elisa85ely
, 25 anni
Femmina
Milan,
Italia
Ultima visita: 3 anni fa
- 3 anni fa Finalmente di nuovo insieme, cap 2 ... La mattina quando mi alzai la prima cosa che feci, dopo il caffè, fu provare i costumi nuovi. Andai in bagno dove c'era un grande specchio in modo da vedermi tutta. Essendo sempre in topless quelli che più mi incuriosivano erano gli slip. Indossai prima quello verde e ne regolai i laccetti sui fianchi. Quando mi guardai allo specchio fui stupita da quanto mi stesse bene: a vita bassissima, davanti era un triangolo decisamente ridotto coprendo tutto il necessario senza essere volgare e sul retro il perizoma si apriva in un altro triangolo che accentuava la rotondità dei miei glutei. Era perfetto! Provai anche il bianco, era uguale ma con la pelle poco abbronzata non stava benissimo, lo avrei usato in seguito. Mi infilai un vestitino da spiaggia corto e largo e misi il costume, solo parte sotto, in borsa. Quel giorno eravamo soli, gli amici avevano programmato una gita con ritorno in tarda serata. Decidemmo di andare a Es Trenc, una spiaggia bellissima, lunga qualche km e con un acqua talmente azzurra da sembrare le Maldive. Una particolarità di questa spiaggia è l'essere molto libertina in fatto di nudismo, cosa a cui ormai non facevo più caso,anzi. Dopo una discreta camminata trovammo un'area non affollata dove stendere il nostro grande pareo. Mi infilai il mio costumino verde nuovo e mi tolsi il vestito. Attorno a noi alcuni in costume e altri, per lo più uomini e probabilmente gay, nudi. Dopo una mezz'ora il caldo cominciò a farsi sentire così ci tuffammo in acqua. Rinfrescata dalla nuotata, quando feci per uscire ebbi una bella sorpresa: il piccolo costumino era di una lycra leggera e da bagnato aderiva alla pelle diventando trasparente; non lo era sfacciatamente, ma quanto bastava per far notare l'assenza di peli e la forma del mio intimo alla perfezione. Appena lo notai lo dissi a Marco e imbarazzata mi riabbassai in acqua istintivamente. Lui non se lo era immaginato al momento dell'acquisto, ma alla fine mi disse anche di fregarmene visto il luogo dove eravamo. In effetti aveva ragione, eravamo in una spiaggia nudista, chi avrebbe fatto caso a me? Mi feci coraggio, mi alzai e celando l'imbarazzo che mi pervadeva, mi diressi al nostro telo, e mi sdraiai. Marco mi raggiunse qualche minuto dopo. Mi sentivo strana e lentamente l'imbarazzo mutó in piacere; Il sapere che il mio sesso era in mostra a tutti attraverso un costume trasparente mi eccitava. Ed eccitava anche lui abbastanza evidentemente. Il tempo stava passando in totale relax. Prendavamo il sole, facevamo bagni finchè giocando a racchettoni a qualche metro dal bagnasciuga, con l'acqua alle ginocchia, ed il costume ovviamente bagnato, Marco mi si avvicinò, mi buttò in acqua abbracciandomi e mi sussurrò " non resisto più, mi fai impazzire con quel costume.... Vedere poi i passanti che ti guardano mi eccita da matti". Infatti, pur essendo in un area prevalentemente nudista, il passaggio sul bagnasciuga era alto e spesso notavi occhi curiosi scrutare in giro. Con quelle parole immaginai la scena di me seminuda, coperta da un piccolo costumino trasparente guardata da occhi curiosi e sconosciuti. Un nuovo, sconosciuto e forte eccitamento mi travolse. "Vieni, andiamo a fare un giro" mi disse prendendomi per mano. Non me lo feci ripetere, avevo voglia di lui. Lasciammo le racchette sul telo e ci dirigemmo dietro la spiaggia. Delle dune di sabbia, immense ed animate da vegetazione creavano un ambiente completamente differente da quello da cui provenivamo. Sentieri sabbiosi, a volte larghi altre strettissimi, si diramavano tra le dune, dentro la vegetazione. Il sole faceva sentire la sua forza sulla pelle e la leggera brezza non era sufficiente a rinfrescarla. Un silenzio quasi irreale rendeva quel luogo speciale. Mi sentivo eccitata, per il costume che mi rendeva praticamente nuda, ma soprattutto al pensiero di quello che sarebbe accaduto di li a breve. Girammo dietro un folto e alto cespuglio, dove un grosso tronco, probabilmente portato da qualche mareggiata bloccava il passaggio ad un metro di altezza. Marco subito mi prese e mi baciò; non ci volle molto perchè quel bacio esprimesse tutto il desiderio che avevamo l'uno dell'altro. Sentivo il mio sesso Umido di umori bagnare ulteriormente quel costumino mentre le sue mani carezzavano e palpavano il mio corpo. Le sentivo abili sui seni, poi esperte sui glutei, vogliose superare il costume e violarmi la vagina. Un brivido mi percorse, rapido e immediato; il desiderio in continuo aumento cancellava l' imbarazzo che fino a qualche secondo prima mi aveva tenuta all'erta su eventuali passanti. Mi abbandonai completamente in gli attimi pieni di desiderio. Scesi in ginocchio di fronte a lui, gli tolsi il costume e, con la sabbia calda sotto di me e quel sole che ci immergeva in un caldo fermo e statico, cominciai una stupenda fellatio. Lo volevo, mi piaceva il suo sapore, salato dal mare, la sua consistenza; lo leccavo fin giù ai testicoli lisci e reattivi sotto i miei tocchi, per poi accoglierlo in bocca succhiandolo con decisione. Tenendolo per i fianchi lo spingevo dentro di me, lo volevo sentire ancora in profondità come la sera prima, ma non scendeva picchiando con forza e fastidiosamente in fondo al palato. Senza lasciare quel membro, allora mi alzai rimanendo piegata a 90gradi, le gambe divaricate, e, sempre tenendomi ai suoi fianchi, lo affondavo spingendolo in fondo ma senza risultato. Ecco che però ad un certo punto, con la lingua leggermente fuori, forzai un po' di più l'affondo, i muscoli si distesero e sentii il pene proseguire la sua strada in gola: delicatamente appoggiò le mani sulla mia testa e cominciarono dei delicati e lenti affondi. La fastidiosa sensazione che all'inizio ti blocca presto scomparve. Le mie labbra raggiungevano il suo corpo mentre i suoi testicoli carezzavano il mio mento ad ogni affondo. Era lui che si muoveva dentro di me, tenendomi per la testa, fino a spingere il suo ventre contro il mio viso, per poi sfilarsi quasi completamente e riaffondare. Sentivo quel pene scivolarmi agevolmente dentro, mi riempiva, mi piaceva, mi appagava. Ad un certo punto si sfilò, mi tolse il costume ormai più bagnato di umori che di acqua salata, mi fece sedere sul tronco dietro di me e, divaricatemi le gambe, in un sol affondo s'infilò deciso nel mio sesso. Mi tenevo a lui, avvinghiata con le braccia e le gambe,mentre mi penetrava con decisione. Una sensazione meravigliosa, un groviglio di corpi accaldati sotto il sole che si godevano ogni istante di quell'amplesso. Avrebbe potuto vederci qualcuno ma non mi importava, in quel momento i miei pensieri erano occupati solo da quello che stavo vivendo, dall' orgasmo che stava arrivando. In un attimo ci trovammo a terra sulla sabbia bollente, io sopra di lui che, baciandolo nervosamente, lo cavalcavo. Il mio clitoride strusciava sul suo pube liscio trasmettendomi brividi e scariche sempre più forti. Quando due dita umide di saliva s'infilarono con decisione nel mio ano non resistetti che qualche istante prima di esplodere in un orgasmo pazzesco. Gemiti a fatica soffocati, il respiro affannoso e poi con il cuore che batteva quasi fuori dal petto mi lasciai andare sopra di lui che con un movimento di bacino, continuava ad affondare nel mio corpo tremolante. Marco era ancora carico ed eccitato; mi fece mettere a carponi, mi bagnò di saliva l'ano e subito sentii appoggiarsi il glande. Senza sforzo sentii il suo pene scivolare nel mio retto fino in fondo e subito cominciare affondi decisi. Subii quella sodomizzazione con gusto, il mio unico pensiero era farlo godere, donargli ciò che lui mi aveva appena regalato. Qualche minuto e sentii il suo caldo piacere riempirmi il retto, seguito da alcuni affondi decisi. Poi il silenzio, l'immobilità di quei due corpi incastrati, il calore del sole ed il vento tra le fitte foglie. Un bacio alla base del collo, un brivido, e quel pene che lentamente si sfilava dal mio corpo esausto e appagato. Restammo sdraiati, nudi e abbracciati li, sotto il sole, sfiniti dalla nostra passione reciproca, prima di rinfilarci i costumi, raggiungere la spiaggia e tuffarci in un bagno rinfrescante. Sguazzavo nell'acqua cristallina, ne sentivo la freschezza superare quel leggero perizoma tanto peccaminoso e carezzarmi lì dove prima ero stata penetrata, usata e violata. Tutto questo davanti quella moltitudine di persone che, ignare della nostra avventura, continuavano la loro routine da spiaggia. Una giornata indimenticabile. 2895 1 10 anni fa
- 3 anni fa Finalmente di nuovo insieme cap1 Il nuovo lavoro del mio compagno ci tiene lontani spesso per parecchi giorni. Lui ora vive in Spagna, in un posto bellissimo e sul mare. Il mio lavoro mi aveva costretto a Milano fino ai primi di luglio ed era ormai un mese che non ci vedevamo; un tempo lunghissimo per come ci eravamo abituati negli ultimi due anni. Finalmente era arrivato quel fatidico venerdì, avevo chiamato un taxi direttamente dall'ufficio per correre in aeroporto e salire su quel volo easyjet che in un'ora e mezza mi avrebbe portato da lui. Volevo essere perfetta per l'incontro, così avevo indossato quel vestitino bianco tanto corto da superare i glutei di solo qualche centimetro che a lui piaceva tanto ed un paio di sandali bronzo taccatissimi, il solito 12, che fasciavano i piedi con dei lacci incrociati fino ad allacciarsi un poco sopra la caviglia; una giacchina di jeans stretta mi copriva la lieve trasparenza del vestito che quasi impercettibilmente disegnava i miei capezzoli sul tessuto con un tono più scuro. Infine un perizoma di pizzo bianco avrebbe nascosto il mio intimo durante il viaggio. Eccomi sull'aereo, lato finestrino e uscita di sicurezza come da prenotazione, in modo da stare più comoda; a fianco a me si era seduto un ragazzo sui 35, dall'abbigliamento in viaggio di lavoro, alto, bel fisico, capello scuro corto; un bel ragazzo insomma. Ormai in volo, cominciai a leggere il mio libro; il ragazzo accanto a me controllava sull'ipad una tabella di lavoro ma sentivo i suoi occhi scrutare di sfuggita ogni centimetro del mio corpo. Una leggera tensione salendo dentro di me. L' essere guardata, apprezzata, carezzata con gli occhi, mi stava piacendo ed eccitando. Tutto questo rendeva la comprensione del romanzo un poco difficoltosa. "Bello quel libro, a che punto sei arrivata?" il ragazzo aveva chiuso l'ipad e si era fatto avanti con la scusa più ovvia in quel momento. Alzai lo sguardo e nel rispondergli capii che le ultime due pagine erano passate senza fermarsi nella mia mente. Chiusi il libro, lo guardai negli occhi e gli dissi " quando lui sta per partire direzione New York". Cominciò una conversazione che durò per tutta l'ora successiva; si chiamava Michele e stava viaggiando per l'azienda per cui lavorava e, fortuna sua, aveva letto da poco lo stesso mio libro. Parlammo di tutto mentre i suoi occhi mi continuavano a scrutare furtivamente. La situazione mi piaceva, e mi godevo il momento; anche se sapevo che non l'avrei più rivisto avevo omesso di dirgli che stavo raggiungendo il mio fidanzato, pensando che quella notizia avrebbe potuto interrompere quel flirt elegante ed educato. Ormai mancava poco all'arrivo e come da programma andai in bagno per dare l'ultimo tocco alla mia mise per il tanto atteso incontro con Marco, il mio fidanzato. Dentro quel piccolo loculo mi tolsi il perizoma per riporlo nella borsa; era umido, segno che quel flirt aveva mosso qualcosa anche a livello fisico e non solo mentale. Guardandomi nel piccolo specchio decisi di fare un piccolo regalino all'elegante e discreto osservatore che sedeva accanto a me; slacciai la giacchina di jeans e scostandola leggermente guardai i miei piccoli capezzoli che molto timidamente mostravano il loro colore scuro attraverso il tessuto del vestito. Un sorriso di compiacimento e lasciai la giacchina tornare in posizione senza però richiuderla. Tornai alla mia fila e dando le spalle al mio vicino mi rinfilai nel mio posto; Michele scostò leggermente le gambe per renderemi più agevole il passaggio; il mio sedere era all'altezza del suo viso e quasi sentii il suo respiro soffiarmi sotto il corto vestito, sul mio intimo ora nudo. Non aveva visto nulla ne ero certa, se non le mie gambe passargli a pochi centimetri o il disegno delle mie natiche dare forma al morbido cotone del vestito. Seduta con le gambe accavallate avevamo rincomiciato e a parlare. Non ci volle molto perché il suo sguardo, dopo aver esaminato dal piede curato ed ornato da un sottilissimo french alla coscia in bella vista, cadesse sul mio seno sinistro che, sfuggendo dallo spesso jeans, dolcemente modellava il vestito e faceva intravedere lo scuro della piccola aureola. Facendo finta di niente continuai nella conversazione, la cosa mi piaceva e mi eccitava. Con dei movimenti apparentemente casuali ero riuscita a scoprire entrambe i seni dalla giacchina ed ora oltre alla trasparenza i capezzoli avevano deciso di farsi notare spingendo sul tessuto. L'idea di essere guardata ma non toccata, da un estraneo mi piaceva da matti; un estraneo bello, educato e non volgare, era una situazione stupenda probabilmente in altre circostanze avrei approfondito. Stavo talmente bene e concentrata sulle sensazioni che non mi accorsi nemmeno dell'atterraggio. Michele si offrì di darmi un passaggio col suo taxi ma con un po' di rammarico da una parte ma immensa felicità dall'altra, dovetti rifiutare l'invito. Ci salutammo al ritiro bagagli dove lo lasciai in attesa della sua valigia, con uno scambio di baci sulla guancia che sarebbe voluto essere certamente qualcosa di più. Appena fuori dalle porte automatiche c'era Marco ad aspettarmi. Un abbraccio accompagnato da un bacio seguito da un'altro più passionale dichiaravano la voglia di entrambe di riunirci in un amplesso che ormai da troppo aspettava. Velocemente giungemmo a casa e quando aprì la porta delle candele illuminavano la sala che con una grande vetrata dava su tutta la baia e la città illuminata. Subito mi prese e mi baciò; un brivido mi percorse tutto il corpo, la borsa cadde a terra, le mie mani sul suo corpo, le sue sul mio che subito raggiunsero i glutei; il mio seno era schiacciato sul suo petto, sentivo i capezzoli duri spingere e stuzzicarsi con i movimenti. Una delle sue mani vogliose già aveva raggiunto il mio sesso. Me lo stava accarezzando scivolando umidamente tra le mie labbra fino a violarne la vagina con due dita. Dopo tanto tempo quel solo contatto così esperto, mi avrebbe portato in fretta all'orgasmo. Cominciai a slacciargli la camicia per accarezzare quel suo petto liscio e ben definito, poi i pantaloncini lasciandoli cadere a terra mettendo a nudo quella erezione perfettamente liscia e depilata. Mi prese il vestito e me lo sfilò dall'alto lasciandomi solo con i sandali, lo gettò sulla poltrona seguito dalla sua camicia. Nudi ancora in piedi davanti alla porta d'ingresso ci baciavamo e palpavamo ovunque. La voglia aumentava nel sentire le sue mani ovunque e il suo pene che nella mia, turgido e generoso, godeva delle mie carezze. Scesi fino a sedermi sui talloni, le gambe divaricate ed il mio sesso spalancato, con una mano portai il pene alla bocca che lentamente lo accolse baciandolo e succhiandolo. Avrei voluto fargli la sorpresa che avevo preparato in tutti quei giorni di solitudine documentandomi su internet e facendo esercizi, ma da quella posizione non ci riuscivo. Mi limitai a succhiarlo e leccarlo, accarezzandogli i testicoli con una mano. Il suo sapore mi riempiva meravigliosamente la bocca e vedere la sua espressione di goduria alla luce debole delle candele era stupendo. Ad un certo punto mi fece alzare, mi appoggiò di schiena al muro, mi sollevò una gamba e puntando il pene in un sol colpo s'infilò in vagina. Un mio gemito risuonò nella stanza, portai le braccia intorno al suo collo e cominciò a stantuffarmi. Dopo quel mese di astinenza sentirlo di nuovo dentro di me era stupendo. Ancora contro il muro mentre lui mi sorreggeva dalle natiche incrociai le gambe dietro la sua schiena e così uniti ci spostammo sul divano dove si sdraiò su di me e rincominciò a stantuffarmi. Io impazzivo, mi tenevo stretta con le gambe e le braccia a lui in attesa di quell'orgasmo che iniziava a far sentire il suo arrivo. Il clitoride strusciava vibrando meravigliosamente sulla sua pelle liscia mentre la vagina era sconquassata da quelle penetrazioni sempre più decise. Ecco che repentino e violento giunse quel brivido seguito da un'esplosione di piacere immensa. Gemevo ancora in preda all'orgasmo quando sentii un getto caldo colpirmi la cervice ed invadermi il corpo. Eravamo venuti praticamente insieme esplodendo in un piacere comune. Abbracciati e ancora uniti ci baciammo per minuti prima di separarci e rivestirci per la cena. Marco aveva preparato una buonissima cena a base di pesce, dopodiché decidemmo di uscire per bere un drink. Era mezzanotte passata ma lì la movida comincia tardi; ci sediamo ad un tavolino appena dentro il locale e ordiniamo. Il locale piano piano si riempie di gente che comincia anche a ballare; presto anche noi veniamo tirati dentro dalla musica e ci ritroviamo schiacciati in mezzo agli altri. Mi sentivo toccata ovunque da quella moltitudine quasi pressata, il vestito ormai svolazzava donando a qualche probabile curioso degli scorci interessanti. Ma davanti a me c'era il mio ragazzo che mi fissava mi accarezzava e mi baciava in quella luce così debole. Presto le sue mani birichine furono sui miei glutei, e nascosto dalla gente non si fece problemi ad osare anche di più; sentivo la sua mano tra le natiche raggiungere il mio sesso di nuovo umido e voglioso mentre la sua erezione pressava sul mio ventre. Presto mi prese per una mano e mi portò fuori dicendo"andiamo a casa". Velocemente percorremmo la piccola darsena che ci separava dal portone di casa. In ascensore mi prese e mi baciò mentre le sue mani non davano tregua al mio sesso ormai impazzito. Ero di nuovo eccitata e lo volevo di nuovo dentro di me. I tacchi risuonavano nel lungo corridoio di marmo che portava alla porta di casa. Appena dentro mi prese il vestito e nuovamente me lo tolse; ero di nuovo solo in sandali, eccitatissima e impaziente. Lo feci cadere indietro sdraiato sul divano, lo spogliai completamente e, chinandomi a 90 dal suo fianco mi avvicinai al pene e lo presi subito in bocca. Ecco di nuovo quel suo sapore stupendo riempirmi la bocca, e incrementare il mio desiderio. Salii sul divano portando il mio sesso sulla sua bocca; un brivido si scatenò per tutto il corpo al contatto della sua lingua che sapientemente mi coccolava dal clitoride fino all'ano. Non tardi due dita umide di saliva si fecero strada nel mio posteriore scivolandovi dentro facilmente fin da subito; ero talmente eccitata che il mio corpo desiderava di essere penetrato ovunque. Il suo pene in bocca, le sue dita nel mio ano e la sua abile lingua sul mio sesso mi davano brividi continui di piacere. Mi sentivo pronta per la mia sorpresa ed ero curiosa di quello che avrebbe provato. Indietreggiai allontanando il mio sesso dalla sua bocca e sdraiando così il pene sul suo ventre tenendo solo il glande in bocca; tirai indietro la testa di modo che il mio mento e il mio collo si appoggiassero sul suo ventre, tirai leggermente fuori la lingua sotto il glande e cominciai ad avanzare strusciando su di lui. Sentivo il pene farsi strada nella mia bocca, fino a toccare in fondo sul palato molle. Ero tesa, eccitata, e vogliosa di stupirlo. Ne vedevo ancora circa metà fuori di me; mi feci coraggio, avanzai un poco ancora, feci come per deglutire ed ecco che il glande si stava facendo strada dove mai era stato. Una sensazione molto spiacevole data dalla contrazione dei muscoli mi fermò e mi fece indietreggiare; presi fiato e rincominciai a reinserirlo. Sempre la stessa sensazione ma mi feci coraggio ed avanzai. Era fantastico, superato quel punto critico sentivo il pene infilarsi in gola riempiendomi la cavità. Incredibilmente il mio labbro inferiore arrivò alla base; lui era immobile, le dita nel mio ano immobili ed io piacevolmente stupita. Indietreggiai fino a meta, presi fiato e poi mi rinfilai ancora, e poi ancora; dopo un po' di volte il fastidio non c'era più ed il pene scivolava liberamente fino in gola. Con tutto il pene infilato riportai la mia vulva sulla sua bocca e cominciai a salire e scendere fino ad appoggiare le labbra alla base. Era incredibile, tutti quegli esercizi con il fallo fatti le due settimane precedenti avevano dato frutti; sentivo quel pene farsi strada nella mia gola senza alcun fastidio sempre più velocemente mentre lui nervosamente mi leccava la vulva mugolando ad ogni mio affondo. Ad un certo punto mi fece alzare, mi portò alla finestra, mi baciò e mi fece girare verso il panorama. "sei stupenda, mi hai fatto una bellissima sorpresa amore" mi disse sussurrando mentre sentii il glande puntare al mio ano. Ecco che un altro brivido mi percorse, lo volevo lo desideravo; cominciai a spingere indietro mentre sentivo lo sfintere dilatarsi ed il glande entrare. Un suo affondo deciso, un mio gemito lanciato dalla finestra alla città. Ero in estasi, le gambe divaricate e tese sui tacchi, lui che tenendomi per i fianchi mi penetrava fino in fondo, le luci della città che si specchiavano nel mare di fronte a me, tutto era meraviglioso. Mi tenevo con le mani al bordo inferiore della finestra e spingevo indietro le natiche per contrastare quegli affondi che diventavano sempre più decisi. Le macchine e i pedoni passavano nella strada sotto di me e il poterli guardare mentre venivo sodomizzata dal mio compagno era una sensazione strana e piacevolmente unica. Lo feci fermare mi staccai e mi misi in ginocchio sulla poltrona che stava accanto a me; mi appoggiai con i gomiti sullo schienale ed inarcai la schiena puntando verso l'alto il sedere. Sentii il fresco dell'aria solleticarmi lo sfintere dilatato, ma ecco di nuovo quel pene che da dietro si rinsinuava nel mio corpo. In quella posizione lo sentivo veramente tutto, scivolare dentro e fuori dal mio retto mentre le sue mani mi tenevano saldamente dai fianchi. Mi sentivo riempire piacevolmente e accompagnavo i suoi affondi spingendo verso di lui. Mi stava sodomizzando ormai da un po' quando portò una mano a carezzare il mio sesso fradicio di umori; subito un brivido, seguito da un altro e poi un altro. Sentivo il piacere salire, il ritmo degli affondi aumentava, sempre più forte, sempre più deciso, quasi violento, proprio come piaceva a me. Ecco un altro brivido, poi i muscoli irrigidirsi ed un orgasmo esplose violento e forte. Dei gemiti rimbombarono nella stanza accompagnando quel meraviglioso orgasmo. Il mio corpo tremolante continuò a subire quelle penetrazioni violente ancora per alcuni minuti prima che Marco mi scaricò tutto il suo caldo piacere in corpo. Si chinò su di me, mi baciò sulla schiena e sussurrando mi disse " mi hai fatto un bellissimo regalo e anch'io ne ho uno per te" e si sfilò allontanandosi. Io mi alzai e mi misi in piedi alla finestra guardando la luna che si rispecchiava in mare. Sentivo lo sperma scivolare fuori dal mio corpo e colare su di una gamba. Ero in estasi, appagata e soddisfatta. Tornò con un pacchettino e me lo porse. Era un bikini bianco con una mutandina a perizoma molto ridotta che si allacciava sui fianchi ed un'altra mutandina uguale verde acqua. Era bellissimo e gli dissi che l'avrei provato al mattino visto che in quel momento ero un colapasta e lo avrei sicuramente sporcato. Lo baciai e dopo un po' ci coricammo a letto nudi e abbracciati. 2763 0 10 anni fa
- 3 anni fa La spiaggia .... Ciò che sto per raccontare, è accaduto solo qualche giorno fa; Sempre stata molto "liberale" nelle mie precedenti storie, in questa attuale invece, forse perché presa molto più seriamente, sono sempre stata molto fedele tenendomi solo il rapporto segreto con Francesca, la mia amica di sempre e qualcosa di più da solo qualche anno, come unico svago extra; ma quello che è accaduto qualche giorno fa mi ha dato da pensare e tuttora non so come interpretarlo, se dargli importanza oppure considerarlo un momento di debolezza da tenere nascosto. Comunque sia ve lo racconto, al limite sarete voi, lettori e lettrici a darmi qualche consiglio. Mi trovo in Spagna ormai da un mese, a Maiorca per l'esattezza; il mio fidanzato si è trasferito per lavoro, ed io ne ho approfittato per farmi delle belle vacanze prima di un inizio stagione durissimo che ci terrà lontani per un pochino; ovviamente dedico qualche ora al lavoro che posso comunque svolgere anche da qui, ma principalmente sole e mare. Come molti di voi sapranno la Spagna e le Baleari in particolare, hanno delle abitudini molto più libertine di noi in fatto di costume si e costume no; però anche io, che comunque appena posso lo tolgo, ci ho messo un po' di tempo ad abituarmi a questo nudismo spesso presente in spiaggia, senza però mai praticarlo; il classico topless sempre, e qualche volta ho azzardato qualche costumino un po' ridotto, senza però mai eccedere. Ai primi di agosto è arrivata anche Francesca con il suo fidanzato a farci compagnia e passare qualche giorno di vacanza. Con lei, già da anni, si è instaurato un rapporto saffico molto intimo e segreto anche se in presenza dei rispettivi fidanzati siamo semplici amiche d'infanzia, ed in questi giorni non abbiamo avuto occasione di rimanere sole in casa; qualche giorno fa però, Marco, il mio fidanzato, é dovuto tornare inaspettatamente a Milano per lavoro dove si fermerà fino a fine mese; Francesca con la scusa di rimanere a farmi compagnia si è fermata ancora una settimana lasciando che Daniel, il suo compagno, tornasse a Milano da solo; una cosa normalissima già accaduta un sacco di altre volte. Amiche di giorno ma amanti di notte,quello che ci unisce non è altro che un desiderio di qualcosa di diverso, di più dolce e delicato, ma nessun sentimento che vada oltre alla profonda amicizia che ci lega fin da piccine; questo ci permette di vivere le nostre vite normalmente incontrandoci quando lo desideriamo. Ormai sole da qualche giorno eravamo libere di andare dove volevamo, senza orari; spinte dalla curiosità eravamo andate in una spiaggia con nudismo consentito per provare a metterci al sole senza costume in mezzo ad altra gente; anche se nessuno ci avrebbe fatto caso non avevamo avuto il coraggio di togliere lo slip; l'idea mi eccitava parecchio e la mattina successiva decidemmo di riprovarci: bastava che una delle due prendesse il coraggio di farlo e molto probabilmente l'altra l'avrebbe seguita, così io decisi di forzare un pochino la cosa e di costringermi a prendere il sole nuda sotto gli sguardi degli altri. Al momento di vestirmi indossai un vestito di cotone elasticizzato a righe beige e marrone che partiva da sopra il seno e scendeva aderente fino a metà coscia e un paio di converse alte crema. Non presi il costume lasciandolo sul letto e, presa la borsa da spiaggia, senza dire nulla alla mia amica, ci dirigemmo alla spiaggia che distava un'oretta da casa. Durante il tragitto continuavo a pensare al fatto che una volta in spiaggia non avrei avuto alternative e la cosa mi eccitava parecchio. Solo mentre camminavamo sul bagnasciuga per raggiungere l'area libera dissi " sai che non ho il costume? L'ho lasciato sul letto". Francesca sorrise e mi disse " allora oggi sei obbligata!!" Trovammo un posto adatto, i più vicini erano ad una ventina di metri, stesi l'enorme pareo, mi tolsi le scarpe e dando le spalle ai "vicini" mi tolsi il vestito restando completamente nuda. Emozionata ed eccitata subito mi sdraiai a pancia in giù, come per nascondermi. Francesca in topless si sdraiò accanto a me. Mi sentivo gli occhi di tutti addosso anche se in realtà solo qualche passante si girava a guardarmi. Il tempo passava, il gioco mi piaceva, e piano piano le gambe prima serrate ora si stavano allargando come per mostrare il mio frutto a tutti i passanti. Ero ormai rilassata, mi girai a pancia in su; il sole picchiava, ne sentivo il calore si tutto il corpo, mi eccitava il mostrarmi, solo che Francesca non cedeva; gli presi un laccetto del costume e tirandolo glielo slegai; lei non fece nulla se non guardarmi con occhi interrogativi ma finendo per sorridere. Passai la mano sul suo ventre e preso l'altro laccetto feci lo stesso; la guardai, lei mi guardò, presi i costume con la mano e dicendole " fidati si sta benissimo" lo tirai mentre lei alzava leggermente il bacino, e glielo tolsi. Sguardi silenziosi durarono qualche istante per poi perdersi nel cielo; inconsciamente ci prendemmo per mano, come a cercare una certezza, una maggiore sicurezza. Il tempo passava, e ormai anche alzarsi e camminare nude quei metri che ci separavano dal mare in vista di tutti era una cosa fattibile. Nuotare nuda è una cosa che io amo e faccio spesso, farlo li però, in una spiaggia piena di gente, mi eccitava maggiormente. In più potevo ammirare Francesca in tutto il suo splendore, immersa nella natura; bionda, il seno tondo un pochino più grosso del mio ma comunque sodo, le gambe lunghe e dritte che si univano in quel frutto del piacere adornato da una sola e sottilissima striscia di peluria quasi impercettibile per dimensioni e colore chiaro. Camminavamo vicine nell'acqua puntando il mare aperto in cerca di una profondità maggiore; i nostri corpi si toccarono, si sfiorarono, si stuzzicarono; scappò un bacio, poi delle carezze; qualche istante ed eccoci, immerse nell'acqua cristallina fin quasi al collo, avvinghiate passionalmente. Ci baciavamo, ci carezzavamo, i corpi a contatto, i seni si massaggiavano, i miei contro i suoi, la morbidezza femminile tutto ci dava quei piaceri che un corpo maschile non può regalarti. Con la mano percepivo il viscido degli umori femminili vincere il freddo secco dell'acqua salata ad ogni carezza sulla sua liscia e morbida vulva, come sentivo scivolare la sua mano sulla mia; il contrasto del caldo degli umori che anche io emanavo ed il freddo dell'acqua che seguiva ogni sua carezza, mi produceva dei brividi di piacere immenso. Fu qualche breve minuto di piacere enorme ma poi con la frase " siamo in pubblico, non possiamo" Francesca si staccò per tornare a prendere il sole. Avrei voluto molto di più ma in effetti li, sotto gli occhi di tutti non si poteva, così tornammo verso la nostra postazione; camminando, man mano che l'acqua si abbassava sentivo la voglia persistere in me, ma ormai con il sesso all'aria non potevo nemmeno carezzarmi un poco per placarla; cercando con lo sguardo i nostri teli sulla spiaggia notammo che due uomini stavano prendendo posto non molto distanti da noi. Ci prese subito un senso di imbarazzo , ma non potevamo farci nulla e soprattutto non potevamo nemmeno stare in acqua tutto il giorno, così con disinvoltura tornammo al nostro posto proprio passando accanto a loro. Erano due ragazzi dal fisico statuario, tonici, depilati, biondi e abbronzati, ma che per fortuna ancora intenti ad organizzarsi, non ci degnarono nemmeno di uno sguardo parlando tra loro in tedesco; per movenze e aspetto troppo curato, molto probabilmente erano gay e la cosa ci rassicurò parecchio. Il tempo continuava a passare ero ormai tranquilla e rassicurata, ma quel celato desiderio non se ne andava; eravamo sdraiate tenendoci per mano, quando mi alzai e le dissi di venire con me; non ce la facevo più, avevo voglia di lei, delle sue carezze, del suo corpo, e averla accanto a me nuda in pubblico non faceva altro che accrescere questo desiderio; la presi per mano e nude prendemmo un sentiero che portava dietro le dune e la vegetazione che stava dietro la spiaggia. Il luogo era appartato e riparato da sguardi indiscreti, ci baciammo e subito ci stringemmo una all'altra; la sabbia calda sotto i piedi, il sole sulla nostra pelle nuda ed il morbido contatto dei nostri corpi palpati e carezzati dalle nostre mani era tutto un 'insieme di sensazioni meravigliose. Non ci volle molto per trovarci sdraiate direttamente sulla sabbia tra quei cespugli; in un attimo mi trovai con la testa tra le sue gambe aperte; leccavo e baciavo quel caldo frutto umido e viscido, godendone sapore e morbidezza per poi ritrovarmi infine in un meraviglioso 69; io stavo sopra e continuavo a leccarla mentre lei mi leccava e baciava; il sapore di Francesca, la sabbia calda, i corpi a contatto e le sue attenzioni al mio sesso mi portarono in una nuova e meravigliosa realtà. I nostri bacini cominciarono ad accompagnare muovendosi le attenzioni dell'altra; era un momento magico, quando d'un tratto sentii una mano appoggiarsi sulla mia schiena; di colpo mi fermai, mi voltai e alla vista dei due tedeschi che avevano preso posizione vicino a noi in spiaggia, nudi, scattai allontanandomi di qualche metro spaventata; "no non spaventatevi, pensavamo voleste compagnia" disse in inglese uno di loro, aggiungendo poi "abbiamo evidentemente interpretato male i vostri sguardi, scusate" e fecero per allontanarsi. "no non andate" li fermai; non so che mi prese, stavo facendo una pazzia, ma erano due corpi perfetti, modellati meravigliosamente e completamente depilati. Sedute una accanto all'altra col respiro affannato, Francesca mi guardò con guardo spaventato e interrogativo; "goditi il momento, nessuno lo saprà" le dissi. I due si avvicinarono, uno di fronte ad ognuna, con i membri eretti esattamente di fronte alle nostre facce; lo presi in bocca, era salato dal mare, cominciai a succhiarlo e leccarlo mentre guardavo Francesca che invece lo accarezzava timidamente. Continuai nella mia opera e quando mi rigirai verso di lei finalmente lo stava succhiando con un vigore incredibile e con una mano si carezzava la vulva; era entrata nella parte. Il mio partner mi fece alzare, mi girò e mi fece piegare a novanta appoggiandomi con le mani ad un tronco, portò il suo pene in contatto con la mia vagina e cominciò a spingere penetrando nel mio corpo; il suo pene scivolò meravigliosamente nel mio corpo fino a sbattere sui miei glutei con il ventre; Francesca intanto continuava la sua fellatio. Qualche minuto e lo feci sdraiare sdraiare in terra per salirci a cavalcioni infilandomi di nuovo su quel pene e cavalcarlo; il clitoride strusciava su quel ventre liscio mentre il pene scivolava dentro e fuori. Le sue mani mi palpavano i glutei e sentii un dito forzare il mio ano; subito portai con una mano della saliva su di esso, facilitandone l'ingresso; presto le dita divennero 2 che unite a quello che succedeva davanti mi regalavano brividi e scariche di piacere. Vidi Francesca rifiutarsi di continuare e lo sconosciuto dopo aver ricevuto il secondo rifiuto si avvicinò a noi; guardandolo, bagnai due dita di saliva e le portai al mio ano, allontanai le dita che già mi penetravano per sostituirle con le mie bagnandolo per bene; lo sconosciuto si avvicinò si mise in posizione e non appena tolsi le dita sentii il suo pene appoggiarsi per poi lentamente sprofondare nel mio retto; un gemito inconsapevolmente si disperse nell'aria, di nuovo avevo due uomini che mi penetravano; il ritmo presto divenne perfetto, Francesca in piedi mi guardava stupita mentre si toccava tra le gambe. Presto dei brividi intensissimi anticiparono una tensione di tutti i muscoli ed un orgasmo fortissimo m'invase. Di colpo spalancai gli occhi, ero distesa nel letto, la mia mano destra era sul mio intimo fradicio, il respiro affannato, ed il cuore sembrava uscire dal petto; Francesca, nuda, ancora dormiva accanto a me. È stato il sogno più intenso che abbia mai fatto, esprimendo forse il desiderio più nascosto..... Quando ci alzammo e preparammo, io indossai il vestito a righe e lasciai il costume a casa. La sensazione di imbarazzo e tensione ad essere nuda in mezzo a sconosciuti fu fortissima, come nel sogno, solo che Francesca non mi seguì e tenne lo slip. 16711 1 10 anni fa
- 3 anni fa La casa di Davide Ormai era qualche mese che mi frequentavo con Davide e tutto procedeva per il meglio. Dopo qualche incertezza a livello sentimentale,nel senso che avevamo dovuto chiarire bene la nostra relazione, tutto si era risolto per il meglio; entrambi pensavamo che l'altro si stesse affezionando cercando magari qualcosa di più, ma la conclusione fu che il nostro rapporto era solo di sesso e come tale andava vissuto. Mi divertivo da matti con lui, il feeling sessuale era alle stelle ma quando pensavo ad un qualcosa in più, non lo vedevo come l'uomo che sarebbe potuto stare al mio fianco e a parole sue nemmeno io avrei potuto svolgere quel ruolo nella sua vita; entrambi volevamo solo divertici insomma. In più il fatto che in questi mesi di frequentazione c'erano anche state da parte mia un paio di avventure extra senza il benchè minimo rimorso, mi confermava che il collante era solamente sesso. Quella sera eravamo usciti per mangiare un sushi prima di una delle nostre serate ormai diventate certezze; nonostante fosse novembre inoltrato non era freddissimo; io indossavo un vestitino di cashmere color tortora che mi fasciava morbidamente il corpo fino a poco meno di mezza coscia, una giacchina di pelle nera e un paio di stivali aderenti neri fin sotto il ginocchio con il solito e immancabile tacco 12. La cena passò in tutta tranquillità, senza il benchè minimo accenno ad un dopo. Solo dopo aver pagato Davide mi chiese se mi andava di vedere casa sua; non eravamo mai stati da lui perché abitava fuori città e risultava scomodo al mattino per me recarmi al lavoro; acconsentii a patto che mi avrebbe fatto arrivare puntuale in ufficio. Una mezz'ora di auto dal ristorante e ci trovammo di fronte ad un cancello in piena campagna. Il cielo era limpidissimo e la luna illuminava i contorni di una boscaglia tutta intorno; non si vedevano luci di altre abitazioni nelle vicinanze. Quando il cancello si aprì un vialetto in mezzo agli alberi ci condusse sotto un portico dove ci fermammo con l'auto; "benvenuta a casa di Davide" mi disse sorridendo. Spenta l'auto il buio ci avvolse; solo una fievole luce appesa al muro vicino a quella che presumevo essere la porta d'ingresso in fondo al portico disegnava a malapena le forme di quello che ci circondava. Appena scesi dall'auto mi prese e mi baciò; ecco il momento, tutto stava partendo, come sempre, al meglio; il bacio in un istante mutò in un groviglio di corpi ; le lingue subito curiose si carezzavano vorticosamente mentre le labbra ne nascondevano i movimenti. Le mani di entrambi presto cominciarono a cercare il corpo altrui, le sue s'infilarono sotto il vestito che si sollevò e mi palpavano le natiche, le mie sulla sua schiena cercavano uno spiraglio sotto la camicia per raggiungergli la schiena. Ero in un luogo totalmente sconosciuto e questo non faceva altro che accelerare la crescita del mio eccitamento; in più sentivo il mio intimo carezzato dall'aria non fredda ma pungente di quella sera in contrasto con il calore umido che andava formandosi proprio li sotto. Quando la sua mano passò davanti sul mio intimo, carezzandomi mi disse "ormai ti conosco da tre mesi e non ti ho mai visto con un paio di mutande, sei fantastica!" sorridendo gli risposi "un giorno ti farò una sorpresa allora!" e rincominciammo a baciarci. Ad un tratto mi prese il vestito ed in un sol movimento me lo sfilò insieme alla giacchina gettandoli su di una panca li vicino; incredibile, ero nuda, con solo gli stivali, all'aperto in un posto sconosciuto in una notte di novembre; ebbi un brivido, che era più tensione ed eccitazione insieme e non di freddo; sentivo il suo pene turgido spingermi sul ventre, le sue mani passarmi sulla schiena e i glutei provocandomi dei brividi, ero completamente distaccata dalla realtà. Poco dopo entrammo in casa; provavo una sensazione strana, quasi un disagio, non tanto per essere nuda mentre lui era vestito, quanto per esserlo i un luogo sconosciuto, in una casa che non conoscevo; un misto tra disagio ed eccitazione che durò solo qualche istante, giusto il tempo di vedere appena parte della casa. Appena aprì la porta e accese la luce, mi trovai nel grande salone, un divano moderno nel mezzo, un tavolo di cristallo poco più in la, ed una grandissima vetrata che dava su di un giardino pieno di piante appena illuminato dalla luce attraverso la vetrata; alla mia destra si sviluppava un bancone con tre sgabelli di metallo e pelle che divideva la cucina dalla sala. Giusto qualche istante per notare tutto prima di essere rapita nuovamente dalle attenzioni del mio compagno; ora ero appoggiata di schiena al bancone, ci stavamo baciando mentre lui con una mano accarezzava il mio sesso ormai viscido, scorrendovi con le dita fino a tuffarle in vagina; mi baciava e masturbava stupendamente allontanando quel disagio iniziale e la carica erotica in quella grande stanza stava salendo rapidamente; mi fece sedere su uno degli sgabelli girandolo verso di noi, e accovacciatosi tra le mie gambe cominciò a leccarmi la vulva; la sua lingua esperta passava tutto il mio sesso soffermandosi a stuzzicare il clitoride mentre le mie mani subito si posarono sulla sua testa come a tenerlo li. Lo sentivo spingersi oltre, cercando di raggiungere il mio ano ma non riuscendoci. Ad un certo punto si alzò e mi disse di girarmi; mi fece sedere a cavalcioni dello sgabello davanti a lui e cominciò a baciarmi la schiena; dei brividi percorrevano tutto il mio corpo eccitato, in attesa che quei baci si avvicinassero alla zona calda e vogliosa, socchiusi gli occhi per godermi appieno quel momento. D'un tratto sentii una benda fasciarmi gli occhi e legarsi dietro; la vista mi si era completamente oscurata, il buio mi aveva circondato; " come ti avevo promesso quella sera, ti restituisco il favore" la parole di Davide risuonarono nella stanza mentre un'altra benda mi bloccava le mani davanti a me allo schienale dello sgabello che già afferravo. Paura, tensione ed eccitazione subito mi fecero tornare in mente quella sera di settembre in cui io lo avevo legato alla colonna. Poi aggiunse " non dire nulla e goditi questo momento" e con un nodo strinse la mia caviglia contro la gamba dello sgabello legandomi fino a metà polpaccio e ripetendosi infine con l'altra gamba. Ero completamente immobilizzata allo sgabello con il sedere fuori da esso, sentivo il mio sesso aperto all'aria come anche l'ano; non vedevo nulla, solo percepivo dei rumori dai quali intuivo che Davide si stava spogliando. Ecco che sentii nuovamente la sua lingua appoggiarsi sul mio corpo, alla base della schiena e lentamente scendere tra le natiche spalancate; istintivamente inarcai la schiena e mi chinai in avanti, unico movimento che mi era permesso, fino ad appoggiarmi col seno sul freddo schienale di metallo tra le mie mani legate agli estremi, porgendo così il mio sesso alle sue attenzioni. Sentivo il clitoride schiacciato sul bordo della seduta di pelle mentre la sua lingua mi passava dall'ano alla vagina; era stupendo, sentirmi immobile, impotente, in totale balia di quell'uomo che mi stava facendo impazzire. Tentavo di muovere le mani ma i nodi le tenevano saldamente in quella posizione; non potevo fare nulla se non subire. D'un tratto lo sentii infilarsi dentro la mia vagina, in un solo e deciso affondo, riempiendomi di piacere; ormai sapeva esattamente quanto entrare senza farmi male e poggiate le mani sui miei fianchi cominciò a penetrarmi con un ritmo sempre crescente. Il non potermi muovere, il non poter vedere limitavano tutto al tatto; potevo solo sentire quel membro riempirmi ogni affondo e la sua presa sui fianchi; era la prima volta che mi trovavo totalmente impotente, subivo godendo, mi piaceva da impazzire. Presto due dita si appoggiarono sull' ano e forzandolo lo violarono; le sentivo muoversi dentro, mentre lo sfintere velocemente allentava la morsa; non ci volle molto perché potessero scivolare liberamente dentro e fuori, con un movimento che si alternava con quello del pene infilato davanti. Ero in estasi totale, anche la mia mente ormai si era lasciata andare in quella situazione di sottomissione forzata e mi godevo appieno quegli istanti. Fui riportata momentaneamente alla realtà quando sentii appoggiarsi quel grosso pene sul mio ingresso posteriore; era lí, il glande poggiava forzando leggermente come per farsi sentire; ecco che un brivido mi passò per tutto il corpo, aprii gli occhi ma ancora il buio totale, nemmeno uno spiraglio di luce passava dalla benda; gli unici indizi arrivavano dal mio corpo e dall'udito che ormai si era intensificato percependo anche i minimi rumori. La forzatura aumentò ed il pene cominciò a scivolare molto lentamente nel retto; sentii lo sfintere dilatarsi e l'intestino lentamente riempirsi; in quella posizione, accovacciata sullo sgabello la sensazione era amplificata e quel lento affondo sembrava ancor più possente ed invasivo del solito; una sensazione incredibile, il mio corpo lasciava spazio adattandosi a quel pene fino ad accoglierlo tutto; io gemevo soffocatamente finché non lo sentii come in mezzo all'addome e il suo ventre si appoggiò ai miei glutei tesi e duri. Una scarica violenta mi passò per tutto il corpo ed un "siiiiiiiii" rauco e forte espresse il mio piacere. Davide cominciò a retrocedere velocemente per poi riaffondare sempre con delicatezza; il ritmo aumentava divenendo presto rapido e deciso; lo sentivo infilarsi e sfilarsi fin quasi ad uscire, sbattendo deciso ad ogni affondo contro le mie natiche; il clitoride schiacciato sulla seduta ad ogni affondo mi produceva brividi di piacere. Cominciai a sentire il corpo tendersi, sapevo che ancora qualche minuto così e sarei esplosa in un orgasmo poderoso; ma d'un tratto si fermò e si sfilò; conosceva ormai il mio corpo e lo sapeva leggere molto bene: "non è ancora il momento, siamo solo all'inizio" mi sussurò nell'orecchio e lo sentii allontanarsi. Rimasi qualche istante sola, immobilizzata ed il senso d'impotenza tornò immediato; sentivo il mio ano spalancato come una caverna, riempisi di aria fresca ad ogni mio respiro; non potevo fare nulla se non attendere. Ecco poi di nuovo lo scricchiolio del pavimento sotto i suoi passi, mi era nuovamente vicino in silenzio, immobile, ma lo percepivo, sentivo il suo sguardo addosso, mi stava guardando, scrutando, ammirando. Ero emozionata, eccitata, e compiaciuta da quegli sguardi segreti che sicuramente mi stava regalando. Un brivido improvviso mi percorse quando della saliva silenziosamente cadde tra i miei glutei colando verso il basso dentro il mio posteriore che istintivamente ma invano tentò di richiudersi; subito dopo una lingua ripercorse la stessa strada spalmandola per bene e proseguendo sulla vulva; qualche morbida e umida leccata che mischiò gli umori vaginali con la saliva e l'umido rettale poi rialzandosi mi disse " apri la bocca" e sentii una cosa fresca appoggiarsi sulle mie labbra; appena lo accolsi nella cavità orale, percepii le forme e dimensioni di un grosso fallo di silicone; " bagnalo bene, tutto" mi disse; e così feci, cospargendolo di saliva fino alla base; lo sentivo grosso, quasi come il suo pene ma sicuramente meno lungo. Qualche leccata e ciucciata e poi lo allontanò dalla mia bocca per appoggiarmelo sulla vagina; lentamente lo fece scivolare al suo interno come nel burro e cominciò a muoverlo dentro e fuori; la cosa mi piaceva, era la dimensione perfetta, si infilava facendosi decisamente sentire allargandomi fino a sfiorare appena la cervice per poi sfilarsi e ripetere l'affondo. " ti piace vero?" mi disse. " si molto anche se mi piaci di più tu....... ma non smettere" sussurrai. Come risposta sentii il suo glande riappoggiarsi sull'ano per affondarvi subito tutto; un mio gemito pazzesco e lungo accompagnò quella sensazione di riempimento totale. "così ci hai entrambi" concluse prima di piazzare tre affondi decisi e possenti che mi fecero scivolare in avanti sulla seduta; ora il fallo appoggiava sulla seduta rimanendo infilato completamente dentro di me, mentre lui appoggiate le mani sui miei fianchi cominciò con affondi lunghi e decisi nel mio retto. Non riuscivo a trattenere i gemiti, era pazzesco, di nuovo quella sensazione di pieno, ora più intensa per dimensioni, che avevo provato l' anno precedente con i miei due amici; certo, era diverso, ma altrettanto stupendo, mi sentivo piena e la violenza che mi stava penetrando dietro si ripercuoteva su quel corpo estraneo facendolo vibrare dentro la mia vagina. Ero totalmente persa nelle sensazioni, gridavo di continuare, gemevo, respiravo affannosamente; le mani stringevano con forza la sbarra dello schienale su cui erano legate, il seno schiacciato e spinto su di esso quasi doleva ma le braccia non riuscivano a contrastare quegli affondi sempre più forti. Cominciai a tremare, i muscoli tentarono di tendersi, ed un orgasmo mai provato mi travolse; scoppiai in un gemito anomalo, forte, fortissimo, ed un "siiii" lo seguì violento. Davide non si fermò, lo sentivo sbattere rumorosamente contro i miei glutei Infilandosi prepotentemente; continuò per alcuni, lunghi interminabili minuti, cominciando a sudare ma senza rallentarne il ritmo; io sentivo il mio ano ormai aperto, il retto violato e dilatato, percepivo la presenza ma solo in fondo, ero come anestetizzata; avrebbe potuto continuare all'infinito, solo avevo il desiderio di essere slegata, liberata da quella immobilizzazione che ormai durava da quasi un'ora, glielo chiesi ma la risposta fu negativa. Continuò ancora, sempre più forte finché ecco il suo getto caldo colpirmi in fondo ed il calore espandersi. Quando si sfilò, subito sentii il suo sperma colare fuori da quell'ano che ormai non aveva più forza di richiudersi. Mi liberò cominciando a slegarmi i polsi mentre continuavo a sentire il suo piacere che usciva dal mio retto per cascare rumorosamente in terra. Quando per ultima mi tolsi la benda dagli occhi la luce mi accecò per qualche istante; ero devastata e quando mi alzai dallo sgabello il fallo, di cui avevo dimenticato la presenza, si sfilò da me cadendo in terra;a fatica mi reggevo in piedi in attesa di recuperare una mobilità normale. Poi uscii dalla porta d'ingresso per recuperare i vestiti e la borsa e, quando rientrai, Davide mi disse" sei veramente una ragazza stupenda, e vederti così, nuda con gli stivali, entrare dalla porta di casa mi ecciti terribilmente, quasi rincomincerei il tutto" e mi porse un bicchiere con dell'acqua; lo guardai, gli sorrisi e gli risposi " dammi una tregua, quasi non mi reggo in piedi, poi ne riparliamo" e mi sedetti sul divano guardando il giardino attraverso la finestra; li mi appisolai appoggiata alla sua spalla. 2457 0 10 anni fa
- 3 anni fa Con davide, w.end al mare cap.2 La sveglia di quella domenica mattina fu una di quelle che non si dimenticano; il caldo della sera prima era sparito ed una leggera brezza correva nella cabina attraverso l'oblò sul soffitto dietro la tendina oscurante e la porta aperta; il riflesso del sole sul mare invece entrava dagli oblò laterali regalando una luce stupenda alla cabina; ma tutto questo lo notai solo dopo essermi svegliata. Ero immersa nel sonno, a pancia in su, mezza attorcigliata nel lenzuolo che ben poco copriva del mio corpo, quando sentii dei baci e una lingua occuparsi delicatamente del mio intimo; lentamente presi coscienza e vidi Davide con la testa tra le mie gambe. Mi stava leccando meravigliosamente ed il solletico iniziale presto divenne piacere; allargai ulteriormente le gambe, cominciai ad accarezzargli la testa, e con gli occhi socchiusi continuai a godermi quel momento, accarezzata dall'aria fresca e illuminata dai riflessi del mare. Le sue mani presto raggiunsero i miei seni e cominciarono a palparli mentre, tenuto dalle mie mani, continuava a leccarmi e mordicchiarmi il clitoride; incrociai le caviglie dietro la sua schiena tenendolo così più saldamente in quella posizione. I brividi cominciarono a percorrermi tutto il corpo, il bacino cominciò istintivamente a muoversi seguendo e accentuando le sue leccate mentre dei gemiti uscivano soffocati dalla mia bocca; sentivo che l'orgasmo era prossimo, molto vicino e volevo solo godere; il battito aumentò, il respiro pure, i muscoli cominciarono a contrarsi, brividi correvano per tutto il corpo, ed ecco che finalmente supraggiunse quel piacere infinito, in un'esplosione stupenda. I brividi e gli spasmi continuarono finchè non smise di leccarmi ed il cuore sembrava uscire dal petto. Solo un'altra persona riusciva a regalarmi orgasmi con rapporti orali, una donna; ma quella volta Davide ci mise solo una decina di minuti, era stato veramente unico e stupendo. Quando alzò la testa dalle mie gambe mi disse "buongiorno princi, ora siamo pari, non mi piace avere debiti" e sorridendo si sdraiò accanto a me. Mi girai verso di lui, gli diedi un bacio e sorridendo risposi solo con un "buongiorno". Restammo lì un poco prima di indossare i costumi ( io solo un perizoma particolarmente ridotto) ed uscire in coperta a consumare una buona colazione a base di caffè e croissant. Passammo tutta la giornata lì in rada tra sole e mare, con quella sua erezione che spesso compariva sotto il costume aderente. Non ci fu nulla però, nemmeno un bacio o una carezza che indicasse un qualcosa. Verso le 17 io mi annodai un pareo sopra il seno e, salpata l'ancora tornammo verso Lavagna; ormeggiata e lavata la barca, alle 19.30 eravamo pronti per il viaggio di ritorno a milano; io ero stata costretta a vestirmi come la sera prima non avendo il vestito nero a disposizione, quindi minigonna cortissima di jeans, maglietta aderente rosa e zeppa alta. Saliti in macchina la gonna era praticamente inutile, il mio intimo,se non accavallavo le gambe era all'aria, ma dopo un po' di inutili tentativi vi rinunciai. La fame sopraggiunse quasi subito così ci fermammo a Recco per mangiare qualcosa; conoscevo un ristorantimo dove facevano anche la famosa focaccia ripiena di formaggio. Entrammo e ci diedero l'unico tavolo disponibile, piccolo e talmente incastrato in un angolo che Davide dovette sedersi alla mia sinistra perchè di fronte non ci stava. Ovviamente il discorso subito cadde su quello che avevamo fatto nel w.end soffermandosi sui ripetuti rapporti, specie quello della sera precedente; non ci volle molto per scaldare di nuovo i nostri animi e riaccendere quel desiderio fisico che ormai ci legava. Ad un tratto mentre parlavamo sentii la sua mano sulla mia gamba salire e forzare l'incrocio delle gambe; lo guardai con fare interrogativo, ma lui sorrise e non insistette continuando però a carezzarmi. Parlava e sentivo la sua mano correre sulla mia pelle nascosta dalla tovaglia; sentivo quel nervoso nelle gambe che é il preludio di uno stato di eccitamento e le mie intimità cominciare a risvegliarsi; era incredibile, con lui non riuscivamo a passare più di un tot di ore come normali amici, senza che quell'attrazione fisica quasi incontrollabile non prendesse sempre il sopravvento. Stavamo aspettando gli spaghetti ed ero talmente distratta dalle sue carezze che nemmeno ascoltavo quello che stava dicendo; Il desiderio di sentire una sua carezza era tanto, ma così in pubblico in un locale pieno ero un po' a disagio. Alla fine cedetti e decisi di vedere fin dove si sarebbe spinto; scavallai le gambe tenendole leggermente divaricate, e la sua mano subito si tuffò sulla vulva; ebbi un lieve sussulto, il suo dito medio subito si fece strada tra le labbra ormai fradice e dopo un paio di passaggi s'infilò in vagina. Lo fissai a occhi spalancati e lui mi sorrise dicendo " come non ti piace?" e cominciò ad affondarlo dentro. Ero tesissima, ma eccitatissima, combattuta dal fargli togliere quella mano o farlo continuare. Ero immobile, con le gambe che tremavano, in uno stato di tensione mai provato, incapace però di fermarlo, ma ecco che il cameriere arrivò con i nostri piatti interrompendo forzatamente quel momento. Eccitata ma tesa come una corda di violino, mi allontanai dallo schienale per affrontare quel piatto di spaghetti allo scoglio che mi avrebbe per fortuna distratto; ma in quella nuova posizione la mia vulva ormai aperta era appoggiata direttamente sulla sedia ed era talmente ricettiva che ogni piccolissimo movimento mi riportava a pochi istanti prima. La cena terminò, ma l'eccitazione e la voglia non era calata, anzi. Risaliti in macchina rapitamente prendemmo la strada per Milano, entrambi desiderosi di arrivare in fretta. Da dopo Serravalle la sua mano si fissò su di me, spostandosi dalla coscia all'intimo; io ero tra le nuvole, non capivo più nulla, sentivo gli umori, colare tra le natiche fino al sedile, mi sarei masturbata lì in macchina. Finalmente sotto casa mia, gli dissi " tu stanotte resti qui, dopo il viaggio che mi hai fatto fare non ti ritiri" e aprii il cancello dei box. Non replicò. Tutto il viaggio di 8 piani dell'ascensore fu un unico bacio; le labbra non si volevano staccare e le lingue nemmeno, le sue mani sulle mie natiche nude, e le mie sulla sua erezione nei pantaloncini. Appena entrati gli dissi " aspettami i sala, mettiti comodo intanto, io ci metto un secondo". La foga di saltargli addosso era tanta ma avevo in mente un giochino, così andai in camera, mi spogliai restando solo con le zeppe, presi dei foulard di seta e tornai in sala; Davide era seduto sul divano, nudo, il pene che sembrava ogni volta più grosso, perfettamente dritto ed eretto appoggiato al suo ventre; da dietro gli misi un foulard sugli occhi e lo legai dietro la testa. " che fai" mi chiese. "ssshhhh" fu la mia unica risposta. Lo presi per mano, lo feci alzare portandolo alla colonna vicino alla porta aperta sul terrazzo; appoggiato di schiena, con un'altro foulard gli legai le mani dietro la colonna; " che stai facendo?" chiese. " non ti preoccupare e goditi questo momento..." risposi. Girava la testa come per cercare di vedere qualcosa, un segnale, un indizio per capire la situazione; Io mi accovacciai di fronte a lui seduta sui talloni e le gambe divaricate; sentivo il mio intimo spalancato e bagnato, fissai quel pene che puntava poderoso dritto verso di me, lo presi con una mano e mi ci avvicinai con le labbra. Lentamente cominciai a baciarlo, poi a leccarlo ed infine, accoltolo in bocca, a succhiarlo; la mano rimasta libera subito raggiunse il mio intimo aperto e bagnato; subito due dita cominciarono a correre tra le labbra, per poi tuffarsi all'interno, mentre il palmo strusciava con decisione sul clitoride; più su continuavo a carezzare, succhiare e leccare quel pene imponente e quelle due dita si sfilarono per spostarsi poco più in la, sul mio ingresso posteriore, bagnandolo di umori, carezzandolo ed infine violandolo, subito in coppia. Lo sfintere si abituò immediatamente alla nuova misura e le dita vi scivolavano dentro e fuori stupendamente, mentre il palmo continuava a strusciare sul clitoride sempre con più decisione; dei brividi di piacere cominciarono a percorrermi, sentivo il battito che aumentava, tutti chiari sintomi di un piacere che si stava avvicinando; ma io non volevo concludere in quel modo, bensì unita a lui; d'altro canto le due dita infilate nell'ano mi regalavano una sensazione a cui non volevo rinunciare, così le sfilai per rinfilarle subito ma passando da dietro, senza quindi più toccare la vagina. La situazione non cambiò molto e la voglia di sentire quel pene ormai ben cosparso di saliva al posto delle mie dita era tantissima; mi alzai in piedi, mi girai con la schiena verso di lui a gambe leggermente divaricate, bagnai abbondantemente di saliva il mio ano, presi il pene con una mano e lo puntai al mio sedere appoggiandomici; ero tesissima, sentivo quel coso spingere sul mio posteriore pronto ad entrare e con la mano ne percepivo il diametro smisurato; ma nello stesso tempo pensavo a quanto fosse stato bello la sera prima e rassicurata dal non aver sentito dolore inarcai un poco la schiena e cominciai a spingere le natiche indietro. Sentivo lo sfintere lentamente allargarsi aprendo la strada a quel membro; eccitazione e tensione si mischiarono quando senti il glande tutto dentro ed il mio corpo che lentamente si stava abituando; mollai la presa con la mano, le gambe mi tremavano e una tensione percorreva tutto il mio corpo; restai immobile qualche istante, appoggiai le mani indietro sulle sue anche, socchiusi gli occhi, feci un respiro profondo e rincominciai ad indietreggiare con le natiche. Davide bravissimo rimase immobile lasciando che fossi io a decidere come fare; lento ma 'prepotente' lo sentivo farsi strada dentro di me; anche se il mio corpo si adattava perfettamente a quell'intrusione vigorosa, quella tensione-eccitazione ormai era alle stelle. Ad un certo punto feci uno scatto indietro infilandomelo tutto dentro, le mie natiche colpirono rumorosamente il ventre di Davide ed un gemito fortissimo scappò al controllo rimbombando nella stanza. Le gambe tese sui tacchi, il mio corpo a contatto con il suo, la testa appoggiata indietro su di una sua spalla, le mie mani ancora sulle sue anche e quel pene enorme che riempiva il mio retto e mi pareva di sentirlo perfino in pancia, un attimo indimenticabile, meraviglioso in cui sentivo la totale unione dei nostri corpi e percepivo l'impotenza del sesso solitamente dominante ora immobile dietro di me. Lentamente cominciai a muovermi su di lui aumentando ogni affondo fino ad arrivare a sfilarmi quasi completamente per poi tornare indietro mentre lui col bacino seguiva i miei movimenti. Vedevo riflesso nel vetro della porta della camera di fronte a noi il mio corpo davanti al suo, nudo ma con le scarpe, i muscoli tutti in tensione che seguivano il ritmo, il seno che ad ogni affondo si scuoteva, la mia espressione di piacere, vedevo una scena eccitantissima. Una mia mano si spostò tra le gambe e cominciò a carezzare vigorosamente il clitoride; mi carezzavo seguendo il ritmo crescente degli affondi, ero in estasi. Pochi secondi per sentire i muscoli tendersi al massimo prima che un'orgasmo esplose vigoroso e potente, accompagnato da gemiti quasi animaleschi. Mi appoggiai a lui con il cuore che batteva tanto forte da poterlo vedere, il respiro affannato e vi rimasi qualche istante. Avrei voluto continuare per lui, ma non ne avevo la forza; mi sfilai da quel membro, mi girai, gli presi la testa con le mani e lo baciai; poi lo slegai e lentamente mi diressi sul terrazzo a prendere un po' d'aria. Non feci in tempo a mettere il piede fuori che mi sentii prendere con vigore ai fianchi da dietro; " e così ti piace tanto prenderlo dietro!!" la sua voce risuonò nella stanza e senza avere il tempo di nemmeno girarmi con una penetrazione decisa mi spinse contro lo stipite della porta; cominciò subito a stantuffarmi con forza e decisione mentre inutilmente mi tenevo con le mani al muro; sotto quegli affondi ero letteralmente e dolorosamente schiacciata sullo spigolo; lentamente riuscii ad arrivare al terrazzo e appoggiarmi al bracciolo del divano subito li. Erano talmente forti le sue spinte che mi trovai il ventre appoggiato al bracciolo sul quale infine mi lasciai andare. " ti piace così vero? Deciso e forte?" mi diceva mentre con decisione s'infilava nel mio retto stringendo la presa ai miei fianchi. Era come un animale eccitato e sicuramente doveva sfogare tutta l'energia e il vigore che da legato non aveva potuto esprimere; la cosa mi piaceva, e anche se mi sentivo come anestetizzata, la mente era appagata da tutta quella forza. " più forte.... Ancora più forte!!!!" dissi mentre, piegata a 90 gradi, inerme su quel bracciolo, respiravo rumorosamente al ritmo degli affondi e subivo quello stupendo sfogo da primate. Qualche minuto ed il suo piacere sprigionò un calore che lentamente si espanse nell' addome. Ero esausta, distrutta, sfinita, ma felice ed appagata; quando si sfilò per sedersi sul divano sudato e senza forze, sentii un frescore spingersi verso l'interno, segnale che il mio sfintere era ancora dilatato ed aperto. A fatica, dopo qualche istante, riuscii ad alzarmi gli diedi un bacio e dicendogli "ti aspetto di la" mi diressi in camera dove, tolte le scarpe, mi coricai a letto. 2043 2 10 anni fa
- 3 anni fa Con Davide, w.end al mare, cap.1 Ormai era qualche settimana che frequentavo Davide e le cose andavano per il meglio. Non eravamo una coppia ma amici intimi, per lo meno cosí ci consideravamo. Quel weekend, visto il tempo che continuava ad essere decisamente buono, avevamo deciso di passarlo al mare; era venerdì e io uscii un po' prima dal lavoro per andare a casa a preparare la borsa. Il solito sms mi avvisò che mi stava aspettando sotto casa. Io, vista la cena programmata in un posto molto carino, mi misi un vestito nero non scollato ma aderente fino alla vita che seguiva e risaltava alla perfezione le curve del mio seno, per poi allargarsi in una gonna comoda e corta davanti, ma un po più lunga dietro; stivaletto nero basso ma con tacco 12 e infine giacchina di pelle nera. Total black insomma. Presi la borsa e scesi; Davide mi aspettava davanti alla Lotus, ci salutammo, ci baciammo e mi passò le chiavi dicendomi " guida tu". Non me lo feci ripetere 2 volte e salii al posto di guida facendo la solita attenzione che una donna in gonna necessitava nel salire e scendere da quell'auto. Certo gli stivaletti con quel tacco non erano proprio una scarpa da guida ideale, ma dopo poco mi ero già abituata; la posizione era fantastica, gambe distese, volante piccolo e vicino, molto piacevole insomma; soprattutto quando cominciarono le curve in Serravalle. Mi divertii talmente tanto che fin da subito mi dimenticai del vestito che davanti era decisamente corto, e che sicuramente regalò qualche scorcio delle mie intimità al mio copilota; ragione probabile che mi portò durante il viaggio a scostare più di una volta la sua mano curiosa dalla mia coscia. In poco più di un'ora di guida spedita, ma non spericolata, giungemmo a Sestri, dove Davide aveva prenotato in un ristorantino con terrazza sul mare; non era pieno e la signora ci fece accomodare in un angolo con una vista spettacolare. La cena a base di pesce passò molto piacevolmente tra una chiacchiera e l'altra, tra un bicchiere e un altro, ed in conclusione con un bel mirto; insomma ero un po' brilla. Quando ci alzammo ero in quello stato meraviglioso in cui sei perfettamente cosciente e cammini ancora dritta ma senza inibizioni; appena fuori lo presi e lo baciai dicendogli di sbrigarsi a guidare che avevo voglia di lui. " si ma non so dove devo andare, sei tu che dovevi scegliere l'albergo" mi rispose ed io subito replicai " nessun albergo, porto di Lavagna, molo N, la barca di mio padre che ce la presta per il weekend". I suoi occhi si illuminarono e subito salimmo in macchina; guidava lui, e con la sua mano destra mi accarezzava la coscia salendo fino a sfiorarmi l'intimo senza però toccarlo; le mie gambe istintivamente si erano allargate e un calore umido cominciava a farsi sentire li in mezzo; aspettavo una carezza che però non arrivò, innalzando così il mio stato d'eccitazione. Giunti in porto mi sentivo un fuoco, prendemmo velocemente le borse e ci dirigemmo alla barca; ero talmente eccitata che nemmeno mi tolsi le scarpe per salire ( se lo sapesse mio padre) e subito, nella penombra del porto cominciai a baciarlo; le lingue subito s'intrecciarono nervosamente mentre le mie mani esploravano il suo corpo e carezzavano quella turgidità che già si era presentata nei suoi jeans; glieli slacciai e con gran sorpresa notai che non indossava intimo; subito quel grosso pene saltò fuori dai jeans ed io feci per inginocchiarmi davanti a lui che subito mi fermò dicendo " andiamo di sotto, stiamo più tranquilli". Aprii la piccola porta che dava alla dinette, scesi e subito mi diressi nella cabina di prua; lui subito dietro di me mi prese e mi spinse sul letto, mi divaricò le gambe e cominciando da una caviglia, lentamente cominciò a baciarmi. Ci mise qualche minuto per arrivare al mio intimo; fu un'attesa incredibile, ma quando le sue labbra sfiorarono il mio sesso ebbi un sussulto, seguito da altre scosse quando la sua lingua cominciò a stuzzicare il clitoride. Ero in estasi, le mie mani presero la sua testa per tenerla li; avrei voluto che continuasse fino alla fine, ma volevo anche sentirlo dentro di me, ovunque! Si quella sera avrei anche ceduto alla tentazione di concedere il mio di dietro a quel membro enorme. Ma lui si alzò, si liberò dei vestiti e si sdraiò su di me infilandosi nella mia vagina. Il pene scivolò subito nel mio orifizio umido e caldo riempiendomelo in modo meraviglioso; cominciò a stantuffarmi con dolcezza e nemmeno un minuto dopo un orgasmo sopraggiunse violento e inaspettato, accompagnato da gemiti soffocati. Lui imperterrito continuò ad affondare dentro di me per un bel po' mentre io inerme subivo le sue penetrazioni; ecco che infine un getto caldo mi colpì dentro, e poi un'altro; mi sentivo invasa da quel calore che lentamente si spargeva in tutto il mio ventre. Si mosse ancora un poco prima di sfilarsi e sdraiarsi accanto a me; sentivo il suo piacere colarmi fuori dal corpo e correre tra i glutei fino a bagnare il vestito, ma non mi mossi, non feci nulla, e così ci addormentammo, io ancora vestita. Al mattino mi svegliai abbracciata a lui, con ancora il vestito, tutto imbrattato di sperma sulla gonna e con le scarpe che furono la prima cosa che mi tolsi; era prestissimo, la luce filtrava dalla porta della dinette rimasta aperta, uscii a recuperare le borse che stavano ancora fuori; tornata dentro mi spogliai e tornai sul letto con Davide che ancora dormiva. Lo guardavo ammirandone le forme; ancora non mi ero abituata e quel membro che, anche se non in erezione, era oggetto continuo di ammirazione. Intanto pensavo alla sera prima, a quello che forse avrei voluto, ma in quel momento, sobria, pur incuriosendomi, mi intimoriva; ero curiosa delle sue misure, cosa che non mi aveva mai importato tanto prima, ma che ora mi stuzzicava parecchio. Tra questi pensieri mi riaddormentai e fu lui a svegliarmi un paio d'ore dopo con un bacio sulla guancia. Indossato lo slip di un costume, un pareo legato sopra il seno e una zeppa con poco plateau davanti ma il solito 12 dietro ci recammo al bar del porto per la colazione. Verso le 11, dopo una veloce spesa e i preparativi, mollammo gli ormeggi; il mare era calmissimo, la barca vi planava veloce e con pochi sobbalzi, e per mezzogiorno giungemmo nella baia di Portovenere; poche barche in rada e non fu difficile trovare un posto tranquillo dove gettare l'ancora. Il sole era caldissimo, e sdraiati sul prendisole di prua non durammo molto prima di tuffarci in mare; la giornata stava passando stupendamente ma pur non facendo nulla di particolare notavo spesso un'erezione nel suo costume, forse causata dal mio topless e dalla brasiliana rossa un po' ridotta con una cucitura centrale che la passava da davanti a dietro seguendo come una seconda pelle l'intimo e quel poco di glutei che copriva. La cosa mi eccitava, e i miei pensieri erano sempre a sfondo sessuale; durante la merenda, comodamente seduti sul divanetto di poppa, ancora notavo quella erezione,nal che non resistetti più e gli chiesi "quanto è grosso?" "cosa scusa?" mi rispose; "quanto è grosso? L'hai mai misurato?" replicai indicandolo con lo sguardo. Davide scoppiò in una risata e mentendomi sicuramente mi rispose di no, ma aggiunse che se volevo avrei potuto misurarlo di persona. Sorridendo risposi "ok" e scesi a cercare un metro; ne trovai uno nel set da cucito di mia madre, lo presi ed uscii, mi inginocchiai di fronte a lui e dicendogli " per misurarlo deve essere in forma perfetta" lo presi e lo tirai fuori dal costume; era già eretto ma lo portai comunque tra le labbra e cominciai a succhiarlo e leccarlo. La fellatio è una pratica che mi è sempre piaciuta,e farla a Davide in particolare, ne apprezzavo inoltre quel salato che il mare gli aveva lasciato; dopo solo un minuto mi fermai, presi il metro flessibile e lo appoggiai sopra il pene, dalla base alla punta; misurava 24 cm e mezzo e poi la circonferenza arrivava a 18!!!! Ero stupita, e sorridendo dissi " caspita, mi sembrava enorme infatti, ma non pensavo così!!!"; solo un'altra volta ne avevo misurato uno che già mi sembrava grosso ma a fatica arrivava a 20 cm. Il suo era davvero enorme!!!! Non resistetti, lo ripresi in bocca e rincominciai a succhiarlo mentre con una mano ne massaggiavo l'asta; ero eccitata ma in quel momento volevo solo dare piacere al mio compagno, tenendo la mia carica per la sera; in più ora che ne sapevo le misure l'idea di succhiarlo mi piaceva più del solito. Continuai instancabile mentre Davide mi carezzava i capelli; ci volle un po' di tempo prima che cominciasse a emettere lievi gemiti; il suo bacino cominciò ad accompagnare i miei affondi e la mia mano strinse maggiormente l'asta; cominciai a succhiare con più vigore ma senza cambiarne il ritmo; i gemiti si fecero più decisi e d'un tratto uno schizzo mi colpì il fondo del palato seguito da altri sempre meno copiosi; la bocca era piena del suo caldo piacere, lo ingoiai e dopo aver succhiato e leccato ancora un poco il pene, gli sorrisi e dicendogli " ora sei in debito con me" mi allontanai tornando sul prendisole di prua. Il sole scaldava la mia pelle e il lieve rollio della barca cullava il nostro relax; ma il suo sapore che persisteva in bocca mi manteneva eccitata e solo i continui bagni riuscivano a placare un poco e momentaneamente le mie voglie. La sera saremmo scesi a terra per un aperitivo e la cena, così verso le 7e mezza cominciai a prepararmi; non mi ero portata dietro molto ed in più il vestito della sera prima era inutilizzabile; mi misi una maglietta aderente manica a tre quarti rosa e una minigonna in jeans larga ma molto corta, praticamente appena sotto i glutei; mai l'avevo indossata senza nulla sotto, ma quella sera decisi di azzardare più del solito. Le solite zeppe tacco 12 e la giacchina di pelle e la mise era fatta. Giunti a terra con il piccolo tender passeggiavamo per il paese in cerca di un bar dove bere un drink prima di recarci a cena. Seduti a chiacchierare guardando i colori che il sole, ormai sceso dietro la montagna, creava nel cielo ci gustavamo il nostro drink accompagnato da qualche stuzzichino; la gonna era talmente corta che sentivo le mie intimità a diretto contatto con il freddo alluminio della sedia e questo non faceva altro che stuzzicare i miei pensieri e presto un leggero umido si ripresentò nelle mie parti più nascoste appoggiate sulla seduta. Cercavo di muovermi il meno possibile per non far spostare la gonna tenuta appena sotto i glutei; certo, non era la mise più comoda, ma ero così eccitata fin dal pomeriggio che avevo azzardadato un pochino troppo. Presto fummo seduti a tavola, gustandoci la cena di pesce, tutto era stupendo, ma i pensieri, credo anche di Davide, erano sempre su quello che sarebbe successo dopo e presto cominciarono frecciatine anche un poco azzardate. I discorsi tra un sorriso e l'altro si erano fatti caldi, entrambe sicuramente desiderosi l'uno dell' altra non ci dilungammo molto e dopo un paio di immancabili mirti lasciammo il ristorante; il paese, pur non essendo più stagione piena, era molto frequentato, i locali tutti aperti e gente che passeggiava; appena fuori e girato l'angolo, Davide mi prese e mi baciò totalmente noncurante dei passanti; era dalla sera prima che pur stando insieme non ci baciavamo e subito le nostre lingue s'intrecciarono in una vorticosa e appassionata dimostrazione di desiderio reciproco. Io ero appoggiata al muro, con lui davanti a me, in questo angolo appartato e sentivo la gente passare poco distante da noi ma, forse anche grazie all'alcool e al suo potere disibinitorio, non mi importava molto e pensavo solo a quanto lo desiderassi in quel momento. Solo quando sentii le sue mani infilarsi sotto la maglietta e raggiungere i miei seni per palparli spalancai gli occhi per vedere se qualcuno ci stesse guardando; nessuno in vista e così mi abbandonai a quel momento magico. Sentivo la sua erezione pressarmi insistente sul ventre, sentivo il mio intimo ormai bollente, la voglia cresceva inesorabilmente; delle voci attirarono la mia attenzione e riaprendo gli occhi vidi un gruppo passare dietro di noi senza notarci; lo bloccai e gli dissi "torniamo in barca". Il tragitto non era brevissimo, il molo su cui avevamo ormeggiato il tender distava quasi 10 minuti a piedi. Camminavamo rapidamente tenendoci per mano ma ad un tratto venni tirata in un'altro angolo semibuio; subito rincominciò a baciarmi e le sue mani a correre per il mio corpo; ora era lui contro il muro, io non vedevo chi passasse dietro di noi, potevo solo sentirlo. Eravamo in un angolo abbastanza riparato, ma comunque sentivo passare la gente a pochi metri da noi, al di la delle macchine parcheggiate. Sentii un brivido quando le sue dita sfiorarono il mio intimo, senza però fermarsi; volevo correre in barca ma non riuscivo nemmeno ad interrompere quel bacio e quelle carezze; totalmente incuranti dei passanti continuavamo a baciarci, sentivo i suo membro eretto pressare attraverso i vestiti, le sue mani palparmi ovunque fino ad arrivare ai glutei; sentii il vestito sollevarsi e le natiche scoperte in balia delle sue mani decise; era incredibile, ci stavamo baciando ed io ero praticamente seminuda in pubblico ma l'ultimo pensiero era di essere vista; mi sentivo incredibilmente eccitata, ero come staccata dalla realtà, come se li ci fossimo solo noi due. Sentii una sua mano scendere ulteriormente, tra i glutei, superare l'ano e raggiungermi la vulva ormai completamente bagnata da tempo; due dita s'insinuarono tra le labbra e subito mi penetrarono in corpo strappandomi un gemito soffocato dal bacio che non s'interrompeva. Quelle stesse due dita, completamente bagnate dei miei umori, presto si spostarono a stuzzicarmi l'ano per qualche istante, prima che uno di loro si spingesse a violarlo; quando lo sentii infilarsi fu una sorpresa, stavo impazzendo e la voglia di sentire lui dentro di me in quel momento superava tutte le paure che in precedenza mi avevano frenato; ed in più quel gesto mi comunicava il suo desiderio. Non riuscivo a trattenere gemiti soffocati, mentre lui muoveva il dito dentro di me e allargava i glutei con le mani palpandoli. Mi feci forza e lo fermai dicendogli di tornare a bordo; mi riabbassai la gonna e mi allontanai qualche centimetro; " andiamo" gli dissi. Salimmo sul tender e subito mi tolsi le scarpe onde evitare di non farlo dopo; una volta a bordo non passò un secondo che rincominciammo a baciarci, a palparci; subito gli slacciai i pantaloncini che caddero a terra mettendo a nudo quel pene enorme, privo di peli ed eretto, lo presi in mano e stringendolo, cominciai a carezzarlo; lui mi aveva sfilato giacchina e maglietta in un sol colpo e mi palpava il seno nudo con decisione; intanto con l'altra mano gli slacciavo la camicia per poi accarezzargli il petto. Mi strinse a se, le sue mani di nuovo sui glutei, il suo dito ancora a violare il mio buchino ancora bagnato dagli umori che ormai erano ovunque, il mio seno schiacciato al suo petto liscio; lo volevo, lo desideravo, subito! Scesi in cabina tirandolo per mano, lo spinsi sul letto, e gli salii a cavalcioni infilandomi subito su quel pene che in un sol affondo dilatò la mia vagina violentemente; lanciai un forte gemito di piacere, ogni volta mi sembrava sempre più grosso. Scendendo ancora lo sentii picchiare violentemente sulla cervice provocandomi una scossa di dolore; subito risalii di un po' e cominciai a muovermi, eretta su quel pene guardandolo negli occhi e massaggiandomi i seni; sentivo i capezzoli turgidi solleticarmi i palmi. Era bellissimo, ma quella sera volevo di più, non mi importava di sentire dolore, lo desideravo dove ancora non era mai stato, ormai ne ero certa. Mi chinai verso di lui spostandomi anche un pochino in avanti; appoggiata con le mani sul letto accanto alla sua testa, muovevo il bacino cavalcando quel pene e strusciando il clitoride sul suo ventre. Mi avvicinai e lo baciai, poi, con le labbra a pochi centimetri dalle sue e con voce tremolante, gli sussurrai "ti voglio dove non sei mai andato" e bagnando abbondantemente tre dita di saliva ,le portai sul mio ano, la spalmai per bene tutta intorno e vi penetrai con indice e medio; sentivo attraverso la sottile parete il pene scorrere dentro di me, ed io muovevo le dita dentro e fuori, mentre lo sfintere rapidamente mollava la sua stretta. Mi sollevai per mettermi a carponi tra le sue gambe divaricate, presi il pene in bocca e cominciai a leccarlo bagnandolo bene di saliva fino alla base; vedendolo e sentendolo con la bocca mi tornò nuovamente il timore di quelle misure, ma dall'altra parte ero tanto eccitata dall'idea che non mi fermai ; dopo un po' mi coricai su di un fianco dandogli la schiena a gambe leggermente piegate, portai ancora della saliva sul mio posteriore lubrificandolo ulteriormente e, girando la testa guardandolo negli occhi, gli dissi " fai piano..." Lui si tolse la camicia che ancora indossava, si mise dietro di me, spostò la gonna scoprendomi del tutto le natiche e vi appoggiò la punta del glande in mezzo; In quel momento un brivido mi percorse, chiusi gli occhi e aspettai pronta al dolore; quando cominciò a spingere sentii lo sfintere allargarsi e allargarsi ancora; lentamente si dilatò come non mai fino ad accogliere tutto il glande; era incredibile, non sentivo alcun dolore, ma mi scappò un leggero gemito quando Davide si fermò ed io mi rilassai; lo sentii arretrarsi, subito presi con una mano la sua anca e gli dissi " no che fai.... Continua" . Molto lentamente rincominciò il suo affondo; lo sentivo farsi strada dentro di me riempiedomi; era tanto stupendo che d'istinto diedi una spinta secca indietro infilandomi completamente su di lui fino a sbattere con i glutei sul suo ventre; un gemito incontrollabile risuonò violento nella cabina; era pazzesco, quel coso enorme che non ci stava in vagina, era tutto infilato nelle mie viscere. Lo sentivo fino al centro del mio addome, era una sensazione strana, di incredibile pienezza, ma non appena cominciò lentamente a muoversi decine di scariche percorsero il mio corpo; era fantastico, tuttto era perfetto. Presto il ritmo aumentò e gli affondi divennero più lunghi; il mio corpo si era adattato alla perfezione a quell'enorme intruso ed il piacere cresceva. Senza sfilarmi mi misi a pancia in giù, a gambe divaricate e lui sopra di me affondava completamente nel mio retto schiacciandomi sul letto; il clitoride strusciava leggermente sul lenzuolo aumentando il piacere che già era alle stelle. Il caldo in quella piccola cabina era divenuto insopportabile ma nessuno dei due, pur essendo bagnati di sudore, accennava ad interrompere quell'idilliaco momento. Presto i brividi aumentarono, il piacere aumentava e cominciai a gemere rumorosamente chiedendogli anche di fare più forte; lui non fece che obbedire aumentando la forza e il ritmo, ma sentivo di volere di più e continuai a chiedere " più forte...... Più forte!!!" e i gemiti aumentavano e ad ogni affondo venivo schiacciata sul letto. Cercavo di contrastare le spinte alzando il sedere ma ormai non era forte, era violento, affondando deciso fino a sbattere rumorosamente contro i miei glutei. Io non resistevo più, i muscoli si irrigidirono, strinsi con le mani il lenzuolo e mi lasciai andare in un orgasmo incredibile, lunghissimo, fortissimo. Il cuore batteva forte, il respiro affannato diventava rumoroso ad ogni affondo di Davide che dopo il mio orgasmo non si era fermato ma anzi continuava imperterrito con lo stesso ritmo fino ad espodere qualche minuto dopo in fondo al mio retto; un calore divampò dal centro del mio addome, violento, era il suo piacere che segnava la fine di un amplesso fantastico. Si fermò, mi diede un bacio alla base del collo e lentamente si sfilò sdraiandosi accanto a me; io ero come inerme, immobile, bagnata del mio e del suo sudore, pienamente appagata; il respiro lentamente tornava normale e sentivo il mio posteriore, ancora aperto e dilatato, tentare lentamente di tornare alla posizione originale. Mi girai verso di lui, con una mano lo accarezzai, lo baciai e dicendogli che avevo bisogno di aria, lentamente mi alzai, mi tolsi la gonna che ancora indossavo e, nuda, uscii. L'aria fresca non era sufficiente e senza nemmeno pensarci un attimo mi tuffai in mare. L'acqua era decisamente fredda ma piacevolissima, e in breve portò un refrigerio generale; rimasi sdraiata qualche istante a pelo d'acqua, carezzata ovunque da quel fresco che s'infilava perfino nel mio sedere ancora aperto, la brezza che soffiava fredda a pelo d'acqua stuzzicava i miei seni i cui capezzoli ergevano dritti e duri; la luna illuminava il cielo e le luci del paese a qualche centinai di metri coloravano la collina e si rispecchiavano in mare; a completare questo quadro meraviglioso c'era Davide, nudo, ad attendermi alla mia uscita e avvolgermi in un asciugamano. Ci rilassammo un poco sul divanetto di poppa prima di ritirarci in cabina e addormentarci abbracciati. 3058 0 10 anni fa
- 3 anni fa Con davide, cpitolo secondo Erano passati 2 giorni da quella fantastica serata con Davide; 2 giorni durante i quali ci eravamo sentiti e scritti ma non ci eravamo più visti. Quella sera invece mi aveva chiesto di accompagnarlo ad una inaugurazione; ne ero felicissima, non per la mostra ma perché ci saremmo rivisti. L'appuntamento era per le 8 ed io alle sei ero scappata dall'ufficio per correre a casa a prepararmi. Indossai un vestito bianco con una fascia nera a nascondere la cerniera sulla schiena, semplice e largo che lasciava le spalle scoperte e scendeva poco oltre metà coscia, un coprispalle in maglia di cotone bianco ed un paio di sandali neri ben allacciati alle caviglie con il solito tacco 12; pochette nera e la mise era completa. Quando scesi lo vidi accanto ad una mini cooper questa volta, auto decisamente più comoda, indossava un completo nero camicia bianca e cravatta. Ci baciammo e mi aprii la porta dell'auto per farmi accomodare. Il tragitto fu breve e presto ci trovammo in mezzo ad un sacco di persone di tutte le età all'inaugurazione della mostra di un giovane artista. Le pareti erano piene di quadri moderni decisamente piacevoli; lui si allontanò per parlare di lavoro con delle persone ed io continuai il mio giro; sentivo i suoi occhi sempre addosso e quando mi giravo per cercarlo incrociavo sempre il suo sguardo accompagnato da un timido sorriso. Dopo circa un quarto d'ora mi raggiunse nuovamente e mi disse "beviamoci un aperitivo, facciamo un altro giretto breve e poi scappiamo a mangiare qualcosa di serio"; mi prese per mano e ci dirigemmo al bar su per quella scalinata che portava ad una specie di soppalco che girava tutt'intorno seguendo il perimetro dello spazio; quel soppalco che avevo evitato fino a quel momento essendo completamente di vetro. Era uno di quei momenti in cui ti penti di avere certe abitudini, ma cercando di essere il più naturale e indifferente possibile salii al bar con lui. Con i nostri spritz in mano cominciammo a fare tutto il percorso di vetro speranzosa che nessuno avrebbe guardato su. Presto però, quello che all'inizio era imbarazzo divenne eccitazione, e mentre parlavamo dei quadri che ci si presentavano davanti io sentivo una sensazione strana pervadermi. Quel silenzioso e innocuo gioco per il momento solo mio, durò non più di 15 minuti; 15 minuti carichi di energia e erotismo personale; ero eccitata insomma! Giusto il tempo di bere il drink e silenziosamente fuggimmo dalla mostra per andare a mangiare un sushi in tutta tranquillità; si parlava del più e del meno, ma gli leggevo negli occhi, nel suo sguardo, le sue intenzioni per il dopo cena; ed erano le mie stesse intenzioni. Mi propose un' altro drink all'arco della pace ma io gli dissi che gli avrei offerto un mirto sul terrazzo; ovviamente accettò. Giunti sul terrazzo, la luce soffusa illuminava chiaramente Noi e tutto quello che ci circondava. Non bevemmo nemmeno un sorso che subito cominciammo a baciarci avvinghiati l'uno all'altra; subito le nostre mani curiose in cerca del corpo altrui correvano ovunque. Non ci volle molto per sentire, mentre ero sopra di lui, la sua carezza insinuarsi tra i glutei e scendere sul mio intimo; un "ma come, pure oggi?" accompagnò il suo tocco delicato che senza fermarsi si fece strada dentro il mio pertugio già umido. " non anche oggi..... ma sempre!!! spero tu non sia un amante dell'intimo" gli risposi. Intanto gli avevo tolto la cravatta, slacciato la camicia e gli stavo accarezzando il petto poco peloso; la voglia era talmente tanta che gli slacciai i pantaloni, gli tirai fuori il pene dai boxer e subito, senza alcun preliminare mi ci infilai sopra; un gemito accompagnò la mia discesa su quel pene tanto grosso che una buona parte restava fuori di me. Cominciai a cavalcarlo strusciandomi su di lui, solleticata dalla peluria. Mentre mi muovevo sopra di lui, mi prese la cerniera, la abbassò e mi sfilò il vestito lasciandomi solo con i sandali; lo cavalcavo e sentivo il mio seno seguire i movimenti quasi fastidiosamente così me lo presi con le mani per tenerlo fermo ed intanto me lo massaggiavo lentamente; sentivo i capezzoli turgidi spingere nei miei palmi mentre le sue mani mi palpavano i glutei. Poi mi prese e mi portò verso di se, a contatto col suo torace e mentre continuavo a cavalcarlo ci baciammo; le sue mani correvano decise in carezze instancabili sulla mia schiena, sui mie glutei e sui miei fianchi salendo fino al seno schiacciato tra i corpi; sentire quelle carezze insieme a quella penetrazione era meraviglioso; il mio bacino si muoveva su quel membro con un ritmo costante regalandomi brividi di piacere. Presto sentì un suo dito spingere delicatamente sul mio ano; questo mi fece pensare a quanto avrei voluto un rapporto anale in quel momento, ma anche a quanto fossi spaventata dalle dimensioni che sia in vagina che in bocca risultavano molto generose; mi avrebbe fatto male? O mi avrebbe regalato sensazioni più intense? Intanto sentivo quel dito forzare l'ingresso faticosamente; lo presi, portai la sua mano alla mia bocca, ciucciai indice e medio e li bagnai abbondantemente di saliva; a questo punto lui tornò sul mio ano e mentre ci baciavamo di nuovo, scivolò con il medio dentro di me. Mi muovevo su di lui e lui mi penetrava nel retto con un dito; sentivo il suo pene riempirmi la vagina e il suo dito solleticarmi le pareti rettali; quando infilò anche l'indice sentii lo sfintere dilatarsi ed una scossa giungermi diretta al cervello; era bellissimo ero stimolata da più parti. Cominciai ad accelerare il ritmo, sempre di più, a gemere e presto scoppiai in un orgasmo stupendo. Rimasi ferma su di lui che però subito mi prese e mi fece sdraiare a pancia in su; io mi stavo ancora riprendendo da quell'orgasmo, il respiro ancora affannoso, quando lui, spogliatosi rapidamente di tutti i vestiti, mi salì sopra infilandosi nuovamente in vagina; cominciò a stantuffarmi delicatamente mentre io lentamente mi riprendevo. Sembrava instancabile, continuò per interminabili e stupendi minuti; poi lentamente il ritmò aumentò, i colpi più decisi e gli affondi più profondi, fino ad essere dolorosi; non resistetti più, mi divincolai e subito lo presi in bocca; lui si sedette ed io a carponi sul divano, cominciai a succhiarlo con decisione mentre lo accoglievo il più possibile in bocca; con una mano gli accarezzavo l'asta e con la lingua coccolavo la corona del glande. Era stupendo, lo sentivo vibrare ed irrigidirsi ancor di più tra le mie labbra, le sue mani mi marezzavano la testa, e con il bacino assecondava le mie discese. Cominciai a sentire dolori alla mandibola, era ormai un po' che lo stavo succhiando, ma non volevo smettere, lo guardai, aveva gli occhi socchiusi e la bocca semiaperta; ad un certo punto tolse le mani dalla mia testa come per lasciarmi, cominciò a gemere e il bacino accompagnava le mie discese con colpi secchi; io continuai a fissarlo, strinsi la presa della mano che accarezzava l'asta, e succhiai con ancora più vigore e decisione; i suoi gemiti divennero ancora più intensi, una sua mano mi strinse una spalla come per avvisarmi, al che io continuai imperterrita finché un getto caldo non mi colpì il palato seguito da altri schizzi meno potenti. Il suo corpo tremava sotto, io con il pene ancora in bocca ingoiai il suo piacere e lo succhiai ancora un poco prima di staccarmi e accostarmi abbracciata a lui. Sentivo ancora il suo sapore in bocca, e giocherellavo con il suo pene ancora parzialmente eretto, carezzandolo; quando giunsi alla base su quella peluria che lo circondava gli chiesi se non l'avesse mai tolta; mi rispose di no ed il discorso si spostò subito su altro. Eravamo ormai rilassati sul divanetto a guardare le stelle e lo invitai a restare per la notte. Poco dopo cli coricammo a letto e cademmo entrambi in un sonno profondo. Al mattino sentii dei rumori giungere dal bagno, guardai l'orologio ed erano le 7; Davide era già fatto lo doccia e quando uscì dal bagno nudo notai la totale assenza di peluria sul pube e sul petto; quel pene pur essendo a riposo sembrava ancora più grosso così. Fingendo di dormire e trattenendo un sorriso continuai ad ammirarlo mentre si vestiva. Infine mi svegliò con un bacio, mi salutò e se ne andò. 2154 3 10 anni fa
- 3 anni fa Davide, capitolo 1 Avevo conosciuto Davide qualche sera prima ad una festa di amici e fin da subito si era creato un certo feeling, un'intesa; di bell'aspetto, alto, magro, 33 anni, un viso solare e sempre sorridente. Dal giorno della festa c'era stato un intenso scambio di messaggi che si concluse quel pomeriggio con un invito a cena; ci pensai un attimo ma poi accettai senza farmi pregare. Quando alle 8 arrivò sotto casa io ero quasi pronta; indossavo uno dei miei amatissimi vestitini marrone chiaro, abbastanza aderente da mettere in evidenza le forme del mio corpo; la gonna si fermava prima di metà coscia e sopra una giacchina di jeans corta slacciata copriva l'abbondante parte di schiena lasciata scoperta dal vestito; ai piedi un bel paio di sandali color bronzo tacco 12. Lui sportivo, jeans camicia bianca fuori dai pantaloni e converse; ebbi un attimo di panico quando mi aprì la porta dell'auto: era una Lotus Elise, l'auto più bassa e inaccessibile per una donna in gonna. Mi feci coraggio e grazie anche alla mancanza del tetto riuscii a 'scendere' in quella macchina senza che tutto il quartiere vedesse le mie parti più nascoste. Subito ci dirigemmo verso il lago di Como dove aveva prenotato in un ristorantino molto romantico e carino. Dal nostro tavolo si notavano le luci che si riflettevano su quello specchio d'acqua immobile, la luna che disegnava le forme nere delle montagne dell'altra sponda nel cielo blu scurissimo; infine una candela posta sul tavolo regalava una luce calda che ci illuminava giusto il necessario. La cena passò tanto piacevolmente che il tempo volò e presto restammo soli nella stanza; non era tardi decidemmo di lasciare il ristorante per fare due passi sul breve lungolago del paese; i miei passi echeggiavano delicatamente nel silenzio totale di quella sera accompagnati dalle nostre parole quasi sussurrate come per non contaminare quella pace. Ad un tratto, proprio nel mezzo della passeggiata, illuminati dalla fievole luce giallastra dei lampioni, mi prese e mi baciò; ebbi un brivido, subito il bacio divenne più intenso ed ecco che le nostre lingue si conobbero, si piacquero e si aggrovigliarono in un lento vortice. Sentivo le sue mani leggere sui miei fianchi come a tenermi timidamente; le mie invece salirono ad abbracciarlo. Il bacio continuava inesorabile, e sue mani delicatamente, ma non più timidamente, salirono per la mia schiena infilandosi sotto la giacchina e incontrando la mia pelle nuda; il suo tocco delicato mi teneva stretta a se con decisione facendomi involontariamente notare un deciso e turgido gonfiore nei suoi pantaloni che pressava sul mio ventre; era eccitato e lo ero anch'io; quel bacio, quel contatto passionale mi stavano svegliando le voglie più nascoste. Mi disse che voleva portarmi in un posto non molto lontano da dove si poteva godere di una vista eccezionale,così,tenendoci per mano come due fidanzatini, ci dirigemmo alla macchina. In breve prendemmo una strada che saliva per dei tornanti, deserta e silenziosa, unico rumore quello della nostra auto che velocemente la percorreva; in macchina chiacchieravamo ma i miei pensieri erano a quel bacio meraviglioso, e a quella voglia che aumentava dentro di me; lo guardavo e sentivo che se ci avesse provato mi sarei concessa senza alcun problema; mi aveva stregato. Giungemmo in breve ad un piazzale completamente deserto, nell'ombra s'intravedeva solo una costruzione completamente buia; spente le luci dell'auto, sopra di noi si notava il cielo tempestato di stelle che sembravano vicinissime; tutto era meraviglioso. Fissavo il cielo immersi nel silenzio quando Davide scese dalla macchina, vi girò intorno, aprì la mia porta e mi disse " vieni, ti mostro una cosa", allungò la mano e prese la mia per aiutarmi a scendere. Pochi passi e di fronte a me si aprì uno spettacolo meraviglioso: eravamo praticamente come su una terrazza dalla quale si vedeva un lago con una città che mi spiegò essere Lugano e fino all'orizzonte tutte montagne più basse tempestate di luci più o meno intense; fu un'emozione unica. Stavo ammirando il panorama quando sentii nuovamente la sua mano delicata sulla mia schiena, sotto la giacca a contatto con la mia pelle; un altro brivido mi percorse, mi girai verso di lui e,socchiusi gli occhi, ci baciammo di nuovo; le nostre lingue subito si cercarono per intrecciarsi nuovamente, le nostre mani strigevano il corpo dell'altro al proprio, conoscendolo e studiandolo. Ecco che nuovamente quella turgidità nei suoi pantaloni pressava sul mio ventre; l'eccitazione era chiara in entrambi, pure io infatti cominciavo a sentire un calore e un'umidità farsi strada nel mio intimo. Gli occhi erano chiusi ma percepivo il suo tocco leggero carezzarmi la schiena e i fianchi sicuramente curioso di moltro altro; le mie mani facevano lo stesso su di lui quando sentii le sue lentamente scendere e raggiungermi le natiche; ora mi palpava, il bacio si faceva più deciso, nervoso, il desiderio stava salendo ancora; sentivo la gonna salire leggermente e le sue mani appena sotto i glutei, a contatto con la pelle. Ormai fermarsi sarebbe stato impossibile e comunque nessuno dei due avrebbe voluto farlo. Sentivo la gonna tesa continuare a salire lentamente scoprendomi ormai in parte i glutei, e le sue mani cercare sempre più pelle; le percepivo passare vicinissime al mio intimo ormai bagnato e caldo ma prima che potesse raggiungermi interruppi il bacio e guardandolo scesi ad accovacciarmi di fronte a lui; ero curiosa e vogliosa di quel gonfiore che mi continuava a pressare sul ventre; slacciai la cintura e i jeans, lo accarezzai un poco attraverso i boxer constatando una generosità notevole i poi lo estrassi; era buio e a stento ne potei valutare visivamente le misure che però risultarono decisamente fuori media quando vi appoggiai le labbra e lentamente lo accolsi in bocca. Sembrava enorme, mi riempiva la cavità orale come mai mi era capitato e riuscivo ad accoglierne meno di metà; cominciai a succhiarlo e leccarlo fino alla base dove una leggera e corta peluria lo circondava un po' fastidiosamente. Mi prese la testa per accompagnare delicatamente i miei movimenti sul suo pene; praticamente seduta sui miei talloni a gambe aperte continuavo in quella meravigliosa fellatio mentre sentivo l'aria fresca di quella notte di fine settembre carezzare il mio intimo e il mio sedere ormai scoperti. D'un tratto mi fece rialzare, rincominciando a baciarmi, subito mi appoggiò una mano sul ventre e forzando sulla gonna la portò tra le mie gambe. Mi stimolava il clitoride attraverso il tessuto in un modo divino, ma presto si spinse oltre fino ad incontrare il mio intimo ormai in un bagno di umori; un mugolio di apprezzamento soffocato nel bacio accompagnò la scoperta della mancanza di biancheria, e subito le dita si diedero da fare per procurarmi piacere. Era si delicato, ma anche deciso al punto giusto; sentivo il clitoride vibrare stupendamente sotto il suo tocco, era una meraviglia. Intanto accarezzavo il suo membro per tutta la lunghezza cercando ancora di percepirne meglio le dimensioni. La gonna era ormai sollevata, io ero appoggiata alla fredda ringhiera con il sedere e ad un certo punto sollevai la gamba appoggiando il piede alla balaustra; dopo un attimo lui si fermò, per interminabili secondi, immobili, ci guardammo fissi negli occhi come a chiederci se continuare o no; il tempo era come fermo, il silenzio totale, ed io con ancora il pene in mano, lo abbassai puntandolo lentamente alla vagina; lui delicatamente lo spinse entrando dentro di me; la sensazione fu incredibile, era enorme ed ebbi un sussulto di dolore quando lo sentii picchiare in fondo; mi chiese scusa e lo ritrasse per poi riaffondarlo un pochino meno. Era pazzesco, lo sentivo grande, invadermi il corpo dandomi dei brividi meravigliosi. Gli misi le braccia al collo e mi sedetti sulla ringhiera appoggiando anche l'altro piede sulla balaustra, senza pensare che dietro di me c'era il vuoto. A gambe divaricate e ben ancorata a lui mi godevo quelle penetrazioni mentre lo baciavo. Dopo un po' mi fece girare dicendo che non potevo perdermi quel panorama; io mi misi in piedi a gambe divaricate, leggermente chinata in avanti e appoggiata con le mani alla ringhiera; lui subito s'infilò nella vagina; le sue mani corsero subito sulla schiena sotto la giacca e, infilandosi nel vestito, raggiunsero i seni che cominciò a palparmi mentre continuava ad affondare dentro di me. In tutto questo io con gli occhi socchiusi mi gustavo tutte quelle attenzioni e il panorama mozzafiato, emanando gemiti soffocati di piacere. Dopo un po' i movimenti, seppur sempre controllati, divennero più decisi, percepivo la tensione del suo membro aumentare, così portai indietro una mano e prendendolo per una natica gli dissi " resta, non uscire" e subito sentii un getto potente e caldo invadermi dentro. Ancora qualche affondo e si fermò, portò le mani sui miei fianchi e chinandosi mi baciò sul collo. Sfilatosi mi girò e ci baciammo ancora; sentivo il suo sperma fuoriuscire dalla vagina ancora dilatata e scendermi lungo la gamba, ma non mi importava, anche se non ero venuta, era un momento magico e tutto il resto passava in secondo piano. Si era fatto tardi, ci riassettammo i vestiti, e saliti in macchina ci dirigemmo verso casa; durante il viaggio continuavo a sentire lo sperma uscire dal mio corpo, colare tra i glutei e bagnare il vestito; sembrava una quantità smisurata, e questo mi faceva eccitare, avrei voluto toccarmi, toccarlo, e perfino assaggiarlo, ero curiosa del suo sapore ma mi limitai a metterlo a conoscenza che avrebbe trovato il sedile bagnato del suo piacere; mi rispose con un sorriso. Sotto casa mia, lo invitai a salire ma mi disse che era tardi e che all'indomani sarebbe dovuto partire presto; ci baciammo un ultima volta e poi mi diressi verso il portone. Appena entrata in casa per prima cosa mi tolsi il vestito per valutarne le condizioni e vedendolo pensai che per fortuna dalla macchina al portone erano stati solo pochi passi; dietro era completamente bagnato! Lo misi nella cesta e voltandomi mi vidi allo specchio, nuda, su quei tacchi stupendi, e la mano automaticamente finì in mezzo alle gambe; poi mi sdraiai sul letto chiusi gli occhi e cominciai ad accarezzarmi pensando a Davide, e a quei stupendi momenti, su quella terrazza sotto le stelle. Non so quanto ci volle, ma dopo un po' cominciarono ad arrivare i brividi, a tendersi i muscoli, ed ecco che prepotente, deciso e accompagnato da un gemito arrivò a donarmi quel piacere tanto atteso; mi lasciai andare inerme sul letto fino ad addormentarmi. Mi svegliai dopo qualche ora, la luce ancora accesa e le scarpe ancora ai piedi; me le tolsi, spensi la luce e Morfeo mi rapì definitivamente fino al mattino. 2654 2 10 anni fa
- 3 anni fa Io lui e.........lei Roberto era uno di quelli che si definiscono trombamici, ci conoscevamo da molto ma ci vedevamo poco e solo quando entrambi liberi da legami; quello che sto per raccontare accadde in un periodo proprio così: quel pomeriggio ricevetti il suo messaggio e non poté che farmi piacere. Mi chiedeva se volessi uscire a cena con lui quella sera stessa; un sorriso spontaneo mi si disegnò sul volto sapendo benissimo che la cena era solo un pretesto per poi stare insieme; risposi di si e che lo avrei raggiunto a casa sua visto che ero in ufficio con la macchina. Mi rispose che stava tornado da un viaggio di lavoro e sarebbe arrivato a milano alle 17.45, quindi mi avrebbe raggiunto in ufficio e di aspettarlo lì. Le ore passarono velocemente avvicinandosi il momento dell'incontro; era molto che non lo vedevo, e l'idea di rincontrarlo mi eccitava parecchio. Ci vedevamo si per un motivo ben preciso, ma era anche un ottimo compagno di cene e mi divertivo un sacco con lui, sapeva metterti a tuo agio ed era proprio simpatico. Cominciai a prepararmi, per quello che si poteva fare in ufficio; comunque ero più che presentabile, un vestitino bianco sportivo aderente nella parte sopra ma largo nella gonna, non più lunga di metà coscia, e un paio di stivali scamosciati marroni con un tacco non a spillo ma comunque il solito12 il tutto coperto da una giacchettina di jeans molto ridotta; la mise era perfetta. Quella mattina avevo indossato le palline cinesi che per tutto il giorno, con le loro sottili vibrazioni, mi avevano regalato brividi di piacere che però in quel momento erano del tutto soffocati dall' idea della serata con Roberto; stavo per estrarle e riporle in borsa quando mi balenò l'idea di tenerle facendo una sorpresa al mio caro amico, curiosa anche di come si sarebbe comportato. Poco dopo le 18 ricevetti un suo messaggio annunciando il suo arrivo e di scendere; tutta di fretta, mi infilai la giacchina, raccolsi le mie cose, chiusi l'ufficio e scesi; era lì, proprio di fronte al portone, ancora i giacca e cravatta, sorridente che mi guardava arrivare; ci abbracciammo subito, due baci sulle guance e sorridenti ci dirigemmo a prendere un aperitivo. Erano quasi 6 mesi che non ci vedevamo e avevamo un sacco di cose da raccontarci; parlammo davanti ai nostri 2 drink ed il tempo passò in un baleno. Roberto era molto loquace ed il tempo volò in modo piacevolissimo; un ottimo sushi fu la nostra cena durante la quale i discorso lentamente si spostò sulle nostre avventure e cominciarono dei punzecchiamenti un pochino piccanti. La serata stava volgendo al termine ed entrambi sapevamo cosa sarebbe successo dopo; con lui sentivo sempre quella tensione della prima volta, anche se non lo era, ed ecco che anche quella sera, con l'avvicinarsi del momento, il nervoso nelle gambe ne fu il primo sintomo. Ci alzammo e decidemmo di fare una passeggiata sui navigli visto che ci trovavamo li dietro; c'era un sacco di gente e passeggiare tra la folla risultava quasi difficile, ma questo non fermò Roberto dal posarmi una mano per nulla innocente sulle natiche. Quando lo sentii palparmi ebbi un brivido, ero già carica da prima, in più camminando sentivo le vibrazioni che le palline mi trasmettevano delicate dall' interno del mio intimo; quando mi sussurò nell'orecchio " che ne dici di andare a casa mia" non ebbi certamente dubbi sulla risposta. Mentre guidavo la sua mano era ormai fissa sulla mia coscia, accarezzandomi li dove la gamba é più sensibile, al suo interno; ormai ero pronta, sentivo l'umido e il calore ricoprire il mio intimo, e lui, da quello che si poteva notare attraverso i pantaloni, era decisamente eccitato. I miei tacchi rompevano dolcemente il silenzio di quel cortile componendo una melodia dal ritmo deciso che segnava l'inizio della nostra avventura; appena entrati in casa Roberto mi prese all'improvviso e mi appiccicò letteralmente al muro e cominciò a baciarmi; io lasciai cadere a terra la borsa, gli misi le braccia al collo ed ecco che i giochi cominciarono; desideravamo quel momento ormai da troppe ore e la foga di entrambi ne era un chiarissimo segnale; le nostre lingue s' intrecciarono fulminee in un bacio profondo, lunghissimo, mentre sentivo il suo sesso, gonfio e voglioso, premermi sul ventre attraverso i vestiti. Frettolosamente cominciai a spogliarlo; gli tolsi la giacca, la cravatta, nervosamente gli slacciai la camicia e i pantaloni che subito caddero a terra; le mie mani correvano sul suo corpo, mentre sentivo le sue sul mio. Ecco che una sua mano cominciò a salirmi da un fianco sotto la gonna e non incontrando intimo interruppe il bacio ed esclamò " vedo che le buone abitudini non si perdono mai". Sorrisi. La mano dal fianco subito si spostò sul mio basso ventre per poi giungere lì, sul mio già umido sesso. Io d'altro canto avevo già raggiunto il pene nei boxer e lo stavo accarezzando; ne apprezzavo la generosità e la morbidezza di quella pelle accuratamente depilata ne faceva uno splendido contorno. Sentivo le sue dita delicate sul mio clitoride che dolcemente mi faceva vibrare; poi si spostarono più in giù fino ad incontrare l'anello in silicone delle palline che spuntava dalla vagina;" e questo cos'è?" mi chiese Roberto. " è un giochino che mi tiene compagnia da stamattina ma che puoi togliere quando vuoi" risposi; subito si inginocchiò di fronte a me, mi sollevò la gonna, e le sue labbra si poggiarono sul mio intimo; un brivido mi percorse quando la lingua mi sfiorò il clitoride per poi continuare verso la vagina. Divaricai le gambe e, appoggiata di schiena al muro mi gustai quel fantastico connilingus; mi passava dappertutto dal clitoride fino all' ano, ancora stretto tra le natiche, in un modo stupendo; le mie mani erano ad accarezzargli la testa mentre lui era impegnato col mio sesso; sentivo dei brividi delicati percorrermi tutto il corpo mentre lui continuava inesorabile a leccarmi e baciarmi. Ad un certo punto si alzò, mi baciò mentre con la mano sulla vulva mi prese con con un dito l'anello e tirandolo leggermente in fuori mi disse " visto che qui è occupato...." e subito mi girò faccia al muro; capii subito cosa intendeva e la cosa non mi dispiacque affatto; inarcai leggermente la schiena e divaricai le gambe mentre lui mi sollevò la gonna scoprendo le mie natiche. Qualche istante e sentii puntare il glande sul mio buchino posteriore già abbondantemente inumidito. Mi rilassai ed ecco che lentamente lo sentii farsi strada attraverso il mio sfintere; un mio gemito accompagnò il suo affondo, e subito aumentando il ritmo cominciò ad infilarsi dentro di me fino a sbattere rumorosamente con il corpo sui miei glutei. Era bellissimo, sentivo la sua presa decisa sui fianchi ed i suoi affondi vigorosi nel mio retto cancellavano le vibrazioni delle palline che però strette nella mia vagina e mosse dagli affondi stimolavano meravigliosamente la parete pelvica; appoggiata al muro con le mani aperte e ben salda sui tacchi mi godevo quella penetrazione stupenda. Cercavo di soffocare i gemiti mordendomi le labbra, mi sentivo meravigliosamente piena ovunque, dei brividi percorrevano il mio corpo ed ogni affondo inarcavo la schiena per sentirne di più, lo volevo in fondo; quando sentii una sua mano prendermi dolcemente i capelli in una coda tenendomi con delicata decisione, e l'altra raggiungermi il clitoride, i gemiti si fecero incontenibili; lui affondava imperterrito procurandomi in breve un orgasmo violento sconquassato dalle sue spinte che non accennavano a fermarsi. Le sue mani interposte tra me ed il muro ora stringevano il mio seno, mentre i suoi colpi quasi violenti mi schiacciavano al muro; cercavo di contrastarli spingendo il sedere indietro ma questo non faceva altro che accrescere l'eccitazione di quel maschio che mi stava sodomizzando con decisione; quei colpi, quella sensazione quasi di impotenza, quel pene dentro di me, e non da meno quelle palline che vibravano ogni affondo, mi riportarono alto il livello di libido. Il tempo che ormai sembrava essersi fermato da tempo riprese il suo corso quando mi sentii strizzare con forza il seno, ed un getto bollente m'invase le viscere; ancora qualche affondo e si fermò, infilato dentro di me, mi baciò il collo delicatamente e mi sussurrò " sei sempre uno spettacolo..... Ti fermi qui stanotte vero?" " mi dispiace, è stato stupendo e sai che con te continuerei a lungo ma è già tardi devo andare" risposi girandomi facendolo così uscire dal mio corpo". Lo baciai, lentamente raccolsi la borsa e un po' controvoglia andai via. Non so ancora cosa mi prese, non era tardi, era stato bellissimo e avrei sicuramente continuato, ma un qualcosa di misterioso mi aveva portato fuori da quell'appartamento; la stessa cosa che mi portò a scrivere a Francesca. Lei sapeva del mio incontro galante di quella sera e subito mi rispose " ma come, già verso casa? Fermati qui a fare 2 chiacchiere tanto sei sulla strada e non è nemmeno mezzanotte" Quando Francesca mi aprì la porta indossava solo una camicina da notte sul rosa decisamente trasparente che non nascondeva per nulla i suoi seni stupendi e quel suo intimo fresco e privo di peluria; " ciao tutto bene?" mi chiese con fare interrogativo. Con un sorriso stampato in faccia le risposi " certo, sai che con Roberto va sempre bene...... Ma avevo voglia di te!!!" e subito la baciai; qualche istante di sua esitazione e subito le lingue s'intrecciarono, la porta si chiuse dietro di noi e appiccicate ci gettammo sul divano li vicino. Subito cominciammo a spogliarci reciprocamente ed in breve mi ritrovai con indosso solo gli stivali, troppo complicati da togliere in quella foga che ci accompagnava; ci baciavamo, i nostri seni strusciavano lisci tra di loro, sentivo le sue mani scivolare decise sulla mia schiena fino ai glutei per palparli e carezzarli passando anche sull'ano, ancora dilatato e imbrattato di sperma; " beh vedo che ti sei proprio divertita stasera" mi disse violando con un dito il mio sfintere. Ci trovammo presto in uno splendido 69 in cui lei vedendo l'anellino fuoriuscire dal mio corpo non esitò a giocare con le palline estraendo la prima per poi rispingerla dentro mentre mi leccava e succhiava divinamente il clitoride; io intanto la leccavo e succhiavo con gusto, quella sua pelle liscia, quel suo sapore delicato tutto era magnifico. La sentivo leccarmi abbondantemente, fino anche al sedere dove il solletichino delicato della sua lingua lá dove prima c'era stata decisione, il tutto aggiunto a quell'entrare e uscire delle palline mi stava portando al settimo cielo; i nostri corpi cominciarono a muoversi assecondando i baci dell'altra, accompagnati da timidi gemiti, il ritmo aumentava e nel momento in cui mi sfilò del tutto le palline venni travolta da frotte di brividi prodotti da quell'orgasmo in esplosione; rimasi immobile qualche istante mentre Francesca strusciava freneticamente il suo sesso sulla mia bocca semiaperta; non appena rincominciai a leccarla, quasi istantaneamente, ecco che giunse anche il suo momento, accompagnato da un gemito fortissimo. Mi alzai, mi tolsi gli stivali e mi coricai abbracciata teneramente a lei; mi confessò che sentire il sapore di un uomo e del suo sperma su di me la eccitò moltissimo; ci coccolammo a lungo prima di coricarci e addormentarci nel letto. 5121 5 10 anni fa
- 3 anni fa la vacanza, la prima volta (cap 4) Ecco che l'ultimo giorno di quella vacanza tanto speciale era cominciato; quella mattina mi alzai praticamente subito; erano già le 10, si doveva riordinare e pulire casa, chiuderla, caricare la macchina e cercare di godersi le ultime ore di mare prima del traghetto. In tutto questo io dovevo riuscire nel mio intento; si perché ormai era diventata un'ossessione, mi sentivo quasi malata.... di sesso. Mi avvolsi nel pareo bianco e andai in veranda, da sempre punto di ritrovo; ero la prima, cominciai a preparare la colazione e mi sedetti al tavolo. Guardavo all'orizzonte il mare piatto, spalmavo della marmellata ed intanto pensavo a loro, al sesso, e cominciai a pianificare la giornata; nella mia testa ovviamente tutto era incentrato sulla provocazione, luoghi, abbigliamenti, tutto era per un solo scopo. I due presto mi raggiunsero, quasi in contemporanea, esposi i programmi e andai in camera a preparare la valigia. Pulivamo e riordinavamo casa ma i loro sguardi sempre su di me, sul mio corpo molto poco nascosto per trasparenze e misure del pareo; percepivo una differenza negli sguardi di Luca con il quale ci scambiavamo di tanto in tanto sorrisi complici a ricordo della nostra fuga sugli scogli. In poco più di un'ora tutto fu pronto e la macchina caricata;dovevo vestirmi e avevo bisogno qualcosa che andasse bene sia per la spiaggia che per il viaggio in nave; presi dall'armadio un vestito molto particolare comprato l'anno prima in spiaggia ad Ibiza. Erano due stoffe dalla forma irregolare, una beige ed una marrone, unite tra loro con dei bottoni, ma la particolarità era che a seconda di come le indossavi e legavi diventavano 7 vestiti diversi, lungo o corto scollatto o non, bastava usare la fantasia. Lo legai sotto le spalle, lo passai a fasciarmi i seni per poi scendere fino in vita dove si sviluppava una minigonna larga per legarsi infine appena sopra il sedere. Lo abbinai alle zeppe del giorno prima e la mise risultò perfetta. Chiusa casa salimmo in macchina con tutto l'occorrente per la giornata di mare a portata di mano; cominciai a dare indicazioni per una baia molto poco conosciuta dai turisti; dopo circa 10 minuti di sterrato arrivammo al piccolo parcheggio dove solo altre 2 macchine erano in sosta; altri 5 minuti a piedi per una ripida discesa e di fronte a noi si aprì la baia. Era un ferro di cavallo composto da una spiaggia di un centinaio di metri e da altre 2 più piccole, tutte separate da scogliere. Io continuai il sentiero fino alla più lontana. Le uniche persone erano nella più grande e alla fine distavano da noi tre o quattrocento metri; dietro di noi una pineta. Luca stese il grande telo che ci avrebbe ospitati e si sdraiò insieme ad Andrea, lasciando lo spazio per me nel mezzo; io intanto in piedi guardando il mare armeggiavo con il vestito, fino a togliermelo; con solo la parte più chiara ne feci una microgonna e mi sdraiai tra di loro. Andrea dopo un po' mi chiese perché non mettessi il costume, ed io gli risposi che non l'avevo portato. " ma come non l'hai portato!" esclamarono in coro " e per fare il bagno come fai?" continuò Luca; " semplice Luca, si fa così!" mi alzai, slacciai il nodo della gonna che cadde a terra e nuda mi diressi in mare. Allontanandomi dal bagnasciuga sentivo l' acqua fredda salire, ma inesorabile e lenta continuai; quando mi raggiunse l'intimo ebbi un brivido di piacere, ancora qualche passo e mi tuffai; era stupendo, nuotavo a pelo d'acqua, sentendomi accarezzata dalla natura fresca e presente. Presto mi raggiunsero pure loro, chiacchieravamo, nuotavamo, finché non gli presi i pantaloncini ad entrambi e glieli tolsi lanciandoli sulla spiaggia; erano preoccupatissimi di poter essere visti... " ma secondo voi quelle persone a quella distanza stanno a guardare noi, puntini in mare?" dissi sorridendo. Chiacchiere e lievi strusciamenti e presto i loro sessi vinsero il freddo dell'acqua inturgidendosi timidamente; a quel punto stuzzicati per bene, mi diressi alla spiaggia ed uscii, raccolsi i loro costumi e mi sdraiai subito sul telo. Sentivo le gocce scivolare sul mio corpo, fredde in contrasto con quel sole bollente di mezzogiorno, giacendo nuda, in attesa dei due cavalieri, che tardavano l'uscita. Ero eccitata, viscida e calda tra le gambe, desideravo ancora essere presa da loro due e questo mio stuzzicarli, faceva forse più effetto su di me. La giornata proseguiva, i due quasi sempre a pancia in giù come a nascondere un'erezione ormai costante ,ed io ormai all'apice non riuscivo più ad attendere. Mi riannodai quella specie di microgonna in vita, mi alzai e dirigendomi verso la vegetazione a pochi metri da li dissi a Luca che avevo bisogno di lui. Lui si alzò s'infilò il costume e mi raggiunse; appena dietro un cespuglio all'inizio della pineta, lo baciai e con una mano subito gli accarezzai il pene; le sue mani subito raggiunsero il mio corpo, mi accarezzava, mi palpava ovunque. La voglia era incontenibile in entrambi, lo si percepiva dalla foga quasi famelica che gestiva i nostri approcci col corpo altrui; " serve una mano anche da me?" la voce di Andrea interruppe quel momento da dietro di me; capì che stava per riaccadere, li avrei avuti nuovamente entrambi, insieme; mi girai, gli sorrisi e piegandomi a 90 gli abbassai i pantaloncini e subito gli presi in bocca il pene; lo succhiavo e leccavo gustandone il sapore salaticcio del mare, ma Luca dietro di me non si lasciò scappare l'occasione e subito mi afferò ai fianchi e s'infilò in un sol colpo dentro di me; un brivido mi percorse e accennai un gemito soffocato sul pene di Andrea. Luca mi penetrava scivolando nel mio sesso umido e bollente mentre Andrea mi affondava in bocca fino a picchiarmi sul palato molle. Un dito di Luca umido di saliva tra le natiche subito si diresse all'ano, carezzandolo e violandolo; era il segnale che presto li avrei avuti di nuovo insieme. Ero tesa, eccitata, spinta con vigore, la gonna ormai era sotto il seno e intanto continuavo a succhiare Andrea. D'un tratto delle voci molto vicine c'interruppero; come delle molle ci staccammo e ricomponemmo i vestiti in un secondo; un gruppo di ragazzi si stava piazzando nella spiaggettina appena prima della nostra; solo qualche albero e qualche scoglio ci separava da loro, così affranti e tesi ci dirigemmo nuovamente in spiaggia. Luca e Andrea si tuffarono, mentre io non potendo perché sarei stata sicuramente vista, li attesi sul telo; pensavo alla sfortuna di quel momento mentre sentivo ancora tra le mie gambe le conseguenze di quell'eccitazione e di quell' amplesso interrotto; sembrava che il destino non volesse più farci unire in quel magico trio. Era giunta l'ora di dirigerci in porto; ricominciai ad armeggiare con il vestito fino ad indossarlo; ora legato dietro il collo lasciava la schiena scoperta scendendo morbido sul seno, incrociandosi sotto di esso per poi passare dietro incrociarsi in un nodo ed infine annodarsi nuovamente sul davanti; così era cortissimo, più lungo ai lati ma terribilmente corto in mezzo tanto da non coprirmi nemmeno i glutei. I due intanto con i costumi ancora bagnati si erano vestiti con solo i pantaloncini e la maglietta. Durante il tragitto che ci separava dalla macchina Luca da dietro continuava a stuzzicare il mio posteriore con carezze decise e inequivocabili....voleva il mio sedere. In macchina i pensieri continuavano fissi, ostinati e nemmeno mi accorsi che la mano lentamente era finita tra le gambe e lentamente stuzzicava il clitoride; pensavo a quanto fosse incredibile, erano ormai 3 giorni che ero perennemente eccitata con pensieri che ostinatamente pervadevano la mia mente; quanto sarebbe andato avanti tutto questo? Ero veramente stupita. Giunti al porto non feci altro che slegare il nodo sul davanti ed il vestito si allungò in una gonna dal taglio irregolare ma lunga fin oltre al ginocchio, con 2 spacchi ai lati; Saliti in nave occupammo le due cabine che avevamo a disposizione, poi ci recammo subito a cena; al ristorante sentivo gli occhi di Andrea che scrutavano nel vestito dal lato, da dove si poteva intravedere il mio seno; in più l'aria condizionata e gli strusciamenti del tessuto stimolavano i capezzoli che ormai puntavano vistosamente da sotto il cotone. Moby lines, offriva anche un discreto servizio bar quindi dopo la cena facemmo un giro e bevemmo un drink al bar sul ponte esterno. C'era vento e dopo il primo drink scesi in cabina per prendere un maglioncino. I due ragazzi mi accompagnarono per paura che mi perdessi; appena aprii la cabina Andrea mi prese per un braccio e con decisione mi portò dentro seguiti da Luca; la porta si chiuse rumorosamente e mi sentii spinta al muro di spalle; Andrea cominciò a baciarmi, subito le lingue s'intrecciarono in vorticose acrobazie nelle nostre bocche; ero stata presa d'improvviso, quando meno me l'aspettavo, e la cosa mi piaceva. Sentivo le sue mani sul mio corpo passarmi ovunque, infilandosi dai lati per raggiungere il seno che mi palpava con decisione quasi violenta; la frenesia dei movimenti aumentava, il tutto sotto gli occhi curiosi di Luca che ancora non partecipava; le mie mani cercavano un contatto diretto sotto i suoi vestiti, e le sue facevano lo stesso sotto il mio; quando la sua mano si appoggiò sul mio sesso, questo era già bagnato; sentivo le sue dita scivolare tra le labbra, infilarsi dentro di me in coppia e riuscire per finire a stimolare e carezzare il mio ano. Nervosamente gli sfilai la maglietta e gli slacciai i pantaloncini che caddero a terra lasciandolo nudo; presi in mano il suo pene turgido e cominciai a massaggiarlo; ora era lui di spalle al muro, continuavamo a baciarci e carezzarci, quando sentii il vestito sollevarsi fin sopra il sedere; mentre le mani di Andrea mi palpavano i glutei aprendoli, sentii la lingua di Luca appoggiarsi li, tra le natiche, e cominciare a leccarmi il sedere; istintivamente divaricai le gambe e inarcai la schiena per godere maggiormente di quelle attenzioni umide; lo sentivo scorrere intorno all'orifizio forzandone di tanto in tanto lo sfintere, mentre le dita di Andrea ormai si perdevano nel mio sesso e le nostre lingue sembravano non volersi staccare. Presto due dita si appoggiarono sul mio ano e con una lieve spinta vi penetrarono strette ma senza sforzo; Luca era in piedi dietro di me, nudo, sentivo il suo respiro sul collo, le sue dita si muovevano prepotenti dentro di me mentre quelle di Andrea facevano lo stesso davanti. Ero in estasi, mi sentivo indifesa chiusa in quei 6 mt quadri con due maschi eccitati, che mi avevano preso e portata dentro per un motivo ben preciso; la cosa mi piaceva, mi eccitava. Sentii il glande di Luca appoggiarsi tra le natiche e spingere sullo sfintere; interruppi il bacio, appoggiai le mani alla parete accanto alla testa di Andrea che capendo cosa stava per succedere si era fermato,inarcai ancora un poco la schiena e attesi Luca; lui spinse ancora e lo sentii scivolare dentro di me; mi scappò un gemito in faccia ad Andrea che mi teneva per i fianchi poco sopra le mani di Luca. Ben piantata a terra sulle zeppe e con le mani sul muro contrastavo gli affondi nel mio retto, con lo sguardo fisso negli occhi di Andrea come a chiedergli anche la sua partecipazione. Andrea ci spinse ancora uniti contro la porta del bagno appena dietro a Luca, mi sollevò una gamba e, spostato il vestito al di là di questa, lentamente affondò il pene nella mia vagina; ecco finalmente di nuovo quel brivido, quella sensazione stupenda e unica; lanciai un gemito fortissimo che accompagnò tutto l'affondo, gli misi le braccia al collo per tenermi, il piede appoggiato alla parete dietro di lui ed ecco che cominciarono gli affondi da entrambe le parti. Finalmente li sentivo di nuovo dentro di me, insieme; gemevo di piacere, non riuscivo a contenermi. Mi snodarono in qualche modo il vestito e me lo tolsero, mi palpavano ovunque, sentivo le loro mani percorrere ogni centimetro del mio corpo. Ad un certo punto Andrea mi sollevò anche l'altra gamba, io mi strinsi a lui con le braccia ed incrociando le gambe dietro la sua schiena; entrambi mi sorreggevano e mi penetravano, era incredibile; ero sospesa e schiacciata tra i due corpi mentre m'infilavano con un ritmo perfetto. Divincolati poi da quell'intreccio non del tutto comodo, Luca si sdraiò sul letto portandomi sopra di se a cavalcioni e infilandosi in vagina, mentre Andrea subito s'infilò dietro; mi penetravano con affondi decisi e ritmati in modo stupendo, mentre io,inerme, non potevo che subire. Vollero farmi cambiare posizione, mi girarono, Luca, ancora sdraiato, di nuovo nel mio posteriore, io sopra di lui di schiena, mi reggevo appoggiandomi sulle mani indietro, a gambe divaricate e piegate con i piedi appoggiati sul letto; subito Andrea venne sopra di me reggendosi sulle braccia e s'infilò in vagina; mi stantuffavano come se l'avessero sempre fatto, io non capivo più nulla e vedevo la scena riflessa nel soffitto di acciaio; qualche istante ed ecco che una tensione innaturale mi percorse il corpo, le braccia quasi cedettero ed un orgasmo incontenibile m'invase; cercavo di muovermi, di dimenarmi, ma schiacciata tra quei due corpi non potei che subire i loro continui affondi. Erano sempre più decisi e violenti, mi giravano e rigiravano in continuazione, scambiandosi pure di posizione; sentivo i miei orifizi dilatatati in modo esagerato; ero un corpo inerme in balia di loro due; mi vennero entrambi, in momenti diversi, sia davanti che dietro, ma senza sfilarsi continuavano senza tregua. Il tempo passava ma ormai ne avevo perso la cognizione; ero a cavalcioni di Andrea con Luca dietro quando inaspettati ecco di nuovo quei brividi e un'altro orgasmo mi travolse; ma i due non si fermavano. Mi fecero sdraiare a pancia in giù sul letto e prima uno e poi l'altro mi sodomizzarono scaricando nuovamente il loro piacere dentro di me; io inerme subii ogni cosa, finchè non si sdraiarono accanto a me. Una decina di minuti di silenzio, nessuno fiatava, mi sentivo aperta, spalancata, piena di sperma; immobile ancora a pancia in giù con la testa voltata verso Luca che invece guardava il soffitto notai in lui una nuova erezione; era incredibile dopo tutto quello che era successo era ancora lì, eccitato. Lui notando in mio stupore mi disse " sei incredibile, non avevo mai conosciuto nessuna come te, e guardandoti riflessa lassù, tutta nuda con ancora le scarpe , solo il vederti, mi ecciti ancora!" Si girò verso di me mi abbracciò e mi baciò; in un attimo eravamo di nuovo avvinghiati, ed in un attimo era nuovamente dentro il mio sesso; ora ero sotto, lui sopra di me che mi penetrava ancora non so con quali forze ma sembrava instancabile; Andrea accanto a noi ci guardava, anche lui in erezione, come se nulla fosse successo prima. Ci girammo, di niovo a cavalcioni cominciai a muovermi ma ecco che subito Andrea, posizionatomi dietro di me, s'infilò nuovamente nel mio sedere ormai dilatato e lubrificato dallo sperma che aveva cominciato ad uscirvi. Non sapevo più che ore fossero, il tempo sembrava fermo, ma era già da parecchio che non si sentivano movimenti nel corridoio fuori dalla cabina. Nonostante l'aria condizionata eravamo sudati, i respiri affannati ed ecco che percepii appena un altro schizzo caldo nel mio retto; Andrea si sfilò lentamente, io mi sollevai da Luca ed esausta andai verso il grande oblò che dava a poppa; non feci in tempo ad appoggiare le mani sul bordo dell'oblò che mi sentii nuovamente penetrata con decisione nell'ano; un gemito e subito gli affondi rincominciarono. Era Luca che non contento continuò ancora un bel po' prima di scaricarmi anche il suo piacere in corpo; mi sentivo talmente esausta e usata che nemmeno mi accorsi del suo orgasmo; quando si sfilò sentii subito colarmi il suo liquido fuori dal corpo attraverso quello sfintere ormai spalancato e violato da tempo, e scendere per una gamba. Senza nemmeno pulirmi mi buttai sul letto tra di loro e mi addormentai praticamente subito. Solo qualche ora e il marinaio più odiato della nave bussò alla porta per la sveglia; ero ancora nella posizione in cui mi ero addormentata, con le scarpe addosso, imbrattata di sperma s tra le gambe e i glutei, come anche il lenzuolo sotto di me; tutta dolorante mi diressi in bagno per pulirmi; mi sciacquavo e ripensavo a quell'incredibile amplesso multiplo, durato quasi due ore, in totale balia loro, senza controllo; mi bruciava tutto, la vagina e il sedere, ma ero felice, appagata. Quando uscii i due erano già vestiti; li salutai con un buongiorno, mi rinfilai il vestito stropicciatissimo legandolo sopra il seno e facendolo cadere morbido fin quasi alle caviglie. Lasciata la cabina dovetti reggermi ad uno dei due per camminare per i dolori che sempre più emergevano; a parte i bruciori mi sembrava di aver fatto 2 ore di palestra dura; le gambe le braccia gli addominali, tutto era dolorante. Il viaggio in macchina fu abbastanza silenzioso, nessuno osò parlare di quello che era accaduto quella notte, forse per una consapevolezza generale di aver esagerato, di essere andati troppo oltre i limiti; solo sotto casa mia salutandoci dissi loro che quegli ultimi giorni erano stati veramente stupendi e quell'ultima notte, seppur uscendone fisicamente provata, per me era stata veramente unica. Nei giorni successivi ebbi molto da pensare a quell'ultimo nostro incontro, causa anche una cistite come poche forse dovuta ai frequenti cambiamenti di posizione tra davanti e dietro.... Alla fine ci volle una settimana buona per rimettermi in pista, ma ancora oggi posso dire che ne valse la pena. Luca e Andrea li rividi ancora, ma come amici, anche perchè poco dopo cominciai a frequentare un'altra persona. 3224 3 10 anni fa
- 3 anni fa La vacanza, la prima volta (cap 3) Arrivati a casa fui la prima a fare la doccia, mentre i ragazzi improvvisarono uno spuntino in veranda; l'acqua scorreva tiepida sul mio corpo, con le mani insaponate mi passavo ogni centimetro, il mio intimo sensibile al tocco avrebbe desiderato di più, ma la mia testa fissa su quel pensiero ne castigava le voglie; passandomi tra i glutei sentii il mio buchino ancora sensibile e un leggero bruciore mi riportava a poche ore prima; ma non mi interessava, li volevo provocare entrambi fino ad essere presa da quei due maschi, si perchè in quel momento, nei miei pensieri, non erano più amici o altro, solo due maschi con cui fare sesso! Uscita mi avvolsi in un asciugamano, e con i capelli ancora bagnati li raggiunsi in veranda; era l'ultima sera e decidemmo di fare un giretto al mercatino del paese; mangiammo velocemente qualcosa e poi, mentre loro due si docciavano e preparavano, io in camera a cercavo una mise che, senza cadere nel volgare avrebbe fatto scattare in loro la molla; questa volta proprio non volevo essere io a prendere l'iniziativa. Sapevo che l'abbigliamento aveva una forte influenza, e così ormai lo usavo a mio favore; mi sentivo disinibita come mai prima, e decisi di osare più del solito; le scarpe erano già decise e le indossai subito: un sandalo color bronzo con un plateau di un paio di centimetri davanti e il solito tacco 12, allacciato da una sottile fibia alla caviglia. Mi guardai allo specchio, nuda su quei sandali, erano perfetti; poi mi misi davanti all' armadio a cercare; eccolo un vestitino verde scurissimo, morbido sui seni che comunque lo riempivano, manichine appena accennate ma spalle scoperte, con un'apertura sulla schiena fin poco sopra le natiche dove un elastico lo faceva aderire prima di svilupparsi nella gonna cortissima, qualche centimetro sotto i glutei, ma non troppo aderente. Lo infilai e mi guardai allo specchio ancora; era veramente corto, le gambe sembravano infinite e dietro mi copriva proprio al pelo, ma il bordo leggermente elasticizzato lo teneva al suo posto. Presi la pochette bronzo in mano e midiressi in veranda dove i due, sempre vestiti sportivi già mi attendevano. " heyyy che spettacolo che sei!!!!" esordì Luca; io sorrisi e dissi " grazie, ma ora andiamo se vogliamo vedere un po' di mercatino, sono quasi le 11" e ci dirigemmo alla macchina. Camminando mi sentivo veramente nuda, in macchina poi avevo il sedere a diretto contatto con la pelle dei sedili; in fondo sarebbe stata una semplice passeggiata, senza movimenti strani, nessuno avrebbe notato nulla,tranne loro. Arrivati in paese, passeggiando tra le bancarelle sentivo i loro sguardi addosso, perennemente vogliosi, un gonfiore si notava in entrambi i jeans ed io sorridevo; questi apprezzamenti silenziosi mi caricavano, la voglia c'era, anche se il lieve fastidio dietro persisteva. Innocente tra la moltitudine di gente, mi chinavo leggermente a guardare braccialetti sapendo però che il vestito si sarebbe spostato un poco, giusto per vedere le loro reazioni; in effetti erano disorientati da tanta spregiudicatezza, e a volte si mettevano dietro come per evitare che qualcuno vedesse. D'un tratto arrivò la chiamata di una coppia di amici miei che, sapendo della nostra partenza per il giorno successivo, ci chiesero se volessimo andare a ballare con loro; Luca e Andrea subito dissero di si, così fissammo l'appuntamento davanti al locale per le 12.30. Io ero un poco titubante per via del mio abbigliamento, avrei preferito qualche centimetro di gonna in più, ma pensai anche al buio, al caos e ai 2 cavalieri che mi accompagnavano. Nel locale, fortunatamente all'aperto, subito bevemmo un drink a testa, ma fu il secondo che mi tolse veramente tutte le inibizioni e i pensieri. Presto eravamo tutti a ballare, ed io, per nulla preoccupata del vestito che comunque sembrava stare abbastanza al suo posto, mi muovevo tra loro due che mi stavano sempre appiccicati; ad un certo punto ne avevo uno dietro e uno davanti che mimavano ai nostri amici un bel sandwich con me come hamburger, i quali, ignari del nostro gioco, ridevano come matti. Il tempo passava, continuavamo a ballare sempre vicini, e le loro mani ormai mi accarezzavano di nascosto, prima uno poi l'alto, anche insieme, sopra e sotto la gonna; sentivo le loro mani ovunque, li in mezzo a così tanta gente, ma la cosa mi piaceva, mi eccitava; era un segnale, ce la stavo facendo, sicuramente a casa mi sarebbero saltati addosso; i miei pensieri volavano, il desiderio di essere posseduta senza controllo era ormai incontenibile; mai in vita mia avevo desiderato la sottomissione, ma li, in quel momento, i loro respiri, i loro odori, mi portavano verso quella che per me era una nuova esperienza mentale. Percepivo il loro desiderio, e sentivo la loro virilità premermi sul corpo, davanti, dietro, da ogni parte. Alle 2.30 circa, ormai al culmine, decidemmo di tornare a casa, salutammo i nostri amici ed uscimmo; io ero carica, desiderosa ed eccitata; sentivo il momento avvicinarsi e la tensione salire. Stavamo camminando in direzione della macchina, il paese era ormai deserto, pochissima gente per la strada; ad un certo punto sentii la mano di Andrea che stava accanto a me, scorrere delicatamente sulla schiena nuda fino all'elastico, infilarsi dentro il vestito e palparmi le natiche; io lo guardai e lui mi sorrise. Presto un suo dito, il medio credo, scivolò tra i glutei fino a raggiungere il mio sesso, umido di umori ormai da tempo; io non capivo più nulla, lo avrei fermato ed appicicato al muro, lì in mezzo al paese, ma volevo sempre più essere io la sottomessa; quel dito, quasi subito tornò tra i glutei, fino al mio ano; mi stuzzicava lí, dove ero ancora sensibile dal pomeriggio, e poi d'un tratto vi s'infilò dentro; io ebbi un sussulto e mi fermai ma lui spingendomi mi fece subito riprendere il passo. Luca in tutto questo era poco avanti a noi senza accorgersi di nulla; sentivo quel dito infilarsi dentro di me seguendo il ritmo dei passi, era bellissimo, ed io ormai mi sentivo nelle loro mani. Fu così fino alla macchina, salii dietro sedendomi in mezzo a gambe leggermente divaricate; Andrea alla guida sguardo fisso alla strada, di tanto in tanto guardava nello specchietto incrociando il mio sguardo. Luca invece più libero, si girava parlandomi e cercando di scrutare di più nel buio. Io mi sentivo scandalosamente eccitata, gli umori mi colavano tra le natiche fino a bagnare il sedile, ormai il desiderio era insopportabile; mancavano pochi minuti all'arrivo e la tensione saliva, i pensieri correvano a come avrebbero approcciato, a come avrei voluto che accadesse; loro parlavano ma io ero come in un altro mondo, immersa nelle mie immagini scandalosamente hard!! Arrivati a casa scesi dalla macchina e senza nemmeno risistemare la gonna che sentivo appena sollevata presi il sentiero verso la veranda seguita dai 2 che continuavano a parlare; ormai c'eravamo, appoggiai la borsa sul tavolo emi sedetti sul divanetto in attesa della loro mossa; ma i due immediatamente mi salutarono dicendo che erano stanchi e si diressero nelle loro camere. Rimasi impietrita, stupita; poi pensai che fosse uno scherzo e che presto sarebbero tornati; ma dopo alcuni minuti, sola in veranda, delusa e affranta me ne andai in camera; ancora vestita mi sdraiai sul letto. Continuavo a pensare a cosa fosse successo, mi sentivo rifiutata; ripassavo ogni istante di quella serata cercando un mio comportamento sbagliato, mi sentivo veramente male, tutta l'eccitazione di poco prima era scomparsa in un istante; dopo circa un quarto d'ora sentii un rumore: Luca era sulla porta della camera con solo i jeans; mi fece cenno di seguirlo. Mi alzai dal letto e lo seguii; appena i veranda gli chiesi cosa fosse successo, gli dissi che pensavo di aver fatto qualcosa di sbagliato senza specificare cosa mi aspettassi ma entrambi lo sapevamo; Luca m'interruppe e mi disse che non era colpa mia, anzi; mi spiegò che era stata un'idea di Andrea, vedendomi così carica e lanciata senza inibizioni pensò, con un po' di cattiveria, di lasciarmi a bocca asciutta fino al giorno successivo, quando secondo lui avrei dato il meglio di me. Ma lui, che già appoggiava poco quell'idea, nel vedermi affranta, aveva voluto chiarirsi; subito lo abbracciai e mi venne naturale dargli un bacio, che subito si trasformò, le lingue s'incontrarono e si articolarono in movimenti di passione. Gli sussurrai " andiamo in camera di Andrea, facciamogli una sorpresa"; ma lui non volle e mi rispose " no, stasera ti voglio tutta per me". Non mi sarei mai aspettata quell'affermazione, ma annuendo gli risposi " ok, ma sappi che se mi vuoi tutta per te dovrai fare per due perchè è ciò che mi sarei aspettata stasera"; lo presi per mano e attraversai il prato verso il mare che stava poco più in la, oltre il cancelletto che dava sugli scogli. Era stupendo, la sola luce della luna, si rispecchiava in mare illuminando appena tutto lo scenario. Subito Luca mi appoggiò con la schiena ad una roccia alla mia destra, mi appoggiò le mani ai fianchi e rincominciò a baciarmi. Sentivo le sue mani carezzarmi ovunque, prima sopra e poi sotto il vestito; mi palpava i seni, e poi sotto, tra le gambe dove mi sentivo nuovamente un lago. Mi prese il vestito e con un sol movimento me lo sfilò dall'alto e lo lanciò verso il cancelletto; mi guardò per un istante e mi disse " sei stupenda, mi ecciti da matti nuda su quei tacchi"; gli sorrisi ed in silenzio gli slacciai i jeans facendoli cadere a terra; lui se li sfilò del tutto, non aveva intimo, il suo pene eretto e duro puntava voglioso verso di me. Lo vidi chinarsi davanti a me, in ginocchio, e sentii la sua lingua appoggiarsi delicatamente subito sul mio clitoride; mi succhiava e leccava stupendamente portandomi presto all' apice dell'eccitazione; poi mi fece girare leggermente chinata in avanti, divaricai le gambe e lui in piedi dietro di me, mi prese per i fianchi e in un sol affondo s'infilò nella mia vagina fino in fondo. Lanciai un rumoroso gemito di piacere, e subito cominciò a penetrarmi vigorosamente; era tutto bellissimo, lui dentro di me, la luce della luna che ci illuminava, il rumore delicato della risacca, il profumo salato di mare mischiato a quello del mirto, tutto era perfetto. Lo feci sedere su di una roccia e gli salii a cavalcioni rinfilandomelo subito in corpo; le mie braccia intorno al suo collo, le sue labbra sui miei seni, le sue mani impegnate con i miei glutei; cominciai a cavalcarlo, il clitoride strusciava sensibile su di lui, le gambe presto cominciarono a tremare, aumentai il ritmo, brividi mi percorrevano il corpo ed ecco che un orgasmo sopraggiunse veloce e deciso, accompagnato da gemiti malamente soffocati. Mi fermai qualche istante, poi mi alzai per chinarmi seduta sui talloni a cosce divaricate davanti a lui, presi il pene con una mano e vi avvicinai la bocca, la aprii e lo accolsi; cominciai a succhiarlo con forza mentre con la lingua accarezzavo il glande; scendevo il più possibile fino a sentirlo picchiare in fondo al palato per poi risalire e ridiscendere; lo fissavo, i nostri sguardi s'incrociavano, le sue mani dolcemente mi accarezzavano la testa come per tenermi li; Luca cominciò ad emettere dei lievi e sordi gemiti, le mani si allontanarono dalla testa, il pene cominciò a contrarsi, stava per venire; continuai il mio salire e scendere, lo succhiai con più forza finché un getto caldo mi colpì con forza il palato, poi un altro e ancora un altro; la mia bocca era piena del suo piacere, cominciai a deglutire, ad ingoiarlo tutto; mi staccai dal suo membro lasciandolo pulito, mi alzai in piedi, lo presi per mano, lui si alzò, lo baciai e gli dissi " è ora di andare a nanna.... E se vuoi puoi stare con me". Lui mi disse che preferiva tenere la cosa segreta; annuii, gli diedi la buonanotte, un ultimo dolce bacio, raccolsi il vestito e nuda mi diressi in camera, mi tolsi le scarpe e mi sdraiai sul letto; era tardissimo,buio, la luna filtrava dalle persiane, mi sentivo appagata e felice, sentii Luca passare davanti alla camera sussurrandomi la buonanotte e dirigersi in camera. Il sonno mi rapì e felice mi addormentai 2501 1 10 anni fa
- 3 anni fa la vacanza, la prima volta (cap2) La luce che filtrava dalle persiane accostate mi diceva che era mattino inoltrato; dietro le persiane la portafinestra era completamente aperta e un delicato soffio d'aria, furtivo e silenzioso, muoveva le tende candide e raggiungeva il mio corpo avvolto solo in parte nel lenzuolo, accarezzandolo con dolcezza fino alle parti più intime, per poi proseguire attraverso la porta, anch'essa aperta, nel resto della casa; una sensazione bellissima, un risveglio lento e dolce, ma sola nel mio letto. Mi guardai attorno, il vestito era riposto con ordine sulla sedia, le scarpe affiancate sotto di essa, ma non mi ricordavo come fossi arrivata in camera; lentamente mi si ripresentavano le immagini della sera prima, di quel meraviglioso groviglio di corpi, dell'amplesso violento; un lieve sorriso di soddisfazione e appagamento si formò sul mio viso, tutto era stato bellissimo e ormai sapevo che sarebbe sicuramente successo ancora. D'un tratto sentii un rumore, finsi di dormire, mi sentii osservata; Luca passando davanti alla mia porta si era fermato e mi guardava;sentivo i suoi occhi sul mio corpo quasi scoperto, il seno e la mia intimità erano sicuramente in vista ma non mi mossi, mi piaceva, sentivo che mi desiderava. Mi girai e rigirai nel letto, i pensieri volavano mescolati tra loro, tutti piacevoli e tutti a sfondo erotico; si tutto era incentrato su quello, il mio desiderio cresceva col passare dei minuti. Ecco un altro rumore, ora era Andrea, io a pancia in giù e le mie natiche completamente scoperte; lo intravedevo ma finsi ancora di dormire; anche lui stette immobile sulla porta a guardarmi per qualche istante prima di proseguire; mi desideravano entrambi, ed io desideravo loro, mi sentivo già eccitata, li avrei voluti lì, tutti e due, in quel momento; si perché il nostro era un trio, un gioco che era appena cominciato ma che ci avrebbe sicuramente accompagnato per un po' ancora. E così decisi di cominciare a giocare sul serio; li volevo stuzzicare, eccitare, provocare; li sentivo in veranda, parlavano ma non tesi e imbarazzati come il giorno prima; così mi alzai e aprii la portafinestra che dava in giardino, una luce fortissima mi accecò per un istante e un caldo sole mi colpì regalandomi un brivido; poi, completamente nuda, gli occhi socchiusi per la luce e i capelli ancora arruffati, mi diressi nel prato a prendere un pareo bianco che era steso poco più in la al sole, ovviamente in piena vista dalla veranda che distava una quindicina di metri. Recuperai il pareo e girandomi li vidi seduti al tavolo che mi fissavano; "buongiorno miei principi, non pensavo foste già svegli.... qualche minuto, mi vesto e vi raggiungo" dissi sorridendo; poi col pareo in mano tornai lentamente in camera; me lo legai sopra il seno facendolo cadere appena sotto le natiche, mi guardai allo specchio notandone la lieve trasparenza e li raggiunsi in veranda dove i due mi avevano preparato un'abbondante colazione; un bacio sulla guancia ad ognuno rinnovando il buongiorno e mi sedetti. Sentivo i loro sguardi furtivi scrutarmi per brevi istanti e godevo sempre più di questo mentre spalmavo la marmellata sul pane tostato. Visto che il ritorno era fissato per l'indomani, quello sarebbe stato l'ultimo giorno per uscire con la barca di mio padre che gentilmente, come ogni volta, ci aveva concesso di usare durante tutta la vacanza; sarebbe stata una grande occasione, ormai tutti più disinvolti ci saremmo sicuramente divertiti. Il mio pensiero era ormai fisso sul desiderio sempre crescente di loro due; ero in camera a frugare nell'armadio in cerca di capi che fossero provocanti senza però risultare fuori luogo per la giornata che mi attendeva. Mi infilai una maglietta aderente marrone, scollata ma non troppo e che metteva in risalto il mio seno fasciandolo in modo stupendo; vi abbinai una comoda e soffice minigonna beige a mezza coscia scarsa, con due spacchi ai lati apparentemente invisibili ma che salivano fino alla cintura e che solo con certi movimenti si sarebbero fatti notare, mettendo a nudo la totalità delle mie gambe. Mancavano le scarpe; cercando nella cesta saltarono fuori un paio di zeppe dimenticate qualche anno prima, senza un eccessivo plateau sul davanti ma con una ottima alzata dei soliti 12cm sul tacco. Le indossai e mi guardai allo specchio; ero perfetta, easy ma stuzzicante. Presi la borsa che usavo per andare in spiaggia e li raggiunsi in veranda; ovviamente non mancarono gli apprezzamenti ai quali feci finta di non dare molto peso, ma che invece alimentarono la mia voglia. Salendo in macchina la gonna cominciò a "lavorare per me" facendo notare ad Andrea, seduto alla guida, l'assenza di intimo; subito se ne uscì chiedendo " ma tu un paio di mutande ce l'hai o no?". Prontamente gli risposi sorridendo" si certo, ma a Milano, qui non ne ho portate, solitamente non mi servono, ma se ti da fastidio un modo per risolvere lo troviamo!"; ovviamente ribattè con un apprezzamento così procedemmo verso il porto con breve sosta causa spesa al piccolo supermercato, dove non persi occasione per stuzzicarli con movimenti o posture apparentemente casuali, ma azzardando anche più del necessario; era un gioco che mi divertiva da matti! Sentivo gli occhi di Luca perennemente addosso, specie fissandomi le gambe; percepivo il suo desiderio di possedermi, di continuare le nostra avventura; giunti al molo di fronte alla barca, un open cabinato di 12mt, come di consuetudine mi sfilai le scarpe e subito Luca esordì con " è un vero peccato!"; fu lì che dichiarò la sua passione, forse un po' feticista, per le scarpe donna, ma in barca proprio non si poteva. Fatti tutti i preparativi e mollati gli ormeggi, mi misi al timone e ci dirigemmo verso una baia ad una mezz'ora di navigazione; mare calmissimo, gli strumenti segnavano 27 nodi, solo lievi sobbalzi, cosicché Luca si mise a prua a prendere il sole mentre Andrea mi tenne compagnia ai comandi. La piccola baia si presentò ancor meglio di quello che ci si aspettava; circondata da rocce in parte coperte dalla vegetazione, ospitava in un angolo una piccola spiaggia deserta; l'acqua era talmente cristallina che solo l'ombra della barca sul fondale sabbioso dava la percezione della profondità; infine un'altra imbarcazione simile alla nostra stava ancorata sulla desta; " il bello di vivere la Sardegna in giugno" dissi sorridendo, ma dentro di me pensavo su quanto fosse bello essere quasi soli con la nostra privacy in uno scenario così incantevole. Scelta una posizione a qualche centinaio di metri dall'altro natante, leggermente esterna ma comunque riparata dalla marea, gettammo l'ancora. I due che già erano in costume subito si accomodarono sul prendisole di prua; io invece ancora vestita scesi in cabina a cercare un costume tra la miriade che lasciavo sempre lì. Ne saltò fuori uno, regalatomi dal mio ex qualche anno prima, che faceva proprio al caso; presi solo lo slip e spogliatami lo indossai; fuxia, due laccetti sottili sui fianchi, vita bassissima, un pochino ridotto sul davanti, terminava con un taglio a brasiliana sulle natiche che rimanevano praticamente scoperte; infine una cucitura centrale lo attraversava da davanti a dietro mettendo in mostra le forme del mio sesso; il topless, che era una mia abitudine, non fu certo una sorpresa, ma il costume subito riscosse apprezzamenti di vario genere; mi sdraiai in mezzo a loro e quando i bollenti spiriti si placarono cominciammo a parlare del più e del meno; ma io non riuscivo a distogliere il pensiero da quella anomala e incessante voglia di sesso. A mezzogiorno il sole perpendicolare sopra di noi era caldissimo e la leggera brezza non era sufficiente a rinfrescarci; fui la prima ad alzarmi e a tuffarmi in mare direttamente dal lato della barca, presto seguita da entrambi. Un bagno rigenerante che riportò il corpo ad una temperatura normale; al momento di uscire un lieve sorriso mi comparve in viso e ne Luca ne Andrea capirono il perché, finché non cominciai a salire per la scaletta; quel meraviglioso costume fuxia bagnandosi era diventato tutto, tranne gli elastici che ne delimitavano il perimetro, praticamente invisibile; "hey Elisa, sono senza parole" esclamò Andrea; in piedi sulla plancetta mi girai verso di loro e risposi con un gran sorriso provocatorio "vi piace? Un regalo che uso solo in certe occasioni" e lentamente mi diressi di nuovo al prendisole di prua dove mi sdraiai a pancia in su. Ero eccitatissima ma non volevo darlo ad intendere, faticavo a trattenere la mia mano durante la breve attesa dei miei due cavalieri; avrei voluto toccarmi e placare quel desiderio incessante, ma resistetti; poco dopo arrivarono anche loro sdraiandosi accanto a me; attraverso i loro pantaloncini aderenti si poteva notare l'effetto del mio costume, esattamente come previsto. Mi sentivo completamente nuda ai loro occhi ma mantenevo un contegno impeccabile; non appena il costume accennava ad asciugarsi, con la scusa del caldo mi rituffavo per poi tornare tra di loro. Li stavo provocando in tutti i modi, anche introducendo affermazioni e battute un pochino piccanti, cercando una loro mossa, ma il massimo che ottenni furono delle carezze poco più che innocenti di tanto in tanto e argomenti di dialogo che non facevano altro che accrescere il mio desiderio. Le ore passavano, abbozzammo pure un pranzo a base di prosciutto e focaccia, ma nessuno azzardava una mossa; la voglia cresceva in tutti, e i loro membri praticamente turgidi ormai da tempo mi confermavano che non ero la sola ad avere un chiodo fisso. Ormai erano le 4 passate, i ragazzi si erano appisolati da poco, nella baia, già da un po', un altro paio di imbarcazioni più piccole avevano preso posto non troppo lontane da noi; io ero arrivata al limite, dovevo scaricare quella tensione; mi alzai e mi diressi in cabina, le gambe nervose dall'eccitazione ormai incontenibile, scesi i tre ripidi scalini, subito mi tolsi il costume e lo lanciai fuori dall'oblò aperto sul prendisole sfiorando volutamente Luca; appoggiata al tavolo col sedere, divaricai le gambe e subito la mia mano cominciò a carezzare il mio intimo; ero completamente fradicia, gli umori mi colavano fin tra i glutei, le mie dita sparivano nel mio sesso bollente, il clitoride teso in cerca di un contatto; presto quelle dita finirono a violare senza alcuna fatica, subito in coppia, il mio ano; appena entrarono un brivido mi percorse, gli occhi socchiusi e la testa leggermente indietro; quando, poco dopo, portai lo sguardo sull'ingresso della dinette esattamente di fronte a me, arrivò Luca; gli sorrisi, allontanai la mano fradicia dal mio sesso, mi girai, mi piegai in avanti appoggiando le mani sul tavolo e dalla mia bocca uscì una sola tremolante parola "inculami!". Non se lo fece ripetere, scese gli scalini, si abbassò il costume e subito sentii il suo glande appoggiato sul mio ingresso fradicio di soli umori vaginali; sotto la sua lieve spinta mi trovai istintivamente in punta di piedi, stringendo con le mani il bordo di legno del tavolo; lo sentii scivolare in me morbido e fluido, lentamente, fino in fondo; le sue mani mi strinsero con decisione i fianchi e lentamente cominciò a muoversi nelle mie viscere. Una sensazione bellissima, il leggero rollio della barca ci cullava in quell'unione spettacolare; mi rimisi in posizione eretta, i piedi ora saldamente a terra, tenendomi con le mani ad un profilo del soffitto mentre i suoi affondi divenivano sempre più decisi. Tutto era veramente spettacolare, le sue mani passarono ai miei seni, lui affondava ed io spingevo indietro come a volerne di più; vedevo tutta la scena nel piccolo specchio di fronte a me, in un angolo del quale intravidi due gambe fuori dalla dinette dietro di noi; voltai la testa e Andrea ci stava guardando con un gonfiore smisurato che premeva nel suo costume; avrei voluto pure lui, in quel momento, come la sera prima, ma lo spazio lo impediva e interrompere quegli affondi sempre più forti non ci pensavo nemmeno. Mi rigirai verso lo specchio e per contrastare la decisione, ormai quasi violenta, di Luca, mi chinai praticamente a 90 con i gomiti sul tavolo. Gemiti incontrollati ormai uscivano dalla mia bocca, tutto il corpo tremava bagnato dal sudore; riuscita a portare una mano sul mio sesso subito due dita vi sparirono all'interno mentre il palmo carezzava il clitoride; stavo impazzendo, il respiro affannoso e rumoroso, il battito acceleratissimo mi picchiava nel petto, le gambe quasi non mi reggevano più quando esplosi in un orgasmo pazzesco e travolgente. Mentre Luca continuava imperterrito, un momentaneo cedimento degli arti mi portò col torace sul tavolo dove rimasi allungandovi le braccia fino ad afferrare il bordo opposto per contrastare le spinte; affondi ormai nervosi e rudi mi invadevano il retto, le sue mani tenevano ora il bordo del tavolo come fosse una cosa sola con me, finché finalmente non sentii un getto potente e caldo colpirmi dentro; un paio di affondi ancora e con una delicatezza del tutto estranea a quell'amplesso appena conclusosi, si sfilò dal mio corpo per sedersi sul divanetto lì accanto. Esausta, il respiro ancora affannoso,feci appena in tempo a rialzarmi di nuovo appoggiata al tavolo con le mani, quando, senza nemmeno essere riuscita a recuperare le forze, mi sentii prendere di nuovo per i fianchi e penetrare nuovamente con un affondo deciso; ora era Andrea che aveva assistito da fuori la dinette a tutta la scena e del quale mi ero completamente dimenticata; lanciai un forte gemito di sorpresa misto a non so se piacere o stanchezza; ero stemata, le gambe mi tremavano sempre più, le braccia quasi cedevano, mentre lui con decisione affondava dentro di me. I minuti passavano, e una sua mano andata sul mio sesso mi carezzava stuzzicando il clitoride. Presto sentii nuovamente quel piacere salire, le mani strinsero la presa sul bordo del tavolo, e con mio immenso stupore un nuovo orgasmo sopraggiunse repentino, breve ma intenso; le gambe di nuovo cedettero, ma Andrea stingendo la presa nuovamente sui miei fianchi mi sorresse e continuò a penetrarmi. La testa china in avanti coperta dai capelli che ondeggiavano, gli occhi socchiusi, continuavo a subire quella sodomizzazzione per un tempo che sembrava non finire mai; sentivo il mio ano spalancato, il pene vi scivolava attraverso come se niente fosse finché, finalmente ecco un'altra ondata di caldo mi invadermi dall'interno; sentii ancora qualche contrazione e poi Andrea si sfilò lentamente per sedersi sull'altro divanetto. Completamente bagnata di sudore per il caldo in quella cabina, Il respiro che lentamente riprendeva il ritmo normale, restai ancora qualche istante in quella posizione poi, dicendo "vado a rinfrescarmi", raccolsi le forze e nuda mi tuffai in mare ; il fresco subito mi diede una scossa rigenerante, mi sdraiai a pelo d'acqua, sentivo accarezzarmi delicatamente ovunque dal mare, insinuandosi pure fino a raggiungere il mio ano ancora dilatato e ora desideroso di dolcezza; i capezzoli affioravano inturgidendosi sotto la lieve brezza che soffiava a momenti alterni; era un momento tanto stupendo che solo dopo un po' mi accorsi che non distante c'era un'altra barca dalla quale qualche occhio curioso mi aveva sicuramente notato. Senza cambiar posizione e con indifferenza, lentamente mi spostai sull'altro lato della nostra barca, decisamente più intimo. Presto mi raggiunsero anche Luca e Andrea; per almeno 10 minuti mi lasciai cullare dalla marea, poi risalita in barca e asciugatami mi rinfilai gonna e maglietta; guardai l'orologio ed erano già le 6 di sera, il tempo era volato, ci rilassammo ancora un poco sul prendisole e poi ci dirigemmo con calma verso il porto. Una volta ormeggiati al molo ci impiegammo quasi un'ora a pulire e riordinare tutta la barca; decidemmo di concederci un aperitivo al bar del porto; ero talmente provata dalla giornata che mi bastò un mojito per sentire già la testa girare; Il secondo mi diede il colpo di grazia. Sentivo il venticello serale insinuarsi attraverso i vestiti, soffiava fresco sotto la gonna, sulla mia intimità, mentre i capezzoli cominciarono a farsi prepotentemente notare sotto la maglietta. Il bar era abbastanza affollato, ma la cosa non mi preoccupava affatto, anzi tendevo ad allargare le gambe per godere maggiormente di quella frescura. Era incredibile, ancora sentivo i postumi di quella sodomizzazione durata più di un'ora, ma forse per colpa di quel solletico cominciavo ad avere ancora voglia di sesso. Non certo ubriaca, ma un pochino alticcia e non molto stabile sulle zeppe, mi sorressi a Luca per lasciare il bar in modo dignitoso; Andrea si accostò subito dall' altra parte e per tutto il tragitto fino alla macchina entrambi appoggiarono le loro mani sulle mie natiche palpandole. Durante il viaggio in macchina il pensiero era tornato fisso a loro, al volerli insieme, mi sentivo come malata di sesso; d'un tratto un altro pensiero mi balzò in mente: volevo essere presa si da loro, ma senza quel controllo che fino ad ora ero sempre riuscita a tenere più o meno; per avere questo dovevo riuscire innanzitutto a far prendere l'iniziativa a loro; la serata era ancora lunga ma mi sarei dovuta impegnare per ottenerlo...... 3539 2 10 anni fa
- 3 anni fa la vacanza, la prima volta (cap 1) Come di consuetudine anche quell'anno avevamo organizzato la solita vacanza di 15 giorni in Sardegna senza fidanzati, anche perchè io ero single da poco; Francesca, che invece lo aveva lasciato a casa, io e Luca e Andrea, anch'essi single; eravamo tutti amici d'infanzia, cresciuti insieme come fossimo fratelli, eccetto che con Francesca con la quale gia da un anno era nato un qualcosa di più profondo e segreto; Infatti non ci eravavamo fatte mancare i nostri bei momenti in totale segretezza nemmeno in quei giorni, dormendo poi insieme non era stato certo difficile. Fu al decimo giorno quando Francesca dovette tornare a Milano per un'urgenza che cominciò un'avventura del tutto inaspettata. A malincuore la mattina seguente tutti e tre la accompagnammo all'aeroporto, baci e abbracci e la giornata seppur senza la mia amica, passò come tutte le altre, sole mare e chiacchiere. La sera uscimmo a cena, un buon pesce accompagnato da un ottimo vino, una passeggiata in paese e poi a casa. Come tutte le sere ci sedemmo in veranda a chiacchierare sorseggiando un po' dell'immancabile mirto prima di ritirarci nelle nostre stanze a dormire. Ci dilungammo un pochino e il mirto ci faceva compagnia alla grande, finché io non mi appisolai sul divanetto. Fu Andrea alla fine a prendermi in braccio per portarmi in camera mia; io indossavo un vestitino scuro intero lungo fino a metà coscia aderente ed un paio di sandali con un bel tacco 12 legati alle caviglie da dei laccetti di pelle. Durante il breve tragitto, o adagiandomi sul letto mi sfiorò con una mano e si accorse che non indossavo intimo; io ero in uno stato di semi coscienza, con il sonno che stava cercando di prendere il sopravvento, ma notai comunque Andrea che, dopo un istante di esitazione, mi sollevò leggermente il vestito; io rimasi immobile guardandolo mentre lui tenendomi il vestito sollevato con due dita mi fissava tra le gambe. Qualche istante dopo sentii la sua mano accarezzarmi; mi sentii strana, un quasi fratello stava facendo cose che mai avrei pensato potessero accadere; ma ancora più strano era che non opponevo alcuna resistenza anzi la cosa mi piaceva; sentivo la sua mano scivolare morbida sulla mia pelle liscia che cominciava ad inumidirsi di umori; le mie gambe istintivamente si divaricarono per godere maggiormente di quelle carezze del tutto inaspettate; si chinò su di me e senza dir nulla, mi baciò. Presto le nostre lingue si conobbero in un vorticoso intreccio; non capivo bene cosa stesse succedendo ma la cosa mi piaceva sempre di più. Complice sicuramente l'alcool, in breve mi ritrovai a cavalcioni su di lui ancora mezzo vestito a cavalcarlo, mentre lui mi accarezzava il seno attraverso il vestito. Era tanto stupendo che l'idea di chi fosse non mi preoccupava affatto; pensavo solo a quel pene che in un attimo era finito dentro di me e mi importava solo di vivermi quel momento. Sentivo e vedevo i miei capezzoli spingere insistenti sul vestito mentre le sue mani mi palpavano con decisione; ma volevo più contatto, mi sentivo carica e volevo di più; gli slacciai la camicia mettendo a nudo il suo petto liscio e ben disegnato dopodichè presi il mio vestito e in un sol movimento me lo sfilai restando solo con le scarpe, ben piu impegnative da togliere; Mi abbassai su di lui e rincominciammo a baciarci. Quando dopo alcuni minuti mi voltai verso la porta vidi Luca che, sicuramente incuriosito da qualche rumore, era venuto a vedere; stava immobile, come impietrito con gli occhi sgranati a fissare quella scena; quando gli sorrisi lui si avvicinò al letto; sentivo il suo sguardo addosso, ci osservava ed un gonfiore si faceva notare nei pantaloni; l'essere guardata così, durante quell'atto, mi eccitò ancor di più, facendomi sentire per la prima volta veramente disinibita e padrona del momento. Senza che nessuno dicesse una sola parola, gli slacciai i pantaloni e li feci cadere a terra insieme ai boxer, liberando finalmente quel pene; notai con piacere che anche lui come Andrea, che da sotto di me guardava la scena, era depilato; la sua virilità puntava turgida e desiderosa verso di me. Mi chinai leggermente e, aiutandomi con la mano sinistra, lo presi in bocca; subito cominciai a succhiarlo con vigore accogliendolo quanto più possibile nella mia cavità orale; non so cosa mi prese, era la prima volta che facevo una cosa simile, ma mi piaceva tanto, mi piaceva sentire le mani di Luca che, dopo lunghi attimi di esitazione, mi prendevano la testa per tenerla mentre vi affondava il pene, come anche sentire Andrea che mi palpava tutto il corpo mentre io continuavo a muovermi su di lui; avere due uomini a mia disposizione era una cosa del tutto nuova e mi eccitava da matti. Sicuramente eravamo tutti e tre abbastanza brilli ma si stava creando un feeling notevole. Quando sentii le due dita di Andrea che, abbondantemente umide di saliva, cominciarono ad accarezzarmi l'ano capii che quello che stavamo facendo era solo l'inizio. Presto quelle dita cominciarono a penetrarmi, forzando senza alcuna fatica il mio sfintere; l'eccitazione saliva ed il ritmo aumentava. Ad un certo punto interruppi la fellatio e guardando Luca negli occhi, mentre con la mano portavo una notevole quantità di saliva sul mio posteriore, gli dissi " vieni qui, ti voglio dentro di me". Ero completamente impazzita, mai prima di allora mi era capitato nemmeno di pensare una cosa simile, ma la voglia in quel momento era tanta; subito Luca non se lo fece ripetere e vestito della sola maglietta, salì sul letto posizionandosi dietro di me; tutti ci fermammo, immobili, in attesa di una qualche mossa di un altro; sentivo il suo glande premere sul mio ano senza forzarlo, come se avesse delle incertezze; intanto fissavo Andrea negli occhi, anch'esso immobile e confuso; dei brividi mi percorsero il corpo durante quegli istanti che sembravano lunghissimi, finchè non lo incitai dicendo " forza, entra, che aspetti, ma fai piano" Quando sentii il mio sfintere allargarsi ed il suo pene entrare fu una sensazione indescrivibile; mi si sgranarono gli occhi, un gemito uscì spontaneo e forte dalla mia bocca, le mani strinsero il lenzuolo; subito Luca si fermò e mi chiese se sentissi male; " Luca continua senza fermarti ti prego" risposi con voce trmolante. Altro che male, era stupendo!! Lentamente ricominciò l'affondo. Sentirli entrambi dentro di me fu unico e indescrivibile, ero piena e stretta come non mai era meraviglioso. Sentivo Luca affondare completamente nelle mie viscere mentre Andrea immobile non diceva nulla; ero in estasi, avrei voluto strappare le lenzuola con le mani; lentamente rincominciammo a muoverci; mi sentivo penetrare contemporaneamente da due parti, sensazioni fortissime mi giungevano al cervello mandandomi come in tilt; i movimenti erano del tutto scoordinati ma presto sentii un getto caldo invadermi la vagina; ancora infilata su di lui mi adagiai su Andrea, mentre dietro gli affondi di Luca diventavano sempre più decisi fino a concludersi con un'altro getto caldo, infinito, dentro di me; ancora qualche affondo e si fermò. Lo sentii sfilarsi, si sdraiò accanto a noi, il suo sguardo percorreva il mio corpo ancora aggomitolato, immobile e abbandonato su Andrea. Mi feci forza e mi spostai sdraiandomi anch'io tra di loro; in quel silenzio che nessuno aveva il coraggio di rompere mille pensieri viaggiavo per la mia mente, su quello che avevamo fatto, con chi era stato fatto, su quanto fosse stato bello e travolgente anche senza uscirne appagata e, se la cosa si sarebbe ripetuta.... Ero veramente confusa, forse spaventata, ma felice; sentivo il succo del loro piacere uscire dal mio corpo e bagnare il lenzuolo ma non avevo la minima intenzione di muovermi o fare qualcosa.... E così ci addormentammo. La mattina seguente mi svegliai sola, sopra le lenzuola, nuda ma con ancora addosso le scarpe; l'orologio segnava le 10.30, la mia testa girava, e dalla finestra sentivo i due in veranda parlare a bassa voce; non capivo bene cosa stessero dicendo ma percepivo una forte tensione per l'accaduto. I pensieri subito volarono alla sera prima, ed un fortissimo imbarazzo mi bloccò nel letto per un bel po'; cosa potevo dire? Potevo fare finta di niente? Come mi avrebbero guardato i due? Cosa pensavano di me? Dopo lunghi minuti di riflessione decisi di alzarmi ed affrontare la situazione cercando di sdrammatizzare il tutto. Per prima cosa avevo bisogno di rinfrescarmi le idee; Ero talmente confusa e tesa che percorsi il tragitto fino al bagno nuda e senza accorgermi di avere ancora i sandali ai piedi; entrando in bagno sentii un "buongiorno"; mi sporsi con la testa dalla porta e guardando verso la vetrata aperta sulla veranda con un sorriso risposi " buongiorno ragazzi, qualche minuto e arrivo". Tolte le scarpe subito m'infilai sotto la doccia. Uscii dal bagno avvolta in un asciugamano legato sopra il seno e mi diressi in veranda; i due erano praticamente muti ed una colazione mi attendeva già pronta sul tavolo. Li salutai ancora e li ringraziai; erano tesissimi e nessuno accennò all'accaduto. Il minuti passavano e quel clima di tensione era veramente imbarazzante; pronti per andare in spiaggia, mi feci forza e affrontai il discorso; i due subito cominciarono a scusarsi ma io li interruppi dicendo che la cosa era stata bella, anzi stupenda, che non avrebbe dovuto in alcun modo rovinare il nostro legame, che avevamo scoperto e vissuto qualcosa di nuovo; non ci dovevamo assolutamente preoccupare ma pensare solo a divertirci come avevamo fatto i giorni precedenti. E con queste parole cominciammo anche quella giornata. In realtà passarono molte ore prima che la tensione cominciasse a scendere considerevolmente. Il tempo passava cercando di essere il più normali possibile, ma io sentivo i loro sguardi un po' maliziosi scrutarmi, diversamente dal solito; e devo ammettere che la cosa cominciava a stuzzicarmi, ed il pensiero della sera prima, comunque sempre presente in tutta la giornata si stava trasformando in desiderio. Alcune occhiate e sguardi particolari cominciarono ad incrociarsi tra di noi ma subito tentavamo di sviare. Sicuramente quello che provavo io era identico a quello che provavano loro; la voglia di rivivere quei momenti stava tornando. Tornammo a casa col tramonto dove il frigorifero praticamente vuoto ci obbligò ad uscire nuovamente a cena. Doccia veloce e preparativi, ma nella mia testa un solo pensiero: la voglia di riaverli entrambi era ormai certa! Decisi allora di stuzzicarli un po' e vedere cosa sarebbe accaduto; quale modo migliore di cominciare se non l'abbigliamento?volevo essere sexy ma non troppo vistosa. Un vestitino nero di cotone, semplice, maniche cortissime, morbido, stretto da un elastico solo in vita per poi allargarsi in una morbida gonnellina a balze fino a mezza coscia; ovviamente niente intimo. Un paio di sandali color bronzo Allacciati alle caviglie con il solito tacco 12 ed eccomi pronta. Li raggiunsi in veranda dome mi stavano aspettando seduti e chiesi "come sto? Vado bene?" girandomi con decisione su me stessa; quella giravolta fece salire la gonna mettendo a nudo le mie intimità; i due impietriti dissero "perfetta!!!!" Li incitai ad alzarsi per andare a cena; li vedevo confusi, e la cosa mi intrigava ancor di più; avevo praticamente gettato l'amo, facendogli capire le mie intenzioni. La cena passò apperentemente come le altre ma i pensieri di tutti e tre erano sicuramente altrove; io mi sentivo eccitata e non vedevo l'ora di tornare a casa. Dopo la solita passeggiata eccoci sulla strada del ritorno; la tensione saliva in tutti, sapevamo cosa sarebbe sicuramente accaduto; in macchina poche furono le parole, solo la musica accompagnava i nostri pensieri sporchi. Una volta in veranda fui io a rompere il ghiaccio che si stava creando dicendo "solito mirto?" I due si sedettero, Luca in mezzo al divano e Andrea sulla poltoncina a destra, mentre io andai a prendere la bottiglia e tre bicchieri. Versando il mirto la tesione che mi percorreva era a mille, quasi da farmi tremare la mano, così cominciai a parlare su cosa avremmo potuto fare il giorno dopo. Gli porsi i bicchieri e mi sedetti sul divano alla destra di Luca; passò solo qualche minuto e nemmeno mezzo mirto e di scatto, mentre parlava, mi girai verso Luca e lo baciai interrompendone le parole. Eravamo tutti tesi e sicuramente nessuno di loro avrebbe preso l'iniziativa, così lo feci io. Qualche istante ed ecco che le nostre lingue erano intrecciate in un bacio carico e deciso; subito cominciai a sbottonargli la camicia e con una mano cominciai ad accarezzargli il petto; poi scesi fino a quel gonfiore che premeva nei pantaloncini e cominciai ad accarezzarlo. Presto li slacciai vi estrassi il pene per continuare con le carezze; poi inginocchiatami sul divano, lo presi in bocca e cominciai a leccarlo e succhiarlo. In quella posizione sentivo il vestito sollevato e le mie intimità esposte, proprio in direzione di Andrea che fino a quel momento era rimasto solo a guardare; mi sentivo i suoi occhi desiderosi addosso e la cosa mi faceva impazzire; stavo scoprendo di apprezzare il fatto di essere guardata durante un atto sessuale, ma ancor di più desideravo una sua partecipazione. Impegnata in quella fellatio, divaricai le gambe ed inarcai ulteriormente la schiena come per invitarlo; qualche istante e sentii la sua lingua appoggiarsi sul mio ano, mentre poco più sotto il mio sesso già abbondantemente umido di umori desiderava solo attenzioni. Era bellissimo, tutto stava nascendo in quei momenti, il feeling la complicità tutto era meraviglioso. Dei brividi mi percorrevano tutto il corpo mentre lui sempre più concentrato sul mio posteriore lo bagnava per bene e lo penetrava prima con uno e poi con due dita, senza però nemmeno sfiorare la mia vagina sempre più vogliosa. Ero in estasi, la voglia di sentirli entrambi dentro di me era irrefrenabile così uscii da quell'intreccio per poi sedermi su Luca dandogli le spalle; durante la discesa con una mano portai il pene sul mio ano e lentamente mi infilai su di esso; scivolò dentro senza nessun problema e alcun dolore,accompagnato da un mio gemito di piacere. Portai le gambe all'esterno delle sue divaricandole, i piedi ben appoggiati a terra grazie anche ai tacchi alti e le mani indietro appoggiate allo schienale; cominciai a muovermi su di lui e lui ad accompagnare col bacino gli affondi. Presto Andrea s'inginocchiò tra le nostre gambe divaricate, mi sollevò la gonna, ammirò qualche istante quello che stava accadendo e finalmente appoggiò le sue labbra al mio sesso; ebbi un fremito, sentirlo succhiare il mio clitoride, leccarmi senza tralasciare nemmeno un centimetro di quella sensibilità mentre dietro Luca affondava dentro di me era veramente unico. Ma ormai volevo di più, appoggiai i piedi sul bordo del divano divaricando ulteriormente le gambe e con voce tremolante gli dissi " voglio anche te, ti voglio dentro di me, ora....". Lui si alzò in piedi, in un attimo si liberò degli indumenti, poi puntò il pene sulla vagina, ed in un sol affondo fu dentro di me. Ecco di nuovo quella sensazione, più forte, indescrivibile; mi lasciai andare in un gemito pazzesco, le braccia cedettero, le gambe tremavano; subito mi aggrappai ad Andrea mettendogli le braccia intorno al collo mentre lui cominciò ad affondare. Non capivo più nulla, era veramente stupendo; presto il ritmo divenne perfetto, io mi stringevo sempre più ad Andrea mentre lui si reggeva appoggiandosi allo schienale; li sentivo affondare in me, sempre più velocemente quando d'un tratto, completamente inaspettato venni violentemente invasa da un orgasmo fortissimo, lunghissimo, come mai avevo provato; non riuscii a trattenere dei gemiti, quasi grida, che sicuramente furono sentiti dai vicini. I due non accennarono a fermarsi, il mio corpo tremolante era ormai senza forze quando sentii uno schizzo bollente, seguito da altri due più deboli, dentro in profondità al mio retto. Luca si fermò, mentre Andrea non accennava ad interrompere gli affondi. Fui io ad allontanarlo per divincolarmi da quell'incastro; subito lo rassicurai dicendo " tranquillo, non ho intenzione di lasciarti a metà..." e mi inginocchiai sul bordo del divano, con le gambe divaricate, appoggiandomi con le braccia e la testa sullo schienale; alle parole " dove vuoi tu Andrea" lui si posizionò dietro di me e subito s'infilò nel mio ano ancora dilatato dal pene di Luca. Affondava con decisione fino a sbattere rumorosamente sulle mie natiche, scivolando liberamente nelle mie natiche come se nulla fosse; io ero distrutta, a stento mi reggevo sulle gambe, il respiro che lentamente riprendeva il ritmo normale, quasi non mi accorgevo di quegli affondi, come fossi anestetizzata. Ci vollero lunghi e interminabili minuti sotto gli occhi dell'amico, prima che anche Andrea liberasse tutto il suo piacere dentro di me; qualche affondo ancora e si sfilò dal mio ano che sembrava non voler più tornare alla normalità; si sedette sul divano stremato ed io con le ultime forze feci lo stesso. Nessuno disse nulla e cademmo in un abbiocco quasi immediato. 5331 5 10 anni fa
- 3 anni fa il mondo saffico, la scoperta Un week end di luglio come tanti, io e Francesca, la mia amica da una vita, eravamo a casa sua alle 5 terre; una casa stupenda, immersa nel verde, ma con una vista mozzafiato sul mare.Il blu di una piscina circondata di teak su tre lati si perdeva come sciogliendosi nel mare sullo sfondo. Una scalinata lunghissima scendeva per la ripida collina per qualche centinaio di mt fino al mare; una scalinata che in tutti gli anni passati lì, prima con i genitori e poi con i rispettivi fidanzati, forse avevo percorso meno di 10 volte. Sempre ci limitavamo a restare a bordo piscina, più comodo e rilassante. Quella domenica eravamo sole, fuggite da Milano il venerdì, lasciando in città i nostri compagni che non potevano muoversi chi per un motivo chi per un altro. Eravamo sdraiate sul lettino a bordo piscina entrambe in topless, completamente rilassate sotto quel caldo sole; ad un certo punto Francesca vide sulla rivista che stava sfogliano la pubblicità di un costume che non lasciava segni di abbronzatura; io le dissi che non avevo comunque segni, visto che spesso prendevo il sole senza, a casa sul terrazzo o al mare se con il fidanzato o sola; Il discorso presto si spostò sul nudismo, e tutto ciò che ne derivava. Ad un certo punto Francesca disse, "ok allora togliamoci pure tutto tanto siamo solo noi" e sorridendomi si sfilò gli slip; io, da sempre priva di vergogna, feci lo stesso. Francesca è una ragazza stupenda un bel fisico, bionda e occhi azzurri; unica cosa che non condividevo ( ma per puro gusto personale) era la peluria, seppur poca e molto chiara, che circondava molto discretamente il suo pube e le chiesi se avesse mai provato a togliersela. Lei mi rispose che spesso ci aveva pensato ma la paura di farsi male era troppa; dal nudismo si era passate al pelo si e pelo no... Ad un certo punto mi offrii per farglielo io se la paura di farsi male da sola era così tanta. "ok ci sto, sono troppo curiosa di sapere come ci si sente, fammelo ora!" mi disse. Quale momento e luogo migliore per depilare il pube alla mia amica se non un pomeriggio a lato piscina sotto il sole? Ma non potei dire di no, ero io che mi ero offerta! Così mi legai il pareo in vita a mo' di gonna ed entrai in casa a prendere l'occorrente; tornai dopo alcuni minuti con della schiuma da barba (probabilmente di suo padre) il mio rasoio, una bacinella di acqua calda ed un piccolo asciugamano; Francesca divaricò le gambe e dopo averla tamponata con acqua calda cominciai a spalmarvi la schiuma. Presto il suo basso ventre fu libero di peli ed era il momento di procedere più in basso; le allargai ulteriormente le gambe e tenendo la pelle tesa con l'altra mano, cominciai a radere. Piano piano compariva una vulva rosa, dalla pelle chiara, bellissima; scorrevo con le dita all'interno di essa per tenderne bene le labbra, mentre Francesca stava immobile ad occhi chiusi. Finito il mio lavoro mi fermai qualche istante ad ammirarla, non mi era mai capitato di guardare così un'intimità femminile; sorridendo le dissi " e ora la prova morbidezza" e subito le stampai un bacio sul clitoride; lei ebbe un leggero sussulto ed io, staccatami di qualche centimetro, immobile, percepivo un leggero sapore di umori sulle mie labbra; evidentemente tutto quel mio fare innocente non era stato poi così innocuo. Rimasi qualche istante immobile, stranita e confusa, ma poi lentamente mi riavvicinai e riappoggiai le labbra sul suo sesso; il bacio fu più lento e delicato, decisamente diverso dal precedente. Sentivo il suo clitoride turgido tra le mie labbra, lo succhiai con delicatezza e la mia lingua cominciò a leccarlo; mi piaceva il suo sapore e cominciai a cercarne sempre di più passando tutto il suo sesso. La leccavo dal clitoride alla vagina dentro e fuori le labbra; ero confusa ma la cosa mi piaceva e piaceva pure a lei; presto cominciò ad accompagnare i miei movimenti con il bacino e senza dire una parola mi prese la testa con le mani come per tenermi lì, mentre io la tenevo per i fianchi. Mi sentivo premere il suo sesso sulla faccia; i miei baci divennero più insistenti, come anche i suoi movimenti; cominciò a gemere, sempre più forte, finchè non esplose in un fantastico orgasmo. Quando mi fermai, imbarazzata, rimasi ad ammirare quell'intimità, mentre lei, immobile, con voce tremolante, mi chiese " e questo cosa significa?" io le risposi che non ne avevo idea, che non mi era mai capitato e conclusi dicendo che avevo bisogno di rinfrescarmi; mi tolsi il pareo e mi tuffai in piscina. Lei restò alcuni minuti sul lettino immobile poi mi raggiunse. " É stato bellissimo Elisa, ma non credo che questo significhi un qualcosa di preciso" mi disse avvicinatasi a me; " certo, credo proprio di no, mi sono solo fatta prendere dal momento, ma non è nulla" risposi. Di nuovo sdraiate sul lettino rincominciammo a chiacchierare, ma non riuscivo a non ammirarne la bellezza; in più lei si accarezzava per scoprire e gustarsi il suo nuovo look senza far mancare apprezzamenti e la cosa non mi lasciava certo indifferente. Il guardarla mi eccitava e sentivo il mio intimo inumidirsi. Vista l'ora che si era fatta decidemmo di ripartire per Milano il mattino seguente molto presto avendo così ancora tutta la sera per riordinare casa. Ci coprimmo entrambe con un pareo legato sopra il seno ed in poco tempo riordinammo tutto. 2 spritz, un piatto di prosciutto e formaggio, sedute sul lettino matrimoniale una di fronte all'altra ed il sole che scompariva all'orizzonte, tutto era meraviglioso; ci fissammo negli occhi, immobili, poi le nostre bocche lentamente si avvicinarono, si unirono in un nuovo stupendo bacio; la sensazione fu stranissima, le labbra morbide, la pelle priva di barba, tutto era una stupenda novità. Le lingue s'incontrarono, le mani cominciarono ad esplorare il corpo altrui e i parei subito vennero slacciati lasciandoci nude; sdraiandoci il piatto cadde a terra rompendosi ma la cosa non interruppe ciò che stava succedendo. I nostri corpi a diretto contatto erano eccitati, vogliosi di quella novità appena scoperta. Francesca era sopra di me quando lentamente baciandomi scese fino in mezzo alle mie gambe; subito le divaricai e mi abbandonai alle attenzioni della mia compagna. Sentivo le sue labbra succhiarmi e la sua lingua leccarmi come mai nessuno aveva fatto; era delicata ma decisa, tutto era meraviglioso. Cominciai a sentire dei brividi, delle scariche percorrermi il corpo; istintivamente cominciai ad accarezzarle i capelli, sentivo i fremiti e la tensione salire, era incredibile; stupita capivo che a breve avrei avuto il mio primo orgasmo attraverso un rapporto orale; mai prima di allora mi ero sentita così e in un attimo venni travolta da quell'esplosione meravigliosa lasciandomi andare ad un rumoroso gemito. Francesca sollevò la testa e mi disse " te lo dovevo, e ammetto che non è per niente male" Col respiro ancora affannoso e lo sguardo fisso al cielo le risposi sorridendo; non sapevo che dire, era stato bellissimo . Con molta calma riordinammo le ultime cose e andammo a letto. Dormivamo sempre insieme ma quella notte fu diverso, nude e abbracciate, il mio corpo contro il suo, sembrava un incastro perfetto. Parlammo dell'accaduto e su come ci saremmo dovute porre con i nostri fidanzati optando alla fine sul mantenerlo segreto per il momento. Infine, sempre abbracciate ci addormentammo. Il mattino sveglia all'alba, caffè, ci preparammo velocemente, mi infilai un vestitino e un paio di sandali, una mise perfetta per l'ufficio, e salimmo in macchina. Un viaggio tranquillissimo e Francesca mi lasciò puntuale in ufficio, mentre lei decise di andare a svegliare il suo fidanzato con il suo nuovo look 'morbido' dicendomi che poi mi avrebbe fatto sapere. In ufficio io continuai a pensare su quella domenica e sul nuovo meraviglioso rapporto che era nato con Francesca. Questo fu solo l'inizio di una nuova avventura che ancora oggi continua in modo stupendo. 3460 7 10 anni fa