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la vacanza, la prima volta (cap 4)

Ecco che l'ultimo giorno di quella vacanza tanto speciale era cominciato; quella mattina mi alzai praticamente subito; erano già le 10, si doveva riordinare e pulire casa, chiuderla, caricare la macchina e cercare di godersi le ultime ore di mare prima del traghetto. In tutto questo io dovevo riuscire nel mio intento; si perché ormai era diventata un'ossessione, mi sentivo quasi malata.... di sesso. Mi avvolsi nel pareo bianco e andai in veranda, da sempre punto di ritrovo; ero la prima, cominciai a preparare la colazione e mi sedetti al tavolo. Guardavo all'orizzonte il mare piatto, spalmavo della marmellata ed intanto pensavo a loro, al sesso, e cominciai a pianificare la giornata; nella mia testa ovviamente tutto era incentrato sulla provocazione, luoghi, abbigliamenti, tutto era per un solo scopo.

I due presto mi raggiunsero, quasi in contemporanea, esposi i programmi e andai in camera a preparare la valigia.

Pulivamo e riordinavamo casa ma i loro sguardi sempre su di me, sul mio corpo molto poco nascosto per trasparenze e misure del pareo; percepivo una differenza negli sguardi di Luca con il quale ci scambiavamo di tanto in tanto sorrisi complici a ricordo della nostra fuga sugli scogli.

In poco più di un'ora tutto fu pronto e la macchina caricata;dovevo vestirmi e avevo bisogno qualcosa che andasse bene sia per la spiaggia che per il viaggio in nave; presi dall'armadio un vestito molto particolare comprato l'anno prima in spiaggia ad Ibiza. Erano due stoffe dalla forma irregolare, una beige ed una marrone, unite tra loro con dei bottoni, ma la particolarità era che a seconda di come le indossavi e legavi diventavano 7 vestiti diversi, lungo o corto scollatto o non, bastava usare la fantasia. Lo legai sotto le spalle, lo passai a fasciarmi i seni per poi scendere fino in vita dove si sviluppava una minigonna larga per legarsi infine appena sopra il sedere. Lo abbinai alle zeppe del giorno prima e la mise risultò perfetta.

Chiusa casa salimmo in macchina con tutto l'occorrente per la giornata di mare a portata di mano; cominciai a dare indicazioni per una baia molto poco conosciuta dai turisti; dopo circa 10 minuti di sterrato arrivammo al piccolo parcheggio dove solo altre 2 macchine erano in sosta; altri 5 minuti a piedi per una ripida discesa e di fronte a noi si aprì la baia.

Era un ferro di cavallo composto da una spiaggia di un centinaio di metri e da altre 2 più piccole, tutte separate da scogliere. Io continuai il sentiero fino alla più lontana. Le uniche persone erano nella più grande e alla fine distavano da noi tre o quattrocento metri; dietro di noi una pineta. Luca stese il grande telo che ci avrebbe ospitati e si sdraiò insieme ad Andrea, lasciando lo spazio per me nel mezzo; io intanto in piedi guardando il mare armeggiavo con il vestito, fino a togliermelo; con solo la parte più chiara ne feci una microgonna e mi sdraiai tra di loro. Andrea dopo un po' mi chiese perché non mettessi il costume, ed io gli risposi che non l'avevo portato. " ma come non l'hai portato!" esclamarono in coro " e per fare il bagno come fai?" continuò Luca; " semplice Luca, si fa così!" mi alzai, slacciai il nodo della gonna che cadde a terra e nuda mi diressi in mare.

Allontanandomi dal bagnasciuga sentivo l' acqua fredda salire, ma inesorabile e lenta continuai; quando mi raggiunse l'intimo ebbi un brivido di piacere, ancora qualche passo e mi tuffai; era stupendo, nuotavo a pelo d'acqua, sentendomi accarezzata dalla natura fresca e presente. Presto mi raggiunsero pure loro, chiacchieravamo, nuotavamo, finché non gli presi i pantaloncini ad entrambi e glieli tolsi lanciandoli sulla spiaggia; erano preoccupatissimi di poter essere visti... " ma secondo voi quelle persone a quella distanza stanno a guardare noi, puntini in mare?" dissi sorridendo. Chiacchiere e lievi strusciamenti e presto i loro sessi vinsero il freddo dell'acqua inturgidendosi timidamente; a quel punto stuzzicati per bene, mi diressi alla spiaggia ed uscii, raccolsi i loro costumi e mi sdraiai subito sul telo. Sentivo le gocce scivolare sul mio corpo, fredde in contrasto con quel sole bollente di mezzogiorno, giacendo nuda, in attesa dei due cavalieri, che tardavano l'uscita. Ero eccitata, viscida e calda tra le gambe, desideravo ancora essere presa da loro due e questo mio stuzzicarli, faceva forse più effetto su di me.

La giornata proseguiva, i due quasi sempre a pancia in giù come a nascondere un'erezione ormai costante ,ed io ormai all'apice non riuscivo più ad attendere. Mi riannodai quella specie di microgonna in vita, mi alzai e dirigendomi verso la vegetazione a pochi metri da li dissi a Luca che avevo bisogno di lui. Lui si alzò s'infilò il costume e mi raggiunse; appena dietro un cespuglio all'inizio della pineta, lo baciai e con una mano subito gli accarezzai il pene; le sue mani subito raggiunsero il mio corpo, mi accarezzava, mi palpava ovunque. La voglia era incontenibile in entrambi, lo si percepiva dalla foga quasi famelica che gestiva i nostri approcci col corpo altrui; " serve una mano anche da me?" la voce di Andrea interruppe quel momento da dietro di me; capì che stava per riaccadere, li avrei avuti nuovamente entrambi, insieme; mi girai, gli sorrisi e piegandomi a 90 gli abbassai i pantaloncini e subito gli presi in bocca il pene; lo succhiavo e leccavo gustandone il sapore salaticcio del mare, ma Luca dietro di me non si lasciò scappare l'occasione e subito mi afferò ai fianchi e s'infilò in un sol colpo dentro di me; un brivido mi percorse e accennai un gemito soffocato sul pene di Andrea. Luca mi penetrava scivolando nel mio sesso umido e bollente mentre Andrea mi affondava in bocca fino a picchiarmi sul palato molle. Un dito di Luca umido di saliva tra le natiche subito si diresse all'ano, carezzandolo e violandolo; era il segnale che presto li avrei avuti di nuovo insieme.

Ero tesa, eccitata, spinta con vigore, la gonna ormai era sotto il seno e intanto continuavo a succhiare Andrea. D'un tratto delle voci molto vicine c'interruppero; come delle molle ci staccammo e ricomponemmo i vestiti in un secondo; un gruppo di ragazzi si stava piazzando nella spiaggettina appena prima della nostra; solo qualche albero e qualche scoglio ci separava da loro, così affranti e tesi ci dirigemmo nuovamente in spiaggia. Luca e Andrea si tuffarono, mentre io non potendo perché sarei stata sicuramente vista, li attesi sul telo; pensavo alla sfortuna di quel momento mentre sentivo ancora tra le mie gambe le conseguenze di quell'eccitazione e di quell' amplesso interrotto; sembrava che il destino non volesse più farci unire in quel magico trio.

Era giunta l'ora di dirigerci in porto; ricominciai ad armeggiare con il vestito fino ad indossarlo; ora legato dietro il collo lasciava la schiena scoperta scendendo morbido sul seno, incrociandosi sotto di esso per poi passare dietro incrociarsi in un nodo ed infine annodarsi nuovamente sul davanti; così era cortissimo, più lungo ai lati ma terribilmente corto in mezzo tanto da non coprirmi nemmeno i glutei. I due intanto con i costumi ancora bagnati si erano vestiti con solo i pantaloncini e la maglietta. Durante il tragitto che ci separava dalla macchina Luca da dietro continuava a stuzzicare il mio posteriore con carezze decise e inequivocabili....voleva il mio sedere.

In macchina i pensieri continuavano fissi, ostinati e nemmeno mi accorsi che la mano lentamente era finita tra le gambe e lentamente stuzzicava il clitoride; pensavo a quanto fosse incredibile, erano ormai 3 giorni che ero perennemente eccitata con pensieri che ostinatamente pervadevano la mia mente; quanto sarebbe andato avanti tutto questo? Ero veramente stupita.

Giunti al porto non feci altro che slegare il nodo sul davanti ed il vestito si allungò in una gonna dal taglio irregolare ma lunga fin oltre al ginocchio, con 2 spacchi ai lati;

Saliti in nave occupammo le due cabine che avevamo a disposizione, poi ci recammo subito a cena; al ristorante sentivo gli occhi di Andrea che scrutavano nel vestito dal lato, da dove si poteva intravedere il mio seno; in più l'aria condizionata e gli strusciamenti del tessuto stimolavano i capezzoli che ormai puntavano vistosamente da sotto il cotone. Moby lines, offriva anche un discreto servizio bar quindi dopo la cena facemmo un giro e bevemmo un drink al bar sul ponte esterno. C'era vento e dopo il primo drink scesi in cabina per prendere un maglioncino. I due ragazzi mi accompagnarono per paura che mi perdessi; appena aprii la cabina Andrea mi prese per un braccio e con decisione mi portò dentro seguiti da Luca; la porta si chiuse rumorosamente e mi sentii spinta al muro di spalle; Andrea cominciò a baciarmi, subito le lingue s'intrecciarono in vorticose acrobazie nelle nostre bocche; ero stata presa d'improvviso, quando meno me l'aspettavo, e la cosa mi piaceva. Sentivo le sue mani sul mio corpo passarmi ovunque, infilandosi dai lati per raggiungere il seno che mi palpava con decisione quasi violenta; la frenesia dei movimenti aumentava, il tutto sotto gli occhi curiosi di Luca che ancora non partecipava; le mie mani cercavano un contatto diretto sotto i suoi vestiti, e le sue facevano lo stesso sotto il mio; quando la sua mano si appoggiò sul mio sesso, questo era già bagnato; sentivo le sue dita scivolare tra le labbra, infilarsi dentro di me in coppia e riuscire per finire a stimolare e carezzare il mio ano. Nervosamente gli sfilai la maglietta e gli slacciai i pantaloncini che caddero a terra lasciandolo nudo; presi in mano il suo pene turgido e cominciai a massaggiarlo; ora era lui di spalle al muro, continuavamo a baciarci e carezzarci, quando sentii il vestito sollevarsi fin sopra il sedere; mentre le mani di Andrea mi palpavano i glutei aprendoli, sentii la lingua di Luca appoggiarsi li, tra le natiche, e cominciare a leccarmi il sedere; istintivamente divaricai le gambe e inarcai la schiena per godere maggiormente di quelle attenzioni umide; lo sentivo scorrere intorno all'orifizio forzandone di tanto in tanto lo sfintere, mentre le dita di Andrea ormai si perdevano nel mio sesso e le nostre lingue sembravano non volersi staccare. Presto due dita si appoggiarono sul mio ano e con una lieve spinta vi penetrarono strette ma senza sforzo; Luca era in piedi dietro di me, nudo, sentivo il suo respiro sul collo, le sue dita si muovevano prepotenti dentro di me mentre quelle di Andrea facevano lo stesso davanti. Ero in estasi, mi sentivo indifesa chiusa in quei 6 mt quadri con due maschi eccitati, che mi avevano preso e portata dentro per un motivo ben preciso; la cosa mi piaceva, mi eccitava.

Sentii il glande di Luca appoggiarsi tra le natiche e spingere sullo sfintere; interruppi il bacio, appoggiai le mani alla parete accanto alla testa di Andrea che capendo cosa stava per succedere si era fermato,inarcai ancora un poco la schiena e attesi Luca; lui spinse ancora e lo sentii scivolare dentro di me; mi scappò un gemito in faccia ad Andrea che mi teneva per i fianchi poco sopra le mani di Luca. Ben piantata a terra sulle zeppe e con le mani sul muro contrastavo gli affondi nel mio retto, con lo sguardo fisso negli occhi di Andrea come a chiedergli anche la sua partecipazione.

Andrea ci spinse ancora uniti contro la porta del bagno appena dietro a Luca, mi sollevò una gamba e, spostato il vestito al di là di questa, lentamente affondò il pene nella mia vagina; ecco finalmente di nuovo quel brivido, quella sensazione stupenda e unica; lanciai un gemito fortissimo che accompagnò tutto l'affondo, gli misi le braccia al collo per tenermi, il piede appoggiato alla parete dietro di lui ed ecco che cominciarono gli affondi da entrambe le parti.

Finalmente li sentivo di nuovo dentro di me, insieme; gemevo di piacere, non riuscivo a contenermi.

Mi snodarono in qualche modo il vestito e me lo tolsero, mi palpavano ovunque, sentivo le loro mani percorrere ogni centimetro del mio corpo. Ad un certo punto Andrea mi sollevò anche l'altra gamba, io mi strinsi a lui con le braccia ed incrociando le gambe dietro la sua schiena; entrambi mi sorreggevano e mi penetravano, era incredibile; ero sospesa e schiacciata tra i due corpi mentre m'infilavano con un ritmo perfetto.

Divincolati poi da quell'intreccio non del tutto comodo, Luca si sdraiò sul letto portandomi sopra di se a cavalcioni e infilandosi in vagina, mentre Andrea subito s'infilò dietro; mi penetravano con affondi decisi e ritmati in modo stupendo, mentre io,inerme, non potevo che subire. Vollero farmi cambiare posizione, mi girarono, Luca, ancora sdraiato, di nuovo nel mio posteriore, io sopra di lui di schiena, mi reggevo appoggiandomi sulle mani indietro, a gambe divaricate e piegate con i piedi appoggiati sul letto; subito Andrea venne sopra di me reggendosi sulle braccia e s'infilò in vagina; mi stantuffavano come se l'avessero sempre fatto, io non capivo più nulla e vedevo la scena riflessa nel soffitto di acciaio; qualche istante ed ecco che una tensione innaturale mi percorse il corpo, le braccia quasi cedettero ed un orgasmo incontenibile m'invase; cercavo di muovermi, di dimenarmi, ma schiacciata tra quei due corpi non potei che subire i loro continui affondi. Erano sempre più decisi e violenti, mi giravano e rigiravano in continuazione, scambiandosi pure di posizione; sentivo i miei orifizi dilatatati in modo esagerato; ero un corpo inerme in balia di loro due; mi vennero entrambi, in momenti diversi, sia davanti che dietro, ma senza sfilarsi continuavano senza tregua.

Il tempo passava ma ormai ne avevo perso la cognizione; ero a cavalcioni di Andrea con Luca dietro quando inaspettati ecco di nuovo quei brividi e un'altro orgasmo mi travolse; ma i due non si fermavano.

Mi fecero sdraiare a pancia in giù sul letto e prima uno e poi l'altro mi sodomizzarono scaricando nuovamente il loro piacere dentro di me; io inerme subii ogni cosa, finchè non si sdraiarono accanto a me.

Una decina di minuti di silenzio, nessuno fiatava, mi sentivo aperta, spalancata, piena di sperma; immobile ancora a pancia in giù con la testa voltata verso Luca che invece guardava il soffitto notai in lui una nuova erezione; era incredibile dopo tutto quello che era successo era ancora lì, eccitato. Lui notando in mio stupore mi disse " sei incredibile, non avevo mai conosciuto nessuna come te, e guardandoti riflessa lassù, tutta nuda con ancora le scarpe , solo il vederti, mi ecciti ancora!" Si girò verso di me mi abbracciò e mi baciò; in un attimo eravamo di nuovo avvinghiati, ed in un attimo era nuovamente dentro il mio sesso; ora ero sotto, lui sopra di me che mi penetrava ancora non so con quali forze ma sembrava instancabile; Andrea accanto a noi ci guardava, anche lui in erezione, come se nulla fosse successo prima. Ci girammo, di niovo a cavalcioni cominciai a muovermi ma ecco che subito Andrea, posizionatomi dietro di me, s'infilò nuovamente nel mio sedere ormai dilatato e lubrificato dallo sperma che aveva cominciato ad uscirvi.

Non sapevo più che ore fossero, il tempo sembrava fermo, ma era già da parecchio che non si sentivano movimenti nel corridoio fuori dalla cabina. Nonostante l'aria condizionata eravamo sudati, i respiri affannati ed ecco che percepii appena un altro schizzo caldo nel mio retto; Andrea si sfilò lentamente, io mi sollevai da Luca ed esausta andai verso il grande oblò che dava a poppa; non feci in tempo ad appoggiare le mani sul bordo dell'oblò che mi sentii nuovamente penetrata con decisione nell'ano; un gemito e subito gli affondi rincominciarono. Era Luca che non contento continuò ancora un bel po' prima di scaricarmi anche il suo piacere in corpo; mi sentivo talmente esausta e usata che nemmeno mi accorsi del suo orgasmo; quando si sfilò sentii subito colarmi il suo liquido fuori dal corpo attraverso quello sfintere ormai spalancato e violato da tempo, e scendere per una gamba. Senza nemmeno pulirmi mi buttai sul letto tra di loro e mi addormentai praticamente subito.

Solo qualche ora e il marinaio più odiato della nave bussò alla porta per la sveglia; ero ancora nella posizione in cui mi ero addormentata, con le scarpe addosso, imbrattata di sperma s tra le gambe e i glutei, come anche il lenzuolo sotto di me; tutta dolorante mi diressi in bagno per pulirmi; mi sciacquavo e ripensavo a quell'incredibile amplesso multiplo, durato quasi due ore, in totale balia loro, senza controllo; mi bruciava tutto, la vagina e il sedere, ma ero felice, appagata. Quando uscii i due erano già vestiti; li salutai con un buongiorno, mi rinfilai il vestito stropicciatissimo legandolo sopra il seno e facendolo cadere morbido fin quasi alle caviglie. Lasciata la cabina dovetti reggermi ad uno dei due per camminare per i dolori che sempre più emergevano; a parte i bruciori mi sembrava di aver fatto 2 ore di palestra dura; le gambe le braccia gli addominali, tutto era dolorante.

Il viaggio in macchina fu abbastanza silenzioso, nessuno osò parlare di quello che era accaduto quella notte, forse per una consapevolezza generale di aver esagerato, di essere andati troppo oltre i limiti; solo sotto casa mia salutandoci dissi loro che quegli ultimi giorni erano stati veramente stupendi e quell'ultima notte, seppur uscendone fisicamente provata, per me era stata veramente unica.

Nei giorni successivi ebbi molto da pensare a quell'ultimo nostro incontro, causa anche una cistite come poche forse dovuta ai frequenti cambiamenti di posizione tra davanti e dietro.... Alla fine ci volle una settimana buona per rimettermi in pista, ma ancora oggi posso dire che ne valse la pena.

Luca e Andrea li rividi ancora, ma come amici, anche perchè poco dopo cominciai a frequentare un'altra persona.

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