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La vacanza, la prima volta (cap 3)

Arrivati a casa fui la prima a fare la doccia, mentre i ragazzi improvvisarono uno spuntino in veranda; l'acqua scorreva tiepida sul mio corpo, con le mani insaponate mi passavo ogni centimetro, il mio intimo sensibile al tocco avrebbe desiderato di più, ma la mia testa fissa su quel pensiero ne castigava le voglie; passandomi tra i glutei sentii il mio buchino ancora sensibile e un leggero bruciore mi riportava a poche ore prima; ma non mi interessava, li volevo provocare entrambi fino ad essere presa da quei due maschi, si perchè in quel momento, nei miei pensieri, non erano più amici o altro, solo due maschi con cui fare sesso!

Uscita mi avvolsi in un asciugamano, e con i capelli ancora bagnati li raggiunsi in veranda; era l'ultima sera e decidemmo di fare un giretto al mercatino del paese; mangiammo velocemente qualcosa e poi, mentre loro due si docciavano e preparavano, io in camera a cercavo una mise che, senza cadere nel volgare avrebbe fatto scattare in loro la molla; questa volta proprio non volevo essere io a prendere l'iniziativa. Sapevo che l'abbigliamento  aveva una forte influenza, e così ormai lo usavo a mio favore; mi sentivo disinibita come mai prima, e decisi di osare più del solito; le scarpe erano già decise e le indossai subito: un sandalo color bronzo con un plateau di un paio di centimetri davanti e il solito tacco 12, allacciato da una sottile fibia alla caviglia. Mi guardai allo specchio, nuda su quei sandali, erano perfetti; poi mi misi davanti all' armadio a cercare; eccolo un vestitino verde scurissimo, morbido sui seni che comunque lo riempivano,  manichine appena accennate ma spalle scoperte, con un'apertura sulla schiena fin poco sopra le natiche dove un elastico lo faceva aderire prima di svilupparsi nella gonna cortissima, qualche centimetro sotto i glutei, ma non troppo aderente. Lo infilai e mi guardai allo specchio ancora; era veramente corto, le gambe sembravano infinite e dietro mi copriva proprio al pelo, ma il bordo leggermente elasticizzato lo teneva al suo posto. Presi la pochette bronzo in mano e midiressi in veranda dove i due, sempre vestiti sportivi già mi attendevano. " heyyy che spettacolo che sei!!!!" esordì Luca; io sorrisi e dissi " grazie, ma ora andiamo se vogliamo vedere un po' di mercatino, sono quasi le 11" e ci dirigemmo alla macchina. Camminando mi sentivo veramente nuda, in macchina poi avevo il sedere a diretto contatto con la pelle dei sedili; in fondo sarebbe stata una semplice passeggiata, senza movimenti strani, nessuno avrebbe notato nulla,tranne loro.

Arrivati in paese,  passeggiando tra le bancarelle sentivo i loro sguardi addosso, perennemente vogliosi, un gonfiore si notava in entrambi i jeans ed io sorridevo; questi apprezzamenti silenziosi mi caricavano, la voglia c'era, anche se il lieve fastidio dietro persisteva. Innocente tra la moltitudine di gente, mi chinavo leggermente a guardare braccialetti sapendo però che il vestito si sarebbe spostato un poco, giusto per vedere le loro reazioni; in effetti erano disorientati da tanta spregiudicatezza, e a volte si mettevano dietro come per evitare che qualcuno vedesse.

D'un tratto arrivò la chiamata di una coppia di amici miei che, sapendo della nostra partenza per il giorno successivo, ci chiesero se volessimo andare a ballare con loro; Luca e Andrea subito dissero di si, così fissammo l'appuntamento davanti al locale per le 12.30.  Io ero un poco titubante per via del mio abbigliamento, avrei preferito qualche centimetro di gonna in più, ma pensai anche al buio, al caos e ai 2 cavalieri che mi accompagnavano.

Nel locale, fortunatamente all'aperto, subito bevemmo un drink a testa, ma fu il secondo che mi tolse veramente tutte le inibizioni e i pensieri. Presto eravamo tutti a ballare, ed io, per nulla preoccupata del vestito che comunque sembrava stare abbastanza al suo posto, mi muovevo tra loro due che mi stavano sempre appiccicati; ad un certo punto ne avevo uno dietro e uno davanti che mimavano ai nostri amici un bel sandwich con me come hamburger, i quali, ignari del nostro gioco, ridevano come matti.

Il tempo passava, continuavamo a ballare sempre vicini, e le loro mani ormai mi accarezzavano di nascosto, prima uno poi l'alto, anche insieme, sopra e sotto la gonna; sentivo le loro mani ovunque, li in mezzo a così tanta gente, ma la cosa mi piaceva, mi eccitava; era un segnale, ce la stavo facendo, sicuramente a casa mi sarebbero saltati addosso; i miei pensieri volavano, il desiderio di essere posseduta senza controllo era ormai incontenibile; mai in vita mia avevo desiderato la sottomissione, ma li, in quel momento, i loro respiri, i loro odori, mi portavano verso quella che per me era una nuova esperienza mentale. Percepivo il loro desiderio, e sentivo la loro virilità premermi sul corpo, davanti, dietro, da ogni parte. Alle 2.30 circa, ormai al culmine, decidemmo di tornare a casa, salutammo i nostri amici ed uscimmo; io ero carica, desiderosa ed eccitata; sentivo il momento avvicinarsi e la tensione salire.

Stavamo camminando in direzione della macchina, il paese era ormai deserto, pochissima gente per la strada; ad un certo punto sentii la mano di Andrea che stava accanto a me, scorrere delicatamente sulla schiena nuda fino all'elastico, infilarsi dentro il vestito e palparmi le natiche; io lo guardai e lui mi sorrise. Presto un suo dito, il medio credo,  scivolò tra i glutei fino  a raggiungere il mio sesso, umido di umori ormai da tempo; io non capivo più nulla, lo avrei fermato ed appicicato al muro, lì in mezzo al paese, ma volevo sempre più essere io la sottomessa; quel dito, quasi  subito tornò tra i glutei, fino al mio ano; mi stuzzicava lí, dove ero ancora sensibile dal pomeriggio, e poi d'un tratto vi s'infilò dentro; io ebbi un sussulto e mi fermai ma lui spingendomi mi fece subito riprendere il passo. Luca in tutto questo era poco avanti a noi senza accorgersi di nulla; sentivo quel dito infilarsi dentro di me seguendo il ritmo dei passi, era bellissimo, ed io ormai mi sentivo nelle loro mani. Fu così fino alla macchina, salii dietro sedendomi in mezzo a gambe leggermente divaricate; Andrea alla guida sguardo fisso alla strada, di tanto in tanto guardava nello specchietto incrociando il mio sguardo. Luca invece più libero, si girava parlandomi e cercando di scrutare di più nel buio. Io mi sentivo scandalosamente eccitata, gli umori mi colavano tra le natiche fino a bagnare il sedile, ormai il desiderio era insopportabile; mancavano pochi minuti all'arrivo e la tensione saliva, i pensieri correvano a come avrebbero approcciato, a come avrei voluto che accadesse; loro parlavano ma io ero come in un altro mondo, immersa nelle mie immagini scandalosamente hard!!

Arrivati a casa scesi dalla macchina e senza nemmeno risistemare la gonna che sentivo appena sollevata presi il sentiero verso la veranda seguita dai 2 che continuavano a parlare; ormai c'eravamo, appoggiai la borsa sul tavolo emi sedetti sul divanetto in attesa della loro mossa; ma i due immediatamente mi salutarono dicendo che erano stanchi e si diressero nelle loro camere. Rimasi impietrita, stupita; poi pensai che fosse uno scherzo e che presto sarebbero tornati; ma dopo alcuni minuti, sola in veranda, delusa e affranta me ne andai in camera; ancora vestita mi sdraiai sul letto. Continuavo a pensare a cosa fosse successo, mi sentivo rifiutata; ripassavo ogni istante di quella serata cercando un mio comportamento sbagliato, mi sentivo veramente male, tutta l'eccitazione di poco prima era scomparsa in un istante; dopo circa un quarto d'ora sentii un rumore: Luca era sulla porta della camera con solo i jeans; mi fece cenno di seguirlo. Mi alzai dal letto e lo seguii; appena i veranda gli chiesi cosa fosse successo, gli dissi che pensavo di aver fatto qualcosa di sbagliato senza specificare cosa mi aspettassi ma entrambi lo sapevamo; Luca m'interruppe e mi disse che non era colpa mia, anzi; mi spiegò che era stata un'idea di Andrea, vedendomi così carica e lanciata senza inibizioni pensò, con un po' di cattiveria, di lasciarmi a bocca asciutta fino al giorno successivo, quando secondo lui avrei dato il meglio di me. Ma lui, che già appoggiava poco quell'idea, nel vedermi affranta, aveva voluto chiarirsi; subito lo abbracciai e mi venne naturale dargli un bacio, che subito si trasformò, le lingue s'incontrarono e si articolarono in movimenti di passione. Gli sussurrai " andiamo in camera di Andrea, facciamogli una sorpresa"; ma lui non volle e mi  rispose " no, stasera ti voglio tutta per me". Non mi sarei mai aspettata quell'affermazione, ma annuendo gli risposi " ok, ma sappi che se mi vuoi tutta per te dovrai fare per due perchè è ciò che mi sarei aspettata stasera"; lo presi per mano e attraversai il prato verso il mare che stava poco più in la, oltre il cancelletto che dava sugli scogli.

Era stupendo, la sola luce della luna, si rispecchiava in mare illuminando appena  tutto lo scenario. Subito Luca mi appoggiò con la schiena ad una roccia alla mia destra, mi appoggiò le mani ai fianchi e rincominciò a baciarmi. Sentivo le sue mani carezzarmi ovunque, prima sopra e poi sotto il vestito; mi palpava i seni, e poi sotto, tra le gambe dove mi sentivo nuovamente un lago. Mi prese il vestito e con un sol movimento me lo sfilò dall'alto e lo lanciò verso il cancelletto; mi guardò per un istante e mi disse " sei stupenda, mi ecciti da matti nuda su quei tacchi"; gli sorrisi ed in silenzio gli slacciai i jeans facendoli cadere a terra; lui se li sfilò del tutto,  non aveva intimo,  il suo pene eretto e duro puntava voglioso verso di me. Lo vidi chinarsi davanti a me, in ginocchio, e sentii la sua lingua appoggiarsi delicatamente subito sul mio clitoride; mi succhiava e leccava stupendamente portandomi presto all' apice dell'eccitazione; poi mi fece girare leggermente chinata in avanti, divaricai le gambe e lui in piedi dietro di me, mi  prese per i fianchi e in un sol affondo s'infilò nella mia vagina fino in fondo. Lanciai un rumoroso gemito di piacere, e subito cominciò a penetrarmi vigorosamente; era tutto bellissimo, lui dentro di me, la luce della luna che ci illuminava, il rumore delicato della risacca, il profumo salato di mare mischiato a quello del mirto, tutto era perfetto. Lo feci sedere su di una roccia e gli salii a cavalcioni rinfilandomelo subito in corpo; le mie braccia intorno al suo collo, le sue labbra sui miei seni, le sue mani impegnate con i miei glutei; cominciai a cavalcarlo, il clitoride strusciava sensibile su di lui, le gambe presto cominciarono a tremare, aumentai il ritmo,  brividi mi percorrevano il corpo ed ecco che un orgasmo sopraggiunse veloce e deciso, accompagnato da gemiti malamente soffocati. Mi fermai qualche istante, poi mi alzai per chinarmi seduta sui talloni a cosce divaricate davanti a lui, presi il pene con una mano e vi avvicinai la bocca, la aprii e lo accolsi; cominciai a succhiarlo con forza mentre con la lingua accarezzavo il glande; scendevo il più possibile fino a sentirlo picchiare in fondo al palato per poi risalire e ridiscendere; lo fissavo, i nostri sguardi s'incrociavano, le sue mani dolcemente mi accarezzavano la testa come per tenermi li; Luca cominciò ad emettere dei lievi e sordi gemiti, le mani si allontanarono dalla testa, il pene cominciò a contrarsi, stava per venire; continuai il mio salire e scendere, lo succhiai con più forza finché un getto caldo mi colpì con forza il palato, poi un altro e ancora un altro; la mia bocca era piena del suo piacere, cominciai a deglutire, ad ingoiarlo tutto;  mi staccai dal suo membro lasciandolo pulito, mi alzai in piedi, lo presi per mano, lui si alzò, lo baciai e gli dissi " è ora di andare a nanna.... E se vuoi puoi stare con me". Lui mi disse che preferiva tenere la cosa segreta; annuii, gli diedi la buonanotte, un ultimo dolce bacio, raccolsi il vestito e nuda mi diressi in camera, mi tolsi le scarpe e mi sdraiai sul letto; era tardissimo,buio, la luna filtrava dalle persiane, mi sentivo appagata e felice, sentii Luca passare davanti alla camera sussurrandomi la buonanotte e dirigersi in camera.

Il sonno mi rapì e felice mi addormentai


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