{"linkButtonClass":"stories-filter__top-new-button button button_default","href":"\/aggiungi-racconti","title":"Aggiungi racconto","displayFirstSpan":true,"firstSpanClass":"stories__top-new-button-icon","firstSpanContent":"\n<svg class=\"svg-icon icon-add-button-icon\">\n <use xlink:href=\"\/build\/sprite-83eb32dceb21b468932833be844ed846.svg#add-button-icon\"><\/use>\n<\/svg>","displaySecondSpan":true,"secondSpanClass":"stories__top-new-button-text","secondSpanContent":"Aggiungi racconto","checkDeactivatedProfile":true}
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Prova d'amore
Ti sentivo dentro. Stantuffavi a più non posso. Il tuo pistone mi sventrava l'addome. Fino a sentirmi male. Avrei voluto che mi attraversassi tutto, risalendomi dentro, fino alla bocca. Lo sfintere, superato con forza, ormai non esisteva più. Ero tutto un buco profondo che si stringeva lungo il tuo ferro rovente. Bruciava, ma io non l'avvertivo come dolore, ma come piacere infinito. Era il tuo desiderio che si versava nelle mie vene; era il mio che succhiava il tuo seme. Avvertivo il sudore del tuo corpo che si asciugava sul mio dorso. E aderivo a te, sempre più, come una cagna in calore che non può sfilare più il sesso di chi la sta penetrando. Entrambi mugoliamo. Si divincolano, le due bestie, ma restano avvinghiate sempre più intimamente: troppo grosso, incastrato il suo sesso, non si svelle più dalle viscere. Vorrei che non uscissi più da me! Il mio tubercolo, ben vigoroso durante il petting, si ergeva, turgido, arabescato con le sue vene azzurrine che pulsavano lungo il tronco; ora sbatte, inutile, contro le colonne delle mie gambe prone sui ginocchi che ci sostengono, prono io sul letto per accoglerti meglio, per soddisfare le tue...e le mie voglie. Allungato, il batacchio si stordisce contro le pareti delle mie cosce. Sento che vorrebbe anche lui una porzione di cielo in cui spaziare, la testa sconsolatamente umilata verso il basso. E sbava, sbava a più non posso. Catinelle di liquido colloso che colano lungo le cosce. Non posso prenderlo in mano per soddisfarlo; le mie sono occupate a sostenere in alto il fusto del cannone in modo che il tuo obice possa colpire bene, penetrarmi fino all'impossibile; non posso masturbarmelo come vorrei. Finché tu, inverosibilmente infoiato, nella ottenebrata furia del desiderio, mi vieni in soccorso e t'appigli al mio bastone. Lo scrolli sempre più fino all'atto finale. Uno strappo! Il pennone e in tiro, il vento riempie il manicotto, prima svuotato dall'estenuante attesa, continua a tendersi, e si eretizza nella tua mano, mentre il moto perpetuo del tuo pinnacolo espugna il mio essere; ormai sono tuo! Esplosione! Entrambi in unico colpo. Uno due tre volte, quattro, cinque, più lentamente; godiamo il nostro nettare. Tu dentro, io fuori. Verso.. il mio inutile nepente, mentre centellino il tuo, che ingravida il mio sterile ventre. Cadiamo uno sull'altro, ansimando. Spossati restiamo, immobili, mentre il mantice, nell'abbrivio, soffia, squassato dall'eccessivo penare; ansito divenuto rantolo; rallenta alternando il respiro. Un sospiro ci coglie. La bocca sul collo, si avvicina, mi torce, cerca la mia. Le labbra si toccano. Incollati giaciamo, labbra contro labbra. Apro la bocca. Le lingue si tentano, si attorcigliano, si legano accarezzando i palati, fino allo sfinimento! Godiamo di noi stessi, finché c'è dato!
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13 anni fa
admin, 75
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E' proprio vero che "c’è sempre una prima volta...
Siamo seduti ad un tavolo per un drink… in modo discreto. Ci stiamo conoscendo. Lei, stupendamente sexy, è seduta tra noi due uomini. Tra un sorseggio e l'altro sguardi maliziosi, profondi, che...mi imbarazzano. Non so se è lei che mi mette agitazione con la sua sensualità e la sua reale bellezza esaltata dai suoi 29anni, o sapere che tu sei li …che vedi e percepisci chiaramente ...che sto impazzendo di desiderio per tua moglie. Immagino però la cosa piaccia anche a te, anzi ti eccita, del resto sei tu che hai organizzato l’incontro, ma io non so muovermi è una esperienza nuova per me….questo incontro con voi. Il segnale arriva da lei, sorride e con le mani mi sfiora il ginocchio e la coscia, lo stesso fa a te. Ti guardo per percepire il tuo assenso, mi sorridi… adesso sono cosciente che lo vuoi anche tu. Mi dai un ulteriore segnale. Le sfiori il seno dal tuo lato e con gli occhi inviti me a fare altrettanto con l'altro seno. La sfioriamo e accarezziamo dolcemente da sopra la camicetta, lei chiude gli occhi e intanto con le mani azzarda di più: arriva a toccarci entrambi l’interno coscia fino in mezzo alle gambe….con fare casuale..ma sensuale. Sicuramente percepisce l’eccitazione dei nostri cazzi e la rende ancora più vogliosa, ce ne accorgiamo perchè si morde leggermente le labbra. I nostri movimenti sono talmente delicati che non creiamo sospetti agli altri che sono presenti nel locale, ma… sei tu che interrompi e dici: andiamo a farci un giro in macchina. Saliamo sulla mia auto, tu davanti, lei dietro: agli occhi di chi ci vede sembriamo degli amici. Sulla strada, senza occhi indiscreti, lei ci accarezza la nuca, i capelli, il collo. Con te azzarda di più: si sporge avanti tra i sedili anteriori e ti tocca il petto, poi ti accarezza in mezzo alle gambe…. con me no...sto guidando , è troppo pericoloso. Percepisco chiaramente la vostra eccitazione, ma anche io non sono da meno. Ti volti verso di lei e la baci appassionatamente intanto che lei ti tocca: che spettacolo. Peccato solo sbirciare perché sto guidando. Adesso le hai slacciato la camicetta e tolto un seno, lo tocchi, lo accarezzi e poi lo baci. Comincio a fremere, te ne accorgi e mi indichi la stradina dove girare. Che bello una piazzola per sostare al sicuro….ma non è un caso…conosci bene il posto me lo avevi già detto al telefono che li si sarebbe stati tranquilli. Sostiamo. Mi inviti a fare quello che tu stai facendo: le stiamo baciando i seni entrambi e lei ti slingua e poi....slingua anche me....eccitanti le sue labbra vogliose e sensuali….la mia fantasia “vola”. Lei inizia a toccare anche me, sta sentendo i nostri membri vogliosi. Mi fai segno di scendere con te e saliamo dietro entrambi con lei: adesso è li in mezzo a noi. Finalmente siamo liberi di poterci toccare, accarezzare., baciare: quanto erotismo, che sensazioni forti. Man mano ci troviamo senza qualche indumento, fino a quando i nostri corpi sono liberi di sentirsi...pelle a pelle. Lei si abbassa sul tuo cazzo con la bocca e intanto con la mano mena il mio. Noi le stiamo mettendo le nostre dita in figa a turno…uno dentro …l’altro sul clito, la sentiamo fremere e bagnarsi...lei comincia a sentirsi la regina del gioco….è quello che vuole. Io e te sappiamo che siamo li perché lei lo vuole…è tutta una sua fantasia…un suo desiderio. Tira su la testa dal tuo cazzo e mi bacia in bocca …vuole farmi sentire il sapore del tuo cazzo, vuole farmi capire cosa mi aspetta…. Si …vuole ricordarmi che come d’accordo l’avrò….ma dovrò prendere anche il tuo cazzo. Non l’ho mai fatto , ma mi eccita pensarlo, ne ho voglia e mi eccita di più sapere che eccita anche lei. Del resto c’è sempre una prima volta. Mentre mi bacia ti sta menando il cazzo, lo vuole mantenere duro…per me. Ci abbassiamo baciandoci verso il tuo membro….siamo a pochi centimetri dal tuo cazzo che sta sempre menando. Lo guarda e mi bacia …è molto eccitata. Mi lascia la bocca e te lo prende in bocca… si ritrae e con lo sguardo mi invita…è tutto mio. Intanto che lo tiene con la mano alla base con l’altra mano mi accompagna dolcemente la faccia verso il tuo cazzo. Ci sono…è li davanti alla mia bocca. Non ci sto a pensare lo prendo in bocca di colpo…mi prendo in bocca tutta la cappella….che sensazione mai provata….bella…mi piace questa sensazione di sentirmi la bocca piena di un sesso maschile. Me lo mando avanti e indietro in bocca e tu muguli…ti piace porcone…e intanto adesso mi prendi tu il cazzo in mano e me lo meni…anche lei ti da una mano. Continuo a leccarti e a prenderlo bene in bocca, sembra lo abbia sempre fatto invece è la prima volta, ma mi viene naturale perché mi piace. Dopo un po… lei mi tira su e mi fa sedere bene sul sedile e invita te a ritornarmi il favore. Me lo prendi in bocca e succhi tu…si vede che lo hai già fatto..mi slingui il cazzo come se tu fossi una donna. E lei mi bacia in bocca. Bello, comincio a non capire bene la situazione e a lasciarmi andare al piacere. Ti lascia fare un po, poi con la mano dolcemente toglie la tua testa dal mio membro ….prende il preservativo che avevamo preparato…me lo infila sul cazzo in tiro e poi mi viene sopra a cavalcioni con la sua figa bagnata e mi prende dentro..tutto di colpo… mentre sono sempre sprofondato nel sedile. Mentre mi monta come una amazzone ti invita… a fare il contorsionista…ti alzi per quel che poi e mi avvicini il cazzo alla bocca e io lo riprendo tutto. Ecco si siamo…è quello che lei mi aveva detto al telefono la prima volta che ci eravamo sentiti….è la sua posizione preferita: lei mi sta scopando in figa ..sopra di me…mi domina… e io sto spompinando il tuo cazzo …il cazzo di suo marito….come fosse lei a ordinarmelo….lei a volerlo. Vuole vederci cosi io che godo dentro di lei, lei che gode su di me, io che ti faccio godere con la mia bocca e intanto con le mani lei ti strizza le palle. Il primo a godere sei tu….mi schizzi in bocca… lo avevo promesso: non toglierò la bocca. Mi hai sborrato in bocca è un sapore strano ma non mi fa schifo…anzi mi eccita. Hai goduto e ti togli adesso lei mi bacia in bocca …vuole sentire il tuo sapore nella mia bocca…me lo risucchia nella sua bocca il tuo seme...questo la eccita ancora di più…ansima forte …aumenta il ritmo della cavalcata sul mio cazzo...sta per godere…gode… sopra di me baciandomi e cavalcandomi….urla…si dimena….bella lei… bellissimo vederla godere cosi…da troia…esalta il mio ego e mi eccita ancora di più. Si toglie da me…mi sfila il condom…me lo prende in bocca ti fa avvicinare e lo fa prendere anche a te in bocca…mi spompinate assieme. Mi sentite ansimare…lo fate sempre più intensamente con la bocca …il pompino al mio cazzo….lo volete sentire che esplode…e lui esplode e vi godo sulla faccia… a tutti e due.Che bello Intanto che mi assaporo la goduria… lei ti bacia. E’ eccitante vedervi cosi ..che godete della mia sborra. Ci sorridiamo…abbiamo goduto tutti e tre come porci…in modo porco. Ci ripuliamo alla belle meglio e ci rivestiamo. Ripartiamo in macchina… lei dice … mica male …concordate uomini? Da rifare….e guai a chi non ci sta…lo metto in castigo….e ride. Rispondiamo di si…altro che se lo rifaremo….magari in un luogo diverso…in modo diverso…sicuramente….in modo ancora più porco. Adesso vi ho lasciati…sto rientrando in auto verso casa. Grazie amico mio…per quel giorno che hai risposto al mio annuncio e mi hai contattato.
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13 anni fa
admin, 75
online -
Non solo sesso
I gesti irrazionali, i pianti disperati vicinissimi a risa isteriche, la voglia di sorprendere, la voglia di dare e ricevere amore , tutte caratteristiche di una persona passionale e istintiva come me. I lati positivi sono tanti ma anche i negativi non scherzano, sempre alla ricerca di conferme , sempre alla disperata rincorsa di obiettivi ogni giorno più grandi e lontani, altruista e sempre pronta a rimettersi in gioco anche quando si è molto lontani da ogni logica. Questo mio caratteraccio mi ha spesso portato a soffrire e a mettermi in pericolo, per me non esistono mezze misure…. O mi si ama alla follia o mi si odia!... Dopo forti batoste mi sono imposta la tranquillità ancorando la mia vita ad un porto sicuro, qualcuno che forse non ammetterà mai sentimenti, ma che rappresenta una banchina sicura e stabile, che c’è sempre, non per me ma per i miei figli. Lo so, un discorso ipocrita e anche egoista, soprattutto se fatto da una “matta” che per una sensazione sta’ velocemente viaggiando verso……..? Verso cosa? Verso chi? Verso qualcosa/qualcuno che non conosco e che probabilmente si rivelerà come sempre una maschera, una utopia, verso un sogno. Forse solo questo rimarrà, un sogno , un lungo incredibile sogno,ma di quelli che vale la pena fare almeno una volta nella vita, perché nel momento in cui si smette di sognare si smette anche di vivere nel vero senso della parola. Se devo scegliere preferisco un rimorso ad un rimpianto preferisco pentirmi di aver commesso un gesto piuttosto che rimpiangere di non averci provato. Sono una stupida innamorata dell’amore e delle emozioni, del contatto fisico, alla continua ricerca del completamento di me stessa. Alla ricerca di passione, di complicità, di conoscenza, ma anche di amicizia, di ironia, di amore, di gioia di vivere e di donarsi, di baci ma anche di condivisione di pensieri e parole, dell’urlo soffocato di un amplesso ma anche di parole dolci sussurrate in un fil di voce. Chiedo troppo lo so, ma è quello che ho sempre cercato in tutti gli uomini che ho incontrato nel mio cammino e anche quello che so non smetterò mai di cercare. Avrei dovuto restarmene ancorata alla mia banchina, ma non ce la faccio…. È più forte di me…. Solo quando riesco a confrontarmi con qualcuno mi sento viva…. “So resistere a tutto ma non alle tentazioni” disse quel tale…. Così eccomi qui su un treno diretta al mare…. Diretta a lui…. I miei ricordi proseguono paralleli ai binari… Cos’ha quest’uomo di diverso da tanti altri, cosa mi ha tentato del suo messaggio? Forse nulla e forse tutto, non lo so è solo questione di istinto. Abbiamo rimandato il nostro incontro per colpa mia, un periodo pieno di problemi, di impegni e di brevi viaggi all’estero, ma quando ieri mi ha detto che sarebbe partito presto in me è scattato qualcosa. Devo assolutamente vederlo…. Lui non sa nulla, le sorprese sono senz’altro pericolose ma lasciano dentro segni indelebili. Ho voglia di vederlo… di ascoltare dal vivo la sua voce, tenera, dolce, da ragazzino impertinente. Ho preso in mano il telefono e ho prenotato questo viaggio. Sono le 8 di mattina con gli occhiali scuri che mi proteggono e l’ mp3 in tasca inizio questa avventura. Il paesaggio è indecifrabile come quello che mi aspetta, nascosto da una fitta coltre biancastra… dovrebbe essere primavera ma in realtà sembra autunno inoltrato. Un brivido mi percorre la pelle, gelido come l’aria che sferza il metallo del vagone. Da un ora ho lo sguardo perso nella nebbia, la speranza che un raggio di sole benedica questa follia sembra vana. Un odore acre di tabacco mi strappa al mio isolamento costringendomi a guardarmi intorno. Un vecchio, sprezzante del rispetto altrui , si fuma tranquillo la pipa due file più in la. Un vociante gruppo di ragazzi si diverte tra scherzi, musica e giochi, rimpiango la loro spensieratezza e il corpo tonico dei 20 anni ma non li cambierei mai con la mia esperienza nonostante la vita non sia mai stata con me molto tenera. Al mio fianco una buffa signora (deve aver fatto il bagno nel profumo per quanto è forte l’aroma) dorme a bocca spalancata con un enorme cappello di lana rossa calato sugli occhi. Di fronte a me un uomo sui 50 con un notebook sul minuscolo tavolino sembra lavorare. Un ottimo oggetto di studio…. Capelli brizzolati lunghi nascondono le orecchie imperfette, carnagione scura… amante delle lampade o appena tornato da un viaggio tropicale? Abbigliamento formale tipico dell’uomo d’affari o del bancario, unghie curate e limate ad arte… vanitoso! Gli occhiali mi permettono di osservare senza farmi notare…. Lo guardo in viso e mi accorgo che mi lancia occhiate furtive…. Senza volerlo mi sto accarezzando la pelle scoperta del collo e questo non è passato inosservato. Smetto, fingendo di mettere a posto le cuffiette… lui continua ad osservarmi di nascosto mentre con le dita scivola sulla tastiera nera del suo pc come se mi stesse accarezzando. Mi piace molto giocare con le debolezze degli uomini, sono un po’ stronza, non me ne vergogno e mi piace!... So di non essere assolutamente bella ma quello che mi è sempre stato addebitato è una innata femminilità e sensualità. Una volta ho letto, non ricordo dove perché leggo tanto e tutto, che le donne che amano il sesso hanno un “odore” diverso dalle altre a causa dei ferormoni. Chissà se “puzzo” anche io!?!?!? Mi alzo in piedi avvicinandomi a lui, mi tolgo il giaccone permettendogli di osservare il mio abbigliamento e le mie abbondanti e giunoniche forme…. Lui il giaccone lo rimette forse ha freddo!?... La donna seduta al mio fianco si sveglia…. Ops era la moglie, iniziano a parlare, lui mi fa l’occhiolino e si dirige al bagno… avrei dovuto seguirlo? No… mi alzo anch’ io ma mi dirigo dalla parte opposta del vagone, e rimango ad osservare il suo rientro. Dopo 5 minuti torna al posto e si guarda intorno… cerca forse qualcuno? A questo punto posso tornare a sedermi, è qui che lei si accorge di una occhiata furtiva e mi fulmina con lo sguardo…. Peccato, devono scendere mi stavo divertendo!!! Me la ridacchio da sola senza alcun imbarazzo, il giochetto mi ha distratto dal pensiero di cosa sto per fare… di chi sto per incontrare…. Il cuore batte sempre più nervoso, sembro una ragazzina al suo primo appuntamento ma ho 40 anni suonati. Mentre scendo nella piccola stazione la paura e la ragione cercano di prendere il sopravvento e mi fanno guardare gli orari dei treni per rientrare…. Ma poi la mia natura torna a prevalere e mi avvio a vivere il mio sogno. Nei miei programmi avrei dovuto chiamarlo e fargli sentire la voce del capostazione che chiama, ma non mi sento ancora pronta… ho voglia di un po’ di solitudine. Ho prenotato un monolocale in un residence, non voglio lasciare nulla al caso…. Porto la borsa in stanza e mi sistemo metodica tutti gli oggetti personali… La linea per il corpo alla Peonia in bagno… lo spazzolino…. Una spazzola per capelli e poco altro. Non amo molto trucchi pesanti o profumi intensi, se piaci ad un uomo struccata non avrà mai l’incubo di vederti alla mattina appena sveglia!... Preferisco il profumo di un fiore sulla pelle che ricercate e carissime essenze. La stanza è molto bella… l’angolo cottura nascosto da una parete e un piccolo balconcino con colonnine bianche direttamente sul mare… Esco per passeggiare sulla riva del mare è agitato come me … il vento è molto freddo. Amo tantissimo la tranquillità e la bellezza del mare di inverno… quando non è coperto da tappeti umani costretti a vivere toccandosi stretti per conquistare un triangolo di sole. Amo il mare quando le uniche voci che sento sono il mio cuore e il rumore delle onde. Dopo aver respirato profondamente prendo il telefonino e compongo il suo numero….. Suona ma non risponde, probabilmente è al lavoro. Provo un paio di volte ma nulla… la paura mi assale, mando un sms “Ti prego rispondimi”….. Pochi minuti dopo il telefono squilla… è preoccupato…. “cosa succede?”… mi ero preparata mille parole, mille scherzetti, ma non sono riuscita di fronte alla sua voce a giocare…. “sono vicina a te!”… “si dolcissima lo so che mi sei vicina…. “ “sono davvero vicina a te… lo senti il mare? Bagno 32”…. “se è uno scherzo non è divertente…..” “non scherzo….sono al Villa del mare sul lungomare” Riaggancia…. Non so cosa pensare forse mi considera una pazza… forse in realtà ha impegni per cui non riesce a liberarsi… forse sparirà dalla mia vita così come c’è entrato… non importa carpe diem, io ho fatto la mia scelta e non mi pento mai delle mie scelte (o quasi)!… Mi siedo su un pedalò con le cuffiette in testa… Negramaro e Modà cantano di storie impossibili, una lacrima mi riga il viso ma il vento la asciuga in fretta … Mi alzo per fare due passi e girandomi lo vedo li… in fondo alla spiaggia, non si è nemmeno cambiato, la sua divisa da lavoro è inconfondibile e quel viso allibito mi fa un po’ sorridere…. Si avvicina di corsa, gli sorrido, con una mano sfilo dalla tasca un Mon chèrie e glielo allungo…. Mi abbraccia sorridendo…. Le sue braccia forti mi fanno stare bene…. Il cuore mi sembra impazzito ma lo sento in stereofonia per cui ora non è più solo…. Dopo un lungo e tenero abbraccio ci stacchiamo, mi prende la mano e mi accarezza i capelli…. Una bella risata spezza la tensione… “tu sei pazza!” “ ebbene si! Mi hai scoperta!” “ Dove vuoi andare?”… “Un caffè caldo mi ci vorrebbe…. Mi sono alzata presto e fa tanto freddo”….Questi erano gli accordi ed io amo rispettare sempre i programmi … un caffè e poi?.... Mano nella mano ridiamo insieme di questa mia follia… di certo non se la aspettava ma ne sembra contento. Seduti in una caffetteria parliamo con la stessa confidenza di persone che si conoscono da sempre ma allo stesso tempo cercando di conoscersi riassumendo la vita e gli interessi in poche parole… Si nasconde sotto gli occhiali come ho fatto io prima sul treno… è molto distaccato e prudente… mi sta studiando… Chissà cosa gli frulla in quella testa precocemente imbiancata… Non riesco a staccargli gli occhi di dosso… è molto alto, e magro… non posso non notare il grosso orologio. E’ senz’altro troppo grande su un polso così fine… “Guardi già l’ora?” mi sorprende ad osservarlo…. “no” gli rispondo sinceramente facendogli notare quello che stavo pensando… “Sempre con questa storia delle misure!.... Ti meraviglieresti di vedere un uomo magrissimo nudo e di scoprire che è superdotato?” Il paragone mi fa arrossire e ridere divertita… “no in effetti no…. “ “Aha!!! Ti ho beccata!... Li le cose grosse su un magro non stonano eh!?!?” Colpita e affondata… non riesco a rispondergli a tono… rido imbarazzata, di sicuro rossa come un pomodoro e preferisco stare zitta piuttosto che balbettare!... Abbiamo parlato di tutto… è bellissimo trovare un uomo che ama veramente il suo lavoro, quasi tutti infatti lavorano solo per il Dio denaro e finiscono per vivere male ogni giorno della vita ammalandosi anche fisicamente. Lui no… vive il suo lavoro come una missione… una coraggiosa scelta per cui ha rinunciato a tantissimo, lo ascolto affascinata continuando ad osservarlo incantata…. Parliamo di film, di libri, di viaggi, di moto, di auto….. di tutto. è bello condividere con lui passioni e interessi…. Anche se ancora non ho capito se condividiamo anche l’attrazione, e se l’interesse di questi ultimi mesi è rimasto immutato anche faccia a faccia. È importantissima quell’alchimia che solo la pelle trasmette… Quando si sta bene il tempo vola… si è fatta l’una … “cosa hai voglia di fare? Vuoi andare a pranzo?”… “ non mi piacciono molto i luoghi affollati… scegli tu io non conosco la zona…” “ So dove portarti per stare tranquilli ma non vorrei che……” lo interrompo… “ se ti do carta bianca vuol dire che mi fido di te e che non ha importanza dove mi porti…. Se vuoi possiamo rimanere anche al residence “ “no… preferisco casa mia ma ho il frigorifero vuoto dobbiamo fare la spesa…. “ “ok mi piace l’idea… carne o pesce?” “50 e 50 non ho preferenze dipende da chi cucina!” “insieme naturalmente!, così si lavano anche i piatti insieme! Io odio lavare i piatti” ed è assolutamente vero adoro cucinare ma odio lavare i piatti …. Si alza e mi sfiora le labbra con un bacio facendomi rabbrividire…. Arrivati all’auto, una semplice utilitaria (e questo mi sorprende un po’ vista la passione per i motori potenti) mi lascia senza fiato baciandomi con passione… una mano dietro la nuca e una a stringermi in vita… dolce e possente al tempo stesso mi sfiora il collo con le labbra rubandomi un brivido e intreccia le dita ai miei capelli “… hai un buon profumo” la risposta più idiota che vi aspettate da me? “anche tu….” Tanto idiota che lui si mette a ridere di gusto… Ok lo so state pensando a dove è finita la stronza del treno… la pantera malata di sesso…. È ben nascosta ma c’è, ecco perché mi definiscono un incrocio tra una micia e una pantera… braci che covano sotto la cenere…. La sapete no la storia delle acque chete? Ecco quella sono io! Una canzone di Nek dice “sai fare impazzire un uomo con l’innocenza di un pudore che non hai” mi rappresenta a pieno. Solo dopo essere salito in auto si toglie gli occhiali, come se avesse improvvisamente deciso che non ho le scimmie urlatrici in testa e che può farmi vedere il suo specchio per l’anima… Non posso fare a meno di fissarlo negli occhi castani semplici … ma è quello che vedo dentro che mi piace… autoritario, serio, passionale, sicuro e molto affascinante. Il supermercato è il momento più divertente… ridiamo e scherziamo come amici affiatati… mi prende in giro bonariamente e non sa che più mi prende in giro e più gliele farò pagare più tardi…. Discutiamo animatamente giocando per la spesa e ogni tanto ci rubiamo baci … “banane o cetrioli?” mi strizza l’occhio davanti al banco della verdura…. “Per me o per te tesoro?... Boh scegli tu a me va bene tutto! Basta che sia grande e Senza Orologio!” gli sussurro in un orecchio… mi sembra una persona molto riservata e poco incline agli slanci affettuosi in pubblico per cui meglio non esagerare a me personalmente non importa della gente intorno anzi per me in quel market esiste solo lui, ma se non c’è rispetto non c’è rapporto che tenga e visto che non lo conosco ancora bene mi trattengo… già che non riesco a smettere di baciarlo… Non ricordo la strada per casa… continuavo ad osservarlo… le labbra morbide e sottili… da baciare …il naso un po’ alla francese.. i capelli spruzzati di neve morbidamente mossi…. Le gambe lunghe e sottili…. Può un solo sguardo stregarti? Può uno sguardo farti perdere la percezione del tempo e di tutto il resto… prima di conoscerlo avrei giurato di no… avrei giurato di essere la più forte ma ora non ne sono più sicura…. Sono qui ebbra del suo sguardo… in attesa di un suo gesto… di un suo bacio…. Arrivati a casa molla le borse sul pavimento e senza nemmeno accendere la luce mi spinge contro il muro… le sue labbra percorrono il mio collo per unirsi poi alla mia bocca…. Le sue mani convulse accarezzano i miei seni … il suo sesso preme sul mio ventre che si spinge verso di lui…. Ci spogliamo assetati uno dell’altra, il nostro respiro diventa un tutt’uno con la pelle… il desiderio incontrollato si fa strada dentro di noi. Eccolo bussare alla mia porta ed entrare…. In un attimo perdo la percezione di tutto e sento solo la sua virilità dentro…. Mi aggrappo a non so cosa e mi spingo verso di lui che affonda colpi decisi nel mio essere…. Siamo un fiume in piena, chiudo gli occhi e mi abbandono a gemiti senza più controllo… rimaniamo li, spossati , stremati, felici su qualcosa che ho scoperto essere un divano…. Si è abbandonato su di me… “la protezione prima di tutto eh?”gli dico sorridendo…. “ Caxxo scusami non resistevo più!” “ non ti preoccupare ho perso la testa anche io…. La passione e l’istinto non sono amiche della razionalità.” Si sposta da me e apre le finestre lasciando filtrare la luce in un appartamento essenziale e semplice. “Hai fame?” … “non molta…” “cosa dici, ti va se ci viziamo stasera?” mi sembra un ottima idea così avremo tempo per preparare e per goderci questo pomeriggio insieme. “Vado a farmi una doccia … se ti va possiamo farla insieme…. “ mmmmhhh siiii mi piace molto la sensazione dell’acqua che scorre sulla pelle anche se l’essere completamente nuda mi rende vulnerabile visto che odio il mio corpo….. Abbandoniamo i vestiti lungo il breve percorso per la stanza da bagno … senza abbandonare l’uno la bocca dell’altro… le lingue si cercano assetate.. i miei capezzoli umidi dei suoi baci sembrano voler scoppiare turgidi e superbi lo sfidano… Entriamo nella doccia e un getto di acqua fredda inturgidisce la pelle… non posso fare a meno di percorrere tutto il suo corpo accarezzandolo con lo sguardo e con tantissimi leggerissimi baci…. Un corpo perfetto tipico di uno sportivo, un tatuaggio sul braccio sinistro che vedo ma che non mi do il tempo di interpretare…. Sussulta sotto i miei baci… ora l’acqua è calda e molto rilassante. Nessuno dei due dice una parola… scendo con i miei baci al petto… lenta e maliziosa continuo il mio percorso, mi lascia fare guardandomi attento… Mi piace giocare con il suo corpo… mi bagno con i getti dell’acqua la bocca e abbasso ancora il viso diretta al mio obiettivo… Con le mani gli massaggio le gambe, il loro interno, arrivando sempre molto vicino ai gioielli ma senza toccarli non per ora e non con le mani…. Punto gli occhi nei suoi in modo che possa leggervi il piacere che provo… delicatamente gli bacio il sesso teso verso la mia bocca… ora voglio che senta solo il mio respiro fresco a contrasto con l’acqua calda che gli accarezza la schiena…. Sospira e geme… mi prende la testa per guidarmi… per potermi entrare dentro…. Chiudo la le labbra in modo che sia il suo sesso a penetrarle…. Strette intorno alla sua testa gonfia. Scendo quel che basta per prenderlo tutto in bocca e stringo un po’. Con la lingua lo accarezzo e con le mani stringo dolcemente. Il suo respiro si fa un po’ più pesante, mi riempie la bocca con la sua virilità…. Di nuovo rivolgo i miei occhi a lui in modo che possa vedere ogni movimento. Prendo con la bocca un sorso d’acqua che scende tiepida accarezzandoci e torno a farlo entrare nella calda e accogliente alcova. Mi muovo all’inizio lentamente per fargli gustare a fondo ogni movimento , la pressione dell’acqua e della lingua sull’asta ma presto il desiderio si impossessa anche di me ed inizio a succhiare con più intensità… infila le dita tra i miei capelli e mi guida il ritmo che più gli piace…. Mi accorgo che sta per venire… stringo le labbra e succhio dal basso verso l’alto soffermandomi con le labbra intorno al glande…. Mi metto in modo che possa godere nel vederlo tra le mie labbra… e subito dopo mi schizza addosso gemendo tutto il suo piacere…… Si china sulle ginocchia vicino a me e mi abbraccia stretta baciandomi ovunque. Il seguito della doccia è stato un tenerissimo scambio di coccole e carezze. Giochi e carezze anche in cucina e durante la cena… liberi e felici… senza inibizioni senza telefonini, orologi o problemi di alcun genere… guardiamo insieme sul divano Le Iene parlando a due voci di politici corrotti, di ingiustizie, di tutto e di più. Poi ci addormentiamo così, abbracciati. Mi sveglio per la luce dell’alba che entra nella stanza soffusa e calda, tutte le cose sembrano più morbide e rotonde… lo osservo mentre dorme… il suo respiro è lieve, sereno… mi guardo attorno nella stanza che prima non avevo osservato, su un mobile davanti ad uno specchio è appoggiata la sciarpa di seta sua inseparabile compagna durante i viaggi… La prendo avvicinandola al viso… ha il suo profumo me la metto attorno al collo guardando lo specchio mi accorgo che sta fingendo di dormire e mi osserva silenzioso. Maliziosa fingo di non vedere il suo sguardo attento e distolgo subito gli occhi girandomi per tornare vicina al letto …. Non voglio “svegliarlo”, non ancora, mi piace giocare, ma non posso fare a meno di accarezzarlo…. Il profumo della sua pelle è eccitante mi ricorda momenti stupendi da poco vissuti…. Mentre i miei occhi accarezzano tutta la sua pelle inciampano nella vistosa eccitazione. Vorrei farlo godere di ogni carezza lieve che le mie labbra possono regalargli… vorrei farlo bruciare di passione… intreccio le mie dita con le sue sorridendo mentre mi metto sopra… occhi negli occhi ora aperti senza bisogno di alcuna parola…. Lenta … scorro con le labbra la sua pelle nuda mentre i miei seni lo sfiorano delicatamente… arrivata al pube lo copro di teneri baci per risvegliare completamente l’oggetto del mio desiderio… anche se non ha bisogno di alcun aiuto per risvegliarsi… svetta pronto in tutto il suo turgore. Il suo respiro si fa più veloce e tiene gli occhi fissi su di me scrutando il mio desiderio che si trasforma in calore ed esplode nel mio ventre. Voglio ubriacarmi di lui… Con un unico delicato movimento lo guido tra le pieghe della mia carne… mi muovo lenta per gustarlo a fondo…. Voglio tenerlo così affondato e coccolato nel mio essere. La sciarpa di seta scivola sulla mia pelle fino ad accarezzare il punto dove ci uniamo…. Tra i seni il sottile strato di stoffa si muove al ritmo del piacere… mettendo dietro le braccia cambio l’angolo di penetrazione per sentirlo in tutta la sua lunghezza… Pochi minuti e lui mi trascina stesa sul suo corpo… mi spinge di lato e passa al comando…. Forse non ama le posizioni di sottomissione, ama invece essere lui al comando ed è molto bello darsi il cambio…. In posizione fetale mi prende da dietro accarezzandomi i seni e baciandomi il collo e le spalle…sposta delicatamente la sciarpa e la lascia scivolare tra i nostri corpi prigioniera intrisa del profumo delle nostre pelli mischiate… Morde delicatamente i lobi delle orecchie sussurrandomi ora parole dolcissime ora forti frasi irripetibili… mi possiede, mi doma e sa come farlo, con la dolcezza delle carezze e con la forza dei suoi colpi… mi entra nel profondo lentamente.. voglio sentirlo così nel mio caldo guscio Lo prego di non smettere… Ora i suoi colpi si fanno più ritmati e più profondi… lo trattengo e lo rilascio come se i miei muscoli sostituissero le mani… questo lo eccita molto, risale dentro di me ora tremante ora deciso, poi rapido e forte scatenando un ondata di brividi e di contrazioni, un orgasmo che mi lascia tremante… lo trattengo stretto dentro di me… lui inizia a giocare con le mani tra gli umori dell’amplesso… mi stuzzica il clitoride … scivola con le dita bagnate a stuzzicare l’altro anfratto caldo del mio corpo…. “ voglio esplorarti tutta….” Sorrido compiaciuta…. con l’asta ancora affamata e insoddisfatta si affaccia al morbido buchetto… senza fatica lubrifica l’ingresso e vi scivola dentro strappandomi un gemito… su un fianco lo guardo negli occhi…. Di solito mi nascondo perché la trasparenza del mio sguardo svela di me ogni emozione ma con lui non ho paura… quasi a sfidarlo… Un sorriso di entrambi che parte dagli occhi… arriva alle labbra e poi al cuore anticipa di poco gemiti e urla soffocate di piacere intenso per entrambi…. E mentre mi scarica dentro calde colate di nettare si lascia scivolare al mio fianco e restiamo così stremati… uno profondamente dentro l’altra… abbracciati… accaldati… Tremo tra le sue braccia per il piacere che ci ha uniti. Una volta ripresi recupera la sciarpa prigioniera dei nostri corpi… usandola come un guanto accarezza il mio corpo e poi se la porta al viso sorridendo. So cosa significa questo per lui e lo bacio con passione. Purtroppo quando si sta veramente bene il tempo vola e senza nemmeno accorgermene mi ritrovo sul treno sulla strada del ritorno alla realtà. Questa volta non ho gli occhiali e mentre ricordo i bei momenti trascorsi un calore intenso mi scalda nel profondo e mi bagna, in questo momento vorrei avere io tra le mani quella sciarpa per poter godere ancora del profumo della sua pelle unita alla mia, per poter sentire ancora il profumo che solo un piacere intenso lascia…. Una lacrima scappa dalle ciglia e va a morire sulle mie labbra …. Ciao Gianni, grazie di esistere…
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13 anni fa
admin, 75
online -
Film con sorpresa 3
Fu così che varcato il primo muro d'imbarazzo, abbiamo iniziato a scambiarci reciprocamente delle informazioni, le solite cose, età , lavoro, impegni sentimentali ecc.. Mi colpì soprattutto il fatto che parlare con lei era cosi piacevole e tutto avveniva spontaneamente, sembrava conoscerci da una vita, il suo tono di voce era così ammaliante, l'avrei ascoltata per ore! Nel frattempo tornarono i miei amici, presentai loro Laura, e tutti essendo persone molto socievoli l'accolsero con entusiasmo, finite le presentazioni, lei si rivolse a me dicendomi " Eh si, le belle persone, e intendo non solo per il lato estetico, sono sempre circondate da loro simili, complimenti hai proprio degli amici in gamba, ma per me il pezzo forte sei e rimani tu!" Terminò la frase con il solito sorriso e facendomi un occhiolino. A quel punto si spensero le luci e riprese la proiezione del film, io ero tremendamente euforica ed estasiata da quella presenza, ebbi un sussulto quando lei si avvicnò a me per commentare a bassa voce una scena del film, appena sentii nuovamente il suo profumo avvolgermi, il suo respiro caldo nell'orecchio e sul collo, ebbi dei brividi su tutto il corpo, lei si accorse di quella reazione, mi tranquillizzò subito dicendomi " Sai anche a me fà lo stesso effetto! Ma solo dalle persone che mi piaciono!" Disse questa frase prendendomi la mano, fece questo gesto approfittando che non poteva essere visto dagli altri considerato che il braccio e quasi tutti il fianco di entrambe era coperto dalle giacche appoggiate sui lati del seggiolino, questa situazione rassicurò anche me e quando lei non lasciò la presa io lasciai fare con molta più tranquillità. Le sue dita iniziarono ad esplorare le mie mani, mi accarezzava dolcemente sfiorandomi il dorso della mano, le sue dita incrociavano le mie, il suo medio si infilava al centro dell'incavo della mia mano imitando il classico movimento che si compie attorno al clitoride, sembra banale ma quel tocco mi stava facendo eccitare, tanto che ad un tratto stimolata dal quel magico contatto, come in preda ad una scossa elettrica di piacere, la mia mano quasi istintivamente di scatto si chiuse, attorno al suo dito ma senza bloccarlo, lei approfittò di questa posizione mimando adesso il gesto del coito, procandomi l'ennesimo sussulto che mi fece persino chiudere forte le mie gambe. Ormai ero nelle sue mani, la situazione era diventata tremendamente coinvolgente, lei consapevole di questo, prosegui, curandosi di disporre ancora meglio le giacche affinchè io mi sentissi più sicura e lei più libera d'agire. Iniziò pian piano ad esplorare il mio ventre, prima nella zona alta, attorno all'ombelico, poi andando molto lentamente più giù, sentivo il suoi polpastrelli sfiorare la mia pelle, il mio ventre iniziò quasi a pulsare. Quando sentii le sue dita tirare su la mia gonna, mi preocupai di controllare che nulla potesse essere visto dagli altri, dopo aver posto ancora meglio le giacche a copertura, mi girai verso di lei, fu uno sguardo d'intesa, entrambe abbiamo sorriso consapevoli di voler andare fino in fondo perchè entrambe volevamo la stessa cosa. Appena la gonna lasciò libere le gambe, la sua mano potè agire iniziando ad accarezzare il mio interno coscia, esplorava la mia pelle senza fretta e con maestria gestiva quei tocchi leggeri che mi facevano tremare le gambe, consapevolmente Lei non salì subito sù, mi fece ardere bene e far desiderare intensamente quel momento, certa che quando l'avrebbe fatto sarei stata ormai pronta. Quando si avvicinò finalmente al centro delle mie gambe, la mia vagina era ormai un vulcano pronto ad esplodere, sentivo i miei umori invadere la stoffa delle mie mutande, lei inizio ad accarezzarmi senza entrare dentro, i suoi polpastrelli strofinavano dall'esterno delle mutande dandomi quasi la sensazione di averle dentro di me. Sentii le sue dita farsi aspazio sul lato delle mutande ed avanzare stavolta molto decise, quando iniziò a sfiorarmi il clitoride ero ormai un bagno di umori, le sue dita esperte mi toccavano come l'avvessero sempre fatto, producendomi un intenso piacere, non infilava le dita all'interno della vagina, ma le faceva scorrere come piaceva a me appena sotto le grandi labbra fino a tornare sul clitoride che ormai sentivo turgido al massimo. Solo quando ormai ero pronta ad esplodere infilò due dita all'interno della vagina, muovendole in maniera circolare e andando subito a stimolare il mio punto G, quel tocco mi aveva quasi fatto mugolare, tanto che ho dovuto trattenermi davvero per non farlo. Quando raggiunsi l'orgasmo fù un fiume di piacere, mi sentivo tremare, chiusi le gambe fortissimo stringendo la sua mano dentro di me quasi a non volerla più fare uscire. Chiusi gli occhi e mi ripresi solo dopo alcuni istanti, mi girai verso di lei, guardandola con passione, lei sorridendo accennò un bacio senza farsi notare, pensai che ormai il film stava per finire e non vi era spazio per altro, come potevo ricambiare quei sublimi momenti. Lei quasi a captare il mio pensiero si avvicinò a me e disse sussurando all'orecchio "Stai tranquilla, non finirà stasera." Subito dopo senti la sua mano che mi porgeva un biglietto che più tardi rivelò contenere il suo numero. Quando si riaccesero le luci, avevo in me sentimenti contrastanti, era la prima volta che mia accadeva una simile cosa ma non ne ero spaventata anzi mi sentivo stranamente tranquilla e forte. Ci siamo rimessi le giacche e ci siamo avviati tutti insieme verso le uscite, lei stava sempre dietro di me, di nascosto mi teneva la mano, mi toccava i fianchi, mi sfiorava il sedere, addirittura nel punto dove ci sono le doppie tende, approfittando di un attimo in cui non ci vedeva nessuno si avvicino dandomi un bacio leggero sulle labbra. Come avrei voluto essere sola con lei ed abbandonarmi completamente, ma realtà del momento consentiva esclusivamente solo quello che stava accadendo. Appena fuori dissi a Laura che noi proseguivamo la serata fuori con gli amici e che se voleva poteva stare con noi, Lei rispose che purtroppo non poteva ma che avrebbe avuto piacere di passare qualche serata con noi. Io capii e gli feci cenno di si, sapevo che l'attesa avrebbe sicuramente aumentato il piacere e la magia del prossimo incontro. La salutai, guardandola andar via, e quella notte il suo profumo, il pensiero delle le sue mani su di me mi fecero compagnia regalandomi un'altro momento di piacere che condussi personalmente su di me addormetandomi cullata dalla felicità della passione.
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13 anni fa
chia21, 35
Ultima visita: 9 anni fa -
Il viaggio
I fanali della macchina pungevano il buio stradale. Sul' autoradio il canzone che vuole riempire il ronzio del motore. Avrei dovuto ascoltarla. Ma non riesco. La mia attenzione sta vegliando sui sibili di dietro panchina. Eh si... la.... dove la mia compagna e quel' altro si stanno intrattenendo. Chi è quel altro? Non lo so. Ma so che lei lo vuole.... ora. Il suo corteggiamento - un po timorato - la stuzzica. O forse quello che la stuzzica e sapermi testimone. Abbasso il volume della radio che mi impedisce di capire i loro sibili. Voglio sentire le parole che si scambiano dietro di me. - Ti piace....... - Si, un po..... - Allora posso continuare? - Mah, si. Perché no? - No ma pensavo che.... con lui.... ti senti timorata.... - No, non è cosi, anzi mi turba ancor di più..... - E se ti toccassi anche giù? - Beh... vedi tu.... La canzone continuava col suo ritmo mentre la macchina continua a spaccare il buio di questa notte bollente.Moooolto bollente. - Mmmmh, sei già bagnata....... - Eh si, merito delle tue ditta......... - Anche a te.... non ti ci vuole tanto a farlo..... - Sono sempre stata una donna calda io...... - E se ti chiedessi la stessa cosa? - Cioè? - Beh sai, menarmi il mio cazzo. Il fruscio dietro mi incuriosisce. Giro lo specchio retrovisore e l'immagine mi colpisce i sensi (già turbati). Lui sta con le gambe spalancate, mentre mia lei si sta menando un suo cazzo in erezione perfetta. Lo fa lentamente, se come volesse godersi ogni attimo. - Mmmmh.... quanto sei brava - Tu dici ? - Siii...... continua cosi.... non ti fermare. - A dir la verità.... non sono molto brava con la mano - Ma che dici? Sei meravigliosa. - Il mio punto forte.....è la bocca.... se vuoi ovviamente. - Si, siii.... mostramelo. Come dicevo, la strada era buia. Ed io con una mano sul volante e l'altra nei pantaloni cercavo un posticino appartato. Dove fermare. Stanotte, la via sarà lunga per mia donna. Ma le piacerà un mondo. Di questonon ho dubbi.
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13 anni fa
sincero21,
44/44
Ultima visita: 1 anno fa
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Il fatto...
La montagna nuda andava verso la montagna vestita di un verde scuro d’ultima collezione. Piano. Intanto, il sole deviò la strada per seguire se pur mezzogiorno era passato da parecchio. Le macchine scorrevano veloce sul autostrada w 189 come se niente fosse. E meno male… La città non si mosse più di tanto, del resto era la città più pigra del mondo, figurati se si doveva scomodare per due montagne addolcite. Passarono due aerei uno dietro al’altro e si sa, quelli ne vedono e tanto meno sentono…. Il bar di periferia invece, era in apnea…..l’ora del caffè pomeridiano. Nonostante il sole che ingannava l’ora, quando un tossico di caffè vede un bar….si sa no? Che poi la gente rumorosa (per la caffeina appena iniettata ) lascia il bar, si crea quel finto entusiasmo che dà carica al resto della giornata. Con tutto questo, nessuno vide quella ragazza con i jeans anonimi e il passo svelto. Esattamente 12 minuti dopo successe il Fatto! Per prima fu la fontana. L’acqua si fermò a metà strada come un stalagmite invecchiando di 3 mila anni. Poi i fiori. Rimasero con la testa ferma senza preoccuparsi più dov’era il sole, lamentando dopo un forte torcicollo. Ma si fece tutto chiaro quando le montagne si fermarono. D’un tratto, con il sole esattamente in mezzo che non ci stava capendo più un cazzo. E finì che il sole si sgretolò in mille lampadine pazze che rimaserò accese quel giorno e notte e il giorno dopo ancora, l’alba che si perse e la luce che non toccò mai più la scena ....perché il sole volle vedere.... Le macchine ferme, ma ferme tutte in quel attimo, cosa che non solo non causò schianti rumorosi (sarebbero statati proprio fuori luogo), ma anzi, ci fu una tale distanza di sicurezza tra loro che mai in una scuola guida fu possibile…. La gente, povera gente ignora a gli fatti ….. vabbé va, lasciamoli discutere ancora se fu terremoto o tsunami. Gli supermercati grandi grandi, si lasciarano rubare senza nessun grido vero o falso d’aiuto, naturalmente finché a lo stupore si sovrapose l’invidia. La terra, proprio per invidia, si fecce piatta piatta. Secondo me si stava specchiando e trateneva il respiro per sembrare più magra. Ed ecco il perché del terremoto dopo; ma come non capisci? Ma i visto sbuffare una ragazza che si specchia? Non importa com’è, si vedra sempre grassa, e quel sospiro disperato poi che bisogna evitare..... Stranamente, solo gli alberi capirono subito, e solitari(individualisti va), come sono, si alzarano in punta di piedi con le mani in vita ciascuno, facendo sembrare la montagna un vecchio con capelli contati. Alle 15.34 preciso (l’ora ha visto l’ora).....la ragazza fu baciata. QUEL bacio.....gia! Fu il cuore suo che torno a battere dopo lunghissimi minuti che fece l’eco e scolse tutto.... Per tutto intendo il nostro mondo, il suo invece......
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13 anni fa
admin, 75
online -
Perchè no!
Quella sera, il clima era veramente rigido, in autostrada cadeva una pioggia torrenziale e la voglia di un caffè si faceva sentire. In autogrill, il solito andarevieni di persone, gente al banco, oppure ad esaminare, la merce negli scaffali. Alla cassa ordino un caffè e noto una persona di mia conoscenza, ma si è lui, abbiamo lavorato insieme per due anni. Un mio ex collega, ci salutiamo con piacere e i caffè diventarono due. Lo vedo un pò cambiato, sempre in forma, però gli occhi sono stanchi e l'aspetto è quello di una persona stressata. Abbiamo parlato un pò, salimmo in macchina perchè il discorso si dilungava, si è separato dalla moglie, da tre anni e si sentiva depresso perchè non riusciva ad avere un'altra relazione. Tornando indietro con gli anni, quando lavoravamo insieme, durante una serata, in cui avevamo alzato un pò il gomito, in un momento di eccitazione, lui mi prese la mano e se la mise sul pacco, "così per scherzare, dai non c'è nulla di male..." le feci una sega e la cosa mi piacque, ma non ci fu altro. Ci lasciammo con l'intento di rivederci presto. Il telefono squillò l'indomani, mi propose di andarlo a trovare, per due chiacchere, ma io conoscevo il suo intento, era solo da parecchio tempo e considerando quel gesto in passato, magari le era tornato qualche pensiero. Rifiutai decisamente, anche se, la cosa mi prendeva un pò. Mi disse che comunque mi avrebbe richiamato. Dopo tre giorni, un pò prima di pranzo, mi chiamò, io ero nella sua zona e mi propose una spaghettata veloce..."dai sono sempre solo...". Mi accolse festoso vestito con una tuta abbastanza aderente. Io ero un pò agitato, perchè una parte di me rifiutava qualunque idea di trasgressione, mentre una parte di me la voleva a tutti i costi. Dopo pranzo ci sedemmo sul divano e il suo gonfiore era evidente. Notò i miei occhi che lo fissarono e mi disse :" ti ricordi quella sera? Le tue mani mi diedero un bel sollievo" aggiunse che da molto tempo, nessuno si occupava della sua asta e mi pregò di farlo io, "d'altronde so che tu sei bravo, ho fiducia, ti prego..." al solito mi prese la mano e io non opponetti nessuna resistenza. Lo accarezzai con voglia "siii sei diventato anche più bravo..." continuai ad accarezzarlo, fino a quando lui non si abbassò il pantalone uscendo per intero la sua asta dura, pronta al trattamento, "dai fammi sentire le tue mani"...le mie mani lo accarezzavano tutto, porgendo le due dita sulla cappella lucida, scendendo fino alle palle ben gonfie, cominciai a menarlo, avvicinandomi col busto. Lui ne approfittò prendendomi la testa e spingendola sul cazzo. Così mi entrò in bocca e a me piaceva, incredibile, mi piaceva andavo su e giu, lo sentivo dentro "sei una troia" gli sentivo sussurrare, per dire la verità non resistette a lungo, venne nella mia bocca e ingoiai tutto. Un sapore mai provato, però pulì tutta la sua cappella fino all'ultima goccia. Mi ringraziò, fumandosi una sigaretta, "sei veramente bravo" "ti chiedo scusa se sono arrivato subito, ma un lavoretto così non lo ricevevo da molto tempo" "mi verrai a trovare ancora?" Io non risposi, ma dentro di me, so che avrei voluto provare altro. Il telefono squillò, era un suo amico, quando chiuse mi disse, che era un suo collega che abitava li vicino, pure lui separato. L'ora della pausa fini, ci salutammo con un caffè. Avevo fatto il mio primo pompino e che lavoro!!!
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13 anni fa
admin, 75
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Baldracca trav
E' sera e ho deciso di fare un giro in auto; sono vestita di tutto punto e ben truccata. Ho voglia di andare in riviera e godermi una passeggiata di fronte al mare. Passeggiando mi piace sentire sguardi e commenti di uomini nottambuli. Finalmente arrivo in riviera e inizio la mia passeggiata. Purtroppo non c'è praticamente nessuno. Passa una donna con il cane che mi guarda con intensità per capire se sono una signora solitaria o una troia. Mi sento bene e sono comunque appagata del mio giretto. Però adesso comincio a sentire la voglia dentro che mi sale. Mi piacerebbe incontrare qualcuno. Purtroppo però sembra che le mie voglie debbano rimanere tali. Forse no... sta passando un ragazzotto con la jeep. Sculetto un pò e mi piego sulla balaustra della passeggiata. Lui rallenta... poi prosegue. Peccato. Ma dopo un paio di minuti ecco di nuovo la jeep. Rallenta e mi guarda. Anch'io lo guardo e comincio ad avere una gran voglia. Spero che succeda qualcosa. Invece nulla. Prosegue e io sono tutta bagnata ed eccitata, ma sola. Faccio qualche altro giretto, ma il posto è proprio deserto. Allora salgo in macchina e parto per tornare a casa, ma ecco che appena parto arriva di nuovo la jeep e mi comincia a seguire da vicino. Io rallento e mi fermo lungo la strada. Lui si ferma dietro di me! Sono eccitatissima! Scendo e faccio finta di cercare qualcosa nel bagagliaio... lui è sempre in auto dietro di me... Devo sbloccare la situazione. Ma come? Sculetto e mi piego generosamente, ma niente... Forse vuole solo guardare oppure è timido. Allora torno in auto per vedere se succede qualcosa. Infatti ecco che scende dall'auto e va verso la destra della mia auto. Io tiro giù il finestrino e mentre lui passa accendo la luce mettendo in evidenza le gambe velata dalle calze con autoreggenti. Sono bagnatissima e comincio a toccarmi infilandomi la mano sotto la gonna. Lui guarda e si ferma dal finestrino. Allora io passo dalla parte del passeggero e allungo le mani per aprirgli i pantaloni... Lui mi lascia fare.... Lo tiro fuori ma da quella posizione non riesco a succhiare. Apro la porta e mi piego per prenderlo tutto! Sono con un bel cazzo in bocca e non ho neppure visto in faccia il proprietario! Altro che signora.... sono proprio una troia! .... Improvvisamente mi sento dire:"succhia troia"; sembra che abbia letto il mio pensiero! Succhio tutto, anche le palle... sono bagnata e mi sto toccando. Finalmente mi tira su e mi gira. Mi tocca le gambe e poi il culo. Io allargo le gambe e lui sposta le mutandine e mi sditalina il buchino! Penso di svenire dal piacere improvviso. "Godoooo"! e lui non smette. "Lo voglio ancora in bocca". Allora mi prende e mi sposta di nuovo verso il basso ed ecco che mentre succhio le palle avidamente lui si sega e lo sento ansimare come un maiale... Apro la bocca...."vieni vienimi in bocca" dico mentre mi sto toccando il pisellino che comincia a schizzare nello stesso tempo che lui mi schizza in faccia e grugnisce qualcosa come... "baldraccaaaaa". Ieri sera è proprio andata così. Da vera baldracca!
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13 anni fa
Daniela1Do,
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Ultima visita: 3 anni fa
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Al cinema
una domenica come tutte le altre....esco e vado al cinema.....come sempre mi metto a sedere nelle ultime file.....sta per cominciare la pubblicità di altri film quando si siede una coppia vicino a me (il marito vicino a me e la moglie a seguire), quando comincia il film cambiano di posto la moglie si siede vicino a me e il marito dopo, lei comicia ad accarezzarmi la gamba, io la lascio fare, con più insistenza lei comincia ad abbassare la cerniera del pantalone e mette una mano dentro e comincia a toccarmelocon dolcezza e giosamente a farmelo diventare duro.....io le comincio ad infilare piano piano la mano sotto la gonna non porta le mutande.....e comincio a farle un ditalino......nel frattempo lei mi sussurra all'orecchio, vieni a casa nostra e ontinuiamo dopo il film.....io certamente.....si ferma mi alza la cerniera....finisce il film e mi dicono di seguire la loro macchina...cosa che faccio con grande gioia,,,,arrivati a casa lei mi dice,,,,,facciamoci una doccia mentre mio marito prepara da bere,,,,mi spoglia e comincia sotto la doccia a prenderlo in bocca senza fermarsi un attimo.......mi dice con vocina dolce andiamo in camera da letto che ci aspetta mio marito.....in camera le mi sbatte la fica in bocca e comincia a spompinare suo marito mentre con gemiti mi fa capire di non fermarmi con la lingua....continuo a leccare e ad un certo punto lei si alza e lo vuole tutto nella fica,,,,,io non esito un attimo,,,,,,e cambiamo di posizione io nella fica e lei continua a leccare il marito,,,,,,,,ora basta lo voglio nel culo tu mettilo nella fica....quando aveva il mio cazzo nel culo e quello del marito nella fica......che serata continuava a dire....quando mi ha fatto godere ha voliuto il mio sperma caldo tutto nella bocca.....che serata meravigliosa........grazie laura e antonio
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13 anni fa
tartaru05,
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Ultima visita: 9 anni fa
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Film con sorpresa 2
Raggiunti i miei amici era ormai arrivata l'ora di entrare in sala. Mi accodai a loro che scelsero i posti a sedere in una zona molto arretrata rispetto allo schermo. Prendemmo posto senza preocuparci molto della disposizione, il caso volle che capitai nell'ultimo posto della fila. Iniziò la proiezione del film, quando in lontanza mi accorsi che aveva fatto ingresso in sala una donna, che nella penombra sembrava essere colei che avevo poco prima incontrato. In quel momento mi assalirono vari contrastanti pensieri, da un lato la voglia di sentirla ancora vicina a me, da un lato la paura per ciò che tale circostanza poteva provocarmi. I miei pensieri e le mie paure furono subito stroncati quando mi accorsi, che la donna aveva preso posto in un altra zona della sala molto più avanti di noi. Durante tutto il primo tempo il mio sguardo si dirigeva spesso a cercare di scorgere quella figura, cercavo di osservarla non potendo fare a meno di fantasticare con i pensieri, considerato che la sala cinema era per me un luogo che associavo a fantasie erotiche. Al termine del primo tempo i miei amici si alzarono per andare a prendere un caffè, io non avevo proprio voglia e perciò dissi agli altri di andare tranquilli che li avrei aspettati in sala dando un occhiata a ciò che avrebbero lasciato sui posti. Appena si allontanarono, notai che la donna li davanti si era voltata guardandosi intorno, appena incrociò il mio sguardo mi sorrise e fece un cenno con il capo in segno di saluto, io ricambiai quel gesto. Fù a quel punto che la vidi alzarsi, pensai che anche lei volesse andare fuori dala sala, quando invece mi accorsi che si dirigeva proprio verso di me. Fui assalita da una forte emozione e sinceramente anche da un grande imbarazzo, lei mi piaceva e avevo paura di fare la figura della bambina. Quando in maniera molto decisa arrivò vicino, si rivolse a me chiedendomi "Mi scusi, avrebbe per caso uno specchietto, io l'ho dimenticato e ho qualcosa nell'occhio che mi sta facendo diventare matta.!" Probabilmente era solo una scusa, ma il suo modo di fare era così affascinante che rendeva tutto così spontaneo e naturale. Feci cenno di sì, presi uno specchietto dalla mia borsetta e glielo porsi, mi chiese se poteva sedersi li vicino un attimo, dissi che non c'era alcun problema. Quando si mise a sedere così vicina, venni avvolta dal suo profumo, quella presenza mi inebriava, ero tremendamente attratta! Appena fatto, mi restitui lo specchietto e guardandomi fissa negli occhi mi ringraziò con un gran sorriso dicendomi "Mi hai proprio salvata.!" Risposi "Di niente, per così poco!" "Lei sorrise ancora e prendendomi la mano disse "A volte sono i piccoli gesti che caratterizzano le grandi persone." Poi mi disse "Io mi chiamo Laura, piacere" " risposi "piacere Chiara"
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13 anni fa
chia21, 35
Ultima visita: 9 anni fa -
Idea per un aperitivo
Mi inviti a bere qualcosa a casa tua, una sera d’estate. Ci sono amici e amiche. Tutti bevono un po’ troppo, tranne te. Come per un gioco, o per un semplice scherzo, cominci a legarmi a una sedia: le braccia, dietro, poi le gambe, divaricate, fermate alle caviglie. Divento seria, sempre più imbarazzata e nervosa. “Sei impazzito?” Ti chiedo, con rabbia. Gli altri ridono e guardano divertiti, curiosi, un po’ brilli, te che armeggi per sistemare le corde, spostare le spalline del vestito, sfiorarmi i capezzoli. Sono furibonda, mi sembra una cosa inaudita, che da te non mi sarei mai aspettata, ti insulto, mi vengono le lacrime agli occhi per rabbia, vergogna e delusione. Tu non dici niente, non sorridi neanche, hai l’aria professionale di un medico. Mi sollevi il vestito sulle gambe divaricate, mi apri delicatamente con la mano sinistra, scostando le labbra e infili, invece un po’ bruscamente e con forza, due dita nella mia carne aperta, strappandomi un gemito che è anche di dolore. Poi estrai le dita con lentezza, per mostrarle a tutti: sono luccicanti dei miei umori, il segno evidente che sono completamente bagnata. Tu dici –come se io non fossi lì- qualcosa come : “Visto? Non vi avevo detto che lei era così?”. Una donna bella, dagli occhi accesi, ti si avvicina e succhia le tue dita, mugolando come per una ghiottoneria…
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13 anni fa
admin, 75
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Guarire dalla gelosia
Ti sorprendo a letto con una donna ed è un colpo dolorosissimo per me. Siete nudi, lei è sopra, e vedo chiaramente il tuo cazzo teso entrare e uscire dalla sua fica. Vedo che, anche se tu stesso sei sorpreso e molto imbarazzato dal mio arrivo, sei a un punto in cui fermarti ti costa molto e, anche se sai che ti sto guardando, dai ancora due o tre colpi prima di smettere. Nello stesso attimo in cui vedo il tuo pene luccicante fra i suoi peli, vedo anche che lei è bella, con bei seni grandi che pendono leggermente in avanti, nella posizione in cui è, ma sodi e con i capezzoli ben dritti. Mi volto per uscire, ma tu ti riprendi rapidamente e mi dici “Vieni qua” con un tono così imperioso e così privo di sensi di colpa che mi inchiodo sulla porta. Non essere ridicola, mi dici, vieni qua. Mi avvicino, soggiogata da questa voce che non ti conosco e tu afferri i seni della tua amica, che, anche lei sorpresa, ancora non è riuscita a sfilarti e ad alzarsi, e me li porgi, dicendo solo “Succhiali”. Non capisco, sono arrabbiata, attratta, mi pare che tutto sia finito e di non avere niente da perdere, insomma, accade tutto in un attimo: mi inginocchio sul letto e tu mi afferri per i capelli e mi guidi la testa. Sento sotto la lingua la superficie tesa e grinzosa dei capezzoli e comincio a succhiarli piano, ancora vestita come sono. Ci metto tutta la mia abilità, tu sai che so muovere la lingua, e la sento prima ansimare, poi gemere, sempre meno trattenuta dall’imbarazzo. Brava bambina, mi dici, mentre mi infili un dito nel culo, facendomi un po’ male, e ricominci a muoverti. Sto godendo io? Non so, il tuo dito mi fruga dentro le natiche, con sempre meno cautela di mano in mano che ti avvicini all’orgasmo, sto succhiando le tette di una che non ho mai visto, che detesto, e che si sta prendendo tutto il tuo cazzo. Non so, voglio guardare, stringo i denti sui suoi capezzoli mentre lei viene e risucchia nel suo piacere anche te, che ti inarchi e gemi come se qualcuno ti stesse strappando le viscere. Dopo, dopo che il respiro vi è tornato normale e io sono lì immobile, ancora vestita ma con le mutande intorno alle caviglie e il culo proteso verso il tuo dito, allora finalmente mi guardi e dici, semplicemente: “E adesso se vuoi che fotta anche te, gliela devi leccare, lecca il mio sperma da dentro di lei, ripuliscila bene”. Lei accenna un movimento, come per sottrarsi, ma è un po’ incastrata, ancora senza fiato, e scivola solo giù, restando di fronte a me con le gambe aperte e il tuo sperma, quello sperma che mi appartiene tutto, che cola. Mi spoglio e mi inginocchio davanti a lei, chiedendomi se ci riuscirò, se non mi farà schifo. Le osservo la fica: è gonfia, un po’ arrossata, col clitoride ancora congestionato e un po’ sporgente, la sborra che esce e scende verso l’altro buchino, più nascosto. Ci immergo il viso, aspiro l’odore, tuo e suo. Vorrei morderla e farle male sul serio, e invece le infilo la lingua dentro, ti bevo, le infilo un dito profondamente, per fare uscire bene lo sperma che tu con il primo sussulto devi averle fatto schizzare fin dentro l’utero, la ripulisco con cura, con gusto. Lei è proprio una troia, ha la testa rovesciata all’indietro, ha ricominciato ad ansimare, e tu tieni il cazzo in mano, di nuovo rigido, e ti masturbi lentamente, guardandoci. Le sfioro con movimenti regolari della lingua il bottoncino gonfio, ancora troppo sensibile, tirandole bene le pieghe della pelle, lo lecco con delicatezza, cercando il ritmo giusto e facendola gridare di piacere. Sono bagnata, eccitata, guardo il tuo cazzo, ora così duro e così sprecato nella tua mano, ma stai fermo, mi guardi e –Brava bambina- mi dici –brava, amore mio- …
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13 anni fa
admin, 75
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Il cameriere fedelissimo
"Ci si potrebbe fare un film con tutta questa luce, sembra di essere in pieno giorno". "Che hai detto Pino?" Paola esce dal bagno con la matita degli occhi in mano, il suo legantissimo vestito nero corto, il collant scuro. "No, dicevo della luce in questa stanza di albergo, è abbagliante, sprecata". "A me piace, ci si vede finalmente, le camere in genere sembrano mortori". Torna in bagno a finire di prepararsi per la cena. Cinquanta anni quasi dei quali 26 trascorsi assieme e ancora mi piace, la desidero come i primi giorni, muove in me quelle sensazioni selvagge che vanno dalla profonda tenerezza all'osceno desiderio puro. Avventure condivise, spesso al limite (ed oltre) del rischio, fantasie, tutto appartiene al nostro mondo speciale, quello che ora me la fa desiderare e che sembra metterci automaticamente in sintonia. "Paola - quasi urlo - sei bellissima stasera posso farti delle foto? Vieni qua?" Si affaccia sorridente dal bagno. "Come sarebbe a dire stasera? E le altre sere?". Non aspetta la mia risposta non la vuole. Con passo volutamente lento scivola sulla moquette e si siede sul letto accavallando le gambe verso di me che inizio a scattare come se fosse una diva. "Splendida, splendida, che cosce che hai" le ripeto come in trance scattando a ripetizione con la mia digitale mentre lei assume pose, dischiude le gambe, cambia espressioni del viso. "Faresti arrapare chiunque così " le dico nella frenesia. Il gioco ci cattura al punto tale che il cameriere che ci porta lo spumante e gli stuzzichini in camera che abbiamo chiesto per un aperitivo intimo, deve bussare due volte. Mi precipito alla porta ancora con la digitale in mano e gli apro. "Mi scusi lo champagne che aveva ordinato..." Veramente è spumante ma fa niente. "Prego prego" , spalanco la porta e mi scanso per far passare il carrello che spinge. La cosa curiosa è che non si ferma nella piccola stanza di ingresso ma si dirige deciso verso la camera da letto dell'appartamentino salutando con grande cortesia Paola che è ancora sul letto nell'ultima posa, una gamba a terra l'altra sul materasso e cosce (e non solo) splendidamente mostrate. Ma mia moglie non è donna che si imbarazza, anzi se si rende conto che la provocazione centra l'obiettivo diventa un diavoletto. Così quando il giovane cameriere entra spingendo il carrello non muove un muscolo rispondendo con un buonasera mieloso e da gatta all'ammirato e sorpreso saluto del ragazzo. Lo seguo ad un paio di metri e rido alle sue spalle guardando Paola che restituisce la complice occhiata quando lui concentrandosi su ben altro che sulla guida del carrello (con secchiello di ghiaccio e bottiglia in bilico) si schianta contro lo spigolo del letto rischiando di rovesciare tutto. Imbranato ed imbarazzato chiede scusa sei volte mentre con gesti volutamente lenti estraee la bottiglia dal cestello continuando a spiare le gambe di Paola che, figlia di buona... ora ha messo entrambe le gambe sul letto mostrando di essere a suo agio con il vestitino che "casualmente" è molto tirato su e sotto lo sguardo sorpreso, ammirato ed indagatore del cameriere ormai calamitato. Stenta ad aprire il tappo, forse lo fa apposta per perdere tempo mentre ormai nei suoi occhi leggo chiaro il grande interrogativo che lo sta opprimendo: ce li ha o non ce li ha gli slip sotto il collant? Continua a far finta di trovare difficoltà ad aprire la bottiglia. "Lasci pure a me, non si proccupi" provo a dirgli. "No no, faccio subito, non voglio agitarla" mi risponde senza neanche il pudore di distogliere lo sguardo dalle cosce di mia moglie. Paola ed io ci guardiamo. Scatta quella magica intesa, quel gusto della provocazione e della trasgressione, quell'istinto animale che ci ha sempre accompagnato. Un impercettibile cenno della testa ed è come se avessimo fatto discorsi di ore, come se all'unisono avessimo rivissuto le tante fantasie e esperienze di questi anni. "Vuol sapere se li porto?" chiede sfacciata al cameriere mentre dischiude ancora di più le gambe. Proprio nel momento in cui il tappo cede con un colpo soffocato ed un pò di schiuma bianca esce dal collo della bottiglia. "Come? "-balbetta. Poi finalmente mi guarda con un pò di inquietudine ma si tranquillizza vedendo il mio sorriso. " Mi deve scusare signora, ha ragione, ma è talmente bella che per uno come me che ama soprattutto guardare lei è una visione straordinaria. Mi perdoni l'ardire ma non posso fare a meno di guardare qualcosa di meraviglioso, e si me lo chiedevo proprio" risponde con inattesa sicurezza. Paola ha preso il via e passa al tu. "Davvero ami guardare? Ma io adoro farmi guardare! Vero Pino" ed io annuisco sempre sorridendo anche mentre lei si gira in modo che lui possa vedere bene le cosce ormai del tutto scoperte. "Come ti chiami?" Poggia la bottiglia dopo aver versato, quasi nei bicchieri , lo spumante. "Luca, signora" "No. Sono Paola. Allora Luca ti piace guardare le gambe delle donne e delle signore mature?" "Ma lei, scusa Paola, tu sei straordinaria non matura. Si adoro guardare, tutto, mi piace più guardare che fare per la verità". Paola ride." E sai stare al tuo posto vero?" Lui annuisce. " Che ne dici Pino sarà vero?". Mentre mi avvicino a Paola e mi siedo accanto a lei , lui continua a giurarlo. "Verifichiamo subito" gli dice Paola indicandogli lo spazio ai piedi del letto e facendo segno di sedersi con il palmo della mano aperto battendo sul materasso . Lo fa precipitosamente proprio ai piedi di mia moglie che si sistema meglio e mi guarda. Il gioco è avviato. L'aiuto, le tiro ancora su il vestito mentre lei mi agevola inarcandosi davanti a lui e spalanca le gambe. Il collant scuro con la riga della cucitura in mezzo ora con tutta quella luce non nasconde più l'assenza degli slip. Il profilo della peluria, le grandi labbra dischiuse si intuiscono chiaramentee lui sospira facendo "mmmhhh" e chinandosi in avanti a guadagnare ancora qualche centimetro. Continua a guardarla li, affascinato, ripetendo bella, bella come un disco rotto quasi singhiozzando quando passo ripetutamente la mia mano tra le cosce di Paola aiutando e causando l'ulteriore apertura sotto il collant. Si strofina sui pantaloni prima impercettibilmente poi più convinto dopo avere osservato la nostra mancanza di reazione. Paola ansima un pò quando gli chiede se a lui piace anche vedere tutto, il nudo, e non solo la cosa velata. Il ringhio che ottiene di risposta è sicuramente un si. "Signora... no Paola, scusa, potrei...?" Indica il grosso rigonfiamento dei pantaloni. Lei sorride. Annuisce. Mentre le sto sfilando i collant lui si è calato in un batter d'occhio pantaloni e slip. Ora il suo coso scuro svetta libero. Notevole, leggermente arcuato, glande libero mentre la sua mano lentamente lo percorre tutto da sopra a sotto con movimenti profondi. Paola lo guarda con attenzione, divertita scvolando un po sul letto verso di lui mettendo ma gamba alla sua destra e l'altra praticamente appoggiata sulle sue spalancata e nuda a meno di un metro da quegli sguardi che sono una penetrazione. La accarezzo sul clitoride, la dischiudo ulteriormente, la penetro appena con le dita per sentire la sua eccitazione e poi comincio il movimento rotatorio sul clito con la punta delle dita stando attendo a non coprire la visuale del nostro amico che ora si masturba a ritmo sostenuto continuando a dire "mamma mia, mamma mia che bello" . Andiamo avanti così per qualche minuto mentre Paola ora sotto le mie carezze si inarca e sento che non è distante dall'orgasmo e lui ha guadagnato ancora qualche centimentro tanto che la sega se la sta facendo con il suo coso divenuto enorme a non più di 50 centimetri dalla fica di mia moglie ormai oscenamente allagata. "Bravo Luca, bravo" gli dice e scivola sul letto ancora di più verso di lui costringendomi a togliere la mia mano proprio nel momento in cui mi senbrava stesse per venire. Ha lo sguardo annacquato dal piacere quello che conosco bene, quello che consente di fare tutto. Si tocca da sola ora. "E ti piace davvero tanto Luca?" gli chiede. "Si tanto singhiozza lui" "E non la vorresti toccare? ti piace solo guardarla?" Nel frattempo mi sono alzato, mi sono spogliato anche io perchè sento di non essere molto lontano dal piacere e mi avvicino a paola stando in piedi vicino al letto. Lei allunga la mano e me lo prende masturbandolo lentamente. "Magari potessi, certo che vorrei toccartela" sta dicendo lui ma è inutile dirlo perchè ormai Paola è talmente scivolata verso di lui che quando la sua mano scende in basso sulla sua asta mentre si sega in pratica le nocche si inumidiscono nel sesso di Paola che gode a quei colpi. "Stai per venire Luca?" gli chiede con il tono eccitato e da gatta. Lui annuisce, è rosso in viso, il suo glande paonazzo scompare e ricompare dal suo pugno ormai a contatto tra le cosce di mia moglie. "Su Luca, piegalo bene, allora vediamo se sei bravo: mettimi la tua punta, solo la punta dentro e continua a masturbarlo. Non devi assolutamente scoparmi. Solo la punta dentro e ti faccio venire dentro di me , vuoi ? Così non corriamo il rischio di sporcarmi il vestito" Diabolica. Ed io che sto sul punto di venire le chiedo mentre il cameriere esegue la complicata manovra resa difficile dalla durezza del membro. Paola sorride. Smette di toccarsi si tira su sui gomiti e mi fa capire che posso metterlo in bocca e venire li. In piedi esegui mentre lei si avvicina al bordo del letti e lo prende circondando con le labbra la mia cappella. Vedo così chiaramente il grosso membro di Luca sul quale continua a scorrere la mano piegato e la punta scompare nella vagina di mia moglie che la muove appena. Questione di pochi secondi. Luca ansima rantola, impreca mentre un onda bianca esce dalle gambe di mia moglie colando sul letto e riempiendo il suo desiderio e a quella vista esplodo nella sua bocca. Lei stringe le labbra ingoiando bene tutto, stando attenta a non far colare nulla sul vestito, trattenendolo e leccandomelo a lungo mentre lui continua a sussultare con la punta del suo membro infilata tra le gamge allagate di Paola che solo a questo punto allunga la sua mano sul clitoride, toccando sperma di lui e membro ancora dentro e viene urlando masturbandosi due volte di fila e la seconda proprio mentre il cazzo del cameriere ritirandosi esce da lei portandosi dietro un ulteriore denso fiotto che allaga il lenzuolo. Nessuno parla. Solo Paola sembra a suo agio. Lui si riveste ripetendo grazie, grazie duecento volte. Recupera l'aspetto ufficiale. Si avvicina al carrello. "Scusatemi, un attimo" va a svuotare i bicchieri nel lavandino del bagno. "Sarà diventato caldo" commenta versando nuovo spumante e non facendo caso a Paola rimasta così nuda e bagnata. "Prego signora, questo è più fresco" le dice con un sorriso malizioso ed allusivo a quanto già bevuto da Paola. "E se uscite mi permetto di farvi rifare la camera con lenzuola pulite" aggiunge con fare professionale. Paola fa cin cin cone me, lo invita a bere anche lui prendendo uno dei bicchieri di carta. Si è pulita e asciugata con il lenzuolo che è tutto macchiato. Lo guarda e mi strizza l'occhio. "No Luca - lo chiama per nome ma ora gli dai del lei- non rifaccia la camera. Ora andiamo a cena e quando rientriamo voglio queste lenzuola, voglio dormire qui con questo odore. E' un odore che adoro, che mi eccita. Mi scusi ma sono così, mi piace e mio marito lo sa bene". Sorride annuisce, si inchina e esce dalla stanza un po' sconvolto. "Bene Pino, usciamo? Ho un certo appetito" dice Paola. Si, rido, ho visto.
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13 anni fa
paolapino,
50/50
Ultima visita: 13 anni fa
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Aspettando il marito...
Francesca scese dalla macchina e si avviò a casa. Aveva avuto una giornata intensa al lavoro e finalmente era finita. Era arrivata a casa, sapeva che il suo compagno sarebbe arrivato tardi quella sera e quindi se la prese comoda. Iniziò a levarsi i vestiti mentre raggiungeva il bagno. Prima la giacca nera, poi la gonna, restando in intimo, calze e scarpe. Il rumore dei tacchi si sentiva nella casa vuota. Passò davanti all'armadio che c'era nel corridoio che portava all'ingresso e la sua figura si riflettè sullo specchio dell'anta. Si osservò, guardò il suo fisico e un sorriso le increspò le labbra. Le venne una sorpresa da fare al suo compagno. Mentre si guardava allo specchio, le sue mani iniziarono a levare anche quei pochi indumenti che aveva. Prima il reggiseno ed i suoi bellissimi seni sodi vennero fuori, non più costretti da quel capo di abbigliamento. Con le dita si accarezzò un capezzolo ed un brivido di piacere le percorse la schiena. Poi le sue mani iniziarono ad accarezzare il suo corpo e arrivarono all'elastico delle sue mutandine e guardandosi sempre, iniziò a denudarsi completamente...... ....le mutandine pino piano discesero le sue gambe ancora con le calze. Se le levò completamente. Il suo fiore venne alla luce, completamente depilata si osservò attraverso lo specchio. piano piano la sua mano raggiunse la sua intimità e si accarezzò piano. piccole ondate di piacere le attraversarono il corpo. Aprì un pò di più le gambe e si accarezzò un pò più decisa. Si morse il labbro con i denti. gli stava venendo voglia. Si guardò e noto i suoi occhi brillare, da predatrice, si era eccitata solo osservandosi allo specchio. Non vedeva l'ora che il suo compagno arrivasse, per fargli trascorrere una notte che non si sarebbe diemnticato. decise che era arrivato il momento di prepararsi, lui srebbe arrivato da lì a poco e voleva fargli una sopresa. Si diresse verso il bagno. Si levò le scarpe prima di entrare, poi con molta calma, si levò le calze. Aprì il box doccia e fece scorrere l'acqua per farla diventare calda e poi entrò.... L’acqua era ancora fredda e con un po’ di impazienza attese che diventasse della temperatura desiderata. Ne aveva veramente bisogno dopo una giornata così dura e difficile in ufficio. Bagnò il piede con delicatezza e sentì che era piacevole. Si gettò sotto lo scroscio ed iniziò a massaggiarsi il corpo con le mani insaponate. L’acqua scivolava piacevolmente sul suo corpo liscio ed un brivido la coglieva qua e la nelle parti intime quando un rivolo di sapone l’accarezzava dolcemente. Il suo corpo abbronzato era sinuoso, ben fatto e lai lo sapeva benissimo…si piaceva! La doccia durò una decina di minuti durante i quali si lavò con accuratezza tutto il corpo per piacere a se stessa e soprattutto al suo uomo che attendeva con ansia. Pensava tra se e se che cosa avrebbe potuto preparare per il suo uomo, per piacergli cosa avrebbe potuto fare al suo uomo, per piacergli…a lei piaceva essere sempre nuova per lui, sconosciuta…..come se fosse un’altra e non Francesca….anche a lei questa cosa eccitava ed entrambe giocavano così Franco era in ufficio. Stava finendo il suo lavoro e non vedeva l'ora di tornare a casa. Era tutto il giorno che aveva una certa voglia e una volta a casa l'avrebbe spenta. Pensava già al corpo nudo di sua moglie, ai giochi che voleva provare quella sera. Per l'occorenza, le aveva anche comprato in pausa pranzo, un bel completino nel negozio di intimo che si affacciva sulla strada. La commessa l'aveva convinta a prendere una chemise trapsarente corta bianca. Era lì che si immaginava la serata quando ricevette una telefonata. Era un suo amico che non vedeva da molto, si era trasferito a Londra e si fermava solo due giorni. Era in un un viaggio di lavoro e gli sarebbe piaciuto rivedere i vecchi amici. Franco non ci penso due volte. Lo invitò a cena. Si diederò appuntamento da lì a cinque minuti al bar di fornte l'ufficio e poi l'avrebbe portato a cena a casa. Prese il telefono, provo' a telefonare a sua moglie, ma non rispose. Pensò che forse non era ancora rientrata. Pensò che non ci sarebbero stati problemi, perchè molto probabilmente avrebbero ordinato una pizza. Tiziana stava rientrando in macchina verso casa dopo una giornata snervante. Parcheggiò la vettura in garage. Faceva caldo e sotto la camicetta si sentiva le gocce di sudore scendere tra i seni. Aveve voglia di una doccia e rinfrescarsi. La giornata era molto bella ed il sole illuminava ancora ogni cosa. Salì di corsa le scale e raggiunse l'ascensore. Giunse al piano....l'ultimo. Entrò in casa ed iniziò a spogliarsi lasciando cadere i suoi indumenti nel tragitto che la separava dal bagno. Entrò che era già nuda, aprì l'acqua ed uno scroscio la bagnò completamente. Sospirò di gioia nel sentire il suo corpo accarezzato da quell'acqua dolce. Rimase lì ferma pensando che 10, 100, 1000 mani l'accarezzassero al posto dell'acqua e questo l'aveva stranamente eccitata, lei che non aveva mai pensato anche lontanamente ad un'altro uomo oltre suo marito. Questo la sapaventò non poco perchè sentiva una strana eccitazione crescere dentro di se. Si lavò in fretta ed uscì dalla doccia, prese l'accappatoio e si asciugò un pochino. Si diresse sull'enorme balcone e senza pensarci sopra si sdraiò sul grande lettino prendisole facendo baciare il suo corpo nudo dal sole ancora caldo. Spostò leggermente l'accappatoio dai seni facendoli uscire in tutta la loro prorompenza di una quarta abbondante e liberò anche le gambe forti e muscolose alzando le ginocchia. L'accappatoio scese leggermente e si adagiò sul lettino. Era tranquilla tanto era da sola a casa..... Francesca usci' dalla doccia. Non sapeva che suo marito gli avrebbe portato un ospite. Lo scrosciare dell'acqua le aveva impedito di sentire la suoneria del telefono. Nuda andò in camera, apri' il cassetto dove teneva gli indumenti che usava per giocare con suo marito. Quella sera si sarebbe vestita da puttana, perchè sapeva che a suo marito le piaceva quanso era vestita così. Scelse di mettersi le calze in pizzo rosso con il reggicalze coordinato. Poi scelse un microtanga e lo mise sopra in modo da farsi scopare con le calze, così non le avrebbe tolte. Poi prese il reggiseno, anche quello in pizzo che lasciava intravedere i suoi capezzoli eccitati. Prima di infilarselo, si guarò allo specchio e la sua mano non potè che non andare a stuzzicarne uno. Appena le sue dita lo sfiorarono, ebbe un brivido, si morse il labbro e chiuse gli occhi. Se lo stuzzicò un pò e poi stuzzicò anche l'altro. Sentiva il suo fiore bagnarsi. Aprì gli occhi e si guardò allo specchio e nella sua mente si disse che quella sera si sentiva veramente troia. Prese il reggiseno e se lo infilò. Poi per finire il lavoro, si truccò anche, un bel rossetto fuoco per risaltarele sue labbra e un ombretto viola. Si alzò e si ammirò. Non era male, sembrava proprio una puttana di alto bordo. Andò ad aprire la scarpiera e prese le scarpe per le grandi occassioni, un paio di sandali anche quelli rossi con allacciatura alla schiava. Continuò ad ammirarsi allo specchio. Per concludere si mise la vestaglia corta nera di pizzo, compratagli da suo marito durante un viaggio a Parigi. Ora era pronta. Si avvicinò alla finestra e guardò se vedeva la macchina di suo marito arrivare, ma il suo sguardò fu catturato dalla vicina di sotto, sua amica, che stava prendendo il sole nuda.... Anna era solita prendere il sole nel pomeriggio sul balcone e Francesca lo sapeva, spesso l'aveva vista ed aveva indugiato lo sguardo sul suo corpo bellissimo, depilato ed abbronzato. Era lì a pochi metri da Lei ed avrebbe desiderato accarezzarlo. Improvvisamente Anna aprì gli occhi evide che Francesca era sulla finestra che la fissava; fece finta di niente, ma conoscendo Francesca e le sue tendenze che Le aveva confessato tempo fa, iniziò ad accarezzarsi il seno con entrambe le mani indugiando sui capezzoli fino a farli crescere a dismisura per l'eccitazione. Francesca considerava Anna una bellissima ragazza, ma non aveva osato andare oltre con Lei...era un suo desiderio nascosto, ma era rimasto lì, non era andata oltre. Anna aveva capito di piacerLe e voleva divertirsi un pò...con lei quel pomeriggio.. Francesca si morse il labbro. Vedere Anna accarezzarsi quei bellissimi seni la stava eccitando ancora di più. Come se avesse avuto vita propria, la mano di Francesca iniziò a seguire gli stessi movimenti di Anna. Iniziò ad accarezzarsi i seni da sopra il suo intimo. Anna la osservava, si guardarono negli occhi. Ora la mano di Anna iniziò a stringersi un capezzolo e Francesca fece la stessa cosa. Era indurito e appena lo toccò un brivido di piacere le percorse il corpo. Anna lo vide e un sorriso le increspò le labbra. La sua mano lasciò il seno e lentamente si accarezzò l'addome e scese ancora di più. Nel mentre si allargò le gambe e mostrò alla sua vicina il suo bellissimo fiore depilato. Francesca fece lo stesso, si muovevano come se fossero la stessa persona davanti allo specchio, l'unica differenza era la lingerie di Anna. La mano di Francesca scese giù anche lei e arrivò al suo fiore. La mano accarezzò le sue mutandine umidite dai suoi umori.... Spostò leggermente le mutandine ed incominciò a sfiorare con il dito medio il clitoride che nel frattempo si era ingrossato a dismisura dandole un piacere profondo. Dal piacere che si stava dando le cedettero le ginocchia e per un attimo socchiuse gli occhi sospirando profondamente. Allargò più le gambe per agevolare il piacere che si stava dando. Anna intanto aveva accentuato i suoi movimenti per vedere cosa avrebbe combinato Francesca. Ormai Francesca ammirava quel corpo completamente nudo che aveva tanto desiderato e Le era venuta voglia di fermarsi e scendere da lei. Si voltò per ricomporsi mettersi addosso qualcosa e scendere, ma con su meraviglia vide che suo marito ed il suo amico erano seduti tranquillamente sul divano dietro di lei ed avevano assistito allo spettacolo di Francesca che si stava masturbando pensando di essere sola. Il suo viso divenne rosso dalla vergogna e cercò di coprire le sue nudità come meglio poteva, ma non ci riusciva nonostante l'impegno. Suo marito ed il suo amico erano lì che l'ammiravano e con un mezzo sorriso le dissero...perchè ti sei fermata?...continua dai che sei fantastica. Francesca non sapeva se essere scocciata o eccitata...o meglio eccitata lo era ancora, e non sapeva cosa fare. Allora suo marito la invitò a sedersi tra loro due sul divano..... CONTINUA
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13 anni fa
admin, 75
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Tre donne in un bar di periferia...
Stronzo di un bastardo che dormi con la mano sotto la faccia… Il cuscino è mio sai? Che patetica come sono, quando te ne andrai dal tuo mulino bianco, mi metterò ad odorarlo …. Seguo con la vista la ruga leggera che bacerei a vita, quella tra le labbra e la guancia. Seguo con i sensi in allerta il bollore che mi crei sempre mentre ti guardo dormire…..sono una donna morta!!! Non ho speranze!!! Mi alzo di scatto e raccolgo i culotte che giacciono senza più interesse ai piedi del letto. E non sei neanche un mago del sesso sai? Solo che ….fai sesso e amore sempre insieme… stronzo!!! Mi libero le spalle nude da i capelli rossi che gli vuoi sempre sciolti e odoro…. Dovrei fare come quel ragazzo matto, ucciderti per fare un profumo dal tuo odore…. Ti guardo dallo specchio che dormi come un bambino e….scappo dalla camera in bagno….dalla doccia per strada….ma scappare da te, QUANDO?????? *** Un cappuccino senza schiuma, grazie! Dio fa si che non mi tremano almeno le mani.... Avvicino le ginocchia e la vista del collant nero mi da un po’ di sicurezza. Qualsiasi nudità adesso mi darebbe il volto allo stomaco. Questo bar pieno di gente che si spinge per un caffè, pieno di odori dolciastri e parole mezzane ....è proprio quel' che mi ci vuole! Stringo le ginocchia per far' stare vicino le gambe senza accavallarle. Il ricordo di quasi 12 ore fa che cominciò tutto con l’accavallamento … e poi solo corpi nudi e mani che scivolavano su cazzi….tanti cazzi diversi…. "Ecco a lei bella signora!" "E questo?" "Il cioccolatino del giorno, lo apra, avrà il suo messaggio d’amore per oggi. Mi creda, è meglio del oroscopo a 5 stelle, funziona sa?" Ho un tic nervoso, o pure il corpo mio zuppo di sperma dalla notte scorsa urla per una doccia…. Un'altra…… Penso ad una bella dormita, ma dove lo trovo il sonno? Bevo lentamente dalla mia tazza e uno sguardo maschile che si beve le mie gambe mi irrita. E pure …. I could stay awake just to hear your breathing…..aerosmith….. Scuoto la testa e mi entra adosso quel disagio…..terrore di tanti uomini che ti sorridono, toccano, denudano…..avrei voluto sparire, diventare una zanzara per volare….e invece dovevo stare lì per …. Perché? Whatch your smile while you’re sleeping…. Un altra testa di donna piena di capelli rossi che si scuote la testa con rabbia…. Un altro sospiro buttato nella mischia del bar! Basta con le mischie! Almeno per oggi…..e mi alzo per uscire pensando al passo, alle ginocchia mie che tremano….. Attenta….non vedi? *** Sarei anche una ragazzina cicciottella in confronto a questa super donna ma come barcolla…. Fa caldo qui dentro, e che casino! L’odore dei cornetti mi ricorda che oggi ho la dieta liquida! Cazzo! Corro corro corro ed ecco che ho il mio posto. Da qui lo vedo meglio. Mannaggia a te France’ mannaggia, trovi sempre il tempo…. "Pronto?!" "Si amore, senti, devo prendere un CD da Ludovica e ci vediamo in classe, ok ok…." "France’, per favore non ricominciare eh…." "Si ma chiudo che è tardi……" Eccolo! Dio quant’è bello! Si è tagliato ancora i capelli ….si toglie i guanti ….madonna mia che mani! Nervose, snelle, con le ditta che si muovono velocemente….oggi poi ha un aria diversa, avrà fato l’amore di prima mattina, sicuramente! Cammina verso di me! Ma a chi diavolo sorride……e come sorride poi…. Ogni passo suo energico che sposta quei jeans fortunati, è una crudele pulsazione alla mia passera ….. Beata donna che se lo gode!!! Adesso mi sfiora la spalla…. I don’t wanna close my eyes…. I don’t wanna fall asleep Cause I miss you baby And I don’t wanna miss a thing…. Apri gli occhi stupida ragazzina!!!! Ecco; adesso te hai solo il suo odore mentre quella rossa c’ha il suo sorriso a 10 cm dalla faccia… "Caffè signorina?"
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13 anni fa
admin, 75
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plastic worm
Era una calda serata estiva,l'afa non dava tregua continuavo a rigirami sul divano, lo sguardo vagava sullo schermo del tv color, stanca del programma inutile che trasmettevano accesi il pc.
Curiosa come tutte le donne che possano chiamarsi tali capitai per caso su una chat line e li iniziò la mia avventura; non avevo mai chattato prima, l'idea di chiaccherare di cose anche personali con gente mai vista prima mi metteva leggermente a disagio ma ero nello stesso tempo attirata dall'idea di nuove conoscenze; dopo i primi minuti di incertezza cominciarono ad arrivare una serie di messaggi di posta..alcuni carini e allegri altri leggermente malinconici, uno però aveva attirato la mia attenzione...recitava pressapoco così : - buonasera Mistress posso conversare con lei?...
Mistress? Mi scusi sono una neofita cosa intende con questo termine?
L'uomo che si trovava dall'altro lato dello schermo cominciò a raccontarmi cose che anche se solo lontanamente avevo immaginato ora erano chiare e attiravano la mia attenzione sempre di più... il sesso se ben raccontato alle volte accende il desiderio più di un film, le immagini si susseguivano nella mia mente man mano che l'uomo scriveva...passarono alcuni giorni e sempre più bramosa di desiderio tutte le sere accendevo il pc alla ricerca di quell'uomo intrigante che mi riempiva i sogni; immaginavo i nostri corpi muoversi frenetici all'unisono su fresche lenzuola, immaginavo la mia bocca assaporare ogni lembo della sua pelle, riuscivo ad immaginare anche il suo profumo caldo e muschiato, però non riuscivo a dare un volto a quell'uomo che accendeva di desiderio le mie notti...ogni sera speravo in un suo invito, ma nulla, finchè un giorno stanca di aspettare, mi feci avanti io...invitandolo a casa...oddio uno sconosciuto a casa, uno sconosciuto che viene a trovarmi solo per quello...si per il mio spasmodico desiderio di sesso, oddio, mi sentivo fremere di eccitazione e di paura, cosa mi farà mai, cosa si aspetterà da me...dopo un paio di giorni il momento fatidico è arrivato, giro per casa in preda al panico con la testa piena di mille pensieri : -se non gli piaccio, e ..e.. se lui non piace a me ? E se non sono abbastanza disinibita per un uomo con così tanta esperienza... mentre la testa è in preda al panico comincio a vestirmi, calze nere, guepierre, perizoma e reggiseno, camicetta di seta, gonna a tubino nero, scarpe con tacco... mi rimiro nello specchio ...tutto sommato non sono poi così male, raccolgo i capelli sulla nuca, comincio a truccarmi perdendomi nei miei pensieri
ritorno in me al suono del campanello...di corsa mi precipito ad aprire ( al citofono: - prendi l'ascensore, quarto piano ti aspetto sul pianerottolo)...esco dalla porta e aspetto .. finalmente la porta dell'ascensore si apre ed eccolo, un uomo alto robusto con gli occhi di un azzurro glaciale i capelli biondi e una espressione dolce, nella mano sinistra una valigia rossa , mi porge la mano destra : -piacere ( un sorriso delicato gli si dipinge in viso ) andiamo, vorrei fare una cosa con te se non ti spaventi troppo.
Con l'espressione maliziosa in viso mi invita a entrare nel mio appartamento, rapida mi affretto a fargli strada, richiudo l'uscio dietro di me e subito mi trovo faccia a faccia con lui, che subito mi mette alle strette, le spalle mie appoggiate alla porta e lui che indaga il mio viso e poi mi bacia appassionatamente senza lasciarmi il tempo di respirare, le mani leste senza indugio esplorano il mio corpo una sul seno , una sulla coscia, non so se ribellarmi o lasciarmi andare, ma sono troppo eccitata, e lui non è affatto male anzi...così robusto, così maschile... : -emm ( cerco di schiarirmi la voce ) hai detto che volevi fare una cosa...butto mezza frase mentre lui continua a baciarmi il collo, l'incavo fra i seni...già la mia camicetta è al suolo... : - si ciccina ( la voce calda e gentile ) vorrei mummificarti ... : - mummificarmi? Cosa intendi? ( mentre lo dice prende la valigia rossa, la apre e ne estrae un grosso rullo di nastro latex nero lucido, un paio di forbici, un grosso dildo vibrante nero e li appoggia in ordine sul tavolo della mia cucina) e ...e.. come intendi farlo?
Sul suo viso un sorriso quasi cinico, gli occhi gli scintillano : - Ciccina, non ti preoccupare, se hai paura devi dirmelo, devi avere assoluta fiducia in me, non è un gioco comune anzi, è pericoloso e se non ho la tua piena fiducia( mentre parla i nostri sguardi si incrociano, sul mio viso si legge l'eccitazione per quella strana situazione, il perizoma è già umido dei miei umori, annuisco appena mentre lo fisso negli occhi, senza nessuna esitazione mi sfilo la gonna rimanendo in guepierre) : - sfilati anche il perizoma e il reggiseno, devi rimanere nuda...però non immaginavo che fossi così carina ( un po' arrossisco alle sue parole, mentre mi spoglio completamente) : - brava, ora unisci le caviglie ( prende il nastro nero e comincia a fasciarmi completamente le gambe, le braccia distese lungo il corpo , il nastro mi stringe sempre più forte le ginocchia sono immobilizzate, le braccia anche, il nastro avvolge sempre più strettamente tutto il mio corpo, solo il volto è scoperto...i tappi mi vengono inseriti nelle orecchie, poi una maschera in lycra nera, e ancora nastro nero a coprire tutta la testa, solo le labbra e il naso rimangono liberi, sono completamente inerme, come una bambola di lattice nero, non riesco a muovermi, dipendo totalmente da lui...con forza, mi prende in braccio, mi porta in camera dove mi appoggia delicatamente sul letto, sono completamente estraniata dal mondo, sudo per il caldo dovuto alla pellicola plastica che mi avvolge completamente ) ....uno squarcio sulla plastica all'altezza dei genitali....qualcosa di caldissimo mi sfiora nel mio intimo, un dito...mi stimola, poi il dildo vibrante mi viene infilato completamente nella sorca, comincia a scendere caldissimo il miele dalle mie viscere, la sua lingua morbida comincia a farsi strada verso il mio clitoride, l'eccitazione cresce in me sempre più forte, sono un lungo verme inerte di plastica nera che spamodicamente si contrae, sono li a gemere ansimando di piacere, ed ecco il suo fallo mi penetra la bocca e io avidamente comincio a succhiarlo caldo e liscio, continua a entrarmi in bocca non riesco quasi a respirare, il piacere continua sempre più forte in me, mentre la sua bocca avida dei miei umori succhia il mio clito, il fallo di lattice viene portato alla massima vibrazione mentre il membro turgido mi riempie la bocca, un 69 in cui sono completamente inerme il piacere mi prende , fortissimo intenso, mentre copioso lo sperma invade la mia bocca , lo bevo, avidamente, ingorda , ebbra di piacere, la farfallina mi si contrae in modo spasmodico attorno al dildo nero, vengo....e l'orgasmo rende entrambi felici e senza forze...mi libera dal nastro e dolcemente mi bacia...è stato il primo di molti caldissimi incontri...
molto tempo è passato da allora, e molto son cresciuta in questo mondo meraviglioso ricco di lussuriosi passatempi, e tu saresti disposto a farti coinvolgere come ho fatto io?
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13 anni fa
LadyViola, 37/33
Ultima visita: 1 mese fa -
Settimana da trav con gentiluomo
Rieccomi, sicuramente i mi a amici avranno notato la mia assenza . ma ora eccomi di nuovi qui, e vi racconto il motivo della mia assenza, legato anche al mio annuncio ..in cerca di relazione senza troppi coinvolgimenti sentimentali. Lunedi arrivo in ufficio e trovo una mail dove per motivi di lavoro mi devo recare fuori regione e dovrò restarci tutta la settimana … che palle penso .Non mi andava di partire. Ma dopo aver fatto colazione mi viene in mente che potrebbe essere una bella occasione di “godermi “ questa settimana. Cosi cerco di contattare qualche persona che mi sembra interessante… Sembrava essere proprio un periodo sfortunato tante risposte ma sempre orari o situazioni troppo strane. Ma il giovedi prima di partire, ecco una persona che definisco subito a modo, lo capisco da come scrive. Sembra il mio genere, intorno ai 45 -50 ben portanti gentile e amante del genere. Trav. Bene cosi con tutta la mia valigia da Sandra parto, e dopo una mattinata di riunioni e sms con lui per definire bene l’incontro, ecco che finalmente sono in hotel dove mi preparo con calma, l’appuntamento è per ora di cena. Squilla il mio cel eccolo è lui, si trova nella hall, gli do il numero di stanza che già toc toc. Apro la porta e vedo lui tra un mazzo di fiori per me(si è proprio un gentil uomo)Io indosso un tubino nero calze velatissime adoro le autoreggenti con la riga dietro, un bel paio di decolté nere e sopra il tubino uno scialle color argento che si abbina al mio trucco,Capelli mossi e profumati. Lui è in pantalone con camicia e maglioncino casual ma pulito elegante sopra un bel cappotto verde. Ci sediamo e chiacchieriamo , intano io da perfetta donna maliziosa continuo ad accavallare le mi e cosce verso di lui , che ad ogni accavallamento si incanta ipnotizzato dalle mie gambe. Aveva portato anche da bere, dell’ottimo vino, che subito ha scaldato l’ambiente..cosi ci siamo trovati molto vicini, ormai le nostre gambe si toccavano e il fruscio della seta delle mie calze lo udiva molto bene…questo lo mandò in estati e inizio a baciarmi il collo e sfiorarmi delicatamente ovunque riuscisse…... Mi inizio a leccare i seni sentivo i miei capezzoli diventare turgidi aveva un buon profumo…le su emani ormai erano sotto il vestito e sfioravano l amia pelle oltre le autoreggenti…..iniziai a spogliarlo lo lascia col busto nudo iniziano a baciarlo….in un attimo era nudo lo spinsi via , mi guardò stupito ma appena vide che lascia cadere il vestito mostrandomi tutta a lui capi che ormai ero sua. il mio intimo lo fece eccitare e continuava a dirmi che ero davvero bella una bella troietta. Mi inginocchiai davanti a lui prendendolo in bocca e sentirlo pulsare mi fece gemere di piacere, godeva come un matto.Mi tiro su e volle baciarmi da dietro il collo mentre si strusciava al mio culetto sodo e tondo lo sentivo ch esi strusciava tra le mi e chiappe( avevamo chiarito che non amo il rapporto completo da passiva e quindi ero tranquilli e mi gustavo il suo cazzo, lui però mi precisò stai tranquillo non lo metto dentro) . Continuava strusciarsi lo senti vo sempre piu caldo , le sue mani mi toccavamo il cazzo che ormai era duro come un marmo e inizio a segarmi. Mi faceva sentire il suo cazzo e mi faceva sentire donna ….continuammo ancora a giocare finchè non inizia a segarlo con i piedi …non lo aveva mai fatto e godette come un matto un fiume di goduria inondo le mi e decolté….. mentre anche io godevo giocando conil mio culetto e le sue mani che mi segavano …. Ci riprendemmo e fu allora la vera svolta della settimana, mi disse che abitava da solo in un bella casa quasi in centro mi lascia le chiavi e mi fa..vorrei che per tutta l settimana al rientro dal lavoro potessi trovarti a casa vestita sexy per me….se vuoi ecco le chiavi e l’indirizzo. Mi sembrò strano ma l’idea di passare una settimana en femme mi attirav ada morire e cosi …il giorno successivo mi sono trasferita…Quello che è successo in quei giorni magari lo racconto la prox volta .se volete..il seguito lasciatemi un commento e su questo raccotno e io continuo.. Vi dico solo che è stata una splendida settimana en femme..sono anche uscita, a cena al cinema, a fare shopping. Con il mio uomo.. Peccato che sia durato solo una settimana, la promessa e che ci rivedremo ma dovrebbero verificarsi tutta una serie di concidenze… ma mai dire mai. In tanto mi ha invitata ad un w.e . al mare .ma non credo potrò andare
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13 anni fa
admin, 75
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Sono una troia!
Sono una troia. Non una donna sensibile e romantica, non so se mi spiego. Naturalmente neanche un uomo si come mi piace prenderlo in più di un posto contemporaneamente …. Sono una via di mezzo che vive dando agli maschi delle illusioni di possesso… Certo che c’è l’ho un nome ma a te che t’interessa? Ok, chiamami come vorresti va, un fiore? Ahahahahah, e certo, chiamami come un fiore. Ma stai attento a me Uomo! Tu sorridi e non mi lasci continuare ….. peggio per te! Il fatto che ho letto due libri in più ti mette al tuo aggio …. contento te! Ma poi il conto lo devi pagare lo stesso, e non con soldi! Noooo….. Cerco altro! E lo saprai… Ma iniziamo il lavoro cominciando dal culo! Prendimi subito il culo e sborra dagli occhi! Uomo grande fatto solo per sborrare! E questo che vuoi? Accontentati! Il cazzo si fa strada con l’arroganza di chi è convinto di sottomettere, ahahahahhaah. Mi piego meglio, ohhhh si, dammelo tutto, non voglio altro! Tum tum tum, padre nostro che sei nel cielo, dammi oggi il pane quotidiano, tum tum tum… Faccio finta che mi fa male e impazzisci di gioia, ti avvicino agli fianchi miei e urli la goduria…. Eh no, la gonna è nuova eh… Ma dico io, già che c’era, Dio, non poteva fare un uomo asessuale? Sarebbe tutto più divertente! Boh… Sono stupida e contenta d’essere. Amore......, anima.........., per sempre......virgola più........virgola meno..... e certo che leggo e mi commuovo ma chi le scrive, ha mai visto un uomo dopo sborrato?...... O pure subito prima? Certo che poi devi leggere per essere in grado di fare promesse e di chiedere il conto alla fine. Ma questo è un segreto professionale! Sssssh…. Mi schiaffeggi e devo gridare ogni tanto….. Da vera troia ho le mie teorie serie su come scopare il prossimo. Tipo: mai dire di si al primo che passa! O pure se lo devi fare, fagli capire che per te è l’unico e non il principe di turno, che non ti interessano le sue parole di come ti squarcerà, ti riempirà, ti inonderà….no! Tu vuoi la poesia, i poeti! E se di poeti non ci sono tracce….gli dai lo stesso il culo! Si amore, prendilo come vuoi tu, quando vuoi tu! Stupiscimi mentre gli altri dormono! Oh siiii, con il cazzo, con la mano fatta cazzo! Il culo si è fatto largo!!! Ed ecco che c’è la bocca! La bocca si riempie…..ed ecco che c’è la figa! Grazie Dio ad avermi fatta troia e non donna! Veniamo a noi! Perché c’è sempre un noi! Perché stiamo al conto…..ed è lì che butto la corda, taaac….come i cawboy…..perché mica sono una puttana, solo loro si fanno pagare in soldi! Io no! Io voglio le anime! E questa qui m’è costata un po’ ….ma ne è valsa la pena va…. Avanti il prossimo!!! A te con tutta me stessa! Luvi 07/05/2010 Roma Beh, e il prossimo????
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13 anni fa
admin, 75
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Buongiorno
Tutto tace. Il mostro dorme ancora sotto le ultime gocce di notte. Ne giorno ne notte!!! ....... solo le mie scarpe da ginnastica che seguono le lancette fedelmente..... La quiete… Solo per pochi, solo per chi è succube come me di questo mostro-città! Altrimenti ….. Comincio a correre finché trovo il mio vento. Strade semibuie, semi lucide, semipovere. Strade dove sguscio il corpo come la pelle di un serpente….solo l’anima mia che corre…. D’avanti a me la montagna. Prendo il ritmo che mi fa sentire il cuore vivo e il vento che creo mi conferma! Sono viva! Fuori dal corpo, fuori dal sesso, dai ricordi, dagli insulti…..fuori dal tempo stagno! Le scarpe toccano e volano, il primo raggio di sole che sfiora la montagna mi fa l’occhiolino. Già! Sono l’Anteo di questo pezzo di terra; sperduta e maledetta ma mia fin all’osso. E ogni passo che faccio mi riempie di forza. Dio solo sa se ne ho bisogno! La notte si raccoglie i segreti e sparisce dietro le spalle larghe della montagna. Il vento mi lascia con il fiato corto, la testa vuota. Ma un po’ più leggera. Buongiorno! Che sia!!!!
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13 anni fa
admin, 75
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Pane galeotto
19:30., 29 Luglio. Sono come al solito in ritardo, dopo una giornata di lavoro. mi aspetta a casa e abbiamo invitati. mi chiama "dove sei, ...manchi solo te, compra il pane!!". arrivo in un centro commerciale, il solito, di quartiere. ci sono entrato 1000 volte, ed anche questa volta entro a testa bassa, di corsa, distratto, penso ad altro. ...una volta entrato mi accorgo che ho fatto tutto il marciapiede guardando basso ma non troppo, e che ascoltavo il ticchettio ad andatura svelta di qualcosa che mi aveva stregato. Sono una lunghette nera e due paia di tacchi da 12 che ora mi si fermano davanti. "impossibile!! è finito il pane". "pane" dico "e ora come faccio. Come è finito il pane??. "vero?" dice stizzita "è impossibile! non sembra impossibile anche a te? Neppure durante una carestia manca il pane, hai mai visto finire il pane a quest'ora?" Non la stavo nemmeno ad ascoltare o meglio avrei voluto rispondere ma stavo pensando a come poteva essere vera l'esistenza di quel fondo schiena. Mi rendo conto che sono come calamitato. Mora, magra abbronzatissima, capelli raccolti in una coda, palestrata (atletica), minuta. Ma come può esistere un culo così???? "CAZZO come faccio? ho gente a cena" si volta stizzita con un gesto rapido e sostenuto. "beh" ancora " ti sembra possibile?" E io "NOHH, davvero è finito il pane? e ora come si fa? ...mi dice "ok ciao"!!! realizzo ok ciao che!!!! e chi ti molla. mi giro e, è già fuori. "CAZZO!!! ....pane!" Esco, 19:50 monto in macchina. Smart bianco perla. "..e chi la perde." la tampino. 1à 2à 3à 4à 500mt. abbaglianti! L'affianco "ciao" "...ma chi sei" mi dice. "Quello di prima. del pane" "garzie lo so" mi dice "mica sono rinco. che vuoi!!" ci provo mi lancio in 5à "....dai lo vedi che qualcosa in comune abbiamo dobbiamo averlo per forza" e mi ribatte "si ché, il pane?" ma non mollo e.... "dai 1 minuto. anch'io ho gente che mi aspetta ma li faccio aspettare. ho qualcosa in comune con te". "...si dai scemo" allora capisco che mi concede 2 minuti. mi lancio "conosco un posto sali" "CHE sei SCEMO!!!!" io "no dai,..... un panificio". 20:00 Praticamente a chiusura ed in un panificio pieno di gente e di pane. Davanti ad un pezzo staccato a morsi, la guardo bene e sprofondo nei suoi occhi azzurri ed espressivi come il sorriso mozzafiato. fatto di labbra carnose e denti bianchissimi che brillano ai raggi del tramonto. Il culo più bello della mia vita!!!!
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13 anni fa
Telodoio315186,
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Ultima visita: 4 anni fa
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2' parte in motel lui entra e...
ho riprovato il giochino con l'amico che entra in camera a sua insaputa perche' bendata (vedi 1' parte).
fatto sta che ci ha scoperti !! molto arrabbiata, non mi ha parlato per un paio di giorni.
poi pian piano le ho spiegato che si sarebbe trattato di solo un massaggio, che la avrei voluta veder godere con un altro ma poiche' lei negava il permesso, lo facevo a sua insaputa. poi le ho fatto scrivere una mail dall'altro che si scusava e proponeva di farlo con lei consenziente.
ero sicuro si sarebbe rifiutata, poi un giorno che ci scherzavo su mi risponde, ok ma solo una volta. ho cominciato a tremare per l'emozione, non ci potevo credere. poi ha detto ok organizza io intanto mi dedico a depilarmi per bene. avevo lo stomaco al posto del cuore o del cervello, non so, una emozione fortissima.
siamo andati al solito motel, fatto un bagno caldo poi arriva lui. la invita a mettersi sul letto nuda, pancia in giu. io guardo emozionato ma riprendo di nascosto con una telecamera. penso sara' memorabile... ed e' cosi'.
non resisto, mi avvicino e la accarezzo anche io, mentre i massaggi di lui sono sempre piu' trasgressivi. lei non rifiuta nulla da lui. invece sembra voler vedermi soffrire, allontanandomi discretamente quando la voglio baciare od eseguo i massaggi che l'altro fa.
quando lui dopo averla carezzata a lungo sulla parte esterna, la penetra con due dita, ha un sussulto, perde la testa per qualche minuto, era quel che volevo io. poi pero' si impone di riprendere il controllo.
e' eccitata, non troppo in verita' ma infine ha detto essersi divertita. almeno abbiamo fatto un passo in piu'. dice con il ragazzo giusto forse potremmo arrivare ad un rapporto completo o almeno ad una sua partecipazione attiva, non solo a ricevere massaggi.
la divertirebbe giocare al letto con l'altro mentre io sono costretto su di una poltrona esclusivamente a guardarli .
non la smette mai di stupirmi....
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13 anni fa
semprecerco,
30/27
Ultima visita: 12 anni fa
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La prima serata privè 2006
In macchina Paola sul sedile di dietro si agita non riesce a stare ferma. Dallo specchietto che ho spostato inquadro le sue gambe eleganti con le autoreggenti il cui bordo è appena coperto dalla gonna blu corta e la spiritosa maglia a zip dello stesso colore. Marco non fa mistero di gradire molto e si volta spesso a guardarla mentre lei continua a fare domande dimostrando assieme curiosità e nervosismo. “Stai tranquillissima Paola ho capito perfettamente . Pino mi ha spiegato tutto quello che non vuoi e la vostra fantasia. Mi ha detto pure di Amburgo…” “Appunto. Togliti dalla testa quell’esperienza. Niente di simile. Hai capito bene?”. “Paolaaaa. Ma ti devi fidare. Non sono cretino. Te lo ripeto per l’ennesima volta: nessuna penetrazione, tu non farai nulla,e io farò da filtro severissimo e spiegherò tutto. Però con un’eccezione finale non è vero? “ Paola ride. “Ma daiiii: Pino te l’ha detto? Sai quali sono i limiti anche per te? “ “Devi proprio credere che io sia stupido. Io potrò usare le mani e solo quelle. Giusto?” “E solo alla fine, quando lo dico io” “Devo firmarti un contratto o ti basta la parola?” Ridiamo tutti mentre Marco al volo e con ritardo mi fa imboccare una strada stretta. Guido con calma . Non ho fretta perché sono diversi anni che parliamo di questa nostra fantasia, e mi voglio godere la preparazione e l’ eccitazione. Oltre l’età mia moglie è davvero carina. Il trucco nasconde qualche ruga attorno agli occhi ma per il resto è sempre molto bella e desiderabile con quelle lunghe ed eleganti gambe fasciate (nonostante sia caldo) dalle autoreggenti. Anche qualche chilo in più non le sta male. Il mio amico e complice mi fa cenno di accostare: Il club non è distante e non c’è parcheggio. Ora Paola ha smesso di parlare e ridere e sembra in tensione. Marco fa strada, ci precede mentre io prendo mia moglie sottobraccio e la sorreggo sui tacchi insolitamente alti per lei e che le rendono complesso tenere l’andatura sul pavè. L’ingresso del club è nascosto, anonimo, al campanello del portone Marco dice qualcosa che sembra una frase concordata. Scendiamo due rampe buie e squallide e Paola mi guarda con terrore. “Ma Marco dove cazzo siamo?”. “Tranquilli, tranquilli vedrete quanto è bello dentro”. Ed in effetti alle spalle dell’impettito signore che ci apre sfavilla subito un clamoroso e fuori luogo ingresso rosso e oro ,con tende, colonne dorate, specchi, divanetti in stile. La luce soffusa, come la musica, non ci impedisce di apprezzare comunque un luogo elegante e raffinato soprattutto quando entriamo nell’enorme sala centrale. Marco e uno degli uomini che ci hanno accolto, ci accompagnano ad un tavolino con quattro poltroncine poco distante dal moderno bancone del bar. Nella sala c’è parecchia gente. La si intuisce più che vedere. Un paio di coppie ballano al centro della pista attraversata da fasci di luce che ruotano lentamente. Ci sono degli uomini seduti ai bordi che osservano, altri gruppi nascosti nella penombra, tutto molto normale, come una discoteca degli anni 70 con i lenti. Un cameriere porta 3 bicchieri ed un bottiglia di Ferrari. Faccio per estrarre il portafoglio ma Marco mi frena: “stasera siete ospiti”. Paola ha accavallato le gambe: il bordo dell’autoreggente fa capolino impertinente ma lei sembra ancora a disagio. Tutt’altra persona rispetto a quella che non più di tre notti fa mi ha letteralmente violentato al solo pensiero di poter realizzare quella sua fantasia di tanto tempo fa. Sembra incerta e tesa. Anche Marco se ne accorge e ribadisce :” Paola nessun obbligo, quando cambi idea… puoi andartene semplicemente, ok? “ Mia moglie annuisce sorridendo. Marco ricambia il sorriso: “Io comincio ad andare in giro, comincio a sondare il terreno…mi permettete?”. Si alza senza attendere risposta e si dirige verso un gruppetto di persone . Scompare nella penombra. Paola mi mette la mano sulla gamba facendo un cenno del capo verso la nostra sinistra. Una donna, non distinguo l’età ma le gambe scoperte sono quasi accecanti quando il fascio di luce le colpisce, seduta in mezzo a due uomini sul divanetto ne sta baciando appassionatamente un uomo mentre l’altro si preoccupa di tirare su finchè è possibile il poco della gonna che resta a coprire lo slip. Il lui della coppia che balla ha la mano sul sedere della compagna. Un giovane, sulla trentina,si avvicina a noi, armato di un sorriso ammiccante: ci chiede se può sedersi al tavolo. “No grazie” gli dico con educazione. E’ perplesso, si blocca mentre già stava scansando la seggiola, guarda Paola, dentro la scollatura, le calze. Torna ad osservare me quasi sorpreso. Alza la mano destra in segno di scusa, spegne il sorriso e gira i tacchi. “Fai colpo vedi?” Dico a mia moglie. “ E’ molto buio Pino” si schernisce lei ridendo. Allungo la mano sulle sue gambe, la carezzo e sento la reazione e quando la mano supera il bordo autoreggente elastico. La pelle sembra avere un guizzo. Con delicatezza proseguo sino al borgo dello slippino che ha indossato per l’occasione. La sfioro e le provoco un altro sussulto. “Come va?” le sussurro. “Bene, bene…ma aspetta”. Cambia posizione sulla poltroncina. Beviamo ancora, Paola è già al terzo flut quando Marco torna. “Venite vi faccio vedere”. Ci alziamo e lo seguiamo attraversando la pista. Ora le coppie sono due e uno dei due cavalieri ha la mano sotto la gonna della sua dama avvinghiata a lui. Entriamo in un corridoio dalla luce ancora più fioca. Sulla destra dietro un pesante tendaggio che Marco sposta, un varco che da in una stanzetta piccola. Un letto al centro con copertina vintage a righe bianco e verdi, un paio di seggiole, un abat jour rosso ed un grande specchio alla parete che riflette il tutto. Non bellissima per la verità ma non importa. “Se volete questa è la vostra postazione. Fate con comodo. Torno tra poco per sapere se devo o no proseguire”. Da una pacca sulla spalla a Paola, torna a scansare il tendaggio ed esce. Restiamo fermi con un sorriso acerbo e stampato. Ci guardiamo, poi Paola mi abbraccia e mi bacia. “Allora, andiamo via o…?” Mia moglie fa quello sguardo malizioso che 24 anni fa mi fece sciogliere: due passi indietro e si slaccia un po’ la slip del golfino. Un attimo e la gonna scivola sulle calze come se non aspettasse altro. Le autoreggenti sono belle, non molto alte come piacciono a me, sotto indossa un completino rosa, mini slip che faticano molto a contenere, reggiseno elegante. Per farsi ammirare da me si ferma un attimo e si inginocchia sul letto in slip e golfino slacciato. “Può andare?” cmo chiede poggiando il ginocchio sinistro sul letto e il piede destro sul materasso in una posizione strana che mi consente di ammirare calze e slip? Poi al mio cenno di ammirazione si sfila anche il golfino ed il reggiseno. Paola a seno nudo, in slip e autoreggenti, il delicato girocollo che le ho regalato, e di siede sul letto. Bella. Mi siedo anche dall’altra parte. Lei chiude gli occhi mentre accarezzo i capelli, le bacio la fronte, le sfioro con le dita il seno. Le mormoro le frasi che so che lei gradisce anticipandole quando accadrà. Quando la mano sinistra valica il monte di venere sugli slippini e da sopra la sfiora tra le gambe la sensazione di umido che percepisco non consente dubbi sulla sua reazione. Continuo a sussurrarle piano qualcosa, le sfioro ancora i capezzoli, lei è sempre ad occhi chiusi e si stende. Le divarico con la sinistra le gambe. Ubbidiente segue la spinta della mia mano e il suo braccio destro finisce piegato sotto la testa a mo’ di cuscino. Con la sinistra ora lei si sfiora da sola sulla stoffa rosa. Così la trova Marco che fa capolino dalla tenda: lei neanche lo vede . Ha ancora gli occhi chiusi. Ci scambiamo uno sguardo d’intesa. Lui riscompare. Ancora due minuti di frasi con Paola il cui respiro ora si è fatto più pesante mentre si tocca sempre sopra gli slippini e la tenda torna ad aprirsi. Marco è con due uomini. Uno ha l’età nostra, fisico un po’ appesantito ma discreto, non molto alto. L’altro potrà avere una trentina d’anni, capelli ricci. Uno dei due accenna ad un buonasera. Paola apre gli occhi, la mano istintivamente copre il seno nudo. La tranquillizzo continuando a carezzarle la fronte. Paola li guarda ma non si muove: divarica di più le gambe. Il silenzio nella stanza è surreale tanto che il rumore delle cerniere che scendono sembra sovrastare il vago sottofondo musicale che giunge dalla sala. I due si avvicinano, entrambi dalla stessa parte del letto. Paola li guarda con un sorriso e non distoglie lo sguardo da quei due membri emersi già turgidi : uno bianco, stretto, lungo e dritto guidato dalla mano giovane e decisa. L’altro più scuro,tozzo e leggermente ricurvo verso il basso. Non bello secondo me. Le due mani iniziano il lavoro che evidentemente conoscono bene. Il più giovane con il pene lungo, si avvicina, mette un ginocchio sul letto, mi guarda come per chiedere il permesso, io annuisco. La destra impugna il membro con la sinistra con studiata delicatezza con il medio scansa il bordo dello slip che peraltro già faceva intravedere molto. Nonostante la penombra la peluria di Paola si staglia nettamente così come le labbra dischiuse della sua vagina bagnata. Vibra di piacere mia moglie quando nella manovra lui, e credo non sia casuale, esita e con le nocche della mano tocca più volte il fiore dischiuso. L’altro ha appoggiato la punta del suo pene ricurvo sulla coscia , a contatto con la calza. La mano che lo masturba imprime anche un lieve movimento a strisciare il glande sul bordodell’autoreggente. Paola guarda tutto con attenzione fremendo. La sua mano interviene a tenere più scansata la mutandina in modo che ora il lungo pene bianco possa essere in direzione della vulva sfiorandola dall’alto ma non toccandola ed il movimento della mano dell’uomo si fa forte e deciso. Il più anziano mugola, l’altro ansimando ripete “bella bella” e la mia eccitazione mi porta a slacciarmi i pantaloni per liberarla. Paola per un attimo non segue più i due, me lo guarda già deciso ed eretto, sorride e fa un espressione come per dire…accidenti, bravo, e la mano che aveva sotto la testa la allunga per carezzarmi i testicoli. Non mi tocca la verga, solo sotto. Gli altri due hanno ormai un ritmo sfrenato e l’ansimare denuncia la vicinanza del momento. Paola si inarca scansa lo slippino per scoprirsi il più possibile, quando il lungo cazzo sussulta e lo schizzo bianco denso la centra prima sull’inguine, il secondo sulla mano, il terzo sulla stoffa e solo il quarto cola finalmente tra le labbra roventi,umide e spalancate. La visione dello sperma sulle sue mutandine, tra le sue gambe mi eccita tremendamente. Mentre lui sta ancora spremendo il succo abbondante, con un sibilo della bocca l’altro comincia la lasciare una striscia bianca, umida, odorosa sulla gamba velata di Paola e la punta dell’uccello che continua ad emettere linfa bianca la spande e la distribuisce premendola sulla calza. Paola ha tirato su la testa per osservare bene. Lascia il bordo dello slip e la mano strofina ( toccando per un attimo involontariamente il membro più tozzo quasi subito rilassato) prima la calza intrisa e colante, poi con forza si precipita tra le gambe a mescolare con movimento rotatorio, a strofinare la crema bianca che nel movimento forsennato si rapprende, quasi solidifica quando due dita di mia moglie intrise penetrano nella vulva e i sussulti e quasi l’urlo soffocato confermano il primo orgasmo. Il secondo dei due è appena uscito dalla stanza che Paola sta continuando a carezzarsi con le mutandine tornate al loro posto intrise e odorose. Ora si volta e mi fa cenno di volerlo in bocca. Mi avvicino a lei e la sua lingua ha appena iniziato il movimento circolatorio di approccio quando Marco entra con altri tre uomini. Paola li guarda sott’occhio ma ha iniziato a suggere e leccarmi e non mi abbandona. Trema di piacere intravedendo i tre che stavolta si tolgono i pantaloni e gli slip con Marco che si siede sulla seggiola ad osservare sorridendo. Due sono ragazzi, avranno non più di 27-28 anni, uno è sulla quarantina un fisico clamoroso ed un uccello gigantesco uno dei più grossi che abbia visto. Gli altri due a confronto (e anche il mio, scomparso nelle fauci di una Paola che ora è percorsa da brividi) sembrano scherzetti. I due più piccoli salgono sul letto costringendo Paola a scansarsi: uno da una parte e uno dall’altra. Le aprono ancora di più le gambe con delicatezza per consentire al terzo di mettersi in ginocchio tra le cosce spalancate ma nessuno accenna a cose non concordate. Solo uno dei due scansandole bene la mutandina per guardarle la fica spalancata e impregnata, indugia quasi per caso un po’ sul clitoride. Ma non ce ne sarebbe bisogno perché mentre le quattro mani la preparano Paola ha un sussulto ed un secondo orgasmo mugolato sul mio uccello nella sua bocca, tesissimo, sul punto di non resistere più. Uno le tiene scansato lo slip mentre entrambi si segano forte con le cappelle lucide a una decina di centimetri dai peli e dalla vagina spalancata e colante di Paola. L’altro con quel suo uccellone, in ginocchio tra le cosce di mia moglie, osserva uno stupendo panorama da quella posizione e fa scorrere lentamente la sua mano lungo l’asta lunghissima e con la punta violacea. I fremiti di Paola, il suo piacere e la scena cui assisto superano la mia resistenza. Un primo incredibile, sconvolgente orgasmo giunge a valanga improvviso scaricando un fiume nella bocca di mia moglie e facendomi urlare. Lei è brava, ingoia come sempre ma non ce la fa tutta insieme ed un rivolo bianco esce dalle labbra serrate attorno al mio glande mentre è percorsa da scatti strani e la sua mano corre tra le gambe. Proprio nel momento in cui prima uno e poi l’altro dei due membri, a distanza di pochi secondi, scaricano sui suoi peli, sulla mano, sulla fica il loro torrente a fiotti. Spremono, stringono, gridano mentre il filo bianco denso si mescola, schizzi giungono all’ombelico, sulla coperta a strisce. E la mano frenetica di Paola scava tra le sue gambe esce ed entra con due tre dita intrise, si passa sulla pancia torna sul clitoride ormai lamentandosi, con il mento colante il mio sperma uscito dalla bocca. E’ il momento in cui il grosso calibro sceglie per avvicinarsi di più alla fica con le gambe sempre più spalancate dall’aiuto di quattro mani . Per un attimo temo voglia penetrarla, faccio per intervenire ma in quel momento uno schizzo enorme, potente partito da non più di 10 centimetri dai suoi peli scavalca tutto e lascia un tratteggiato bianco sino al seno di mia moglie. La seconda potente bordata centra addirittura il capezzolo e Paola con la mano zuppa se la massaggia su tutti e due i seni come colta da raptus. Quando gli altri schizzi la investono con millimetrica precisione tra le cosce tenute spalancate e sollevate dagli altri due e il rivolo riempe il suo desiderio oscenamente dischiuso , la mano di Paola ci affonda morbida dentro, con un flop rumoroso che precede di pochi istante il turbinio del nuovo acme sconquassante del suo piacere. Trema ora come in preda a convulsioni sul letto ,zuppa di crema bianca ovunque. I tre non dicono nulla. Si rivestono ed escono con Paola che ha ancora gli occhi chiusi e la mano tra le gambe . Il mio pene è di nuovo in tiro ma la lascio riprendere fiato. Con delicatezza le sfilo gli slip diventati zuppi di sperma e con un odore intensissimo. Paola aiuta sollevando il bacino ma non aprendo gli occhi. Torno vicino a lei. Le sfioro con il dito il seno bagnato, guardo le sue eleganti calze nere ora a chiazze. I peli maditi. Entrano altri due ragazzi. Anche Marco si alza dalla seggiola, dove lo avevo dimenticato. E’ nudo. Si è spogliato senza che me ne accorgessi. Giustamente viene ad incassare la sua parte e da buon bisex è eccitato due volte. Paola è sfinita quando lui le scansa la mano che teneva serrata tra le cosce. Troppo stanca per fare qualcosa ed allora inizio la mia sega sul suo seno, sul viso mentre lei ad occhi sempre chiusi, ha messo le mani dietro la testa in balia nostra totale. Marco le si siede accanto dalla parte opposta alla mia. I due si sistemano vivino alla gambe iniziando a masturbarsi con la punta dei loro membri diretta sulle calze. Il nostro amico la sistema con gentilezza con le gambe aperte. Poi prende in mano il suo considerevole arnese e con l’altra le massaggia la pancia, l’ombelico, i seni spandendo e massaggiando lo sperma ed i residui dei 5 uomini che le sono venuti addosso. Quando ormai il ventre di Paola è omogeneo e lucido e la sua mano grondante, scende a prendere la sua ricompensa. Non ha problemi a penetrare Paola con tre dita producendo un rumore fortissimo che denuncia come le manovre di Paola e la potenza degli schizzi abbiamo fatto “il pieno” tra le gambe di mia moglie. E Marco va ancora più dentro, indugia titilla. Penetra con forza con due , tre, persino quattro dita mentre Paola è tornata a mugolare e si prepara all’ultimo sussulto raschiando il fondo delle sue riserve. Gli altri due guardano e seguono l’azione con movimento frenetico. Non ha limiti nella sua esplorazione Marco, lo vedo bene : la lubrificazione è tale che le due dita che penetrano dietro scivolano senza alcuna resistenza . A quella scena di Paola penetrata dietro dalle dita di Marco in una mare di sperma vengo a fontana sul suo volto e i suoi seni senza che mia moglie abbia la forza di fare altro che emettere un nuovo lamento e iniziare un lungo lento profondo godimento seguendo con il corpo i movimenti della mano del nostro amico. Gli viene nelle dita con il residuo barlume di forza mentre Marco assesta gli ultimi colpi al suo turgido pene e dopo essersi messo di fianco a mia moglie con il glande a contatto del capezzolo, la innaffia ancora con i primi due schizzi che giungono anche addosso a me dall’altra parte e poi completa sulla sua pancia, sul viso, sui seni . L’ultimo zampillo cade sulla sua bocca dischiusa in un lungo lamento. La sua lingua istintivamente lo cattura. Nel momento in cui gli altri due si liberano della loro liquida eccitazione irrorando le calze di Paola ormai bianche e nere. I due finiscono bene, spremono le ultime gocce mentre noi crolliamo sul letto a fianco a Paola. Il sonno non era previsto. Ma quando riapro gli occhi e vedo tutti e due addormentati capisco dalla patina secca sul corpo di Paola che abbiamo dormito almeno una ventina di minuti. In piedi davanti alla tenda c’è un signore anziano che si masturba in silenzio guardando Paola ancora a gambe spalancate. Esita dopo aver visto che mi sono svegliato. Gli sorrido per fargli capire che può. Solo pochi secondi, poi si avvicina timido, furtivo, con la punta del pene ai piedi di mia moglie e il seme cola silenzioso senza schizzi tra le dita inguainate dalle calza. Paola ancora dorme. L’uomo mi lancia un’occhiata di ringraziamento e fugge via. Più tardi, sotto la doccia dietro la stanza, mentre massaggio il suo bel corpo e lo pulisco con il profumato bagno schiuma e lei ancora stanca mi abbraccia e mi bacia appena può, in quel momento, capisco che meglio non potevamo interpretare quella nostra antica fantasia.
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13 anni fa
paolapino,
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Iniziammo così 1986
“Non ci posso credere Paola ma era la prima volta?” “Assolutamente” “Ma come appena sposati?” “Che posso farci? Io sono strana” “Ma Pino che ha detto?” “Sai Clara, Pino, da quanto ci siamo fidanzati, sa come sono. Il mio bisogno di conferme di piacere, la repressione dei miei che mi ha condizionata, io sono stata chiara con lui sin dall’inizio: non posso pensare che sarai da qui in poi l’unico. Ho troppa voglia, troppo desiderio, forse è troppo presto per sposarci, gli ho detto” “E lui?” “Serafico ha detto che lo sapeva, che il desiderio andava ricondotto all’interno del nostro indiscutibile amore e condiviso e che assieme avremmo potuto vivere momenti trasgressivi a patto di essere sinceri e condividerli” “Insomma pur di non perderti… va bene anche che ti scopi altri” “Ma vale anche per lui” “ E’ un amore strano questo Paola” “Certo, è il nostro. Unico, ma che tiene presente come sono io intimamente e come è lui” “Va bene, va bene. Lui sapeva bene la tua vita frizzante, i tuoi desideri prima, le tue fantasie ma pensavo che appena sposati e poi con quello… ma dai raccontami bene” “Dunque: dopo cena Mario e Pino si erano seduti sul nostro nuovo divano: sembravano due vecchi amici e mi sono sorpresa a guardarli con interesse tutti e due. Pino mi piace, lo sai, in quel momento aveva un'espressione serena , ma Mario aveva un qualcosa di selvaggio, di attraente. Sentivo un tremendo languore ,un istinto feroce e ho fatto una cosa che non avrei mai creduto: mi sono andata a sedere in mezzo a loro facendo chiaramente in modo di provocarli”. “Ma proprio il suo amico di sempre…?” “Appunto restava in famiglia no? “ “Dai continua Paola. Come eri vestita?” “Avevo la mini nera, già corta, e certo non sono stata attenta al modo di sedere sul divano. Autoreggenti nere e slip lavorati di pizzo nero. Camicetta celeste. Scherzavano ed io raccoglievo e rilanciavo le allusioni e le battutine. Pino è rimasto sorpreso ma poi ha iniziato a scherzare sul fatto che la mini era salita troppo e con la scusa di tirarla giù mi ha messo la mano sulla gamba. Abbiamo cominciato una lotta scherzosa e Pino allora ha chiesto l’aiuto di Mario “dicendogli: me la tieni un secondo che le metto a posto la gonna?”. Mario mi tenne le braccia avvicinandomi a lui e bloccandomi ma il mio gomito così facendo era a contatto lì dove già sentivo duro! Mario mi teneva ferma ma il suo abbraccio forte e deciso finiva inevitabilmente con il coinvolgere e toccare il mio seno , nudo sotto la maglia e tu sai che quando sento così i capezzoli mi tradiscono. Cercando di divincolarmi scherzosamente finii per mettere la mano al posto del gomito e ora sentivo chiaramente sotto le mie dita la consistenza della sua eccitazione e seppure bloccata , almeno formalmente, accennai una lieve carezza con la punta delle dita. E Pino a quel punto la gonna non l’aveva messa a posto: l’aveva fatta salire ancora, aveva scoperto i miei slip e mi toccava l’interno della coscia sfiorandomi in mezzo alle gambe, con il taglio della mano, mentre Mario mi teneva sempre ed io sentivo vicinissimo il suo profumo forte, il suo fiato sul collo che avrei voluto mi baciasse. Questa volta la sensazione che mi aveva preso era sì di calore ma di nessun imbarazzo. Sentivo solo piacere languido e forte, e desiderio di fare cose che non avevo mai osato né pensato fare. Mi sono arresa subito a queste ondate di desiderio, ho aperto chiaramente le gambe lasciando che la gonna nera salisse ancora e che le mani di tutti e due frugassero prima piano tra le gambe poi sotto gli slip. Avevo caldo, il bordo delle calze mi sembrava bollente. Sentivo il tocco differente delle dita di tutti e due che sembravano artisti in una suonata a quattro mani sul piano più melodioso che si potesse pensare. Erano in perfetta sintonia, sfioravano, stringevano, sapevano affondare la dove sentivo il calore più forte, ora l’uno , ora l’altro, avvertivo chiara la differenza delle carezze, la loro diversa ansia di esplorarmi e di penetrarmi: Pino più deciso, più padrone, Mario più timido e più dolce a cercare angoli e pertugi che Pino forse aveva dimenticato. Fu Mario che mi tolse dall’impaccio sollevandomi i fianchi, liberandomi dallo slip e riprendendo poi il suo posto nella staffetta incredibile dove l’unico testimone era il mio piacere che sembravano sapersi perfettamente passare l’un l’altro .E non capivo più niente. Ho allungato le mani e toccato contemporaneamente sopra i pantaloni ancora chiusi i loro cazzi: erano duri tutti e due, e loro intuirono che era quello il momento in cui desideravo che li tirassero fuori, per ghermirli con forza, per sentirne la vellutata consistenza e la prepotente forza, per saggiarne la durezza e soprattutto guardarli, tutti e due assieme . Ormai ero partita. Li tenni in mano assieme, a destra Pino a sinistra l’altro, e lasciavo le gambe spalancate in modo osceno ormai prontissima a qualsiasi penetrazione, non solo quella delle loro mani la cui fantasia ed il cui ritmo sembravano inesauribili. Mario spezzò il momento di estasi prendendo le mie gambe e sollevandomi per metterle sul divano alzandosi lui per fare loro posto e per divaricarle leggermente: stesa a pancia in sotto con il volto sulle gambe di Pino venne istintivo: glielo presi in bocca mentre l’altro mi sfilava gonna ed iniziava la più bella ed eccitante leccata che io ricordi. Partendo dalle natiche giungeva verso il centro del mio fuoco, e sentivo la sua lingua che mi sembrava rovente esplorare il solco tra i glutei, violarlo, scendere e poi risalire seguendo il contorno di ogni più recondito e misterioso anfratto dal quale sorgevano mille stille di piacere. Avevo voglia di lingua e Mario la lasciava andare e venire prima piano poi forte e poi ancora e ancora leccava e si muoveva ed io sentivo un piacere sconosciuto scuotermi dalla punta dei piedi ai capelli. Poi è stato Pino a girarmi. Stavolta non volevo essere passiva, volevo fare io. Quando mio marito mi ha stesa sul divano e iniziato a scoparmi con una violenza quasi dolorosa ma bellissima, ho preso in mano quello di Mario che secondo me era più corto ma più largo di quello di Pino e l’ho tirato verso la mia bocca e l’ho circondato con le labbra di slancio. Non so quanto siamo stati così e quante volte ancora ho avuto sussulti tremendi di piacere. Poi mi sono accorta che Mario stava per venire: sentivo il membro pulsarmi in bocca e lui che lo stringeva disperatamente. Ho avuto paura: eravamo sul divano appena comprato,a terra c'era un tappeto , e non volevo che Pino vedesse avevo paura della sua reazione di fronte al piacere di Mario. Ormai ero in ballo,non avevo più alcun ritegno, alcuna riserva mentale, mi sentivo porca come mai e mi piaceva. Tenendolo in bocca ho guardato Mario, ho fatto un cenno affermativo con gli occhi tenendo le sue palle con la mano stringendole piano ed avvicinandole al viso per fargli capire di non uscire. Non ci crederai: l’ho fatto venire in bocca e per di più per la prima volta ho ingoiato tutto, sono stata costretta. Non finivano mai quegli schizzi, provavo un misto di disgusto e di piacere e cercavo di far finta di niente mentre lo sperma in gola per poco non mi soffocava quasi provocandomi uno stimolo di vomito e in quel momento Pino, che sembrava non essersi accorto di quanto accaduto in bocca, stava inondandomi la pancia di liquido bianco e caldo dopo averlo estratto all'ultimo secondo. Ho tenuto ancora per qualche secondo il cazzo di Mario in bocca e poi di scatto sono corsa in bagno vergognandomi come una ladra. Davanti allo specchio pulendomi la bocca mi sentivo totalmente soddisfatta ma la sensazione intima , perversa di piacere di prima era scomparsa. Mi sentivo a disagio pensando di dover tornare di là e affrontare una realtà scomoda. Così sono rimasta a lungo in bagno. Quando sono tornata Mario era stato mandato via da un Pino infuriatissimo. Aveva capito. Avevo fatto con Mario una cosa mai fatta con lui. Ho dovuto cercare di calmarlo, ho cercato di fargli capire che non era stata una scelta che non avevo preventivato nulla, che in fondo la cosa non mi era piaciuta molto che anzi avevo provato un po’ di ribrezzo. Ma mentre lo dicevo mi chiedevo se quella fosse la verità . Si è calmato solo quando mentre sedeva imbronciato con le braccia incrociate improvvisamente gliel’ho preso in bocca e ho iniziato un lento, lunghissimo bocchino pieno d'amore e di riconoscenza, capendo ciò che aveva provato . Lui aveva attimi di intensa eccitazione seguiti da insoliti momenti di calo di erezione come se due forze combattessero in lui, la rabbia e l'eccitazione. Era lentissimo, avevo un dolore forte alla bocca ma ho pensato che stavolta proprio che non potevo fermarmi. Quando l’ho sentito pronto l’ho guardato negli occhi facendo un ultimo sforzo andando avanti ed indietro l’ ho fatto venire in bocca : anche stavolta ho ingoiato, ma vuoi sapere? E’ stato bellissimo anche per me. E poi lui mi ha baciata sulla fronte e si è messo a piangere in bagno. Ha detto di no, ma l’ho sentito chiaramente. Ed io non so proprio perché l’ho fatto. Non capisco. E mi dispiace tanto perché mi sono resa conto che Pino ci soffre anche se lo nega.
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13 anni fa
paolapino,
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Adoro il volley 2001
“Paola ma mi senti? Mi stai ascoltando” . Annamaria ha assunto quell’espressione un po’ da bambina perversa che le è rimasta nonostante la maturità. “Si ti ascolto, Anna, certo che ti ascolto è che sono sorpresa; tutto mi aspettavo tranne che tuo marito in vacanza si trasformasse in questo modo. Lui che sosteneva sempre che l'unica trasgressine che avreste fatto nella vita sono gli incontri con noi! Ma come è successo, raccontami bene i dettagli”. “Ok. Tu sai che questa vacanza in Calabria la volevamo da tempo. Marco aveva prenotato le due settimane in quel villaggio che ti dicevo, presso Le Castella, molto carino. Avevamo decisamente bisogno di staccare dal lavoro, dai figli, dall’abitudine. E poi sai che ultimamente si era raffreddato sessualmente tanto che non siamo venuti con voi a Pisa ad inizio estate, ti ricordi? E del resto quantè che non facevamo nulla assieme?" “ Si appunto sono sorpresa, me lo avevi detto” “E devo dire Paola che quello che successo è anche merito tuo” “Mio? E che c’entro?” “Aspetta. Allora andiamo li. Bel posto, avevamo un appartamentino a piano terra, ma come sai non è che abbiamo avuto fortuna con il tempo . Va bene che fine agosto è da sempre un periodo negativo ma insomma speravamo meglio. A fianco e sopra negli appartamenti vicini c’era una squadra di pallavolo maschile. Non ho capito se era in viaggio premio o un pre-ritiro; ragazzi un po’ caciaroni e simpatici, era una squadra napoletana e sai come sono…” “Si capisco Anna” “ I primi giorni andavamo a mare poi il tempo ha iniziato a guastarsi e spesso eravamo in camera a chiacchierare, guardare la tv, ed io andavo a fumare nel patio davanti alla camera. E stando li chiacchieravo con questi ragazzi, li vedevo girare in mutande (un paio di volte anche nudi, è successo) e la cosa iniziava a solleticarmi. Una volta Marco che mi ha sentito scherzare con uno di questi, quando sono rientrata, ha fatto una cosa strana: mi ma messo la mano nello slip e mi ha chiesto se ero eccitata. Mi sembrava così inusuale eppure così invitante il gesto, che gli ho detto che lo ero sicuramente con tutti quegli uomini bellissimi e mezzi nudi che giravano la attorno” Mi era sembrata strana la sua mancanza di reazione. Poi il giorno dopo il villaggio organizzava una gita. Noi ci siamo andati e anche tre dei ragazzi della pallavolo e siamo stati assieme a chiacchierare in pullman. Avevo la gonna jeans corta, quella maglia tutta colorata e sotto lo slippino nero trasparente. Ad un certo punto, dopo una lunga camminata, ero stanca e mi sono seduta su alcuni sassi e neppure mi sono resa conto che quei ragazzi mi stessero facendo delle foto, credimi. Per fartela breve la sera scendono di sotto da noi e mi danno questa ” e Anna tira fuori dalla borsa una foto. Lei seduta, il fotografo probabilmente da posizione più bassa, le scarpe da tennis, la gonna che copre nulla, una visuale molto osè. “Ridendo mi hanno chiesto scusa e dato che avevano fatto una scommessa tra di loro volevano sapere se portavo o no gli slip!” “Però, diretti e provocanti” “Si. Ho riso e ho giurato di si, loro se ne sono andati ma io a mio marito che in quel momento non c’era, ho raccontato tutto e gli ho detto che la cosa mi aveva eccitato” “Una volta ti avrebbe quasi insultato…” “Infatti, però stavolta si è eccitato pure lui, mi ha baciata, toccata, ed allora è successo che sei arrivata tu…” “No, dai Anna, non scherzare, io che c’entro?” “Si si. Non so come mi è venuto ma… gli ho raccontato di quello che avete fatto tu e Pino ad Amburgo e della tua esperienza al privè di un mese fa!” “Ma daiiii ! Ma i fatti tuoi… Lo sapevo che non dovevo dirti nulla” “ E non basta: gli ho fatto vedere il sito (sai che Marco aveva il portatile) e gli ho fatto leggere il racconto. Lui leggeva ed io seduta sulle sue gambe che lo sfioravo… bellissimo. Per fartela breve era eccitatissimo e alla fine ha voluto che… gli facessi una sega e gli confessassi che cosa mi eccitava di più di quello che avevate fatto”. “ E tu glielo hai detto? “ “Si. Quello che sai, farmi venire addosso, il mio sogno erotico”. “ Però…” “ Quel pomeriggio è stato l’avvio. Poi per qualche giorno abbiamo fatto sempre l’amore immaginando varie situazioni in un crescendo costante. Passati due o tre giorni il tempo si è ristabilito e in spiaggia scherzavamo spesso con i ragazzi della pallavolo , anzi giocavamo con loro a beach volley e ogni tanto facevano apprezzamenti specie quando stavo senza il pezzo sopra del bikini a prendere il sole. E piano piano si è fatta strada, assieme alla confidenza con loro, ormai si cambiavano tranquillamente il costume bagnato davanti a me ammiccando, anche il mio folle progetto che una notte ho confidato a Marco”. “Sei pazza! “ “Beh Paola, mai quanto te. Insomma te la faccio breve. Abbiamo parlato molto io e Marco, e alla fine ci siamo decisi. Una sera dopo cena 4-5 di quei ragazzi sono venuti da noi a mangiare cocomero e bere uno spumantino, e Marco con uno straordinario coraggio ne ha presi da parte due e gli ha spiegato il mio progetto e quello che mi sarebbe piaciuto fare chiedendo loro se erano interessati ma ribadendo che il limite era rigorosamente quello da me indicato e che avrebbero potuto fare solo quello che avevo chiesto se gli stava bene altrimenti sarebbero stati guai”. “Pazzesco, Marco che fa una cosa del genere, ma …avete cambiato spacciatore? Ah ah “ Avevo comprato un completino nero: slip molto carini, trasparenti, a fascia alta ma a perizoma, reggiseno piuttosto… imbottito e robusto, sai che io con la mia seconda scarsa…” “Si me l’hai fatto vedere prima di partire, molto carino. Dai racconta Anna. Mi ecciti” “Allora la sera del venerdì, era la penultima sera, c’era la cena caratteristica calabrese, una specie di serata di gala. Era una giornata fresca. L’accordo era per prima di cena. Attorno alle 18, sette ragazzi della squadra sono venuti in camera da noi e io li ho accolti con addosso solo il completino. Mi hanno chiesto se era quello che io volevo… e quando ho risposto di si ero già via di testa. Mi sono messa sul letto stesa e tutti e 8 gli uomini li attorno, Marco compreso. Lui ha detto che potevano spogliasi tutti e mi ha tolto mutandine e reggiseno lasciandomi nuda, li stesa davanti a loro. “Mamma mia con quei bei ragazzi…” “Si Paola, tutti hanno iniziato a masturbarsi con una mano e con l’altra a toccarmi ovunque. Avevo addosso sei, sette, mani che mi esploravano, mi toccavano, mi aprivano, stringevano i capezzoli, mi facevano assumere le pose più sconce e godevo come una matta” “ Ci credo, e hanno rispettato i patti?” “ Loro si. Si segavano davanti a me, seduti sul letto, in piedi, mi toccavano ma non facevano altro. Io magari la mano l’ho allungata per toccarne qualcuno, ma appena appena. C’era un atmosfera incredibile in quella stanza” “ E Marco?” “Marco stava dietro a controllare che tutto andasse come previsto e si toccava anche lui. Poi dopo una decina di minuti hanno iniziato. Quelli del lato destro dovevano sborrare nella mutandina, quelli del lato sinistro nelle coppe del reggiseno” “ E lo hanno fatto?” “Siiiii, incredibile. Uno dopo l’altro masturbandosi si sono passati il mio indumendo. Le mutandine erano praticamente zuppe di sperma (tra l’altro ovviamente qualche schizzo mi colava anche addosso) ma devi vedere con quanta cura tenevano dritte le coppe del reggiseno per versare li dentro il loro nettare”. Quando sono venuti tutti Marco è intervenuto e li ha pregati di rivestirsi e di andare. E sono stati bravissimi. Uno solo voleva sapere se era possibile farsi un’altra sega su di me o scoparmi, ma Marco lo ha pregato di andare. Mente uscivano mi sono alzata dal letto e mio marito mi ha dato il reggiseno pieno di sperma. Ce n’era tanto. E l’ho indossato così!!! Poi mentre ero piena e sentito i miei capezzoli inondati di quel liquido bianco ancora tiepido che mi colava sulla pancia, Marco mi ha aiutata ad indossare lo slip zuppo della loro sborra. Così mi sono stesa sul letto inebriata da quell’odore incredibile e mio marito mi ha voluto spruzzare anche il suo sugli slippini facendosi la meritata sega mentre io mi masturbavo con quell’odore e quel liquido che colava ovunque e che bagnava l’interno dei miei slip, la mia mano, i miei seni. Sono venuta tre o quattro volte leccando le mie dita e riprendendo in continuazione. Quando mi è passato il raptus gran parte dello sperma di tutti e otto si era già rappreso. Abbiamo aspettato ancora così una ventina di minuti. Gemevo dal piacere aspettando e pensando al finale. Marco ha preso l’asciugamano del mare e ha finito di asciugarmi e io mi sono alzata, e ho messo il vestito nero sopra il completino. Così semplicemente sopra. E siamo andati alla cena. Una signora che avevo conosciuto, quando eravamo al secondo, mi ha detto in un orecchio “ mi sa che ha il costume ancora bagnato, perché si vede il bagnato sul vestito” ed io sentivo ancora quell’odore nel naso, e forse lo sentiva anche lei… e a momenti venivo di nuovo quando uno dei ragazzi della pallavolo mi ha portato una coppa di champagne”. Da quel momento Paola adoro il volley
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13 anni fa
paolapino,
50/50
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Al tavolo verde 1998
“Ma dai Luigi non ci posso credere anche voi avete avuto questo tipo di esperienza? “ Paola quasi è offensiva questa tua sorpresa. Non ci credevi capaci?” Lo osservo senza poter nascondere l’ espressione sorpresa nell’aver appreso che lui e Marina hanno fatto giochi sexy. Di Marina sapevo ( sempre stata piuttosto svelta ) ma avevo collocato gli episodi che mi aveva raccontato vagamente all’università o comunque prima di stare con Luigi ben noto per la sua gelosia. “Ora se non mi racconti tutto ti odierò per sempre. Quando è accaduta questa cosa del poker strip?” “Qualche anno fa, ma non era una cosa intima…insomma, era una cosa particolare” “Ma come è accaduto su racconta” “Ricordi quei due amici che avevamo all’inizio quando ci siamo conosciuti?” “ Manu e Vittorio? Certo , un po’ strani te l’avevo detto” “Emanuela e Vittorio sono un po’ più grandi di noi, lui era il titolare della palestra dove Marina lavorava. Lei invece una promotrice finanziaria. Non una bomba sexy, insomma,ma graziosa, no?” “Se lo dici tu…” “Lei era i quel periodo molto impegnata: faceva corsi, partecipava a convegni sulla nuova coppia, insomma era diventata la teorica del gruppo per una via , come diceva lei, più libera e consapevole all’amore. Avevamo simpatizzato e qualche volta si andava a cena da loro o loro venivano da noi. Era divertente perché Manu parlava di sesso come raramente avevo sentito fare ad una donna, senza pregiudizi, senza tabù e raccontava persino apertamente di qualche incontro avuto già nel periodo in cui stava con Vittorio . La confidenza andava aumentando così come la curiosità che i due ci suscitavano :soprattutto le volte che parlavano dei club. Una sera mentre si parlava di argomenti vari Vittorio ci chiese esplicitamente se,dopo tutte le teorie che avevamo condiviso , tutti i discorsi, a noi fosse capitato mai qualche esperienza particolare.Lo diceva quasi certo della nostra risposta negativa (continuava a sostenere che io fossi un gelosone possessivo non pentito) e quando Marina ammise che avevamo avuto molte fantasie quasi ci tormentò per conoscerne la portata e la frequenza. Lei per fortuna non andò oltre e non scese in dettagli che mi avrebbero messo abbastanza in imbarazzo . Ma era chiaro che la loro considerazione nei nostri confronti cambiò da quel momento. Aumentarono i racconti, le serate si stavano facendo piuttosto … stimolanti sino a che Emanuela telefonò a Marina una sera per proporle un’uscita particolare. Ad un club di loro conoscenza c‘era la serata del poker strip con giochi e penitenze : pochi chilometri fuori, in campagna . Escluse nel modo più assoluto orge o contatti sessuali con altri . Una cosa molto celebrale, sosteneva,molto sensuale e addirittura speciale . Risposta a stretto giro perché dovevano prenotare. Ne parlammo pochi istanti prima di ritelefonare e dare la nostra adesione, ma Marina era stata categorica: voleva stare al tavolo solo con noi quattro e non intendeva andare oltre il poker strip. Emanuela non era particolarmente elegante o provocante quella sera: Marina aveva optato invece per una gonna non troppo mini, calze scure con reggicalze, e aveva quell’aria da “preda difficile” che tanto mi piaceva. I pochi chilometri erano in realtà una trentina , ed il casolare di campagna era molto isolato e piuttosto buio tanto che ci avvicinammo (eravamo in macchina con loro) con una certa inquietudine. “ Ma dove ci portate…” scherzavo “ è un rapimento”. Nessuna luce particolare né indicazioni, niente di niente, fuori solo la musica che filtrava piano dagli scuri delle finestre rigorosamente chiusi mentre ci avvicinavamo dopo aver lasciato l’auto in uno spiazzo. Salimmo le poche scale del casolare e Vittorio ci lasciò qualche metro indietro: “ vado io “ sparendo dentro la porta che si era appena dischiusa alla sua scampanellata, e richiudendola alle sua spalle. Nessuno di noi tre disse una parola, ma Manuela ci sorrideva con fare tranquillizzante. Riapparve Vittorio dopo qualche minuto di attesa ( era anche piuttosto freddo) invitandoci ad entrare. L’ingresso era ampio e in stridente contrasto con il casolare “nature” : stanza ristrutturata, velluto ovunque, divani, un cantante che accennava all’organo una canzone dolce, nel complesso un ambiente molto caldo e piacevole dove c’erano al massimo tre o quattro coppie e qualche persona sparsa. Niente di compromettente o di particolare: sembrava un night leggermente più illuminato. “Per il poker, vero?” – ci sussurrò un cameriere sbucato improvvisamente da una tenda che non avevo notato. “ Seguitemi” fece spostando la tenda ed invitandoci ad entrare in un corridoio molto suggestivo, parete a mattone e illuminato da due torce autentiche ed accese con effetto medioevale quasi inquietante. Percorremmo alcuni metri superando un paio di porte chiuse : alla terza la nostra guida si fermò , disse qualcosa che non riuscii a capire a Vittorio, estrasse una chiave ed aprì. Entrammo: tavolo al centro, velluto e moquette le davano un effetto completamente verde ! Verdi anche due divanetti ai lati della stanza. “ Tra poco arriva il tutto, accomodatevi” Uscì chiudendo la porta alle sue spalle. Vittorio ci chiese se trovavamo carino l’ambiente mentre Emanuela , come se fosse di casa, si era già seduta al robusto e molto ampio tavolo verde. Qualche istante dopo tornò il cameriere con un blocchetto delle ordinazioni e seguito da un giovane, sui 28-30 anni, piuttosto alto, non male, capelli lunghi e vestito molto casual. Ce lo presentò come il quinto del nostro tavolo e organizzatore del gioco. Ordinammo da bere, e ci sedemmo seguendo le disposizioni del nostro croupier : distribuì poche fiches e spiegò le regole del gioco. Una volta persa la posta si poteva ottenerne un’altra in cambio di un indumento. Una volta nudi si poteva avere ancora una posta pagando il pegno che colui in vantaggio su tutti in quel momento decideva. Alla fine dei giri chiamati dal croupier … il vincitore avrebbe avuto diritto a una bottiglia di champagne se accettavamo spettatori e a stabilire la maxipenitenza per colui o colei avesse “perso più poste” . Nessuno commentò: Vittorio assicurò che era meglio accettare spettatori perché il gioco era più divertente e perché non davano alcun fastidio e almeno la posta sarebbe stata concreta. Mentre stabilivamo i posti come ai tavoli seri, entrarono due o tre persone , uomini, età diciamo tra 40 ed i 50 anni che andarono a sedersi sui divanetti (coperti da penzuola bianche) da poco sprofondati nel buio dopo che erano state accese le lampade appese sul tavolo e spenta l’altra luce. Non provavo alcuna sensazione particolare: Marina sembrava divertita ma nessuno poteva dirsi“eccitato”. Il gioco come previsto, sapientemente alzato dal croupier faceva terminare rapidamente le poste. Vittorio e il nostro ospite iniziavano a vincere forte, io resistevo (mi ero tolto la giacca ma poi avevo recuperato fiches , non gli indumenti che una volta tolti non potevano essere rimessi). Ovviamente perdevano divertendosi un mondo , ed in modo autolesionista, sia Marina che Emanuela che fu la prima a togliersi il reggiseno in un atmosfera ancora asettica. Nel giro di un’ora anche Marina aveva tolto il reggiseno e le calze. Era rimasta in slip , bianchi, eleganti, non molto scartati e molto apprezzati stando al brusio composto che avevamo avvertito quando si era tolta la gonna. Emanuela era nuda. Proprio mentre era in slip mia moglie ci fu la prima richiesta di giochino particolare. La misero così in slip su un divanetto stesa e un grappolo di uva tra le gambe. La gente doveva prenderne un chicco con la bocca senza toccarla e senza l'aiuto delle mani". "Bellissimo, che fantasia! Mi eccita solo a pensarlo" "Beh Paola non mi sorprende che ci sia qualcosa che ti eccita. Per fortuna la temperatura della stanza era piuttosto alta, sia per il riscaldamento sia per la situazione che si stava creando. Marina resistette altre due mani fino a che con una scala andò a vedere un poker di otto: lo slip calato consentì a tutti di apprezzare la scura e ordinata peluria del pube che faceva colpo davvero , così nettamente stagliata sulla pelle bianca e nell’atmosfera di quella stanza”. “Vero, l’ho vista sotto la doccia in palestra Marina, è molto bella e sempre molto curata Luigi. Ma vai avanti scusa” “Come ti dicevo, Paola, non provavo alcuna eccitazione nonostante fossimo ormai nudi. Ero come distaccato dalla situazione che anzi stavo considerando persino un po’noiosa. Sino a che vennero le penitenze. E qui il discorso si fece delicato. Marina mi guardava con insistenza quando il croupier chiese ad Emanuela di salire sul tavolo ed improvvisare una danza facendo in modo che tutti nella stanza potessero vederla bene. Noi seduti avevamo, come dire, una visuale dal basso in alto di Emanuela nuda, davvero privilegiata, lì ad un passo e Manù non si dannava l’anima per chiudere le sue gambe mostrando , anche chinandosi, con generosità il sedere che avevamo apprezzato anche da vestita …e il prezioso interno cosce. Io ero rimasto in slip e camicia quando Marina dovette ripetere l’esercizio di Emanuela raccogliendo molti più consensi, sia da Vittorio che non ne fece mistero “ Ma Marina,disse , hai una fica straordinaria”che da brusii e commenti degli altri presenti che non vedevo nel buio e con il fumo che intanto aveva invaso la stanza. Guardando Marina nuda accennare sul tavolo una approssimativa danza del ventre avevo gli occhi calamitati lì , tra le sua nera peluria, dove non ci voleva un acuto osservatore per cogliere inattesi, chiari sintomi di piacere e di gradimento di quella situazione esibizionistica. Ma il gioco ,che stava cominciando ad avere qualche effetto nei miei slip, era appena all’inizio. Le penitenze erano abbastanza“ soft” : fare un giro della stanza accanto ai divani , farsi sfiorare dai giocatori al tavolo un capezzolo con il dorso di un dito, ma poi iniziarono le più fantasiose e Marina non aveva alcuna intenzione di tirarsi indietro ( anzi mi sussurrò divertita che uno dei nostri spettatori , lo aveva visto nel giro precedente attorno al tavolo, si stava chiaramente masturbando). Il gioco volgeva alla fine quando furono chiamati i giri e le penitenze erano più “ concrete”. Marina ad un certo punto fu invitata a stendersi sul tavolo, nuda, in mezzo a noi, le gambe piegate e leggermente divaricate, le mani come legate al corpo. Il croupier estrasse da una borsa una lunghissima e bellissima piuma , sembrava di fagiano, e la diede a Vittorio. “la deve eccitare senza toccarla con la piuma e tutti i presenti poi, passeranno davanti al tavolo per guardarla a gambe aperte ed eccitata” sentenziò. Vittorio,anche lui in slip che non contenevano l’eccitazione in una scena che sembrava svolgersi al rallentatore, iniziò a passare la piuma sul corpo di Marina. Partì dal collo facendola sobbalzare per il solletico, poi si diresse deciso verso i capezzoli iniziando a disegnarli con la punta della sua piuma, seguendone il contorno, duellando con loro che in modo impertinente si erano eretti . In quel momento Manù, che era accanto a me, allungò la mano sotto il tavolo e prese ad accarezzarmelo sugli slip . “ Giù le mani “ la bloccò un perentorio e odiosissimo ordine del croupier. Non si tocca qui” ricordò con fermezza. ( Capite perché sono sempre stato refrattario a qualsiasi forma di autorità?) Si era stata una regola chiaramente detta all’inizio e ricordata da Vittorio: non era né un orgia, né un’occasione di sesso. Erotismo e sensualità erano spinte al limite ma niente rapporti tra persone estranee ( o quasi) . La Piuma di Vittorio aveva perso il duello con gli orgogliosi capezzoli di Marina che era immobile ad occhi chiusi sul tavolo lasciando intuire ciò che provava solo per gli improvvisi e affannati, profondi sospiri che interrompevano l’apnea. C’era un silenzio irreale: la musica dalla stanza principale giungeva appena . Sembrava quasi di percepire lo strofinarsi sulla pelle e all’inguine della piuma scesa a cercare di farsi spazio tra i peli fitti del pube. Impresa impossibile che ebbe successo solo quando Vittorio , strappando un “mmmmm” forte e deciso di Marina la diresse lì, a dividere ulteriormente le grandi labbra già da tempo aperte insistendo nella carezza appena interna che provocò… l’evidente inumidimento della piuma. “ E’ pronta” disse il croupier, venite. Prima i giocatori, poi gli spettatori passammo davanti alle gambe spalancate ormai di Marina,ancora piegate mentre lei distesa sulla schiena aveva il viso voltato da una parte e respirava sempre più rapidamente: nuda così, aperta, si offriva dopo una stimolazione lenta e sapiente che aveva avuto effetti notevoli, agli sguardi nostri e degli estranei. Uno dei presenti, passò chiaramente toccandosi sui pantaloni con insistenza di fronte alle gambe aperte di Marina e disse qualcosa all’orecchio del croupier. “ Il gentile signore,qui, disse a voce alta, offre personalmente una bottiglia di champagne alla signora se acconsente : vorrebbe restare ancora qualche istante così per… come dire, per toccarsi ma senza esibizioni di membro, così vestito… accetta signora? “ Fece appena un cenno con la testa che voleva dire “continuate”: ero lì ad un passo,sia pure di lato e vedevo bene marina eccitatissima che si offriva agli sguardi in modo osceno e mi sembrava un film, qualcosa di irreale ma era una situazione tremendamente stimolante”. “ Ma dai Luigi, neppure un po’ di gelosia provavi? Proprio tu che ti sei arrabbiato per quella maglietta trasparente di Marina”. “Hai ragione Paola ma sarà stato il contesto, sarà stata la situazione, ma io ero eccitatissimo a vedere mia moglie così nuda a gambe aperte sul tavolo desiderata così tanto da chi non la poteva toccare. Manù , intanto tornata al suo posto era appoggiata con il gomito sul tavolo, la testa sorretta dalla mano a pochi centimetri dal seno di Marina, e si toccava con l’altra mano soffiando il suo piacere dalle narici e dalla bocca proprio sul capezzolo di Marina. Lo spettatore piantato davanti alle gambe ancora più aperte di Marina (che teneva le mani sempre lungo i fianchi come ordinato all’inizio e si muoveva piano piano) impiegò pochi secondi di manovre nascoste strofinandosi sui pantaloni, si lasciò sfuggire solo un lamento, girò le spalle ed uscì dalla stanza. Capisci? Per la prima volta avevo assistito e pure compiaciuto ad uno che si era fatto una sega ad un metro da mia moglie nuda ed offerta allo sguardo di tutti” “ E non sarà stato il solo quella sera credo…” “Eh si Paola. Ma intanto in quel momento il mio stato confusionale divenne totale al nuovo sorso di cognac che ingurgitai per calmare la mia ansia, moltiplicato dall’alcool già bevuto ( ma sono convinto che ci fosse qualcos’altro nella bottiglia) dall’eccitazione e dall’agitazione interiore che non si calmò neppure quando Marina riprese il suo posto guardandomi con gli occhi lucidi ed approfittando della ripresa del gioco per tenere a lungo la mano lì dove ormai il piacere era quasi incontenibile. Ricordo molto vagamente ,a questo punto, la penitenza cui si assoggettò molto volentieri Emanuela. Ognuno di noi doveva toccarle il clitoride, con un dito, lì sul tavolo, davanti a tutti sino a farla venire e i giocatori potevano toccarle i seni. Quando Manù con un lamento strano venne si fece l’ultima mano. Ormai ero via di testa e il mio membro era durissimo nonostante l’alcol. Non ne potevo più. Marina fu ovviamente la vittima della penitenza finale e il croupier chiese se lei accettava una violazione del regolamento. No ricordo neanche come lo disse. So solo che alla fine tra i fumi ricordo che io, Vittorio, il croupier e tre uomini eravamo attorno al tavolo nudi a toccarcelo mentre Marina nuovamente al posto della carte, sul tappeto verde, stesa si contorceva sotto il tocco della mani di tutti che la esploravano ovunque ed in attesa della pioggia bianca che ricordo vagamente di aver visto abbondante di li a poco”: “ Accidenti, le sono venuti, le hanno sborrato tutti addosso? Fortuna che doveva essere una cosa soft” “ Io Paola ricordo così. Non so neanche se sono venuto, mi pare di ricordare una mano che me lo teneva ma non so di chi fosse, ma ho un’ultima immagine del volto di Marina inondato, i suoi capelli, e una lunga striscia bianca che dai peli scuri arrivava all’ombelico ed è l’ultima immagine che ho. Per la verità, anzi, il fatto che tutti le siano venuti addosso e che lei si sia poi masturbata per venire così inondata, me lo ha raccontato mia moglie la mattina dopo dicendomi anche che mi avevano portato farneticante a casa e messo a letto di peso con la più totale “ciuca” della mia vita e non credo solo per l’alcol bevuto”. “ E poi, Luigi, che ti ha detto Marina? Mi hai fatto eccitare” “ Niente, niente altro” “Insomma secondo te è finito tutto li con quella sega collettiva e basta proprio mentre tu perdevi conoscenza… se ne sono andati tutti”. “Si. Perché Paola dici di no? Che pensi?” “ Io? Niente. Dico solo che in genere in questi casi una donna bella come Marina se la scopano tutti, non credi? Mi parrebbe strano che quel porcellino di Vittorio non ne abbia approfittato” “Dici? Beh in effetti Marina è stata molto vaga, forse non ricorda neanche lei bene” Rido di gusto a vedere la faccia perplessa e gelosa e nello stesso tempo eccitata di Luigi. “Sai una cosa Luigi? Lei ricorda bene ( me lo ha detto) di una volta che l’hanno scopata in 5. Tu sai niente di quando possa essere successo ? ”
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13 anni fa
paolapino,
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Cantina violenta 2000
Io non so se quello che segue è successo davvero e nei dettagli così raccontati. Lo dico subito perché Pino in un primo tempo non voleva ospitare questo racconto che ha scritto Franca, una nostra amica, madre di un bimbo di 10 anni . Va da se quindi che il tempo di riferimento di questi fatti è il 1999. Poi quando loro hanno saputo del nostro sito è stata Franca a chiedermi di ospitare questa loro vicenda con l’accortezza di cambiare i nomi ( che ovviamente sono di fantasia) perché volevano far sapere…come lei è rimasta incinta. Non capisco per la verità il meccanismo del loro erotismo, ma ognuno è libero di vivere l’amore come vuole se non fa male ad altri e quindi quando lei si è presentata con il racconto scritto mi sono limitata a correggerlo appena e a pubblicarlo come l’ha portato. E parte proprio dal momento in cui lei, Franca… "Ti prego Cristiano di credermi, non te lo direi. Non è facile dirti queste cose, guardare quel tuo sguardo di rimprovero così torvo, quell'espressione a metà tra il disprezzo e... si anche la perversione perchè vedo che se da una parte vorresti scacciarmi ed insultarmi dall'altra ti senti eccitato, non è vero?" Cristiano mi guardava senza muoversi sprofondato nella poltrona del salotto senza riuscire a dire qualcosa, con un tremore che ogni tanto percorreva il suo corpo e un'espressione sconosciuta. Io in piedi davanti a lui, braccia e mani ancora nere di smog e polvere, la tuta imbrattata e i capelli scompigliati con tracce inconfondibili sulla tuta, sul viso, sulle braccia dell'uragano che mi aveva appena finito di travolgere. Sentivo ancora le gambe molli, il fiatone, la vergogna ed il piacere folle ed irrazionale. Non riuscivo a usare il termine "violenza" non era stato così, lo sapevo, lo capivo, non volevo mentire nè a me nè a lui come non ho mai fatto del resto. Il silenzio che seguì la mia prima confusa, frammentaria spiegazione, lo interruppe con una specie di muggito gutturale che gli uscì spontaneamente al posto di un sospiro. " Prova a raccontarmi tutto con calma dall'inizio, ricomincia da capo, e dimmi tutto" mi disse con il massimo della calma che poteva imporsi. Cercai anche io di riordinare le idee. Da tempo dovevamo mettere a posto la grande cantina di sotto. Per la festa dei 50 anni di Cristiano avevamo deciso di rendere nuovamente abitabile la piccola stanza che assieme al locale caldaie e alla cantina vera e propria era diventata un ripostiglio. Una festa in cantinetta come quelle da giovani di tanti anni fa... questo il regalo che avevamo assieme deciso di farci. Ma l'impresa era impossibile. Anni di oggetti, mobili vecchi, ricordi, scatoloni, avevano reso i locali quasi inaccessibili. Giuseppe, il nostro uomo-fa-tutto si era offerto di pensarci lui sotto la mia direzione. 61 anni, non molto alto, robusto, in pensione da qualche mese si dedicava ormai sempre più frequentemente alla nostra casa: il giardino, lavori di idraulica, piccolo facchinaggio. Questa mattina si è presentato accompagnato dal figlio per farsi dare una mano, un ragazzo di 28 anni, capelli lunghi, moro, bello, si, davvero bello e tanto giovane. Il mio sguardo non poteva essere equivocato,era solo apprezzamento del bello: aveva 12 anni meno di me non potevo proprio essere fraintesa. E poi avevo la tuta rosa, quanto di meno sensuale e provocante potessi indossare." Vieni al sodo " mi dice Cristiano". Ero sulla scala e da li passavo con delicatezza i pacchi incartati della parte arte dell'armadio ad Antonio, il ragazzo. Sai che sotto è caldo, tanto caldo e dopo un po sudavo in modo incredibile e anche loro. Antonio ad un certo punto si è tolto la maglia restando a torso nudo mentre anche il padre aveva solo una canottiera ed un paio di calzoncini corti. Ad un certo punto sono scesa dalla scala e non resistevo più e ho tolto la parte di sopra della tuta. Sotto avevo questa ( la sua maglietta da calcetto azzurra, quelle un pò traforate) e non mi sono resa conto della trasparenza, te lo giuro. Avevo solo caldo. Tornata sulla scala ho proseguito e dividevo i miei sguardi tra le cose da gettare e i muscoli del ragazzo , la pelle un pò lucida e sudata, sotto di me, sotto la scala che reggeva con forza ( sai che è mezza rotta) mentre il padre faceva avanti e indietro senza più parlare, lanciando occhiate a me e al figlio che si era improvvisamente ammutolito. Solo dopo un pò mi sono resa conto che aveva gli occhi incollati sul mio seno ma l'errore mio è stato quello di non volerci dare peso neppure quando mi ha detto "signora quanto è bella... davvero sembra una ragazzina, mi scusi ma ha un seno piccolo e bello, più bello di quello della mia fidanzata".Mi sembrava un complimento carino e solo in quel momento ho capito la trasparenza, i suoi sguardi insistiti, e...ho notato il rigonfiamento dei calzoncini. E non so cosa mi ha preso, Cristiano. Non lo so non so capire. E' assurdo ma è successo, non posso farci nulla,sarà l'effetto di quei nostri giochini di fantasia..."" Vai avanti, senza commenti, senza cercare scuse..." Era arrabbiato ora."Beh invece che scendere e coprirmi sono rimasta sulla scala non facendo nulla anzi agevolando la sua visione e quella del padre che ormai sempre insistentemente mi guardava. Era solo un gioco, mentre lui mi faceva complimenti assurdi e io ridevo compiaciuta invece di fermarlo e dirgli che non si doveva permettere. Lui guardava, io ridevo, ad un certo punto si è distratto e la scala ha oscillato e stavo per perdere l'equilibrio all'indietro. Lui si è precipitato, Antonio e mi ha preso per i fianchi una mano sopra la maglia e l'altra è finita sulla pelle nuda e ci è restata qualche secondo di troppo. Non lo so cosa è accaduto, ero sfinita dal gioco, l'odore del sudore del suo corpo giovane quasi attaccato a me, la sua mano che invece che lasciarmi è salita su per il fianco mentre ero ancora sui gradini della scala : io continuavo a dargli la schiena e lui è arrivato al mio seno nudo, liscio, sudato con il capezzolo ormai eretto e fingendosi preoccupato diceva..." si è fatta male signora, le fa male qui? " e la mano ormai si era impadronita del mio seno. In bilico sulla scala non potevo ribellarmi. Non volevo perchè avevo ormai il corpo in fiamme e non ricevendo reazione lui aveva portato anche l'altra mano sotto la maglia e ormai toccava e stringeva con forza i miei capezzoli e per farlo era salito sul primo gradino della scala e sentivo il contatto del suo petto nudo sui pantaloni della tuta. Non potevo più fingere e il desiderio mi ha dato alla testa. Lui mi ha presa per le ascelle con incredibile forza, mi ha sollevata tenedomi in braccio come una bambina e nel ripormi in piedi a terra ha completato il movimento abbracciandomi da dietro,stringendomi e sollevando così la maglietta. Mi trovavo insomma con il mio sedere e la schiena appicitati al suo corpo, sentivo il duro del suo membro strofinarsi sulla mia schiena, lui è molto più alto, mentre non riuscivo a reagire e lui mi alzava la maglia mostrando i miei seni al padre, palpandoli con forza, stringendoli dicendo a Giuseppe : "guarda che bella babbo, quarda che seni da ragazza che ha e senti quanto sono tosti".Così anche Giuseppe si è avvicinato e ha iniziato a toccarmi i seni, i capezzoli. Stringeva, faceva male, grugniva, ansimava ed il figlio mi teneva ferma ma io non volevo e non potevo ribellarmi mentre le mani di Antonio avevano fatto scendere i pantaloni della tuta e si erano ormai impossessati delle mie natiche e viaggiavano sotto lo slip, forzando i glutei da dietro senza riguardo, con forza, andando con violenza a sentire che tra le gambe non potevo nascondere la mia eccitazione. Quattro mani mi esploravano e mi reggevano . Sentito ovunque il tocco delle mani ruvide di Giuseppe sui seni sula pancia, poi davanti tra le gambe senza delicatezza, ed il figlio che si strofinava da dietro che mi faceva sentire il suo cazzo, che aveva ormai forzato anche allargando un pò il solco con il dito e esplorava senza ritegno. Stavo per crollare ma non potevo non volevo che finisse così.Volevo essere io protagonista, assumere l'iniziativa. Se questa era la volta della trasgressione della mia vita volevo viverla come andava a me. Ho alzato la voce per farmi sentire, mi sono alzata e li ho allontanati. " "Guardate e fate come vi dico". Mi sono tolta la maglietta che era tutta arrotolata e sfilato dai piedi i pantaloni della tuta e gli slip quasi strappati. Nuda mi sono seduta sul gradino della scala chiedendo loro si spogliarsi nudi. "Venite qui vicino". Si sono avvicinati quasi intimiditi, ognuno da una parte e ho preso in mano i loro cazzi. Più lungo e largo quello di Antonio ma anche il padre per l'età che ha è assolutamente accettabile. Ho iniziato a masturbarli piano ,contemporaneamente, con movimenti lenti e profondi e loro dopo poco hanno ripreso le esplorazioni tra le mie gambe. Più ruvida la mano di Giuseppe , più aggressiva intraprendente quella di Antonio. Ad un certo punto il ritmo è salito, erano chinati su di me in un curioso intreccio di mani e braccia e la scala non ha retto e siamo caduti a terra. E non sono più riuscita a controllare la loro furia una volta sul pavimento. Antonio mi ha tenuto giù, stesa sul pavimento sporco, mi ha presa per i capelli e mi ha costretto a prenderglielo in bocca e non è che si limitava al tocco delle mie labbra. Penetrava con forza incurante del fatto che arrivandomi quasi in gola rischiava di suscitare conati di vomito. Mi piaceva quell'odore, quella forza, quello che mi diceva e anche se la bocca mi faceva male cercavo di godermi quell'asta di carne dura e pulsante che pretendeva e prometteva. Ma Antonio non si limitava a convulsi movimenti nella mia bocca. con le mani mi ha spalancato le gambe tenendole un po sollevate e divaricate. sentito male all'inguine mentre lui incitava il padre a scoparmi. neanche il tempo di rendermi conto, avevo gli occhi chiusi e ho sentito il peso di Giuseppe sul mio ventre e i l suo cazzo trovare strada spianata tra le mie gambe. Davano colpi violenti, forsennati, in bocca e nel mio ventre e quando Antonio ha detto " riempiamola" non attendevo altro che la doppia sborrata per godere un'altra volta . E' stato lui, il più giovane a cedere per primo. Senza pausa, continuando a scoparmi la bocca ho sentito sulla lingua prima l'amaro di qualche goccia del suo liquido caldo, poi improvviso violentissimo lo schizzo che ha invaso la mia gola.Una sborra densa, odorosa, dal sapore strano ( diverso da quello tuo cristiano ). Tu sai che non amo ingoiare che sputo sempre ma stavolta non potevo fare a meno. Te lo assicuro non avevo scelta. Lui ripetava "bevi troia, bevimi" e gli schizzi continuavano nella mia bocca soffocandomi, avevo la gola e la lingua piene e dovevo ingoiare per poter tornare a respirare. Lo sperma era denso, non andava giù facilmente, e poi mentre cercavo di ingoiare lui continuava a riempirmi la bocca nela più lunga sborrata che abbia mai vissuto. E mentre finivo di ingoiare ho sentito la violenza dei colpi di Giuseppe aumentare, un piacere sconvolgente salirmi da in mezzo le gambe e i sussulti ed i rantoli mentre senza neanche chiedermi se poteva ,mi veniva dentro, con il cazzo piantato sino in fondo tanto che sentivo le contrazioni e il calore del liquido.Dopo l'orgasmo siamo stati così qualche istante e poi proprio il più vecchio si è alzato per primo allontanandosi. Antonio non aveva levato l'uccello dalla mia bocca. Era più morbido, più piccolo ora ma ancora turgido. E istintivamente continuavo a titillarlo con la lingua a ripulirlo, a leccarlo. E sentivo che faceva effetto. Ma non pensavo mai...Quando mi sono staccata da lui ,senza dire una parola, mi sono alzata. Schiena e sedere dovevano essere in condizioni pietose, ero sporchissima di polvere e smog tanto che voltandomi Antonio si è mosso a pietà dopo avermi vista ed è corso a prendere uno straccio. "Aspetti un attimo."Nuda in mezzo alla stanza aspettavo non so cosa. Un minuto ed è tornato con uno straccio inumidito facendomi voltare e iniziando a pulirmi la schiena e le natiche . Mi piaceva quel massaggio e mentre lo faceva sentivo colare tra le cosce lo sperma del padre . Lui se ne è accorto e puliva anche li. Avrei dovuto provare schifo per la sporcizia, per quello che faceva con uno straccio certo non pulitissimo , ma il suo andare e venire tra le mie gambe era troppo piacevole. Lo straccio cadde dopo poco. Io in piedi, lui dietro a me ad esplorare con la mano tra le natiche, a penetrare con facilità davanti e dietro senza nessuna gentilezza. Ormai ero via di testa. Mi lamentavo di piacere e reagivo eccitandomi ancora di più alle sue frasi rozze. " Babbo vieni qui " disse al padre poco dopo, "tienila così questa troietta meravigliosa" e mettendomi la mano sulla nuca mi costrinse a piegarmi di quasi 90 gradi trascinandomi verso la cassapanca. Giuseppe si è seduto lì, e ha sostituito la sua mano a quella del figlio sulla nuca. Mi teneva forte piegata a 90 gradi, il sedere esposto e il viso a pochi centimetri dal suo cazzo che andava riprendendo forma. " Tiella bene babbo ora" gli disse antonio mentre mi allargava le natiche senza alcun rispetto. Lo so cristiano che con te mi sono sempre rifiutata ma non avevo forza, ero in trance, non reagivo. E lui non ha fatto timidi tentativi come fai tu. E' stato un secondo. Prima ha esplorato con il dito intingendolo davanti e lubrificando dietro persino sputando sul mio culo. Poi improvvisamente con un colpo violento deciso ,secco è penetrato improvvisamente dietro ma non un pò.. tutto assieme, di botto con quel cazzo grosso facendomi ti giuro un male folle, un dolore tremendo che mi ha fatto urlare (temevo che tu avessi sentito anzi) e il dolore è partito da dentro come una bruciatura, come un ferro rovente e arrivando al cervello si è trasformato in un piacere pazzesco non so come. Sentivo il suo cazzo fare sconquassi, farsi largo, bruciare il mio intestino, giungere sino in fondo dove mai niente e nessuno erano arrivati. Sapevo di fare una cosa ingiusta, di godere e di soffrire come avrei dovuto fare con te Cristiano ma la sensazione era troppo forte. Non potevo sottrarmi. Costretta ma nello stesso tempo padrona : questo mi eccitava mentre Giuseppe mi teneva con il volto quasi affondato accanto al suo cazzo che andava prendendo nuovamente vigore e Antonio proseguiva nel suo bestiale impeto con forza senza rispetto con rabbia. Mentre la sua spada entrava ed usciva regalandomi vergogna, dolore e piacere pensavo solo che con te sarebbe stato più bello, diverso e finalmente possibile. Poi mentre Giuseppe si stava masturbando strofinando il suo uccello sulla mia bocca, le guance, Antonio mi ha dato un ordine “ sto per venirti nel culetto, bella troia, ora la sentrai tutta la sborrata e vieni assieme a me” Ha spinto il cazzo sino in fondo sembrava lunghissimo invadente , ed è restato fermo così. “ Su ora stringi e rilassa il tuo culetto dai, fai tu e lo sentirai…” E così ho fatto e dopo poco mentre il padre mi aveva infilato due dita dentro la figa, l’ho sentito fremere, muoversi leggermente e poi pulsare e mentre lui rantolava sentivo le contrazioni dell’orgasmo mescolarsi al calore del liquido nell’intestino e a quello del mio orgasmo nelle mani del padre. Una porca. Senza limiti. Inculata. Si e venivo…venivo. Antonio si è distaccato poco dopo dandomi una sculacciata e con un rumore strano accompagnato da una fitta di dolore il suo cazzo è uscito dal mio intestino. Sembrava una cosa gigantesca enorme. Ero stravolta e dolorante ovunque. La bocca, le viscere, davanti tutto mi faceva male ma non era finita. Ancora lui, il giovane vedendo il padre che continuava a masturbarsi, mi ha ordinato di stendermi sulla cassapanca. Non potevo che ubbidire anche perché non mi reggevo in piedi. Antonio mi ha sistemato le gambe, piegate e allargate e ha cominciato con la mano ad esplorare le mie cavità tra sperma , umore e anche un po di sangue. E ha detto al padre di finire la sega sul mio volto. “ha una faccia da troia non vedi, sborra lì gli ha detto”. Lui è venuto vicino a me e ha continuato per qualche istante a segarsi ma io ero stanca e senza più voglia e ho voltato un po il volto dall’altra parte. Antonio allora ha detto “Eh no” : si è avvicinato dalla mia parte, con la sua mano robusta , pollice e indice ha attanagliato le mie guange spingendo, facendomi male e costringendoni ad aprire un po’ la bocca. “Sborrale qui su che ingoia anche te questa troiona”. Gli schizzi di Giuseppe sono arrivati pochi secondi dopo. Il primo nell’occhio, poi sul naso, sui capelli, e poi colando nella bocca che ero costretta a tenere aperta . “Brava ingoia così. zozzona mi dicevano assieme” e io godevo toccandomi da sola tra le gambe davanti a loro.Poi Antonio mi ha dato un ordine. Ora ti rivesti e corri da tuo marito di sopra e gli racconti tutto, ma nei dettagli, tutti i piccoli dettagli di quello che ti abbiamo fatto o vengo su e lo faccio io e vi picchiamo tutti e due! Ed eccomi qua. Cristiano aveva seguito il mio racconto prima con un’espressione sorpresa da ebete, poi con sguardo vitreo ma alla fine eccitatissimo aveva tirato fuori l’uccello e si era messo a segarsi senza ritegno davanti a me come no n aveva mai fatto. “E così hai fatto la troia Franca – ha detto- Fammi vedere subito come hai ingoiato e come stavi chinata sulla cassapanca, Svelta “Mi sono precipitata su di lui. Mi faceva male tutto, sentivo ancora lo sperma colarmi davanti e dietro la bocca era indolenzita ma ho fatto appena in tempo a precipitarmi sul suo uccello e farlo penetrare bene in gola come non avevo mai fatto prima che sentivo le prime gocce arrivare. Non poteva in quella posizione vedere il cenno di intesa e di assenso di mio marito verso antonio che silenziosamente era entrato nella stanza . Me ne sono accorta solo quando, mentre il primo schizzo di mio marito mi inondava in modo incredibile con un sapore tutto diverso da quello che ancora avevo in bocca, Antonio piombandomi alle spalle mi ha tirato di nuovo giù i pantaloni dela tuta e lo slip assieme e mi ha messo la mano nella fica facendomi fare un salto improvviso. Non potevo staccarmi dalla sborrata di mio marito ma cercavo di divincolarmi. Cristiano allora mi tenuta ferma: mentre finiva di farmi ingoiare tutto ( bevi sino all’ultima goccia mi ha ordinato) mi ha anche detto : “ferma,sta ferma e fatti scopare davanti a me…fai la brava” dagliela tutta e godi ancora.” Mentre lo diceva Antonio aveva già trovato la strada e mi scopava con forza.“ Ferma stai così, fatti riempire tutta vedrai che forse resti anche incinta, finalmente stanotte. Ti riempiremo tutti e tre per tutta la notte (e solo allora mi resi conto che anche Giuseppe era entrato in stanza e guardava toccandoselo ancora) . “Su antonio, gli disse, sborrala subito che ce la portiamo di là sul letto e le facciamo vivere la prima ed ultima notte da supertroia della sua vita” e questa frase mi fece venire assieme ad antonio e Cristiano dovette sorreggermi perché urlavo dal piacere e le gambe non ce la facevano a tenermi su. Ultima ha detto mio marito? Ma perchè ? prima sicuramente….
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13 anni fa
paolapino,
50/50
Ultima visita: 13 anni fa
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Un inatteso trio
-ogni riferimento a persona o fatto è puramente casuale- Era parecchio che a marco non capitava l'occasione per sfogarsi un pò a letto, e la voglia di trasgedire era forte, non c'era una fibra rilassata al solo pensiero di un letto, una bella compagnia e tanta fatica. Vista la voglia di novità si ritrovò senza quasi accorgersene con il cellulare in mano, e il numero di una trans, leyla, già in composizione. Una parte di lui sapeva che non c'è lo stesso piacere nel pagare, e inoltre non vorrebbe che qualcuno lo prendesse per abitudinario, ma la tentazione l'aveva portato a provarci già una volta, e il risultato era stato piacevole, seppur si fosse riprogrammato di non farlo più. La voce ormai quasi sconosciuta rispose al telefono, e in poco tempo lui si ritrovò a bussare ad una porta già vista, ma dietro di essa c'era una situazione inattesa: leyla in piedi, calze a rete, pantaloncini di jeans attillati corti, maglia bianca attillata, che lasciava intravedere i turgidi capezzoli non racchiusi in un reggiseno, le sue labbra carnose e degli stupedi capelli ramati, dietro i quali, su una poltrona bassa, si poteva vedere un'altra fugura, una bellissima ragazza! Sul suo voltò l'espressione mutò da dubbiosa a compiaciuta nel giro di pochi attimi, e alzandosi iniziò ad avvicinarsi all'immobile Marco: alta, longilinea ma con curve decise, capelli corti castani e occhi blu scuro, irresistibile. -ciao, scusa l'intromissione, ma è da qualche tempo che volevo provare- un passo per eliminare l'ultima distanza -una cosa a tre con ley! spero che questo non ti dispiaccia..- attimi interminabili di contatto tra gli occhi, durante i quali marco restò paralizzato -..nonostante il mutismo improvviso sembra che qualcosa di tuo mi stia rispondendo a pieni polmoni.- la mano chiusa sul membro turgido non richiedeva effettivamente altre risoste, con una spinta decisa fece cadere Marco su uno spazioso divano, poco distante dal letto, sul quale leyla e lei si accovacciarono, iniziando a spogliarsi e mettendo in mostra due fisici scolpiti. In breve iniziarono un 69, e dopo poco marco non potè più trattenersi dall'intervenire, spogliato alla spicciola appoggiò il pene sul sedere della ragazza, che nel mentre dichiarava di chiamarsi marta, per poi iniziare a strusciarlo su tutto l'interno coscia, sentendo anche di quando in quando la lingua della trans che nel mentre dava piacere alla donna. Qualche minuto dopo in mezzo allo striuscio inizò con la cappella a spingere contro l'ano, e a passarla sulla figa, omai più che bagnata, facendo si che il muscolo si rilassasse, e riuscendo a strappare non pochi mugolii a marta e durante uno dei più pronunciati leyla afferrò marco per il culo, tirandolo a se, facendo penetrsre il pene dell'uomo in profondità nella sua bocca calda, umida ed esperta. l'eccitazione era così tanta che a quel gesto marco non si trattenne eruttando sia in gola che sulla bellla faccia della trans , che non curante leccò via le ultime goccie dalla cappella gofia, pe poi andare ad affondare il muso ancora sporco, nell'intimità di Marta. al vedere ciò l'erezione di Marco, calante per l'essere appena venuto riprese vigore, e lui salendo sul letto andò a baciare la donna ansimante per il piacere per poi iniziare assieme a spompinare Leyla, finche con un urlo di goduria simultaneo, Marta si trovò in preda all'orgasmo a leccare via da mani e pene il seme gorgogliante dell'amica. pochi istanti dopo marco si ritrovò supino, con sopra la donna che godeva nel tenere il suo membro dentro, per poi raggiungere un secondo orgasmo proprio mentre leyla infilava nuovamente il pene nella bocca del loro ospite. dopo 5 minuti, Leyla, di nuovo eretta si fiondò dietro i due, infilando anch'essa il suo pene dentro la figa, già bella piena, di Marta. venuto il momento di cambiare posizione Marco andò dietro la donna, ancora stantuffata dalla terza, e con poca grazia infiò il cazzo dentro il culo dell'intrusa, prima la cappella, e poi tutto, fino a far battere le palle contro il pene della trans e alla figa di Marta. in questa posizione pooteva sentire scorrere l'altro pene sotto pochi i centimetri di pelle che divide i due buchi, centimetri che in breve vennero ignorati perche anche l'altro pene si fece strada nell'ano della ragazza, strappandole un grido di dolore misto a piacere, che portò all'orgasmo tutti e tre, facendo si che dal culo, scosso da fremiti di piacere,scendesse giù una grande quantità di sperma. tempo di riprendere fiato e marco si tirò in piedi, trasportò la donna su un tavolo, mettendola a pancia in su, e riprese a stantuffarle il culo, tranne poi notare che era intenzione di leyla fare ltrettanto col suo. chiuso coì in mezzo andò avanti provando un piacere sconosciuto, e nell'arco di due ore continuarono così, alterando le posizioni di trans e uomo, finche con un ultimo orgasmo simultaneo le forze non vennero meno, e oi tre furono costretti a desistere, andando a ritirarsi sotto le coperte facendosi coccole come fossero amanti.
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13 anni fa
giangigiangi, 32
Ultima visita: 3 settimane fa -
Sottili linee rosse. -prima parte-
Sottili linee rosse. Prima parte. Pietro era un uomo ricco. La sua famiglia vantava antenati illustri, addirittura tra i Visconti. Laureatosi in filosofia, non aveva mai lavorato; si occupava saltuariamente dei possedimenti di famiglia, affidati sapientemente a un pool di gestori, impiegando il suo tempo nelle due passioni che aveva: il dominio ed i viaggi. Quarantacinque anni, alto, profilo affilato e capelli brizzolati sapientemente acconciati, elegantissimo. Il suo incedere felino e lo sguardo ieratico, esercitavano un fascino magnetico a cui le donne, ed anche i maschi, non sapevano sottrarsi. La sua alterità lo rendeva detestabile e l’invidia era il sentimento che sgorgava frequentemente tra chi lo frequentava. I suoi movimenti erano sempre ponderati e ogni parola soppesata, pronunciata con un tono cavernoso che tacitava gli interlocutori. Una solida cultura classica traspariva dal suo eloquio, talvolta lezioso ma mai noioso, mostrando profonda conoscenza nei più disparati campi. Aveva molte case ma, durante l’inverno, risiedeva prevalentemente a Milano, unica città italiana che non gli facesse rimpiangere Londra, Berlino o Parigi. Abitava in uno stupendo attico con volte a botte affrescate da pittori rinascimentali e dalle ampie bifore si rimiravano le svettanti guglie del Duomo. Pietro era sempre accompagnato da 2 aitanti ragazzi, i cui compiti spaziavano dalla protezione ad altri… molto particolari. Pietro li chiamava Castore e Polluce, sicuramente non i loro veri nomi, retaggio della sua passione per la mitologia. Entrambi molto robusti, forgiati da costanti allenamenti, erano profondamente diversi in molti tratti: Castore aveva capelli neri corti, corvini che incorniciavano un viso squadrato, volitivo ed occhi verdi, mentre Polluce era biondo, con un viso vagamente femmineo sui lati del quale scendevano dei capelli biondissimi fino alle spalle, e sulla carnagione chiara spiccavano degli occhi cobalto. Per assurgere al ruolo di accompagnatori di Pietro, possedevano cultura e savoire faire oltre ad una spiccata devozione. Vivevano sempre nelle vicinanze di Pietro, in appartamenti contigui. Pietro adorava viaggiare e la sua ecletticità lo portava a passare da faticosi percorsi alla ricerca di qualche reperto archeologico, ad un concerto in Svezia , al volo acrobatico in amazzonia fino alle meditazioni nel deserto dei Gobi. Tra un viaggio e l’altro, Pietro si dedicava alla sua strana passione: il dominio delle donne. Egli amava possedere la mente della donna a cui si dedicava, interamente, intimamente, senza limiti. Non accadeva spesso che trovasse la donna adatta essendo molto selettivo; fisicamente non aveva canoni prestabiliti, anche se prediligeva le donne mediterranee, ma era la mente che lo affascinava. Una donna doveva essere algida, altera, snob e, ovviamente, bella. Le sceglieva durante i suoi peregrinaggi nelle capitali europee, a qualche vernissage o concerto. La donna scelta veniva coinvolta in un tourbillon di viaggi, regali ed attenzioni che la rendevano in poco tempo dipendente. Solo a quella condizione, Pietro, iniziava a sottrarle la volontà, con metodici lievi ricatti, piccole disattenzioni, imperiose scenate di gelosia e, lentamente, la donna iniziava a concedergli tutto. Pietro non era eccitato dalla dipendenza sessuale bensì da quella psicologica, dove la mente predominante annulla quella più debole. La perversione dei corpi lo attraeva solo nella fase della scelta, poi le sue perversioni erano placate solo dal dominio totale. Pietro riteneva questa pratica estrema un naturale diritto aristocratico, come un feudatario nei confronti delle mogli dei vassalli. Per questo motivo non sceglieva mai le donne nel suo ambiente, perché le donne ricche, per quanto debosciate, non gli suscitavano quel complesso di superiorità che era alla base della sua perversione. Evitava accuratamente donne dimesse che, anche se belle, appartenevano ai ceti più bassi, perché la povertà gli risultava fastidiosa. Le donne ideali erano quelle della borghesia, magari arricchite ma non discendenti da antichi potentati, donne colte attratte dal lusso. Svariate figure s’erano piegate ai suoi voleri: artiste, manager, politici, ma anche segretarie di funzionari o sportive. Evitava le donne sposate o molto giovani per non rimanere invischiato in patetici e pericolosi strascichi. Non aveva mai fretta nella ricerca che richiedeva molta pazienza; le candidate erano poche e i numerosi canoni richiesti non facilitavano il successo. Passavano lunghi periodi tra una donna e l’altra, come se lo sforzo per svuotare la mente della vittima avesse inciso anche sulla sua. Doveva ricaricarsi e, non raramente, doveva fronteggiare l’ira o gli scongiuri di donne che aveva lasciato dopo averle completamente rese succubi. Infatti Pietro perdeva ogni interesse quando la donna era completamente asservita, pronta a sopportare dolorose torture pur di non perdere le sue attenzioni. Pietro vedeva la sua vittima come un quadro non ancora concepito, da abbozzare, creare, dipingere, velare, incorniciare e mostrare sulla maestosa parete d’una magione. I suoi pennelli lasciavano il colore non sulla tela bensì sulla psiche; egli dalla tela bianca insignificante, faceva sorgere lentamente la materia, la forma, le ombre. Plasmava ogni dettaglio come Michelangelo plasmava le Sibille o Monet esaltava le ninfee. Una volta creato il capolavoro, egli lo abbandonava senza mai più rivederlo. L’ultima opera gli aveva richiesto un anno intero, e dopo la fatica, aveva viaggiato per il globo sopendo la sua aristocraticità e cimentandosi in rischiose esplorazioni. Placata la vena errabonda, era ritornato a Milano dove aveva trascorso svariati mesi per occuparsi di problemi d’eredità e d’affari. In questo periodo nessuna donna lo aveva ispirato ed egli aveva attribuito il fatto all’età che aveva accentuato la sua selettività. Una sera Pietro presenziò alla prima alla Scala della “Carmen” di Bizet. Finita l’opera, s’intrattenne nel foyer con personaggi dell’aristocrazia milanese e poi, scortato da Castore e Polluce, si avvio sotto le volte della galleria, illuminata dalle lanterne ottocentesche. Era molto tardi e poche persone s’affrettavano sulla via di casa. Milano pareva un mostro assopito; il frastornate rumore di fondo del giorno era sparito, ed il rumore secco dei tacchi, sui preziosi mosaici, rimbalzava tra le balconate . Il Biffi e il Savini dai quali una folla di turisti gorgheggia ogni giorno, bui e silenziosi. Giunti nel centro ottagonale della galleria videro una donna poco più avanti correre scompostamente inseguita da due uomini. La donna stranamente non urlava e nemmeno chiedeva aiuto ai pochi passanti che c’erano. Gli uomini la raggiunsero poco prima della piazza del Duomo e con una violenta spinta la gettarono a terra. Castore stava per intervenire quando fu trattenuto da Pietro. Uno dei due tentava di strappargli la borsetta tirando forsennatamente mentre l’altro le sferrò un pugno sul viso e un calcio su una gamba, colpo che la fece ruotare su sé stessa. La tracolla resisteva e lei anche, senza gridare e senza che nessuno avesse il coraggio d’intervenire. Uno dei due la colpì ancora, e a quel punto Pietro liberò Castore e Polluce, che indignati dalla violenza accorsero come lupi. I due richiamati dal rumore dei veloci passi e inquadrata la stazza dei soccorritori, lasciarono la donna dileguandosi. Lei giaceva scomposta, sanguinante; dalla gonna sollevata spiccavano due lunghe gambe fasciate da autoreggenti nere sfibrate dai colpi. Stringeva ancora la borsetta come fosse un figlio e non si rilassò nemmeno quando Castore e Polluce l’aiutarono ad alzarsi. L’immagine di quella donna dal viso sanguinante, con le gambe escoriate che aveva resistito stoicamente ad una violenta aggressione, aveva incuriosito molto Pietro. La donna fissò Pietro brevemente e poi si dedicò alla camicetta strappata, dalla quale si intravedeva il taglio d’un seno generoso orlato da un reggiseno nero. Mentre Pietro la guardava rivedeva la scena mentalmente ed era convinto che la strenua difesa non fosse causata dal contenuto della borsetta ma da un perverso godimento causato dalla violenza stessa. Lo sguardo della donna e la mancanza d’ogni reazione, l’avevano convinto che quella sarebbe stata la prossima opera d’arte. “Vuole che la accompagnamo al pronto soccorso?” chiese Pietro con voce metallica senza nessuna dolcezza. “No grazie, sono solo dei graffi!” “Meglio così! Ci permetta di accompagnarla a casa, quei due potrebbero essere ancora nei paraggi.” Il tono perentorio dissuase la donna dal rifiuto e zoppicando raggiunse con gli uomini l’auto; la donna si accomodò dietro con Pietro mentre Castore e Polluce davanti. Mentre l’auto scorreva silenziosa tra le vie deserte, Pietro non parlò e si limitò ad osservare con la coda dell’occhio le reazioni della donna. Essa era come rapita dal susseguirsi delle costruzioni e dalle fioche luci dei curvi lampioni; sembrava assorta in pensieri insondabili, come una bambina che fantastichi sull’universo. Era sorprendente come, nonostante tutti i colpi ricevuti, non tradisse il minimo disagio e non si muovesse per lenire qualche dolore. Per la prima volta Pietro era così coinvolto da una donna; le modalità dell’incontro e le reazioni lo avevano affascinato oltremodo. La sua fisicità contrastava con il suo comportamento. Era una donna molto alta, con i capelli rossi poco ondulati che gli scendevano lunghi sulla schiena. Un seno generoso sovrastava dei fianchi tondi, molto aggraziati dai quali si allungavano delle gambe affusolate, dai polpacci tesi verso caviglie perfette. Il viso tondo dalla carnagione bianchissima, spiccava tra la corona della rossa capigliatura come fosse una dama del Tiziano. Gli occhi verdi, grandi, divisi da un naso pronunciato, lineare che donava al tondo del viso una caratterizzazione precisa, netta. La generosità degli zigomi e la purezza delle guance che racchiudevano delle splendide labbra carnose dalle carni vermiglie. Quella donna era una prodigiosa mistura tra le razze nordiche e quelle mediterranee ed i suoi algidi colori erano mitigati da quella fisionomia formata da morbide curve, come fossero i lineamenti d’una Madonna di Raffaello. Arrivarono in Corso Sempione dove abitava la donna senza che nessuno proferisse verbo. La donna ringraziò e accompagnata da Castore, sparì nell’elegante androne d’un palazzo settecentesco. I giorni successivi furono per Pietro un calvario; continuava a ripensare a quella donna e quella condizione lo imbestialiva. La superiorità, cardine della sua esistenza, scricchiolava sotto la ponderosa spinta dell’immagine di quella creatura. Decise di partire! Destinazione Namibia tra le fluttuanti dune che s’inabissano nel nervoso atlantico. L’eterna lotta tra la terra matrigna e gli esseri assetati che si trascinano sugli ondivaghi rilievi alla ricerca d’una stilla d’umidità. Pietro quando era in difficoltà dimenticava le lenzuola di seta ed il caviale Beluga e affondava in zone inospitali e disabitate, prive d’ogni confort dove il tempo giaceva immoto da ere. Questi stenti fungevano da lavacro, servivano ad azzerare i numerosi privilegi donatigli dal ceto sociale, come una sorta d’espiazione. Quella volta era diverso però, non era lì per sfuggire alla noia o a petulanti femmine lasciate, bensì per non pensare ad una di esse. Non servì a molto e pochi giorni dopo rientrò a Milano. Ripercorse invano, come un liceale innamorato, la galleria a svariate ore della sera incurante dei sorrisini di Castore e Polluce. Ormai esasperato ordinò a Castore e Polluce d’appostarsi nelle vicinanze dell’abitazione della donna. L’impegno si prorogò svariati giorni e quando tutto sembrava inutile, i due riuscirono a intercettarla e con qualche indiscreta domanda e conseguente mancia, riuscirono a carpire qualche informazione alla maliziosa portinaia. Con quella spiata Pietro, forte delle sue conoscenze in questura, ebbe ben presto una dettagliato report sulla donna. 37 anni, nubile, madre scozzese padre napoletano; era la segretaria d’un amministratore delegato d’una multinazionale farmaceutica. Parlava 5 lingue, laureata in filosofia, non aveva nemmeno una multa per divieto di sosta. Amava l’arte e frequentava circoli cinofili. Non praticava sport ma amava la vita all’aria aperta e spesso faceva lunghe camminate nei parchi nazionali. Una vita molto controllata, apparentemente priva d’ogni emozione. Si chiamava Helen. Una sera Pietro decise di rompere gli indugi: in seguito agli appostamenti di Castore e Polluce, aveva saputo che il mercoledì sera Helen andava ad un cineforum con un’amica. Al rientro, Helen s’avvide di Castore appoggiato ad una grossa auto nera che gli sorrideva. L’uomo aprì la porta posteriore senza parlare invitandola con un inchino ad entrare. Non passarono che pochi secondi e la porta si richiuse dietro Helen. La potente auto si mosse nella città coperta da uno scuro mantello sbrecciato da piccole stelle. Un cristallo inpenetrabile divideva castore e polluce da Helen e Pietro. Quella donna continuava a stupirlo; era entrata in quell’auto senza esitazione ed ora sembrava noncurante della destinazione e delle intenzioni di quei sconosciuti.. Ancora una volta Pietro dovette cedere e gli rivolse la parola per primo: “Mi chiamo Pietro.” Disse velocemente senza guardarla. “Io Elen.” Rispose la donna con calma, senza nessuna inflessione nervosa. “ Un film che valeva il biglietto?” “Sì molto bello anche se molto cruento. Malik è uno dei registi da me preferiti.” “Concordo; se avesse un decimo della pubblicità dei film di Spielberg, sarebbe molto più apprezzato.” “Dei film francesi cosa ne pensa?” chiese Pietro, non perché interessato alla risposta ma per non interrompere quel canale che s’era aperto tra di loro. “I giovani registi non mi esaltano. Adoro Truffaut, Lelouch e Godard.” Pietro dovette porle numerose domande alle quali Helen rispondeva concisamente, mostrando una notevole cultura, senza mai porne a sua volta. Sembrava una donna già addentro il mondo della dominazione, altera e servile, fiera e docile, magnetica e umile. L’auto si fermò dinanzi al Carlton dove uno chauffeur aprì prontamente lo sportello. Un ossequioso maitre li accompagno nella dining room dove si accomodarono su delle poltroncine damascate rosse con nel mezzo un tavolino ricoperto da un drappeggio di seta ocra. Il locale, vista l’ora era deserto, ed era rimasto aperto per non irritare un cliente molto importante come Pietro. Dai gessi bianchi del soffitto pendevano grossi lampadari di cristallo Swarovski che emanavano una luce diffusa e tenue. “Una bottiglia di Dom Pérignon Rosé OEnothèque!” ordinò Pietro Era la prima volta che si guardavano; Helen aveva un maglione d’angora leggermente scollato, una gonna nera sopra il ginocchio e dei stivali neri con un tacco 8. Nessun trucco eccetto un lievissimo strato di fard. Gli occhi verdi sprigionavano magnetismo come se all’improvviso quella placida donna potesse trasformarsi in una virago. Sulle lunghe gambe erano appoggiate delle affilate mani, candide, lisce con unghie ben curate. Era tranquilla come sempre e Pietro stentava a mantenere il consueto aplomb. “Verreste con me a Portofino per il week end?” domandò di getto Pietro cercando di mantenere una parvenza di distacco. “Sì!” rispose mentre lo champagne frizzava nei calici. Fine prima parte.
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13 anni fa
sibilla30pegasus, 49/49
Ultima visita: 9 anni fa -
Una sera inaspettata
quella sera era la piu lunga e la piu noiosa delel ultime passate in casa fuori fa freddo e vedere passare una macchina sarebbe unmiracolo finalmete mi decido.. questa sera non sarà padrona la noia chiamo andrea l'amico di serate pazze erano settimane che era sparito magari ha trovato la troietta di turno da sbattere e come al solito dimentica gli amici piu cari ma cosa vuoi è fatto così e bisogna prenderlo come viene...dopo innumerevoli squilli finalmete risponde con la sua solita voce allegra e vivace nonostante l'ora tarda.. entusiasta della mia chiamata mi disse che stava passando a prendere un suo caro amico d'infanzia ritrovato grazie a fb e mi propone di uscire con loro...io quasi speravo in quella frase ... oddio ma cosa mettermi? chi sarà questo amico ?? non penso a fare colpo su di lui ho solo voglia di uscire e perch'è no di divertirmi fare 4 risate .... indosso i miei stivaletti con il tacchetto alto e un pantalone a vita bassa con una camicia e giubbino con il pellicciotto faccio in tempo a truccarmi ke mi bussano alla porta ma non era il citofono erano gia dietro la porta apro... e vedo andre con il suo solito sorriso e la sua faccia da idiota che mi dice possiamo entrare? abbiamo portato un vinello niente male se hai qualcosa da mettere sotto i denti potremmo degustarlo insieme.. a quelle parole quasi mi veniva voglia di prendelo e cacciarlo ma non feci intempo a replicare che mi presenta il suoamico carlo un uomo alto ricciolino ocn 2 occhi neri da furbetto... forse da quel momento avrei dovuto capire che la serata non poteva che on finire bene... ho lasciato che la serata la guidassero loro andrea era un mago sui fornelli e carlo sapeva davvero come far compagnia ad una donna sapeva gesticolare in un modo affabile...e le parole giuste in qualsiasi discorso ....guardo l'ora e sono fatte le 2 del mattino siamo alla seconda bottiglia di vino e sono vistosamente rossa in viso ...carlo vedendo il mio imbarazzo cerca di portarmi sul divano e farmi stendere i piedi ...da quel momento credo di aver sognato ...prese gli stivali e li sfilò per poi iniziare a massaggiarmi i piedi andrea lasciò il suo bicchiere ormai vuoto e si avvicinò a me per accarezzarmi prima ocn le mani sul viso ...per poi scendere verso la bocca e infilarmi le dita in bocca ...d'istinto mi ripresi per dire che stavamo combinando ma carlo mi tranquillizzò dicendomi che se non mi andavai sarebbero usciti ma solo con un sorriso gli feci capire che forse la cosa cominciava a piacermi...da quel sorriso malizioso andrea incalzò la dose facendomi alzare e iniziammo a ballare un lento mentre carlo da dietro mi sbottonava la camicia... per poi iniziare a palparmi i seni sentendoli gia duri....continua
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13 anni fa
bull3puglia,
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Ultima visita: 13 anni fa
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L'ascensore
Mi trovo a New York per il matrimonio della figlia della mia migliore amica, l’ho vista nascere, sono stata la sua madrina al battesimo e ora mi ha chiesto di farle da testimone al matrimonio. Siamo arrivati tre giorni fa io e mio marito, siamo ospiti nell’appartamento della mia amica, che si trova al ventesimo piano di un palazzo che ne ha circa una trentina. Certo per me che abito in una villetta su due livelli dormire così in alto fa un certo effetto, lei mi ha detto che è solo questione di abitudine, poi sopra di lei iniziano i piani occupati prevalentemente da uffici per cui dopo le diciassette lo stabile si vuota e regna molta tranquillità. Per il matrimonio è tutto a posto, mancano solo alcuni dettagli, quale le prove in chiesa, quelle del vestito, per il resto è tutto a posto tanto che ci stiamo dedicando alcuni giorni di vacanza insieme ai due futuri sposi. Oggi il programma prevede che i maschietti se ne vanno a vedere un negozio che vende tecnologia elettronica, mentre noi donne passeremo un momento dal negozio del pasticcere per definire gli ornamenti della torta nuziale, poi massima libertà. Appena uscite, mi rendo conto di due cose, che mi sono vestita troppo pesante, gonna, calze autoreggenti, camicetta e giacchetto di renna, mi fanno immediatamente sudare, poi ho dimenticato il cellulare. A questo punto la mia amica mi indica un palazzo che si trova appena due isolati da noi, “ vieni giù per questa via, fai con calma tanto a noi ci vorrà circa mezzora, se non ci trovi chiama”, detto questo mi da le chiavi dell’appartamento e si incammina con la figlia nella sua direzione, mentre io rientro dentro, vedo l’ascensore che si sta chiudendo, mi affretto, uno dei due uomini che sono dentro blocca le porte, e mi permette di entrare con loro. “ grazie”, dico, poi mi correggo, lo ripeto in inglese. Mi ritrovo con un signore di circa quaranta anni, ben vestito, capelli lunghi tenuti legati dietro la nuca a coda, barba rasata corta, mentre l’altro anche lui in giacca e cravatta sembra più giovane forse trenta, con una ventiquattro ore in mano. Digito il numero del mio piano, vedo che loro hanno gia richiesto il ventinovesimo, mi posiziono davanti a loro, gambe appena divaricate, sicuramente i due mi scrutano, devo essere un bello spettacolo, capelli neri mossi che mi arrivano alle spalle, giacchetto di renna, gonna corta nera, calze nere e scarpe con circa otto centimetri di tacco, il mio splendido culetto deve fare la sua figura, sicuramente sono un bell’insieme da vedere. Le porte si chiudono e l’ascensore parte velocissimo, poi di colpo si blocca, perdo l’equilibrio, cado all’indietro addosso al signore più anziano che immediatamente mi afferra con le braccia intorno alla vita. Buio totale, restiamo alcuni secondi immobili senza capire cosa è successo, sento il corpo del mio salvatore aderire al mio, i muscoli duri del petto aderiscono alla mia schiena, un bozzo consistente si incunea fra il solco delle natiche, mentre le mani che prima mi hanno afferrata ora risalgono veloci fino ai miei seni stringendoli con decisione. Resto stupita, nello stesso tempo mi piace quel contatto, una flebile luce si accende, ci separiamo, mentre il giovane si avvicina alla tastiera e schiaccia il pulsante di emergenza, ma non succede nulla, anzi dopo pochi secondi anche la luce di emergenza si spegne, ora siamo nel buio più totale. Cerco d’istinto il mio cellulare, poi mi ricordo che l’ho lasciato in camera, loro bisbigliano qualche cosa fra loro che non capisco, poi di nuovo le forti mani che mi hanno sorretto si cingono attorno al mio corpo, sento scostare i capelli, calde labbra mi baciano sul collo appena dietro la nuca, è una cosa che mi fa impazzire sentirmi baciare li, immediatamente anche il bozzo che ora è diventato un magnifico palo duro si schiaccia fra le mie chiappe, sento un fremito di piacere invadere il mio corpo. L’altro rapidamente si è inginocchiato davanti a me, ha risalito con le mani le cosce, alzato la gonna fino alla vita, “ wow” esclama quando si rende conto al tatto che ho le autoreggenti con il reggicalze, dice all’altro che sono vestita sexy, mi abbassa lo strig fino alle caviglie, mi fa alzare un piede per volta e lo toglie. Mi solleva la gamba destra fin sopra di lui, insinua la testa fra le mie cosce. Lo sento respirare, odorare la mia fica che gia si bagna, poi incomincia un gioco di lingua e labbra sconvolgente. Mi schiaccia il clito con il labbro superiore, mentre scorre la lingua dentro il taglio delle labbra della mia vulva fino al fiorellino anale, inizio a godere immediatamente a quelle sollecitazioni. L’altro non è rimasto inerme, mi ha sbottonato due bottoni della camicetta, le sue mani si sono impossessate dei miei seni che stringe, impasta, mi tortura i capezzoli, procurandomi un piacere inteso che sommato all’altro mi portano in breve ad avere il primo orgasmo, un gemito esce dalle mie labbra ….. muhummmmmmmmm …….. il giovane si rende subito conto che stò godendo, incolla la sua bocca alla mia fica e raccoglie insinuando dentro la lingua tutto il succo che essa secerne. Sono scossa dal piacere che provo, sono due demoni che mi fanno impazzire magistralmente, sento il mio corpo tendersi e arrivare a un nuovo piacere intenso, …… siiiiiiii ……..humhmuummmmm …… yess……. Il giovane raccoglie anche questa sborrata che gli scarico direttamente in bocca, poi si alza, dice all’altro che sono pronta, mi prende il viso fra le mani, mi fa piegare a novanta, fino a che le mie labbra non incontrano il suo cazzo gia fuori e teso. Lo infilo in bocca nello stesso istante in cui l’altro appoggia il suo alle labbra della mia vulva fradicia, lo spennella alcune volte sue giù poi improvvisamente lo infila in un colpo solo, secco e deciso fino in fondo. Sento una grossa cappella aprirmi, farsi strada dentro di me, raschiare le pareti della mia vagina e colpire con forza il fondo sbattendo contro l’utero procurandomi una scarica di piacere sconvolgente che mi porta direttamente all’orgasmo. Devo appoggiarmi con le mani ai fianchi del giovane per non cadere dalla spinta che ho ricevuto da dietro, godo a bocca piena dato che anche l’altro lo ha infilato dentro ….. UHUHMUMMMMMmmmmm ….. un lunghissimo genito mi fa scuotere tutta, loro si fermano un secondo poi mi incominciano a pompare all’impazzata. Quello davanti spinge il cazzo in bocca fino a farlo sbattere sul palato, rapidamente, mentre l’altro estrae per metà la grossa verga poi lo infila dentro di colpo fino infondo facendomi morire. Godo, vengo e godo, sento quello davanti aumentare il ritmo, si gonfia dentro di me come prevedo a breve mi inonda la bocca di sborra calda e densa, mi incita, a mandarla giù, neanche vi fosse bisogno di dirlo. Ingoio, lecco tutta la semenza calda, mentre sto provando un nuovo orgasmo, mi sfilo il cazzo di bocca, sento il mio corpo tremare………… yessss…..siiiiiiii ….. vengooooo…… ma anche il mio amante è arrivato, lo sento aumentare le pompate, più veloci, poi di colpo si sfila, mi gira, mi fa inginocchiare, con una mano sulla mia testa mi porta la mazza davanti alla bocca. Nonostante sia ampia quasi non riesco a contenere il glande che mi spinge dentro, lecco appena e subito un getto denso e caldo mi inonda la cavita orale, è buona, più densa dell’altro, più dolce. Bevo, succhio, ingoio fino all’ultima goccia. Resto qualche secondo in quella posizione, poi di colpo le luci si riaccendono, una voce dall’altoparlante si scusa per l’inconveniente, ho appena il tempo di tirarmi giù la gonna e rimettermi in piedi che il giovane ridigita i numeri dei piani sulla tastiera che l’ascensore riparte velocissimo, in pochi secondi raggiunge il mio piano. Le porte si aprono, esco, con passi malfermi mi incammino verso la porta del mio appartamento senza voltarmi, apro e appena dentro mi appoggio alla porta. Sono sudata, ho caldo, chiudo gli occhi, non, non ho sognato, in circa venti minuti sono venuta quattro volte e mi sono bevuta due sborrate, ne sento il sapore ancora in bocca. Decido di farmi una doccia veloce, vado in camera mia, e mentre mi spoglio mi accorgo di non avere più lo string, faccio mente locale, deve essere stato il giovane che le ha prese quando me le ha tolte, forse le vuole come trofeo a ricordo di questa strana avventura, o magari per esibirle come prova quando la racconterà ai suoi amici. Mi eccita il pensiero che altri maschi sbaveranno pensando a me, sorrido compiaciuta con me stessa mentre l’acqua tiepida esce dalla doccia bagna il mio corpo.
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13 anni fa
admin, 75
online -
Film con sorpresa 1
Quella sera con gli amici si decise di andare a vedere un film, la nostra scelta fù un film di un comico italiano che in questo periodo va per la maggiore, Checco Zalone! Prima di entrare in sala, nell'attesa decidemmo di bere qualcosa al bar del cinema, tra un discorso, una risata e l'altra, la mia attenzione cadde su una signora che se ne stava poco distante da sola a bere, era particolarmente bella, molto curata ma non appariscente. Tutti i suoi particolari mi avevano particolarmente attratta, perchè rispecchiavano ciò che a me piace di una donna! I suoi cappelli lisci e neri, gli occhi verdi e il suo intenso sguardo, la bocca ben delineata e carnosa, il decoltè che evidenziava un seno perfettamente sodo, la sua pelle ambrata, le mani perfettamente curate con delle unghie impeccabili. Le sue gambe slanciate poste in evidenza da uno spacco sulla gonna, e la forma del sedere che imbarazzava per perfezione. Insomma mi stavo un pò perdendo nello scrutarla tanto che non mi ero accorta di aver attrato la sua attenzione, infatti appena rialzai lo sguardo mi accorsi che lei mi stava fissando e io a questo punto un pò imbarazzata, feci come per far finta di niente, lei quasi divertita mi rassicurò con un sorriso facendomi l'occhiolino quasi a dirmi "stai tranquilla nessun problema". Mi levai dall'empasse chiedendo a una mia amica di accompagnarmi alla toilette. Giunta in bagno mi sentii quasi turbata ripensando a quella donna, mi accorsi però che quella figura mi aveva provocato una certa reazione fisica, comunque finii i miei bisogni, uscita dal vano wc, passai nell'altro vano per lavarmi le mani. Fu a quel punto che la vidi entrare, ebbi quasi un sussulto, cercai di nascondere la mia reazione, ma sono sicura che lei si accorse del mio imbarazzo, speravo che in quel momento entrasse qualcun altra persona cosi da non dovermi ritrovare li da sola, già che la mia amica aspettava fuori. Ma non fu cosi, la signora però colse l'attimo del mio disagio e seppe pormi a mio agio, saluto con molta educazione e con un sorriso e si reco al vano wc, solo che nel passarmi accanto, vista la strettezza del passaggio, posta di spalle si strusciò molto leggermente con il suo sedere sul mio. Quel contatto seppur lieve mi fece invadere il corpo di calore, sentii le sue forme perfette quasi le avessi tra le mani, il suo profumo mi stava inebriando, chiusi gli occhi per un attimo, ed in preda al solito imbarazzo mi recai verso l'uscita voltandomi poco prima di uscire e vedendo lei che con il solito sguardo intenso mi sorrise con complicità. Uscii fuori andando dai miei amici che mi aspettavano al bar, ero tremendamente e piacevolemente turbata da quel contatto, seppur banale ma cosi fortemente coinvolegnete e questo era solo il preludio di ciò che poco più tardi sarebbe accaduto in sala. Continua....................
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13 anni fa
chia21, 35
Ultima visita: 9 anni fa -
La trans...
Io non sono un abituè, ma quando mi prende la voglia sono davvero insaziabile... Così una mattina, svegliatomi con una voglia folle di prendere un bel giocattolone, mi accingo ad andare a trovare una splendida trans che già conoscevo... Arrivato a casa sua, non posso resistere oltre e comincio a spogliarmi e lei fa lo stesso... Appena intravisto il suo bel pisellone, comincio a succhiarlo con tanta passione... e la sensazione che mi da sentirmelo indurire in bocca mi fa eccitare ancora di più... Ed ancora più eccitante è sentire i suoi sospiri di goduria mentre glie lo succhio fino in fondo... Ma questo non basta... voglio sentirlo dentro... così mi giro e preparo il mio bel buco, già preparato a dovere, morbido e profumato e pronto a ricevere l'ormai durissimo cazzo di lei... che me lo infila prima piano, con delicatezza... fino a farlo entrare tutto... e poi comincia a sbattermi forte... Ah... che meravglia sentire quei 22 cm che mi spaccano tutto... "ma ora girati" le dico... e dopo averglielo succhiato ancora, eccomici seduto sopra cavalcando senza tregua quel bel membro gigante... Il mio culo è ormai spanato e lei prova sempre più gusto scopandomi... "sei la mia troia" mi dice "godi, puttana", girandomi nella posizione tradizionale... che è anche la mia preferita... e lei comincia a baciarmi mentre mi scopa... "ed ora voglio sentire la tua crema tra le mie labbra" le dico... Ma lei "no, mi hai dato troppo poco... se vuoi la mia crema devi darmi altri soldi"... ma mentre la spompino... ella non riesce proprio a trattenere il suo orgasmo che, dopo un gran bel pompino, finisce per riscaldare il mio viso e le mie labbra... con estremo piacere suo e mio... e mentre lei mi viene in bocca, io me ne vengo insieme a lei... E che eccitazione sentire il calore della sua sborra... e vedere il suo viso avvolto da un godimento sublime... "Torna presto a trovarmi" mi dice... "una scopata così non si rifiuta mai!"...
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13 anni fa
admin, 75
online -
Coppia2
ma dove la trovano tutta quest'acqua le nuvole?? sto percorrendo la senese, che brutta strada, in più piove come se dovesse venire l’alluvione....vado pianissimo perchè devo trovare un cancello alla 4 curva a destra......chissà se la troverò la 4 curva.... i miei "amici" mi telefonano in continuazione, vista la pioggia si preoccupano che il loro giocattolo non si rompa ancora prima di arrivare ma, che premurosi.... ho fatto una fila pazzesca dietro di me......ma io devo andare piano altrimenti il cancello della 4 curva a destra non lo vedrò mai....eccolo in mezzo agli alberi scorgo il cancello verde aperto...mi aspettano... percorro con la macchina lo stradello fino ad arrivare alla casa..... che paura, quassù è un posto da lupi se urlo non mi sente nessuno, sono in balia di loro ma, al mondo vola solo chi osa.....speriamo vada bene... vedo lui con l'ombrello mi viene incontro ridendo..... "ben arrivata...non ci speravo più" "sai la pioggia, la strada non la conoscevo...e sinceramente un pò di paura" mentre parlo mi prende per mano, una mano fredda, gelida...mi attira a se e sotto l'ombrello mi bacia...che bacio!!!!... lei al finestrone di casa che ci guarda.... "entriamo dai che qui fa freddo.." mi spinge avanti a lui... quando entro mi colpiscono i divani, come sono brutti...di un colore indefinito....mezzi mordicchiati dai due cani sdraiati laggiù davanti ai piedi di lei..... mi guarda, non si alza neppure a salutarmi...non mi viene incontro..direi che non è contenta per niente di vedermi...continua indifferente ad accarezzare i cani... dentro casa è un caldo afoso...e sinceramente c'è un puzzo di animale pazzesco......di cane bagnato...quasi puzzo di canile... faccio finta di nulla mi tolgo la giacca e rimango li imbambolata come un ebete ad aspettare che qualcuno mi dica dove metterla... arriva lui...tutto eccitato con un pantalone largo, morbido, da ginnastica,quelli dell'adidas blu..... petto nudo...lo sguardo scorre sul suo corpo scendendo sempre più giù perchè il rigonfiamento in mezzo alle gambe si mostra evidente.... "la prendo io scusa" torna veloce da me... e come un rapace che aspettava la preda...mi prende per le mani....mi spinge su quel divano orribile.... seduta davanti a lui....mi ritrovo con davanti al viso il rigonfiamento che tanto mi aveva attirato lo sguardo.... senza pensarci tiro giù i pantaloni....ed eccolo li duro, gonfio di desiderio davanti a me, davanti alla mia bocca... lo prendo con le mani...e comincio a leccarlo...la punta della lingua che scivola desiderosa di sentirne il sapore....lui non mi tocca sta fermo con le mani sui fianchi... la bocca lo prende...dolcemente...poi sempre più morbosa...lui comincia a gemere..con la coda dell'occhio vedo lei...sempre seduta li a guardare la scena, sempre li ad accarezzare i suoi cani.... adesso quasi urla di piacere.... mi alza mi gira, il viso schiacciato tra quegli orridi cuscini, il culo all’insù ancora stretto nei pantaloni ... comincia a toglierli, impacciato nei movimenti, cerco di risollevarmi ma, non me lo permette…dopo tanto tirare riesce a toglierli…ho un tanga blu…prende tra i denti i laccetti laterali…lo strappa…sento il rumore della stoffa che cede sotto i suoi denti…. Con la lingua mi penetra ovunque…la sento bagnata passarmi tra le cosce, la sento insinuarsi dentro di me…lui con le mani mi allarga per farla entrare meglio… Alzo lo sguardo…lei è sparita….ci sono solo i cani sdraiati sul pavimento di legno che ci guardano in silenzio… Chiudo gli occhi per amplificare il piacere di quella lingua che mi fa godere… Lui è instancabile….succhia ogni goccia del mio piacere, lecca ogni angolo della mia pelle, esplora entrambi i miei buchi…. Sento altre mani su di me….più piccole, più calde…apro gli occhi e vedo lei che in piedi davanti a me allunga le braccia per toccarmi, è nuda….si siede sul divano…apre le gambe e mi alza la testa finchè non è tra le sue cosce….con le mani si allarga la fica fino a propormi il clitoride da succhiare come se fosse un piccolo cazzo….so ciò che vuole e non la faccio aspettare..inizio la danza…le infilo tutta la mia lingua dentro, le succhio le grandi labbra e gioco con il clitoride…. Lui stacca la lingua e mi penetra…..lo sento tutto dentro…duro, forte…sempre più dentro…lei mi tira per i capelli, come se dovessi mangiarla… Gemono, urlano, godono…. Mi sdraiano per terra sul parquet odora di cera…lui mi apre le gambe e mi comincia a scopare…lei mi bacia la pancia, mi lecca le gambe…scende con la bocca al mio clitoride, mentre suo marito mi sta fottendo con forza…lei in punta di lingua ci gioca .. toglie il suo cazzo da dentro di me solo per metterlo in bocca a lei….mi girano di lato e dolcemente inizia a incularmi….lei sparisce di nuovo…torna con un cazzo al posto della sua fica….si avvicina alla mia bocca e me lo infila con forza fino in gola… “succhia anche questo troia…” È dolce, sembra fatto di zucchero e miele, mi raschia in gola…. Lui si stacca e si mette a 90 gradi…. Un uomo a pecora pronto a prenderlo…non l’avevo mai visto….con una mano si allarga il culo eccitato…. “vieni a leccargli il buco del culo che tra poco ce lo scopiamo” Gattoni mi muovo verso di lui…quel culo allargato…desideroso..mi fa venire quasi da ridere…invece inizio a leccarlo a bagnarlo di saliva…lui con la mano si allarga sempre di più…ed io sempre di più infilo dentro la lingua… Lei mi sposta e comincia ad incularlo….urla….decido di sdraiarmi davanti alla sua bocca…e comincia di nuovo a leccarmi……mi viene voglia di mettermi a 69 sotto di lui, mentre lei selvaggiamente lo incula, sento i colpi forti che fanno ogni volta un rumore strano…e mentre lei lo sadomizza io inizio a succhiargli il cazzo….durissmo..eccitato… Lei mette anche me a pecora accanto a lui e passa da un culo all’altro ridendo…. Mentre io a gambe larghe mi faccio scopare da lei, il marito me lo infila tutto in bocca… “si così succhialo, prendilo tutto fino alla gola…..” Smette di scoparmi, si mettano in piedi davanti a me in ginocchio….ho questi due cazzi davanti, che sembrano uguali….lui si masturba sempre più veloce e lei sembra fare la stessa cosa sul suo cazzo finto…la sborra mi arriva in faccia, cola tra le labbra aperte…mi riempie la gola calda….fanno a turno a scoparsi la mia bocca….a colmarla di sborra….ed io ingoio senza lasciar cadere una goccia… “brava, succhia tutto…pulisci bene troia” Finalmente vedo lei sorridere, si toglie il cazzo finto, mi abbraccia mi bacia, mi stringe a se… “grazie di essere venuta sei stata fantastica…quello che abbiamo sempre cercato” Vado a farmi una doccia…nuda sotto l’acqua calda …complice l’eccitazione inizio a toccarmi…le mie dita scivolano dentro di me, la mia mano strapazza il clitoride finchè riesco ad avere un ennesimo orgasmo….ne esco rilassata, profumata di mughetto…mi rivesto senza il mio tanga che è sul divano strappato.. Mi accompagnano fuori insieme, continua ancora a piovere….salgo in macchina e li saluto…. i
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13 anni fa
admin, 75
online -
Una sera
Mi sono preparata di gran fretta. Era tardi ma avevo una gran voglia di uscire. Ero quasi pronta ed ecco che mi arriva un messaggio di un amico: "Ho voglia di vederti... Tanta voglia". Non potevo sperare di meglio, lo chiamo subito e organizziamo. Sono eccitata e questa sera mi sento proprio figa. Ho un cardigan nero che mi sta proprio bene; mi avvolge e modella delle belle forme sul mio corpo. Ho una gonna nera stretta in vita e aperta sulle gambe; calze nere con il pizzo chiaro e mutandina trasparente con guepiere incorporata. Sono ben truccata e con un tacco non esagerato. In auto mi guardo le gambe e mi sento salire la voglia. Ho bisogno di conferme e allora decido di fermarmi a fare benzina in autogrill. Mi sistemo la gonna in modo che si veda qualcosa e quando l'uomo si avvicina per chiedermi "quanto" rispondo con voce chiara ma un poco languida:"il pieno". Quello rimane un attimo sul posto, ma non mi sfugge l'occhiata che da alle mie gambe. Guardo dallo specchietto e noto che facendo benzina cerca di traverso di guardare all'interno. Allora prendo la borsetta e con un gesto distratto la tiro verso di me e sollevo "accidentalmente" la gonna in modo da fare vedere molto. Eccolo che arriva: " sono 46 euro" e non mi stacca gli occhi dalle gambe. Sono eccitatissima, perdo tempo a cercare gli spiccioli e nel frattempo piego e allargo le gambe di traverso in modo da fare vedere di più.... non lo sto guardando, ma sento i suoi occhi che mi trapanano. "mi spiace ho solo 50" - dico - e lui prontamente " venga signora il resto ce l'ho in ufficio" e si avvia senza lasciarmi il tempo di dire nulla. Allora sposto l'auto e la parcheggio comoda vicino all'ufficio. Scendo e vado dentro. "mi scusi - dice- se l'ho fatta venire dentro ma non avevo resto e poi... insomma volevo vederla". A questo punto la mia eccitazione va alle stelle, era la conferma che volevo. Devo proprio essere figa! Però non so cosa dire e tantomeno cosa fare. Faccio un sorrisetto ma è lui che mi dice :" forse nello spogliatoio ho qualche spicciolo". "Furbetto però" -penso- e va verso lo spogliatoio. Ora sono io che non perdo l'occasione. Lo seguo e appena dentro chiude la porta e girandosi mi dice:"ha delle gambe da urlo; complimenti!" e comincia a toccarmi. Io sono in estasi. Non aspettavo altro. Gli sbottono i pantaloni e infilo dentro la mano. Un cazzo di belle dimensioni, ma ancora da indurire. Non ci penso un attimo. Mi abbasso e comincio a lavorare di bocca. Diventa durissimo subito. Lui ansima. Mi dice che sono una "bella troia". "Una troia in calore che voleva farsi sbattere". Ha ragione, ma ho la bocca troppo occupata per dirglielo. Lavoro con la lingua a più non posso e nel frattempo mi tocco. Sento che è pronto.... do gli ultimi colpi e ecco che viene. "Troia" - mi dice- sarà anche vero, ma sto godendo anch'io. Esco appagata e forse non mi ha dato neppure il resto.... passerò a prenderlo la prossima volta! Dimenticavo: il mio amico sa che sono sempre in ritardo!
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13 anni fa
Daniela1Do,
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Ultima visita: 3 anni fa
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Cinema speciale 2011
" Ma siete sicure? Tu Anna ci hai pensato bene? Non è contro quello che hai sempre sostenuto?" Andrea sembra quasi sconcertato ma non riesce a nascondere l'emozione e il turbamento. "E' un gioco Andrea, un gioco nostro e poi comanda Paola stavolta e l'ha deciso lei" ribadisce. Li guardo entrambi e guardo mio marito che sembra essere rimasto senza parole. Per noi non è una novità, è un gioco quasi inoffensivo, ma per loro che avevano escluso qualunque altro contatto oltre allo scambio con noi, si tratta di una svolta epocale. Sono tanto più giovani di noi e quei 12-14 anni di differenza si sentono in queste cose... "Scusami Paola, ma ricapitola e spiegami bene la scommessa" mi dice Andrea. "Ok. Allora si va a cinema, in quel multisala che ha la saletta con i divani da tre e da quattro ( ovviamente non importa cosa danno ). Ci sediamo a coppie su due file diverse accanto ad un singolo, un uomo, se lo troviamo, la donna in mezzo tra lo sconosciuto e il marito. Ovviamente Anna ed io avremo un abbigliamento consono alla circostanza, gonna corta,autoreggenti e niente slip. E vediamo se si riesce a fare una sega al vicino. Chi ci riesce ha cena e albergo pagati per il nostro prossimo week end dall'altra coppia. Se ci riusciamo entrambi... paga chi lo fa venire prima e vince chi lo fa durare più a lungo. Carino no?". "A parte che tu Paola sei perversa proprio, ma come si fa a stabilirlo chi viene prima se siamo distanti" obietta Pino finalmente tornato tra noi. "Ma dai... sintonizziamo gli orologi dei due uomini che fanno da arbitri: quando l'altro viene la lei gli fa un segnale e lui guarda l'ora. Poi confrontiamo. Facile no?". Loro ridono eccitati e Anna annuisce. Sembra aver superato le ultime inibizioni. Due giorni dopo. Viste così niente male entrambe: anna ha optato per una autoreggente a rete, io nera. Non è un brutto colpo d'occhio. Primo problema da superare: il tizio alla cassa assegna i posti. Va beh, faremo finta di niente non dovrebbe esserci tanta gente a questo film: di mercoledì chi vuoi che vada a vedere... ah ah, proprio Burlesque ci è capitato, pure in tema. Facciamo strada decisi io e Pino. in ottava fila un signore solo nel primo posto. vado decisa. Mi ha guardato male mentre toglievo il soprabito e mi sono messa accanto a lui quando avrei potuto scorrere di un posto ma lo sguardo è stato poi girato sulle mie gambe. Iniziamo bene. Lascio il cappotto sulle mie gambe mentre mi aggiusto sul divanetto facendo in modo...di far salire la gonna mentre Pino si siede accanto a me alla mia sinistra. E cerco con lo sguardo gli esitanti Anna e Andrea rimasti in piedi in fondo. Un ragazzo sulla trentina ( la mia vittima designata dovrebbe essere sui 40-45) li sorpassa e va a sedersi in terza fila. Faccio cenno loro con il capo approfittando della luce ancora accesa. Capiscono e lo seguono. Stessa manovra. Anna vicino a lui anche se ce l'ha a sinistra , più scomodo, e andrea che sorride un po inebetito a destra. Si spegne la luce, inizia la proiezione. Mi concentro sulla scommessa. Piego bene il cappotto facendo in modo che lui possa vedere bene le mie gambe e anche il bordo delle autoreggenti. Li davanti sembrano tutti impegnati a seguire il film. E anche il mio vicino. una decina di minuti inutili. Poi mi decido e dischiudo un po le gambe: non arrivo a cercare il contatto con le sue ma se lui volesse potrebbe provarci. Ed infatti lui prova. Le allarga anche lui e le ginocchia si toccano. Prima timidamente, poi visto che non tolgo la gamba, con decisione. Finalmente smette di guardare lo schermo e abbassa lo sguardo. Ancora un paio di minuti e finalmente la sua mano mi sfiora la coscia. Gli vado incontro e cerco di guardare qualche fila più avanti : mi sembra che Anna...si sia leggermente spostata verso il suo vicino. Ma non vedo bene. Ora la sua mano ha preso coraggio. Ha già trovato il bordo delle autoreggenti proprio mentre analoga manovra l'avvia Pino sull'altra gamba costringendomi a dischiudere ancora di più le gambe segnale che il mio vicino che mi sforzo di non guardare interpreta come un via libera verso il centro. Pochi istanti e avverto la sorpresa delle sue dita nel non trovare ostacolo di stoffa nel tuffarsi tra i peli . Ora è deciso, tocca ed esplora ma sembra impacciato. E' il momento. faccio scivolare la mano destra sulla sua gamba ,interno coscia, arrivo senza essere invadente ma decisa alla patta dei pantaloni avvertendo il duro della sua erezione. Massaggio piano così, sul pantalone, lasciando che lui ti tocchi mentre anche la mano di Pino sta arrivando lì e l'inevitabile accade: si incontrano. Lui ha un sussulto, la ritira spaventato. Smetto il massaggio sui pantaloni, gliela prendo con garbo e la riconduco lì mettendola accanto a quella di Pino che sa come dischiudermi le grandi labbra e mi sta preparando. Lo guardo un attimo annuendo e facendo un gesto con il mento verso il suo pantalone. usa la destra per abbassare la patta e la sinistra ha trovato una stupenda collaborazione con Pino. Mio marito la tiene aperta, lui penetra piano piano ed esplora sentendo dagli umori come sono eccitata mentre gli prendo finalmente il grosso membro che riusciamo a liberare e che svetta nella penombra. Non un obelisco, ma un bel cazzo. Sospira mentre la mia mano lo stringe forte. Le mani dei due uomini ora sono proprietarie delle mie gambe, della mia fighetta calda e non si limitano a esplorare la zona anteriore. Lo sapevo, era logico, comprendo e lascio fare anche dietro. Scappello intanto il membro che ho nella destra e accenno ad un movimento istintivo. Lui è bravo e tempestivo. Mette la sua mano sulla mia che gli stringe la verga e detta il movimento che gli piace. Strano. Un colpo secco a scendere , poi qualche secondo in basso, e risalita lenta. E' importante non mettergli fretta altrimenti qualora Anna stia facendo qualcosa di simile rischio di perdere. Ma chi se ne frega penso mentre con pino che tocca il clito e le dita dello sconosciuto dentro sia davanti che dietro sento che non posso più trattenere il mio di orgasmo. Vengo così nelle loro mani con il fiato che mi si spezza perchè anche se c'è pochissima gente non posso lamentarmi. Ora sono meno carica e mi dedico a lui. Pino si scosta per osservare un attimo la mia mano attorno al suo cazzo. Mi incoraggia nell'orecchio " Coraggio tranquilla, non pensare ad altro, fallo sborrare". Mio marito lascia campo libero alla mano dello sconosciuto che continua ad esplorarmi, ora la mia mano ha capito, segue il movimento giusto. Mi inclino verso di lui per guardarlo bene. C'è odore forte di cazzo e di sperma. So che sta per venire, si agita sul divano forse preoccupato per gli effetti." Si vieni, gli dico, non ti preoccupare, vieni". Quando lo sento pulsare in mano vado in alto e lo stringo per evitare uno schizzo troppo alto mettendo il pollice sulla punta. La crema bianca inizia a sgorgare a fiotti mi scorre tra le dita, e nei movimenti che faccio di sega per accompagnare il suo orgasmo non riesco ad evitare un paio di schizzi successivi che ricadono sulla mia manica e sui suoi pantaloni. stringo la mano a Pino a pino per segnare l'orgasmo dello sconosciuto e lui guarda l'ora. Gli tengo ancora qualche istante il cazzo immerso nel sui sperma mentre Pino mi allunga un fazzoletto. lO SCONOSCIUTO SI AVVICINA E MI DICE PIANO SE POSSIAMO CONTINUARE dopo. Gli sorrido. No grazie ,gli spiego, tutto qui e spero che non ti dispiaccia. Ride, si ricompone per quello che può mentre mi asciugo con un paio di fazzoletti la mano odorosa del suo sperma. E si rimette a guardare il film come se niente fosse. Nel momento esatto in cui l'uomo accanto ad Anna si alza e se ne va dal cinema dopo aver indossato il cappotto. Qualche minuto ed anche i nostri amici si alzano e passandoci vicino fanno cenno di seguirli. "Allora?" chiedo appena usciti ma non ce ne sarebbe bisogno. Andrea ha gli occhi lucidi e Anna ansima ancora. La gonna nera di lei ( come mi indica) ha chiari segni di sperma così come la manica del golf. Lei li mostra e ride come se fossero trofei. " Fatta, gli ho fatto una sega, e mi è anche piaciuto e ho lasciato che lui mi facesse venire toccandomi la figa". Ridiamo. " Brava, andiamo subito a casa ad aprire una bottiglia e mi racconti tutto e stabiliamo chi paga. Che ore hai registrato Andrea al momento della sua venuta?" "Vuoi dire quando ha eruttato? vedessi che schizzi, pure sul divano, ha fatto un macello..." "Te l'ho detto Anna, non ti sei ricordata? il dito sul buchino..." "Hai ragione Paola, no, ero così eccitata che no n ci ho pensato". " Comunque interviene Andrea, erano le 22,54 e qualche secondo e voi? Sega fatta o no?" Pino interviene. " Si sega fatta, bene, come al solito, e sborrata alle 22,52 e dispari. Avete vinto voi. La mano di Paola non lascia molto tempo ah ah... andiamo a festeggiare e a raccontarci i particolari a casa " conclude aprendo l'auto. Ridiamo come pazzi nel tragitto verso casa loro: eccitazione e odore di sperma: ho la sensazione che non sarà quello degli estranei il solo con il quale avremo a che fare stasera. I nostri mariti devono essere...consolati.
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1
13 anni fa
paolapino,
50/50
Ultima visita: 13 anni fa
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il primo pompino
la prima volta che mi resi conto di essere sbagliata, nata in un corpo che nn mi appartiene, mi piaceva indossare abitini di mia mamma e di mia sorella truccarmi e fare la sciocchina quando rimanevo sola in casa. Incominciò quasi x gioco con un amico che mi disse che aveva una voglia matta di farsi succhiare il c...o, inizialmente nn avevo il coraggio di dirgli che l avrei fatto io molto volentieri ma col tempo cercavo di farglielo capire un poco alla volta fino che me lo chiese lui ormai quasi convinto che sarei stata felice di accontentarlo. andammo a casa sua libera quel pomeriggio e iniziai a sbottonarlo a baciare e leccare il suo coso x poi iniziare a succhiarlo andammo avanti x 20 minuti finchè senza dirmelo(scemotto) mi riempì la bocca, li x li ero un pochino arrabbiata ma con la promessa che nn lo avrebbe piu fatto,lo perdonai. questi eventi si ripetevano almeno x 3 volte alla sett tutto rigorosamente da maschio. ma il giorno che ricorderò x sempre è stato quando venne a casa mia, un giorno che avevo casa libera, mi feci trovare vestita da troietta e quando entrò mi disse che ero bellissima, gli diedi tanti bacini x ringraziarlo e iniziai a succhiarglielo x bene fin che qualcosa dentro mi disse di chiedergli di venirmi in bocca e lui lo fece con piacere
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13 anni fa
cristine,
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Ultima visita: 10 anni fa
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Sicilians do it better !!!
Conoscevo Gio da diversi mesi oramai... O meglio : chattavamo da tempo ma non mi ero mai decisa ad incontrarlo. All'inizio lui si era proposto come "singolo" ma li avevo detto subito : "sei un gran bel ragazzo ma io sono alla ricerca di gang bang... quindi non incontro singoli... mi spiace " e lui : "ma dovè il problema ? Ho tantissimi amici che non chiedono altro ! Vieni a trovarci in Sicilia ! Ti aspettiamo !" Una sera in chat mi è scattata la voglia (succede spesso all'improviso e senza un motivo preciso...) "ok " Quando posso venire ?" "Vieni a passare il week-end prossimo !" Venerdi ore 17.35 sono all'aeroporto di Catania. Esco e mi dirigo a destra dopo i taxi dove Gio mi ha detto di aspettarlo. Dopo 15 minuti senza vederlo, decido di chiamarlo. "Ah ciao Melissa ! Perfetto ! Io sono li fra 45 minuti circa ! Ho una golf grigia... sai non volevo fare la strada per nulla... e poi magari non ti presentavi !" Non ho il tempo di rispondere.. mette giu ! Dopo 1h di attesa vedo finalmente la macchina di Gio fermarsi davanti. Lui è al volante. Vicino a lui un suo amico e dietro un altro suo amico. "E brava la nostra troia Milanese che è venuta ! Dai sali !" Salgo dietro e saluto tutti. La macchina riparte. I tre amici iniziano a parlare tra di loro. Non so se parlano in dialetto o se è per via del forte accento... ma non capisco quasi nulla... indovino soltanto qualche parole : "puttana, milanese, minchie, siciliani..." Poi Gio mi dice : "Dai bella porca fai vedere le gambe . Togliti la gonna e gli slip che vediamo un po !" Mi sbottono la gonna e me la sfilo insieme al tanga. Il ragazzo vicino a me (Tony) inizia subito ad accarezzarmi le cosce. Altri commenti, risi, ecc... "Brava Melissa la troia Milanese che è venuta in Sicilia a prendersi minchie ! Dai fai vedere al mio amico che brava succhia-cazzi che sei !" Gio ha appena finito la frase che Tony passandomi la mano dietro alla nuca e con gesto brusco mi attira la faccia verso il pacco, mentre con l'altra si fa scivolare jeans e boxer fino alle caviglie. Ho davanti alla bocca un bel cazzo anche se non ancora totalmente in tiro. Lo prendo in bocca e inizio a succhiarlo lentamente. Cresce in fretta fino a diventare molto duro. Allora la sua mano si fa piu pesante sulla mia testa e inizia ad obbligarmi ad un veloce movimento di su e giu. Mentre spompino continuo a sentire i loro commenti... Non mi sono accorta subito che la macchina si è fermata. Guardo dal finestrino e mi accorgo che siamo in aperta campagna. Gio apre la portiera e dice : "Dai tutti fuori !" Scendiamo. "Adesso ti metti nuda in ginocchio e ci fai un bel pompino ! Niente di piu : solo un bel pompino di benvenuto !" Mi tolgo la camicetta e m'inginocchio. "Lo sai cosa sei Melissa ?" Lo guardo... non so cosa ripondere... "Sei una gran troia Milanese venuta in Sicilia a svuotare minchie ! Guardaci nei occhi e ripeti !" Ripeto la frase. "Brava ! Adesso puoi spompinare !" Ho tre cazzi da fare godere con la bocca. Gio è il primo a prendermi la testa e infilarmi il cazzo. Poi si alternano, sempre commentando e insultandomi... Hanno ognuno un modo diverso di farselo succhiare : A Gio piace infilarmi il cazzo fino in fondo con movimenti lenti, a Tony piace rimanere fermo e farmi muovere la testa e invece a Stefano piace tenermi la testa ferma e letteralmente chaivarmi la bocca... Gio è il primo a sborrarmi in faccia, seguito quasi subito dai suoi amici. Stefano va in macchina e prende dei fazzoletti. Ne da ai suoi amici e si ripuliscono. Ne chiedo anch'io : Gio e Tony mi danno i loro con i quali si sono appena pulito il cazzo. Mi pulisco la faccia. Loro sono risaliti in macchina. "Dai sbrigati che andiamo a casa !". Arrivati a casa Gio mi dice di farmi una doccia e di rimanere nuda dopo. Esco della doccia nuda. I ragazzi sono davanti alla tv. "Sai cucinare ?" "No... Mica tanto mi spiace..." "Ma almeno i spaghetti aglio, olio e pepperoncino le sai fare ?" "Si va bene... provo..." "Ok ! Ti faccio vedere la cucina e dovè la roba ! Sbrigati che abbiamo ospiti !" Mi metto a cucinare. I ragazzi sono davanti alla Tv. Dopo un po sento suonare... Gio si alza per andare ad aprire ma passa prima da me : "questi sono i miei amici. Mi raccomando tu stai qui in cucina e non fare commenti ! Sento un gran vociare ! Sento i passi che arrivono davanti alla cucina. Mi giro e sulla porta vedo Gio con 3 nuovi amici. Parlano ma di nuovo capisco ben poco ! "Allora vi piace la troia Milanese ? Saluta i miei amici !" "Ciao ragazzi... piacere !" "Melissa mettiti in avanti sul banco e allarga le gambe e fai vedere la fica ai amici". Mi metto nella posizione richiesta ! Altri commenti, complimenti e insulti... Sento delle mani sulle chiappe e due o tre sberle. Non mi muovo... "Dai finisci la pasta che abbiamo fame ! Quando e pronto portala di là che ho gia messo tavola !" "va bene 10 minuti e ci siamo". Una volta pronto, lo dico a Gio che fa accomodare tutti a tavola. Arrivo con la pasta. "Dai servici tu, fai il giro". Inizio a servire tutti. Passando sento manate sul sedere e una marea di commenti ! Servito l'ultimo mi accorgo che non cè posto per me... Guardo Gio : "Che hai zoccola ? Non hai fame anche tu ?" "Si... ma..." "Dai che il tuo posto e sotto il tavolo... mentre noi mangiamo pasta... tu ti mangi un po di minchie !" Altri commenti. Mi metto sotto il tavolo. Parto da Gio e inizio a sbottonargli i jeans. Poi faccio un primo giro per sbottonare o fare scendere la cerniera di tutti... Inizio a vedere un po di pacchi gonfi... inizio a tirare fuori il cazzo di Gio e inizio a succhiarlo. Poi passo al vicino e cosi via... certi se lo tirano fuori da se... inizio a succhiare girando in tondo sotto il tavolo. Faccio un bel po di giri cosi fino a quando tornando a Gio, lui mi prende per i capelli, fa scivolare la sedia in dietro e mi tira fuori da sotto il tavolo facendomi stare sempre in ginocchio. Mi fa girare la testa verso i suoi amici : "Melissa chi sei e cosa sei venuta a fare qui ?" "Sono una troia Milanese venuta in Sicilia a svuotare i coglioni dei Siciliani" "Brava puttana !" Mentre mi faceva succhiare ho sentito un movimento dietro di me. Un ragazzo si era alzato e vene a leccarmi la fica. Nel frattempo il vicino di Gio si era alzato e aveva preso il suo posto nella mia bocca e il ragazzo dietro continuava a leccarmi la passerina ! Poi l'ho sentito smettere per poi appoggiarmi la capella sulla fica. Muovevo il bacino come un ossessa... la voglia di cazzo dentro di me era violenta ! Sinceramente dopo questo momento non riccordo piu il susseguirsi delle cose con esattezza... So che abbiamo fatto il giro delle casa, che mi hanno dato tanto di quella minchia... e che non hanno risparmiato nessun dei miei bucchi ! Non cè che dire : la mia voglia di essere usata è stata veramente colmata ! Da allora posso dire : Sicilians Do It Better !!! Ma se un altro gruppo di un'altra regione vuole dimostrare il contrario... ben venga !!! PS. Vorrei precisare che per tutti i rapporti il preservativo è d'obbligo ! Non faccio mai sesso senza !
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13 anni fa
admin, 75
online -
la nostra 1 volta
Ciao a tutti.. Siamo coppiamelchi56 U&R coppia molto affiatata in tutto x tutto con moltissime fantasie che cercheremo di realizzarle Tutte.. Racconteremo la nostra 1 esperienza dopo molti inviti..ma mai con persone della stessa città accettammo di vederci con una coppia simile a noi..semplice educata ma vogliosa
Che chiameremo F lui E lei
Sia la mia R ….. che altra signora dopo alcune volte che ebbero contato telefonico.. decidemmo x una cena .. Il giorno dell appuntamento arrivo
Emozionatissimi ma sicuri certi di cosa e chi stavamo x incontrare.. Loro attendevano all uscita dello svincolo autostrada mantenendo un contatto telefonico per eventuali cambiamenti ritardi ecc … arrivammo scesero dalla loro auto . soliti saluti sorrisi … . ci fu una totale distensione ma aumento di eccitazione.. ci fecero strada fermandoci in un parcheggio decidemmo di andare con la mia ..cosi le donne dietro parlammo del più e del meno ma sentivo R la sua voce il suo sorridere Giunti si vide questa pizzeria situata su una bellissima collina entrammo poca gente prendemmo posto… le due donne vicinissime sembravano amiche da sempre io e F iniziammo a dialogare lo vedevo impacciato ma pian piano prese coraggio , le signore ridevano e parlavano anche sottovoce …. Pensavo che sarebbe stata una magnifica serata .. R DISSE CHE ANDAVA IN BAGNO E … LA SEGUII PASSAVANO I MINUTI LE PIZZE ARRIVARANO MA LORO ERANO ANCORA IN BAGNO... E ERA TUTTA ROSSA IN VISO. . R anche SORRIDENTE SI AVVICINO BACIANDOMI CAPI’ … ERA ECCITATISSIMA BRUCIAVA ..DISSE “ SI “ avevano limonato consumammo la cena allegramente con dirci si noi … Fummo invitati casa a bere qualcosa mentre si saliva le scale la coppia prese in mezzo R ed iniziarono a baciarla lei una bella mora sui 47 anni lui 53 anni piu alto di tutti ma simpaticone , mentre le donne si baciavano in bocca lui accarezzava entrambi poi volle baciare R.. che rispose al bacio mentre E mi passo le mani sul mio cazzo duro sopra la stoffa ed io gli strinsi un capezzolo mi mostro la lingua che succhiai ..salimmo appena chiusa la porta in cucina la padrona presa R ed iniziarono a succhiasi avidamente intanto il marito versava da bere .. vidi R che succhiava il seno stringendo i capezzoli di E che si contorceva ansimava F mise musica sottofondo e le donne scomparvero nella camera da letto … ero eccitatissimo ma calmo volevo gustarmi tutto mentre bevevo il mio bicchiere di cognac F mi passo la sua mano sul cazzo e mi disse andiamo a vedere cosa fanno la scena che mi apparve la padrona di casa sdraiata sul letto cosce aperte al massimo e R inginocchiata le leccava la fica le mordeva le cosce mentre E le teneva i capelli F si sbottono i pantaloni e porto il cazzo duro vicino la bocca di R che subito gli succhio la capella lo pompo lo insalivo e poi baciò E io mi avvinai a R la baciai e mi desse assaggia la fica di E ..iniziai a leccarla mentre R inizio a fare il pompino a F lo pompava dolcemente e avidamente immaginavo cosa provasse e brava a fare pompini E nel mentre si mise tra le cosce di R leccandogli fica e culo la sentivo gemere sapevo che iniziava a sborrare di fica e di culo E gli infilo un cazzo finto nel culo di R inserendo il vibro mi avvicini alla bocca del mio amore R che inizio a succhiare anche me F mi prese le palle in mano e mi sorrise cosi allungai la mia mano accarezzando le sue palle il sogno del mio amore R si muoveva con il bacino con il culo e fica e pompava due cazzi mi guardo capi che voleva darmi tutta la sua saliva e la baciai nel baciarla ebbi la capella di F vicino ed iniziai a succhiarla anche io mentre R le succhiava le palle
E si alzo e infilo due dita nel culo del marito F prese la testa di R con entrambi le mani con un movimento su e giù sentiva sia le dita della moglie e scopava nella bocca di R mentre io infilai le dita nella fica di E mi disse scopami mentre io scopo mio marito con le dita mi misi dietro lei e infilai di colpo il cazzo che entro in una fica caldissima F fece uscire il cazzo dalla bocca di R si mise con la sua bocca tra le cosce della moglie iniziando a leccarci palle e fica il mio amore R si sedette sul cazzo duro di F lo mise in fica di colpo ..vedevo calcare e godere il mio amore R … sentivo i colpi della lingua di F sulle mie palle leccava la moglie che godeva e sborrava di continuo ogni tanto lo sfilavo e lo infilavo nella bocca di F che succhiava divinamente ..la E di colpo mi disse scopalo gli piace inculalo lo tirai .fuori R si alzo dal cazzo di F le due donne prima mi succhiarono entrambi il mio cazzo … poi leccarono il culo di F la moglie lo fece piegare ed io entrai nel culo di F era caldissimo lo sentivo che stringeva la capellaaa
Le due donne si misero a guadarci ..ed iniziarono a leccarsi baciarsi R infilo un cazzo grosso ne culo di E .. che godeva di continuo F urlava che voleva sborrare le due donne si avvicinarono e lo succhiarono gli svuotando le palle con le bocche mentre io continuavo a montarlo, le due donne con la bocca di sborra si baciarono e poi il mio amore R venne a baciarmi con un po di sborra che io presi subito volevo sborrare anche io cosi mentre pulivo F succhiandogli le ultime gocce di sborra svuotavo nelle bocche delle signore la mia … sborra fu una bellissima nottata da ricordare..nella speranza di incontrare gente cosi
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13 anni fa
coppiamelchi56, 41/44
Ultima visita: 9 anni fa -
Con loro a capodanno 2011
Auguri immensi per un 2011 frizzante che ci porti quello che ci piace" e il brindisi che Pino ha voluto condurre diventa occasione per aumentare l'allegria di questa notte di San Silvestro in quattro che promette di essere unica. Due anni di incontri con Anna e Andrea hanno ormai cementato un'intesa ed una confidenza che sono leggenda. Nessuno di noi credeva si potesse, senza togliere nulla alla coppia, aprirsi così con altri e oltretutto così tanto più giovani di noi. Guardo Andrea che si avvicina per stamparmi un bacio casto e fraterno sulle labbra ( che comunque colpisce i signori del tavolo vicino in questo ristorante-albergo che abbiamo scelto) : sembra avere meno dei suoi 38 anni e ha un volto sereno e divertito. Affatto preoccupato dalla novità che questa notte Anna ed io abbiamo voluto proporre. Anzi imporre. Dopo tanti incontri e giochi quello che avevamo vietato in partenza, che è escluso per tutti ma che si può ammettere ( abbiamo deciso Anna ed io) tra noi quattro. Dopo il consueto gioco a quattro nel lettone (con più o meno fantasia ) io con Andrea e Anna con Pino, a coppie incrociate, ce ne andremo nelle due stanze prenotate per quaranta minuti cronometrati di "segreto". Quello che accadrà in quei minuti in stanze separate non dovremo dircelo tra coniugi. Uno spazio free dedicato all'altro o all'altra con la fiducia a priori che ci siamo saputi costruire. Una variante al nostro solito incontrarci che ha subito creato una atmosfera diversa stasera e che sa di malizia e di "segreto" e forse per questo ha entusiasmato noi donne e in un primo tempo sorpreso gli uomini. Che non hanno osato contraddirci. La cena non è stata un granchè ma è l'ultima cosa cui stiamo pensando. Alle lenticchie della mezza l'unico "zampone" che mi muove interesse è quello di Andrea che sotto il tavolo mi accarezza il ginocchio ben sapendo che la moglie accanto a Pino non sta avendo diverso trattamento. In camera un'ora dopo l'approccio alla serata è quello " soft" : nessun comando, nessuno dirige come in genere facciamo scegliendo il direttore a turno tra noi quattro, ma iniziamo seduti tutti e quattro sul letto giocando alla carta più alta, come ai vecchi tempi. I vestiti cadono rapidamente, è Pino il primo ad essere nudo e dover sottoporsi alle "penitenze". L'atmosfera si riscalda rapidamente e quando Anna si offre ad essere la prima "al centro" ( non è una novità, la doppia a lei piace molto) siamo già tutti molto carichi e con la testa...al dopo. I primi orgasmi del 2011 sono così quasi proiettati nel dopo e Andrea rinuncia persino a leccare sua moglie "dopo", cosa che adora fare, per guadagnare tempo. Beviamo un po' della bottiglia che ci siamo portati in camera per un nuovo brindisi, ci rivestiamo ( ma che buffa sensazione ) chiacchieriamo mentre noi non nascondiamo certo nulla sotto le gonne accovacciate come siamo sul letto. E' Pino a rompere gli indugi baciando Anna sul collo: " Su ragazzi, se per favore andate di là che qui la signora mi deve dire delle cose molto riservate" scherza abbracciandola mentre Andrea mi prende per mano. I pochi metri ed il corridoio che separano le due stanze li facciamo per mano come se fossimo noi sposati da tanto. Il respiro è tagliato, quasi soffocato, i passi felpati ma la complicità alle stelle. Qualcosa che non dirò, non condividerò con Pino : è la prima volta nella nostra storia. Mentre faccio quei metri penso alle mie fantasie, a quelle che Pino conosce e forse Andrea no qualcosa da dirgli o da fargli che renda questi quaranta minuti memorabili ma il pensiero torna sempre e solo a quello che Anna dirà e farà a lui, a quello che Pino le racconterà. Quando chiudiamo la porta alle mie spalle ho deciso: non devo pensare a di là, ma solo a essere quella che sono e quella che mi va di essere ora... Non posso ovviamente scrivervi quanto accaduto in quella stanza perchè sarebbe come dirlo a Pino e i patti si rispettano. Posso solo dire ciò che ci siamo detti tutti e quattro un'ora dopo : è stato molto bello. La complicità e la fiducia dell'ignoto! Il bacio che ho dato a Pino rientrando in stanza ( e quello che si sono scambiati loro) aveva un trasporto diverso dal solito (e non solo per la battuta curiosa e porcella che ha fatto lui su un certo sapore che avvertiva...) (Che scoperta!) Era come dire anche questo spazio che non ti dico ti appartiene. Dopo, stando assieme di nuovo tutti assieme c'era qualcosa di diverso, nelle occhiate, nel prendere l'iniziativa, nelle frasi che ogni tanto denunciavano curiosità. Quando mio marito ad esempio mi ha preso dietro penetrandomi senza nessuna difficoltà mentre Anna mi toccava i seni ( ed il marito la scopava) poco prima di invertire gli uomini e che Pino mi venisse dentro si è chinato accanto all'orecchio e mi ha sussurrato "non è difficile capire cosa hai fatto di là a giudicare da come...scivola sai?" cercando di carpire un assenso, un segno di cedimento. Quando gli ho detto che certo non ero andata di là con Andrea solo per fare una cosa che lui mi ha vista fare altre volte e che non è solo la meccanica del rapporto che conta e che avevamo fatto ben altro, mi ha quasi spaccato in due dai colpi mentre veniva dandomi della porcellina e mentre io gli dicevo che certamente Anna con quella straordinaria bocca e con le sue fantasie non mi aveva fatto rimpiangere. A cavalieri invertiti poco dopo mentre Andrea rantolava dentro di me non ha trattenuto un " ma che cosa gli avrà detto Anna a Pino per renderlo così" indicando una delle più potenti erezioni che abbia mai visto di mio marito. Ci siamo addormentati in un vortice appiccicoso di schiuma e pensieri tutti attaccati ed incrociati. Io con nelle mani i due membri ormai scarichi, Anna che si lasciava carezzare ed esplorare da tutti. " Paola - mi ha detto piano mentre i due uomini dormicchiavano stravolti - ho ancora un colpo, ti prego... lo faresti...solo stavolta" . La mia mano destra era ancora piena di sperma. Ho lasciato il membro inerte di Andrea e ho cominciato a carezzarle il clito mentre lei spalancava le gambe evidenziando quella grande e pelosa fessura che ha e venendomi incontro con il bacino. So bene cosa le piace, cosa voleva da me e per una volta l'ho accontentata: forse è questa la fantasia che ha confessato a mio marito? Pochi istanti dopo la mia mano è sparita nella sua vagina con incredibile facilità ingoiata sino a tutto il polso e lei me la stringeva come un ossesso forte con i muscoli delle cosce venendo così. Mi è piaciuto farglielo anche se non è il mio genere. Io non ci sono mai riuscita. Quando poco dopo gliel'ho confessato che il mio no non era solo con loro ma...con tutti, sono stati tutti e tre complici e concordi che doveva essere la novità del 2011. E non ho potuto neanche reagire. I due uomini già mi avevano messa giù tenuta con forza a gambe spalancate mentre Pino aiutava Anna a lubrificare la mano per penetrarmi interamente. " Ti costringiamo Paola, vedi - mi ha detto- non sei tu a scegliere e se ci aiuti e fai la brava non sentirai dolore". Anna è stata delicata, esperta ma nonostante questo mi ha fatto male all'inizio. Ma solo all'inizio perchè quando ho sentito tutta la sua mano dentro come mai avevo fatto...l'ultimo orgasmo sulle sue dita, sul suo braccio che mi penetrava, me lo ricorderò davvero per molto.
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13 anni fa
paolapino,
50/50
Ultima visita: 13 anni fa
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Esperto linguista 2009
Alto, più di quello che pensavo, elegante ed educato come ormai avevamo imparato a conoscerlo. Max, per messenger, semplicemente Franco nella realtà, fa il suo ingresso nel ristorantino di Bologna che lui stesso ha prenotato. Siamo arrivati qualche minuto prima del previsto e abbiamo deciso di aspettarlo nell’ingresso. Ci riconosce subito ( l’esserci visti ormai decine di volte in cam ha creato un clima di confidenza e cordialità) e ci abbraccia con trasporto. E’ stato il più fedele dei nostri fan ormai da 6 anni, ci ha seguito sempre nei siti, nei racconti, mi ha fatto compagnia spesso quando ero al lavoro, la sera, uno dei pochissimi “singoli” che mi ha vista in cam. “Paola, sei meglio che in cam” mente spudoratamente abbracciandomi come se fossimo vecchi amici e trasferendo la sua cordialità subito dopo a Pino. Guarda dritto negli occhi, stringe la mano deciso, mi sembra quello che ho sempre pensato: una persona autentica e schietta e non a caso abbiamo scelto lui. Del resto non potevamo fare diversamente. Quando abbiamo appena accennato alla ricerca di un instancabile linguista ha così insistito dandoci credenziali quasi “impossibili” che ci ha convinto subito. Ci avviamo al tavolo conversando sul governo, sul nostro comune sentire, sul tempo, sul traffico di Bologna dove lui lavora. Galante mi scansa la seggiola per farmi sedere. Non mi succedeva da quando avevo 18 anni! Una splendida cinquantenne , il patto con il diavolo, la sua fissazione, le 2000 foto mie che conserva. Ribadisce, come ha già fatto mille volte, che un guardone come lui ormai ha affidato a noi la sua sessualità con le migliaia di “fantasie bagnate” ( usa proprio questo termine insolito) che ha fatto su di noi e su di me. E di questo chiede perdono a Pino che sorride compiaciuto. “ Non ti avremmo scelto Franco, altrimenti” lo rassicura con un colpetto sul braccio. xml:namespace prefix = o /> La cena continua piacevole. E’ uomo intelligente e preparato, laureato, intuitivo e ci confessa che quasi non crede al nostro perfetto accordo, al nostro amore ormai di 25 anni. “Quasi tutte le coppie sono in crisi, specie quelle che fanno esperienze come voi. Siete quasi un mito sul web” aggiunge soddisfatto. Un mito non so, una rarità senza dubbio. Esperienze, si ma misurate, gli spieghiamo, sempre condivise (tranne rarissimi casi) , come del resto lui sa bene da grande lettore delle nostre storie. Ha un buon odore, un dopobarba piacevole non troppo dolce, o forse un deodorante stimolante e quei suoi modi affabili lasciano una piacevole sensazione di intimità. Vecchi amici si potrebbe dire. Ed è contento, davvero, emozionato come un bambino tanto da chiederci tre volte se non abbiamo cambiato idea, se davvero tra un po’ potrà salire in stanza con noi. Assicura di aver fatto tutto come previsto, la prenotazione in albergo, le due stanze, e continua a scuotere la testa alle nostre assicurazione dicendo “che bello che bello, un sogno”. “Non esagerare, come vedi – gli dico – sono una normalissima signora di 50 anni senza nulla di speciale”. Quasi si arrabbia nel sostenere che “ ciò che io trasmetto” è qualcosa di insolito. “ E se me lo consentirete, nei termini stabiliti, con l’educazione che ci vuole e il rispetto non facendo nulla di quello che non volete, ve lo dimostrerò”. Ci racconta poi del rapporto con la sua ex moglie, delle difficoltà, delle colpe che si assume senza riserve. In fondo sento che è ancora innamorato nonostante siamo trascorsi anni. A 40 anni è un bell’uomo, atletico, piacevole e devo dire che ciò che spessissimo mi ha mostrato in cam non mi dispiace affatto. Ma i patti sono patti. Lo so. Sono stata io a chiedere una trasgressione… linguistica, infinita. Mi piace troppo e so quanto mi eccita l’idea di un uomo che si dedicherà a me per quello tutta una notte. Solo quello. L’allegria cresce in fretta e al dolce ormai le sue gambe cercano le mie per un contatto che non gli nego. Neanche mezz’ora dopo siamo già in camera io e Pino attendendolo con calma, le luci soffuse, la gonna nera che ha chiesto lui, le autoreggenti con quella magliettina rosa che adora e slip neri. Bussa delicatamente alla porta, mentre Pino ed io stavamo iniziando il riscaldamento. Ha in mano una bottiglia di champagne (non prevista) e tre flut. Ne beviamo subito finchè è fresco, chiacchieriamo ancora e continua nella serie di complimenti alle mie gambe e alla mia sensualità. Ma ormai sta iniziando, forse a causa delle bollicine, a fare “caldo”. Gli confesso che nella nostra scelta le cose che mi hanno influenzato sono diverse. L’educazione, la passione, il suo attributo sempre molto piacevole da vedersi e così generoso in tutto, e quella lingua lunga quasi incredibile che ci ha mostrato. La estrae per dimostrare che non si trattava di un trucco dell’obiettivo. Mai vista così lunga! Una cosa impressionante, tre dita più lunga di una normale. Tra boccacce e risate, e tre flut siamo al dunque e sento che il languore e la curiosità sono al punto giusto. “Devo andare un attimo in bagno e poi sono subito da voi” dico ad entrambi alzandomi dalla poltroncina ed interrompendo l’estasiata visione delle mie gambe che stava facendo Franco. Si alza anche lui. “Scusa Paola, se posso, davvero non prenderla male, e ovviamente fai quello che vuoi ma... potrei farti una domanda intima prima?” Pino ed io lo guardiamo sorpresi. “Certo, di pure” “Ecco, scusa se mi permetto, ma… vai a fare pipì?” Rido per il suo imbarazzo. “Certo, con quello che abbiamo bevuto… pipì e meraviglioso bidè per tua e mia tranquillità” rispondo tra il sorpreso e il divertito. “Mmmh, sentite, senti Pino, anche se non concordato anche se potete mandarmi via, io ci provo. Posso accompagnarti ( anche con Pino , si intende ) vedere, aiutarti magari con la mia mano e fartelo io il bidè. Posso? Scusatemi ma per me sarebbe un sogno, è una cosa che attendo di fare da una vita e neanche la mia ex moglie ha mai voluto?” Mi siedo di nuovo. “Questo Franco non me l’avevi mai detto. Ho notato che ti eccitavano le foto in cui si vede che la facevo, ma non pensavo sino a quel punto, sino all’espressione terrorizzata che hai assunto ora. Tranquillo non ti mandiamo via. E’ naturale che tu dica cosa ti piace”. Ci rifletto un attimo. “ Che ne dici Pino?” Mio marito sospira, alza le spalle. “Se a te Paola va bene non ho problemi ma io non ne sono appassionato e quindi mi fido, vi lascio soli. Vi aspetto qui e mi spoglio intanto”. “Davvero, davvero posso?” sembra impazzito. “Non ti preoccupare Pino lascio la porta aperta, tranquillo, io … no so, non so cosa dire sono emozionatissimo”. “Vieni” gli dico tendendo la mano, e “ niente porta aperta, mi da fastidio. Pino si fida, la chiudiamo e mi dici quello che vuoi fare”. Incrocio lo sguardo di mio marito che sembra avere un gesto di fastidio ma torna subito a sorridere. Così impara! Mi trascino Franco per mano sino all’elegante e grosso bagno, entriamo e chiudo la porta alle sue spalle, a chiave. Lo voglio far…morire a quello di là. Franco mi guarda estasiato. Restiamo imbambolati qualche secondo. Poi decido di rompere gli indugi. Guardandolo negli occhi mi sollevo la gonna, resto qualche istante ferma per fargli guardare gli slip che comunque già osservava in poltrona e poi senza mai distogliere lo sguardo da lui mi tiro giù lentamente le mutandine. Mi ha già vista nuda in cam molte volte ma il suo mugugno ora è speciale. Le appoggio su lavandino, tiro bene su la gonna e mi siedo sul water. “Allora su? Che devo fare” gli chiedo piano con fare sensuale. Si scuote,” Che spettacolo che sei Paola, posso davvero avvicinarmi e guardarti mentre la fai?” “Certo ,quello che vuoi, ma non così vestito. Mi sembri un baccalà. Mi pare giusto pareggiare”. “Ma davvero vuoi… ma Pino…” . Gli sorrido “ Levati tutto su , senza problemi”. Impiega due secondi. Quando sfila lo slip nero il suo membro, che conosco, svetta deciso, bello, elegante, più robusto di quello di Pino, trasmette la sensazione di potenza e pulizia. Nudo si siede per terra, sul tappetino della doccia, e si precipita scivolando sul pavimento davanti a me, tra le mie gambe che timidamente, cortesemente spinge con la testa ed una mano ad aprire bene mentre sto seduta. Eseguo e scivolo sulla tavoletta verso di lui che poggia il viso sul mio interno coscia facendomi venire i brividi. Non ho mai confessato a Pino, mi sorprendo a pensare, nonostante tutto quanto mi piaccia quello che sto per fare. Pipì davanti ad uno. Sono eccitata, si vede forse dalla sua posizione e mi viene spontaneo mettergli la mano sui capelli. “ Vado Franco?”. Ansima, con la sinistra se lo prende in mano. “Aspetta aspetta, ti aiuto, così viene meglio. Posso?” “Si” gli dico mentre vedo che allunga timido la mano. Il contatto della sua mano con le grandi labbra dischiuse mi provoca un tremore. Sono calde e la sua mano fredda. Delicatissimo, sfiora la mia pelle bollente, la punta delle sue dita divarica, sfiora, titilla appena. E mi fa trattenere perché non muove la mano da quella posizione. “Fai pure Paola, ora” mi incita. “Ma così?” chiedo con la voce strozzata dall’emozione e dal piacere di quel contatto. “Si pisciami sulla mano” mi risponde abbandonando la sua educazione e iniziando a masturbarsi forte con l’altra. Qualche secondo, mi concentro, e finalmente ce la faccio. Al contatto con il liquido caldo lui comincia a impazzire dicendo “bello,bello,bello” in rapida successione immergendo la sua mano, girandola, toccandomi senza tanti complimenti bene tra le gambe ma senza penetrare, sfregando e facendomi sentire il bagnato. Così facendo qualche schizzo mi finisce sulla calza, persino sul suo viso e in quel momento, in pochi secondi, che ha un sussulto, un lamento e il primo getto di seme bianco esce dal suo uccello, come una fontana di piazza, di alza libero per trenta,quaranta centimetri, supera le mie gambe, ricade sul mio interno coscia mentre lui geme e ne emette un secondo ancora più alto. Continua a segarsi veloce finendo senza problemi mentre io sto terminando il mio bisogno sulla sua mano e nel water. Nel movimento mi sfiora il clitoride, lo attiro a me. L’odore di sperma è forte e a quello non resisto. La sua mano bagnata mi tiene forte tra le gambe e gli vengo in mano gemendo anche io. Nell’istante in cui Pino cerca di entrare in bagno. “ Paola tutto bene” mi chiede quando si accorge della porta chiusa. “ Certo” gli rispondo ansimando e alzandomi subito dal water per aprire la porta mentre Franco è ancora li a terra accanto al water in un mare di sperma. Apro ancora gocciolante, e con l’autoreggente bagnata dal suo liquido. “ Vedi, mi ha fatto venire mentre stavo facendo pipì ed ha sborrato anche lui” ed indico le vaste macchie a terra sulle mattonelle. “Eh vedo, porcella. Ma…” “Tranquillo tutto nei patti” “Ok certo, sicuro! Immagino! dai vieni” Lui si alza di scatto, il pene ancora turgido ballonzola. “Scusami Pino, scusa ma è troppo, troppo e se mi consenti ci penso io a lavarla… a mio modo, posso?” “ A questo punto, se mi dite che posso fare io “ risponde un po’ incazzato. E’ in slip. Lo tocco sugli slip e sento che è molto eccitato e gli sorrido. Capisco quello che Franco vuole fare. “Vieni Pino credo che tu abbia proprio bisogno ora…” Lo prendo per mano e lo porto sul letto. Mi sfilo la gonna, lascio le calze, mi stendo e gli indico la mia bocca. Si sfila anche lui lo slip e mi è accanto offrendomelo duro e fremente. Lo imbocco piano piano, circondo con le labbra il glande, dò piccoli colpi di lingua raccontandogli piano quello che è successo in bagno tra una succhiatina ed un ‘altra e spalancando le gambe quando sento che Franco ci ha raggiunto sul letto e sta prendendo la sua posizione. La sua lingua arriva come un pugno sui miei peli bagnati frugando tra le grandi e piccole labbra, andando decisa dentro mentre sento il suo fiato caldo, la sua bocca sul clitoride. Un piacere fortissimo se penso a quello che sta facendo, leccando come un gelato ,di gusto, con passione spatolando con lunghi movimenti della sua immensa lingua che esce ed entra come un cazzo. Pino ha sentito e spiato, io vado subito sull’orlo dell’orgasmo lui lo capisce e non fa nulla per trattenersi. E’ giusto. Le prime contrazioni sono chiare. Stringo le labbra attorno al suo glande ricevendo in gola i densi lanci. Ingoio mentre la lingua di Franco trova il bottone giusto e i denti, premendo la dove devono, mi fanno venire con violenza improvvisa. Mi lamento a bocca piena, quasi soffoco per tutto lo sperma che mio marito continua a riversarmi in bocca. Tanto che devo prendere fiato, mollare la presa della labbra, farne uscire un fiotto che cola sul cuscino. Un tremore che ci unisce, Pino ed io, senza neanche più pensare a Franco. Che silenzioso si alza. Mio marito crolla accanto a me. Il nostro abile linguista va al tavolino versa ancora champagne nei tre flut. Ce ne porta due ossequioso e riverente, nudo come un verme e con il cazzo svettante e ondeggiante. Ridiamo per la strana mise del singolare cameriere. Mentre sorseggio gli racconto, non so perché, dell’incontro con la nostra amica Luisa, della notte in tre, di due mesi prima, quello che mi serve forse per giustificare qualche licenza che mi sono presa. Ero in credito con Pino. Entro in qualche dettaglio in una situazione surreale con lui nudo ed eccitato che mi ascolta imbambolato in piedi. Pino si alza. Ascolta sorride. “ ma sei venuto per bere e oziare” chiede con tono divertito a Franco. “Su al lavoro” lo incita e mi fa cenno di tirarmi su. Lo seguo. Mi abbraccia e poi mi piega verso il letto. “ Su Paola, a quattro zampe sul letto” Mi sistema lui steso, allargandomi le gambe , facendomi abbassare il bacino, per mettere in evidenza le mie natiche che allarga e sistema. “Dai campione della lingua – fa al nostro amico – mentre mi faccio una doccia leccala così e per quando torno me la devi aver fatta venire un paio di volte. Fai vedere cosa sai fare così a pecorina”. Pino si allontana e mi lascia in quella posizione mentre chiudo gli occhi, sento che Franco si sistema, tira vicino la poltroncina e qualche istante dopo le sue dita dischiudono le natiche e la lunga, calda lingua inizia a raspare, ad esplorarle bene, a girare attorno al buchino, a scendere, a rinfrescarsi negli umori più sotto che scendono abbondanti. Avvolge il clito torna su, spinge apre la vagina e si tuffa dentro, penetra come un bastone di carne morbida, torna su e ripercorre il centro del solco. Rallenta, per la prima volta mi da un ordine:” spogliati nuda”. Eseguo in silenzio e mi rimetto in posizione e riprende a leccare: indugia senza vergogna sul passaggio più stretto, con la punta lo forza, spinge forte va dentro, riemerge e scivola sotto, in un movimento veloce e saettante che si rallenta solo quando assaggia la penetrazione in tutti i punti possibili senza fare differenza in una equa e democratica divisione della sua saliva, delle sue labbra che ogni tanto stringono e mordono mentre spingo verso di lui il bacino. Il primo orgasmo arriva con la complicità della sua mano quando la lingua ha varcato la porta stretta del piacere e le sue dita stringono da dietro forte sino a farmi male il centro del piacere. Urlo stavolta. E crollo sul letto. A pancia in sotto, tirandomi su in modo di appoggiare anche le gambe stanche ed i piedi sul materasso. Chiedo un attimo di tregua. Ma lui non cede. “Scusa Paola ma Pino ha detto due volte” . Viene sul letto, fa una cosa inattesa: mi cavalca ma con il sedere nudo che poggia sulle mie spalle, le ginocchia sul letto lungo i miei fianchi e si china in questo 69 al contrario per continuare a leccarmi dietro il solco, i glutei che mordicchia, e la sua lingua infinita raggiunge pure la vagina in fiamme. Sento le sue palle appoggiare tra le mie scapole, il duro del suo uccello schiacciato sulla mia schiena. Una posizione assurda eppure straordinaria, quella in cui ci trova Pino ( lo sento perché non posso vederlo) quando torna dal bagno. “ Ah ecco bravo” gli dice mentre io comincio ad agitare il bacino cercando la sua lingua che entra ed esce e le sue mani per aiutare il dischiudersi toccano tutto. “Bene Franco ma ora tiemmela così, approfitto del tuo bel lavoro e vediamo se…” sento lui che si solleva dal fiero pasto, tenendomi ancora le natiche dischiuse, poi il letto ondeggia, Pino mi si fa sopra, cerca una posizione difficile ma sono bloccata e non posso aiutarlo se non spingendo in alto il bacino. La saliva e le lunghe leccate mi hanno preparata. So cosa sta per fare mio marito e cerco di agevolarlo cercando di contribuire alla dilatazione che le mani di Franco mi impongono. E il membro di Pino ha solo una piccola esitazione ma trova la strada più stretta scivolosa e sgusciante grazie al nostro linguista. Il primo colpo di Pino è appena doloroso ma sono quasi anestetizzata. Così quando inizia il lavoro avanti indietro e le mani di Franco lo accompagnano serrando o aprendo i miei glutei mi sembra di impazzire. Non capisco come possano stare entrambi sopra di me ma il loro peso è piacevolissimo. Ma stanno scomodi. Franco si alza e ci aiuta a girarci senza farlo uscire. Continuo a tenere gli occhi chiusi. Ora Pino è sotto io con la schiena sulla sua pancia,sopra, le gambe spalancate. “ Brava” mi dicono entrambi” . Pino riprende piano, faticosamente sollevandosi e spingendo, il movimento dietro. Ma Ora Franco lo sento chinarsi tra le mie gambe il suo fiato caldo e di nuovo quella straordinaria lingua che invade la mia vulva bollente, la schiude ancora di più, la penetra a pochi centimetri dal membro di Pino dentro di me. Posseduta così non resisto neanche un momento. Sconquasso interiore, poca aria nei polmoni, gola arsa, scuotimento violento l’orgasmo arriva tremendo mentre Pino si sta scaricando nelle mie viscere e nei convulsi movimenti il suo membro esce e sento che ancora gli ultimi schizzi si calano tra le gambe, sulla vagina leccata ancora senza pausa da Franco. Altro che Luisa, qui abbiamo raggiunto il top mi dico mentre provo a riprendere fiato, stringo le gambe attorno al volto di lui e mi concedo un altro orgasmo a singhiozzo. Scivolo sul letto dal corpo di mio marito. Apro gli occhi. Pino e ko, Franco si solleva sorridendo. Ha la faccia completamente bagnata dai miei umori e anche dallo sperma di Pino. Persino i capelli sono bagnati. Gli occhi stravolti il suo membro enorme, turgido, rosso, sta per esplodere. Gli faccio cenno di avvicinarsi. “Bravissimo amico mio” gli dico allungando la mano afferrandogli il cazzo e tirandolo verso di me. “Scusa Paola, ma sto per venire, sai…” “Si , lo so” e faccio di si con il capo guardandolo negli occhi e avvicinandomi alla sua punta che sfiora le mie labbra. “Non resisto Paola scusa, se me lo tocchi…” Faccio di nuovo cenno di si mentre Pino si è tirato su e guarda. Tre quattro movimenti della mia mano lungo quell’asta così dura e lunga, il suo glande odoroso che sfiora il mio ,naso, le labbra e poi la liberazione con un tremito, un sussulto, la crema del piacere che parte decisa scavalcando il mio viso, infrangendosi con un onda sul materasso, sui miei capelli, una, due volte poi ad ondate più piccole che ricadono sul mio naso, le labbra, la gola, il seno nudo, persino sugli occhi costringendomi a chiuderli e lascio che il suo piacere mi scivoli addosso senza aprire la bocca e le labbra riempite. E’ stato bravo poi a pulire, a prendere asciugami bagnati per nettarmi, per rinfrescarmi. Sono stanca, sfinita. Non ho la forza di fare la doccia vorrei solo dormire. Nuda, gambe dischiuse sento Pino accarezzarmi i capelli. Passa un’ora così tra dormiveglia e silenzi pieni. “Bene se mi scusate” la voce di Franco che ha indossato gli slip ci risveglia “forse è ora che vado”. “E no l’ hai svegliata e la devi far riaddormentare” ride Pino. “ Su sai come si fa” e mi apre le gambe indicando l’ultimo lavoro che deve compiere il nostro leccatore. “Pino sono sfinita, non so se…” ma tanto è inutile. Quando lui si tuffa di nuovo e inizia il lavoro paziente e lento il piacere torna ad avvolgermi ma sono davvero stanca e lo lascio fare prendendo quelle carezze di lingua come relax. Pino mi parla io mi lamento piano, mi dice quanto sono brava, come l’ho fatto godere, mi dice cose oscene che mi eccitano ma sento che l’orgasmo è difficile. Glielo confesso: quella lingua calda è bella meravigliosa, instancabile ma così non riuscirò più a venire. “Certo con quel cazzone che ha” dico piano a mio marito. Ride. “ Che porca, che porca! Ne approfitti perché sono sfinito” dice forte. “Ti piace quel suo cazzone, vero Paola” mi domanda con durezza e facendo in modo che lui senta. “Si” rispondo piano. “Come hai detto? Su diglielo forte” “Mi piace quel suo cazzone” ripeto ormai vinta. “Sentito Franco? Su falla contenta” Lui si stacca esita. “Ma davvero? Davvero posso”. Mio marito mi piega le gambe le apre ulteriormente affinchè non abbia dubbi sulla sua determinazione. “ Su avanti, dici che la desideravi tanto” Lui si sfila gli slip lo intravedo appena il guizzare del suo bel coso. Poi mi viene sopra, delicato, la mano dischiude, cerca, ma sono un lago tra saliva e umori. Lo sguish che sento accompagna l’ondata di piacere del lungo membro che mi penetra piano piano sino in fondo laggiù dentro. Mi aggrappo alla mano di Pino che accarezza il mio seno. “ Su Franco ora goditi questo momento dopo tanti sogni. Scopala” Inizia un lungo percorso, lento, delicato ed improvvisamente rude. Sembra non finire più. Mi gode senza fretta assaporando il gusto delle penetrazioni lunghe e lasciandolo in fondo a sentire i miei muscoli che lo stringono, lo estrae piano per tornare improvvisamente dentro. Pino mi incoraggia, mi accarezza, ogni tanto nei momenti di maggior piacere gli mordo la mano. Poi dopo un’eternità di piacere lento, colpi più frequenti e frettolosi, un maglio di carne che apre, che penetra nel mio piacere che trasmetto a Pino portando ancora la sua mano alla mia bocca. I movimenti meravigliosi si fanno forti. Poi un affondo profondo che mi sta per far venire. Trattengo. Lui chiede “ Ma posso anche…?” “Si vienimi dentro” gli dico. Due colpi ancora profondi che accompagnano il mio orgasmo mentre Pino stringe il capezzolo con una mano e io ho in bocca due dita dell’altra gemendo finchè lo sento scaricarsi dentro di me mentre mi spalanco tutta per accoglierlo per fargli sentire il mio gradimento a questo suo dono. Mi tiro su con il busto accompagnando le mie e le sue ultime contrazioni e stringo l’uccello tra le cosce mentre esce. E’ l’ultima cosa che ricordo prima del sonno. Prima di svegliarmi il giorno dopo accanto a Pino che mi ancora mi abbraccia tenero dormendo profondo.
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13 anni fa
paolapino,
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