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Miscellaneous

Davide, capitolo 1


Avevo conosciuto Davide qualche sera prima ad una festa di amici e fin da subito si era creato un certo feeling, un'intesa; di bell'aspetto, alto, magro, 33 anni, un viso solare e sempre sorridente.

Dal giorno della festa c'era stato un intenso scambio di messaggi che si concluse quel pomeriggio con un invito a cena; ci pensai un attimo ma poi accettai senza farmi pregare.

Quando alle 8 arrivò sotto casa io ero quasi pronta; indossavo uno dei miei amatissimi vestitini marrone chiaro, abbastanza aderente da mettere in evidenza le forme del mio corpo; la gonna si fermava prima di metà coscia e sopra una giacchina di jeans corta slacciata copriva l'abbondante parte di schiena lasciata scoperta dal vestito; ai piedi un bel paio di sandali color bronzo tacco 12.

Lui sportivo, jeans camicia bianca fuori dai pantaloni e converse; ebbi un attimo di panico quando mi aprì la porta dell'auto: era una Lotus Elise, l'auto più bassa e inaccessibile per  una donna in gonna. Mi feci coraggio e grazie anche alla mancanza del tetto riuscii a 'scendere' in quella macchina senza che tutto il quartiere vedesse le mie parti più nascoste.

Subito ci dirigemmo verso il lago di Como dove aveva prenotato in un ristorantino molto romantico e carino.

Dal nostro tavolo si notavano le luci che si riflettevano su quello specchio d'acqua immobile, la luna che disegnava le forme nere delle montagne dell'altra sponda nel cielo blu scurissimo; infine una candela posta sul tavolo regalava una luce calda che ci illuminava giusto il necessario. La cena passò tanto piacevolmente che il tempo volò e presto restammo soli nella stanza; non era tardi decidemmo di lasciare il ristorante per fare due passi sul breve lungolago del paese; i miei passi echeggiavano delicatamente nel silenzio totale di quella sera accompagnati dalle nostre parole quasi sussurrate come per non contaminare quella pace. Ad un tratto, proprio nel mezzo della passeggiata, illuminati  dalla fievole luce giallastra dei lampioni, mi prese e mi baciò; ebbi un brivido, subito il bacio divenne più intenso ed ecco che le nostre lingue si conobbero, si piacquero e si aggrovigliarono in un lento vortice. Sentivo le sue mani leggere sui miei fianchi come a tenermi timidamente; le mie invece salirono ad abbracciarlo. Il bacio continuava inesorabile, e sue mani delicatamente, ma non più timidamente, salirono per la mia schiena infilandosi sotto la giacchina e incontrando la mia pelle nuda; il suo tocco delicato mi teneva stretta a se con decisione facendomi involontariamente notare un deciso e turgido gonfiore nei suoi pantaloni che pressava sul mio ventre; era eccitato e lo ero anch'io; quel bacio, quel contatto passionale mi stavano svegliando le voglie più nascoste.

Mi disse che voleva portarmi in un posto non molto lontano da dove si poteva godere di una vista eccezionale,così,tenendoci per mano come due fidanzatini, ci dirigemmo alla macchina.

In breve prendemmo una strada che saliva per dei tornanti, deserta e silenziosa, unico rumore quello della nostra auto che velocemente la percorreva; in macchina chiacchieravamo ma i miei pensieri erano a quel bacio meraviglioso, e a quella voglia che aumentava dentro di me; lo guardavo e sentivo che se ci avesse provato mi sarei concessa senza alcun problema; mi aveva stregato.

Giungemmo in breve ad un piazzale completamente deserto, nell'ombra s'intravedeva solo una costruzione completamente buia; spente le luci dell'auto, sopra di noi si notava il cielo tempestato di stelle che sembravano vicinissime; tutto era meraviglioso. Fissavo il cielo immersi nel silenzio quando Davide scese dalla macchina, vi girò intorno, aprì la mia porta e mi disse " vieni, ti mostro una cosa", allungò la mano e prese la mia per aiutarmi a scendere.

Pochi passi e di fronte a me si aprì uno spettacolo meraviglioso: eravamo praticamente come su una terrazza dalla quale si vedeva un lago con una città che mi spiegò essere Lugano e fino all'orizzonte tutte montagne più basse tempestate di luci più o meno intense; fu un'emozione unica. Stavo ammirando il panorama quando sentii nuovamente la sua mano delicata sulla mia schiena, sotto la giacca a contatto con la mia pelle; un altro brivido mi percorse, mi girai verso di lui e,socchiusi gli occhi, ci baciammo di nuovo; le nostre lingue subito si cercarono per intrecciarsi nuovamente, le nostre mani strigevano il corpo dell'altro al proprio, conoscendolo e studiandolo. Ecco che nuovamente quella turgidità nei suoi pantaloni pressava sul mio ventre; l'eccitazione era chiara in entrambi, pure io infatti cominciavo a sentire un calore e un'umidità farsi strada nel mio intimo. Gli occhi erano chiusi ma percepivo il suo tocco leggero carezzarmi la schiena e i fianchi sicuramente curioso di moltro altro; le mie mani  facevano lo stesso su di lui quando sentii le sue lentamente scendere e raggiungermi le natiche; ora mi palpava, il bacio si faceva più deciso, nervoso, il desiderio stava salendo ancora; sentivo la gonna salire leggermente e le sue mani appena sotto i glutei, a contatto con la pelle. Ormai fermarsi sarebbe stato impossibile e comunque nessuno dei due avrebbe voluto farlo. Sentivo la gonna tesa continuare a salire lentamente scoprendomi ormai in parte i glutei, e le sue mani cercare sempre più pelle; le percepivo passare vicinissime al mio intimo ormai bagnato e caldo ma prima che potesse raggiungermi interruppi il bacio e guardandolo scesi ad accovacciarmi di fronte a lui; ero curiosa e vogliosa di quel gonfiore che mi continuava a pressare sul ventre; slacciai la cintura e i jeans, lo accarezzai un poco attraverso i boxer constatando una generosità notevole i poi lo estrassi; era buio e a stento ne potei valutare visivamente le misure che però risultarono decisamente fuori media quando vi appoggiai le labbra e lentamente lo accolsi in bocca. Sembrava enorme, mi riempiva  la cavità orale come mai mi era capitato e riuscivo ad accoglierne meno di metà; cominciai a succhiarlo e leccarlo fino alla base dove una leggera e corta peluria lo circondava un po' fastidiosamente. Mi prese la testa per accompagnare delicatamente i miei movimenti sul suo pene; praticamente seduta sui miei talloni a gambe aperte continuavo in quella meravigliosa fellatio mentre sentivo l'aria fresca di quella notte di fine settembre carezzare il mio intimo e il mio sedere ormai scoperti.

D'un tratto mi fece rialzare, rincominciando a baciarmi, subito mi appoggiò una mano sul ventre e forzando sulla gonna la portò tra le mie gambe. Mi stimolava il clitoride attraverso il tessuto in un modo divino, ma presto si spinse oltre fino ad incontrare il mio intimo ormai in un bagno di umori; un mugolio di apprezzamento soffocato nel bacio accompagnò la scoperta della mancanza di biancheria, e subito le dita si diedero da fare per procurarmi piacere. Era si delicato, ma anche deciso al punto giusto; sentivo il clitoride vibrare stupendamente sotto il suo tocco, era una meraviglia. Intanto accarezzavo il suo membro per tutta la lunghezza cercando ancora di percepirne meglio le dimensioni.

La gonna era ormai sollevata, io ero appoggiata alla fredda ringhiera con il sedere e ad un certo punto sollevai la gamba appoggiando il piede alla balaustra; dopo un attimo lui si fermò, per interminabili secondi, immobili, ci guardammo fissi negli occhi come a chiederci se continuare o no; il tempo era come fermo, il silenzio totale, ed io con ancora il pene in mano, lo abbassai puntandolo lentamente alla vagina; lui delicatamente lo spinse entrando dentro di me; la sensazione fu incredibile, era enorme ed ebbi un sussulto di dolore quando lo sentii picchiare in fondo; mi chiese scusa e lo ritrasse per poi riaffondarlo un pochino meno. Era pazzesco, lo sentivo grande, invadermi il corpo dandomi dei brividi meravigliosi.

Gli misi le braccia al collo e mi sedetti sulla ringhiera appoggiando anche l'altro piede sulla balaustra, senza pensare che dietro di me c'era il vuoto. A gambe divaricate e ben ancorata a lui mi godevo quelle penetrazioni mentre lo baciavo.

Dopo un po' mi fece girare dicendo che non potevo perdermi quel panorama; io mi misi in piedi a gambe divaricate, leggermente chinata in avanti e appoggiata con le mani alla ringhiera; lui subito s'infilò nella vagina; le sue mani corsero subito sulla schiena sotto la giacca e, infilandosi nel vestito, raggiunsero i seni che cominciò a palparmi mentre continuava ad affondare dentro di me. In tutto questo io con gli occhi socchiusi  mi gustavo tutte quelle attenzioni e il panorama mozzafiato, emanando gemiti soffocati di piacere.

Dopo un po' i movimenti, seppur sempre controllati, divennero più decisi, percepivo la tensione del suo membro aumentare, così portai indietro una mano e prendendolo per una natica gli dissi " resta, non uscire" e subito sentii un getto potente e caldo invadermi dentro. Ancora qualche affondo e si fermò, portò le mani sui miei fianchi e chinandosi mi baciò sul collo. Sfilatosi mi girò e ci baciammo ancora; sentivo il suo sperma fuoriuscire dalla vagina ancora dilatata e scendermi lungo la gamba, ma non mi importava, anche se non ero venuta, era un momento magico e tutto il resto passava in secondo piano.

Si era fatto tardi, ci riassettammo i vestiti, e saliti in macchina ci dirigemmo verso casa; durante il viaggio continuavo a sentire lo sperma uscire dal mio corpo, colare tra i glutei e bagnare il vestito; sembrava una quantità smisurata, e questo mi faceva eccitare, avrei voluto toccarmi, toccarlo, e perfino assaggiarlo, ero curiosa del suo sapore ma mi limitai a metterlo a conoscenza che avrebbe trovato il sedile bagnato del suo piacere; mi rispose con un sorriso.

Sotto casa mia, lo invitai a salire ma mi disse che era tardi e che all'indomani sarebbe dovuto partire presto; ci baciammo un ultima volta e poi mi diressi verso il portone. Appena entrata in casa per prima cosa mi tolsi il vestito per valutarne le condizioni e vedendolo pensai che per fortuna dalla macchina al portone erano stati solo pochi passi; dietro era completamente bagnato!

Lo misi nella cesta e voltandomi mi vidi allo specchio, nuda, su quei tacchi stupendi, e la mano automaticamente finì in mezzo alle gambe; poi mi sdraiai sul letto chiusi gli occhi e cominciai ad accarezzarmi pensando a Davide, e a quei stupendi momenti, su quella terrazza sotto le stelle. Non so quanto ci volle, ma dopo un po' cominciarono ad arrivare i brividi, a tendersi i muscoli, ed ecco che prepotente, deciso e accompagnato da un gemito arrivò a donarmi quel piacere tanto atteso; mi lasciai andare inerme sul letto fino ad addormentarmi.

Mi svegliai dopo qualche ora, la luce ancora accesa e le scarpe ancora ai piedi; me le tolsi, spensi la luce e Morfeo mi rapì definitivamente fino al mattino.


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