cucknic
, 49/50 anni
Coppia
Milan,
Italia
Ultima visita: 5 anni fa
- 5 anni fa gioco pericoloso Mio marito è un porco, infatti dopo le sue insistenze, mi ha convinto a pubblicare foto su siti porno per mostrarmi ad altri maschi, si eccita e non capisco il perché. Questo ha portato anche a fare giochini che possono risultare pericolosi, ma che come dice lui, lo fanno arrapare, Quella sera eravamo rientrati incredibilmente presto da una serata trascorsa con amici e forse avevamo bevuto qualche bicchierini di troppo, ma senza essere fuori controllo, solo più allegri. Lui era su di giri e mi propose di fare un gioco all’aperto, in pratica dovevo indossare un vestitino molto da zoccola e lui mi avrebbe portata dove a volte ci sono le prostitute e li sarei rimasta per qualche decina di minuti sul marciapiede, così mi avrebbe scattato qualche foto. Come sempre, faccio la difficile, per ottenere qualche regalino, ma dentro di me, anch’io ero eccitata all’idea di giocare a fare la troia. Scelsi un vestitino cortissimo nero lucido, aderente e molto scollato, calze a rete nere, scarpe altissime, una trucco molto pesante, una sistemata ai capelli e presa una piccola borsetta, uscimmo di casa, passando dal garage e facendo attenzione che nessuno mi vedesse. Qualche chilometro in auto, una serata con temperatura mite, l’ideale per il giochino, ma cominciarono ad assalirmi piccole paure e dissi a lui: “Ma se mentre sono li, qualcuno si ferma e mi vuole …” e mio marito candidamente rispose: “Ma dai, basta che chiedi una cifra alta, vedrai che scappa via” Pensai quindi di non correre nessun rischio e poi si parlava di pochi minuti, mica dovevo star sotto al lampione due ore e mi tranquillizzai. Giungemmo sul vialone adatto stando attenti a non andare a fermarci dove c’erano quelle che battevano realmente e arrivammo in una zona più tranquilla, lui accostò l’auto, mi guardò e mi chiese se ero pronta. A dire il vero ero eccitata e lo capì anche lui mettendomi una mano tra le gambe, sentì che ero bagnata e mi sorrise maliziosamente. Il programma era: farmi scendere, fare qualche foto veloce da vicino, poi si sarebbe allontanato di qualche centinaio di metri con l’auto e sarebbe tornato indietro a piedi per fare altre foto andandosi ad appostarsi sulla aiuola spartitraffico del controviale, nascosto tra la fila di auto posteggiate e so che la sua speranza era vedermi a colloquio con un potenziale cliente, era quella la foto che voleva ed infatti mi disse: “Se capita l’occasione, sporgiti bene in avanti verso il finestrino e metti in mostra il culo che faccio una foto ultra” Era il momento scesa dalla vettura attendemmo transitare qualche auto, tanto su quel lungo viale dritto i fari ci avvertivano in tempo e scattammo diverse foto, stavo entrando nel personaggio, poi il bagliore ancora di un’auto e noi ci nascondiamo dietro la nostra macchina, come due ragazzini che hanno rubato le caramelle. Ora lui mi dice che andrà a posteggiare più avanti, per tornare poi a piedi con la macchina fotografica e dopo aver scattato altre immagini, mi tornerà a prendere come fosse un cliente e ridendo alterato dall’eccitazione disse: “Ma fammi un prezzo buono però!” Gli dico vai ora, mette in moto e lo vedo allontanarsi. Resto sola nel silenzio della notte, confesso che ho un po’ di paura, penso se arriva un cane randagio, ma non ho molto tempo per riflettere che ecco che delle luci e il rumore di un motore in avvicinamento, devo entrare nella parte, mi atteggio a vera troia, e devo dire che non faccio molta fatica, è divertente, sento una scarica di adrenalina quando l’auto rallenta, ma non si ferma, ne passa un’altra anch’essa quasi si ferma ma prosegue. Sono quasi delusa, forse non piaccio e chissà se mio marito è la di fronte a fare foto, nel buoi è impossibile vederlo. Altre luci in avvicinamento, scatta qualcosa in me, devo farmi notare, essere più aggressiva e spigliata, appoggio un piede al lampione e agito la borsetta proprio come la perfetta puttana e vedo che il tipo si ferma, il cuore batte forte, vedo scendere il finestrino del lato passeggero e un tipo con i capelli bianchi che si piega verso di me dicendo: “Quanto vuoi cara?” Io resto un po’ bloccata, nonostante avessi pensato mille volte cosa rispondere e poi con voce quasi tremolante risposi solo: “Cosa vuoi fare?” e solo in quel momento mi ricordai i movimenti che avrei dovuto fare e ripresi il controllo della situazione. Lui rispose che voleva un pompino, ma senza preservativo e con ingoio, la mia risposta fu facilmente negativa ed il tizio se ne andò senza aggiungere altro. Per me tutto bene, nessun problema, ma l’unica cosa che mi dispiaceva era di non aver parlato di prezzo, avrei voluto vedere la reazione alla mia richiesta. Nemmeno il tempo di guardarmi in giro che ecco un’altra auto che si ferma, un bel tipo, sui quarant’anni ben vestito, mi dice quanto voglio per fare sesso, ed io infilandomi come da istruzioni con il busto nell’abitacolo gli rispondo con voce decisa: “200 euro” Mi guarda un po’ stupito e poi mi fa: “Ma sarai anche una brava troia, però non mi sembri neanche tanto di primo pelo, sono troppi!” e se ne va. Ci resto un po’ male, ma dopotutto è quello che volevo, Mi guardo in giro per cercare il porco che fotografa, ma non lo scorgo, si nasconde bene e nel mentre arriva un’altra auto e si ferma di fianco a me, ormai sono entrata nella parte e mi avvicino con fare disinvolto, erano in due di mezza età, quello seduto accanto al guidatore mi dice: “Ciao sei nuova?” Ed io presa alla sprovvista sorrido senza rispondere. L’altro chiede: “Quanto vuoi?” con la solita mossa ad effetto mettendo in mostra i seni, mi abbasso appoggiandomi al tetto della vettura e dico: “200 euro” nel mentre sento una mano che mi afferra un seno e più che toccarlo, lo stringe, la cosa mi spaventa, ma cerco di non dimostrare le mie difficoltà, forse controlla la merce. Quello che era alla guida dice: “Ok va bene 200 sali e mi apre la porta posteriore” io resto bloccata, ero sicura che a quella cifra mi avrebbero mandata al diavolo, ora ho paura veramente, mi guardo in giro disperatamente sperando di vedere arrivare mio marito, ma non c’è nessuno. Senza rendermene conto siamo già partiti, cerco di riprendere il controllo chiedendo dove mi stanno portando. Il tipo seduto a destra si gira e mi dice: “Andiamo a casa mia, ma intanto vogliamo sapere chi ti ha dato il permesso di battere in questa zona” Solo ora mi rendo conto che sono quelli che controllano le prostitute e cerco in qualche modo di giustificarmi, sino ad arrivare a raccontar loro la verità, ma non mi credono, sono convinti che sia la classica signora di mezza età che vuole arrotondare le entrate. Entriamo in un cortile, mi fanno scendere senza tanti complimenti e poi entriamo come in un vecchio garage, sto tremando, ma non sentono ragione, mi fanno sedere su una branda che pare la cuccia di un cane, è un ambiente sporco con un disordine pazzesco. Uno dei due si piazza davanti a me e dice: “Allora puttana vuoi fare, puttana sarai” e mi sbatte il suo cazzo davanti alla faccia, da dietro l’altro mi spinge la testa sino a che non lo prendo in bocca, è sporco e persino puzzolente, ma lo sto spampinando, mentre l’altro mi fa accentuare il movimento, poco dopo sento anche il suo cazzo sulla schiena, mi fanno alzare e poi inginocchiare a terra, mentre continuo la pompa, l’altro mi solleva il vestitino e mi tocca pesantemente, mi sfila le minuscole mutandine, le annusa commentando sul buon profumo , poi ancora con le mani mi fruga ovunque. Mi ritrovo sdraiata su quella sporca branda, senza tanti preamboli uno dei due mi penetra con forza e mi sbatte violentemente, i cigolii fanno da sfondo e mi ritrovo l’altro cazzo in bocca, quasi mi manca il respiro. Quello che mi sta sopra continua a sbattermi e nelle pause che fa, oltre a sbavarmi addosso, mi apostrofa nei modi più coloriti che conosce, mi strizza le tette, le schiaffeggia, poi fortunatamente si ferma, ma solo per no finire troppo presto. Ora è l’altro che mi sbatte, poi mi gira a novanta gradi e mentre continua a stantuffarmi mi tira i capelli e mi da delle sonore sculacciate. Comincio ad essere esausta, sono ancora sdraiata e quello che si è ripreso si siede sulla mia faccia, vuole che gli lecchi il suo culo peloso, per non soffocare lo accontento. Oltre ai soliti aggettivi ora mi dicono: “Te li devi guadagnare 200 euro, sai qui le altre lo fanno per 50, tu sei anche più vecchia di loro e allora che cazzo vuoi! Prendilo allora troia” Ridono di gusto continuando a usarmi. Ho perso la cognizione del tempo, penso a mio marito, dove sarà, mi starà cercando, ma il bruciore inizia a farmi star male, cerco di dirglielo e solo dopo un po’ sento che si fermano. Cerco di alzarmi, uno dei due mi aiuta, ma come sono in piedi mi dice: “Ti fa male la fica?” Io riesco a dire un sommesso: “Si” e come risposta l’altro propone; “Va bene, allora adesso usiamo il secondo canale, ti rompiamo il culo” Li prego di non farlo, ma è inutile, mi ritrovo inginocchiata a terra, a turno senza nessun tipo di lubrificazione se non tutti gli umori colati ovunque, mi inculano, sento le loro palle sbattere, si alternano in turni di poche decine di secondi, ogni volta che entrano sembrano forzare di più, ad un tratto sono nuovamente sdraiata sul letto e vedo i loro due cazzi puntati sul mio viso, mi sborrano sul viso, sul seno, sui capelli, sembra ne abbiano un litro. Non reagisco in nessun modo, sono completamente distrutta. Li sento ridacchiare, non capisco neanche cosa dicono, forse sono troppo confusa e stanca, passano forse cinque o dieci minuti e arriva accanto a me uno solo dei due, l’altro è già andato via e mi dice: “Oggi è il tuo giorno fortunato, ti lasciamo andare via, ovviamente ti paghiamo con le dovute trattenute” e nel mentre mi mette un biglietto da venti euro sul seno, dove rimane anche quando mi alzo, dato che la sborra fa da collante e poi aggiunge con tono minaccioso: “Vieni, ora andiamo, ma non farti mai più venire in mente di battere in questa zona senza la nostra protezione” io faccio segno di si con la testa, cercando di aggiustarmi il vestito zuppo e stropicciato, la borsetta l’ho persa chissà dove, così infilo i venti euro in una calza. Prima di aprire la porta mi mostra un video sul suo telefonino, aveva ripreso tutta la trattativa quando ero sul marciapiede e senza aggiungere altro, mi fa capire che qualunque azione nei loro riguardi mi si sarebbe ritorta contro. Uscendo vedo che non andiamo verso la macchina e domando perché, ma il tipo guardandomi con sufficienza mi fa capire che non mi accompagnerà e mi indica la direzione dicendo: “Vai giù per questa strada e poi gira a sinistra sul viale, cammina che ti fa bene troia” Non rispondo e mi avvio con passo incerto quasi barcollante. Una volta sul viale mi sembra ancora più buio, saranno poche centinaia di metri ma mi sembrano chilometri, pochissimi sono i mezzi che transitano, chissà che ora sarà, è notte fonda. Ecco che sento un motore in avvicinamento, lo riconosco, è l’auto di mio marito, per fortuna mi vede e frena scendendo di corsa “Cosa è successo? Dopo aver fatto le prime foto, sono andato a prendere la macchina, ma ho dovuto fare il giro del controviale e quando sono arrivato non c’eri più!” Poi mi guarda meglio e vede come sono conciata, forse capisce ma non vuole crederci, così lo aiuto io rispondendo: “Si, mi hanno caricata, erano i protettori di qualche puttana della zona, mi hanno scopata! Guardami sono una vera troia, ti diverti ancora ora? Ma come vedi, indicandogli la banconota infilata nella calza a rete, ho guadagnato venti euro, si vede che valgo poco come zoccola” Lui resta impietrito, cerca in qualche modo di scusarsi, capisce di avermi esposta e di aver perso il controllo della cosa, pentito ed imbarazzato, oltre che cornuto. Io non mi aspetto certo una abbraccio in quelle condizioni ed è forse per questo che rimango piacevolmente stupita quando lui si avvicina e mi bacia con impeto sulla bocca stringendomi a se e domandandomi scusa. Ma tranquillo, stasera non si scopa e domani vedi di passare dal gioielliere, perché le scuse vanno sempre accompagnate da qualcosa di concreto e possibilmente molto costoso. 6500 0 8 anni fa
- 5 anni fa primo incontro Da molto tempo Jessy si lasciava fotografare, in pose da vera troia e si divertiva anche quando le riferivo i complimenti degli ammiratori, se poi le sborravano le foto, faceva la timida, ma godeva come una porca. Continuavo ad insistere per passare a qualcosa di concreto, mi sarebbe piaciuto vederla godere posseduta da altri, ma lei sempre rifiutava. Come in tutte le cose però giunse il momento magico, o particolare, chiamatelo come volete, quell’attimo in cui una sequenza di parole giuste, portano alla realizzazione di un insperato programmino che ovviamente dovevo cercare di presentarle come il più tranquillo possibile. Il suo timore principale era farsi riconoscere e su questo punto le avevo garantito che avrebbe potuto indossare una mascherina, magari non proprio intera come quella che usa nelle foto, tanto anche gli altri presenti avrebbero avuto lo stesso problema. Non potevo non informare subito il Bull che da tempo mi stava dando preziosi consigli e che sarebbe stato premiato per la sua pazienza. Non c’era tempo da perdere, facendo passare troppi giorni, avrei rischiato che cambiasse idea, anche se non era completamente convinta avevo un po’ forzato i tempi ed organizzato l’incontro per il fine settimana. Il Bull aveva carta bianca, unica raccomandazione che mi ero permesso di fargli, era di non spaventarla con troppa gente, o troppe richieste immediate. Il giorno X come programmato, arrivammo presso una villa della Brianza, lei era tesa, ma curiosa e anche se non lo ammetteva, eccitata, mai era uscita vestita così da troia. Solo durante il viaggio cercava di capire cosa avremmo fatto, sembrava volesse rassicurazioni ed io cercavo di tranquillizzarla, spiegandole che sarebbe stato come un gioco tra amici ed infatti ad accoglierci appena giunti a casa del Bull, c’era la moglie di lui, una splendida donna sui quarant’anni, con un fisico mozzafiato, quelle che io definisco, da sega immediata, indossava un vestitino nero cortissimo, molto aderente che lasciava ben poco all’immaginazione, le calze nere e le scarpe dal tacco altissimo, la rendevano ultra modo sexy. Anche Jessy era vestita adeguatamente, la situazione lo imponeva, anche per lei gonna nera corta, autoreggenti nere, scarpe altissime, giubbottino che a stento conteneva il suo prorompente seno ed ovviamente una mascherina dorata già sugli occhi. Una volta in casa ci accomodammo in salotto e mentre sorseggiavamo un drink tra i convenevoli, faceva il suo ingresso lui, alto con un fisico prestante a torso nudo, che con voce ferma e sicura si presentava andandosi subito a sedere al fianco di Jessy. Cercava con parole misurate di metterla a suo agio, le assicurava che questi giochi loro li facevano da anni e devo dire che non so se il merito fu del drink o del Bull, ma Jessy sembrò rilassarsi. Lui cominciò a farle dei complimenti, poi la invitò ad alzarsi, a farsi vedere meglio e intanto senza che nemmeno lei se ne accorgesse, le aveva già tolto giubbino e camicetta, lei rimaneva impassibile di fronte a lui. Anche la signora si era parzialmente spogliata e le stava accanto forse per far capire da subito, come sarebbe andata la serata, il bull mi disse di andare in cucina a prendere degli stuzzichini, sapevo che dovevo lasciarlo solo per un po’ e senza dire nulla tolsi il disturbo. Jessy mi guardò con una espressione interrogativa, quasi spaventata, la rassicurai con un sorriso. Il bull iniziò ad accarezzarla ed a spogliarla ancora lasciandola con la sola biancheria intima, calze e scarpe. La signora spogliò il suo lui che era in piedi davanti a Jessy, quando gli liberò il membro era già eretto, lo prese in bocca spampinando solo per pochi secondi, poi fece avvicinare Jessy dicendole di continuare. Un attimo di titubanza e Jessy lo prese in bocca, io intanto sbirciavo senza farmi vedere per non rischiare di mandare tutto all’aria. La signora guidava la testa di Jessy accarezzandola e lei cominciava a prenderci gusto, infatti il Bull toccandole il perizoma le disse: “Sei bagnata come una puttanella ti piace vero?” Lei annuì continuando il pompino. Lui la fece alzare dicendole di seguirla e lei ubbidì senza fiatare. Entrarono in una stanza dove c’erano tre divani, un tavolino al centro, le luci erano soffuse, mentre una musica in sottofondo rendeva molto erotico il tutto. La fece sedere sul divano e le disse: “Ora mi mostri come ti tocchi la fica” Jessy timidamente provò a dire qualcosa, ma poi lui con un solo gesto la invitò nuovamente e lei iniziò a toccarsi. La signora intanto si era spogliata del tutto e si era sistemata sul tavolino a pecorina per farsi scopare sotto gli occhi stupiti di Jessy che vedendo quel poderoso cazzo entrare nel corpo della donna, aumentava il ritmo della sua masturbazione ansimando. Io ero entrato nella stanza, ma non so se realmente lei non mi notò o se finse di non vedermi. Non resistevo e andai da dietro al divano per metterlo in bocca a Jessy, ma il Bull mi disse di attendere, si alzò, il suo cazzo era eretto, non aveva ancora raggiunto l’orgasmo e iniziò a strusciarlo sui seni di Jessy e intanto la toccava, ma senza cercare la penetrazione. Le disse qualcosa all’orecchio, io vidi l’espressione di sorpresa di Jessy, ma non capii, solo dopo pochi minuti mi resi conto che aveva invitato tre amici alla festa. Le due donne erano sedute nude sullo stesso divano e pareva che ormai fosse una cosa normale. Io fui presentato come il cuck e restavo isolato in un angolo. Uno dei tre era alto e grosso, di mezza età, gli altri due erano molto giovani ed atletici, senza tanti convenevoli si denudarono. Il bull fece indossare a Jessy un collare a cui era attaccata una lunga catena, per lei era normale, lo facevamo sempre, ma quello che non sapeva e che l’uomo grosso che chiameremo Mario, la fece camminare a carponi tenendola come una cagna e stranamente lei non si lamentò. La portò poi vicino al divano dove la signora si stava facendo sbattere dai due giovani e sotto ai loro colpi godeva urlando, Jessy osservava la scena, io feci un altro tentativo con il cazzo tra le mani, ma fui bloccato dal Bull che mi disse: Ora è il momento che tu veda la tua donna godere davvero” forse non aspettavo altro e arretrai di un paio di metri per non intralciare. Jessy fu fatta sdraiare a terra, mentre tutti i presenti erano seduti ad osservare, il bull la prese letteralmente per le le gambe sollevandola e la penetrò con decisione, iniziando a stantuffarla con foga, ad un tratto uscì dalla sua fica per non sborrare e Mario senza perdere tempo lo sostituì, sembrava dovesse schiacciarla grosso com’era, poi la fece girare e continuò a chiavarla a pecorina. Si alzò anche lui tirandola su di peso e sbattendola sul divano semisdraiata. I due ragazzi giocavano con le sue tette, la palpavano, si facevano fare delle spagnole, alternandole a pompini e lei ormai era preda di tutto ciò, mentre io mi ritrovavo con il mio cazzo in mano. Uno dei ragazzi si era seduto scopando Jessy sopra, la signora intanto portava del gel e mentre proseguiva la scopata cospargeva l’ano di Jessy. Neanche il tempo di dire che non aveva mai fatto una doppia, che il cazzo dell’altro ragazzo la inculava senza pietà, solo un gridolino e dopo una cavalcata tremenda. Il Bull ad un certo punto li fermò e disse: ok, ora dato che la nostra troia ha disubbidito agli ordini ed ha indossato la maschera, gliela togliamo e concludiamo con un bukkake. Jessy forse esausta non aveva la forza di opporsi e se la fece togliere senza fiatare, da li a poco si ritrovò a turno prima i cazzi dei ragazzi che andarono a ricoprirla di sperma sulla faccia, sui capelli colando giù per il collo, poi fu la volta di Mario che fece esplodere una schizzata da record e non pago se lo fece succhiare sino ad averlo tutto pulito e mentre si attendeva l’opera del Bull, anch’io avevo sborrato, si ma nelle mie mani. Lui la fece sdraiare a terra così conciata di sperma e la signora si mise a gambe aperte proprio sopra alla testa di Jessy. Il bull scopò la signora, mentre Jessy sentiva le palle del Bull che le sbattevano in faccia, il Bull scaricò in quella splendida fica tutto il suo seme, poi lei si sollevò quel tanto che bastava per posizionarsi bene sopra alla bocca di Jessy. Il Bull con voce forte e decisa disse: “Apri la bocca troia, bevi quello che le esce dalla fica” e lei accolse anche questo liquido denso e misto del godimento della coppia. Rimase poi a terra esausta per alcuni minuti, mentre gli altri chiacchieravano tra loro, sino a che non mi avvicinai e la aiutai ad alzarsi per andare a farsi una doccia, la guardai negli occhi e lei disse solo: “che porco che sei, mi hanno….” Ma non proseguì oltre. Quando uscì ripulita, la signora le andò incontro e parlarono tra loro, senza che io potessi capire. Forse era un nuovo appuntamento? 5076 0 8 anni fa