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La signora delle pulizie
Laura è la signora delle pulizie, La mia vicina di casa me là presentò sapendo che cercavo una signora delle pulizie. Lei piacente ma non più giovanissima mi sembro da subito gioviale e seria. Da quando ero ritornato a vivere da solo era un pò difficile gestire le cose di casa e il lavoro. Ma Laura si dimostrò da subito efficente. Finalmente non trovavo più disartri al mio ritorno da lavoro. E periodicamente si occupava anche di portarmi la biacheria in lavanderia. Così dopo il primo mese non lasciai più le chiavi dal portiere ma decisi di darle a lei direttamente. Ricordo che mi sorrise e accettò le chiavi senza troppo scomporsi. I suoi occhi neri e i seni ancora pieni si mossero all'unisono lasciando che vedessi che nonostante i suoi quaranta anni in lei fremeva ancora una donna che sotto l'abbondante camice nascondeva voluttuosità inaspettate. A volte Laura si faceva aiutare da suo marito Paolo. Economincamente non dovevano passarsela così bene ma a me la cosa non dava fastidio e poi casa era sempre perfettamente pulita e in ordine. Di tanto in tanto, Laura mi faceva trovare sul tavolo della cucina qualche pasticcio con un biglietto che mi incoraggiava ad assaggiare. Insomma non mi potevo proprio lamentare ne di lei ne del suo lavoro.
Capitò che per lavoro dovetti recarmi a Londra per circa tre giorni. Avevo prenotato l'areeo frettolosamente e non avevo avuto il tempo di avvisare praticamente nessuno poichè per questioni urgenti il viaggio fù organizzato nel giro di circa sei ore. Ma una volta in aeroporto mi ricordai di un impegno serale che avrei avuto al mio ritorno. Tenevo molto a quell'impegno e il vestito che intedevo indossare era da lavare. Così chiamai Laura al telefono avvisandola che sarei ritornato solo fra tre giorni e la pregai di portare labito in questione in tintoria. Mi rispose affabilmente come al solito accertandosi che non mi preoccupassi della cosa e che certamente avrebbe provveduto lei alla cosa. Volai fino a Londra seguendo una serie di riunioni e impegni che si susseguirono senza troppi scossoni. Alla fine della fiera il secondo giorno avevo già finito i miei impeghi e dall'albergo telefonai in aeroporto per vedere se potevo anticipare il volo. Fu così che tornai in Italia un giorno prima rispetto al previsto. Erano circa le undici del mattino quando inboccai la rampa di scale che conduceva verso l'uscio di casa. Come al solito apri la porta e mi tolsi il soprabito riponendolo nel piccolo armaio all'ingresso, fu li che per un istante mi sembrò di sentire un gemito. La cosa mi incuriosì e mi avviai lentamente verso al camera da letto. La porta era accostata, aprì lentamente ma era tutto apposto. Pensai di aver sognato ma non appena fui nel corridoi udi di nuovo un gemito questa volta più netto, era sicuramente di una donna. Mi accorsi che la porta del salotto era appena socchiusa e che le tapparelle esterne erano abbassate poichè la lampada sulla madia era accesa. Lentamente mi avvicinai e aprì la porta scoprendo Laura e il marito Paolo completamente nudi in una posizione nella quale faticai qualche istante a riconoscere quale fosse il corpo dell'uno e quale dell'altro. Con un sussulto si ritirarono entrambi quando accesi la luce. Laura era vistosamente arrossita, ma notai immediatamente la forma perfetta dei seni e i capezzoli rosa con delle grandi aureole. Paolo aveva il pene semi rigido e luccicante di umori vaginali. Loro cominciarono a chiedermi scusa e Laura coprendosi alla bene meglio ripeteva come una bambola rotta " Non mi mandi via, ho bisogno di lavorare, la prego !" Poi iniziò a piangere mentre Paolo non curante della sua nudità cercava di consolarla. Non ero arrabbiato, ma mi seccava molto che avessero scelto casa mia per scopare. Improvvisamente lei recuperando un attimo di lucidità mi disse: " Cosa possiamo fare per non perdere il lavoro ?" Guardavo un seno che le fuoriusciva dalla maglietta appena appoggiata sull'altro e il fianco scoperto bianco e rotondo. Paolo sembrava intimorito e non intervenne almeno sino a quando la moglie non tirò anche lui in ballo avvicinandolo a me. Per una frazione di secondo non capii, poi Paolo cambiò espressione e languidamente appoggio una mano sul mio petto cercando il capezzolo. Lo lasciai fare mentre Laurà aveva già afferrato il mio cazzo e si accingeva a spompinarmelo per bene. Non tardai ad avere una mega erezione mentre i vestiti mi volavano via di dosso come i petali di una margherita. Paolo cominciò a baciare e leccare il mio petto mentre Laura mi faceva gemere con degli affondi che prendevano il mio cazzo fino alle palle. Quando anche lui scendendo pian piano arrivò al mio ombellico. Laura gli offri la mia mazza e lui cominciò ad assaggiare la mia cappella mentre la moglie massaggiava con la lingua l'asta del mio pene gonfio fino a scoppiare. Dandosi il cambio a turno mi spompinarono per qualche minuto mentre io infilavo un dito nel buco burroso fra le chiappe di Laura. Paolo tornò ad avere un'erezione ed a quel punto mi fecero sedere sul divano. Laura si posizionò sul mio pene eretto offrendomi la vista del culo e infilandoselo ritmicamente nella fica. Non l'avevo mai vista da quell'angolazione, aveva un culo fantastico tanto che assecondandola nel suo movimento gli infilai tutto il pollice nel buchetto trepidante e scivoloso. Paolo si faceva spompinare, poi quando fu sul punto quasi di godere si tirò indietro e con un movimento leggero e veloce tirò Laura che io tenevo saldamente afferrata per i fianchi. Come in un ballo in cui si cambia dama mi ritrovai ad inculare Paolo mentre Laura lo sbocchinava per farlo godere. Sfondai con foga il culo di Paolo eccitato dalla situazione ma quando stavo per venire me ritrassi dal suo buco e offrì il cazzo lucente alla bocca di Laura che lecco tutto con eccitazione mentre si torceva i seni. Allora quando tutto fu ripulito feci stendere Paolo sul divano e obbligai Laura ad un bel sessantanove con lui. Attesi qualche istante che il ritmo fosse giusto e poi mi avvicinai al culo di Laura, puntando la cappella del mio pene sul suo buchetto. Senti la testa del pene entrare mentre il marito di tanto in tanto mi dava qualche colpetto alle palle con la ligua. Pompai il suo culo con tanto gusto e foga fino a quando non sentì che lei si apriva per ricevere ancora. Fu in quel momento che sentì lo sperma corrermi alla punta del pene per eruttare all'esterno. In un'incastro estrassi fuori il cazzo dal suo culo e lo infilai nella bocca di Paolo dove eruttai senza ritegno mentre lui bevve tutto sino all'ultima goccia. Ancora infoiato sentì Laura gemere e allora la inculai di nuovo per sbattela fino a venire ancore mentre Paolo gli leccava la fica fradicia di umori. Godemmo più volte quella mattina, sino al pomeriggio. Poi Laura preparò da mangiare e li compresi che non solo sapeva scopare benissimo ma cucinava anche in modo eccellente. Che uomo fortunato che era Paolo ad avere una moglie così.
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
Il sole fuori
Alcune delle sensazioni più eccitanti che abbia provato risalgono allo scorso anno. Probabilmente non sono così eccitanti ma a me danno sempre un brivido quando ci ripenso. Abitavamo in città allora (poi abbiamo scelto di trasferirci fuori) e la nostra era una delle tante palazzine di una zona residenziale di una grande città. Tutto ebbe inizio un sabato mattina. Mio marito aveva accompagnato le bambine dai suoi e si sarebbe fermato lì con loro per pranzo. Io non andai, avendo un impegno nel primo pomeriggio che non potevo, né volevo, rimandare. Appena uscirono di casa mi feci una doccia. Uscii dal bagno indossando il mio accappatoio bianco per tornare in camera da letto e vestirmi. C’era un bellissimo sole, così decisi di aprire le finestre per far entrare più luce. Mi accorsi che la finestra della palazzina di fronte si stavano aprendo proprio in quel momento. Lì avevo già visto altre volte una giovane ragazza di una ventina d’anni. Era spesso in compagnia del suo ragazzo, sembravano molto innamorati e spesso si spostavano sulla terrazza a fumare e a parlare. Mi vide che la stavo osservando e mi sorrise, continuando ad aprire anche la portafinestra. Aveva una semplicissima tuta indosso. Rimasi affacciata alla finestra prendendomi una sigaretta per godermi il sole. Lei, con apparente noncuranza sistemò il suo letto, spostando i cuscini e le coperte ripetutamente. Poi aprì l’armadio e tirò fuori alcuni vestiti, riponendoli sul letto. Senza girare lo sguardo verso di me ma sapendo benissimo che ero lì, affacciata, tolse la felpa della tuta e poi i pantaloni. Rimase con una canottiera chiara e un piccolo tanga. Sistemava i suoi capelli, si guardava allo specchio, fingeva di valutare i vestiti da mettere. Quella ragazza mi stava eccitando, sentivo la mia pancia, lo stomaco, il basso ventre, misi la mia mano sul mio corpo nudo. Ma non volevo perdermi un solo momento. Era bellissima e sapeva come muoversi. Poi si tolse dalla mia visuale, pensavo che avesse finito, così presi un’altra sigaretta per fumarmela e calmare un po’ dei miei desideri. Anzi, per prolungarli ancora un po’. E invece lei tornò di nuovo ai piedi del letto con in mano qualcosa che non riuscivo a distinguere e che posò sul letto, accanto ai vestiti. Tolse la canottiera, liberando un seno magnifico. Non era vicinissima ma potevo vederlo, o forse immaginarlo nitido. Rimase qualche attimo solo con il tanga, girandosi un po’ su stessa. Mi faceva salire una gran voglia di toccarmi, ma mi accontentavo del piacere degli occhi. Poi tolse anche il tanga e prese quello che aveva posato sul letto. Un altro tanga, che infilò, guardando allo specchio come stava sul suo culetto giovane. E il reggiseno per contenere il suo seno. La mia mano mi sfiorava la fica bagnata, eccitatissima. Lei si vestì con una gonna e una maglia nera, poi, come se nulla fosse accaduto, si sedette sul balcone, accendendo una sigaretta rivolta verso di me. Mi sorrise di nuovo, io ricambiai ma non ci dicemmo niente.
Decisi allora che era giunto il mio momento di farle conoscere il mio corpo. Mi spostai dalla finestra e lasciai cadere l’accappatoio, dandole le spalle. Feci tutto quello che lei aveva fatto davanti ai miei occhi. Indossai un completino di intimo, una gonna, una camicetta. Tutto molto lentamente, godendomi il piacere di essere guardata da una giovane ragazza.
Quando ebbi il coraggio di riposare lo sguardo verso il balcone di fronte la vidi che era in piedi, dietro la portafinestra. Mi fece un cenno di salutò con la mano e abbassò le serrande.
Feci lo stesso, mi sdraiai sul letto togliendomi i vestiti e rimasi sola con le mie mani che rivivevano quell’esibizione…
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17 anni fa
claudiax67,
37
Ultima visita: 16 anni fa
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1941 - colpo al cuore
Ricordo tutto molto bene. Era gennaio. Gennaio del 1941. La guerra era entrata nel periodo di massima intensità ed io ero un giovane tenente della 7° compagnia di fanti sabotatori. Il mio plotone era composto da 8 uomini ed eravamo dislocati a Grezieu la Varenne fortunatamente fuori dalla zona calda, dove la battaglia infuriava violenta e sanguinaria. La linea Maginot aveva ceduto e le truppe naziste stavano calando nel cuore della Francia, incuneandosi fra le nostre prime linee.
Mi ero staccato, durante una perlustrazione, dalla mia compagnia e mi ero perso in una borgata disabitata. A ridosso di una vecchia casa diroccata c’era un soldato tedesco carponi che piangeva e pronunciava parole incomprensibili a bassa voce tra i singhiozzi. Ricordo il suo viso. Perfettamente. Non l'ho mai dimenticato. Pallido, liscio, pulito, con grandi occhi verdi. Sembrava spaventato, indifeso, ma quando abbassai il mio fucile e gli tesi la mano in segno di pace, lui alzò la sua Luger e fece partire un colpo che mi raggiunse al torace. Pochi centimetri dal cuore. La fitta dolorosissima mi fece stramazzare a terra. E mi maledissi per la mia stupida intenzione di volerlo aiutare anziché ucciderlo immediatamente. Da terra, vidi che si avvicinava e i suoi scarponi infangati erano vicini al mio volto. Girai la testa mi sforzai di guardarlo... La vista mi si era annebbiata e la testa mi pulsava all'impazzata ma intravidi quegli occhi verdi meravigliosi. Mi passò per la mente un pensiero balordo: pensavo che era bello morire così, ucciso da un essere umano con occhi così belli.. La paura di morire mi avvolse e sentivo le forze abbandonarmi. Vidi un ultima volta il soldato che mi guardava in silenzio, si toglieva l'elmetto e faceva scendere una cascata di lunghi capelli corvini... Prima di chiudere gli occhi pensai che quel soldato sarebbe stato una bellissima donna. Persi i sensi, e quando mi risvegliai mi trovavo all'ospedale da campo del 22° plotone. Non seppi mai chi mi aveva tratto in salvo. Comunque in virtù della mia ferita che ancora oggi mi duole in quanto mai completamente rimarginata, avevo chiuso con il fronte. Sarei stato rispedito a casa. In qualche modo, quel soldato mi aveva salvato la vita.
Ed ora, sempre in qualche modo, sono qui, quindici anni dopo a Grezieu la Varenne, intento a sorseggiare un calice di cognac al Café Chantal e con una sigaretta nazionale fra le dita. Sto pensando ancora a quel ragazzo che mi aveva ferito. Non riesco a dimenticarlo.
Ero sicuro che aveva bisogno di aiuto e che io sarei stato capace di aiutarlo. Sto guardandomi intorno e nel buio della sala, mentre la musica soffusa dell'orchestra accompagnava l'attesa dell'esibizione della soubrette, vedo ad un tavolo vicino al mio una figura di donna che sedeva in sola compagnia di un bicchiere di vino bianco.
Sono solo anch’io al tavolo. Sono solo da anni, da sempre. Forse perché il mio cuore non si è mai sanato da quella ferita provocata dall’eterea immagine di quel soldato. Con quel viso delicato, perfetto, con quegli occhi verdi così tristi e così belli… Tremo al pensiero, ma devo ammettere che mi sono innamorato di quel soldato e la mia mente è sconvolta. Siamo nel 1956 e se un pensiero del genere trapelasse, sarei sicuramente contestato, bollato ed escluso dalla società. Eppure… un insana passione mi spinge a fantasticare dolci pensieri con quel soldato dai lunghi capelli neri, e nel mio profondo, anche fantasie erotiche. Mentre accasciato a terra piangeva, gli avrei abbracciato dolcemente le spalle, accarezzato delicatamente il petto, e avrei posato le mie labbra sul suo collo bianco e senza imperfezioni. Gli avrei tenuto le mani per ore, gli avrei tolto quegli scarponi infangati e avrei massaggiato e baciato i suoi bianchi piedini arrossati dalle lunghe sere in piedi davanti al forno e le sue piccole dita stanche..
Mi alzo dal mio tavolo e mi dirigo verso il tavolo della donna sola. Incrocio il suo sguardo che mi appare per nulla intimorito. Sguardo che rivela meravigliosi occhi chiari. Come già avevo visto.
Chiedo se posso farle un po’ di compagnia in attesa dello spettacolo e lei accetta, con fare delicato. Mi presento e lei risponde che già mi conosce. Lei si chiama Micol mi guarda e non mi dice altro di lei. Solo che è triste e sola. Le dico che mai avevo visto occhi più belli dei suoi, anche se in parte mento, poiché occhi di pari bellezza li vidi quindici anni fa al fronte. E’ solo osservandola attentamente che noto quanto questa donna sia bella. Bella come un mattino di primavera, bella come la fine della guerra, bella come un abbraccio di una amica. Non riesco a distogliere lo sguardo da lei. E provo la stessa sensazione di quando mi trovai di fronte a quel soldato.
Non riesco a staccarle gli occhi di dosso nemmeno quando estrae una Luger e mi spara un colpo. Questa volta al cuore.
11
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
Anche io un pomeriggio di sesso......
Voglio passare un pomeriggio di sesso sfrenato con mia moglie, approfittandone per mettere in atto un piano da lungo tempo studiato fin ai più dettagliati particolari.
Accendo tutte candele profumate nella camera da letto cosicchè, quando lei entrerà, inevitabilmente cadrà sulle ginocchia con la bocca aperta in un grande "O" di stupefatta e vogliosa meraviglia e dove io le infilerò il mio succoso cazzo.
Poi preparo corde e fruste con le quali la porterò alle soglie del paradiso dei sensi.
Preparo uno squisito pranzetto ed attendo trepidante il suo arrivo....
Appena entra mi dice: "Sta bruciando qualcosa? Che accidenti hai combinato?" ......poi si guarda intorno sospettosa e, vedendo la tavola apparecchiata subito si irrigidisce e, con la dolcezza di un sergente istruttore dei marines mi apostrofa "cosa devi farti perdonare?".....
Finalmente, dopo aver colto lo sguardo triste dei miei occhioni verdi, lei si rilassa, va in bagno ed io la seguo per farle capire che la desidero da impazzire. Lei mi chiude fuori dal bagno e mi ordina di allontanarmi, cosa che io ovviamente non faccio! La sento pisciare e ,ad occhi chiusi,
sogno di vedere la sua figa aperta e grondante.......una potente deflagrazione mi riporta, sgomento, alla realtà........
"Razza di maiala" le dico,subito pentendomi temendo che la sua certa ritorsione consista nel negarmi la figa per un quinquennio......
"T'avevo detto di andartene!" è la sua risposta,tra il serio ed il faceto...
Lei esce dal bagno e viene a tavola. Golosamente, guardandomi fisso negli occhi con fare da vera troia, lei mangia il risotto in busta che avevo preparato, seguito da due ricchi sofficini (per il vero erano sofficini con ustioni di terzo grado.....d'altronde non sono un cuoco!)
L'acqua gasata l'aveva completamente mandata su di giri e tutti i suoi freni inibitori erano completamente partiti......il lungo rutto che lei emise soddisfatta dai lauti manicaretti, mi confermò che era pronta per essere posseduta a lungo.........
La trascino in camera da letto e lei, vedendo le candele accese, si incazza e mi dice "ti sei fatto una puttana stamattina fin che ero al lavoro?"
Estasiato dalla sua voglia d'amore la sbatto sul letto con violenza e le abbasso le mutande, dopo averle strappato la gonna.
Mi tuffo avido sulla sua figa per baciarla,succhiarla,leccarla.........
...ma cazzo!.......era si andata al bagno,ma mica s'era lavata!!!!
l'odore non era dei più fragranti, il lieve sentore di baccalà in umido, mi lasciò inebetito e con la bocca amara.......
Decisi di farmi succhiare l'uccello e le posizionai la cappella sulla bocca.
Lei gira il volto, labbra strettamente serrate e bocca cucita come un mafioso sotto interrogatorio....
"No,no" dice lei "se me lo metti in bocca guarda che vomito"
In quel momento mi scoprii a pensare che forse il rapporto che ci univa si fondava più sulla stima reciproca che sull'amore.
Impazzito dal desiderio, le strappo tutti i vestiti. Lei si incazza perchè erano vestiti seminuovi, appena presi al mercatino dei cinesi....
Ora è tutta nuda, in mio pieno potere, e la infilzo come un'oca allo spiedo (o forse è meglio "come una porchetta allo spiedo"?) e pompo e spingo e monto e lei subisce e sbuffa e mi sposta perchè la schiacco coi miei 100 kili di uomo da un metro e novanta......
Il profumo delle candele è ubriacante, l'odore dei sofficini bruciacchiati, insinuatosi perfidamente in camera da letto, è stomachevole, l'odore di lei che non s'è lavata è potentemente corrosivo e soporifero.
Ma lo strofinamento meccanico della mia cappella dentro la sua figa ci porta ad un orgasmo reciproco e portentoso.
Mi accorgo della sua goduria dai capezzoli che lampeggiano nella penombra e dall'incessante fuoriuscita di liquidi dalla sua figa.
(solo dopo ho capito che,schiacciata dal mio peso e oppressa dalla troppa minerale gasata bevuta, lei mi aveva pisciato nel letto).
Finalmente mi tolgo da dentro di lei col cazzo ancora duro e pronto alla replica. Lei si alza e va al bagno. Chissà, penso, adesso si laverà la figa così dopo me la gusto bella fresca.
Gli inequivocabili rumori che giungono a ferirmi le orecchie, mi chiariscono invece che lei, tutta nuda sul letto poco dopo il pranzo, s'è presa del freddo al pancino ed il pancino ha reagito nell'unico modo a
lui conosciuto.
Bah, che vita di merda.
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I più attenti e curiosi si chiederanno : "che fine hanno fatto le corde e le fruste?"
State tranquilli miei cari cyberamici, amanti della letteratura erotica, coppie in cerca d'ispirazione o semplici onanisti segaioli.
Le conservo per voi.
12
5
17 anni fa
alto1volume,
50
Ultima visita: 11 anni fa
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Un pomeriggio di sesso
Un giorno, approfittando di stare solo in casa , mi sono organizzato per trascorrere un dolce pomeriggio di sesso con mia moglie. Per l' occasione decido di fare qualcosa che non sia la solita scopata. Cosi' in mattinata comincio i preparativi. Un bel pranzetto con relativa bottiglia di vino. Metto tante candele profumate in camera da letto, per creare un ambiente soft. Con un diffusore di oli essenziali, mi organizzo in maniera di avere , al momento opportuno, una calda crema per il corpo, per cospargere quello di mia moglie. Poi preparo quattro funi e un foulard per bendarla e legarla al letto. E' tutto pronto. Finalmente mia moglie rientra dal lavoro. Subito avverte nell' aria qualcosa di speciale. Dopo aver mangiato con gusto e aver bevuto del vino bianco frizzante, ci avviammo in camera da letto. Le candele hanno reso l'aria gradevolmente profumata. comincio a bendarle gli occhi, lei accetta con piacere di stare al gioco. La spoglio delicatamente, quando è completamente nuda la faccio sdraiare sul letto. Con delicatezza le lego i polsi e le caviglie ai quattro angoli del letto. Anch'io mi metto nudo, gia' i preparativi mi hanno eccitato. Inizio cosi' a cospargerle il corpo con la calda crema, partendo dall' ombelico per poi salire lentamente ai suoi morbidi seni. Li' inizio a tintinnarle i capezzoli, che al contatto col calore della crema e allo sfregolio delle mie dita, cominciano a drizzarsi tutti. Con le mani ridiscendo all'interno delle cosce, sfiorando le labbra della sua vagina , che gia' sento bagnata. Dopo averla accrezata l'interno delle gambe, le mie dita cominciano a giocare all' interno della figa. Mettendomi in ginocchio sul suo viso, gli strofino la cappella del mio cazzo sulla bocca e lei prontamente comincia a leccarlo con avidita'. Non mi lascio soprafare da quel dolce piacere e ritiro il mio cazzo dalla bocca di lei. La bacio e succhio, con vigore i suoi seni mordendole i capezzoli che oramai son durissimi per l'eccitazione. Con la testa scendo fra le sue cosce e le lecco tutta la figa, la sento inondata per l'eccitamento, per renderle questo momento ancora piu' gradevole, con le dita la carezzo tutto intorno e dentro. Adesso sento che è pronta per avere il suo regalo. Lei sempre bendata , prova un gran piacere quando gli comincio ad infilare dentro la figa , una bella zucchina grossa e dura, e comincio a farla andare su e giu' a mo' di cazzo. Continuo questo dolce movimento e con l'altra mano le strapazzo forte i seni. A questo punto il mio cazzo è bello duro, lei finalmente ha goduto, e allora è arrivato anche per me il momento di godere. Le metto due cuscini sotto la schiena in modo da poter avere facile accesso al buco del suo meraviglioso culo. Bagno la cappella del mio cazzo con la saliva provo a infilaglielo dentro. Dopo qualche mancato tentativo, trovo la giusta via, e allora parto con un dolce su e giu', fino ad arrivargli dentro, con mia grande goduria. Sfilandole il cazzo dal culo vedo un rivoletto di sperma che le scende giu' per il culo, con un fazzolettino la pulisco , e in quel momento baciandola le chiedo se gli era piaciuto.................Ovviamente la risposta è stata si!!!!!!!
11
1
17 anni fa
francescaepaolo269012,
43/43
Ultima visita: 5 anni fa
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L\'amante
Un battito …d’ali…di mani… del cuore… che importanza ha. E’ il segno che la vita pulsa nelle mie vene, che ancora posso sciogliere il ghiaccio che vetrifica le mie emozioni, ammorbidire il cinismo che uso come scudo, addolcire le parole che sputo come dardi di veleno per ferire te e che invece uccidono me, un masochistico boomerang che uso per lavare le mie colpe e che spero ogni volta riesca a colpirmi. Ci riesco. Anche adesso. Sono quasi felice del dolore che mi provoca ripensare a te, come se la mia attuale sofferenza mi privasse dalla colpa. Rido, no…mi derido.Mi sdoppio per concedermi la possibilità di autocriticarmi, guardarmi con distacco e considerarmi un’imbecille.
Sono passati due anni dal nostro primo incontro. Guardavo rapita le tele di Gauguin. Sei entrato nella sala sicuro, come nella mia vita. Uno scambio di sguardi, un impercettibile sorriso, hai passato una mano tra i capelli lunghi e già volevo essere quella mano. Ti vedevo fumare e speravo tu respirassi anche me.
Gauguin non esisteva più, quella stessa sera ero tra le tue braccia. Volevo nutrirti col mio seno, mi aprivo a te donandoti amore incondizionato. Ti offrivo ogni parte del mio corpo, geisha innamorata. Godevo per ogni tuo bacio, per il profumo del tuo sesso sulle mie mani, per il sapore del tuo seme. Non osavo lavarmi dopo aver fatto l’amore per conservare il tuo odore sulla pelle, reliquia di quegli attimi. Il pensiero del tuo desiderio mi procurava un brivido di voglia nel ventre ogni volta.
Ti baciavo con avidità, tu ridevi e mi dicevi “mi violenti…” Non mi hai mai detto “ti amo”. Ripetevi “ti voglio”, “ti desidero”, “sei mia”, ma amavi Lei. La tua Scelta. Di lei mi parlavi: le vostre liti, i suoi difetti, le difficoltà fra voi. Ascoltavo col cuore stretto mentre costruivi un muro invisibile tra noi.” Ormai ho fatto una scelta, non posso offrirti di più”. La tua trincea per difenderti dal mio Amore totalitario. Mi accontentavo.
Poi ti ha scoperto! In una telefonata mi hai mostrato la tua viltà. Non potevi rinunciare a lei, perderla avrebbe distrutto la tua vita, piangevi e supplicavi il suo perdono. Codardo.
Volevo anch’io la possibilità di dimenticarti. Ti è bastata una frase: “E’ stato bello, ma adesso per me sei niente!”… NIENTE!? Penso che sulla terra ci siano più di cinque miliardi di persone e credo fermamente che ognuna abbia un suo valore, anche piccolo. Io no. Io ero Niente. Ed essere niente per te era tutto per me. Magra consolazione pensare di non essere l’unica donna a soffrire per una relazione troncata. Dovremmo sentirci solidali per l’incapacità di essere amate? Le donne non si compatiscono tra loro. Sanno ricominciare.
Tic-tac. E’ il tempo che passa e ti porta via. Il tuo ricordo sbiadisce. Il rancore di ieri, che oggi è amarezza, domani sarà niente. Tu sarai niente. Finalmente.
Finisco il racconto e un capitolo della mia vita si chiude. Per sempre.
Ancora un battito d’ali. Posso volare.
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
Schiava d\'amore
Nervosa, rivelava ancor di più, come una indiscrezione, il fuoco interno di cui bruciava. Lara, così svelta, inavvicinabile, era già nella Tua trappola. Osservavo il movimento che per l’impazienza le prendeva alla lingua, passava e ripassava sulle labbra in preda a un turbamento evidente. L’ansia la brandiva, era inquieta. Tesa. Era affascinata dai Tuoi occhi, vibrava del piacere di sedurre e di essere sedotta.
Già mi credevo di sentire quel suo odore bagnato e torbido, stordente e basso, che le sue cosce sprigionavano. La possibilità di essere sorpresa, con il compagno vicino, accresceva la sua vibrazione in modo quasi febbrile e quasi… la sentivo già gemere, straziata davanti a Te, con le gambe aperte. Il fatto di avere Te a inseguirla con lo sguardo ad ogni movimento, ne ero certa, le faceva apparire tutto nuovo e complesso.
Era difficile per lei mantenere l’equilibrio della voce e dell’andatura, ogni volta che era costretta a scusarsi e a allontanarsi. Poi doveva tornare, passandoti davanti, trovandosi travolta dall’onda lievitata dal suo stesso odore, di cui pareva permeata tanto già se ne coglievano gli effluvi. Era difficile per lei non ridacchiare e non ondeggiare i capelli, quando, si dava il caso, le parlavi. Il Tuo era uno sguardo freddo, fermo nel suo e Lara, sembrava scalpitare, una bestia le ruggiva dentro. Ne riconoscevo già la soggezione dal modo in cui la braccavi e l’adoravo, Lara – l’adoro – ogni volta la rendevi trépida, stanata dalla sua stessa smania.
L’adoravo e al contempo mi rendeva pazza, attanagliandomi dal desiderio e dalla gelosia…, da cui non mi sarei mai sottratta, così come non ci si può sottrarre all’estasi che trascina. Lara, che mi era sempre parsa di natura mite, di fronte a quell’aggressività flessuosa e insistente, intensa e riservata, abbassava le difese. Disorientata. Sembrava cambiare. Se mi avvicinavo per ascoltarla, un sentore di garofano copriva appena il sopravvenire del suo sudore tiepido, mentre l’alito, zuccherato dalla bibita cui si accaniva, mi giungeva più caldo. Vanigliato come i suoi capelli, meno pepato del succo che capivo, già inebriava la sua valle.
Sotto la gonna, Lara, già senza mutande, manifestava un odore di pulito e d’alghe di mare che risaliva al petto, un profumo càndìto che l’attraversava dal reggiseno sbottonato e le prendeva al collo, dove tacevo e mi prolungavo più volte al gusto, per riportarlo poi a Te come mi avevi chiesto.
10
0
17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
Avevo 16 anni
Arrivai all'appuntamento con pupetta molto in anticipo
e mentre aspettavo sotto il grande albero che costeggia
la villa sulla salita per arrivare allo zodiaco,mi
vennero in mente tanti ricordi di quando ero una bimba
e di come quel posto mi ricordasse le mie prime esperienze
sessuali.
Avevo sedici anni e frequentavo il conservatorio d S.Cecilia
studiavo pianoforte.
fino ad allora avevo avuto qualche approccio con il sesso
maschile ma solo manualmente e nella mia pussy avevo permesso
che mi infilassero solo le dita .
Però mentre smaneggiavo il membro del mio fidanzatino e sentirmelo
crescere fra le mie dita piccolle e affusolate, non nascondo che
un tremito tra le gambe lo avvertivo e allora iniziavo a menarlo più
velocemente ed in quel momento capivo che ero una donna e che come
tale potevo in quel momento far arrivare alle stelle un
ragazzo eccitato.
A me non serviva nemmeno che mi toccasse a quell'età venivo solo
strusciandomi la patatina tra le coscie e venivo senza dire nulla
quando mi sentivo bagnare le mie manine da adolescente del liquido caldo
che raccoglievo nel palmo della mano e lo pulivo con un kleenex.
Fino ad allora avevo avuto diciamo il coltello dalla parte del manico
il gioco lo conducevo io e mi divertiva vedere il mio ragazzo con la
voglia negli occhi e mi bastava solo un'occhiata,e dai suoi pantaloni
si vedeva chiaramente crescere rapidamente ilsuo sesso e poi farmelo prendere
nella mia manina per accontentarlo.
Ma ben presto capii cosa significasse essere vicino ad un vero uomo.
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17 anni fa
jenny69,
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Ultima visita: 14 anni fa
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Non solo e sempre per vedere la tv
Carlo è un caro amico, spesso lo incontro nel quartiere e ci salutiamo, parlando del più e del meno. Essendo della stessa età abbiamo molto in comune, anche haimè una vita non tanto facile alle spalle visto il divorzio che ancora di più ci accomuna come compagni di sventure. Due giorni fà ero uscito per fare un pò di spesa, ed eccotelo li, dal fruttivendolo. Devo ammettere che è ben messo, mediamente alto, ma con un sorriso ammaliante, credo che ben poche donne saprebbero resistervi.
Parlando del più e del meno mi lamento con lui che non passa mai a trovarmi anche se me lo promette continuamente. E lui con occhi sorridenti ammette che infine è proprio così ma che stavolta intende rimediare. Ci avviamo verso casa con il proposito di continuare le nostre chiacchere davanti ad un caffe ed io ne approfitto per farmi dare qualche consiglio sul decoder digitale che ho appena comprato. Sarà strano ma dopo ore di lettura del manuale d'uso continuo a non capirci un tubo. Finalmente ci sediamo ed io preparo il caffè mentre Carlo armeggia con il televisore e il decoder. Mentre si abbassa noto stranamente che i suoi fianchi fasciati nei jeans somigliano tremendamente a quelli di una donna. Ondeggiando lo mette bene in mostra, tanto che per alcuni secondi mi fisso sul suo culo. Improvvisamente però il decoder finalmente inizia a funzionare e lui si rialza chiedendomi il telecomando. "Hai visto che alla fine sono riuscito a farlo funzionare !" Cerchiamo entrambi per alcuni minuti il telecomando senza fortuna dopo di che Carlo decide di intervenire a mano sul decoder per cambiare qualche canale. Oh,oh....eccoti un bel porno con un mega pompino. Lui che si era abbassato per manovrare i tasti del decoder mi guarda sorridendo e nei suoi occhi intravedo una luce di meraviglia mentre mi osservava guardandomi da quella posizione. Non riesco a nascondere la mia eccitazione ricordando il suo culo di poco prima e immaginandolo nudo. L'erezione che avevo in atto stupisce anche me, ma non Carlo che sicuro avvicina la sua mano alla mia patta. Lo lascio fare e chiudo gli occhi immaginando quello che seguirà. Mi eccito ancora di più tanto che non esito a porgli una mano sulla testa ed ad avvicinarlo. I suoi occhi eccitati e trasformati, mentre le immagini sul televisore si sovrapponevano alle immagini della mente era qualcosa che mi sconvolgeva. Con trepidazione e stupore, Carlo mi tira il cazzo fuori e comincia a leccarlo tamburellando con la lingua su tutta la sua lunghezza. Di colpo un affondo mi toglie il fiato e lui lo prende completamente in bocca succhiando vorticosamente. Lo allontano per qualche secondo guardando i suoi occhi che oramai erano eccitati e lucidi. Senza parole ci spogliamo e meravigliato vedo che Carlo e completamente rasato. Il suo cazzo è eccitato come il mio. Lui si gira e mi mostra un culo sodo e tondo senza uno screzio, perfetto e liscio. Gli massaggio dolcemente le chiappe mentre con l'altra mano accresco la mia erezione. Poi tintillo dolcemente il suo buchetto già umido. Sul tavolo gli ortaggi comprati dal fruttivendolo sono sparsi ormai un pò dappertutto. Una grossa zucchina richiama la mia attenzione. La prendo e tasto la sua virilità per sentire la sua eccitazione. Sento il liquido seminale che rende vischiosa la sua cappella. E' molto eccitato ed anche io, geme e inarca la schiena. Mettendomi di lato, ed umettando le mie dita comincio ad allargare il suo buco caldo e scivoloso. Si muove ritmicamente quando infilo un dito e poi un'altro. Con la bocca lecco la punta della zucchina e poi l'avvicino al suo buchetto. Lo sento gemere quando entra la punta e la sua mano afferra il mio cazzo per menarlo man mano che faccio affondare centimetro dopo centimetro la zucchina fino a farla sparire. Tutta dentro, così lo obbligo a sedersi e avvicinando il mio cazzo alle sue labbra lo scopo in bocca fino a farglielo prendere sino alla radice. Per alcuni minuti rende la mia mazza scivolosa sino al momento in cui penso che sia pronto. Con uno scatto tolgo tutto dalla tavola e metto disteso Carlo su di essa. Maneggiando il suo cazzo estraggo la zucchina ormai fradicia. Poi, salgo anche io su tavolo e sostenendo le sue gambe sulle mie spalle gli sfodo il culo con il mio palo, arrapato come un animale in calore, lo pompo bene incontrando di tanto in tanto la sua lingua con la mia bocca. Sento il suo culo allargato che fascia il mio cazzo mentre lo stantuffo. le palle che gli sbattono sul culo mentre mordicchio i suoi capezzoli. Incontenibilmente sento che sto per arrivare e cerco di trattenermi sapendo di non poterlo fare perchè Carlo mi tira a se incitandomi a sbatterlo. Godiamo insieme mentre io gli sborro nel culo ormai umido come una fica dilatata. Insieme respiriamo esausti e sconvolti. Sapendo che questo è solo l'inizio di una nuova e vera amicizia. Non sempre e solo per guardare insieme la TV.
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
La prima volta.
L’appuntamento era stato concordato alle 21,00, dinanzi al ristorante Calipso.
Era una serata settembrina meravigliosa e nel cielo, reso terso da un insolito vento tiepido simile agli alisei del pacifico, luccicavano centinaia di stelle; una cosa insolita per Milano, soffocata perennemente da una coltre di smog.
Arianna e Alessandro erano entrambi nervosi e l’anticipo con cui erano arrivati, non predisponeva alla calma.
Arianna, fasciata in un tailleur rosso, che metteva in risalto il suo seno rigoglioso, fingeva interesse davanti ad una libreria adiacente il ristorante, mentre Alessandro leggeva distrattamente il menù appeso alla vetrina, stringendo i pugni ritmicamente.
“ Guarda Ale, c’è quel libro di Celine che sto leggendo!”
“ Cinico ma grande scrittore.” rispose Alessandro osservando una coppia che stava entrando nel ristorante.
“ Mi piacerebbe scrivere un libro” continuò Arianna
“Soggetto?”
“Il bello delle donne ed il brutto degli uomini!” rispose sorridendo Arianna.
“Rieccola la femminista” sbottò Alessandro “ come se voi donne foste perfette!”
“ Certo che no, ma noi siamo più sincere e consce dei nostri limiti.”
“ Si vabbè: adesso non vorrai propinarmi la solita storia sui maschi erotomani e superficiali?” replicò Alessandro cingendola ai fianchi e baciandola sul collo.
“ E daii, che mi fai venire i brividi!”
“ Uffà, ho sposato una frigidona!” sussurrò Alessandro sorridendo.
“ Come no; prova a presentarmi qualcuno che somigli a Clooney e poi ne riparliamo!” rispose maliziosamente Arianna.
Quella scherzosa scaramuccia verbale aveva stemperato la tensione dell’attesa, che però ricomparve quando s’avvidero d’una coppia che si avvicinava loro.
Arianna prese sottobraccio Alessandro, stringendolo con forza e pentendosi d’essere là.
“ Speriamo siano loro” pensò Alessandro perché la donna gli piaceva.
“ Speriamo non siano loro” pensò Arianna sudando.
“ Erano loro!”
Le poche foto scambiate tramite internet cancellavano ogni dubbio.
Arianna avrebbe voluto fuggire e un impeto di rabbia gli sovvenì quando s’accorse del sorriso beato che attraversava il viso di Alessandro.
Lei malediva la sua accondiscendenza, mentre lui già immaginava pratiche poco caste, rimirando la donna che appariva più bella rispetto alle fotografie.
“ Arianna e Alessandro?” domandò gentilmente l’uomo.
“ Siamo noi!” rispose baldanzoso Alessandro mentre Arianna gli torturava il braccio.
“ Piacere, io sono Lidia e lui è mio marito Marco.”
“ Piacere.” Rispose Arianna con un filo di voce.
La vergogna la pervadeva e l’insicurezza del momento le faceva immaginare i pensieri più negativi sulla sua persona da parte di Lidia e Marco.
Mentre cercava di dominarsi, sperava che le vampate di calore che l’assalivano, non le avessero tinto le gote di rosso porpora esponendola al ridicolo.
“ Entriamo?” domandò sorridendo Lidia e, senza aspettare la risposta, prese Arianna sotto braccio e la invitò gentilmente a seguirla.
Lidia s’era avveduta dell’imbarazzo di Arianna e facendola accomodare accanto a sé gli domandò:
“ Era da molto che ci aspettavate?”
“ Cinque minuti.” Rispose Arianna
“Noi abbiamo dovuto fare le corse perché mio figlio deve partire per Londra e ci sta facendo impazzire con i preparativi”
“Poi” continuò Lidia abbassando la voce” certe volte Marco è peggio di me e s’attarda alla toilette come fosse un’attore!”
“Ah, se fosse così anche Alessandro” sospirò Arianna “ devo scegliergli i vestiti e pettinarlo: se fosse dipeso da lui, stasera sarebbe venuto in bermuda!”
“Beh, a quanto vedo hai buon gusto e il tuo tailleur è magnifico!”
L’estrema affabilità di Lidia stemperò la tensione di Arianna che ora, più rilassata, riusciva ad apprezzarne l’avvenenza.
Non era più giovanissima ma emanava un fascino magnetico che gli infondeva sicurezza.
Indossava una camicetta bianca e una gonna blu sopra il ginocchio, un abbigliamento sobrio ma molto elegante che Arianna apprezzava moltissimo.
Si stupì di non aver pensato affatto all’uomo che stava parlando con Alessandro come fossero vecchi amici.; lo osservava con malcelata curiosità e rimase colpita dall’estremo garbo con cui si esprimeva, una pacatezza che si rifletteva nei movimenti lenti ma eloquenti. Indossava un vestito antracite che metteva in risalto la sua mascella quadrata che ricordava un eroe greco; non un Achille o Ettore ma piuttosto un Ulisse o un Paride, più stratega che guerriero. Tutto in lui emanava saggezza ed era perfettamente accoppiato con Lidia.
Alessandro invece, in linea con il suo carattere da animatore Valtour, già tendeva a tracimare ponendo decine di domande, formulandone di nuove quando ancora gli interlocutori non avevano finito di rispondere alla precedente. Lui è fatto così, quando delle persone lo interessano le tormenta con cascate di domande!
Fortunatamente i nostri commensali non mostravano segni d’insofferenza e rispondevano piacevolmente alle domande.
Il clima s’era disteso e, gustando un meraviglioso risotto all’ortica, Arianna ebbe la sfrontatezza di bere un bicchiere di Chianti che deflagrò in lei poco dopo; essendo astemia, non reggeva la minima dose d’alcol e ora Alessandro la guardava divertito mentre il viso le si tingeva di rosso e si lasciava andare ad interminabili chiacchiere. Passare dalla coca-cola al Chianti ebbe benefici effetti sulla compagnia!
“Mi sono chiesta” esclamò Arianna con fare serioso per nulla credibile “ se anche voi aveste provato titubanza nell’incontrarci, un senso di inadeguatezza e rimorso?”
“Succede a tutti” rispose calma Lidia “ ed è un sentimento più che legittimo: le aspettative sono impegnative e interagiscono con aspetti della nostra personalità molto delicati.”
“ Concordo ma non si dovrebbe esagerare!” s’intromise Alessandro e, per nulla intimorito dall’occhiataccia di Arianna, continuò:
“Io penso che una coppia solida possa affrontare qualsiasi prova e che non debba nascondersi dietro ipocrite motivazioni. Se una coppia desidera provare nuove emozioni, ed io penso che quasi tutte lo vogliano, non deve aver paura di fallire!”
“Attenzione però!” lo interruppe deciso ma con voce pacata Marco “ l’equilibrio di una coppia è delicato, perché noi maschietti spesso viviamo la sessualità in maniera diversa, proiettando le nostre aspettative sulle nostre compagne che hanno altre sensazioni e fantasie. L’universo femminile è molto diverso dal nostro, e trasporre i nostri desideri come fossero i loro, è un grossolano errore che può provocare molti danni!”
“Ti sta bene!” pensò felice Arianna.
“Se tu sapessi, Alessandro, quale lungo percorso abbiamo affrontato io e Marco prima di riuscire a vivere serenamente incontri con altre persone, non ci crederesti.” Disse Lidia stringendo dolcemente la mano ad Arianna.
“Io temevo di non essere più desiderabile ai suoi occhi e temevo qualsiasi novità, anche se le mie fantasie abbondavano. Sebbene fossimo sposati felicemente da molto e il desiderio di Marco nei miei confronti non fosse calato, avevo molte difficoltà solo ad immaginare altre persone tra noi.”
“E come avete fatto?” domandò curiosa Arianna
“Abbiamo parlato, confessati desideri, aspettative, rischi e solo dopo estenuanti titubanze abbiamo deciso di provare. Ora, a posteriori, possiamo dire che queste esperienze ci hanno rafforzato confermando la solidità del nostro rapporto.”
Arianna seguiva rapita da cotanta saggezza, mentre Alessandro si sentiva a disagio per la sua boutade precedente.
“Noi però non consiglieremmo mai ad una coppia di provare!” continuò Lidia “ Nessuna forzatura è lecita e le motivazioni si devono trovare solamente all’interno della coppia!”
Il tono quasi ascetico di Lidia lasciò tutti per qualche interminabile secondo in silenzio; Marco guardava Lidia e l’approvazione si leggeva nei suoi occhi.
Tutto quello che avevano detto era vero e loro l’avevano sperimentato a metà pensava Arianna.
Una la differenza e non trascurabile: non avevano ancora la controprova della loro solidità!
Certo il tenore del confronto con Alessandro era stato molto più acceso a causa dell’estrema semplicità con cui lui affrontava la questione, e proprio questa leggerezza aveva causato non pochi problemi. Perché lei provava gelosia ad immaginare lui con un’altra mentre lui no? Sebbene fossero tutti e due propensi a provare, l’attesa era stata vissuta in maniera opposta. Fortunatamente Lidia e Marco s’erano rivelati una coppia straordinaria.
Ora erano lì e ci stavano anche bene!
Fu allora che Arianna si sentì vicina alla materializzazione dei suoi desideri e fantasie che la emozionavano da anni. Il lungo percorso, non privo di disagi, che l’avevano portata a capire la sua attrazione per le donne, poteva ora liberamente esprimersi.
Le numerose delusioni riportate da virtuali contatti con persone false erano ora svaniti e Arianna, accarezzando la mano di Lidia, gli sorrise felice.
Sibilla&pegasus.
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17 anni fa
sibilla30pegasus, 49/49
Ultima visita: 9 anni fa -
Prima o poi doveva succedere
Era quasi un anno che mi portavo dietro il cruccio di un'amicizia "particolare" finita improvvisamente, anche se senza rancori. Mi spingevo in qualche pomeriggio "vivace" con un ragazzo ma senza particolari expoit. Ma i giorni passavano e continuavamo a vederci. Era chiaramente in difficoltà con me, era un etero "prestato" al mondo dei bisex e non riusciva mai a nasconderlo completamente. Durante i suoi tentativi di leccarmelo però si dedicava molto al mio buchetto: leccate, un dito dentro (anche due...) e quant'altro.
Da una parte era chiaro che lo volesse, dall'altra era troppo timido e spaventato per chiedermelo. Provai per la prima volta dopo tanto tempo il gusto di sentirmi desiderato in quel modo ed il sottile ma importante piacere di potermi concedere concedendo anche un piacere così intenso, non potevo però far finta di niente di fronte alla paura di provare dolore ed una parte di me non lo voleva. Per qualche tempo ancora non gli diedi nessun segnale anche se ci pensavo spesso, poi un giorno mi presentai da lui con un paio di birre "disinibitorie" ed un'idea in testa. Pochi convenevoli, giù la bottiglia e poi a letto. Un pompino di ordinanza a lui e poi mi sdraio attendendo di essere contraccambiato, lui come al solito è titubante sul mio pisello ma attento al mio sedere ed io aspetto che faccia il suo (godendomela) prima di tirare un respiro profondo, di allontanare la sua testa dalle mie gambe e di girarmi a pancia in giù con un cuscino sotto. "Dai, prova a metterlo dentro...ma fai piano eh !" "ma...sicuro?" "non mi ci far pensare troppo, dai...".
Sono fermo e sento le sue gambe sulle mie, sento ancora le sua lingua e poi le sue mani sulle natiche...poi sento il suo pisello puntare sul mio culo, lo sento spingere, sento quella strana sensazione per cui non è lui che sta entrando ma io che mi sto allargando e quel dolore tanto temuto è soffocato dalle sensazioni che provo. Ne è entrato poco a giudicare da quello che sento ma lui si inizia a muovere lentamente....solo che....sta tremando e.....direi che stia venendo ! Va bene, va bene così, va bene lo stesso perchè tanto prima o poi doveva succedere....
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
Due amiche
La prima volta che ho avuto un rapporto con una ragazza risale a quando avevo 22 anni. Ora che di anni ne ho quasi quaranta ricordo con grande eccitazione quei momenti. E’ stata la prima volta, non l’ultima. Da allora ho esplorato il corpo femminile altre volte, pur rimanendo fondamentalmente etero. Ho avuto esperienze bisessuali e in tre. Ma ho anche avuto diversi uomini, mi sono sposata, ho avuto due bambine. Ma la voglia di sentire l’odore della pelle liscia di una donna, la delicatezza delle carezze, la sintonia che si crea, quella è rimasta. E credo che mi rimarrà per sempre. Di quella prima volta ricordo bene l’inizio. La mia amica del cuore era a casa mia, i miei genitori erano usciti a cena e noi lì, nella mia camera, a preparare un esame universitario. Ma quella sera non studiammo… iniziammo a parlare dei nostri ragazzi di allora, lei mi confessò che non provava l’orgasmo con lui, era troppo frettoloso e lei diceva di avere bisogno di tempi lunghi, di dolcezza. Bevemmo un po’, quella sera. Scendemmo nei particolari più intimi, le dissi quello che mi piaceva mi facesse il mio ragazzo, della mia passione per il sesso orale. Le raccontai di come mi piaceva farmela leccare da lui (era bravo, ricorderò sempre il gusto degli orgasmi che mi dava con la sua lingua…). Chiesi alla mia amica se con il suo ragazzo aveva provato a farsi toccare e poi leccare a lungo. Mi disse che non lo faceva mai, non le sembrava così intenzionato e lei non aveva troppa voglia di insistere. Ci guardammo negli occhi, uno sguardo che solo due amiche intime come noi riescono a condividere. Le dissi di sdraiarsi, volevo provare a darle quello che il mio ragazzo dava a me. Mi guardò con l’aria di chi non aspettava altro e si sdraiò sul mio piccolo letto. Iniziai a spogliarla molto lentamente. Sfiorai per la prima volta le labbra di una donna. Poi con la lingua ne seguii il contorno. Incontrai la sua lingua. Ci baciammo dolcemente. Ma la sua e la mia eccitazione stava salendo sempre di più. Le alzai la maglietta che portava sempre senza reggiseno, avendo un seno molto piccolo. Ma molto bello, toccai i capezzoli con le dita, poi con la bocca. Le piaceva, mi disse che le stava piacendo molto. Mi fece sentire brava, delicata ed eccitante allo stesso tempo. Slacciai i suoi pantaloni e misi una mano tra le sue gambe, nella sua peluria, mentre continuavo a sentire il suo seno tra le labbra. Infilai un dito tra le sue gambe, sentivo i suoi umori. Era bagnata, eccitata. Sentivo il suo clitoride tra le mie dita. Lo sfiorai, penetrai con un dito in lei. Stava aumentando i suoi sospiri di piacere. La volevo leccare, volevo sentirne il sapore, l’odore. Abbassai i suoi pantaloni e le sue mutandine e avvicinai la bocca alla sua fighetta. La guardai per un po’, continuando a toccarla. Poi misi le mie labbra su di lei assaporando tutto quello che il suo piacere le stava dando. Muovevo la lingua come piaceva sentirlo a me quando il mio ragazzo mi leccava, lei godeva, stava perdendo tutti i freni inibitori, parlava, mi incitava ad andare avanti. Poi aumentava l’intensità dei movimenti, spingeva il bacino verso la mia bocca e gridò. Gridò di piacere, con la mia bocca tra le la gambe. Rimasi ancora lì, carezzandola dolcemente. Averla fatta godere mi riempì di piacere. Mi avvicinai al suo viso. Mi sdraiai accanto a lei. Mi diede un bacio sulla guancia e mi ringraziò. Ma ero io che dovevo ringraziare lei. Avevo scoperto il piacere di una donna e lo avrei cercato nel tempo sempre di più…
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17 anni fa
claudiax67,
37
Ultima visita: 16 anni fa
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Dedicato a te...
Eccoti qui, a leggere di nascosto da chi ti conosce bene, i racconti peccaminosi di questo sito.
Sì, sì, guardati bene intorno, che nessuno se ne accorga che sono qui, con te.
Pronta con la mano sull'ALT-TAB per richiamare un'altra applicazione sul video al primo rumore sospetto.
Non pensavi che ti avrei scoperta, eh?
Con le guance tutte arrossate e quella sensazione di calore al bassoventre, e quel languido prurito tra le gambe, in quella fichetta che già da un po' stai stimolando con strette ripetute delle cosce, accavallamenti di gambe, oppure, spingendo un po' indietro il culetto burroso, e cercando di strofinarla contro il duro della sedia.
Non credevi che ti scoprissi, eh?
Con quella bocca asciutta e il respiro corto, e quella voglia di leccare le labbra, che devi trattenere per paura di essere vista...
E le tette? Che dire delle tette che stai appoggiando al bordo della scrivania per stimolare i capezzoli? Attenta, qualcuno potrebbe vederli spingere impazziti contro la stoffa del tuo vestito.
Porca, ecco quello che sei. Una gran maiala.
Da quanto tempo non ti fai scopare?
Quante volte, piccola puttanella, ti sei sorpresa a pensare a quando ti sei sentita riempita per l'ultima volta da un bel cazzo duro e venoso?
Quando è stata l'ultima volta che hai sentito la rugosità delle sue vene gonfie stimolare il tuo sesso?
Quand'è stata l'ultima volta che la tua lingua ha roteato intorno ad una bella cappella gonfia, leccando gli umori trasparenti dal suo buchino voglioso?
E di te? Vogliamo parlarne? La tua fica è bollente. Non ne puoi più.
Ma certo non puoi perdere il tuo contegno. Il tuo decoro.
Con il tuo tailleur castigato da impiegata. Chissà cosa accadrebbe se venissi scoperta.
Chissà i tuoi colleghi maschi cosa farebbero.
Brutta porca. Pensa se adesso entrasse uno di loro e ti leggesse in faccia la tua eccitazione, la tua voglia.
Faresti finta di nulla. Cercheresti di nascondere il tuo stato d'animo e negheresti ogni allusione.
Eppure ne avresti una gran voglia, maiala. Avresti voglia che entrasse il tuo collega più carino, che si accorgesse che stai grondando umori dalla fica, che chiudesse la porta a chiave e ti violasse.
Strappandoti le mutandine e rovesciandoti sul tavolo.
Vorresti sentire la sua lingua saettare su tutto il tuo corpo e nella tua bocca. La vorresti sentire anche sul buchino dietro, ché ti piace tanto, anche se non lo vuoi mai ammettere.
Vorresti sentire la sua cappella violacea tra le tue labbra e il suo cazzo spingersi fino in fondo alla tua gola, ritmicamente, ripetutamente. E vorresti sentirlo gonfiarsi e pulsare dentro di te, fermandoti poco prima dell'eruzione del suo seme, per fartelo mettere dentro da dietro, a pecorina. Fino in fondo al tuo ventre.
Si, sono qui con te e ti vedo. Adesso una tua mano sta torturando i tuoi seni, dietro quella scrivania, mentre l'altra sta premendo contro la stoffa delle mutandine. Ah, ma che porca! Le hai già spostate di lato!
Le dita disegnano un piccolo cerchio intorno al bottoncino duro, che ti manda piccoli brividi lungo la schiena e nella pancia.
Porca che non sei altro. Menati pure il grilletto, e godi della vischiosità dei tuoi umori.
Infila le tue dita nel tuo caldo antro e poi lecca il tuo stesso sapore, porca.
Perché tu ami sentirti così: una vera porcella.
Ora appoggia le dita che hai bagnato con la tua saliva sul buchino del culo, mentre maneggi il bottoncino con l'altra mano. E togli quella cazzo di mano dall'ALT-TAB della tastiera. Anzi, fai una bella cosa: stampa questo racconto, nascondilo in borsetta e vai in bagno, così sei sicura che nessuno ti vede. Attenta: ricomponiti un po', non vedi che hai il viso rosso come una maiala?
Sei arrivata in bagno? Chiuditi bene, apri la camicetta e lascia uscire le tette. Poverette... non ne potevano più di stare così strette. Prendile in mano e cerca di leccarti i capezzoli. Se ci arrivi, dai loro dei piccoli morsi, altrimenti, strizzali un po' con le dita. MMMHHH, vedi come si rizzano? Com'è bella questa sensazione, tra il dolore ed il piacere, che ti strugge il seno.
Comunque se ne dica, hai proprio delle belle tette. Meglio di quella stronza della tua collega che usa i reggiseni imbottiti per farle sembrare migliori. Godi della vista delle tue tette, e pensa come sarebbe bello se ci fosse un bel cazzone in mezzo a loro.
Bello duro, con le vene gonfie e la cappella contro le tue labbra.
La tua mano sta accarezzando le palle gonfie, piene di sperma. Hai voglia di liberare quello sperma dalla sua prigione, e sai anche come fare, troia.
Con consumata perizia cominceresti prendendo in bocca solo la cappella, giocando con le labbra intorno al suo bordo, mentre lecchi il filetto, sotto, con la lingua, e mentre con la mano massaggi il bastone per tutta la sua lunghezza.
Ma sì, troia! Ricomincia pure a menarti il grilletto, ora. Levati le mutande e siediti sul cesso del tuo ufficio a gambe larghe, la schiena rivolta verso la porta e la faccia verso il muro.
Non ti eri mai seduta così su un cesso, vero? E' eccitante sedersi a cavalcioni, a figa aperta e sentire il fresco dell'aria sulle sue labbra umide, vero?
Atttenta! Hai chiuso bene la porta?
Allora, vaccona: stavamo parlando di un bel cazzo gonfio e venoso puntato tra le tue labbra.
Non troppa fretta, cara. Stiamo parlando delle labbra di sopra! Adesso lo stai prendendo tra le labbra più a fondo. Ti sta riempiendo la bocca. Fatichi, da quanto è largo, ma LUI ti prende la testa con la mano e te lo spinge dentro, fino in fondo alla gola.
Ti vengono dei conati di vomito, e lui lascia la presa, ma tu sei porca e torni ad ingoiarlo, famelica, fino a quando le tue labbra sfiorano i suoi peli del pube e l'attaccatura delle palle.
Puttana! Ce l'hai tutto in bocca. Non ti sei mai sentita così maiala come oggi.
Ma chissà se nella borsetta hai qualcosa per riempire il vuoto che senti nel ventre... e placare così quel languore che ti pervade...
Ecco quello che ci vuole. Quella bomboletta di deodorante!
Controlla attentamente che non ci siano parti irritanti. Spesso la plastica del tappo ha delle bavette intorno che potrebbero farti male.
Voltati con le ginocchia verso la porta e tieni un po' la bomboletta tra le cosce strette, per scaldarla, mentre con un dito massaggi il bottoncino da dietro, passando per il buco del culo.
Tutto a posto? Ecco il tuo uomo che si mette sotto di te, con il cazzo bello duro che svetta verso il cielo. Appoggia ora la bomboletta verticalmente al coperchio del water chiuso, tenendola dritta con una mano. Se non ti eri tolta prima le mutandine, spostale di lato. Ora lecca tutto il coperchio della bomboletta, ché lo inumidisci un po'. Quanto sei bella, mentre, tutta rossa, cerchi il tuo piacere! Pensa, se fosse il suo cazzo!!! Adesso impalati. Poggia piano piano la punta della bomboletta alle tue labbra. Stavolta quelle di sotto. Scendi piano piano, Ecco che entra. E' un po' grossa, vero? ... ma a te piacciono i grossi cazzi, non è vero, puttana? Adesso puoi anche leccarti le labbra, troia. Tanto sei in un cesso, e nessuno ti vede. Attenta a non ansimare troppo, però...
Ecco, entrano i primi 5 centimetri. Senti la tua figa allargarsi inesorabilmente, come se una grossa cappella si facesse strada dentro di te. Ecco... altri 5 centimetri. Ma com'è grosso!!!
E che bella sensazione sentirlo scivolare tra le pareti della figa!!!
AAAHHH, altri 5 centimetri. Te la godi, eh, troia? Lo fai entrare piano per goderti la sensazione di allargamento, eh?
Sai che una bomboletta è lunga almeno 20-25 centimetri? Ah, che bello se trovassi un cazzo così grosso e lungo. Spingila ancora più dentro, fino a quando sentirai il tappo contro il collo dell'utero.
E adesso alzati, senza togliere la bomboletta, alza il coperchio del Water, siediti sopra l'asse a cavalcioni, tenendo la bomboletta dentro con una mano e inizia a muoverla, prima piano, poi sempre più veloce, ritmicamente.
Ora piscia! Pensa di pisciare su un bel cazzo duro e nodoso. Il calore della tua piscia ti inonda la mano, ma che importa. E' troppo eccitante pensare di pisciare su un cazzo bello gonfio (ammesso che tu ci riesca ancora a pisciare, arrapata come sei).
Continua a muovere quella bomboletta. Anzi, tieni la bomboletta con 4 dita e gira la mano in modo che la base del pollice massaggi il clitoride ogni volta che spingi la bomboletta a fondo...
Ecco... così sei davvero porca.
Manca solamente un tocco magico, per farti godere.
Leccati uno o due dita dell'altra mano e, da dietro, inumidisci il buchino, massaggiandolo per dilatarlo, brutta vacca!.
Ecco, così, spingi piano piano. Ecco che i primi centimetri di dito entrano nel culetto, bello stretto!. Fermati un attimo con l'altra mano, se no il culetto è troppo stretto e il dito non entra!.
Ecco! E' dentro. Riprendi ora a muovere entrambe le mani. La bomboletta ti riempie fino all'utero, la base del pollice massaggia il clitoride, e le dita dell'altra mano ti massaggiano l'interno dell'ano. Pensa che sotto di te c'è uno straniero, uno che non conosci, ma che ti sta impalando da quella porcona che sei. Pensa al suo grosso cazzo con la cappella violacea che sta pompando dentro la tua passerina. Guarda! Ti ha perfino messo due dita nel culo.
Ora il suo grosso cazzo sta pulsando sempre di più.
Nel frattempo, con le dita nel culo, goditi anche le tue contrazioni. Pensa che un uomo, quando ha il cazzo nel tuo culo e tu ti masturbi le sente perfettamente, e massaggiano tutta l'asta, in un fremito indescrivibile.
Ecco... il suo cazzo si gonfia. Percepisci che si gonfia. Lui sta iniziando a pompare più veloce.
Tra poco sarai riempita di sborra. Tutto il tuo ventre gronderà della sua sborra. La sua sborra ti riempirà la fica e poi colerà sulla tua mano e tu poi la leccherai...
Forza, più veloce, sempre più veloce....
GODI, VACCA! Finalmente si aprono le cateratte. Uno schizzo lo senti, prepotente, contro l'utero, e anche tu stai godendo, porca! Le tue tette sballonzolano fuori dalla camicetta, mentre il tuo ventre si contrae ritmicamente e quella vampata di calore sale su, riempiendo di brividi la tua schiena e scaldandoti tutta la pancia.
Come sono le tue mani? Tutte bagnate, eh, troia?
Ma guardati: una perfetta impiegata in tailleur con il viso sconvolto dal godimento, la lingua che passa sulle labbra, le guance in fiamme, a cavallo di un cesso con le tette fuori dalla camicetta, i capezzoli oscenamente in vista, una bomboletta di deodorante nella figa e due dita nel culo.
Sei proprio una puttanella, ma mi auguro questa volta di essere riuscito a farti godere.
Se è così, ti prego, dimmelo.
Scrivimi a [email protected]
Anch'io voglio godere pensando a te, mentre ti masturbi in ufficio.
Se mi scriverai un messaggio eccitante, mi massaggerò anch'io lentamente, fino a donarti i caldi e bianchi fiotti del mio seme.
Che ne dici? Lo so, piccola porcella, che sei già tornata al computer e stai già battendo il mio indirizzo di posta. Ti risponderò volentieri.
A presto.
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17 anni fa
ARGENTOVIVO271930,
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Ultima visita: 16 anni fa
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Noi - quarta parte
“Lasciarsi trasportare dal desiderio, che c’è di male?” lo dicevo sempre a mia moglie e lei lo diceva a me. Un giorno tornò dall’ufficio un po’ turbata, mi sembrava stanca, triste. Le chiesi cosa la preoccupava. Non mi rispose subito, mi guardò con aria seria e poi mi disse “ti ho tradito”. Mi sedetti sulla poltrona, invitandola a fare altrettanto, vicino a me. “perché?” le chiesi. La sua risposta mi spiazzò, ma non troppo. “mi è venuta voglia, non è stato niente, solo divertimento, mi ha preso l’eccitazione e sono stata al gioco. Anzi sono io che ho condotto il gioco”. Le chiesi di raccontarmi tutto. Il cuore mi batteva, ero preda di strane sensazioni. Un misto di gelosia, incazzatura e altro. E di quell’altro non riuscii a darmi una spiegazione, almeno non immediatamente. Anche se un’idea ce l’avevo. Mi aveva sempre eccitato la sua intraprendenza in fatto di sesso, come riusciva a farmi accettare il fatto che la cosa principale per lei era godersi la vita, fare quello che le piaceva. E le piaceva il sesso, in ogni suo aspetto. Così la feci raccontare: “oggi sono rimasta sola in ufficio all’ora di pranzo con un mio collega, ti ricordi, ti avevo parlato di lui, quell’uomo di mezza età, molto affascinante. Mi ha sempre provocato, fin dal primo giorno in cui sono entrata in quell’ufficio. Sa di essere affascinante e sa come stuzzicarmi. Abbiamo cominciato scherzando a parlare di sesso, di tradimenti, dell’importanza di lasciarsi andare, senza falsi pudori. Mi ha detto che l’ho sempre attratto, che gli piaceva la mia bocca. Si era fatto serio, non stava più scherzando e mi stava lusingando con i suoi complimenti. Non gli ho nascosto il mio essere una persona libera da pregiudizi e da condizionamenti. Ho voluto stupirlo e così improvvisamente gli ho detto che sarei stata capace di prenderlo in bocca anche a uno sconosciuto se solo mi fosse presa la voglia. Lui è rimasto spiazzato dalla mia audacia, ha esitato un po’ e poi mi ha chiesto se anche di fronte a qualcuno che conoscessi mi sarei comportata allo stesso modo. Gli ho detto di sì, che quando ho voglia di sentire un cazzo nella mia bocca cerco di averlo. Ma che non è che ne ho sempre voglia. Ma in quel momento la avevo, così mi sono avvicinata a lui, guardandolo negli occhi. Si è seduto sulla sedia che aveva accanto e ha allargato le gambe. Ho slacciato i suoi pantaloni e li ho fatti scendere fino alle caviglie, poi ho messo le mie mani sulle sue mutande, era eccitatissimo, aveva uno sguardo incredulo. Mi sono inginocchiata e ho fatto uscire la punta della sua cappella. L’ho leccata, l’ho toccata con le dita e l’ho di nuovo leccata. Ho fatto uscire tutto il suo cazzo dalle mutande. Ha un bel cazzo, era buono, saporito, duro. Non è grande ma lo volevo succhiare tutto. Sai quanto mi piace fare la porca, sentirmi desiderata, sentirmi una brava pompinara. Gli volevo lasciare un bel ricordo. Un pompino in pausa pranzo. Mi eccitava l’idea, mi piaceva quel cazzo di un uomo maturo. Mi piaceva quel pompino. Ho iniziato a infilarmelo nella bocca, a muovere le labbra e la lingua. Sentirlo dentro mi dà sempre una sensazione unica, lo sai, vero?” non trovavo le parole per dire niente. Capivo quella sensazione che non ero riuscito ad individuare in precedenza. Mi eccitava da morire. Quella porca di mia moglie. Io l’amo così. Mi eccita così. “l’ho leccato per un po’, l’ho sentito parlare, dirmi che sono brava, che lo stavo facendo impazzire, che voleva godere nella mia bocca per farmi sentire quanto… l’ho succhiato, ho sentito che stava venendo, mi teneva le mani sulla testa, stringeva di più. Ha goduto nella mia bocca, ho sentito il suo sapore, il sapore del suo sperma, i suoi gemiti per quello che gli avevo fatto. Avevo voglia e l’ho fatto” l’ho guardata negli occhi. “Hai fatto bene, se ti andava, ti sei divertita, no? Ho voglia di te, ora….”
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17 anni fa
lentezza,
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Ultima visita: 16 anni fa
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Il mio caporeparto
Mia moglie da non molto ha cambiato lavoro,si occupa del prodotto finito ovvero il controllo finale prima di essere immesso sul mercato.
La vedo soddisfatta di questo suo impiego,mi racconta dell'allegria fra colleghe e la cosa mi fa piacere,il bello della vicenda avviene una sera,quando lei mi dice che per una cena aziendale possono partecipare anche i rispettivi,accetto l'invito e devo confessare che e' stata una serata all'insegna dell'allegriacon tantissime risate a non finire.L'attenzione casca su mia moglie che e' sempre vicina a una sua collega,il pensiero fa si' che mi sento irrigidirmi man mano che la scruto,era un falso allarme,arrivati a casa una scopata con l'idea di vedere mia moglie alle prese con l'altra.
Poco tempo fa' mi dice: Dimmi una tua fantasia sessuale.
Mi piacerebbe vederti scopare........... e lei mi interrompe dicendomi Con un'altro?prendo la palla al balzo e acconsento.
La settimana scorsa si ripropone chiedendo conferma della mia fantasia e' sempre si le dico,allora come uno sconosciuto mi invita a cena la sera successiva,ci prepariamo e vedo lei che in bagno si rasa la figa, vestendosi usa il meglio della lingerie,mutandine brasiliane trasparentissime un reggiseno a balconcino un coordinato niente male,indossava una maglia-camicia biancae nera ,una mini che piu' mini era impossibile insomma una bambolina di cristallo ,ci avviamo alla macchina e i primi occhi la spogliano mi sentivo orgoglioso di una donna cosi porca,saliti in auto mi dice andiamo a cena con il mio capo tu aspetta e vedrai al momento giusto con un cenno intervieni .Arivammo al ristorante,sedendosi la gonna si alzava sempre piu' e lei indifferente lasciava perdere,ad un certo punto una toccata di mano fra loro e per puro caso(si fa per dire) a lui casca il tovagliolo vedo mia moglie che sospira di piacere e mi fa cenno che l'ha toccata,il cazzo e' gia' in fase di decollo,finita la cena e facendo lo stupido opto per andare a casa,ma il capo di mia moglie insiste per un drink a casa sua,aveva abboccato sapendo che mi piaceva vedere la puttana di mia moglie alle prese con due uccelli,arrivati a casa sua mia moglie mi fa cenno di stare fermo,lei si sbottona per farsi vedere i seni e gli afferra il pacco che era da tempo di marmo gli estrae l'uccello e se lo pompa io mi segavo aspettando il segnale di lei .
Vedo le dita bagnate di umori della passera ,mentre mi avvicino mia moglie si gira e mi dice aspetta che me lo metta in culo,si fa inculare dal quel cazzo durissimo,vedendo la sofferenza e la goduria di quella troia, una volta entrato mi dice sbattimelo nella figa,continuammo cosi a scopare fino a notte tarda ed ora mi ritrovo con l'amico di mia moglie che me la scopa (sempre in tre)con grande soddisfazione
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
La panchina
Anche quella sera ci ritrovammo a Forte, Pamela ci aspettava sotto casa ed io e Luca parcheggiamo lì vicino, per gustarci la serata.
Non avevo avuto nessuna avvisaglia di cosa sarebbe successo, ma la faccia di Pamela nascondeva qualcosa di eccitante per me.
Un bacio di saluto e ........... dalla finestra della casa compare lei ........ Patrizia; donna avvenente sulla quarantina che saluta tutti e mi colpisce con uno sguardo furtivo al quale resto di sasso.
Ci chiede se può unirsi a noi tre per la consueta passeggiata, in quanto le bambine sarebbero state in compagnia della nonna.
Ci incamminiano lungo le strade alberate e chiassose di quei giorni di agosto nell'interno di Forte.
Io e Patrizia camminiamo avanti scherzando e ridendo, ignari di quello che di li a poco ........ ci avrebbe riservato il futuro.
Arrivando al pontile .......... Luca e Pamela ci lasciano ...... per il consueto loro momento di intimità ......... e noi ........ continuamo fino al termine.
Solo una pachina è mezza libera ed allora decidiamo di sederci.
Patrizia ..... si siete sulle mie ginocchia e ..... continuamo a parlare, ma questa volta ........ siamo un pò più maliziosi.
Il tempo scorre e gli occhi si intrecciano furtivi ed ansiosi di sensazioni vive ........ le nostre bocche si uniscono in un bacio lungo, appassionante e voluto.
Le labbra di Patrizia così dolci e morbide, la sua lingua che dolcemente si muove cercando la mia e ricambiando gli umori che aumentano l'erotismo e l'eccitazione.
I baci si susseguono ........ le carezze sul corpo di lei ....... i vicini si scostano per lasciar l'intimità a quei due ragazzi.
Ci muoviano alla ricerca di un posto intimo di un momento ancor più piacevole di quello che al momento era disponibile.
La spiaggia di Forte ....... i lettini e le sdraio solitarie ........ il mare che rumoreggia alla luna il suo dolce canto e ........ i nostri corpi che si cercano e si desiderano in un sol corpo.
Ci sdraiamo sul lettino ed io ......... gonfio i voglia inizio a baciarle il collo ......... le spalle nude e ......... quei seni grossi e turgidi che fuoriescono dal reggiseno in un sol colpo.
La lingua di lei si muove alla ricerca del mio corpo ......... ma ..... non le rimane che accarezzare la mia testa e ......... godere della mia lingua che ormai era diventata padrona del suo sesso.
L'orgasmo fu intenso e desiderato .........
Ma la mia lingua continuò insistente tra le sue cosce e quelle labbra, gli umori aumentarono e il suo corpo si fece ......... elettrico e dalla bocca sospiri ed ansimi ne uscirono.
Un nuovo orgasmo ancor più intenso .......... lascio fuoriuscire altri umori e con una voce flebile mi ........ cercò.
Ormai gonfio di voglia ........ e bagnato per l'eccitazione del momento ........ mi avvicinai alla sua bocca e ....... mentre le nostre lingue si contorsero all'unisono ........ il membro entro tra quelle labbra calde, umide e vogliose.
L'intensità e la voglia durò ......... e mentre le bocche continuavano a baciarsi senza staccarsi .......... il membro si muoveva all'interno riscaldando e aumentando gli umori della vagina ...........
Il culmine fu immenso, violento e prolungato ....... e non ci rimase che abbandonarci all'estasi insieme.
Erano passate le quattro del mattino quando facemmo rientro e quella serata fu solo l'inizio della nostra storia.
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17 anni fa
carino6423,
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Ultima visita: 11 anni fa
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La moglie del poliziotto
ciao a tutti volgio scrivere questo racconto che è un pezzo della mia vita vissuta...
Cominciamo da quando avevo circa 18 anni quando vicino casa mia venne ad abitare una coppia sposata con due bimbi piccoli, lui era un agente di polizia e lei una donna bellissima, mora capelli rosso scuri quasi neri, ma con sfumature rosse.
La vidi la prima volta con i figli piccoli al bar dove di solito mi incontravo con gli amici, ed era di una bellezza incredibile poi aveva uno sguardo da donna veramente assetata di sesso.
vestiva spesso con tacchi alti e mini gonne....e in giro dopo un pò di tempo cominciò a circolare la voce che era ninfomane.
comunque passarono un po di anni con queste voci sul suo conto sempre in vigore....e questa donna di nome Natalie la incontravo spesso in centri commerciali o in auto. Un giorno ero davanti al bar con un mio amico e lei si avvicina chiedendo una sigaretta, gli diedi la sigaretta, la accese, poi ci salutò e ando via. Il giorno successivo era di sabato, la incontrai in un Centro commerciale come promoter, mi fermai a salutarla e scambiai qualche parola, mentre la stavo per salutare mi disse che lei alle 13.00 avrebbe finito di lavorare e gli avrebbe fatto piacere offrirmi un aperitivo. In quel momento mi cominciò a salire l'eccitazione perchè avevo capito che si stava creando una situazione molto eccitante.
Andammo a prendere l'aperitivo al bar del centro commerciale sui tavolini vi erano posati dei biglietti per l'ingresso in alcune discoteche della zona, lei prese questo biglietto e mi disse che questa sera sarebbe andata con una sua amica in questa discoteca sul mare.
Alla fine dell'aperitivo ci salutammo la ringraziai dell'aperitivo che ha voluto per forza pagare e andai via.
La sera andai in questa discoteca mi feci un giro per cercarla e la vidi ballare con questa sua amica con un fisico molto bello, io feci finta di non vederla e dopo un pò mi vide lei e mi venne a chiamare, andai al loro tavolino, dove mi offrirono da bere del prosecco, feci portare un'altra bottiglia di prosecco per dei nuovi brindisi, ero eccitatissimo e anche la presenza di questa sua amica mi stimolava la fantasia....a un certo punto della serata rimanemmo soli su questi divani all'aperto e mi sentii il suo fiato e la sua lingua tra il collo e l'orecchio, mi disse che aveva voglia e che il marito non c'era mai a casa. Mi diede appuntamento alle 2:00 sotto il suo palazzo e che con una scusa lasciava l'amica e tornava a casa. Alle 2 ero li sotto, salì velocemente sulla mi auto e ci allontanammo, mentre guidavo comincio a toccarmi e baciarmi ancora dietro l'orecchio mentre con una mano mi palpava sopra i jeans il mio membro. Ero eccitatissimo e anche lei.... mi fermai di colpo ai bordi della strada mentre tutti e due ci toccavamo reciprocamente....ero quasi in trans....ed ero bagnatissimo...con la mano gli tocco la sua figa ed anche lei era bagnatissima....riprendiamo comunque la strada in direzione San Benedetto per trovare un hotel... il viaggio dura circa 40 minuti, lei mi sbottona i jeans e comincia a leccarmelo, sentivo il calore della sua bocca e la sua lingua che mi leccava la cappella...io con la mia mano destra frugo nelle sue gambe e con il dito faccio quello che vorrei fare con la lingua....l'eccitazione è sempre più forte e ho il cuore che mi palpita fortemente...mentre la penetro con un dito lei affianca un suo dito al mio mentre è dentro di lei....poi lo tira fuori me lo mette nella mia bocca per farmi sentire il sapore dolciastro della sua figa....in quell'istante sento che sto per veniere e che anche lei sta per raggiungere l'orgasmo dopo qualche attimo lei dice "sto venendo dai veniamo insieme!!" il mio sperma schizza fuori bagnando tutte le sue mani che se le passa tra le labbra....Arrivammo in hotel con i nostri bollenti spiriti ancora più eccitati....prendiamo l stanza n.322 appena entrati si leva la camicia e il suo seno ora è nudo...un seno bellissimo... resta con i tacchi e la gonna mi sbottona la camicia e mi fa sdraiare per terra....si toglie una scarpa mentre lei resta in piedi e passa il suo piede sulla mia testa e sulla mia faccia dove la mia lingua cercava di raggiungere il suo piede che sfuggiva....si inginocchia mi sbottona i jeans e si siede sul letto con me ancora per terra, non voleva che mi alzassi....comincia a toccarmi con un piede il mio cazzo durissimo...poi si leva anche l'altra scarpa e passa l'altro piede sulla mia bocca mentre la mia lingua passava tra le sue dita....poi con tutti e due i piedi mi masturba mentro io a terra stavo impazzendo...l'eccitazione mi aveva fatto entrare in trans ed ero in balia del piacere....poi scese dal letto si leva la gonna e finalmente posa la sua figa sopra la mia faccia.... sento il suo sapore sul suo perizoma nero....si ferma sulle mie labbra,con le dita sposto lo slip e la mia lingua comincia a muoversi sul suo clitoride lentamente...lei intanto con la sua lingua e le mani continua a farmi impazzire...la mia lingua lecca lentamente le sue labbra gonfie, la penetro con la lingua sempre molto lentamente e sento i sui gemiti di piacere sempre più forti....poi gli passo un dito dietro mentre continuo a leccare e penetrarla con la lingua...ho un pò di timore perchè non so se lei possa accettare quel dito che passa sul suo sedere...lei come aver capito mi dice continua non fermarti, voglio essere la tua porca... cosi gli metto prima il dito nella figa per bagnarlo e poi lo riporto dietro pronto per farlo entrare....lentamente la penetro dietro...e sento lei che comincia a muovere la sua bocca e el sue mani sul mio cazzo sempre più velocemente....muovo la mia lingua dentro di lei e anche il dito dietro....sento che sta raggiungendo un nuovo orgasmo e anche io sto per venire....ho la bocca piena del sapore del suo sesso....sono istanti di piacere immenso che solo vivendoli si possono raccontare.....dopo qualche attimo sento il suo liquido e la sua voce "vengo-vengo-sto venendo" la mia faccia e ricoperta del suo liquido dolciastro e dopo qualche attimo anche io raggiungo l'orgasmo nella sua bocca....
Restiamo per terra qualche istante prima di uscire fuori nel balcone a fumare...una volta fuori mi prendo la sigaretta, ma prima di accenderla lei la prende se la passa nella figa facendola entrare appena e poi mi dice"così è più gustosa"....
incredibile quella donna che tutti gli uomini avrebbero voluto scopare ora era mia....la storia segreta con Natalie è durata per 2 anni circa poi si è trasferita in Umbria perchè avevano trasferito il marito....Non ci siamo più visti ne sentiti....
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
Lo stupro
Amelia si alzò da terra non badando al corpo che pareva gridare di dolore e grondare lacrime di sangue. Il bosco sembrava ancora più orribile ora che il lupo era andato via a pancia piena. I frammenti di camicetta coprivano la leggerezza del suo seno. Non voleva nemmeno ricordare il volto di chi le aveva tolto il suo essere donna per sempre.
In una brillante serata di Maggio era salita su quella macchina che sfavillava di se, e aveva trovato in quel robusto ragazzo moro, qualcosa di molto speciale. Cosa non ci fa fare la rabbia, quella che parte da dentro e raggiunge l’anima rubandola anche al diavolo. Avrebbe riso il mattino dopo, ricordando le carezze di un amante speciale, a chi le aveva massacrato il cuore. Il buio si fece sempre più pesto,ed i rami sempre più fitti e pungenti.
Camminò fino a giungere sul ciglio di una strada di campagna, dove forse, un buon caronte l’avrebbe portata fuori dall’inferno. La sua mente le proiettava un violento flashback di lei che urlava mentre un manesco giovane pensava solo a sfogare il suo io. Le aveva strappato i vestiti, rotto la gonna azzurra, ferito un labbro. Lei aveva usato tutta la sua forza per ribellarsi, era cattiva e grintosa, ma forse, non abbastanza. Il sentire una cosa estranea e rifiutata dentro se stessa, e per la prima volta, le fece provare un irrefrenabile impulso di vomitare. Avrebbe voluto morire lì fuori, piuttosto che farsi uccidere dentro.
Ogni tanto, al viso del feroce ladro di sogni, si sovrapponeva quello dell’uomo amato, che aveva iniziato a violentarla, ma solo nell’anima. Proprio quando si accorse che il freddo era penetrato nel suo flebile corpo una macchina si fermò.
Era un uomo stanco e anziano, dall’accento lento e dai modi raffinati. Non servì nessun racconto, il signore capì il passato guardando i vestiti squarciati, e lo sguardo rassegnato di chi vorrebbe bruciare il mondo ma è troppo spaventato per accendere un fuoco.
Adesso, dentro a quella macchina, Amelia capì che nel mondo esistevano due tipi di carnefici:quelli bestiali, che usano la forza per spezzarti,e quelli cerebrali, che usano il cervello per mandarti dai primi. La porta del pronto soccorso le parve distante e paurosa,di colpo si chiese se la cosa giusta fosse proprio andare in quel luogo e raccontare la notte più brutta della sua vita. Il signore, dopo averle chiesto se aveva bisogno di altro, si avvio verso casa. Piangeva Amelia,voleva sfogare il suo dolore. Il viso del suo uomo era ancora davanti ai suoi occhi: aveva bisogno di lui? L'avrebbe capita? Non sapeva che la ferita più grande doveva ancora arrivare. Compose il numero, una voce distaccata le annunciò che era in corso un party,quindi era meglio che si sentissero più tardi. La sua disperazione valeva meno di un Martini. Il cuore si gonfiò di odio, il ventre si chiuse in un collerico addio, e gli occhi divennero ancora più bui delle tenebre. I dottori del pronto soccorso, la sottoposero a tante, troppe domande, le medicazioni alleviarono poco e nulla il male, e lei, che vagheggiava nei suoi pensieri, si rese conto di come fosse brutto avere il veleno al posto del sangue.
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
La modella
Ma sarò davvero capace di farla? Di alzarmi la gonna e chiedere un prezzo, e vendermi a pezzi perché intera non voglio, e l’anima in fondo non è fatta di carne. Ma davvero sarò capace di farla? Come le tante sui bordi di strade, affollate di notte che sciamano in coda, e riscaldano al fuoco la merce migliore? Oddio come sono patetica, non so perché penso a quelle figure, in fin dei conti mica devo battere in strada, nessuno l’ha chiesto e nessuno lo vuole!
Sono qui che rispondo e cerco parole, dentro la mia stanza e fuori c’è neve, mio marito che legge a solo due passi, e Valentina che dorme dentro la culla. Fisso lo schermo e mi sento a disagio, leggo e rileggo la sua ultima offerta, devo solo decidere e rispondergli certa, con un sì od un no perchè il resto non conta. Lui mi offre un rimborso ed è così che lo chiama, perché delicato mai parlerebbe di soldi, mi rapisce e mi prende il suo modo di dire, per farmi sentire davvero a mio agio. Mi riscrive l’offerta ed io ne ho davvero bisogno, devo partire per Vienna per un servizio importante, è la svolta che cercavo da mesi e da anni, e non ho un euro per pagarmi il soggiorno. E come il destino che raramente m’aiuta, lui è spuntato tra le tante email che ricevo, dai miei fans inconcludenti sparsi nel mondo, che mi dicono bella e mi chiamano amore.
Faccio la modella e lui vuole conoscermi, mi dice che mai ne ha vista una più bella, perché lavora nel campo e se ne intende, e in nessun’altra mi giura ci ha fatto dei sogni. Perché ho un sito per farmi ammirare, un punto com dove espongo le foto, e lui mi ha scritto davvero estasiato, colpito da quella con la veletta e il capello. Per giorni mi ha condotta nel suo gioco di ruolo, e dopo parole fitte di corte, è spuntata l’offerta come un atto dovuto, che ora davvero non mi fa dormire la notte.
Ma sarò davvero capace di farla? Non l’ho mai fatta e lui sa che non sono un’esperta, che al massimo posso mettermi in posa, la gonna che s’alza la bretellina che cala, il seno che ammicca tra il vedo e non vedo. Che cambierebbe davvero? Mi spaventa l’idea, mi spaventa l’offerta! E’ davvero così tanto labile il confine? Un piccolo passo senza pensare, e trovarmi nel ruolo che non avevo previsto, da madre e modella che già cozzano insieme, a prostituta di classe perché è questo che vuole.
Mi ha trasportata leggera per vicoli e ponti, fino a convincermi in fondo che non c’è nulla di male, ad offrirmi ad un uomo che guarda e si sazia, e mi inquadra con gli occhi senza farmi una foto. E poi in crescendo dicendomi oltre, che lui non compra ed io non vendo, se tutto sommato non passa di mani, la merce che intatta rimane sul banco.
Mi ha scritto 500 come ultima offerta, semplice e netta in lettere e in cifre, ed io ho sentito un brivido intenso, perché per meno non m’avrebbe convinta. Mi ha detto 500 senza pensare, 500 per me come fossero rose, come un mazzo tempestato di rosso, che mi offre non appena scendo dal treno.
Lui è di Roma ed io di Milano, andrei apposta per fare il servizio, perché è la versione ufficiale e mio marito ci crede, e devo solo pensare dove lasciare mia figlia. Mi ha detto due ore perché non ci vuole più tempo, e quelle più lunghe le passo all’andata a pensare, al ritorno felice dondolata dal treno, a contare convinta che se voglio riesco.
Sono 500 e non sono uno scherzo, tutto il resto non conta non avrebbe alcun senso, lui dice che è un gioco trasgressivo e intrigante, che coinvolge soltanto le nostri parti infantili. Mi ripete che dopo sarà tutto come prima, ma lo so che lo dice per non farmi sentire una troia, sì proprio quelle di prima ai bordi di notte, che scaldano la merce come castagne per strada.
Mi ripeto che dopo sarò sempre modella, di nudo e glamour con in più l’occasione di Vienna, perché sono 500 come i baci che offro, a mio marito la sera senza avere ritorno! Mi ha detto che non vuole fare l’amore, che è solo il gusto di pagare una donna, che non batte la strada ma fa la modella, che non gira per alberghi ma si lascia pagare! Mi scrive che di donne ne ha prese a mandrie, ma quello che vuole non è una mucca di carne, ma una donna che a pezzi scopre ad arte, il seno le gambe il dietro che ama.
Alle volte mi sento scema davvero, perché ho questi dubbi che mi dilaniano dentro, in fin dei conti è come se stessi facendo un servizio, se davanti ci fosse un fotografo esperto. Non vuole altro ed io ci credo, perché è particolare e me lo dice ogni sera, perché non è col sesso che s’appaga un uomo, non è con la figa che mi sento più bella.
Mi vuole vestita con la veletta e il cappello, con un vestito a tubino che mi fascia i fianchi, ed un paio di calze con la riga che corre, un paio di tacchi alti e importanti. Mi vuole vestita tutta di nero, perché il rosso che vede sia sulle mie labbra, che spunta evidente dalla retina velata, e valga quel prezzo che lui mi ha offerto.
Mi porta in un posto a due passi dal centro, un tugurio a due stelle di nome Samantha, per rendere il gioco ancora più vero, perché quel posto è frequentato da quelle, sì proprio da quelle che scaldano merce, per la coda che aspetta e non raffreddare le voglie. M’ha detto due ore ma anche poi meno, perché dipende da quanto ci metto a spogliarmi, a fargli ammirare un pezzo e poi l’altro, il ricamo intrigante e la coscia più chiara, e lui che rimane disteso sul letto, che fuma e che pensa di farsi una donna, rimanendo distante a due metri dal sogno.
E già! Che sogno sarei se poi mi prendesse, perché mi vuole eterea volatile e sparsa, uno strascico lungo che rimanga per sempre, come un profumo che resta di fiore mai colto. Guardo mia figlia e mi guardo allo specchio, sto scrivendo l’email per dargli conferma, domani alle sette al terzo binario, vestita di nero senza valigia.
Domani alle sette, lui con un mazzo di rose, che mi guarda estasiato per la scelta che ha fatto, che lo guardo convinta e gli domando per dove, è previsto il servizio della signora di classe, vestita di nero col capello e veletta. Domani alle sette che scendo dal treno, e lui che m’aiuta per via dei tacchi, sottobraccio corriamo perché andiamo di fretta, perché ho solo due ore ed un treno m’aspetta.
Domani alle sette ed invio conferma.
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17 anni fa
admin, 75
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La voglia
E’ una sera di maggio, nel parco, a Forte Antenne, sotto un cielo insanguinato al tramonto di nuvole scarne, allungate nell’estasi dei primi calori d’estate. Sulla strada scura del vespro non un avventore e neppure un gatto, quando al di là d’una curva d’asfalto, accecante coi suoi fanali d’occhi, lenta s’affaccia un’auto rossa, tra le fronde sporgenti degli alberi, sul viale che passa. In sottofondo, il fosco stridere d’una civetta in dialogo, abbarbicata al ramo e alla vena inquieta d’un battito cardiaco nell’ultima sua ansa di tristezza, e la corsa celere dello scoiattolo, allontanatosi s’una pianura fuori mano alle porte d’una notte solitaria.
E’ l’ansia raminga che accompagna quando l’amore abbandona. Pochi lampioni di sentinella, pochi metri di fari ancora accesi sino alla rientranza della strada laterale. Le labbra alla bottiglia e l’invadente calore infame fra le gambe. “Voglia perché m’assilli?” “Voglia perché non mi dai tregua?” Lei scende sinuosa sull’acciottolato, scaltra con i suoi tacchi da dieci centimetri e mezzo; non hanno cedimenti le sue caviglie mentre tendono nervose verso l’alto. Lei volta su se stessa con palesata grazia, muove sostenuta allungando muscoli e pelle come una ballerina contratta nella posa, ed ogni movimento l’abbraccia intimamente nelle ossa fino al punto da farle dire: “la voglia mi prende le gambe”. “La voglia mi scioglie sui passi”. “La voglia mi guida già inerme”. “La voglia mi chiama danzatrice di veli”.
La voglia stasera è la sua Signora e Padrona, la voglia le chiede di mettersi in mostra come una passeggiatrice di strada. E già s’alza il suo vestito stretto. Lei poggiata sul cofano al buio, con le gambe aperte, i tacchi come piantati nel terreno. E le mani alla vita ancorate d’attesa, gli occhi attenti da gatta alla strada che nel gomito la nasconde dalla via principale, nell’impaziente follia che sotto s’accumula come nuvole al cielo preparando violenta l’improvvisa pioggia. Arriva poi un’auto, un’altra e un’altra ancora, lentamente com’è nell’ansia il tempo. La prima le illumina le gambe e sembra bloccarsi. Poi quasi immobile, coi fari tesi, avanza sulla preda con la luce furiosa e le scopre sul volto la sfida.
Sorriso e sguardo, di sfacciata presunzione, di lei tutta ancora decisa e pronta per squassare quella voglia di smania da cui mai si sente lasciare. Che ora la vuole. La vuole a camminare. Felina, sfrontata ma sola, tra le ombre che le annientano il mondo e le sue mani furtive e frementi che le accarezzano morbide i fianchi, morbose tra i passi, mentre le muove sul vestito dall’alto, sul seno, allacciato fin sotto sul collo. Un’auto si ferma. Un uomo scende. Forse vuole capire, ma lei indietreggia alla sua stessa voglia. Non vuole conoscerlo, né adesso né poi, né lui né gli altri, così s’allontana nel fiume che intanto le sfocia. Alla portiera è già in fuga, ma veloce in un’alzata di spalle lo vede, l’uomo è pentito e ripiega, senza abbandonare la presa degli occhi, a passo di gambero. Forse ha capito, è d’accordo. Lei decide di sì e riparte pulsante, e come su un palco sospirato a teatro inizia a far recitare i bottoni con pose d’artista. Intrigo di mani che s’avvinghia in sensuali movenze impregnate di voglia, e ancora morse lascive, e invitanti mugolii sommessi che reclamano la sua danza del corpo, carnale, viziosa. E lei, lei, che accoglie gli sguardi stranieri sulla via dei solchi, accoglie le dita impazzite fin dentro nei pozzi, sbottona piano la veste e poi svelta la apre. La spalanca, con le gambe tese che colano voglia e camminano del loro strusciare nell’aria il respiro di lui, dell’altro, del loro muoversi all’ombra e nel sangue che sale e li monta.
“La voglia mi spoglia”. “La voglia mi bagna”. “La voglia m’impone di girarmi di spalle a cercala dove s’annida più stretta”. E lei sale in ginocchio sul cofano caldo, si piega all’abbaglio del faro e con la luce del raggio poi affonda. “La voglia mi squaglia”. “La voglia mi scoppia”. Lei s’arresta e si svuota per sentire che pulsa. E’ l’attimo in cui si ferma nel palpito, per trattenerlo sul margine, per dilatarlo. Lei si gira, si struscia e giù scivola lungo il nero paraurti, s’avvicina alla portiera aperta che attende e lì prende il suo regalo per loro. Sul suo seno, che scopre, sulla pelle eccitata, sulle sue areole rosse, sui suoi chicchi rubino, si stringe, si strizza, s’appende e s’avvita, un rosario di perle violacee che con furia la morde di piccoli morsetti.
“La voglia mi umilia, mi comanda”. “La voglia m’impiega, m’ostina al dolore”. Lei geme alla bocca aperta di lui, alla mano dell’altro che spreme e allo sguardo perso di tutti che alla mente l’avvolge. E ricomincia, risale sull’auto e s’apre, s’allarga stavolta di fronte e poi sfonda. La catenella oscilla tra i capezzoli vigili mentre lei lubrica tra le labbra la sgrana, perla a perla, e tra le labbra la tira fino a strapparsi in lamenti, finché s’inarca stravolta d’una forza che sfascia, e poi di colpo al salire dei gemiti di lui, del respiro più ansimante degli altri, scoppia, insieme a loro scoppia. Di botto esplode. Gode. Non ci sono parole a seguire, né più sguardi per loro, lei nuda riparte in auto, le mani strette al volante, la collana preziosa al seno, e la sua voglia ancora a palpitare. La sua voglia assillante che l’ha corrotta puttana. Non ci sono parole a coprire il tormento del suo Amore lontano, a coprire un grido di strappo lacerante al petto.
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17 anni fa
admin, 75
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Alcros
Mara, una ragazza alquanto silenziosa, misteriosa e terribilmente timida...così la descriverebbero superficialmente gli amici, ma loro non sanno...."oh no non sanno!"-si trova a pensare la diciannovenne dal corpo minuto, i lineamenti affilati ed il seno prosperoso.
Lentamente sfiora le sue curve davanti allo specchio, tenta sguardi sensuali ed ammiccamenti invitanti. Le sue dita s'insinuano nel suo sesso traendone quel dolce nettare che con delizia porta alle labbra per gustarlo avidamente.
"Sì, ho proprio tanta voglia"- sussurra, prima di rivestirsi in tutta fretta per uscire.
Per la strada passa inosservata, nessuno la degna di uno sguardo, in fin dei conti chi potrebbe pensare che sotto il cappuccio di quella larga tuta possa nascondersi il volto di una ragazza.
Arrivata ai piedi di un'antico palazzo disabitato, Mara si guarda attorno per assicurarsi di non essere seguita, indi si appresta a varcare l'uscio. Percorre la stretta volta di scale, sino ad arrivare all'ultimo piano, incede verso una sconnessa porta blu e una volta raggiunta col palmo della mano picchia su di essa per tre volte :"cappio" - mormora, mentre il cuore comincia a batterle così forte da toglierle il fiato. Al pronunciarsi della parola, il rumore di una catena ed un tonfo sordo accompagnano l'aprirsi della porta e due figure vestite di nero ed il volto celato da una maschera in lattice le compaiono davanti.
[il racconto segue appena ho tempo ] ^___^
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1
17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
La voglia
Mi ero appena svegliato, in ritardo, quella mattina. Mi diressi verso il bagno e fui abbagliato da una visione. Mia moglie che si truccava allo specchio. Aveva indosso un paio di stivali e calze autoreggenti. Una maglia nera e un perizoma sottilissimo nero, un sottile lembo di stoffa che separava le due natiche. La gonna era appoggiata su uno sgabello al fianco del lavello. Lei era piegata leggermente in avanti per avvicinarsi allo specchio; il suo culo si offriva ai miei occhi. La già prorompente eccitazione del mattino si trasformò immediatamente in voglia irrefrenabile. Mi avvicinai salutandola, baciandola dietro al collo. “ciao amore…sono già in ritardo, non farti strane idee” mi disse tarpandomi le ali. “va bene, ma quando ci rivediamo stasera…” dissi io un po’ deluso.
La giornata di lavoro la passai ricordando quell’immagine, aspettando di rientrare a casa per poter dare seguito a quanto desideravo fin dal mattino.
Le mandai diversi messaggi a cui rispose immediatamente promettendomi che la sera avrebbe placato le mie voglie. D’altra parte lei era così, non si tirava di certo indietro di fronte alle mie richieste di sesso. Spesso era lei a prendere l’iniziativa a provocarmi, a stuzzicarmi. Le piaceva vestirsi per attrarre qualche sguardo su di sé e poi tornare a casa la sera e raccontarmi di come era stata desiderata. Le piaceva essere desiderata, stare al centro dell’attenzione di uomini e anche di donne. Voleva essere il centro del desiderio sessuale di chi stava vicino a lei, voleva che chi la vedeva potesse pensare di scoparsela, di toccare il suo culo eccitante, il suo seno morbido. E le piaceva ripetermi questo mentre scopavamo, raccontarmi che si sente eccitata all’idea che qualcuno la desideri, uomo o donna che sia. E quanto poi le piaccia fare l’amore con me, solo con me, che queste sono solo le sue fantasie, i suoi strumenti per eccitarsi. Non le ho mai creduto completamente, so bene che qualche scappatella se l’è concessa, come penso che sia naturale, ma questo non mi disturba, anzi, aggiunge un po’ di pepe al tutto.
La sera tornai a casa prima di lei e l’aspettai, volevo solo godermela, toccarla, scoparla.
Arrivò finalmente, la invitai a metterci in finestra per fumare una sigaretta, raccontandoci la giornata trascorsa. Mi misi accanto a lei, affacciati sulle finestre dei palazzi circostanti il nostro appartamento. Inizia a carezzarle la schiena mentre parlava, a massaggiarla in maniera sempre più esplicita. Lei sorrideva e continuava a parlare. Mi spostai dietro a lei, dicendole di rimanere così. Ne ammirai la bellezza, i fianchi, il culo, la schiena. Alzai la gonna, sfiorandole la pelle, poi iniziai a stringere le sue chiappe tra le mie mani. Passai le dita seguendo il sottile filo del perizoma che così mi aveva eccitato. sentire il suo culo tra le mie mani mi eccitava sempre di più, le dissi di continuare a guardare fuori dalla finestra, nelle case illuminate dei vicini, di fare come niente fosse. Mi inginocchiai dietro di lei, volevo sentire il suo sapore tra le mie labbra, baciarla, leccarla, farla godere. Spinse il suo culo verso di me, come ad invitarmi ad approfittarne. Sfilai il perizoma e la leccai a lungo, sentendola sempre più eccitata. Il sapore della sua fica mi riempiva la bocca e mi andava al cervello. La sentii venire sulla mia bocca, stringendo le gambe e trattenendo i gemiti…
Poi mi staccai da lei, la guardai, con la gonna alzata, il culo nudo rivolto a me, la finestra aperta e il suo volto sorridente girato verso di me. Mi slacciai i pantaloni e mi avvicinai di nuovo. Entrai dentro di lei per spingere, con le mani sul suo culo, stringendolo. Quello che volevo dalla mattina ora era lì, io dentro di lei, i suoi sospiri, il suo corpo, i miei movimenti, i suoi movimenti, l’odore del sesso… e venni dentro di lei. Spingendole dentro tutta l’eccitazione che era stata capace di darmi. Poi accesi un’altra sigaretta per fumarcela insieme affacciati alla finestra.
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17 anni fa
lentezza,
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Ultima visita: 16 anni fa
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Quello che meno ti aspetti.
Questa storia è realmente accaduta questa estate quando io e la mia Gigia eravamo in vacanza.
Eravamo in vacanza nella riviera ligure, io e mia moglie (Gigia), dopo aver lavorat tutto l'anno come matti era giusto avere 10 giorni tutti per noi, così speravo, ma al secondo giorno di vacanza arriva QUELLO CHE MENO TI ASPETTI, come.....?
Eravamo in spiaggia e verso le 14 Gigia mi dice che doveva andare in camera perchè aveva bisogno della toilette e che appena fatto sarebbe tornata, infatti aveva lasciato tutta la sua roba in spiaggia, il fatto che andasse alla toilette dell'albergo non mi poneva preoccupazioni inquanto non si trovava a suo agio in quelli della spiaggia. Passati 10 minuti non vedendola tornare la chiamo al cellulare e non ho risposta, preoccupato mi dirigo all'albergo. Nella hall ad attendere l'ascensore c'è anche una signora della nostra età (45 anni circa) saliamo insieme e anche lei scendeva al mio stesso piano, (la mia camera era situata in fondo al corridoio) e dunque uscito dall'ascensore mi dirigo alla mia destra e la signora di seguito. Arrivato vicino alla porta la vedo socchiusa e sento dei mugolii uscire dalla medesma scruto in silenzio e noto la mia Gigia a pecorina sulla sponda del letto montata da un uomo sulla cinquantina brizzolato, del mio stupore se ne accorge anche la signora che mi seguiva e attirata dal mugolio si avvicina e con suo stupore si trova davanti la stessa mia scena, si gira e inizia a piangere. Allorchè io chiedo il motivo e lei tra la rabbia e l'incredulo mi dice che sopra a quella TROIA c'è suo marito. Nel sentire quelle parole cerco di sfruttare l'occasione per dar pan per focaccia e dopo varie insistense convinco anche la signora a rendere cornuto colui che la resa cornuta. Senza aspettare più di tanto entriamo nella loro camera e inizio a baciarla nel collo scendendo ai capezzoli e nel mentre un mio dito gli trillazzava il clitoride, nel sentire che era arrivata l'ora la faccio mettere a pecorina e con mia gioia inizio a pomparla di brutto facendogli emettere dei gridoli misti a piacere e dolore. Tornato nella mia camera che nel frattempo era stata liberata dall'uomo ma con mia moglie che era a letto a riposarsi, aveva asserito che non si sentiva molto bene aveva dei dolori alla pancia, mi dirigo al bagno per farmi una doccia. La sera passa con normalità come la sera precedente e dopo cena una serata in discoteca. L'indomani a colazione ci incrociamo con i nostri amanti, la signora mi saluta con un sorrisino mentre la mia Gigia abbassa gli occhi, mentre facciamo colzione dico a Gigia che ho notato come il signore che abbiamo incociato la guardata e come lei ha abbassato gli occhi come se si vergognasse di qualcosa, lei mi ha risposto che la sera quando era andata a stendere i teli nel terrazzino, aveva notato nella stanza vicino il signore che faceva l'amore con sua moglie e lui se ne era accorto e gli aveva sorriso, tutto qui, prendendo a palla a balzo gli dico che mio sarebbe piaciuto vedere quell'uomo alla prese con lei e in posizione alla pecorina, lei con fare turbato mi dice ch sono tutto pazzo e chiudo li il discorso...
Aspetto commenti per il seguito.....................
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17 anni fa
bilgia,
40/40
Ultima visita: 10 anni fa
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prima volta trav x maschietto...
....finalmente per la prima volta mi travesto ed attendo un ragazzo che ho conosciuto da sei mesi ma mai visto di persona.
Indosso una tuta e sotto un reggicalze, perizoma ed autoreggenti e per l'occasione mi sono depilato il sederino.
Arriva e sono emozionatissimo e lo faccio accomodare in camera e con titubanza gli chiedo se gli fa piacere che mi spogni e lui acconsente. Con suo enorme piacere si lustra gli occhi alla vista e un pò x vergogna mi giro e gli do la schiena per togliermi i pantaloni così facendo, lascio vedere perfettamente il mio culetto femminilissimo e depilato ed a lui diventa subito duro tanto che mi fa girare ed abbassare e mi infila con forza il cazzo in bocca.
E' la mia prima volta finalmente e che gustoooo...poi dopo che lo succhio e lecco un pò e diventa duro, mi fa alzare e girare a pecorina e mi toglie le mutandine piano piano e inizia con le dita ad allargar il mio buchetto...e dopo un pò appoggia la cappella che piano piano si fa strada....mammamia che piacere sentirsi donna per la prima volta. All'inizio fa male ma per poco. Appena lo sento mio, inizio a muovermi avanti indietro e lui non fa in tempo a godersi il mio sederino che talmente eccitato mi gira mi fa abbassare, me lo mette in bocca e viene dentro di me copiosamente...che goduria ragazzi....mi piace il cazzo
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17 anni fa
bellatrave, 32
Ultima visita: 16 anni fa -
Un giorno da dio
era il 15 del mese di novembre....pochi giorni fà....e io mi trovavo a navigare in internet su di un altro sito sexy simile a Desiderya ma non dello stesso livello.
dopo molti minuti di navigazione e molti messaggi inviati a coppie e singole mi accingo a staccare il collegamento per andare a continuare il mio lavoro, quando vengo sommerso da una 8 messaggi nella mia posta elettronica.
erano contatti di quel sito.
avevo mandato i messaggi a molte coppie e singole della toscana, anche se queste cercavano un rapporto più saffico che non quello di un uomo, ma mi avevano risposto.
ero contento perchè mi aveva risposto alcune coppie e singole...ed anche un trans...ma non è il genere di rapporto che cerco perchè amo il rapporto con le donne...quindi mi metto a leggere i messaggi e a rispondere....
era le sei di sera e con una coppia fisso di uscirci per cena...una semplice pizza....loro cercavano coppie o singole...non capisco perchè mi hanno risposto e sono voluti uscire subito...ma ero elettrizzato e arrapato dall'idea....
loro una coppia di firenze di 44 anni lui e 43 lei....siamo andati a cena a firenze, una piccola pizzeria vicina al loro appartamento.
dopo cenato mi hanno voluto offrire il caffè e ammazzacaffè a casa loro....siamo saliti e mi sono trovato in una casa molto bella, arredata con gusto, subito mi hanno messo a mio agio, seduti in poltrona io e il marito aspettavamo il caffè, lui mi raccontava della moglie e della figlia 22 enne molto libera e anche molto sbarazzina.
non capivo perchè mi dicesse così...ma a breve l'avrei scoperto...
alle 22 rincasò con una amica e due amici...un bel gruppo eravamo in casa....4 maschi e 3 donne....ma che donne....
noi eravamo sempre in poltrona a prendere il caffè....loro appena arrivati a casa si presentarono e si accomodarono nella parte libera di divano...eravamo tutti sul divano...di li a poco la figlia e la mamma si cominciarono a scaldare...cominciarono a stuzzicarmi...si...tutte e due....
avevo sia la figlia che la mamma....
una cosa bellissima...ero praticamente nudo dopo pochi attimi...eravamo gia tutti nudi....e intenti a divertirci...
una serata bellissima...un piacere molto sublime....
una goduria unica....
quello che voglio dire con questo breve racconto...vero...che qui su desiderya non mi è ancora capitato nulla di simile....ma nemmeno una scopata con una coppia normale...o con una singola...questo sito ha bisogno di più pepe e intraprendenza da parte di tutti...siamo qui per godere e fare godere....allora godiamo.
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17 anni fa
linguinacaldaPT3M3,
33
Ultima visita: 13 anni fa
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Prima esperienza
Un mercoledì mattina come di consueto ci rivedemmo, eravamo d’accordo che Lorena (una donna BSX conosciuta in chat) ci avrebbe raggiunto a sorpresa lasciando a me e Eleonora il piacere di iniziare a divertirci. Arrivai a con la testa completamente stravolta dall’eccitazione pensando a quello che sarebbe successo da li a poco... la mia LEI intuì tutto immediatamente cercando di mettermi mio agio con un caffè, dopodichè mi invitò in camera da letto dove scegliemmo la biancheria da indossare e cominciò lo show.
Mentre eravamo nudi si spalanca la porta della stanza da letto , la nostra amica arrivò quasi subito, lei forse era abituata a cose fatte a tre e con molta tranquilltà si propose subito dicendomi a me (LUI) di aiutarla a svestire dolcemente,
Io naturalmente accettai, ma riuscii a resistere alla tentazione di toccarla tutta per circa 20 secondi, trascorsi i quali indugiai sempre di più sul suo culo maestoso e fra le labbra della sua figa; la invitai a stendersi sul letto, le spalancai le bellissime gambe e mi produssi in una leccata di figa il più possibile professionale.
Si strusciava sul letto gemendo e contorcendosi, ero stravolto dall’eccitazione, dopo i pochi minuti in cui ebbi modo di apprezzare il sapore della sua bellissima figa L' amica cominciò a reclamare “voglio un cazzo, datemi un cazzo!!!” , mi alzai e la infilai immediatamente, la sua figona mi assorbiva completamente reclamando ben altre dimensioni, dopo pochi colpi sentivo già la necessità di sborrare e ovviamente non mi sembrò il caso di farlo dentro di lei così tra la delusione dell'amica estrassi l’uccello e la pregai di finirmi con un pompino. Ubbidiente si sitemò ai miei piedi e mi fece un sontuoso pompino durante il quale le venni abbondantemente in bocca.
Sistematici in fretta ricominciammo da dove avevamo smesso e cioè con il mio cazzo in bocca a l'amica nostra che me lo spompinava dolcemente mentre la mia mente si espandeva nel paradiso assoluto.
In quel momento Eleonora reclamò la sua parte nel gioco,era paonazzo dall’eccitazione, tremava quasi, ci invitò a continuare si sistemò sul letto, a quel punto mi sdraiai ed Eleonora mi poggiò la sua fica bagnata sul mio viso ordinandomi di ripulirla e leccarla.....
. Gemeva spudoratamente mentre oridinò alla nostra amica di leccarle la passera , non potevo esimermi dal commentare la scena e rivolgendomi alla mia compagna iniziai a dire. ... come una cantilena “che troia, che troia”,
La maiala si godeva la situazione fino allo spasimo, decidemmo di cambiare posizione, la presi alla pecorina mentre volle per la prima volta nella sua vita assaporare anche gli umori di una donna posando la sua lingua sul pube dell'amica......
continuava a leccare mentre io le prendevo in maniera alternata sia il culo che la sua calda fica , lo spettacolo mi aveva ormai stremato così estrassi il cazzo e implorai l’ormai consueto colpo di grazia del pompino, lei che stava per venire con il mio cazzo si girò quasi inferocita .....ma risolse immediatamente....... facendosi leccare la fica dalla nostra complice mentre raggiungeva il suo orgasmo nel frattempo io la stantuffavo in bocca come fosse una fica fino a inodargli la bocca del mio seme...l'amica si avvicino anche con la bocca sul mio cazzo, e in maniere sarcastica disse a lei"hai bisogno d'aiuto"? Entrambe mi ripulirono il mio cazzo e di tanto in tanto si slinguazzavano tra loro...............
Eravamo ormai agli sgoccilo ma ci sembrava opportuno ripagare la nostra amica in maniera opportuna per averci fatto godere come mai, allora dopo che ci siamo un pò ripuliti leccammo entrambi la fica della nostra complice,
mentre leccavamo lei recalmò una qualcosa di duro nella fica per venire in maniera più intensa, io ero stremato la mia lei non aveva a portata di mano il nostro cazzo di gomma che usavamo in certe situazioni, allora amentre la mia lei la leccava in maniera selvaggia iniziai a infigliarli qualche dito , il suo sguardo e le sue parole mi scioccarono:" sei Pazzo"? Sfondami la fica dai, dai....mettimi l'interam mano in fica non hai capito che sono ancor più troia della tua donna???
Non me lo feci ripetere 2 volte, dopo aver Lubrificato ben bene la mia mano con la mia saliva e con la saliva di lei le infilai ,dito dopo dito la mia intera mano mentre la mia compagna provvedeva con tre dita a riempirle anche il culo senza mai staccare la lingua dal suo fiore bollente.
Urlò come una forsennata , mai visto un orgasmo del genere , si strappava i capelli , geneva come una gatta in calore.....ragazzi che scopata, che esperienza......
La cosa che ci scioccò a me e alla mia compagna ,furono le sue parole mentre eravamo in procinto di rivestirci ....ci confessò che per lei era la sua prima esperienza e che se ci avesse detto subito la cosa magari si rsichiava di far saltare il tutto Noi eravamo stati chiari nel nostro annuncio nello scrivere :" cercasi donna esperta " mentre , morale della favola ci siamo resi conto che eravamo tutte e tre alla nostra prima esperienza come trio e come giochi di saffo......
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17 anni fa
EliotCT,
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Ultima visita: 16 anni fa
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La tortura
Ti prego
Ti guardo: sinuosa nei tuoi movimenti mentre ti accarezzi il corpo, le tue gambe aperte, le tue mani che sfiorano i seni, quel piccolo cespuglio biondo che tante volte ho baciato e leccato
L’acqua che scivola sulla tua pelle riesce a penetrare dove molti agognano da sempre, le gocce corrono veloci dandoti brividi di piacere, la condensa della doccia rende tutto erotico.
Mi guardi sorridendo, capisci dal mio sguardo quali pensieri mi stanno passando per la testa.
Le tue mani diventano più audaci, scendono ad accarezzare il tuo fiore, riconosco il cambiamento d’espressione che precede il tuo desiderio, socchiudi gli occhi e reclini dolcemente la testa all’indietro.
Le dita giocano con la tua intimità cercando il miele del piacere.
Ti piace farti guardare, sai che, così facendo, mi porti alla disperazione del desiderio.
Sono qui nudo davanti a te, vedi crescere la mia eccitazione; non posso toccarti: le regole del gioco sono chiare, sarai tu a decidere quando potrò entrare sotto la doccia insieme con te.
Allarghi ancora di più le cosce: invidio quelle gocce che stanno scaldando il tuo corpo, ancora una volta riesci a farmi impazzire di desiderio, le tue dita sanno dove andare, i lineamenti del tuo viso stravolti da quella situazione parlano per te.
La condensa si unisce al mio sudore, le mie mani sui fianchi, i muscoli delle gambe tesi, la voglia del contatto carnale, l’attesa snervante di un tuo cenno, la promessa di non toccare il mio cazzo mi sta distruggendo…
“Per favore, fammi entrare, lascia che possiamo unire i nostri corpi, lasciami morire dentro di te…”
Mi guardi, padrona dei miei desideri: nessun cenno arriva a darmi quiete.
Ti giri massaggiandoti i glutei, accarezzi in modo indecente il solco che li divide, giri la testa e, maliziosamente, mi fai capire cosa stai pensando.
“Ti odio”
“Ti desidero"
Come un cane aspetto un tuo ordine.
Sento le gambe cedere mentre la testa mi scoppia:
"Lasciami libero di attraversare quei pochi centimetri che ci dividono, lascia che siano le mie mani a solcare il tuo corpo, a prendersi cura delle tue intimità, fammi asciugare la tua pelle per poi poterla bagnare con la mia lingua come piace a te.
Non torturarmi oltre il possibile…"
Ti siedi sul piccolo sgabello e indecentemente ti apri ai miei occhi: conosco tutto di te, ma ogni volta, guardarti, è come vedere un bellissimo film dove il finale cambia a sorpresa.
Le tue provocazioni aumentano come il mio desiderio e il gioco delle parti è sempre più difficile.
“Ti prego…fammi entrare: ho bisogno di te…”
Le tue dita palpano i seni, giocano con loro, li stringono, la tua lingua esce e imita in modo volgare una fellatio.
Dio, come mi piace quando le tue labbra s’impossessano del mio membro e scivolano sulle vene prepotentemente dilatate dall’eccitamento.
“Ti prego, lasciami almeno avvicinare alla tua bocca, placa il mio desiderio, rompi il mio giuramento, slegami dai miei obblighi, lasciami tornare maschio, fiero di possederti e dominarti…”
I brividi che ti percorrono sono il segno inequivocabile del tuo orgasmo ormai prossimo, ancora una volta mi umili dimostrandomi che puoi godere anche senza di me.
Gli occhi socchiusi come piccole feritoie, sento i tuoi gemiti strozzati, le dita s’impossessano violentemente del tuo succoso frutto e martellano la tua tenera carne, entrano a cercare il nettare, copiosamente i tuoi umori si mischiano alle gocce indifferenti del tuo piacere.
Ultime contrazioni di un piacere infinito e poi, finalmente, un osso per il tuo cane, un braccio si alza e un dito mi attrae verso di te: il segnale che le corde sono sciolte.
Sconvolto dalla visione dei minuti passati, percorro quel metro sbandando dalla troppa attesa, mi piego ai tuoi voleri cominciando a succhiare il tuo dolce miele.
Il supplizio finisce dunque si invertono i ruoli , tu umile serva io tuo padrone,ti ordino di leccarmi , mi passi la langua in tutte le mie parti erogene ivi compreso il mio bel buchino vergine, sei di nuovo eccitata, inizi a strofinare il tuo corpo bagnato sul mio membro, ti metti in ginocchio sullo sgabello e ti fai penetrare con violenza davanti , di dietro , non ha importanza l'importante è sentirmi dentro,
adesso meriti la giusta punizione dopo il tuo comportamento, non mi chiedi nulla agisci , sai come mi piace farlo, sai come farmi eccitare e renderti servizievole, sono al colmo dell'eccitazione non resisto più,
devo sprigionare la mia energia, il mio nettare , di scatto togli il membro turgido e inizi a succhiarlo avidamente fino a farlo esplodere nella tua bocca avida di piacere, sembri affamata, ingoi tutto , ne fuorisce qualche fiotto denso e cremoso ma prima che il vapore lo faccia scivolare sul tuo collo e i tuoi seni prosperosi ti avvinghi come non mai su quelle ultime gocce leccandole come fossero gocce di miele,
siamo entrambi soddisfatti ma l'eccitazione è ancora tale da renderci incoscenti e non capire quello che stiamo facendo, ci ritroviamo del liquido caldo su inostri corpi , pensiamo sia acqua calda ma in realtà è pioggia dorata , ci bagnamo i corpi come se dovessimo lavarci , sembriamo lupi che delianano il loro territorio di caccia....Siamo stanchi e soddisfatti, finalmente si ritorna con i piedi per terra e ci laviamo in quel box doccia che per 2 ore è stato il nostro luogo di goduria,
ci scappa una risata e tu convieni nel dire : " la doccia la faremo sempre così"...................
Dedicato alla mia fonte di piacere.
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17 anni fa
EliotCT,
40
Ultima visita: 16 anni fa
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Diretta ad un incontro
Ho conosciuto una ragazza in questo sito di 22 anni quello scrivo
è stata per me la mia prima vera e unica esperienza sessuale con
una donna.
Quando ci siamo scambiate il n.del cellulare non credevo veramente
di ricevere la telefonata pensavo fosse più un gioco virtuale e che
non sarebbe mai arrivato fino in fondo.
Mi sbagliavo, una voce dolce mi fece ricredere quattro parole chiare
e decise "HO VOGLIA DI TE" non riuscivo a parlare il cuore mi era salito
in gola e diventai tutta rossa avvertendo un calore salirmi alla testa.
Lei mi disse ti aspetto alle 19 sulla salita dello zodiaco ho una smarty
chiara io sarò lì,bhe potete immaginare come mi sentivo ma non potei far
altro che dire ci sarò.
Non lo so perchè ma prima di uscire sentii il bisogno di profumarmi
tutta poi andai a comprare delle mutandine nuove e le indossai dio
era come se dovessi andare ad un incontro con un uomo.
Ero eccitatissima e mentre percorrevo la strada in macchina continuamente mi
toccavo per sentire se ero bagnata per arrivare all'appunatmento pulita.
Ma purtroppo non era così il liquido vaginale usciva in abbondanza e la mia
pussy si era allargata come se dovesse difendersi dal ricevere un randello
di grosse dimensioni,le labbra si erano gonfiate e non vi nascondo che
iniziavo ad assecondare le curve per strusciare il mio sesso sul sedile.
Poi iniziai a pensare a cosa quella ragazza poteva farmi e allora non
ho resistito e al primo semaforo ho iniziato a far roteare il mio dito
nel mio sesso. guardavo le macchine a fianco alla mia e mentre mi masturbavo
velocemente mi senbrava che tutto il traffico stesse partecipando al mio piacere.
Il semaforo scattò ed io per essere più libera di menarmi sfilai le mutandine
e tirai la gonna sopra le cosce dio era la prima volta una mano sul volante e
l'altra conficcata quasi tutta nella mia passera che non finiva più di inumidirmi
tutte le dita ,allora per pura libidine leccai le mie dita e succhiai la mia stessa
secrezione dolciastra e mentre ripensavo a quella voce al cellulare reinfilai
due dita nel mio sesso ,finalmente un'altro semaforo ,iniziarono a tremarmi la gambe
stavo per venire e per aiutarmi iniziai a pensare a quando ingoio lo sperma di mio
marito al suo glande che riempiendomi la bocca viene schizzandomi in gola tutta la
sua essenza ,e finalmente venni le labbra del mio sesso ormai erano gonfie e esauste
dal delirio venni ,venni, davanti a tutti davanti al motociclista che mi passava
accanto,al pedone he attraversava la strada.
Ma sentivo che mi mancava qualche cosa che a breve avrei provato per la prima volta
nella mia vita.
jenny69
49
5
17 anni fa
jenny69,
39
Ultima visita: 14 anni fa
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Lonny e copia di salerno
La mail era semplice ma kiara, coppia desiderava incontrarmi, pretendevano max serietà al telefono concordammo x il giorno e il posto dove incontrarci.Ero stato scelto da lei, che dopo aver visitato vari siti,era rimasta favorevolmente colpita dalle mie foto e dalle mie doti naturali, era curiosa di constatare se dal vivo facevo lo stesso effetto. Due sere dopp l' incontro, andammo in una pizzeria e lì iniziò un gioco di sguardi ke surriscaldarono l'ambiente.
Lei, bella donna, di classe, ci tenne a farmi sapere subito che era senza slip, il marito colto e discreto, ci lasciava spesso soli con la scusa di fumare una sigaretta o del bagno, all uscita lui le propose di sedersi dietro con me, e lì ebbi modo di appurare ke era una donna sincera, non aveva gli slip. Andammo a casa loro, e dopo avermi fatto visitare la casa, mi portarono in camera da letto.
Lei mi prende le manie se le mette sul culo, lui mi kiede cosa penso della moglie...io dico la verità...è fantastica, mi tira giù la lampo e inizia a leccarmi, ci sa fare la bambola e apprezza, il marito inizia a spogliarla..ha un bel culo, è pelosa ed ha un bel seno x mezz ora mi lecca e mi sukkia x bene..glielo fikko fino in gola ,lasciandola senza respiro.
Poi tocca a me dare adito alle mie doti di ottimo linguista ke la tipa apprezza moltissimo..
Si inarca e geme.
Prima le lecco il clitoride,poi infilo la lingua dentro fino in fondo. E' pronta, inizio a panetrarla piano, all inizio sente un pò di dolore
ma è solo un attimo, la stantuffo x bene..un colpo dietro l altro..mi fermo ..riprendo..lei geme...urla
mi metto le sue cosce dietro la skiena, lei mi prega di non fermarmi di continuare
intanto le tocco i seni..le tiro i capezzoli...
la prendo x i fianki, e dai..lentamente e poi sempre + forte gode a ripetizione, mi fermo x un attimo..e poi riprendo intanto si avvicina il marito..e inizia pure lui le lecca il culo..la lubrifica bene,,
e poi...vai...la prende da dietro e io davanti..lei ormai nn capisce + niente .....2 cazzi dentro..ke nn ti danno tregua....si agita .la mia sborra si miskia cn quella del marito...sul seno..sul viso e così x + di 2 ore..alla fine...esausti..ma felici. ci rivestiamo..sn rimasti + ke soddisfatti ..e ankio lo sono :)
13
6
17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
Come rendere piacevole il lavoro
la storia che vi racconto è vera e risale a qualche anno fa quando , al nord , avevo un ufficio di distribuzione(ora mi sono trasferito in campania dove ho lo stesso ufficio ).
a dire il vero , complici la giovane età ed anche diverse convention con le clienti , avevo una vita sessuale abbastanza movimentata .
un giorno però , mi balenò un'idea particolare.
avrei voluto inserire nel mio lavoro , ma solo per il piacere , come finta segretaria , una lei che mi seguisse nelle convention e che coinvolgesse clienti ignari in giochetti guidati da me.
non potevo utilizzare persone dell'ufficio con le quali avevo una certa "intesa" perchè nessuno all'interno doveva sapere di questo gioco.
l'ideale era una singola oppure una lei di coppia , decisamente esibizionista e che , amasse i rapporti di gruppo.
pensai di mettere un'inserzione su di un sito similare a questo.
spiegai il mio gioco , nell'inserzione, spiegai che non ci sarebbe stato mai nessun rapporto di lavoro , spiegai che il gioco si poteva fare solo con persone estremamente serie.
con chi rispose intavolai uno scambio di mail che motivai con il fatto che non era il solito giochetto erotico ma che qui entrava in gioco anche il mio privato. a tutti avvisai che avrei voluto una prova della loro reale disponibilità dell'esibizionismo e poi avrei scelto.
una coppia mi colpi' particolarmente. erano nuovi di questi giochi e cercavano singoli.un paio d'esperienze alle spalle, niente di particolare.
chiarii, di nuovo, con loro che non ci sarebbe mai stato un rapporto di lavoro , che spesso nei fine settimana sarebbero stati fuori con me e che il tutto dovevano pagarselo loro( gli offri diverse volte io i soggiorni ma non volevo fosse un mio dovere precostituito).
gli spiegai anche, che all'inizio avrebbero avuto contatto solo con me perchè desideravo verificare la loro disponibilità e , soprattutto , la loro serietà.
ci scambiammo i numeri di telefono.
li chiamai. ripose il lui di coppia , dalla voce sembrava veramente una persona perbene, mi disse che il gioco gli piaceva, mi disse di aver capito il suo ruolo che era certamente marginale, spiego' che lui avrebbe partecipato agli incontri di sesso ed a tutto quello che gli avrei chiesto(fingendosi , se necessario dipendente o cliente) , poi chiese e raccomando' serietà e sicurezza per la moglie comunicandomi che al primo passo "sospetto" avrebbero interrotto tutto.
lo rassicurai spiegandogli che in questo gioco entrava anche la mia attività primaria per cui poteva stare tranquillo.
mi diede fiducia , mi disse che il numero che mi aveva dato era del cellulare della moglie e che, da ora in poi, avrei sempre parlato con lei e che me l'affidava, mi disse che erano nuovi dell'ambiente , che si aspettavano molto da questo gioco che intrigava molto entrambi e che la sua lei poteva veramente stupirmi. lui avrebbe saputo da lei le cose.
lo ringraziai per la fiducia , lo rassicurai di nuovo non mancando di dirgli che se erano le persone giuste il gioco sarebbe stato eccitantisimo.
venne al telefono lei che aveva una voce molto dolce, sensuale, un po' tremante per l'emozione.
mi confermo' di aver capito il gioco , di essere d'accordo e che prima di decidere ne avevano parlato a lungo insieme.
le dissi che ogni incontro l'avremmo progettato in tre. io avrei dato l'input ed insieme avremmo eventualmente trovato il modo migliore di farlo.
questo le piacque molto , perchè pensava che doveva solo "subire " le cose.
le ribadii che c'era una sorta di esame da superare e che avevo diverse candidature da valutare.
gli diedi la lista delle cose che doveva indossare :
un reggicalze, un paio di calze nere di qualità non autoreggenti , reggiseno a balconcino, una gonna decisamente corta, dei decoltè con tacco 100, una camicetta con i bottoni aperti in modo da mettere bene in mostra il seno. doveva avere un auricolare per il suo cellulare.
non doveva indossare mutandine , doveva essere depilata.
mani decisamente curate , smalto rosso, trucco .
di sua iniziativa, lei mi raccontò in seguito , era passata dal parrucchiere e fingendo l'anniversario di matrimonio chiese un'acconciatura un po' sexy (doveva ufficialmente festeggiare con il marito).
le diedi l'appuntamento all'aeroporto per un pomeriggio.
una mezz'ora prima dell'appuntamento squilla il mio cellulare. era lei.
dissi fra me e me , rinuncia. risposi un po' scocciato, lei mi disse che mi chiamava perchè era molto eccitata, era quasi pronta e che era tutta bagnata.
sarai fiera di me , disse , voglio essere io quella che sceglierai. mi chiese della mia voce strana , le dissi che pensavo avesse rinunciato visto che, pare, ci siano tante donne che vogliono essere trasgressive ed esibizioniste ma che poi , nella pratica se ne trovano molto meno.
non è il mio caso affermo', mi chiese poi come mi avrebbe riconosciuto.
le dissi che mi avrebbe sentito solo per telefono e che volevo mi raccontasse ogni reazione ai suoi comportamenti .
la scelta dell'aeroporto fu legata al fatto che c'è tanta gente che attende per arrivi e partenze ed anche perchè nei miei lunghi spostamenti aerei mai mi era capitato di trovare una , dico ,una sola donna esibizionista.
le dissi di farmi uno squillo quando arrivava. io ero li' da parte lei non mi conosceva ed in piu' , avevo dentro un amico a cui avevo chiesto di verificare cosa facesse.
una volta arrivati le dissi di fare un giro con il marito per vedere dovre avrebbe potuto fermasi.
lei camminava e mi raccontava lo scenario, decise di fermarsi al bar perchè mi disse , maliziosamente, sai ci sono gli sgabelli alti .
si sedette , fingendo movimenti goffi che in realtà servivano per far vedere che era senza mutandine. mentre sorseggiava una bibita si guardava intorno , si accarezzo' innumerevoli volte , con molta delicatezza e calma le gambe accavvallate lasciando notare il netto contrasto del nero delle calze ed il rosso acceso , ma elegante, dello smalto delle dita.
una volta finito mi disse che aveva intravisto il posto giusto , una serie di sedie nell'area arrivi frequentata sopratutto da uomini.
mentre camminava si sentiva gli sguardi addosso che la spogliavano.
in realta' i decoltè alti sfilavano le belle gambe con una piccola caviglia ed un piede molto piccolo (36).
si sedette comincio' a fare dei movimenti che non passavano inosservati. mi raccontava tutto , poi mi chiese di poter fare allontanare il marito per potersi muovere meglio e spingere gli altri a gurdarla piu' liberamente. mi disse che ne aveva già parlato con lui e che era d'accordo.
piacevolmente colpito dall'intraprendenza gli dissi di si. il marito ritorno' al bar da dove poteva vedere il tutto .
qui mi mangiano con gli occhi mi disse, adesso accavallo le gambe allargando molto quella sotto . l'ho fatto i 5 uomini seduti si sono guardati tra di loro, mi disse, non immagini i sorrisetti. ora mi sistemo un seno , ad essere onesta lo tiro fuori e lo lascio libero nella camicetta.
mio marito è eccitatissimo lo vedo al bar che, ogni tanto , si accarezza tra le gambe , ha un paio di jeans e vedo il suo rigonfiamento.
ma tu dove sei? non sarai mica uno di quelli qui di fronte? sei eccitato anche tu? come vado?
calmati le dissi , so che sei molto bella ti ho visto e ti confesso che anche io sono eccitato.
il mio amico che era di fronte a lei mi chiamo' per dirmi che era semplicemente stupenda, dolce e sexy nei movimenti e che soprattutto era molto signorile.
ora leggo un libro che lascia intravedere un titolo coinvolgente per chi mi sta di fronte ,ovviamente sto leggermente allargando le gambe che , ora , non sono piu' accavallate.
sai sempre piu' spesso a questi ometti di fronte cade qualcosa a terra ed il rumore mi fa sobbalzare tanto che di riflesso , mi si aprono le gambe. chissa' perche' , tu che dici?
decisi di riporre il mio auricolare e d'entrare a fare un giro. era veramente stupenda , mi meravigliavo qualcuno non avesse ancora fatto avance.
mentre ero li' decise di cercare qualcosa dalla borsa che aveva messo a terra vicino a lei, notai che nell'abbassarsi aveva fatto uscire ,maliziosamente , il seno che prima aveva liberato dal reggiseno.
fingendo di nulla cerco' a lungo piegata in avanti , per poi rialzarsi con il seno di fuori dalla camicetta che non prima di essersi accertata che tutti avessero visto , con un sorriso malizioso, rimise al suo posto.
l'atmosfera era molto calda.
uscii , le dissi di venire fuori. mi chiese cosa pensavo dell'ultima mossa(lei pensava l'avessi sentita al telefono ma io l'avevo vista) le feci i complimenti.
fammi finire in bellezza mi disse, ascoltami. prendo il rossetto , lo passo sulle labbra e , caspita mi è caduto a terra , di fronte a me tutti vorrebbero prenderlo, uno solo fa prima viene lo raccoglie , nel frattempo ho tirato piu' su la gonna ed aperto in modo volgare le gambe, è in ginocchio davanti a me , è stupito , incantato. mi porge il rossetto , non riesce ad alzarsi, mi alzo io gli attacco quasi la fica al viso , gli do una mano per farlo rialzare , gli do un bacio sulla guancia ringraziandolo e facendo notare che è cosi difficile trovare un gentiluomo ed educatamente saluto tutti che con un sorriso malizioso. tutti ricambiano con una decisa invidia verso chi aveva raccolto il rossetto .
mio marito è arrivato quando mi ha visto alzarmi , mi dice che sono stupenda.
e tu che ne pensi? hai scelto me ? dai dimmelo ti prego.
si ho scelto te , sei stupenda , esci che voglio abbracciarti.
il seguito nei prossimi racconti. spero di poter ripetere l'esperienza qui a napoli. non ho ancora trovato la persona giusta.
11
1
17 anni fa
ilprofessionist31,
37
Ultima visita: 14 anni fa
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Travolti da un insolito destino
In quel periodo la mia vita non andava come avrebbe dovuto.... avevo tutto un ottimo lavoro, un fidanzato bellissimo ed adorabile, l'uomo che tutte sognamo, ... ma qualcosa c'era davverop qualcosa che mancava. Non so se sia dipeso dalla noia che ormai la faceva da padrona nella nostra vita sessuale, ma qualcosa in me tornava a svegliarsi.
Non sono proprio stata uno stinco di santa in passato, ma come dire non me ne faccio una colpa, il sesso mi piace e non lo nego.... ce chi ama definirmi troia ma alla fine è un suo problema.
Insomma il classico "Amore non posso fare con te certe cose, non + ora che sono così innammorato di te"..... e via ancora una volta la posizione del missionario --.--''
Qualcosa davvero iniziava a scuotersi dentro, e pian piano iniziava a girarmi nella mente un chiodo fisso finchè alla fine è riuscito a piantarsi...
Ricordo ancora la prima volta che ti ho visto, il classico cliche dell'uomo strafottente, sorriso ampio ed invadente e stretta di mano di quelle "sono io che guido il gioco e tu obbedisci".... mamma mia quanto eri bello, e fin dal primo momento ho sempre saputo che saremmo finiti a letto insieme: è stato un incontro del destino.
Tu avevi nuovamente svegliato il mostro che era in me, quella vampiressa un pò malinconica e solitaria ma così estremamente assetata di sesso ed orgasmi da non riuscire a controllarlo.
Dapprima ti ho spiato, ed ammiravo le fattezze del tuo corpo, meraviglioso e statuario, dio quante volte ti ho visto in mutande ..... e quante volte ho bramato di morderti quel torace perfetto di leccare i tuoi capezzoli per poi scendere giu giu ed ancora giu fino a...... Mon dieu e se anche lui l'avesse..... no non può essere e gia fantasticavo sul quel sublime serpente dormiente tra le tue gambe.....
Ti osservavo già bramosa del tuo sesso da un pò di tempo... ma non credevo sarebbe mai accaduto.. sei sempre stato circondato da molte donne e non capivo cosa di me avesse mai potuto attrarti.... quando con una banale scusa mi hai invitata a passare un pomeriggio con te... non ti nascondo che all'inizio avevo un pò paura.... avevi risvegliato il mio lato oscuro e non sapevo se sarei stata in grado di gestirne le conseguenze....
Temevo ti saresti seccato della mia ritrosia poi un sms dopo l'altro abbiamo fissato il posto e l'ora....
Ero nervosa, agitata, spaventata ma fantasticamente eccitata sapevo che saremmo finiti a letto, faceva caldo quel pomeriggio, era un caldo pomeriggio di metà autunno..... sei arrivato: "Dove andiamo?" - ero nervosa e sicuramente ti sarò sembrata una scolretta alle prime armi... "Non so" - mi hai detto - "dimmi tu", "Portami al mare" e via di corsa verso il mare.
Guidavi veloce, come sempre mettendo in mostra il maschio che sei, una vera e propria affermazione della tua virilità del tuo "Io posso - io non ho paura".
Abbiamo vagato per un pò in quella località di mare poi hai cercato un posto per appartarci; ero sempre più nervosa, sonom certa che balbettavo e dicevo cose senza senso, ricordo solo che non potevo fare a meno di guardati dio come eri bello.
Ci siamo fermati in quel casolare bbandonato, lo ricordi, faceva un pò paura, continuavamo a parlare di noi, di quello che siamo, di quello che desideravamo, poi mi hai afferrata per un polso e mi hai stretta forte a te, la tua lingua nella mia bocca il tuo respiro così vicino..... Sai in quel momento pensavo solo "Finalmente la sua bocca, le sue mani", non mi sentivo in colpa perchè tradivo ero in estasi, le tue labbra così morbide il tuo abbraccio così possente.
Poi lentamente sei sceso sui miei seni, hai tirato giù le bretelline della mi canotta, qule estasi la tua lingua sui miei capezzoli le tue mani su di me, estasi totale....Tutto poi è diventato frenetico, le mie mani sul tuo sesso, le mie mani slacciavano i tuoi pantaloni, le mie mani carezzavano la tua asta "Ho indovinato" pensavo tra me "E' enorme....."; lo volevo volevo succhiarlo quanto tempo mio dio da quanto tempo desideravo averti nellamia bocca e finalemnte ti avevo..... il tuo odore il tuo sapore così dolce, il tuo ansimare come fosse musica per le mie orecchie, ti piaceva il mio modo di fare l'ho capito da subito... mi sono fermata, ti ho fatto credere di non farcela, ma questo non te l'ho mai detto volevo farti impazzire volevo farti desiderare la mia bocca ancora di più, invece....
Quel momento è ancora scolpito nella mia mente..... mi hai sbattuta contro il muro mi hai allargato e le gambe e mi hai presa con forza..... Sii si ero la tua schiava, non desideravo altro se non sentire quel tuo enorme affare dentro di me, mai dico mai ero stata scopata in quel modo.... meraviglioso, sublime... Mi sbattevi ed ansimavi, colpo su colpo, poi ti sei fermato, ho girato la testa proprio mentre arrivavi, che spreco...quel meraviglioso zampillo, avrei voluto berne ancora ed ancora fino prosciugarti....
Già pensavo... sarà diverso la prossima volta la berrò tutta...
Mi hai abbracciata mentre mi baciavi lentamente il collo, poi di nuovo di corsa siamo tornati alla realtà al nostro mondo.... ancora un bacio, lento e dolcissimo e poi.... a lunedi ciao!
11
4
17 anni fa
porcellina772007,
33/33
Ultima visita: 14 anni fa
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Una fredda sera di gennaio 2° parte
cerchiamo un ristorantino tranquillo.. siamo a tavola.. lei alla mia destra.. lui davanti..
nn riuscivo ancora a credere a quello ke era successo.. ma era vero.. ed ero molto contento di tutto quello ke stava succedendo.. mentre pensavo questo.. sento la mano di maria sul mio cazzo.. e mi dice: questo ancora nn l'ho assaggiato dentro.. io con un sorriso rispondo: se fai la brava e sarai ubbidiente.. te ne farò fare un’indigestione.. lei leccandosi le labbra risponde: certo mio signore.. tutto quello che desideri..a questo punto.. infilo una mano sotto il tavolo.. e comincio a fargli un bel ditalino le sue smorfie di piacere fanno eccitare anche il cornuto che nn sta più nelle pelle.. a questo punto gli dico: guarda che troia di moglie che ti ritrovi.. sarebbe capace di scoparsi tutto il ristorante.. cuochi compresi.. ma nn glielo permetto.. sarà solo la mia puttana personale.. e scoperà solo con chi dico io.. VERO???? E lui.. si certo.. è la tua troia.. solo tu deciderai con chi deve scopare.. lei intanto si dimenava silenziosamente sotto i colpi del mio dito che la esplorava internamente.. ad un tratto dico al cornuto.. tu aspetta le portate..il porto la puttana in bagno.. ha urgente bisogno del mio cazzo.. appena entrati in bagno.. l’appoggio con le mani al muro.. le alzo la mini.. è già un lago.. come al solito.. esco il mio cazzo.. glielo appoggio alla figa.. ma nn entro.. lei quasi mi supplica di penetrarla.. comincio ad entrare piano piano.. si contorce la troia.. si dimena
lo vuole dentro tutto.. alla fine con un colpo secco faccio l’affondo.. quasi grida dal piacere.. si morde le labbra x nn farlo.. io continuo a stantuffare da dietro.. ora veloce.. ora piano.. quasi uscendo dalla figa per poi affondare di colpo.. alla fine arriva ancora con il solito orgasmo devastante.. è sfinita.. io più di lei.. ci ricomponiamo.. e andiamo dal cornuto.. gli raccontiamo quello ke abbiamo fatto.. e lui molto soddisfatto di avere una moglie così troia e soprattutto che si è trovata bene con me mi propone di diventare il suo amante fisso.. un rapporto duraturo dove io posso decidere quando dove e con ki poter scoparmi la vacca.. di essere sempre loro ospite..
l’unica clausola è.. far godere maria il più possibile.. nn fargli mancare mai il cazzo.. e fargli provare quanto prima la doppia penetrazione.. pensate sia difficile??
ci sto pensando seriamente.. magari riesco a convincere mia moglie ad avere un rapporto con maria..
p.s. dovrei litigare più spesso.. visto il risultato
12
1
17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
Una fredda sera di gennaio 1° parte
Sono un quarantenne.. passionale.. educato.. simpatico.. giovanile e sposato con tanta voglia di trasgressione.. nn ricambiata da mia moglie.. ha sempre una scusa pronta per l’occasione.. cmq a tutto pensavo tranne a fare un’esperienza del genere..
Una fredda sera di gennaio.. dopo una lite con mia moglie (sempre molto selettiva.. ) decido di uscire.. fuori nn cè anima viva.. solo freddo e vento.. nn so dove andare e comincio a gironzolare in auto senza meta.. lo stereo al massimo.. mi fermo in un bar.. ho voglia di qualcosa di forte.. mentre consumo il mio drink.. ho la sensazione di essere guardato.. mi giro.. vedo una bella signora.. sui quarantanni con una mini da sballo, una camicetta bianca ke nascondeva ben poco, capelli castani, ricciolina, mi osserva insistentemente con fare malizioso, faccio finta di nulla.. come se la cosa nn fosse indirizzata a me (nn volevo prendere un granchio) mentre finisco il mio drink.. penso: ke stronzo.. kissà chi mi credo di essere sicuramente è stata una casualità e io già sto fantasticando di aver fatto una conquista. Decido di andar via, mi giro.. e lei sempre a guardarmi, in più stavolta accena ad un timido sorriso a questo punto sono sicuro di essere io il bersaglio.. gli faccio un cenno per invitarla a prendere qualcosa, lei si alza.. viene verso di me.. ci presentiamo.. accetta il drink che le offro e si comincia a parlare del più e del meno.. (già la mia fantasia comincia a galoppare per la nuova e facile conquista appena avvenuta) Ad un certo punto la invito a fare un giro in macchia, qui arriva la mia sorpresa.. mi dice: sai nn sono sola.. cè mio marito a quel tavolo.. (addio sogni di gloria) se vogliamo fare un giro deve venire pure lui.. ma nn ti preoccupare.. e come se nn ci fosse, anzi.. andiamo con la nostra macchina, lui ci farà da autista. Cavolo.. mi giro.. e vedo un signore molto distinto..sui 45 anni in giacca e cravatta, leggermente brizzolato, lo guardo.. lui mi fa un cenno di saluto.. io ricambio e penso tra di me: ecco.. adesso siamo al completo chissà dove andrò a sbattere con questa situazione. Accetto di fare il giro con loro. io e maria (nome di comodo) ci sediamo sul sedile posteriore, il marito si mette alla guida e con fare molto galante e gentile da perfetto maggiordomo cominciamo ad andare.. lei subito comincia ad accarezzarmi le mani, il viso, a questo punto superato il primo imbarazzo.. comincio pure io ad accarezzarle il viso.. i capelli.. i lobi delle orecchie.. inizio con dei timidi baci sul collo.. poi dimentico la presenza del marito e con fare naturale e focoso la bacio a lungo in bocca.. le stringo il seno.. le sbottono la camicetta.. gli succhio i bei capezzoli duri che si ritrova, lei comincia a gemere.. gli accarezzo le cosce.. salgo lentamente fino ad incontrare il ciuffettino di peluria che contorna la figa.. (è senza mutande la troia) è un lago di umori.. una vera vacca in calore, entra in modo naturale dentro la sua figa quasi tutta la mia mano mentre continuo a baciarla in bocca e succhiargli i capezzoli mordicchiandoli.. si rivolge al marito dicendogli : guarda cornuto.. mi sta sfondando tutta.. sto godendo come una troia.. tra un po’ mi faccio impalare dal suo cazzo.. e tu nn potrai farci nulla.. potrai solo guardarci dallo specchietto.. sentire come godiamo.
Bhè cominciavo a preoccuparmi.. nn volevo ke il nostro maggiordomo cornuto si distraesse più di tanto e magari trasformare quella magica serata in qualche incidente stradale.. cmq siamo andati avanti così per un bel pezzo.. lei insultava continuamente il marito.. e desiderava che lo facessi pure io.. sono subito entrato nell’ottica.. anzi. .cominciavo a prenderci gusto e mentre mi succhiava il cazzo.. dicevo al cornuto: guarda che troia di moglie che hai.. mi sta spompinando tutto il cazzo.. gli sto infilando il cazzo in gola.. ha la figa tutta aperta come una vacca.. te la sto scassando tutta.. adesso te la riempio di sborra.. le sborro in faccia.. così poi tu la asciughi.. vero cornuto?? Lui annuiva senza dire più di tanto.. solo si signore/ra.. gli ordinavo io quando guardare e quando no.. praticamente mi stavo trasformando in un master provetto.. dopo un pò siamo arrivati all’orgasmo in modo molto violento.. lei aveva quasi tutta la mia mano dentro la figa.. si contorceva dal piacere.. nn sapeva se allargare o stringere le cosce x il forte orgasmo ke la stava squassando.. esce il mio cazzo dalla bocca x farsi venire in faccia.. in modo ke il cornuto potesse godere dello spettacolo, infatti lui accosta l’auto.. scende.. passa dietro con noi.. comincia a leccarle il viso x pulire la faccia della troia che ancora aveva dei sobbalzi dovuti al forte orgasmo.
ci ricomponiamo.. siamo esausti.. ma soddisfatti.. mi invitano a cenare con loro.. accetto..
12
3
17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
File 00002- voyeur car parking
...Avevo voglia. Ma mi sentivo pigro!...Capita questi momenti non trovate?..
Uscito dal lavoro, con le palle piene. Dopo che i tuoi colleghi di "masturbino psicologicamente", fino a quasi a farti giungere un ipotetico quanto mai inproduttivo orgasmo.
...Ho avuto voglia di farmi un giro per la città, a scoprire nuovi posti d'incontro, ad osservare...perchè no se capita. Ma niente di più..Perchè ero pigro.
...Nella mia perlustrazione, giungo in un parcheggio, era buio e due auto si sono parcheggiate affianco. Una mora esce e viene gentilmente ospitata, nell'altro mezzo, da un giovane un po' impaurito (espressione che aveva). I due si sono messi a scopare davanti a me. La cosa mi è piaciuta, devo dire molto perchè avevo la mia asta bella eretta e spuntava per vedere anche lei la scena voyeurista che mi sta stagliava davanti.
...Avevo il finestrino aperto, ed i due (uomo e donna mora) erano coinvolti in amplessi decisi e pompate vigorose, la loro alcova ballonzolova senza tregua.. Mentre da destra osservavo. Mi sento una mano che prende la mia asta e mi sorprendo, perchè è sembra quella di un uomo. E' un travestito, molto femminile biondo, che mi apre la portiera e mi fa una ricca pompa a pelle,mentre la mora dall'altra mi osservava con molto piacere e soddisfazione.
Intanto che premevo la sua facccia sul mio cazzo, e lui si dedicava alla situazione io ero completamente preso dall'amplesso della coppia.
Mentre a cosce larghe si faceva scopare, mi osservava e con la lingua mi invitava a continuare..Che scena davvero spettacolare. Intanto il travestito si prendeva la sua schizzata in faccia, contento...
Mi sono svuotato, ora posso tornare a casa nella mia normalità.
Che bello osservare, e sopratutto ammirare una tale bellezza all'opera..
(evento avvenuto in un parcheggio dell'hinterland fiorentino, dove tutto può accadere)..
13
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17 anni fa
CICCIOPORCELLO,
39
Ultima visita: 3 anni fa
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Io mio marito e l\'altro parte seconda
Cari amici di desy vi ringrazio molto del tempo che avete dedicato al mio racconto,siete stati tantissimi,avrei voglia di farvi godere tutti,ma non è possibile.
Ho voglia di raccontarvi un altro pò della mia vita di donna che si dà ai singoli.
Alla ricerca di nuove emozioni,qualche sera fà ho conosciuto un ragazzo tramite il sito di desy dopo una serie di e-mail abbiamo finalmento deciso di incontrarci,la cosa che più mi intrigava di questo persona era il suo grosso pene e soprattutto la propsta indecente.
Lui un uomo maturo sulla cinquantina noto professionista napoletano,ci ha invitati nel suo studio con la seguente proposta indecente"ti metto banconote da cinquanta euro tutte intorno al perizoma e le stacchero una ad una con la lingua e i denti"abbiamo accettato,mi sono preparata da grande "signora" con una minigonna di raso nera con una camicetta bianca che lasciava scoperto l'ombelico e siamo andati all'appuntamento,ha aperto la porta gentilmente e nello studio c'era una bella musichetta in sottofondo e senza tanti convenevoli mi ha tolto la gonna mi ha un po' accarezzato tra le gambe e ha iniziato ad appendere banconote intorno al perizoma mentre con il suo grande uccello lo strofinava sul mio culetto facendomi molti complimenti,poi si è piegato ed ha iniziato a tirare con la ligua e i denti le banconote,dandomi delle leccatine tra le gambe,mi sono eccitata in modo incredibile e mi sono sentita puttana quando ha detto se sarai brava questi soldi saranno tuoi, la cosa pensavo infastidisse mio marito invece quel porcone si è eccitato.
mi ha steso per terra e ha iniziato a baciarmi per tutto il corpo,poi si è seduto sulla poltrona e mi ha chiesto di succhiargli il grosso cazzo io ero bagnata da matti, ho iniziato un bel pompino a suo dire,poi si è infilato il preservativo mi ha fatto poggiare sui gomiti al davanzale della finestra e mi ha preso alla pecorina non so quanti orgasmi ho avuto,ero ormai fuori di testa quando all'improvviso l'ha sfilato dalla fica e con un colpo preciso mi ha preso il didietro io ho sussurato un flebile noo,seguito subito da grandi siiiiiiii siiiiiiiii,forse è stata la scopata più bella della mia vita.
Alla fine ha preteso che prendessi i soldi,mi ha riproposto di rifarlo ma ho paura di passare da troia a PUTTANA.
Grazie per chi vorrà invitarmi dei commenti e delle proposte eccitanti.
11
4
17 anni fa
maria1968, 43/43
Ultima visita: 15 anni fa -
Un nuovo mondo
Ho notato i primi sintomi del mio desiderio quando una volta in palestra ho fatto la doccia ed accanto a me faceva la doccia
una ragazza giovanissima .
Un corpo spettacolare, mi faceva una invidia ma del resto i 20 anni
vengono una volta sola , provai eccitazione a vedere le sue mani
accarezzare con il bagno schiuma i suoi seni pieni ed invitanti ed i suoi capezzoli eretti e vedere le sue dita scivolare lascivamente tra il solco del suo sederino e tra le cosce che allargava ripetutamente strofinandosi il suo batuffolino nero.
Mi vergognavo a guardarla ma non ne potevo fare a meno e non ho
potuto fare a meno mentre mi lavavo di sfiorare il mio sesso che
produceva secrezioni vaginali in continuazione ,oddio ero al settimo cielo e camuffando la mia masturbazione con il bagnoschiuma che passavo e ripassavo sul mio corpo ebbi un orgasmo accanto a lei ,che dovetti soffocare per non insospettirla .
Bhe devo dire che mi sentivo strana come se avessi rubato una mela
ad un bambino.
Mi saliva il calore fino al cervello ed il mio respiro diventava affannoso
non vedevo l'ora di uscire per rifugiarmi a casa mia.
Pensai a lei tutta la sera e quando poi nel letto ,al buio ,mi sentii sfiorare da mani che scavavano ed accarezzavano il mio sesso
pensai a lei ,pensavo alle sue mani che percorrevano il mio corpo
dai capezzoli all'addome all'interno cosce, sentivo la lingua di quella ragazza umettarmi la clitoride e poi la sentii succhiare le mie labbra
mentre secernevo secrezioni per l'eccitazione.
Era meraviglioso stavo sognando e il sogno finì quando mi sentii
rigirare di schiena e mettermi in ginocchio con i miei forellini ormai
bagnati e aperti per l'eccitazione ben esposti,mi sentii prendere per la testa e spingendo il mio viso sul cuscino per farmi inchinare di più
mi sentii afferrare per i fianchi e con la punta del glande appoggiata
alla mia passera mi sentii trapanare e più cercavo di uscire da quella
posizione e più lui mi spingeva il suo sesso fino ai testicoli come per non farmi muovere, ebbi un orgasmo violento e per una volta mi sono ribellata e sfilato quel grosso randello dal mio sesso ho preteso di essere leccata e così finii di godere pensando che quella lingua che roteava nella mia vagina fosse della ragazza che già mi aveva fatto godere.
Da allora non mi sentivo più me stessa.
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17 anni fa
jenny69,
39
Ultima visita: 14 anni fa
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La mia collega mi da una mano...
La mia simpaticissima collega stasera mi ha invitata a casa sua per sistemarle il pc,abita da sola con la figlia è una ragazza madre ed ha 27 anni,uno meno di me.Ceniamo,mette a letto la figlia e mentre lava i piatti io le sistemo il pc,poi guardiamo un po di foto e beviamo un po facendoci mille risate.Erano circa le 23.00 e lei mi propone di vederci un film,io accetto volentieri,lei si mette il pigiama e gli okkiali che la rendono molto affascinante.Prende una coperta e la mette sulle gambe di tutti e due,seduti sul divano con la luce spenta illuminati dalla tv.Guardando il film,c'è una piccola scena in cui un uomo dice di masturbarsi e noi commentiamo ridendoci su.Poi lei mi chiede incuriosita se io uso masturbarmi e io rispondo che ogni tanto mi capita,specie se ho avuto un'eccitazione e non ho potuto finalizzare in altro modo.Continuiamo a guardare il film lei appoggia la sua mano sulla mia coscia,io indossavo una semplice tuta,muove la mano sulla coscia provocando un movimento della tuta che strusciava sulla mia zona pubica facendomi arrapare,io muto guardavo il film.Lei credo si accorga della mia erezione e leva la mano,si alza e mi dice :scusa mi levo un attimo il reggiseno che mi sta dando fastidio.Io le dico:si si fai pure.Ritorna e si rimette seduta.Rimette la coperta sulle gambe,e risfiora il mio pene con la mano,io mi imbarazzo molto vagamente e continuo a guardare il film.A quel punto lei mi rimette la mano sulla coscia e lentamente la sposta sul mio bozzo molto duro,io sospiro ma non mi giro,lei guardando il film mi accarezza il fallo da fuori la tuta con movimenti lenti e delicati,io sono eccitatissimo ma non mi muovo,quindi lei mi sussurra:che per caso ora sei eccitato? e io rispondo:Abbastanza!Elei mi fa:Allora vuoi andare in bagno?E io le dico:No resistero' e aspetterò di arrivare a casa mia.Neanche finisco di parlare che lei mi infila la mano dentro e mi dice:Ok...buona resistenza!!!Inizia a massaggiarmi l'uccello e le palle facendomi eccitare come un porco ma mi trattenevo,non potevo venirle in mano mi vergognavo.Dopo qualche minuto le dico:Mi sa che vado in bagno.Lei mi risponde:Aspetta un attimo che prima vado io e ti preparo un asciugamano pulito.Leva la mano,si alza va in bagno e torna con un asciugamano grande.Mi dice:Alzati un attimo che ti ho portato il bagno qui.Io mi alzo e lei mette l'asciugamano sul divano e mi dice di sedermi.Mi siedo,lei si leva la maglia e rimane con le tette fuori,due splendide tette,una quarta abbondante,e mi dice:Cosi hai anche l'ispirazione!Io ero eccitatissimo lei si avvicina a me prende le mie mani e le mette sulle sue tette e con le sue mani mi tocca ero durissimo,mi abbassa i pantaloni e le mutande e mi fa:Mi sa che ti do una mano.Si inginocchia davanti a me e mi stringe il cazzo in mano molto delicatamente,io sentivo che le palle mi si gonfiavano sempre piu,inizia a masturbarmi lentamente prima con le mani poi col seno e mi fa:Quanto resisti ancora?Le rispondo:Credo molto poco se continui cosi.E mi fa:Allora smetto se no mi sporchi.Io le rispondo:Vabbe' dai se vuoi finisco da solo in bagno.Lei mi fa:Sei sicuro?Io continuerei senza sporcare.A quel punto le chiedo:E come?Lei sorride e avvolge il mio cazzo nella sua bocca continuando a mastiurbarlo io ero quasi li per venire e glielo comunico,lei continua e io esplodo in una sborrata colossale nella sua bocca lei continua a succhiare ed ingoiare fino all'ultima goccia,io tramortito avevo goduto come un beato porco.Lei mi fa:Ok,ora sei vuoto cosi torni a casa tranquillo.Io le rispondo:Si,allora quando ho questo problema mi farai da dottoressa?E lei mi risponde:Se non avrai questo problema...ci pensero' io fartelo venire,hai un buon sapore ed un buon odore che vorro' risentire...poi magari ti faro' sentire anche il mio.Sono tornato a casa e mi ha mandato un sms con scritto:Ho ancora il tuo sapore che mi fa impazzire,ora dovro' fare da sola io...lo rifarei altre mille volte,è stato bello e il tuo viso che gode è dolcissimo.A domani collega!!!
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
Campeggio in sicilia
Era l'ormai lontano 1995, l'altro secolo . Io avevo appena 17 anni, che tempi quelli. Lei, mia cugina, si era appena maturata al liceo classico. Ragazza con la testa a posto quella; per un pelo ha mancato il fatidico sessanta. Vivevamo in città diverse ma vicine, quindi anche durante l'anno i nostri genitori facevano in modo di farci vedere spesso; o io andavo da loro o lei veniva da noi, durante i weekends e per le vacanze. Insomma eravamo come fratellini .Io timido, lei estroversa , simpatica, bellissima. In pratica avevamo le stesse compagnie , sapevamo tutto di noi tra noi , soprattutto di lei ; visto che io combinavo ben poco,soprattutto pippe e qualche pompino da qualche sfigata. Lei curiosa già dai tredici anni, aveva già approfondito , insomma non disdegnava il cazzo , anzi soddisfava parecchi maschietti , con i suoi pompini e la sua calda gnocca . Come premio per il suo diploma, aveva ricevuto un viaggio nella bellissima e calda Sicilia. In un campeggio sulla costa agrigentina. A patto che ci andassi pure io. Accettammo al volo, con entusiasmo ed eccitazione , era la prima vacanza da soli, che occasione.
Dopo circa 15 giorni di progetti e di sogni , arrivò il giorno della partenza. Arrivammo a destinazione in un campeggio in riva ad una spiaggia kilometrica di sabbia bianca , acqua non proprio cristallina, ma con un discreto movimento giovanile. Noi alloggiavamo in una canadese a due posti, ci sembrava una villa, la cosa ci eccitava un casino . Lì, grazie alla sua bellezza ,ci formammo subito un gruppetto di coetanei,ragazzi e ragazze alla scoperta della vita. Tra loro c'era un ragazzo, il bello del gruppo, che comunque aveva già la sua girl che lo marcava stretto , un bella gnochetta pure lei. Fatto sta che tra giochi e giochetti,sguardi e palpatine innocenti mia cugina, calda come non mai, si era invaghita di lui.
La notte, anzi all’alba, quando si rientrava a dormire, dopo aver bevuto e cantato. Sentivo che lei non dormiva,non riusciva a prendere il sonno, le bolliva il sangue, tra le gambe aveva un vulcano . Io stavo lì, praticamente attaccato a lei , sentivo il suo stato di eccitazione,l’odore della fica, sentivo che per dare un po’ di sollievo ai suoi ormoni , si giocava la clitoride, senza eccessi , con discrezione ; spostando leggermente la mutandina . Io fingevo di dormire, stavo parecchio imbarazzato, ma con il cazzo duro come un blocco di marmo .Comunque facendo finta di nulla, ogni tanto, mi accostavo a lei. Con molta naturalezza le poggiavo la mano sul seno sodo . Lei non si turbava ,anzi si accostava di più, sfregando le sue chiappe scultore sul mio pacco. Entrambi fingevamo il sonno profondo ,dando retta alla ipocrita educazione ricevuta. Questo andò avanti per circa una settimana. Poi un bella notte, scoppiò un furioso temporale, che ci costrinse in tenda già dalla mezza notte. Lei aveva paura della luce dei fulmini e del rombo dei tuoni, in quella piccola tenda. Volle che la stringessi tra le mie braccia. Non avevamo sonno, vuoi per l’orario vuoi per il fragore del temporale. Quindi parlavamo al buio. Io ero carico da tutta la settimana quindi non ho potuto fare a meno di eccitarmi sotto l’effetto del suo profumo della sua pelle della sua voce. Lei lo sentiva , e gli piaceva. Si girò verso di me e accavallò la sua gamba tra le mie, poggiandomi l’anca sul duro attrezzo ,e tra una chiacchiera e l’altra , ogni tanto mi accarezzava la verga , io non mi tiravo dietro. Dopo un primo tentennamento e superato l’imbarazzo, mi infilò la mano affusolata ed esperta dentro gli slip. Dopo due stozzate non resistetti, scaricai un abbondante sborrata. Lei lì per lì, rimase quasi delusa ; le sarebbe piaciuto lavorarci un pò di più ,magari avrebbe voluto anche leccare la cappella e succhiare, era una specialista. Be l’attimo di smarrimento passo subito. Si girò, mise la mia testa tra le sue gambe vellutate e cominciò a leccare; disse che era un peccato lavare tutto quel ben di dio. Nel frattempo ,io con quella fica in faccia cominciai a leccare i suoi umori caldi e abbondanti; per me era nettare non avevo mai assaporato cosa così buona. La mia lingua andava , lungo tutta la spacca fino allo stretto ed inviolato sfintere. E leccando con la punta della lingua dura , proprio lì ,notavo un particolare gradimento. Lei avidamente in un attimo aveva ripulito tutto il mio seme. Quindi dopo un pochino che leccavo si giro verso di me porgendomi generosamente il seno dai rosei e turgidi capezzoli. Cominciai a palpare vigorosamente. Ad un tratto volle che gli leccassi i capezzoli , contemporaneamente partendo dalle sode chiappe, in modo istintivo, le infilai li dito medio nel culo completamente allagato dai suoi copiosi umori dalla mia saliva. Lei per nulla turbata dal mio ditino mi batteva il ritmo come un amazzone al totto.Dopo poco, senti il mio ditino che veniva compresso con pulsazioni regolari,come fosse il suo cuore che batteva di felicita. E fu così che anche nonostante mela misero in faccia non riuscii a sverginarmi.
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17 anni fa
cikozip,
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Ultima visita: 14 anni fa
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Non credevo cosi troia
ciao siamo una coppia sposati da 10 anni, e come tutte le coppie abbiamo ogniuno una propia fantasia che ci piace parlarne mentre facciamo sesso,ma non sai se veramente potrai averrarla.
questa estate nel mese di giugno mia miglie alessia con i pargoli se ne andata al mare a trovare una sua amica,e mentre io me ne stavo al mio lavoro ci scambiavamo sms con foto e commenti piaccanti.
passato una diecina di giorni avevamo la voglia di vedersi e di fare sesso che non ci capitava da tempi di quando eravamo fidanzati.
arrivati al sabato sera mi preparo sto per unscire a prendere alessia al mare ,quando mi sento suonare il campanello,erano franco e simone due amici del calcetto,entrano e mi dicono in do tu vai bucaiolo?vado dalle mia moglie al mare a riprenderla venite con me? non se lo fanno dire due volte e montano in auto.
per la strada discutiamo di donne sesso e mi viene in mente una bella sopresa per alessia visto che era seper voglisa.
arrivati al mare citofono e faccio scendere alessia, come esce vede i miei amici mi salta a dosso mi bacie e mi dice che ci fanno loro? io niente solo per compagnia.
montiamo in auto alessia accanto a me,aveva una mini da urlo che solo quando monta in auto vedo che non porta mutandine come fa di solito d'estate.
poco dopomla partenza e per tutto il viaggio non faccio che struscirle la mio mano destra sulle sue cosce vellutate e abronzata fino a toccarle il clitoride,è gia eccitata si sta inumidendo tutta specialmente nel vedere che gli altri due non facevano altro che guardare quel meraviglioso spettacolo.
arrivati a casa alessia porta i pargoli a dormire,noi ci mettiamo seduti sul divano a rinfrescarci con un bel tè freddo.
eccola scende le scale si mette in mezzo a noi accavalla le gambe e ci fa uscire gli occhi dalle orbite,prendo liniziativa io e metto un po di musica prendo alessia e inizio a ballare a struscirsi a beciarla e farla eccitere al punto che si gira verso di loro e le urla cosa aspettate a scoparmi?
non perdono un attimo che le si avventano addosso a toccarla e palparla in tutto il corpo,la spogliano la distendono suo divano e franco inizia a leccarli la fica mentre noi due a succhirli i capezzoli diventati duri come il marmo.
dopo poco alessia inizia a spogliare simone e come le tira giu i pantaloni le esce un cazzo enorme,rimane qualche secondo li ferma a osservarlo lo prende e se lo fa infilare a forza in bocca,aveva la cppella cosi grossa che le entrava a fatica.
in pochi minuti ci troviamo tutti nudi e alessia prende simone lo mette a sedere sul divano e ci monta sopra su quel cazzo enorme se lo fa infilere dento unpo pelvolta fino in fono e con mivimento lento inizia ad andare su e giu, urla del piacere che le provoca quel cazzo, io e franco continuiamo a succhirli i capezzoli,la vedo godere come non mai.
ad un certo punto le dice a franco che vole anche il suo nella fica con quello di simone e ne prende due contemporaniamente come la penetra inizia ad urlare dal godimento che mi tocca a fele succhiare il mio cazzo per non farle fare casino.
in tutta la notte ci atternavamo a fotterla e a venirli detro la fica che le piace tantissimo, lei godeva come una troia,per alcuni gioni abbiamo fatto del sesso con i miei amici anche perchè da solo non ce la vrei fatta sicuramente.
arrivati ad agosto siamo andati in ferie scopondo tutti i giorni ma tornado con alessia in stato interessante, avevamo iniziato da poco a divertirci che pultroppo non possiamo più fare fino a quando non avrà partorito, comunque mi dice che appena potrà riscopare lo vorra provare con almeno sei sette singoli insieme
non credevo che fosse cosi troia
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 11 ore fa -
Sesso e lavoro
Lavoro da dieci anni in un liceo della provincia di Milano. Devo ad ogni costo raccontarvi una storia che mi è capitata l'anno scorso. Io sono sposato da cinque anni, e devo ammettere che, sebbene molto spesso mi piacerebbe andare a puttane o a trans, sono sempre riuscito a restare fedele a mia moglie, e spero che sia successo lo stesso a lei. Ma nel marzo dello scorso anno è arrivata nella mia scuola Katia. Katia è una supplente di italiano, ha ventiquattro anni, è bionda capelli lunghi e leggermente mossi, occhi verdi, carnagione chiara, labbra piccole ma carnose in modo davvero spermatico, sempre coperte da un lucidalabbra argenteo. Non è molto alta, arriverà al metro e sessanta, ma è estremamente ben proporzionata. E' magra, ma ha un paio di chiappette sode e tonde, sempre raccolte in un paio di jeans attillati, e due tette davvero dirompenti! Le sue tettone, lo ammetto, sono il particolare di Katia che mia ha da subito colpito maggiormente. Non è solo il fatto che sono grosse e sodissime, ma è soprattutto il fatto che Katia, da quella zoccoletta che è, non si lasciava sfuggire un'occasione per metterle spudoratamente in mostra. Ricordo ancora, come fosse ieri, il primo giorno che è entrata in sala professori. Io ero seduto a leggere in fondo al tavolo. Altri colleghi parlavano in giro. Katia è entrata come nulla fosse, salutandoci con un sorriso candido, indossando un maglioncino molto scollato, con un collo a v che si chiudeva più o meno all'altezza dell'ombelico con un unico bottone di madreperla, e una camicetta bianca aperta su un decoltè da paura: il terzo bottone, che era il primo abbottonato, sembrava sul punto di esplodere, il tessuto era teso, e fasciava due bocce candide, compresse in un reggiseno a balconcino. Diciamo che per un terzo la sfera pressochè perfetta del suo seno era scoperta, e l'estrema attillatura della camicetta lasciava poco anzi pochissimo spazio all'immaginazione dei restanti due terzi! Io rimasi fulminato alla sedia, colpito da un'erezione violentissima, come dagli anni dell'adolescenza non mi capitava. Inoltre, quando mi passò a fianco per prendere possesso del suo cassetto, Katia, non sapevo ancora che si chiamasse così, lasciò dietro di sè una scia di profumo leggero e dolce, primaverile, giovane, che mi inebriò e mi fece quasi venire nei boxer. Non ci pensai nemmeno. Fu piuttosto un fatto biologico di sopravvivenza: dovevo avere quella ragazza! Ma come fare? Il mondo del lavoro è viscido, basta poco per rovinarsi. E poi Katia era stata subito presa di mira da tutti i colleghi giovani dell'istituto, bidelli e segretari compresi.
L'occasione invece me la porse su un piatto d'argento la vicepreside. Un pomeriggio infatti, dopo l'ennesima riunione inutile, mi vidi arrivare appunto la vice al fianco di Katia, che indossava un golfino di lana nera, tanto morbido quanto stretto sulle tette, che mi parevano addirittura ondeggiare al ritmo del suo passo lieve. "Senta prof. M." tagliò corto la vice, "lei conosce già la prof.ssa Katia Z.? E' nuova della scuola, e ha problemi con la gestione del computer. Visto che lei è esperto di sistemi informatici, perchè non le tiene un corso base, giusto per imparare a postare i documenti e a leggere i nuovi avvisi?" Katia mi guardava sorridendo in silenzio, mostrandomi i suoi denti bianchi e arricciando lievemente il labbro superiore, in un'espressione che mi spingeva a baciarla lì su due piedi. "Sarebbe per me un vero onore e piacere!" sorrisi, e il pomeriggio seguente, alle tre, mi diedi appuntamento con la ragazza che popolava i miei sogni e le mie masturbazioni, e anche, inutile dirlo, la mia immaginazione durante le scopate con mia moglie: quando la prendevo da dietro, e le strizzavo le tette, nella penombra della nostra camera da letto, immaginavo di stare a massaggiare i capezzoli di Katia, e di sentire attorno alla mia cappella le pareti strette del suo sfintere.
Katia arrivò puntialissima. Io avevo già pianificato la situazione. Mi feci trovare seduto all'ultimo computer in fondo all'aula di informatica, al riparo da occhi indiscreti, in un punto il più intimo possibile. "Ciao!" sorrise Katia, dandomi la mano. La sentii fredda e morbida nella mia, e immaginai che bello sarebbe stato sentire quella presa vellutata e lieve attorno al mio fusto bollente, mentre mi faceva una sega. "Ciao, spero di non annoiarti troppo oggi! Anzi, ti dico già da subito due cose: uno, se hai qualsiasi problema, di qualsiasi tipo, non esitare a rivolgerti a me, posso darti una mano su molte cose! In secondo luogo, giusto per darti il benvenuto, non ti andrebbe di andar a bere qualcosa, un aperitivo, dopo questa noiosissima lezione di informatica?" Avevo sfoderato il mio stile "educato-spigliato", e con mio grande piacere mi accorsi di aver colto nel segno. Infatti Katia sorrise, anzi rise proprio, e mi rispose: "Mamma mia, grazie! Non ci crederai, ma sei il primo che mi dice queste cose! Io non sono nemmeno da qui, arrivo da Catania, e ho preso un appartamento da poco. Non conosco nessuno, e mi fa piacere poter uscire ogni tanto!" Mi accorsi subito di un fatto davvero significativo: Katia mi guardava negli occhi quando mi parlava, e io la fissavo senza alcun timore, anzi, più la guardavo e più mi sentivo attratto da lei. Si sedette al mio fianco, e nel farlo le si sollevò la camicetta sopra i jeans, sulla schiena, mostrandomi la parte superiore della morbida fessura delle sue natiche. Notai che indossava il perizoma, e questo mi fece arrapare subito. Lavorammo sodo quel pomeriggio, e alla fine la portai a bere fuori, in un locale decisamente elegante e costoso. Quando uscimmo erano ormai le nove di sera, e al mio cellulare, silenzioso, ormai le chiamate di mia moglie erano decine. Ma avrei trovato dopo una scusa. Katia era simpatica ed espansiva, e con un po' di audacia ero riuscito a rompere la barriera del contatto fisico. Ora quando facevo una battuta lei mi colpica scherzosamente alla spalla, e quando rideva si appoggiava a me con la testa. Pioveva, per grazia di Dio, infatti lei non aveva l'ombrello e io sì, così ebbi il pretesto di accoglierla con me, porgendole il braccio, e di offrirmi per riaccompagnarla a casa in macchina. Parlammo a lungo di tutto, e a fine serata le diedi appuntamento per il giorno dopo. Lei mi ringraziò e, prima di salire, si allungò per darmi un bacio. Sentii il suo respiro sulle mie labbra, e la pressione delle sue labbra umide e carnose. Non capii che razza di bacio fosse, se di ringraziamento, di amicizia, o di altro. Ma il giorno dopo mi presentai ben deciso a giocarmi tutto: dopo aver detto a mia moglie che la sera prima ero stato intrattenuto dal preside, le dissi che il giorno dopo dovevo partire per una gita di due giorni per la quale ero l'accompagnatore di riserva, visto che il docente designato era ammalato. Se andava bene sarei stato da Katia, sennò prendevo una stanza in un albergo e passavo la notte con un paio di troie. Quando Katia entrò in sala computer mi resi conto che avevo ottime chances: indossava un paio di stivaletti lucidi, di cuoio nero, alti fino al ginocchio. Le gambe, avvolte in un paio di calze nere, erano scoperte dal ginocchio alla coscia, cioè fin dove iniziava una minigonna nera, aderente. Sopra Katia dava il meglio di sè, infatti sotto una giacchetta molto castigata, che si sfilò non appena si fu seduta al mio fianco, sfoderò una magliettina in seta o similseta, verde chiaro, annodata dietro la nuca, che le lasciava scoperta tutta la schiena, permettendomi di vedere oltre ogni ragionevole dubbio che non indossava reggiseno. Sul davanti la magliettina era abbondantemente scollata, ma le due fasce che risalivano sulle spalle fin dietro la nuca erano sufficientemente attillate per contenere le due tettone che, dal modo in cui stavano su, dritte e dure, davano conferme alle mie più rosee aspettative. Aveva i capelli annodati sulla testa, e un lieve strato di ombretto azzurro sulle palpebre. "Dio mio!" esclamai, salutandola con un buffetto sulla spalla nuda, "sei stupenda, ancora più del solito!" lei sorrise, e mi disse di non scherzare. Iniziammo a lavorare, io le spiegavo le cose, ma non riuscivo a concentrarmi. Quella schiena nuda dalle spalle all'inizio delle natiche, quelle due tette, quelle labbra che avevo baciato in sogno tutta la notte... stavo impazzendo. Inoltre Katia si era messa a mordicchiare e a passarsi sulle labbra una matita, e nel farlo mi fissava negli occhi. Ma non ancora, non era ancora il momento. Quella sera sarebbe stato il momento opportuno. "Hai portato il floppy con i documenti che ti ho chiesto?" le feci. Le annuì e si abbassò di lato per pescare il floppy dalla borsetta. Il movimento brusco però le fece scivolare il seno destro fuori dalla maglietta. Katia però, non so come nè perchè, non se ne accorse, o finse di non accorgersene, fatto sta che mi porse il floppy e riprese ad ascoltarmi. Io avevo il cazzo che mi esplodeva nei pantaloni, e la salivazione a mille. Non sapevo cosa fare! Tacere e continuare a guardare quella tetta grossa come un pompelmo maturo, con la linea chiara dell'abbronzatura, e il capezzolo roseo, semi inturgidito, coronato da un'aoreola larghissima, almeno di cinque centimetri di diametro, guardare la curva perfetta di quella mammella gigante, immaginarne il peso tiepido e morbido nella mano, il profumo della pelle nel solco profondo tra i due seni, il sentore di femmina e di crema idratante sulla lingua, a contatto con il capezzolo, oppure fingere di accorgermi ad un tratto e stupirmi? Non sapevo che fare, ma non potevo fare a meno di scendere ogni due secondi con lo sguardo a quello spettacolo. Fu questione di un secondo. Un attimo solo di certezza, la volontà di fare qualcosa in quel momento: passai il braccio attorno alle spalle di Katia, e la tirai leggermente indietro, di modo che appoggiasse la schiena sulla sedia, inarcando il busto. Lei mi fissava in silenzio, con un'espressione vagamente interrogativa, ma assecondò il mio movimento. In silenzio, mi abbassai e sfiorai con la punta della lingua il capezzolo rosato, che al contatto con la superficie umida si contrasse e si inturgidì. Aprii la bocca e accolsi tutto il capezzolo, succhiando e risucchiando quanto più potevo quella tetta grossa eppure così morbida. Lo schiaffo non mi fece molto male, sebbene fosse dato con forza, ma mi lasciò di sasso. Katia si alzò improvvisamente, dopo avermi colpito e, con le lacrime agli occhi, si coprì alla meglio e mi insultò, dandomi dello "stronzo porco di merda". Io la guardavo in silenzio, non capivo, non sapevo, non realizzavo che il seno le era effettivamente scivolato fuori senza che se ne accorgesse, e che ero passato da maniaco.
Uscì di corsa, lasciandomi con la mia vergogna e la mia preoccupazione. Non avevo nemmeno voglia di andare a puttane a quel punto, ero davvero preso di merda. Rimasi come pietrificato davanti allo schermo del computer, pensando e ripensando a tutto, ricostruendo i particolari, immaginando i miei errori. Quando ormai fuori annottava decisi, mi alzai e me ne andai. La scuola era ormai chiusa, a parte i locali dei custodi. Camminavo lungo il corridoio quando mi parve di udire, ma forse era la mia immaginazione, la risata di Katia. Era rimasta lì? Forse era andata a denunciarmi al preside? Dovevo sapere. Mi diressi verso l'infermeria, da dove mi pareva provenissero delle voci. La luce all'interno era accesa. Stavo per bussare ed entrare quando una voce maschile disse: "Quel prof. M, che cazzone!" al sentire il mio nome mi bloccai, e mi nascosi nel cono d'ombra dietro la porta. Dalla fessura intravedevo l'interno. C'era la mia Katia appoggiata al muro, e di fronte a lei vedevo due uomini, sicuramente il preside e il custode della scuola. "Ecco" pensai "sono fottuto, la puttana ha parlato!" Katia sorrise e disse: "Signor preside, devo ammettere che è stato geniale a pensare a questo piano! Io quando potrò tornarmene al mio lavoro?" il preside rise e disse: "Presto, ma prima bisogna aspettare che si calmino le acque. Lei contiuni a fingere di insegnare, al resto ci penso io".
Il custode si inserì dicendo: "Ma insomma, davvero la moglie del prof. M. è così bona?" Il preside mugolò, e riprese: "Bona? La vedessi! Mora, culo sodo, un po' abbondante ma bello rotondo, un paio di tettone grosse e due capezzoli scuri che sembrano uova al tegame! Labbra da troia e occhi da cagnetta in calore... peccato che quel cornuto di suo marito sia sempre tra i piedi".
"Appunto" fece Katia "quando te la sei fatta la prima volta?"
"Una volta era venuta a scuola a farsi dare dal marito le chiavi di casa, era rimasta chiusa fuori questa deficiente. Io la vedo, la faccio accomodare nel mio ufficio. Parliamo del più e del meno e a un certo punto io le faccio scivolare la mia mano nella scollatura. Lei si irrigidisce e sta per gridare, ma io mi limito a dirle che se ci tiene al posto del maritino deve lasciare fare. Lei è casalinga, vivono con un unico stipendio... E così le estraggo dalla camicetta due tettone da paura, una sesta credo, e le strappo tra l'altro i bottoni della camicetta. Me la faccio sedere sulle ginocchia, e le massacro le tette strizzandole e spremendole, succhiandole e mordendole, le mordo un capezzolo mentre l'altro lo faccio girare tra pollice e indice come un sigaro. Vedeste che capezzoli che ha! Da vacca da latte!"
Io, dal mio rifugio nell'ombra, credo di impazzire. Cosa cazzo stanno dicendo!? Che cosa è successo? Credo di svenire, il cuore mi batte a mille, ma sono come paralizzato, non posso fare a meno di ascoltare, di vedere. Il custode, un signore sui cinquant'anni, grasso e calvo, evidentemente eccitato dal racconto del preside ha avvicinato Katia e le ha scostato la magliettina, scoprendole tutti e due i seni, che prende tra le mani delicatamente. "Senti dai" mormora alla ragazza "me la fai un'ultima sega?" Katia sbuffa, sorridendo, ma già con la mano ha abbassato la lampo dei pantaloni dell'uomo, estraendo un uccellone paonazzo, che mena in silenzio. Il preside intanto è immerso nei ricordi: "Insomma, dopo un paio di minuti la troia inizia a godere, le piace come le torturo le tette, e inizia a baciarmi, infilandomi in gola un metro di lingua. Io la getto a terra dicendole che non voglio in bocca la sua lingua da pompinara, e mi abbasso i pantaloni. Lei è inginocchiata davanti al mio cazzo duro, e le ordino di prenderlo tra le tette. Lei non solo me lo masturba strizzandolo tra quei meloni, ma lo piglia pure in bocca. Allora non capisco più niente, le prendo la testa e gliela spingo giù, finchè non sento le labbra che toccano la base del mio cazzo, e il suo naso tra i miei peli pubici. Lei tossisce e mugola, si agita, ma io non la mollo, e le esplodo dentro dritto in gola in una sborrata da antologia, che lei inghiotte per non soffocare. Ecco, questa è stata la prima volta... ma che cazzo fate! Scopate e non mi avvertite?" Il preside si fa avanti, il custode è passato alle spalle di Katia, che continua a masturbarlo piano, e le ha sollevato le tette fino alla bocca. Katia si lecca i capezzoli in silenzio, e ogni tanto gira la testa per limonare con il grassone pelato. Il preside si abbassa in ginocchio e sfila la minigonna alla ragazza. Non mi stupisco del fatto che Katia sia senza mutandine e abbia la vagina perfettamente depilata. Lei capisce cosa il preside esige, e solleva una gamba sul lettino, permettendo all'uomo di immergere il volto nella sua patatina. Sento il preside grugnire di piacere e mormorare: "Senti qua, tutta bagnata! Puttana che sei!" Katia geme e dice: "Sì, ma non sono puttana come la moglie dei prof. M.! Poi è stata lei a chiamarti di nuovo no?" Il custode sta per venire, quindi blocca la mano a Katia e la fa stendere, ormai completamente nuda a parte le calze e gli stivali, sul lettino. Il preside si accomoda con il viso tra le sue cosce, il custode sale su di lei e piazza il suo cazzone, una sberla di carne da venti centimetri, tra le zinne, e inizia a stantuffare. Il lettino per il peso del grassone cigola, ma sento il preside che prosegue, tra una leccata di fica e l'altra: "Sì sì, è stata lei che ha sentito la mancanza del mio pisellone! Dopo una settimana mi arriva una chiamata: "Sono la signora M." mi fa, poi un attimo di silenzio e sento: "Mio marito, come lei sa, è in gita fino a sabato... ecco..." io non la lascio finire, le attacco il telefono in faccia, e parto verso la casa della troia, ma questa volta non da solo... vero Giacomo! Ti piace la lingua nella fica bagnata! Senti che clito dolce...!" Giacomo è il custode, che, gemendo, riprende: "Ah ah, cazzo, sì, io l'ho vista uscire di gran fretta e le ho chiesto dove andava, e lei mi ha risposto signor preside: "Da una puttana! Anzi, vieni pure tu, che vediamo quanto è troia!" mi ha caricato in macchina e arriviamo da Anna, si chiama così no? Saliamo e lei si fa trovare completamente nuda con un baby doll trasparente! Ti rendi conto Katia?" Katia stava godendo sotto le slinguate del preside, e per l'eccitazione cercava di prender in bocca la cappella del custode, che riprese: "Sì ecco, prendilo in bocca... in bocca e tra le tette!" e così dicendo le strizzava violentemente i capezzoli, fino a farle emettere dei gemiti prolungati e soffocati dalla cappella in gola. "Insomma, non appena lei vede che ci sono pure io dà via di matto, si mette a piangere e a gridare che l'abbiamo rovinata. Io, me lo ricordo come fosse oggi, la prendo di peso, me la carico in spalla e la porto piangente in camera da letto. Lungo il tragitto le sollevo il baby doll e dopo averle divaricato le chiappone le infilo un paio di dita in culo. Chi se lo aspettava, aveva il culetto vergine, stretto stretto!" Il preside era rosso in volto, completamente bagnato di umori vaginali di Katia. Si alzò e si estrasse la minchia senza nemmeno togliersi i pantaloni. Appoggiò la cappella alla vagina aperta e fradicia di Katia. Non dovette nemmeno spingere, la cappella scomparve nelle labbra come risucchiata. Katia inarcò la schiena, godendo e lamentandosi: "No! Non senza preservativo! Ahhh...!" ma il preside le pizzicò il clitoride, colpendo poi la fica con degli schiaffetti, e penetrandola completamente mormorò: "Stai zitta! Qui sei mia". Il custode andava avanti a pompare e raccontare: "Insomma, non si riesce a calmare la puttana, così mi tocca prendere il cloroformio e stordirla un attimo. Non la addormento, la intontisco solo. La spogliamo nuda, si ricorda preside? E per prima cosa l'abbiamo completamente depilata. Volevo anche raderle i capelli, ma era meglio di no, quella volta. Lei si riprende che io le sto leccando la fica mentre il preside se la fa in bocca. Vorrebbe lamentarsi, ma questa volta il godimento è troppo. Inizia ad agitarsi e viene una prima volta. Allora ci diamo il cambio, io le lego le mani e mi metto a lavorare sulle zinne, il preside le solleva il bacino sopra la testa, in verticale, le divarica le cosce e si mette a lubrificarle con olio e vaselina il buco del culo. Lei si lamenta debolmente, allora io le piscio in faccia, e questo sembra tranquillizzarla. Il preside mi passa la macchina per praticare i piercing, e le foro entrambi i capezzoli esattamente nello stesso istante in cui lui, in piedi sopra la troia, la penetra completamente in culo, sfondandola con i sui ventitre centimentri di cazzo bollente. Lei sviene dopo aver gridato, ma il dolore nel culo e alle tette è troppo forte, e si riprende subito... cazzo, sto per venire! Succhia puttana!"
Katia abbrancò le natiche del vecchio, e si spinse il cazzone completamente in gola. Lui gemette e grugnì forte, poi le prese i capelli e la tirò a sè, sborrandole in gola. I primi schizzi furono subito ingoiati, ma poi il custode estrasse la minchia e finì di venirle in faccia. Uno schizzo le penetrò la narice, un altro la colpì all'occhio sinistro. "Uff... che sborrata... insomma la troia si riprese con il preside che la pompava nel culo e io che me la limonavo masturbandola con un piccolo vibratore. Insomma, in tre minuti viene tre volte, e inizia a limonarmi anche lei... Il preside ad un tratto estrasse la minchia sporca di merda e la sbattè in gola al puttanone, così in fretta che mi dovetti spostare, e le venne dritto in gola. Io ne approfittai per penetrarla in fica. Dopo passammo il pomeriggio a schiavizzarla. Le avevo collegato i piercing ai capezzoli, mediante una catena che le passava dietro le spalle e lungo la schiena, a un vibratore anale, con un lucchetto a una cintura di cuoio rigido. Aveva le tette sollevate fino al mento, e i capezzoli così lunghi e turgidi che parevano liquirizie! La facevamo camminare carponi, ogni tanto le venivamo in faccia, o la costringevamo a leccarci il buco del culo. Credo che, se non ha mentito, sia venuta quidici volte...".
Il custode disse queste ultime parole mentre si ripuliva la cappella sui capezzoli di Katia. Il preside intanto continuava la sua scopata, sorridendo estasiato dai ricordi. Io avevo perso ogni contatto con la realtà.
"Eh sì, è stato un bel periodo! Peccato che dopo sia tornato quel becco di suo marito. E la moglie che mi chiamava ogni giorno a dirmi che era la mia maiala e che voleva essere sodomizzata da noi due... ma non potevo rischiare. Così ho chiamato te... tu ti sei portata in giro il cornuto, e noi due ieri abbiamo di nuovo castigato la signora... ma questa volta non credo che ci chiamerà per molto tempo..."
Il custode si era chinato con il viso sulla fica scopata dal preside, e le leccava il clitoride. Notai con disgusto, ma al tempo stesso con una sottile eccitazione che mi mandava via di testa, che il preside ogni tanto estraeva la minchia dalla vagina e la schiaffava in bocca al custode, che succhiava di gusto. "E perchè?" chiese Katia, che poi aggiunse: "sentite maialoni, siete in due... e io ho due bei buchetti caldi, e i vostri racconti mi hanno eccitata..." e così dicendo si girò e si mise a pecora, mostrando due chiappette sode e dilatate, coronate da un ano perfetto, piccolo e depilato. "Anche tu non scherzi!" disse il preside, spalmandosi una pomata sulla minchia, "comunque diciamo solo che ieri siamo andati a trovare la troia in ventisette. Io, Giacomo e 25 miei amici porci, che non scopavano e non si facevano seghe apposta da due settimane... capisci perchè? La troia voleva essere scopata, invece quello lo abbiamo lasciato fare a due enormi vibratori che le abbiamo fissato in fica e in culo... poi ce la siamo fatta a turno in bocca... e ha dovuto bere tutto! Ma l'aspetto più interessante è stato un altro a dire la verità... Da due mesi ho fatto prendere alla cagna delle pastiglie di ormoni... lei non voleva, diceva che c'era il rischio che suo marito la scoprisse, ma figurati! Non è capace, quello lì, di distinguere un cazzo da una figa! E così ho insistito, e lei li ha presi come ho ordinato". Il custode si era accomodato sotto Katia. Il suo stomaco dilatato e gonfio poggiava sul ventre liscio e piatto della ragazza, che, sempre stando ginocchioni, iniziò a limonare con il vecchio custode, che, assestando delle forti manate sulle natiche ormai arrossate della donna, si accomodò l'uccello a ridosso della vagina bagnata e la penetrò con grande facilità. Dopo che il fusto scompareve completamente, fino alle palle, dentro le labbra depilate della puttanella, il custode, tenendo la ragazza per le natiche, iniziò a scoparsela a velocità folle. E intanto continuò lui il racconto: "Sì, devi sapere, bella troietta, che quegli ormoni servono per far allattare alle donne che hanno poco latte. Insomma, quando arriviamo a casa del puttanone tutti e 27 ci troviamo davanti una vacca in calore, con una settima di tette compressa in un reggiseno chiaro, dal quale debordavano dei capezzoloni larghissimi e già arrossati. Lei, non appena entriamo, prima di tutto si allarma vedendo tutta quella gente, e inizia a farci domande, poi ci chiede: "Ma cosa mi avete fatto prendere? Ho i seni così grossi e sensibili...! Non riesco nemmeno più a mettermi il reggiseno...!" io mi accomodo sul divano e invito tutti a levarsi pantaloni e mutande in silenzio. La troia si trova al centro di 27 cazzi durissimi, alcuni dei quali davvero enormi. Leggo lo spavento, ma anche la preoccupazione sui sui occhi, così la faccio sedere sulle mie ginocchia. Le slaccio delicatamente il reggiseno, e i due meloni ricadono pesantemente in basso e di lato. peseranno cinque chili l'uno. Li soppeso con la mano, e lei geme, appoggiandosi alla mia spalla con la testa. Chiamo un ragazzo di colore che è lì vicino che si masturba, e gli dico di inginocchiarsi di fronte alla tetta che soppeso. Lui ubbidisce, e allora io do una violenta strizzata alla mammella. La puttana grida e si divincola, ma la mia presa sul suo seno è ferrea. Dal capezzolo parte uno schizzo di latte caldo che colpisce in faccia il ragazzo, che non si fa pregare, e si attacca prontamente al capezzolone, e, succhiando e spremendo con due mani la tettona, inizia a bere avidamente! Lei piange, ma con l'aiuto di tre altri uomini la immobilizziamo al divano, e, due a turno, ci abbeveriamo tutti alle fontane di latte! Era davvero buono... ma alla fine i suoi capezzoloni erano un campo di battaglia, martoriati dai succhiotti e dai morsi!" Mentre il custode, scopandosi Katia, che gemeva e assecondava le penetrazioni del vecchio, raccontava di come 27 cazzi avevano umiliato mia moglie, il preside si era inginocchiato dietro Katia, e aveva appoggiato la sua cappella al piccolo ano della ragazza. Lei aveva capito che stava per esserre sodomizzata, e infatti aveva inarcato la schiena e allargato le natiche il più possibile per favorire la penetrazione. Il preside spinse piano, e vidi chiaramente la cappella turgida e lucida di lubrificante forzare le pareti strette dell'ano, scomparire per metà, arrestarsi un poco. Katia contrasse lo sfintere, rovesciando la testa all'indietro e gemendo forte, con un "Uuuuhhhmmmm, sì!" che convinse il preside a dare un'altra spinta. La cappella scomparve completamente nel culetto di Katia, e poi, piano piano, con brevi colpi lenti, il fusto iniziò a risalire lungo le pareti dell'intestino. Katia aveva appoggiato la testa sul petto villoso del custode, e gli leccava i capezzoli villosi, ansimando forte e assecondando il movimento dei due uccelli che la penetravano in sincronia. Gli scroti dei due uomini arrivavano a toccarsi nel momento di massima penetrazione, poi le due aste si sfilavano lentamente fino alla base della cappella, per risprofondare nel caldo umido della fica e del culo di Katia. Il preside aveva passato le mani attorno alla ragazza, abbrancandole le tettone e strizzandole con forza. Vedevo i capezzoli deformati dalla pressione dei polpastrelli allungarzi e inturgidirsi. Senza pensare mi abbassai i pantaloni e iniziai a masturbarmi in silenzio. "E così", continuò il preside, "bevemmo tutti, poi io presi da una borsa due di quelle pompe che usano le donne per estrarsi il latte e tenerlo da parte, e le applicai alle zinne della vacca, accendendo il motorino, che iniziò un movimento di suzione meccanica che pompava il latte in due contenitori. A quel punto iniziammo il bukkake party. Iniziai io. La troia era seduta sul divano, sempre immobilizzata da tre uomini. Le salii in groppa, e la colpii col mio cazzo più volte in viso, strusciandole la cappella, che non mi lavavo da più giorni di proposito, sulle guance, il naso, gli occhi. Poi le sbattei il cazzo fino in gola e iniziai a scoparmela. Le tappavo il naso con le dita, di modo che non poteva che respirare con la bocca, e aspirare tutto il mio cazzo. Lei tossiva e si lamentava con grugniti soffocati, da quella maiala che è, ma lasciava fare, tanto più che i due vibratori che le avevamo schiaffato di sotto la facevano godere, e si capiva da come dimenava il bacino. Non aveva i piercing ai capezzoli e del resto, visto che ci aveva allattati tutti, era stato un bene, ma volli punirla per quella dimenticanza, così, mentre me la scopavo in bocca, ordinai a uno del gruppo, proprietario di un negozio di tatuaggi e piercing, di darsi da fare sul suo culo e la sua fica. Lui la fece alzare e mettere carponi per terra. Per me era meglio: piazzai due cuscini di fronte al suo viso, mi inginocchiai e ripresi a montarle la faccia. L'uomo invece le applicò tre piercing alla fica, uno sul clitoride e due sulle labbra, poi si mise a tatuarle con calma sulla natica la scritta: "Schiava del cazzo". Io nel frattempo le venni in bocca, e mentre mi svuotavo in una delle sborrate più abbondanti della mia vita, le dissi: "Azzardati solo a far cadere una goccia del mio prezioso sperma, e non sai che cosa ti capita!" Evidentemente il tono in cui lo dissi fu convincente, perchè la troia ingoiò tutto fino in fondo, e ripassò la mia cappella per bene con la lingua. Andò avanti così per ore. Dopo poco le bottiglie appese alle sue tette erano colme, e le staccammo. A turno immergevamo la minchia nel latte tiepido e gliela infilavamo in bocca, così che potesse bere bene anche lei. Gli altri, in attesa del loro turno, sorseggiavano caffè macchiato col latte della troia. Quando il decimo ragazzo sborrò nella gola della bagascia, lo sperma era così tanto che lei ebbe un rigurgito e un rivolo di sbobba le scivolò sul mento. Allora mi incazzai di brutto e la presi per i capelli, trascinandola in bagno. Lei era fuori di sè dall'eccitazione, e mi gridava di punirla, perchè non aveva bevuto tutto lo sperma. Io le presi le tette e strizzandole la costrinsi a inginocchiarsi. Lì le pisciai in faccia, facendo attenzione a dirigere il mio getto dritto nella sua bocca. Lei, gemendo, iniziò a ingoiare sorsate di piscio caldo, e a spalmarsi gli schizzi di orina sulle tettone fradicie. Quand'ebbi finito le ordinai di farsi una doccia veloce, e di tornare subito di là. Lei ubbidì in silenzio". In quel momento io venni in silenzio, nel mio nascondiglio. Lo schizzo di sperma mi macchiò i pantaloni e cadde sul pavimento, ma il mio cazzo era rimasto bello duro di fronte a quello spettacolo, così continuai a menarmi il cazzo. Katia stava evidentemente per venire, e aveva accelerato il ritmo delle sue rotazioni di bacino. Il custode le aveva preso una tetta in bocca, e succhiava mentre le sbatteva la minchia con una violenza inaudita in fica. Le palle, sbattendo sulle labbra umide, emettevano un suono tipo "Ciaff! Ciaff!" che si udiva fino nel corridoio. Il preside invece si dava da fare penetrando il più possibile il culetto ormai rotto della povera Katia. I tre vennero contemporaneamente, gemendo forte. Katia non voleva che le si venisse dentro, ma i due uomini non le diedero retta e la riempirono per bene, finchè non vidi due rigagnoli di sbobba colare lungo le cosce della puttanella. A quel punto io commisi l'errore di starnutire. I tre si accorsero di me. Katia rimase stesa sul lettino, invece il preside e il custode vennero, con la minchia di fuori, verso di me, e mi presero per le braccia, costringendomi a entrare. Il custode si chiuse la porta a chiave dietro le spalle. "Bene bene!" sorrise il preside, "Ecco qui il nostro cornutone... lupus in fabula eh? Che ne dici, ti piace come abbiamo montato questa mignottella? Ti sarebbe piaciuto essere te al nostro posto, eh? Invece siamo noi i campioni del cazzo... anche con tua moglie!" Katia si alzò e venne verso di me, completamente nuda. Era proprio figa, e il mio uccello, che era fuori dai pantaloni, si inturgidì. Certo, non era nulla a confronto con le aste dei due uomini che erano con me, ma insomma... Katia vide il mio uccello, e disse: "Perchè non gli fate fare un giro anche a lui?" il preside mi guardò, poi sghignazzò dicendo: "Non ne sarebbe capace... questo qui vuoi vedere cosa è l'unica cosa che sa fare?" e senza aggiungere altro mi costrinsero a inginocchiarmi, e iniziarono a colpirmi il viso con le loro nerchie umide di sperma e umori vaginali e anali. Il preside disse: "Se non vuoi che ti rovini, mangia qui!" e mi infilò il suo cazzone in gola. Il fusto, ben lubrificato, scivolò nelle mie labbra finchè la cappella colpì le mie tonsille. Era davvero gigantesco, e facevo fatica a tenerlo dentro. Però mi misi a succhiare di buona lena, passando la lingua alla base della cappella, e massaggiando le palle con la mano. Il preside rise e iniziò a pompare il suo cazzo nella mia gola, come fece con mia moglie. Il custode intanto mi aveva abbassato i pantaloni, e aveva costretto Katia a stendersi con la testa tra le mie gambe, leccandomi il buco del culo. Io ne approfittai per allungare una mano a strizzare le tettone di Katia... erano morbide e sode, con i capezzoloni eretti e caldi. Mi eccitai e iniziai a spompinare di gusto quel cazzone che sapeva del culo della ragazza sotto di me. Il mio uccello si indurì, e iniziai a masturbarmi violentemente. Il custode intanto mi sussurrava all'orecchio, baciandomi il collo: "Succhi meglio di tua moglie! Lei ha bevuto lo sperma di 27 uomini, tutto in gola, tutto fino in fondo! Il secondo giro ce la siamo fatta in un'orgia totale: l'abbiamo messa carponi e chi arrivava se la sbatteva dove voleva. Le piaceva, godeva come una bagascia, è venuta più volte e l'abbiamo sfondata contemporaneamente in quattro: due in bocca e due dietro, uno per buco. Intanto abbiamo riempito una brocca di altro sperma, masturbandoci in cerchio, e alla fine glielo abbiamo fatto bere tutto. Che tette che ha tua moglie, complimenti!" Dopo queste parole, senza aggiungere altro, si mise dietro di me e, appoggiata la cappella sul mio buchetto stretto e bagnato, spinse con forza e mi inculò completamente, facendomi urlare. Ma il preside approfittò del mio urlo per sbattermi in gola tutta la sua minchiona, e per venirmi dritto sull'ugola. Il suo getto, sebbene fosse almeno il terzo orgasmo in poche ore, mi inondò la gola, con fiotti bollenti che aspirai tutti, ingoiandoli. Sentivo un fiume di lava che mi scendeva lungo le pareti dello stomaco, mentre nel mio culetto aperto si faceva largo senza pietà la cappella del custode, che ormai mi aveva completamente sfondato, arrivando a toccarmi le natiche con le palle pelose. Il custode mi prese i capezzoli tra le dita mentre iniziava a muoversi lentamente dentro di me. Io avevo iniziato a ripassare bene con la lingua la cappella del preside, mentre Katia, sotto di me, forse mossa a pietà mi aveva preso in bocca l'uccello, ora semirigido, e me lo succhiava delicatamente. "Allora" chiese il preside al custode "come è il culo di questo sfigato!" Il custode mugolava e gemeva, mentre mi infilzava con la sua asta, e mormorò: "Strettissimo! Un buchetto vergine che mi stritola la cappella! Che godimento!" Il preside intanto, dopo aver sfilato il suo cazzo dalla mia bocca assetata, si era diretto verso la sua valigetta, ne aveva estratto un videotape che aveva inserito in un videoregistratore sul fondo della sala. Sullo schermo del televisore comparve l'immagine di mia moglie mentre veniva sodomizzata da un ragazzotto sui vent'anni, che la prendeva alla pecora strizzandole le tette. La videocamera indigiava in uno zoom anatomico sull'ano di mia moglie, dilatato tremendamente, penetrato dalla cappella e dal fusto completamente bagnati di umori e di sperma. Il preside mandò avanti il filmino, fino a una ripresa che mostrava mia moglie stesa a terra, su un pavimento di marmo, circondata da cazzi che a turno le venivano in faccia. Ogni tanto una mano faceva il suo ingresso sulla scena per pizzicare un capezzolo. Il visino di mia moglie era completamente coperto da una maschera di sperma, eppure ad ogni istante una cappella nuova si appoggiava sul suo mento e le schizzava su naso, guance e occhi nuovi getti biancastri e gelatinosi. "Ecco qui, se stai buono te ne dò una copia così ti puoi masturbare a casa!" mi disse il preside. In quell'istante il custode venne nel mio culo, e la sensazione dei getti nel mio intestino mi piacque così tanto che, finalmente, mi svuotai nella bocca di Katia, che bevve tutto il mio sperma fino in fondo. La mia vita da quel punto in avanti cambiò per sempre. Lasciai mia moglie, che del resto non si mise affatto a piangere, e anzi, a quel che so si è trasferita, in qualità ufficiale di cameriera, in casa del mio preside. In realtà tutti sanno che è la sua schiava sessuale, e lascio intendere a tutti come questo abbia influito sulla mia reputazione. Del resto io ho mollato l'insegnamento, vivo con l'assegno di disoccupazione e con i soldi che mi allunga il preside quando, ogni tanto, viene da me per scoparmi. Gli piace inculare il suo vecchio caro dipendente, e gli piace venire quando meno me l'aspetto. Si è fatto la copia delle chiavi del mio appartamento, e ad esempio ama entrare di notte, mentre dormo, e masturbarsi sulla mia faccia. Io mi sveglio con i getti del suo sperma che mi inzaccherano il viso, e devo stare zitto, o, per meglio dire, mi piace stare zitto, essere dominato da quell'uomo. Mi tolgo le coperte di dosso, mi abbasso i pantaloni del pigiama, mi colloco accovacciato con il culo bene in alto, e aspetto che il cazzone di nuovo inturgidito e lubrificato dalla prima eiaculata si appoggi sul mio buchetto. Allora rilasso lo sfintere e lo accolgo per l'ennesima volta in me. Mi eccita sapere che quel cazzo che mi incula con ogni probabilità poche ore prima è stato succhiato dalla mia ex moglie.
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17 anni fa
admin, 75
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