{"linkButtonClass":"stories-filter__top-new-button button button_default","href":"\/aggiungi-racconti","title":"Aggiungi racconto","displayFirstSpan":true,"firstSpanClass":"stories__top-new-button-icon","firstSpanContent":"\n<svg class=\"svg-icon icon-add-button-icon\">\n <use xlink:href=\"\/build\/sprite-29a76cf5105279c2d27465a46f2dd7fa.svg#add-button-icon\"><\/use>\n<\/svg>","displaySecondSpan":true,"secondSpanClass":"stories__top-new-button-text","secondSpanContent":"Aggiungi racconto","checkDeactivatedProfile":true}
- 6 ore fa LA SUI MONTI CON…. (Parte II) Il weekend in effetti non era terminato con la bella visione che avevo avuto durante l’escursione in montagna.. Dopo essere rientrato nella mia stanza, essermi nuovamente masturbato e debitamente rilassato, pensavo che quella gita non mi avrebbe più regalato altre emozioni se non la pace dei sensi davanti ad un buon libro. Ma il destino aveva dei piani ben diversi. Mi ridestai da un breve pisolino schiacciato sulla terrazza della mia camera, e mentre sedevo beatamente in accappatoio ed il sole baciava il mio viso, mi accorsi che si avvicinava l’ira della cena. La non breve escursione e le due copiose sborrate unite al clima montano mi avevano risvegliato un certo appetito. Mi cambiai vestendomi abbastanza informalmente con un paio di pantaloni blu ed una camici e scesi nella sala ristorante. Devo dire che la qualità e la varietà dei prodotti era impeccabile, i salumi valtellinesi si alternavano ai formaggi e c’era pure un bel menù serale unito ad una lista di vini locali di tutto rispetto. Ordinai un robusto sforzato unito ad una selezione di affettati e poi della cacciagione, tutti cibi che mi avrebbero aiutato a recuperare il vigore e le energie. Mente mi dedicavo alla cena, con mia grande sorpresa, entrò in sala anche la coppia che si era esibita quel pomeriggio. Passarono proprio davanti al mio tavolo e fecero finta di non riconoscermi. Io chiaramente assecondai questo loro desiderio e senza rivolgere a loro uno sguardo continuai a dedicarmi alla mia cena. Lei portava un vestito lungo, estivo, con la schiena scoperta, mentre lui un semplice paio di pantaloni ed una maglietta. Mentre pasteggiavo buttavo un occhio al loro tavolo, dove li vedevo comunque chiacchierare amabilmente e confabulare fra loro, senza peraltro, incrociare mai lo sguardo di alcuno dei due. Consumata la cena, mi alzai per dirigermi verso la terrazza dell’hotel e prendere il caffè alla luce delle stelle, quando passando davanti al loro tavolo l’uomo mi disse “ciao…certo che potevi anche salutare!”. Sorpreso da quella frase ed anche un po’ spiazzato non trovai di meglio che prorompere in una breve risata, che comunque servì non poco a far cessare l’imbarazzo di tutti e tre. L’uomo mi invitò al loro tavolo e così mi sedetti nell’unico posto possibile accanto alla moglie. Si chiamavano Claudio e Cristina (chiaramente nomi di fantasia), e, come immaginavo, erano escursionisti esperti, venuti in hotel per una settimana di relax e camminate in montagna sicuramente più impegnative delle mie. La conversazione proseguì in modo divertente e nessuno di noi tre fece mai alcun cenno all’episodio della piscina naturale. E tra una battuta e l’altra si fecero all’improvviso le 21:30 (ebbene si signori in montagna si cena presto), e tutti e tre, sotto le occhiate dei camerieri, ci spostammo in terrazza per prendere un drink ed un caffè. Il clima fresco delle sere montane faceva da contorno alla nostra breve bevuta, e Cristina si avvolse in uno scialle, coprendo la punta dei capezzoli che con il fresco era diventata dura. Il marito aveva notato che ammiravo i seni piccoli e tondi di Cistina ma sembrava alquanto benevolo, ed io, non avendo nulla da rimproverarmi indugiavo sulle sue forme. Dopo circa qualche minuto Claudio e Cristina si congedarono dicendomi “qui la spa è aperta fino alle 24 credo che noi andremo a farci una sauna”. Chiaramente presi la frase come un invito e dopo essere risalito in camera ed essermi spogliato, scesi in ciabatte ed accappatoio nella spa dell’hotel. La spa era piccola ma ben tenuta, una piscina con zona idromassaggio, una sauna ed un bagno turco che a quell’ora erano completamente liberi. Sentii la voce di Claudio provenire dalla sauna ed allora la raggiunsi. Aprii la porta e Cristina finse il massimo stupore, dicendomi “anche tu qui?”, come se non avesse sentito la frase che Claudio mi aveva rivolto poco prima. Per una sorta d gioco pudico, Cristina, che quando ero entrato era completamente nuda, si coprì con il telo da sauna che però le copriva a stento fino a mezza coscia. Decisi nuovamente di dar seguito a quel gioco e mi sedetti di fronte a loro con l’asciugamano cinto in vita. Claudio si dimostrò molto affabile conversando del più e del meno mentre Cristina si limitava spesso a sorridere, rispondendo a qualche mia battuta con piccoli e falsi rimbrotti. Non senza piacere, però, mi accorgevo che sempre più spesso la mano di Claudio spariva sotto l’asciugamano di Cristina e le gambe di lei, prima accavallate, ora erano decisamente più aperte. Dopo qualche minuto la mano di Claudio si fermò decisamente sotto l’asciugamano e dalla stoffa bianca si intuiva che stava masturbando il clitoride di Cristina che a stento tratteneva i gemiti. Con un gesto velocissimo, Claudio tolse l’asciugamano a Cristina che rimase nuda nella sauna mentre la mano di suo marito continuava a disegnare dei cerchi concentrici intorno al suo clitoride che era diventato teso e duro. I capezzoli, nonostante la temperatura della sauna erano ritti e sudati ed invitavano ad essere leccati. Chiaramente quello spettacolo ebbe una sana influenza anche su di me, ed il mio cazzo ben presto divenne duro sotto l’asciugamano che oramai non riusciva a nascondere più nulla. Ad un tratto Claudio si tolse l’asciugamano e sfodero un cazzo duro parimenti al mio, e tolse le mani dalla cosce di Cristina ed invitandola a prendere in bocca il suo uccello. Da brava moglie, Cristina si avvento con la bocca sul cazzo del marito prendendolo fra le labbra ed affondando fino in fondo. Appena arrivava alla radice la mano di Claudio si appoggiava alla sua nuca e la tratteneva per qualche istante piantandole il cazzo direttamente in gola. I mugolii di Cristina riempivano la sauna, ma a quell’ora eravamo gli unici avventori della spa. La mia mano iniziò di nuovo a percorrere il mio cazzo avanti ed indietro pensando che Claudio e Cristina volessero di nuovo godere di una bollente esibizione , ma ad un tratto Claudio mi fece cenno di avvicinarmi mentre Cristina continuava a succhiargli il cazzo. Colsi prontamente il gesto di Claudio e mi sedetti in parte a Cristina con il cazzo nudo,. Lei mi volgeva le natiche mentre succhiava ancora il marito ed io ne approfittai ed iniziai mente era prona a leccarle la figa fradicia di umori e di sudore della sauna. Chiaramente avevo abbassato leggermente la temperatura, dato che altrimenti tra il calore di corpi e quello delle pietre saremmo bolliti, e leccavo avidamente la figa di Cristina avanzando con la lingua fino al culo ed entrando con la punta nell’orifizio anale. Leccare il culo mi è sempre piaciuto e mentre affondavo con la lingua dentro Cristina le masturbavo la figa con due dita, entrando ed uscendo in profondità. Le sue grida di piacere erano soffocate dal cazzo di Claudio che continuava a farsi pompare l’uccello duro. Da parte mia leccavo con avidità il culo passando poi alla figa ed alternando le dita in entrambi gli orifizi, dato che avevo constatato già alla vasca naturale come Cristina fosse ben aperta in entrambi i suoi buchi. Ad un tratto Claudio liberò la nuca di Cristina che rialzandosi lo baciò con un bacio lungo e umido e poi si girò verso di me. Cistina affondò le labbra sul mio cazzo fino in fondo come al marito chiedendo “riempimi la gola, spingimi il cazzo fino in fondo”. Per farla arrivare alle palle avevo sporto il culo fuori dalla panca e alzato le cosce mentre le trattenevo la testa sul cazzo, dandole il piacere soffocato che chiedeva. Ad un tratto Cristina mi infilò un dito in culo mentre continuavo a tenerla con la testa abbassata sul mio cazzo e mente succhiava mi trastullava lo sfintere con le sue dita. Claudio intanto non era inoperoso, ma aveva preso il suo cazzo duro e aveva riempito la vulva fradicia della moglie sbattendola con colpi secchi e duri. Claudio la incitava dicendole “succhia troia, prendilo fino alla fine puttana” e Cristina rispondeva eccitata ai suoi inviti affondando sempre più la lingua sul mio cazzo e le dita nel mio culo. Il doppio movimento mi stava portando all’orgasmo ma mi trattenni facendo rialzare Cristina e interrompendo i colpi secchi del marito. Presi Cristina e la invitai a cavalcarmi e lei si sedette sul mio cazzo ed iniziò a sfregarsi contro il mio pube mentre il mio uccello la riempiva in profondità. Il marito intanto le aveva inumidito il buco del culo e vedendolo pronto portai Cristina verso di me e la baciai, tenendola con forza piegata verso di me. Claudio alla vista della moglie piegata, diresse il suo cazzo verso il culo imperlato di saliva di Cristina e con un colpo secco riempì l’ano della moglie e con due spinte arrivò fino in fondo.. Trattenevo Cristina intanto che si abituava al cazzo nel culo, ed era scossa da forti tremiti, mentre i colpi si alternavano all’interno del suo corpo riempiendola completamente. Dopo i primi tentennamenti Cristina si lasciò completamente vincere dal piacere ed ai suoi movimenti prima ostinati si sostituirono le parole.., “si spingete…riempitemi fino in fondo.. cazzo che bello spingi”. Incitati dalle frasi di Cristina aumentammo l’intensità dei colpi e la loro durezza. Il corpo tremante e sconquassato della moglie era sottoposto alla nostra forza. Il suo orgasmo era sempre più presente ed esplose con una copiosa venuta sul mio cazzo mentre il marito continuava a batterle lo sfintere. Cristina chiedeva pietà ed allora Claudio le tolse il cazzo dal culo lasciandolo aperto e le ordinò “apri con le mani” Cristina piegata mostrava i suoi buchi larghi e provati mentre i nostri cazzi duri la dileggiavano dall’altro. Pur stanca si sedette sulla panca e provata rimaneva tremante dall’orgasmo che ancora la straniva. Senza darle respiro ci alzammo davanti a lei e le sborrammo contemporaneamente su viso e sul seno lasciandoci andare a mugolii di compiacimento ammirando la vista del seme che ricopriva Cristina. Claudio le versò un poco d’acqua della sauna pe ripulirla e dopo esserci ripresi abbandonammo la spa e ritornammo nelle nostre camere. Il giorno dopo mi alzai con fatica. La fresca aria di montagna mi aveva conciliato il sonno e per poco mancai la colazione che invece feci abbondantemente. Cercai con lo sguardo Claudio e Cristina ma sicuramente si erano alzati presto per un’escursione lunga di cui sinceramente non sentivo il bisogno. Verso metà pomeriggio, riprese le mie cose, salii in auto e rientrai in città. Non li rividi ne sentii mai più ma porterò sempre con me il ricordo di quel weekend estivo. 11 0 1 giorno fa
- 6 ore fa LA SUI MONTI CON…. (Parte I) L’estate quell’anno era particolarmente afosa, ed il caldo cittadino opprimente. Rimanere in ufficio diventava ogni giorno più difficile e la giacca si incollava alla camicia fradicia che diventava tutt’uno con la pelle. Decisi quindi di approffittare di un pacchetto weekend che mi avevano regalato alcuni amici, e che giaceva da qualche tempo sulla mia libreria, ed andare a trascorrere un paio di giorni al clima più fresco della montagna. Non volendo fare molti chilometri visto il poco tempo, tra le varie mete offerte, sclelsi una meta sita sui monti della Valle Camonica che prometteva totale relax, passeggiate nella natura, una discreta scelta culinaria ed una spa dove rilassarsi qualora il tempo sempre ballerino della montagna fosse stato inclemente. Il sabato di mattina di buon ora (odio le code!), preparai le poche cose che sevono per due giorni, le misi a bordo della mia automobile e partii alla volta del resort. Il clima aveva quel sapore mite delle giornate estive, e la quiete del primo mattino mi portava ad azzerare ogni pensiero ed a godermi il panorama che si stagliava dal finestrino. Superato il lago di Iseo mi fermai a fare colazione in un bar sulla strada e in poco tempo raggiunsi l’hotel. Essendo una persona attiva, però, il relax lo concepivo come un’attività motoria non impegnativa ed almeno il primo giorno mi ero ripromesso di fare una lunga camminata. Superate le formalità della reception salii in camera e mi cambiai trasformandomi, almeno negli abiti e nelle intenzioni, in un provetto escursionista. Scesi nella hall e il personale mi indicò dei sentieri di medio livello e quindi mi incamminai prima che il sole diventasse torrido. Presi il sentiero con buon piglio e iniziai la salita, senza comunque dare troppo ritmo, ma godendomi il paesaggio. Inorno a me gli abeti ed i larici sempre verdi erano nel massimo dello splendore estivo, e mi fonivano di una rifrescante ombra, mentre lontano sentivo rieccheggiare il ribollire di un ruscello. Mentre camminavo e beatamente mi perdevo nel panorama naturale, non mi accorgevo che dietro di me avanzavano di passo buono due persone. Sicuramente erano escursionisti molto più in gamba del sottoscritto perché viaggiavano ad un passo molto più sostenuto, mentre confabulavano tra loro. Ben presto mi raggiunsero e mi superarono ed al momento del sorpasso, dando seguito alle buone leggi della montagna, li salutai ad alta voce. Si girarono verso di me rallendanbdo un attimo e con mio stupore mi accorsi che eranao un uomo ed una donna. Vestiti entrambi da escursionisti e con fascia e occhiali da sole non avevo capito che uno di loro si trattase di una donna, entrambi risposero cortesemnte al mio saluto e continuarono per la loro strada lasciandomi indietro. Dopo circa due ore di camminata, ed incuriosito dal rumore dell’acqua provediente dalla mia sinistra decisi di fare un fuori programma ed avvicinarmi al torrente che seguiva il sentiero. Raggiunto il corso d’acqua mi accorsi che questo era di dimensioni generose e che ogni trenta metri si traformava in una puiccola cascata che riempiva delle vasche naturali dove ci si poteva tranquillamente bagnare. Risalii ancora un attimo il corso del ruscello e attirato dall’acqua fresca mi tolsi la camicia e mi rifrescai il petto e la schiena sotto una piccola cascata. Mi sentivo comunque osservato, e mentre mi asciugavo notavo che la coppia che avevo incrociato prima mi guardava da circa ua ventina di metri. Anche loro avevano approfittato del corso d’acqua e si stavano godendo il fresco del torrente in una vasca sita più in alto rispetto alla mia. Per paura di disturbare mi stavo per allontanae, quando lei si tolse la maglietta e rimase a petto nudo davanti alla vasca d’acqua. Avevano sicuramente notato la mia presenza ma se volevavo continuare questo gioco non sarei stato certo io ad interromperli. Sicuramente il togliersi la maglietta da parte di lei era stato un gesto naturale, ripetuto chissà quante volte in chissà quante escursioni, ma comunque quel fuori programma aveva reso ancor più interessante la mia camminata. Lei era decisamente senusuale…un corpo magro, scolpito dall’attività fisica con dei seni piccoli ma sodi e due capezzoli che per il freddo dell’acqua monana erano rimasti ritti come due punte di spillo. L’uomo le si avvicino ed io pensai che fosse per rivestirla, ma contrariamente, iniziò a prendere i capezzoli fra le sue labbra succhiandoli avidamente. La sua lingua continuava ad indugiare sul petto della donna la quale iniziava ad ansimare e non lo fermava. Ben preso mi accorsi che lei, buttava delle occhiate nella mia direzione per vedere se gradivo la scena o se mi fossi allontanato, ma io chiaramente mi stavo assaporando lo spettacolo e sentivo il mio cazzo crescere all’interno dei pantaloncini. L’uomo ad un tratto le slaccio i pantaloncini che ben presto caddero alle cavigli di lei liberando un culetto piccolo e sodo che già diventava oggetto delle mie più porche fantasie. Tolte anche le scarpe l’uomo la condusse all’interno della vasca ed in piedi iniziarono a infrescarsi con l’acqua fresca. Le mani di lui indugiavano sempre più spesso fra le cosce di lei che non disdegnava e si lasciava condurre in quel massaggio refrigerante ed eccitante. I suoi occhi continuavano a guardare nella mia direzione ed ammetto, che la mia mano era oramai sparita all’interno dei miei pantaloni e mi toccavo il cazzo sempre più gongfio e duro. Adf un tratto lui le abbasso anche le mutandine che si fermarono all’altezza delle ginocchia e con un dito iniziò a penetrarle la figa che oramai era fradicia, mentre le loro lingue continuavano ad intecciarsi in lunghi baci bagnati. Lo invidiavo decisamente e avrei voluto partecipare a quel connubbio, ma oltre gli sguardi maliziosi non avevo ricevuto alcun cenno di invito e con ogni probabilità loro preferivano continuare questo gioco. Me ne rimasi quindi nella mia posizione ma slacciai i pantaloncini che caddero a terra ..liberando il mio pene che mi trastullavo goduriosamente con la mano. Alla vista del mio cazzo libero…la donna si piegò ed abbassate le mutande dell’uomo iniziò a prendergli il pene in bocca. Mi ripresi un attimo distogliendo lo sguardo da quel sonoro pompino, chiedendomi se non ci fosse nessuno, ma in effetti ci eravamo discostati dai sentieri battuti e nei paraggi non si vedeva o sentiva anima viva. Lei sapeva decisamente ciò che faceva. Partiva dalla punta e poi con le labbra affondava fino in fondo al cazzo facendo uscire la lingua e leccando simultaneamente anche i coglioni dell’uomo che godeva con decisi gemiti di piacere. A quella vista la mano sul mio cazzo iniziava a prendere velocità e sentivo il membro diventare sempre più duro ed il formicolio del piacere salie dalle cosce ma non volevo ancora sborrare. Approfittando della schiena piegata della donna che continuava a succhiare, l’uomo era passato dalle dita infilate nella vulva ad occuparsi del suo culo e mentre con una mano le teneva i capelli facendola affondare sul cazzo per prenderlo fino alla radice, con l’altra mano le sondava per bene il culo spingendo in profondità per darle piacere. Sicuramente lei non disdegnava dato che con le anche faceva un contro movimento per far affondare le dita sempre più a fondo e prendere il piacere anale fino alla fine. Ad un tratto l’uomo la fece rialzae la facio sensualmente pizzicandole il capezzolo e dopo averla fatta girare la piegò leggermente e le infilò un cazzo di generose proporzioni nella figa che tra acqua e piacere era oramai fradicia come un laghetto montano. L’uomo iniziò a prenderla con colpi possenti ed i mugulii strozzati di piacere di lei si mischiavano ai rumori della montagna. Lui non le dava tregua la martellava con forza ma sicuramente lei non disdegnava contunuando a godere e a farsi rimepire… Ad un tratto lei fu scossa da tremori..vidi le gambe cederesegno sicuro che era copiosamente venuta spruzzando la sua voglia sul cazzo dell’uomo che era ancora duro. Lo sguardo di lei si rivolse al mio per capiregli effetti del suo orgasmo, ed io oramai tenevo il cazzo che mi pregava per una copiosa sborrata, ma mi trattenevo per vedere dove voleva arrivare l’uomo che non aveva ancora sborato. L’uomo fece inginocchiare la donna nell’acqua che le arrivava fin a coprirle metà capezzolo e girandosi verso di me, come per invitarmi a sborrare insieme, le fece aprire la bocca e le riempì con copiosi getti la bocca di seme. A quella vista non mi tratteni più e sborrai anche io schizzando il mio sperma sull’erba circostante.. Lei mi giardò con la bocca piena di sperma e degluttì sfamandosi del seme dell’uomo e poi si girò verso di me aprendo la bocca e mostandomi che era vuota. Per poco non venni nuovamnete.. L’uomo e la donna, finito lo spettacolo si rialzarono gli slip e ripresero a rinfrescarsi nella vasca naturale confabulando e ridacchiando fra di loro. Compresi di aver esaurito il mio ruolo, mi rivestii e tornai presi di novo la strada per il sentiero battuto, risciacquando prima i vestiti, dato che il mio getto non aveva risparmiato i pantaloncini che giacevano ai miei piedi. Decisi che era ora di tornare all’hotel pensando con piacere al fuori programma di cui avevo goduto e salutando gli escursionisti che incontravo sulla stradina, che mi guardavano maliziosamente vedendo la macchia d’acqua a livello del mio cazzo. Tornato in hotel mi feci un’altra sega pensando all’accaduto e mi rilassai sulla mia terrazza con un buon libro. Non potevo immaginare che il weekend non sarebbe finito li… 34 0 2 giorni fa
- 4 giorni fa ap.1: Un’incredibile esperienza sessuale giovanile: Dedé e Monique. Insieme ad alcuni amici, avevamo affittato una cantina dove ci ritrovavamo per suonare la chitarra e dove speravamo di poter portare le ragazze! Poi allora andava di moda mettere su questi piccoli “Club” tra amici.La cantina ce l’aveva affittata una Signora francese sulla quarantina molto bella e provocante che diceva di essere originaria di Cannes, dove aveva fatto la controfigura di Brigitte Bardot, alla quale, invero, somigliava molto, imitandone anche la pettinatura e l’abbigliamento.Era arrivata nella nostra Città per curare il figlio affetto da leucemia in quanto il locale ospedale era allora un’eccellenza in questo campo ed aveva acquistato un palazzetto con al piano terra un negozio ed una cantina.Ufficialmente lavorava come modista nel suo negozio aperto sotto casa, in realtà faceva spettacoli di spogliarello ed arte varia in un locale notturno allora molto in voga in Città e si diceva che organizzasse poi a casa sua incontri di sesso sfrenato durante i quali,con facoltosi imprenditori, professionisti e commercianti che frequentavano il locale dove si esibiva. Noi avevamo affittato la sua cantina dandole diversi mesi di anticipo.Accadde però che il padre di uno dei miei amici, che era un alto funzionario della Questura, venuto a saperlo, le impose di mandarci via motivandolo con il fatto che disturbavamo con la nostra musica i vicini di casa.Era evidentemente una scusa, in realtà non voleva il figlio avesse rapporti con questa persona. In ogni modo dovemmo andarcene.Nel frattempo purtroppo il figlio della Signora, che inizialmente sembrava aver trovato la cura giusta, morì e Lei cadde nella più totale disperazione.Dovevamo recuperare i soldi dati come anticipo e me ne occupai io, che ero un poco il tesoriere del gruppo.Quando seppi che si era rimessa, decisi di tornare da Lei in quanto i soldi da recuperare erano per noi importanti e comunque non aveva manifestato alcuna difficoltà a restituirceli.Erano passati un paio di mesi e la trovai in gran forma, in guepiere e reggicalze insieme ad un’amica con la quale faceva gli spettacoli al locale, che invece indossava solo una vestaglia trasparente, senza nulla sotto.Nemmeno la Signora indossava slip e non essendo in uso la depilazione del pube, ma solo curare un poco il pelo in estate, avevano una peluria folta ma curata che mi eccitò subito moltissimo.Mi ricevettero cordiali e la Signora mi disse che si ricordava bene di quando l’avevo trovata nella vasca da bagno: non riusciva più a parlare ma mi vedeva. Inoltre mi disse che non voleva più morire in quel momento e che ebbe paura che io scappassi senza chiamare nessuno!(Ho letto poi che spesso i suicidi, dopo il gesto estremo, non perseverano se si riesce a fermarli, tanto che in taluni luoghi, come il ponte di Ariccia ai Castelli romani, luogo in passato di molti suicidi e per questo detto appunto “Ponte dei suicidi”, sono state installate delle reti affinché dopo il primo salto, il suicida possa fermarsi ed in genere non persevera nel suo gesto).Non ricordo quando la Signora mi disse queste cose cosa le risposi, ma credo che rimasi basito o quasi, perché ero molto eccitato da quelle presenze ed eccitato vuol dire che avevo già il cazzo duro solo guardandole!Se ne accorsero, risero tra loro, mi dissero di avvicinarmi e mi palparono insieme tra le gambe masturbandomi per un poco da sopra alla stoffa dei pantaloni.Non so come sia riuscito a trattenermi e non sborrare subito per quanto ero eccitato dalla situazione! Poi la Signora, che fino a quel momento avevo sempre chiamato così, mi disse di chiamarla Dedé (Adele), che la sua amica si chiamava Monique (Monica) e chiamando anche me con un diminutivo alla francese, mi spinse con il viso tra le sue cosce ed iniziarono a toccarsi e baciarsi l’una con l’altra. Con le varie esperienze che avevo avuto, ma soprattutto dopo quelle vissute con le mie fidanzatine, credevo di essere un maestro nel cunnilinguo, ma Lei mi fermò subito, incominciando a spiegarmi come dovevo fare.Questo frenò un poco la mia terribile eccitazione, aiutandomi a non venirmene subito.Ero concentrato su quello che mi diceva di fare, la sentivo provare piacere, sentivo la sua fica bagnarsi sempre di più, il suo sapore e la cosa mi esalava.Mi disse di spogliarmi e restare nudo, col cazzo grosso e duro libero, fu un attimo!A questi punto Monique si staccò da Lei prendendo il mio uccello che scoppiava in mano, lo scoprì tutto, il frenulo libero lasciava scoprire tutta la cappella e tirare la pelle fino in fondo all’asta ed iniziò a baciarlo ed a succhiarlo.Mentre aveva tutta la mia cappella in bocca, sentii la sua lingua che l’avvolgeva leccandola e succhiandola all’interno della bocca.Provai un piacere che ricordo come fosse ieri e che ho poi sempre ricercato con tutte le donne che ho frequentato.A questo punto ebbi un’eruzione copiosa e forte, violenta, di sborra densa, che Lei trattenne tutta in bocca. Risero, mi sentii in imbarazzo e credo che dissi qualcosa di ridicolo tipo:- In genere non vengo così, subito …Risero ancora e poi Dedé mi disse:- Non ti preoccupare, alcuni durano anche molto meno! Ah ah … e magari hanno pagato 200.000 lire!Quest’ultima frase mi bloccò ulteriormente, perché pensai che mi volesse restituire così i soldi dei mesi anticipati! Ed avrei poi dovuto metterceli io, quei soldi!Per inciso la cifra che disse corrispondeva all’incirca allo stipendio netto che mio padre percepiva in un mese!Lei si accorse di questo e sempre ridendo mi disse:- Non ti preoccupare, tu mi hai salvato la vita ed ora te lo dico, prima di te è entrato un altro, ma è scappato per paura di compromettersi!- Se non c’eri tu ero riuscita davvero a morire!Poi Monique si avvicinò e mi baciò in bocca, ancora col mio sperma sulla lingua passandomelo tutto, poi baciò Dedé e poi anche Dedé mi baciò.Il bacio che ci scambiammo con Monique e poi con Dedé passandoci la mia sborra, se a taluni può sembrare poco piacevole, fu invece anch’esso un piacere nuovo molto intenso e sempre ho cercato di goderne poi con le donne che ho incontrato.Fu un’iniziazione al sesso orale che segnerà la mia ricerca del piacere erotico per sempre! Rimasi con loro ancora un paio d’ore.Bevemmo e prendemmo il sole nudi su una terrazza alla quale si accedeva dalla soffitta-mansarda sopra al all’appartamento.Da lassù si dominava la Vallata sottostante la Città. Qualcuno poteva anche vederci in distanza, ma non ce preoccupammo.In terrazza ripresi il cunnilinguo con Dedé e poi leccai a lungo la fica anche a Monique.Dopo furono loro a leccare e succhiare il mio cazzo, facendomi godere un bocchino in “doppia” incredibile e sborrai ancora copiosamente, credo addirittura due volte di seguito.Che tempi di recupero brevi e fantastici allora!Poi mi dissero che aspettavano amici e me ne andai.Restammo d’accordo di rivederci dopo un paio di giorni.Recuperai qualche giorno dopo anche le mensilità anticipate, ma non raccontai mai ai miei amici cosa mi era accaduto!Ci siamo frequentati poi per alcuni anni, anche se saltuariamente. Anche durante l’Università, fino al mio primo impiego, ogni tanto andavo a trovarle e qualche volta rimanevo a dormire con loro.Come dicevo, Dedé raccontava di essere stata la controfigura della Bardot e di aver conosciuto moltissime celebrità francesi con le quali era poi diventata mica. Non credevo molto a questa cosa ma non me ne importava troppo.Qualche anno dopo capitai in Città ma non riuscii a contattarla anticipatamente, non c’erano i mezzi ci comunicazione di oggi.Andai da Lei nel pomeriggio ma mi disse che aveva ospiti, c’era il suo amico ….. e disse il nome di uno chansonnier francese che era in tournée in Italia in quel periodo.Mi disse di aspettare e dopo aver sentito qualcuno, forse lui stesso, mi invitò ad entrare a bere qualcosa con loro.Me lo presentò dicendogli che io ero quello che le aveva salato la vita e di cui gli aveva parlato. Non ero scappato via come l’altro stronzo.Lui era quello vero! A meno che non fosse pure lui una controfigura così somigliante!La sera avrebbero fatto festa e chiedevano la massima riservatezza.Dopo il drink me ne andai.Le esperienze sessuali vissute con loro non furono solo di sesso orale, ma anche di sesso anale, che praticavano godendone moltissimo ed al quale mi iniziarono, non lo avevo mai praticato prima.Nemmeno con l’amica di mamma, con la quale lo farò solo alcuni anni più tardi, quando torneremo a frequentarci per un certo periodo.Imparai con loro a far godere una donna in fica e nel “bocciolo”, come loro chiamavano il buco di culo, alternativamente e contemporaneamente! Con le dita, la lingua, il cazzo. Anche usando vibratori, che erano una novità, a batteria.Spesso mentre scopavo Dedé, Lei sopra di me nella posizione così detta a “smorza candela”, Monique le leccava la figga ed i l buco di culo stando di fianco a noi e la masturbava con le dita intorno alla fica piena del mio cazzo o infilandogliele nell’ano. Dedé poi la ricambiava invertendo le parti e la cosa accadeva ancora più spesso mentre le inculavo.In questi momenti le sentivo leccarmi il cazzo ed i coglioni e le prime volte l’eccitazione era così intensa che sborravo subito, non riuscivo a resistere!Organizzavano spesso incontri a casa loro che erano, credo, vere e proprie orge con più uomini e solo loro due, forse tirando anche cocaina, ma non mi fecero mai partecipare, né con me usarono mai cocaina o altre droghe, nemmeno spinelli, che pure all’epoca erano molto in voga. Dopo queste esperienze la mia ricerca del piacere erotico con una donna divenne quasi un’ossessione e continua anche oggi ad esserlo.Monique si sposò qualche anno dopo con un imprenditore locale e si trasferì all’Estero, dove lui aveva alcune sue attività economiche ed anche Dedé dopo un altro anno o due si sposò con una sua vecchia fiamma e lasciò la Città per tornare a Cannes.Quando Dedé lasciò l’Itali ci incontrammo a Roma in Aeroporto e pranzammo insieme.Poi non ho avuto più con tatti con loro, come avevamo deciso di fare.Con Dedé e Monique non era solo un fatto prestazionale, ma di coinvolgimento di testa.Riuscivamo a creare la situazione di reciproca provocazione ed appagamento senza limiti e tabù ma con un gran rispetto ed una grande dedizione ognuno per l’altro. Verso la fine del Liceo avvenne un fatto che sarà determinante per la mia educazione sentimentale.Insieme ad alcuni amici, avevamo affittato una cantina dove ci ritrovavamo per suonare la chitarra e dove speravamo di poter portare le ragazze! Poi allora andava di moda mettere su questi piccoli “Club” tra amici.La cantina ce l’aveva affittata una Signora francese sulla quarantina molto bella e provocante che diceva di essere originaria di Cannes, dove aveva fatto la controfigura di Brigitte Bardot, alla quale, invero, somigliava molto, imitandone anche la pettinatura e l’abbigliamento.Era arrivata nella nostra Città per curare il figlio affetto da leucemia in quanto il locale ospedale era allora un’eccellenza in questo campo ed aveva acquistato un palazzetto con al piano terra un negozio ed una cantina.Ufficialmente lavorava come modista nel suo negozio aperto sotto casa, in realtà faceva spettacoli di spogliarello ed arte varia in un locale notturno allora molto in voga in Città e si diceva che organizzasse poi a casa sua incontri di sesso sfrenato durante i quali girava anche la cocaina,con facoltosi imprenditori, professionisti e commercianti che frequentavano il locale dove si esibiva. Noi avevamo affittato la sua cantina dandole diversi mesi di anticipo.Accadde però che il padre di uno dei miei amici, che era un alto funzionario della Questura, venuto a saperlo, le impose di mandarci via motivandolo con il fatto che disturbavamo con la nostra musica i vicini di casa.Era evidentemente una scusa, in realtà non voleva il figlio avesse rapporti con questa persona. In ogni modo dovemmo andarcene.Nel frattempo purtroppo il figlio della Signora, che inizialmente sembrava aver trovato la cura giusta, morì e Lei cadde nella più totale disperazione.Dovevamo recuperare i soldi dati come anticipo e me ne occupai io, che ero un poco il tesoriere del gruppo. Andai da Lei e trovai la porta semi aperta, entrai chiamandola e la trovai nella vasca da bagno che si era tagliuzzata le vene dei polsi ed aveva ingerito varie pasticche di un barbiturico. Era in modo di suicidarsi che andava molto in voga allora, tra gli artisti.Chiamai subito dal telefono di casa l’ambulanza e la Questura, che arrivarono in tempo affinché non morisse dissanguata e potesse essere disintossicata.Il funzionario della Questura che arrivò mi conosceva e mi disse che era meglio se sparivo e così feci.Quando seppi che si era rimessa, decisi di tornare da Lei in quanto i soldi da recuperare erano per noi importanti e comunque non aveva manifestato alcuna difficoltà a restituirceli.Erano passati un paio di mesi e la trovai in gran forma, in guepiere e reggicalze insieme ad un’amica con la quale faceva gli spettacoli al locale, che invece indossava solo una vestaglia trasparente, senza nulla sotto.Nemmeno la Signora indossava slip e non essendo in uso la depilazione del pube, ma solo curare un poco il pelo in estate, avevano una peluria folta ma curata che mi eccitò subito moltissimo.Mi ricevettero cordiali e la Signora mi disse che si ricordava bene di quando l’avevo trovata nella vasca da bagno: non riusciva più a parlare ma mi vedeva. Inoltre mi disse che non voleva più morire in quel momento e che ebbe paura che io scappassi senza chiamare nessuno!(Ho letto poi che spesso i suicidi, dopo il gesto estremo, non perseverano se si riesce a fermarli, tanto che in taluni luoghi, come il ponte di Ariccia ai Castelli romani, luogo in passato di molti suicidi e per questo detto appunto “Ponte dei suicidi”, sono state installate delle reti affinché dopo il primo salto, il suicida possa fermarsi ed in genere non persevera nel suo gesto).Non ricordo quando la Signora mi disse queste cose cosa le risposi, ma credo che rimasi basito o quasi, perché ero molto eccitato da quelle presenze ed eccitato vuol dire che avevo già il cazzo duro solo guardandole!Se ne accorsero, risero tra loro, mi dissero di avvicinarmi e mi palparono insieme tra le gambe masturbandomi per un poco da sopra alla stoffa dei pantaloni.Non so come sia riuscito a trattenermi e non sborrare subito per quanto ero eccitato dalla situazione! Poi la Signora, che fino a quel momento avevo sempre chiamato così, mi disse di chiamarla Dedé (Adele), che la sua amica si chiamava Monique (Monica) e chiamando anche me con un diminutivo alla francese, mi spinse con il viso tra le sue cosce ed iniziarono a toccarsi e baciarsi l’una con l’altra. Con le varie esperienze che avevo avuto, ma soprattutto dopo quelle vissute con le mie fidanzatine, credevo di essere un maestro nel cunnilinguo, ma Lei mi fermò subito, incominciando a spiegarmi come dovevo fare.Questo frenò un poco la mia terribile eccitazione, aiutandomi a non venirmene subito.Ero concentrato su quello che mi diceva di fare, la sentivo provare piacere, sentivo la sua fica bagnarsi sempre di più, il suo sapore e la cosa mi esalava.Mi disse di spogliarmi e restare nudo, col cazzo grosso e duro libero, fu un attimo!A questi punto Monique si staccò da Lei prendendo il mio uccello che scoppiava in mano, lo scoprì tutto, il frenulo libero lasciava scoprire tutta la cappella e tirare la pelle fino in fondo all’asta ed iniziò a baciarlo ed a succhiarlo.Mentre aveva tutta la mia cappella in bocca, sentii la sua lingua che l’avvolgeva leccandola e succhiandola all’interno della bocca.Provai un piacere che ricordo come fosse ieri e che ho poi sempre ricercato con tutte le donne che ho frequentato.A questo punto ebbi un’eruzione copiosa e forte, violenta, di sborra densa, che Lei trattenne tutta in bocca. Risero, mi sentii in imbarazzo e credo che dissi qualcosa di ridicolo tipo:- In genere non vengo così, subito …Risero ancora e poi Dedé mi disse:- Non ti preoccupare, alcuni durano anche molto meno! Ah ah … e magari hanno pagato 200.000 lire!Quest’ultima frase mi bloccò ulteriormente, perché pensai che mi volesse restituire così i soldi dei mesi anticipati! Ed avrei poi dovuto metterceli io, quei soldi!Per inciso la cifra che disse corrispondeva all’incirca allo stipendio netto che mio padre percepiva in un mese!Lei si accorse di questo e sempre ridendo mi disse:- Non ti preoccupare, tu mi hai salvato la vita ed ora te lo dico, prima di te è entrato un altro, ma è scappato per paura di compromettersi!- Se non c’eri tu ero riuscita davvero a morire!Poi Monique si avvicinò e mi baciò in bocca, ancora col mio sperma sulla lingua passandomelo tutto, poi baciò Dedé e poi anche Dedé mi baciò.Il bacio che ci scambiammo con Monique e poi con Dedé passandoci la mia sborra, se a taluni può sembrare poco piacevole, fu invece anch’esso un piacere nuovo molto intenso e sempre ho cercato di goderne poi con le donne che ho incontrato.Fu un’iniziazione al sesso orale che segnerà la mia ricerca del piacere erotico per sempre! Rimasi con loro ancora un paio d’ore.Bevemmo e prendemmo il sole nudi su una terrazza alla quale si accedeva dalla soffitta-mansarda sopra al all’appartamento.Da lassù si dominava la Vallata sottostante la Città. Qualcuno poteva anche vederci in distanza, ma non ce preoccupammo.In terrazza ripresi il cunnilinguo con Dedé e poi leccai a lungo la fica anche a Monique.Dopo furono loro a leccare e succhiare il mio cazzo, facendomi godere un bocchino in “doppia” incredibile e sborrai ancora copiosamente, credo addirittura due volte di seguito.Che tempi di recupero brevi e fantastici allora!Poi mi dissero che aspettavano amici e me ne andai.Restammo d’accordo di rivederci dopo un paio di giorni.Recuperai qualche giorno dopo anche le mensilità anticipate, ma non raccontai mai ai miei amici cosa mi era accaduto!Ci siamo frequentati poi per alcuni anni, anche se saltuariamente. Anche durante l’Università, fino al mio primo impiego, ogni tanto andavo a trovarle e qualche volta rimanevo a dormire con loro.Come dicevo, Dedé raccontava di essere stata la controfigura della Bardot e di aver conosciuto moltissime celebrità francesi con le quali era poi diventata mica. Non credevo molto a questa cosa ma non me ne importava troppo.Qualche anno dopo capitai in Città ma non riuscii a contattarla anticipatamente, non c’erano i mezzi ci comunicazione di oggi.Andai da Lei nel pomeriggio ma mi disse che aveva ospiti, c’era il suo amico ….. e disse il nome di uno chansonnier francese che era in tournée in Italia in quel periodo.Mi disse di aspettare e dopo aver sentito qualcuno, forse lui stesso, mi invitò ad entrare a bere qualcosa con loro.Me lo presentò dicendogli che io ero quello che le aveva salato la vita e di cui gli aveva parlato. Non ero scappato via come l’altro stronzo.Lui era quello vero! A meno che non fosse pure lui una controfigura così somigliante!La sera avrebbero fatto festa e chiedevano la massima riservatezza.Dopo il drink me ne andai.Le esperienze sessuali vissute con loro non furono solo di sesso orale, ma anche di sesso anale, che praticavano godendone moltissimo ed al quale mi iniziarono, non lo avevo mai praticato prima.Nemmeno con l’amica di mamma, con la quale lo farò solo alcuni anni più tardi, quando torneremo a frequentarci per un certo periodo.Imparai con loro a far godere una donna in fica e nel “bocciolo”, come loro chiamavano il buco di culo, alternativamente e contemporaneamente! Con le dita, la lingua, il cazzo. Anche usando vibratori, che erano una novità, a batteria.Spesso mentre scopavo Dedé, Lei sopra di me nella posizione così detta a “smorza candela”, Monique le leccava la figga ed i l buco di culo stando di fianco a noi e la masturbava con le dita intorno alla fica piena del mio cazzo o infilandogliele nell’ano. Dedé poi la ricambiava invertendo le parti e la cosa accadeva ancora più spesso mentre le inculavo.In questi momenti le sentivo leccarmi il cazzo ed i coglioni e le prime volte l’eccitazione era così intensa che sborravo subito, non riuscivo a resistere!Organizzavano spesso incontri a casa loro che erano, credo, vere e proprie orge con più uomini e solo loro due, forse tirando anche cocaina, ma non mi fecero mai partecipare, né con me usarono mai cocaina o altre droghe, nemmeno spinelli, che pure all’epoca erano molto in voga. Dopo queste esperienze la mia ricerca del piacere erotico con una donna divenne quasi un’ossessione e continua anche oggi ad esserlo.Monique si sposò qualche anno dopo con un imprenditore locale e si trasferì all’Estero, dove lui aveva alcune sue attività economiche ed anche Dedé dopo un altro anno o due si sposò con una sua vecchia fiamma e lasciò la Città per tornare a Cannes.Quando Dedé lasciò l’Itali ci incontrammo a Roma in Aeroporto e pranzammo insieme.Poi non ho avuto più con tatti con loro, come avevamo deciso di fare.Con Dedé e Monique non era solo un fatto prestazionale, ma di coinvolgimento di testa.Riuscivamo a creare la situazione di reciproca provocazione ed appagamento senza limiti e tabù ma con un gran rispetto ed una grande dedizione ognuno per l’altro. 96 0 1 settimana fa
- 3 giorni fa Un sushi... un po' piccante E' giovedì, ma non sarà un giovedì qualsiasi. Appuntamento a pranzo per un sushi come spesso facciamo in smart working, ma questa volta non saremo soli, ci sarà un ospite, un perfetto sconosciuto a dire la verità. Non abbiamo neanche voluto vedere la foto, per non rovinare il gioco e l’intesa mentale che si era progressivamente creata nelle settimane prima in chat. Ci incontriamo per la prima volta, lui è in zona per lavoro, e noi ci siamo presi un po’ più di tempo, chissà cosa nascerà da questo incontro. Già i baci di saluto sono carichi di attesa. Lui è un tipo simpatico, ha un'aria intrigante, chiacchieriamo e ci conosciamo meglio, un'ora passa veloce. Usciamo dal locale, ma non ci salutiamo ancora... abbiamo un'altra oretta prima di tornare al lavoro e ai vari impegni. Camminando verso il parcheggio c'è un bel gioco di sguardi, di sorrisi... siamo tutti consapevoli che il bello deve ancora arrivare, l’immaginazione è alle stelle e ognuno sta segretamente fantasticando su quale sarà la prossima mossa degli altri due. Decidiamo di andare a bere un caffè in un bar poco lontano. Il nostro amico apre la porta della sua macchina per far salire lei e, volendo alzare un pò l'asticella, mentre lei si gira per sedersi, con la sua mano accompagna piano il suo bel culo, indugiando e sorridendo. Lei si gira sorpresa ma divertita, lo guarda, gli fa l'occhiolino... "Mettiti alla guida, noi per il momento ci accomodiamo dietro". La macchina parte, il gioco inizia... non resisto e comincio a baciarla... mi apro i pantaloni, libero il mio cazzo insofferente e la invito a succhiarmelo! Lei lo prende in mano, lo sega un po’ mentre mi guarda, poi lentamente lo prende in bocca tutto. Su e giù, dentro e fuori, fino in fondo… è sempre un piacere vedere come lo lavora con la sua lingua. Di solito chiudo gli occhi e mi godo il trattamento di piacere, ma oggi non siamo soli. Alzo gli occhi e vedo che il guidatore che si gode lo spettacolo come può, a volte dallo specchietto retrovisore, a volte si gira. Percepisco che è una tortura, lo sarebbe per chiunque... accosta la macchina, tenta di allungare una mano dietro per partecipare anche lui al gioco, ma non ha molto margine di movimento. Per il momento deve accontentarsi di guardare. Dopo pochi minuti arriviamo al bar di un distributore, ci ricomponiamo e scendiamo a prendere un caffè, come se non fosse successo niente nel tragitto... ma l'aria aveva cominciato a diventare molto calda. Il caffè va giù in fretta, paghiamo come se dovessimo scappare. Carichi di aspettative torniamo alla macchina, ma questa volta però io mi faccio dare le chiavi e lascio lui con la mia lei dietro. Parto piano, ora è il suo turno... lui la guarda, attende un suo cenno… lei allunga una gamba sui sedili, anche sopra di lui. Una mano comincia a ticchettare, piano piano risale la pelle. Esplora le cosce, poi sempre più su. La percorre piano piano, si gusta ogni centimetro, fino ad aprirle la camicia. Non le chiede il permesso, sgancia un bottone, e arriva dritto sotto al reggiseno. Lei aveva già cominciato a chiudere gli occhi, e ad assaporare tutte le vibrazioni che quel tocco sconosciuto le regalava. Con l'altra mano libera si tocca il cazzo, fino a tirarlo fuori duro! Si aspetta un adeguato trattamento anche lui e porta la mano di lei a sentire l'erezione. Lei glielo sega un pò, ricordandosi della palpata intensa di poco prima... gioca ancora, su e giù, su e giù, con mano decisa lo sega per bene. Continua a segarlo, con ritmo intenso. Ad un certo punto, si china e lo prende in bocca! lo succhia un po’, e io resto con gli occhi spalancati per la sua intraprendenza. Non mi aspettavo che fosse così audace con questo sconosciuto, e devo dire che questo me l’ha fatto venire ancora più duro. Volevo segarmi, ma non avevo ancora trovato il posto giusto per fermarmi. La tortura ora era mia! Poi improvvisamente, si ferma... si alza, porta le mani sotto la gonna e si sfila il perizoma. Glielo mostra sorridendo, maliziosa... piano piano si adagia sul sedile, inizia ad allargare un pò le gambe e ad alzare la gonna, abbastanza da lasciar spazio alla sua figa bagnata, che richiede ora il suo momento di piacere. Lui capisce subito cosa deve fare e si china davanti a lei per leccargliela. I suoi due uomini avevano avuto il loro fugace momento di godimento, ora era il suo turno. Lo spettacolo era troppo invitante, così faccio un giro un pò più lungo per dare modo ai miei passeggeri di divertirsi. Cerco un parcheggio un po' appartato, anche se è giorno è poco frequentato e posso godermi tranquillo la scena di lei che gioca con uno sconosciuto. Adoro quando si lascia andare così, quando sa quello che vuole e va a prenderselo. E' fantastica mentre se la fa leccare... chiude gli occhi, vibra di piacere, si contorce sotto i colpi di una lingua che la tocca per la prima volta. Evidentemente ha esperienza il nostro amico, non indugia, va profondo e deciso. E lei tocca i suoi capelli perchè non sposti la testa, si gode il piacere fino in fondo. E io finalmente posso segarmi e cercare di sfogare quella voglia di prenderla che mi tormenta da un bel po’. Dopo qualche minuto controllo l'ora e a malincuore, accendo la macchina e riparto verso il parcheggio del locale. Per tutto il viaggio lui non ha mai smesso di affondare la lingua nella sua figa ormai bagnata fradicia di piacere. Quando spengo il motore, capiscono che il gioco è ormai terminato. Lei prende il viso del nostro amico, lo alza delicatamente e gli sorride con un grazie sussurrato. Stava quasi per godere, ma il tempo a disposizione era purtroppo finito. Proviamo a ricomporci in qualche modo: i nostri pantaloni si chiudono a fatica, e non lasciano molti dubbi su cosa sia successo prima. Lei si abbottona la camicia, fa scendere la gonna quel tanto da coprirsi. Carichi di adrenalina ci salutiamo. Lui palpa di nuovo il culo di lei mentre la abbraccia, lei fa altrettanto con il suo cazzo duro. Sembrava quasi che quel gioco incompiuto gridasse vendetta. Improvvisamente gli tira giù la zip dei pantaloni e gli sussurra all’orecchio “noi finiamo dopo a casa, ma a te ci penso io ora”. Io resto di nuovo senza parole, sforiamo l’orario ma apprezzo che non lo voglia lasciare in sospeso per tutto il viaggio di ritorno. Lui sorride ed entra in macchina, mentre io resto fuori a fare da palo. Lei riprende a segarlo, in modo sicuro e veloce. Poi lo prende in bocca e lo pompa. Lui è in evidente eccitazione, il suo cazzo ormai sta per esplodere. Lo riprende in mano e gli dà il colpo finale…il nostro amico viene tra le sue mani. Un paio di minuti di silenzio e poi lei esce dalla macchina. Ridiamo tutti e tre per questo finale spiazzante, ma lo salutiamo cosi, dal finestrino, lasciandogli il tempo di riprendersi e sistemarsi. In macchina diretti a casa, non resisto e mentre guido le infilo dentro un dito e la masturbo … lei ancora senza slip, piena di umori e della saliva del nostro ospite, si lascia fare, apre bene le gambe. Mi eccita sentire quel miscuglio di piacere nella sua figa. Appena arrivati a casa la prendo di colpo e la scopo in piedi. Le sue mani sulla libreria, io dietro, la gonna su, la camicia completamente aperta, le sue tette libere a cui mi aggrappo... è troppa la voglia di scoparla, di chiudere quel cerchio aperto in macchina. Veniamo tutti e due velocemente, i preliminari erano stati potenti, quello sconosciuto aveva acceso la nostra fantasia e il piacere, anche se il tempo era stato molto poco. La situazione era così proibita e irresistibile: l’incontro di giorno, il gioco in macchina, per le vie e i locali della città, il finale a sorpresa…penso che anche al nostro amico non sarebbe dispiaciuto scoparla di brutto, magari appoggiato al muro del bagno del locale di prima, così pulito ed elegante come un salotto... chissà, forse al prossimo appuntamento… 160 0 2 settimane fa
- 2 settimane fa Il manicomio. Anno 1978, Ora non ricordo il come e il perché ma mi ritrovai completamente nudo su un lercio materasso di un letto in una stanzetta di un manicomio abbandonato. Confuso, impaurito mi vedo entrare nella stanzetta senza porta due uomini anziani, nudi, con il cazzo già in tiro, uno gelosissimo l'altro meno. Capisco che non ho scampo e mi metto schifato a pancia sotto. Uno dei due lo sento che mi allarga in modo violento le chiappe, il mio buco del culo si apre e sento che mi stanno introducendo forse un dito o due. Metto un gemito e subito mi viene messo una mano enorme sulla bocca e un pugno mi preme con forza al fondo schiena. Lo sento, mi sta puntando la cappella bagnata al buco del culo che con difficoltà si riapre e fa entrare un cazzone fino ai coglioni e il pompaggio si fa sempre piu veloce... Passano pochi minuti, mi sento lo sperma che mi innonda l'intestino... Un gemito. Una voce mi ordina "spingi che la la faccio mangiare". Io spingo e mi esce dal buco sborra e forse anche cacca. Uno dei due la sta recuperando in una specie di vaschetta lurida come la stanza... "Bevi e mangia, cagna!" Mi rifiuto, mi volto ma vengo preso dai capelli e mi turano il naso. Non respiro apro la bocca e sento il liquido con qualche pezzetto di merda che mi entra nella bocca. "Manda giù troia! Tutta!" ...sconvolto obbedisco! 257 0 3 settimane fa
- 1 giorno fa la mia cliente....prima volta e prima puntata racconto di quando mi sono scopato la mia cliente M***a. durante le visite in negozio mi sognavo di poterle palpeggiare le sue mega tette. mi sono trovato a casa sua un giorno, era un pomeriggio, e le stavo facendo sfogliare un catalogo di sedie. mi sembrava vogliosa ma non ne ero sicuro. ma ci siamo accomodati sul divano e lei era vstita anche abbastanza elegante, e si era messa degli occhialini da vista per vedere meglio. sentivo che non le dava fastidiosfiorarmi. a un certo punto mi giro la guardo lei mi guarda...un attimo di silenzio....e poi la tiro a me e cominciamo a slenguacciarci in maniera quasi violenta. le metto la mano sui suoi seni enormi ma flaccidi....poi di cilpo mi giro e mi metto in ginocchio davanti a lei, che era ancora seduta sul divano, e in attimo di foga le tiro giù pantaloni e mutande....e mi fiondo sulla sua figa, già bagnata e fuori controllo. cazzo se le piaceva. adoro questa cosa ma lei la adorava ancora di più, e si mette quasi q urlare, ma siamo in un condiminio, d'estate, finestre aperte....allora con una mano le tappo la bocca....e continuo. e lei godeva cone non mai, È incredibile come ci siano donne che quasi non vogliono essere leccate, altre che entrano in un amplesso incontrollato, si inarcano per l'incontenibile piacere....ancora ho limpida in me quella scena di donna in preda a spasmi di piacere. l'unica nota leggermente negativa è che non ce l'aveva poi così profumata o inodore. ma continuo e non ci penso e mi lavo completamente il viso con le sue inarrestabili emissioni di liquidi. wow.... poi...beh........fine della prima puntata 323 0 3 settimane fa
- 2 ore fa ALTRA TAPPA PER FAR DIVENTARE CHIARA UNA VERA TROIA Una sera di luglio era il suo compleanno.Al mattinole avevo mandato un messaggio: stasera ti porto a cena fuori, preparati!La sua risposta non si era fatta attendere: “ Mmmm ... e cosa mi devo mettere? A te cosa farebbe piacere? Voglio farti un regalo anche io ... farò quello che vuoi tu, decidi tu!”Era la mia occasione, avevo la possibilità di vedere finalmente se Chiara era veramente diventata ciò che volevo: una perfetta troiale scrissi: “Ti voglio al massimo stasera, non mi basta che tu sia sexy, ti voglio troia!”.Al mio messaggio non rispose lasciandomi nel dubbio sino a sera: avevo fatto bene a essere così esplicito? Oramai ero arrivato a casa e ci avrei messo a saperlo. Avevo scelto un ristorante un po’ fuori mano, sicuro così di non incontrare nessun conoscente, discretamente elegante e con un patio all’aperto.Arrivo a casa sua ed entro in casa. Chiara mi accolse con un caldo bacio invitandomi a prepararmi e senza far nessun cenno al suo abbigliamento che mi pareva del tutto normale, sin troppo sobrio per le mie richieste: gonna al ginocchio, una maglietta aderente che in effetti metteva in risalto le sue forme anche sotto la camicetta bianca. Mentre finivo di prepararmi, Chiara mi guardò con un sorriso di sfida, alzò la gonna dicendomi: -Sono abbastanza zoccola per il mio porcello?-Sotto la gonna aveva un paio di calze nere velate con reggicalze, quel reggicalze che le avevo regalato e non aveva mai messo, così come il completino perizoma minuscolo e reggiseno così piccolo che i capezzoli uscivano fuori e bucavano la camicetta! Per l’eccitazione non capivo più nulla ... lo aveva fatto, si era vestita come la troia che avevo sempre desiderato! La baciai appassionatamente e le dissi: - Chiara... cosa sei stasera?--La tua troia!- Fu la risposta e mi bastò.Durante il viaggio non smise un attimo di tormentarmi, alzando la gonna e mostrandomi il bordo della calza, sapendo di farmi impazzire o accarezzandosi con falsa naturalezza i seni per mostrare i suoi capezzoli duri attraverso la maglietta. Arrivammo al parcheggio del ristorante e scesi per aprirle la portiera con fare cavalleresco ma anche per ammirarla meglio: per scendere dall’auto infatti, aveva aperto le gambe mostrando interamente le sue splendide cosce e il candore della pelle a contrasto con la balza nera della calza aveva acceso il mio desiderio e non solo il mio. Con la coda dell’occhio potevo scorgere tre clienti che si stavano incamminando al ristorante dietro di noi non si erano persi nulla della visuale offerta da mia moglie tanto che i loro rozzi complimenti rivolti a Chiara al nostro passaggio avevano aumentato la mia eccitazione.-Li hai sentiti quei porci cosa hanno detto? Non dici nulla?- disse Chiara rossa in volto ma io, oramai avevo deciso di giocare fino in fondo la mia partita: -Certo che li ho sentiti, pensano tu sia una troia, ma d’altronde, sei vestita da troia, no amore? La mia troia- risposi toccandole vistosamente il culo.Entrammo nel ristorante seguiti dal terzetto che rideva alle nostre spalle.Un cameriere gentilissimo ci accompagnò al nostro tavolo ed io, da buon cavaliere, feci accomodare Chiara spostandole la sedia! Sapeva di essere esposta agli sguardi ma accettò la sfida. Sapevo benissimo cosa pensava in quel momento: “Mi vuoi troia? Stai a vedere come ti accontento!”Dal reggiseno striminzito i capezzoli fuoriuscivano prepotenti spingendo contro la seta sottile della camicetta … la troia si era già eccitata, pensai … ed il cameriere non le toglieva gli occhi di dosso!La feci sedere con le spalle al muro ed io a lato; mentre assaggiavamo gli antipasti non smettevo di coprirla di complimenti, di battutine a doppio senso e, soprattutto, di riempirle il bicchiere sapendo quale effetto faceva l’alcool su di lei, togliendole ogni freno inibitore. Chiara rideva, scherzava e a un certo punto cominciò persino a provocare il cameriere slacciando un bottone della camicetta e passando ripetutamente la lingua sulle labbra rosse ogni volta che si avvicinava al nostro tavolo, poi guardandomi mi disse: -Sono abbastanza troia per te stasera, amore? Vuoi che faccia altro? Vuoi che esageri? Te l’ho promesso, farò tutto quello che vuoi stasera!-L’aria di sfida delle sue parole era evidente ma non sapeva quello che avevo in mente: trasformare la mia adorata moglie in una vera troia per una sera!-Guardali!- Le dissi, facendole notare i tre seduti non molto lontano che ci sorridevano ridacchiando tra loro … potevo immaginare i loro discorsi volgari … -Vedi come ti guardano? Dai, provochiamoli!-Chiara mi guardò con aria interrogativa.-Vai in bagno e togliti le mutandine, così facciamo vedere loro “una bella cosa”- aggiunsi con un sorriso beffardo. Mia moglie mandò giù un altro bicchiere di bianco e si alzò: con uno strano sorriso sulle labbra mi disse: -Credi che non ne sia capace? Ora vedi!-La seguivo con lo sguardo mentre ancheggiando vistosamente si allontanava verso i bagni. Anche il terzetto la guardava, anzi, la scopava con gli occhi e la scena mi eccitò terribilmente.Ancheggiava ancora mentre tornava dai bagni tenendo qualcosa di nero in mano, ma non capivo cosa. Lo capìì quando arrivò al tavolo: Chiara come un trofeo teneva in mano le mutandine nere, alzò il braccio mostrandole a me ma sorridendo al terzetto e usandole come un tovagliolo mi pulì la bocca per poi lasciarle sul tavolo. Felice ed eccitata tornò a sedersi mentre io rimasi di sale. Il terzetto non le levava gli occhi di dosso e il cameriere si precipitò al nostro tavolo. Chiara oramai aveva preso il gioco in mano, forse anche per effetto dell’alcool e, guardandomi negli occhi lasciò cadere il tovagliolo tra le gambe. Non appena il cameriere si chinò a raccoglierlo, Chiara lentamente aprì le gambe fino a spalancarle il viso dell’uomo era adesso a neanche un metro dalla figa depilata di mia moglie, la scena era surreale! Lui, una statua di sale che si stava sciogliendo dal calore, io incredulo e eccitato, il terzetto che sentivo grugnire alle nostre spalle mentre si godeva lo spettacolo e lei, padrona della scena. Neanche quando il povero cameriere balbettando qualcosa si alzò lei si ricompose, lasciandosi ammirare dal terzetto. Mi sorrise, io ricambiai il sorriso e le dissi: -Sei una troia, amore mio!- Ricambiò il sorriso: -Vero? Non è così che mi vuoi? - La cena andò avanti tra provocazioni, battute e doppi sensi sempre più volgari e il povero cameriere sempre più stordito dall’eccitazione. Dopo il dessert Chiara si pulì la bocca e con quel sorriso che oramai avevo imparato a riconoscere, mi disse. -Ma le sigarette? Ho proprio voglia di fumarne una ora, le hai lasciate in auto? Non preoccuparti, vado io a prenderle.-Oramai il locale si era svuotato e a parte noi, il terzetto che oramai si capiva che ci stava puntando, e pochi altri, era vuoto.Io rimasi a guardarla mente si alzava e lentamente si aggiustò una calza alzandosi la gonna e sistemandola al reggicalze come se fossimo soli, poi, prese le mutandine nere che ancora stavano sul tavolo e si allontanò verso l’uscita; si fermò solo davanti al tavolo dei tre, guardò il più rozzo di loro, quello che non aveva smesso di far sentire le sue volgarità e passandogli le mutandine sulle labbra e agli angoli della bocca, gli disse: -Asciugati, hai la bavetta che ti cola.-Si diresse all’uscita lasciando le mutandine sul loro tavolo. Due del tavolo scoppiarono in una fragorosa risata, mentre il terzo mi fissava con lo sguardo quantomeno stupito e il perizomino semitrasparente di mia moglie in mano. Poi d’improvviso si alzò e venne verso di me, mi sventolò le mutandine davanti al viso e mi disse: -Non ti dispiace vero se gliele riportiamo noi, vero? Mica vogliamo che prenda freddo…-Io sorrisi, ormai il gioco era partito e non si poteva certo tornare indietro.-Certo, datemi il tempo di pagare la cena e vi seguo…--No, tranquillo, alla cena ci pensiamo noi.-Uno di loro andò dal cameriere e gli disse qualcosa, poi tornò velocemente dai colleghi, e si incamminarono verso l’uscita. Io li seguii qualche passo indietro. Chiara era appoggiata all’auto, che era parcheggiata al di là del piazzale sterrato. i tre attraversarono il piazzale e le si avvicinarono, e il tipo con le sue mutandine in mano le disse: - Ehi bella, grazie per avermi asciugato la bocca…. Dopo magari ricambio anche io, asciugandotela, che ne pensi?-Lei non rispose ma lui aveva già iniziato a palpeggiarla. Anche gli altri due si avvicinarono, e mentre lui le sollevava la maglina colorata uno dei due cominciò ad accarezzarle una coscia e a stuzzicarle l’orecchio sinistro con la lingua. Le mani dei tre la frugavano con decisione, ben presto capii dall’ansimare di lei che uno di loro aveva anche trovato il punto giusto. Il primo le aveva ormai sfilato la magliettina e le stava leccando i capezzoli che spuntavano dal reggiseno nero. Si scostò di poco da lei e si slacciò i pantaloni facendoli scivolare a terra: -Dai bellezza, facci vedere quanto sei brava…-Delicatamente ma con decisione le mise la mano dietro la nuca e la spinse verso il basso facendola accosciare davanti a lui. Lei si fece scappare un “OOOOH” di sorpresa davanti a quel grosso cazzo, prima di assaggiarlo con la lingua, per poi prenderlo in bocca con gusto e maestria. Guardavo con eccitazione la mano dell’uomo infilata nei capelli rossi di Chiara che le impartiva il ritmo del pompino, quasi senza accorgermene avevo il cazzo in mano e mi stavo masturbando. Nel frattempo anche gli altri due si erano calati i calzoni, e i loro cazzi erano a pochi centimetri dal viso di mia moglie. –Faccela provare anche a noi, la bocca di questa bella signora…-Lei non se lo fece dire due volte, e cominciò a pompare con gusto anche gli altri due cazzi che le si erano parati davanti. Il suono di un clacson mi fece sussultare, facendomi render conto che eravamo in piena vista della strada. Lo feci notare ad uno dei tre che aveva preso l’iniziativa, il quale rise: - E che problema c’è?- poi però ci ripensò: -Va bene… Vieni bella, spostiamoci un po’ più in là.- La fece rialzare prendendola per il polso e si incamminò verso l’altro lato del piazzale, dove erano parcheggiati tre autorimorchi. Prima però si soffermò in mezzo al piazzale deserto e voltandosi verso di lei le sfilò la gonna viola, che era l’ultimo indumento che le rimaneva indosso, lasciandola con addosso solo gli stivali, le calze nere e il reggicalze. Il contrasto della sua pelle bianca nuda con l’intimo nero alla luce del grosso faro che illuminava il parcheggio sterrato era eccitantissimo. Si soffermò lì a palpeggiarla, infilandole una mano tra le gambe, lei reclinò la testa, segno che le dita dell’uomo le stavano frugando dentro la fica. Indugiò in mezzo al piazzale per un po’, e io capii a cosa mirava: stava aspettando che passasse qualche auto, prima di portarla dietro ai camion. Infatti passò un auto, che rallentò vistosamente. Ebbi paura che si fermasse e che la cosa potesse diventare pericolosa, ma a quel punto lui rise e la portò finalmente in mezzo a due dei camion parcheggiati, seguito dai suoi due amici e da me. Fecero inginocchiare Chiara, e lì ricominciò il rituale del pompino a girare: loro tre attorno a lei che se lo facevano succhiare a turno. Finalmente uno di loro le si accosciò accanto e prese a masturbarla, preparandola alla monta. Lei mugolava, a bocca piena, mentre le dita dell’uomo le penetravano la fica e (da quel che potevo intuire) il culo. Le si mise dietro, spingendola in avanti per farla mettere a quattro zampe: -Facciamo sentire un po’ di cazzo a questa troia…-Cominciò a scoparla reggendola per i fianchi, incitandola continuare a lavorarsi i cazzi degli altri due con la bocca: -Brava troia, succhiati quei cazzi, che dopo toccherà anche a loro…-Dopo un po’ lasciò il posto al tipo grosso che aveva fatto partire il tutto, che continuava a dimostrarsi il più porco e scurrile. Lui volle che Chiara . si girasse a pancia su, sdraiata a terra e le allargò le gambe facedole spalancare la fica: - Fammi sentire quanto è dolce la tua fica.- Si buttò dentro a leccargliela, lei sussultava ridendo, poi si sollevò e le infilò dentro il grosso cazzo, tenendole le caviglie per tenerle gambe ben divaricate: -Ora ti apro ben bene, troia. E tu scopala in bocca, che sennò la signora si annoia…-L’altro suo amico obbedì ridendo, fottendole letteralmente la bocca, mentre lei sdraiata a terra mugugnava sotto i loro colpi. Dopo un po’ lui la girò di nuovo, facendola mettere di nuovo a pecorina, e continuò a scoparla da dietro, tenendola con una mano per il reggicalze come se fosse la briglia di un cavallo. Con l’altra mano cominciò a carezzarle le natiche, poi vidi perfettamente che le infilava il pollice nel culo, facendola sobbalzare.-Senti che bel buchetto accogliente…- Glielo lavorò per qualche minuto, poi sfilò il cazzo dalla fica di Chiara e lo spinse senza troppi problemi dentro al suo culo. Gli altri due avevano smesso di farsi spompinare, e si limitavano a palparle le tette, lei quindi aveva la bocca libera e sottolineava i colpi dell’uomo con gridolini e mugolii, mentre lui la inculava incitandola a voce alta: -Ti piace prenderlo nel culo, eh, troia?- Te lo rompiamo tutto, questo culo… Ti sfondo tutta, maiala…-La inculava selvaggiamente mentre la insultava, ma a lei la cosa non sembrava dispiacere affatto, i suoi gridolini si alternavano a risatine e mugolii. Sentii un rumore poco dietro di me, mi voltai e vidi che c’era il cameriere, con le brache calate che stava assistendo masturbandosi. Io non gli dissi nulla, allora prese coraggio e si avvicinò, continuando a masturbarsi.I tre iniziarono a scambiarsi, inculandola a turno, Chiara ormai era scatenata e li incitava a sbatterla come una cagna. Uno di loro notò il cameriere fermo accanto a me. Rise, poi gli disse: -Hey amico, vieni a prenderti la mancia, sono sicuro che al signore accanto a te non dispiacerà se un cameriere gli rompe il culo!-Non se lo fece dire due volte, si avvicinò, gli altri gli lasciarono il posto, e anche lui la inculò da dietro, tenendola per i fianchi e grugnendo come un matto. Dopo un po’ il tipo grosso si fece di nuovo sotto, spostando senza troppi discorsi il timido cameriere e facendo cambiare posizione a Chiara, facendola di nuovo sdraiare a pancia su:-Voltati troia, voglio guardarti bene in faccia mentre finisco di sfondarti il culo…- Le sollevò il bacino alzandole le gambe e ricominciò a incularla in quella posizione. Grugniva come un cinghiale, inculandola sempre più forte e in profondità, il rumore della carne contro carne quasi copriva i gemiti di mia moglie, ormai completamente abbandonata. Poi di colpo mollò la presa sulle sue gambe, sfilandosi e balzando in avanti le prese la nuca e proruppe con una abbondante sborrata sul suo viso, per poi dando gli ultimi colpi. Quasi non aveva ancora finito, che uno dei suoi amici aveva preso il suo posto, riprendendo a fottere il culo di Chiara con foga. Per poi a sua volta erompere in una sborrata che le schizzò il seno, il collo e il mento. Il terzo invece le inondò di nuovo il viso e la bocca, lasciando il posto al cameriere. Dopo qualche colpo lo vidi fremere, e capii che stava sfogando il proprio orgasmo dentro al culo di mia moglie. Il tipo grosso si rivolse finalmente a me: -Amico, non stare lì impalato, ora è il tuo turno… Non avrai mica paura di usarla come sborratoio come abbiamo fatto noi?-Mi avvicinai sborrandole in bocca mentre gli altri ridevano.Uno dei tre si avvicinò di nuovo a mia moglie: -Sei stata gentilissima, tesoro, ad asciugarmi la bocca, prima. Adesso che abbiamo ripagato la tua troiaggine, voglio restituirti il favore…-Prese le mutandine che si era tenuto e le passò sul viso e sul corpo di mia moglie, più che per asciugarla per raccogliere lo sperma, poi gliele passò sulle labbra: -Leccale, tesoro, sappiamo bene che ti piace la sborra…- Lei sorrise e obbedì, leccandole e lasciando poi che lui gliele infilasse in bocca delicatamente. Ce ne andammo senza troppi saluti. 297 0 4 settimane fa
- 6 ore fa IL Treno Da quasi giovane studente (dico quasi perché alla fine qualche fuoricorso l’ho sprecato), mi stavo recando all’Università di Milano per sostenere una noiosa lezione di Diritto del lavoro (quando ancora c’era il lavoro).Quel giorno era voluta venire con me F.Avevamo avuto una storia ma era ormai finita solo che continuava a cercami e vediamo se ne indovinate il motivo….. Avevamo preso il diretto da Brescia quello delle 7.40, bypassando quello delle 7.30 sempre troppo pieno di pendolari e studenti.In coda al treno eravamo riusciti a trovare una carrozza con dentro un solo sig.re abbastanza attempato che leggeva il giornale.Era una giornata primaverile c’era il sole ma l’aria era ancora fredda, tanto che indossavo un cappottino leggero mentre F. un giubbotto semi piumino d’oca.F. poi portava un paio di calzoni non troppo pesanti ed un maglioncino con sotto unicamente il reggiseno…sotto i calzoni uno splendido tanga (mia grande passione), che si intravedeva ogni volta che si piegava troppo, dandomi degli spasmi diretti al cazzo.Era splendida, aveva (ed ha ancora come ho avuto modo di constatare) una terza piena, una pelle molto morbida…due labbra sottili ed invitanti…si era raccolta i capelli e lasciava scoperto il collo lungo e bianco…Il primo tratto fino a Treviglio mi divertivo a stuzzicarla…a baciarla ed a passarle le mani sul collo e la bocca…Le sfioravo piano le cosce ed incrociavo il suo piede col mio in modo da darle i brividi e far aumentare in lei l’eccitazione.I miei sinsigamenti avevano colto nel segno..le guance di F. erano piene di rossore ed il petto le si era leggermente gonfiato…i capezzoli erano diventati turgidi e le gambe dapprima ben incrociate si erano lasciate andare aprendosi leggermente.Tutto ciò non era rimasto inosservato al nostro accompagnatore il quale aveva un discreto bozzo sulla patta dei pantaloni ma continuava imperterrito a fare finta di leggere il giornale.Ad un tratto io e l’attempato sig.re ci scambiamo un gesto d’intesa…lui continua a far finta di leggere ma alza sempre più gli occhi dal “Giornale di Brescia”…io allora mi avvicino ad F. che ormai emetteva dei piccoli ansiti,segno che i miei baci e le mie attenzioni ai suoi piedi ed al suo collo avevano avuto effetto…La bacio all’orecchio e le dico di chiudere gli occhi e riposare…Quindi le infilo una mano sotto la maglietta a livello della pancia ed inizio ad massaggiare il suo ventre..Il dirimpettaio osserva sempre più interessato mentre la mia mano inizia a scivolare all’interno dei pantaloni di F.Grazie a Dio non c’era la moda attillata dei superstretti, e la mia mano scivolava con facilità sul tanga di F. che apriva piano piano le sue gambe…Il bozzo del nostro osservatore era tirato allo spasimo quasi credevo esplodesse…La mia mano continuava a muoversi sul clitoride della magnifica F. e lei col bacino seguiva il movimento del mio polso…sentivo aumentare l’umidità della vulva ormai un lago e pensavo esplodesse in un orgasmo… quando il treno arrivò alla stazione di Treviglio.Il nostro “compagno di viaggio” doveva scendere…F. si rialzò ed a fatica si sistemò il cazzo duro nei pantaloni….mentre F. continuava a fare finta di dormire…Lo salutai con una strizzata d’occhio e lui rispose ammiccando e facendomi un pollice alto degno di Fonzie…e poi si avviò all’uscita del vagone..Il treno ripartì..e dopo alcuni Km chiamai F. che terminò la commedia e apri gli occhi…Ormai eravamo soli ed allora le alzai il maglioncino ed iniziai a succhiarle i seni…Era partita totalmente infoiata ed allora le slacciai il bottone di pantaloni…F. mi fermò e disse “Ma che fai e se arriva qualcuno e se passa di fuori”…“Tranquilla ci penso io…”Pesi il mio cappottino e lo stesi sulle nostre gambe…mi sfilai il cazzo dalla lampo e lo diedi in mano a F. che inizio a fare avanti ed indietro col polso..Ogni tanto si abbassava per assaggiarlo prendendomi l’asta fino in fondo e risucchiandola con la gola…Il paesaggio scorreva veloce ed eravamo quasi a Pioltello..allora le dissi…“Sali su di me”…F. aveva paura che arrivasse qualcuno…e poi mi disse “Ma dai non hai neppure i preservativi ed io sono nel pieno dei giorni fertili”“Non c’è problema ci penso io” …l’avevo da poco introdotta ai piaceri anali ed il culetto era ancora strettino ma già capiente.F. aveva scoperto quel godimento dirompente e non si rifiutava mai di sperimentare…Ancora seduta in parte a me ..le feci sporgere i culetto verso la mia mano Mi succhiai le dita e le inumidii bene il culetto…“Ora siediti col culo sul mio cazzo”…F. ormai aveva voglia di godere…mi guardava e mi baciava a fondo…La bocca era bagnata fradicia e la figa anche…Si sedette sul mio cazzo e con le mani tenevo ferma l’asta per farla affondare mentre lei si dilatava le natiche per favorire la penetrazione…Piano piano le entrai completamente col cazzo e lei iniziò a muoversi mentre io con una mano le solletticavo il clitoride…Dopo i primi movimenti lenti cominciai a spingere con più forza baciandole la schiena e dandole 2 dita della mano sinistra in bocca…mente con l’altra le masturbavo la figa alternando il movimento sul clitoride all’introduzione di 3 dita in vagina…F. venne con violenza..tanto che dovetti metterle la mano sulla bocca per impedire che si sentisse in tutto il treno…All’apice dell’orgasmo mi morse completamente la mano procurandosi quel dolore che mi diede l’adrenalina ulteriore per spingerle il mio cazzo fino all’estremità del culo…F. venne in modo animalesco mentre il treno imboccava l’ingresso della stazione centrale…Ci ricomponemmo velocemente e prendemmo la metropolitana verso L’università Cattolica…Mai soldi del biglietto furono ben spesi 261 0 1 mese fa
- 2 ore fa La prima volta con Serena la figlia di Chiara Sono oramai due anni che ho chiuso una storia con la mia ex Chiara. Da lei trascorrevo praticamente il fine settimana ed ogni tanto veniva a trovarla sua figlia Serena che all’epoca aveva 24 anni.Con Chiara avevo un rapporto molto bello e sessualmente di altissimo livello ed anche piuttosto trasgressivo visto che si frequentava il privè o altre situazioni con singoli.Anche con serena ero molto in sintonia a livello caratteriale e spesso si parlava dei suoi casini con i suoi ragazzi.In questi ultimi giorni Serena si è litigata con Marco, il suo boy-friend, cadendo in una strano stato...un misto tra euforia e leggerezza.È diventata più espansiva e mansueta ed ha cominciato a mostrare degli atteggiamenti che prima non si sarebbe nemmeno sognata di avere, tipo girare per casa in slip e reggiseno.Aveva un corpo da farti smettere di respirare.Un sabato pomeriggio dopo aver ultimando di sistemare le mie cose nell’armadio sono andato sotto la doccia e mentre mi sto insaponando sento la porta aprirsi e chiudersi con lo scrocco della chiave.So che a Chiara piace farsi una bella scopata sotto la doccia quando e possibile, quindi le dico che non era possibile perche Serena era in casa...e con sorpresa invece di sentire la voce di Chiara sento quella di Serena che mi dice"senti non ti andrebbe di fare a con me quello che volevi fare con mamma?"Io attonito di primo acchito ho risposto un secco NO e l ho mandata fuori immediatamente, anche se però a mente lucida ho riflettuto su che bella scopata doveva essere con Serena e mi masturbai pensando a quel suo culo tornito e a quella fichetta gonfia di piacere e feci una sborrata mai vista.La sera stessa dopo cena Serena usci con alcune sue amiche ed io mi misi sul divano a guardar un film con Chiara.Durante il film Chiara prende a farmi un pompino da paura e dopo esserle venuto in bocca mi sono sincerato con bacio che avesse bevuto tutto come sempre fa. Mi sono inginocchiato e di rimando le ho fatto un lavoretto con lingua,sulla sua bellissima fica depilata.Il giorno seguente Chiara mi dice che sarebbe andata a fare compere al supermercato e che si sarebbe poi fermata a trovare la sorella.Serena, che era nella sua stanza appresa la notizia dai saluti della mamma si mise ad ascoltare un po di musica, io vado sul terrazzo a fumare una sigaretta (allora fumavo) e vedo la finestra aperta della camera di Serena.Non sentendo la musica, do un occhiata dentro e la vedo distesa sul letto, nuda, con un fallo che le entra ed esce dalla fica,mentre con l altra mano si strizza un capezzolo.Finito la sigaretta in quattro boccate rientro e mi metto davanti alla porta della sua camera, indeciso su come approcciare, prendo coraggio e busso.Si sente un po di confusione ma poi mi dice di entrare e la trovo seduta sul letto in costume da bagno.Il costume pero lascia intravedere la parte che il fluido della sua fica ha intriso e facendo finta di niente le chiedo che strano odore ce nella cameretta.Lei arrossi di colpo ed io eccitato dalla sua timidezza le chiesi come mai le sue mutandine fossero cosi bagnate tra le cosce...Lei prese la mia mano e la mise sulla sua fica...era bollente e fradicia di umori.Ritirai la mano e la portai davanti al viso per sentirne il profumo e ne assaggiai anche il sapore, dolce e voluttuoso.Lei rimase seduta a guardare quello che facevo poi mi fece scivolare giù i pantoloncini e rimase bloccata davanti al mio cazzo che era diventato di pietra e carne.Lo prese con le mani e mi succhiò la cappella prima di frlo scivolare tutto in gola, sentivo le palle appoggiate al suo mentoLe scostai la testa e le infilai la lingua in bocca mentre mi inginocchiavo per andare a leccare quella sontuosa e profumata fica.Aveva un clitoride che sembrava un capezzolo tanto era pronunciato e gonfio,infatti bastarono pochi colpi di linguae raggiunse l orgasmo.Mi rialzai e le dissi di mettersi in ginocchio appoggiandosi sui gomiti.Lei esegui prontamente, mettendomi davanti tutto il suo spettacolo,fica e culo era li aperti e pronti per ricevere il mio cazzo.Le appoggiai la cappella sulle labbra della fica e le feci fare dentro e fuori un paio di volte, poi glielo feci assaggiare fino in fondo con un colpo di reni.Era come avere infilato il cazzo in un forno tanto era calda e stretta...Io dandole una sonora sculacciata sulle chiappe continuai a pomparla, dentro e fuori, mentre con le dita mi facevo posto nel suo culetto, fino a farla schizzare ancora di piacere...Tirai fuori il cazzo da quella stretta fessura carnosa e profumata e con la cappella feci scivolare un po di fluido su quel buchetto violaceo e ad ogni passaggio sentivo il suo respiro diventare piu intenso.Quel culo aveva fame di cazzo e me lo diceva tutte le volte che sfiorandolo aveva una contrazione dilatandosi sempre piu.Ricordo solo che mentre facevo mia, lei disse che non voleva altro che essere inculata da me dopo averla ripetutamente inculata le venni in culo e lei per tutta risposta si tolse e me lo lecco per ripulirlo tutto.La ringrazia baciandola 255 0 1 mese fa
- 2 ore fa La Prima Volta Al Privè Con Chiara Dopo quella prima volta con i due camionisti con Chiara il sesso non è stato piu la stessa cosa. Non c’era scopata che non ripensassimo a quella sera e pure lei mi stuzzicava quando le telefonavo chiedendole cosa facesse e lei di rimando – sono qui con i nostri due amici-.Un sabato pomeriggio mentre si giochicchiava sul letto pensando a cosa fare in serata le proposi di andare al privè. Mentre le altre voste erano parolacce questa volta mi disse – ma allora mi vuoi proprio troia?-Quindi decidemmo che avremmo provato quella esperienza senza dare programmi ciò che veniva veniva, anche il nulla e per la sua iniziazione sciegliemmo un club vicino a Verona.Giunti al locale facciamo la nostra tessera ed entriamo. Io gia lo conoscevo per esserci stato con altre e Chiara lo sapeva. Una volta dentro tutto sembrava svolgersi nel migliore dei modi nessuno infastidiva, nessuno. Cosi dopo aver bevuto qualcosa, smangiucchiato al buffet e ballato un po visto che la musica ci piaceva, ci sediamo sui divani della zona disco e parliamo un po’, sembra un po’ più rilassata adesso. Passa appena qualche minuto e si avvicina un tipo, non era un granché a dire il vero e ho subito sperato che andasse via prestoIl tipo: ciao ragazzi vi va un po’ di compagnia?Io: no grazie sei gentilissimo m per ora stiamo bene cosìPer fortuna non se lo fece ripetere 2 volte, si alzò e andò via.Io: visto amore, può capitare che qualcuno ci provi ma, come ti dicevo rispettano le regole, se dici no non ti rompono le scatoleChiara: speriamoTempo 5 minuti e ne arriva un altroIl tipo: buona sera ragazzi come va?Io: tutto ok grazie, ma perdonaci al momento preferiamo stare da soli.Anche questo non se lo fa ripetere, alza i tacchi e va via.Riprendiamo tranquillamente a chiacchierare tra noi 2 e stavolta il tempo inizia a passare più serenamente, già 15 ulteriori minuti e nessuno viene a “rompere le scatole”. A un certo punto vedo arrivare un signore distinto, ben vestito.Il tipo: piacere, io sono Franco, vi spiace se mi siedo un po con voi a fare 2 chiacchiere?Chiara: se sono solo 2 chiacchiere..!!Il tipo: ma certo figurati, sono un tipo per bene ioLa cosa mi stupì non poco, ma a dire il vero non mi dispiaceva avere un po di compagnia e, dal momento in cui era stata lei ad accettare la sua compagnia be,perché no!!Si iniziò a parlare del più e del meno, di dove eravamo, se prima volta in un posto simile per poi passare a confidenze personali, qualche battuta. A un certo punto lui si alza:Franco: scusate ragazzi, vado a prendere qualcosa da bere, torno subito.Chiara: però dai è simpatico, un tipo divertenteIo: giàEccolo di ritorno con 3 bicchieri in mano, erano dei cocktail.Seduto alla destra di lei, mentre io stavo alla sinistra tra un sorso e l’altro si riprese a parlare, si rideva, si facevano battute, e tra una battuta e l’altra, ridendo lui posò una mano sul ginocchio di lei. Lui con il suo sguardo cerca il mio, e io gli faccio un occhialino in segno di approvazione ma, lei sempre ridendo allontana la mano dal suo ginocchio. La chiacchierata continua per altri 15 minuti, e quella mano che continuava furtivamente a fare va e vieni dal suo ginocchio, misto al senso di “allegria” forse dovuta un po al cocktail iniziava a mettermi strane idee in testa.Franco: ok dai vado a prendere un altro cocktail, arrivo subito.Stavolta c’era confusione al banco del bar, e mentre da lontano lo osservavo dissi a Chiara:Io: dai non è giusto così, è andato per la seconda volta a prenderci da bere, così pare stiamo andando a scrocco, ti spiace se lo raggiungo un attimo così vado io a pagare?Chiara:be dai mi sembra giusto, ma cerca di non metterci troppo, come avevamo detto non dobbiamo stare lontaniIo:ok amore tranquilla, arrivo subitoRaggiunto Franco mentre faceva la coda al bar gli chiesi se gli dispiaceva che gli facessi compagnia e che sarebbe stato un piacere per me offrire io quel giro.Io: sai mi piace questo posto, bella serata, mai stato in un privèFranco:ottimo, mi fa piacere che ti piaccia, ma dimmi..cosa vorresti che accadesse ora con tua donna?Io:sai,con lei non è facile, ho già faticato tanto a farla entrare in questo posto, figuriamoci se si arriva a fare altro.Franco:ma a te farebbe piacere se lei come dire..si divertisse con altri?Io: l’ho sempre sognato, ma lei troppo santarellina,non credo la vedrò mai fare cose simili.Franco:a letto com’è, ti da tutto?Io: siFranco:waooo.Io: fai cio che vuoi sarà lei a dire eventualmente di no!!Franco:che porco, ma mi stai praticamente dicendo che vorresti vedere qualcuno che rompe il culo alla tua donnaIo:sai non mi è mai dispiaciuta l’idea ma sono parole buttate al vento, pure fantasie, ormai la conosco davvero da troppo tempo e mi sono rassegnato, so che non la vedrò mai trasgressiva.Franco:ascolta, la cosa più importante in questo gioco è la tua certezza nel volerlo fare, la tua complicità e la tua “benedizione”, per il resto…se tu mi dici che è quello che vuoi io accetto la sfida, sono sicuro che stasera ti riporterai a casa una donna che non pensavi neanche di avereIo: perché? Che donna dovrei riportarmi a casaFranco:una donna troia, rotta e soddisfattaIo: accidenti, sembri molto convinto nella tua riuscitaFranco: lo sono infattiIntanto la fila si andava smaltendo, arriviamo al banco, ordiniamo i nostri cocktail e torniamo da Chiara sistemandoci come prima, seduti ai suoi lati con lei al centro.Lei non è mai stata tipo da alcool, sicuro non era ubriaca e io non l’avrei mai voluto, ma quel secondo cocktail iniziava a metterle addosso una certa allegria (o almeno credo fosse quello),iniziava a ridere alle battute di lui rispondendo con altrettante battute, e quella mano sul suo ginocchio poi…da che la spostava dopo appena 2 secondi a che ora era ferma li da qualche minuto, la spostava solo quando lui, tra una risata e l’altra cercava di insinuarsi un po più in su, ma niente arrivato al massimo a metà coscia lei era pronta ad allontanarlo.Dovette passare una buona mezzoretta, tra un sorso e una risata e l’altra per poter vedere finalmente quella mano ferma lì a metà coscia, anche se lei adesso teneva le gambe ben strette per evitare che Franco andasse oltre.Franco: cavolo questa musica, sarà anche soft ma questo genere non riesco a mandarlo giu!!Non riuscivo neanche a capire che genere di musica fosse ma in effetti non aveva tutti i torti, ma da una decina di minuti quella musica era davvero orrenda e fastidiosa.Chiara: be in effetti è vero, hai ragioneFranco: che ne dite di spostarci un po’?Magari in qualche punto del locale in cui non si sente e si può chiacchierare più tranquillamente.Io: per me nessun problemaChiara: ok, facciamo pure un giroFranco:ok ,vediamo che troviamo di interessanteCi alziamo tutti e tre, io con la mano alla sua vita e Franco davanti a noi a fare strada, ci guardiamo attorno, Franco: qui sembra bellissimo, pare proprio molto tranquillo, venite ragazzi dai, accomodiamoci!Seduti nuovamente con lei al centro si riprende a chiacchierare, si ride, è piacevole, e quella mano nuovamente ferma li a metà del suo interno coscia mi eccita.Franco: io mi metto comodo, anche perché qui fa tanto caldo.Lei non disse nulla, io neanche. Franco una volta sbottonata la camicia senza comunque toglierla fece scivolare giù prima i pantaloni e poi le mutande, vedo quel bestione da vicino, la prima cosa che mi passa per la testa è…cavolo e fortuna che è ancora moscio, se duro a questo Rocco Siffredi lo farà ridere!!Chiara sbircia appena e si gira subito dall’altro lato.Franco: dai non vergognarti, non ti mangio mica, prima si rideva e ora ti giri?Non è mica cambiato nulla, sono solo mezzo nudo!! Lei si gira timidamente, i suoi occhi sembrano 2 padelle tanto sono spalancati, evidentemente era stupìta da quanto vedeva. Lei cerca di combattere l’imbarazzo riprendendo a parlare come se nulla fosse e dopo una quarto d’ora circa..Franco: ma dai perché non mi mettete comodi anche voi?Chiara: no non pensarci neanche, non esisteContinuando a chiacchierare lui si avvicina sempre più a lei, la solita meno sopra il ginocchioFranco: ma dimmi, non fai neanche una sola considerazione, ne hai mai visti come il mio?Chiara: a dire il vero no, fa un po impressione, ma non hai problemi ad andare con le donne?Io uno come te non lo farei mai neanche avvicinare!Franco: ma nooo esagerata, e che ho la peste?La battuta fece ridere un po tutti e mentre si rideva lui azzardò, prese la mano di lei e la portò sull’enorme membro ancora moscio.Chiara: no non è questione di avere la peste, ma certo come donna non avrei intenzione di farmi “uccidere” da un affare simile..hahahaOk la battuta, ok la risata ma…intanto lei non ritraeva la sua mano!!Dai tesoro guardalo un po più da vicinoPrendendola per la testa Franco la fece chinare verso il bestione per farglielo vedere da vicino, io ero eccitatissimo, la faccia della mia donna a pochissimi centimetri da quell’enorme mazza!!Chiara: ok dai mi sa che stiamo esagerando, il discorso sta degenerando e poi..ti ricordo che c’è anche lui qui presente.Franco:be tuo marito non sembra molto contrariato, dai osservalo da vicinoIntanto lei con la sua mano guidata ancora dalla mano di lui teneva ancora il mostro, la bocca a circa 5 centimentri dalla grossa cappella.Chiara: amore vuoi intervenire? Dice che non sei contrariato, vuoi dirgli che non è così? E’ convinto che tu sia d’accordo a farmelo vedere da vicino, vuoi dirgli invece cosa vuoi che faccia?Io: amore davvero vuoi che sia io a dire cosa voglio che tu faccia?Chiara:certo amore dai, così la chiudiamo qui perché lui si è convinto che..Senza neanche farla finire di parlare le metto una mano sulla testa, do una spinta verso il basso e..con la bocca ancora aperta visto che stava ancora parlando si ritrova con quel cappellone tra le labbra!Io: ora capisci cosa voglio che fai amore?La lascio un istante per darle modo di rispondere..Chiara: cazzo ma sei scemo? Ma che cazzo fai!!E giù di nuovo a spingerle la testa sulla cappella di Franco, ma stavolta non mi fermo, foglio vederglielo in bocca, ancora di più, e spingo!!Chiara: amore stai sbagliando tutto, ma sei sicuro? Poi non si torna indietro dai..Io: ma io non voglio tornare indietro amore, se a te piace, sono felice anche io di vederti felice mentre glielo succhi.Mi ha guardato un istante negli occhiChiara: ricorda che sei stato tu a volerloLo teneva con entrambe le mani e lo ha fissato per qualche secondo eha iniziato a stuzzicargli la punta con la lingua, e stavolta da sola.Franco: mmmm….vedi che ti piace? Ammettilo, cosa ne pensi?Chiara: penso che fa un po impressione, non ne ho mai visto uno così!!La mano di lui sulla testa di lei fu un chiaro ed evidente segno di quello che voleva, lei non chiese ,non si oppose ,non se lo fece chiedere, socchiuse solo gli occhi e aprendo la bocca accolse il grosso membro tra le sue labbra. Era davvero molto grosso, faticava a tenerlo in bocca e tirando via una mano per lasciare libera ulteriore lunghezza nell’enorme asta spinse la testa in basso fino ad ingoiarne la metà!!Io: cavolo Franco davvero impressionante, è davvero enorme, ma lo hai mai misurato?Franco: certo che si, 24cm, quanto quello del nostro caro conosciuto Rocco, lui però anche se di un solo centimetro lo frego per circonferenza, 17cm contro i suoi 16cm.Mi venne subito spontaneo fare delle proporzioni mentali, pensando a come la mia donna riuscisse a prendere per intero tutti i miei 16 mi son detto non avrà difficoltà per ora, ne sta mandando giù metà del suo, saranno circa 12cm, ma poi..guardando le guance deformate di lei ho subito pensato che in effetti il mio non era così grosso e che invece stava davvero faticando!!Atmosfera davvero caldissima, lei aveva iniziato un movimento di su e giù, a tratti lo tirava fuori riprendendo a leccargli la cappella per poi riprendere a succhiarlo, io ero eccitatissimo, le mie mani nun riuscivano più a star ferme, le punte delle mia dita erano già arrivati ai suoi slip e lei ormai in estasi non faceva resistenza, anzi apriva le gambe come a volermi dire di andare oltre.A un certo punto lui la allontana dal suo cazzo, si alza, io non capivo perché lo avesse fatto, tende le mani a Chiara ancora seduta, lei prende le sue mani e si alza, la abbraccia e la porta a se, sono avvinghiati e a me viene subito da notare quella differenza di altezza (non so perché) lei con i suoi 1,65 non era bassissima ma sembrava davvero piccolina attaccata al corpo statuario alto oltre 1,80, lui le afferra il vestito e tirandolo in alto glielo sfila lasciandolo cadere a terra, passandole le mani dietro la schiena le slaccia i reggiseno ed io ne approfitto per avvicinarmi dietro e tirarle via gli slip. Senza neanche accorgerci siamo ora tutti e tre nudi, in piedi.Franco: mettiti giù tesoro, fai vedere a tuo marito come sei brava a prendermelo in bocca.Senza dire una parola lei si abbassa, è accovacciata, le chiappe a pochi centimetri dal pavimento e le gambe spalancate ai lati dei fianchi di lui, osserva per qualche istante l’enorme bestione stranamente ancora moscio, lo afferra con una mano e se lo porta in bocca. Inizia nuovamente a succhiarlo, lui le tiene la testa ferma per farle capire di non tirarlo fuori, vedo quell’enorme palo di carne che lentamente si gonfia tra le labbra di mia donna. Ora la fa alzare, la fa sedere al mio lato per raggiungerci anche lui posizionandosi all’altro lato, lei è di nuovo al centro.Franco: dai ora fammi vedere come lo succhi a tuo maritoAvvicinadosi prima al mio orecchio mi ha sussurratoChiara: guarda cosa mi stai facendo fare, spero di non doverci pentire di quello che sta succedendo.Le accarezzo il viso come per tranquillizzarla, come per dirle che è tutto ok e sempre da seduta si china verso di me iniziando a succhiarmiIo:ti prego amore, fai come sai fare tu, prendilo tutto in bocca, fami sentire le tue labbra sulle palle.Franco: porcellino, ti piace farglielo mandare giù fino in gola e?Io: si è bellissimo sentirlo mentre lo prende tutto, io con i miei 16cm posso permettermelo, mi spiace tu non possa goderti questo piacere con quel bestione.Franco: e chi lo diceLa battuta suscitò una sonora risata, anche lei tirò fuori il mio cazzo dalla bocca per ridere ma io subito pronto la riportai al “suo dovere”. In quella posizione, seduta e china su di me, doveva essere un bel panorama quello che Chiara offriva al nostro amico che iniziava a darsi da fare tastandole le chiappe con le mani. A un certo punto Chiara inizia a gemere, ummmm, hooooo…ho subito intuito che qualche ditino del caro Franco dovesse essersi insinuato nella figa di mia donna. Ora lui da dietro si china su di lei, vedo le mani di lui che passano davanti iniziando a palparle e a stringerle le tette, prima l’una poi l’altra, sono attaccati, e mentre lei ancora china sul mio cazzo gli da le spalle, lui sembra incollato a lei, gli si strofina freneticamente, la cerca continuando a palparla, le solleva un po una gamba!!Chiara: mmmm….cazzoooLa sua esclamazione, il fatto che quasi mi aveva staccato il cazzo a morsi mi fece capire subito cosa era successo. Lui inizia a dare qualche leggero colpettino, lei protrae una mano dietro portandola sulla coscia di lui e cercando di farlo ritrarre un po ma lui resiste e continua a spingere, la vuole, e la sta prendendo. Mi lascia il cazzo, solleva un po la testa e mi guarda negli occhi, i suoi occhi sono lucidiChiara:amore è enorme, fa male, mi sta rompendo.Io: shhh, riprendimelo in bocca amore, non pensarci!!Andiamo avanti così per qualche minuto, tra spinte di lui, gemiti di lei e un fantastico pompino, non ho una visuale bellissima ma riesco a scorgere una porzione di quel cazzone, segno che non era andato dentro neanche per metà, l’aria è oramai davvero bollente. Ad un tratto lui rallenta, vuol farla rilassare un po ho pensato, lo vedo armeggiare qualche istante con il telefono per poi vederglielo posare, io non ho dato molto peso alla cosa, troppo preso dal pompino. A un certo punto vedo aprire la porta, vedo due sagome entrare e chiudersi dietro la porta a chiave, avanzano silenziosamente, sono i due amici di Franco, quelli che prima stavano alla SPA con lui, sicuramente prima mentre stava al telefono li avrà avvisati indicando loro la stanza in cui eravamo. Io non dico nulla, lei ancora china su di me non si accorge e le mani di uno dei due che senza perder tempo iniziano a palparle le cosce non desta la sua curiosità, avrà pensato fossi io o Franco. Ci vuole un colpettino più “sostanzioso” da parte di Franco per farla riemergere!!Chiara: haiiiiPer gridare si è giustamente staccata dal mio cazzo e..sollevando la testa si è accorta delle 2 nuove presenze. Sobbalza, in un movimento fulmineo è in piedi, senza neanche rendersi conto dello spettacolo che stava offrendo a tutti i presenti me compresoChiara: ma che vuol dire, stiamo esagerando qui, questi chi li ha fatti entrare?Franco: sono i miei amici cara, Luca e Paolo.Chiara: si ricordo ma questo non vuol dire che debbano stare qui, ok, mi sa che si è creata davvero troppa confusione, amore mi porgi i vestiti per favore? Andiamo via.Sembra va incazzata e risentita della presenza di quei due, che cazzo ho pensato, abbiamo rovinato tutto, Franco è stato uno stronzo a giocarsi questa stupida carta, io gliel’avevo detto che era troppo santarellina, doveva accontentarsi del punto in cui l’avevamo portata e non esagerare in quel modo.Franco si alza, si avvicina dietro di lei, le passa le mani davanti, la tira a sè e strizzandole le tette le dice:Franco: ma dai cara non fare così, vedrai che ci divertiamo tutti insieme.Chiara: ma per chi mi hai presa?Ma Franco non molla la presa, anzi le strizza le tette ancora di più, Luca a un lato si fa spazio con una mano tra il corpo di Chiara e quello di Franco iniziando a palparle il culo, Paolo dall’altro lato le posa una mano sulla figa ed un’altra su una tetta lasciata ora libera da Franco, nel giro di pochi istanti si ritrova con le mani di tre sconosciuti che la palpano ovunque, è tutto molto confuso, io non distinguo più neanche a chi appartenesse l’una o l’altra mano. Paolo sembrava un porco, dapprima le ha afferrato la figa come con quella manona come fosse un pacco, prima di ficcarle un dito dentro facendola sobbalzare.Chiara: haiii, porca puttana togli quel dito da lì.All’inizio non capì perché stesse facendo così per un dito, ma poi mi sono reso conto che non si riferiva a Paolo con il suo dito nella figa ma a Luca che le aveva piantato un dito nel culo. Anche gli altri due nel giro di pochi istanti sono nudi e duri, le mie normalissime dimensioni mi fanno sentire per qualche istante un mini dotato, ma mi rendo conto che non è così, i miei 16cm non sono certo da prendere in giro, non sono io mini dotato, sono tutti gli altri con dei cazzi fuori misura, non certo ai livelli di Franco ma..anche Luca e Paolo sono veramente molto ben messi, 19cm uno e 21 l’altro. Ora lei è seduta sul grande divano, tutti gli altri siamo in piedi attorno a lei, mi tende una mano a voler cercare la mia, come se volesse aiuto, mi avvicino, gliela porgo e la porto al mio cazzo.Io: segami amore, dai!!Testa abbassata e occhi chiusi ha preso timidamente a segarmi, prima Franco, posizionatosi davanti a lei con un piede sul divano ha indirizzato il suo cazzo verso la sua bocca, poi Luca nella stessa posizione e poi ancora Paolo, a turno li ha dovuti succhiare tutti e tre prima che si andassero a sedere.Paolo: da i porcellina sai che mi piace tanto come fai pompini? Però ora vorrei vedere te mentre ce lo prendi in bocca, mica possiamo essere solo noi a mettertelo tra le labbra, dai alzati e fatti un bel giretto sui nostri cazzi!!Cavolo, le stava parlando come fosse una troia, la cosa mi eccitava e allo stesso tempo mi spaventava, la paura che lei da un momento all’altro potesse alzarsi e far finire tutto!!Franco: dai Marco vieni qui, siediti accanto a noi che ora Chiara passa a farci un bel pompino ciascuno!Ho porto una mano a lei, l’ho tirata a me facendola alzare e mi sono seduto accanto ai nostri amici. Era li, in piedi, tutta nuda con quel ciuffetto tra le gambe in bella mostra. Paolo, il primo della fila la tira a se, lei fa per abbassarsi ma viene subito fermata da Luca che era seduto subito accanto a Paolo.Luca: no non abbassarti, chinati a 90 gradi, è bello vederti con le gambe ritte e piegata mentre ce lo prendi in bocca.Lei non parlava, si limitava a seguire le indicazioni, in piedi, gambe diritte, le mani poggiate sulle ginocchia di Paolo e piegata a oltre 90 gradi inizia a succhiargli il cazzo. Ora è il turno di Luca, stessa identica posizione, Luca sembra essere troppo eccitato, le afferra la testa e la spinge forse verso il basso, quando lei sembra quasi soffocare lui stringe la sua testa ancora di più e spinge ancora più forte, il suo mento contro i suoi coglioni, le ha fatto ingoiare 19cm di minchia ma spinge ancora, quasi a volerle far mandare giù anche i coglioni. Adesso lei si sposta, è il turno di Franco, il suo non può certo riuscire a mandarlo giù tutto, è troppo groppo, esageratamente grosso, ma basta averlo in bocca anche solo per metà per vedere la sua faccia deformata da quell’impressionante bestione. Ora tocca a me, non serve che io le spinga le testa, senza dir nulla fa scomparire i miei 16 cm fino alla gola, sono il primo a venire ma non voglio lo tiri fuori, le tengo la testa, sono talmente eccitato da scaricarle in gola quantità esagerate di sbora, pare quasi abbia dei conati di vomito ma la tengo ferma li, continua a succhiarmi fino a farmelo venire di nuovo duro. Luca si alza e si posiziona dietro di lei mentre tiene ancora il mio cazzo in bocca, la afferra per i fianchi, punta la cappella alla figa di Chiara e con movimenti lenti ma decisi inizia a scoparla.Chiara: mmmmmm….mmmmmmmmmmm….amore mi apre in dueeeSembra quasi crollare, non si regge in piedi e si accascia un po. La fanno inginocchiare sul divano, culo in alto e testa bassa, tocca a Paolo che come Luca inizia a pomparla da dietro fino a quando non sborra copioso sulla sua schiena.Sarebbe il turno di Franco adesso ma lei è veramente stremata, si butta distesa a pancia in giù sul divano.Chiara: mi state distruggendo.La girano su se stessa come fosse una cotoletta, Luca posizionato al suo lato sul divano le afferra una caviglia, il al lato di lei prendo l’altra, gliele solleviamo fino a che le sue stesse ginocchia non le arrivano alle tette, è tutta oscenamente aperta, Franco poggiandosi con le mani sulle sue spalle si lascia andare lentamente sopra di lei, cerca con il cazzo la sua figa, la trova, spinge piano fino a farvi entrare la grossa cappella, lei si contorce.Chiara: oddio…basta per favore, mi sta spaccando.Franco trae un lungo respiro, gli si gonfia il petto e come a volersi poi scaricare…è un solo colpo, forte, deciso, potente.Chiara:haaaaaaaaaaaaaa….Ad ogni colpo deciso quei 24cm si notano davvero molto bene, le si gonfia lo stomaco ad ogni botta ben assestata, tutta scosciata, è uno spettacolo vederla presa cosìChiara:haiii…cazzo mi rompeeeCrica 10/15 minuti a pomparla così mentre qualche cazzo le entra ed esce dalla bocca a tante mani lì a palparle finchè Franco non esce riempendola ovunque di sborra.Siamo tutti buttati sul divano, lei sembra sfinita, è stato tutto bellissimo, abbiamo terminato un esperienza indimenticabile pensai.In questi momenti di ripresa, di pausa e relax qualche mano le si posava ancora sulle tette, Luca al suo finco immobile con la sua mano ferma li tra le gambe di lei, e Franco tenendo la sua mano stretta sul suo pacco sembrava gonfiarsi nuovamente. I tre si guardano sorridenti, Luca e Paolo si alzano, serata finita ho pensato, adesso ci rivestiamo e salutiamo, chissà quale sarà il “verdetto” di Chiara stasera!!Ma non è finita così la serata, mi sbagliavo, Luca e Paolo ora in piedi si avvicinano ai lati di Chiara, Luca da un lato con una mano sotto il ginocchio e con l’altra sotto l’ascella di lei, Paolo lo stesso dall’altro lato, di peso la sollevano dal divano, lei non reagisce, io non capisco!! Sempre di peso, presa così la trasportano verso Franco che, nuovamente duro rimette in mostra il scettro tenendolo ben diritto con entrambe le mani. Chiara esausta non reagisce se non per dire giusto due parole:Chiara: basta ragazzi, mettetemi giù, sono veramente a pezzi non mi va più di continuare a giocare così.Luca: certo cara, abbi un po di pazienza, giusto qualche secondo e ti mettiamo subito giù!!Sempre ancora in braccio ai due lei è ora in direzione di Franco, esattamente sopra di lui, sorretta ancora dai due che lentamente la calano verso il basso, l’enorme cappella punta alla figa ormai straziataChiara: vi prego basta, non ce la faccio più, vi pregoIo inizio a pensare che forse si stia esagerando un po ma non riesco ad intervenire, quelle scene sono troppo forti, troppo eccitanti, vorrei fermarli ma l’eccitazione per quanto le stanno facendo è più forte di quella mia volontà. E’ dentro, la grossa cappella è tornata nuovamente a squarciarle la figa.Chiara: haaaaaaa….noooooo….brucia troppo ragazzi vi prego fermatevi.La sollevano un po, ma giusto quel tanto per tirarle fuori la cappella dalla figa senza che i due sessi perdessero comunque il contatto, Franco da sotto tenendolo sempre con la mano fa dondolare il suo bestione facendolo oscillare avanti e indietro fermandosi proprio lì, in quel suo buchetto mai profanato, in quel so buchetto ancora strettissimo per via di quella verginità che Chiara era riuscita a conservare fino a quei suoi 47 anni. Lui inarca la schiena, spinge lentamente Verso l’alto!Chiara: hei che fai, guarda che hai sbagliato zona..nell’eventualità non te ne fossi accorto.Franco:no cara tranquilla, non ho sbagliato, è il posto che cercavoChiara:ma che cazzo sei scemo?Che vuoi ammazzarmi? Lasciatemi andare dai, mettetemi giù!!Paolo: certoo…ti mettiamo giù subito, che dici Luca la mettiamo giù?Luca: si accordissimo dai, mettiamola giù.Iniziarono lentamente a metterla giù, ma di certo non come immaginava lei, Franco non lo reggeva più con le mani il suo cazzo, reggeva da solo, puntato minaccioso contro quel buchetto mai profanato.Chiara:ooooo…no no no!!Più i due allentavano la presa e più quel buchetto sotto il peso stesso del suo corpo premeva contro il bestione. Un enorme palo di carne, la forza di gravità, il peso del suo corpo, erano tanti i fattori contro cui il suo sfintere stava lottando, ma quanto poteva resistere ancora?Chiara:aaaaaaaaaaa………haiiiiiiiiiiii…cazzoooooooIl mio primo istinto fu quello di guardare la porta, l’urlo fu talmente forte che ebbi paura che qualcuno potesse sentire, ma poi pensai subito che la porta era chiusa a chiave dall’interno, mi girai verso il divano, lo spettacolo che avevo difronte era un misto tra il pauroso e l’eccitante, lei tenuta oramai solo in equilibrio dai due, con le gambe oscenamente aperte, Franco sdraiato sotto di lei, e l’enorme cappella ormai scomparsa tra le sue chiappe. E’ solo la cappella pensai, ma cavolo quanto è grossa!!Chiara girò la testa verso di me, qualche lacrima le sgorgava dagli occhi!!Chiara: amore aiutamiNon me lo feci ripetere, mi avvicinai a e lei prendendole la mano.Franco:decidi tu adesso, dicci se smettere o se vuoi davvero una donna troia!Non ho neanche risposto a quella frase che aveva tutta l’aria della sfida, salito sul divano mi metto in piedi, sono più in alto di lei, la scavalco mettendo entrambe le mie gambe ai fianchi di lei, la guardo in faccia , con una mano le asciugo le lacrime, metto un dito tra le sue labbra socchiuse nel tentativo di spegnere quei suoi sospiri affannosi, quel suo ansimare che sembrava un misto tra convulsioni e sofferenza, ogni suo muscolo che si contraeva, appoggio entrambe le mie mani sulle sue tette e lentamente mi siedo sul suo basso ventre..questa è stata la mia risposta!! Quel povero buchetto ora oltre al peso del suo corpo doveva sostenere anche quello del mio.Chiara: stronzoooo….haaaaaaaa.Mi sollevavo leggermente per andare poi giù con un colpettino, poi ancora, e poi di nuovo, sempre più forte, premendo sempre di più fino a quando a un tratto mi sollevai quasi del tutto per andare giù di colpo e con molta più forza.Chiara: Diooooooo….mi spaccaaaaaa…..amore mi sta rompendoooMi sollevo e scendo dal divano, voglio andarmi a godere lo spettacolo, mi abbasso per sbirciare, non credevo neanche io ai miei occhi, una buona metà di quell’enorme mazza le era sparita tra le chiappe.Mi avvicino al suo orecchio e le sussurro:Io: amore vedessi da vicino che scena, ti ricordo che è grosso quanto una lattina, lungo un quarto di metro e tu ne hai metà piantato nel culo.Chiara:sei un bastardo, ti toccherà farmi ricucire perché mi sta distruggendoDopo pochi secondi di pausa Franco riprende a dare dei col pettini in avanti, ritmati, lenti ma ben assestati, guadagnando sempre qualche centimetro in più dentro di lei e riportandola ad urlare come fosse una troia mentre viene squartata.Chiara: no cazzo, haiiiii, porca puttana mi state facendo maleseCon mio assoluto stupore tutto ad un tratto però le sue esclamazioni cambiano, come per magiàChiara:uuuuuuuu…..mi sta sventrandooo…fa malese…..siiiii maiale spaccami il culo, aprimi in due porcoIntanto i due la mollano, lei ora ha i piedi sul divano, potrebbe alzarsi ma non lo fa, anzi…ora c’è lui che spinge verso l’alto e lei verso il bassoChiara:vieni amore avvicinati, è questo che volevi?E vieni a vedere come mi rompono il culo……uuuuu…siiii…cosììììAdesso è Paolo a salire sul divano e a mettersi con i suoi piedi ai fianchi di lei, le afferra i polpacci, li tira in alto fino a farle toccare le tette con le ginocchia, quel mostro ancora piantato nel culo, si china lentamente sopra di lei, poggia la punta dei suoi 21cm contro la figa di Chiara e…è un solo colpo, forte, deciso, potente, e in pochi istanti un altro bel palo era sparito tra le gambe di Chiara.Chiara non grida ora, è letteralmente senza fiato, con le gambe stringe a se la schiena di Paolo che aumenta sempre di più i suoi movimenti e le sue spinte. Prima mi chiedevo..quanto può resistere il suo sfintere sotto il peso a tanta pressione? La risposta era presto arrivata, i coglioni di Franco e Paolo strusciavano fra di loro, erano arrivati a “destinazione, mi abbasso nuovamente e non vedo più l’enorme di palo di Franco, ora ne ho la certezza, Chiara ha 21cm di cazzo nella figa e altri 24cm di minchia piantati tutti su per il culo!!Le grida di lei sotto i colpi di loro iniziano nuovamente ad essere eccessivamente sonori ma c’èra ancora Luca pronto a porre rimedio alla cosa che, piazzatosi al suo fianco non ha perso tempo a tapparle la bocca.Eccitatissimo io le ho preso una mano portandola al mio cazzo, non era più una cosa soft, la stavamo scopando come fosse la peggiore delle troie, Franco nel suo culo, Paolo in figa e Luca le scopava la bocca mentre lei segava il mio.Sembrammo tutti coordinati, a parte Franco che riempendole l’intestino continuava a pomparle il culo uscirono tutti, Paolo a dare le ultime segate sopra di lei, Luca che una volta spruzzati i primi fiotti in bocca fece appena in tempo ad uscire per dirigersi verso il suo ed io che mi unì a loro. Aveva sborra ovunque, sui capelli, sulle tette, in faccia, quasi non riusciva ad aprire gli occhi quanto erano pieni.Sembrava far fatica ad alzarsi, l’aiutai a raccogliere i vestiti, lo indossa, mette le mutande nella borsetta, mi chiede dei fazzolettini per ripulirsi ma non ne ho, si passa una mano negli occhi giusto per riuscire ad aprirli un po, salutiamo con un ciao molto freddo e distaccato, apriamo la porta e usciamo.Nella ricerca di un bagno ci imbattiamo in diverse persone, ci guardano, mi sento più in ombarazzo io che lei per come e imbrattata, i capelli ancora imbiancati e stropicciati, la faccia impastata tra sborra e trucco, un rivolo di sborra denso e appiccicoso che le penzola dal mento. Finalmente troviamo un bagno, si da una ripulita e usciamo via dal locale.Arriviamo in macchina, salgo, aspetto che anche lei faccia altrettanto, mette una gamba dentro e sostenendosi alla maniglia cerca piano di sedersi, si lamenta dolorante!!Io: amore non riesci a sederti, ti fa male?Chiara: bastardo colpa tua che gli hai permesso di devastarmi il culo!! 265 0 1 mese fa
- 1 giorno fa Prima esperienza (e probabilmente anche l’ultima) andata MALISSIMO Breve storia triste:mesi di ricerche per sciogliere il ghiaccio e provare una nostra prima esperienza con un singolo (prima esperienza in assoluto). Lo troviamo, lo contattiamo, mille storie chiedendoci se siamo convinti perché vorrebbe evitare un viaggio a vuoto. Finalmente ci incontriamo, parte la nostra avventura che si esaurisce in 5 minuti. Lui viene in 3 minuti (180 secondi). Impossibile resuscitarlo. Dilettanti allo sbaraglio ma i dilettanti non eravamo noi. Rimane solo un sapore amarissimo!! da ora in poi cercasi mercenari che magari pagando.... 303 1 1 mese fa
- Sono Troia Sono troia e mi eccita tantissimo. Ho scoperto di avere una naturale predilizione per il cazzo molto giovane e sono stata fortunata a trovare quelli giusti. Alle prime esperienze è seguita la scoperta del porno. Attraverso i social ho cominciato a chattare esibendomi a sconosciuti. Il passaggio agli incontri è stato rapidissimo, per lo più uomini sposati e maturi, gruppi con i quali ho sperimentato molte delle cose che immaginavo: bukkake, gangbang, fisting, dogging, pissing, scat. Sentirmi usata, intimamente ed esplicitamente troia, condivisa, mi ha portato alle prime sperimentazioni come escort, aprendomi ad un mondo che mi ha regalato tanto godimento. Con i social ho avuto la possibilità di entrare a contatto con attori e creator porno, produttori, gestori di privè e anche in questo caso brevemente, il passaggio a frequentare privè, produttori e attori è stato piuttosto rapido. Anche se l'idea di fare porno mi eccita tantissimo, ho resistito alle decine di proposte, limitandomi a partecipare a serate e incontri hard, senza però cedere alle lusinghe delle produzioni hard. Ad oggi resto una ragazza normalissima che vive di una seconda anima perversa, adoro lasciare che questa seconda me, prenda il sopravvento, eccitata all'idea di essere usata, comprata, sborrata, esibita, mostrata, condivisa per quella che sono: Sono Troia! 599 0 1 mese fa
- 6 ore fa TRADIMENTO…FORSE… Era una giovane sig.ra sposata da poco...la chiamerò Giovanna (la privacy è la privacy), e mi aveva richiesto un appuntamento per avere una consulenza in ordine a certi problemi ereditari a seguito della prematura scomparsa del padre...Sono un professionista abbastanza noto in materia successoria, per cui avevo fissato l’appuntamento per il giovedì successivo verso sera in quanto Giovanna gestiva un negozio ed usciva tardi dal lavoro.Non l’avevo mai vista ma il mio nome le era stato fatto da alcune amiche in palestra, che avevo assistito per altre questioni.Ero anche un’pò stizzito perché avrei dovuto fermarmi in ufficio fino a tardi.I miei colleghi di studio se ne erano già andati e, praticamente, in tutto lo stabile era accesa solo la luce della sala d’aspetto e quella del mio ufficio.Puntuale alle 20.00 sentii suonare il campanello del mio studio, mi alzai e vado ad aprire.Mi comparve Giovanna..alta 1.70 gambe lunghe e affusolate..capelli molto corti biondo platino ed un seno minuscolo…Un fisico molto androgino ma nonostante quello con una certa sensualità.Vestiva in modo casual ma elegante e si notava come gestisse un negozio di moda..Indossava dei leggis molto aderenti ed una magia con una giacca stretta sul busto magro...La feci accomodare in sala d’aspetto risistemando così alcuni fascicoli sulla mia scrivania… Giovanna incrociava le unghie gambe sulla poltrona abbandonandosi lungo i braccioli…Il suo profumo “Chanel noir” mi raggiungeva fino al mio ufficio... e la sentivo rigirare nervosamente alcuni documenti che si era portata appresso...Avevo già notato la fede di Damiani che faceva bella mostra sul suo anulare, ma anche se avessi avuto sentore di una qualsiasi propensione nei miei confronti, la mia professionalità mi imponeva la massima serietà.Percorsi i pochi metri dal mio ufficio alla sala d’aspetto e feci accomodare Giovanna facendomi precedere all’interno della stanza.Devo dire che nonostante il fisico magro mostrava subito un bel culetto fasciato dai leggis attillatissimi, ancora più slanciato dalle scarpe con tacco 13, frutto sicuramente della frequentazione della palestra.La feci accomodare sulla sedia di fronte alla mia e mi sedetti sulla poltrona iniziando ad esaminare il suo caso.Il padre era stato un noto professionista e la situazione seppur intricata ero sicuro che avrebbe preso dei risvolti favorevoli alla mia cliente.Durante il mio discorso però, notavo che Giovanna mi dava qualche sguardo sempre più profondo e malizioso...I suoi occhi nocciola assumevano un’intensa espressione…quasi volermi attraversare.. mentre con la schiena si stendeva sempre più lungo la poltrona...L’atteggiamento di Giovanna non mi era indifferente e, quindi, per recuperare l’aplomb mi recai nel’altra stanza fingendo di fare delle fotocopie...Mentre le passavo vicino sentivo i suoi occhi che mi seguivano..scendevano lungo le pieghe del mio vestito gessato...guardavano i miei movimenti e le mie mani...Dopo pochi minuti rientravo nella stanza e Giovanna si era tolta la giacca stretta appoggiandola sul bracciolo della sedia vicina…Il suo intenso profumo mi inebriava completamente… seguivo con lo sguardo una piccola goccia di sudore che dal collo le scendeva lentamente perdendosi nella maglietta…Immaginavo che la mia bocca fosse quella goccia e le mie labbra tracciassero lo stesso percorso, scendendo sul collo e le spalle di Giovanna, fino a perdesi alla punta dei suoi piccoli capezzoli che si notavano duri e ritti sotto la maglietta...La mia mente divagava mentre le mie labbra continuavano a esporre il caso di Giovanna… la quale continuava a provocarmi sia con o sguardo, sia mordicchiando ogni tanto il suo labbro inferiore facendo intravedere la lingua rossa e molto seducente...Non ero indifferente a tale bombardamento...il mio pene si era irrigidito (ahhhhh la maledizione degli uomini non poter celare), ed i pantaloni palesavano tutta la mia eccitazione...Non senza qualche impaccio cercavo delle posizioni che mi permettessero di nascondere il cazzo ormai durissimo...ma oltre ad essere dolorose i miei tentativi erano alquanto comici.Finita la consulenza, e dopo aver passato un momento veramente critico, mi alzai per riaccompagnarla alla porta dello studio.Giovanna si alzo dalla sedia e si piegò in modo sconsiderato per prendere la giacca ancora sul bracciolo della sedia accanto.Mi mostrava tutto il suo fantastico culo ed indugiava nell’attesa di una mia mossa... L’eccitazione mi riesplose completamente...Mi trovavo ancora dietro di lei quando si rialzò, ed allora la presi con le braccia stringendola e iniziai a baciarle il collo...La mia giacca era incollata alla sua maglietta..la mia bocca scendeva avidamente lungo il suo collo mentre con una mano le giravo la testa per assaporare le labbra...In quella posizione le mia mani iniziarono a cercarle i seni...Date le modeste dimensioni non portava il reggiseno, ed allora iniziai a toccarle le mammelle con forza riempiendomene la mano…La baciavo in modo forsennato affondando la lingua dentro la sua bocca e lei ricambiava quasi sbranandomi le labbra...Con la mano destra le avevo ormai preso il capezzolo e lo tiravo...ed ero ricambiato da continui mugolii di piacere...“Cazzo aspettavi...e mezz’ora che sono fradicia” mi disse ad un tratto mentre con le mani mi liberava il cazzo marmoreo dalla cerniera del gessato.“Mi diede uno spintone e mi fece cadere sulla sedia... “Dammi il cazzo...” mi diceva quasi con rabbia presa da un raptus sessuale che poche volte avevo visto di tale intensità…Io, e le mie partner del sito lo sanno bene, non sono un uomo che si lascia dominare o impartire ordini per cui ripresi subito la mia posizione...Mi alzai in piedi e con una mano afefrraii capelli di Giovanna e con l’altra il mio cazzo...“Ora succhialo ma senza mani...”Spiazzata dalla mia frase e dalla nuova piega della situazione Giovanna mi guardo come interdetta ma le presi subito i capelli corti e con la mano sinistra le misi 2 dita in bocca...Giovnna inizio a succhiarle prima sulla punta e poi fino in fondo…ed allora le diedi anche un 3 dito aprendole le labbra...“Sono brava?” mi chiedeva mente succhiava e riempiva di saliva la mia mano...Senza alcuna risposta sostituii il mio cazzo alla mano...Facendole assaporare la sua durezz, prima sulla punta e poi piano piano affondandole tutta l’asta.Giovanna succhiava avidamente e con la mano la facevo ingoiare sul mio cazzo trattenendola con la bocca lungo il mio pube per poi rilasciarla con il fiato mozzato...Questo “trattamento” aveva aumentato a dismisura la sua eccitazione tanto che sui leggis era comparsa una macchia in prossimità della sua vulva...La feci rialzare ed accomodare sulla poltroncina mentre le abbassavo i leggis…“MMM sei proprio bella e guarda come e bagnata la tua figa…”Giovanna ormai con capiva nulla, voleva solo godere…si aggrappava con le mani ai braccioli mentre io la facevo avanzare col sedere esponendole completamente la vulva…Mi abbassai e le iniziai a leccare avidamente la vagina…la mia lingua percorreva tutte le grandi labbra divaricandole e ed entrando in profondità nella figa ormai aperta di Giovanna...Mentre risalivo con le labbra le succhiavo il clitoride modicchiandolo e tirandolo con le labbra...Giovanna gemeva mene la sua vagina continuava ed emettere tutta la sua voglia...Mi rialzai e slacciai la cintura lasciando calare i pantaloni...Il mio cazzo era duro e dritto di fronte a Giovanna che guardandomi mi disse “scopami cazzo scopami...”I suoi leggis erano calati fino alle caviglie ed intrufolai la testa in mezzo lasciandole intorno al mio collo...Il suo culo sporgeva dalla sedia e con le mani era abbrancata ai braccioli...presi lo schienale della poltroncina e cominciai a spingerle dentro il cazzo...fino in fondo...Govanna era tutta gemiti..il suo corpo sconquassato dai brividi e dalla voglia mentre il mio pene affondava fino in fondo al suo utero con colpi sempre più forti...La poltroncina si spostava nella stanza ma io la tenevo ferma mente il mio corpo sovrastava quello di Giovanna che venne con esplodendo il suo orgasmo dentro di me...Devo dire che era una scena un’pò anni 70’...io con la giacca camicia e cravatta e i pantaloni abbassati e lei con le caviglie intorno al mio collo con i leggis calati e la maglietta alzata...Esaurito l’orgasmo Giovanna si rialzo..dandomi un bacio e iniziando a ricomporsi...La mia voce però la blocco all’istante...”Cosa fai non abbiamo finito...”Ancora con i leggis abbassati la presi e la piegai sulla scrivania...con le mani tenevo le sue diritte dietro la schiena mentre col busto era stesa lungo la larghezza de mio tavolo...Improvvisamente mi accucciai e iniziai a leccarle di nuovo la figa da dietro ma questa volta arrivando fino al culo...Lo leccavo per ben entravo lo inumidivo..Giovanna al mio nuovo impeto ricominciò a bagnarsi spandendo i suoi umori nella mia bocca..che si saziava continuamente dl suo sapore...Ad un tatto mi rialzai...le lasciai le braccia ma le misi una mano sulla schiena in modo da tenerla ferma...presi il mio cazzo ancora durissimo (non ero venuto)..e lo puntai conto il suo culetto perfetto...Giovanna mi guardò subito allarmata “No li no non l’ho mai fatto...”“Bene mi sembra l’ora di cominciare...” e con la mani destra iniziai a toccarle il clitoride mentre con la punta del mio pene cercavo di addentrarmi nel suo buchetto...Aveva detto la verità era vergine il cazzo faticava ad entrare...Le dissi con tono sicuro “vedrai che ti piacerà ora aggrappati alla scrivania e tieni bene il bordo”Mentre faceva così con le mani le divaricai le natiche..e iniziai ad introdurre il mio pene ad ogni centimetro mi fermavo per farla abituare ed assaporare...Giovanna soffriva ad ogni mio affondo era una smorfia...io la rassicuravo e non mi fermavo..un centimetro un minuto di attesa...e pi ancora…La mia bocca le baciava il collo e la schiena la mia mano destra era sul clitoride e la masturbava dandole il piacere...Arrivato alla parte di maggior resistenza misi una mano sulla bocca di Giovanna e diedi una spinta molto forte arrivando con il cazzo fino alle sue viscere…Giovanna mi morse furiosamente la mano e cerco di alzarsi ma il mio braccio sinistro la teneva piegata…Rimasi a lungo col cazzo duro infilato nel suo culo...poi iniziai a muovermi Da prima molto lentamente avanti ed indietro...la incalzavo ad essere troia...le dicevo... “dimmi quando ti piace...dimmi se devo fermarmi…se devo aumentare e spingere di più”Ormai le avevo tolto la mano dalla bocca…Giovanna si era abituata al cazzo in culo e ora mi dava indicazioni...“Spingi che mi piace ora…un’pò più forte…ora fermati ora ancora un pò”La mia mano destra era tornata al clitoride e o solleticava e sfiorava…mentre con la bocca continuavo a baciala e leccarle la schiena...questo trattamento l’aveva notevolmente eccitata tanto che inizio a dirmi “Inculami…spingi forte ora”...Venimmo insieme Giovanna emettendo un piccolo getto di piacere sui miei pantaloni e io riempiendo il culo di Giovanna del mio sperma completamente...Accompagnai Giovanna al bagno dello studio e ci ricomponemmo...Fortunatamente avevo il cambio d’abito (abitudine presa dopo lo “scoppio” del toner della fotocopiatrice) cosi lasciai i pantaloni pieni della voglia di Giovanna in ufficio per portarli in lavanderia il giorno successivo.Ci lasciammo sulla porta dell’ufficio con un lungo bacio caldo e appassionato, e comunque ci saremmo rivisti per gli sviluppi della sua questione successoria.Il giorno dopo, mentre stavo redigendo un atto, il mio collaboratore mi passo una telefonata: “sono Mario XXXXX il marito di Giovanna XXXXXXX, volevo chiederle se è possibile passare ora da lei per delle delucidazioni in merito alla questione di ieri, in quanto mia moglie non ha ben capito alcune cose”.Senza alcun problema risposi di passare pure che lo attendevo.Mario si presentò nel mio studio e venne introdotti in ufficio dal mio collaboratore...“Mi dica pure sig. XXXXXX, quali chiarimenti vuole”Senza proferire parola Mario mi fece vedere una registrazione I phone della serata precedente, dove scopavo con ogni passione Giovanna nel mio ufficio...Anzi nei pochi minuti in cui ero stato a fare e fotocopie Giovanna mostrava il segno delle corna e diceva al marito “Ora caro ti accontento...e vedrai”.Un’pò stupito chiesi a Mario cosa significasse tutto questo e lui mi rispose che spesso fantasticava di essere cuck ma non aveva mai avuto il coraggio di fare questo passo...La sera prima Giovanna rincasata gli aveva mostrato il video e lui c’era rimasto di sasso. In rima risposta le aveva dato della troia e della puttana, minacciandola della separazione, ma poi l’eccitazione lo aveva preso e aveva rivisto il video più volte soprattutto nella parte dove la inculavo con passione e foga e la baciavo...Giovanna aveva ammesso che il mio savuore faire l’aveva subito colpita, oltre il mio aspetto, e aveva capito che sarei stato una persona di totale ed assoluta discrezione, tenendo per me qual fantastico amplesso... La mattina Mario si era scusato con Giovanna ed ora senza che lei lo sapesse era venuto nel mio ufficio.Ben capendo lo stato d’animo di Mario (tra il fantasticare ed il fare...) lo rincuorai dicendo che sua moglie era una bellissima e seducente donna e aveva voluto solo accontentarlo, per far si che il suo desiderio non si trasformasse in una mania, una paranoia…Beh cari lettori che dire, dopo quelle parole Mario mi disse: “perchè non vieni a cena a casa nostra la prossima settimana? Una sorpresa per Giovanna...”Fu l’inizio di una splendida amicizia... 506 0 1 mese fa
- 2 ore fa una domenica in moto Adoro le domeniche in moto col bel tempo e quindi ho pensato di integrare il mio annuncio su questo sito invitando singole per un giro in moto anche di natura erotica.Ricevo un messaggio da Cristina singola di Modena che si definisce zavorrina.Ci accordammo per la domenica di ieri 29/05/2023 di vederci al parcheggio del casello autostradale di MN sud. Lei alle 8.30 arriva puntuale, felicissima, tutta ben truccata, foulard di seta annodato in testa, occhiali da sole, jeans con protezioni, maglietta a maniche corte. Scende dall’auto e scarica il giubbino da moto, guanti, fascia per il collo e casco. Si avvicina sorridendo e mi dice:“Fammi vedere questo gioiellino! Stupenda!” disse, girando intorno alla moto “questo colore rosso è come piace a me.Dai che non vedo l’ora di partire”.Nel bauletto sistemammo l’occorrente per sdraiarci sull’erba, alcune bibite e un po’ di frutta.Partiamo con destinazione Lago di Garda.Durante il viaggio sentivo le tette di Cristina sulla schiena, suscitando in me fantasie.Cristina 50enne ha un corpo, senza falsa modestia, da fare invidia ad una trentenne, seno terza misura, belle gambe tornite, fianchi prominenti, un posteriore di belle forme e dimensioni, un bel viso curato e truccato, mani splendide con unghie curatissime e smaltate con colori raffinati.Saranno state le vibrazioni della moto quando mi ritrovai con il cazzo ben indurito tanto da dovermi sollevare leggermente dalla sella per sistemarlo meglio.“Cosa fai? Non fare acrobazie! Guarda che ci sono io qui dietro di te!”“Non preoccuparti. Mi stavo solo sistemando il cavallo dei pantaloni”“Capisco!” e spostò le sue mani dalla vita alle cosce; sentivo molto bene attraverso i pantaloni il calore delle sue mani, così come sentivo molto bene i piccoli movimenti verso il mio inguine.Gli dissi: Cris se non stai ferma alla prima capezzagna mi fermo e addio lago.Fortunatamente si è calmata con un sorriso.Arrivammo in zona lago e ci fermammo per una veloce colazione. Lei andò in bagno e poi su in moto destinazione un noto locale per motociclisti dove oltre che mangiare e bere si puo ascoltare ottima musica e dialogare.Arrivati parcheggiamo dove troviamo visto l’afflusso di moto, ordiniamo da mangiare ed andiamo a sederci.Faccio il cavaliere e vado a prendere io cibo e bere.Arrivo al tavolo e prendo la busta con dentro tovagliolo e posate e con mio stupore la trovo aperta con dentro un qualcosaq di strano faccio per estrarre quel qualcosa e mi accorgo che è un perizoma. Cris mi guarda e mi dice…scusa ma prima in bagno le ho tolte e non sapevo dove metterle. Che maialaPranziamo riprendiamo la moto e andiamo a fare un giro canti pochi chilometri abbandono la gardesana e mi infilo in una strada secondaria. Ci fermiamo in prossimità di una zona boscata e gli dico: scusa ma devo controllare una cosa…voglio vedere se quelle mutandine erano di ieri o se veramente prima te le sei tolte.Spento il motore della moto, ci avviammo verso un prato, srotolai la grande stuoia, poggiai bibite e fruttai e mi sdraiai sopra. Nel frattempo Cris si tolse i pantaloni coprendosi con la magliette un po lunga “Così sono più comoda, i pantaloni anche se leggeri mi danno sempre un po’ fastidio in mezzo alle gambe e poi così sono più signora!”Si accomodò accanto a me, togliendosi le scarpe.“Vieni qui tesoro! Metti la testa sulle mie gambe. Ho voglia di cicciolinare un po’. Mi sembra proprio il momento giusto. Così appoggiai la testa sulle sue cosce ed iniziò ad accarezzarmi fra i capelli, lentamente, dolcemente. “non hai niente da dirmi?”“Beh! Ora sono rilassato e felice con te e le mie conoscenze, anche femminili,“Dai raccontami un po’ le tue fantasie. Ad un tratto, sorridendo felice, mi fece alzare dalle sue cosce, si spostò dalla sua posizione e si sistemò in ginocchio seduta sui talloni mettendo la mia testa tra le sue gambe.Fu allora che sentii uno strano profumo, un profumo che penetrò le mie narici, intenso e gradevole che conoscevo bene.Continuavo nel racconto dei miei desideri ad occhi socchiusi. Sentivo che Cristina muoveva leggermente il bacino e apriva e chiudeva quasi impercettibilmente le cosce; non capivo perché lo facesse. Aprii bene gli occhi e vidi Cristina con gli occhi socchiusi che si mordeva il labbro inferiore, stava silenziosamente godendo mentre io raccontavo particolari piccanti e a volte sconci dei miei desideri sessuali.Le sue carezze diventavano più intense ed allora sposto la sua mano sul mio petto per farmi accarezzare il torace e titillare con le unghie i miei capezzoli che sono molto sensibili.Io continuavo a parlare perché volevo vedere dove lei sarebbe arrivata e cosa avrebbe fatto dopo.I miei pantaloni scoppiavano. Sentivo la sua mano scendere e ad un tratto sentii la mano entrare dentro i miei pantaloni ed il palmo caldo sul mio uccello.Dopo un bel massaggio al cazzo mi disse“Dovrei andare a fare pipì. Di là c’è un chiosco e penso che dovrebbe esserci anche una toilette. Mi accompagni?”“Si, volentieri, dai! andiamo” Lasciando tutto sull’erba e dirigendoci verso il chiosco che stava ad alcune centinaia di metri da noi.Ordinammo un paio di caffè e Cristina chiese della toilette “E’ sul retro del chiosco, signora. La porta però è difettosa e forse è meglio che il suo accompagnatore le tenga chiusa la porta”“Grazie. Hai sentito? Accompagnami per favore”Appena entrata nella toilette Cristina mi chiede di tenere chiusa la porta. Cosa che non feci. Mi piaceva troppo sentire lo scroscio della pipì nell’acqua del water poi tornammo verso la coperta sotto l’albero.Cris mi chiese un attimo di pazienza per andare alla fontanella, si lavò le mani e inumidì qualche cosa che al momento non capivo fosse.Tornati alla nostra stuoia stavamo per sederci quando Cris mi disse “coprimi alla vista per favore, devo fare una cosa. Ci metto un attimo”Così mi posizionai di fronte a lei e rimasi lì fermo immobile.“Non guardare, chiudi gli occhi devo fare una cosetta alla mia patatina” mi disse “devo pulirmi meglio, altrimenti dopo mi brucia”Feci finta di chiudere gli occhi non resistendo alla tentazione.La visione fu tremendamente eccitante: Cris si mise in ginocchio, aprì le gambe, sollevò di poco la gonna e infilò sotto la mano che stringeva alcuni fazzoletti di carta che aveva imbevuto di acqua le sue mutande di pizzo. Si stava rinfrescando. Io ero in visibilio, rosso paonazzo come un peperone. Il cazzo mi faceva male da quanto era duro.“Ho finito, apri pure gli occhi. Mi sono accorta cha hai sbirciato, porcellino!”Cristina allora si sedette ancora sul cuscino gonfiabile.“Vieni qui appoggiati alla mia coscia” e nel farlo sentii subito l’intenso profumo che avevo sentito prima. Non sapevo bene cosa fare.Ero perplesso e lei cogliendo questo mio stato “Stai tranquillo, ora ci pensa Cristina a te! Vedrai però che quanto succederà è un nostro segreto”“Giuro” risposi sorridendo.“Io mi occupo di te e poi tu ti occupi di me, va bene?”“Certo Cristina! Con piacere! Lo sai che stravedo per te farei qualunque cosa tu mi chiedessi”“Bene allora apri i jeans, sdraiati e lasciami fare”Cristina infilò una mano nei jeans, scostò l’elastico dei miei slip e mi afferrò l’uccello; sobbalzai “Calmo tesoro, calmo! Non ti agitare! Chiudi gli occhi e lasciami fare”Andò direttamente ai testicoli per accarezzarli e scaldarli, valutando il loro riempimento e poi è risalita verso l’alto, sistemando il cazzo che è diventato perfettamente dritto con la cappella che spuntava dalla patta aperta quasi completamente. Cristina iniziò a toccarmi delicatamente sulla parte inferiore della cappella, la cinse con indice e pollice e iniziò a stringerla e rilasciarla. Questo lavorio di dita mi mandò in visibilio.Lei se ne accorse e da esperta quale era disse “Calmo, falla durare il più possibile. Non venire!”Con tutte le mie forze mi trattenni.“Ecco bravo respira profondamente, ora ti faccio godere” e tolse la mano.Prese dalla borsetta un tubetto di crema per le mani se la spalmò per bene e riprese a massaggiarmi “Così va meglio vero? Non voglio fare male al mio amore!”Ora era molto meglio di prima ed era difficile non venire. Quando Cristina si accorse che stavo per venire, le afferrai il polso e lei iniziò a stringere andando su e giù con la mano “Vieni amore, vieni nella mia mano. Mi piace sentirti sborrare. Ho voglia di gustarmi il sapore della tua sborra”. Quelle parole furono come un tappo che apre una bottiglia di spumante, così versai sulla sua mano tutto il mio seme che subito dopo Cristina la portò alla bocca e leccandola avidamente “Ottima, stupenda! Era da molti giorni che non ne assaggiavo di così buona!”Mi sarei voluto sollevare per baciarla ma lei “Stai giù rilassati, ora sei più tranquillo vero?” ed io annuii con la testa.Mi aveva ucciso! Avevo avuto un orgasmo molto forte.Durante quel suo massaggio ho pensato a lei in tante posizioni ma anche a Elisa, sua figlia che per farmi arrapare e poi venire non era certo inferiore alla madre.Passarono alcuni minuti e Cristina mi chiese “vieni qui davanti a me, sdraiati a pancia in giù. Non preoccuparti tanto non ci nota nessuno” e così feci.Mi sdraiai di fronte a Cristina che tese la sua gonna a pieghe tanto quanto bastava per farmi vedere la sua figa ben tenuta come sempre “Ti piace amore? Non è quella di una ragazzina ma come ben sai è ancora attiva. Che te ne pare del profumo?”Non potevo creder ai miei occhi; avevo davanti a me una figa splendida. Era diversa da quella figa che la notte prima avevo visitato ma non visto. Era perfettamente curata, solo una piccola striscia di peli non lunghi castani poco sopra le grandi labbra carnose che alla loro congiunzione superiore mostravano un significativo rigonfiamento.“La vedi bene? Vedi in alto poco sotto i peli? Vedi quel rigonfiamento? Aspetta che ti faccio vedere meglio”Cristina infilò una mano sotto la gonna e con due dita allargò le grandi labbra “Vedi il bottoncino? Quello è il clitoride, come sai godo molto quando me lo tocco, diventa più lungo e duro come un piccolo cazzettino”Stamane prima che venissi a prendermi sono andata da un estetista maschio che mi ha fatto un piccolo trattamento e me lo ha ingrossato un pochino. Ti pare che il risultato sia soddisfacente?”Risposi “Mi sembra che abbia fatto un lavoro eccellente”“Ora toccami lì ti prego!”Allungai una mano sotto la gonna e sfiorai con un dito il clitoride di Cristina che sospirò profondamente “dai più forte, vai su e giù!”Feci come lei mi chiedeva e titillai il clitoride salendo e scendendo con un dito. Più che vedere sentivo il profumo degli umori della figa al momento il cui si spandevano sulle grandi labbra.Cristina portò le braccia dietro e si poggiò con le mani a terra “Dai, dentro e fuori, dentro e fuori come hai sempre fatto! Che bello! Non fermarti daiiiii! Continua così daiiiiii!”Cristina era partita, non capiva più niente e pensava solo a godersi quel momento di sesso esibito sul prato e faceva fatica a controllarsi “Vieni, leccala voglio sentire la tua lingua, vuoi?”. Non era necessaria una risposta.Lei sollevò leggermente la gonna ed io potessi avvicinarmi in modo da arrivare alla sua figa. Il profumo intenso e particolare della sua figa mi era entrato nelle narici ed era bello averlo sempre lì. Per come si era distesa riuscii a passare la lingua sul clitoride.“Vengoooooo, non smettere vengoooooooo!!” detto non urlando ma voce soffocata. Così mi ritrovai con il viso bagnato degli umori di Cristina che si lasciò andare distesa sul prato ed io sotto la sua gonna. Chi fosse passato lì mi avrebbe ritenuto molto fortunato e se fosse stato un puritano mi avrebbe bollato come erotomane.Lei distesa non si muoveva si godeva la fase post orgasmica. Ancora pochi minuti per riprendersi dall’orgasmo e Cristina era già pronta per venire un’altra volta. Questa volta però voleva il mio cazzo dolorante per la rigidità e ben voglioso di accoppiarsi con lei.“mettiti giù e abbassati un po’ i pantaloni”Cristina era già senza mutandine, mi scavalcò e si abbassò sul mio ventre con la figa umida e scivolosa; si alzò un poco tanto quanto bastava per impugnare il mio cazzo e infilarselo in figa, strabuzzando gli occhi e gemendo di piacere. N non seppe resistere alla tentazione di cavalcarmi furiosamente, facendo comunque attenzione che la sua gonna coprisse bene le nostre parti intime da sguardi indiscreti.Andava su e giù, si strusciava sentivo i suoi spruzzi, sentivo colare il suo succo“cazzo! vieni sborrami nella figa! Senti come è bagnata! Fammi sentire la tua sborra calda! Poi a casa voglio berti tutto”Ero pieno di sborra ed eccitatissimo. Non mi trattenni più, presi la Cristina per i fianchi e cominciai ad agitarmi, amplificando i suoi movimenti, inarcai la schiena e schizzai potenti getti di sperma.Cristina si mordeva le labbra per non urlare ed infine si lasciò andare sul mio petto. Rimasi dentro di lei fino a che il mio cazzo non fece capolino all’esterno della vulva.Cristina si sdraiò al mio fianco “Grazie tesoro, era da tempo che non godevo così” e dicendo queste parole si infilò una mano sotto la gonna per raccogliere qualche goccia di sperma che leccò lascivamente.“Adesso andiamo a casa perché non crederai di aver finito, il pomeriggio è lungo 185 0 1 mese fa
- 2 ore fa la prima volta con Chiara Chiedo scusa a quanti mi leggono se non seguirò un vero ordine cronologico delle esperienze avute con Chiara (nome di comodo) ma sono già passati più di due anni da quando ci siamo lasciati e le situazioni vissute le scrivo come mi vengono in mente. Non posso inserire esperienze avute con una lei dopo la relazione con Chiara in quanto finita talmente male (fatto tutto da lei e dal suo nuovo amichetto) che mi fa schifo il solo ricordareEra un pò di tempo che parlavo a Chiara delle mie esperienze al prive' o con scambi di coppia o di rapporti a tre coinvolgendo un altro uomo.Mentre le prime volte Chiara sembrava schernirsi, più se ne parlava più la vedevo coinvolta fintanto che una sera mi disse che le sarebbe piaciuto provare con un altro assieme a me ma che tassativamente non doveva esservi una donna.Solo che non sapevo come fare, al privè non voleva venire, mettere un annuncio men che meno quindi il compito era arduoUn sabato sera come tanti andammo a mangiare una pizza in una pizzeria appena fuori città che nonostante non fosse in vista era sempre molto frequentata. Arriviamo ma nel parcheggio interno manco una bicicletta ci stava.Esco e parcheggio in uno spiazzo poco lontano che erq lo spiazzo di alcune fabbriche li vicino.essendo estate Chiara indossava un vestitino corto che pareva un dalmata e le sue gambe abbronzate risaltavano molto.Mentre raggiungiamo la pizzeria un camion li parcheggiato accende i fanali quasi ad inquadrare Chiara..anzi era cosi e con due colpi di clacson l autista ha espresso il suo apprezzamento (almeno io ho inteso cosi)Questo pensiero mi turbava e spesso riaffiorava durante la cena, era la prima volta che immaginavo Chiara come una puttana.La serata trascorse in allegria, anche Chiara, che di solito è molto chiusa e riservata, si dimostrava alquanto loquace.Quando le dissi se aveva fatto caso ai fanali e al clacson del camion , lei con in bocca un grissino e con gli occhi puntati sui miei mi disse:-sei il solito porco- e se fosse vero?e lei- vuol dire che ho fatto colpo. Non è quello che vuoi?Bene tutto la serata a cazzo duro fantasticando con lei su possibili scenari.Lasciato locale, l'abbracciai avviandoci verso l'auto, e ripassando davanti al camion posto tra la macchina e la strada e mentre si camminava con una mano stavo azionando il telecomando per aprire l'auto, con l'altra accarezzai il culo di Chiara.Prima di salire la presi l'appoggiai alla macchina e la baciai accarezzandole la fica.Quasi quasi provo a scoparla qua – pensai – chissà se ci sta?Non abbiamo mai fatto nulla di così trasgressivo e il solo pensiero mi aveva procurato una forte erezione.Improvvisamente sentimmo una voce– eh beato te che ha una donna così bella con la quale passare la notte.Dal finestrino del camion sporgeva la testa di un uomo.Risposi – eh sì, sono proprio fortunato ad avere una donna così carina mentre lei viaggia solo ed è costretto a dormire da solo– no! ho un collega che ora sta dormendo, dobbiamo affrontare un lungo viaggio, e nonostante sia giovane e carino, non c'è certo paragone con la sua signoraIntanto mi ero appoggiato con la schiena all'auto , avevo tirato Chiara contro al mio ventre rivolta verso il camionista ed avevo iniziato a strofinarle il cazzo duro contro il culo – le piace tanto mia donna?– sì è bellissima– hai visto che bel seno? scommetto che ti piacerebbe vederlo nudonon so cosa mi abbia preso ma ormai l'avevo detto ed ero eccitatissimo; passai le mani sulle tette anche se non erano enormi ed iniziai a massaggiarle– ma cosa fai? sei matto. dai, andiamo a casami sussurrò Chiara. A mia volta le risposi leccandole un orecchio– lasciami fare solo per un pò, senti come sono eccitato…dai, facciamogli vedere qualcosa. hai sentito, poveraccio, deve affrontare un lungo viaggioChiara abbandonò la testa sulla mia spalla e lasciò che le sbottonassi la camicetta, l'uomo strabuzzò gli occhi alla vista di cotanta merce, il reggiseno copriva a malapena i capezzoli – allora come ti sembra?– magnifico, stupendo è proprio come piace a me.Ehi svegliati vieni un po a vedere che tette – dopo un pò apparve la testa del suo collegaOrmai avevo aperto tutta la camicetta e continuavo a palparla attraverso il reggiseno, Chiara non parlava, si lasciava fare, i due mi pregavano di mostrarla ancor di più, così abbassai le coppe mettendo a nudo il seno stupendo.I capezzoli erano duri tra le mie dita, a Chiara piace farseli martoriare dolcemente, infatti dopo un pò iniziò a strofinare il culo contro il mio cazzo durissimo, allora pensai di approfittarne ed iniziai a far salire la gonna lentamente, i maschi non parlavano, seguivano attentamente la mia mano che scopriva le cosce sempre più sù. Ormai la gonna era arrotolata in vita i due potevano vedere le mutandine di seta trasparenti coperte solo della mia mano che massaggiava la fica attraverso la sottile stoffa– allora come vi sembra la mia signora?– gran bel pezzo di fica – commentò uno– ora vi mostro anche il culocosì dicendo la feci girare contro l'auto sollevandole la gonna oltre le chiappe– sei un porco, non dovresti mostrarmi cosìnon oppose una gran resistenza e lasciò che le spostassi le mutandine e le scoprissi il culo – lasciati guardare, non vedi che ti stanno mangiando con gli occhi, quelli stanotte si fanno una sega e sborrano pensando a te. apri un pò le gambe, ti voglio infilare un dito nella fica – per un pò ha tenuto le cosce chiuse poi non ha resistito e si è aperta, era fradicia, in poco tempo i suoi umori hanno impiastricciato le mie dita.Chiara era eccitatissima, era tanto eccitata che forse quella sera avrebbe accettato di farsi scopare da qualcun'altro, non ci pensai due volte e provai ad andare oltre anche se sapevo che il gioco poteva essere rischioso.– Vi andrebbe di venire a toccare, se promettete di fare i bravi ve la faccio palpare– ma sei cretino – mi sussurrò Chiara– non voglio che altri mi tocchinoormai era tardi, i due erano lì di fronte, in un attimo si trovò quattro mani sui seni che la palpavano e le strizzavano i capezzoli, cerco di protestare ma invano, adesso sentiva le mani dappertutto, sul culo, tra le cosce e da come si muoveva direi che le piaceva.Intanto io mi ero appoggiato alla cabina del camion e mi godevo la scena; uno aveva in bocca un capezzolo e succhiava e slinguava, mentre l'altro cercava la bocca di mia moglie che non tardò a trovare aperta e disponibile, ormai potevano fare di lei quello che volevano. Quando misero a nudo i loro cazzi rimanemmo allibiti sia io che Chiara, uno aveva un affare sui 20 cm che paragonato ai miei 17 era già enorme, ma l'altro credo fosse di 23, 24 cm.Appena glieli avevano messi in mano lei li aveva mollati come se bruciassero poi li aveva ripresi e li accarezzava delicatamente con gli occhi pieni di stupore.Adesso più che eccitato ero preoccupato, la situazione mi stava sfuggendo di mano, all'inizio era un gioco per eccitarci ma adesso la cosa si faceva seria e poi Chiara non era abituata a simili calibri, temevo le facessero male.Così decisi di intervenire chiedendo a mia moglie se voleva rincasare, per tutta risposta impugnò le due verghe ed iniziò a menarle con vigore– adesso non ho voglia di andare a casa e poi questi devono affrontare un lungo viaggio e hanno il diritto di divertirsi un pòdetto questo, l'ho vista abbassarsi lentamente fino ad arrivare all'altezza dei cazzi in tiro.per una buona mezz'ora è rimasta inginocchiata lavorando di bocca e di lingua, i due appoggiati all'auto coi pantaloni abbassati la lasciavano fare.Più volte l'ho vista cercare di ingoiarne il più possibile, il bianco riusciva a prenderlo quasi tutto, ma il negro non entrava oltre la metà.Stanchi di farsi sbocchinare l'hanno fatta appoggiare al cofano della macchina, le hanno tolto le mutandine e a turno hanno iniziato a fotterla.Il primo lentamente dopo avere appoggiato la cappella alle grandi labbra l'ha presa per i fianchi spingendo dentro i suoi 20 cm poi ha iniziato chiavare – sì cosii dai spingi più fortedai scopami, che bello – di fronte a quella scena non potei resistere oltre, tirai fuori il cazzo che ormai mi faceva un male cane ed iniziai a masturbarmi lentamente, anche l'altro si massaggiava per essere pronto non appena l'amico avesse liberato il posto, il che avvenne di li a poco– vieni prendi il mio posto prima che sta troia mi faccia sborraresi avvicinò, strofinò il cappellone lungo il solco delle chiappe e sul pelo della fica poi iniziò a spingerlo dentro, la fica si dilatava all'inverosimile, al limite della lacerazione– fai piano, è troppo grosso…piano, ecco così sei bravo no…si…ancora un pò…piano, dai spingi, ancora, si tutto, dammelo tutto oh mi spacchi in due, lo sento, lo sento tutto dentro. chiavami,chiavami a lungo – anche lui la prese per i fianchi mentre affondava nella fica bagnata. Il si avvicinò al suo viso col cazzo duro iniziando a scoparla in bocca, andarono avanti a fotterla così per parecchio tempo, uno in fica e l'altro in bocca, poi si sfilarono contemporaneamente, la fecero inginocchiare davanti a loro e a turno le mettevano il cazzo in bocca – succhia puttana, succhia che ti sborriamo in gola – mi avvicinai per vedere meglio proprio mentre quello che l'aveva piu lungo stava per scaricarsi. Vidi la sborra colare dalla bocca di Chiara e finire sul seno, e sul vestito...quanta ne colava.Ma quanta sborra le stava schizzando in bocca? quando sfilò il cazzo pensavo si fosse svuotato invece un getto copioso le inondò il viso ed altri meno potenti le finirono sulle tette e sui vestiti. Mentre finiva di sborrare l'altro iniziava, anche lui le inondò la bocca il viso e le tette, poi tutti e due esausti si sono abbandonati contro la macchina mentre mia moglie si alzava spalmandosi la crema che aveva sul viso.In quel momento mi sborrai in mano rantolando, Chiara mi guardava mentre si puliva le mani con la lingua poi baciò a turno i suoi amanti.Questi ripresero a palparla infilandogli le dita e la lingua in ogni buco e quando le proposero di salire con loro in cabina per farsi una bella scopata sul lettino di bordo lei acconsenti e li seguì.Raccolse le mutandine da terra e allungandomele mi disse – tu aspetta in auto, quando ho finito ti raggiungo – Lo sportello si richiuse ed io mi ritrovai solo in macchina ad aspettare che finisse di scopare con i due sconosciuti, mi pareva di sognare, se penso che fino a poche ore fa eravamo una coppia che viveva nella più assoluta normalità.Ormai era passata più di un'ora e Chiara era sempre sul camion, non potevo vedere quello che facevano, ma attraverso i finestrini aperti sentivo benissimo i loro sospiri e i gridolini di piacere di mia moglie, la sentivo mentre incitava i maschi a fotterla più forte, a volte la sentivo gridare forte dal piacere.Ben presto mi ritrovai col cazzo in mano a masturbarmi mentre la immaginavo ora a gambe spalancate a farsi trapanare da uno, ora a cavalcare l'altro fino all'orgasmo, sborrai così quasi all'improvviso imbrattando il cruscotto ed il volante.Finalmente dopo oltre due ore la portiera del TIR si aprì, Chiara aggiustandosi la gonna con una mano e tenendo chiusa la camicetta con l'altra, mi sembrava distrutta, tanto che i suoi passi erano molto incerti.Salì al mio fianco, poggio la schiena alla portiera, aprì le gambe, la fica era ancora spalancata, i peli sommersi dalla sborra appena ricevuta.Mi prese una mano, mi tirò a se- dai prendi i fazzoletti nella mia borsetta e puliscimi cazzo quanta sborra mi hanno dato –- sai che mi hanno inculata. mi hanno inculata tutti e duemi sono alzato per guardarla, lei mi ha preso la faccia tra le mani – sì, mi sono fatta inculare come una troia, li ho presi anche insieme, uno in fica e l'altro in culo. dai finisci di pulire che poi torniamo a casa, sono stanca, ho sonnoAlle quattro del mattino eravamo a casa, una furtiva doccia poi a letto. 157 0 1 mese fa
- 1 giorno fa Sara e Roberta Finalmente era arrivato l' weekend e io e Sara, ci eravamo prefissate una giornata tranquilla, senza nessuno tra i piedi, per pranzare insieme, fare un giro al centro commerciale e la sera pizza più film. Il mio ragazzo era partito presto con gli amici per seguire la sua squadra del cuore in trasferta, avrei avuto una giornata tutta per me, così la decisione di stare con Sara, che si era appena lasciata con il suo ragazzo, mi sembrava la scelta migliore... Alle 11 passo da lei a prenderla, un messaggio veloce e in un attimo, la vedo uscire dal portone si casa, scendo dalla macchina e le vado incontro. Il suo volto è triste, sembra perfino svogliata di uscire. Senza dirle nulla la abbraccio, lei si stringe nel mio abbraccio e scoppia a piangere. Niente male come inizio, pensai. Allora cercai di tranquillizzarla, "No, piccola, non fare così, basta piangere. Dai, fammi un bel sorriso che oggi io e te ci divertiamo". Lei accennò un sorriso, mentre si asciugava le lacrime dalle guance e mi singhiozzò, "Si, scusami, hai ragione. Oggi ci dobbiamo divertire". Finalmente sorridenti, salimmo in macchina e ci dirigemmo al ristorante dove avevo prenotato. Pranzetto a base di pesce, vino bianco e contorno di perché e per come la sua storia con Alessio fosse finita. Al che, al caffè, dopo averla fatta sfogare, le dissi, "non pensarci più ora, per oggi almeno, divertiamoci io e te. Mi prometti che per oggi non ci penserai più?" Dopo avermelo promesso, uscimmo dal ristorante e partimmo dritte per il centro commerciale.....Dopo un'ora per negozi, non mi sembrava vero di vederla scherzare e sorridere. Ero felice anch'io. Girammo e rigirammo quei negozi per varie volte, ad un tratto Sara mi chiama con un vestitino molto carino tra le mani, chiedendomi, se, lo avesse provato, sarei stata sincera con lei su come le stava. Io le feci la faccia di chi ci pensa su un po' e poi, sorridendo, le dissi di sì. Sara corse nel camerino, tirò la tendina e si mise a provare il vestito. Io da fuori, sorridevo ed ero finalmente felice per lei. Mi girai verso il camerino e da uno spazio aperto della tendina, la vidi mentre si spogliava. Mi sentii strana, forse complice il vino, ma ebbi come un brivido, non riuscivo a smettere di guardare.... Si infilò il vestito e uscì, chiedendomi come le stava... "Ma ti sta un incanto addosso, l'unica cosa è che, magari, con un reggiseno adatto, poi ti sta da favola", dissi ridendo. Sarà mi disse aspetta, tornò nel camerino, abbassò il vestito e si tolse il reggiseno... Vidi il suo seno nello specchio, sentii un senso di calore, ma che mi stava succedendo?"Roberta? Roby cos'hai? Sei tutta rossa... Non ti senti bene?" "Si, si scusami, è che mi è venuto un po' caldo qui dentro. Ora il tuo vestito è perfetto."Non so cosa mi sia preso, ma quando ho visto il suo seno nudo, non ho capito più niente, spero non se ne sia accorta.... Anche dopo, in giro, il mio sguardo finiva sulla scollatura della sua maglietta. Era più forte di me.... Uscimmo dal centro commerciale, un po' di aria mi avrebbe sicuramente fatto bene. Tornammo a casa di Sara, senza per fortuna parlare della situazione nel camerino. Una volta in casa, ci concedemmo un attimo di relax prima della seratina pizza più film.. Mi infilai i pantaloni della tuta e una maglietta mentre aspettavo che sarà tornasse dal bagno. Tornò con un paio di pantaloncini ed una maglietta bianca, senza reggiseno. Io ebbi ancora quella sensazione di caldo. "Ma spiegami una cosa, ma non è che per caso, sono io che ti faccio venire caldo? Mi chiese Sara sorridendo.."Ma no, figurati, e per quale motivo?""Magari per questo? E mentre diceva queste parole, Sara si tolse letteralmente la maglietta restando a seno nudo, a mezzo metro da me...Io rimasi di pietra .. Volevo sprofondare. Ma ero come ipnotizzata dal suo seno. La sola cosa che usci dalle mie labbra fu un Mah...."Non te ne devi vergognare, anche a me è capitato qualche volta... Lasciati andare, avvicinati, toccami...""Sara, no aspetta, io....io... io non... A me piacciono gli uomini, non mi fraintendere, ma non c'è la farei con una donna..."Ma Sara era già attaccata a me, prese le mie mani e le portò sui suoi seni....Era una cosa nuova per me, stavo provando sensazioni mai provate prima e la cosa strana, è che mi piaceva. Sentivo tra le mani il calore del suo corpo, sentivo i suoi capezzoli sotto le dita..."Lasciati andare Roby, ne hai bisogno e ne ho bisogno anch'io, non c'è niente di male. Ci conosciamo da anni e sappiamo entrambe di cos'ha bisogno una e di cosa ha bisogno l'altra. In questo momento, abbiamo bisogno di una cosa sola, entrambe, insieme...." E mi stampò un bacio con la lingua che mi fece venire i brividi. Io a questo punto, non mi potevo più nascondere o tirare indietro, ero troppo eccitata. Sara mi tolse la maglietta e il reggiseno, iniziò ad accarezzarmi e poi si mise a succhiarmi i capezzoli, la sua lingua era come quella di un serpente, mentre con le mani infilate nella tuta mi stringeva le natiche. Io godevo tantissimo, era la prima volta con una donna ed ero in estasi. Spostò la sua mano destra tra le mie gambe, prima da sopra le mutandine, poi entrò nelle mutandine con la mano e con le dita iniziò a massaggiare il clitoride, dolcemente. Io ero una fontanella. La fermai, la presi per mano, la portai sul divano e le tolsi pantaloncini e mutandine. A mia volta, mi misi a succhiarle i capezzoli, mentre con la mano scendevo tra le sue gambe, scesi senza mai staccare la mia bocca dal suo corpo, fino ad arrivare all'ombelico, lo leccai fuori e dentro, guardai Sara, aveva gli occhi chiusi. Mi staccai e iniziai a baciare e a leccare l'interno delle sue cosce, mentre con la mano le massaggiavo le labbra. Salii con la lingua e iniziai a leccarla, Sara ebbe un gemito, io continuai baciando e leccando la sua vagina. Aveva un buon sapore. Succhiai dolcemente il suo clitoride, come se le stessi facendo un pompino e mentre lo facevo, la penetrai con due dita, delicatamente, fuori e dentro. Sara tramava e gemeva, io ero al settimo cielo. Mi mise le mani sulle spalle, io alzai la testa, si divincolò e venne a baciarmi in bocca, poi mi ordinò di sdraiarmi, che ora era il mio turno....Sentivo la sua lingua nella mia fessura bagnata, entrare e uscire, alternandosi alle dita, non so quante volte venni, ma ero quasi esausta. Ci dedicammo anche un 69 senza risparmiarci, ormai eravamo fuse una nel corpo dell'altra. Sara era fuori controllo e io la seguivo a ruota, mi fece alzare e mettere a pecorina sul divano, inizio a penetrarmi con le dita nella vagina, io godevo come una cagna, la pregavo di non smettere. Senza togliere la mano, iniziò a leccarmi il buchino, sentivo la sua lingua e la sua saliva passare sul mio buco del culetto, era strano, ma mi piaceva. Cambiò la mano che mi penetrava nella vagina e in un lampo, mi penetrò con un dito piano piano nel buchino dietro.... All'inizio sentii un po' di male e di fastidio, ma poi mi rilassai e mi piacque. Stavo ricevendo una doppia penetrazione con le sue dita.... Non avrei mai detto che Sara era così porca. Io ormai non capivo più niente, le restitui il favore con la mia lingua e le mie dita e godemmo ancora per un po'. Finimmo abbracciate, esauste ma felici sul divano. Ci baciammo ancora a lungo prima di andare a fare una doccia insieme. Prima di quel giorno l'idea di fare l'amore con una donna non mi aveva mai sfiorato. Ma mi è piaciuto tantissimo e pensai che con Sara, la cosa non doveva finire li... infatti, decisi anche di dormire da Lei quella notte...... 439 0 1 mese fa
- 6 ore fa Tentazioni in ufficio Con la mia attività di avvocato non accade di rado di dovermi recare presso i clienti per fare consulenze o partecipare a meeting con altri professionisti ospitato nelle loro sale riunioni.E’ quello che è accaduto anche all’inizio dell’estate, quando mi sono dovuto recare in uno studio dell’hinterland milanese, ove si sarebbe tenuta una lunga riunione in merito ad una fusione aziendale.Beh potete immaginare la mia felicità a stare tutto il giorno in mezzo a professionisti di varia provenienza ma come dice S. Paolo “chi non lavora non mangia”...Beh almeno mi sarei consolato con un aperitivo milanese alla memoria dei miei tempi spensierati in cui passavo la serata (e spesso la nottata non da solo), nella città meneghina.Arrivato puntuale salivo dall’ascensore di vetro e ferro fino al 10 piano dove si sarebbe tenuto il meeting.Appena entrato, però, notavo con piacere che lo studio era pieno di belle donne. Collaboratrici e segretarie si affannavano per organizzare la giornata.Era l’inizio dell’estate e quindi i primi caldi avevano già convinto le procaci signorine ad iniziare ad abbandonare cappotti e maglioni, in favore di trasparenze ed abiti attillati.Già più festante per la piega che aveva assunto la giornata mi accomodavo nella sala d’attesa, aspettando l’arrivo di tutti e fissavo tutte quelle donne immaginandomi tra loro qualche d’una desiderosa di scopare.In particolare mi aveva colpito una donna sui 40anni alta e bionda. Indossava un tailleur con uno spacco evidente e una camicetta che lasciava intravedere un seno florido.Scoprii ben presto che si trattava di una collaboratrice dello studio, ma ahimè, intravedevo la fede sul dito per cui non mi davo molte speranze.Mentre ero seduto alla mia sedia però mi scoprivo a fissarla e scendevo con gli okki fino al suo spacco.Ogni tanto districava le gambe e lasciava intravedere le mutandine nere, mentre il seno aveva un fremito e sobbalzava, difficilmente contenuto nelle coppe del reggipetto.Con mia grande gioia era la collaboratrice del professionista che mi ospitava per cui sarebbe stata con noi tutto il giorno.Durante il coffee break mi avvicinai a lei e scoprii che il suo nome era Alessandra e la riempii di lusinghe.“Sa che è molto carina...”, “suo marito è proprio un uomo fortunato”.Alessandra era leggermente imbarazzata, ma sicuramente anche pronta di spirito ed era abituata ai complimenti degli uomini.Alla riunione ogni volta che potevo la guardavo e lei, dopo i primi attimi, iniziava a rispondere ai miei sguardi.Anzi, passandomi un fascicolo mi aveva donato una visione del suo splendido seno. Quelle magnifiche tette stavano li sode, col capezzolo che pungeva la stoffa duro e tirato pronto da essere succhiato.Era il momento del mio intervento ma la mente era altrove (immaginate dove), e sui miei pantaloni un leggero bozzo dimostrava che in realtà, riflettevo sul modo di restare solo con Ale una volta finita la riunione.Esaurita la giornata lavorativa mi avviavo alla porta mentre Alessandra restava in ufficio per sistemare alcune pratiche.Salivo sulla mia auto, pronto a gettarmi nella movida milanese, ma poi decidevo di bere un caffè al bar li vicino allo studio, in attesa che il traffico defluisse da Milano.Dopo circa 20 minuti ecco entrare Alessandra che ordinava un bicchiere di vino.La vedevo e galantemente la invitavo a sedersi con me.Un’pò timorosa Ale sedeva al mio tavolino ed iniziavamo a scambiare 2 kiakkere sull’esito del meeting, ma ad un tratto, estenuavo, le dicevo:”basta parlare di lavoro, dimmi cosa ti piace fare”Un attimo sorpresa dalla domanda Ale mi dice che deve andare alla toilette e si dirige verso il bagno.Lascio passare un attimo e decido di seguirla. Mi accerto che non ci sia nessuno ed entro nella toilette delle donne, chiudendo la porta dietro di me.Ale si stava rinfrescando allo specchio.Mi vede e dice “ma cosa fai qui esci dai”Io mi avvicino e la bacio... la mia lingua entra nella sua bokka umida e bagnata ed si aggroviglia con la sua mentre le mie mani scendono lungo i fianchi fino ad alzare completamente la gonna...Ale rimane un poco interdetta, ma il calore della mia bocca e la mia lingua che scende sul suo collo le fanno abbandonare ogni difesa..Le mie dita veloci aprono la camicetta e la bocca inizia a succhiare i seni di Ale, che inizia a mugolare e a strusciarsi contro di me.“Quanto ho pensato al tuo cazzo oggi..ero fradicia mentre parlavi in riunione”..Mentre con la bocca le succhiavo i capezzoli, con le mani avevo spostato il perizoma e inserivo 2 nella figa fradicia fino in fondo facendole roteare.“Si dai mmmmancora”Dentro e fuori!!Quando le toglievo le passavo alla sua bocca perché le leccasse in modo che sentisse il suo sapore...“Su lecca Ale fammi vedere come se brava con la lingua”Succhiava avidamente tutta la mano tanto che non fu difficile inserire anche il terzo dito…Era li che assaporava la sua voglia dalla mia mano avidamente come una vera troia...Quindi la girai facendole volgere la faccia allo specchio.Con la nuova posizione non fu difficile metterle anche il 4 dito. E subito le ordinai “Spingi...”“Si ma piano che non sono abituata con la mano...”“Spingi…”Ale inarcava le anche ed affondava in modo da farsi entrare più a fondo le 4 dita e mente cavalcava la mano, era un continuo di mugugni…di SIII…“dai che godo spingi con la mano”...Non volevo portarla all’orgasmo subito, quindi le tolsi 2 dita dalla figa.Ormai Ale era totalmente in balia della voglia.La vulva continuava a sprizzare umori e, quindi, aiutato dalla lubrificazione passai l’indice ed il medio dalla figa al culo dicendole“Su porca ora fatti affondare le dita nel culo!!!”Ale obbediente iniziava a spingere ma nonostante la mano fosse bagnata faceva ancora un’pò fatica…quindi le dissi“Prendi le mani ed allargati le natiche…apriti il culo troia”Ale, obbediente, si dilato il sedere con le mani e continuò a spingere fino a farsi affondare le dita fino alla radice…Vedendo che con il culo godeva ancor più che nella figa passai anche il terzo dito li aprendole completamente le natiche...Lo specchio rifletteva l’immagine di Ale con il seno fuori dal reggipetto che spingeva in modo osceno per colmare completamente il suo ano dilatato, ed io dietro che la incitavo a continuare...Con l’altra mano le ghermivo i capelli mente la mia bocca le succhiava le spalle ed il collo lasciandola completamente in balia del godimento...Ad un tratto Ale mi disse “Mettimi una mano sulla bocca” e lesto lo feci in modo che potesse urlare tutto il suo orgasmo.Una volta leccata la mia mano piena di voglia si ricompose ed uscimmo dal bagno, attenti a che nessuno dei colleghi di Ale ci vedesse.Ci scambiammo il numero telefonico e salii in macchina.Non ero venuto ma lo spettacolo di una porca simile che ha un orgasmo anale era molto soddisfacente.Le mie endorfine erano a mille e l’adrenalina scorreva quando ricevetti un sms. Era Ale che mi scriveva “tra un kilometro c’è un parcheggio, fermati ed aspettami”.Feci come mi chiedeva e dopo 5 minuti arrivò con la sua macchina e si fermo vicino a me...Salì sulla mia e mi disse “Non penserai di andartene senza farmi assaggiare il tuo cazzo!!”Mai notizia fu più lieta...vidi che armeggiava con il telefonino e poi mi disse di partire...Mi condusse ad una stradina secondaria poko frequentata e li iniziò a mettermi la mano sul pene che era gonfio a dismisura.In breve tempo mi ritrovai con i pantaloni alle caviglie e Ale che si era tolta la giacca, con i magnifici seni che mi sfregavano il cazzo.Tirai indietro il sedile per favorire la discesa della bocca sulla mia asta ed Ale inizio a prendere il glande fra le labbra.Lo succhiava e poi riemergeva mente io con la mano massaggiavo il suo buco del culo che era rimasto aperto dal trattamento precedente...Ad un tratto le presi per i capelli e la feci affondare fino in fondo al cazzo proprio alla base“Succhia troia prendi tutto in bocca”La trattenevo giù qualche secondo e poi la facevo riemergere per riprendere fiato.Il mio cazzo era completamente ricoperto dalla sua saliva ed Ale continuava a succhiare in apnea...La vulva emetteva umori in continuazione e con le anche veniva a cercare le mie dita per essere penetrata.Scendemmo dalla macchina..io senza pantaloni ed Ale con la gonna alzata fino al ventre.La feci accucciare davanti a me e continuai a scoparle la bocca avanti ed indietro con vigore fino a riempirla completamente...“Ora leccami il culo” le ordinai in un impeto di lussuria e mi girai mostrandole le natiche muscolose...Subito Ale affondò la bocca sul mio sfintere tenendomi allargate le chiappe per meglio leccare, ma anche cosi non riusciva a penetrare con la lingua fino all’interno, cosi la aiutai spingendola con la bocca contro il mio pertugio che lei leccò avidamente dandomi grande piacere.Avevo il cazzo tirato all’inverosimile ed allora la feci alzare ed appoggiare al cofano della vettura…Cominciai a sfregarle il glande e poi l’intera asta lungo la riga delle sue natiche e, all’ingresso della vagina oramai ridotta ad un lago...E in un colpo le inserii il cazzo nella figa fremente cominciando a dare colpi prima lievi e poi sempre più potenti e veloci fino a farla prorompere in un orgasmo intenso.Sentivo le pareti della vulva stringere la mia asta quasi risucchiandola mentre Ale veniva bagnandomi tutto il cazzo.Ale era visibilmente stanca ma io non avevo ancora esaurito la mia vitalità.“Ora troia tieni il culo aperto e dimmi cosa vuoi...”Ale subito rispose “Ti prego inculami e spingilo con forza!!”Aveva il petto appoggiato al cofano e iniziai a aprile il culo col mio pene ancora fortemente eretto.Centimetro dopo centimetro sempre più a fondo…all’inizio piano e poi sempre con più passione e vigore…Sentivo i coglioni sbattere con forza contro le natiche di Ale che godeva come una porca ad ogni colpo profondo...Ad ogni scossa ripeteva “Forza spingi scopami…sfondami il culo”.Io che non dovevo farmi pregare la scopai come un animale feroce, godendomi i suoi orgasmi anali, annunciati dalla vagina che diventava sempre più bagnata.Alla fine non resistetti più e le sborrai all’interno del culo con getti forti.Ale mi guardò soddisfatta ma anche un poco delusa... “P. uff volevo bere”Allora con un dito raccolsi direttamente dal suo culo lo sperma e lo passai sulla bocca di Ale che trangugiava avidamente il nettare che aveva fatto sgorgare.Ci ricomponemmo a fatica e vidi che continuava ad armeggiare con il cellulare.Ci salutammo con un bacio con la lingua e ogni volta che ritornavo in quell’ufficio non mancammo mai di vederci nuovamente in tante e altre situazioni ancor più forti...Ma questa è una storia che racconterò a chi sarà interessato.Una domanda... Secondo voi cosa ha fatto con quel cellulare?? 397 0 2 mesi fa
- 2 mesi fa Sexy Befana Al Bolero -3- La Sala Coppie Ciao, mi chiamo Marica. Sono la protagonista femminile della storia che stai leggendo. Per quest'ultima parte del racconto, Giorgio mi ha chiesto di fare da voce narrante.Come al solito, lui presterà le sue mani per scrivere, mentre io condividerò con lui i miei pensieri, le mie emozioni e le mie sensazioni di questa splendida serata.È stata una serata spontanea, molto più piacevole ed emozionante dei miei piani originali, che fortunatamente sono andati a monte. Un sabato unico, piacevole e libertino.Abbiamo iniziato con una piacevole passeggiata per le strade di Bologna, tra una leggera pioggerellina che non ci ha dato troppo fastidio. Abbiamo esplorato tutti i negozietti lungo via Indipendenza fino a raggiungere Piazza Maggiore. Giorgio doveva comprare una camicia al negozio Desigual, il che mi ha dato l'opportunità di trovare una bellissima giacca rosa con un grande cuore al centro. Purtroppo, le camicie erano finite, quindi siamo usciti dal negozio a mani vuote, tranne la mia giacca.Dopo due ore, la fame cominciava a farsi sentire. Sulla via del ritorno, ci siamo fermati in un pub nella zona universitaria, dove abbiamo soddisfatto il nostro appetito con deliziose e saporite fajitas, accompagnate da una birra scura.Subito dopo abbiamo recuperato la nostra auto e siamo andati in hotel, dove mi sono rinfrescata e preparata velocemente.Ero molto curiosa di vedere il locale, Giorgio me ne ha parlato spesso, ma non vivendo a Bologna non l’ho mai ne visitato e ne frequentato.Appena arrivati, abbiamo fatto un rapido giro. Il posto mi ha ricordato l’Harem di Milano, un club simile, ma molto più grande. Come ha già raccontato Giorgio: ci siamo recati prima alla spa e poi abbiamo fatto una visita veloce e stimolante nella sala Bdsm, sia per ingannare il tempo, sia per dare sfogo a qualche piccola voglia.Il tempo passò velocemente e arrivò inevitabilmente l'ora di cena. Un grande buffet con tanti piatti freddi e caldi era stato allestito nella zona ristorante. Presi delle verdure e della pasta, tutto accompagnato da un Sangiovese corposo e profumato. Feci due giri e per terminare, trascinai Giorgio nella sala fumatori.Fu gentilissimo e non mi stressò per il fumo e per questo lo ricompensai appoggiandogli la mia manina in mezzo alle gambe e gli stropicciai un pochino il suo duro amichetto.Dopo aver finito la sigaretta, tornammo nella sala principale, dove la musica era iniziata e la pista da ballo era gremita. Due splendide ragazze vestite da streghette sexy erano intrecciate intorno ai pali e ballavano in modo seducente e altamente erotico. Non perdevano occasione per toccarsi il seno e scambiarsi baci.Mi eccitai molto per la scena che si proponeva davanti ai miei occhi e iniziai a bagnarmi. Mi avvicinai alle ragazze con la speranza di giocare insieme a loro.La mia natura esibizionista mi spinse ad abbassare la parte superiore del vestito per scoprire i miei seni e offrirli alle incantevoli ballerine. Purtroppo, solo una di loro ne approfittò. Le sue mani accarezzarono tutto il corpo partendo dal collo, passando per i capezzoli rigidi e sensibili fino ad arrivare sui fianchi.La musica mi fece vibrare il corpo e l’anima, mentre il viso angelico e allo stesso tempo perverso della ragazza accendeva qualcosa di profondo e umido dentro di me. Con un gesto, feci cenno a Giorgio di avvicinarsi e gli chiesi di andare a visitare il privé al primo piano per vedere come fosse la situazione e poter dar sollievo alla mia calda e vogliosa passerina. Afferrai la mano di Giorgio e l’intrecciai alla mia, poi ci dirigemmo verso le scale.L’affollamento era alto e si era formata anche una fila per salire.«Andiamo direttamente nella sala delle coppie, non credo che qui troveremo una saletta libera».Effettivamente, dopo un veloce giro, tutte le stanze erano sold-out. L’unica speranza era la sala coppie. Varcato il cancello d’ingresso, notammo che il sovraffollamento era presente anche lì. Tuttavia, non ci scoraggiammo e ci inoltrammo all’interno.I gemiti e le urla di piacere ci circondavano. L’odore di sesso impregnava l’aria e quando arrivammo nella sala più spaziosa facemmo un po’ ti fatica a trovare un posticino per noi.I grandi letti erano presi, solo il divano laterale ci offrì dello spazio. Attorno a noi tantissime coppie nude erano concentrate sul proprio piacere.Io mi sfilai il vestito e rimasi solo con le scarpe ai piedi. Una volta nuda, armeggiai con la cintura e i pantaloni di Giorgio, riuscendo a sfilarglieli insieme ai boxer. Il pene del mio compagno risultò timido, ma appena mi abbassai e la mia bocca si prese cura di lui, divenne arzillo e pronto a nuove avventure. Lo sentii pulsare e crescere. Il suo sapore lievemente salato stuzzicò la mia lingua.Mentre la mia testa andava su e giù, guidata dalla mano che vi era appoggiata sopra, notai una coppia che si era seduta accanto a noi. L'uomo, sulla cinquantina, vestito con jeans scuri e camicia bianca, mise la sua mano sulla mia gamba. La donna, anch'essa sulla cinquantina, portava occhiali da segretaria troia, rosa con le punte estreme all’ insù, aveva uno sguardo da Bambi e i capelli raccolti in uno chignon.Si inginocchiò e iniziò ad assistermi. Le nostre lingue si sono intrecciate e io ho sentito subito un sentore di frutti di bosco, probabilmente dovuto a una caramella che aveva mangiato poco prima.Le morsi leggermente il labbro inferiore e la punta della sua lingua scivolò prima sotto il mio labbro superiore, e poi lungo i miei denti prima di tornare a esplorare il resto della mia bocca.Cercai di allontanarmi da lei e di concentrare la nostra attenzione sul glande pulsante e in attesa, che si trovava a pochi centimetri dalle nostre bocche.«Tesoro io sono Marica, tu come ti chiami?»«Sono Eleonora, mentre mio marito si chiama Franco.»«Eleonora, dai aiutami a succhiare questo cazzo, facciamo sentire a Giorgio quanto siamo brave.»Mentre guidavo Eleonora, la mano di Franco salì fino ad arrivare sulla Figa. Pochi istanti dopo sentii un dito entrare dentro di me.Ero bagnatissima e questo agevolò il polpastrello che si divertì a farmi un massaggio interno, come se stesse cercando la X del tesoro. Tuttavia, il tesoro lo trovò il pollice appena si scontrò con il mio grande e infuocato clitoride. Appena Franco si rese conto della grandezza del mio fiore peccaminoso, decise che la sua bocca era il luogo migliore per accoglierlo. Sentii le labbra lisce e calde avvilupparmi e iniziare a succhiarmi. La lingua, leggermente ruvida, passò più volte attorno al mio piccolo pene femminile, facendomi sussultare più volte. Ad ogni risucchio io mi bagnavo sempre di più.La mia bocca, impegnata ad assaggiare lentamente il funghetto rosa di Giorgio, spesso si scontrava con la lingua di Eleonora. Le nostre lingue indugiavano sul frenulo, accarezzandolo e picchiettandolo.Allontanai il viso di Eleonora. La fissai intensamente negli occhi, sputai sulla cappella davanti a noi e poi, la spinsi fino a farle ingoiare tutto il pene fino alla base e la mantenni ferma in quella posizione.Dopo alcuni secondi, risalì l’asta creando un effetto sottovuoto spettacolare, le sue guance erano incavate ed evidenziarono la forma del glande che le accarezzava dall’interno. Andava su e giù con grazia, litri e litri di saliva colavano ai lati della bocca. Ad un certo punto, Eleonora si fermò.Lasciò libero il cono gelato che puntò verso la mia bocca che lo catturò immediatamente per emulare ciò che pochi istanti prima stavo ammirando. Eleonora mi lasciò sola per dedicarsi ai miei capezzoli. Li morse e li succhiò abbandonando la delicatezza che prima aveva avuto con il pompino.Percepii una profonda e intensa voglia scaricarsi dalla sua bocca. Anche le sue mani presero a stringermi e a palparmi con intensità. Fortunatamente i morsi erano leggeri, come le piccole scariche elettriche che invadevano il mio corpo.Franco uscì da me, con le mani allargò le mie gambe e il vuoto lasciato dalla sua mano e dalla sua bocca venne colmato da Eleonora. La sensazione fu completamente diversa. Molto più rude ed energica. Le dita che aiutarono la sua instancabile lingua erano perfide e senza pietà. Il marito era lento e gentile, lei era veloce e affondava con vorace consapevolezza. Il tutto divenne ancora più travolgente quando le dita divennero tre, riempiendomi completamente.Il ritmo divenne incalzante. Mi sentivo profanata ed eccitata fino ad esplodere.L’orgasmo arrivò violento, la bocca piena mi impedì di palesare il mio piacere, ma comunque sarebbe stato uno tra i tanti che in quel momento erano miei compagni di viaggio. Il mio miele invase completamente la bocca e la faccia di Eleonora. Il mio piacere fu di stimolo a quello di Giorgio che si riversò nella mia bocca. Il pulsare del suo membro sembrava sincronizzato agli spasmi della mia pancia, i suoi schizzi mi arrivarono direttamente in gola.Credevo che Franco avrebbe approfittato della situazione, tuttavia, sia lui che Eleonora si alzarono. Li vidi andare al bagno, forse per ripulirsi, ma non tornarono più.Mi tirai su e andai anche io al bagno per sistemarmi un po’ e per ripulirmi. Quando tornai da Giorgio, la sala si era riempita ulteriormente, ma si era liberato un posto sul letto grande e ne approfittammo per prenderlo subito e stare più comodi. Ovunque i miei occhi si giravano, vedevano gente che scopava, che elargiva pompini e tutto quello che poteva dare piacere.Donne e uomini si guardavano, si toccavano e chiedevano il permesso di unirsi agli amplessi. Alcuni curiosi erano semplicemente degli spettatori passivi, altri erano dei protagonisti. Faceva caldo e l’odore di sesso si era intensificato, stavo per chiedere a Giorgio di uscire, quando un uomo, anzi un cazzo mostruoso mi chiese se mi potesse essere di aiuto. Si presentò come Gerardo.Fisicamente, un uomo medio, non particolarmente attraente. Con barba e capelli color sale e pepe e un fisico piuttosto magro. Tuttavia, ciò che lo rendeva perfetto per l'occasione era un pene grande come una lattina di birra da mezzo litro. Sia la lunghezza che la circonferenza mi hanno spaventato, ma hanno anche stuzzicato la mia curiosità di provare.«Ciao Gerardo, sono Marica e questo è il mio ragazzo Giorgio. Devo dire che ammiro i tuoi impressionanti attributi. Inoltre devo anche ammettere che sono allo stesso tempo curiosa e apprensiva. Se mi assicuri che sarai delicato e gentile, forse potremo fare qualche attività divertente e stimolante insieme. Giorgio, cosa ne pensi?»«Per me nessun problema, però deve promettere che lo tiene lontano anche da me! Ti va di prenderlo da davanti? Così io posso godermi le tue espressioni e non solo.»Notai un sorriso malizioso sul volto di Giorgio. Mi spostai verso il bordo del letto e allargai le gambe, cercando di aprire la mia vagina il più possibile. Usai le dita per tenere aperte le labbra esterne. Gerardo mi mise un preservativo. La cosa preoccupante è che il preservativo, sebbene grande, arrivasse solo a metà della sua lunghezza.Iniziò a premere e a strofinare contro di me. Me lo fece sentire per tutta la sua lunghezza. L'attrito con le mie labbra stimolò la lubrificazione e iniziai a bagnarmi. La sua asta, muovendosi, si scontrava anche con il mio clitoride, che mostrava la sua approvazione inviandomi segnali piacevoli.Arrivò il momento della penetrazione.La cappella puntò direttamente al centro, agevolata dalle mie dita che mi tenevano aperta e pronta per l’invasione. Spinse piano, la punta riuscì ad entrare completamente. Provai immediatamente una pressione interna sulle pareti che mi ricordò la nascita di mia figlia. Rimase qualche secondo immobile per farmi abituare e poi continuò ad entrare. Centimetro dopo centimetro la trivella avanzò fino a giungere al collo dell’utero spingendolo.Non provai dolore, ma una sensazione di totale pienezza. Aprii gli occhi che avevo tenuto chiusi durante la penetrazione e vidi che, anche se era arrivato a destinazione, il suo enorme pene era entrato solo per metà.Gli poggiai una mano sugli addominali come segnale di stop per non spingere ulteriormente. Prese le misure, Gerardo iniziò a scoparmi lentamente. Io sentivo chiaramente la cappella andare su e giù, inizialmente con un po’ di fastidio, ma poi, grazie ai miei umori, divenne solo piacevole e stimolante. Intanto i miei capezzoli vennero presi di mira dalle labbra di Giorgio, che sdraiato accanto a me, li leccava e li succhiava. Le due parti del mio corpo più sensibili mi stavano facendo impazzire. I miei rochi “sii” si unirono alla sinfonia della stanza.Giorgio, che mi conosce bene, è consapevole del mio intenso amore per il gioco di baci e leccate, sia sui capezzoli che sulle areole, che provocano in me lunghi e profondi brividi in tutto il corpo. Per questo si è impegnato tutto il tempo a uccidermi lentamente. Ogni tanto, si è distratto e i baci sono arrivati sul collo così come dei piccoli morsi e il tutto ha intensificato le mie sensazioni. Per distrarlo ho allungato una mano fino ai suoi testicoli. Ho giocato con loro e con il pene che stava dormendo, ma io sono brava in queste cose e sono riuscita a svegliarlo: in un baleno è tornato duro e pronto alle mie attenzioni.«Giorgio te lo voglio succhiare, ti prego mettimelo in bocca, ti voglio far godere come prima. Resisterò ancora per poco, Gerardo mi sta per far venire.»Mi piace quando i miei desideri vengono percepiti come comandi e, poco dopo la mia richiesta, la mia bocca era di nuovo piena e pronta a elargire piacere. Sapendo che era già venuto da poco, per avere la certezza di un nuovo orgasmo, insinuai un mio ditino nell’ano fino ad arrivare alla prostata. L’arma segreta funzionò egregiamente. Dopo neanche cinque minuti, la mia bocca tornò ad assaporare l’essenza di Giorgio.La troia che è in me riuscì subito a raggiungere un nuovo orgasmo, questa volta più forte di prima. Gerardo continuava a spingere, aumentando sempre di più il ritmo.«Te lo posso mettere in culo?»Ebbi un attimo di terrore. Rifiutai la richiesta perché il calibro del membro di Gerardo era troppo grosso per il mio forellino anale, anche se ogni tanto anche lui si diletta a godere, ma con cazzi più piccoli.«Se non riesci a venire te lo prendo in bocca!»«No, adesso vengo, aumento un po' il ritmo, fermami se senti dolore.»Lo volevo far giungere al traguardo, quindi strinsi i denti e lo lascia fare. Nel mentre Giorgio tornò a sdraiarsi accanto a me per donarmi una serie infinita di bacini sul viso e sul collo.Fortunatamente Gerardo venne poco dopo e neanche tanto silenziosamente. Il suo urlo orgasmico turbò delle fanciulle che si girarono a fissarlo. La mia patatina era distrutta, la sentivo dolorante ma felice.«Gio, ci rivestiamo e scendiamo a bere qualcosa?»«Certo, anche io ho bisogno di uscire e prendere aria. Per caso sai dove sono finiti i miei Boxer?»Cercammo ovunque, ma non li trovammo più. Quindi indossò i pantaloni e sorridendo mi fece: «Ora siamo in due a non portare le mutande, troveremo il modo di approfittare dell’opportunità!»Ormai erano le due del mattino e nella zona bar/sala da ballo erano rimaste poche persone, tutte le altre si divertivano al primo piano. Io presi l’ultimo gin-tonic, mentre Giorgio che doveva guidare si accontentò di un succo di frutta all’ ananas.«Gio, pensavo, ma se mi facessi un’ultima sigaretta e poi torniamo in albergo? Visto che domani mattina alle undici ho il treno per Milano.»«Per me va bene, ma se vuoi rimanere, ricordati che il biglietto può essere spostato.»«No, preferisco andare via, così mi posso fare una doccia con calma e dormire il più possibile.»Andammo nella sala fumatori dove trovammo una ragazza con due bei cazzoni in bocca che si divertiva, mentre i compagni fumavano beati una sigaretta.Io mi sedetti accanto al trio e accesi la sigaretta. Lo spettacolo era intrigante e mi fece apprezzare ancora di più le boccate di fumo. L’angelo tentatore di Giorgio mi chiese se per caso non volessi aiutare la biondina con le grandi tette che sollazzava i ragazzotti infoiati e goduriosi. La tentazione era forte, ma sapevo che le cose probabilmente sarebbero andate oltre il semplice pompino. Quindi declinai l’offerta.«Bastardello, lo so che ti piace la biondina e speri di fartela. Però sono stanca, magari quando arriveremo in albergo, farò in modo di non farti rimpiangere il fatto di non aver approfittato della situazione.»Per convincerlo ulteriormente gli misi una mano dentro i pantaloni e scoprii che la mancanza dei boxer mi rendeva il palpeggio più facile, ma soprattutto lo trovai durissimo, anche se era già venuto due volte. Feci scendere la mano fino ai testicoli, perché mi piace molto la sensazione di morbidezza e come una pallina antistress ci giocai fino al termine della sigaretta. Poi ci alzammo, prendemmo le nostre cose dallo spogliatoio e saliti in macchina prendemmo la via dell’hotel.Non appena entrammo nella stanza, mi tolsi rapidamente i vestiti e mi diressi verso il bagno. La doccia fu veloce, calda e tonificante. Mi asciugai e uscii.Trovai Giorgio sdraiato nudo sul letto, intento a darsi piacere. Ricordando la promessa fatta al club, mi avvicinai a lui. Non potevo limitarmi a fargli un pompino, perché sarebbe stata la terza volta; gli dovevo qualcosa di più.Presi un preservativo e glielo misi. Poi salii sul letto e mi abbassai lentamente su di lui, con le gambe ben aperte. Uno smorzacandela perfetto.Lui mise le mani sui miei fianchi e io iniziai a muovermi. Mi chinai per baciarlo e le sue mani si spostarono dai miei fianchi alla mia schiena, abbracciandomi strettamente.Mi piace molto la posizione, sia perché così ho io il controllo, sia perché mi permette di muovere i fianchi in ogni direzione, non solo nel tipico su e giù della penetrazione, ma anche movimenti circolari. Mi piace strusciare le mie parti intime su quelle del mio partner facendo in modo di stimolare il mio clitoride e sentire la resistenza del suo pene contro le mie pareti interne ad ogni giro. I movimenti circolari sono i migliori per me; amplificano notevolmente il mio piacere e ho scoperto che anche Giorgio li apprezza.Mi alzai in posizione seduta e questa volta le mani del mio compagno si posarono su entrambi i seni per palparli e accarezzarli.Aumentai il ritmo della cavalcata, lo spinsi ripetutamente dentro di me, sfregando vigorosamente il glande ogni volta che rientrava.L'attrito raggiunse il suo scopo e un altro orgasmo mi stravolse i sensi e il corpo.Purtroppo, Giorgio era ancora lontano, quindi decisi di passare al piano B, ovvero il piano Bocchino che prevedeva la sempre valida ed efficace stimolazione orale. Tuttavia, non gli feci un vero e proprio pompino, ma la mia bocca si concentrò sui suoi testicoli, succhiandoli e giocandoci mentre la mia mano destra lo masturbava e la mano sinistra gli massaggiava l'ano , visitandolo anche dentro. Ad un certo punto, sentii che la mano di Giorgio chiedere di sostituire la mia. Prese in mano il suo membro e la masturbazione si fece più intensa; nemmeno due minuti dopo il suo sperma uscì, sporcandomi i capelli e il viso.«Scusami, non volevo impiastricciarti, mi merito un bel pezzo di carbone!»«Stupido! Altro che carbone, dai vado a lavarmi di nuovo i capelli e poi ti lascio la doccia.»Certo, usare l'asciugacapelli alle quattro del mattino mi aveva fatto guadagnare un sacco di insulti, ma non potevo fare altro. Me ne andai e lasciai il bagno a Giorgio. Non appena mi sdraiai sul letto, i miei occhi si chiusero e mi addormentai immediatamente. Mi destai per cinque secondi solo quando sentii Giorgio sdraiarsi accanto a me e mi abbracciarmi.A quel punto caddi in letargo e solo dei leggeri morsi sui capezzoli e un infinità di bacini riuscirono a svegliarmi la mattina seguente alle dieci pronta per tornare a casa.*******Grazie per aver letto la mia storia fino alla fine. Spero che ti sia piaciuta e ti invito a votarla e magari anche a lasciare un piccolo commento se ti va.Non sono uno scrittore professionista e la mia presenza su questa piattaforma è solo un altro modo per essere un po' esibizionista. Per questo motivo, apprezzo molto il fatto di ricevere un feedback.Le mie storie sono basate sulle mie esperienze e possono essere considerate come dei diari, ma non sono semplici resoconti. Di tanto in tanto li arricchisco con un po' di fantasia per renderli più accattivanti.Sono sempre alla ricerca di nuove esperienze e di ispirazione. Se vuoi, puoi contattarmi qui su A69 o su Tlgm con lo stesso nickname, giorgal73, per proposte, suggerimenti, commenti o inviti a serate o club per creare la nostra storia.A volte aiuto anche gli altri utenti a mettere per iscritto le loro avventure/esperienze. Contattami per maggiori dettagli. Che si tratti di rivedere e migliorare la tua storia da pubblicare sul tuo profilo o di crearne una nuova sulla base delle tue indicazioni da pubblicare sul mio profilo, sarò sempre disponibile e ci metteremo d'accordo. 211 0 2 mesi fa