioni andavano dall’eccitazione alla paura lui mi sussurrò all’orecchio “brutta troia cosa pensi, che non mi sono accorto di quello che stavi combinando in macchina? Sei ancora tutta bagnata e impaziente di essere scopata, ma a questo posso pensarci io”… in quel momento un brivido attraversò tutto il mio corpo, e pensai che se mi fossi ribellata le cose sarebbero potute andare peggio, così mentre lui mettendomi una mano tra le gambe infilo le sue dita nella mia fica io cercavo con lo sguardo dove fosse finito Fabio, ma non riuscivo a vederlo, potevo solo sentirlo discutere con l’altro agente su questioni che non mi erano ben chiare, e pensai che probabilmente lui non si era neanche accoro che io fossi scesa dalla macchina! Tuttavia non avevo molto tempo per poter pensare razionalmente, infatti mi resi inaspettatamente conto che l’agente ci sapeva fare con le mani, e mentre continuava con le sue dita ad inumidirmi la vagina e sollecitare il mio clitoride , con l’altra mi stringeva il seno in una morsa leggermente dolorosa ma piacevole, a quel punto vedendomi fremere mentre mi lasciavo travolgere dalla situazione lui mi disse “è inutile che continui a cercare il tuo ragazzo, lui è impegnato e in ogni caso se si lamenta o si oppone lo calpestiamo, quindi non ribellarti e fai quello che ti dico”, a quel punto sia per la situazione eccitante sia per la paura che potessero far del male a Fabio decisi di abbandonarmi al piacere così, l’agente sollevandomi completamente la gonna, mentre con una mano mi teneva il bacino in alto, con l’altra spinse la mia schiena verso il basso e io rimasi col sedere all’aria pronta per essere scopata, a quel punto lui slacciandosi i pantaloni della divisa, tirò fuori il suo cazzo duro e lo infilò nella mia fica bagnata penetrandomi…cominciò a scoparmi violentemente e con forza mentre io cercavo di non fare rumore, ma i miei gemiti di piacere sono difficili da controllare, così per evitare che dall’altra parte ci sentissero, l’agente prendendomi per i capelli mi tirò su e mettendomi una mano sulla bocca per impedirmi di fare rumore continuò a scoparmi da dietro…il piacere era immenso, e per farmi godere ancora di più l’agente dopo avermi infilato le dita in bocca per inumidirle, si avvicinò alla fessura del mio culetto infilandomi le dita mentre continuava a fottermi! Ad un certo punto non sentii più la voce di Fabio che discuteva con l’altro agente infatti si era spostato e fu grande la sorpresa per lui quando mi vide in quelle condizioni…ero in estasi e non capivo più nulla, quando i nostri sguardi si incrociarono io pensai “ecco è finita…ora succede il finimondo” ma con mia grande sorpresa, Fabio non reagì male e continuando a guardare la scena probabilmente si era eccitato a vedermi posseduta da un altro uomo, “ecco” disse, “forse siamo riusciti a trovare un accordo”…l’altro agente, senza aspettare si avvicinò a me e prendendomi per i capelli avvicinò il mio viso al suo cazzo che cominciai a succhiare …subito dopo, anche il mio uomo che aveva cominciato a masturbarsi si avvicinò per levarmi del tutto la camicetta ormai completamente sbottonata…potevo sentire sul mio corpo le mani dei tre uomini che mi accarezzavano e esploravano ogni centimetro del mio corpo sudato e rovente! Era una situazione indescrivibile, potevo provare un piacere senza precedenti soprattutto quando il mio ragazzo mi strappo dalla presa del primo agente e prendendomi in braccio mi penetrò…l’altro agente intanto mi teneva sollevata prendendomi dal culo e dato che l’altra fessura del mio corpo era li…a sua disposizione, dopo aver leccato il mio ano, infilò il suo cazzo dentro di me…all’inizio lentamente, perché capì dai miei movimenti il dolore che stavo provando, ma superata questa fase iniziale cominciarono entrambi a fottermi con determinazione e impeto violento…i miei gemiti divennero sempre più forti fino a trasformarsi in urla di piacere…ero stravolta, e mentre anche l’altro agente si univa all’amplesso toccandomi mentre si masturbava, fu in quel momento che io ebbi il mio orgasmo…ero in preda agli spasmi quando i tre usurpatori mi fecero inginocchiare sull’asfalto infilando a turno i loro cazzi pregni dei miei liquidi vaginali nella mia bocca…potevo sentirli fremere quando li lambivo con la lingua, e a qual punto essi lasciarono sgorgare il loro seme denso e acidognolo che si sparse velocemente scorrendo e scivolando dalla mia faccia sul resto del mio corpo…! Subito dopo. mentre i due agenti si riabbottonavano i pantaloni,Fabio sorreggendomi mi aiutò ad alzarmi e portandomi verso la macchina si rivolse verso gli agenti quando uno di loro disse “ok, allora siamo apposto…la prossima volta però mettetevi le cinture mi raccomando”. Entrammo in macchina e mentre io mi ripulivo e ci allontanavamo dal posto di blocco, Fabio disse “bè…tutto sommato la serata non è stata rovinata, se ancora ti và ormai siamo quasi arrivati, possiamo ricominciare la nostra tranquilla serata romantica”, -“certo” risposi io e dicendo questo ci abbandonammo ad un tenero abbraccio!
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14 years ago
coppialibera2, 43/43
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Voglia di dominio e il gioco dei ruoli
L'idea di prendermi Diego mi venne guardandolo mentre si allacciava le scarpe, ho sempre pensato che avesse un bel culetto, sodo e alto. Diego è un ragazzo slanciato, magro e di bell'aspetto, un tipo di poche parole ma una cosa mi piaceva in particolar modo, i suoi occhi neri e profondi e il suo intenso sguardo. L'idea di prenderlo mi venne così in testa..un flash, un attimo. Sì.. volevo averlo completamente..volevo la sua verginità anale..volevo dominarlo..L'immagine di lui continuava a ritornarmi in mente mentre iniziavo già a guardarlo con altri occhi. L'avevo visto sempre come un uomo molto virile e quell'immagine di lui che mi balzava in mente mi eccitava tremendamente, continuavo a immaginarlo in atteggiamenti da donna, lo vedevo nella mia testa gemere come una donna...atteggiarsi come una donna.. Da quel giorno ogni volta che lo incontravo pensavo a questo, alla mia fantasia, a lui come oggetto del desiderio. Mi dissi che dovevo fare qualcosa che non potevo soffocare la mia voglia di averlo. Iniziai a cercare di capire che tipo fosse, quali fossero le sue fantasie, le sue passioni ma anche le sue paure. Scavai più a fondo che potei, sapevo che era importante e che avrei dovuto fare pressione sulle leve giuste per ottenere quello che volevo.
Notò subito il mio interesse per lui, ne sembrava lusingato ed appagato, si vedeva che gli piaceva il nostro rapporto di complicità, iniziammo a parlare di tutto, a raccontarci tutto. Sapeva già che ero bsex e delle mie esperienze con donne, mi chiese di raccontargli cosa facevamo, cosa facevo io, cosa facevo a lei..gli raccontavo abbondando di particolari e devo dire che vendendolo un po' in imbarazzo, rincarai anche la dose..era cotto..non resisteva, voleva me..ma per me non era ancora abbastanza. La cosa che più mi eccitava era questo scambio di ruolo, il pensiero che potevo farlo sentire come una donna, era questa la sensazione che ricercavo..quindi non mi bastava che lui mi volesse come donna..
Volevo che in lui, sentendo i miei racconti sulle donne, nascesse il desiderio di sentirsi donna, di abbandonarsi a me completamente..che volesse sentirsi come quelle donne di cui gli raccontavo. Volevo suscitare in lui la mia stessa fantasia..ma volevo farlo spontaneamente..volevo in qualche modo che nascesse da lui.
Mai gliene avrei parlato apertamente, credo l'avrei solamente intimorito.
Continuammo a frequentarci per un po', iniziò a parlare di più e a confidarsi con me, le sue fantasie le sue passioni. Mi disse che i miei racconti gli avevano fatto capire molto di più sulle donne e mi ringraziò anche perchè le mie “dritte” su cosa fare e come per dar piacere a una donna avevano dato i loro frutti...gli dissi che capivo le donne in quanto donna..e che lui per capire veramente l'universo femminile, avrebbe dovuto cercare di mettersi nei panni di una donna..immedesimarsi..solo così avrebbe veramente capito cosa piace a una donna.
Sorrise evidentemente in preda a qualche fantasia..chissà che girava nella sua mente..che avevo suscitato..ma sorrise e continuò a farlo con aria da ebete per un po'..era pronto per me? Era arrivato il momento? L'unico modo era tentare, arrivare al sodo.
Quella sera siamo andati al solito pub e come al solito abbiamo fatto il pieno di tequila sale e limone..c'era tutta la comitiva al completo e iniziarono coi giri, uno dopo l'altro. Al terzo giro io con le ragazze andammo in bagno e i ragazzi rimasero al bancone. Tornate notai che erano arrivati al settimo e già erano piuttosto alticci..decidemmo di passare la serata in disco.
Nella pista l'aria era colma, sembrava di essere avvolti in una cappa di corpi, io e Valeria eravamo li a ballare sul bordo della pista, ballavamo sempre insieme, mi piaceva come si muoveva e come i nostri corpi si intrecciavano, sapevo cosa suscitava quella visione, sapevo che Diego era li a guardarci, sapevo che fissava i nostri corpi stretti in strusciamenti e carezze, le nostre labbra sfiorarsi..
Conclusa la serata saliamo in macchina verso casa.. Gli dico: Diego che pensi sei silenzioso?
Te e Valeria.. mi fa con aria sognante..una splendida visione..mi dice sussurrando.
Sotto la porta scende a salutarmi..gli dico..ti va di salire? Dai fermati da me..non mi va che torni da solo. Ok.. mi fa..e mi segue in casa. Appena varcata la soglia lo afferro per i fianchi da dietro e lo porto a me, inizio a carezzargli il petto mentre lo bacio sul collo, mi appoggio su di lui da dietro e lo spingo verso il muro continuando a baciarlo e carezzarlo. Lo volto e inizio a baciarlo con passione muovendo le mani su tutto il suo corpo. Inizio a sbottonargli la camicia e la lascio cadere a terra. Scendo baciandolo giù sul petto, leccandogli i capezzoli duri e strizzandoli con le dita. Continuo a scendere con le mani giù sulla cintura, slaccio il bottone dei pantaloni e tiro giù la zip lentamente. Infilo la mano nelle sue mutande come farebbe solo un uomo a una donna..lo spoglio completamente. Lo afferro per i fianchi e delicatamente lo spingo ad abbassarsi giù sul tavolo. Con una mano lo afferro sul collo e spingo fino a farlo sdraiare a 90 sul tavolo..con la guancia attaccata al tavolino. Inizio a passargli la lingua sul collo da dietro e scendo giù sulla schiena fino allo spacco del sedere e suscitando in lui un brivido lungo la schiena. Afferro con entrambe le mano le sue natiche, strizzandole con forza e mollando qualche sculacciata.. Volevo penetrarlo..volevo prenderlo..dominarlo completamente..farlo mio..volevo la sua verginità..volevo farlo sentire come una donna vogliosa..come una cagna in calore..
Allacciai lo strap on e glielo infilai in bocca spingendo avanti e indietro..era appoggiato sul tavolo di fianco..lo vedevo..si guardava nel riflesso dello specchio sull'armadio, gli misi una mano sulla spalla e gli dissi guardandolo negli occhi..succhialo bene troia..
Alla mia provocazione rispose atteggiandosi a donna, faceva esattamente cosa immaginavo, leccava e succhiava con avidità, come se non aspettasse altro.
Mi spostai alle sue spalle e iniziai a leccargli i glutei e li, intorno al buchetto stretto, lo sentivo pulsare al passaggio della lingua..Diego si lasciò scappare un gemito di piacere..Mi piegai su di lui e gli sussurrai all'orecchio..voglio sentirti godere!
Iniziai a massaggiare il suo buchetto con le dita lubrificando con una buona quantità di olio e poi a penetrare pian piano con le dita...lo sentivo gemere e godere, si contorceva e godeva come una donna, l'eccitazione cresceva esponenzialmente. Continuavo a dilatargli l'ano con la mano e con l'altra lubrificai ben bene lo strapon..gli appoggiai la punta sul buchetto e spinsi delicatamente esercitando una lieve pressione e facendo penetrare la punta..gemette e serrò il buchetto che fece sgusciar fuori il fallo. Misi su ancora dell'olio e iniziai a sfregargli il fallo sul suo culetto voglioso..
Appoggiai di nuovo la punta e la feci entrare, solo quella, ancora e ancora entrando e uscendo delicatamente per parecchie volte e provocando in Diego intenso piacere e godimento che manifestava con gemiti e mugolii..Allargai le sue chiappe e spinsi decisa..entrò tutto e sembrava risucchiato..Diego si lasciò andare ad un gridolino di piacere..mi fermai dentro..dissi..male? No disse..continua!
Continuai a spingere fino in fondo..e poi a muovermi lentamente avanti e in dietro sempre più velocemente e sentivo il suo piacere crescere sempre di più e il suo corpo dimenarsi e contorcersi sempre di più sotto le mie attenzioni. Lo vedevo che mi fissava, mi guardavo riflessa nello specchio, si guardava. Continuai e i miei movimenti erano accompagnati dai suoi gemiti di piacere in un crescendo d'eccitazione. Voltati gli dissi..voglio guardarti negli occhi. Si girò su tavolo e spalancò le gambe verso di me.. lo tirai afferrandolo dalle cosce aperte e facendolo scivolare fin sul bordo del tavolo fino a me. Lo penetrai con forza in quella posizione tirandolo ritmicamente a me e affondando sempre più lo strapon. Godeva e gemeva sempre di più, mi incitava a ogni suo movimento, a ogni suo gemito. Iniziai a masturbarlo con una mano mentre continuavo a penetrarlo sempre più a fondo sempre più forte, ormai era completamente dilatato e io spingevo e affondavo sempre di più continuando a masturbarlo e toccarlo. Gemeva e godeva in un crescendo di piacere fino a che arrivò l'amplesso e venne con un potente fiotto di sperma sul mio pube. Rimase a guardarmi un po'..in quel momento ho visto nel suo sguardo le stesse caratteristiche di quello che ha una donna soddisfatta e completamente appagata. L'espressione che solo una donna può avere dopo l'orgasmo..era quello che volevo..quello che volevo vedere. Si tirò su e leccò sul mio ventre tutto il suo sperma caldo..mi guardò negli occhi e mi disse...Grazie..mi hai veramente fatto sentire una vera donna..
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14 years ago
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Giulia si lascia andare
Come ho già detto nei precedenti racconti da quando mi sono sposata certe difese dentro di me si sono parecchio allentate. Sono una bella donna adesso a 36 anni, e a 29 subito dopo il matrimonio ero ovviamente una bella ragazza con in più una particolare predisposizione ad attirare le attenzioni maschili. Lavoro in un ufficio commerciale quindi incontro gente, mi muovo, abbiamo un bel giro di amici. Insomma le occasioni di contatto non mi mancano certo e non c'è praticamente giorno in cui qualche uomo non fa il galante con me, non mi inviti a fare colazione con lui, non mi chieda con le scuse più assurde il numero di cellulare.
Io i buoni propositi li ho fatti prima di entrare in chiesa. Il giorno del matrimonio sposando Claudio mi sono fermamente riproposta di rimanergli fedele e di finirla con le scappatelle... ma la natura alla fine fa sempre il cuo corso, non è colpa di nessuno. Se fossi una troia avrei tradito mio marito fin da subito, invece posso dire a mia discolpa che almeno un paio di mesi ho saputo resistere... poi ho conosciuto Fabrizio e tutti i buoni propositi sono andati a farsi benedire.
Nel Giugno 2003, come ho già raccontato, ho iniziato ad andare a letto regolarmente con Fabrizio e la storia è durata un paio d'anni. Sono riuscita a sistemare le cose in modo che Claudio non potesse accorgersene, ho inventato finti impegni che mi hanno consentito per tutto questo tempo di vedere Fabrizio almeno tre o quattro volte al mese. Devo confessare però che in quei due primi anni di matrimonio Fab non è stato l'unico peccatuccio. In realtà queste storielle in fondo abbastanza innocenti non hanno mai intaccato la mia vita matrimoniale. Mi sono detta che in fondo è abbastanza stupido attribuire tutto questo valore alla fedeltà coniugale, visto che nonostante questa mia debolezza sono perfettamente in grado di amare profondamente e teneramente il mio lui e di occuparmi delle sue esigenze.
Le mie difese contro gli assalti maschili però, con il matrimonio da una parte e con la storia con Fabrizio dall'altra anzichè rafforzarsi si sono indebolite. So bene che da quando mio marito è una mia proprietà e Fabrizio soddisfa le mie voglie "clandestine" dovrei sentirmi forte ed appagata... invece quando qualche altro uomo ci prova con me non riesco a scacciarmelo dalla testa per un po'... Bello, brutto, interessante o scialbo, se un uomo mi trasmette il suo desiderio sessuale io ne sono puntualmente turbata ed eccitata... certo se il tipo non mi piace non dò naturalmente seguito alla cosa, ma se mi piace mi è difficile restare indifferente. Claudio i suoi doveri coniugali li assolve scopandomi piuttosto bene almeno un paio di volte a settimama e fortunatamente lo stesso fa pure Fabrizio, insomma le soddisfazioni fisiche non mi mancano e dovrei sentirmi appagata, ed invece in fondo non lo sono, l'emozione di un nuovo contatto rimane sempre l'emozione di un nuovo contatto.
Ecco per esempio cosa mi è successo nel settembre 2003: Francesco è un legale che collabora da tempo con l'ufficio con cui lavoro, si occupa di gestire alcune tipologie di cause che trattiamo. L'ho visto transitare qualche volta davanti alla mia scrivania senza che avessimo alcun tipo di contatto. Non potevo non notarlo: un bell'uomo, piuttosto atletico, sui 50 anni, brizzolato. Ha l'età per essere mio padre, mi sono detta, aggiungendo tra me e me che non è affatto sprovvisto di fascino, questo piacente cinquantenne...
Una riunione di lavoro un bel giorno mi vede insieme a quattro persone intorno al tavolo. Due colleghi d'ufficio maschi (bruttarelli e per giunta imbranati, al di sopra di ogni tentazione), una collega ed il bell'avvocato, tutto impegnato ad illustrare alla nostra azienda alcune procedure. Noto che l'avvocato durante la sua esposizione mi fissa un po' troppo spesso. Penso ad una coincidenza. Poi decidiamo di fare una pausa ed io torno alla mia scrivania per riordinare gli appunti. Mentre sono assorta in quel compito mi sento chiamare da una voce gentile.
"-Disturbo, signorina?"
Alzo gli occhi e mi ritrovo davanti Francesco sorridente. Gli sorrido di rimando precisando che non sono signorina, bensì sposata da poco più di tre mesi.
"-Le mie congratulazioni al fortunato mortale" mi ribatte in maniera fresca e spontanea, tanto che mi viene da ridere. E aggiunge:
"-Sto scendendo al bar, vuole tenermi compagnia per un caffè?"
La cosa mi fa piacere, ma cerco di dissimulare chiedendo ad un collega se vuole unirsi a noi. Fortunatamente il collega accampa una scusa e ci lascia andare al bar soli soletti. Francesco inizia a parlare del più e del meno poi inizia a farmi le consuete domande sul recente matrimonio, il viaggio di nozze e le solite cose. Mi piace molto parlare con lui ed inizio a fantasticare su come deve essere a letto quest'uomo. Forse, persa un po' in questi miei pensieri, tendo a comportarmi in maniera un po' troppo confidenziale, fatto sta che lui inizia a lodare la piacevolezza della mia compagnia e che non si sarebbe aspettato che in una mattinata lavorativa potessero celarsi risvolti così piacevoli. Insomma Francesco dicendomi queste cose tende a scoprirsi un po' troppo, a sconfinare leggermente oltre ciò che è opportuno che un cinquantenne dica ad una ragazza, trovandosi per di più in ambito strettamente lavorativo. Ma questi suoi complimenti un po' sopra le righe riescono indubbiamente a farmi inumidire la fica in maniera tutt'altro che spiacevole. E' sull'onda di questa pulsione fisica che mi ritrovo a rispondergli che la cosa fa molto piacere anche a me... forse il sorriso che gli rivolgo mentre gli parlo in questo modo mi esce più invitante di quanto avrei voluto... certe cose dipendono, credo, da una predisposizione genetica ed è quasi impossibile controllarle.
Torniamo in ufficio e riprende la riunione che termina verso le 16.00. Francesco a questo punto non ha più nulla da fare e potrebbe tranquillamente andarsene, invece ci chiede una scrivania disponibile per poter lavorare con il suo portatile. In questo modo riesce a trattenersi nel nostro ufficio fino all'orario di chiusura, le 17.30. Prendo le mie cose e mi avvio all'uscita. Lo trovo casualmente proprio lì, sulla porta di uscita, mi stava evidentemente aspettando.
"-Che combinazione, sta scendendo anche lei?"
Lo guardo di rimando e non riesco a trattenere un sorriso malizioso.
"-E' davvero una combinazione?"
Francesco arrossisce violentemente, probabilmente non si aspettava un contropiede così clamoroso e sfacciato, mentre io non mi sarei mai aspettata di riuscire a far diventare rosso come un peperone un uomo di 50 anni. Ma è in gamba, si riprende velocemente e non balbetta nemmeno un po'.
"-E va bene, confesso che speravo di trascorrere qualche altro minuto in sua compagnia, Giulia".
Non dico nulla, non so cosa potrei dire.
Entriamo in ascensore e ci guardiamo negli occhi.
"-Spero di non averla imbarazzata con il mio comportamento, non era davvero mia intenzione".
Così però non vale, se mi guarda negli occhi in questo modo io non riesco a difendermi, mi sciolgo...
"-Ma no che non mi ha imbarazzata... si figuri.." rispondo sempre guardandolo. I suoi occhi si fanno subito più torbidi, vi leggo chiaramente quello che gli passa per la mente... siamo soli in ascensore, io e lui... gli basterebbe alzare una mano per toccarmi le tette.... capisco chiaramente che lui desidera mettermi le mani addosso... e quando un bell'uomo mi guarda con gli occhi torbidi io.. non ci posso fare nulla... mi bagno proprio tanto... e allora aggiungo un po' sfacciatamente:
"-Queste cose si fanno sempre in due, lo sa?"
In quel momento si apre la porta dell'ascensore, ci avviamo verso il piazzale del parcheggio. Siamo entrambi su di giri ma taciturni, e ci guardiamo in maniera abbastanza eloquente.
"Senta, Giulia, ha fretta di tornare a casa?".
Lo guardo sorridendo e ribatto che forse possiamo anche passare a darci del tu.
"Perfetto... allora mi consideri un impertinente se ti chiedo di prendere un caffè insieme a me?".
"Che linguaggio forbito e galante..." rispondo ridendo. "Vada per il caffè. Poi mi riporti indietro, però".
"Ci mancherebbe altro".
Mi guardo alle spalle per controllare che qualche collega troppo curioso non ci stia guardando e salgo sulla macchina di Francesco.
Sono maledettamente eccitata nel ritrovarmi in quella situazione. Mi stimola il fatto che Francesco abbia quasi il doppio della mia età, che potrei essere sua figlia, e che nonostante ciò il suo desiderio nei miei confronti sia così palpabile e sfacciato.
Francesco è assolutamente turbato, il mio modo di guardarlo gli sta facendo perdere la testa. Tanto ormai - lo confesso - ho deciso di farmi scopare da lui... tanto vale che glielo faccia capire apertamente. Anche io sono turbata, la mia fica è un lago e ho una voglia terribile di toccarmela... anzi ho una voglia terribile che questo bel cinquantenne si dia subito un po' da fare con me, che mi metta le mani addosso... lo fisso, la mia espressione credo sia davvero inequivocabile...
Francesco si volta a più riprese guardandomi, adesso non sorride più, c'è tensione sul suo volto. Non sa se può osare o no, sicuramente teme che il suo desiderio gli stia facendo percepire un invito che magari poi non c'è. Continuo a guardarlo e adesso gli sorrido, gli sto dicendo con gli occhi di farlo, gli sto chiedendo cosa sta aspettando a farlo... E' fatta. Imboccata una strada non trafficata Francesco improvvisamente accosta in uno spiazzo, tira il freno a mano e mi si butta letteralmente addosso. Mi bacia con furore, mi infila la lingua tra le labbra, io lascio che esplori la mia bocca, intreccio la mia lingia con la sua, cerco di accaparrarmi la sua saliva... Apro le gambe aspettando che lui si dia da fare. Sento subito le sue mani infilarsi sotto la gonna, sospiro di gioia e di piacere a quel contatto. Gli afferro il gomito, gli faccio strada, le dita di Francesco sono già alle mutandine. Mugolo di piacere per incitarlo a proseguire, ora le mutandine sono scostate e Francesco mi titilla la clitoride mentre continua a baciarmi. Passano alcune macchine e gli dico che non è molto saggio rimanere lì. Lui aveva già infilato due dita nella mia passera, ma si ricompone... è stravolto, mi pare di sentire il suo cuore correre a mille. Ha appena fatto una bella conquista, una ragazza giovane e fresca, oltretutto appena sposata. Sono sicura che l'idea di sbattersi in macchina una fresca sposina lo eccita ulteriormente.
Ingrana la marcia e si mette alla ricerca di un posto più appartato. Io per parte mia non vedo nessuna buona ragione per comportarmi da brava ragazza e quindi... non mi ci comporto: mi avvicino a lui mentre sta guidando e armeggio con la patta dei pantaloni guardandolo negli occhi. Tiro giù la lampo ed incontro i boxer. Li scalzo con le dita e afferro il suo membro semieretto. Con mano abile lo estraggo dai pantaloni, mi chino su di lui e glielo prendo in bocca direttamente. Francesco inizia ad ansimare, spero che sia abbastanza in gamba da non fare stupidaggini con la macchina. Lui continua a cercare un posticino appartato, io continuo a ciucciare quel bel cazzo stagionato come se fosse un goloso gelato, sciacquandolo con la mia saliva. Ha il sapore delizioso ed inebriante del cazzo quando non è pulitissimo, me lo gusto tutto solleticandolo con la lingua sotto i bordi della cappella alla ricerca di ulteriori sapori arrapanti. Finalmente sento il mio nuovo amante fermare la macchina e spegnere il motore. Spero mi abbia portata in un posto tranquillo, ora sono troppo impegnata per controllare. Lui si sbottona i pantaloni e con un po' di manovre se li tira giù fino al ginocchio per gustarsi fino in fondo il pregevole pompino che gli sto prodigando. Finalmente posso dedicarmi anche alle sue palle. Mentre con la sinistra gli meno il membro con la lingua percorro i coglioni dell'uomo, leggermente odorosi dopo una giornata di lavoro... siamo a settembre e fa ancora caldo e l'odore non troppo marcato dei coglioni sudati mi dà alla testa. Francesco geme e mi dà della troia. Sentendomi apostrofare in quel modo non posso fare a meno di sditalinarmi un po'. Non so se è più piacevole sentirmi la bocca riempita dal membro pulsante o inzuppargli i peli delle palle di saliva e riaspirarla aromatizzata... per non perdermi niente alterno le due cose. La mia fica trabocca ormai di miele caldo, non ne posso più, ho bisogno di essere riempita. Gli dico di abbassare il sedile e lui esegue. Mi libero velocemente delle mutandine, tiro su la gonna e salgo a cavalcioni di Francesco. Con la mano cerco il suo membro eretto e lo guido tra le labbra della mia fica. Appena sento il contatto mi lascio andare e mi ci impalo sopra. Il cazzo di Francesco mi entra in fica come un coltello nel burro sciolto, provo una sensazione di piacere sconvolgente. La posizione non è comodissima ma ci adattiamo velocemente, coordiniamo i movimenti e lui inizia a fottermi proprio come si deve. Ha un bel cazzo, abbastanza lungo e bello tosto, sento la sua cappella scavarmi il fondo della fica. Stiamo scopando senza preservativo, è molto più bello così. So che dovrei prendere delle precauzioni ma mi sembra una persona così pulita... eppoi voglio essere sbattuta e basta e lui lo fa benissimo, chi se ne frega del preservativo...
Andiamo avanti per circa dieci minuti poi comincio a sentirmi vicina all'orgasmo, sono io che sto sopra e posso accelerare facilmente il ritmo della chiavata. Gli dò del porco e lo incito a sbattermi. Arrivo ad un pelo dall'orgasmo e gli dico se ci prova gusto a scoparsi una donna appena sposata. Questo pensiero ci fa sborrare entrambi all'unisono. Prendo la pillola quindi non mi faccio problemi a prendermi tutta la sua sborrata dentro la fica, la desidero troppo. Sento che mi riempie del suo piacere e mentre godo insieme a lui lo sprono a pomparmi almeno mezzo litro di latte caldo in fondo alla fica...
Siamo entrambi taciturni mentre mi risccompagna alla macchina. Lo vedo pensieroso, come sono spesso gli uomini quando si ritrovano con le palle svuotate.
Mi chiede se prendo la pillola e lo rassicuro, vedo che lui subito si rasserena, capisco che stava pensando a quello. Arrivati al parcheggio non mi trattengo, scendo subito. Lui mi richiama e mi chiede il numero di cellulare. Lo guardo sorridendo, gli mando un bacio soffiato e gli dico che non ho tempo, adesso devo proprio tornare da mio marito.
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8
14 years ago
coppiaromana38, 43/43
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Incontro sulla metro
Questo racconto è scritto insieme a Tyzzy. Ogni capitolino è sato scritto prima da me e poi da lei. Spero che vi piaccia.
Tiziana era sulla metro di Parigi. ERa nella capitale francese per motivi di lavoro. Il suo datore di lavoro gli aveva chiesto la cortesia di concludere lei l'affare, in cambio gli aveva pagato il viaggio e il soggiorno sia a lei che al suo compagno.
La metro era piena di gente, c'era una calca micidiale, sembrava di essere in una scatola di acciughe.
Quella mattina si era vestita leggera, daltronde era una bella giornata di primavera, quasi estiva. giacca leggera sopra una Camicetta bianca, gonna un pò + sopra il ginocchio nera, un paio di calze nere e un paio di scarpe con i tacchi con la'llacciatura alla schiava. Era vestita in modo elegante senza essere esagerata. Daltronde non sapeva con chi aveva l'incontro, non la'veva mai visto.
Aveva detto al suo compagno di raggiungerla verso le ... che lei aveva calcolato dopo un'oretta di colloquio. Poi sarebbero andati a faare shopping e lei non vedeva l'ora di passeggiare per le vie di quella magnifica città.
Improvvisamente e senza alcun preavviso sentì delle mani che avevano iniziato a sfiorarLe il lato B. Non sapeva cosa fare se girarsi ed arrabbiarsi o spostarsi ed evitare così ogni discussione. Aver aspettato anche solo quel secondo in più l'aveva messa in una situazione imbarazzante perchè ormai quelle mani avevano alzato la sua gonna leggera ed ormai Le accarezzavano la pelle liscia facendola rabbrividire ed arrossire allo stesso tempo dall'emozione.
assecondai con piacere quel movimento di mani e dita sulla mia pelle ed il piacere saliva sempre più scaldandomi la pelle che ormai era completamente sudata. Mi accorsi che piegavo le gambe per cercare il tocco di quelle mani sconosciute ed agevolare il tocco nei punti che mi piacevano. Ad un certo punto percepii che le dita si erano infilate tra le mie gambe ed avevano sfiorato la cordicella del mio mini perizoma proprio all'altezza del mio ano..e proprio in quel momento lo strinsi, ma, impaziente, attesi il proseguo della sua azione...
Le mani divvennero due e lo sconosciuto le mise su quel sedere e glilo palpò. Lei si stava eccitando. Sentiva quelle mani leggere a volte stringergli il sedere e lentamnete iniziò a strusciarsi contro, cercava il suo membro ma non lo trovò, era curiosa di quel fatto. Ma al momento non poteva voltarsi. Intanto le mani tornarono alle gambe e le stava di nuovo accarezzando e statavolta, una volta arrivate al bordo della gonna, non si fermarono e continuarono a salire. Nessun passeggero dell'autobus se ne accorse di questi movimenti, perchè era talmente pieno che non si riusciva a capire. Le mani oltrepassarono le calze e lei sentì quel contatto sulla pelle nuda. Non sapeva nenache lei ma quel giorno aveva indossato delle autoreggenti. Quel tocco leggero sulle sue cosce gli diede un brivido e lei si apoggiò ancora di più...
assecondai con piacere quel movimento di mani e dita sulla mia pelle ed il piacere saliva sempre più scaldandomi la pelle che ormai era completamente sudata. Mi accorsi che piegavo le gambe per cercare il tocco di quelle mani sconosciute ed agevolare il tocco nei punti che mi piacevano. Ad un certo punto percepii che le dita si erano infilate tra le mie gambe ed avevano sfiorato la cordicella del mio mini perizoma proprio all'altezza del mio ano..e proprio in quel momento lo strinsi, ma, impaziente, attesi il proseguo della sua azione...
Sentii le gambe di lei stringere le mie dita che ormai erano arrivate al suo fiore. Lentamente scostai quel piccolo sipario che mi separava dal suo fiore. Lentamente la mie dita iniziarono un piccolo movimento verso il suo fiore. Sentì atraverso i miei polpastrelli le grandi labbra, gliele accarezzai piano. Vidi che lei ebbe un brivido di piacere. Sentivo anche il suo respiro farsi più affananto erp via dell'eccitazione che stava prendnedo piede. Le mie dita continuarono il loro viaggio e arrivarono ormai alle piccole labbra. e piano piano, iniziai ad accarezzarla ed ad ogni mio movimento, il suo fiore si bagnava sempre di più del suo miele.
...contiinua....
..provavo a resistere all'eccitazione, ma quelle dita così esperte ed intraprendenti sapevano come muoversi e cedetti alla loro insistenza rilassando iol mio fiore e permettendo a loro di esplorarmi senza oppormi. Anzi agevolai quel movimento malandrino allargando leggermente le gambe. A quel punto sentii che un dito mi penetrò e lo succhiai dentro di me con una contrazione. Il mio clitoride si era irrigidito e veniva ormai da tempo stimolato dalle sue dita. Sapevo che in certi momenti il mio clitoride era quasi imbarazzante da quanto di ingrossava, ma lasciai fare...
...sentii le mie dita bagnate del suo miele. Trovai il suo clitoride ed inizia piano ad accarezzarlo. Da dietro vedevo il suo respiro che si faceva sempre più affannato, dovuto all'eccitazione. Abbassai lo sguardo e vidi i suoi sni belli pieni. Il mio membro inizò ad indurirsi, mi stavo eccitando anch'io. Le mie dita si alternavano, massaggiavano un pò il clito e poi si infilavano nel suo fiore. Mi venne voglia di assaggiare il suo miele ma allo stesso momento non volevo smettere. Allora piano piano, con l'altra mano, mi avvicinai. Gli accarezzai le gambe, e arrivai al suo fiore. Cambiai mano e portai le dita dell'altra verso il mio naso e le odorai. Quell'odore eccitante mi impennò il mio membro, e poi una volta annusate, portai le dita alla mia bocca e assaggiai il suo miele, mentre con le dita dell'altra mano continuavo a darle piacere....
..percepii da dietro che stavi succhiando il mio miele denso con grande gusto e per un momento pensai che avrei voluto farlo con te per assaggiarmi e continuare con te nell'amplesso guardandoti questa volta negli occhi, ma non me ne desti il tempo e sentii che le dita dell'altro mano erano entrate ormai in tre nel mio fiore. Emisi un piccolo mugolio di piacere che fece girare la signora che avevo a fianco, ma feci l'indifferente. Ero sudata ed imbarazzata. Percepii ina protuberanza che mi sfiorava e capii che quello non poteva essere altro che il grosso membro che reclamava la sua parte. Mi spaventai pensando che stavo andando un pò troppo avanti per uno sconosciuto e che forse dovevo spostarmi ed andarmene...d'altronde stavo arrivando alla mia fermata...
...le mie dita erano dentro di te. Belle bagnate. Percepì la signora di fianco che forse aveva notato qualcosa. Mi piaceva quella situazione, ero eccitato da matti. Il miele di lei era inebriante. Le dita erano diventate tre e si alternavano tra il suo clito e le parti più interne del suo fiore. La mano libera andò verso i suoi capelli e da dietro glieli scostai e con le labbra gli diedi un lieve bacio al collo...
...provai un piacere caldo che mi si pervase su tutto il corpo e socchiusi gli occhi per godermelo tutto. Mi mordicchiai le labbra immaginando di essere nuda in mezzo a tutta quella gente e che ognuno di loro mi guardasse mentre raggiungevo un orgasmo potentissimo tanto da farmi urlare dal piacere. Con l'unica mano libera andai a cercare quella massa indurita che ormai mi era appoggiata sul mio lato B. Dopo qualche tentativo andato a vuoto riuscii ad averla completamente in mano e devo dire che era veramente enorme...imbarazzante
...senti la sua mano che mi toccava il mio membro duro da sopra i pantaloni. Le mie dita dentro di lei continuarono a darle paicere. Non potei fare a meno di posare la mano libera vicino al suo senoe da sopra il vestito iniziarla ad accarezzarla. Intanto con il mio naso vicino al suo collo annusavo il suo profumo. Quella situazione era veramente eccitante. La folla attorno, i nostri corpi schiacciati che si esploravano segretamente...
...i miei capezzoli ormai irrigiditi parlavano da soli e reclamavano la sua mano a gran voce. Il mio piacere era vicino all'orgasmo ormai, ma non volevo venire senza aver almeno sentito tra le mie mani il suo organo maschile che premeva ormai da tempo contro la mia mano. Con un leggero tocco gli aprii la cerniera ed entrai in un attimo nei suoi pantaloni cercando con voglia il suo membro. Le sue mutande erano completamente bagnate di lui. Il suo membro già aveva emesso il suo liquido senza averlo nemmeno sfiorato, ma solo con lo sfioro del mio culetto. Alzai l'elastico e penetrai prendendolo in mano. A mala pena riuscivo e tenerlo in mano perche era grosso e bagnatissimo del suo liquido viscido...
...ero venuto.Quella situazione mi aveva talmente eccitato che non ero riuscito a non venire. Sentivo la tua mano lungo il mio mebro duro, toccarlo, massaggiarlo all'interno delle mie mutande fradicie del mio sperma. Le mie dita continuava dentro di te, divvennero un pò più frenetiche e ti massaggivo un pò il clitoride e un pò entravo all'interno del tuo fiore. Ti sentivo sempre più bagnata. L'altra mano si fece più audace, raggiunse i bottoni della camicetta e ne sbottonò quelli che potevano servire per poter far entare dentro la mia mano. Con mia sorpresa notai che non portavi quel giorno l reggiseno. Lentamente la mia mano si fece strada. Sentì con tutto il palmo la pienezza del tuo seno e poi, con le dita trovai il tuo capezzolo bello inturgidito dal piacere. E piano piano te lo accarezzai....
...non dovevi farlo, quello è la mia zona erogena preferita e per un momento ho avuto l'intenzione di voltarmi e fare in modo di agevolare tutto quello che volevo farmi. Resistetti ed è allora che l'orgasmo mi prese attraverso tutto il corpo...sentii un brivido nel cervello che mi scese piano piano fino all'inguine come un'onda oceanica ed il mio fiore espulse il mio liquido facendomi bagnare le coscie e rilasciando, credo sul palmo della tua mano, il prodotto del mio piacere. Contemporaneamente emisi un gemito che fece girare la signora accanto...la solita...e piegai le ginocchia per sentire meglio la tua mano che ormai mi aveva posseduta completamente...
...le mie dita strinsero il tuo capezzolo nel momento del tuo orgasmo. Sentì l ami amano bagnarsi dei tuoi umori. La tua mano nello stesso momento strinse forte il mio membro. Avvicinai la mia bocca al tuo orecchio indiferrente della signora accanto e ti mordicchiai il tuo lobo. E poi ti dissi..."ti voglio leccare" e strinsi con le dita il tuo capezzolo....
...a quel punto non resistetti ed alla tua voglia di leccarmi risposi "anch'io"...Mi accorsi che ero ancora con la mano dentro le tue mutande e stringevo forte ancora il tuo membro che non accennava a diminuire la sua esuberanza anzi mi sembrava che ancora pulsasse sintomo che ancora producevi sperma per l'eccitazione. Scesi con la mano tra le tue gambe e strinsi lo scroto che era gonfio tanto da essere pronto ad altre prestazioni eccezionali. Proseguii con la mano e sentii che ti piaceva
...il mio membro continuava ad essere duro grazie a tutta quella situzione. Sentivo la tua mano accarezzarlo, stringerlo fino al mio scroto. La mia lingua aveva sostituito i miei denti sul tuo lobo e le mie dita continuavano a darti piacere sul tuo seno. Allargai la mano e te lo palpai. Intanto feci uscire la mia mano dal tuo fiore. La portai vicino alla tua bocca e con un dito bagnato del tuo umore lo passai sulle tue labbra...
...appena sentito il tuo dito sulle mie labbra feci uscire piano la lingua e lo aviluppai succhiandolo per percepire meglio il mio piacere e rimasi piacevolmente sorpresa dal gusto dolce del mio miele. L'uscita della tua mano dal mio fiore fece uscire ulteriore liquido che mi colava ormai su tutte le mie gambe e, col suo calore, mi dava l'impressione me la fossi fatta addosso. La mia mano destra si indirizzò sulla tua che era appoggiata sul mio seno sinistro e ti aiutai ad essere più incisivo nel tuo palpeggiamento...
...la mia mano prese a palparti il tuo seno con sopra la tua. Intanto la tua mano continuava a stringere forte il mio membro. Poi lasciai la presa delicatamente dal tuo seno, ma prima di levare completamente la mano ti stuzzicai ancora il capezzolo. Fesi uscire la mia mano dalla tua camicetta e presi la tua. la metro si fermò. Sussurrai al tuo orecchio "andiamo"...
..ovviamente accondiscesi al tuo invito e scendemmo insieme dalla Metro e ti guardai per la prima volta in viso. I toui occhi erano rossi forse dall'ecitazione della situazione e fi afferrasti per il braccio con forza. Ci dirigemmo verso una porta dopo aver salito le scale e notai che erano i bagni dalla targhetta sulla porta. Mi tenevi sempre per il braccio, ma non mi ribellavo, non sapevo perchè...sapevo quello che volevi da me ed anch'io sapevo quello che io volevo da te...
...aprii la porta del bagno, senza nenache guardare se dentro c'era qualcuno, scelsi quello dei disabili in quanto di solito era sempre vuoto e sempre pulito. Chiusi la porta, mi girai e la vidi, aveva due occhi eccitati, si leccava le labbra con la lingua ed ogni tanto se le mordeva. Dalle gambe vedevo che gli colava la sua eccitazione. Andai verso di lei, e nel mentre io gli andai incontro lei arretrava, fino a che non trovo il muro. Allora si morse il labbro, ed io con il mio dorso toccai i suoi seni ancora coperti dalla camicetta...
...mi spogliasti tutta nuda in pochissimi secondi facendomi saltare anche qualche bottone della camicetta. Per ultimo mi sfilasti il perizoma che ormai era un pro forma perchè era completamente spostato e non copriva più nulla. Rimasi in autoreggenti nere e scarpe col tacco. I miei seni si erano inturgiditi sotto le tue mani e rimanevano duri anche se li schiacciavi con il tuo corpo. Ti slacciai i pantaloni e rimasi in mutande. Abbassai l'elastico ed il tuo membro uscì come una molla provocando un movimento dall'alto verso il basso più volte assestandosi poi parallelo al tuo ventre con la cappella ormai ben visibile e rossa...
...e finalmente il mio cazzo si liberò da quella prigione. TU con i tuoi occhi vogliosi lo guardasti, lo volevi, ma io invece mi avvicinai con la bocca ai tuoi seni nudi e con la mia lingua inizia a leccarti i capezzoli. Passavo la mia lingua attorno alle aureole e poi come un bambino ti mordevo i capezzoli belli turgidi. Poi sempre con la mia lingua, inizià il mio viaggio che mi portò al tuo fiore. TU lì in piedi nuda con le gambe aperte e le autoreggenti apristi un pò di più le gambe, ed io aiutandomi con le dita, aprì il tuo fiore e lentamente inizia a suggere il tuo miele...
...non smettevo più di bagnarmi era incredibile, la tua lingua mi provocava un leggerissimo piacere ed un orgasmo continuo. Allargai di più le gambe e la tua lingua potè leccarmi il fiore stando aperta facendo un movimento profondo che andava dal clitoride all'ano e viceversa e poi di nuovo..di nuovo...di nuovo...e di nuovo, e poi ancora. Tenevo la tua faccia con entrambe le mani ed agevolavo il tuo movimento con la lingua su di me. Cercai di rendere il movimento ancora più veloce e profondo perchè sentivo che stavo per venirti ancora....questa volta in bocca...
...ed io continuai con la mia lingua a darti piacere. Poi con un dito mi avvicinai al tuo ano e lo sfiorai piano. Tu ebbi un gemito. Nel bagno si sentiva solo più odore del tuo sesso. Paino piano penetrai con il mio dito nel tuo secondo fiore mentre con la mia lingua mi alternavo...dentro e fuori...dentro e fuori...il tuo clito..il tuo ano con il mio dito ormai dentro di te...
...mi provocasti del dolore perchè non ero aperta da quella parte, ma dopo essermi rilassata un attimo mi lasciai andare ed il tuo dito entro profondamente nel mio ano. Mi inumidii anche li dentro perchè sentivo che il tuo dito ormai non aveva più resistenze e entrava ed usciva con facilità. Alzai una gamba ed appoggiai la scarpa sulla tua spalla ed allargai il ginocchio. Attesi ancora qualche secondo ed esplosi nell'ennesimo orgasmo ancora più travolgente dei precedenti perchè avvenuto uìin intimità. Percepisti il mio stato ed aumentasti il ritmo del movimento delle due dita nell'ano. Le mie contrazioni ti stringevano le stesse, ma non ti chiesi di fermarti, anzi, mollando la tua testa mi inginocchiai, ti spinsi per terra e dopo averti aperto la camicia andai subito al sodo, ti presi in mano il membro e me lo ingoiai con voracità fino alla base..
...mi ritrovai par terra con la tua bocca ingorda sul mi cazzo. La mia bocca ancora pregna dei tuoi umori. Sentivo la tua lingua sulla mia asta bella dura. Con le mani cercai i tuoi seni e una volta trovati iniziai a palparli, stringerli e stuzzicare i tuoi capezzoli, mentre tu...
continuavo a roteare la mia lingua intormo al tuo membro e con la mano su e giù lo stimolavo a farmi bere il tuo liquido che puntualmente mi esplose in bocca proprio quando lo avevo ingoiato completamente provocandomi quasi un conato che controllai bevento tutto il tuo prodotto. Mi sdraiai esausta a fianco al tuo corpo tenendo ancora in mano il tuo membro che ormai rosso non dava più segni di vita. Era stata la mia mezzora di sesso più sfrenata della mia vita ed avrei anche ricominciato....ma per il momento volevo una pausa, come te
Ero sdraiato, mezzo nudo con una donna nuda di fianco a me che teneva il mio membro con la sua mano in un bagno della metro. Non potei che iniziare a ridere, mai nella mia vita avrei immaginato una cosa del genere. Mi girai verso di lei e la osservai con occhi normali e non da assatanato di sesso. Una bella donna sui trantanni con un bel seno florido, con ancora indosso le autoreggenti. Gocce della sua rugiada ancora fresche sul suo fiore. Era sdraiata di schiena e guardava in alto. E intnato la sua mano non lasciava la presa...
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14 years ago
admin, 75
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Da etero a bsx passivo
fino a qualche anno fa l'idea del mondo bsx per me era nebulosa, completamente etero attratto unicamente dalle donne, del tipo dominante, quelle donne che sapevano ciò che volevano ed a cui piaceva imporsi nei rapporti a due, però il mio interesse era unicamente per la figa. Poi un giorno, mentre ero al mare con la mia allora compagna, lei decide con alcune amiche di fare una gita per l'isola (la corsica) mentre io decido d'aspettarla perchè non avevo nessuna voglia di muovermi. Una volta che Giovanna (la mia compagna) se ne va con le sue amiche, io termino di prepararmi e lavarmi per poi uscire dal bungaloo per andare a fare colazione. Ci trovavamo in un bel cpmpèlesso residence vicino alle bocche di Bonifacio, un posto molto carino, con una bella spiaggia quasi mai affollata. Be quella mattina da solo vado a fare colazione...la si faceva su un bel prato accanto alla piscina. quel giorno faceva molto caldo..mentre sono in fila pèer prendere la colazione, sento che qualcuno mi sta osservando...sensazione strana ma non so perchè sentivo proprio come se due mani volessero toccarmi...mi giro ma non vedo nessuno di particolare...solo quando vado al tavolo mi si avvicina un signore..all'incirca di qualche anno piu di me diciamo intorno ai 60anni, brizzolato capello un pò lungo molto abbronzato. mi chiede se poteva sedersi con me, lo fa e cominciamo a fare le classiche due chiacchere per rompere il ghiaccio. visto che ero solo per quel giorno, accetto volentieri, anche perchè era una persona simpatica, di trascorrere un pò di tempo insieme. ci diamo appuntamento da li ad un quarto d'ora..in camera cerco un costume rosso, un colore che nei costumi mi piace molto, esco con una stuoia ed un paio di asciugamani e vado verso il punto d'incontro convenuto con Arturo. Ci incontriamo ed insieme ci incamminiamo verso un luogo molto bello della spiaggia, una zona dove, se si voleva, si poteva prendere il sole anche completamente nudi. sistemiamo lenostre cose e mentre io tolgo i pantalonicini Arturo mi chiede se mi sarebbe dispiaciuto che lui prendesse il sole nudo...No anzi aspetta che lo faccio anche io. mi sfilo il costume e rimaniamo entrambe nudi, uno a fianco dell'altro...be però che differenza sostanziale tra me e lui, infatti lui è veramente un superdotato rispetto a me, che tra l'altro non sono proprio dotato, anzi l'ho piccolino...ci guardiamo e lui dice...anche tu sei depilato?..si d'estate sempre...Intanto ci distendaimo e cominciamo a rosolarci al sole...parliamo del piu e del meno per una buona mezz'ora, mentre Arturo parla io mi accorgo che piu di una volta il mio sguardo si sposta volutamente verso le sue parti intime...osservo il suo cazzo grosso e lungo ..non è duroi ma gia si vede che sarà almeno 20 cm o anche di più..appoggiato su due grossi coglioni abbastanza gonfi..io al contrario ho il cazzo veramente piccolo ed i coglioni sono piccolini e molli...fa caldo e Arturo comincia a spruzzarsi dell'acqua sul vorpo vuoi un pò...si grazie...mi comincia a spuzzare il liquido che io penso sia acqua e poi girandosi su un fianco verso di me, concentrando lo spruzzo sul mio pisellino che comincia a gocciolare, mi guarda e dice...sai che cos'è?...acqua?..no caro è la mia piscia quella bella ed abbondante appena sveglio...e continua a spruzzarmi il liquido scivolando lentamente dal pube verso l'alto terminando sul viso...io sono esterefatto ma immobile...ti piace la mia piscia..è buona vero?...silenziosamente osservo il mio corpo completamente bagnato della sua piscia e poi lo osservo silenzioso..lui mi guarda e mi dice....prendimi il cazzo in mano dai...allungo la mano e quasi timoroso afferro il suo cazzo..è caldo e le dita a fatica riescono a toccarsi..si sta ingorssando e lo sento pulsare...vieni piu vicino cosi con l'altra mi accarezzi i coglioni dai spicciati....sono talmente impreparato a questa situazione che eseguo ogni cosa che mi dice quasi inebetito...sento ora anche i suoi coglioni gonfi e grossi caldi li accarezzo e sinceramente mi piace...lui ormai e molto vicino a me e comincia a baciarmi prima sulla guancia e poi scivola sul collo che lecca e morde contemporaneamente...poi nell'orecchio mi sussurra...era un po che ti vedevo ed ti osservavo mi sei piaciuto subito ed oggi ho deciso di averti completamente, sarai la mia troietta da oggi in poi...lo guardo ancor piu stupito e lui in risposta al mio inquietante silenzio mi appoggia le labbra alle mie baciandomi con passione. intanto la mano col cazzo continua a a muoversi quasi per me fosse una cosa normale ..ora Arturo mi ha girato e mi è venuto quasi sopra, sento il calore del suo corpo sul mio..non riesco a reagire e lascio che gli eventi ignoti proseguano...sento il cazzo che mi è sfuggito dalle m,ani che si strofina con la sua pancia calda e liscia su di me...sento che comincia ad ansimare mentre mi accorgo che lo struscio del cazzo su di me aumenta sempre di piu..ad un certo punto comincia a schizzare ..la sua sborra calda e densa si appoggia sul mio corpo sui capezzoli, che sono turgidi, un altra schizzata piu potente mi raggiunge sul viso sulle labbra...bevila tesoro, bevila che è buona...passo la lingua sulle labbra assaporando la sua crema...è un gusto strano..ma mi eccita trovarmi in quella situazione..le sue mani scivolano sicure sulla mia pelle..sono sulle chiappe che stringono forte..sento un suo dito che lentamente cerca di entrarmi dietro...ehi aspetta io sono vergine completamente...tranquillo, dice lui, eri vergine da oggi sarai aperta come un tunnel...dopo quella lunga schizzata ci rimettiamo a prendere il sole e mentre io sto vivendo un momento di incasinamento lui tranquillamente prosegue ad accarezzarmi le gambe appoggia la mano sul mio cazzino, lo afferra lo accarezzo e lo stringe prima piano poi sempre piu forte coinvolgendo anche le palline...ehi ehi...piano mi fai male...e lui..meglio puttanella meglio cosi capisci chi comanda..la mattina passa con una certa velocità facciamo insieme anche un paio di bagni ...verso le due di pomeriggio io sono un po esausta di sole e dico di volermene andare a ripèosare all'ombra nel mio bungaloo..andiamo caro sarai finalmente mia...Incapace di reagire, raccogliamo le nostre cose e lentamente ci dirigiamo verso i bungaloo. nel frattempo sento al cellulare Giovanna che mi dice che rientrerà il giorno dopo...dentro di me la confusione è totale..immagino già la reazione di Arturo a quella notizia..infatti non sbaglio lui passera la notte nel mio letto..mi vuole a tutti i costi e vuole farlo il piu a lungo possibile. Nel mio bungaloo dopo esserci fatti la doccia insieme, ci distendiamo sul letto, completamente nmudi, io so appoggiato al suo corpo e lui si fa baciare..io lo bacio dappertutto soffermandomi sia sul suo cazzo che ora è veramente grosso e duro ed anche sul suo culetto caldo e completamente depilato, come il mio comunque...alla prossima
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14 years ago
admin, 75
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La mia storia
il mio primo cazzo l'ho preso a 14 anni. Fu di estate luglio ed io ero ospite da mia zia. mio cugino alex aveva un anno più di me ma era già maschio con i peli, sviluppato in altezza forse un pò cicciottello. io invece non avevo peli ancora, il mio fisico era snello come è oggi ancora, ed il mio culo molto femminile tondo liscio da bella femminuccia insomma ... invece ero maschietto. Non mi sentivo tale in verità già da allora ammiravo la virilità di molti miei compagni di scuola e spesso nelle mie fantasie erotiche c'era il maschio e non la femmina come sarebbe dovuto essere.
per motivi di spazio mia zia ci mise a dormire insieme in un letto matrimoniale che lei riservava per gli ospiti in una stanza in fondo alla casa e dove spesso dormiva l'altra mia zia ed il marito quando scendevano una settimana per le vacanze. la prima notte insieme ad alex lui si spogliò nudo per dormire ed io rimasi affascinato dal suo cazzo scuro e di dimensioni almeno doppie al mio pisellino. io ed alex eravamo sempre stati cugini-amici perchè coetanei ed eravamo molto affiatati ma quell'anno tra noi si insinuò la curiosità di sperimentare il sesso. Si creò cioè quella giusta complicità naturale dove io interpretavo senza ombra di dubbio la femmina e lui il maschio. Quell'estate ebbi la conferma della mia femminilità nascosta e mi ci abbandonai felicemente senza riserve. Provai l'emozione di stringere tra le mani il cazzo grosso e caldo di Alex, di sentirlo gemere mentre lo masturbavo, il gusto di sentire la sua cappella gonfia nella mia bocca ed i primi pompini le prime sborrate in bocca il sapore del piacere maschile, l'ingoio e .... dulcis in fundo dopo alcuni tentativi anche il primo cazzo dentro di me nel mio culo da troietta fino a sentirlo invadermi del suo piacere. ... segue
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14 years ago
cp3sanny,
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Intima serata
Monica rincasò tardi quella sera, esausta si abbandonò sul comodo divano del salotto, lasciando le luci spente e godendosi il fresco frusciare delle fronde dei gelsi del suo giardino. Il suono penetrava melodico dalle finestre socchiuse, come un’antica a lontana sinfonia.
Era estate, e la brezza frizzante della sera accarezzava la pelle e i pensieri di Monica. Un brivido l’attraversò per pochi secondi. Aveva gli occhi socchiusi. Pensava, immersa in un mondo di immagini, vagava fra idee e sensazioni; si avvicinava a poco a poco, ad un mondo sempre più distante da quello quotidiano e tangibile. Apparentemente altrettanto reale, ma descritto da colori più vividi e profumi più intensi, animato da desideri finalmente non più proibiti: non dove si trovava ora. In quel momento ogni fantasia diventò possibile, ogni malizioso suggerimento poteva essere assecondato. Il suo pensiero rincorreva momenti passati, e dopo averli acciuffati li plasmava a nuove forme meno banali e più sensuali. Sospirò, lasciando che il respiro si adeguasse al ritmo del suo desiderio. Poi d’improvviso apparve lui, elegante e malizioso. Gli si fece vicino, proprio come lei desiderava, togliendosi la giacca e accomodandosi affianco a lei. Lo vide spogliarsi lentamente dei propri vestiti, mentre lei si spogliava delle proprie inibizioni. Senza che nessuna parola fosse detta, fu presa dalle sue braccia e avvicinata a pochi centimetri dal suo volto; i suoi occhi e le sue labbra ora finalmente così vicini la eccitavano e la soggiogavano allo stesso tempo. Le mani di lui ora stavano delicatamente esplorando le curve del suo corpo. Monica respirò profondamente, lasciando che il suo leggero ma prolungato sospiro solleticasse il collo dell’uomo che stava per impossessarsi di lei. Voleva lasciarsi andare, abbandonarsi definitivamente ai desideri più sconci e inconfessabili e cercava nei gesti di lui, nelle sue provocazioni, il momento perfetto per farlo. Sentiva le sue mani addosso, che la frugavano e palpavano in modo sempre più concitato. Le baciò il collo, succhiando lievemente la pelle e solleticandola con la lingua prima di rilasciarla dalla lieve stretta delle labbra. Poi la spogliò lentamente, osservando il corpo di lei fremere sotto le sue dita, sotto il suo sguardo che ora veniva incrociato con languida perversione dagli occhi di Monica colmi di lui e della propria ingordigia. Finalmente nudi uno sull’altro, Monica ricercò sotto le proprie dita l’eccitazione dura e vigorosa di lui. Ansimavano entrambi, l’uno sui genitali dell’altro; Monica sentiva la lingua di quel magnifico amante scorrere fra il monte di venere, il sesso e il pertugio più stretto fra le natiche. Non poteva più controllarsi ora, e i sospiri si fecero intensi, poi divennero parole perverse e infine mugolii di piacere. La lingua di lui si soffermava là dove il piacere era massimo, e ora che sentiva il membro così duro e liscio nelle sue mani, ne avrebbe voluto avere un secondo a portata di labbra… un altro pene davanti alla sua faccia pronto a soddisfare la sua ingordigia. E così fu… un altro uomo completamente nudo era davanti a lei, a pochi centimetri dalle sue labbra. Mentre il primo aveva preso a penetrarla vigorosamente, il secondo iniziava a farsi strada fra le sue labbra. Ora, scossa e posseduta da due uomini, Monica si sentiva femmina e desiderata più che mai… la sua eccitazione cresceva, e più cresceva più i colpi si facevano vigorosi, profondi e piacevoli… Sentiva il sapore di lui pervadere i suoi sensi e inebriala di sesso. Stava agitandosi sempre più, dimenando con la bocca e le cosce il piacere dei due uomini alla sua mercè… Voleva essere sconcia, ora voleva essere volgare, ora voleva sentire i loro cazzi dappertutto. Gridava ancora di piacere, mentre i due uomini si alternavano fra la sua bocca e la sua fica… mentre lei con un dito bagnato di saliva si massaggiava l’ano in modo sempre più invadente. Stava per venire nel primo grandioso orgasmo, e iniziò a pompare con la lingua e le guance, in modo sempre più intenso, il cazzo che la stava possedendo nella bocca. Sentiva pulsare il piacere di lui dentro di sé, sentiva il calore sulla sua lingua; quando l’uomo le venne in bocca, gridò tutto il suo piacere chiamandola per nome e prendendole la testa fra le mani, lei dal canto suo non smetteva più di succhiare, lasciandosi inondare dal piacere di lui, fino a perdere il respiro. Il cazzo che la pompava da dietro la stava facendo sussultare di piacere, e ora anche Monica non poteva trattenersi dal gridare tutto il suo piacere leccando il cazzo grondante di piacere e ancora bello turgido davanti a lei.
Anche il secondo uomo venne in quell’istante, finendo di spruzzare il suo miele sulle sue natiche e sulla sua schiena. Monica ne voleva ancora però… non era ancora soddisfatta e voleva venire di nuovo… gli uomini ripresero a palparla ovunque, porgendole entrambi la loro asta bagnata ma già magnificamente pronta per un nuovo orgasmo. Mentre Monica inizò a pomparli in bocca alternativamente, loro due iniziarono a masturbarsi a vicenda sotto i suoi occhi eccitati. Si sentiva ribollire dentro, e avrebbe voluto non due ma quattro o sei cazzi vicino a lei, pronti per inondarla al secondo e più impetuoso orgasmo… quando fu veramente vicina al venire per la seconda volta, vide mani e cazzi intorno a lei, che venivano su di lei da ogni dove, spruzzandola di caldo e denso liquido in faccia, sui seni, sulla pancia e in ogni altro anfratto la facesse fremere di godimento… venne grandiosamente, miagolando come una gatta in calore, lasciò che ogni vibrazione del suo corpo la pervadesse fino al centro del suo piacere. Poi si acquietò… restando con gli occhi socchiusi. Il mondo che stava esplorando iniziò a rarefarsi e il fruscio delle fronde degli alberi, tornò a farsi più vicino. Monica riaprì gli occhi ancora estasiata, con la mano ancora appoggiata in mezzo alle gambe, umida e affaticata. Era tornata ad essere sola nella stanza, i compagni di giochi erano svaniti. Socchiuse nuovamente gli occhi e si lasciò trasportare dai primi torpori del sonno… forse un giorno lo avrebbe fatto veramente…
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14 years ago
erotic3mind255232,
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Last visit: 4 years ago
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Finalmente il giorno e\' arrivato...
Finalmente il giorno è arrivato… finalmente ti vedrò…
Ci siamo conosciuti qualche giorno fa qui su Desiderya, io ho inserito il mio annuncio rivolto alle donne più grandi di me e dopo un po’ di tempo… con tanta pazienza hai risposto tu…
Ormai un pochino ci conosciamo… io, 27 anni fortemente attratto dalle donne più grandi di me… attrazione che non sono mai riuscito a mettere in pratica e tu, 45 anni, appena uscita da un matrimonio che si è consumato lentamente e con un grande voglia di fare tutto ciò che ti sei preclusa durante la vita matrimoniale e con il pallino di conoscere un ragazzo più giovane…
Ci siamo trovati subito e dopo lo scambio di qualche mail e foto per rompere il ghiaccio abbiamo deciso di incontrarci, senza impegno… beviamo una cosa e quello che succede si vedrà…
Non ti nascondo che sono molto emozionato, sono arrivato in anticipo al locale dell’appuntamento che mi hai indicato, mi sono accomodato su un tavolino fuori e fremo in attesa di vederti arrivare… è maggio e pur essendo le nove e mezza si sta abbastanza bene… sono lì che mi perdo nei miei pensieri ed eccoti girare l’angolo… wow… in foto eri bella ma dal vivo lasci senza fiato… hai un fisico longilineo e sodo e una camminata decisa e sensuale, da donna che sa quello che vuole. Il tuo abbigliamento esalta ancora di più la tua sensualità, indossi un vestito a tubino nero abbastanza corto che lascia vedere le tue gambe snelle coperte da un velo di nylon nero, un paio di decolté nere e una giaccia corta che arriva alla vita, i capelli corvini, corti con un taglio alla moda, una bella abbronzatura che rende il tuo viso come il bronzo e un velo di trucco attorno agli occhi che risalta il loro azzurro intenso come il mare…
Ecco, mi hai notato e mentre ti avvicini mi alzo e ti vengo incontro per salutarti… entrambi un po’ in imbarazzo ci salutiamo con due casti baci sulla guancia e mentre ci sfioriamo sento la pelle del tuo viso liscia e morbida e il tuo profumo…
Ci accomodiamo al tavolo e ti porgo la risa che ti ho portato… tu dicendomi che non dovevi la porti al naso per sentirne l’odore e mi ringrazi.
Ordiniamo da bere, entrambi un calice di vino rosso e iniziamo a chiacchierare… lavoro, passioni, hobby, esperienze passate e il tempo scorre veloce mentre ci scopriamo a vicenda, così scopro che è la prima volta che hai un incontro del genere, che dopo la tua recente separazione sei uscita pochissimo con altri uomini e io ti confesso che anche per me è la prima volta di un simile incontro; la cosa ci piace a vicenda e continuiamo a parlare… spesso il mio sguardo si ferma su qualche dettaglio del tuo corpo… sulle tue labbra carnose, sulle rotondità del tuo seno, sulle tue caviglie sottili, i tuoi piedi affusolati e i miei pensieri volano e la fantasia prende il sopravvento immaginando il tuo meraviglioso corpo nudo… non riesco a farne a meno, sei davvero affascinante e quasi senza accorgermene, come se pensassi ad alta voce te lo dico… le tue guance si fanno rosse e poi mi ringrazi confessandomi che hai i tuoi trucchi, che vai in palestra, che ti curi molto e che ti piace tenerti in forma e ci riesci molto bene!
Siamo ora al terzo bicchiere di vino, la notte è calata e il ghiaccio è decisamente rotto… così, dopo aver fatto un profondo respiro mi guardi dritto meglio occhi e mi chiedi se mi va di andare a casa tua a bere qualcosa in modo da stare più tranquilli ed io felice della tua proposta rispondi di sì, così ci alziamo e dopo aver pagato ci allontaniamo dal locale… tu mi dici di essere venuta a piedi perché abiti vicino e se possiamo andare con la mia macchina. Io allora mi avvio verso il parcheggio e una volta arrivato alla macchina ti apro lo sportello del passeggero e ti faccio accomodare in auto. Mentre ti adagi sul sedile ti si alza leggermente la gonna aderente del vestitino scoprendo l’orlo di pizzo delle calze autoreggenti… l’immagine è molto eccitante e cerco di non farmi notare mentre guardo le tue gambe. Una volta in macchina chiudo la portiera, faccio il giro e mi accomodo al posto del guidatore; mentre accendo l’occhio mi cade ancora sulle tue gambe e vedo che le autoreggenti spuntano ancora fuori dalla gonna… questa volta mi hai visto, ho indugiato quell’attimo in più da farmi notare ma sembra che a te non dia fastidio, anzi… come per accomodarti meglio sul sedili, sollevi leggermente il bacino e fai in modo che la gonna si sollevi ancora di qualche centimetro…non solo sei bellissima ma sai anche come attirare l’attenzione su di te…dopo neanche cinque minuti arriviamo sotto casa tua, scendiamo e mi fai strada. Una volta in ascensore è davvero forte la tentazione di sfiorarti ma riesco a trattenermi e una volta fuori mi fai accomodare in casa tua.
Dopo le classiche formalità di rito ci sediamo al tavolo in soggiorno e apriamo una bottiglia di vino e ricominciamo a parlare, ridere e scherzare… l’atmosfera è leggera, complice il vino e il feeling che si è instaurato tra noi nel poco tempo passato insieme finora ma salire a casa tua, trovarci nel tuo soggiorno ha reso la situazione molto intrigante e un pochino di tensione e imbarazzo si nota… ad un certo punto ti chiedo di poter andare in bagno e tu mi indichi la porta alle tue spalle. Una volta in bagno la mia mente si perde in un turbine di pensieri e sensazioni ed è in questo istante che prendo la decisione, ti desidero e adesso telo dimostrerò…
Una volta uscito dal bagno sei lì, seduta davanti a me, di spalle, queste sono scoperte, il vestitino ha solo due sottili spalline… mi avvicino, tu senti i miei passi lenti dietro di te e una volta giunto a te ti appoggio le mani sulle spalle… al contatto tu hai un leggerissimo sussulto, forse non te lo aspettavi… è a questo punto che inizio a muoverle lentamente, come a massaggiarti le spalle che sento rilassarsi al mio tocco… il tuo collo si piega leggermente da una parte e in quel momento la mia testa cala lentamente su di te e appoggio le mie labbra sulla cavità tra il collo e la spalla iniziando a baciarti dolcemente e con passione il quel punto che sembra piacerti molto… poi porto le mie labbra al tuo orecchio e dopo averlo sfiorato con la punta della lingua ti sussurro: “ti desidero…”. Il tuo respiro si fa leggermente più pesante e girando la testa per guardarmi negli occhi mi dici: “prendimi, fammi sentire donna come non mi sento da anni e fai di me ciò che vuoi…”. Avevo capito che sei una donna decisa che sa quel che vuole ma questa tua risposta mi ha colpito e ha, per quanto possibile, scatenato in me un desiderio ancora maggiore… sento una stretta allo stomaco per l’eccitazione e il cuore prende a battermi più velocemente.
A questo punto ti prendo per le mani e ti faccio alzare, ti volto verso di me e ti spingo delicatamente contro il bordo del tavolo. I nostri volti sono uno di fronte all’altro, le nostre labbra a pochi centimetri e i nostri corpi si sfiorano… in un attimo le mie labbra sono sulle tue, umide e carnose, che si aprono dolcemente per far passare la mia lingua che nella tua bocca incontra la tua… s’intrecciano come i corpi nudi di due amanti e non so per quanto tempo continuiamo a baciarci con questa, intensa passione… tu sei immobilizzata, dietro il tavolo e davanti io, che premo il mio bacino contro il tuo, il mio inguine sul tuo… e tu non puoi non sentire il rigonfiamento tra le mie gambe… le mie mani cominciano a correre lungo il tuo corpo, la schiena, i fianchi, il fondoschiena, le spalle… e sento che anche le tue si muovono sulla mia schiena ed è in quel momento che le porti sulle mie natiche e mi tiri con forza contro di te…proprio all’altezza del bacino! Sento il mio membro ormai duro che preme nell’incavo del tuo inguine, tra le tue cosce e mi sembra quasi di sentire il tuo calore provenire da quella zona… adesso le nostre bocche di staccano e ti guardi per un istante prima di abbassarmi leggermente e cominciarti a baciare sul colo per poi scendere sempre di più fino al tuo seno… sì, ci sono, proprio ora, ci sono solo due sottili strati di tessuto tra la mia lingua e i tuo capezzoli, porto le mani all’altezza del tuo petto e mentre ti accarezzo i seni, sentendo i tuo capezzoli induriti, ti abbasso prima il vestitino e poi il reggiseno, scoprendo due seni meravigliosi, non enormi ma tondi e sodi, è davvero impressionante come tu riesca a tenerti in forma anche a questa età, ho conosciuto ragazze di venticinque anni che non avevano il tuo fisico, che non erano così sode… e poi i capezzoli…wow, il mio sguardo si ferma su di loro, l’aureola piccola e di un rosa intenso e loro dritti e turgidi… non riesco a resistere molto prima di baciarli… la mia lingua si muove dolcemente su di loro facendoli diventare se possibile ancora più duri… piano piano ti faccio sentire anche i miei denti, mordicchiandoli appena appena…la cosa ti piace e con una mano dietro la mia testa premi la mia faccia ancora più forte fra le tue tette, mentre il tuo respiro diventa sempre più pesante. Adesso, mentre la mia bocca si dedica senza limiti alle tue tette la mia mano finisce sulle tue cose che tu, poggiandoti sempre più contro il tavolo allarghi leggermente come per farla passare ed è dopo questo tuo “segnale” che la faccio salire, prima sotto la gonna, poi il pizzo delle autoreggenti, la loro fine, la pelle delle tue gambe, l’interno coscia e finalmente… il tuo inguine! Rimango davvero stupito quando sento che se completamente liscia…wow! E poi ecco le tue mutandine…sono calde e umide e la cosa mi piace molto oltre che lusingarmi… mi piace l’idea di riuscire ad eccitare una donna come te! Inizio a muovere le dita sopra di esse, nella fessura creata dalle labbra della tua vagina fino a trovare il clitoride, cosa che ti fa sussultare ed emettere un piccolo gemito… felice ed eccitato per i tuoi continui mugolii e gli spasmi del tuo corpo comincio a masturbarti più intensamente, voglio che i tuoi mugolii diventino dei veri e proprio gridolini e così aumento anche la velocità delle mie dita e tu sembri apprezzare molto… ormai si muovono frenetiche per portarti al piacere massimo e le tue mutandine sono letteralmente fradice…
A questo punto mi fermo e torno col mio viso davanti al tuo, porto le mani dietro la tua schiena e tiro giù la lampo del vestitino abbassandolo fino alla tua vita… nello stesso momento tu mi sfili la giacca e prendi a sbottonarmi la camicia scoprendo il mio petto che, una volta sfilata la camicia inizi a baciare e leccare con la punta della lingua quasi a farmi il solletico ma dandomi molto piacere… è in questo istante che la tua mano finisce sul rigonfiamento dentro i miei pantaloni… cominci a massaggiarlo lentamente da sopra i pantaloni e ti ecciti ancora di più nel vedermi in preda al piacere che mi regala la tua mano sul mio pisello…
Adesso sono io che riprendo in mano la situazione e ti sfilo definitivamente il vestito e il reggiseno lasciandoti con il tuo perizoma di pizzo nero, le autoreggenti e le scarpe col tacco e io ti vedo fremere mentre con sguardo provocante ti guardo e mi inginocchio lentamente davanti a te, ritrovandomi con la faccia proprio davanti al tuo pube… io sposto il perizoma e ti infilo un dito nella fica cominciando a muoverlo dentro e fuori in maniera decisa e facendoti ansimare sempre di più… con la faccia a pochi centimetri dalla tua fica riesco a sentirne l’odore e la cosa è molto eccitante oltre al fatto che dopo averne sentito l’odore mi viene una gran voglia di assaggiarne il sapore e così ti sfilo il perizoma facendolo scorrere lentamente lungo le tue gambe fino a terra e scoprendo gli ultimi centimetri del tuo corpo che mi erano ancora rimasti nascosti… il tuo inguine depilato e ormai umido e la cosa più eccitante che abbia mai visto e la striscina di peli corti e neri che hai lasciato sopra la fessura è ancora più eccitante…senza che io dica niente alzi una gamba e la poggi sulla sedia di fianco in modo da fare ancora più spazio alla mia faccia che come hai capito tra pochissimo si butterà tra le tue gambe. Così ho la tua fica aperta a dieci centimetri dalla mia faccia e passa veramente poco prima che inizi a leccarla… comincio con la punta della lingua, ti sfioro prima le labbra e poi il clitoride… il tuo corpo ha una contrazione e dalla tua bocca escono dei gemiti di piacere…allora ci vado più deciso e comincio a leccartela completamente assaporando il sapore intenso e forte dei tuoi umori… tra il tuo piacere e la mia saliva sei davvero bagnata adesso e il tuo corpo si muove con decisione mentre la mia faccia sparisce tra le tue gambe… mentre ti lecco decido di provare a fare una cosa… appoggio la punta del dito sul buchino del tuo sederino e comincio a massaggiarlo lentamente. Saranno gli umori della tua fica che sono colati fin lì, ma anche lui è morbido e bagnato e allora decido di infilarlo lentamente sperando che non ti dia fastidio e fortunatamente non è così… senza quasi accorgermene è tutto dentro e mentre continuo a leccarti tu cominci ad agitarti sempre di più… sembra che la cosa ti piaccia… il tuo piacere mi eccita da impazzire e sento il mio pisello che mi scoppia tra le mutande… ma ora sono concentrato su di te e l’unica cosa che voglia è farti esplodere di piacere… non credo manchi molto e infatti inizio a sentire il tuo corpo che si contrae; le tue mani dietro la mia testa che mi spingono la faccia tra le tue gambe e tu che oltre ad ansimare mi dici: “continua, non fermarti… ti prego continua che vengo, dai… dai… oh sììì, sììììììììììììììììììììì, ahhhhhhhh”. Mentre vieni sento gli umori della tua fica che aumentano e si fanno ancora più intensi e tra questo e le tue frasi che ormai sono vere e propria urla impazzisco letteralmente di piacere!
Un attimo dopo sei sdraiata sul tavolo, con le gambe sulla sedia e il silenzio rotto solo dal tuo respiro pesante, come se avessi il fiatone… il tuo ventre piatto (frutto delle ore in palestra) si gonfia appena a ritmo col tuo respiro. Io resto lì a guardarti per qualche istante, il tuo sapore ancora in bocca e i tuo umori tutti intorno alle labbra. Tu, dopo esserti ripresa mi guardi e con aria maliziosa mi sorridi e mi dici che erano anni che non ti leccavano la fica così… la cosa mi lusinga molto ma soprattutto sono felice di averti fatto godere…
A questo punto ti alzi lentamente e mi prendi per mano dicendomi: “ti va di andare in camera da letto così stiamo più comodi…?”. Io annuisco e tu mi conduci nella tua camera, mi fai fermare sul bordo del letto dicendomi di aspettare un attimo e così accendi un’abat jour sulla quale metti un foulard per attenuare la luce e creare un’atmosfera intima… poi torni da me e mi spingi come a provocarmi sul letto e per un attimo mi guardi lì, sdraiato sul tuo letto a petto nudo, ti inginocchi davanti a me e cominci a slacciarmi i pantaloni… me li levi lasciandomi in mutande e iniziando a massaggiarmi il pisello ormai completamente duro… dopo un minuto mi sfili anche le mutande lasciandomi completamente nudo con il cazzo eretto lungo la mia pancia…non passa molto prima che lo prendi in mano e lo stringi forte ne tuo pugno iniziando a muoverlo su e giù… a questo punto sono completamente in preda al piacere e sono io ora che ansimo sempre più forte, poi d’un tratto vedo la tua testa che si abbassa e sento le tue labbra che si poggiano sulla mia cappella…wow! Speravo tanto lo facessi, sembri apprezzare tutti gli aspetti del sesso e la cosa mi piace… sono curioso di scoprire fin dove ci spingeremo… e se il mio istinto non si sbaglia credo proprio che tu sia una gran maialina… adesso invece sento la tua lingua sul mio cazzo…bagnata e la striscia di saliva che lascia sul mio membro turgido… finchè, in un attimo, wow… ce l’hai tutto in bocca… a me scappa quasi un urlo dal piacere che provo e tu lo senti e cominci quello che è decisamente il pompino più spettacolare della mia vita…ti poggio una mano sulla testa e aiuto il movimento della tua testa, mentre sento i rumori della tua bocca piena della mia carne, la saliva che cola, la lingua che si muove, la mano che accompagna il movente della bocca, le labbra che prima si allargano e poi si stringono seguendo la forma del mio pisello… io ormai quasi grido dal piacere mentre ti sento mugulare con la bocca piena… poi dopo qualche minuto ti fermi e lentamente sali verso di me fino a ritrovarti proprio sopra… ti avvicini come per dirmi qualcosa nell’orecchio ed è a quel punto che ho la conferma di quanto tu sia una maiala, di quanta voglia abbia (forse repressa in tutti questi anni)… “adesso ti scopo come una troia…” e senza neanche pensare dalla mia bocca esce la frase “allora datti da fare puttana…”. Entrambi un pochino sorpresi dalle nostre affermazioni ma soddisfatti dall’intesa creatasi ci guardiamo per un istante negli occhi poi sento la tua mano afferrare il mio pisello e portarlo all’altezza della tua fica e appoggiarlo delicatamente tra le labbra calde e bagnate… poi, in un attimo, allarghi le gambe per far scivolare il tuo busto verso di me e il mio cazzo ti entra completamente dentro… la tua fica bagnata per l’orgasmo di prima non oppone alcuna resistenza e lui scivola tutto dentro il tuo ventre… entrambi abbiamo un fremito e gemiamo a questo primo contatto… io sento il calore della tua vagina, è incredibile…e senza perdere un attimo tu cominci a cavalcarmi quasi con frenesia, in preda al piacere. Io metto le mani sul tuo culetto sodo, quasi a stringerlo e aiuto il tuo movimento mentre guardo il meraviglioso ed eccitante spettacolo che si para davanti ai miei occhi… infatti tu sei sopra di me, completamente dritta e io ho una visuale bellissima per ammirarti in tutto il tuo splendore… prima la tua pancia piatta, dentro la quale adesso si muove il mio cazzo, poi i tuo seni, tondi, sodi e con i capezzoli turgidi come due chiodi e poi il tuo viso, giù bello in circostanze normali ma assolutamente spettacolare con le espressioni di piacere che fai mentre continui imperterrita a scoparmi… nel silenzio della notte si sente solo il rumore del tuo inguine che sbatte contro di me ogni volta che il tuo corpo affonda sul mio e i nostri gemiti, ormai divenuti quasi urla, di piacere… il mio cazzo è completamente bagnato di te, del tuo piacere e sento il tuoi umori che mi colano fino alle palle e io non capisco decisamente più niente… è adesso che inizi a parlarmi,ora sì come una troia e dici frasi del tipo: “allora, ti piace..?”, “visto che vacca che sono?”, “dopo vuoi che te lo succhi ancora…? Sì, beh allora te lo devi meritare, devi farmi godere come una maiala…”…
Il ritmo dei tuoi movimenti si fa sempre più veloce e le tue tette sembrano saltare a tempo col tuo corpo… i tuoi gemiti aumentano, il tuo corpo inizia ad irrigidirsi e ormai l’ho capito… stai per venire… io non aspetto altro, questa volta voglio vedere il tuo volto che si contrae durante l’orgasmo… Io ti guardo e ti dico: “ ti sento, dai… vieni, fammi vedere come godi…” e tu, sorridendomi maliziosa mi rispondi: “vuoi che goda amore mio, lo vuoi adesso…? Allora guardami” e detto questo cominci letteralmente a gridare… wow, non avevo mai visto una donna (anzi, ragazzina paragonate a te, alla tua femminilità, al tue essere donna) venire in questo modo, con tanta passione e la cosa mi eccita tremendamente! Tra le tue urla distinguo qualche parola: “sììì, sto venendo, cazzo quanto godo, sìì, sìì, ancora, ancora, AAAHHHHHHHH” e d’improvviso ti lascia andare su di me, completamente come senza forze, i tuoi seni sul mio petto, la tua pelle sudata per l’orgasmo sulla mia… sento il battito del tuo cuore accelerato e il tuo respiro veloce. Più in basso invece sento le tue labbra contrarsi intorno al mio pisello, la tua fica ha ancora delle piccole contrazioni di piacere e sembra che tu stia ancora godendo… come se l’orgasmo non fosse ancora finito! Io ti accarezzo dolcemente la schiena, anch’essa sudata e portando le mie labbra al tuo orecchio ti sussurro: “spero che tu non sia stanca perché ho intenzione di farti godere ancora…!”; tu mi guardi compiaciuta e mi dici: “certo che devi farmi godere ancora… devo recuperare tutto il tempo perso…” ed è ora che ti sollevo con decisione da me, entrambi sussultiamo quando il mio cazzo ancora duro esce con decisione dalla tua fica e ti giro sul letto adagiandomi sopra di te, tra le tue gambe. Io ti guardo e ti dico: “allora, sei pronta…? Ne vuoi ancora..?” e tu mi fai di sì con un cenno della testa e io: “allora prendilo tutto TROIA!” e senza neanche farti rispondere te lo caccio tutto dentro la fica, fino ai coglioni, con un po’ di forza, senza farti male ma con la giusta decisione e proprio in quell’istante, una volta penetrata per bene dalle tua bocca esce un urlo…”SIIIIIIIIIIIII’”.
Senza perdere un attimo comincio a scoparti con decisione, a ogni affondo ci metto un po’ più di forza e tu sembri essertene accorta visto che ogni volta le tue urla si fanno più forti e sembra proprio che la cosa ti piaccia visto che prendi il mio sedere tra le mani e mi spingi verso di te… tu sei in predo al piacere più totale e inizi quasi a vaneggiare… dalla tua bocca escono frasi che non ho mai sentito dire ad una donna…”scopami maiale, dai, sì, più forte…. fammi male continua…” e ancora “sono la tua troia, sono la tua puttana in calore, sfondami dai… è una vita che aspetto di essere trattata come una puttana, che aspetti…”.
Incitato dalle tue frasi inizio a scoparti con tutta forza che ho, spero di non farti male, ma l’eccitazione è troppa, però per fortuna tu mi dici di continuare… a questo punto sono io che ti dico: “così troia…? così ti piace? vuoi che continui….”, “allora è così che gode una puttana…?” e ancora “te la spacco questa figa!”.
Adesso mi sono tirato su, dritto e ti tengo le caviglie tra le mani, ti divarico completamente le gambe mentre continuo a scoparti furioso di piacere… indossi ancora le scarpe, così te ne levo una e comincio a leccarti un piede che indossa ancora la calza… io me ne frego e me lo infilo letteralmente in bocca, mordendo prima il piede e poi la calza fino a strapparla scoprendo le tue dita che comincio a succhiare mente il mio bacino fa ancora avanti e indietro tra le tue cosce…
Ormai scopiamo come due selvaggi, guidati solamente dall’istinto… urliamo e ci diciamo frasi sempre più spinte… “allora non godi troia…?” e tu “continua, cazzo continua a fottermi…!”.
E’ in questo momento che sento che stai per godere di nuovo…i tuoi gemiti aumentano, il tuo corpo si muove di più… allora comincio a provocarti…”che fai vieni troia? di nuovo…? sei proprio una vacca…!” e quasi senza neanche sentire quello che ti ho detto cominci “continua, non fermarti, cazzo continua che vengo, dai, più forte, più forte, di più di più… AAAHHHH, SIIIII’, ahhhhhhhh”. Il tuo corpo si dimena letteralmente sotto di me e io ho una sensazione pari all’orgasmo nel vederti godere… poi ti blocchi, io ancora duro dentro di te e le stesse piccole contrazioni di prima della tua figa… hai gli occhi chiusi e non mi guardi ma dici semplicemente “WOW”!
Sempre senza guardarmi mi dici: “adesso amore, voglio che mi scopi alla pecorina!” e io senza farmelo ripetere due volte esco da dentro di te e ti giro facendoti mettere in ginocchio con le mani appoggiate davanti… anche se non ce n’è bisogno mi bagno con un po’ di saliva la cappella e senza indugi te lo sbatto dentro tutto d’un colpo, più forte di prima facendoti gridare… questa è una delle posizioni che preferisco… sento tutto, riesco a farlo entrare fino all’ultimo millimetro e adoro sentire le palle che sbattono davanti, sulla fica… e dal modo in cui ansimi e ti dimeni sembra piacere molto anche a te la posizione…!
Ti stringo con forza i fianchi e ti tiro a me sempre più forte… i miei affondi sono assecondati dai tuoi mugolii… sei meravigliosa vista da qui… il tuo culo rotondo e sodo… la tua schiena sexy che si inarca… poi mentre sono completamente perso nel mio e nel nostro piacere ti giri con la testa verso di me, mi guardi e mi chiedi: “ti va di farmi il culetto…?” WOW!
Adoro il sesso anale ma non mi sarei mai permesso di chiedertelo, non sapendo cosa ne pensavi ma visto che sei stata tu non me lo faccio ripetere due volte ed esco piano piano dalla tua fica mantre ti dico semplicemente “certo!”.
Una volta fuori faccio colare un po’ di saliva sul tuo buchino e la spalmo tutti intorno col dito e poi ci poggio la cappella, proprio lì, sul tuo buchino… prima che di iniziare a spingere mi fermi un secondo dicendomi “piano all’inizio… è un po’ che non lo uso…” e confessandomi che con tuo marito queste cose non le facevi ma che te l’ha sverginato l’unico amante che hai avuto, una scappatella diciamo, qualche tempo fa…
Allora piano piano comincio a spingerlo dentro… lo sento allargarsi intorno alla mia cappella ma è davvero stretto e ho paura di farti male così ti chiedo come va, se posso continuare e tu annuisci tra un gemito di piacere e uno di dolore…adesso la cappella è dentro, tutta ma ci metto qualche minuto prima di infilarlo completamente, prima di sentire le palle arrivate all’entrata del tuo culo…!
I tuo gemiti si fanno più intensi e ti dico che è entrato tutto, che sono tutto dentro il tuo culo e tu mi rispondi “adesso allora comincia a scoparmi, piano però…” e così faccio… comincio a muovermi lentamente e il tuo bacino si muove accompagnando il mio movimento dentro di te... ti piace... a me anche e non capisco più niente, sento solo il tuo buchino stretto e teso intorno al mio membro... comincio a penetrarti più velocemente e con più vigore e tu mi assecondi gemendo come una vacca, sempre più forte a ogni colpo di cazzo che riverso nel tuo ano...
L'inculata si fa sempre più frenetica e selvaggia, il tuo buco ormai largo e rilassato non oppone più alcuna resistenza al mio pisello e tu cominci a gemere frasi del tipo “ oh sì, continua ad incularmi... non fermati!” e ancora “sì, sono la tua troia, rompimi il culo e riempimelo di sborra...”. Io nel sentire queste frasi impazzisco ancora di più, ti afferro per i fianchi con più forza e ti tiro ancora di più verso di me, come a farlo entrare di più se possibile, tu apprezzi molto e continui “oh, così amore mio, scopami il culo, dai, non fermarti, fammi godere come una maiala...”, “stanotte mi devi trattare come non ha mai fatto nessuno... più forte cazzo, inculami più FORTE!”.
Io sono completamente assuefatto dal piacere, sento solo il mio cazzo dentro il tuo culo e tutta la mia concentrazione si sposta all'altezza del mi pube dove sento che tra poco esploderò in un'orgia di sensazioni... il ritmo si fa ancora più intenso e adesso urliamo e basta, sia io che te, in predo al piacere più totale... le tue mani si muovono frenetiche davanti a te sul letto , come a cercare un appiglio, qualcosa a cui tenerti, come se sapessi già che l'esplosione che seguirà sarà fortissima... stringi forte le lenzuola ma non ti basta, ogni tanto tiri qualche pugno sul letto come a voler sfogare tutto il tuo piacere... io dietro di te vedo il tuo corpo dimenarsi, contorcersi e mi eccito ancora di più!
Ormai ci siamo quasi... il mio cazzo turgido sta per esplodere nel tuo culo e non vedo l'ora di darti tutto il mio piacere, di farti sentire il mio liquido caldo e denso... anche te stai per venire, lo sento, i tuoi movimenti si fanno più agitati e le tue urla più forti... e poi ecco... è un attimo, sento il piacere esplodermi tra le gambe... lo sento partire da dentro di me per poi uscire di getto... lo sento percorrere la lunghezza del mio pisello fino liberarsi come una piena nel tuo culo ormai completamente rotto... in quell'istante riesco solo a dire: “vengo... amore sto venendo... ti vengo nel culo... ORA!!!!!” e tu “sì, dai, dai, anch'io, fammi sentire” e nell'istante in cui il mio sperma caldo si riversa dentro di te , come se lo sentissi urli “AAAAHHHHHHH, SIIIIIIII', OHHHHHHHH” e poi come in un istante di lucidità “sì, la sento tutta, sento il tuo calore....”.
Entrambi ci fermiamo, i nostri corpi ancora rigidi per lo spasmo, quasi tremanti, la pelle lucida di sudore... e poi ci adagiamo sul letto, io ancora sopra e dentro di te... non voglio uscire, è troppo bello! Inizio a baciarti il collo e a leccarti con la punta della lingua mentre ti dico quanto sia stato tutto meraviglioso, intenso e anche un po' selvaggio mentre tu annuisci sorridendo, quasi a vergognarti...
Esco lentamente da te e quando anche l'ultimo centimetro del mio membro è fuori vedo vedo un rigagnolo della mia sborra uscire dal tuo buco ancora dilatato e colarti lungo l'inguine, verso la fica... wow che scena!
Ci ricomponiamo entrambi e ci sdraiamo sul letto, nel parlare ti tiro qualche provocante frecciatina su quanto tu sia stata eccitante e poi ci addormentiamo così... completamente nudi, con i nostri corpi che ancora s'intrecciano come in un abbraccio dei sensi...
Cosa succerà domani sarai tu a deciderlo, io riesco solo a pensare che d'ora in poi fare sesso con ragazze della mi età sarà decisamente meno interessante, una volta provate le meravigliose sensazioni che una donna come te ha saputo regalarmi sarà difficile tornare indietro...
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14 years ago
admin, 75
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Non ho sverginato il vestito di lamè (pomeriggio a
Questo racconto non sarà condito da invenzioni o da romanzate licenze, per cui non aspettativi di trovare qui una storia di amplessi dannunziani o fantastiche avventure. La storia è quella che mi è capitata ieri e la racconto così come è andata.
Sono uscita dal lavoro con due ore di anticipo e quindi ho colto l’occasione per folleggiare un pò. Mi sono recata a casa e chattando con un ammiratore ho rimediato, con lui, un appuntamento per mezz’ora dopo. Ho finito di depilarmi ed in fretta e furia ho indossato un cat suit in rete chiuso sotto e sono uscita. Giunta sul luogo dell’appuntamento con 15 minuti di anticipo, per ingannare il tempo, sono entrata in un negozio di cinesi e ho acquistato un vestitino sexy in (finto) lamè. Malgrado le sue (dell’ammiratore) raccomandazioni di non ricevere il pacco rimango li ad aspettarlo sino a 15 minuti oltre l’orario dell’appuntamento, quando mi sono resa conto che il pacco bello infiocchettato l’avevo preso io. Ma l’eccitazione era tanta e cosi che fare? Recarmi alla più vicina piazzola autostradale oppure cinema….? Meglio cinema.
Entro al cinema porno della mia città dentro tutto buio. Io in abiti maschili da insospettabile quale sono ma sotto inguainata dalla mia cat suit che mi davo un senso di grandissima troiaggine mi sono appoggiata alla parete in fondo alla sala..
Sullo schermo una vacca veniva inculata con forza dallo stallone di turno…beata lei. Ma la mia invidia sarebbe durata poca. Ancora accecata dal cambio di luce non vedevo ancora nulla quando ho avvertito la presenza fianco a me di un uomo che subito a iniziato a carezzarmi. Io ero un po’ spaventata dalla condizione di momentanea cecità che altre meni si sono aggiunte…., mi massaggiavano il cazzo da sopra i pantaloni, una sotto la maglia mi strizzava i capezzoli inguainati nella rete due mi stringevano le natiche e mi aprivano i pantaloni.
La galleria del cinema è chiusa ma al piano di sopra in una nicchia, chiusa da una tenda pesante, c’è una sedia di plastica . Uno di loro, che ancora non vedevo mi ha preso per mano e mi ha detto di andare con lui. Con i pantaloni aperti e tutta scarmigliata l’ho seguito al piano di sopra e siamo cosi entrati nella nicchia. Li mi ha spogliata lasciandomi in rete ma subito dopo sono entrati altri due il primo maschio li ha redarguiti dicendogli che la troia (io) era sua cosi dicendo mi ha fatto inginocchiare per succhiargli un cazzone tozzo come una lattina di coca (di quelle nuove ma un po’ più corto). Gli altri erano a cazzo di fuori e me lo davano in mano toccandomi. Era evidente che ero la loro troia il loro giocattolo. Uno sulla sessantina piuttosto distinto incitava il mio manzo (fra i 40 e i 50) a incularmi, mentre un terzo silenzioso si segava. Io ero al culmine dell’eccitazione il cazzo in bocca era di marmo. Ad un certo punto mi hanno alzata e messa a pecorina con le mani appoggiate al muro dello spazio angusto. Io da brava puledra da monta ho sporto il culo in fuori e il mio stallone ha iniziato a slinguarmi attraverso la rete provocandomi un eccitazione incredibile. Il signore distintoi mi stringeva i capezzoli infilandomi due dita (che prima mi avevano violato l’ano) in bocca. Mentre il segaiolo continuava a menarsi, di tanto in tanto ulteriori spettatori aprivano la tenda per godersi lo spettacolo della vacca in calore pronta per la scopata. Capendo che lo stallone stava per cavalcarmi, quando mi ha strappato la rete che mi inguaninava il culo, l’ho implorato di fare piano, viste le dimensioni, il distinto ha aggiunto “non fare male alla zoccola” io ero in visibilio. Ho sentito la cappella del cazzo (a cono) farsi largo nel mio sfintere che piano piano ha ceduto facendo posto a quella mazza di carne dura che ha cominciato a stantuffarmi. Lo stallone mi sussurrava nell’orecchio che lo avevo tutto dentro gli dicevo che ero la sua vacca da montare. Ansimavo e il distinto quando i miei gemiti diventavo più alti mi metteva due dita in bocca. Lo stallone è andato avanti una mezz’ora io un po’ in piedi un po’ in ginocchio sulla sedia godevo come una pazza del cazzo e della situazione tremando come una folgia. I tre maschi commentavano la mia troiaggine e la bellezza del mio culo asserendo che sarebbe stupendo riempire con due cazzi. Io ero infoiata li incitavo e, toccandomi il cazzo semi duro, scoprivo che stava colando sborra . Il distinto mi ha infilato il cazzo in bocca (inguainato da un preservativo) e mentre lo stallone mi sborrrava sulla schiena io mandavo in estasi la mazza che mi scopava la gola. Più in dietro anche il segaiolo raggiungeva il suo scopo. Tutti e tre complimentandosi di quanto ero puttana e chiedendomi di andare più spesso al cinema si sono allontanati si è soffermato lo stallone che mi ha manifestato la volontà di farmi insieme ad un suo amico per donarmi una bella doppia anale …speriamo bene…..
Quando se ne sono andati è arrivata altra gente ma nessuno è andato oltre a ammirami in cat sui stracciata mentre tentavo di ricompormi …..peccato magari un altro czzo ci stava …
Ora concludo facendo un simpatico ringraziamento al mi ammiratore in chat per il pacco, per il quale, tuttavia non provo rimorso in quanto conosco bene le situazioni e il pacco è sempre dietro l’angolo…..solo un rammarico …non ho sverginato il vestito (in finto) lamè.
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14 years ago
admin, 75
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Venerdì ovattato
Una fitta gragnola di fiocchi mi investe già al primo gradino oltre la soglia. Per terra ancora poco o nulla, ma quel che appena mi imbianca le spalle in poco tempo cambierà il riverbero dell’orizzonte. La mattina inizia ondeggiando in foglie di nuvola: dopo il loro tuffo, abbracciano il cristallo e vi si immergono, in un sorriso. Le respiro sereno: fra poco tutto avrà inizio. Assaporo.
Mille pensieri mi agitano le tempie. Superati di slancio e caparbietà vari impicci, ne rimangono una manciata: una relazione in ritardo cronico per Valentina, l'incertezza della neve sul treno di Amelia e la ricerca, sin’ora vana, di un particolare regalo per entrambe.
Milano è bella con la neve. Rallenta il ritmo e respira profonda.
Disperdo cortesia e malizia nel bistrot che inaugura le mie mattine; cappuccino alla cannella, fitte di profumo mi scalano le narici, intense: chiudo gli occhi e migro su una pista, sci ai piedi, ghiaccio alle lame.
Non disturbo Valentina: sotto pressione, le interruzioni disperdono. Qualche refolo d'aria mi rinfresca di pensieri suoi. La vedo nel bianco: rughetta sorridente, solco al mento, sguardo luminoso, ciuffo bruno. Amelia è in treno, riflessa nel cellulare. Il suo fiume di parole mi investe, biondo e frizzante; orgogliosa del proprio istinto, contro tutto e tutti. Strana alchimia, tra noi: leggera come i fiocchi che vedo sciogliere sul guanto e densa quanto il manto che trasfigura ciò che avvolge.
Inizio il mio turbinare mattutino. Voci, rumori, la testa galleggia. Un termine inizia a echeggiare: ovattato ... assurgerà a ritornello nelle ore. Entro ed esco da negozi di intimo, spiazzando di decisione le commesse, non ancora pronte a clienti pervasivi: “due maschere di pizzo?”. Non è così facile. Disoriento scrupoli con avvolgenti onde d’iride e avorio, incalzando nuove strade.
L’idea di incorniciare loro lo sguardo mi fece balzare dalla sedia, la mattina che conoscemmo Amelia, in centro. Allora, illuminarmi e congedarmi fu tutt’uno; rimasero stupite, nel vedermi scomparire all’improvviso. Molto meno Val: qualsiasi cosa avessi in mente, sarebbe stato loro tributo. Di slancio in Rinascente, con lo sguardo deciso del cacciatore conscio di dove incrociar la preda: due occhi verde-azzurro, coronati da raffinato pizzo, uno sfondo di immagini rubate a scenografie celebri. Su richiesta, non ci fu verso. Tentai alternative in seguito, rubando spazi al lavoro: niente! Profetizzando maggior fortuna, varco ora ripetute soglie. Da come sono accolto, trasmetto emozioni.
Un "davvero?" allarga palpebre e sorriso all’elegante proprietaria di un negozio di lingerie, un orgoglioso plauso alla distintiva raffinatezza che propone e uno alla caparbietà dei miei passi. Mi precede, ondeggiando l’anca di soddisfazione, sino a un angolo: ne raccoglie una, di luminoso pizzo smeraldo, l'adagia agli occhi e ne rapprende i lembi alla nuca, con voluta lentezza. Abbassa il capo e mi taglia la gola con uno sguardo incorniciato: è evidente quanto mi attanaglia. La bacio di parole per lunghi minuti, tra confezione, scontrino e fruscii, soppesando quanto a lungo cercato mentre volteggia tra le sue mani curate, che non disdegnerei si dedicassero a quel che mi pulsa dentro. Illumino il selciato accostando la porta, in silenzio, dietro le spalle, pregustando chi mi riempirà la giornata e le vene.
Poco dopo, Val chiama; la voce ancora impastata di lavoro, rilassa i polsi e si abbandona al sogno. Solco di gomma il bianco, nervose occhiate a mie e altrui incertezze, e parcheggio a lato stazione ad accogliere Amelia, appena impressa sul cemento della banchina promessa. Schivo persone, scale, pacchi, treni, pannelli e stracci d'umanità, quando da un angolo una figura chiara, elegante, mi esplode in faccia un sorriso, dividendo oriente e occidente. Il cappellino scuro e gli occhiali bruniti celano ai più la luminosità del viso; un morbido pelo, lucido e chiaro, l’incorona giocosamente a Svetlana, incorniciando lo splendido décolleté.
Già dal primo incontro lo sguardo ha indugiato sulle sue morbide valli, pronunciate il giusto; accoglierle nel palmo a coppa risulta ancora il miglior tributo. Lo spolverino grinzito ai fianchi la staglia in un’ombra affusolata, complice agli stivali scuri che la innalzano oltre i desideri.
Camminiamo appaiati, gomiti allacciati, sorrisi velati d’estraneità. Oltre una colonna un intenso bacio ci sconfina nell’intimo. La seguo, un passo dietro: interpreta pulsioni ondeggiando con le mani. Un pensiero, che non zittisco “se chi ci passa accanto sapesse quel che abbiamo in mente …” e ride di gusto. Canzoniamo gente, valigie, cantieri e polvere: contorno necessario.
Amelia. Accolta d’impulso; arresa d’istinto. La incrociai in un angolo virtuale: schiena tornita, bionda cascata selvaggia, slip succinto, pareo trattenuto ai fianchi, di cornice a rotondità attraenti. Sfrontata nel donarsi, elegante nel porsi. Complici da subito, naturalmente affini, confessioni libere e discinte. Ormai parte del branco.
Di nuovo a contatto con l’aria pungente, tra selciato imbiancato e tacchi alti, scivoliamo verso l'hotel. Trascino il suo pesante trolley nero, che refola lussuria al tintinnio di giocattoli adulti. Oltre il turbinio della pesante porta, legno e oro antico, i sorrisi convergono su una camicetta candida; sopra, due occhi di gatta ci investono di lampi e spilli. Tra le formalità l’avvolgiamo in pensieri privati, impastati di desiderio, decantando come via delle spezie i prossimi passi nel bianco. In breve è certa che oggi non è lavoro. Un augurio, ammantato di pudica malizia, ci sgrana gli occhi: "Buona fortuna, di qualsiasi cosa si tratti.".
Navigando corridoi, i resti di una colazione per due e un Non disturbare, a terra, evocano foglie d’intimità clandestina. Varchiamo la soglia di una stanza ampia, profumata, perfetta. Il primo sguardo all’idro, che ammicca oltre la porta del bagno; favoleggio onde di calda schiuma che sbirciano dal bordo e una gamba nuda che le cavalca. Qualche fremito rallenta i nostri primi passi; tra fibie e bottoni, sono in camera con Amelia, che sogghigna impenitente mentre plano il mio sguardo sul suo seno, zuccheramente fasciato di viola. Ne soppeso i fianchi, aggrappati a lunghi sbuffi neri, sul vestito panna. Parole raggrumate nel silenzio.
Vago rapito per la stanza; le scivolo dietro mentre si pavoneggia allo specchio, e le fiato un “aspetta un attimo” falsamente discreto. Punto nel riflesso l’incavo del collo, mentre con le nocche scosto il biondo che lo sovrasta. Decanto il mio desiderio a fauci aperte; a un palmo, ritraggo i canini e increspo un succhiotto sulla pelle morbida. Un pensiero, “desideri da non sprecare”, mente spudoratamente ai miei fianchi tesi, che urlano di straziarla allo specchio.
Val non c’è; inquieto, dibattuto tra sguinzagliare le pulsioni e inghiottire l’assenza di lei, troppo profonda per perdermi senza. Amelia mi guarda, ostentando tranquillità; arriccio il naso e rimando tutti a nuove intensità, scherzando su neve e acque termali, verso l’uscio. A ritroso nel corridoio, vassoio e cartellino sono scomparsi, con poche briciole a evocarli.
In ascensore, d’un tratto le sue labbra mi abbracciano, guizzando nell’umido. Mentre ci sveliamo il sapore dei nostri desideri un cellulare trilla disperato, e Val si materializza tra noi. Le celo quel che ha interrotto con un “eravamo distratti” in fumosa malizia; Amelia mi schiaffeggia con lo sguardo e mi scosta il gomito, mentre le emozioni di tutti scontrano in volo.
Verso la porta girevole, navigo con lo sguardo intorno, cercando il bianco seta e gli spilli di una gatta. Me li sento addosso, da oltre un paravento, a contorno dell’aria frizzante che ci avvinghia e di un trolley che ci insegue.
Verso Val, il traffico incespica, scivola e arranca, tra sguardi nervosi e smarriti. Pochi chilometri e giro la chiave, fermo all’angolo del noto dentista, giusto in tempo perchè il viso di Val, appannato e spumeggiante, ci transititi davanti. Un timido stivale nero sbuca, facendo strada al grande cappuccio verde, che ancora me la nasconde. Eccolo, quello sguardo: lo inseguo e lo avvolgo. Mi carezza il volto con le labbra mentre sfumo i nostri giorni oltre il suo sorriso.
Pudici con chi ci passeggia intorno, le nostre labbra si bramano da un passo. La lamiera scura mi nasconde il loro saluto; sorrido alla neve intorno, sciolta dai sensi, branco complice d’anime inquiete.
Scricchiolii dalle gomme, tergicristalli e montanti corollati di tormentate colline, bianca cornice appannata agli angoli. Il paesaggio, fuori, è sogno di ovattato silenzio. Campi candidi, merlettati d’alberi carichi di soffice. Emozioni acerbe li depurano dal grigiore di camion, auto e scarichi. Musica, parole, spicchi di pelle. A tratti mi oriento allo specchietto, incrociando lo sguardo di Val, spumeggiante di gioia e passione. Le gambe di Amelia, a portata di polpastrello, sono una calamita; le sorvolo le ginocchia, fasciate di calze scure, a palmo aperto, e la firmo d’impronte digitali. Ho la mente sospesa ... le sinapsi, normalmente iperattive, risultano solo parzialmente vigili. Capisco poco - e in ritardo - l’umorismo, le allusioni, le provocazioni. Mi canzonano, sorridono di quanto non sia io. E’ l’aria. Sono loro. Siamo noi.
Finalmente la strada sterrata, che si dipana a serpente nel bianco, proprio mentre un trattore libera l’ultimo impervio tratto dalla neve. La buona stella protegge le nostre ore più intense; temerari e tenaci, apprezzati da chi ci accoglie.
Profumo di legna ardente e un corto pennacchio si innalza alto sopra la porta della cascina. Addentiamo il gusto della complicità da un tagliere di salumi e formaggi; le nostre risate volteggiano come fiocchi, con la mente a fiato corto a rincorrerle.
Divaghiamo verso altri che indugiano sulla porta; si interrogano sulle nostre mani, intrecciate come rami sulla tovaglia bianca. Una di loro sorride annuendo; la pizzichiamo con gli occhi e disperdiamo le perplessità. Fotografo con la mente le variopinte emozioni del momento.
Riappacificati i languori, è tempo di lasciare respirare la pelle.
Un caldo abbraccio ci avvolge di denso profumo. Un persistente scroscìo, da varie fonti, conferma che l’elemento liquido qui regna sovrano. Davanti a noi la grande piscina ondeggia sotto le travature antiche, coronata da vetrate e luci soffuse; di lato, un’impetuosa cascata a fustigare le spalle e, oltre il percorso a piedi nudi su ciottoli levigati e cascatelle alle caviglie, gli idromassaggi. Al bordo opposto caminetto, lettini candidi e tisane fumanti. Dietro a noi l’area relax, protetta da una pensante porta in legno chiaro, con bagno turco, sauna, doccia scozzese, ampio angolo lettura e sala massaggi. In mezzo, fitti armadietti e spogliatoi.
Ricordi di una precedente visita: un libro, una finestra su campi verdi, noi seduti sul vimini, piedi nudi, tempie a contatto. Un angolo di piscina, assurto da pubblico a privato, dove ancora sguazza l’animale impudico. Una doccia scozzese, momenti disturbati di sessualità trasgressiva, mani ad artiglio sui suoi fianchi. Uno spogliatoio, ebbro di profumi e sapori, impronte di mani aperte e contratte contro il muro, urla soffocate nella spugna. Polpastrelli che spalmano crema abbronzante, nervi che sussultano. Emozioni ancora vivide: Val.
Appartato nel mio spogliatoio, libero il torace dalle contrizioni di cravatta e bottoni; dalla fessura, l’occhio mi cade sul moto di due piedi nudi: è Val, che parla e mostra qualcosa ad Amelia. Mi accosto un attimo ad assaporarle, non visto: belle, si spalmano di profumi e parole. Estraggo dalla borsa un pantaloncino nero, fasciante. Accuratamente scelto, ad ingolosire polpastrelli e labbra.
Per primo alla splendida piscina dal fondo palladiano, azzurro pastello. Voci lontane di una coppia oltre il caminetto. Palpeggio il bordo con le dita dei piedi, ebbro delle onde riflesse su pareti e soffitto, distillando l’odore del cloro da altre occorrenze olfattive. Inspiro profondo e abbraccio il liquido immobile, in lento volo a fendere con gli occhi chiusi.
Una larga scia febbricitante insegue le mie spalle, che solcano decise la superficie piatta. Il respiro amplificato in acqua e l’eco delle bracciate violano l’intimità del luogo, mentre vasche di silenzio donano equilibrio a corpo e mente.
Due figure eleganti mi sfilano alle spalle, con la pelle che sfavilla al tocco dell’acqua e gli occhi che sguazzano nel gusto. Difficile dare un valore al piacere del momento.
Val turba la superficie come un delfino gioioso, tra bracciate superficiali e planate subacquee, con le braccia distese lungo i fianchi a solleticare il fondo.
Amelia disegna origami a pelo d’acqua, terminando la sua danza all’angolo, sugli ampi gradini, cornice all’idromassaggio. Mi accosto, fianchi a pelle. Il silenzio oltre le vetrate, cornici argentee a quadri di bianco cadente, ci rapisce lo sguardo. Preme al bordo e tutto si anima in bolle. E’ bella. Estasi del basso soffitto nei suoi occhi, le luci tenui, l’acqua appena increspata, le spalle lucide di Val che vi scivolano sopra. Sorride al mio sguardo, pieno di lei.
Val inanella bracciate con fare elegante, sintesi assuefatta a mille ripetizioni; a tratti affiora, a tratti scompare, come cucisse il pelo d’acqua. Ci affianca, stagliando gambe e fianchi di Amelia nel mezzo. Iniziamo la nostra danza silenziosa sulla sua pelle, ora timidi, ora sfrontati. Percorro il suo ventre con la mano aperta, all’inguine. Seguo negli occhi di Val il moto delle sue mani, inspirando l’eco dei gemiti che provoca.
La coppia è in acqua e ci osserva, a tratti incredula, a tratti scomposta. Presi dal gioco, nemmeno ci accogliamo che un ragazzo è entrato in acqua, a poca distanza. Circondati, in quell’angolo, con il resto della piscina deserto. Val appare decisamente più attenta a non sconvolgere oltre misura gli improvvisati e inebetiti spettatori, mentre Amelia ha sfrontatezza e disinvoltura inattese, sia verso gli ospiti che verso Val. Bramo improvvisamente di essere solo con loro: senza freni, saremmo. Selvaggiamente mi fibrilla la mente.
Desiderio a lungo inconfessato, due donne insieme. Valentina, anima gemella, spumeggiante e selvatica, profondamente parte. Amelia, istintiva e sfrontata. Ora, qui, pelle a pelle, scopro tutta l’intensità che ne scaturisce. Il piacere di regalare ad Amelia e il timore di togliere a Val. La voglia di attraversare Val senza emarginare Amelia. L’equilibrio richiederà tempo.
Prossimità e sguardi hanno su di me un prepotente effetto, increspando gli angoli più bui. Le morbide valli di Amelia guidano le mie dita su sentieri vibranti. Alla vista della sua pelle d’oca, Val sguaina uno sguardo fendente e l’affonda di scatto, facendola inarcare di passione. Stupito dalla nostra disinvoltura, chi assiste ci trapassa di eccitazione incredula.
All’improvviso Val si scosta e inizia a zigzagare a distanza. Le tendo una mano. Non risponde, sorride, impercettibile diniego col capo: pagherei per sapere cosa pensa. Rimango dibattuto tra il tuffarmi senza ritegno sulla pelle fremente e il volere la presenza della mia compagna.
Amelia ruota su sé stessa, porgendomi la schiena. Sale a cavalcioni e scorre, sino a sentire ciò che le punta il coccige; sussulta sorpresa e tuffa la mano ad afferrarlo. Il palmo gode delle pulsazioni che provoca. Le scosto lo slip sott’acqua e penetro in moto libero, a rincorrere contrazioni, mescolando il suo nettare denso con la spuma clorata. Cerco Val; è lontana, all’altro capo della piscina. Non la vedo bene. Un lampo avorio le rischiara il viso. Pagherei per sapere cosa pensa.
Mi forzo ad alternare la passione a circospetti moti di pudore. Una ragazza si affianca al ragazzo; la coppia, stanca di effusioni subite, si allontana. Due ragazze la sostituiscono; sussurrano a viso chino, guardandoci di sbieco. Di nuovo circondati, con il resto della piscina deserto. Abbandono qualsiasi illusione d’intimità. Il camino prende vita e fiammeggia, evocando calore sulla pelle. Le mie compagne di giochi si allontanano; sento le loro risate tra gli scrosci. Le respiro a lungo, contando i riflessi delle loro chiome bagnate, sorridendo ai prossimi passi. É tempo di respirare tepore.
Profumi intensi ci accolgono, varcato l’uscio; impalpabili fumi annebbiano la stanza, che si svela a ogni passo. Sul vimini, vagamente comodi, volteggiamo parole a gambe avvinghiate. Il bricco di Cardamomo caldo è a portata, ma nessuno si muove.
Un’impronta di mano aperta, sul muro: la conosco, e la conosce Val, dalla nostra prima visita. Ora come allora, scatena ilarità e fantasie. D’un tratto, le promesse di calda umidità dal bagno turco mi slanciano i fianchi; sfilo davanti ai loro sguardi stupiti e apro il vetro smerigliato.
Un ambiente lunare mi avvolge: luci soffuse, effluvi orientali, lingue di tiepida nebbia che trasuda languore. Mi oriento a tatto: una stanza quasi circolare, piccoli tasselli in mosaico di ceramica chiara, un ininterrotto sedile rincorre le pareti. Mi accomodo orientato alla porta: voglio godere di loro, quando entreranno. Giaciglio scivoloso; mi assesto appena, quando una folata l’aria fresca mi avverte che la porta è stata aperta.
Val. Irreale, avvolta in densi fumi. Sfila le spalline e arrotola il costume all’inguine, i capezzoli ancora rosa. Amelia segue d’un passo, fa cadere morbidamente il top e si staglia spudorata tra me e la porta, pavoneggiandosi del mio sorriso ammirato; si sdraia di fianco a Val, gambe flesse appoggiate alla parete grondante. Val ci distribuisce emozioni, senza apparenti preferenze. Le ginocchia provocatoriamente accavallate, fianco protratto a me, che fatico a controllare i battiti.
Amelia si abbandona all’umido, con i capelli a giocare con il fianco di Val. I capezzoli ancora morbidi ammiccano. Giro la clessidra dei sensi e balzo in piedi. Ridendo su “chi fa il palo?” sovrappongo le mie spalle alla porta, a proteggere la nostra intimità. Finalmente soli. I nostri occhi parlano, i polpacci fremono, un’onda mi scala sino alle tempie. Vedo le mani di Val accarezzare le spalle di Amelia. Mi chino e lentamente inizio a leccare lungo le sue gambe, su sino all’ombelico. Diffonde vibrazioni.
Trascino aquiloni sulla sua pelle, mentre Val si china a baciarla con foga. La mia mano destra sulla schiena di Val e quella sinistra all’inguine di Amelia. Soffio emozioni tattili verso le piccole luci a soffitto, azzurre e arancio, offuscate d’umido. Contendo il seno di Amelia, morbida meraviglia scivolosa, ai polpastrelli di Val. Le concedo le cime ora turgide, e scorro lungo il ventre sino allo slip sgambato. Ne imprimo il bordo: la pelle si tende, sotto, facendo scivolare gocce verso il profondo.
Scosto con premeditata lentezza il tessuto, esponendo a fumi caldi le labbra, gonfie e pronunciate. Gioco coi lembi, senza frenesia; la sento gemere al mio tocco. Allargo le dita, invitando il nettare caldo a invischiarmi le falangi. Dischiudo i lembi e penetro, amalgamando mentalmente sul palato gusto e sapore. Con occhi sottili incarto lo sguardo perso di Val, che mi sento addosso. Complici, vittime, carnefici.
Esploro le pieghe di Amelia, che si inarca ad ogni pressione. “Siete i miei due angeli diabolici” ci sussurra. Le contrazioni salgono mentre le pareti si gonfiano: prende le mie impronte, d’inchiostro tutto suo.
La porta si spalanca. Disorientati, cerchiamo colpevoli e arazi. Sorridiamo: nell’estasi, Amelia ha accostato il piede al vetro. Sospiri e sollievi, ci vuol poco per ricomporre il sogno; Amelia attira a sé i miei fianchi, famelica. Soppesa ciò che pulsa dietro la stoffa; discosta e a occhi golosi osserva il membro teso frustare l’umido. Lo porta alle labbra, mimandone lo spessore nel vuoto, se le dischiude col glande e lo accoglie lentamente dentro di sé, incavando le guance. Sente il nerbo che le pulsa al palato, scivolando sulla lingua sino in gola. L’emozione lacrima, gli occhi ribaltano. Lo scorre ritmicamente, assogettandomi con la mano, inarcato come un salice.
Val percorre di polpastrello la mia schiena, dalla nuca al coccige, indugiando ai margini dei miei lembi più sacri. Saggia la morbidezza e penetra piano; sussulto in punta di piedi. Sento i tessuti rovesciarsi, il mio bacino divampa. Voglio! Fermo e discosto entrambe. Amelia davanti, Val un passo dietro. Sfilo il costume, nervosamente. Non sono ancora stabile sul giaciglio scivoloso, che Amelia sale a cavalcioni, affrettata dai sensi. Inopportuna, la mente si riaccende. Dare a lei senza togliere a Val. Dare a Val senza emarginare lei. Pensieri che tolgono sangue. “Prendilo” sorrido a Val, invitandola al banchetto in ginocchio; Amelia, fremente d’attenzione, anticipa qualsiasi mossa e lo afferra forte, giocandoci febbrilmente, spalmandoselo tra le cosce tese.
Improvvise voci e presenze appena fuori ci fanno trasalire.
Entrerebbero sui nostri corpi avvinghiati. L’attimo è perso. Sorrisi smorzati, ci ricomponiamo di malavoglia. In quattro indietreggiano al nostro comparire, avvolti da fumi e umido. Incuranti dei loro sguardi, torniamo al vimini. Sospiriamo d’intimità interrotta. Risa nervose, emozioni mal celate, ancora vivide nel nostro respiro tratteggiato.
La nostra pelle è d’incredibile calore, opprimente. All’angolo, un’ampia cabina doccia. Ricordo: un grande secchio in legno, profilo d’acciaio, al soffitto. Sempre colmo d’acqua ghiacciata: un rimedio perfetto. Val vi si indirizza, senza proferire parola: entra, pochi attimi e ripetuti scrosci. Esce quasi scappasse, trasfigurata in volto, in panico da fibrillazione.
Ne mimo il moto, preparandomi agli effetti. Prima di rovesciare, ripercorro i recenti passi: lingerie, stazione, hostess, camera, specchio, bacio in ascensore, telefonata. Emozioni da un vetro d’auto. Viaggio, neve e tergicristalli, fiamme d’occhi nello specchietto, calze scure sotto i miei palmi. Trattore, mani intrecciate sulla tovaglia, piscina, passione irrispettosa. Fumi eterei, impronta al muro, bagno turco, capezzoli rosa, fianchi tesi, labbra sull’anima.
Consacro il tutto con azione secca, decisa, e una cannonata di acqua gelida, graffiante, mi investe. Nervi che ululano. Mille spilli, uno a poro.
Una vociante comitiva segnala l’esaurirsi della sabbia nella clessidra dei sensi. É tempo di rientrare. Non nevica più, è quasi sera: ore volate via, pregne. Una pioggerellina impalpabile incide irrispettosi solchi sul manto nevoso. Verso le docce e gli spogliatoi, a svuotare i nervi. Di riflusso ai sensi, vago ciondolando, aggrappato a due appendiabiti carichi. Inaspettatamente soli in angolo, nascosti da una selva di armadietti. Val davanti, Amelia al fianco. Non sazio, passo i vestiti di mano e premo Val contro il legno tiepido. Avvolgo la sua lingua nella mia e fletto le ginocchia. Scosto il tessuto dall’inguine, odorando a lungo il vello scuro. Sento gli occhi di Amelia addosso: perversa e golosa, ci spia dietro cumuli di tessuto. Narici aperte, folate di profumo denso da Val. Avvolgo con le labbra la sua gemma, appena densa. Il bacino assorbe vibrando l’improvviso assalto. Succhio ripetuti sapori, nell’apnea dei sensi. A papille aperte, la lecco avidamente. Geme, trema, ondeggia i fianchi oltre le mie labbra. L’ambiente ancora una volta disturba: voci, passi. Possibile ?! Nuova frenesia interrotta. Mento gocciolante e tempie inebriate, barcollo via da lei.
Lo spogliatoio impone un’ingrata distanza. Stoffe e qualche bottone, poi una voce dall’esterno mi fa riaffacciare. Uno sguardo da Val e sono alla sua porta. “Senti come mi hai ridotta…”: senza pudore, insinuo la mano nello spiraglio e una falange dentro di lei, madida di nettare caldo. Con calma esasperante porto il polpastrello alle labbra, accogliendo il liquido profumato e decantandolo al palato. Fonde in me, essenza d’anima, mentre mi caccia via grondando desiderio.
Attesi i loro riti di bellezza, un’immagine mi trafigge: spalanco una porta a vetri, due labbra rosse e sbotto: “ma quanto sei bella?”. Val. Un passo dietro, Amelia, di leonino splendore. Avvolgo entrambe con lo sguardo, senza trovar parole. Inaspettata, Amelia ci porge un sacchetto. Un pacchetto rosso, all’interno: per noi? E le mie mascherine di pizzo, dove le avrò cacciate?
Scevri dalle preoccupazioni dell’andata, ci dirigiamo all’auto. Mi promuovo autista, assecondandole ai posti dietro. In un attimo fianco a fianco, in femminile complicità. Tempo di soddisfazione per altri doni: accoccolo sulle calze velate il frutto delle mie ricerche in lingerie. Un bacio torna volando a chi mi ha servito. Pochi misurati movimenti e mi coccolano d’entusiasmo e stupore. Non vedo bene, dietro, i loro visi bendati, ma avremo tempo ... Lungo il tragitto, tra asfalto e pioggerellina milanese, lo specchietto mi trafigge con un loro bacio avvinghiato.
Milano è diversa; neve a margine, passo ritmato. Dirigiamo all’Hotel di Amelia, ondeggiando su pensieri impuri. Emozioni dal nostro primo incontro.
Era nelle cose, intenzioni e desideri: accompagniamo Amelia in stanza. La frenesia che ricordo ha lasciato il posto al silenzio. Un portiere in livrea ci guarda sfilare: due donne eleganti, un uomo e un trolley nero. Camera 407: ne ritrovo l’intimità. Inizia una danza ancestrale, tra aspettative e desideri, componendo un’amalgama non lontana. Risate echeggiano, a dispetto dell’ora. Scartiamo due libri per ciascuno, identici, accompagnati da una dedica su noi tre. In centro stanza, tre corpi riflessi allo specchio. Macchie bianche, nuove, sui miei pantaloni. Malizia agli occhi, cerco rimedi in bagno. Tornando, un caldo silenzio mi investe. Stondo lo stipite, come scoprissi una mano di poker.
Due figure femminili, in piedi, vestite, al centro della stanza, avvinghiate tra loro, a capo chino, in moto febbrile. Silenzio inviolabile, gemiti. Val misura la schiena ad Amelia, che le avvolge il seno: mi infiammano. Fremiti dal pantalone, che vola in un angolo: assisterà da là. Con la gola gonfia, mi ci inginocchio davanti. Profumi mi alitano il viso, dilatato di narici. Le percorro, mantecando la vista in tatto, dalle caviglie al bordo delle autoreggenti, dalla pelle nuda sino all’inguine, ancora fasciato di pizzo. Alzo lo sguardo: improvvisamente nude, vestiti soffiati via. Profumo dai loro solchi carnosi, il nettare denso cola dal pizzo scuro e mi attira a sé come antico cantico. Indice e medio, tesi, serpeggiano lungo le pieghe. Afferro il tessuto fasciante e lo strappo verso l’alto, facendole miagolare al soffitto.
Perso nella sensuale genuflessione, assaporo le distinte personalità. Val ha labbra sottili, accennate, morbide, si aprono occhieggiando sul solco della gemma. Amelia è carnosa, pronunciata, va inseguita e dischiusa. Affondo piano in entrambe, socchiudendo gli occhi. Onde tiepide e tempestose grondano sulle mie mani. Nell’apnea dei sensi, mi tuffo a polsi tesi su melodie unisone, scivolando come burro a fuoco lento. Le cervici fremono sotto le mie impronte, ci gioco a girotondo. Insisto in rotazioni, fibrillando sommità.
Le staglio sul soffitto bianco: cascate di capelli selvaggi, biondi e bruni, labbra e lingue abbracciate, corpi avvinghiati, fianchi fusi in un ventre solo. Seni siamesi, areole indistinte. Amalgamo incessante il loro nettare denso; lungo i miei polsi copiose gocce. Il bacino di Amelia trema, le pareti gonfie da stritolarmi le dita. Un’onda calda mi investe le falangi mentre urla strozzata, scompigliando la notte.
Tempo, ansimi che diluiscono. Si scosta, mi carezza una spalla e scivola dietro a passo incerto. Val freme. Sfilo lentamente le dita, coccolando le pieghe fradice. I polpastrelli intrisi tremano mentre li assaporo tra le labbra; cerco con la lingua le gocce più dense, discese in fondo, agli angoli delle dita. La spingo al letto, schiena al lenzuolo, bacino allo scendiletto. A palmi aperti la divarico, guardandola negli occhi, sorriso deciso e sornione: gocce di nettare tratteggiano le calze velate.
Perlustro il morbido, falangi a esporre il rosa. Affondo un’impronta sulla sommità turgida, ne percorro il profilo, lo navigo ai cardinali. Scivolo a tendere le piccole labbra, sfaccettate d’intensità. Freme, si contorce, si inarca. La pelle d’oca le anima i fianchi e i seni turgidi urlano al soffitto.
Amelia ricompare. Sul letto, viso a Val, a sessantanove, la penetra in bocca con la lingua, spremendole i seni, attanagliandole i capezzoli. Val esce di senno, ansima e vibra, gronda, agita il bacino davanti al mio viso. Faccio scivolare due dita sotto il mento e la tocco roteando. Lo scendiletto è intriso di umori. Amelia prende i seni di lato e li strizza. Val le ulula in bocca. La sento, l’onda; impetuosa, lontana, un maroso a infranger gli scogli. Scuote, si inarca. Mi incide le unghie sul braccio, al dolor bianco. Un urlo rantola in pianto, spazzando le pesanti tende. Godo di lei, il viso tra coscia e inguine, ondeggiando col suo ventre.
Amelia si sdraia di traverso su Val. Il suo bel culo sodo freme, proteso. Con moto misurato, il polpaccio di Val mi spinge dietro di lei. Il buco elegantemente grinzito occhieggia verso di me. Un membro turgido e solcato, emerge tra noi. Dolore, tant’è prepotente, vene come serpenti gonfi. Lo appoggio al coccige, sporgendomi allo zenit del più proibito dei suoi angoli. Dalle mie labbra un filo panciuto si spalma sul coccige e una grossa goccia si posa sul lembo, iniziando una lenta discesa dissetante. Amelia miagola al lenzuolo, con una zampata accartoccia il tessuto. Calco il pollice all’anfratto umido e saggio morbidezze: già abbandonata al mio tatto, le inietto la goccia nel profondo. Non resisto oltre. Troppo tempo, troppe emozioni, troppa intensità generata e trattenuta.
Avvicendo il glande; i lembi grinziti si dilatano, abbracciando la pelle tesa. Spingo sino a farlo scomparire nel profondo, divorando millimetri di pelle. Tortura il lenzuolo, disperata. La mia mano cala a palmo aperto sul fianco perlaceo. Lo schiaffo echeggia sul viso di Val, mentre Amelia si tende come un fascio di canne. La prendo ora con veemenza. Lo spartito dei suoi gemiti segue fedele i miei moti. Protende la schiena quando le increspo i lombari, ad artiglio. Sento avanzare l’eco mio delirio. Spasmi violenti mi attraversano, i glutei tesi al limite del crampo, le gambe flesse e tremanti. Le graffio i fianchi con l’ultimo affondo, e un fiotto bianco dilaga in lei.
Barcollo per attimi, mentre l’onda mi attraversa. Rimango immobile in lei, che mi sorride ruotando la guancia. Si abbandona sul corpo di Val, a glutei grottescamente aperti e sospesi, ansimando. Val mi guarda, dolcemente persa.
Mi abbandono davanti ai fianchi di Amelia, protesi e lucidi. La tintillo con la lingua, dispettoso, facendole sobbalzare il torpore. I polpastrelli di Val sui miei fianchi nudi; li appoggia al mio membro, misurandone lo spessore. Sensibile a quei tocchi, in breve turgido nella sua mano stretta. In ginocchio davanti a lei, oscenamente aperta, appoggio il glande alle grandi labbra, ancora inondate di liquido bianco, e mi fermo, perfido. Un suo stupito “Cosa fai?” mi rallenta. Da lei al suo inguine, interdetto. Non ci convivo ancora con l’assenza di protezione. Parliamo muti con lo sguardo. Rimaniamo così, sospesi ed inebetiti, interlocutori.
Come ubriachi ci scostiamo; la mia forza, distratta da mille domande e zero risposte, è in parte dispersa; sa riaccendermi, ma nei suoi occhi tracce disciolte di smarrimento. Forse … non so, parleremo. Le sorrido un tenue “no” e si abbandona al cuscino. Allargo lo sguardo all’orizzonte del letto, imprimendo un’immagine indelebile. Nude, giusto le autoreggenti, si stagliano sul bianco in perfetta coreografia a cucchiaio. Due fianchi perlacei, identici, scintillano sotto le luci della stanza.
Al risveglio, Amelia è avvolta in un bozzolo di lenzuola; Val è al mio fianco, come l’ho lasciata. Uno sguardo all’orologio ci allarma. Un bacio a turno ad Amelia. Doloroso lasciarla sola in quel gran letto. Ci infileremmo ancora con lei e in lei, ma non possiamo chiedere altro alla giornata.
Voliamo fuori, increduli sulle ultime dodici ore. All’auto, saluti veloci, vista l’ora e le circostanze. Il suo sguardo, lungo la rotonda, brilla sotto i lampioni, mentre la giornata ci scivola via, rimanendo sottopelle.
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14 years ago
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Piacere
Quando lo sentì avvicinarsi, gli venne spontaneo piegarsi leggermente in avanti e appoggiare le mani al divano. Come se fosse abituato o lo avesse fatto altre volte. Ma era solo istinto e il desiderio di piacere e tutto quanto, tutti i gesti, tutte le parole erano essenziali e spontanei.
….
Ci pensava mentre guidava nella notte verso quell’avventura. Un contatto, poche mail, un numero di telefono e un appuntamento. Lo aveva stimolato la novità di farlo al sicuro, in casa. Ma adesso si chiedeva che cosa lo aspettasse. Le foto gli erano piaciute. Non era troppo giovane, e questo lo metteva a suo agio, ma gradevole. Inoltre le foto esplicite, come le aveva chiamate nella mail, lo mostravano piacevolmente fornito. Con giusta abbondanza.
All’arrivo lo aveva accolto con cortesia, con tatto, gentilmente formale, non impaziente. Si erano persino seduti proprio su quel divano dove adesso affondava le mani appoggiando il corpo mentre teneva il bacino in alto e le gambe divaricate. Le parole erano state poche, necessarie per stabilire un primo diretto contatto, per rilassarsi, per quanto era possibile, ma non troppo. Gustava quella tensione tipica del primo incontro con uno sconosciuto. Lo guardava appena. Gli fu naturale, dopo poco, chiedergli se poteva toccargli l’uccello. Poi diventò tutto facile. Slacciargli la bella e spessa cintura, sbottonare il jeans e tirare giù la cerniera con lui che si adagiava appoggiato allo schienale del divano perchè non ci fossero difficoltà. Adesso le parole non erano più necessarie, i gesti, sicuri, ma accorti, bastavano. Quando lo liberò dai vestiti e sentì nella mano la consistenza del suo sesso, provò una piacevole sensazione pastosa, robusta e tenera al tempo stesso. Gli venne spontaneo dirgli che aveva un bel cazzo mentre lo carezzava e lui si liberava degli inutili vestiti rimanendo in maglietta. Glielo prese con tutto il palmo stringendo e muovendo con dolcezza la mano. Intanto si era slacciato i pantaloni e i movimenti lo avevano avvicinato. Gli piacque chiedergli se poteva prenderlo in bocca. Si sentiva eccitato, pronto a provare, ma il suo piacere godeva anche nel dire e nel sentirsi dire certe cose mentre le faceva. Era un uccello molto bello, lungo e grosso, lo teneva con l’intera mano e quando lo fece entrare in bocca sentì che gliela riempiva con la grossa e liscia punta. Fu gradevole sentire il suo sapore e il suo odore. Forse aveva avuto l’attenzione di lavarsi mentre lo aspettava, in ogni caso aveva un leggero profumo maschile di sesso e una pelle liscia e pulita. Il cespuglio dei peli era ridotto e curato, piacevole quando strusciava sulle labbra e sulla pelle del viso. Lo succhiò a lungo, come non aveva fatto mai prima, lo fece entrare quanto poteva in bocca e lasciava la sua saliva sull’asta che s’andava irrigidendo.
…
Ecco, ora si stava avvicinando da dietro. Lo aveva spogliato del tutto e aveva a lungo giocato con il suo buchino che aveva irrorato del liquido di un flacone azzurro. Se ne stava con il culo proteso, il desiderio di essere preso era bilanciato, quasi, dal timore di sentire dolore. Ma lo voleva, lo voleva, era per questo che si era messo in quell’azzardo. Quando la punta dell’uccello gli toccò la pelle sensibile della membrana del culo, invece di ritrarsi protese ancora di più i suoi fianchi indietro orientandosi verso l’asta che lentamente cominciava a spingere. Lo sentì entrare. Provo dolore e con la mano sulla coscia dell’altro cercò di tenerlo fermo per qualche istante. Quasi subito i suoi muscoli si rilassarono, lasciò che si muovesse ancora per farsi spazio, poi cominciò lui stesso spingere indietro per farlo scivolare dentro. Lo sentì entrare a piccoli scatti, tutto dentro di sé e chiuse gli occhi per il piacere che sentiva crescere e riempirlo.
….
Adesso lo teneva tutto. Stava sdraiato nel letto e sentiva il gradevole peso del corpo di lui che lo sovrastava, mentre il sesso affondava dentro il suo culo aperto e usciva quasi tutto prima di riprenderlo. Gli piaceva. Gli chiese di dirgli quello che gli stava facendo, gli chiese di usare le parole più esplicite per descrivere come godeva del suo culo aperto e disponibile, gli chiese di dirgli quanto lo trovasse perverso e tutte le cose che avrebbe voluto fargli.
….
Mentre guidava nella notte verso casa, ripensava alla serata appena trascorsa. Nonostante il piacere recente, si eccitava ancora e sentiva il sesso irrigidirsi stretto nei pantaloni. Il culo, nel momento dei ricordi più intensi, gli si contraeva quasi desiderasse sentire ancora entrare e muoversi e godere il sesso di lui che lo aveva aperto a lungo per tutta la sera. Provava piacere per averlo fatto godere dentro di sé. Provava piacere a ricordare come lo aveva penetrato e abbracciato e chiamato la sua puttana, nei momenti del piacere. Gli piaceva ripensare a come era stato bravo a leccarlo e a succhiarlo per farlo eccitar e poi a come era riuscito a farlo entrare tutto dentro, tutto fino in fondo senza negarsi o difendersi da quel suo sesso grosso, liscio, lungo.
Prima ancora di arrivare, aveva preso la decisione che, se lui lo avesse voluto, avrebbe volentieri accettato un altro appuntamento per farsi inculare con la stessa dolcezza, con la sessa forza di quella sera. Sarebbe stata ancora la sua puttana perversa tutte le volte che avesse voluto.
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14 years ago
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Giulia, il primo tradimento
Sono sposata con Claudio da sette anni. Ne avevo 29 quando lui mi ha portata all'altare. Un rapporto di amore profondo il nostro, ma che non mi ha mai impedito di interessarmi ad altri uomini. Già durante i tre anni di fidanzamento mi è capitato diverse volte di tradirlo, ma è solo dopo il matrimonio che le cose sono peggiorate. O migliorate, a seconda dei punti di vista.
Claudio è un uomo meraviglioso, dolcissimo, innamorato di me... e a letto non è niente male, non mi fa mancare niente. Ma è la mia natura impetuosa che spesso si manifesta e mi porta a comportamenti che una moglie non dovrebbe veramente avere. Natura che, come dicevo, ha continuato a manifestarsi con maggior forza dopo il matrimonio, nel momento cioè in cui ho maturato e consolidato il possesso dell'uomo della mia vita. Sentirmi sicura della sua devozione, del suo amore e della sua fedeltà ha aperto in me numerosi spiragli nei quali uomini intraprendenti di tanto in tanto non faticano ad intrufolarsi.
Racconto adesso la storia del mio primo tradimento da donna sposata. E' l'inizio della caldissima estate del 2003, la classica riunione tra giovani coppie di amici del sabato sera. Siamo invitati ad una cena informale a casa di un amico di Claudio, anche lui sposato. Sarà una riunione allegra insieme ad altri amici della coppia, ognuno porta qualcosa da bere o da mangiare, si fuma il nargilè e forse anche qualcosina di più forte... Partecipano alla serata anche Caterina e Fabrizio, una coppia trentenne amici di amici che incontriamo per la prima volta.
Io e Claudio siamo gli sposini più freschi di tutti. Proprio la sera prima avevamo festeggiato il secondo "mesiversario" di matrimonio (è il 14 Giugno e ci siamo sposati il 13 Aprile), i ricordi del viaggio di nozze in Australia sono ancora vividissimi. Tutti ancora a farci domande su come ci si trova nei panni dei novelli sposi, a chiederci i particolari del viaggio, a farci domande sulla luna di miele. Tutte cose a cui smetto istantaneamente di pensare appena i miei occhi si posano su quelli di Fabrizio. Alto, moro, sui 37/38 anni, pizzetto ben curato. Sposato con Caterina da diversi anni. Non particolarmente bello, ma qualcosa nel suo sguardo fa presa su di me al primo istante. Quando ci presentano e ci stringiamo la mano noto immediatamente che anche lui è colpito da me. I nostri sguardi si attraggono e indugiano molto più del lecito. Temo che qualcuno se ne accorga e mi riprendo abbastanza velocemente, ma resto turbata dal modo in cui Fabrizio mi ha guardata. Prendo Claudio sottobraccio e me lo porto su primo divano libero. Per scacciare l'impressione ricevuta da Fabrizio, mi metto a sbaciucchiarlo, attirando naturalmente i lazzi dei presenti che immediatamente ironizzano sulla nostra incapacità di freschi sposini a staccarci anche un solo minuto... se sapessero invece a chi e cosa sto pensando in quel momento... le serata va avanti, si mangia e si beve e Claudio si mette a discorrere con non so chi di alpinismo di cui è grande appassionato. Si avvicina con fare disinvolto proprio Fabrizio e si inserisce simpaticamente nella conversazione. Io che stavo semplicemente vegetando accanto al mio neo-sposo divento improvvisamente attenta e partecipe della conversazione. Noto che Fabrizio mi guarda in continuazione allora mi rivolgo a lui direttamente spezzando il filo del discorso, chiedendogli di punto in bianco che lavoro fa. Mentre Claudio ignora l'interruzione e riprende con il suo alpinismo lui mi si avvicina ed iniziamo a discorrere amabilmente. Fabrizio mi divora con gli occhi, lo capisco benissimo. E anche io non riesco a trattenermi dal guardarlo in maniera provocante... Dio quanto mi intriga quest'uomo... ma che mi succede?
Terminata la cena vera e propria Fabio, il padrone di casa, tira fuori i suoi quattro splendidi nargilè acquistati in India ed inizia il giro delle fumate... manco a dirlo Fabrizio, e purtroppo anche Caterina, fanno parte del gruppetto raccolto intorno al nostro nargilè. Stiamo tutti seduti su un morbido tappeto. Io sono su di giri, rido e scherzo e i miei occhi continuano a cercare quelli di Fabrizio. Cerco di prestare la massima attenzione affinchè Claudio e Caterina non si accorgano della nostra istintiva e reciproca attrazione. In quel mentre arrivano, molto ritardatarie altre due coppie di amici. Tutti ci alziamo in piedi per salutarli, io sono la prima a rimettermi seduta e provvedo a sistemarmi vicino al posto dove stava prima Fabrizio. Lo vedo venire dall'altra parte della stanza e, come forse era prevedibile, lui si rimette seduto sul tappeto prendendo posto vicino a me. La cosa mi sconvolge dal piacere e gli rivolgo un sorriso decisamente invitante. Riprendiamo la nostra conversazione di poco prima, lui mi chiede da quanto sono sposata, mi racconta del suo matrimonio con Caterina senza nascondere qualche percettibile moto di insoddisfazione...
Mentre parliamo, sempre semisdraiati sul tappeto e ci passiamo la canna del nargilè lui si sposta e il suo ginocchio viene a contatto "casualmente" con la mia coscia. Io non mi ritraggo, anzi quel contatto mi fa improvvisamente bagnare. La stanza anche se grande è intrisa di fumo, con quattro nargilè che pompano aromi e diversi fumatori. Fabrizio mi propone di andare a prendere un po' d'aria in balcone. Mi guardo intorno per vedere dove sta Claudio e lo trovo impegnato in una discussione politica. Buon per lui. Caterina sta parlando con altre due ragazze di chissà cosa e non bada a noi.
"-Beh, i nostri coniugi sono indaffarati. Dai, andiamo, un po' di aria fresca ci vuole", faccio io.
Lui mi fa strada e usciamo nell'ampio balcone da cui si gode una bella vista sui Castelli Romani. La serata estiva è calda, il cielo è stellato in modo fantastico. Ci appoggiamo alla balaustra. Sono diversi mesi che non mi capita di avere a che fare con un corteggiatore, è la solita esaltante sensazione di sempre. Mi sento il fuoco addosso nel trovarmi vicina ad un uomo che non nasconde la sua eccitazione per me. Commentiamo la bellezza del cielo e la bellezza di Roma di notte. Lui con un finto gesticolare chiacchierando mi appoggia una mano sull'avambraccio, dapprima piccole toccate e fughe e poi si decide a lasciare la mano appoggiata. A quel contatto la fica mi si bagna nuovamente, faccio finta di niente. Fabrizio mi chiede del viaggio di nozze, vuole sapere se i cieli stellati dell'emisfero australe sono più belli di quelli del nostro emisfero. Si avvicina impercettibilmente ed io favorisco la sua manovra spostandomi qualche prudente centimetro verso di lui. Il cuore ora mi batte forte, mi dico che se non tenta qualcosa ora non la tenterà più. Sono stata buona profetessa: mentre racconto dell'Australia sento la sua mano appoggiarsi delicatamente sul mio sedere. Wow... sì, è decisamente molto molto intraprendente... sono talmente eccitata dalla sua presenza vicino a me e dal suo odore che non vorrei per nessuna ragione al mondo che lui interrompesse quell'approccio. Lo lascio fare. Continuo a parlare sorridendogli, l'invito a continuare è palese. La mano si appesantisce, inizia una carezza più decisa che piano piano si trasforma in una palpata vera e propria. Adoro sentire la mano di quest'uomo sul mio culo. Credo di essere rossa in viso, mi volto per controllare che dalla finestra non provenga nessuno, anche se sono sicura che da quell'angolazione nessuno potrebbe notare la mano galeotta di Fabrizio.
-"Ti interessa molto l'emisfero australe, vedo", gli dico fissandolo negli occhi, mentre la sua mano passa da una natica all'altra
E' decisamente sconveniente che io e lui stiamo a parlare in quel cantuccio in evidente intimità. Non sono vestita sexy, ho una gonna leggera che arriva al ginocchio. Incoraggiato dalla mia mancanza di reazioni negative Fabrizio mi stringe con forza il sedere e mi mormora:
"-Mi fai impazzire, Giulia".
Io sospiro di piacere e lo guardo senza ribattere nulla. Sento le sue dita insinuarsi insistenti tra le mie natiche, poi con l'altra mano passa ad accarezzarmi una tetta. Mi rendo conto che è ora di stoppare il mio audace spasimante. Gli concedo qualche altro secondo di palpata per permettergli di rendersi conto della consistenza e pienezza delle mie tette e per godermi la sensazione delle sue dita che premono sul mio culo poi a malincuore mi stacco da lui e raggiungo la finestra. Fabrizio rimane fermo a guardarmi intedetto. Mi volto e gli sorrido, allora mi segue. Torniamo nella sala e riprendiamo posto sul tappeto mantenendoci a debita distanza. Lo vedo scribacchiare qualcosa su un foglietto che poi mi ritrovo in mano... è il suo cellulare. vado in bagno, tiro fuori la penna dalla borsetta e sul retro del foglietto scrivo il mio aggiungendo sotto il numero "SOLO SMS MI RACCOMANDO". Torno nella sala, gli dico sottovoce che forse ha perso qualcosa e gli restituisco il foglietto. Non pretenderà mica che sia io a chiamarlo...
Tornata a casa provvedo ad impostare il cellulare sui toni silenziosi per evitare possibili curiosità da parte del mio neo-marito. Si rivela una saggia decisione, perchè la mattina dopo, domenica, dopo essermi svegliata alle 11 trovo ben 3 sms dallo stesso numero. Non fatico ad immaginare da chi provengono. Claudio come sempre si alza più presto e si mette al computer, sono sola in stanza e posso leggermeli in tutta tranquillità. E' Fabrizio ovviamente. Mi dice che lo faccio impazzire e che vuole assolutamente vedermi il giorno stesso. Mi tornano in mente le sensazioni della sera precedente, le sue mani che mi palpano sul balcone... La mia destra scende dolcemente verso la fessura ed inizio a massaggiarmi la clitoride mentre penso a quelle audaci palpate. Mi figuro Fabrizio nudo ed eccitato davanti a me, penso a come deve essere il suo membro e sospiro di piacere. Continuo a masturbarmi dolcemente mentre compongo l'sms di risposta. Gli scrivo che oggi mi è impossibile incontrarlo, ma che martedì dopo il lavoro sarò ragionevolmente libera.
Rileggo l'sms appena composto dicendo a me stessa che proprio non dovrei farlo, sono sposata solamente da 61 giorni... ripenso a Fabrizio che mi viene sopra e con poche sapienti sditalinate arrivo dolcemente all'orgasmo, nello stesso istante in cui con la sinistra spingo il pulsante di SEND sul cellulare...
Arriva finalmente martedì, la giornata si preannuncia afosa fin da mattino. Non ho molti dubbi sui contenuti del mio incontro pomeridiano con Fabrizio. Il caldo sconsiglia di indossare calze o ammennicoli vari, mi concedo solamente delle mutandine sexy, trasparenti sotto la gonna di lino.
Ho il batticuore per tutto il giorno pensando a Fabrizio. La sera prima ho fatto l'amore con Claudio e mentre mio marito mi scopava non facevo che pensare che la prossima volta non sarebbe stata con lui...
Alle 17.30 esco dall'ufficio, salto in macchina e vado ad un bar dell'EUR dove ci siamo dati appuntamento. Arrivo puntuale alle 17.45 e vedo subito la sua macchina. Mi accosto e saluto. Gli brillano gli occhi, mi fa cenno di posteggiare una cinquantina di metri più avanti. Scendo dall'auto e lui mi si affianca con la sua macchina. Apro la portiera e salgo vicino a lui.
Siamo entrambi un pelo imbarazzati e abbiamo bisogno di rompere un po' il ghiaccio. Lui avvia la macchina verso una destinazione a me ignota e mi fa mille domande e complimenti. Mi aspettavo un approccio più deciso da parte sua, ma ne approfitto per rilassarmi e godermi la situazione. Dopo 5 minuti di macchina Fabrizio senza chiedere il mio parere parcheggia la macchina su un piazzale davanti ad un motel. Lo guardo sorridendo e mi faccio prendere per mano. Una breve registrazione alla reception e saliamo in camera. Chiudiamo la porta della camera e siamo uno tra le braccia dell'altro. La lingua di Fabrizio mi entra in bocca, le sue mani corrono sul mio corpo. E' eccitato fino al parossismo, mi rivolge frasi disarticolate, inizia a spogliarmi con foga... Mi tira su la gonna, la arrotola ai fianchi. per evitare di gualcirla sgancio la gonna che cade sul pavimento, mentre Fabrizio mi sbottona in un lampo la camicetta e mi estrae le tette dal reggiseni. Ho un seno rigoglioso con i capezzoli appuntiti per l'eccitazione, lui ci si attacca, li strizza, li lecca li morde, li pastrugna. Senza troppo pudore la mia mano artiglia il suo pacco che sento duro e teso, vado alla ricerca di quell'erezione a cui penso da due giorni. Fabrizio mi spinge sul letto, si sbottona i pantaloni e si abbassa le mutande, mentre io mi sfilo le mutandine... le avevo indossate di pizzo trasparenti pensando che lui ci avrebbe giocato a lungo, magari in macchina, invece ora penso solo a farle volare via sul pavimento. Intravedo il cazzo torreggiare minacciosamente tra i suoi inguini, mi preparo ad accoglierlo. Lui mi sale sopra con i pantaloni abbassati. Apro le cosce vogliosa, vedo il suo cazzo avvicinarsi... chiudo gli occhi ed assaporo l'istante in cui il membro di Fabrizio invade con prepotenza la mia fica fradicia di umori in un unico maestoso affondo. Fabrizio inizia a martellarmi con una foga rabbiosa che mi toglie il fiato e mi fa impazzire di piacere. Intreccio le gambe sulla sua schiena e inarco il bacino per farmi scopare più in profondità, lui si assesta meglio e il suo membro mi scava dentro con una serie di colpi poderosi... non posso resistere a quel meraviglioso trattamento ed arrivo all'orgasmo in pochi minuti... accompagno il mio piacere con un lungo gemito che sicuramente non sarà passato inascoltato nelle camere confinanti. Fabrizio esce ma la foga del suo assalto non sembra avere requie. Mi afferra e mi fa mettere in ginocchio sul letto. Mi prende per i fianchi e me lo risbatte brutalmente dentro la fica. Le sue mani mi strizzano i fianchi, mi usa alla pecorina in un modo fantastico. Mugolo di piacere e lo incito ad affondare i colpi il più possibile, mi sta sbattendo come una vacca e la cosa mi procura uno stato preorgasmico spettacolare. Fabrizio si dimostra proprio un porco, estrae l'uccello dalla mia passera e lo punta alla porta di servizio. Con Claudio il sesso anale è davvero un optional e non sono più molto aperta come ai tempi dell'università, ma Fabrizio non mi lascia scampo. La sua grossa cappella preme contro il mio sfintere... riesco a rilassarmi e a spingere a mia volta e sento che la cappella entra anche se a stento. Fabrizio esce, mi infila due dita nella fica e le estrae zuppe di umori che usa per lubrificarmi l'ano. Mi infila dentro due dita con le quali forza l'ano ad allargarsi, ci sputa anche sopra, lo fa in una maniera un po' volgare che mi eccita. Riproviamo e stavolta la cappella è subito dentro. Un'ulteriore profonda spinta ed il cazzo di Fabrizio affonda tutto nel mio posteriore. Lo prego di fare piano all'inizio per avere il tempo di abituarmi... Non ci vuole moltissimo, l'andirivieni cadenzato del membro impiega poco ad alesarmi come si deve.... Quando mi sento così troia non c'è dolore di dilatazione che non si tramuta velocemente in piacere selvaggio... Con un po' di lubrificante sarebbe stata perfetta, ma la classifico ugualmente come la migliore inculata della mia vita. Fabrizio mi possiede nel culo per una fantastica mezzora buona, le sue energie sembrano non finire mai, mi dà il tempo di arrivare altre due volte all'orgasmo. Gli affondi finali sono impetuosi e Fabrizio finisce per scaricarmi una quantità industriale di sborra nell'intestino. Nonostante l'aria condizionata siamo entrambi coperti di sudore per la selvaggia cavalcata, non so da quanti mesi non godevo in quel modo... L'occhio ci cade sull'orologio: le 19.30. Ci prende un accidenti ad entrambi. Ci rivestiamo in tutta fretta e lasciamo la stanza. Fabrizio mi riporta alla mia macchina, mi bacia con la lingua e mi domanda quando potremo fare il bis. Gli rispondo che non lo so, che si vedrà... dentro di me penso che nulla al mondo mi convincerà a rinunciare al mio nuovo stallone personale, ma non voglio proprio farglielo capire. Torno a casa piuttosto di fretta o la scusa che sto inventando per il ritardo apparirà sempre più debole. Non ho potuto nemmeno darmi una sciacquata prima di uscire e adesso me ne sto accorgendo: sento la sborra di Fabrizio colarmi fuori dall'ano dilatato, è un misto di piacere e fastidio, spero soltanto che non mi macchi la gonna e che non si veda.
Entro a casa, trovo Claudio indaffarato e concentrato al computer... non si è nemmeno reso conto del mio ritardo, in effetti contavo proprio su questo per non dovergli raccontare una bugia. Gli vado vicino e lo bacio con tenerezza.
"-Ciao tesoro... cosa vuoi che ti preparo per cena?".
Mi sento tenera e sincera con lui, mi fa un grande piacere preparargli una cenetta deliziosa. Il fatto di avere le chiappe e l'interno cosce ancora appiccicose ed imbrattate della densa sborra di Fabrizio non mi impedisce certo di essere una mogliettina amorevole...
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14 years ago
coppiaromana38, 43/43
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Una visita inaspettata
Lei se ne stava sdraiata all'interno della vasca riempita fino all'orlo. Aveva avuto una girnata stancante e una volta uscita dall'ufficio aveva deciso di farsi una bel bagno rilassante, Era arrivata a casa, si era spogliata e si era preparata la vasca. Il suo uomo, non era ancora arrivato. Si immerse nell'acqua calda e un dolce torpore la pervase. Chiuse gli occhi e iniziò a rilassarsi. La stanchezza della giornata iniziò ad andarsene. Prese il sapone ed inizio a lavarsi lentamente, dolcemente. Lo passo sulle braccia, arrivò alle spalle, scese sui seni. Scese, arrivò al suo addome. Poi si fermò, e riprese dalle sue gambe, partendo dai piedi per lavarsi poi le cosce e l'intero delle cosce. Quei movimenti lenti gli piacevano, una strana sensazione iniziò a pervaderla, non sapeva neanche lei cosa fosse. Ma poi capì che si stava eccitando, forse sarà stata l'acqua calda e quel dolce tepore che provava. Chiuse gli occhi e continuò col sapone ad accarezzarsi le cose. SI immaginò che fosse il suo uomo a lavarla. La mano lentamente andò più su, salendo dall'interno coscia arrivando al suo inguine. Dolcemente passò il sapone sul suo fiore e un brivido di eccitazione la prese. Si lavò accuratamente, passandolo prima esternamente e poi delicatamente verso l'interno. SI morse un labbro. Si stava eccitando. Posò il sapone e inizio ad accarezzarsi con le sue mani, ad occhi chiusi, pensando al suo uomo. Il suo dito iniziò ad accarezzare piano il clitoride eccitato, mentre l'altra mano andò al suo seno e le sue dita trovarono il capezzolo indurito e allora iniziò ad accarezzarlo. Gli era venuta voglia del suo uomo. E mentre si accarezzava nella sua figa immaginava già la serata come sarebbe andata finire. Aveva voglia di lui, si sarebbe fatta trovar nuda sul divano e avrebbero scopato lì in soggiorno. Le sue mani continuavano ad accarezzarla, il suo respiro affannosso per l'eccitazione. Era lì che stava per raggiungere l'orgasmo ma il suono del telefono la fece risvegliare dai suoi sensi. Si alzo dalla vasca e prese l'accapatoio e andò a rispondere al telefono. Era il suo uomo che l'avvisava che quella sera avrebbero cenato da loro una coppia di amici.
Lei mise giù il telefono e penso che la sua serata a vase di sesso sarebbe sfumata. Fece bel viso a cattivo gioco e iniziò a prepararsi. Però non voleva sfigurare, anzi voleva eccitare il suo uomo così da fargli vedere cosa si perdeva quella sera. Poi magari la cena finiva prima e potevano continuare da soli. Morena tornò in bagno e si mise davanti allo specchio. Fece cadere l'accappatoio e guardò il suo corpo nudo. I capezzoli erano ancora rigidi, un sorriso malizioso gli increspò le labbra pensando che il suo corpo era veramente da attirare gli sguardi degli uomini. La sua mano, come se avesse vita proprio, inizio ad accarezzare la pelle nuda, leggermente ancora bagnata dal suo bagno rilassante.
Il suo corpo aveva voglia, la sua mano indugiava sul suo capezzolo eretto. I suoi occhi guardavano quel gesto riflesso nello specchio, poi la mano continuò il suo viiaggio e arrivò al suo fiore, leggermente dischiuso e sentì che era leggemente bagnata. Iniziò ad accarezzarsi, ma dovette fermarsi, doveva ancora tlefonare alla gastronomia e farsi portare le vivande per la cena. Nuda andò in camera da letto, voleva proprio essere sexy. Aprì il cassetto degli indumenti quelli "speciali", quelli che usava per eccitarlo e prese uno slip nero microscopico, dove il dietro era in pratica un filo sormontato da una farfallina. Se lo mise e si guardò compiaciuta nello specchio dell'armadio. Poi, visto che non faceva ancora freddo, decise di non mettersi il reggiseno, e si mise un vestitino, sempre nero, corto, quasi una mini vestaglia, che le arrivava poco sotto il suo spledido sedere. Si rimirò e decise che poteva andare. Cercò un paio di sandali neri con l'allaccio alla schiva e finalmente era pronta. Si mise un trucco leggero, ma da farle il viso molto sexy. Una volta pronta, telefonò alla gastronomia e ordinò la cena. Poi si mise in salotto a guardare la televisione, ma quella voglia non gli era passata. Ogni tanto si accarezzava la gamba e chiudendo gli occhi si perdeva in quella dolce contatto tra pelle e pelle. Fu però interrotta dal campanello della casa. I suoi occhi andarono all'orologio e vide che non poteva essere il suo uomo, sarebbe rientrato tra un'ora. Allora si alzo e andò alla porta. Guardò lo spioncino e vide che era il garzone della gastronomia. Aprì la porta e vide un bel ragazzo davanti a se e...
...lo squadrò per bene. Era alto biondo con un bel fisico, non tanto palestrato ma neanche fuori forma. Insomma un bel ragazzo. Disse che doveva consegnare della roba della gastronomia. Morna gli disse che lo aspettava, e gli disse di seguirla. Lei si girò velocemente e nel far quello gli si alzo un pò il vestitino mostrando per poco il suo bel sedere. Il ragazzo non poteva credere ai suoi occhi, già al momneto di quando quella meravigliosa creatura aveva aperto la porta. Ora con il suo sguardo la stava spogliando tutta ed era attratto soprattuto da quel sedere davanti a lui che ancheggiava molto vistosamente. Ebbe un inizio di erezione.che non poteva fare a meno. Lei sentiva gli sguardi di lui, era ancora eccitata da prima. Decise che voleva far perdere la testa a quel bel ragazzo, e magari... Pronunciò il suo passo. Si sentiva come una diva. Arrivarono in sala da pranzo. Lei gli disse di posare pure le buste della spesa sul tavolo e gli chese se per cortesia poteva tirare fuori un attimo la roba da mangiare, mentre lei cercava una cosa. Il ragazzo le disse che andava bene. Lei si avvicinò a lui, e quasi a schiacciarlo con il suo corpo guardandolo negli occhi in modo sensuale lo ringraziò. Il ragazzo abbassò la testa guardandola negli occhi e avvampando perchè sentiva il suo cazzo ingrossarsi e i seni di lei premerle contro il suo torace le disse "prego" e lei in risposta, con la mano accarezzando il suo torace da sopra la maglia di lui, morena gli disse "sei proprio un bel ragazzo". Poi si staccò subito da lui e si allontanò verso la piattaia. ERa eccitata, quando si ra attaccata a lui aveva sentito attraverso la stoffa del suo vestitino il suo cazzo che si sta risvegliando. Aveva i capezzoli turgidi per 'eccitazione. Sentiva gli occhi di lui addosso e allora gli volle fare un regalino. SI abbassò a novanta per aprire le ante del mobiletto in basso e come risultato il suo vestitino si alzo fino a mostrare il suo sedere e il suo intimo. Il ragazzo la vidi e non riuscì a levarle gli occhi di dosso da quel meraviglioso culo con quel filo che separava le due chiappe. Lei si rialzò, e fece il contrario, aprì le ante del mobiletto in alto. Ma poi, facendo finta che non riusciva a prendere una cosa, chiese al ragazzo se per cortesia le dava una mano. Il ragazzo come un automa, le andò dietro, e prse quello che le chiedeva. Nel mentre lei non si era spostata e quando lui arrivò, sporse il suo sedere fino a sentire il corpo di lui aderire alla sua schiena. Sentiva il cazzo del ragazzo e si mise in maniera tale che fosse tra il solco del suo sedere. E poi, inizio a fare un piccolo movimento per sentirlo bene. Le sentiva duro che premeva contro di lui. Il ragazzo ormai aveva capito il gioco e anche a lui gli piaceva quel contatto ma non osava ancora. Allora lei si girò. Lo guardò negli occhi lascivamente e lentamente la mano di lei, andò sulla cerniera dei pantaloni e lentamente mentre si guardavano negli occhi, la lampo scese giù. Lei intrufolò la mano e da sopra le mutande di lui sentiva quel cazzo voglioso di lei ed iniziò ad accarezzarlo......
Lei si inginocchiò davanti al ragazzo.La sua mano accarezzò quel cazzo da sopra le mutande. Lo sentiva bello duro. Sollevo gli occhi e lo guardò. I loro occhi si incrociarono e mentre la sua mano continuava quel massaggio lento, l'altra si avvicinò ai suoi testicoli e li soppesò. Notò che erano belli grossi, pieni. Mentre con i loro occhi continuavano a guradarsi, lei si morse il labbro, poi si passò la lingua sulle labbra. Il ragazzo fremeva dall'eccitazione. Le mani si spostarono e andarono sul bordo delle mutande. Intrufolò le dita dentro e lentamente, gliele tolse. Il Cazzo del ragazzo uscì allo scoperto. Lei abbassò lo sguardo e lo vide. ERa un bel cazzo duro, giovane. Gli piaceva. Le sue mani gli levarono completamente le mutande e lui alzò i piedi per darle una mano. La mano di lei lo spinse lentamente sulla sedia che si trovava dietro di lui e lui si sedete. Era alla mercè di quella donna meravigliosa. Lei aveva voglia di quel cazzo, lo voleva assaggiare, leccarlo, farlo godere nella sua bocca. Si avvicinò alla sedia. Lui allargò le gambe come un chiaro invito a lei....
Lei si avvicinò con la testa a quel cazzo, una sua mano andò su quell'asta dura, lo strinse per sentirne la consistenza. Abbassò la pelle e fece venire completamente fuori la cappella rosea. Lo guardò ammirata poi rialzò gli occhi e guardandolo negli occhi tirò fuori la lingua e lentamente come se fosse un bellissimo gelatò, poso la punta della lingua sul glande e lo assaggiò. Sapeva di maschio. lentamente la sua lingua iniziò ad assaggiare la punta. La sua mano si sposto sulle palle di lui e le strinse. Sentiva che erano belle piene. La lingua continuò il suo viaggio e iniziò a leccare tutta l'asta. Scese giù piano piano fino ad arrivare alle palle. Gliele mordicchiò. La mano di lui andò sulla testa di lei e gli accarezzò i capelli. Poi lei con la bocca iniziò a mordere lievemente il cazzo e a dargli delle leccate. Partiva dalle palle e saliva e quando arrivava in cima, la sua lingua giocava sul prepuzio. Il ragazzo gemeva. Lei aprì la bocca e lentamente iniziò a prenderlo in bocca. Le sue labbra si chiuserò su glande in un delicato bacio....
Le sue labbra lo strinsero. il cazzo era dentro la sua bocca. La sua lingua iniziò a giocarci dentro su quella cappella che continuava a diventare sempre più gorssa. Lo fece uscire per poi leccarlo di nuovo per poi riprenderlo e stavolta fargli sentire i suoi denti leggeri, mentre la sua lingua continuava a leccarlo. Una mano del raggazzo andò sui suoi seni, scosto il reggiseno e trovò il capezzolo bello turgido. Iniziò a tintillarlo. Lei si tava bagnando era un lago. Una mano di lei andò allora sul suo fiore e iniziò ad accarezzarlo mentre la sua bocca continuava a dare piacere al cazzo duro del ragazzo. Lo leccava poi lo succhiava, poi ritornava sulle palle, glele mordeva. Il ragazzo era eccitatissimo non gli era mai capitato una cosa simile e un pompino favoloso come quello non glielo avevano mai fatto. La mano di lui continuava stringere i capezzoli, mentre lei aveva iniziato a farsi un dialino....
Sentiva il cazzo nella sua bocca sempre + duro. Era eccitatissima. Iniziò a pomparlo. Le mani di lui andarono sula sua tsta e iniziarono a dargli il ritmo. Su e giù, su e giù lungo quel cazzo. Il ragazzo era in estasi. Aveva chiuso gli occhi e si stava godendo quella bocca favolosa. Lei lo voleva. Voleva sentirlo dentro di se. Era bagnata fradicia. Quando per lei il cazzo era ormai bello duo come piaceva a lei, si fermò. Lo prese in mano, si alzò, si avvicinò al ragazzo. GLi sussrrò all'orecchio "TI VOGLIO". Aprì le gambe, indirizzò il cazzo del ragazzo sul suo caldo fiore e lentamente calò e lo accolse dentro di lei....
La sua figa era bella bagnata. Il cazzo entrava dentro di lei senza resistenza. Lei lo sentiva tutto dentro. Scese fino ad averlo completamente dentro di lei. Coi muscoli della vagina lo stringeva. Si morse il labbro. La bocca del ragazzo andò sui suoi seni e la sua lingua aveva iniziato a lambire i suoi capezzoli duri come degli spilli. A quel punto, lei iniziò a muoversi su quel cazzo. Iniziò a tirarsi su e poi quando era giunto quasi a farlo uscire, di colpo giù. Iniziò un lento movimento che andò in un crescendo, mentre il ragazzo continuava a darle piacere con la sua bocca. Le mani di lui erano andaete sul suo sedere dove gli palpava i glutei....
Lei continuava il suo movimento, ondeggiava su quel cazzo. I suoi umori colavano giù lungo l'asta del ragazzo per finire sulle sue palle gonfie. Il suo movimento sis faceva sempre più rapido. Lo stava cavalcando come una vera cavallerizza sul suo puledro. Ad ogni affondo il ragazzo gli dava un colpo per penetrarla maggiormente. Stava godendo. I muscoli della sua vagina lo stringevano dentro di sè. La bocca di lei eruppe un grido di liberazione quando giunse all'orgasmo. Ma il ragzzo non si fermò. Continuò a scopare qual corpo scosso dal piacere. Lei sentiva quella mazza dura ingrossarsi dentro di lei. Lo fermò. SI alzò da quel palo di carne pronto ad eruttare tutto il suo seme. SI risposizionò in ginocchio e lo posizionò tra i suoi seni. Gli fece una veloce spagnola guardando negli occhi il ragazzo e quando sentì che era pronto, avvicinò la sua bocca e iniziò a succhiarlo fino a che il ragazzo non venne e lei ingoiò tutto il seme....
Lei bevve tutta la sborra del ragazzo, era buonae dolce. Il ragazzo si vede che ne aveva da scaricare perchè continuava a inondarle il suo bianco nettare. lei alzò lo sguardo e vide sull'uscio della porta il suo uomo, che la guardava con il suo cazzo duro in mano che si stava facendo una lenta sega. I loro sguardi si incrociarono e si sorrisero in maniera maliziosa......
La sua bocca otrnò sul cazzo del ragazzo, lo ripulì tutto, poi si alzò, andò verso il suo uomo e si scambiarono un bacio. Le loro lingue giocarono, lui sentì il sapore del seme del ragazzo e si i loro baci divennero più frenetici. Lei con una mano prese in mano il cazzo del suo uomo e inizio a fargli una lenta sega. Il ragazzo non sapeva cosa fare, si sentiva imbarazzato per l'arrivo del marito di quella bellissima signora. La coppia finì di baciarsi. Lei si voltò verso il ragazzo e gli sussurrò, "Andiamo di là tutti quanti che siamo + comodi"....
Entrarono nella stanza da letto. lei disse al ragazzo di spogliarsi e lui lo fece. Lei si tolse ormai qual miniabitino che ormai non serviva +. Nuda davanti a loro era di una bellezza devastante. Si intravedeva ancora gli umori della sua eccitazione di prima colargli dalle gambe. Si spoglò anche il suo uomo. Lui si posizionò dietro di lei, e mentre il ragazzo guardava, le mani di lui andarono da dietro sui suoi seni e li accarezzò. Lei sporse il suo sedere e sentì ilcazzo duro contro di lei....
Le mani di lui torturavano i suoi capezzoli. Lei si morse il labbro, quel massaggio gli stava piacendo. Poi si mise in ginocchio sul letto, avvicinò la sua bocca al cazzo del ragazzo e iniziò a succhiarlo. Il suo uomo si posizionò dietro di lei, si mise in ginocchio e si avvicinò con la lingua al fiore della sua donna ed iniziò a leccargli la figa bagnata, mentre lei continuava a spompinare il ragazzo...
Lei era eccitata al massimo, sentiva quel cazzo in bocca che riprendeva vigore mentre la lingua di tony gli dava piacere. Più sentiva la lingua entrare dentro di lei, + con la sua bocca affondava in quel cazzo. Sentiva le ondate di piacere prenderla per tutto il corpo. Sentiva la lingua sul clitoride, sulle piccole labbra, dentro di lei. I suoi umori erano copiosi. La sua testa iniziò ad aumentare di ritmo sul cazzo del ragazzo, che era ormai un oggetto di piacere nelle loro mani....
Dovette fermarsi con la bocca, gli mancava il fiato. La lingua del suo uomo divenne + frenetica. Chiuse gli occhi e all'apice del piacere, il suo urlo di soddisfazione riempì la camera. Godette mentre il suo uomo iniziò a bere il suo dolce nettare che fuorisciva da quella figa calda...
Si sdraiò stemata sul letto. Tutto il corpo vibrava per via dell'eccitazione provata. I duei uomini si misero di fianco a lei e con le loro mani iniziarono ad esplorare il suo corpo. L'eccitazione provata prima più quelle toccate risvegliarono di nuovo in lei la voglia. Cercò con le mani i cazzi dei due uomini, e appena trovati iniziò a fargli una lenta sega, li sentiva beli duri, li voleva...
FEce sdraire i due uomini con i loro cazzi in piedi. Poi si avvicinò con la bocca ed iniziò lentamente a leccarli e succhiarli. Mentre lo faceva con uno con la mano segava l'altro. Poi quando secondo lei era giunto il momento ed erano belli pronti, si avvicinò a quello del suo uomo, si mise a cavalcioni e lentamente la sua figa risucchiò i lcazzo del ll'uomo....
Iniziarono a scopare selvaggiamente, lei lo cavalcava. Il ragazzo intanto gli palpava i seni mentre la mano di lei lo segava. Poi si avvicinò alla sua bocca e mentre lei continuava a cavalcarlo iniziò a spompinare il ragazzo. Sentiva quei due cazzi belli duri. Si fermò un attimo e disse al ragazzo "inculami"....
Il ragazzo si posizionò dietro di lei. Il suo uomo levò il suo cazzo dalla figa di lei e disse al ragazzo,"bagnalo prima". Allora il ragazzo lentamente la penetrò e sentì gli umori di lei bagnarli il suo membro. La scopò per un pò mentre Tony gli massaggiava i seni e la baciava. Poi il ragazzo uscì e posizionò il suo glande vicino al secondo fiore di lei. Lentamente iniziò a penetrarla. La coppia si baciava, le lingue si intrecciavano. Lei sentiva quel palo di carne penetrare dentro di lei. Lo sentiva bwllo duro, si morse il labbro. Ondate di piacere le arrivavano. I suoi gemiti si facevano sempre + forti....
Il ragazzo la inculò fino in fondo. E poi lentamente iniziò il movimento al contrario per poi rimetterglilo dentro ed iniziò scoparla nel culo. Il suo uomo la vedeva che godeva, il suo viso in estasi per quel bastone di carne che la penetrava. Le morse i capezzoli e lei gemtte. Chiuse gli occhi per avere una miglior sensazione, il suo respiro si faceva sempre più affannato. Il suo uomo con la sua lingua sui suoi capezzoli. Poi decise che era giunto il momento. Le fece fermare, prese in mano il cazzo del suo uomo e lo indirizzò verso la sua figa e mentre l'altro era ancora nel suo culo, si sedette sopra e iniziarono a scoparla in sincronia fiano a quando lei godette e loro sborrarono dentro di lei.
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14 years ago
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Quel giorno particolare al centro commerciale
. Un giorno siamo usciti io e la mia ragazza Francesca ,ci recammo in un noto centro commerciale a Cosenza per comprare delle cose, e passando vicino ad un negozio di intimo ha notato su un manichino un bel completino, un perizoma nero da favola con autoreggenti, e voleva a tutti i costi comprarlo. Entrata nel negozio ha cominciato a guardare chiedendo alla commessa se poteva dargli la sua taglia e se poteva misurarlo. La ragazza all'inizio non voleva farlo misurare ma poi con un Po di insistenza accettò, cosi Francesca entrò nello stanzino il quale si chiudeva solo con quelle tendine che in poche parole dai lati lasciano vedere tutto, cominciò a spogliarsi e in un attimo restò nuda in quanto indossava solo la solita mini con una camicetta sopra, io intravedevo nella commessa un certo interesse nel notare Francesca mentre si muoveva e si specchiava, e la stessa cosa notò la commessa, così con un aria maliziosa la chiamò e con la scusa di portargli altro intimo la fece avvicinare a lei e le sussurrò, perché mi guardi cosi ti piaccio? La ragazza prima diventò rossa ma poi rispose senza tremore, si lei è una bellissima donna, non finì nemmeno di parlare che Francesca gli prese una mano e la poggiò sul suo seno, la ragazza per nulla imbarazzata portò l'altra mano tra le sue cosce e iniziarono a strusciarsi a vicenda, cominciarono a slinguettarsi a toccarsi e con immenso piacere mio mi presero e cominciarono a spogliarmi, la commessa afferrò il mio cazzo tra le sue mani e cominciò a sentirlo sempre più duro mentre Francesca gli leccava la fighetta tutta bagnata e depilata, una volta bella lubrificata portò il cazzo dietro di lei, messasi alla pecorina e dopo un paio di strofinate sulla figa appoggio la cappella sul buco del suo culetto ancora vergine e mi disse, adesso con una bella spinta fammi entrare pure le palle, e così feci cominciai a spingere all’ inizio lentamente e poi con una gran foga, facendogli entrare per tutta la lunghezza la mia asta, lancio un grido di dolore , visto che per lei era la prima volta, per poi trasformarsi in mugoli di piacere e nel momento di venire Francesca lo tiro fuori e se lo mise in bocca, ma la ragazza voleva bere anche lei e cosi inchinandosi cominciarono a sbocchinare entrambe e a bere la mia sborra dopo di che una masturbava l'altra fino ad avere un orgasmo esagerato, la ragazza ci ringrazio e ci disse che quando volevamo saremmo potuti tornare.
Francesca.V 12/09/2010
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14 years ago
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Quella sera al cinema
Questa che vi racconto e un’avventura accadutaci una sera di meta agosto di questa estate:
Una sera di meta agosto, il mio fidanzato Fabio era sceso per le ferie estive giù in un paesino, dove io abito in provincia di Cosenza essendo che lui per lavoro vive a Modena,tornato tutto entusiasto mi ha detto di uscire fuori a cena perché le cosa al lavoro gli erano andate molto bene, io non ci pensai su due volte e mi andai a preparare in fretta, e, mentre lui si faceva la doccia io mi abbigliai stavolta un po piu seducente, del solito . Minimini gonna, top che faceva uscire tre quarti del davanzale fuori, sandali con tacchi a spillo, calze a rete con il tassello tagliato, un mini tanga nero e un trucco degno di Cleopatra. nel giro di mezz'ora stavamo già in macchina, facevo un caldo da togliere il respiro, l'aria condizionata dell'auto alleviava ben poco la canicola che ci avvolgeva. Arrivammo al ristorante, entrammo, c'era un bel po' di gente, a fianco al nostro tavolo c'erano tre maschioni, che, non toglievano gli occhi dalle mie gambe completamente scoperte, uno di loro conosceva Fabio e si fecero un cenno di saluto. Facemmo una cena a base di pesce fresco, prosciutto e melone, frutta e gelato. Verso le 21 uscimmo dal ristorante, entrammo in macchina e strada facendo, Fabio vide che al cinema davano un film a luci rosse, mi guardò e con gli occhi da pesce lesso e mi chiese se ero d'accordo ad andare a vedere il film. Io sinceramente volevo dire di no, ma visto che lui era molto felice, per non contraddirlo accettai. Trovato il parcheggio, ci avviammo al cinema, entrammo, il film era incominciato da qualche minuto, nella sala buia non c’era molta gente, cosi ci accomodammo in una fila completamente vuota. Quasi subito Fabio m’infilò la mano in mezzo alle gambe, e con delicatezza incomincio a farmi un ditalino, io tirai fuori il suo cazzone e glielo accarezzavo, in pochi attimi gli divenuto duro come l'acciaio. Ragazzi un po’ perché faceva caldo, un po' il film era molto arrapante, con dei cazzi grossi mai visti prima di allora, incominciai ad allargare le gambe per permettergli di accarezzarmi meglio. Di li a poco incominciai ad avere un orgasmo dopo l'altro, la farfallona si mise a buttare fuori un fiume di umori. Non era trascorso nemmeno un quarto d'ora, quando all'improvviso arrivò un uomo e si accomodo al mio fianco, io pensai ma sto stronzo con tante poltrone proprio libere qui doveva sedersi. Subito presi la mano di Fabio e la tirai fuori dalle mie gambe, cercai di ricompormi il più possibile, ma, la minigonna copriva ben poco le mie gambe e con fare non curante mi dedicai a guardare il film. Ad un tratto sentii la gamba del tipo che premeva vicino alla mia, cercai di allontanarmi il più possibile, non passò nemmeno un minuto e lo stronzo mise la mano sulla mia gamba, vi giuro che la prima reazione fù quella di tirargli un schiaffo, ma, per evitare che Fabio se ne accorgesse, pian piano gli diedi un pizzicotto da strappare la pelle, subito la tirò via passavano pochi secondi e lo stronzo ritorno alla carica, infilandomi la mano in mezzo alle cosce, ragazzi non vi dico cosa mi passo nel cervello in pochi attimi, ero combattuta, se scatenare un casino o far finta di nulla, optai per la seconda ipotesi, anche perché io continuavo ad eccitarmi vedendo sullo schermo quei cazzi enormi che entravano ed uscivano dalle fighe e dai culi. Intanto lo sconosciuto con molta delicatezza incomincio a ficcarmi due dita nella figa, poi mi prese la mano e l'appoggio sulla sua patta. Ragazzi la massa enorme che incomincia a stringere era enorme e dovetti dedurre che aveva un cazzo degno degli attori che stavo ammirando. Lui subito aprì la cerniera dei pantaloni e lo tirò fuori, era lungo e grosso, ad occhio sui 28 cm,pieno di vene gonfie, una cappella enorme, era una meraviglia accarezzarlo, e, buttando un occhio a Fabio, per assicurarmi che non si accorgessi di nulla, apri ben bene le gambe, in modo che lo sconosciuto, potesse infilarmi più a fondo le sue lunghissime dita. Passarono pochi minuti, mi venne una voglia indescrivibile di infilarmi quel palo nella figa, allora mi girai con il culo verso lo sconosciuto e feci in modo che mi potesse appoggiare il palo tra le chiappe, sentii l'enorme cappella sfiorare le labbra della mia figa, cercai di farla entrare dentro, ma la posizione non lo permetteva, allora mi girai verso Fabio abbassai la testa e con fare famelico infilai il suo palo nella mia gola, facendo in modo che il mio culo fosse completamente rivolto verso il cazzone di dello sconosciuto, che, con qualche difficoltà riuscì a infilarmene una buona parte nella figa, e con movimenti lenti e costanti incomincio a stantuffarmi, sembrava che qualcosa di enorme scivolasse verso lo stomaco, la cappella sfregava il mio utero, sentivo il fuoco salirmi nel cervello, cercavo di spingere la figa verso quella meraviglia della natura, lo volevo tutto tutto tutto, passarono un paio di minuti e senti uno spruzzo di sperma bollente che inondava la mia farfallona, mi sembrava di impazzire, avevo voglia di gridare, ma dovetti soffocare le urla in gola, anche perché, quasi contemporaneamente, Fabio mi allagò la bocca con un flutto di sborra enorme, che bevvi con avidità, alzai la testa, e mi accorsi che i due si facevano occhiate di complicità, in quell'istante volevo mandarlo a fare in culo, non perché mi aveva scoperta ma perché non avevo potuto ospitare completamente il cazzone dello sconosciuto. Ad un tratto si accesero le luci della sala, era finito il primo tempo, del film, lo sconosciuto infilò il cazzone nei pantaloni mi sorrise ,si alzo e se ne andò io mi appoggia sulla spalla di Fabio e nascosi il mio viso sul suo petto, mi vergognavo come una ladra, non ebbi il coraggio di guardare in giro. Ad un tratto, si spensero le luci e incominciò il secondo tempo, subito Fabio tirò fuori il suo palo già pronto all'uso, mi infilo la mano nelle cosce e prese di nuovo a sditalinarmi, e vai, ricominciai da capo a godere come una ninfomane in calore, ad un tratto Fabio mi prese per i capelli e con violenza mi abbasso il capo ficcandomi il cazzo in gola. Mentre succhiavo con forza, sentii due mani enormi che mi accarezzavano il culo ,mi girai di scatto e vidi di nuovo lo sconosciuto al mio fianco, lo feci fare, poi mi disse di girarmi con la schiena sulla poltrona, misi la testa sulle gambe di Fabio, mi aprii le gambe e finalmente mi scaraventò quel palo enorme nella figa, tanta era la foga che mancava poco che infilava anche le palle dentro, e via, a sborrarmi dentro a ripetizione, dopo un po’ ad ogni colpo di cazzo la mia figa emetteva un sciacquio, era piena di umori e sperma, che lo sentivo scorrere verso il buco del culo, la poltrona diventò tutta inzuppata, e quel cazzo non la smetteva di trombarmi. Intanto Fabio, non ne poteva più, fece spostare il tipo, mi fece alzare, mi mise alla pecorina, infilò il cazzone dentro e con violenza prese a scoparmi come un indemoniato, intanto il tipo m’infilò il suo bastone in bocca, che con molto piacere glielo ripulii completamente. Fabio la smise di sbattermi, solo dopo aver sborrato due volte di seguito. All’ fine, mi fecero accomodare, e finalmente potei godermi un pò di film, anche se la mia Francesca colava un liquido appiccicoso lungo le cosce, e il mio sedere si era incollato sulla stoffa della poltrona. Finalmente, il film finì, il tipo con molta discrezione si allontano da noi, io avevo vergogna di alzarmi con le luci accese, e pregai Fabio di aspettare che la sala ritornasse buia, con la coda degli occhi mi girai e vidi che, dietro di noi c'era una coppia, lei mi guardò sorridendo e con il pollice alzato mi fece segno che ero stata stupenda. All'improvviso ritornò il buio, ci alzammo ed uscimmo dalla sala, mi fermai e dissi a mio ragazzo che avevo bisogno di pulirmi, perché non riuscivo nemmeno a camminare, tanta era il liquido che colava dalla figa, entrai nel bagno , e cercai di asciugarmi alla meno peggio, ma i fazzoletti di carta si attaccavano alla gambe, chiamai Fabio e lo pregai di passarmi un po’ di carta igienica bagnata, dopo qualche attimo Fabio bussò alla porta del bagno, aprii e vidi davanti lui e lo sconosciuto, si infilarono dentro, e senza dire una parola, incominciarono a spogliarmi completamente, ragazzi credetemi, in un attimo avevo due cazzi che uscivano ed entravano dalla figa e dal mio culo ormai dilatassimo da quel cazzone dello sconosciuto che in un attimo mi riempi con un caldo ed abbondante getto di sborra che mi riempiva il culo, quei due cani in calore, mi baciarono dappertutto, leccavano la figa piena di sborra, la lingua nel buco del culo, leccate lungo il corpo che mi davano brividi di piacere, ed io continuavo a colare sborra e umori, come un fiume in piena, il mio corpo era impastato di sborra, saliva e sudore. Finalmente, la smisero ansimando, e senza alcuna forza, sembravano due stracci usati e consumati, a fatica si rivestirono, uscirono e a turno mi passavano la carta bagnata per farmi pulire un po'. Ripulitami, uscii dal bagno, fuori trovai solo mio ragazzo, che mi aspettava ancora ansimando, mi abbraccio, e sussurandomi all'orecchio mi chiese se mi era piaciuto, io gli risposi che era stato meraviglioso, in risposta mi infilo la lingua in bocca, baciandomi con molta passione. Nel tragitto per tornare a casa nessuno di noi due ne fece parole, arrivati a casa ci infilammo di corsa sotto la doccia, io lavo te, tu lavi me, finimmo per scopare ancora, mentre l'acqua quasi fredda ci tonificava i corpi. Da allora ragazzi miei, il nostro amore si è cementato di più, non ci sono più segreti tra noi, perché, qualsiasi desiderio sessuale che ci viene, ne parliamo e lo mettiamo in pratica.
Francesca.V 13/08/2009
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Non avevo che 16 anni
Quando ero ragazzino intorno ai 13 anni incominciai a capire che più che le ragazze, chi mi colpiva erano i ragazzi, e sopratutto quelli belli, ben fatti, asciutti e con un bel pacco.
Ciò nonostante, non trovavo ancora il coraggio e non sapevo come fare per intraprendere un'amicizia, particolare di quel tipo con una ragazzo, continuai ad amoreggiare e a limonare come tutti con ragazze della mia stessa età: Un bel momento, avevo raggiunto i 16 sentivo dentro di me una pulsione che mi spingeva ad avere un contatto fisico con un uomo, volevo capire a tutti i costi cosa significava fare l'amore con un uomo. Fu così che conobbi un Muratore della mia stessa città, che faceva parte di un'impresa edile, che nel mio stesso stabile si fermarono per tre mesi. Lo guardavo passare dalla portineria tutti i santi giorni questo giovane, alto quanto me, io sono 172, con fisico asciutto, ma che non lasciava intravedere niente dall'esterno della sua tuta, ma una cosa che mi aveva colpito fu la sua figura scolpita così bene, che lasciava vedere bei muscoli, sopratutto quando indossava magliette aderenti e con maniche corte.
Lui era gentile, educato e si fermava a parlare con me, aveva 18 anni o poco più, facemmo quindi amicizia, e più passava il tempo più mi piaceva e più lui mi guardava con attenzione capivo che anche io gli piacevo. Un giorno era rimasto solo alla fine della settimana lavorativa e stava rimettendo in ordine gli attrezzi da lavoro giù nello scantinato dove stavano effettuando dei lavori di riparazione nel vano ascensori e locali annessi. Avevo trovato il coraggio di dirgli che mi piaceva e così gli corsi incontro per parlargli, e fu così che approfittò di quel momento per tirarmi a se, dicendo mi che aveva capito che mi piaceva e che pure io gli piacevo e iniziò a baciarmi: in quel momento ero frastornato, non sapevo se continuare o meno, e più mi svincolavo più mi tirava a se".
Vi domanderete, ma come non era questo che aspettavi e non sapevi co fare? Forse io mi aspettavo un approccio diverso, che so mi aspettavo che prendesse la mia mano e la poggiasse sulla sua patta, che a dire il vero era molto gonfia. E intanto, anche io mi feci prendere dalla passione e mi lasciai andare sentendomi pervaso da una piacevole e calda passione: lui aprì subito la sua patta dei pantaloni e mi presento un bell' arnese turgido e nerboruto. Era la prima volta che vedevo un membro di quella portata, ben 22 cm che iniziai a toccare e masturbare. Anche lui ricambiò la piacevole prestazione mentre le nostre calde bocche continuavamo a baciarci fino a che non venimmo piacevolmente insieme. Era un grande amatore e baciava così bene che poi ci presi gusto.
Quella fu la prima di tanti altri piacevoli incontri che ebbi con il mio amante muratore, il seguito se vorrete, alle prossime puntate.
Intanto spero che vi sia piaciuto e che vorrete darmi i vostri apprezzamenti.
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6
14 years ago
admin, 75
online -
in vacanza
Questa estate siamo andati in vacanza in una nota località della Calabria,Francesca la mia ragazza, 27 anni, molto molto ben fatta, sopratutto il sedere è d'oro.
Abbiamo trovato posto in un bungalow di un campeggio. Ferragosto era vicino e l'unico locale rimasto libero era in una posizione isolata dagli altri, vicino al deposito degli attrezzi, ma comunque non tale da incutere alcuna soggezione o timore.
Dopo una prima giornata passata a riposare dal viaggio abbiamo iniziato una vacanza caratterizzata da una profonda intesa sessuale. Noi abbiamo sempre scopato molto, ma quell'estate abbiamo dato veramente il meglio ciascuno di sé.
Passavo l'ora della siesta a massaggiarla (lei adora sentire la mani addosso), per poi penetrarla con foga. In questi pomeriggi e in queste serate, abbiamo iniziato anche ad apprezzare il turpiloquio. Lei adora sentirsi troia, e da allora sentirselo dire.
Un pomeriggio ho notato che il giardiniere (o l'uomo di aiuto del campeggio, non so quale sia stata la sua mansione, un signore sui cinquanta, non un bell'uomo) era sempre nei dintorni del nostro bungalow. Dapprima mi sembrò normale, visto che una parete confinava con il magazzino, ma poi, da una finestra l'ho visto avvicinarsi ad origliare. Non dissi niente a lei, per non preoccuparla, ma ero certo che ci aveva sentito nelle nostre vigorose scopate.
Nei giorni successivi l'uomo era sempre presente al nostro pranzo, una presenza assolutamente discreta, ma assidua.
Lei intanto, cominciò a capire. Un pomeriggio, andai allo spaccio a comprare qualcosa, e mentre ritornavo ho scorto l'uomo che, dietro una siepe, osservava il bungalow. Aggirai il piccolo edificio da una certa distanza e vidi che la porta era aperta, le tende a trecce per tenere lontani gli insetti, erano raccolte a metà da un lato. All'interno lei era nuda, in piedi che si spalmava la crema.
Non visto da entrambi, mi fermai a osservare la scena. Era troppo lenta e maliziosa nei movimenti per non essersi accorta di essere vista.
Un dettaglio non mi lasciò dubbi.
Aveva calzato dei sabot neri a punta con il tacchetto basso, vi assicuro che le sue gambe e le sue caviglie con quelle scarpe vi farebbero venire solo a guardarle, e lei lo sa, glielo dico sempre.
L'uomo si accorse che mi stavo lentamente avvicinando e chinandosi a estirpare erbacce, fece finta di nulla e poi se ne andò.
Al mio arrivo, lei stava indossando il costume da bagno e con un rapidissimo gesto rimase scalza.
Chiusi la porta la presi e la scopai a gambe aperte.
Gemette come sempre con una voce, non forte, ma sicuramente non sottovoce.
Ero arrapato. Ero arrapato all'idea che lei volesse farsi vedere completamente nuda da quell'uomo.
L'indomani mi allontanai nuovamente prima di pranzo, lei doveva fare la doccia. Immancabile l'uomo era al magazzino.
Mi aspettavo la stessa scena del giorno prima, ma invece mi riservava una sorpresa.
Al mio arrivo, la strada era rivolta verso il retro del bungalow e non si poteva vedere l'ingresso, non vidi nessuno.
Con una certa sorpresa e una certa delusione mi avvicinai e, svoltato l'angolo del bungalow per entrare in veranda restai con fiato in gola.
L'uomo era seduto al tavolo, si stava facendo una sega, protetto su un lato dai nostri teli del mare appesi ad asciugare, e lei, distesa sul letto, si stava masturbando con il "cazzone di gomma" che usiamo per le nostre doppie penetrazioni (due in figa, perché non le piace nel culo).
Come mi vide l'uomo saltò in piedi ma lei, lo chiamò e gli disse di stare tranquillo.
Io ero impietrito. Sapevo che lei era troia, ma non immaginavo una tale iniziativa senza preavviso. L'uomo si rimise in posa, guardingo, ma col cazzo in mano.
Un gran bel cazzo. Lungo, non molto grosso, ma diritto e con una grande cappella molto sporgente: complimenti. Lei mi disse di entrare, "abbiamo uno spettatore" disse.
Io non sapevo cosa fare, ma lei mi abbassò il costume iniziò un gran pompino.
Mi fece distendere sul letto e, mentre con una mano si aiutava sul mio cazzo con l'altra si strusciava il "cazzone" sulla figa e sul culo ben rivolti alla vista del nostro spettatore.
Io godevo sia col cazzo ma soprattutto col cervello, non so quante parole le ho detto, e non so se per un suo gesto di invito o per iniziativa, l'uomo entrò nel bungalow e chiuse la porta dietro di sé. In un istante le fu dietro e dentro. Lei, a pecora sul letto, mi spompinava mentre l'uomo la fotteva prima lentamente, (cosa che ai cazzi lunghi riesce benissimo) e poi con ritmo. Lei si girava appena e lo incitava a scoparla con un movimento rotatorio dei fianchi (ti fa svenire, ti sembra che ti succhi il cazzo con la figa) e con apprezzamenti sulla lunghezza del cazzo.
Lui assolutamente in silenzio dava grandi colpi e si lasciava strofinare il cazzo dai suoi movimenti.
Chiese solo se poteva sborrare in figa: lei acconsentì. Anzi, disse testuali parole: "sborrami dentro, sborra, svuota i coglioni che domani me li vuoti in gola".
Io, a queste parole le inondai la mano e uno schizzo la raggiunse in viso. Anche l'uomo trattenendo la voce venne. Lei lo pregò di continuare e allora lui, recuperata la voce le disse il classico: godi troia! Lei godendo venne a infilarmi la lingua in bocca sussurrando: grazie amore!
Francesca. V 13/09/2009
15
5
14 years ago
coppialibera2, 43/43
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Prima esperienza in un Club ...
Venerd, ed il venerd si esce, andiamo a ballare, ci vogliamo divertire ... balliamo latino tutta la sera, beviamo, beviamo molto Wiski fino a mezzanotte e poi decidiamo di cambiare posto. Prendiamo un Taxi mentre decidiamo dove andare simultaneamente ci viene l'idea, quell'idea che ci circolava in testa da tempo, che sognavamo mentre facevamo l'amore ... andiamo in un Club ... ma non sappiamo dove si trova, beh mi moglie scende dal taxi ed inizia a chiedere ai passati se per casco conoscessero un Club di scambisti ... fatto sta che dopo pochi minuti torna nel taxi e mi dice ... scendi ne ho trovato un qui vicino ... pago e scendo ... sembra uno studio di bellezza, nessun'insegna ... ci si avvicinano due signori e ci spiegano il funzionamento ... entriamo ... vediamo un sacco di gente in vestaglia, non capiamo, non siamo mai stati in un posto del genere, ordiniamo una bottiglia di Wiski, ci guardiamo intorno e facciamo un giro. In un angolino vediamo una porta, piscina, sauna e bagno turco, ci cambiamo ed entriamo in piscina, io naturalmente faccio molta fatica a stare tranquillo, vedo gente che fa l'amore da tutte le parti, inizio a sentire eccitazione faccio avvicinare mia moglie in modo tale da far uscire il mio membro duro dall'acqua e lei inizia a succhiarmelo, sono eccitatissimo, solamente l'idea di tutta quella gente che mi guardava, che guardava il mio cazzo ... mia moglie che me lo succhiava mi faceva eccitare in una maniera che non avevo mai provato ... mentre lei me lo succhia io bevo, poi la alzo la metto sul bordo della piscina ed inizio a leccargliela ... tutto mi sembra eccitante, nella piscina ci sono coppie che scopano che si toccano ... noi stiamo a disparte, ci sentiamo osservati, desiderati ... e ci piace cos .... completamente ubriachi vediamo delle scale .... andiamo al piano di sopra .. una stanza lunga con un letto in pelle lunghissimo, si sentono gemiti, uomini e donne aggrovigliati, odore di sesso ... noi siamo troppo eccitati in fondo vediamo come un tavolo rotondo in pelle io mi ci sdraio sopra e mia moglie inizia a baciarmi tutto, io sono in estasi, vedo donne bellissime a pecorina che si fanno scopare, tette, sono al settimo ciel perso nella mia follia vedo avvicinarsi una coppia, lui nudo lei mi rimane impressa perche avevo degli stivali in pelle che gli arrivavano alle ginocchia ... lei si avvicina io a testa in gi non faccio che fissare le sue gambe ... ci chiede, possiamo partecipare ??, mia moglie alza la testa dalla mio pene e acconsente con la testa, lei sale sul "tavolo", io alzo la testa e vedo questa donna bellissima con due tette grandi e formose, guardo mia moglie ed impulsivamente le dico, ma guarda che belle tette, inizio a toccarle a baciarle mentre mia moglie le mette la lingua in bocca, mi sdraio vedo suo marito che rimane a disparte, io naturalmente non reclamo, e la mia bellissima moglie con la nuova invitata iniziano a fare uno stupendo assolo con il mio pene, non avevo mai sentito finora due lingue, due labbra che facessero su e gi dal mio cazzo, non so guanto sia durato ma e stata una sensazione fortissima, non resisto pi devo penetrare, mia moglie si sdraia in modo tale da portare la sua bellissima vagina in bocca a la nuova amica ed io mi trovo un bel culetto davanti ... Mi giro, e come fossi un veterano, guardo il marito e gli chiedo un preservativo ... lui tranquillamente me lo passa ed io ora sono libero di prendermi sua moglie a pecorina, alzo la testa e vedo circondare il nostro tavolo da coppia che si scopano guardandoci, tutti intorno a noi, gente in piedi che ci guarda, a pecorina, nessuno che osa toccarci, per un momento mi sento di essere in un film porno ... e mi eccita ancora di pi ... me la scopo per un bel po di tempo poi mi scopo mia moglie e lei finalmente si fa penetrare da suo marito, noi sopra il tavolo e loro sono scesi, lei inizia ad infilare la lingua tra me e mia moglie, mentre si fa scopare vuole leccarci, mi legga il cazzo, faccia girare mia moglie per poterle permettere di leccarci bene entrambi, e vedo questa lingua sulla vagina di lei e sul mio cazzo mentre continuo a pompare ma lo faccio lentamente per poter sentire anche la sua lingua ... stanco ed eccitato non capisco pi niente e vengo ... mi giro mia moglie mi accarezza, lei mentre si fa scopare in 4 dal marito non ancora sazia avvicina al mio pene ed inizia a succhiarlo, beh sentire il suo corpo che faceva su e gi, sentirla muovere e gemere sul mio cazzo ... behe mi ha fatto venire ancora ..... alla fine ci anno guardato, salutato e noi che ci siamo ripresi dalla sbornia ... ci guardiamo increduli ... non ci rendiamo conto di ci che e successo. Il mattino ci svegliamo e facciamo l'amore altre due ore pensando all'esperienza vissuta ....
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6
14 years ago
Lumio,
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Tiziana e sergio la vecchia fabbrica
Tiziana e Sergio la vecchia fabbrica
Per due settimane circa impegni di lavoro e di famiglia ci tennero lontano dai nostri giochi, tornavamo a casa tardi, stanchi e non avevamo voglia di uscire.
Per fortuna gli impegni si tornarono alla normalità al venerdì pomeriggio chiesi a Tiziana se avesse voglia di uscire quella sera.
Mi rispose di si chiedendomi se avessi qualche progetto. Brevemente le spiegai che volevo andare nel parcheggio a cercare qualche nuovo singolo.
Alle 21 e 30 uscimmo da casa, arrivati al parcheggio non trovammo nessuno che già conoscevamo, c’erano alcuni singoli che giravano senza sosta, nessuno, però si decideva a fermarsi vicino a noi.
Mi ricordai che in una chat un singolo mi aveva indicato un posto in periferia dove andavano le coppie in cerca di trasgressione.
Ne parlai con Tiziana e misi in moto e in circa venti minuti arrivammo a destinazione.
Era una strada sterrata in fondo c’era un piazzale su di un lato c’erano due case diroccate, sul lato opposto una vecchia fabbricata abbandonata.
Sparse nella piazza c’erano quattro auto, lentamente feci il giro completo e andai a fermarmi sotto un albero. Mentre giravamo potei notare che a bordo di due auto c’erano tre uomini sulla terza quattro, mentre su una Ford Fiesta c’era un solo uomo.
Spensi il motore ed accarezzai una coscia di mia moglie chiedendole: “ come ti pare questo posto?”.
“ certamente più tranquillo degli altri, ma molto isolato”.
“ t’inquieta?” le chiesi.
“ no, ma c’è una strana atmosfera” mi rispose.
“ vuoi andare via?” le domandai.
“ no, vediamo cosa succede” replicò.
La baciai sul collo, le palpai i seni e le sussurrai: ” sei bellissima”.
“ grazie” mi rispose.
Nel frattempo una delle auto, una Peugeot 106, si mosse, passò davanti a noi, a bordo c’erano tre uomini non giovanissimi.
Anche altre due auto si mossero, su di un’Alfa Romeo c’erano tre ragazzi sui 25 anni circa, sulla terza una vecchia Fiat Marea quattro nord africani.
Solo la Fiesta non si mosse.
Ero molto eccitato, guardai mia moglie indossava una mini gonna cortissima ed una canottiera che le lasciava scoperta la pancia.
Le toccai le cosce, la mia mano salì sino alla figa, scostai il tanga e le infilai un dito dentro trovandola già bagnata.
“porca, sei eccitata” le dissi.
“ sono come tu mi vuoi” mi rispose.
“ confessa che piace anche a te” replicai.
“certo” mormorò languidamente.
“ t’intriga qualcuno di questi? Le chiesi indicandole le auto.
“ potremmo vedere chi c’è sulla Fiesta” rispose.
Visto che l’uomo a bordo della Ford non si decideva ad avvicinarsi, misi in moto lentamente, passammo davanti a lui e ci fermammo in un angolo buio a ridosso del cancello della vecchia fabbrica.
La Marea degli africani ci seguì e si fermò al nostro fianco.
Li guardai più o meno avevano trenta anni, parlavano nella loro lingua e ridevano fragorosamente.
“ che stronzi, chissà cosa avranno da ridere” commentò mia moglie.
“ andiamo via?” le chiesi.
“ no, lasciamo che si divertano pure” mi rispose.
“ va bene” replicai aggiungendo: “ penso che vogliano divertirsi con te”.
Tiziana aprì un poco le gambe e indicandomi la figa mi disse: “ gli stronzi vorrebbero divertirsi con questa”.
“sicuro” ribattei.
“ credi che vengono molte coppie in questo posto?” mi domandò.
“ mi hanno spiegato che qua vengono solo coppie che cercano gruppi di singoli” risposi.
“ vero lo puoi capire di quanti siano a bordo delle auto” aggiunse mia moglie.
“ e tu quanti ne vuoi questa notte? le chiesi.
“ uno, due potrebbero bastare” replicò.
“ così pochi?” domandai.
“ tre allora” rispose ridendo.
“ e quattro no?” ribattei.
“ magari questi quattro qua vicino” rispose.
“ anche” replicai.
“ sei un porco, mi vuoi offrire a quattro africani” replicò.
Notai che il tono delle sue parole era pieno di libidine e replicai così: “ certo, pensa ai loro cazzi nella tua figa”.
“ sei un maiale” rispose.
“ e tu una troia” risposi ridendo.
“ troia, ma sempre tua moglie” replicò sorridendo.
Dalla Marea scese un africano, si avvicinò al mio finestrino dicendo: “ ciao amico”
“ciao” risposi.
“ se volete entrare vi apro il cancello” aggiunse indicandomi l’ingresso della fabbrica.
“cosa c’è dentro?” gli domandai.
“ niente, ma molto tranquillo” rispose.
“ non so se c’interessa entrare” replicai.
L’africano rimase in silenzio guardando dentro l’auto per vedere Tiziana.
“ da dove vieni?” gli domandai.
“ Marocco, anche i miei amici” mi rispose.
“ bella la tua donna” aggiunse.
“ è mia moglie, ti piace?” replicai.
“ si belle gambe” rispose.
“ è tutta bella” ribattei.
“ ce la fai vedere nuda?” mi chiese.
“ tutta nuda qua non mi pare possibile ci sono altre persone” risposi.
“tranquillo, sono amici miei” replicò indicandomi i suoi compari a bordo della Marea.
“ non loro dicevo quelli sulle altre auto” gli spiegai.
“ non avere paura anche loro aspettano coppie” replicò.
“ va bene ti fa vedere qualcosa, ma non nuda” risposi.
“ come vuoi “ replicò.
Misi una mano sulle cosce di mia moglie dicendole: “ alza la canottiera e fagli vedere le tette”.
Tiziana sollevò l’indumento scoprendo il seno.
“ti piace” domandai all’africano.
“si” rispose.
“ alza la mini” dissi a Tiziana.
Mia moglie sollevò l’indumento,
“ scosta il tanga e fagli vedere la figa” aggiunsi.
Tiziana eseguì l’ordine, l’africano rimase senza parole.
“ ti piace?” gli chiesi.
“ si” rispose.
In quel momento sentii aprire le portiere della Marea anche gli altri tre scesero.
Adesso erano attorno alla nostra auto intenti a guardare Tiziana.
Vidi i fari di un’auto che sopraggiungeva e dissi a mai moglie: “ copriti”.
Tiziana abbassò la canottiera e la gonna.
L’auto passò di fronte a noi, fece il giro completo della piazza e si allontanò.
A bordo mi parve di vedere un uomo ed una donna già di una certa età.
Le altre auto che erano sulla piazza partirono all’inseguimento della vettura della coppia.
Eravamo rimasti soli io e mia moglie con i quattro africani.
Il primo africano che si era avvicinato mi disse: “Fai vedere ancora tua moglie ai miei amici”.
Mi guardai attorno, la situazione era tranquilla, da dove ci trovavamo potevamo scorgere bene l’eventuale arrivo di un’auto.
“Spogliati nuda” le dissi.
Tiziana tolse la canottiera, sfilò la mini ed il tanga.
“ va bene così?” domandai.
“ si” rispose uno di loro.
In quel momento vedemmo nuovamente i fari di un’auto.
Tiziana s’infilò velocemente la canottiera, stava per mettersi la mini, ma la bloccai dicendole: ” rimani così”.
L’auto, una vecchia Opel, passò davanti a noi, a bordo c’erano tre uomini, uno dei tre fece un cenno di saluto ai quattro africani.
L’auto si fermò ad una trentina di metri da noi.
“ li conoscete?” domandai.
“ si sono marocchini” rispose uno.
“ spoglia ancora tua moglie” mi disse sempre il tizio che si era avvicinato per primo.
“troppa gente” risposi.
“ dai apriamo il cancello ed entriamo nella fabbrica” replicò lui.
“ se entriamo solo noi e voi quattro va bene” risposi.
“ si tranquillo” replicò.
Uno di loro aprì il cancello, salirono sulla Marea e li seguimmo.
Ci condussero alla fine di una stradina che costeggiava il vecchio edificio, si fermarono in uno spiazzo pieno di rottami. Spensi il motore e loro si avvicinarono.
Era molto buio, non c’era illuminazione.
“spogliati” dissi a mia moglie.
“ bella” disse uno dei quattro.
“aspetta” gli risposi accendendo le luci interne.
Uno di loro aprì la portiera dal lato di Tiziana e cominciò a toccarla.
Lei lo lasciò fare, la porca era già eccitata.
Anche gli altri tentavano di toccarla, cercai di dirigere la situazione dicendo: “ mia moglie sale sulla vostra auto e voi a turno uno per volta vi divertite”.
“ va bene” rispose uno di loro.
Discussero animatamente per alcuni minuti, poi uno di loro prese Tiziana per un braccio e la condusse sulla loro auto.
Dopo alcuni istanti dall’ondeggiare dell’auto capii che la stava montando.
Dopo dieci minuti l’uomo scese dall’auto, subito un altro prese il suo posto.
Non durò molto anche lui, fu il turno degli altri due, e così in meno di un’ora quattro africani si erano goduti la figa di mia moglie.
Tiziana scese dall’auto, mentre i quattro risalivano sulla loro auto e si allontanavano.
Prese delle salviette intime e si ripulì.
“hai goduto?” le domandai.
“ si molto” mi rispose.
“ solo nella figa te l’hanno messo?” le chiesi.
“ si” rispose.
“sborrato dentro?” le domandai.
“si tutti e quattro” rispose.
Presi la torcia elettrica e le illuminai la figa: era ancora dilatata……..
“porca ne hai ancora voglia” le mormorai.
“ si queste situazioni mi coinvolgono alla grande, questa sera la darei a tutti”replicò.
Salimmo sull’auto Tiziana si rivestì, misi in moto e ci avviammo all’uscita della fabbrica.
Oltrepassato il cancello, rallentai nell’attraversamento della piazza per osservare chi ci fosse.
C’era la Opel dei marocchini ed una Golf con a bordo due uomini.
Mi fermai prima della fine della piazza, toccai le cosce di Tiziana chiedendole: ” ti bastano questi cinque?”
“ si” rispose.
Feci inversione e fermai l’auto dalla parte opposta a dove si trovava la Opel.
“spogliati” le dissi.
“nuda?” mi chiese.
“certo, tieni solo le scarpe” risposi.
Si spogliò e mi chiese: ” ed adesso?”.
“ scendi, sali sull’auto dei marocchini e ti fai portare dentro la fabbrica”replicai.
“ sei un porco, e se mi fanno del male?” aggiunse.
“spero che ti rompano il culo” risposi.
“ se scendo così quelli della Golf mi vedono nuda” mormorò.
“ bene, così aspettano il loro turno” risposi.
Allungai la mano e le toccai la figa, le labbra erano ancora aperte segno che l’eccitazione non le era passata….. anzi…..
“ vado a metterti le corna” mi bisbigliò nell’orecchio leccandolo.
Aprì la portiera ed attraversò la piazza, la vidi fermarsi dalla portiera dell’autista, poi la porta posteriore si aprì e lei salì.
Dopo mezz’ora la Golf si mosse e venne a fermarsi di fianco alla nostra auto.
A bordo c’erano due uomini sui cinquanta anni più o meno.
Quello che non guidava ami chiese: “ permetti due domande?”.
“certo” risposi.
“ chi è quella ragazza?” mi chiese.
“ mia moglie” risposi.
“ non vi abbiamo mai visti in questo posto” replicò l’uomo
“ vero è la prima volta che veniamo qui” ribattei.
“ vi abbiamo visti uscire dalla fabbrica con chi eravate?” domandò l’autista.
“Con i marocchini della Marea”risposi.
“ avete combinato con loro?” chiese.
“si se la sono scopata” risposi.
“ tu guardi?” mi chiesero.
“a volte guardo, a volte la faccio andare da sola” risposi.
“ frequentate spesso questa piazza?” chiesi.
“ da una vita” rispose uno dei due ridendo.
“ un tempo c’era da divertirsi” aggiunse l’altro.
“ adesso no?” domandai.
“ oramai vengono solo due coppie, gli stranieri hanno rovinato il giro” rispose.
“molte coppie vogliono solo italiani, non si fidano” aggiunse l’uomo seduto al volante.
“ vedo che voi invece, non fate problemi con loro” aggiunse.
“ ne abbiamo frequentato pochi, ma sono sempre stati corretti” replicai.
“ siete stati fortunati, a proposito io sono Carmine e lui Alfredo” disse l’uomo seduto al volante.
“ Sergio piacere” risposi aggiungendo: “ che problemi creano gli stranieri?”
“sono violenti litigano con gli altri singoli per agganciare le coppie” mi spiegò.
“ stasera, prima, abbiamo combinato con quattro marocchini e mi sembravano normali” replicai.
“ quelli vengono qua da molti anni, li hanno portati Marco e Maria, sono tranquilli” continuò Carmine.
“ quelli dell’Opel?” domandai.
“ teste di cazzo” rispose Carmine.
“ chi ci sconsigliate?” domandai.
“ state attenti agli albanesi che girano su una Ford Escort, ai rumeni non so dirti l’auto che usano le cambiano spesso e ai marocchini che adesso sono con tua moglie” mi rispose Alfredo.
Guardai l’orologio, era più di un’ora che Tiziana era nelle loro mani, come se mi avesse letto nel pensiero Carmine mi disse: “ se la stanno lavorando bene tua moglie”.
Queste parole mi provocarono un eccitamento pazzesco, se fossi stato solo mi sarei fatto una sega……..
In quel momento l’Opel uscì dal cancello si fermò in mezzo alla piazza, Tiziana scese e salì sulla nostra auto.
“ tutto bene?” le domandai sotto voce per non farmi sentire dai due della Golf.
“ si” rispose.
“ cosa ti hanno fatto?” chiesi.
“ due mi hanno fatto il culo e uno mi ha scopata” rispose.
“ bella ragazza tua moglie, complimenti, sono indiscreto se chiedo l’età” mi domandò Carmine.
“ ventidue il prossimo mese” risposi.
“ sei molto bella” disse Alfredo a mia moglie.
“ grazie” rispose lei.
“ ti piacciono i marocchini?” le domandò Carmine.
“ si “ rispose Tiziana.
“ io e il mio amico siamo ben dotati, vieni con noi ti facciamo divertire” le disse Alfredo.
“ sono stanca” rispose lei.
“ tu cosa dici?” mi chiese Carmine.
“ sarà per un’altra sera” risposi.
“ dai, non lasciateci con la voglia” incalzò Alfredo.
Mi girai verso Tiziana e le chiesi: “ te la senti di fare un pompino a questi due qua in piazza?”.
“ potrei” mi rispose.
“ se volete vi fa un bel servizio con la bocca” chiesi ai due.
“ meglio che niente” rispose Carmine.
“ sale da voi e ve lo succhia, qua in piazza” replicai.
“ d’accordo” fece Alfredo.
“ vai “ dissi a mia moglie.
Tiziana tutta nuda scese, salì sulla loro auto sedendosi nei posti posteriori.
Carmine abbandonò il posto di guida e si sedette vicino a lei.
Scorgevo bene il movimento della testa di mia moglie, andava su e giù lentamente.
“ minchia come lo succhia bene” esclamò Carmine.
Dopo cinque minuti circa vidi l’uomo inarcarsi e gridare: “ bevi tutto puttana”.
Carmine scese e lasciò il posto all’amico.
Come Tiziana cominciò a fargli il pompino, Alfredo le disse: “ fammi vedere come sei brava, leccami anche le palle”.
I fari di un auto, che sopraggiungeva, illuminarono la piazza.
“ stai giù disse Alfredo a Tiziana..
L’auto percorse tutta la piazza, oltrepassò il cancello della fabbrica e scomparve all’interno.
Era un vecchio pulmino della Nissan, c’erano cinque persone a bordo.
“ i rumeni” mi spiegò Carmine.
Nel frattempo Alfredo godette dicendo a mia moglie: “ bevi la sborra troia”.
Tiziana tornò nella nostra auto, si rivestì.
I due ci salutarono e andarono via velocemente.
Il pulmino uscì dal cancello, passò vicino a noi e si fermò poco avanti.
“andiamo via” dissi a mia moglie.
Misi in moto e partii velocemente.
“ che fretta” esclamò Tiziana.
“ è meglio non farci seguire dai rumeni” spiegai.
“perché?” mi domandò.
“I due di prima mi hanno detto che è meglio evitarli” le risposi.
Le strade erano deserte, in poco tempo arrivammo a casa.
Prima di entrare in garage le chiesi: “ vuoi parcheggiare da sola e farti il custode?”
“ no questa notte no” rispose, aggiungendo: ” preferivo rimanere nella piazza”.
“ non c’era più nessuno” replicai.
“ c’erano i rumeni” replicò a sua volta.
“ troia” le dissi.
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6
14 years ago
anepa2007,
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Tizina e sergio al night
Tiziana e Sergio
Il giorno dopo quell’infuocata notte trascorsa nell’officina di Claudio e Mario a mia moglie arrivarono le mestruazioni.
Per sei giorni sospendemmo le nostre uscite, mi dedicai al lavoro, Tiziana trascorse alcuni pomeriggi con sua madre.
Il venerdì sera dopo cena, navigammo in internet, trovammo un interessante sito di racconti erotici, e ne leggemmo una decina.
La serata si concluse con un favoloso pompino.
Il mattino dopo dissi a mia moglie che dovevo andare nello studio a finire un lavoro, lei mi rispose che sarebbe andata al super mercato.
Stavo elaborando un progetto da un’ora, quando suonò il telefono, era un impresario che mi chiedeva spiegazioni.
Gli dissi di passare nello studio intorno alle 11 e 30, così gli avrei potuto illustrare le modifiche da apportare al lavoro che stava eseguendo.
L’impresario Vito Dellarocca, si presentò in anticipo, lo accolsi cordialmente anche perché mi procurava molto lavoro.
Si trattava del classico muratore arricchitosi che aveva fatto il salto di qualità.
A vederlo non gli avresti dato un soldo bucato, vestiva in modo pacchiano, era robusto, tendente al grasso, ma avevo capito che sicuramente era un tipo scaltro e sveglio.
Poco prima delle dodici e trenta Tiziana venne nello studio.
Le presentai Vito, il quale mi disse: “ complimenti ha una bella moglie”.
Tiziana si sedette su una sedia, indossava una mini gonna e una camicia, l’impresario stava a sentire le mie spiegazioni, ma aveva lo sguardo incollato alle cosce di mia moglie.
Prima di andarsene l’impresario insistette perché quella sera fossimo suoi ospiti a cena in un ristorante.
Cercai di declinare l’invito, ma lui insistette sino a che accettai.
Mentre pranzavamo mia moglie mi chiese: “ hai notato come mi guardava le gambe?”.
“ certo, era talmente ammaliato dalle tue grazie che potevo fargli firmare una cambiale in bianco”.
“se vuoi dopo la cena possiamo andare in giro” mi propose mia moglie.
“ sei in astinenza di cazzi…” le risposi.
“ certo” replicò.
Alle 19 ci preparammo per andare a cena.
Tiziana indossò una mini gonna nera, una maglietta attillata e tutta luccicante e di intimo un completino nero composto da un minuscolo tanga e un reggiseno tutto trasparente.
Mentre cenavamo Vito mi parlo di alcuni lavori che gli erano stati affidati e mi fece capire che potevo seguirne lo sviluppo come assistente.
Dopo la cena volle portarci in un piano bar, cercai inutilmente di declinare l’invito, ma fu inutile.
Guardai l’orologio erano le ventitre, non vedevo l’ora di andare al piazzale, ma pensai ai soldi che mi avrebbero fruttato gli incarichi che Vito poteva darmi e così lo seguimmo.
Il locale era buio, un tipo suonava il pianoforte, Vito scelse un divano posto in un angolo appartato.
Io e Tiziana ordinammo un drink analcolico, mentre Vito prese una grappa.
“ adesso basta parlare di lavoro, parliamo della sua bella signora” disse Vito.
Tiziana sorridendo rispose: “ c’è poco da parlare di me”.
“ volevo chiedervi se possiamo del darci del tu” ci domandò Vito.
“ va bene, nessun problema” gli risposi.
“quanti anni hai?” domandò subito a mia moglie.
“ ventuno quasi ventidue” rispose lei.
“ sei fortunato ad avere un fiore di ragazza così” aggiunse.
“ questo è vero” risposi.
In quel momento si avvicinò un uomo, si rivolse a Vito dicendo: “ciao, ti aspettavo più tardi”.
“sono andato a cena con questi amici e abbiamo fatto presto” gli rispose Vito.
Gli fece segno di sedersi, appena li prese posto sul divano disse: “ questo è Tony, un caro amico”.
Per fargli posto Tiziana si alzò, quando si sedette la mini gonna salì vertiginosamente.
I due uomini non distoglievano gli sguardi da mia moglie, capii che avevano voglia di metterle le mani addosso, peccato che fossimo con Vito a cui ero legato da rapporti di lavoro altrimenti gliela avrei offerta…..
Ad un tratto Tony chiese a Vito: “ vado al night, tu cosa fai?.
“ più tardi ti raggiungo” gli rispose.
“ ti lasciamo libero così puoi andare con il tuo amico” dissi a Vito.
“ non ti preoccupare” mi rispose, rifletté un attimo e poi aggiunse: “ potreste venire con noi”.
“ non siamo mai stati in un night, non penso che sia un locale per noi” replicai.
“ dovreste provare almeno una volta, è un locale normale, si certo qualche donnina allegra, molti uomini soli” continuò.
Intervenne Tony dicendo: “ provate, se non vi piace potete andarvene subito, dai siete miei ospiti”.
“ guardai Tiziana e le domandai: “ tu cosa ne pensi”.
“ non saprei, ma possiamo anche provare” mi rispose.
“ bene, così si parla” esclamò Tony.
Li portarono in periferia, entrammo nel locale, un tipo ci venne incontro salutò Tony e ci portò in un angolo composto da due divani.
Mi guardai attorno, c’erano cinque uomini e due donne, non erano molto belle ne giovani, sicuramente era un night di basso profilo.
Dopo alcuni minuti arrivarono altri tre uomini, Vito mi chiese: “ posso fare un ballo con tua moglie?”.
“ certo” gli risposi.
Ballarono per cinque minuti poi tornarono a sedere.
Anche Tony volle ballare con Tiziana, mentre ballavano Vito mi chiese: “ ha due seni fantastici tua moglie, scusami se l’ho stretta a me”
“ non ti preoccupare” gli risposi.
Osservai Tony, anche lui la stringeva e le sue mani erano posate sul culo.
Per un’ora i due ballarono a turno con mia moglie, adesso la stringevano senza ritegno.
Il fatto non mi infastidiva anzi mi procurava una sottile libidine.
Anche le due donne presenti in sala ballarono con alcuni clienti.
Ad un certo punto le due cominciarono uno spogliarello.
Sicuramente stavano meglio vestite, a quel punto Vito mi disse: “ tua moglie è molto più bella di queste due”.
“ certo più bella e più giovane gli risposi.
“ si, vale molto più di loro” aggiunse Tony.
Le due spogliarelliste si avvicinarono al nostro gruppo, si strusciarono su Vito e Tony, poi una delle due si avvicinò a Tiziana, le accarezzò il viso, poi le toccò le tette.
Si allontanarono e tornarono verso gli altri uomini presenti nel night.
“ bello spettacolo” commentò Tony.
Ad un certo punto Vito chiese a Tiziana .” fai mai lo spogliarello per tuo marito?”.
“ è gia successo” ripose mia moglie.
“ è brava?” mi domandò Vito.
“si” risposi.
“ fortunato, bella ragazza, abbronzata ,tutto al punto giusto” aggiunse Vito.
“ si bella abbronzatura” commento anche Tony.
“ dove andate al mare?” domandò Vito.
“ di solito andiamo al fiume” rispose.
“ non vi piace il mare?” chiese Vito.
“si, ma al fiume c’è piu’tranquillità” risposi.
Ero eccitato, vedere mia moglie ballare con questi due che la stringevano mi aveva intrigato, e così aggiunsi: “ al fiume Tiziana riesce ad abbronzarsi integralmente”.
“ che figata” esclamò Tony.
“ non ti preoccupa che qualcuno la possa vedere?” mi chiese Vito.
“ è già successo che qualcuno passi e guardi, ma la cosa non ci infastidisce” risposi.
“ ditemi dove andate, per favore” aggiunse Vito.
“ curioso” gli rispose mia moglie.
Gli sorrise e gli chiese: “ cosa vorresti vedere?”.
“ tutto” rispose lui.
“ ho ben poco di coperto” replicò lei.
Intervenne Tony dicendo:“hai cose interessanti nascoste”.
“ tipo?” le domandò lei.
“ ad esempio le tette” replico lui.
“ il culo” aggiunse Vito.
Avevo il cazzo duro, parlai a ruota libera dicendo: “ quando usciamo vi fa vedere il culo”
“solo quello?” mi chiese Tony.
“ anche le tette” aggiunsi.
Vito con la voce impastata dalla libidine mi disse : “spogliala qui dentro il locale”.
“ penso che sia pericoloso” replicai.
“ non ti preoccupare è meglio nuda qui che non al fiume” mi rispose Vito.
“ i gestori cosa diranno?” domandai.
“con loro parlo io” mi rispose Tony.
Si alzò andò dal bancone parlò con un tipo e poi tornò.
“ tutto a posto” disse.
“ togli la gonna” dissi a mia moglie.
Lei si alzò la fece scivolare ai piedi e la tolse.
La mossa non sfuggì a tre uomini che si avvicinarono.
“anche la maglietta” aggiunsi.
Tiziana la sfilò rimanendo solo con la biancheria intima.
“ via tutto” le dissi.
Mia moglie per primo tolse il reggiseno infine il tanga.
Adesso era tutta nuda in un angolo di un night.
“bellissima” commentò Vito.
“ posso ballare con lei nuda?” mi chiese Tony.
“ va bene” gli risposi.
Mentre ballavano lui le toccava il culo, poi tornarono a sedere fu la volta di Vito a ballare con mia moglie.
Quando tornarono, passai i vestiti a mia moglie che si rivestì.
Dissi ai nostri due accompagnatori che era tardi e che volevamo rientrare a casa.
Li salutammo per la bella serata, anche loro lo fecero.
Uscimmo dal locale, mentre stavamo per salire in auto si avvicinò il gruppetto dei tre singoli che dentro al night si erano avvicinati.
“ scusate” disse uno di loro.
“ dimmi” risposi.
“ vogliamo parlare un poco con voi” aggiunse.
“ di cosa?” chiesi.
“ andiamo a bere qualcosa in un bar e parliamo” mi rispose.
“ abbiamo già bevuto molto questa sera” replicai.
“allora andiamo dove volete” mi disse.
Mi ricordai che li vicino c’era un piccolo parco e risposi così: “ seguiteci”.
Il parco era aperto anche di notte, fermai l’auto in uno spiazzo.
“ scendi” dissi a mia moglie, andammo dalla loro auto e chiesi:” allora?”.
“ in che night lavora la tua donna?” mi domandò uno dei tre.
“ c’è un equivoco, è mia moglie e non lavora nei night” risposi.
“ scusa ma come mai era nuda poco fa nel night?” mi domandò un altro dei tre.
“ solo un gioco erotico” risposi.
“sediamoci la” disse lui indicando una panchina.
Appena ci sedemmo il terzo che sino ad allora aveva taciuto mi disse: “ tua moglie me l’ha fatto diventare duro”.
“ bella figa” aggiunse un altro.
“ se vuoi ti replica lo spettacolo” dissi.
“ dai sarebbe bello” continuò lui.
“spogliati” ordinai a mia moglie.
Lei si spogliò, la guardai era davvero bellissima, in testa mi frullò un’idea: venderla a questi tre.
“ spiegatemi una cosa, nel night le donne quanto si fanno pagare?” chiesi a loro.
“ dipende da cosa vuoi fare” mi risposero.
“ una scopata?” chiesi.
“con quelle di stasera 100 euro” mi risposero.
“ se vi interessa vi vendo mia moglie, cento euro per tutti e tre, bocca, figa e culo” proposi.
Rimasero muti, allora aggiunsi: “ tranquilli, non è una troia, lo facciamo per gioco, se volete potete sborrarle in figa”.
“interessante” replicò uno di loro.
“ tu ci guardi?” mi domandò uno.
“no, sale in macchina con voi, andate piu’ avanti, ve la godete e dopo me la riportate” risposi.
“ dai sali dissero a mia moglie.
Lei salì, l’auto dei tre sgommò e sparì nel viale.
Aspettai due ore, poi tornarono.
Uno mi lanciò cento euro e mi disse: “ spesi bene”.
“ un’ottima pompinara” disse un altro.
“allora?” le domandai.
“ tutto bene”………………………..rispose
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14 years ago
anepa2007,
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Tiziana e sergio lo zio ed i suoi amici
Tiziana e Sergio
Arrivati a casa dopo quella notte di sesso sfrenato ci addormentammo alla grande.
Ci svegliò il suono del telefono, rispose Tiziana.
Era sua sorella che chiedeva spiegazioni su una ricetta.
Mentre mia moglie rispondeva, alzai le lenzuola per guardarle la figa.
Non era più dilatata come poche ore prima, a vederla così sembrava quasi impossibile che fosse stata penetrata da due cazzi.
Tiziana nel frattempo riuscì a concludere la conversazione con la sorella, posò il telefono e mi disse: “ porco, cosa guardi?”.
“ la tua figa” le risposi.
“ sta bene dopo ieri sera” replicò lei.
“ti hanno soddisfatto i cazzi di questa notte?” le domandai.
“ molto” mormorò.
Mi baciò sul collo, poi fece scivolare la lingua sul mio petto, risalì sino alla bocca e mi chiese: “ ti piace guardarmi, mentre mi scopano?”
“ si, molto” le risposi.
“ avevano dei bei cazzi” aggiunse mia moglie.
“ meglio del mio?” le domandai.
“ si, grossi e lunghi” rispose.
“con te faccio l’amore, con gli altri scopo” aggiunse.
“troia” le mormorai in un orecchio.
“cornuto” replicò.
“ a proposito hai più sentito Luca il tuo ex?” le domandai.
“ mi chiama la prossima settimana” rispose.
“ lo incontrerai?” le chiesi.
“si, e gliela darò” rispose.
Ci baciammo in bocca, le strizzai le tette, prese il cazzo in mano e disse: “ porco, ti è venuto duro, al pensiero che Luca mi scopa”.
“questa sera usciamo?” le chiesi.
“certo” mi rispose, rimase un istante in silenzio poi disse: “ adesso chiamo lo zio Leo così vado all’autosalone a sentire cosa deve dirmi”.
Si alzò andò in ingresso, tornò con un bigliettino prese il telefono e lo chiamò.
Parlarono per alcuni minuti poi Tiziana riattaccò.
“allora?” le domandai.
“ mi aspetta alle 12, faccio una doccia e vado” mi rispose.
“ vengo anch’io? “ le domandai.
“ non è necessario, rimani a casa” rispose.
Mentre si lavava preparai il cafè.
Tiziana sorseggiò il cafè, andò in camera a vestirsi.
“ Sergio, per favore vieni qua”gridò.
Entrai nella stanza e lei mi disse” guarda questo vestitino”.
“ carino” le risposi.
“ stasera lo indosso” replicò.
Frugò nell’armadio, tirò fuori un paio di jeans e una maglietta.
“metti una mini gonna e la camicia bianca” le dissi.
“ quale mini?” mi chiese.
Rovistai nell’armadio e presi la mini che aveva indossato, quando eravamo andati al cinema a luci rosse.
“ non sarò troppo osé così vestita?” mi domandò.
“ no, giovane come sei e con le belle gambe che ti ritrovi sarai bellissima” risposi.
“ sicuramente lo zietto sarà felice di guardarti le cosce” aggiunsi.
“ certo quel porco non perde occasione di sfiorarmi” esclamò mia moglie.
“ lascialo sfiorare” dissi.
“ sei un maiale” replicò sorridendo.
Tiziana indossò un tanga nero, la mini gonna, un reggiseno nero e la camicia.
“come sto?” mi domandò.
“ bene, solo dovresti togliere il reggiseno” risposi.
Tiziana lo sfilò, rimise la camicia e mi chiese: “adesso?”.
“ benissimo” risposi.
Si mise le scarpe ed uscì da casa.
Guardai l’orologio erano le 11 e 30, accesi il computer e navigai nei siti porno.
Entrai in una chat, cercai di avere notizie sui posti dove le coppie andavano in cerca d’avventure.
Trovai molte informazioni, alcuni mi consigliarono posti a Milano, altri in Versilia, un altro m’indicò una località in Costa Azzurra nei pressi di Nizza.
Sembrava molto bene informato, mi spiegò come raggiungere il posto e cosa succedeva la notte.
M’indicò alcune saune sempre a Nizza e a Cannes, per ringraziarlo gli inviai alcune foto di mia moglie.
Alle 13 telefonò Tiziana dicendo: “ vado a mangiare un tramezzino con Leo, quando torno ti spiego tutto”.
Mangiai un piatto d’insalata e mi sedetti davanti alla televisione.
Alle 14 e 30 sentii aprire la porta, era mia moglie insieme allo zio Leo.
Ci sedemmo in salotto e gli offrii un amaro.
“cari ragazzi” esordì lo zio, fece una pausa di riflessione e continuò: “ dovete fare attenzione quando andate in certi posti”.
“ spiegati meglio” replicai.
“ ascolta, adesso ti spiego come ho già fatto con tua moglie” mi rispose.
Guardai Tiziana era taciturna, aveva l’aria languida come dopo che era stata scopata.
“ con questo mio discorso non voglio biasimare quello che fate, solo consigliarvi in modo dovete muovervi nel mondo della perversione” aggiunse.
Finsi di non capire, lui continuò così: “ poco tempo fa avete incontrato due miei conoscenti Mario e Claudio”.
“ chi sono?” gli domandai.
“dai li conosci, hanno un’officina in periferia, Claudio ha il codino, Mario porta i capelli rasati” rispose.
Leo ebbe la solita pausa, poi continuò: “ il giorno dopo del vostro incontro sono venuti da me, mi hanno raccontato tutto, avevano il numero della targa della vostra auto, ho fatto una ricerca e sono risalito al vostro indirizzo”.
Ero rimasto senza parole, non riuscivo a capire dove Leo volesse andare a finire.
“ state tranquilli, non gli ho ancora dato il vostro indirizzo” aggiunse.
“ ripeto, state tranquilli, per ora non dirò niente a nessuno” continuò.
“ tua moglie ha capito al volo cosa voglio” mi disse con un ghigno.
“ oggi mi sono preso un acconto” continuò.
“complimenti ha una figa molto calda” aggiunse.
Ero combattuto dalla rabbia e dalla libidine.
“ va bene, grazie per la riservatezza” gli dissi.
“ grazie a voi, oggi mi sono scopato una bella ragazza” mi rispose.
Visto che il ghiaccio si stava sciogliendo gli domandai: “ che tipi sono quelli dell’officina?”.
“ due mezzi delinquenti, alcune coppie li apprezzano, molte non li vogliono incontrare perché dopo diventano invadenti e soprattutto propongono giochi sadici” mi rispose.
“ sei bene informato su quest’ambiente” gli dissi.
“si, vi confesso che prima lo frequentavo assiduamente, adesso un poco di meno” rispose.
“ come singolo?” gli domandai.
Scoppiò a ridere, poi mi rispose: “ certo, mia moglie non è portata per queste cose”.
“ bene vedo che ti stai rilassando” aggiunse.
“ mettiti nei nostri panni” replicai.
“ quando si entra in questo gioco si corre qualche rischio, Tiziana è una bella ragazza, molto appetibile, i singoli hanno la lingua lunga chi se l’è scopata sicuramente ha già raccontato tutto agli altri, come hanno fatto Mario e Claudio con me” mi rispose.
“ oltre a questi due da chi l’hai fatta scopare?” mi domandò.
Lo portai nello studio accesi il computer e gli mostrai la lista degli amanti occasionali di mia moglie.
“ per essere agli inizi non c’è male” commentò.
Tiziana entrò nella stanza con un vassoio con due birre.
Riprese una sedia e si sedette vicino a noi.
Leo allungò una mano e gliela posò su una coscia.
Lei lo lasciò fare, la mano di Leo lentamente salì sino ad infilarsi sotto la mini.
“ apri bene le gambe” le disse.
Tiziana reclinò la testa all’indietro mostrando di gradire le carezze dello zio.
Lei si morse le labbra, lui con l’altra mano le toccò le tette.
“ spogliati nuda” le disse.
Tiziana si alzò, tolse mini camicia e tanga.
Leo la tirò verso di lui e le morse un capezzolo.
Cominciò a masturbarla con un dito.
“ ti stai bagnando porca” le mormorò.
“ non ti è bastata la scopata di prima” aggiunse.
Leo si slacciò i pantaloni e tirò fuori il cazzo.
Si sedette sulla sedia e le disse: “ fammi una pompa”.
Tiziana s’inginocchiò davanti a lui e lo prese in bocca.
Nonostante l’impegno di mia moglie a Leo il cazzo non veniva duro.
“sono vecchio ho bisogno di una lunga pausa per riprendermi dopo la scopata di prima” mormorò.
“scopala tu, non vedi che ne ha ancora voglia” mi disse.
“ continua a masturbarla io vi guardo” risposi.
“ avete vibratori o cazzi finti” chiese Leo.
“ no “ risposi.
“ capisco la ragazza li preferisce di carne” replicò lui.
“ fatevi un amico da chiamare in queste occasioni” aggiunse.
“ conosciamo pochi singoli” risposi.
“ se volete chiamo io qualcuno adatto allo scopo” aggiunse ancora.
“ persone affidabili?” gli domandai.
“ certo, di sicuro non chiamo Mario e Claudio” mi rispose.
Ero molto eccitato da questa strana situazione che si era creata, mia moglie era stata scopata dallo zio, adesso la masturbava e ci proponeva di offrirla ad un altro in casa nostra.
Si stava realizzando la mia fantasia di vederla montare da un altro uomo nel nostro letto matrimoniale.
“ va bene, chiama pure un tuo amico” gli dissi.
Prese il cellulare inserì il viva voce e telefonò.
“ ciao Franco sono Leo” rispose, quando l’altro disse: “ pronto?”.
“ cosa stai facendo?” chiese Leo.
“ sono qui da Mauro il carrozziere” rispose l’altro.
“ io sono qui in casa di una bella coppia, ti andrebbe di raggiungerci?” gli propose Leo.
“se c’è da scopare si” rispose Franco.
“ si c’è da scopare una ragazza bella e giovane” replicò Leo.
“ va bene, dimmi dove devo raggiungervi” disse Franco.
“ vieni dal distributore di benzina nella piazza dei portici, ti vengo ad aspettare li” spiegò Leo.
“ mezzora anche meno arrivo” spiegò Franco.
“ aspetta che Mauro ti vuole salutare” aggiunse Franco.
“ ciao vecchio porco” esordì Mauro.
“ sempre gentile” gli rispose Leo.
“ bello stronzo a me non inviti?” replicò Mauro.
“ aspetta chiedo alla coppia cosa ne pensa” rispose Leo.
Coprì il telefonino con le mani per non farsi sentire e mi spiegò: “ è un caro amico, mi spiace lasciarlo fuori”.
La prospettiva che fossero due i cazzi che mia moglie si sarebbe presa nel nostro letto m’intrigò molto.
“ fai venire anche lui” dissi a Leo.
“ ok vieni anche tu” disse Leo a Mauro.
Dopo quindici minuti Leo disse: “ vado ad aspettarli”.
Si avvicinò a mia moglie e le disse: “vedrai che bella sorpresa ti riserverà Mauro”.
Detto questo uscì.
Tiziana andò in bagno a lavarsi, tornò dopo dieci minuti truccata e profumata.
“ bellissima” le dissi.
Indossò la camicia, prese la mini, ma la fermai dicendole: “indossa solo la camicia, il resto non serve”.
In quel momento suonò il citofono.
“arriviamo” mi disse Leo.
“apri tu la porta” dissi a mia moglie.
“ così vestita?” mi domandò.
“ certo i vicini sono tutti via” risposi.
La baciai sul collo e aggiunsi: “ togli la camicia a vai ad aprire nuda”.
Tiziana si spogliò completamente….
Appena sentì il campanello suonare, andò ad aprire.
Rimasi ad aspettare in salotto, dopo pochi istanti mia moglie tornò in salotto seguita da Leo e dai suoi amici.
“ prego sedetevi” dissi.
Leo fece le presentazioni, potevano avere più o meno la mia età, Franco era molto robusto con una discreta pancia, Mauro era molto alto con il fisico asciutto.
Non volli perdere tempo e dissi: “ se la gradite vi offro mia moglie”.
“ certo che gradiamo” rispose Franco.
“ venite” dissi e andammo in camera.
Mi sedetti su una sedia di vimini, Leo su una poltroncina.
I due si spogliarono, Franco era grasso, invece Mauro aveva un bel fisico.
Li guardai entrambi in mezzo alle gambe, Franco aveva il cazzo già duro, era largo e nodoso, mentre quello di Mauro era lunghissimo e con la cappella strana, rotonda come una palla di biliardo.
“ 28 centimetri di cazzo” mi mormorò Leo.
Franco si avvicinò a mia moglie e la baciò in bocca.
Poi toccò a Mauro vidi la sua lingua infilarsi nella bocca di mia moglie.
Franco si rivolse a Leo chiedendogli: “ l’hai già scopata?”
“ si” rispose.
A turno si fecero succhiare i cazzi, poi Franco la stese sul letto e la penetrò.
Mauro nel frattempo si mise in modo da metterle il cazzo in bocca.
La monta di Franco durò un quarto d’ora, poi si svuotò nella figa di mia moglie.
Come lui si spostò Mauro prese il suo posto penetrando a sua volta Tiziana.
Cercai di capire quanto cazzo le infilasse dentro, poi ad un certo punto lui la afferrò nelle natiche e la tirò verso di se dicendole: “ godi che te lo metto tutto dentro”.
La montò ancora per cinque minuti poi venne anche lui.
I due si rivestirono li accompagnai alla porta e se n’andarono insieme a Leo.
Tornai in camera, mia moglie aveva le gambe spalancate, dalla figa usciva la sborra dei due e finiva sulle lenzuola……
Mi stesi accanto a lei tirai fuori il cazzo e mi masturbai……
Al momento di venire le dissi: “ bevi tutto e ingoia”.
Ci addormentammo alle sette di sera Tiziana si svegliò e andò in gabinetto.
Quando tornò le chiesi: “ ordiniamo due pizze?”.
“ d’accordo” mi rispose.
Dopo aver cenato accesi il computer ed aggiornai la lista degli amanti di Tiziana.
“ come è andata oggi?” le chiesi.
“ bene” rispose.
“stanca” domandai.
“no, mi sono riposata” rispose.
“ che si fa usciamo?” le domandai.
“ perché no” rispose.
Alle ventidue Tiziana era pronta indossava l’abito che mi aveva mostrato al mattino, le arrivava a metà coscia, ma era reso intrigante da una lunga fila di bottoni che lo percorreva per intero.
Decisi di provare ad andare in un posto che mi aveva indicato un tipo in internet.
Era un piazzale vicino al porto, c’erano vecchi rimorchi di tir e auto abbandonate.
Il posto sembrava deserto, dopo pochi minuti arrivarono due auto.
Ci circondarono a bordo c’erano dei ragazzini che ridevano, arrivò un'altra auto a bordo c’erano due uomini, riconobbi subito Claudio e Mario.
“ ecco i nostri amici curiosi” dissi a mia moglie.
“ curiosi e con la lingua lunga” aggiunse lei.
I ragazzini vedendo che non li consideravamo se n’andarono, subito Claudio e Mario presero il loro posto.
“ ciao ragazzi come state?” ci chiese Claudio.
“ noi bene e voi?” risposi.
“non c’è male” replicò Claudio.
“ non vi abbiamo più incontrato “ disse Mario.
“ sentito la nostalgia?” gli domandai.
“ si di Tiziana” mi rispose.
“ grazie” rispose mia moglie.
“ tu ci hai pensato?” le chiese Claudio.
“ sempre prima di addormentarmi” rispose Tiziana.
“ venite da noi nell’officina?” chiese Mario.
“ siamo ancora indecisi su cosa fare” gli risposi.
“ tua moglie mi sembrava contenta di quello che le abbiamo fatto” replicò Mario.
“ si, è vero era molto contenta” aggiunsi.
In quel momento passò un’auto con a bordo due marocchini, non riuscivo a capire se fossero li per caso o erano alla ricerca di coppie.
L’auto non si fermò e sparì dalla nostra vista.
“ da chi è frequentato questo piazzale?” domandai ai due.
Mi rispose Claudio con queste parole: “ di coppie ne vengono un paio, Silvia e Franco, Maria e Gino”.
“ come mai solo loro?” domandai.
“ loro non cercano altre coppie, vogliono solo singoli” rispose Claudio.
“ i singoli si trovano anche alle Mura” replicai.
“ aspetta ancora mezzora e vedrai che singoli girano qua” rispose Mario.
“ giovani?” domandò incuriosita mia moglie.
“ sino a dieci anni fa, venivamo solo noi italiani, poi hanno cominciato a frequentare i marocchini, dopo gli albanesi e adesso anche i rumeni” le rispose Claudio.
“ di italiani oramai veniamo noi e altri due o tre disperati” le spiegò Mario.
Passò un’auto con tre uomini.
“quelli sono Albanesi, cercano la Silvia” disse Claudio.
“ prima sono passati due marocchini” replicai.
“ si, tra poco li vedrai tornare, sicuramente sono andati controllare dietro a quel capannone”.
“ cosa c’è laggiù” chiesi.
“ a volte le coppie si fermano la” mi spiegò Claudio.
Infatti, dopo pochi minuti tornò l’auto dei marocchini, seguita da quella degli albanesi.
“ voi chi aspettate la Maria o la Silvia?” domandai.
“ La Maria, la Silvia non c’interessa, l’abbiamo scopata troppe volte e oramai ha più di cinquanta anni” rispose Claudio.
Passò una vecchia auto, a bordo c’erano quattro uomini di origine nord africana.
“ una bella comitiva” esclamai.
“ se arriva la Silvia non fa problemi e va con tutti” replicò Mario.
La situazione si faceva intrigante, nelle mie fantasie i marocchini rappresentavano qualcosa di perverso infatti quando scopavo mia moglie spesso fantasticavo di offrirla a loro.
Allungai una mano e toccai le cosce di Tiziana, capii che si stava eccitando…
si trattava adesso di decidere chi scegliere…..
dovevamo sganciarci dai due e ragionare sul da farsi.
“ sono curioso di vedere cosa c’è dietro al capannone” dissi.
“niente” mi spiegò Mario.
“ andiamo a vedere e torniamo” aggiunsi.
Misi in moto e partii.
Aveva ragione Mario, la dietro non c’era nulla, due vecchie auto abbandonate ed un rimorchio di tir.
Parcheggiai in un angolo buio, baciai mia moglie e le chiesi: “ hai visto quanti marocchini?”
“ si” rispose.
“ quali scegliamo?” le domandai.
“ vuoi proprio combinare con loro?” mi domandò Tiziana.
“ preferisci gli albanesi?” domandai.
“ no” rispose.
“ allora?” replicai.
“ ci sono anche Mario e Claudio” mi rispose.
“ tuo zio Leo ci ha consigliato di evitarli” aggiunsi.
“ penso che abbia esagerato, in fondo anche lui ha approfittato della situazione e ha subito preteso la sua parte” replicò mia moglie.
“ questo è vero” replicai.
“ anche se scoprono chi siamo cosa vuoi che succeda” aggiunse.
“ questo non riesco ad immaginarlo” le spiegai.
“ verranno a suonare a casa nostra, a quel punto potrei informarli a che ora resto sola, farmi scopare e dargli anche il culo”.
“troia” mormorai con la voce rotta dall’eccitazione.
“ oppure preferisci che vada da loro regolarmente e diventi la loro amante?” mi sussurrò in un orecchio.
“ lurida puttana” replicai.
“ lo zio ha detto che sono sadici pensando di metterli in cattiva luce…… non sa quanto mi piace essere picchiata….” mormorò ancora.
“ me l’hai fatto diventare duro” le dissi.
“ dai andiamo con loro e stavolta mi guardi quando mi montano” replicò.
Misi in moto e partii.
I due erano scesi dall’auto e stavano parlando con un altro uomo.
Mi fermai vicino a loro e domandai: “ è sempre valido il vostro invito?”.
“ certo” rispose. Claudio.
“ stavamo andando a prendere un cafè con questo nostro amico, dai venite anche voi poi andiamo all’officina” disse Mario.
“ andiamo” risposi.
Li seguimmo per alcuni chilometri, poi si fermarono davanti ad un bar.
Scendemmo dall’auto e li seguimmo nel locale.
“ sediamoci la” disse Mario indicando un tavolino appartato.
Il bar era deserto oltre a noi, c’era solo il barista.
Guardai il terzo uomo, aveva una cinquantina di anni, robusto ma non grasso.
“ conoscete questo nostro amico?” ci chiese Claudio.
“ no ” risposi.
“ piacere io sono Diego” disse l’uomo.
“ Sergio e lei Tiziana” risposi.
“ anche per voi cafè? domandò Mario.
” si, certo” risposi.
Mario si alzò andò dal bancone e ordinò.
Nel frattempo Claudio ci disse: “ nel giro si parla solo di voi”.
“ e cosa si dice?” gli domandai.
“ che tua moglie è un gran figa” mi rispose.
“ solo quello?” chiesi nuovamente.
“anche altro” rispose Mario.
“ dai racconta, non siamo permalosi” replicai.
“ che è anche un gran porca” aggiunse Claudio.
“ questo è vero” esclamai.
Poi abbassai la voce e chiesi: “ e voi due cosa avete raccontato?”
“ nulla “ rispose Mario.
“ non si sono problemi in fondo non facciamo nulla di male” replicai.
Il barista ci servì i cafè, smettemmo di parlare in sua presenza.
Appena lui si allontanò Mario si rivolse a Tiziana dicendo: “ sei carina vestita di rosso”.
Mia moglie gli sorrise, intervenni dicendo: “ dai che la preferivi quando si è spogliata nuda nel parco”
“ sicuramente, si” rispose lui.
“ andiamo all’officina” disse Claudio.
Gli feci segno di si, uscimmo dal bar, Mario mi chiese: “ qualche problema se viene anche Diego?”.
“ no” risposi.
Dopo dieci minuti eravamo all’officina.
I tre non persero tempo, misero Tiziana nel mezzo e cominciarono a toccarla.
A turno succhiò i tre cazzi, poi Mario la penetrò alla pecorina.
Dopo dieci minuti Diego prese il suo posto.
Mario si spostò e glielo mise in bocca.
Fu il primo a godere, mia moglie ingoiò tutto lo sperma che lui le schizzò in bocca.
Dopo cinque minuti di monta a godere fu Diego, le sborrò in figa.
Mentre Diego si spostava, Claudio mi chiese: “ la posso inculare”.
“ si, non farti problemi, anzi fallo con violenza, vedrai che le piacerà” gli risposi..
Si mise alle spalle di Tiziana, le appoggiò la cappella al buco e cominciò a spingere.
Mia mogli urlò, lui non si fermò sino a che non la penetrò.
L’atmosfera era rovente più lei urlava più lui spingeva con forza, dopo dieci minuti anche lui godette riempiendole l’intestino.
Per alcuni minuti restammo tutti e cinque in silenzio, Tiziana era sdraiata sul divano e si teneva la pancia, io ero seduto su una sedia, Mario e Claudio erano in piedi e Diego era seduto su un tavolino. “ chi vuole una birra?” chiese Mario.
Tutti rispondemmo di si, aprì un vecchio frigorifero e ci passò una lattina a ciascuno.
“ tutto bene bambina?” chiese Diego a mia moglie.
“ si” rispose lei.
Tiziana si tirò su e disse: “ mi serve un bagno”.
“ di la c’è anche la doccia” rispose Mario indicandole una porta.
Come si alzò in piedi Claudio le andò vicini, le aprì le natiche con le mani e disse: “ guardate come le ho aperto il culo”.
Lo sfintere era dilatato e arrossato, non riusciva a trattenere lo sperma che stava colando.
Tiziana entrò in bagno e ne usci dopo quindici minuti, si era svuotata dallo sperma e si era fatta una doccia.
Mario le andò incontro la prese per mano e la portò sul divano.
La baciò sul collo, poi in bocca.
Sembravano due fidanzati….
“ volete andare o vi fermate ancora?” mi chiese Claudio.
“ come volete voi, noi possiamo ancora restare senza problemi” rispose.
“ eccezionale tua moglie” aggiunse lui.
“ siete in contatto con molte coppie?” gli domandai.
“ solo una “ mi rispose.
“ di coppie n’abbiamo conosciute molte, ci siamo scopate molte mogli anche fidanzate, ma dopo ognuno ha i suoi desideri e molti non combaciano con i nostri” aggiunse.
“ voi conoscete coppie o singoli?” mi domandò a sua volta.
“ nessuna coppia, non c’interessa lo scambio, i singoli alcuni li abbiamo incontrati” risposi.
“ ho visto che siete decisi, non perdete tempo” mi disse.
“ questo gioco ci attrae entrambi, come avrai visto, e non vedo perché dovremmo fare gli indecisi” aggiunsi.
“ quindi solo singoli cercate?” mi domandò Diego.
“ si, non c’interessano le coppie” risposi.
“ avete avuto problemi con i singoli che avete incontrato sinora?” mi chiese Claudio.
“ nessun problema, magari non abbiamo ancora trovato un tipo di singoli che cercavamo, ma tutto sommato andata bene” risposi.
“ e chi non avete ancora trovato? “ domandò.
“ mi piacerebbe offrirla a dei neri, oppure trovare un singolo da fare diventare suo amante e soprattutto trovare un singolo che ci proponga situazioni fantasiose e che sia un poco sadico” risposi.
Queste mie ultime parole accesero lo sguardo di Claudio, rimase un instante in silenzio poi mi chiese: “ tua moglie è masochista?”.
“ si” risposi.
“ l’avevo capito, quando l’ho inculata” replicò.
Intanto Tiziana e Mario continuavano a baciarsi…….
Mi domandò che giochi sadici facessimo, in poche parole gli spiegai che a volte la colpivo con un frustino le legavo le mani o la legavo al letto.
“ avete mai usato strumenti di tortura?” mi domandò
Risposi di no.
“ seguimi” mi disse.
Andammo in una baracca lì vicina, Claudio prese un borsone tirò fuori diversi attrezzi.
“ li usiamo con una coppia” mi disse.
Mi mostrò pinze, morsetti, divaricatori, perette per clisteri, fruste, manette e tanti altri oggetti.
“ vuoi che ne usiamo qualcuno con tua moglie?” mi domandò.
Avrei voluto rispondere di usarli tutti, ma quei due li conoscevo troppo poco e risposi così: “ per questa sera potreste limitarvi a frustarla o schiaffeggiarla”.
“ e di questa cosa ne dici?” aggiunse mostrandomi un ‘enorme peretta.
“ cazzo quanto contiene?” gli domandai.
“ due litri e mezzo” rispose.
“ l’avete già usata con coppie?” domandai.
“ solo con la Franca” rispose.
“ la riempiamo d’acqua e sapone, poi gliela svuotiamo tutta in pancia” aggiunse.
“ dovresti conoscerli sono una coppia giusta” continuò.
“ li conoscete da molto tempo?” chiesi.
“Da una decina di anni” rispose.
“ bella coppia? domandai.
“ non sono giovanissimi, lei ha 55 anni, ma li porta bene, una bella donna, fisico esile, due belle tette” rispose.
“ ti ripeto dovreste conoscerli, sono in questo giro da molti anni, lui la portava al piazzale anche quando era incinta” aggiunse.
“ prima o poi li incontreremo nel piazzale” risposi.
“ in giro si vedono poco, oramai hanno i loro amici e prendono contatti per telefono, se vuoi te li faccio incontrare” mi spiegò.
Tornammo da Tiziana, era intenta a succhiare il cazzo di Diego, mentre Mario la scopava.
Rimanemmo a guardare la scena sino a che i due godettero di nuovo, Mario nella figa e Diego nella bocca di mia moglie.
“ vieni con noi che Claudio ti mostra qualcosa di interessante” dissi a mia moglie.
Uscimmo attraversammo il cortile ed entrammo nella baracca.
“ guarda che belli” le disse Claudio indicandole i vari “attrezzi”.
Tiziana prese in mano un frustino, poi dei morsetti e un divaricatore.
Claudio prese un frustino, lo passo sui seni di mia moglie e le chiese: “lo vuoi provare?”.
Tiziana non rispose, allora lui con la punta del frustino le solleticò i capezzoli e poi la clitoride.
Mia moglie ebbe un brivido, lui se accorse e le disse: “ vedo che ti piace il frustino, tra poco te lo faccio provare sulla tua pelle”.
“ e di questi cosa ne dici” aggiunse Claudio mostrandole dei morsetti.
Nuovamente Tiziana non rispose.
“ chi tace acconsente” esclamò Claudio, si voltò verso di me e mi domandò: “ cosa ti piacerebbe che usassi con tua moglie?”.
“ quello” rispose indicando il clistere grande.
Claudio lo prese e disse: “ torniamo dagli altri”.
Appena entrammo nell’ufficio dell’officina Claudio disse a Mario“ prendi un secchio di acqua calda”.
Mario andò nel bagno e tornò con il secchio, aveva anche un flacone, lo aprì e ne versò un poco nel secchio.
Subito si formò una densa schiuma, appena Mario posò il flacone lo presi per leggere cosa conteneva.
Sull’etichetta c’era scritto: shampoo per auto.
Claudio portò mia moglie vicino al tavolo, le fece appoggiare le mani su di esso girando la schiena verso di noi.
“ stai ferma così” le disse, prese il frustino e la colpì sulle natiche.
Le prime tre frustate furono lievi, la quarta invece fece urlare mia moglie.
“ adesso girati” le disse.
Tiziana si voltò e lui la colpì sulle tette.
Anche questa volta iniziò con tre colpi lievi e un quarto violento.
Come lui si spostò Mario si avvicinò a mia moglie le succhiò i capezzoli facendoli diventare belli grossi.
“ adesso ti faccio godere con questi” le disse mostrandole i morsetti.
Ne avvicinò uno al capezzolo della tetta destra e disse: “ questa sera siamo bravi usiamo questi lisci, la prossima volta usiamo quelli dentellati”.
Nella stanza echeggiò un urlo, il morsetto strizzava orribilmente il capezzolo destro di mia moglie.
Mario non si fermò e dedicò analogo astrattamente anche all’altro capezzolo.
Tiziana si lamentò per alcuni minuti poi si calmò.
Nel frattempo Claudio riempì il clistere, disse a Mario di fare nuovamente appoggiare Tiziana al tavolo, stavolta piegata a novanta gradi.
“tienila ferma” disse a Mario.
Questi andò dall’altra parte del tavolo e la bloccò con le mani.
Avvicinò la cannula del clistere al buco del culo di mia moglie, fece uscire un poco di schiuma per favorire la penetrazione e con un colpo secco gliela infilò dentro.
Schiacciò la peretta sino a che tutto il liquido finì nell’intestino di mia moglie.
Come la lasciarono andare mia moglie corse in bagno a svuotarsi……..
Quando lei ebbe finito tornò dicendo: “andiamo a casa”……………………
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14 years ago
anepa2007,
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Rebecca
Avevo conosciuto Rebecca in chat, qualche settimana prima. Mi aveva colpito subito la sua foto: un volto simpatico, sensuale e in qualche modo birichino; anche il suo modo di chattare era coinvolgente. Era diretta, quasi sfacciata, ma senza arroganza, né traccia di presunzione. Diceva solo le cose che pensava, e le diceva senza timore di essere giudicata.
Mi collegavo in chat con il chiaro obiettivo di conoscere donne stimolanti, eventualmente da incontrare anche di persona, nel caso in cui il feeling sbocciasse spontaneo e naturale per entrambi. Naturalmente l’intenzione era quella di arrivare a condividere con loro dell’ottimo e piacevole sesso in piena libertà e consapevolezza. Non era da molto che mi ero avvicinato a questo strumento, ma mi intrigava il fatto di poter contattare donne potenzialmente interessate alla stessa cosa. Ho parlato con decine e decine di loro, e quasi tutte – pur non ammettendolo apertamente – erano lì per il mio stesso motivo: incontrare qualcuno di affascinante che le trasportasse in un vortice di passione e, di conseguenza, anche di sesso.
Del resto non si spiega come tutte le signorine “io chatto solo per passare il tempo”, finiscano inesorabilmente per chattare solo con noi maschietti. Sarà solo per passare il tempo, ma credo che sotto sotto, “quel” tempo, vorremmo in definitiva passarlo allo stesso modo… se solo trovassimo la persona giusta!
Con Rebecca parlammo in chat proprio di questo, e fu proprio lei a far notare come tutte le donne che contattava, neppure le rispondevano… a meno che, naturalmente, non fossero in cerca di una donna! Sì, Rebecca mi disse quasi da subito che lei va a periodi… c’è il momento in cui ha voglia della virilità maschile, di essere posseduta da un corpo vigoroso e potente o di dominare il maschio con le sensuali armi a disposizione di tutte le donne più furbe; e c’è il momento in cui è alla ricerca della delicata flessuosità femminile, di quelle coccole speciali e di quelle attenzioni che solo una donna sa regalare ad un’altra donna. Lei mi disse - parole testuali - che la più grande scopata l’ha fatta con un uomo, ma l’orgasmo più inteso l’ha provato a letto con una donna. Con l’uomo le piace proprio scopare, non farci l’amore. Se non di rado, quantomeno. L’amore se ne va nel momento in cui si infila sotto le lenzuola, e torna un minuto dopo aver finito. Ma nel durante, per Rebecca, l’amore è un sentimento troppo puro e troppo poco sconcio, per finire fra le sue cosce... Sta di fatto, comunque, che per bocca sua, lei da un uomo vuole essere scopata, vuole un uomo che la sappia far eccitare, che la spinga ogni volta di poco oltre il suo limite, che la porti a naufragare nel piacere più profondo e animalesco. Non le piace il sesso a tre, almeno a motori spenti. Ma mi ha raccontato di una volta, che il suo fidanzato l’ha piano piano portata in una situazione, dove lei stessa ha invocato un altro uomo fra le sue mani, fra le sue gambe… e naturalmente lui l’ha accontentata. Non si è pentita della cosa, perché ha detto che le è piaciuto molto, anche se non pensava che avrebbe mai fatto una cosa simile. Molto onesta, e molto intelligente, credo. Di esperienze con altre donne non me ne ha parlato, ma in effetti abbiamo chattato per poco tempo, dopotutto.
Ora io sono qui, sotto casa sua, e sto cercando il suo codice sul citofono. 488 eccolo… scala F…
Citofono e senza rispondere mi apre il portoncino... non faccio neppure in tempo a chiedere il piano, ma credo che mi disse all’ultimo… In ascensore mi aggiusto il risvolto del maglione a collo alto, controllo la pettinatura e cedo al mio lato narciso osservando il disegno delle curve dei mei pettorali (ok, ok, non sono più tonici come qualche tempo fa, ma che volete… anche il tempo libero non è più abbondante come in passato!) e infine butto un occhio alle linee dei glutei controllando che siano ben risaltate dei jeans scuri attillati che ho appositamente indossato per quel motivo. Tutto ok, sono pronto!
Le porte dell’ascensore si aprono, e noto una porta di ingresso socchiusa da cui fa subito capolino la testa di Rebecca. Viso lievemente tondeggiante, curato e finemente truccato con un sorriso dolce e sensuale, capace di ammaliare insieme al suo sguardo vivido e guizzante.
Devo essermi imbambolato ad ammirarla per qualche secondo… perché ora lei mi invita ad entrare: “Dai, che aspetti lì sul pianerottolo ? entra !”.
Di lei mi piace anche la sua voce, calda, affilata e con un’inflessione vagamente altalenante. Molto particolare, ma anche molto intrigante. La trovavo grandiosamente femminile. Fino a quel momento l’avevo sentita solo al telefono, ma dal vivo era ancora più avvolgente e conturbante.
Mi fece accomodare in sala, sull’ampio divano angolare arancione. La casa era arredata in stile moderno, con una scelta accurata di colori caldi e armonici. C’era anche un piccolo caminetto acceso al centro della parete, sul lato opposto a quello delle ampie finestre che davano sul terrazzo.
– Mettiti comodo! – mi disse dalla cucina dove stava armeggiando con qualche arnese di metallo – io arrivo in un attimo, il tempo di sistemare le ultime cose -. Mi rilassai e attesi alcuni secondi il suo arrivo; Rebecca entrò con un vassoio con due bicchieri di vino e la bottiglia appena stappata. Mi godetti il suo incedere sinuoso e provocante. Potrei definire Rebecca come una falsa magra: molto carina, con un fisico se vogliamo imperfetto e appunto con qualche chilo in più qua e là, ma nel complesso armonioso e parecchio femminile. Che poi è la cosa che per me più conta: la femminilità. Non importa il peso, l’altezza, il colore degli occhi o dei capelli… quel che conta è che una donna trasmetta femminilità. Naturalmente alcuni dettagli possono aiutare, ma trovo molto più stimolante una donna non bellissima, ma che sia femminile, piuttosto di una “bellona” senza anima, altezzosa e senza femminilità. E per dirla tutta, pure a letto – anzi, soprattutto a letto - c’è una bella differenza. Comunque ora Rebecca si stava accomodando al mio fianco, dopo aver appoggiato il vassoio sul tavolino ai nostri piedi. Nel sedersi la gonna corta che indossava, si arricciò lievemente, scoprendo qualche centimetro di pelle in più, quasi a mostrare gli ultimi centimetri della gamba, prima dell’inguine. Si aggiustò con le mani la gonna, con un movimento aggraziato e vagamente erotico. Non so se avesse notato il mio sguardo indiscreto, ma se pure fosse, lo ignorò porgendomi il bicchiere di vino. Brindammo al nostro primo incontro e assaporammo quell’ottimo Nero d’Avola parlando piacevolmente delle nostre rispettive giornate e scambiandoci alcuni sguardi nelle brevi pause di silenzio. I nostri occhi esploravano il corpo e le intenzioni dell’altro, cercando conferme e infondendo l’uno nell’altra una vaga sensazione erotica e di eccitazione. Non posso nascondere che nell’incrociare il suo sguardo, sentivo la voglia crescere in me nel notare in lei le medesime sensazioni… Discorrendo dei più svariati argomenti, scherzando e giocando talvolta con sottili allusioni, quasi finimmo la bottiglia. Io ero decisamente su di giri, e nel parlare mi avvicinai leggermente a lei. Rebecca senza dubbio era altrettanto eccitata, e in quel momento era rivolta completamente verso di me, azzerando quella distanza minima di intimità che solitamente due persone mantengono in qualsiasi situazione ordinaria. Ma ora la situazione stava diventando tutt’altro che ordinaria. Stavamo ancora parlando, ma i nostri corpi erano a contatto, sentivo il suo seno destro appoggiato al mio pettorale sinistro, il suo braccio era dietro il mio collo, anche se per ora non mi abbracciava a tutti gli effetti, e la sua coscia – calda e liscia premeva lievemente contro la mia. Gustavo il contatto con ogni centimetro del suo corpo, percependone il calore e la consistenza; sentivo l’eccitazione crescere dentro di me, e ora accennava anche un inizio di erezione. Dal canto suo, Rebecca stava sudando leggermente – tradendo uno stato di eccitazione forse anche superiore al mio. Iniziai a guardarla negli occhi alla ricerca di un segnale, e nel frattempo ondeggiavo lievemente il busto contraendo maliziosamente il pettorale dove il suo seno si era appoggiato; ad ogni strusciata, sentivo il suo capezzolo crescere e spingere contro la mia carne, anche attraverso i vestiti… la stavo eccitando per bene, e lessi negli occhi che cominciava ad andare in ebollizione !
Naturalmente ormai avevamo quasi smesso di parlare: le parole si erano fatte rade e faticose. Le voci ora sussurravano. Le parole diventavano suoni melodici privi di un reale significato. Stava arrivando il momento di giocare a carte scoperte. Con la scusa di appoggiare il bicchiere, provocai un lento, continuo e marcato strusciare sul suo seno, che le provocò un lieve ansito che non sfuggì ai miei sensi; nel chinarmi in avanti, posi la mia mano sul suo interno coscia, poco sopra il ginocchio, fingendo di appoggiarmi. Sentii al tatto la sua pelle liscia e vagamente inumidita dai primi sudori dell’eccitazione, pervadersi di un brivido caldo e prolungato, e un nuovo sospiro uscì dalla sua bocca ora socchiusa, disegnando un meraviglioso ritratto del piacere. Il braccio che prima mi sfiorava appena il collo, ora era decisamente a contatto della mia pelle.
La mia erezione stava crescendo minuto dopo minuto, e ora che Rebecca era completamente abbandonata alla situazione, decisi di prendere l’iniziativa. Risalii con la mano lungo la sua coscia, fino a superare il limite della decenza, e l’eccitazione crebbe ulteriormente quando le mie dita accarezzarono inaspettatamente la pelle delle sue grandi labbra, libera dalla costrizione della biancheria intima. Non aveva indossato le mutandine! La cosa mi inebriò di libidine, e tenendo la mano in mezzo alle sue gambe, mi misi con decisione sopra di lei, affondando la mia lingua nella sua bocca socchiusa e affamata di me. Iniziai a lavorare con la mano fra le sue cosce, respirando i suoi ansimi di piacere e cercando il punto dove più le provocasse piacere. Le mani di Rebecca mi palpavano ovunque, come se fossero alla cieca ricerca della via per giungere al mio membro.
Mi sfilai rapidamente i pantaloni, porgendole immediatamente il mio pube verso le sue mani… sentii infilare una mano nei boxer attillati, che ne conservavano il magnifico calore e la premevano con maggior vigore contro il mio membro che si faceva sempre più duro e vigoroso. Rebecca sentì il pene indurirsi oltre ogni sua aspettativa sotto le sue dita, massaggiandolo e apprezzandone ogni liscia asperità. Rebecca sentiva con le dita la pelle morbida e la carne dura, la sua mano scorreva lentamente a cercare la cappella gonfia del piacere che le stava donando, e la lunghezza di quel magnifico cazzo fra le sue mani l’aveva spinta a immaginarlo dentro di lei, mentre scorreva fra le pieghe del suo piacere, fino in fondo, e poi di nuovo. Io intanto le avevo anche sfilato la maglietta e stavo per affondare la mia faccia fra quei due seni ondeggianti e sudati. Al contatto della mia lingua sul suo capezzolo, Rebecca allargò istintivamente le gambe gemendo dal piacere e la mia mano che non aveva mai smesso di masturbarla affondò ulteriormente nei suoi umori. Lasciai che le dita la penetrassero, mentre agitava il bacino mugulando. Ci spogliammo completamente, in modo convulso e precipitoso, mentre i nostri corpi continuavano a strusciarsi l’uno sull’altro, mescolando i nostri odori e amplificando la nostra eccitazione. Poi la sua mano prese a masturbarmi furiosamente, con ampi e decisi movimenti, lungo tutta l’asta e soffermandosi con maggior pressione sulla cappella turgida e inumidita dalle prime goccioline di sperma stillate dal mio piacere. Lascai che il mio corpo scorresse su di lei, sfilandole il pene dalle dita e facendolo strusciare lungo il suo pube, la sua pancia, il suo caldo seno e infine fermandolo a pochi centimetri dalla sua bocca. La guardai negli occhi e vi lessi la brama di averlo fra le sue labbra. In effetti Rebecca non vedeva l’ora di assaggiarne il sapore, soprattutto ora che era vagamente inumidito dal mio piacere. A Rebecca piaceva da impazzire assaporarne il nettare e sentire il membro dell’uomo che si faceva strada fra le sue guance. Sembrava volerlo davvero ingoiare, insaziabile, lo prese quasi tutto fino a dove riusciva ancora a respirare. Iniziò a muovere la testa avanti e indietro, leccandolo appassionatamente e staccandosi di tanto in tanto per godersi il mio sguardo estasiato che le dava la conferma di essere totalmente padrona del mio piacere. Quando sentii che il godimento massimo stava per tracimare, mi staccai delicatamente da lei, che mi guardò sorridendo e allargando le gambe. Mi tuffai fra le sue cosce ricambiando il piacere che aveva saputo regalarmi, iniziai a leccare voluttuosamente l’interno coscia attorno all’inguine, per poi dedicarmi con intenso piacere alle labbra e al clitoride. Era già bagnatissima e la mia saliva si mescolava eroticamente con il succo del suo piacere… anche io adoravo il suo sapore sulla mia bocca, e presi a leccarla intensamente e accuratamente. Rebecca stava gridando dal piacere, sempre più forte finchè venne in un orgasmo potente e prolungato che le fece sprizzare qualche goccia di passione dalla sua fica, direttamente nella mia bocca… continuai con la lingua finchè non mi implorò di smettere e a quel punto risalii dolcemente verso la pancia e poi la strinsi fra le braccia facendole sentire il pene durissimo e ancora voglioso di lei, premere contro il suo pube… “Lasciami riprendere”, mi sussurrò con un filo di voce, ansimando… io mi staccai lievemente da lei, allora, e l’ammirai completamente nuda ed esausta dall’orgasmo, davanti a me. Lei socchiuse gli occhi in un’espressione di estasi totale, ponendo una mano sulla sua fica. Io presi a masturbarmi leggermente, guardandola mentre ora mi fissava negli occhi con fare nuovamente voglioso…
Attesi qualche minuto, e quando vidi che iniziò a masturbarsi delicatamente il clitoride, ripresi anche io a masturbarmi guardandola. Ora eravamo uno di fronte all’altro, e ci stavamo masturbando godendoci lo spettacolo reciproco. Dopo alcuni istanti, mi avvicinai nuovamente a lei, girandola, e iniziando a baciarle le natiche. La sentii letteralmente pervasa da una scarica elettrica che la fece tremare in tutto il corpo, di piacere. Aveva intuito forse dove stavo per arrivare con la mia lingua, e non vedeva l’ora di sentirla esplorare anche quel lato. Non mi feci pregare e in pochi secondi giunsi con la lingua fra le sue natiche, leccandole delicatamente l’ano, assieme agli umori che avevano copiosamente ripreso a colare dal suo sesso. Mugulava di nuovo, e io impazzivo nel sentirla godere in quel modo. Tolsi la lingua, dopo aver abbondantemente umettato la zona, e ci appoggiai il mio cazzo ora duro più che mai. Fu lei a spingere indietro il bacino, facendo entrare inizialmente a fatica tutta la cappella. Poi presi a stantuffare prima con ritmo lungo e lento, poi sempre più a fondo e rapidamente... Rebecca era di nuovo in estasi, e questa volta voleva essere cavalcata fino in fondo. “Ahhh siiii Stefano… siii…. Spingi, spingi… ahhh ahhh…”, e intanto agitava il bacino per sentire il pene spingere sulla vagina da dentro il suo ano… era una sensazione che la faceva godere così tanto, che non poteva trattenersi dall’urlare il suo piacere: “Cazzo siiii…. Dai che lo sento tutto dentro… lo sento che mi fai venire… sei il mio toro cazzo… sei il mio toro che mi scopa!!!”… iniziai a schiaffeggiarle leggermente prima le natiche e poi il seno ballonzolante sotto i colpi del mio attrezzo sempre più infoiato… “Dai che ti piace” dissi io “dai che te lo spingo fino in fondo… mi piaci da impazzire… ti scopo come una cavalla in calore… ti scopo che ti voglio sentire gridare! “… Ci piaceva parlare ed eccitare l’altro con parole sempre più abbandonate all’eccitazione, sempre più volgari e sconce. La feci venire dall’ano, e subito dopo venni copiosamente anche io dentro di lei e con le ultime gocce sulla sua schiena…
Mi chiese di leccarla e di baciarla, facendole di nuovo assaporare il frutto del mio piacere, questa volta non più vago e appena accennato, ma denso e copioso.
Ci riposammo entrambi da questo orgasmo devastante e poi la presi fra le mia braccia lasciando che si addormentasse su di me. Ci svegliammo qualche ora più tardi, nel cuore della notte, e la vidi sorridere soddisfatta: “mi hai fatto impazzire poco fa…” mi sussurrò in un orecchio… “ho immortalato tutto in quella telecamera, se vuoi rivederci…”, e mi indicò una borsa socchiusa sul tavolo, con un led rosso percepibile al suo interno. “Che fantastica maialina che sei… pure il filmato ti sei fatta !”, ammetto che la cosa mi eccitò non poco, ed ero impaziente di rivedere tutto quanto… presi la telecamera, la collegai al televisore e completamente nudi sul divano, ci guardammo scopare proprio come in quei video amatoriali che si vedono su internet… Cosa accadde più tardi… è naturalmente un’altra storia…
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Giulia
Mi chiamo Giulia e ho 36 anni. Mio marito ed io siamo una coppia molto particolare, il nostro menage coniugale è qualche cosa di davvero poco comune. Eppure abbiamo iniziato, ormai diversi anni fa, un percorso di trasgressione sessuale a partire da una situazione molto normale... se si può considerare normale il fatto che una giovane fidanzata quale ero io di tanto in tanto proprio non riusciva ad essere completamente fedele al proprio uomo. Insomma, già prima che ci sposassimo io, pur amando l'uomo che è diventato mio marito, lo tradivo. Non posso farci nulla, ci sono momenti e situazioni nelle quali non capisco più niente, e non so dire di no al maschio di turno, se questo mi assalta. Sono provocante, e questo è il secondo guaio. Non sono bellissima, non ho davvero il viso di un'attrice... ma gli uomini dicono che ho gli occhi "carichi". Ho anche tutte le curve al punto giusto, forse leggermente abbondanti (il che poi non guasta), un bel seno sviluppato e sul sedere niente da dire. Del mio essere provocante sono in qualche misura anche colpevole, perchè ho l'insopprimibile tendenza a vestirmi in modo che gli uomini mi guardino. Quando mio marito ancora non sapeva nulla tendevo a vestirmi in modo un po', diciamo, sopra le righe solo quando lui non poteva vedermi. Per esempio una cosa che amavo molto era indossare calze a rete con gli stivali di pelle, e con sopra una gonna un po' sopra il ginocchio. Niente di esagerato, naturalmente, ero pur sempre una signora, ero sposata e non mi sarei mai sognata di espormi troppo in questo senso. Però quei dieci centimetri di coscia sopra il ginocchio avvolta dalle calze a rete attiravano gli sguardi degli uomini come fossero calamitati. Poi basta camminare in un certo modo, senza fretta, e l'effetto è assicurato. Era quasi un gioco per me uscire il pomeriggio per le vie centrali di Roma a fare shopping, vestita leggermente sexy. L'attenzione maschile verso di me era una sorta di balsamo, di fonte di eccitazione... non c'era volta che qualcuno non mi abbordasse in maniera a volte elegante, a volte volgare, a volte sfacciata e a volte estremamente garbata. Tutte queste avances ricevevano solitamente gentili ma decisi rifiuti, ma devo confessare non c'era volta che, dopo aver liquidato il pappagallo di turno, la mia fica rimanesse... indifferente. Niente affatto. Gli sguardi e gli approcci degli uomini la trasformavano piano piano in un luogo morbido, profumato e molto molto umido... Ma devo pure precisare che non proprio tutte le avances rimanevano, per così dire, senza soddisfazione. Ogni tanto capitava la situazione favorevole, o la persona giusta che faceva scattare la molla e allora... qualcosa succedeva. Un incontro che ha rivestito una certa importanza nella mia vita sessuale è avvenuto proprio in queste precise circostanze. Voglio raccontarlo per primo, non perchè sia stata la mia prima trasgressione in senso cronologico, quanto perchè è stata la mia prima trasgressione in ordine di importanza. Un pomeriggio alla Rinascente di S.Giovanni stavo scegliendomi un vestito e noto un signore che mi "punta". Un bel tipo, sui quarant'anni, che mi osserva con fare piuttosto sfacciato ed insistente. Mi fa piacere, naturalmente, ma non lo dimostro in alcun modo. Faccio finta di niente. Continuo a girare tra gli scaffali concentrando la mia attenzione sui capi di abbigliamento. Quando alzo lo sguardo non lo scorgo più e presto lo dimentico. Dopo cinque minuti cambio "corsia" e me lo ritrovo improvvisamente davanti. I nostri sguardi si incrociano, i suoi sono carichi di inviti e di interesse. Sostengo il suo sguardo per un solo attimo, poi lo distolgo, simulando disinteresse. Continuo il mio tragitto e passo oltre lui... un leggerissimo odore di dopobarba maschile mi raggiunge e sotto il reggiseno i capezzoli mi si inturgidiscono all'istante. Lui si volta verso di me e mi segue dapprima con lo sguardo, poi con studiata lentezza mi viene dietro. E' un bel tipo e devo dire che... non mi dispiace per niente. Tra me e me mi domando quanto il tipo sia intraprendente... mi volto per un istante e con la coda dell'occhio avverto il suo sguardo fisso sulle mie gambe. Mi allontano con decisione, lui lentamente mi segue. La cosa mi piace ma non lo dò a vedere. Cammino lentamente facendo finta di valutare i vestiti in esposizione, percepisco la sua presenza alle mie spalle sempre più vicina. Stacco un vestito per esaminarlo, lui è dietro di me. Improvvisamente mi parla: -"Le starebbe meravigliosamente quel vestito". Mi volto e lo guardo con aria innocentemente sorpresa. -"Come, scusi?". -"Ho detto che quel vestito le starebbe meravigliosamente, anche se nuda lei è certamente molto più bella." precisa lui. Il complimento mi piace, e mi piace ancora di più il suo sguardo invasivo. -"Scusi, ma è sicuro di sentirsi bene?" ribatto, ma temo che la mia espressione sia più sul piacevolmente divertito che sullo scandalizzato... e temo che lui di ciò sia pienamente consapevole. -"Mi sento benissimo, specialmente vicino a lei" continua il tipo, avvicinandosi impercettibilmente. -"Senta, mi lasci in pace, per cortesia.". -"No, non la lascio in pace... e mi scusi se passo a darti del tu, ma ho una voglia incredibile di scoparti". Non ero una verginella quando mi sono sposata e non sono mai stata una donna fedele al proprio marito, ma un abbordaggio così sfacciato e deciso non mi era mai capitato. Sono presa in contropiede e mi metto automaticamente sulla difensiva. -"Vada al diavolo o chiamo la sicurezza". Lui mi guarda tranquillamente, con un mezzo sorriso e pare non volere insistere. Mi allontano con decisione e riprendo il mio shopping. La frase "ho una voglia incredibile di scoparti" mi rimbomba nella testa. Detta da un completo sconosciuto, con quella tranquilla convinzione, con quella determinazione... sento che dicendomi quelle parole lui ha espresso con esattezza la tensione sessuale che prova, mi ha semplicemente comunicato il desiderio che prova per me. Mi ritrovo con la fica bagnata. Mi sono allontanata una ventina di metri, lui è rimasto fermo, continua a fissarmi. Le mie mani sganciano un altro vestito e mi metto a studiarlo, girandolo e rigirandolo senza veramente vederlo. Sento la presenza di quell'uomo. Rimetto a posto il vestito e ne sgancio un altro, poi un altro ancora. I minuti passano e la tensione anzichè diminuire aumenta, diventa piacere essa stessa. Lui è ancora lì. Mi muovo di qualche passo tra gli scaffali, la mia pelle è diventata sensibile, camminando avverto i bordi delle calze autoreggenti che si toccano sotto la gonna, sento il filo delle mutandine tra le natiche. Mi guardo i capezzoli e vedo che disegnano un bottoncino sula camicetta. Lui lentamente si avvicina di nuovo guardandomi. Sento che mi guarda anche se gli volgo le spalle, sento i suoi sguardi soppesare il mio fondoschiena. Un'idea, un'immagine mi invade la mente. Un'emozione bruciante mi prende alla bocca dello stomaco alla prospettiva di ciò che ho pensato. Senza pensarci un attimo la traduco in pratica. Prendo due vestiti quasi a casaccio e mi guardo intorno, cercando di individuare i camerini di prova. So che in quel centro ve ne sono parecchi e che sono anche piuttosto discreti. D'altronde è martedì e non c'è molta gente, anzi non c'è quasi nessuno. Mi avvio con i vestiti sottobraccio. Lui è sempre ad una ventina di metri da me, mi segue con lo sguardo. Entro in un camerino e chiudo la porta, ma non inserisco la sicura. Ho il cuore che mi martella nel petto. Appendo le stampelle e mi guardo allo specchio respirando profondamente. Lui mi seguirà, mi seguirà certamente. Se ha mi ha detto con incredibile sfacciataggine che vuole scoparmi come potrà non interpretare come un invito il fatto che mi sono chiusa in un camerino? Sono eccitata come una gatta, mi guardo allo specchio e mi sbottono la camicetta. Sono proprio sexy, non c'è che dire... la sfilo completamente, rimango in reggiseni. Mi tocco i seni con voluttà. Sento dei passi appena accennati fuori del camerino. Rimango in attesa con il fiato sospeso... passano i secondi e non succede nulla. Che il tizio non sia poi così intraprendente come sembrava? Decido di facilitargli le cose. Afferro la maniglia e tiro la porta verso di me aprendola di qualche centimetro. Lui è lì fuori, in piedi, ci guardiamo. Mette le mani sulla porta e spinge con decisione, io arretro protestando. -"Ho capito subito che sei una gran troia" mi apostrofa con durezza. Mi inchioda contro il muro e mi incolla la bocca sul collo dietro l'orecchio, una mano mi palpa il seno, l'altra si fa strada sotto la gonna. Richiude la porta, io sibilo furiosamente: -"Esca immediatamente o chiamo la sicurezza". Mentre pronuncio queste parole sento la sua mano farsi strada tra le mie cosce, sento che le separa, le allarga, le palpa, provo un piacere disastroso a queste sue manovre. L'uomo dà uno strattone al mio reggitette e i seni sobbalzano rigogliosi fuori dalla gabbia, desiderosi di essere baciati, leccati, morsi, strapazzati. "La pianti immediatamente, razza di bastardo..." Non faccio in tempo a finire la frase quando due dita dell'uomo si piantano brutalmente nella mia fica. Non posso più trattenere ciò che provo e un lamento gutturale di piacere animalesco mi esce dalla gola. Le dita diventano quattro e si aprono la strada quasi con violenza. Violenza inutile perchè si immergono nel miele del mio piacere. Spalanco la bocca, sono senza fiato. -"Stai zitta, cagna", dice il tipo afferrandomi e facendomi voltare faccia al muro, perfettamente conscio della mia resa totale... Mi tira su la gonna fino ai fianchi e scostate le mutandine fradicie, si insaliva il pollice e reintroduce di colpo le quattro dita unite nella mia fica, mentre il pollice si fa sbrigativamente strada nel mio culo. L'uomo si inginocchia e con la mano spinge verso l'alto impalandomi sulla forchetta, senza smettere di accompagnare l'azione con forti colpi... la manovra è decisamente dolorosa, ma è un dolore che mi manda in visibilio. Con le mani cerco inesistenti appigli per aggrapparmi e diminuire la pressione dell'uomo, le mie dita artigliano le pareti del camerino senza trovare presa. Devo sforzarmi per non urlare di piacere, non ho mai provato niente di simile. Mi passa davanti alla mente la delicatezza con cui mio marito mi ha penetrata la prima volta che abbiamo fatto l'amore, temendo di farmi male... un piacere delicato che non arriva ad eguagliare nemmeno lontanamente la selvaggia goduria che lo sconosciuto mi sta regalando. Inizio a pronunciare in modo smozzicato un "Dai, dai, dai..." ad ogni colpo che la mano dello sconosciuto scava dentro la mia intimità. le sue dita sono immerse fino alle nocche nella mia fica e il pollice non cessa di tormentarmi il culo... -"Allora lo vedi quanto sei zoccola?" mi apostrofa con voce strozzata. -"Sssssssiiiiiiiiiiii" rispondo io in un lungo lamento ritmato. -"Forza, dillo che sei una grandissima mignotta". -"Ssssiii...iii... sono... una... grandissima... mignotta...". L'uomo di risolleva in piedi senza cessare l'azione, con l'altra mano armeggia con la patta dei pantaloni... -"Dai prendi la minchia in mano", mi fa. Allungo una mano finchè trovo la sua erezione, la stringo con forza, poi gli scappello ritmicamente il membro, andando all'unisono con i suoi movimenti dentro di me. Le nostre bocche si incollano, la lingua dell'uomo mi invade la bocca. La mano esce di colpo come è entrata, si posa sulla mia spalla, preme... io capisco e mi inginocchio, il mio viso all'altezza dei suoi inguini. La sua cappella subito che preme contro le mie labbra. Non ci sono baci, leccatine, preparazione. Apro la bocca e lui mi pianta il cazzo duro fino in gola, spingendo con il bacino e immobilizzandomi la testa con le mani. Ho subito il primo conato di vomito, il cazzo dell'uomo mi tocca il fondo della gola, non riesco a trattenermi. Lui estrae qualche centimetro, mi lascia un attimo di respiro e riaffonda. Resisto qualche secondo poi ho un secondo conato. Lui arretra leggermente ed inizia a scoparmi la bocca profondamente. Ad ogni affondo arriva quasi al punto di provocarmi un conato ma è bravo a capire fin dove può spingersi ed arretra al momento giusto. Prese le "misure" inizia un andirivieni regolare. Schiaccio in basso la lingua per consentirgli l'azione, ho il naso costantemente immerso nei peli pubici dello sconosciuto. Le sue mani premono la mia testa contro il suo sesso. Inizio a respirare con il naso regolarmente e piano piano supero il senso di soffocamento. Mi abbandono lentamente al gioco e inizio a provare piacere nell'essere usata in quel modo osceno. L'uomo aumenta il ritmo, io mi sforzo di tenere la bocca spalancata. I colpi diventano man mano più veloci e profondi, ma ho imparato a rilassarmi, il suo cazzo tocca ritmicamente il fondo della mia bocca. Il ritmo si regolarizza, per parecchi minuti il silenzio del camerino viene rotto unicamente dal leggero sciaquio della penetrazione orale. Passano altri minuti, poi il ritmo aumenta ancora, adesso ho le mascelle seriamente indolenzite, non credo di poter sostenere la sua azione ancora a lungo... un altro lungo minuto e inizio a gemere per il dolore, non ce la faccio più a tenere la bocca costantemente aperta in quel modo, sento il suo cazzo tra i miei denti, la bocca mi si chiude da sola, ma lui mi obbliga con le mani ad aderire al suo bacino. Inizio ad avvertire un senso di panico quando improvvisamente lui mi riaffonda il cazzo in gola con brutalità e geme. Sento un violento fiotto caldo invadermi la gola, non posso far altro che deglutire ripetutamente... al primo fiotto ne segue un altro, poi un altro ancora e mando giù tutto... finalmente la piena si esaurisce e il suo cazzo lentamente, e finalmente, esce... mi abbandono esausta sul pavimento del camerino guardando lo stupratore della mia bocca riabbottonarsi i pantaloni. Lui mi aiuta a rialzarmi e si presenta sommariamente. Si chiama Maurizio e possiede un bar in centro. Io resto in silenzio. Usciamo dal camerino - per fortuna nessuno pare essersi accorto di nulla - e ci avviamo verso l'uscita della Rinascente. Mi lascia il suo bigliettino da visita pregandomi di chiamarlo uno dei prossimi giorni. Come nulla fosse si volta e si avvia verso la fermata della metropolitana. Infilo il suo bigliettino nella borsetta, mi passo una mano tra i capelli, respiro profondamente. Mi avvio verso casa camminando lentamente, ripenso ai momenti trascorsi in quel camerino, sento ancora la mascella indolenzita. Sorrido dolcemente. Mio marito mi aspetta a casa, meglio che mi sbrighi....
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14 years ago
coppiaromana38, 43/43
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Bendata
sei sdraiata...hai gli occhi bendati...ti senti strana , non ha mai provato una sensazione così.. l'oscurità ti circonde...sei vestita con la vestaglia trasparente, un miniperizoma nero e delle calze autoreggenti...sei molto eccitata non sai cosa succederà...senti solo dei rumori soffusi...un brivido ti percorre quando senti una mano che inizia ad accarezzarti il tuo corpo...senti la mano che ti accarezza il seno da sopra la vestaglia...senti un'altra mano sulle tue gambe...poi senti un'altra sull'altro stuo seno... capisci che nella stanza ci sono due persone...le mani che ti accarezzano i seni iniziano a slacciare la vestaglietta e a liberarli...ai i capezzoli talmente duri per l'eccitazione come degli spilli...senti dell'umido attorno...capisci che qualcuno te li sta succhiando...mentre con l'altra mano ti accarezza quello libero... intanto l'altro continua ad accarezzarti...è arrivato alle cosce e senti il contatto della sua mano dove finiscono le autoreggenti e inizia la pelle libera...e continuano ad andare sempre + su, in un lento massaggio...la bocca di uno intanto continua su un seno e poi su un altro... ogni tanto sale un po' più su e ti lecca il collo per poi arrivare all'orecchio... te lo morde...sei molto eccitata, ti umetti le labbra con la lingua... sotto senti che l'altro si è avvicinato al tuo fiore ricoperto solo di quel piccolo perizoma...senti le mani avvicinare fino a quando le senti che scostano il tuo perizome...ti senti accarezzare lentamente, per facilitargli il compito gli apri leggermente le gambe...sentire solo con il tatto senza vedere ti fa accelerare il respiro,,,senti che ti stai bagnando...le mani sotto si trasformano in una bocca...senti una lingua che ti sta penetrando dentro...la senti prima sulle grandi labbra poi si fa più audace ed entra dentro di te...intanto la linguia che si stava occupando della parte di sopra scende di nuovo verso i seni...te li succhia ancora un pò e ad un tratto capisci che qualcuno si è messo a cavalcioni su di te...senti le mani che ti stringono i seni e qualcosa di duro in mezzo a loro...un cazzo...stai facendo una spagnola bendata... senti che va lento...tiri fuori la lingua per sentirlo nel momento che si avvicina al tuo viso...lui capisce e te lo avvicina di +... inizi a leccarglielo... intanto sotto di te..la lingua si è sostituita con un dito...ti sta masturbando...ogni tanto senti un guizzo della lingua sull'altro tuo fiore...con un orgasmo in arrivo continui il tuo pompino..........
...sei un lago...un cazzo in bocca che te lo stai gustando come se fosse il gelato più prelibato che tu abba mai assaggiato...una lingua che ti sta esplorando il tuo secondo fiore mentre delle dita ti stanno esplorando la tua fica...no ce la fai più ed hai un orgasmo...ti bagni tutta e brividi ti corrono per tutto il corpo grazie anche alle sensazione che sono più acuite essendo bendata...dopo questo orgasmo...i tuoi amanti si fermano...e ti lasciano lì in mezzo al letto...un flebile "no" ti esce dalle labbra...ma ad un certo punto... senti qualcosa di duro premere vicino alla tua bocca...sorridi e accogli il cazzo...lo trovi diverso da quello di prima e capisci che è della persone che prima ti leccava la figa...e inizi a leccarlo come hai fatto prima...la tua fica è bollente...e senti anche lì qualcosa che piano piano entra... e il cazzo dell'altro uomo...mugoli con la bocca piena mentre il cazzo ti entra nella fica...coi muscoli della vagina inizi a pomparlo...lui sta fermo poi inizia un lento movimento dentro di te, mentre continui a succhiare l'altro cazzo...sono sensazioni nuo0ve per te...bendata...ti stanno scopando in due...la tua bocca continua a succhiare inperterrita...ogni tanto delle mani ti accarezzano i senti e ti tintillano i capezzoli...senti ad un certo punto che quello che ti sta scopando in fica ti prende le gambe e te le alza...senti dell'umido sulle dita dei piedi...capisci che mentre ti sta scopando, con la bocca ti sta succhiando le dita dei piedi inguaiate nelle calze...e questo ti fa piacere....il cazzo che hai in bocca diventa sempre più grosso..capisci che lo stai portando all'orgasmo... ma...si fermano di nuovo...e ti lasciano di nuovo in bali della cecità....senti che ti prendono le mani e ti fanno alzare...avverti un movimento sul letto...capisci che uno si è sdraiato...l'altro ti accompagna su di lui...senti che sotto di te c'è un cazzo svettante che non vede l'ora di rientrare neela tua fica.... e allora visto che sei eccitata da morire...ti impali...sei a smorzacandela...te lo fai entrare dentro tutto e inizi a cavalcarlo...dietro di te sulla tua schiena nda è appoggiato l'altro...da dietro ti accarezza i seni mentre vai su e giù...senti il suo cazzo da dietro....le mani continuano ad esplorarti e scendono sempre più giù...accarezzano la tua figa mentre cavalchi l'altro cazzo...poi si spostano fino ad arrivareal tuo culo...prima le senti sulle tue chiappe poi si fanno sempre più audaci e una arriva vicino all'altro tuo fiore...tu continui la tua cavalcata...senti il cazzo duro dentro di te...i tuoi muscoli vaginali lo spremono...intanto un dito da dietro inizia ad entrare dentro di te...poi ne senti due...stai godendo...un cazzo un fica e due dita nel culo...ad un certo punto le dita escono...senti una mano premee la schiena per farti capire che devi piegarti verso il basso..smetti un'attimo di cavalcare...ti abbassi e senti la lingua di quello che cavalcavi lambire i tuoi seni aiutandosi con le mani...hai sempre il suo cazzo in fica...intanto dietro, le mani dell'altro ti allargano le chiappe....e inizi a sentire qualcosa di + grosso rispetto alle dita...è il cazzo del secondo uomo...il tuo respiro si fa sempre + affannato per via dell'eccitazione e del godimento che stai provando...lo senti entrare dentro di te...sempre pìù lentamente per non farti male ma per farti provare solo piacere...il tuo respiro si blocca un attiamo...lo senti tutto dentro di te...anzi li senti tutte e due...uno in fica e l'altro in culo...aspettano un secondo che i tuoi muscoli si adattino ai loro cazzi..e poi con movimenti coordinati..iniziano a scoparti....
...sei piena dentro di te...due cazzi...uno nel culo e l'altra nella figa che coordinati ti stanno scopando...tu sei ancora con la benda...sensazioni mai provate prima...nella stanza si sentono i tuoi gemiti ad ogni affondo...due mani e ogni tanto una lingua di quello di sotto, li senti sui tuoi seni...altre mani sui tuoi glutei...le tue mani appoggiati sul letto facilitare i tuoi movimenti...senti arrivare l'ennesimo orgasmo di questo incontro...tutto il tuo corpo rabbrividisce e ti bagni come una fontana...esausta ti accasci sull'uomo sotto di te...i cazzi ancora duri si sfilano da te...senti che ti girano...ora hai la schiena a contatto con il torso dell'uomo che ti stava sotto...le sue mani iniziano ad accarezzarti in un lento massaggio...senti il suo cazzo duro vicino al tuo secondo fiore...intanto l'altro uomo ha iniziato ad accarezzarti le gambe...e ogni tanto ti fa sentire il suo cazzo lunghe di esse...le mani di quello di sotto iniziano di nuovo a massaggiare il tuo seno...la voglia sta rinascndo...con il cazzo vicino tu inizi un lento massaggio col tuo sedere...poi le tue mani si avvicinano a lui, glielo prendi e telo indirizzi nel tuo secondo canale...piano, lentamente entra dentro di te...lo senti tutto...intanto anche l'altro si sta avvicinando seguendo le tue gambe...lo senti vicino al tuo fiore, e come una carezza, lentamente entra anche lui dentro di te...se di nuovo piena...due cazzi...in fica e in culo...solo che sei in altra posizione...le tue gamba si incrociano sulla schiena di chi ti è appena penetrato...e di nuovo...come se lo facessero da anni...iniziano a scoparti...i tuoi gemiti ricominciano a farsi sentire...un odore di sesso e di corpi imprenia la stanza...mani ti accarezzano lungo tutto il corpo...vanno avanti, dentro di te...li senti prendere velocità...ti manca il respiro...e inizi il piacere arrivare...fino a quando hai di nuovo un brivido...l'orgasmo è arrivato...urli dal piacere...ma loro non hanno finito..i loro cazzi sono ancora duri...ad un certo punto pronunci con un fil di voce..."venitemi in viso"...e come un comando, la macchina si ferma....escono da dentro di te...ti fanno sdraiare...senti i due cazzi dri vicino alle tue labbra...ed inizi ad assaggiarli..prima uno poi l'altro..senti i tuoi sapori...poi ti fai più decisa e inizi un doppio pompino...alternadoti..prima uno poi l'altro, e poi di nuovo...fino a che no li senti pronti...che sta per arrivare anche per loro finalmente l'orgasmo...apri la bocca tirando fuori la lingua e... ti sborrano come due fontane...accogli tutti in bocca...sborrano copioso il loro nettare....lo senti tutto...e lo ingoi...un sorriso di gratitudine e appagamento compare sul tuo volto...e come sono arrivati..le due macchine da sesso...silenziose...escono lasciandoti ancora bendata....
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14 years ago
admin, 75
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La donna sullo sgabello
Ci sono donne a cui piace avere un segreto, anche Maria ne aveva uno. Il lavoro al bar la teneva impegnata tutto il giorno e la routine di quel lavoro stressante, l’aveva ormai resa insensibile ad ogni forma di comunicazione con gli avventori del bar che bisognava tenere a debita distanza quando si avvicinavano a fare complimenti sperticati, perché lei era una donna sposata e con due figli e non poteva assolutamente cedere alla tentazione di farsi due chiacchiere con il primo belloccio che capitava nel bar.
Maria aveva dovuto sacrificare la sua vita alla famiglia, al marito, al lavoro e a tutti quei doveri che la vita le aveva imposto e che gli erano costati rinunce a desideri e sogni che avrebbe voluto realizzare, ma che forse non aveva mai potuto nemmeno immaginare, presa come era da tutte quelle responsabilità che la tenevano saldamente legata ai suoi doveri di madre e di moglie.
Ma chissà cosa pensava Maria, seduta sul suo sgabello dietro al banco del bar, quando per la prima volta accese il suo computer per collegarsi a quella chat che aveva conosciuto la sera prima, quando aveva sorpreso il figlio a chattare con una donna nuda in webcam, come del resto accade a tutti gli adolescenti che si affacciano al sesso e che in lei, oltre allo sdegno materno, aveva suscitato forse anche una curiosità tipicamente femminile che la spingeva a esplorare una realtà che non conosceva, lontana dal suo solito ambiente, dalle sue amicizie, lontana forse anche dalla sua stessa vita, ma forse proprio per questo motivo questa novità la stuzzicava.
Una chat è un luogo per farsi due chiacchiere come al bar, ma non esiste fisicamente, la gente si incontra e si conosce in posti virtuali chiamate “stanze” in cui nascono discorsi, a volte desideri che durano il tempo di una sigaretta, poi si chiude la finestra e si torna a lavorare, ma stavolta le chiacchiere erano andate oltre il tempo di una sigaretta, quel nick “flautodolce”era simpatico, era piacevole parlarci, e quando le chiese di sentirla al cellulare, Maria acconsentì.
La sua voce era calda, le piaceva, eppure Maria non sapeva perché avesse accettato di parlare con quell’uomo, del resto non avrebbe mai potuto conoscerlo, la sua vita era già tutta impostata, avviata sui binari di quei doveri e di quelle responsabilità che la facevano correre dritta come un treno nella notte, vedeva la vita e le luci lungo il tragitto, ma non poteva fermarsi, le sue emozioni venivano riflesse su uno schermo e la sua vita le passava davanti come un film.
Eppure questo film era diventato reale nella sua mente, sapeva che stava rischiando, ma sapeva anche che la posta in gioco era per lei, quella sensazione forte di rapimento che la assaliva ogni volta che in preda del desiderio, giocava col suo amante.
Sentiva il desiderio crescere sempre più forte in lei, ogni volta che leggeva le sue parole in quella chat, che ascoltava la sua voce calda e suadente al telefono, mentre si scambiavano carezze verbali e promesse virtuali, cresceva in lei un’emozione sconosciuta che le procurava quell’uomo misterioso, che in pochi giorni era diventato il suo segreto amante virtuale.
Ma non bisognava far conoscere a nessuno quel suo segreto, ne sarebbe andata di mezzo la sua reputazione, la sua condizione di donna sposata non le consentiva di parlare liberamente con un uomo e tanto meno di desiderarlo, doveva essere un desiderio segreto, ma un segreto ti può rendere prigioniero e se il segreto è un desiderio, non te ne puoi più liberare finché non lo hai realizzato, perché sei allo stesso tempo il prigioniero ed il carceriere del tuo desiderio e se vuoi liberarlo, devi realizzarlo, trasformarlo in piacere.
Maria era ormai preda del desiderio di quell’uomo che la faceva sentire diversa da come si era sempre sentita, piacevolmente eccitata, non era stato mai così piacevole sedersi su quello sgabello dietro il bancone del bar, da quando “flautodolce” in chat le aveva chiesto di immaginare che lui fosse una presenza invisibile che la cingeva per i fianchi e le carezzava dolcemente il collo con la bocca, mentre lei era seduta su quello sgabello, ma volava con la mente dove la portava il suo amante segreto.
La mente può volare se il desiderio gonfia le vele del piacere, quel vento ti porta dove non sei mai stato e non ti resta altro che seguire il tuo piacere, non ci sono strade, sentieri, metodi o tecniche da seguire, basta solo seguire il piacere.
Il piacere rapiva Maria ogni volta che, collegata a quella chat, parlava col suo amante segreto dei sui desideri più intimi e nascosti, la prendeva un piacere mentale, profondo che le avvolgeva tutto il corpo, che la faceva agitare e sbattere nervosamente le cosce l’una contro l’altra come se fosse una farfalla che si è appena posata su un fiore, eppure Maria era seduta su quello sgabello in una posizione la cui instabilità la eccitava ancor di più perché doveva mantenersi in equilibrio mentre il piacere la assaliva, voleva lasciarsi andare, ma allo steso tempo aveva paura di essere scoperta a godere da chi l’aveva sempre vista lavorare su quello sgabello.
Mentre il suo corpo era seduto su quello sgabello, la sua mente volava e desiderava di essere carezzata e baciata dal suo invisibile amante che la immaginava vestita solo con calze autoreggenti e perizoma, con le scarpe a tacco alto che le facevano da contrappeso quando si reclinava leggermente indietro con le spalle ed il bacino, reggendosi in equilibrio con le mani poggiate dritte sullo sgabello, con le cosce spalancate per accogliere la lingua vogliosa del suo amante virtuale che sprofondava nelle sue grandi labbra, cinte solo dal perizoma che ormai bagnatissimo, le faceva sentire la presenza viva e pulsante di quella lingua vogliosa e penetrante.
Il desiderio che si sprigionava nel suo corpo non le lasciava più via di scampo, poteva solo godere, bagnarsi, ma doveva tenere nascosto quel segreto desiderio che la assaliva ogni volta che seduta su quello sgabello, come una farfalla si posava sul desiderio del suo sogno proibito e immaginava di volare col suo amante sulle ali del desiderio.
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15 years ago
flautodolce, 38
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