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Miscellaneous

la vacanza, la prima volta (cap 1)

Come di consuetudine anche quell'anno avevamo organizzato la solita vacanza di 15 giorni in Sardegna senza fidanzati, anche perchè io ero single da poco; Francesca, che invece lo aveva lasciato a casa, io e Luca e Andrea, anch'essi single; eravamo tutti amici d'infanzia, cresciuti insieme come fossimo fratelli, eccetto che con Francesca con la quale gia da un anno era nato un qualcosa di più profondo e segreto; Infatti non ci eravavamo fatte mancare i nostri bei momenti in totale segretezza nemmeno in quei giorni, dormendo poi insieme non era stato certo difficile.

Fu al decimo giorno quando Francesca dovette tornare a Milano per un'urgenza che cominciò un'avventura del tutto inaspettata. A malincuore la mattina seguente tutti e tre la accompagnammo all'aeroporto, baci e abbracci e la giornata seppur senza la mia amica, passò come tutte le altre, sole mare e chiacchiere. La sera uscimmo a cena, un buon pesce accompagnato da un ottimo vino, una passeggiata in paese e poi a casa. Come tutte le sere ci sedemmo in veranda a chiacchierare sorseggiando un po' dell'immancabile mirto prima di ritirarci nelle nostre stanze a dormire. Ci dilungammo un pochino e il mirto ci faceva compagnia alla grande, finché io non mi appisolai sul divanetto.

Fu Andrea alla fine a prendermi in braccio per portarmi in camera mia; io indossavo un vestitino scuro intero lungo fino a metà coscia aderente ed un paio di sandali con un bel tacco 12 legati alle caviglie da dei laccetti di pelle. Durante il breve tragitto, o adagiandomi sul letto mi sfiorò con una mano e si accorse che non indossavo intimo; io ero in uno stato di semi coscienza, con il sonno che stava cercando di prendere il sopravvento, ma notai comunque Andrea che, dopo un istante di esitazione, mi sollevò leggermente il vestito; io rimasi immobile guardandolo mentre lui tenendomi il vestito sollevato con due dita mi fissava tra le gambe. Qualche istante dopo sentii la sua mano accarezzarmi; mi sentii strana, un quasi fratello stava facendo cose che mai avrei pensato potessero accadere; ma ancora più strano era che non opponevo alcuna resistenza anzi la cosa mi piaceva; sentivo la sua mano scivolare morbida sulla mia pelle liscia che cominciava ad inumidirsi di umori; le mie gambe istintivamente si divaricarono per godere maggiormente di quelle carezze del tutto inaspettate; si chinò su di me e senza dir nulla, mi baciò. Presto le nostre lingue si conobbero in un vorticoso intreccio; non capivo bene cosa stesse succedendo ma la cosa mi piaceva sempre di più.

Complice sicuramente l'alcool, in breve mi ritrovai a cavalcioni su di lui ancora mezzo vestito a cavalcarlo, mentre lui mi accarezzava il seno attraverso il vestito. Era tanto stupendo che l'idea di chi fosse non mi preoccupava affatto; pensavo solo a quel pene che in un attimo era finito dentro di me e mi importava solo di vivermi quel momento. Sentivo e vedevo i miei capezzoli spingere insistenti sul vestito mentre le sue mani mi palpavano con decisione; ma volevo più contatto, mi sentivo carica e volevo di più; gli slacciai la camicia mettendo a nudo il suo petto liscio e ben disegnato dopodichè presi il mio vestito e in un sol movimento me lo sfilai restando solo con le scarpe, ben piu impegnative da togliere; Mi abbassai su di lui e rincominciammo a baciarci.

Quando dopo alcuni minuti mi voltai verso la porta vidi Luca che, sicuramente incuriosito da qualche rumore, era venuto a vedere; stava immobile, come impietrito con gli occhi sgranati a fissare quella scena; quando gli sorrisi lui si avvicinò al letto; sentivo il suo sguardo addosso, ci osservava ed un gonfiore si faceva notare nei pantaloni; l'essere guardata così, durante quell'atto, mi eccitò ancor di più, facendomi sentire per la prima volta veramente disinibita e padrona del momento. Senza che nessuno dicesse una sola parola, gli slacciai i pantaloni e li feci cadere a terra insieme ai boxer, liberando finalmente quel pene; notai con piacere che anche lui come Andrea, che da sotto di me guardava la scena, era depilato; la sua virilità puntava turgida e desiderosa verso di me. Mi chinai leggermente e, aiutandomi con la mano sinistra, lo presi in bocca; subito cominciai a succhiarlo con vigore accogliendolo quanto più possibile nella mia cavità orale; non so cosa mi prese, era la prima volta che facevo una cosa simile, ma mi piaceva tanto, mi piaceva sentire le mani di Luca che, dopo lunghi attimi di esitazione, mi prendevano la testa per tenerla mentre vi affondava il pene, come anche sentire Andrea che mi palpava tutto il corpo mentre io continuavo a muovermi su di lui; avere due uomini a mia disposizione era una cosa del tutto nuova e mi eccitava da matti.

Sicuramente eravamo tutti e tre abbastanza brilli ma si stava creando un feeling notevole. Quando sentii le due dita di Andrea che, abbondantemente umide di saliva, cominciarono ad accarezzarmi l'ano capii che quello che stavamo facendo era solo l'inizio. Presto quelle dita cominciarono a penetrarmi, forzando senza alcuna fatica il mio sfintere; l'eccitazione saliva ed il ritmo aumentava. Ad un certo punto interruppi la fellatio e guardando Luca negli occhi, mentre con la mano portavo una notevole quantità di saliva sul mio posteriore, gli dissi " vieni qui, ti voglio dentro di me". Ero completamente impazzita, mai prima di allora mi era capitato nemmeno di pensare una cosa simile, ma la voglia in quel momento era tanta; subito Luca non se lo fece ripetere e vestito della sola maglietta, salì sul letto posizionandosi dietro di me; tutti ci fermammo, immobili, in attesa di una qualche mossa di un altro; sentivo il suo glande premere sul mio ano senza forzarlo, come se avesse delle incertezze; intanto fissavo Andrea negli occhi, anch'esso immobile e confuso; dei brividi mi percorsero il corpo durante quegli istanti che sembravano lunghissimi, finchè non lo incitai dicendo " forza, entra, che aspetti, ma fai piano"

Quando sentii il mio sfintere allargarsi ed il suo pene entrare fu una sensazione indescrivibile; mi si sgranarono gli occhi, un gemito uscì spontaneo e forte dalla mia bocca, le mani strinsero il lenzuolo; subito Luca si fermò e mi chiese se sentissi male; " Luca continua senza fermarti ti prego" risposi con voce trmolante. Altro che male, era stupendo!! Lentamente ricominciò l'affondo. Sentirli entrambi dentro di me fu unico e indescrivibile, ero piena e stretta come non mai era meraviglioso. Sentivo Luca affondare completamente nelle mie viscere mentre Andrea immobile non diceva nulla; ero in estasi, avrei voluto strappare le lenzuola con le mani; lentamente rincominciammo a muoverci; mi sentivo penetrare contemporaneamente da due parti, sensazioni fortissime mi giungevano al cervello mandandomi come in tilt; i movimenti erano del tutto scoordinati ma presto sentii un getto caldo invadermi la vagina; ancora infilata su di lui mi adagiai su Andrea, mentre dietro gli affondi di Luca diventavano sempre più decisi fino a concludersi con un'altro getto caldo, infinito, dentro di me; ancora qualche affondo e si fermò. Lo sentii sfilarsi, si sdraiò accanto a noi, il suo sguardo percorreva il mio corpo ancora aggomitolato, immobile e abbandonato su Andrea. Mi feci forza e mi spostai sdraiandomi anch'io tra di loro; in quel silenzio che nessuno aveva il coraggio di rompere mille pensieri viaggiavo per la mia mente, su quello che avevamo fatto, con chi era stato fatto, su quanto fosse stato bello e travolgente anche senza uscirne appagata e, se la cosa si sarebbe ripetuta.... Ero veramente confusa, forse spaventata, ma felice; sentivo il succo del loro piacere uscire dal mio corpo e bagnare il lenzuolo ma non avevo la minima intenzione di muovermi o fare qualcosa.... E così ci addormentammo.

La mattina seguente mi svegliai sola, sopra le lenzuola, nuda ma con ancora addosso le scarpe; l'orologio segnava le 10.30, la mia testa girava, e dalla finestra sentivo i due in veranda parlare a bassa voce; non capivo bene cosa stessero dicendo ma percepivo una forte tensione per l'accaduto. I pensieri subito volarono alla sera prima, ed un fortissimo imbarazzo mi bloccò nel letto per un bel po'; cosa potevo dire? Potevo fare finta di niente? Come mi avrebbero guardato i due? Cosa pensavano di me? Dopo lunghi minuti di riflessione decisi di alzarmi ed affrontare la situazione cercando di sdrammatizzare il tutto. Per prima cosa avevo bisogno di rinfrescarmi le idee; Ero talmente confusa e tesa che percorsi il tragitto fino al bagno nuda e senza accorgermi di avere ancora i sandali ai piedi; entrando in bagno sentii un "buongiorno"; mi sporsi con la testa dalla porta e guardando verso la vetrata aperta sulla veranda con un sorriso risposi " buongiorno ragazzi, qualche minuto e arrivo". Tolte le scarpe subito m'infilai sotto la doccia.

Uscii dal bagno avvolta in un asciugamano legato sopra il seno e mi diressi in veranda; i due erano praticamente muti ed una colazione mi attendeva già pronta sul tavolo. Li salutai ancora e li ringraziai; erano tesissimi e nessuno accennò all'accaduto.

Il minuti passavano e quel clima di tensione era veramente imbarazzante; pronti per andare in spiaggia, mi feci forza e affrontai il discorso; i due subito cominciarono a scusarsi ma io li interruppi dicendo che la cosa era stata bella, anzi stupenda, che non avrebbe dovuto in alcun modo rovinare il nostro legame, che avevamo scoperto e vissuto qualcosa di nuovo; non ci dovevamo assolutamente preoccupare ma pensare solo a divertirci come avevamo fatto i giorni precedenti. E con queste parole cominciammo anche quella giornata.

In realtà passarono molte ore prima che la tensione cominciasse a scendere considerevolmente.

Il tempo passava cercando di essere il più normali possibile, ma io sentivo i loro sguardi un po' maliziosi scrutarmi, diversamente dal solito; e devo ammettere che la cosa cominciava a stuzzicarmi, ed il pensiero della sera prima, comunque sempre presente in tutta la giornata si stava trasformando in desiderio. Alcune occhiate e sguardi particolari cominciarono ad incrociarsi tra di noi ma subito tentavamo di sviare. Sicuramente quello che provavo io era identico a quello che provavano loro; la voglia di rivivere quei momenti stava tornando. Tornammo a casa col tramonto dove il frigorifero praticamente vuoto ci obbligò ad uscire nuovamente a cena. Doccia veloce e preparativi, ma nella mia testa un solo pensiero: la voglia di riaverli entrambi era ormai certa!

Decisi allora di stuzzicarli un po' e vedere cosa sarebbe accaduto; quale modo migliore di cominciare se non l'abbigliamento?volevo essere sexy ma non troppo vistosa. Un vestitino nero di cotone, semplice, maniche cortissime, morbido, stretto da un elastico solo in vita per poi allargarsi in una morbida gonnellina a balze fino a mezza coscia; ovviamente niente intimo. Un paio di sandali color bronzo Allacciati alle caviglie con il solito tacco 12 ed eccomi pronta. Li raggiunsi in veranda dome mi stavano aspettando seduti e chiesi "come sto? Vado bene?" girandomi con decisione su me stessa; quella giravolta fece salire la gonna mettendo a nudo le mie intimità; i due impietriti dissero "perfetta!!!!"

Li incitai ad alzarsi per andare a cena; li vedevo confusi, e la cosa mi intrigava ancor di più; avevo praticamente gettato l'amo, facendogli capire le mie intenzioni.

La cena passò apperentemente come le altre ma i pensieri di tutti e tre erano sicuramente altrove; io mi sentivo eccitata e non vedevo l'ora di tornare a casa. Dopo la solita passeggiata eccoci sulla strada del ritorno; la tensione saliva in tutti, sapevamo cosa sarebbe sicuramente accaduto; in macchina poche furono le parole, solo la musica accompagnava i nostri pensieri sporchi. Una volta in veranda fui io a rompere il ghiaccio che si stava creando dicendo "solito mirto?" I due si sedettero, Luca in mezzo al divano e Andrea sulla poltoncina a destra, mentre io andai a prendere la bottiglia e tre bicchieri.

Versando il mirto la tesione che mi percorreva era a mille, quasi da farmi tremare la mano, così cominciai a parlare su cosa avremmo potuto fare il giorno dopo. Gli porsi i bicchieri e mi sedetti sul divano alla destra di Luca; passò solo qualche minuto e nemmeno mezzo mirto e di scatto, mentre parlava, mi girai verso Luca e lo baciai interrompendone le parole. Eravamo tutti tesi e sicuramente nessuno di loro avrebbe preso l'iniziativa, così lo feci io.

Qualche istante ed ecco che le nostre lingue erano intrecciate in un bacio carico e deciso; subito cominciai a sbottonargli la camicia e con una mano cominciai ad accarezzargli il petto; poi scesi fino a quel gonfiore che premeva nei pantaloncini e cominciai ad accarezzarlo. Presto li slacciai vi estrassi il pene per continuare con le carezze; poi inginocchiatami sul divano, lo presi in bocca e cominciai a leccarlo e succhiarlo.

In quella posizione sentivo il vestito sollevato e le mie intimità esposte, proprio in direzione di Andrea che fino a quel momento era rimasto solo a guardare; mi sentivo i suoi occhi desiderosi addosso e la cosa mi faceva impazzire; stavo scoprendo di apprezzare il fatto di essere guardata durante un atto sessuale, ma ancor di più desideravo una sua partecipazione. Impegnata in quella fellatio, divaricai le gambe ed inarcai ulteriormente la schiena come per invitarlo; qualche istante e sentii la sua lingua appoggiarsi sul mio ano, mentre poco più sotto il mio sesso già abbondantemente umido di umori desiderava solo attenzioni. Era bellissimo, tutto stava nascendo in quei momenti, il feeling la complicità tutto era meraviglioso.

Dei brividi mi percorrevano tutto il corpo mentre lui sempre più concentrato sul mio posteriore lo bagnava per bene e lo penetrava prima con uno e poi con due dita, senza però nemmeno sfiorare la mia vagina sempre più vogliosa.

Ero in estasi, la voglia di sentirli entrambi dentro di me era irrefrenabile così uscii da quell'intreccio per poi sedermi su Luca dandogli le spalle; durante la discesa con una mano portai il pene sul mio ano e lentamente mi infilai su di esso; scivolò dentro senza nessun problema e alcun dolore,accompagnato da un mio gemito di piacere. Portai le gambe all'esterno delle sue divaricandole, i piedi ben appoggiati a terra grazie anche ai tacchi alti e le mani indietro appoggiate allo schienale; cominciai a muovermi su di lui e lui ad accompagnare col bacino gli affondi. Presto Andrea s'inginocchiò tra le nostre gambe divaricate, mi sollevò la gonna, ammirò qualche istante quello che stava accadendo e finalmente appoggiò le sue labbra al mio sesso; ebbi un fremito, sentirlo succhiare il mio clitoride, leccarmi senza tralasciare nemmeno un centimetro di quella sensibilità mentre dietro Luca affondava dentro di me era veramente unico. Ma ormai volevo di più, appoggiai i piedi sul bordo del divano divaricando ulteriormente le gambe e con voce tremolante gli dissi " voglio anche te, ti voglio dentro di me, ora....". Lui si alzò in piedi, in un attimo si liberò degli indumenti, poi puntò il pene sulla vagina, ed in un sol affondo fu dentro di me. Ecco di nuovo quella sensazione, più forte, indescrivibile; mi lasciai andare in un gemito pazzesco, le braccia cedettero, le gambe tremavano; subito mi aggrappai ad Andrea mettendogli le braccia intorno al collo mentre lui cominciò ad affondare. Non capivo più nulla, era veramente stupendo; presto il ritmo divenne perfetto, io mi stringevo sempre più ad Andrea mentre lui si reggeva appoggiandosi allo schienale; li sentivo affondare in me, sempre più velocemente quando d'un tratto, completamente inaspettato venni violentemente invasa da un orgasmo fortissimo, lunghissimo, come mai avevo provato; non riuscii a trattenere dei gemiti, quasi grida, che sicuramente furono sentiti dai vicini. I due non accennarono a fermarsi, il mio corpo tremolante era ormai senza forze quando sentii uno schizzo bollente, seguito da altri due più deboli, dentro in profondità al mio retto. Luca si fermò, mentre Andrea non accennava ad interrompere gli affondi. Fui io ad allontanarlo per divincolarmi da quell'incastro; subito lo rassicurai dicendo " tranquillo, non ho intenzione di lasciarti a metà..." e mi inginocchiai sul bordo del divano, con le gambe divaricate, appoggiandomi con le braccia e la testa sullo schienale; alle parole " dove vuoi tu Andrea" lui si posizionò dietro di me e subito s'infilò nel mio ano ancora dilatato dal pene di Luca.

Affondava con decisione fino a sbattere rumorosamente sulle mie natiche, scivolando liberamente nelle mie natiche come se nulla fosse; io ero distrutta, a stento mi reggevo sulle gambe, il respiro che lentamente riprendeva il ritmo normale, quasi non mi accorgevo di quegli affondi, come fossi anestetizzata. Ci vollero lunghi e interminabili minuti sotto gli occhi dell'amico, prima che anche Andrea liberasse tutto il suo piacere dentro di me; qualche affondo ancora e si sfilò dal mio ano che sembrava non voler più tornare alla normalità; si sedette sul divano stremato ed io con le ultime forze feci lo stesso. Nessuno disse nulla e cademmo in un abbiocco quasi immediato.

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