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Tra sogno e realta
Tra sogno e realtà:
Era un sabato d’estate,un caldo sabato d’estate. Io ero a casa sua,o meglio,a casa dei suoi nonni. Si era trasferita li temporaneamente assieme ai suoi genitori,perché casa sua era in ristrutturazione,e questo mi permetteva di vederla qualche volta,poiché,se pur stavamo insieme,sua madre non condivideva questo rapporto,e in oltre il ragazzo con cui era stata sino a poco tempo prima per undici anni era divenuto ancora più violento e folle,e la tormentava d continuo impedendole in ogni modo di vedermi.
Lei aveva ventisei anni,ma era fragile e spaventata come una dodicenne.
Era pomeriggio,un afoso primo pomeriggio d’estate.
Entrambi eravamo mezzi spogliati sul divano letto su cui dormiva. Non avevamo ancora fatto l’amore,ma eravamo stati qualche ora insieme,baciandoci,carezzandoci intimamente,calorosamente. Lei era combattuta tra un forte desiderio verso me e uno stupido senso di colpa che ancora nutriva nei confronti del suo ex ragazzo;ironicamente,io che ora ero da alcuni mesi il suo ragazzo ero divenuto il suo amante. La desideravo ardentemente,e ogni volta cercavo di far esplodere il suo desiderio,sperando finalmente di sentirla. Avevamo fatto tante volte l’amore,per entrambi bello e piacevole,ma mai,mai come desideravamo. Eravamo sempre avvolti da tensione,e spesso,troppo spesso,lei non riusciva a vivere serenamente il tutto;era come tormentata,in effetti,anche se non lo diceva credo che non era ancora pronta,che nel cuore mi voleva ma ancora forte nella mente era la presenza di un altro.
Non so cosa accadde quel pomeriggio. I nostri baci,le nostre carezze calde e tenere come sempre, ora avevano un nuovo sapore,una nuova consistenza:finalmente la sentivo,era li….era presente. finalmente sentivo il suo desiderio,il suo amore verso me. Le sue labbra baciavano le mie,e ora,ora sentivo che lei le gustava,lei mi voleva senza altri pensieri nella mente. Le mie mani stringevano la sua schiena,sentivo sui polpastrelli la presenza viva della sua pelle,mentre le mie labbra erano calde d’amore e si incontravano con le sue che corrispondevano a quel calore. Le mie mani e le mie labbra si muovevano all’unisono su di lei,era come se qualcosa dal di dentro guidava automaticamente il mio corpo,e quel qualcosa era mosso da un desiderio che sentivo in lei;come una voce che mi guidava conducendomi a compiere ciò che lei in quell’istante desiderava. Era una simbiosi speciale,calorosa. Non eravamo più due,ma uno.
Le mie labbra scendevano sul suo collo,delicatamente ma nello stesso tempo decise. Ricordo il sapore dolce dei suoi piccoli seni,ne baciavo i capezzoli come se fossero le sue stesse labbra,e si suoi gemiti a ogni bacio erano sempre più incisivi. Scivolai con le labbra e le mani carezzando e baciando lentamente e delicatamente il suo ventre sino a giungere al suo sesso scoperto,che entrambi dolcemente e ironicamente chiamavamo “patatina”. Era piccolina e umida,calda,e iniziai dolcemente a baciarla,a baciarla e carezzarla come sa fare solo chi ti ama;senza egoismo ne squallore,ma con quella passione che può avere solo chi ti ama,chi desidera te…e non appagarsi. Lei era un po’ imbarazzata da questo,e allora mi trascinò su di sé. Eravamo entrambi nudi. Sentivo la sua schiena stretta tra le mie braccia,le sue labbra unite alle mie,i nostri ventri e i nostri sessi che si sfioravano sincronica mente ,sino a che,aprendo delicatamente ma con decisione le sue lisce a bianche gambe con le mie mani, mi spinsi dentro di lei. Solitamente ero sempre cosi delicato,quasi lei fosse di cristallo,e questo anche perché non sempre riuscivo ad avere una penetrazione completa con lei,sia per la differenza di dimensioni tra me e lei e soprattutto poi,perché,nonostante non fosse più vergine da tempo,il suo imene non si era mai del tutto lacerato,e ciò le comportava spesso dolore. Ma quella volta pur essendo delicato come sempre,non so perché,forse ero più deciso,non so,ma improvvisamente mi sentì presente dentro di lei,mi sentii quasi totalmente presente;entrambi ci sentivamo l’uno dell’altro,ed entrambi avevamo avvertito questa cosa. Ero dentro di lei,quasi completamente. Restavo fermo stringendola forte,mentre lei stringeva me. Iniziai a muovermi lentamente ma con spinte decise;il mio muoversi era sincronizzato istintivamente con i suoi gemiti. Per la prima volta sentii pienamente il suo corpo stringere il mio,le pareti della sua patatina che stringevano il mio sesso, e il tutto era simile al calore dei nostri baci…ma mille volte più intenso.
Tra i suoi gemiti lei disse con voce flebile di non volere che raggiungessi l’orgasmo dentro di lei. Mi pregava giorno e notte di dargli un figlio,ma,ogni volta che mi decidevo a farlo lei si tirava indietro. Allora usci delicatamente e usai delle precauzioni,anche se non averi voluto.
Riprendemmo a fare l’amore,dolcemente,con una passione simile a quella di due sposi. I nostri corpi nudi avvinghiati. La tenevo strettissima,e lei altrettanto. Mi stringeva fortissimo sia con le braccia che con le gambe,e il nostro muoversi era sincronico. Veramente stavamo facendo l’amore insieme,veramente eravamo una cosa. Il piacere e il calore,la nostra sintonia cresceva ogni secondo di più,tanto che i nostri movimenti divenivano insieme sempre più decisi e veloci,le pulsioni dei nostri sessi sempre più forti…e cosi i suoi gemiti.
I nostri bacini all’unisono si muovevano l’uno unito all’altro sempre più velocemente,guidati dall’irrefrenabile e intensissimo piacere che provavamo,e a ogni loro spinta il nostro stringersi diveniva più forte. Il piacere aumentava con un intensità enorme,sino ad avvicinarsi sempre più al suo culmine. I nostri pubi si toccavano,il mio bacino spingeva forte contro il suo che come se guidato da un magnete seguiva simultaneamente i miei movimenti. Il piacere aumentava e con esso l’amore,il senso di desiderio e vicinanza. I gemiti descrivevano ciò che accadeva,sempre più intesi,sempre più irrefrenabili come i nostri movimenti. Il piacere si avvicinava,e ora ci muoveva l’uno sull’altro quasi selvaggiamente,ma con una dolcezza che solo l’amore può donare. Sentivo il suo piacere, i suoi gemiti,e questo guidava sulla stessa linea il mio piacere,tanto che,muovendoci insieme egualmente,sempre più intensamente,il piacere arrivo ad esplodere all’unisono e ci sentimmo come due copri che esplodono insieme,due stelle che insieme esplodono. Il mio sesso vibrava in lei e io sentivo le sue pulsioni attorno a me. Entrambi avevamo raggiunto il piacere all’unisono,nello stesso momento,e ora io restai su di lei,stretto a lei…ancora in lei,mentre baciavo il suo viso incantevole e lucido che affannosamente gemeva lentamente,ancora piena di piacere,ancora piena di me.
Era incantevole,bellissima.
Restammo abbracciati l’uno sull’altro. Il suo viso era sereno;per la prima volta dopo aver fatto l’amore con me non provava ansia e sensi di colpa,ma stava bene,era felice. La baciavo delicatamente,insieme sussurrammo qualche parola dolce,e insieme ci guardavamo,ci guardavamo innamorati e gioiosi nell’essere riusciti a comunicarci insieme e pienamente il nostro amore.
Purtroppo tutto quello fu interrotto dall’orologio.
Erano circe le cinque e mezza del pomeriggio,sua madre e suo padre sarebbero tornati a breve. Avrei voluto restare li per ore e ore,per sempre,ma come sempre,dovevo scappare…cosa che odiavo come lei,e che lei spesso non capiva. Cercai di temporeggiare il più possibile,ma era inutile,lei mi diceva che era meglio separarci perché sua madre sarebbe giunta da un momento all’altro.
Rivestiti e in piedi restammo abbracciato ancora per un po’ all’ingresso;non volevamo più staccarci,ma dovemmo,e io….uscendo dalla porta la guardai sino all’ultimo momento.
Attento a non farmi vedere scesi dal suo palazzo e lentamente percorsi a piedi la strada di casa. Casa mia era lontana da li almeno cinque o sei chilometri. Io non avevo l’auto,perciò dovevo aspettare l’autobus,ma attenderlo lì era pericoloso,cosi,percorsi prudentemente un circa chilometro verso un quadrivio dove potevo attendere tranquillamente un autobus che mi avrebbe condotto a casa. Mentre aspettavo guardavo il cellulare in attesa di una sua chiamata. Mi telefonò e stemmo qualche minuti a telefono. Mi disse che le aveva telefonato la madre,che stava per strada e che lei sarebbe dovuta scendere per andare con sua madre e suo padre a fare spese. Cosi attaccammo salutandoci,e attendendo la notte,in cui,di nascosto dai suoi come sempre ci saremo sentiti per ore e ore.
Passarono alcuni minuti,più di una decina. Il mio sguardo era rivolto verso la strada da cui ero giunto in attesa di un autobus,ma in verità….speravo di vederla in macchina con i suoi. La vidi,ma non era in macchina con i suoi,era nell’auto con il suo ex ragazzo.
Era silenziosa,sembrava rassegnata,come abituata…in ogni caso sembrava che per lei fosse normale essere li. Ora se pur era la mia ragazza non era mia,ed entrambi lo sapevamo.
Non riesco a descrivere ciò che provai in quel momento,so solo che ogni certezza svanii. Da poco avevamo fatto l’amore e ora,ora lei era lì con un altro uomo.
Non sapevo più cosa pensare.
Certo,certo mai ho pensato che fosse malvagia o che mi stesse prendendo in giro,ma solo,solo che ancora troppo spaventata,pur di avermi accanto era disposta a mentire,e ora non sapevo se ero realmente il suo ragazzo o solo un amante inconsapevole. Comunque sia,confusa e dilaniata come era,certo non riusciva a capire quanto male stessi provando,o forse,forse per non restare schiacciata dai sensi di colpa automaticamente la sua mente si era creata come delle barrire che le impedissero di vedere la realtà,lasciandola costantemente divisa tra sogno e realtà.
Con il cuore a pezzi e la mente confusa tornai a casa da solo;ero frastornato e arrabbiato,deluso e sconfortato.
Passai la sera a scrivere a computer attendendo una sua chiamata;una chiamata che giunse tardi come sempre.
Parlammo,parlammo,ci arrabbiammo e piangemmo. Tra giuramenti e bugie,tra lacrime e parole d’amore,tra sogni e speranze:ma nulla mutò,tutto restava cosi,e per restare insieme ancora fingevamo che nulla accadeva,ma in verità,in verità il cuore di entrambi era a pezzi,e pur se potevamo sognare di esserlo,nella realtà non eravamo una sola cosa,nella realtà neanche più c’eravamo,ambiguamente continuavamo a vivere divisi tra sogno e realtà.
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16 years ago
scintilladolce,
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Last visit: 12 years ago
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Prime esperienze
Ciao,vi voglio raccontare come,ho cominciato ad indossare e amare l'intimo femminile...
Ero un ragazzo sui 10 anni e vivevo in un cortile,quando con altri ragazzi della stessa età incominciavamo a sentire i primi pruriti sessuali...
Un giorno, un ragazzo più grande di noi,venuto ad abitare nel nostro cotile,lanciò l'idea di giocare al gico del dottore e siccome eravamo sfigati e non avendo coetanee che participavano ci propose che,qualcuno di noi indossase l'intimo e vestiti delle nostre mamme che allora non buttavano via ma mettevano nei sacchi degl stracci e così...
Incominciai a godere sentire sul mio corpo quando,indossavo reggiseni quelle sottovesti,calze col reggicalze o paerine di quei bellissimi anni 60.
Era bello poi sntire quando, il nostro dottore dopo averci fatto sdraiare, su quei giacigli improvisati,
ci alzava la gonna e incominciava a toccarci il nostro
piccolo pisellino che incominciava,dare i primi segni del nostro piacere ...
Poi un giorno fortunato...
Alcuni anni dopo,mia mamma e mia zia si trovarono in stato interessante quando un giorno,venne a casa notra l'otetrica per visitarle,io allora,andai in camera prima che arrivassero loro e mi nascosi sotto il letto e aspettai.
Poco dopo arrivarono mamma e zia seguite dal'ostetrica
che disse a mi mamamma di togliersi il grembiule sottoveste e di sdraiarsi sul letto io intanto dal mio nascndiglio vedevo tutto riflesso nello specchio grande dell'armadio vidi mia mamma rimanere in reggiseno e un paio di mutande di cotone bianco da cui uscivano molti ciuffi di peli neri perchè era molto pelosa,dopo essersi sdraiata l'ostetrica le abbassò le mutande e incominciò a inserire due dita in quella figona nera sembrava che l'ostetrica volesse fare un ditalino a mia mamma io intanto sotto vedevo per l prima volta come era fatta la femminilità di una donna dal vero e mi faci una sega meravigliosa il seguito....
Così ho incominciato ad amare indossare l'intimo femmm....e le pratiche ginecologiche...
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16 years ago
rosy1952, 60
Last visit: 9 years ago -
I piedi del mio collega
estete scorsa.... caldo da morire.. sabato sera a cena da amici..
c'è anche il mio collega con la fidanzata.... siamoin giardino si chiacchiera si cazzeggia.. tutti a piedi nudi sull'erba.....
a un certo punto il mio collega rientra seguito dalla ragazza, dopo poco si sente una lite furibonda e lei se ne va.... lui torna in girdino e rassicura gli ospiti: niente di che solita litigata... domani tornerà tutto a posto, nel frattempo si fa tardi e uno ad uno gli ospiti se ne vanno o a casa o in giro per locali... io resto e do una mano al mio amico a sistemare tutto e intanto si sparano cazate, si ride, ci conosciamo da anni e siamo molto amici, lui sa che sono bisex .... e mi chiede ogni tanto delle mie avventure... a volte credo che voglia provarci, ma poi al momento buono nessuno dei due ha il coraggio di fare la prima mossa...
a un certo punto lui mi dice: perchè mi guardi sempre i piedi? l'ho notato spesso, soprattutto se ho le infradito e io mi blocco, vorrei rispondere: perchè vorrei leccarteli tutti, infilare la lingua tra le dita e ciucciartele una ad una.. invece dico: perchè mi piacciono le infradito e ytu ne hai sempre di molto belle...che risposta del cazzo!!!
e lui: beh abbiamo lo stesso numero se vuoi te le presto qualche volta. e io ok dai fammele provare
rientriamo
lui prende due paia di infradito e me le fa provare, pii confrontiamo come stanno a me e a lui, e io gli dico: te le posso togliere?
lui esitsa poi mi dice: beh se mi fai anche un massaggio ai piedi ci sto. cazzo!! il mio sogno si avvera...
si siede in poltrona e io mi inginocchio, gli sfilo le infradito... prendo il piede destro in amno e lo sollevo e inizio a massaggiarlo... lui sorride... si stende per stare più comodo e dice: dai lo so che sei un feticista..fammi vedere di cosa sei capace
non ci penso su due volte e inizio la leccata. dal tallone lentamente... su per la pianta del piede bellissimo, pulito ben curato una meraviglia!!!
lui mi incoraggia a continuare, si sfila il piede all'altro sandalo e me lo mette davanti la faccia... io impazzisco lecco tutto come un forsennato, infilo la lingua in mezzo alle dita, le sbocchino una ad una, gemp cpme una troietta in calore... lui mi dice: aspetta metto un dvd porno e mi masturbo voglio farti morire di voglia io rimango in attesa...
inizia il film e lui tira fuori dal pacco un cazzo enorme, molto grosso anche se non lunghissimo.
si masturba e io lecco lecco lecco i piedi come non mai... non oso guardarlo in faccia ma lui ogni tanto midice, guardami, guarda il cazzo che non avrai mai!!
sta per arrivare l'orgasmo, lui stende le gambe e si prepara allo schizzo, mi dice spostati... io eseguo e intanto odoro i suoi infraito, me le toglie di meno e mi dice: guarda ti faccio un regalo....
a quel punto esplode in un orgasmo pauroso... dirige lo schizzo sulle ciabatte le inonda....
io sono a bocca aperta con la lingua che vorrebbe buttarsi a leccare tutto piedi cazzzo infradito. lui mi porge le ciabatte e mi dice: pulisci...
lecco tutto e ingoio perchè sono una vera troia... dopodiche mi mette il cazzo ancora sgoicciolante in bocca e vuole che glielo pulisco, poi mi dice: ora vattene, mi fai schifo!! io resto di merda, cazo è il mio amico e ora mi sputtanerà al lavoro... me ne vado
arrivo a casa mia e ricevo un sms sul cellulare: è lui
tremo, ma lo leggo: sei un porco... quello di oggi è stato l'antipasto... domattina vengo a bere il caffè da te.... fatti trovare in perizoma ... ti voglio fottere... srai la mia puttana segreta....
mi scopa da quasi un anno ogni domenica mattina...e a volte lo sbokkino in ufficio alla pausa pranzo o dopo la chiusura... ma questo sarà oggetto dei prossimi racconti... ciao ciao
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago -
Glory hole
La prima volta lo notai in un privè,eravamo andati con il mio amico,basto poco per capire il suo utilizzo….era il glory hole(buco della gloria). Ne fummo attratti. Tornando a casa decidemmo di stuzzicare la fantasia delle coppie coscruendone uno noi da poter trasportare all’occorrenza.
Notammo che in un annuncio una coppia cercava singoli con idee non banali….era la coppia giusta a cui proporlo.
Li conoscemmo tramite email,poi tramite msn,una coppia giovane,lei 25enne lui 30enne. Di loro ci colpi la bellezza e la simpatia di entrambi che si percepiva sin dalla prima chiacchierata telefonica.Ebbi modo di appurare tramite qualche foto la notevole bellezza della lei di coppia.
Ci accordammo con il lui della coppia(che chiamerò Alan)su come gli piaceva che il tutto si svolgesse,su cosa piaceva a lei ecc.
Alan ci disse che lei (Gaia)amava essere trattata da vera troia,che in quei momenti si trasformava,amava essere scopata con vigore,sentirsi aperta,riempita,che le piacevano le sburrate abbondanti e che lui si sarebbe divertito a fotografare e riprendere il tutto.
Arrivo finalmente la serata dell’incontro,un normale sabato sera,il posto un tranquillo appartamento che il mio amico aveva a circa 25km fuori Roma.
Cerchi di immaginare quello che ti aspetta, ne parli col il tuo amico, si ride si scherza. Due minuti di attesa prima che arrivino, che sembrano eterni, e poi vedi arrivare una grandissima figa e pensi "porca troia quanto è bona quella!!!", poi si avvicinano e ti salutano "Ciao, sei tu?" e pensi "non può essere vero!" e subito dopo guardi le gambe "che figa..." poi il culo "quel vestito che indossa le fascia le forme in una maniera stupenda..." Lei sorride, ricambi e pensi "che le foto rendevano solo una minima parte l’idea della sua bellezza" vorresti dirlo, ma riesci solo a sorridere. Entriamo in casa dove abbiamo preparato una buona bottiglia di prosecco e degli stuzzichini. Due chiacchiere di rito per rilassarci un po. Intanto il soprabito tolto lascia vedere meglio il vestitino corto nero, molto corto, molto sexy, molto da troia, ed è giusto così, siamo qui per quello, per lei per divertirci,pensi ancora che è una grandissima figa, chissà come sarà senza. Si chiacchiera allegramente, lui è simpaticissimo, tanto quanto la tua voglia di renderlo cornuto.
Andiamo in un’altra camera io con il mio amico dove abbiamo preparato il tutto: due pannelli in legno con dei buchi al punto giusto,delle tende ai lati a far si che non si veda niente altro che i nostri cazzi duri che escono da quei fori pronti per essere usati come meglio vuole lei. Ce l’hai bello in tiro, e sfoderi la cinta come se fosse una spada, non vedi più niente, ma senti che la porta inizia ad aprirsi, e allora tiri fuori il cazzo bello duro e tramite il buco lo esponi, spavaldo e turgido come non mai. La senti entrare, e ti senti sempre più arrapato, senti ridere, e senti esclamare da Alan”vedi amore che sorpres che hanno preparato i ragazzi per te,fammi vedere quanto sei troia”, tu intanto non sai cosa succede li fuori. Senti qualche click della macchinetta fotografica “Bravo bravo, scatta che così poi me le rivedo con calma.” Lui è il nostro spettatore, e sei estremamente contento di questo. Cerchi di immaginare la scena all’esterno, ma non ci riesci, non importa, anzi tutto sommato è meglio così, la cosa ti eccitta ancota di più. Il glory hole ti piace per questo. Ancora qualche scatto, e poi senti la sua mano afferrare il tuo cazzo. In quel momento riesci solo a pensare “Si, brava…” Click, click, il rumore della macchinetta fotografica di eccita ancora di più. Senti la sua mano calda, caldissima, e pensi che sia un buon segno. Non vedi, non capisci quello che succede, riesci a spiare un po’ e proprio in quel momento senti il colpo di grazia, il colpo che da li in poi non ti farà capire più niente. La sua calda bocca accoglie il tuo pisello che non vedeva lora, la senti andar su e giu, lentamente, la lingua ti passa intorno alla cappella, sei sempre più duro, sempre più arrapato. “Cazzo che donna…” pensi in un attimo di lucidità, poi affonda ancora, ancora, la senti godere del tuo cazzo e ti piace “Brava bravissima, continua…” lo senti succhiare e sparire “Madonna, ci vorrei morire dentro sta bocca”. Poi na piccola pausa, la mano però non lo molla il cazzo, si vede che piace, e quanto gli piace, sei contento, e vuoi goderti ogni momento. Poi ancora in bocca, senti di nuovo una vampata di calore che ti arriva fino al cervello, godi e fai godere lei. Sei curioso di vederla in azione, di togliere quel vestitino, che le dona si, ma vuoi mettere senza!? “Dai usciamo e continuiamo fuori.” Ti eri abituato al buio, ma cazzo non vedi l’ora di sfiorare quella pelle morbida e profumata, di stringere quel seno, di afferrare quei fianchi e sbatterglielo dentro. Lei si mette a pecora sul letto, il vestito sale su al punto giusto, “Minchia che gambe, e che culo” le autoreggenti e gli stivali ti fanno morire, per non parlare del perizoma, che fa da cornice ad un culo da urlo. “Fantastico!” esclami. Il collega, mette la testa tra le sue gambe, e lei apprezza la leccata allupata. Io voglio ancora sentire il cazzo in quella bocca, le prendo la testa e l’accompagno verso il fratellino bello duro, lei gradisce e accoglie… Su e giu, su e giu “Prendilo tutto bene…”chiedi da Alan “passa la macchinetta, faccio due foto io!”. La senti godere, e la cosa ti manda in estasi. “Wow cosi, succhia…” Lui il mio amico sposta il perizoma, e inizia a trombarsela alla grande. Lei gode sempre di più,e i suoi versi si fanno più intensi… Lui affonda, lei gode e continua a prendertelo in bocca, si gode due bei cazzi. E’ molto molto figa, bella da morire, e quando la vedi così, così porca, così impegnata a godere sei felice.Alan si avvicina a lei e fa le prove generali anche del culo, lo stuzzica con un dito,vuole farci capire che quel culo deve essere rotto dai nostri cazzi. A lei non dispiace. “Cambiamo?” ti chiede il tuo amico e tu infili un preservativo, vesti il tuo cazzo che scalpita e vai verso di lei, che nel frattempo inizia a pomparlo a lui. Guardi quel culo e pensi “Ma quanto è bello…” sei quasi paralizzato da quella visione, fortuna che il pisello ti ricorda quello che devi fare. Lo afferri e affondi in quella figa bagnata e vogliosa. Lei gode, tu afferri i fianchi e spingi, lei apprezza poi una mano la dirigi verso la figa, la stuzzichi, la accarezzi quasi avessi paura di infrangere il sogno che stai facendo, ma non è un sogno è tutto vero, spingi ancora e ancora, prima piano poi forte. Il sangue è al cervello, inizi a dare in numeri, spingi ancora, fai due foto “Immortaliamo sto momento, che sto culo è spettacolare…” lei succhia e gode. “Dai proviamo qualcosa di nuovo” dice qualcuno. “Tu sdraiati, pancia all’aria Tu mettiti sopra così, che proviamo due insieme.” Sorridi e non vedi l’ora, lo piazzi dentro in attesa dell’altro compagno di giochi, eccolo che arriva, lo senti entrare lo spazio si fa stretto “Ahì, fa piano…” si sente “Si scusami” è la risposta. Pian piano la manovra diventa più agevole, vedi la sua schiena quasi su di te, le afferri le tette, le stringi, lei inizia a godere… si va avanti per un po’, ma la posizione è eccitante quanto scomoda… si cambia ancora, rimango sdraiato, e lei si mette a cavalcioni su di me, ora si prova due insieme, ma uno per parte, un po di crema, io entro e mi accomodo nella bella figa rasarta, lui il mio amico dietro “Piano, piano…” “ok”. Come prima l’ambiente col passare del tempo migliora, lei gode, noi anche e continua, tu afferri le tette che stavolta ai difronte, le baci le lecchi, nel frattempo continui a spingere, per quel poco che puoi. Lei inizia a godere molto, le piace essere presa così da due, cerchi di darle di più, affondi ancora, inizi a sentirla eccitata come non mai, fino a sentirle dire “Vengo..” e la vedi godere fino a quando l’espressione cambia, e diventa serena, l’espressione di chi ha ottenuto quello che voleva, nel modo in cui voleva… Si chiacchiera, si va in bagno, si ride si scherza. Sembra di conoscersi da una vita, poi però le chiacchiere stufano. Lei vuole essere ricompensata come merita e ci chiede di tornare dietro il glory hole perché ha sete di sburro, “Ottimo dai vai dietro, che riprendo tutto..” dice Alan .Noi non ci lasciamo pregare e in due secondi siamo ia dietro i pannelli, lei si inginocchia, e inizia a prenderlo tutto in bocca, lo stuzzica con la mano,senti la sua bocca prendere il tuo cazzo, e godi godi come un pazzo… “Si, continua…” lei continua fino a quando esplodi, vorresti dirlo, ma non hai la forza di farlo…due secondi dopo sentio anche il mio amico venire. Esci da dietro i pannelli e vedi lei con il viso ed i seni inbrattati di sburro che lei con un sorriso ha apprezzato. Alan è sul letto a farsi una sega lei in ginocchio come una cagna va da lui ed inizia a succhiarglilo fino a quando anche lui non gli viene in faccia e nella bocca chi mandola”troia,ti è piaciuta la serata”..
Questo racconto non ha nulla di inventato tranne i nomi dei personaggi,si ring razzia la coppia che ci ha regalato la fantstica serata..
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16 years ago
senzanomerm,
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Last visit: 2 days ago
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Sesso in cam
Ormaiè un po' che io e la mia compagna Francesca frequentiamo questo sito, in cerca di qualche trasgressione virtuale. Ci è capitatocosi' di conoscere Anna . E' nato subito un buon feeling tra noi tre. Più di qualche volta abbiamo giocato in cam. Ma stamattina è successo una cosa nuova. Mentre io dormivo , Francesca era in chat con Anna. Da maialine che sono, una piu' dell' altra, non hanno fattto altro che parlare di sesso.Parla e parla , a Francesca e Anna comincia a salire l'eccitazione . Alla richiesta di Anna di mostrarsi in cam e di toccarsi , Francesca non cede e viene a chiedere il mio contributo. Ecco allora che entro anch'io nel gioco.Anna mi propone di accendere la cam e di stare li' a guardare mentre Francesca si tocca. Quindi iniziamo a giocare. Comincio ad accarezzare i seni di Francesca e scendendo tra le sue cosce trovo una figa bagnatissima, L'eccitazione è all' apice. Anna manda i suoi messaggi eci dice di essere anche lei tutta bagnata. Immaggino Anna di aspetto un po' severo, tipico della donna affermata, dietro la scrivania, che guardando me e Francesca, comincia a toccarsi il seno, che penso non troppo grosso, ma bello sodo, sotto una camicetta e un reggiseno arrapante. Credo che quando mi abbia chiestodi leccare i capezzoli di Francesca , desiderasse tanto che io e Francesca fossimo li' a farle , quello che doveva accontentarsi di guardare. Quando poi ho ficcato, dentro la figa di Francesca , un grosso matitone a mo' di cazzo e farlo andare su' e giu', credo che le mani di Anna , già fossero dentrola sua figa a darsi da solaquel piacere che le avremmo voluto dare io e Francesca. Quando ormai Francesca aveva avuto, il suo , meritato orgasmo, Anna , da maialina che è, mi chiede di mettere quel delizioso matitone, nel culo di Francesca. Al posto del matitone ficco il mio cazzo , cercando di far vedere quanto piu' possibile ad Anna. Credo che anche Anna a quel punto abbia avuto voglia di prendere un bel cazzo duro dietro.Cosi' la penso china sulla sua scrivania e dopo averle alzata la gonna gli sposterei il filo del perizoma , anch'esso arrapantissimo , gli ficcherei volentieri il mio cazzo tra le sue natiche. Nel momento che sto per venire , sfilo il cazzo dal culo di Francesca e spando la mia sborra sul suo culo, in modo da rendere partecipe Anna di questo momento. Ora tutti abbiamo goduto, anche Anna dall'altra parte è venuta , ficcandosi un pennarello nella sua figa. dopo un breve commento, Anna ci saluta dicendo che va a darsi una pulitina. Chissa' che un giorno quest'incontro virtuale , non diventi qualcosa di reale. Sarebbe fantastico per me farmelo leccare da Francesca ed Anna insieme e sborrarle in faccia a tutte e due, visto che piace tanto a entrambe...........
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1
16 years ago
francescaepaolo269012,
43/43
Last visit: 5 years ago
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La piscina 3
Accompagnando Helmut in albergo quella sera, facemmo il piano per la giornata successiva: organizzammo in modo da passare insieme la prossima notte. Giunti davanti all’hotel dove il tedesco alloggiava, ci lasciammo con solo una stretta di mano, ma lo sguardo che ci scambiammo e l’intensità della stretta esprimevano come meglio non avrebbero potuto, la profondità dei sentimenti che l’esperienza vissuta assieme aveva generato.
Ci sentivamo entrambi colpiti da una avventura che ci aveva fatto scoprire, parlo almeno per me, percorsi di piacere mai prima esplorati. Helmut aveva già provato questa esperienza, ma era nata in modo traumatico prima e comunque si era conclusa senza aver esplorato tutto il terreno che essa offriva.
In questo eravamo simili ed entrambi vergini. Ripensai anche alle mie precedenti avventure “border line” con il mio amico Fausto ma non si potevano per nulla avvicinare a quanto avevo provato con Helmut. Assieme a Fausto avevo vissuto solo un’esperienza adolescenziale di conoscenza del proprio corpo anche attraverso il corpo di un proprio simile, ma non c’era stato mai un rapporto così intenso e sconvolgente: quello che avevamo fatto era stato solo di farci dei grandi segoni l’un l’altro ma mai ci aveva sfiorato solo l’idea di pensare ad una penetrazione!
Ed invece ora eccomi qua con il culo che mi manda dei messaggi contrastanti, un po’ si lamenta per come è stato squassato, ma un po’ mi chiede: “Dov’è finito quel bel cazzone che mi riempiva tutto?”. Guarda te cosa mi succede! Tornato a casa mi infilo come un treno a letto ma invece di addormentarmi ripenso a come sarà l’indomani sera. Faccio mentalmente tutti i preparativi logistici: la cena, la vasellina, i preservativi, il letto, gli asciugamani per Helmut. Rifletto anche sui sentimenti e le emozioni che hanno accompagnato questa mia sconvolgente esperienza. La sensibilità di cui siamo stati capaci sia io che Helmut, e che ci ha accompagnato nei passaggi più “invasivi” dell’altro è una qualità che non mi ero mai reso conto di avere. Credo poi che la cosa più importante che mi è capitata sia stata la capacità di donarmi in maniera totale e in un modo mai immaginato prima. Poi passo ad immaginare cosa mi piacerebbe fare con lui e cosa mi piacerebbe che lui mi facesse e su questi dolci pensieri il sonno rifocillatore scende su di me.
La sera successiva arrivo, dopo aver sistemato per bene casa mia, all’albergo e vedo venirmi incontro Helmut che ha a tracolla una sacca. “Come ti sei organizzato?” gli chiedo “Ho detto a portiere che stasera abbiamo due figone che ci aspetta noi due! Gli ho chiesto di tenere nascosto tutto a mia moglie e ho dato lui 10 euro. Domattina torno faccio terapia e poi partire”.
Ho scelto di mangiare qualcosa preso in rosticceria a casa mia e ad Helmut la cosa va bene. Durante la cena mi sembra che Helmut sia particolarmente agitato e gli chiedo se ci sono problemi. Mi sorride e nel suo italiano stentato mi dice “No problema. Ho sorpresa per te dopo!” La notizia mi fa scatenare la curiosità e andiamo avanti dieci minuti io a cercare di capire cosa ha preparato, lui a tenere nascosta la sua “sorpresa”. Finito di mangiare infilo i piatti in lavastoviglie, metto su un CD con un misto di brani che vanno per la maggiore, pop e rock, mi volto verso di lui e gli dico “Allora tira fuori la sorpresa!” Helmut prende tempo e mi chiede di lasciarlo solo nella stanza da letto e di mettermi intanto “comodo” sul divano.
Mi spoglio quasi del tutto rimanendo con i boxer e la canottiera, poi predispongo a portata di mano tutti gli strumenti del caso: vasellina e preservativi a gogò: ne ho comprati da soddisfare un plotone intero! Sento la porta aprirsi e mi volto. “Cazzo!” esclamo e lui, appena nominato, si inalbera subito. Lo spettacolo che mi si presenta davanti mi arrapa da impazzire. Helmut si è completamente spogliato e poi ha indossato un reggicalze nero con agganciato un paio di calze nere a maglia sottile, sopra di questo un paio di mutandine di pizzo pure loro nere, ed infine un reggiseno in tinta, poi, a completare il tutto, una parrucca castana e un trucco molto intenso sulle labbra. Rimango sconvolto e il mio cazzo si innalza a significare al mondo intero il gradimento per lo spettacolo fuori programma.
Deglutisco a fatica e lascio che Helmut si avvicini a me sempre di più. Mi bacia ficcandomi la lingua umida e morbida a frugare nella mia bocca fino a che la mia lingua non gli risponde. Ho spesso baciato donne con il rossetto, e confesso che non mi piace molto, ma questa sera la cosa mi attizza da morire. Le mie mani intanto scorrono lungo il suo corpo ad accarezzare i glutei fasciati dal reggicalze. Avverto la presenza ingombrante di un “lui” che non ci dovrebbe essere ma che cresce sempre più fino a sbocciare fuori dalle mutandine di pizzo nero. Helmut sembra infoiato mi toglie di forza la canottiera e comincia a succhiarmi il petto ed i capezzoli, mi butta sul divano e mi tira giù i boxer. Si inginocchia davanti a me e si fionda sul mio uccello prendendoselo in bocca.
Sono affascinato dalla forza e dal desiderio che Helmut mette nei suoi gesti: si capisce che vuole sentirsi “donna” e confesso che la cosa comincia a stuzzicarmi assai. Mi sposto per contraccambiare e ci ritroviamo lanciati in un 69 forsennato. Gli ho tolto le mutandine e vedere che il cazzo, che sto leccando, spunta da un palcoscenico costellato dal reggicalze, mi fa impazzire e mi fa comprendere come si possa desiderare un trans. Le mie mani frugano tra le sue chiappe a cercare prima il solco e poi il buco. Mentre la mia lingua percorre il suo bastone in su e giù, le mie dita piene di vasellina predispongono la sua apertura con movimenti dolci ma decisi.
Anche Helmut sta stimolando il mio buco e avverto le piacevoli sensazioni risalirmi dal culo fino al cervello. Ad un certo punto Helmut non ne può più e si mette disteso sul divano reggendosi l’incavo dietro li ginocchio di entrambe le gambe, per potermi ricevere guardandomi in faccia. Mi infilo il preservativo, lo lubrifico abbondantemente di vasellina, punto il mio cazzo sul suo buco, mi porto le sue gambe sopra le mie spalle e poi comincio con delicatezza (la posizione richiede di posizionarsi bene per poter scorrere senza fare del male) la lenta marcia verso la fonte del piacere. Il mio cazzo, gia ampiamente preparato dalla sbocchinata del mio compagno, ora è duro come la roccia, anche perché la vista delle calze continua a darmi stimoli supplementari.
Centimetro dopo centimetro mi faccio strada dentro Helmut, conquisto lentamente terreno riempiendo il suo intestino di calda carne fremente. Lui mi accoglie come meglio non si potrebbe fino a che il mio cazzo non raggiunge il fondo. Aspettiamo un attimo, poi ricominciamo, dentro e fuori per lubrificare al meglio il condotto. Ormai lo sfintere asseconda il mio movimento ed Helmut è riuscito a capire come bisogna spingere nella posizione “alla missionaria”. Probabilmente la “pecorina” è più naturale, ma indubbiamente questa posizione da delle sensazioni diverse, per certi versi anche più intense, anche se è più difficile da gestire.
Vedo i suoi occhi guardarmi e il suo sguardo chiedermi “prendimi: sono tuo!” Punto meglio i piedi e comincio ad accelerare il ritmo, mentre lo sento prima mugolare, poi respirare affannosamente, infine urlare in tedesco il suo orgasmo. Il mio cervello si cortocircuita mentre la sborra comincia a scorrere lungo il canale del mio cazzo andando a riempire il serbatoio del preservativo. Le sensazioni arrivano ad ondate che sembrano in un primo momento destinate a travolgermi poi, lentamente, si calmano e lasciano spazio al respiro e a riprendere il contatto con la terra e il proprio corpo. Helmut mi stringe a sé e mi bacia dolcemente “danke mein liebe!”, i suoi occhi splendono del sorriso di soddisfazione e di appagamento. Resto sopra di lui anche dopo che il mio cazzo, sgonfiandosi, si è sfilato dal suo buco.
Poi si riscuote e, guardandomi questa volta con un sorriso malizioso, mi scosta e mi dice “Ora anche cazzo di bimba volere suo piacere!”. Andiamo in camera adesso, lui mi fa distendere di fianco a lui e con le sue mani sapienti riprende il massaggio del mio orifizio. Le terminazioni nervose sono tutte sovra eccitate dopo che le sue dita le hanno percorse in lungo e in largo fino a fare distendere ogni piega e allargare ogni tessuto. Sono pronto a riceverlo e glielo comunico mettendomi a carponi. Tutti i miei sensi sono tesi a cogliere il fiorire di stimoli e piaceri che la marcia di avvicinamento mi procurerà. Lo sento puntare la sua cappella contro il mio buco, fa a lungo un movimento circolare tutto intorno e poi via, la cappella sparisce nel mio culo. Mi irrigidisco, poi memore delle precedenti esperienze provo a spingere fuori il nuovo intruso. Lui si lascia respingere, ma poi quando smetto, riconquista nuovi centimetri, e così via fino a che non mi sento tutto pieno e la testa mi sembra stia scoppiando! Il mio cazzo moscio sbatte contro le gambe mentre Helmut spinge il suo uccello dentro di me. Avverto che il mio compagno si sta irrigidendo nella tensione che precede l’esplosione liberatoria, guardo la mia immagine allo specchio, vedo le gambe di chi mi sta inculando fasciate dalle calze, sento le sue mani sui miei fianchi quasi a voler sottolineare un possesso pieno del mio corpo, la vista mi si annebbia e lascio che il culo diventi il centro del mio mondo e mi faccia scoppiare i fuochi d’artificio del piacere. “Dai Helmut dai, fottimi, sborrami in culo, scopami, dai, dai, daiiii!” Il ritmo si fa più frenetico fino a che lentamente non si placa nella soddisfazione dell’inculata conclusa!
Il mio culo, una volta ancora violato, mi urla il suo profondo piacere che supera e sovrasta il dolore della penetrazione.
Ci abbracciamo e quasi senza dire niente il sonno ci coglie.
A metà notte mi sveglio spinto da un bisogno fisiologico. Ritornato dal bagno mi ficco sotto le lenzuola ma il sonno, contrariamente ad altre volte, non riprende con facilità. La presenza di un corpo caldo vicino a me non è comune alla mia esperienza di scapolone e questo mi fa scoprire impressioni non frequenti. La mia mano corre ad accarezzare la coscia di Helmut: è coperta dalla calza perché indossa ancora il reggicalze! Il ricordo della sua entrata trionfale in salotto vestito con indumenti intimi femminili mi ritorna in mente e, unitamente alla piacevole sensazione di caldo sotto le lenzuola, rispetto al freschetto della notte, mi fa crescere l’uccello. Frugo tra le pieghe del solco e sento ancora presenti gli umori e la vasellina che copiosamente ho dispensato nel suo culo. Infilo la prima falange nello sfintere e comincio un movimento circolare a sforzare ancora il suo orifizio. Lui comincia a mugolare e, svegliatosi lentamente, contraccambia infilandomi il suo dito nel culo. Lo sento girare in tondo ad allargare il mio buchino e avverto il mio culo che un po’ implora “Ancora? No!” ma soprattutto mi dice “Ancora? Si!!!” Ed è soprattutto quest’ultima sensazione che predomina e governa i miei desideri. Ora le nostre dita sono infilate fino alla base e ci stiamo fottendo il culo con esse. Con la mano libera prendo il cazzo di Helmut e comincio a tirargli una sega, lui fa altrettanto con me. Continuiamo così fino a che le dimensioni dei nostri uccelli ritornano al massimo della forma e della durezza. Ho una idea perversa e la racconto ad Helmut che si dice disposto ad assecondarmi.
Corro a prendere un piccolo martelletto per piantare chiodi da quadri. Gli ricopro il manico con un preservativo e la lascio che Helmut, con la sua innegabile dolcezza me lo infili dentro. Con l’ospite nel culo faccio mettere il mio amico a carponi e lo punto. Non servono molte manovre e con qualche spinta ben assestata gli sono dentro nel culo fino alla base. Allora le mie mani vanno a cercare il suo cazzo e lo afferrano alla base e cominciano a menargli un segone. Helmut per godere del piacere nelle mie mani deve muovere il suo didietro dando vita così al movimento che il mio cazzo desidera. E’ un vortice parossistico quello che sto per raggiungere con uno pseudo cazzo nel mio culo, con me che sto inculando Helmut e al tempo stesso lo sto facendo venire con una sega! Stringo sempre di più il suo cazzo, spingo avanti e indietro con sempre più forza e frenesia e lo inculo ripetutamente fino a che le ultime gocce della mia sborra non hanno percorso il loro ultimo tragitto e le mie mani si ritrovano piene del suo sperma. Ci abbandoniamo stremati dalla violenza dell’orgasmo e, lentamente mi sfilo l’ospite dal culo. Ci riaddormentiamo e questa volta non ci disturberà più nessuno questa notte.
La mattina ci risvegliamo nudi, vicini l’uno all’altro, protagonisti di una intimità di cui abbiamo scordato l’origine e che aveva senso ieri sera quando ci siamo persi nella follia della passione, del desiderio e della libidine più profonda. Oggi sento che la laida molla ha concluso la sua spinta propulsiva.
Mentre lo accompagno all’aeroporto avvertiamo entrambi che l’avventura ha esaurito tutti i suoi rivoli e che non c’è futuro. Promettiamo comunque di tenerci in contatto e chi lo sa, magari in futuro potremo ancora vederci . . . Una stretta di mano suggella la promessa fra di noi.
Lo guardo attraversare la barriera dei controlli di polizia, si gira e mi saluta con la mano. Contraccambio. Mi sento sfinito. Stanco di culi e di cazzi. Adesso ho proprio voglia di perdermi dentro una bella figa liquorosa con delle tette almeno da terza misura!
Vedo avvicinarsi spaesata una bella biondina, ben messa soprattutto davanti, con in mano un foglio che si guarda intorno alla ricerca di qualcosa. Spalanco il mio sorriso per le migliori occasioni “Salve, mi chiamo Ettore. Serve qualcosa?” Mi guarda prima spaesata, poi mi radiografa lentamente dall’alto al basso, quindi mi sorride e . . . . .chissà!
-Fine-
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ettoreschi,
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Storia di incesti
Storia di incesti.
Questa è una storia tipica accaduta in un piccolo paese ancora lontano dalla civiltà dei consumi e lontano dal mondo patinato di giornali e televisione e di come la smania della ricerca del piacere e dei soldi facili possa portare a travolgere la vita dei ragazzi meno capaci di resistere alle lusinghe di di un certo modo di vivere. Vivevo allora nella mia vecchia casa, rimasto solo, dopo che mia sorella signorina era morta dato anche che non mi ero mai sposato: avevo trovato conveniente affittare il secondo appartamento del mio palazzotto, sul mio stesso pianerottolo, ad una giovane madre con il suo ragazzo, lei in cambio, per buon cuore e non certo per bisogno, mi assicurava il mantenimento della casa e mi aiutava a fare i servizi. Anna, cosi si chiamava la donna in questione, era partita dal paese per andare a servizio a Roma, presso una importante famiglia, quando aveva solo 17 anni ed era di una bellezza impressionante( il nostro paese era famoso per aver fornito le più belle modelle ai pittori della capitale), ne era tornata dopo circa 18 anni sistemata economicamente , ma con un figlio solo suo in quanto mai riconosciuto dal padre e che aveva tenuto per tutto questo tempo presso una sua sorella, che gli aveva fatto frequentare come interno un collegio tenuto da religiosi fino al diploma, diploma preso solo poco tempo fa… come detto ormai da quasi sei mesi era tornata in paese, e la nostra vecchia amicizia si era presto riannodata…anch’io da giovane avevo inutilmente spasimato per la sua bellezza…. A me aveva confessato che il figlio era stato concepito in una delle tante notti di sesso cui i suoi datori di lavoro la avevano quasi subito indotta approfittando della sua ingenuità e del potere che potevano far pesare su di lei ,
notti che erano cominciate quasi subito, e nel suo letto si erano rapidamente insinuati prima la signora, lesbica e troia come poche..poi il padrone di casa, prestante alto funzionario dello stato, che doveva molto della sua carriera alle grazie della bella moglie generosamente concesse a tanti, ed infine il figlio, povero ragazzo praticamente della sua età, unico rapporto in cui vi fosse stato una simulacro di affetto….ma quando la gravidanza non era sta più nascondibile , la famiglia, che era troppo importante per sputtanarsi, aveva preferito lasciarla libera dietro il pagamento di una cospicua somma, le aveva anche trovato una casa famiglia dove lei aveva trascorso il periodo di gravidanza e dove aveva dato alla luce il figlio, che però aveva preferito metterlo a balia dalla sorella e lei si era messa in proprio, diventando una ricercatissima prostituta di alto livello, guadagnano somme notevoli che in parte aveva speso per mantenere il figlio e tenere un alto livello di vita a roma…quando era tornata al paese e aveva riprerso il figlio con sé, aveva provato due distinte ed opposte sensazioni:di gioia per la bellezza del ragazzo, 175 di altezza x 66kg di peso, biondo naturale, occhi azzurri intenso viso ovale di un incarnato roseo, bpcca grande, tumida, collo lungo gambe ditte e lunghe ,un bel torace glabro con accenno di seno, un apparato genitale ancora un po’ piccolo, ma sano ed un culetto tondo, sodo e burroso leggermente troppo prominente per essere quello di un ragazzo…..per contro la avevano indispettita un carattere schivo timido, molto insicuro, bigotto, alla scuola dei salesiani non aveva brillato e si bisbigliava neanche molto copertamente che non provasse attrazione per le ragazze ma che di contro si fosse lasciato strapazzare un po’ troppo dai compagni più grandi.. come detto, alla morte di mia sorella Angela, scomparsa prematuramente, dato che aveva solo due anni più di me con la quale avevamo diviso tutto, infatti né io né lei avevamo voluto mai sposarci,io avevo trorvato la tranquillità sessuale fra le braccia di anna, ma nel non breve periodo di solitudine era riaffiorate in me certe tendenze sessuali che mi avevano portato in gioventù a sottomettere e a possedere alcuni compagni di scuola, alcuni figli di vicini di casa e a stringere una relazione con un professore che nell’intimità di casa sua si vestiva e si truccava da donna e che mi considerava il suo stallone. Fatte queste premesse giungiamo all’estate in cui tutto ebbe inizio..Anna ,come detto, indispettita per il caratte del figlio luigi me lo affidava il pomeriggio perché oltre a ripetizioni gli insegnassi a vivere e devo ammettere che mai avevo sentito un desiderio sessuale così acceso come quello che mi spingeva ad insidiare il buon Luigino, anche se per rispetto alla madre, cercavo di contenermi…una mattina molto particolare, mentre anna ed io giacevamo sudati uno a fianco dell’altra dopo un dolcissimo ed estenuante rapporto sessuale che ci aveva coinvolto con tutte le nostre caapacità, lei dette la stura alle confessioni private coinvolgendomi totalmente…così io venni a sapere che anna aveva subito ceduto alle avance dei padroni di casa, per inesperienza e per naturale senso di sottomissione, giungendo ad avere rapporti completi non solo con il padrone stesso, ma con il figlio 16enne e con la stessa madre, tribade scatenata, che non sapeva proprio di chi fosse figlio Luigino, ma dal carattere pensava che fosse il frutto dei rapporti con il padrone di casa,un uomo prestante e bello, quanto debole e incapace di liberarsi dalla tutela della moglie, che nella casa famiglia aveva ceduto alle voglie sia del direttore, un vero vecchio porco , che della ginecologa, una lesbica folle..che uscita aveva ritenuto saggio affidare alla sorella il bambino , impegnandosi in una attività che per la sua abbagliante bellezza e per le sue innate capacità imprenditoriali, le veniva facile, giungendo a gestire una sua propria rete fatta da studentesse, commesse, e da non poche giovani spose desiderose di lusso e svaghi che i mariti non potevano loro assicurare,che aveva ceduto tutto con un buon guadagno, anche se le spese erano state elevatissime , anche per la necessità di comprare il silenzio di tanti,che rientrata in paese aveva ripreso il figlio scoprendo che la sorella, bigotta e introversa ne aveva fatto un impotente psicologico, che nel collegio ove era stato tanto tempo chiuso era stato certamente lo zimbello dei compagni più grandi, che ,scafati e sempre arrapati, avevano sicuramente trovato il modo di godersi le sue grazie, a suo giudizio, troppo femminee…che lei doveva a me il ritrovato equilibrio e che considerava me il suo definitivo ingresso nel mondo delle famiglie, dato che aveva sempre mirato ad ottenere il mio amore, considerandomi per la mia posizione sociale in paese un traguardo da raggiungere…..io , travolto dal senso di calore ed affetto che anna era stata capace di trasmettermi mi liberai di tanti pesi, ammisi che con mia sorella,come detto più vecchia di me di due anni, avevo avuto una relazione incestuosa completa che si era arrestata solo perché la mia povera mamma aveva intuito la verità..che da quel momento mi ero dedicato a sfogare le mie voglie su alcuni compagni di scuola più deboli di me che si prestavano di buona voglia a farsi fottere nel culetto a farmi pompini sugosi, in cambio della mia protezione..poi fu la volta del figlio del farmacista che sottomisi nel corso di una festa in costume, lui scioccamente o maliziosamente si era vestito da puttanella, e che divenne la mia amante fissa per tutto il periodo dei miei studi universitari….mi ero appena laureato che avvenne la disgrazia di mio padre e di mia madre, periti in un incidente automobilistico, ritornai di corsa in paese, presi in mano gli affari di famiglia, lasciando subito il mio amante ormai ridotto ad una femminuccia , che seppe consolarsi rapidamente..egualmente mia sorella lasciò il quasi fidanzato…neanche due mesi dopo riprendemmo a scoparci.. e ci siamo fisicamente uniti con la più variata ricerca di senzazioni fino alla morte di mia sorella…anna ed io ci eravamo capiti, avevamo tanto da nascondere tutti e due..ma volevamo intraprendere una nuova vita insieme..il problema emergente fu Luigino…anna precisò immediatamente che non solo non amava quel figlio, impostogli dalla lussuria dei due uomini che avevano approffitato della sua giovinezza e della sua inesperienza, che non aveva quasi mai visto, che gli ricordava in ogni momento la sua disgrazia alimentando dentro di lei la mai sopita voglia di vendicarsi, ma che detestava perché lei sapeva che era uno sporco “ricchione”, che era già stato profondamente utilizzato da alcuni compagni di collegio più grandi di lui e che ormai era troppo tardi per riportarlo sulla buona strada, lo aveva infatti affidato a più riprese a sue abilissime amiche che avevano tutte fallito, non riuscendo neanche a fargli tirare l’uccellino se non infilandogli 2° 3 dita nel culetto..ecco perché aveva concepito un mostruoso piano per realizzare il quale aveva bisogno della mia piena collaborazione.. mi chiedeva in pratica di trasformarlo in una puttanella , tramite la quale realizzare la sua vendetta…..provai a resistere,….ma crollai subito, d’altra parte ditemi voi come rifiutare la possibilità di scopare una favola di ragazzo quando anche la donna che te lo chiedeva ti stava lavorando il cazzo con il più fantastico culo che avessi mai conosciuto..le promisi che il pomeriggio lo avrei dedicato a verificare a che punto fosse Luigino per poi trasformarlo in una calda e vogliosa e appetibile troietta…quando arrivò il pomeriggio vidi Luigino un po’ triste, preoccupato..cominciai a sondarlo e siccome avevo già ampiamente guadagnato la sua confidenza, feci presto a fargli dire che tre ex compagni di liceo, tre ragazzi grandi e grossi dopo esserselo ben bene palpeggiato e accarezzato , lo avevano invitato ad andare ad un ballo mascherato a casa loro…gli avevano anche suggerito di mascherarsi da donna…e questo per il prossimo sabato..insistei per capire quali fossero i suoi reali timori…scherzando gli dissi che forse volevano goderselo..spupazzarlo, insomma, fotterselo..mi sembrò terrorizzato..mi disse che se lo avesse saputo la madre lo avrebbe cacciato..che lei voleva che andasse con donne…ma che..oh..insomma lui provava grande gioia a scherzare con gli altri ragazzi..che pertanto avrebbe voluto andarci, se io lo avessi coperto con sua madre e se gli avessi insegnato a ballare..si vergognava tanto a non saperlo fare..scoppiai a ridere..poi gli dissi che non solo gli avrei insegnato a ballare, non solo lo avrei coperto con sua madre, ma lo avrei anche aiutato a mascherasi e a truccarsi , solo che da lui mi aspettavo come ringraziamento niente di meno di quello che sarebbe stato disposto a concedere ai tre amici…accettò senza discutere, e siccome era caldo eravamo quasi nudi, mi precisò subito che non gli interessavano i balli figurati, bensì che voleva saper decentemente ballare i lenti e i l ballo ella mattonella..gli dissi che ero veramente lieto dii fargli da maestro..me lo strinsi, gli feci mettere le braccia intorno al mio collo e la sua boccuccia all’altezza della mia orecchia, con un braccio lo strinsi stretto alla vita, mentre l’altra mano si perdeva sulle sue meravigliose chiappette sode e sporgenti..luigino mi si incollò contro, la sua linguetta prese ad accarezzarmi l’orecchia, mentre mi sussurrava che era pronto a pagarmi la lezione..la mia mano si infilò nei suoi boxer e raggiunse il culetto , mentre le dita sempre più impazienti si infilavano nel morbido e disponibile buchetto, invero senza incontrare resistenza apprezzabile..la mia testa si spostò e la mia bocca raggiunse la sua…scattò un bacio di una intensità incredibile, le lingue si attorcigliavano, si succhiavano….in un momento di respiro mi mormorò in bocca che mi amava e che voleva che lo scopassi.. dopo avergli tolto anche i boxer lo misi sulla dormeuse con il pancino appoggiato al bracciolo, così che il culetto si apriva libero e disponibile..mi ricordava la posizione preferita dalla mia sorellina..lo sfondai, meglio, lo penetrai fino in fondo scorrendo come dentro un guanto di morbida pelle calda e umida….stringendolo forte, torturandogli i capezzoli e continuando a baciarlo in bocca lo scopai con movimenti a volte corti e veloci, a volte lunghi e lenti , facendogli aritmicamente sbattere contro le sue divine chiappette i miei grossi e pelosi coglioni…… dopo un tempo che sperai abbastanza lungo per fargli ricordare per molto il mio randello, gli sborrai con fiotti lunghi e densi dentro il culetto, Luigino stava venendo per la seconda volta, continuando ad impiastricciarmi il divano con i suoi due orgasmi…una sborra molto scarsa ,chiara e quasi acquosa da farmi ritenere che non fosse idonea a fecondare una donna…dopo il giusto riposo, riempito da coccole e bacetti, riprendemmo le lezioni di ballo anche se dovevamo fermarci spesso..durante una pausa, avendogli io fatti i miei più sinceri complimenti per quanto fosse abile e completo come troietta, ridendo mi confessò che in collegio, dopo tre mesi non solo era gia stato deflorato e scopato in bocca e in culo dai suoi compagni più grandi, guadagnandosi il titolo di miss collegio, ma che era già diventato l’amante fissa del prefetto e del frate confessore…cui con il tempo si dovevano aggiungere il preside, due professori ed il custode..Quando finì il collegio, a giugno, lasciava vedove inconsolabili..si fa per dire…Come loro sicuramente si erano consolati con qualche giovane nuovo alunno, lui aveva capito che bastava frequentare il mercato del lunedì e venedì per trovare uomini disposti a fare pazzie per il suo culetto…bastava essere un po’ disponibili…poi mi confessò di essersi innamorato di me ma che la mia indisponibilità lo aveva tanto fatto soffrire..io mantenni la promessa ed attingendo alla biancheria intima di mia sorellina da giovane lo truccai e lo vestii così bene d farmi ricordare Angela…dovetti amarlo e possederlo nuovamente completamente..godemmo come maialetti.. Il sabato luigino venne da me, prese l’abbigliamento che gli avevo fatto provare e lo mise in una borsona da ginnastica, poi si consegnò felice agli amici che erano venuti a prenderlo. Erano le 3 del pomeriggio…me lo riportarono alle 22.30, sfinito, segnato da succhiotti e morsi, stanchissimo, per fortuna che la madre sapeva che sarebbe rimasto da me..andando a dormire, mi confessò che alla festa c’erano i tre ragazzotti,tre signori anziani , e altre due troiette come lui….non gli avevano dato un momento di requie, le tre troiette erano stati trombate in continuazione, evidentemente erano tutti impasticcati di viagra e ciascuna aveva quasi in continuazione un cazzo in bocca e uno nel culetto…non solo..ma erano stati sottoposte a trattamenti sadomaso, a morsi, a leccate, a penetrazioni con dildi e vegetali…inoltre dovetti lavarlo tutto perché impiastrato di sperma anche se praticamente era già addormentato…quando lo vidi tranquillamente riposare andai da Angela che mi chiese se secondo me luigino era pronto per operare a roma , come puttanella, trans naturale…siccome le confermai che luigino non aveva più nulla da imparare, lei mi disse cosa aveva progettato per vendicarsi:.lo avrebbe prima fatto trasformare affidandolo alle cure di un famoso chirurgo estetico che per soldi lo avrebbe dotato di un seno invidiabile, quindi avrebbe incaricato la sua amica, colei che aveva rilevato la sua organizzazione, di inserirlo nel giro giusto a roma….così il Luigino, o Luigina che dir si voglia, avrebbe imparato a guadagnarsi il pane e soprattutto si sarebbe elevato dal giro di merda del paese……ma non era tutto….solo 6 mesi dopo seppi quale era stato il piano diabolico di angela…l’organizzazione lo aveva messo nei letti della famosa famiglia che tanti anni prima aveva costretto alla prostituzione la giovane ed inesperta ragazza di paese e aveva poi fatto sapere loro quali fossero i reali rapporti di parentela intercorrenti fra loro e la trans che si erano tante volte goduta come oggetto di piacere sessuale!!!!!!!!!!!
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renatino18,
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Il compleanno più bello
Notte magica ( Un sogno realizzato solo in parte purtroppo )
Era il mio compleanno e mia moglie come regalo, mi aveva promesso gia’ da tempo che avrei potuto per quel giorno fare e farle cosa piu’ mi piacesse.< naralmente accolsi con gioia questo inaspettato regalo di compleanno.
E fu cosi’ che arrivo il fatidico giorno, e quella mattina mia moglie me lo ricordo’ l ,ma io da settimane non aspettavo altro.
Alla domanda risposi che avevo deciso, di passare la sera prima al ristorante e poi passare ad una discoteca…lei mi rispose”tutto li,pensavo che avresti voluto fare qualcosa di piu’ intrigante” io annui e le dissi che avrebbe dovuto indossare un abito un po provocante e il reggicalzecon calze a rete..ma senza slip e poi con fare disinvolto cambiai discorso
Andammo in un ristorante cinese che a lei piace molto.e dopo circa un ‘ora ne uscimmo impregnati di tutti gli odori di cucina del locale…
In auto la pregai di tirarsi su la gonna e lasciare in bella vista il suo figone incorniciato dal suo pelo e dal panorama del reggicalze e dalle gambe inguainate in delle sexissime calze a rete…
Lei senza battere ciglio,se le tiro’ su quasi fino all’ombelico e la vista mi eccito alquanto.
La visione del suo figone semidepilato,era una cosa super eccitante…e soprattutto in prossimità dei semafori..vedevo che i passanti buttavo l’occhio..e rimanevano sorpresi di vedere un figone cosi in bellavista offerto allo sguardo di tutti…
Dopo un paio di Kilometri..non resistei piu’ e cercai un parcheggio..,fermai la macchina e tirata giu’ la lampo gli offri il mio cazzo gia' durissimo alla sua vorace ed insaziabile bocca..da gran pompinara non ci mise molto a portarmi quasi all’orgasmo..dovetti pensare alla guerra in iraq,ad un coccodrillo affamato ed a altre cose sgradevoli per non riempirle in un attimo la bocca della mia sborra calda….
Mentre mi contenevo alla irruente sborrata,con la coda dell’occhio vidi un uomo sui 40 anni che ci stava guardando eccitato e dal movimento che faceva con l’avambraccio pensai che stesse facendo un succoso segone.
Mia moglie di tutto questo non se ne accorse,o almeno non lo dava a vedere.
Mentre era chinata sul mio uccello intenta a spompinarmi,le sollevai completamente la gonna sino alla cintola,cosi facendo mostrando in tutto il suo splendore il suo culo e il suo figone gia umido di piacere.e le infilai un dito per sentirla gemere..lo spettatore al finestrino era vivisbilmente eccitato .
Senza pensare abbassai completamente il finestino e con un cenno invitai il tizio a toccarle il culo .
Tolsi la mia mano per dar spazio allo sconosciuto,che inizialmente le accarezzo le natiche e dopo infilo nle sue dita nella figa gia fracida di umori.
Lei ansimava,il viziose ne stava in silenzio ee manovrava la figa di mia moglie con maestria,arrivando ad infilarle tre dita e facendola godere come una matta.
Ebbe un orgasmo sconquassante e io le venni in bocca..mente il nostro sconosciuto continuava a masturbarla e a masturbarsi…
Un attimo dopo le innaffio con spruzzi incontrollati tutto il culo…tolse la mano dalla figa con un cenno mi ringrazio e saluto’…
Mia moglie con la bocca piena di sborra si giro’ e si tocco le natiche..e trovandole bagnate mi domando’ se stesse piovendo,io annui e le dissi che l’unica pioggia per il suo culo era la sborra.
Ci rassettammo e nel baciarmi senttii il sapore salaticcio del succo dei miei ciglioni…guardandola negli occhi le dissi se le era piaciuto.
Lei sbattendo gli occhi mi disse di si e mi domando’chi l’avesse inondato il culo in quella maniera .sorridendole le dissi che era stato uno sconosciuto .vidi nel suo sguardo un ombra di stupore mista ad una irruente eccitazione..e atutta risposta mi bacio dicendomiche per il mio compleanno potevo fare quello che volevo…
Che donna fantastica..mi stavo facendo toccando il cielo con un dito.
Dopo circa mezzora ,arrivammo al locale e gia’ il nome era un programma…si chiamava “Paradise club”.
Entrammo ,e dopo aver pagato l’ingresso ci dirigemmo verso la pista da ballo…
Mia moglie era uno splendore e nella penombra era ancora piu’ bella ,con le luci psichedeliche che le accarezzavano la figura..la pista era gremita e a malapena ci si poteva ballare..piu’ che ballare ci si strusciava l’uno con l’altra .
Ci dirigemmo verso il tavolino e mi confesso che un uomo le aveva toccato con insistenza il culo..io le dissi di non farci caso e che c’era gente cosi’ dappertutto.
Lei continuo’ ricordandomi che era senza slip, come da mio desiderio e il tizio le aveva infilato la mano sotto il vestito e senz’altro si era accorto della sua nudita’
Annuii con la testa ele versai un bicchiere di spumante dolce e dopo aver bevuto, la invitai nuovamente ad un ballo..questa volta c’erano i lenti..mi avvinghiai alei come una cozza allo scoglio..mettendole le mani sulle natiche.le note erano languide.ed accarezzanole i glutei inavvertitamente sollevavo la gonna lasciandole agli sguardi dei presenti il suo bel culo…
Quando me ne accorsi..m’eccitai e ballando la strinsi forte per farle sentire meglio la mia eccitazione .mi guardava divertita ed accitata…
Ad uncerto punto domandai se volesse che ci appartassimo un po in una di quelle salette attigue e se volesse fare un giro per vedere come era fatto il locale.
Lei mi disse che era un po stanca e voleva stare un po solqa con me,cosi dicendo mi prese pper mano e ci avviammo in una salettina.
C’era una luce blu soffusa , che inondava la saletta , addossati allle pareti erano sistemati diversi divani,mentre nel centro della saletta c’era un grosso divano di forma circolare,ci dirigemmo su un divano laterale…e una volta che gli occhi si sono adattati all’oscurita’ notiamo accanto al nostro divano una coppia che si stava baciando con passione.
Sollevai la gonna di mia moglie lasciando intravedere le bianche cosce e un accenno di pelo della figa..e la baciai con passione..le infilai il medio mentre con il pollice le titillavo il clitoride..gia ansimava..e nell’orecchio mi sussurro’”dai che ci guardano” a tutta risposta mi tirai giu la zip dei pantanoni e le misi in mano il cazzo gonfio d’eccitazione…
Inizio un lento ma travolgente segone..prima con fare circospetto..ma dopo con noncuranza dei presenti.
Ora che i minuti passavano notai che la saletta si era gremita e tutti i divani erano occupati da coppie che si davano da fare alla grande..
Ad un tratto una coppia sulla trentina con la lei praticamente seminuda si accomodo nel divano circolare e con curanza dei presenti si mise a scopare furiosamente..cambiarono posizione ora era lei sotto e con un cenno rivolto ai maschi presenti invito ad unirsi a loro…
Mi disse ma dove mi hai portato..questa non e’ una disco normale….non risposi e continuai a toccarle il buco del culo gia inumidito dal ciprino del figone…lei era evidentemente eccitata guardando la donna bionda sul divano circolare che stava armeggiando gia con 5 uomini
Il marito le aveva conficcato il cazzo in gola,due venivano sonoramente masturbati,uno la stava chiamando.e uno guardava facendosi una sega…
Mi disse perche non vai anche te …che oggi e’ il tuo compleanno..io titubai un po’ ma tanta fu la sua insistenza che mi avviai.
La bionda prese anche il mio cazzo in bocca e roteava la lingua come un serpente a sonagli…oramai intorno a lei c’era una folla….con la coda dell’occhio vedevo mia moglie che si masturbava..
Ero felice di quello che stavamo facendo..ora la donna si era messa a cavalcioni di un negro notevolmente dotato.e mi offriva il culo,mentre spompinava un infinita’ di uomini…lo infilai e lei continuo a dimenarsi come un pesce preso all’amo
Le diedi una decina di colpi ..mi levai per dar spazio a un altro che stava per sborrare….
Mi voltai per vedere mia moglie e con sorpresa vidi che anche lei era attorniata da una decina di uomini .mi avvicinai per vedere meglio.si era messa alla pecorina e stava leccando 2 cazzi come un’idrovora uno le si mise sotto e le dava dei colpi che la faceva sussultare di una decina di centimetri, nelle mani aveva due cazzi che stava smanettando come vigore tutto con un sincronismo da far paura ad un orologio svizzero..ad un tratto un uomo di colore le si avvicino da dietro e toltosi i pantaloni le mostro il suo cazzo asinino..doveva essere piu’ di 25 cm e grosso come una melanzana…le punto la cappella vicino al buco del culo ,lei lascio i cazzi che aveva in mano per portare le mani al culo allargandosi il buco con le dita…era troppo grosso non sarebbe entrato..l’altro sotto si fermo.per far si che entrasse…lei continuava a sborrare pensavo che si era pisciata dalla sborra che le colava dalle cosce guarnite da reggicalze..
Il negro lo pianto in tre colpi..fino ai ciglioni..che le sbattevano ritmicamente sul cazzo dell’altro e sulla figa…che visione
Mi vide…uno sguardo zeppo di libidine mi attraverso…stava godendo come una pazza..adesso le avevano messo anche due cazzi in bocca..con una mano mi agguanto il cazzo..e in un rantolo di godimento mi sussurro “buon compleanno amore.”
Intanto il negro le aveva riempito l’intestino e la stava pompando con un ritmo energico ,facendola sussultare ad ogni affondo facendole sobbalzare le tette..mentre quello che aveva sotto ,con i suoi movimenti rotatori gli aveva svuotato i coglioni nella figa…la presi in braccio..era piena di sudore e di sborra..la baciai.con passione..le sussurrai” ti amo…”nel frattempo con un gemito il negro le scarico un fiume di sborra calda nel culo palpitante.
Era sfigurata dal grande godimento, mi guardo con una luce appassionata,avvicino’ la sua bocca che sapeva di cazzi alla mia e mi bacio voluttuosamente.
La accarezzai la presi tra le braccia e la adagiai sul divano circolare che nel frattempo si era liberato…la misi sopra di me e solo con il pensiero il cazzo entro’ in lei talmente era fradicia dei suoi umori e delle sborrate precedenti….
Pian piano riprendeva energia e cominciava a cavalcarmi sempre piu forte gemendo dal godimento…
Non passarono piu’ di 5 minuti e intorno alla figa di mia moglie si era formata una folla di cazzi di tutte le dimensioni….saranno stati una quarantina..c’era chi le metteva il cazzo in bocca chi toglieva per un momento il mio cazzo dalla figa per leccarla,chi a turno le metteva il cazzo in culo….chi le aveva messo in mano il cazzo e pretendeva un succoso segone..
Guardandola negli occhi pieni di libidine le dissi “amore devi farli sborrare tutti e 40…ce la farai? lei annui e a tutta risposta si ingoio un grosso cazzo che a mala pena le entro in bocca.
Io mi godevo lo spettacolo con il cazzo in figa e ogni tanto dandole qualche colpo per farla sentire piena..
Ad un tratto sentii una mano frugare tra il mio cazzo e la figa fracida di mia moglie..era un tizio che voleva mettere anche lui il cazzo in figa…lo punto e lo sentii strofinarsi con il mio…..cominciammo a scoparla in due in figa cercando di tenere il ritmo come se fosse un solo e grossissimo cazzo.questa penetrazione la eccito in maniera esagerata..tanto che dopo solo qualche affondo sborro’ urlando di piacere..per la prima volta si era presa due cazzi in figa.
I presenti la attorniavano e sentivo rantolii di godimento….lei apri la bocca e le arrivarono dei caldi schizzi di sborra.
Come ad un appuntamento tutti cominciarono a sborrare..i nostri corpi erano ricoperti di fremiti di goduria e di sborra…cominciarono a fare il tiro a segno con la sua bocca..uno schizzo ..un altro…ormai aveva la
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16 years ago
chinotto,
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Dalla mente alla pelle
Ecco che la scena si trasforma e mi ritrovo si seduto ma le mani ora sono legate e quello che sembrava per essere colto ora mi è irraggiungibile .Certo le tue movenze non mi lasciano immobile e cerco di divincolarmi e questo provoca in te un stato d'animo che solo tu sai ma che il tuo sguardo lascia trasparire inequivocabilmente .Consapevole che il gioco ti concede un vantaggio inviolabile decidi di farti audace e cominci a liberare la tua carica erotica nascosta a piccoli sorsi verso un assetato che in realtà ne avrebbe bisogno ad ettolitri .Ti avvicini e mi guardi negl'occhi ed io mi sento il respiro frenare, non so cosa hai intenzione di fare ed immagino mille cose ma cosa...?.Abbassi il capo a lo avvicini al mio viso,il tuo profumo mi stordisce forse sto sognando non tanto da notare che le tue mani adesso passano dietro la tua schiena ed un innocente...click prelude a ciò che sta per avvenire .Nel riportarle in avanti le spalline scendono ed alzando il capo i tuoi capelli coprono le tue spalle ma le tue mani tengono al petto il reggiseno .Sai cosa voglio e questo ti eccita da morire ma tenerlo li sentendo il mio respiro farsi più veloce lo è forse di più .La mia condizione di impotenza nel muovermi si sta facendo sempre più snervante ed una parte di me sembra impazzita irrigidita con una gran voglia di uscire .Ed è allora che ammiccando una smorfia sorniona lasci cadere a terra la tua intima protezione ed io non faccio a tempo a reagire allo stupore che le tue mani prendono la mia testa e strofini la faccia sul tuo seno profumato dai toni dolci e vellutati.
Senti le mie labbra dolci che ti sfiorano la pelle , ti siedi sulle mie ginocchia e la mia eccitazione a questo punto è inarrestabile e questo ti esalta ancora di più …
Serro i pugni perché i miei polsi sono ancora legati e così scarico la mia frenesia morsicandoti leggermente i capezzoli che ora reagiscono e si inturgidiscono....liberami ti prego non essere così crudele ....
Non ancora ,mi dici, voglio sentire quanto mi desideri e strusciandomi contro di me libero sempre più la mia virilità che ora sento premere su di Te e che vorresti dentro di Te.. Mi guardi negli occhi .. e vedi il mio desiderio salire ed anche Tu non sai più resistere.
Ti alzi e le tue dita affusolate ora in modo deciso cominciano a lavorare per dare libertà alla mia voglia di averti.
E nervosamente ti osservo finché l’ultimo nodo cade di questa tortura e nonostante che il mio impeto induca ad un energico contatto ,ti prendo la mano adagiandoti sul letto delicatamente, come una rosa .Con l'altra ti sposto i capelli dal volto per farla scorrere sul collo e poi via,via sul tuo corpo ed il calore che essa produce ti scioglie in un sorriso che non ricordavi da tempo.....
Mi chino su di te e a questo punto ,dopo tanta pena e le nostre labbra prese in un turbinio di passione non sono più straniere ed i nostri respiri si fanno anche loro più ansimanti.....
Alzo la testa per riprendere fiato che improvvisamente mi prendi per i capelli e spingi la mia testa piano ma decisa dove il tuo desiderio ora è più forte ,socchiudi le gambe ed il suggerimento che colgo è un ordine che con estremo piacere eseguo...
Ciò che stai provando lascia trasparire una donna che finalmente capisce e apprezza le meravigliose sensazioni che il proprio corpo le produce .Io fortunato possessore della chiave che ti esalterà ancora di più, mi emoziono alle tue disinibite e delicate movenze,tanto che ora le tue gambe leggermente si raggruppano verso l'alto divaricandosi quel tanto da innescare un momento di straordinaria intensità che ci pervade .Non siamo ancora uniti ma nelle nostre menti siamo già una cosa sola un compenetrarci di piacere che passa da sguardi, carezze, odori, sapori.
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16 years ago
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La piscina 2
Uscendo dall’albergo dopo il mio primo incontro con Helmut, ripenso un po’ sconvolto a quello che mi è successo. Prima cerco delle scuse e delle giustificazioni morali al mio modo di comportarmi ma alla fine mi stanco e proclamo “Insomma mi è piaciuto, ho scoperto piaceri nuovi e se qualcuno ha qualcosa da ridire che vada a prenderselo in culo così capirà quanto è bello!”.
Ripenso allora a tutti gli atti di sesso che ci sono stati. Li rivivo come sensazione ed è talmente forte che mi sembra quasi di avere Helmut ancora qui . . . dietro di me . . . davanti a me.
Ho sicuramente goduto nel possedere Helmut in un modo oserei dire selvaggio, quasi come se qualcosa di me che risale alla preistoria del genere umano si fosse fatta largo e si fosse materializzata nella foga e nel piacere di incularlo. Quando lui mi ha posseduto devo dire che non ho avuto un orgasmo visibile, ma sono stato riempito di una somma di sensazioni per certe versi anche più profonde. Nella mente e nel corpo, piacevoli e non, e mi hanno fatto capire che il nostro corpo, se lasciamo che la mente non ostacoli con le sue inibizioni, ci sa regalare sconfinati piaceri.
Ripensare a come mi è piaciuto tutto l’avvicinarsi cauto al mio buchino e al suo interno da parte di Helmut mi fa rizzare ancora l’uccello dentro le mutande. Ma sono arrivato dal cliente che mi aspetta e smetto immediatamente di ripensare all’accaduto. Ma l’episodio aleggia da qualche parte nella mia mente perché il mio atteggiamento cambia e guardo con un interesse diverso i miei interlocutori. La fantasia cerca di spogliarli e di immaginarsi come possano essere fisicamente, se il loro modo di comportarsi mi fa venir voglia di scoparli o di accoglierli dolcemente fra le mie natiche. Mi sento effettivamente diverso anche se mi sento lo stesso Ettore di prima. Sì perché ancora adesso vedere una bella gnocca mi fa bloccare e, quando è proprio tappata bene, me lo fa rizzare e scatena immagini di orge boccaccesche, ma …. Ma c’è anche la consapevolezza che un mondo nuovo si è dischiuso ed io lo voglio esplorare tutto.
Ho un lavoro maledetto, un cliente mi sposta all’indomani mattina un importante incontro. E’ saltato il rendez vous con Helmut in piscina. Lo cerco al telefono ma è fuori stanza. Alla fine alle 22 lo becco. “Helmut ciao sono Ettore” “Ciao Ettore come stare? Io magnificamente!” “Oh anch’io sto molto bene! Ma c’è un problema per domattina. Un cliente mi ha spostato l’appuntamento e così ho tutto il giorno impegnato. Come possiamo fare?” “Ci vediamo a cena?” “Sì dai una cena veloce e . . . via! Allora tu scegli il posto, io vengo a prenderti in albergo alle 20 e poi . . .” “E poi dobbiamo imparare molte cose . . . “ La frase sospesa mi fa quasi rizzare il cazzo ma la cosa che più mi è piaciuta è stato sentire che Helmut mi aspetta e che anche lui desidera questo incontro. In effetti è molto comodo per uno, che probabilmente ha la sua vita privata, fare delle belle esperienze all’estero “lontan dagli occhi e lontan dal cuore” e poi tornarsene a casa senza fardello alcuno se non forse la nostalgia. Ma forse tutto sommato fa comodo anche a me poter provare queste esperienze e non ritrovarmi tra le palle un “fidanzato” invadente.
Oh cazzo! Ma dove andiamo dopo il ristorante? In albergo dalla porta principale non credo sia possibile. Dalla piscina di sera è chiuso. Bisogna venire a casa mia. Devo mettere in ordine. Devo comprare vaselina e preservativi, mettere in ordine il bagno. Madonna! Mi sembra di essere una massaia impegnata a preparare l’alcova per il suo uomo e la sensazione un po’ mi fa ridere e confesso che non mi dispiace.
Corro nella prima farmacia di turno aperta e mi procuro quanto mi serve: non voglio ritrovarmi domani da un cliente con una scatola di preservativi o peggio di vaselina che mi esce dalle tasche durante una riunione di lavoro!
Mi addormento pensando a cosa mi potrà riservare di piacevole sorpresa la serata successiva. Ho passato tutto il giorno a pensare ad Helmut e a cosa gli voglio fare e sono così attizzato quando arrivo in albergo che lui se ne rende conto, è un uomo di grande sensibilità indubbiamente, e mi dice sorridendo: “Prima mangiare poi scopare! E’ triste fare l’amore a stomaco vuoto!” Scoppiamo entrambi a ridere e ci avviamo verso il ristorante. Ho scelto un locale poco lontano verso casa mia dove porto spesso dei clienti anche di sera. Non rovinerò quindi la mia reputazione e potrò mettere in nota spese il conto della cena così la scaricherò dalle tasse! Alla faccia di Tremonti!
Anche se non ci comportiamo come checche comincia un gioco sottile durante la cena, come fossimo due cani che si annusano il culo, e vogliamo decidere chi dei due vince. Parliamo di noi di cosa facciamo come lavoro, di dove viviamo. Poi affrontiamo l’argomento con la A maiuscola! “Ma tu, Helmut sei gay?” “Non so se sono gay. Ho moglie e due figli in Germania che aspettare me finire cure in Italia. So che mi piace anche con uomo. Però non è stato sempre così”. Mi racconta allora con il suo italiano infarcito di strafalcioni tedeschi della sua prima volta. Era un adolescente un po’ mingherlino ed efebico ed era andato in gita con la scuola. La sera erano in tre nella stanza d’albergo, uno si chiamava Hans ed era un ripetente, un ragazzone robusto e un po’ prepotente già maggiorenne, l’altro Werner un ragazzino biondo e molto timido. Hans aveva bevuto parecchia birra quella sera ed era su di giri. Una volta a letto si trovavano tutti in mutande quando Hans disse ad Helmut “Dai prendiamo il biondino e facciamocelo!” Werner tremante si attaccò al muro dicendo “No, non lo fate o chiamo aiuto” Ma nel momento in cui lo diceva ci ricordammo tutti che ci trovavamo nella dependance e che c’era solo un’altra stanza occupata da compagni di scuola che erano molto affiatati con Hans. Vedere il terrore di Werner e cercare di fermare Hans fu tutt’uno per Helmut che si lanciò contro di lui senza pensarci e incurante della stazza, ma l’omone era proprio forte e dopo poche mosse di lotta si ritrovò a faccia in giù con lui seduto sopra. Lo sentì gridare a Werner “Vieni qui e siediti in groppa a lui anche tu!”. Werner non se la sentì di rifiutare temendo di fare una fine peggiore ed obbedì. Helmut sentì con terrore tramestare alle sue spalle, finché il suo bacino venne sollevato da terra e le sue mutande abbassate. “No No Noooo” urlò a più non posso ma nessuno si fece vivo. Hans cercò di penetrarlo con violenza quasi a fargli male. Ma non era lubrificato né il condotto né l’arnese del ragazzo e quindi Hans dovette spargere un po’ di saliva sul suo cazzo e massaggiare il buchino di Helmut finché non cominciò a cedere. Allora puntò il suo uccello, che per fortuna non era enorme come la corporatura poteva far pensare, sul buco del culo e spinse a fondo. La cappella entrò d’un colpo, poi due colpi ben assestati e si ritrovò il culo pieno di quella nerchia agitata. Hans prese a fotterlo senza riguardo mentre Helmut sentiva solo dolore e qualche rara sensazione piacevole, ricacciata dalla brutalità del sodomizzatore. Fortunatamente sentì presto irrigidirsi ancor di più il membro di Hans ed infine un caldo liquido inondargli le budella. Ma non era finita. Hans, che si doveva essere molto incazzato, rimontò a cavalcioni di Helmut e disse a Werner “Ora inculatelo tu. E non rifiutarti sennò ti meno!”. Ma Werner per un po’ non se la sentì di infierire e simulò l’inculata facendo scorrere il suo cazzo lungo il solco. Fu solo quando Hans si voltò a controllare e gli disse “Ma lo stai inculando o gli fai solo il solletico con il tuo cazzo? Vuoi che ti faccia sentire cosa vuol dire essere inculati?”, che Werner puntò la sua mazza sul buco del culo di Helmut e glielo infilò. Fu più delicato, cercò anche di seguire il ritmo delle contrazioni dello sfintere ed Helmut cominciò ad apprezzare quello che gli stava facendo Werner anche se le sue grida continuavano ad essere di rifiuto, una parte della sua mente e del suo corpo apprezzava il delicato su e giù del compagno di classe.
Finalmente anche Werner gli riempì il culo di bianca crema e la sua tortura finì. Hans si addormentò quasi subito. Dopo poco Werner nel buio si avvicinò al suo letto e gli disse piano per non svegliare il bestione. “Scusami per prima. Ma avevo troppa paura che mi violentasse e ho preferito non intervenire anche perché se aveva messo fuori combattimento te, con me avrebbe impiegato ancora meno. Ho cercato di salvare la pelle mentre tu ti sei sacrificato per me. Se vuoi ti do quello che tu hai dato a me!” Così dicendo Werner si infilò nel letto di Helmut, si tolse le mutande e si giro di spalle. Helmut, ancora sottosopra per quanto avvenuto prima, avvertì un risvegliarsi gagliardo dalle parti basse e con le mani prese ad accarezzare il culo di Werner. Ricordandosi di prima, inumidì con la saliva le dita e cominciò a tormentare il buchino del compagno. Ora i suoi sensi erano completamente all’erta. Sentì le increspature del culo distendersi pian pianino e che il suo dito non incontrava più una resistenza eccessiva. Umettando continuamente il dito si fece largo nel giovane culo di Werner e fu sorpreso nel sentire il ragazzo mugolare in silenzio come se la cosa non gli dispiacesse affatto.
Quando gli sembrò di aver inumidito il condotto a sufficienza insalivò per bene la sua mazza che gli sembrava diventata di marmo e la puntò sul culo dell’amico. Spinse piano e, dopo una breve resistenza, tutta la cappella scivolò dentro. Si fermò un attimo e poi, avvertendo che le contrazioni si calmavano spinse ancora. Una pausa e poi ancora, guadagnando preziosi centimetri. Infine tutto il suo uccello fu inghiottito dentro. Avvertì la forza e il calore che lo avvolgevano, le contrazioni dello sfintere che sembravano le mani di un cieco che cercano di capire cosa fosse quel bastone, cominciò allora, senza fare rumore per non svegliare Hans, a toglierlo e a rimetterlo. Si spostava di pochi centimetri in fuori e poi ritornava a spingere. Dopo alcuni colpi così sentì che Werner riusciva ad assecondare il suo movimento con delle spinte dello sfintere quando usciva e con delle contrazioni quando entrava. Avvertì la lava di un vulcano che stava spingendo per uscire e dando alcuni colpi forti e stringendo i fianchi di Werner, se ne venne inondando di sperma il condotto dell’amico.
Qualche giorno dopo essere tornati dalla gita, Werner ed Helmut ebbero l’occasione di stare da soli un pomeriggio a casa del primo. Dopo aver cincischiato un po’, affrontarono l’argomento che pesava tra di loro. Werner chiese ad Helmut di scoparlo perché la cosa non gli era del tutto dispiaciuta. Presero la vaselina e Helmut massaggiò per bene il condotto di Werner prima di fiondarsi dentro di lui e di incularselo con calma, lentamente un colpo alla volta, una pausa e via, fino al parossistico finale quando lo cavalcò selvaggiamente scaricandogli la sua sborra nel culo. Ma la cosa che incuriosì Helmut fu vedere che Werner aveva goduto; quindi una volta finito gli disse “Prova a massaggiarmi il culo con la vaselina. Ma se ti dico di fermarti fallo perché il ricordo dell’altra sera mi fa star male ancora.” Werner sorrise e si lanciò tra le sue gambe cominciando ad accarezzarlo come mai era successo prima. Aveva dita delicatissime ed una sensibilità innata nel cogliere il momento di fermarsi ed il momento andare avanti. Fu così bravo che dopo un quarto d’ora che il suo buco del culo era sotto la cura di Werner gli veniva da urlare “No Scopami” ogni volta che il dito usciva dai suoi intestini. Fu quindi con desiderio, misto ancora a paura, che si mise a carponi a ricevere il cazzo di Werner. Anche in questo momento il suo compagno fu molto delicato e procedette lentamente nella sua marcia verso il paradiso. Helmut imparò a comandare i muscoli in modo da facilitare il movimento di anda e rianda di Werner ed alla fine fu lui che aumentò il ritmo quando avvertì l’irrigidirsi del cazzo prima dell’eiaculazione. “Si dai daiiii daiii!” gli uscì dal profondo del cuore o meglio dal profondo del culo!
Aveva avuto ancora qualche incontro con Werner, poi le loro strade si erano divise, ma ad Helmut rimaneva sempre il ricordo di quelle splendide scopate. Il dolore della prima inculata da parte di Hans aveva fatto sì che lui fosse sempre molto delicato nell’approccio proprio in virtù di ciò che gli era successo.
Dopo molti anni la pace delle terme aveva fatto tornare alla mente ricordi e piaceri ormai sepolti che l’incontro con me aveva permesso di riportare alla luce. Eravamo tutti e due, per motivi diversi, toccati dal racconto di Helmut e non vedevamo l’ora di concludere la serata sotto i migliori auspici. “Ti va bene se ti porto a casa mia a bere il bicchiere della staffa?” “Basta che tu non cadere dalla staffa!”. Ridendo paghiamo e usciamo dal ristorante. Una breve corsa e arrivammo a casa mia. Saliamo in ascensore. Una volta dentro Helmut non vuole che corriamo in camera da letto ma propone di rimanere in salotto sul divano. Mi prende la testa fra le mani, la avvicina alla sua e cominciamo a baciarci. La sua lingua si infila tra le labbra a cercare la mia – chiudo gli occhi e assaporo a fondo questo bacio dolce, profondo e appassionato. Ricambio l’intensità e al contempo comincio a spogliare Helmut della sua camicia mentre lui fa lo stesso con me. Separiamo le nostre bocche solo per toglierci le magliette e metterci completamente nudi; quando ci riavviciniamo siamo in piedi uno di fronte all’altro e mentre le nostre labbra si intrecciano nuovamente sono colpito dalla strana sensazione che mi da avvertire la presenza del “suo” proprio di fronte a me! Il racconto di prima mi aveva toccato e ha fatto crescere in me a dismisura il desiderio di possedere il mio amico tedesco fino in fondo. Mi scateno come mai avevo fatto con un uomo. Lo faccio distendere sul divano e comincio a succhiare e a leccare il suo corpo a partire dalla bocca, via via lungo il mento, il collo, risalendo sulle orecchie, ridiscendendo nell’incavo tra spalle e collo, poi sul capezzolo, sull’altro capezzolo, alla bocca dello stomaco. Helmut ha avvertito la forza e la passione con cui cerco di possederlo e ha deciso di lasciarmi fare, si è abbandonato sul divano con la testa all’indietro e le mani sulla mia testa quasi a voler assecondare la mia anabasi sul suo corpo. Le mie mani percorrono bramose il suo corpo, pronte a cogliere il piacere che deriva da ogni centimetro quadrato della sua pelle. Indugiano poi sull’interno delle cosce fino a raggiungere la base del suo uccellone che comincia a crescere sull’onda degli stimoli che gli sto procurando. Mi sento pervaso dal desiderio di scatenarmi fino a sentirmi al tempo stesso “macho” e “troia”, quando la mia mano comincia a tormentare il buchino di Helmut, la mia bocca si lancia sul suo cazzo e comincia a leccarlo. Prima la punta, poi, come fosse un sigaro da lubrificare, mi scorro tutta la canna, infine mi prendo le palle e, prima una, dopo l’altra, me le lecco per bene tutte e due. Sento Helmut mugolare, anche perché il mio dito pieno di vaselina ha superato la prima barriera e ormai sta massaggiando le pareti interne dell’intestino. Con la bocca sto trattando il suo bastone come fosse un enorme lecca lecca, poi, dopo aver indugiato a lungo sulla cappella provo a ingoiarlo. Mi coglie un conato di vomito che cerco di superare, comincio a respirare con il naso e alla fine vedo che riesco a tenerlo tutto in bocca. Mi sembra di essere una troia bocchinara ma avere il possesso di quel bellissimo bastone di carne e di poterne sentire con la bocca, la lingua e le labbra tutte le sfaccettature e le innervature mi piace e mi da un senso di potere che non pensavo. Sento Helmut che si irrigidisce, e involontariamente spinge la zona pelvica verso la mia faccia, mentre il mio dito gli sta ravanando profondamente le pareti dell’intestino cospargendole di vasellina e provocandogli frequenti contrazioni. Decido di rallentare per godermi il mio primo bocchino con i fiocchi e tiro fuori il suo uccello dalla mia bocca, riprendo invece a leccargli l’asta con la lingua e le labbra, su e giù. Ciuccio gustosamente la sua cappella e infine mi riprendo il pieno possesso del suo cazzone, e lentamente lo ingoio come credo neanche una bocchinara professionista riesca a fare. Avverto Helmut fremere, le sue mani prendono la mia testa e la spingono, se mai fosse possibile, di più verso la base del cazzone, stringo le labbra attorno alla sua cerchia e comincio un frenetico su e giù, “YA, ya , yaaaa yaaa!” mi urla Helmut, mentre il mio dito è inghiottito nel suo culo e quasi mi viene strappato dalla mano a causa delle contrazioni, quando la mia bocca umida si muove sulla sua cerchia e alla fine sento un caldo liquido che mi inonda le tonsille. Cazzo! Continuo a scorrere con la bocca attorno al bastone di Helmut ormai scosso dalle ultime vibrazioni post coitali e raccolgo così altre gocce del suo sperma . L’odore che riempie le mie nari è strano: assomiglia al mio odore dopo una sega, ma sentirlo su un altro corpo fa una sensazione completamente diversa. Il mio uccello mi dice che non può più aspettare e allora, mentre con la bocca bacio il culo del mio amico tedesco e gli lascio un po’ della sua sborra a fare da lubrificante, lo prendo per i fianchi e lo metto a carponi. Infilo il preservativo e lo cospargo di vasellina in quantità industriali: non voglio più perdere ancora tempo a lubrificare il suo condotto: voglio venirgli in culo!
Gli punto la cappella sul buco, un piccolo movimento circolare quasi a prendere le misure e poi spingo decisamente e . . . quasi che il concorso della vasellina abbondante sul mio cazzo, della lunga lubrificazione con il dito e della mia impellente necessità di possederlo abbiano potuto fare il miracolo, ma il suo culo mi si sboccia di fronte accogliendomi come una calda mano guantata. Spingo fino alla radice e aspetto che le sue contrazioni me lo stringano e lui lo fa, ma poi, anziché dare il via alla danza dell’avanti e indietro, aspetta e sembra volersi godere la mia carne fremente dentro di sé. Poi ecco che comincia a muoversi e a spingerlo fuori, poi a cercare di succhiarselo dentro. Io spingo e tiro fuori con pochissima delicatezza, sento di essere una bestia e forse di comportarmi un po’ come ha fatto Hans molti anni fa, ma questa volta per Helmut è diverso, è lui che ha preso il ritmo e che quasi si vuole impalare sul mio cazzo di marmo. “Ya, wonderbaar! Ya ya ya aanduwen! Ya ya yaaaa!” Sentirlo urlare in tedesco parole sconosciute mi attizza da morire e lascio che anche la mia libidine dia sfogo da tutti i pori. Il mio urlo liberatorio si accompagna all’esplosione del vulcano che mi sento tra le gambe e spingo ancora freneticamente fino a che anche l’ultima piccola goccia è uscita ed è andata a colmare il serbatoio del preservativo. Respirando affannosamente entrambi ci calmiamo e aspettiamo che il mio cazzo riprenda delle dimensioni normali prima di abbandonare la posizione della sodomia e lasciarci cadere sfiniti sul divano. Mi sento svuotato e al tempo stesso soddisfatto come rare volte mi è riuscito con le ragazze: ho proprio fatto una bellissima scopata. Lo sguardo di Helmut e le gocce di sudore che pervadono la sua fronte mi dicono che l’esperienza lo ha soddisfatto oltre ogni aspettativa e forse gli ha aperto, o riaperto, nuovi orizzonti di piacere. Lo accarezzo e lui mi contraccambia, per venti minuti c’ è solo spazio per la tenerezza fra di noi. Ma poi il ritmo delle carezze e la pienezza del piacere goduto lasciano il posto al desiderio di ripercorrere quel sentiero pieno di scoperte che l’avventura con Helmut mi ha fatto conoscere solo ieri mattina. Ci avviamo con i nostri strumenti verso la camera da letto e questa volta il mio amico tedesco mi fa mettere subito a carponi. La sua mano comincia a scorrere lungo il solco piena di vasellina e a percorrere tutte le pieghe che incontra. Chiudo gli occhi e lascio che le sensazioni che vengono dal mio corpo mi penetrino tutte nel cervello come stilettate di piacere: ora voglio essere posseduto e voglio donare me stesso, nel modo più profondo che conosco, a colui che mi ha regalato uno dei più begli orgasmi della mia vita. Il movimento circolare che il dito di Helmut sta facendo da qualche minuto sul mio buchino (è strano continuo a chiamarlo buchino quando in realtà ha già preso un bel cazzo dentro!) sta abbattendo le difese poste dallo sfintere. Con un misto di abilità, fermezza e dolcezza, il ditone entra dentro di me e comincia a toccare e fare proprio ogni millimetro del mio intestino. Esce dal culo, si rifornisce di vasellina e poi ritorna e ogni volta che mi separo da lui avverto come un languore da svuotamento che mi suscita sensazioni profonde. Contraggo volontariamente le budella per cogliere ogni sentore dell’oggetto estraneo che mi sta penetrando. Mi sento padrone di un potere nuovo che mai avevo immaginato di possedere e comincio a mugolare di piacere perché sento anche che il dito non mi basta, non riempie con pienezza le mie carni! Helmut avverte che sono pronto o forse anche lui non vuole più aspettare, e si avvicina alle mie spalle, punta l’uccello sul mio culo e poi . . . “vai Helmut vai!” ed Helmut mi ascolta e si fionda dentro di me.
Avverto come un colpo, il principio di uno svenimento, come se una impressione enorme e fuori controllo dominasse tutti i miei sensi. Ma poi questa ondata si calma e lascia posto alla consapevolezza della penetrazione. Con l’interno delle mie budella “ascolto” e faccio mio il cazzo di Helmut, ne colgo tutte le innervature, i cambi di consistenza e di rigidità. Lo sento arrivare con la base fino in fondo, avverto anche le palle che sbattono contro le mie chiappe, il ritmo delle mie contrazioni intestinali viene assecondato dal mio compagno ed esse si trasferiscono al suo uccello e da questo a tutto il mio corpo e fanno sbattere il mio cazzo, che è ancora moscio, contro le mie gambe. A volte il movimento procura qualche fitta di dolore perché lo scorrimento non è sincrono, ma questo non impedisce alle ondate di piacere di percorrermi il corpo a partire dal culo su su lungo la spina dorsale, lungo tutto il sistema nervoso centrale fino a scoppiarmi nel cervello. Apro gli occhi e fissando la finestra della mia camera mi ritorna dal vetro l’immagine, non molto nitida ma eloquente, di noi due che scopiamo animatamente e del mio volto che è percorso dalla luce intermittente del piacere. Quello che vedo mi arriva come una piacevolissima fitta nella mente e scatena in me il desiderio di lasciarmi possedere senza alcun ritegno. Come prima Helmut con me, adesso sono io che voglio farmi prendere dal mio compagno e voglio dargli un orgasmo memorabile, e allora spingo contro di lui sempre più velocemente, poi mi ritraggo e poi ancora lo prendo in me, sempre più forte, sempre più velocemente fino a che non urliamo tutto il nostro piacere al mondo intero “Dai sbattimi il culo dai Helmut dai daiiiiiiiiiiiiiiiii!”. Nel turbinio di sensazioni che mi assalgono capisco che è venuto riempiendo il preservativo di sborra calda. Mi fermo ansimante e scosso dalla frenesia dell’orgasmo che mi ha colpito, mentre avverto l’ansimare felice e appagato del mio compagno. Mi sento attraversare per un attimo da un folle sentimento di amore (?, !) verso di lui, ma poi capisco che quello che mi si sta abbattendo è solo la consapevolezza di un piacere mai goduto che ha avuto origine da una parte del corpo mai stimolata a far ciò prima di allora. Il cazzo di Helmut si affloscia e mi sento piacevolmente svuotare l’intestino, mentre le contrazioni del colon si calmano e i tessuti riprendono le dimensioni usuali. Ci guardiamo ed entrambi vorremmo dirci, con lingue diverse, tutto quello che abbiamo provato grazie all’altro, ma nei nostri sguardi, leggiamo con un linguaggio universale il pieno appagamento che ci siamo dati. Restiamo così per alcuni minuti e non troviamo niente di male a tenerci per mano mentre il nostro guardare si perde nel bianco del soffitto.
Poi ci parliamo perché improvvisamente non vorremmo più perderci di vista, ma Helmut mi dice che ormai sabato deve partire e gli rimangono solo due notti. “Perché non ti fermi qui queste notti?”. Rimane un po’ a pensare poi mi dice “Da domani sera vengo a dormire da te. Prima devo sistemare alcune cose con alberga perché altrimenti mia famiglia pensa male!” “E farebbe molto bene a pensare male” dico ridendo contento perché la mia idea lo ha trovato consenziente. “Ora però devo tornare. Dove essere bagno che io fare doccia?”
“Dai facciamola insieme così guadagniamo tempo!” Un sorriso malizioso increspò le labbra di Helmut “Sì guadagniamo tempo a fare la doccia e dove lo perdiamo poi tutto quel tempo?”. Fu molto bello accarezzarci sotto l’acqua che scrosciava. Mi avvicinai da dietro a Helmut e lo presi con braccia dalla vita in su ad accarezzargli i capezzolini. Li sentivo crescere e indurirsi sotto i miei titillamenti e mentre il mio corpo aderiva completamente al suo le sue braccia si inarcarono a prendermi i capelli e accarezzarmi la testa fino a che girando la sua di poco le nostre labbra non si incontrarono. Fu un bacio denso e profondo fatto a occhi chiusi da entrambi – tenevamo forse troppo spesso gli occhi chiusi quasi a voler tener lontana la consapevolezza di un atto che viene considerato “contro natura” ma che la natura ci consentiva di fare benissimo. Mi sentivo invadere da un desiderio profondo e lo stavo chiaramente manifestando con una rigogliosa erezione del mio cazzo che andava a stimolare il suo omologo. Eravamo uno di fronte all’altro, sotto lo scrosciare della doccia rilassante, e mi venne spontaneo prendere la gamba sinistra di Helmut proprio sotto l’incavo del ginocchio e tirarla in alto, in modo da scostare il suo cazzo dal percorso che il mio avrebbe fatto verso il suo culo. Lo desideravo ancora ed evidentemente anche Helmut voleva chiudere in bellezza la serata perché cercò con un movimento del bacino di favorire la penetrazione. Afferrai anche l’altra gamba e fu la mano di Helmut a guidare il mio uccello dentro il suo culo: avevo le mani completamente impegnate! Mi puntai per bene con i piedi sul bordo della doccia ma fu il mio compagno ad assecondare con movimenti del bacino la penetrazione perché io avevo una scarsa capacità di movimento. Sempre più freneticamente, compatibilmente con la situazione logistica nella doccia, Helmut si impalava sul mio cazzo e poi se ne allontanava per poi rifiondarselo dentro. La sua mano destra prese il suo uccello e cominciò a tirarsi un segone magistrale quasi a voler sottolineare il ritmo dell’inculata. Avrei voluto avere una lingua lunga cinquanta centimetri per leccargli la cappella ma già così era bellissimo. Mi resi conto che non avevo il preservativo e lo dissi a Helmut ma lui mi rispose “Pazienza! Ora tu restare qua e se mi dare brutta malattia torno e ti faccio il culo!” Allora presi coscienza che avrei sborrato direttamente nei suoi intestini e forse fu questo anche il suo pensiero perché si lanciò più freneticamente a impalarsi sulla mia mazza. Sentivo i coglioni scoppiare e con un urlo lasciai che la sborra calda inondasse il condotto del mio amico mentre la sua calda crema si spargeva sul mio torace. Respirando affannosamente ci prese la spossatezza post coitale e lentamente i nostri tessuti si ricomposero. Poi completammo la doccia e infine, con la promessa di rivederci, lo accompagnai all’albergo.
-continua-
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0
16 years ago
ettoreschi,
36
Last visit: 2 years ago
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In bagno.....
finalmente un contatto serio.....
ci siamo dati appuntamento nel parcheggio di un autogrill lungo l'autostrada.
Arrivo con un po' di anticipo, vado in bagno a rinfrescarmi e verificare la pulizia dei locali, veramente molto buona.
per l'occasione mi sono completamente depilato il cazzo e il culo, anche se dovrei assere attivo all'incontro meglio prepararsi, non si sa mai.....
indosso un bel perizoma nero a fiori e pizzo sul davanti e collant 30 denati nero, è tutto il giorno che mi cazzo si indurisce all'idea di aprire il culo di un altro maschi in perizoma.
scambio di sms in parcheggio e ci incontriamo finalmente, una stretta di mano ed entriamo uno alla volta a distanza di un paio di minuti per non dare nell'occhio.
il bagno è libero, ci infiliamo nell'ultimo bagno e chiudiamo a chiave. Via i cappotti e scendono i calzoni. Lui è in autoreggenti, per la prima volta al lavoro così preparato mi dice, e in perizoma rosa.
gli accarezzo il culo, una leccata al buchetto che da come si allarga non è nuovo a farsi aprire intanto gli accarezzo il cazzo che mi cresce in mano.
Non sono i miei 20 cm ma è un del cazzo duro, voglioso....
Lui apprezza la mia depilazione, mi mena il cazzo che si indurisce...
ho cambiato idea, voglio sentire quel bel cazzo duro aprirmi il culo...
mossa fulminea, estraggo un preservativo, lo appoggio sulla cappella e con la bocca lo srotolo lungo l'asta, da troia consumatami infili il cazzo fino in gola e lo ricopro con il condom... inizio in insistente pompino, succhiate feroci della cappella e lunghe ciucciate dell'asta fino in gola...
Anche il suo desiderio cambia, mi chiede di bagnarmi il culo che ha voglia di mettermelo.
Faccia al muro sopra il water mentre sento entrare la punta dura del cazzo... qualche secondi e spingo indietro il culo per sentirmelo tutto dentro, sentire i testicoli che sbattono sui miei....
si complimenta con il mio culo, caldo e aperto... lo incito sottovoce, è entrato qualcuno nei bagni... continua, sbattimi, dammelo tutto mentre mi dice che sono veramente una troia a farmi sbattere nei bagni...
cerco di stringerlo ma la voglia mi dilata il buco e lo sento scivolare sempre più velocemente, mi sbatte forte con il suo cazzo duro, lo sento ma lo vorrei più grosso per godere di più...
vuoi che di sborro sul culo.... certo che sì, voglio sentire il suo piacere caldo bagnarmi e dopo poco sento il suo abbondante schizzo caldo sulle mie natiche...meraviglioso.
altre persone si sono alternate nei bagni, ci puliamo scambiano qualche parola sottovoce finche fuori tutto tace....
Un saluto e via con il culo allagrato e ancora voglioso, i numeri li abbiamo e sicuramente ci rivedremo.
7
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16 years ago
cercosesso257333,
42
Last visit: 16 years ago
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Direttore
Un appuntamento a Milano con il direttore di una grossa società d’assicurazione, per comodità ho preso il treno.
Appena partito da Padova sono andato in bagno e ho indossato sotto i pantaloni, autoreggenti con reggicalze e perizoma di pizzo.
In ufficio del direttore parlando di lavoro, si alza per prendere un po’ d’acqua, ho notato che anche Lui sotto i pantaloni indossava autoreggenti con reggicalze, mi sono messo in modo che Lui notasse che anch’io indossavo intimo da donna, poi un sorriso e con la mano mi sono accarezzato la coscia, ha capito subito.
Lui: a che ora ha il treno questa sera?
Io : alle 19.
Lui: chiamo mia moglie, lei è invitato a pranzo a casa mia.
Io: va bene.
Lui: pronto cara, abbiamo un ospite a pranzo prepara un pranzetto speciale.
Abbiamo terminato le cose di lavoro e alle 12.30 eravamo a casa sua.
Presentazione, la moglie (bella donna, elegante), un’amica (un decoltè stupendo con una 5 di seno)
Due uomini con un fisico da palestra.
Grande sala da pranzo, tavola impeccabile, cibo ottimo e una cameriera che serviva in gonna alquanto corta, calze a rete e tacchi quasi a spillo.
Terminato il pranzo la cameriera in due minuti ha liberato la tavola, la moglie si alza in piedi si toglie il vestito e rimane con stivaloni alti fino a metà coscia, autoreggenti perizoma di pelle e corpetto di pelle tutto in nero.
Il direttore si spoglia ed era come avevo intuito, tutto intimo in nero reggicalze, autoreggenti e perizomi poi ha indossato dei stivaloni alti e un reggiseno.
I due uomini si spogliano a petto nudo e rimangono in perizoma, fisico balestrato.
L’amica si spoglia, fisico statuario, perfetto, indossava un corpetto borchiato in pelle nera con il seno completamente fuori, autoreggenti con pizzo altissimo e in mezzo alle gambe 24cm di piacere.
La signora mi si avvicina e inizia a spogliarmi, due minuti dopo ero in autoreggenti, perizoma e reggicalze, mi porse un paio di scarpe con tacco da 11cm che indossai con piacere.
Arriva la cameriera e fa indossare alla signora un grosso cazzo, io mi trovo straiato sopra la tavola, pancia in su, mi alza le gambe, mi sposta il perizoma e mi sento il cazzo entrarmi nel culo, mentre l’amica (trans) mi succhia il mio cazzo con avvidità, i due uomini si avvicinano uno a destra e uno a sinistra, gli prendo il mano i loro cazzi e inizio a segarli mentre loro mi strizzano i capezzoli e il direttore mi piazza il sul uccello in bocca.
Due minuti dopo mi trovo il cazzo di uno degli uomini in culo, la signora che mi succhia il cazzo, l’amica mi da l’ucello in mano che sego, l’altro uomo mi mette l’uccello in bocca e con l’altra mano sego il direttore.
Altri due minuti mi trovo il cazzo del direttore in culo, uno degli uomini mi succhia il cazzo, la signora si leva il cazzo finto, me lo da in mano, leva il persevativo, lo da alla cameriera e io glielo infilo di brutto nella figa, l’amica mi mette il sul bellissimo cazzo da 24cm in bocca fino alla gola, l’altra mano sego altro uomo.
Ancora due minuti, un’uomo mi infila il suo cazzo in culo, il direttore mi succhia il cazzo, con una mano sego l’altro uomo, la signora sale sopra il tavolo e mi mette la figa in bocca e io le infilo la lingua dentro la figa, con l’altra mano sego l’amica. Ad un tratto uno dei maschi dice che sta per godere, arriva la cameriera, le leva il persevativo e lo prende in bocca e beve tutta la sborra, poi lo gira lo mette appoggiato a 45° su una sedia e le infila un grossissimo vibratore nel culo, molto lungo con il vibra al massimo.
Arriva il momento dell’amica (trans) e lentamente mi infila la sua mazza, con mio piacere, tutta nel mio culo ormai ben dilatato, l’altro uomo grida che sta per sborrare, arriva la cameriera le prende in bocca il cazzo e beve tutta la sborra e poi come l’altro lo gira lo mette a 45° su un’altra sedia difronte all’altro con un grossissimo vibratore nel culo sempre con il vibra al massimo e iniziano a bacciarsi in bocca. La signora sale sopra la tavola e si infila il mio cazzo in culo mentre il direttore mi mette il cazzo in bocca, dopo un po’ sempre succhiando il cazzo del direttore dico che sto per godere (sono riuscito s trattenermi fino alla fine perche la sera prima ho scopato mia moglie), la signora si leva il cazzo dal culo, leva il persevativo che da alla cameriera e inizia a succhiarmelo mostrandomi la sua bella figa mentre io continuavo a succhiare il cazzo al direttore e anche lui diceva che stava per sborrare e cosi pure l’amica (trans), arriva la cameriera e inizia aleccare la figa e il culo della signora. Inizio a sborrare in bocca della signora mentre la sborra del direttore mi entra in bocca, l’amica (trans) urla che mi sta sborrando in culo e la signora urla che sta godendo mentre la cameriera le succhiava la figa, i due uomini si erano straiati a terra facendo un bellissimo 69 con i due vibratori nel culo.
Mi sono alzato dalla tavola un po stordito ma molto contento della della goduta fatta, solo ora ho notato la cameriera, era una famosa donna di spettacolo che sicuramente moltissimi italiani avvrano fatto qualche pensierino erotico.
Di colpo il campanello della porta ha suonato ci siamo guardati tutti sorpresi, era la sveglia che mi avvertiva che dovevo alzarmi per andare a Milano all’appuntamento con il direttore di una grossa compagnia di assicurazione.
Mario
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16 years ago
lorena50,
55
Last visit: 16 years ago
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Moglie fuori...
Salve a tutti, rieccomi qua a raccontarvi un'altra storiella...
Oggi ho ricevuto un sms da parte di un amico che non vedevo da un po' (quello del primo racconto). Nel messaggio mi avvisava che sua moglie era fuori e che lui avrebbe avuto la serata libera. Detto, FATTO!
Subito ci si organizza per trascorrere al meglio la serata...
Quindi, scelta la lingerie da indossare per l'occasione attendo l'arrivo del mio amico e del suo bel cazzo... Arriva che mi trova già "in tiro" e nemmeno lo saluto che gli prendo già il cazzo in bocca... ci mettiamo più comodi e continuo con la bocca... mi mancava il sapore del suo cazzo... appena lo sento ben duro ed eccitato mi posiziono nella più classica della posizione per prenderla in culo: la pecorina. la mia preferita!!! finalmente un bel cazzo in culo! sostanza, durezza e prestazioni... ha tutto, non manca nulla... ed io sono felice di sentirmelo tutto dentro, sentirlo stantuffare nel mio buco!!! mi scopa fino a farmi bruciare il culo.... non ce la faccio più. continuo con la bocca... e finalmente... una bella colata di sborra dritta in gola! adoro la sborra del mio amico. non ne lascio cadere una sola goccia... e se dovesse accadere la leccherei dal pavimento... mi piace fare la troia per lui... così come piace anche a lui avere una puttana che chiede solo sesso, niente carezze o sdolcinati atteggiamenti..... spero di rivederlo presto...e troieggiare ancora con lui... e magari mi porta un amico.... chi lo può mai sapere?
13
0
16 years ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago -
Una sera inaspettata (completo)
Finalmente mi sono deciso a completare questo racconto:
Usciamo nella stessa compagnia da anni, abbiamo un rapporto d'amicizia stretto e molto bello, quasi raro.
Io con lei e il suo ragazzo svolgiamo un'attività assieme e molto spesso capita che ci troviamo a casa di uno dei tre per discutere di cose di lavoro.
Due mesi fa ci troviamo a casa mia io e Elena (nome sostituto). Marco (nome sostituto) il suo ragazzo, non poteva venire. Capitava ogni tanto...
Lei era bellissima come sempre. Capelli mossi, lasciati asciugare al naturale, magliettina rossa che risaltava la sua abbronzatura con una scollatura che metteva in mostra la sua sempre provocante quarta misura e quei jeans con il largo buco sopra la tasca sinistra posteriore che faceva intravedere quel suo perizoma rosso come la magliettina....
Ero sempre stato "indifferente" a lei proprio per la bellissima amicizia che ci legava, ma quella sera non so cosa c'era nell'aria. Le solite battute, i soliti sorrisi risultavano diversi.
Abbiamo lavorato tutta la sera, erano ormai le 23:00 e non avevamo ancora finito. Elena mi chiede di andare in bagno.
Poco dopo sento la porta del bagno che si apre ed Elena che mi chiama. Mi fa notare che era finita la carta igienica (dimenticanza da uomo)...
Le spiego a voce senza entrare dov'è, ma lei mi replica dicendomi che non ce la fa a prenderla senza alzarsi e mi dice di entrare a prendergliela. Io inizialmente pensavo scherzasse, ma inizia a chiedermelo più volte dicendomi di non farmi problemi.
Non resisto, entro...Lei è lì seduta con le gambe semidivaricate. inevitabilmente i miei occhi cadono lì nel suo piacere così definito, così curato...alzo subito lo sguardo facendo finta di niente, e lei mi sorride senza dire nulla. Le do il rotolo ed esco...
Dopo un minuto Elena esce dal bagno e mi raggiunge in sala dove stavamo lavorando. Io ero in piedi, non sapevo che dire e lei mi si avvicina sempre di più.
mi arriva a pochi centimetri. sussurrando e sorridendo mi dice che adesso toccava a lei guardare... io sorrido, pensavo scherzasse
ma le sue mani stavano già sbottonando i miei jeans....
ad un certo punto lei inizia ad abbassarsi lentamente e con lei i miei jeans assieme allo slip. Il mio cazzo era già duro come non mai
lei lo guarda da pochissimi centimetri con occhi da affamata, e alza lo sguardo quasi come per dirmi "credi che non lo farei?" io le sorrido..."vai è tutto tuo...." penso dentro di me!!
lei lo riguarda, io socchiudo gli occhi e sento il suo fiato sempre più vicino fino a sentire il calore delle sue labbra sfiorarmi. lo sfiora dal basso verso l'alto fino ad arrivare alla mia cappella....ero eccitato come non mai. lo prende in bocca e mi fa un pompino con talmente tanta dolcezza che le sono venuto in bocca in maniera spropositata. non fece cadere una goccia....
ma non era soddisfatta
mi prende e mi spinge nel divano alle mie spalle e mi spoglia completamente...lei era ancora vestita in piedi davanti a me. la afferro per i fianchi e la tiro verso me. mi intrufolo con la lingua nella scollatura della sua magliettina, ma non so resistere molto e glie la tolgo.
In un batter d'occhio era lì, davanti a me, con addosso solo quel suo perizomino rosso che prima intravedevo nel buco dei jeans...quello volevo sfilarglielo con la bocca......
La prendo per i fianchi e la distendo sul divano. Parto con un gioco tra baci e lingua dal suo collo passando per tutto il suo corpo fino ai piedi…tornando verso l’alto mi soffermo sul quel perizomino rosso…era giunta l’ora di levarlo con la bocca! Lo addento e sento quella sua dolce pelle già bagnata sulle mie labbra…a quella splendida sensazione reagisco d’istinto e glie lo sfilo con una tale foga che per poco glie lo strappavo di dosso!
Ero ai suoi piedi con in bocca quell’intimo con quel profumo che avevo appena assaporato in tutto il suo corpo…stupendo…lascio la presa e incomincio a sfiorarla con le mie labbra dai piedi salendo per la sua gamba destra…mi stavo avvicinando sempre di più a quel piacere così definito e curato che avevo visto prima in bagno.
Era già umida di piacere, così inizio a sfiorarla, le mie labbra contro le sue…lei inizia a contorcersi, la stavo facendo impazzire…inizio ad esplorarla con la lingua, aveva un sapore divino…senza accorgermene ero con tutta la lingua dentro e con la punta del naso le stimolavo il clitoride…non volevo più staccarmi, sarei rimasto lì per ore…
La sento ansimare sempre di più finché sento le sue mani sulla mia testa che mi premono verso lei…ero bloccato sul suo piacere, ma non mi interessava, anzi…era fantastico…
Sento il suo clitoride appoggiato sul mio naso che inizia a pulsare, quindi alzo la testa e mi porto sopra di lei e in un momento mi trovo dentro di lei…era bellissimo, sembrava che sapessimo entrambi quello che voleva l’altro…
Dopo un po’ raggiungo anch’io l’orgasmo e le riempio quel suo piacere del mio caldo seme…ero stremato, ma la serata non era finita….
Rimaniamo una mezz’oretta distesi sul divano senza parlare scambiandoci ogni tanto dei sorrisi di soddisfazione…ad un certo punto mi si avvicina e mi sussurra: “cosa dici, concludiamo questa bella seratina?”
Neanche il tempo di chiedermi come voleva concluderla, che si mette a pecorina…non me lo feci chiedere due volte, così mi fiondo a leccarle quel suo buchino stretto ed incomincio a bagnarlo con la saliva iniziando ad inserire prima una poi due dita…era pronta…entro con calma, ma con facilità arrivo fino in fondo. La penetrai fino a riempirle anche questo buco del mio caldo seme….quando sono venuto, ancora dentro di lei, mi appoggiai soddisfatto sulla sua schiena…eravamo davvero allo stremo delle forze…
alla fine ci siamo ripromessi che quella sera doveva rimanere unica (e lo è stato sotto tutti gli aspetti).
Non ho più fatto del sano SESSO come quella sera…
Incredibile, ma le cose sono tornate subito come prima di quella sera, anzi forse l'amicizia tra tutti noi è ancora più bella....certo che rimmarrà nei nostri ricordi come una serata indimenticabile!
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago -
Montata insieme alla trans
Ciao questo è un fatto accaduto il 20 febbraio…..mi sono recata a casa di un amica trans che ogni tanto mi scopa …..ero in sandali rossi perizoma e top di rete larga autoreggenti microfibra con lacci laterali insomma come mi vedete nella foto di presentazione (che ho scattato prima di uscire di casa).
Lei si è molto eccitata e mi ha anche messo una parrucca e truccata ero una vera bomba del sesso dopo aver ballato abbracciate in ligerie davanti allo specchio mi ha inculata con violenza e dopo avermi allargata a dovere a preso un grosso dildo e mi ha forzata ad uno smorza candela veramente da sfondamento.
La cosa tuttavia non è finita li ….lei mi ha proposto per la serata di incontrare, insieme un suo cliente al quale piacciono sorprese del genere.
Figuratevi che la cosa ha avuto un ottima coincidenza visto che io ero a cena da colleghi con il mio principale e quindi giustificato (con la consorte). La cena l’ho trascorsa impazzendo dal desiderio, infatti sotto gli abiti da perfetto funzionario d’azienda indossavo intimo da vera battona e in macchina mi attendevano un paio di sandali in pelle rossa tacco 11.
Verso le 10 sono riuscita a sganciarmi una decina di minuti d’auto parcheggio sotto casa della mia amica (ormai avrete capito una professionista) mi spoglio delle mie vesti maschili indosso i sandali ed, eccitatissima attraverso la strada ticchettando sui miei trampoli rossi con il cuore che batte all’impazzata per il rischio di essere vista da qualcuno. Suono il campanello e dopo alcuni secondi di interminabile attesa ecco che la porta si apre, lei malgrado i suoi tacchi è più bassa di me è in stivali guepiere biondissima con 20 cm di cazzo fuori……l’amico è di la io entro e muovendomi flessuosa indossando una parrucca rossa e riccia (che mi ha dato lei) mi metto a danzare in maniera sensuale davnti al letto mentre lei spompina il maschio di turno che mi osserva eccitatissimo.
Io sono già sfondata dal pomeriggio di sesso ma è lui che paga e lui deve godere ….io osservo la monta della mia amica poi entrambi decidono di riempire di cazzo il loro giocattolo (io) ed entrambi si alternano nel culo uno dopo l’altra anche in bocca senza mai lasciarmi vuota…..io li imploro di sfondarmi tentano anche di infilarmi due cazzi assieme ma il dolore è fortissimo e non resisto. La cosa dura una mezzora poi riprendono a scopare fra loro io rimango li a fianco nel letto montata e sfondata ma ancora vogliosa lui viene fra le carni della mia compagna di giochi e lei vuole la mia bocca per soddisfare il suo palo duro….mi sale a cavallo e letteralmente mi scopa fra le labbra ….poi mi gira e mi sborra addosso sulla schiena dopo essersi tolta il preservativo…….
La cosa non è finita li per tornare in auto l’unica soluzione era uscire di nuovo vestita da puttana …questa volta montata per bene…..lo’ho fatto anche grondante di sborra è stata la cosa più eccitante della serata. Per fortuna ho potuto accedere nell’ufficio risistemarmi prima di tornare a casa.
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago -
Difficile....complicato....quasi....impossibile!!!
Difficile…………….Complicato………………….Quasi ……..Impossibile!!!!!!!!!!!!!!
“Il Tenace Supera Sempre l’Ostacolo”
E’ da tempo che non racconto i miei Momenti di Gioco e ciò è dovuto esclusivamente al ritmo incalzante del mio lavoro, poiché ringraziando il Dio Eros i Momenti di Gioco sono nella giusta misura e sovente sono di alta qualità!
Ad essere sincero non è facile raccontarVi quale di questi momenti di gioco, mi ha maggiormente intrigato al punto di raccontarvelo, poiché sono stati molteplici, ma in modo sereno posso dirVi che nel corso dell’anno 2006 ho conosciuto un buon numero di Coppie tra queste due mi hanno colpito in modo particolare, come mai ….. Vi chiederete??
Sicuramente per la loro Freschezza, quasi trentenni e per la loro Determinazione nel Vivere questi Giochi Trasgressivi ed il loro comune desiderio di “Condividere e Scambiare il proprio Lui con un’altra Lei”.
Maggio 2006 è stato il mese in cui ho conosciuto S. ed A. (Lui simpatico e simile a Beckam, Lei è Fresca, Dolce e Sensuale), con loro trascorsi una Intrigante serata c/o il mio ufficio (vecchio), nel corso della quale più volte lo champagne scese lungo il longilineo corpo della Bella prima di essere bevuto da me e dal suo S.
Credetemi bere quella fresca bevanda era l’unico time out che A. ci concedeva.
Dopo quella sera ci siamo rivisti nell’Aprile del 2007, quasi un anno dopo, come mai Vi chiederete …….., bà perché questo per Noi è un Gioco, il quale per concretizzarsi necessita di atmosfera e componenti speciali (Complicità, Intrigo, Malizia e Tempo), ma ad onor del vero diverse volte ci eravamo sentiti al telefono …. specialmente di sera…., come mai Vi chiederete??? Abbiate un po’ di pazienza e leggete il racconto e la Vs. curiosità verrà appagata.
Come Vi raccontavo da Maggio 2006 ad Aprile 2007 non li avevo più rivisti e sicuramente non perché fossi entrato in un ordine monastico, in quanto nel frattempo continuavo i miei Giochi Trasgressivi con Coppie di Amici consolidati e Nuovi ed è proprio con una Coppia appena conosciuta che nel Settembre 2006, avvenne quanto di seguito.
Come spesso avviene venni contattato da questa Coppia tramite mail e dopo il doveroso scambio di mail e foto facemmo reciproca conoscenza in cam su msn e mi reputarono in grado di poter Giocare con loro per una sera in “Car-Parcking Sex” a Bari.
L’appuntamento lo fissammo per le ore 22,00 di un lunedì di fine mese in un luogo da loro scelto al fine di mettere a proprio agio Lei.
I giorni precedenti all’incontro trascorrevano i modo lento, ma inesorabilmente giunse il fatidico Lunedì le mie perplessità erano molteplici (il luogo dell’incontro, non mi ispirava sicurezza e trasgressione, la coppia troppo bella per essere vera e sana “non mercenaria”, ecc), quindi titubante giunsi sul luogo dell’incontro con circa 15 minuti di ritardo, pensando e ripensando che si sarebbe trattato della “Classica Bufala”, invece ……, dopo la curva che ostruiva la visibilità del piazzale che si estendeva in campagna, sotto gli alberi di ulivo come da indicazioni era parcheggiata la loro auto …..l’adrenalina iniziò ad aumentare ed il mio pessimismo alzò felicemente bandiera bianca.
Parcheggiai la mia auto ad adeguata distanza e dopo un doveroso ed opportuno studio della situazione demmo inizio ad un Intrigante Gioco di Esibizionismo Reciproco.
Ricordo come se fosse oggi quando notai lo Splendido Corpo di V. (un Corpo Tonico, Scolpito, con un fondoschiena Super che richiamava alla memoria quello di A. “Piccolo Particolare”), ben presto il Ns. Esibizionismo divenne maggiormente audace, in quanto avevo aperto lo sportello e liberatomi dai pantaloni mi ero seduto sul mio sedile, ma con le gambe posate fuori sulla nuda terra, mi masturbavo lentamente sotto i loro occhi.
Dopo un po’ Lui L. un ragazzo che oltre ad essere bello ed audace si è rivelato essere munito di notevole intelligenza (dote che spesso manca in questo gioco), mi invitò ad avvicinarmi alla loro auto.
Tipo Canguro, con un balzo arrivai d’avanti allo sportello del lato passeggero della loro auto e …….. V. appariva ai miei occhi ancora più bella di come l’avevo giudicata in precedenza, i Ns. sguardi, i Ns. respiri trasmettevano il reciproco desiderio di Giocare.., di andare Oltre i limiti iniziali …….. e così V. fissandomi negli occhi e sorridendo aprì il loro sportello e con le sue curatissime e delicate mani iniziò ad accarezzare il mio Trugido e Desideroso Pene!!
I miei occhi incrociavano spesso quelli di L. in attesa che giungesse l’autorizzazione per toccare il corpo di V, era una Situazione Molto Maliziosa ed Intrigante.
V. mi guardava mentre mi masturbava, Io guardavo L. e questi guardava V. compiaciuto del Gioco, ma questo Gioco di complicità di sguardi ebbe l’epilogo quando L. disse a V.
“Amore spostati più in là che facciamo accomodare in auto S. (io), in tal modo puoi donarli le cure della tua bocca e nel contempo S. può vedere e se vuole, assaporare i tuoi abbondanti umori.
Insomma L. Elegantemente ed Intelligentemente ci invitava (Me e la Sua V.) ad un bel 69.
Prontamente Lei accolse il suggerimento e mi fece accomodare, il gioco ebbe in breve l’epilogo in quanto V. raggiunse l’orgasmo a motivo dei miei sapienti e decisi colpi di lingua, vedendo ciò L. invitò V. a cambiare posizione, ponendosi a pi greco mezzi (90°), in modo da poter essere penetrare da Lui e contemporaneamente mi ridonava le cure della sua bocca, impiegammo del tempo per raggiungere l’orgasmo, ma quando lo facemmo inondammo il seno di V.!
Dopo quella prima sera ci vedemmo con loro altre volte prima delle festività natalizie del 2006, sempre per Giochi in Car-Parcking Sex e l’iniziale Gioco di reciproco Esibizionismo cedette il posto a Giochi Trasgressivi più Audaci che vedevano L. e Me prendere V. contemporaneamente al fine di farle raggiungere Orgasmi Fantastici e Superiori a quelli precedenti, V. comunque non era passiva, ma ci regalava Giochi Erotici, Eleganti ed al Limite della Sopportazione Maschile …. Come mai Vi chiederete???
Alla Splendida creatura piaceva Molto Provocarci… ed una sera venne con un Tecnologico vibratore in metallo e si mise a giocare con movimenti lenti lungo i seni le labbra e poi mentre si penetrava in figa, emetteva dei gridolini e si mordicchiava le labbra, intenta a far ciò mi chiese se conoscessi una Coppia possibilmente del loro stesso Livello (età ed aspetto Fisico-Intellettuale).
A tale domanda risposi affermativamente e Lei riprese il Gioco del Vibratore mostrando un languido sorriso sul volto divenne maggiormente più incisiva nei suoi movimenti, a tale visione non resistevo più, volevo prenderla e sbatterla con tutta l’energia che avevo in corpo …., ma per mia fortuna sono molto riflessivo e presi il telefono e di spontanea iniziativa chiamai S. ed A. (la Coppia che avevo conosciuto nel Maggio 2006, di cui sopra), dopo qualche squillo, mi rispose A.
Con la sua vocina molto sexy A. mi salutò e dopo i doverosi convenevoli, le spiegai in quale situazione Trasgressiva fossi, pertanto le dissi che di lì a breve le avrei passato una Lei al telefono.
La risposta di A. fù OK, passamela!!!
Pertanto diedi il mio telefono a V. e le due ragazze iniziarono la conversazione.
Lo spirito di iniziativa è una caratteristica presente nel mio DNA, pertanto presi il vibratore dalle mani di V. ed inizia a masturbarla e memore del primo incontro, nel contempo leccavo il clitoride con colpi lenti e decisi.
V. fece diventare la telefonata un commento Minuto per Minuto del Ns. Gioco Trasgressivo e non riuscendo più a controllarsi passò il telefono a L. il quale dopo essersi presentato attivò il viva voce del telefono in modo da far partecipare acusticamente e oralmente Tutti (Noi “V. ed Io” e Loro “S. ed A.”) a questo Gioco, la situazione era notevolmente Intrigante e Maliziosa, poiché A. tramite telefono mi invitava a muovere il vibratore in profondità nella figa di V. e di leccarle il clitoride con maggiore decisione.
A ciò V. rispondeva, dicendo che la stavo leccando in modo Fantastico e di lì a breve stava per raggiungere l’orgasmo (cosa che fece in modo Violento ed Abbondante).
Appena gli animi si calmarono V. ringraziò A. per la sua disponibilità nel Gioco e diede la loro disponibilità per un drink conoscitivo.
In altre occassionii ho incontrato L. e V. ed S. e A. nel corso del 2007, ma ahimè sempre separatamente, poiché i reciproci impegni ci impedivano di concretizzare il drink promesso.
Ormai avevamo quasi perso la speranza di Incontrarci e di Vivere una Magnifica Serata di Gioco Trasgressivo e di Far Superare alle Due Lei la Barriera della Gelosia Femminile Nel Gioco circa la Condivisione del Proprio Lui!!!!
Ma oltre ad essere Intraprendente sono anche Molto Tenace e solo “Il Tenace Supera Gli Ostacoli”!!!
Non mollavo, settimanalmente sentivo (telefonicamente) se non gli incontravo (su msn)
e così finalmente una Sera del Giugno 2007 siamo riusciti ad incontrarci e credetemi vedere A. e S. con V. e L. contemporaneamente è stato un bel vedere, il Gioco è avvenuto c/o la sede del mio nuovo ufficio (era ancora verginello !!! Chi ? L’Ufficio ovviamente).
I quattro Amici hanno detto che è stata una Magnifica Serata, Organizzata da un Abile Anfitrione come Me (loro testuali parole).
Con Dolcezza e Naturalezza sono riuscito a Coinvolgere le Due LEI, facendole diventare Complici e credetemi l’Apice del Gioco è stato Raggiunto quando in virtù di questa Complicità le Due Ragazze hanno Condiviso i Loro Partner.
Non mi dilungo su i particolari dell’incontro, Vi posso Assicurare che le Due Splendide Ragazze Si Sono Donate Con Reciproca Eleganza, Complicità e Malizia, riuscendo a Regalarci UNA MAGICA ED INTRIGANTE SERA TRASGRESSIVA.
Vi lascio con la promessa di rivederci presto in questa rubrica per raccontarVi di un’altra Splendida Avventura vissuta in compagnia del mio Amico F. con una Bella e Maliziosa Coppia sul Litorale tarantino lo scorso fine Agosto 2007!!!
Vi ringrazio del tempo che avete dedicato alla lettura del mio racconto e Vi lascio con un Piccolo Consiglio:
Per le Coppie “I SINGOLI, NON SONO TUTTI UGUALI, E’ VERO CHE L’ERBA DANNOSA MERITA D’ ESSERE ESTIRPATA E BRUCIATA, MA TRA NOI SINGOLI ESISTONO I DISCRETI, I RISERVATI, COLORO CHE MERITANO DI CONDIVIDERE I Vs. GIOCHI, E QUESTI ULTIMI SONO COME I FIORI, LE PIANTE O GLI ALBERI CHE RENDONO BELLI E PROFUMATI I PRATI”;
Per i Singoli “PER TUTELARE LA CREDIBILITA’ DELLA Ns. CATEGORIA, PROPONIAMOCI CON ELEGANZA ED INTELLIGENZA (BASTA CON QUESTE FOTO DA MACELLERIA NEGLI ANNUNCI), NON INSERITE FOTO RUBATE SU INTERNET O PEGGIO DI ALTRI SINGOLI, NON SIATE INVADENTI (SE NON RIENTRATE NELLE FANTASIE O NEL GRADIMENTO DI UNA COPPIA, NON PERSEGUITATE LE PERSONE) E SOPRTATUTTO SEGNALATE AI RESPONSABILI DEI PORTALI DI ANNUNCI GLI INDIVIDUI CHE ROVINANO LA Ns. CATEGORIA
(LO SAPPIAMO ….. LI CONOSCIAMO ……, POICHE’ LE COPPIE CHE INCONTRIAMO SPESSO SPAVENTATI RACCONTANO GLI EPISODI)!!!
BUONI GIOCHINI A TUTTI!!!!!!!!!!!!!!!!!
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16 years ago
admin, 75
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Trasgressione
Premesso che:
amo infinitamente mia moglie ma che però, per quanto riguarda il sesso la pensiamo in modo molto diverso, non mi pongo problemi se mi capita di farlo con altre persone, e per lo spirito con cui lo faccio non provo alcun tipo di rimorso
Circa dieci anni fa' abbiamo trascorso le vacanze estive in calabria e come sempre era venuta con noi una cara amica di famiglia che chiamerò D (single).
Io pratico molto sport e così anche D, a differenza di mia moglie che invece non gliene può fregar di meno, per cui tutte le mattine verso le 7 io e D uscivamo per un'oretta di corsa
Il percorso, molto bello, attravrsava una pineta fino a sbucare sulla spiaggia, ed a quell'ora era praticamente deserto. Io e D (amica d'infanzia di mia moglie) corriamo assieme da anni, partecipando anche a manifestazioni sportive importanti, ed in compagnia di altri amici ci alleniamo spesso assieme.
Ma torniamo alle vacanze. Correndo si è soliti chiacchierare e con D ho sempre avuto molta confidenza per cui non mi sono mai posto problemi anche a schezare in modo pesante, lei è una donna brillante (mia coetanea) e spiritosa ed abituata a stare in mezzo a noi uomini ed è sempre stata al gioco. Inoltre, avendo avuto molti uomini, è bello farsi raccontare, scherzando, delle sue esperienze. Una mattina eravamo come al solito soli in pineta ed io la stuzzicavo chiedendole di tutti gli uomini che aveva avuto chi aveva il cazzo più grosso e chi l'aveva fatta godere di più, lei ridendo mi rispondeva che erano cazzi suoi e che non poteva dirmelo perchè li conoscevo anch'io, io per provocarla le dicevo che se voleva le facevo vedere e toccare il mio così da poter fare dei paragoni (non lo avrei mai fatto ma lo scherzo è scherzo e a parole ci stà tutto). Il discorso è andato avanti così per un po', fino a che ci siamo fermati per una piccola sosta a fare stratching, io, forse per i discorsi fatti, ero un po' eccitato e, coperto dalla canottiera, avevo il cazzo duro che puntava nei pantaloncini, quando, alzandomi da un piegamento, mi sono trovato davanti a lei che mi guardava fisso proprio lì, la canotta si era sollevata e mostrava chiaramente l'eccitazione, un po' imbarazzato ho tentato di ricompormi ma D non me ne ha dato il tempo, mi ha appoggiato una mano sui pantaloncini e sorridendomi silenziosa a cominciato ad accarezzarmelo, ce l'avevo durissimo, ed ero paralizzato e confuso da quello che stava succedendo. D ha infilato una mano e me lo ha tirato fuori menandomelo un po' poi si abbassata e me lo ha preso in bocca succhiandolo con l'abilità di una pornostar, a quel punto non mi bastava più un pompino e allora l'ho girata facendola appoggiare ad un albero e me la sono scopata alla pecorina. Mentre scopavo mi ha detto di avvisarla quando stavo per venire e così ho fatto, come gliel'ho detto si è sfilata il cazzo dalla figa e me lo ha ripreso in bocca bevendo ed ingoiando la mia abbondante sborrata, ci siamo ricomposti ed abbiamo ultimato (un po' barcollando) l'allenamento.
Da quel giorno abbiamo cominciato a vedreci regolarmente in un motel dove ho potuto constatare quanto fosse troia. le piaceva da matti quando la inculavo e ha voluto farmi provare quel piacere anche a me usando un bel strap-on. Non vi nascondo che la cosa mi è piaciuta e l'abbiamo rifatta più volte Abbiamo avuto anche un'esperienza con un'altra coppia dove io mi sono scopato la moglie di uno mentre lui scopava D, l'abbiamo anche presa in due lui in figa ed io in bocca. Purtroppo, anche se abbiamo fatto sesso, quest'esperienza non ci è piaciuta (quei due erano un po' troppo assatanati e ci è sembrato tutto un po' troppo meccanico) ed abbiamo lasciato perdere. Meglio l'esperienza in tre con un'altra donna avuta successivamente ma questa è un'altra storia, Dopo circa tre anni di queste frequentazioni la cosa è finita, lei si è fidanzata, ma siamo rimasti amici e con la media di una volta all'anno ci vediamo ancora per una bella scopata al motel.
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16 years ago
chinotto,
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L\\\'effetto farfalla
Sapete cos'è l'effetto farfalla? È un postulato matematico della teoria del caos. Una farfalla sbatte le ali in Cina e per una serie di effetti a catena improbabili, ma possibili, si scatena una tempesta in America.
Era un venerdì pomeriggio quando lei decise di incontrarlo. "Si, ma portami in un posto tranquillo, non voglio correre il rischio che ci vedano" gli disse. Lui la portò a casa sua. Era una villetta lontana da sguardi indiscreti. Appena entrò lei avvertì subito che non abitava lì, più dalla temperatura inclemente che dal disordine che regnava. Lui la condusse subito in una stanza da letto, l'unica calda, qui c'era il suo computer, lo stesso che li aveva fatti conoscere. Si sedettero sul letto e si guardarono qualche istante. Cercarono di vincere l’imbarazzo reciproco con frasi quasi scontate, forse banali ma non ci riuscirono gran che. L’atmosfera si stava facendo pesante ma più parlavano più i loro corpi si avvicinavano. Non credeva a cosa stava facendo, lui le si avvicinò e le dette un piccolo bacio sul collo. “Perché non ti allontani, stupida” pensava lei, ma non ci riusciva. L’unica cosa che le uscì dalla bocca fu un sospiro. Lui allora cercò di vincere la sua timidezza e con le labbra tentò di avvicinarsi alla bocca di lei. Sapevano entrambe cosa stava accadendo ma nessuno aveva la forza di ritrarsi. Piano, piano incontrò le sue labbra, dapprima le baciò l’angolo della bocca, poi posò con decisione le sue labbra sulle quelle di lei. Non si staccarono, finche anche le loro lingue, calde e desiderose non si unirono. Fu un bacio profondo e bellissimo. Lui allora, che aveva la sua mano sul viso di lei, cominciò a farla scendere giù per il collo, ultimo avamposto tra mente e cuore, scese fino a sfiorare con timidezza il seno di lei, esitò per un istante…poi riprese, la accarezzò ancora e scese, adesso con più audacia, lungo i fianchi. “di che forme meravigliose è fatto il vento” pensò. Sentì il corpo di lei vibrare e un sospiro le uscì dalla bocca, ormai impegnata a far conoscere profondamente le loro lingue. “Ma cosa ci faccio qui?” pensò lei.
Lei in quello stesso istante si rese conto di non voler essere da nessun altra parte. Lui le accarezzò i fianchi ma la mano, audace non si fermò. Si spostò cercando di sentire il sesso di lei. Le sue gambe vibrarono un po’, ebbe un sussulto, ma non oppose resistenza, e cominciò anche lei con una mano a scoprire il corpo di lui. Sentiva le spalle, piene di vigore, scorrere sotto la sua mano, le sue natiche, dure come il marmo. Ormai erano persi in essi. Piano le sbottonò i tre bottoni del giacchino che indossava e subito le scoprì i seni, meravigliosi, che non poteva far altro che assaggiare. Dopo averli sentiti sotto le proprie mani lui le sfiorò i capezzoli con la lingua, avida come se quello fosse l’ultimo pasto di un condannato. Forse lo era per davvero.
Si accorse, mentre con la mano esplorava il sesso di lei, che il suo corpo si muoveva quasi a cercare un ritmo con la sua mano. Lei che ormai lo amava e lo odiava insieme, fece cadere la sua mano sul suo pene. Lo sentì gemere, e continuò a toccarlo, come se fosse la prima volta che lo faceva, come una adolescente alla sua prima esperienza. Lei allora cominciò ad accarezzare la sua testa mentre egli le baciava i seni, poi cominciò a baciarle l’addome che si muoveva svelto a causa del respiro accelerato. Scese di botto e le baciò il sesso, esplorò con la lingua ogni anfratto di quel bene supremo e si inebriò assaggiando il nettare di lei. Lei con avidità si girò di scatto e lo mise supino, voleva comandare adesso. Gli sbottono la patta dei pantaloni e glie li sfilò. Scoprì quel corpo, giovane e glabro e si chinò su di lui. Fece le stesse cose che attimi prima le aveva fatto lui, baciandolo sull’addome e scendendo con le labbra fino al suo pene. Prima lo baciò piano attraverso i boxer, poi con avidità gli abbassò anche quelli e assaporò tutto ciò che in quel momento voleva. Si, lo amava, lo desiderava e la sua vagina adesso fremeva, non desiderava altro che averlo dentro di se. Si alzò e si mise a cavalcioni su di lui. I loro corpi fremevano, volevano esplodere ma cercarono, senza dirlo mai, di far durare tutto il più a lungo possibile, consapevoli che quello che stava accadendo, forse non sarebbe successo mai più. Ma non sembrò mai abbastanza, i loro corpi avevano ormai preso il controllo ed il piacere di lei esplose en un gemito lungo e sottile. Lui non riuscì allora più a trattenersi e gemette, inondando lei del suo piacere proibito. Rimasero così in silenzio a fissarsi, abbracciati, estenuati e avvinti, maledicendo il primo messaggio che si si erano scambiati. “Non si sarebbero più rivisti”, questo fu il loro pensiero.
Ma la farfalla, aveva già sbattuto le ali.
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16 years ago
admin, 75
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Un sogno dedicato a te ..dolcezza
Ho immaginato di incontrarti in un caffe', ho una gonna un po' corta..autoreggenti nere..velatissime..come ami tu..I nostri occhi si incrociano vogliosi, ci sediamo ad un tavolo abbastanza appartato.Dopo aver ordinato ti avvicini a me,mi accarezzi i capelli e mi sussurri nell'orecchio un tuo desiderio.
..mi chiedi di alzarmi e di andare in bagno, di sfilarmi il mio tanga nero, e di consegnartelo al mio ritorno al tavolo.
C'è uno stato di eccitazione di entrambi che i nostri sessi sono gia' umidi di desiderio.
Sono al tavolo con te e indosso solo quella gonna,mentre le mie mutandine le conservi gelosamente nella tasca della tua giacca.
Cominci a stuzzicarmi e con la tua mano accarezzi prima il mio ginocchio,la coscia e poi sempre piu' su, il tutto di nascosto dai presenti, il tutto furtivamente.
la tua mano sale vorrebbe violare il mio intimo, mentre io cerchi di mantenere un comportamento del tutto naturale, lei impavida sale, cerca, abusa si introduce.Puoi sentire il mio sesso sempre piu' bagnato e voglioso, prendi la mia mano e l'accompagni sul tuo per farti sentire quanto tu sia eccitato..
Vorresti scoppiare ma cerchi di trattenerti.....
All'improvviso ci ritroviamo in una stanza tutti soli, la passione prende il soppravvento.
La mia bocca passa ogni centimetro del tuo corpo, prima il tuo collo, il lobo del tuo orecchio, poi sempre piu giu' fino al torace......I miei seni , i miei capezzoli duri come la pietra.li succhi fino a farmi impazzire, la tua lingua passa vorace all'interno dei miei seni, ma anche all'esterno dove la zona è molto sensibile.
Scendi sempre di piu'..verso il mio ombelico, la lingua entra ed esce da esso, allarghi delicatamente con le mie mani le mie cosce per poter scendere ancora.
Il mio pube, l'angolo delle mie cosce, le mie gambe, sempre piu' giu', i miei piedi, ....................
IL mio SESSO........
Sono bagnata come una fontana, la tua bocca non riesce a staccarsi da lei, lecchi con voglia le mie labbra, le grandi.....le piccole, le succhi.le maltratti dolcemente, penetri con la tua lingua all'interno sempre di piu' facendo piccoli vortici che si allargano sempre di piu'.Vorresti farni venire gia' cosi'.....t bacio dappertutto..ti lecco dappertutto....scendo sempre piu' giu..sento il sapore della tua pelle..le mie mani dapperutto..ti esplorano..e la mia lingua scende..scende..sul tuo sesso..sulle tue natiche..dietro..ti lecco ancora..come ami tu..
.............................
mi giri cominci a baciare la mia schiena, scendi fino alle mie natiche le baci, le lecchi. Allarghi piano il mio sedere per poter passare la mia lingua sempre piu' vorace.Lecchi il mio sesso da dietro , ma non risparmi certo il mio culetto che attende le mie attenzioni.
Anche li la tua lingua penetra come nel burro.
Appoggio il tuo sesso sul mio corpo, sempre in quella posizione lo fai penetrare nel mio culetto bagnato degli umori del mio sesso, mentre una tua mano raccoglie il mio seno e l'altra gioca imperterrita con il mio clitoride.
ti giri ed io ti salgo sopra e mi penetro cosi sempre piu' in profondita'.
MI muovo sapientemente alla ricerca del nostro piacere le tue mani cercano il mio seno, la tua bocca i miei capezzoli e la mia bocca, dove le tue dita cercano di penetrare per essere succhiate come fossero un fallo.
su, giu', su ,giu' posso sentire il mio umore inondare il tuo sesso le mie grida di piacere..........mi gridi mi supplichi di farti venire................Aumento sensibilmente la mia cavalcata........ti sembra di scoppiare.........non resisti ............e veniamo in preda a sensazioni estreme.
Ma vuoi farmi assaggiare il tuo sapore quindi accompagni la mia bocca sul tuo sesso per farti ... ripulire e farmi assaporare cio' che ti appartiene.
baci ..tesoro mio..
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16 years ago
admin, 75
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La sorpresa
Quella mattina Rita era strana, c'era molta eccitazione nei suoi occhi, la salutai come tutte le mattine prima di andare a lavoro e lei mi disse:
"Oggi torna un po' prima che ho una bella sorpresa!"
Così feci, la sera tornai a casa un paio d'ore prima, tutto era stranamente silenziosa, Rita mi accompagnò in camera da letto, arrivati lì mi disse "Ora farai tutto quello che ti dico io!".
Mi fece sedere per terra con la schiena poggiata al letto, poi mi bendò e mi legò le mani al giro letto, cominciavo ad avere una vaga idea di quello che poteva essere la sorpresa, in fondo sapevo che Rita era una gran porca, ma la mia idea era lontana anni luce dalla realtà che di li a poco avrei scoperto.
Immobilizzato e cieco, sentivo dei rumori concitati, ad un certo punto un piede cominciò a carezzarmi il viso, "Annusalo" disse Rita, era un piede fasciato da morbide calze il suo odore me lo fece diventare subito duro, era un odore che conoscevo molto bene, era il piede di Rita, sentivo il cazzo che mi si gonfiava e spingeva, ma immobilizzato com'ero, non potevo nemmeno sfiorarlo. Quell'odore mi entrava dentro e mi scuoteva, Rita aveva sempre saputo quanto mi arrapasse l'odore dei piedi di una donna, improvvisamente un altro piede cominciò a sfiorarmi da prima in petto, poi saliva sempre più su verso la mia faccia, Rita mi ordinò: "Annusa e bacia anche questo", in quel momento ebbi una sorpresa che mi lasciò quasi di stucco, annusai quel piede, ma l'odore che salì mi era nuovo, mai sentito prima, stavo annusando il piede di qualcun'altra, mia moglie aveva portato qualche sua amica per divertirsi.
L'odore di questo piede, per me nuovo, mi fece eccitare come non mai, avevo i piedi due donne sul viso e quegli odori che si fondevano mi stavano stordendo, sentii delle mani che iniziavano a spogliarmi, "no, non è possibile!" pensai, i piedi erano ancora sul mio viso, doveva esserci una terza persona, mi spogliò completamente, il mio cazzo ora era duro e teso nell'aria. Sentii altri due piedi che iniziavano a carezzarlo!
Rita disse: "Ora puoi guardare!" Mi strappò la benda dagli occhi, venni investito da un'immagine che mi eccitò fin nel profondo: Davanti a me erano sedute in tre, tutte e tre vestite solo di calze autoreggenti, la prima era mia moglie Rita, sapevo già che fosse porca, ma non immaginavo fino a questo a punto, la seconda era Francesca, la ragazza di un nostro amico, era suo il secondo piede che mi avevano fatto annusare, avevo sempre sospettato che dietro quell'aria da ingenua ci fosse nascosta una grandissima padrona , la terza era Cristina, la migliore amica di mia moglie, lei mi stava carezzando il cazzo con i suoi piedi.
A quella vista la mia eccitazione superò ogni limite, cominciai ad annusare baciare e leccare quei due piedi che avevo vicino al naso, Rita continuava a dirmi "ti piace verme schifoso eh?" ed ancora "oggi sarai il nostro schiavo!", poi fece togliere il piede dalla mia faccia a Francesca e disse a Cristina di mettere il suo "Annusa il piede della mia amichetta, è una settimana che non li lava, apposta per te! Forza!" un nuovo odore intensissimo mi entro entrò dentro!
A quel punto Rita rivolta alle altre due: "Ora basta con i piedi, mettevi sedute, che ci facciamo leccare per bene!" E così si misero sedute tutte e tre a cosce aperte, con quelle fiche scure in mostra, bagnate ed odoranti di sesso, iniziai a leccare quella di Rita, gli passavo la lingua intorno al clitoride ed intanto con un dito all'interno la sditalinavo a dovere, la bocca iniziò a riempirsi di quel sapore dolciastro il sapore della fica di Rita, quanto mi piace, mentre facevo questo, le altre due si misero sotto di me ed iniziarono a succhiarmi il cazzo a turno un po' per uno, sentivo le loro lingue che scorrevano sulla mia cappella gonfia. A quel Punto Rita scostò la mia testa dalla sua fica, "Ora lecca la sua!" Indicando Francesca, Francesca si sedé sulla sedia a cosce aperte, aveva una fica pelosissima e riccia, Iniziai a leccargliela era bagnata fradicia per l'eccitazione, lei aveva un sapore più pungente, mentre gliela stavo leccano Rita tirò fuori due enormi cazzoni finti, uno lo indossò e iniziò ad infilarmelo nel culo violentemente, "prendilo tutto verme!" continuava ad urlare, sentivo quell'enorme cazzo nel culo, mi faceva un po' male ma il godimento che provavo era superiore al dolore, a quel punto Rita prese il secondo cazzone e disse a Cristina "Vieni qua, mettiti a pecora!", e gli infilo quell'altro enorme cazzone nel culo tutto insieme, per il dolore Cristina sobbalzò e gli uscì una lacrima, ma Rita continuava a stantuffarglielo nel culo, a quel punto il viso di Cristina si fece rosso, il godimento aveva preso il posto del dolore, e anche lei cominciò a muoversi per sentirsi scorrere quei due cazzoni nel culo. Rivolta a me Rita disse "Smetti di leccare la fica a Francesca, e vieni qua a leccarla a quest'altra porca!", e così mi misi sdraiato sotto Cristina, e iniziai a leccargliela, era bagnata e la sua fica si muoveva a ritmo delle botte che gli dava Rita, ogni tanto delle grosse gocce cadevano e mi riempivano la bocca, mentre facevo questo, Francesca si alternava un po' leccava il culo di Rita e un PO' mi succhiava il cazzo, a quel punto Cristina venne, inondandomi la bocca, Rita tirò fuori il cazzo che aveva infilato nel culo di Cristina, mi guardò e Mi disse "Devo sciacquarti la bocca, ce l'hai piena del succo di questa porca!" E così mi fece sdraiare, si accucciò sopra di me e iniziò a pisciarmi in bocca "Bevila tutta Porco!", a quella vista Cristina iniziò a pisciare nella bocca di Francesca che nel frattempo si era messa a cavallo sul mio cazzo, ficcandoselo ben bene dentro la fica, e così mi trovavo tutta la piscia di Rita in bocca e quella di Cristina che colava addosso a Francesca e finiva per inzupparmi per bene, una volta che ebbero finito tutte e due di pisciare, Rita e Cristina iniziarono a leccarsi la fica a vicenda, intanto Francesca si alzo in piedi ed mi prese la testa e mi premette la faccia con forza sulla sua fica, sentii un sapore acidulo in bocca, si anche lei mi stava pisciando in bocca, Rita, che intanto se la faceva leccare da Cristina, mi disse "Bevi tutto il piscio di quella porca di Francesca, non farne cascare nemmeno un goccio", per quanto mi impegnassi a ingoiare quella cascata di piscio, inevitabilmente un po’ fini per colarmi addosso e poi per terra, Rita se ne accorse, appena Francesca ebbe finito di pisciare mi fece pulire per bene la sua fica con la lingua, e poi ci mise a tutti e tre, io, Francesca e Cristina a leccare tutto il piscio dal pavimento, mentre lei con un piccolo frustino, ci frustava sul culo. Appena finito, Rita mi disse "Ti avevo detto di non farne cascare nemmeno una goccia, ora sarai punito", tirò fuori i due cazzoni di prima più un terzo, e li indossarono tutte e tre, "ora sarai la nostra troia" disse Rita, e vidi le facce di Francesca e di Cristina illuminarsi di un sorrisetto sadico.
Si rivolse quindi alle altre due: "Scopatevelo per bene", la Prima a scoparmi fu Cristina, m’infilò violentemente il suo cazzo nel culo e cominciò a spingere come se volesse spaccarmelo, Francesca intanto si mise davanti a me e mi disse "Succhiamelo troia!" intanto Rita cominciò a Succhiarmelo, e come me lo succhiava bene, stavo godendo come il porco che sono, Francesca e Cristina si scambiarono il posto e Francesca mi inizio a inculare ancora più violentemente di Cristina, mentre Cristina me lo faceva succhiare. A quel punto Rita si alzo e ci mise tutti e tre vicini a Pecora, tolse il cazzo alle altre due, infilò il suo nel mio culo, e con le mani spinse gli altri due nei culi di Cristina e Francesca, godevamo tutti e tre e le due troie intanto si sditalinavano e venivano strillando di piacere. Allora Rita tolse il suo cazzo mi girò e s’infilò tutto il mio cazzo dentro, cominciò a saltare su e giù finché non venimmo insieme, il mio cazzo sembrò esplodere in fiume di sborra che riempì la fica di Rita, che se la fece pulire immediatamente dalle abili lingue di Francesca e Cristina.
Ormai allo stremo delle forze avevo goduto tantissimo, e pensavo "Ed ora quale sarà la prossima sorpresa di mia moglie?"
14
1
16 years ago
chinotto,
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Gnatas
Dopo un paio di giorni di assestamento nella nuova città, decisi di iscrivermi in palestra. Mi sarebbe servito per rilassarmi un po’ dopo il lavoro oltre che mantenermi in forma. All’ingresso, mi accoglie una simpatica segretaria che dopo avermi mostrato il locale, completa la mia iscrizione e mi consegna le chiavi dell’armadietto. Una volta in sala attrezzi, mi sento un po’ sperduto finché non si presenta un istruttore, che mi consiglia di iniziare facendo 10 minuti di tappeto.van Dopo aver terminato il riscaldamento inizio gli addominali. Mentre facevo le mie flessioni portando a fatica, le spalle verso le mie ginocchia, mi accorgo di una figura che mi osserva alle spalle. Una volta terminato l’ esercizio, si presenta dicendomi che è un istruttore. Gli chiedo di ripetermi il suo nome, perché la prima volta non lo comprendo. Mi rispose sorridendomi di chiamarsi Gnatas.
Subito, mi diede l’idea di una persona educata e simpatica. Mi disse che ora mi avrebbe seguito lui e che mi avrebbe fatto una scheda personalizzata. Mentre continuai gli addominali, stavolta eseguendo quelli bassi, portando le gambe al petto, mi diede l’impressione che mi stesse guardando il sedere. Un impressione che si tramutò in imbarazzo quando facendomi fare i glutei, me li tastava ripetutamente per controllare che facessi bene. Mi disse che avrei dovuto concentrarmi molto sul sedere perché secondo lui era molto sodo. Lo ringraziai, cercando di farla sembrare una cosa normale.
Mi portò ad un altro attrezzo ed anche lì mi fece fare la parte esterna del gluteo. Intanto, mi faceva compagnia parlando dell’alimentazione. Inizialmente, pensai che fosse gay, poi, venne una ragazza bellissima che mi tolse tutti i dubbi. Si avvicinò a noi, lo bacio sulle labbra e lo ringraziò per la notte precedente. Lui, ricambio, senza mostrare eccessivo entusiasmo e disse che era impegnato a seguirmi. Incuriosito gli chiesi se era la sua ragazza, e mi disse che era solo una amica e che aveva passato una notte di sesso con lei. Gli dissi che era molto bella e, non so perché dissi che aveva un bel culo. Lui sorrise dicendomi che io lo avevo più bello. Il mio volto immagino, mostrò tutta la mia sorpresa, perché lui continuò chiedendomi perché avessi quell’espressione.
Imbarazzato gli dissi che non mi aspettavo quel complimento. Lui invece, insisteva, dicendo che lo sapessi e per questo lo mettevo in risalto con quel pantalone bianco quasi aderente. Mi prese in contropiede, effettivamente quel pantalone era quasi una taglia più bassa, ma lo avevo comprato in saldi senza misurarlo il giorno prima. Cercai di cambiare il discorso e lui fece altrettanto. Ma quell’allenamento fu per me estremamente imbarazzante. Lui era sempre al mio fianco ed addirittura mentre feci i tricipiti con un attrezzo, lui si misi dietro di me appoggiando il suo pene al mio culo. Quel gesto mi fece impazzire. Ero eccitato e confuso. Non so cosa mi prese. Invece di reagire in maniera consona, non dissi nulla. Lui, preso conforto da quella situazione ed insisteva sempre più.
Mentre con le mani seguiva il movimento dei miei tricipiti, il suo pube era stretto a me. Quando terminò mi disse “Sei stata bravissima”. Io mi sentii crollare. Si era rivolto a me , con un femminile. Poi aggiunse “..Jenny”. E mi aveva anche dato un nome da donna. Rimasi immobile senza dire una parola. Poi lui mi indicò una panca e disse che avrei dovuto fare i pettorali. Confuso mi sdraiai e appoggiai le mani al bilanciere, quando vidi che si misi alle mie spalle, per aiutarmi mantenendolo dall’alto. Lì notai per la prima volta il suo pacco. Sembrava enorme e che stesse per esplodere. Lo fissai per tutto il tempo, senza accorgermene. Fu lui sorridendo che mi disse che era terminato l’esercizio. Non so spiegare il mio stato d’animo del momento. Vergogna, eccitazione, confusione.
Dopo aver fatto tre volte quell’esercizio, tutte e tre le volte mi ero perso in quella visione. Alla fine, presi coraggio e cercai di allontanarmi, quando lui venne verso di me e disse: “Dove vai Jenny?”
Balbettando dissi che dovevo andarmene, che era tardi. Lui mi prese e disse che avevo finito l’allenamento e che avrei dovuto fare una sauna. Risposi che non l’avevo acquistata e che non importava. Mi disse che era un omaggio e che avrei dovuto farla subito, altrimenti non aveva effetto.
Mi feci convincere, anche perché mi avrebbe rilassato un po’. Quindi entrai negli spogliatoi, presi l’accappatoio ed inizia la sauna, chiudendo a chiave la porta. Una volta dentro mi sentì rilassato e mi ritrovai a pensare a quello che era successo in sala. Ma che avevo fatto? Ho sempre avuto delle fantasie , ma non ho mai manifestato comportamenti ambigui. Come aveva fatto quel tipo ad indurmi ad accettare quelle cose. Mi aveva dato un nome da donna, me lo aveva appoggiato dietro ed inoltre aveva un pacco enorme. E non potevo smettere di pensarci. Quando all’improvviso la porta si aprì. Entrò in accappatoio e guardandomi disse “Ciao Jenny.” Sorpreso gli dissi che la porta era chiusa a chiave, ma lui rispose che aveva tutte le chiavi.
Proprio tutte!. “Sei bellissima” – aggiunse. Io, balbettando risposi “Gnatas..scusa non capisco..” “Presto capirai, tesoro..” . La sua sicurezza era inebriante. Sembrava tutto già deciso. Si tolse l’accappatoio e si sedette sulla sdraio. Lo vidi nudo. Piuttosto vidi il suo pene eretto. Enorme. Gli arrivava quasi fino all’ombelico.” Ora Siediti Jenny!” – mi ordinò. Confuso, obbedì. Ma mentre mi stavo per sedere al suo fianco sull’altra sdraio, lui col dito fece cenno di no. “Ma avevi detto di..” lui interruppe la mia frase e mi disse “Siediti qui!” indicando il suo pene eretto. Trasalì, non potevo credere alle mie orecchie. Mi aveva ordinato di sedermi sul suo cazzo. E con che sicurezza! Come se fosse una cosa naturale. Mentre pensavo, mi accorsi di trovarmi in piedi sopra di lui, con il mio sedere sopra il suo pene.
Lui intanto se lo toccava, e immagino inumidendolo un po’. Mi abbassai con calma, chiudendo gli occhi. Lasciando che il mio peso mi aiutasse a prenderlo dentro. Scivolai cosi lentamente che il tempo sembrò non passare mai. Mi ritrovai sopra di lui con parte del suo membro dentro di me. Con tono gentile e premuroso mi chiese se mi faceva male, tradendo una grande eccitazione. Risposi che non mi faceva tanto male, ma più che una risposta era un gemito, un languido sussurro. Mi sentivo ormai una donna e pronta per essere trombata. Mi sentii preso da una voglia di sesso irrefrenabile e mi girò vorticosamente la testa. Incominciai dalla prima volta in questa serata a sentirmi padrone della situazione ed iniziai a cavalcarlo con furia.
Non credo se lo aspettasse, perchè fu sorpreso dalla mia intraprendenza. Saltellavo su e giù sul suo cazzo, stringendo i miei solidi glutei.Mi appoggiai sul suo petto, cercando di far entrare quanto più cazzo dentro di me. Mi immaginavo di possederlo tutto nel culo, ma sapevo che non era così. E cercavo ogni volta di migliorare la mia meta, alzando ancora di più il sedere e divaricando il più possibile le gambe. Ogni volta lo sentivo scivolare un po’ più dentro, come se fosse risucchiato. Intanto lui mi strinse i glutei con le mani, come per trattenermi ed aiutarmi a prenderlo sempre più dentro.
Mugolando mi dice : ”Sei proprio una grandissima Troia” .Invece di offendermi , quelle parole mi eccitarono e gli risposi che aveva ragione che ero una Troia, una lurida puttana e che avevo voglia del suo cazzo. Sentirmi un corpo estraneo dentro il sedere, mi rendeva un’altra persona. Una persona che forse nascondevo da tanto tempo. All’improvviso lui mi spinse, come per scostarmi ed io mi alzai, sentendo il suo cazzo che usciva. “E’ troppo grosso per te..” Rimasi deluso ..e dissi che non era vero che lo avevo avuto tutto nel culo. Lui scoppio a ridere.”Oh..Jenny..lo hai solo assaggiato..” poi si alzo lasciandomi sedere sulla sdraio.”Non sei ancora alla sua altezza..”
Era rivolto verso di me in piedi con le gambe aperte, con le mano sui fianchi, mentre io seduto lo guardavo dal basso timidamente negli occhi. Non sapevo cosa fare. Mi disse di baciarlo. Io eseguii, baciando il suo membro come ipnotizzato. A quel punto la mia eccitazione raggiunse un limite mai provato, perché addirittura apri la bocca e glielo leccai. Non so cosa mi aspettavo, ma la sua reazione fu inaspettata. “Ma che fai Jenny?”.
Tiro indietro il membro e aiutandosi con le mani mi schiaffeggio con la sua asta poi disse di guardarlo negli occhi, mentre intanto incominciò a masturbarsi. “Ti ho detto di leccarlo?” Non risposi, ma con la testa feci un cenno negativo. “Esatto..quindi non lo devi fare.” Quel suo tono autoritario mi faceva sentire debole e protetto allo stesso tempo. Abbassai gli occhi e vidi il suo pene enorme furioso tra le sue mani, come se fosse pronto ad esplodere. “Guarda me!Non guardare il mio cazzo!”. Mi feci forza, ed alzai lo sguardo. “scusa, non volevo..” Quel mio modo di fare, penso, lo eccitò enormemente perché non riusci a tratternersi ed il primo fiotto centro la mia bocca ancora aperta, poi i successivi mi colpirono tutto intorno al viso, mentre stavo sputando il primo getto.
Mi portai le mani al volto per proteggermi, ma ormai era fatta. Avevo il viso inondato di sperma ed ora anche le mie mani lo erano, nel tentativo di toglierlo. “Che..cosa hai fatto?..va..vattene via..via!!” mi ritrovai a piagnucolare ancora ai suoi piedi, mentre lo vedevo che si chiudeva l’accapatoio e si avviava verso l’uscita. “D..dove vai?” dissi mentre mi ritrovavo solo in quella sauna, in ginocchio, fissando le mie mani inpastricciate. Appena ripreso andai subito a sciaquarmi. Mi asciugai con l’accapatoio il più possibile ed andai di corsa nello spogliatoio.
Lì, mi vestìi frettolosamente, senza fare la doccia, cercando di non attirare l’attenzione, ma mi sentìi gelare quando senti una voce dietro di me, mi chiese come stavo. Era l’istruttore , che aveva visto i miei occhi lucidi. Dissi che avevo mal di testa e non vedevo l’ora di tornarmene a casa. Mentre cercavo di andarmene, evitando la conversazione vidi Gnatas, che usciva dalla doccia, che si massagiava il pacco e mi osservava. Senza continuare il discorso, presi la borsa e me ne andai a casa.
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16 years ago
vanesia281191,
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Tutto cominciò così...
Una sera d' estate ero seduto nella mia auto in un parcheccio della città. Quando arriva un' auto con a bordo una coppia e si ferma non troppo lontano da me...
A quel punto pensai ad una coppia che doveva solo parlare. Dopo qualche minuto il mio telefonino si illumina, lo prendo per dare un' occhiata e trovo una richiesta di accesso tramite bluetooth, pensando si trattasse di un errore o di un virus non accetai. Sul telefonino però ricomparì dinuovo quella scritta di richiesta questa volta incuriosito accettai.... il mandante era:" coppia Vogliosa ". Quando apro il file ricevuto mi trovo davanti uno splendido seno con una mano che lo toccava. I miei pensieri a quel punto hanno cominciato a fluttuare, il cuore impazza all 'inverosimile, ogni senso era all' erta... non sapevo cosa fare allora decisi di inviare un messaggio sempre tramite bluetooth, dicendo che ero un ragazzo e che forse avevano sbagliato...
lo sapete cosa mi hanno risposto? " seguici con l 'auto "
gli ormoni si scatenarono,il sangue romba nelle orecchie,brividi freddi..caldi...sconquassano.....un fuoco divampa... le auto si mettono in moto ed io comincio a seguirli, mi conducono in un' altro parcheggio un pò più isolato dove la luce era più lieve. arrivati mi hanno fatto segno di affiancarmi, e dai finestrini chiusi sgorgo il viso di una signora molto affascinante più o meno sui 38 anni distinta... i battiti aumentano, i finestrini si abbassano la luce si accende e i loro corpi si iniziano a denudare. Nella mia testa viaggiavano milioni di pensieri ma quello più intenso era quello di non essere un rozzo e volgare , allora scendo dalla macchina e mi avvicino al loro finestrino ed inizio a guardare mentre lei con molta calma ma con molta fame lo prende in bocca al suo uomo e mi guarda dritto negli occhi. io inizio a farle i più dolci e intriganti complimenti che una donna potesse ricevere... era bella da togliere il fiato, linee morbide e sensuali, un seno favoloso pelle dorata... sembrava un' angelo... lei apri lo sportello e incominciò a toccarmi, ad aprire i pantaloni, poi accarezzo i miei boxer sempre guardandomi negli occhi,... io impazzivo... mi abbassò con modi dolci anche il resto... ero nudo li davanti a lei... lo accarezzo con le labbra poi incomincio a scivolare con la bocca... tutto questo senza mai parlare solo attraverso sguardi e gesti. Mi prese la mano e mi fece sedere sul sedile anteriore e lei si mise su di me! La mente era annebbiata... sospesa....brividi che oltrepassano l' anima..... iniziammo a fare l' amore... era estate faceva caldo i corpi erano umidi e morbidi i suoi seni davanti a me che ondeggiavano... Bhè sapete una cosa ? con quella coppia siamo rimasti ancora in contatto e ci vediamno spesso...
LA MIA PRIMA ESPERIENZA... TUTTO COMINCIO' COSI PER CASO...
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0
16 years ago
admin, 75
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Trasgredire è un\'arte!
Conosco bene il mio ruolo, non do niente per scontato: una telefonata, un incontro e poi sarà quel che sarà...
Credo sia un momento piacevole da gustare tutti insieme e magari da ripetere. Non sono libero, quindi non cerco guai.
Le mie fantasie vanno da una camera ad un parcheggio, da un cinema ad un negozio dove esibire la sensualità senza volgarità ma con quel pizzico di follia che può suscitare forti emozioni, fino a portarci dove i sensi vengono meglio appagati...
15
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16 years ago
admin, 75
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Sesso orale...
Quella fù la nostra prima volta con un singolo. Ci siamo conosciuti in un giardino di Settembre scorso. Era una serata tranquilla di quelle che fanno sognare...
Ad un certo punto un uomo 50 enne ci propone un gioco erotico. Guardare noi due durante il nostro rapporto.
Siamo andati a casa sua e nel semibuio della camera da letto noi due (coppia di coniugi) ci siamo spogliati e baciati... . Lui stava in piedi e si masturbava. Ad un certo punto si è avvicinato molto al letto e Lei gli accarezzò il pene. Poi iniziò a spompinarlo, passando il pene a lui. Dopo qualche secondo l'uomo si sdraiò sul letto in mezzo a noi.
Abbiamo succhiato entrambi volentieri il suo pene che a dire la verità era un pò molle.
Eravamo affamati di un gioco trasgressivo...
Fù eccitante! ogni tanto bisogna giocare un pò. Perchè non ripetere un'esperienza del genere?!
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5
16 years ago
admin, 75
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Finalmente un po di creatività
il mio desiderio l ho espresso nel confessionale. mentre scrivevo pensavo: tanto non risponde nessuno.
eppure non mi faccio capace ancora come , veramente, non ci sia qualcuno che , in un sito che sembra senza schemi , poi sia creativo.
sveglio , per lavoro al mattino presto , mi capita di avere voglia di un imprevisto, di qualcosa di fantasioso che non mi faccia andare al lavoro.
cosi ho confessato , nel confessionale , il tutto.
qualche giorno fa , come al solito, metto il caffè sul fuoco ed apro il computer per eventuali comunicazioni di lavoro e poi anche x un giro su questo sito.
ho un messaggio , leggo :
noi stamani abbiamo voglia di trasgredire, tu veramente vuoi?
erano le 5,30 del mattino , il messaggio era arrivato 5 minuti prima.
sicuramente si risposi. immediata la risposta : hai msn per comunicare piu veloce? ci spostammo li.
era il lui di coppia che mi diceva di aver letto insieme a lei il messaggio qualche giorno prima e di essersi svegliato con la voglia di trasgredire, aveva svegliato la lei che molto decisa aveva detto di si.
addirittura la lei , senza sapere se c ero o meno aveva incominciato a scegliere cosa mettere. mi disse che il messaggio li aveva stuzzicati entrambi.
mi disse di dove erano e che se , volevo potevo raggiungerli subito.
ci demmo appuntamento in un luogo scelto da lui.
il tempo di fare la barba e la doccia ed ero partito.
durante il tragitto ero incredulo e contento di aver trovato qualcuno fuori dai soliti schemi , certo rimaneva il fatto di piacersi(io non sono un super uomo esternamente) anche perchè lui mi aveva anticipato che lei era molto bella.
arrivato nel luogo deciso , lo chiamo al telefonino e dopo poco lo vedo arrivare a piedi. parcheggio e , vedendo un bar aperto , propongo di bere un caffè ma lui mi dice che faremo colazione a casa sua.
durante il tragitto mi chiede di me , cosa faccio , le mie esperienze.
poi mi parla di loro di questa voglia di qualcosa di fuori dagli schemi per rompere i ritmi del lavoro e mi dice che quando arriveremo a casa non vedro subito lei in quanto intenta a preparare se stessa e la colazione.
gli confermai che per me non c erano problemi.
arriviamo , bella casa , decisamente, ben arredata c è un grande salone dove mi fa accomodare e poi mette un dvd raccomandandomi di guaradarlo con interesse visto che era stato fatto per scherzo con lei che si presentava ad un ipotetico lui che avrebbero incontrato.
si allontano con la scusa di dare una mano alla lei.
il dvd parte e mi appare una bella donna, capelli media lunghezza, un viso ben truccato(racconto proprio la sequenza con cui si vedevano le cose) , occhi profondi,una giacca con una camicia sbottonata abbastanza da far intravedere un seno stupendo , una grossa cinta , una gonna appena sopra il ginocchio(un tubino), calze nere(solo dopo scopriro con la riga) , decolte attaccato alla caviglia con tacco alto.
decisamente troppo per me, pensai.
a questo punto lei , nel video , comincia a raccontarsi mentre cammina un po avanti ed indietro, e poi si avvia alla sgabello alto che avevano vicino all angolo bar.
si accomoda , accavalla , maliziosamente le gambe, comincia a sbottonare ulteriormente la camicia.
nel frattempo arriva lui che chiamero guido , per comodità, mi chiede un primo parere che , ovviamente , non puo essere che positivo.
mi dice che lei è pronta e che possiamo andare.
apre la porta della cucina , entriamo ma non intravedo nessuno, poi girando l angolo vedo un tavolo e , con immensa sorpresa, la lei stesa su di esso. un cuscino sotto la testa, le gambe in posizione chiusa ed eretta, i piedi appoggiati sul tavolo stesso e poi i due sedi sodi ricoperti di crema da un lato e, penso, cioccolata dall altra.
mi presenta , lei mi da la mano e fa per darmi un bacio sulla guancia , ovviamente mi piego e subito le sfioro la guancia.
ci chiede di accomodarci, lei non si puo muovere e mi chiede se mai avessi fatto colazione cosi , decisamente mai le confermai.
aveva messo dei biscotti , del caffè , dei cucchiaini.
servitevi pure disse. presi un primo biscotto che passai sul seno a me vicino che era quello con la cioccolata , le venne la pelle d oca e cominciai a mangiare lentamente, parlando con lei per fare conoscenza.poi decisi di prendere un po di crema , andai al lato opposto e , questa volta, presi la crema con la bocca.
lei ebbe un fremito e guardo suo marito. poi mi chiese se avessi voluto dei cornetti le dissi che se li aveva andava bene , altrimenti non c era nessun problema.
fu allora che apri per la prima volte le gambe e le distese, mi disse :ne ho solo uno e lo tenuto in caldo qui.
in realtà lo aveva infilato per metà in vagina , mi disse se lo vuoi sarà un po bagnato pero.
cosa cè di meglio dissi , riguardo il lui di coppia e gli disse : penso sia finalmente la persona giusta.
poi tocco a me stupirla, le chiesi se avesse voglia di bagnarlo ancora di piu con un altro liquido.
il viso fece un espressione estasiata , mi chiese se veramente volevo e mi confermo che le sarebbe piaciuto molto anzi moltissimo.
mi sedetti a capo tavola, la spostai piu verso di me e cominciai a mangiare la parte esterna mentre il lui le aveva dato in bocca il suo attrezzo.
precedentemente le avevo detto che non mi doveva dire quando avrebbe bagnato il cornetto e di farlo quando sarei arrivato alla parte piu interna.
prima di mangiare la parte interna , leccai l esterno della fica completamente depilata , mentre lo facevo vedevo che lei inarcava il bacino e cercava di spingere fuori il restante cornetto , un invito a mangiare , forse non vedeva l ora di bagnare il tutto , l accontentai e quasi subito mangiai il piu bel cornetto inzuppato della mia vita.
poi , finito il cornetto le chiesi di continuare con il suo liquido mentre era sul tavolo.
una volta finito , lei si alzo , mi bacio in bocca e poi con la lingua mi ripuli la faccia bagnata.
poi mi chiese se volevo prenderla li vicino al tavolo.
volli prima leccarle il seno al sapore ci crema e cioccolata e poi lei si piego e volle in bocca il mio attrezzo.
era stupenda scendeva giu fino in fondo ,lentamente, con le labbra avidamente attaccate per non perdere un solo centimetro.
dovetti fermarla e le dissi d indicarmi un bagno.
lei apri la bocca e mi disse falla qui!
non potete immagginare il mio stupore , ci conoscevamo da pochi minuti è gia eravamo ad un livello cosi alto di trasgressione.
venne ancora piu sotto e mi chiese d iniziare.
con molta fatica , perchè eccitato, uscirono prima poche gocce a spruzzo e poi una copiosa e liberatoria fontanella.
il marito , nel frattempo , si masturbava.
poi volle che la prendessimo li , in terra tutti e due , uno per buchino.
ma , questa è un altra storia............
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16 years ago
soloqualita, 66/66
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La piscina 1
Ah che palle la piscina! Ma non ho alternative. Sono un po’ soprappeso e se non voglio avere troppa pancetta devo sottopormi alla tortura, più mentale che fisica, di un’ora di nuoto libero un paio di giorni a settimana. Poiché faccio il libero professionista ho tempo quando capita e devo quindi trovare delle piscine libere un po’ a tutte le ore del giorno. La scelta è caduta su una piscina termale annessa ad un albergo che consente l’accesso, in numero limitato, anche a persone non ospiti della struttura.
La cittadina termale dove sorgono questi alberghi, non è lontana da dove abito ed ospita sempre molti tedeschi e austriaci, per lo più anziani, che godono delle varie cure di natura termale che vengono offerte.
La piscina è bella larga, ci sono sei corsie ed è lunga 25 metri; l’acqua è termale e quindi ci si nuota molto bene; il fatto è che ci si annoia. Su e giù, pausa, su e giù, pausa, e così via finché l’orologio non ti informa che sei riuscito a nuotare una buona oretta.
L’altro giorno sono riuscito ad andarci a metà mattina. C’erano poche persone, quattro o cinque vecchiarde di lingua tedesca e, oltre a me tre maschietti. Ho trovato posto in una corsia occupata da uno dei tre maschi, un tipo di poco più alto di me, più slanciato e con qualche anno più di me (intorno ai quaranta), capelli brizzolati.
Un paio di volte ci eravamo toccati incrociandoci e lui aveva biascicato uno “scusa” con un leggero accento tedesco. “Un altro crucco” pensai. Sentii parlare gli altri due maschietti e anche loro erano tedeschi e scherzavano su qualcosa che era capitato ad una delle vecchiarde. “Cazzo!” pensai “Stai a vedere che sono l’unico italiano!”.
Mancavano pochi minuti allo scadere dell’ora che mi ero prefissato per nuotare, quando gli altri due maschi lasciarono la piscina e andarono negli spogliatoi. Nuotai ancora per cinque minuti poi anch’io uscii seguito quasi subito dal brizzolato tedesco compagno di corsia.
Negli spogliatoi mi presi tutto l’armamentario per fare la doccia e mi avviai a lavarmi. Al locale si accedeva tramite una porta, tipo saloon, di vetri smerigliati e sui due lati c’erano quattro docce parte per parte. I due tedesconi stavano finendo di fare la doccia e continuavano a ridere e scherzare tra di loro. Passai in mezzo ai due e mi sistemai nell’ultima doccia in fondo, tolsi il costume da bagno e aprii l’acqua calda lasciando che scorresse sopra di me, poi regolai la temperatura e mi girai a guardare gli altri due. Il mio sguardo corse verso i loro piselli . Erano diversi, uno era lungo e un po’ incurvato, l’altro era grassoccio e più corto. Li guardai a fondo e mi nacque il desiderio di prenderli in mano e di toccarne la consistenza fino a sentire che crescevano sotto il mio controllo; ma cercai di cacciarlo perché un po’ mi faceva venire alla mente ricordi della mia adolescenza, ricordi che avevo accantonato.
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16 years ago
ettoreschi,
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Piacere riflesso
Attraverso il corridoio di casa Sua. Entro nel soggiorno. Lui è lì, seduto sul divano blu.
Sapevo essere un giorno speciale per me, ma non sapevo che ne avrei capito il motivo semplicemente varcando la soglia di casa Sua.
Lei è in ginocchio di fronte a Lui. Le sue ginocchia posano su un morbido cuscino. Penso che deve averlo riposto Lui sul pavimento; un premuroso ed elegante gesto. Lei ha il capo chino sulle Sue gambe. Lui mi saluta e mi dice di sedermi al Suo fianco.
Appoggio la borsa a terra, tolgo il cappotto e mi siedo accanto a Lui. Mi avvicina a sé con una mano mentre l’altra afferra i capelli di lei, ancora china e impegnata ad assaporare il Suo Membro. Mi sorride, chiede come sto e poi sì lascia baciare.
La tensione di quella sorpresa svanisce nella fusione dei sapori delle nostre bocche. Sapori intensi come intenso è l’amore di condividere con me il piacere che un’altra femmina Gli sta offrendo.
Sono accanto a Lui e le emozioni si aggrovigliano nello stomaco. I miei occhi sono fissi su di lei mentre lo serve. Penso che vorrei sapere chi è, come si chiama, dove si sono conosciuti, se la rivedrò, se è la ragazza che da tempo cerchiamo o se è semplicemente una ragazza che frequenta di tanto in tanto…
Lo guardo. Lui ha già capito che vorrei sapere ogni cosa, ma so che ne parleremo solo più tardi.
Lei si alza, è quasi nuda. Ha un seno molto grande.
Mi alzo anche io. Lui mi fa spogliare. Io e lei rimaniamo in piedi davanti a Lui indossando solo delle scarpe col tacco, delle autoreggenti e il reggiseno. Lui ci guarda, sembra compiaciuto. Così ci dice di girarci di spalle, divaricare le gambe e mostrargli la fica e il sedere. Ci chiniamo in avanti e con le mani dilatiamo ogni orifizio così che Lui possa vedere ciò che è Suo.
Vorrei essere seduta al Suo fianco e guardare lei mentre si regala con tanta scioltezza. Non sono abituata a vedere una compagna che insieme a me si dedica al Suo piacere.
Lui ci fa riassumere sul pavimento: a quattro zampe, spalle poggiate a terra e culetto ben svettante.
Sento le Sue dita premere sui miei ingressi. Il mio cuore rallenta, come volessi percepire ogni minimo rumore di movimento. So che ha delle dita anche sugli ingressi di lei.
Prende lei per un braccio, la alza e la conduce in camera. La Sua mano mi accarezza il sedere e poi Lui mi dice “fai la brava, bimba”.
Sono in camera.
Sento lei gemere e Lui ansimare nel movimento. Ogni tanto le dice qualcosa, ma non riesco a capire. Sto in silenzio nell’altra stanza. Vorrei alzarmi e andare di là, vedere con i miei occhi il Suo Membro affondare nella calorosa palpitazione di altre carni. Vederlo prendersi ciò che Gli spetta ovunque Gli sia permesso. Ma rimango immobile, so che quando tornerà da me la sola cosa che si aspetta di vedere è la Sua femmina ancora composta ed in mostra come l’ha lasciata, da brava cagnolina…
Poi torna da me. Mi dice di alzarmi e di andare in camera.
Io e lei siamo a quattro zampe sul bordo del letto. Il capo è poggiato sulle lenzuola. Ci guardiamo. Ha l’aria un po’ stravolta e gli occhi rossi. Penso che deve aver tenuto in bocca il Suo Membro a lungo.
Lei sembra a suo agio, mentre a me sembra tutto così nuovo… La vedo chiudere gli occhi e arricciare di poco il naso. Lui la sta penetrando da dietro. Vedo il suo corpo scuotere e insieme le lenzuola e il letto e anche io che sono al suo fianco.
Intanto la Sua mano scivola tra le pieghe della mia fica calda e pulsante di desiderio. Le Sue dita entrano dietro e poi davanti e ogni tanto mi danno una pacca sul sedere. Poi non le sento più.
Lui sì scosta da lei. Dice ad entrambe di girarci e metterci in ginocchio sul pavimento.
Lei mi prende per mano mentre inginocchiate teniamo il volto ben alto e la bocca aperta. Mi chiedo cosa proverò assaporando il frutto del favore prestato da un'altra donna...
Un’esplosione calda mi riga il volto scivolando lungo il collo e giù a rigare i seni fino a gocciolare sulle cosce. La mia bocca si apre a quel calore mentre il Suo Membro vi affonda delicatamente. Con la lingua lo scorro per pulirlo da ogni traccia di sperma.
Poi Lui si toglie. Il mio sguardo si sposta su di lei, inginocchiata accanto a me. La Sua mano le preme sul capo fino a dirigerlo su di me. Sento la sua lingua tremare mentre scorre sul mio volto per pulirlo dal Suo seme.
...
Lei si riveste. Non so da quanto fosse lì prima che io arrivassi da Lui. Ci salutiamo. Lui l’accompagna alla porta parlandole come si conoscessero da sempre.
Adesso Lui è di fronte a me. Gli chiedo di lei con tono concitato:
"chiècomesichiamatorneràdaquantolaconoscièdiFirenze?"
Lui sorride, scuote il capo, si siede sul divano blu e posa un cuscino sul pavimento. Capisco che non è ancora giunto il momento di parlarne…
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16 years ago
daniela4JT,
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Last visit: 15 years ago
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Cesso autostradale
Un cesso autostradale, l’idea ci balenava già da qualche chilometro, l’adrenalina pompava a mille nelle vene, la voglia era al massimo e fuori c'era troppa gente .... non eravamo in vena di pubblico inconsapevole.
L'ambiente non era il massimo, era incustodito, la porta non si chiudeva …. ma chi se ne fotte!!! La tengo bloccata ... lei guardandomi golosa mi aveva spinto contro essa, e, come se il tempo gli stesse sfuggendo, armeggiava nervosa alla mia cintura, strappandomi, quasi, il cazzo dai boxer..... l'aveva estratto ed aveva iniziato a succhiarlo avidamente, spingendoselo in fondo alla gola gorgogliante, tagliandosi il respiro. Il suo sguardo volava verso spazi infiniti, mentre il cazzo la pompava sempre piu' forsennatamente, rivoli di saliva gli scendevano dagli angoli della bocca incuneandosi nell'incavo dei seni prosperosi, umettandola fino alla fica, che smanettava oscenamente, stringendosi la clito .....
La testa ondeggiava sempre piu' forte, l'orgasmo stava arrivando, saliva impietoso dai testicoli, il primo schizzo, la colse in gola … conati …… piacere … anima .... il cazzo pulsante, la svegliò dal torpore orgasmico, e gli schizzi si susseguirono sul suo bel volto, rendendolo filante e perverso ...... mentre la lingua rapida guizzava per appropriarsi del mio “io” ..... mi beavo, guardandola e ringraziando la mia buona stella per averla incontrata ... . Il brusco risveglio ci fu' quando un applauso vociante da oltre la porta ci riporto' alla realta' ...azzzzzzz Mela e ora???
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago -
L\'agriturismo - prima parte
Il mio terzo racconto descrive qualcosa accadutomi pochissimo tempo fa, più o meno è passato un mese da quel giorno. Ero d’accordo con mio marito che quella sera saremmo andati a cena fuori, lasciando le bambine da sua madre. Lui sarebbe stato impegnato al lavoro fino alle otto, nel frattempo io avrei portato le bambine dalla nonna e lo avrei aspettato a casa. Alle sei ero già sola in casa, decisa a preparami per la sera che avevamo deciso essere speciale. Cercai un vestito adatto per la serata, non volevo essere troppo elegante ma avevo il preciso scopo di farmi desiderare: da mio marito e da chiunque mi avesse vista quella sera. Mi feci una doccia, depilandomi accuratamente l’intimità, volevo farlo impazzire e sapevo che trovarmi depilata al contatto della sua mano o della sua bocca lo lasciava sempre di stucco e ne aumentava la voracità…
Mi asciugai e misi una buona crema idratante su tutto il corpo, poi passai alla scelta dell’abbigliamento. Decisi di mettermi semplice, semplice ma eccitante. Un vestito nero, piuttosto attillato, che poteva mettere in risalto le forme e che aveva una discreta scollatura sul davanti. Indossai delle calze autoreggenti nere, delle scarpe con poco tacco, non troppo evidenti, e il vestito. Era una serata speciale e io dovevo essere speciale, così dopo aver esitato un po’ davanti al cassetto della biancheria intima decisi che non ce n’era bisogno. Il mio corpo nudo e liscio avrebbe sentito il contatto della stoffa del vestito per tutta la sera…
Arrivò a prendermi, mi fece aspettare qualche minuto per darsi una rinfrescata e mi disse che saremmo andati in un agriturismo poco fuori città, un posto molto grazioso che avevamo conosciuto qualche tempo prima. Essendo un giorno feriale non ci sarebbe stata nemmeno troppa gente. L’ideale, pensai io. Era proprio quello che cercavo, una serata intima ma in un luogo pubblico e poi… e poi avrei voluto godere, avrei voluto farlo godere, fargli sentire la mia pelle, prendere il suo cazzo, giocarci con le labbra, scaldarlo tra e mie gambe. Arrivammo all’agriturismo, fummo accolti dalla giovane ragazza che serviva ai tavoli, una trentenne molto sorridente e, secondo me, molto attraente. Mio marito non mi staccava gli occhi di dosso un momento, mi riempiva di complimenti, mi passava la mano sulla gamba, appena sentiva di poterlo fare. Mi disse che aveva una gran voglia di scoparmi. E eravamo solo all’antipasto. E la mia eccitazione, che dalla doccia pomeridiana era arrivata in me, saliva in maniera vertiginosa. Gli sguardi della ragazza che ci serviva mi sembravano complici, io rispondevo ai suoi sorrisi. La vedevo guardarmi, appoggiata al banco, lontano da noi. Lo dissi a mio marito che disse che era molto carina, che sapeva che mi sarebbe piaciuta, fin da quando eravamo entrati aveva capito che quell’aria maliziosa mi avrebbe attirato. Quando porto i primi piatti mi sporsi in avanti per allargare il vestito e mostrarle un po’ di seno nudo. Un altro sorriso, sorpreso e eccitato. Mio marito continuava a provocarmi, parlandomi di quello che mi avrebbe fatto e di quello che avrebbe fatto alla ragazza se avesse potuto. E di quello che avrebbe voluto vedermi fare con lei.
Mi alzai, chiesi alla ragazza l’indicazione per il bagno. Lei, sorridente mi accompagnò fino alla porta. Ringraziai ed entrai. Chiusi la porta ma senza chiavistello, in realtà avrei voluto lasciarla socchiusa ma non volevo sembrare sfacciata… rimasi in silenzio, immobile per qualche attimo, cercando di sentire se lei era uscita dall’anticamera del bagno e se era lì davanti, aspettando di aprire la porta. Non sentii nulla, e questo lasciva aperta ogni ipotesi. Mi appoggiai alla parte e misi la mani sotto il vestito, iniziai a sfiorarmi le gambe, la fica, la pancia. Presi il seno nelle mani e lo massaggiai, sentii i capezzoli diventare duri, eccitarsi sotto i movimenti delle mie dita. Abbassai una mano sul clitoride, lo strofinai, volevo godere, pensavo a quella ragazza che poteva essere lì fuori e alla sua bocca, pensavo alle mani di mio marito, al suo cazzo. Il dito entrava nei miei buchi, dolcemente, il piacere stava per esplodere in me, tornai al mio clitoride…
Sentii la porta dell’antibagno aprirsi. Abbassai in fretta il vestito. Silenzio, dei passi si avvicinavano alla porta, poteva essere qualche altro cliente dell’agriturismo, pensai per un attimo di chiudere a chiave ma poi non lo feci, in fondo abbassando il vestito ero coperta, forse avevo solo l’aria un po’ sconvolta… la porta si aprì. Mio marito!
- continua -
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16 years ago
claudiax67,
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Last visit: 16 years ago
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Il gioco continua
Spesso la sera, durante i nostri momenti piu' intimi, parlavamo di quell'incontro strano, eccitante e sotto molti aspetti sconvolgentemente piacevole. Ricordavamo le parole, i gesti e tutte le volte la nostra fantasia volava immaginando lo svolgimento del prossimo gioco.Il giovane continuava a stuzzicare mia moglie con messaggini intriganti, telefonate dolci e cariche di corteggiamento elegante. Sapevo che la cosa la eccitavano molto e sapevo che servivano per sciogliere la tenzione, l'imbarazzo di un gioco che si faceva sempre piu' audace. Una sera, durante la cena, notai che mia moglie rimaneva per lunghi minuti in silenzio come per preparare un discorso cercava di trovare il momento giusto per dirmi qualcosa e infatti inizio' a parlare: OGGI CI SIAMO SENTITI E MI HA INVITATA A TRASCORRERE IL FINE SETTIMANA AL MARE CON LUI....Poi rimase in silenzio. Un sottile turbamento mi invase, un rossore al volto, brividi lungo la schiena e il mio cervello che ripeteva in modo ossessivo quelle parole. Le esaminava una per una dando un senso logico a tutto cio' ma non ci riuscivo. MI HA INVITATA.....MI HA INVITATA...MI HA INVITATA. Alora io ero escluso dal gioco, l'incontro si sarebbe svolto tra i due ed io?? sarei dovuto rimanere a casa ad attenderla? Ma poi lei continuo' a parlare: SABATO MI ACCOMPAGNERAI NELLA SUA VILLETTA AL MARE E VERRAI A RIPRENDERMI LA DOMENICA SERA MA SUL RETRO DELLA CASA CI SARA' UNA PORTICINA SOCCHIUSA E TU POTRAI RAGGIUNGERCI IN OGNI MOMENTO.la cosa mi tranquillizzo' e i fremiti si fecero un po meno intenzi.Il sabato pomeriggio partimmo di buonora in direzzione mare. Lei aveva indossato una minigonna piu' corta del solito, una camicetta sbottonatissima, le autoreggenti velate e le immancabili scarpe con tacco vertiginoso, aveva posto particolare attenzione al trucco, labbra rosse scarlatto, fondotinta sfumato con gli occhi , un alone di profumo avvolgeva tutto il suo corpo.Il telefono squillo':....SI SIAMO PARTITI....TRA UN ORETTA ARRIVIAMO...BACI.Nel rimettere il telefono nella borzetta notai un pacchetto di profilattici e il mio volto divenne una palla di fuoco.La villetta era immersa in una bella pineta e noi ci fermammo davanti al cancello, lei mi guardo' un attimo negli occhi poi mi bacio' e mi disse:....SARA' BELLO PER TUTTI. e se ne ando'.Il cancello automatico si apri' e lei scomparve. Ravviai la macchina e mi allontanai come fossi un automa.Sapere che la propria moglie si era recata in casa dell'amante e che avrebbe trascorso con lui un intero fine settimana mi eccitava ma nello stesso tempo mi sconvolgeva. Vagavo come ipnotizato per la pineta in cerca di cosa non saprei veramente.Poi mi fermai e cercai di ridare un senso all'intera faccenda.Avevo vagato per un'oretta ma gira che ti rigiro ero ancora nei pressi della villetta. Nascosi l'auto dietro a una radura e mi avviai a piedi tra i sentieri della pineta. Raggiunta la villa mi recai sul didietro e cercai con lo sguardo la porta secondaria d'ingresso. Mi avvicinai con cautela e pian pino l'aprii. Immetteva in una rimessa dove erano state accatastate le cose piu' strane. Vi erano attrezzi per il giardinaggio, cartoni pieni di bottiglie di vino, un gommone semisgonfio con dei remi all'interno e mille, mille altre cose. Quattro scalini conducevano a una porta che probabilmente immetteva nel reparto giono dell'immobile. Li salii velocemente e mi affaccia dallo spiraglio socchiuso. Dall'interno giungevano voci, risate mal soffocate,uno stereo trasmetteva una musica soft e le luci erano molto soffuse. Intravidi due corpi che ballavano un lento abbracciati mentre si sussurravano paroline all'orecchio.Poi sederono su un grande divano e l'uomo le offri' un calice se ne verso' anche per se e brindarono : A DUE PASSI CE' UN RISTORANTINO SUL MARE ANDIAMO A CENARE?....lei annui'. Frettolosamente uscii dalla villa e mi nascosi dietro un cespuglio li vidi uscire abbracciati come teneri amanti ed avviarsi verso la spiaggia. Li seguii da lontano timoroso di essere visto.Rimasero per lungo tempo a guardare il tramonto poi pian piano entrarono nel ristorante.Le sere ancora erano fresche e la brezza del mare si faceva sentire. Da una sala adiacente al ristorante si sentiva una musica da discoteca forse dopo cena sarebbero andati a ballare.Infreddolito mi avviai per le strade semi deserte del piccolo centro. Nei bar vi era pochissima gente ancora non era stagione di punta. Mi sedei a un tavolino ordinando un caffe'. Lo sorseggiai con estrema lentezza, poi presi in giornale fingendo dileggerlo ma il mio pensiero era molto lontano.Rimasi due ore guardando nel vuoto fino a quando incrociai lo sguardo del barrista, pagai e me ne andai.Adesso la grande vetrata del ristorante era inluminata, si vedeva la gente seduta durante la cena ma loro non riuscivo a vederli. Una sensazione come di panico mi invase, chissa dove fossero, cosa stessero facendo...non saperlo mi faceva sentire distaccato dal gioco,io che fino ad allora ne ero stato il regista, l'organizatore mi sentivo escluso.n silenzio mi recai nuovamente verso la casa.Nella rimessa vi era una sedia sgangherata e mi misi a sedere. Lasciai la porta socchiusa per far entrare un filo di luce,la luna era piena e un lontano lampione donava un effetto inreale all'ambiente.Mi ricordai che il mio portachiave era in realtà una piccola torcia e mi addentrai nella casa.Il salone era immenzo, una scalinata di legno conduceva porobabilmente nel reparto notte e io agevolato dalla tenue luce della torci mi ci recai. La camera matrimoniale era bella e lussuosa, con mobili patinati,un grande specchio era posto ai piedi del letto.Un rumore di auto si stava avvicinando ed io in fretta mi ritrassi nel mio luogo ''segreto''. Erano le tre' di mattina e I due stavano rientrando.Chiusa la porta alle spallelei getto' il lungo cappotto sul divano e lui si tolse la giacca.Si baciarono con ardore bevvero dalla bottiglia avviata e si baciarono ancora poi lui la prese per mano e salirono le scale.Adesso vedevo giungere una tenue luce dal reparto notte mentre giu il buio era totale. Timoroso di essere visto percorsi a carponi il salone tastando con le mani prima di fare ogni mio movimento. La porta della camera era socchiusa ma dallo spiraglio si vedevano riflessi sullo specchio due corpi abbracciati.Lei era seminuda con la camicetta completamente aperta e il turgido seno tra le labbra di lui, le mutandine abbassate mentre le mani dell'uomo le accarezzavano la passerina semi rasata, lei lo cercava con le mani e poi con le labbra.L'uomo si alzo' in piedi e io timoroso di essere visto mi ritira. Quando mi riaffacciai lui era completamente nudo,lei seduta sul bordo del letto gli accarezzava le palle mentre faceva sparire il cazzo dell'uomo dentro alla sua calda bocca. Poi anche lei si alzo' si tolze la camicetta, la gonna e le mutandine abbassate. Rimase con le autoreggenti e le scarpe......la troia sapeva che cosi' sarebbe stata ancora piu' bella e eccitante.Prese un preservativo dalla borzetta e lo srotolò sul cazzo eretto del giovane poi si mise a pecorina sul bordo del letto mentre lui in piedi le rimase dietro. Colsi il momento in cui la penetro', lei geme' forte e lui inizio' a muoversi piano.Poi le preme' la testa fino al materasso per farle sentire meglio il suo cazzo e lei lo sentiva eccome se lo sentiva in un crescedo di mugoli. Nel momento piu' bello lui la ''schiaccio'' sul materasso e la scopo' sdraiata da dietro, infilzata come un'anguilla all'arpione lei si divincolava e urlo' tutto il suo orgasmo anche lui venne. Pian piano mi ritirai giu nella rimessa.Rimasi seduto sulla sgangherata sedia un tempo infinito ripensando alla scena, stavo per richiudere la porta alle mie spalle per andarmene quando notai che la luce della camera era ancora accesa. Timidamente mi riavviai per le scale che adesso mi erano divenute familiari.Ancora una volta mi riaffacciai dalla porta socchiusa. I due erano sdraiati, abbracciati a baciarsi. Che strano vi erano due preservativi annodati per terra.Lei scivolo' lungo il suo petto leccandolo e poi si mise d'impegno a fargli un pompino. Notavo un'enrme stanchezza nel giovane, una difficoltà per una nuova erezzione poi lei gli sussurro' all'orecchio:....UO ANCHE LA VASELLINA IN BORZETTA. E lui fu invaso da un brivido nuovo.La vidi prendere il tubetto, stapparlo e spalmarsi la crema sul forellino del culo, a pecora invitò l'uomo a infilarla. Aveva ripreso un forte vigore e con decisione la penetro' lei urlo' il suo dolore,la sua rabba per una penetrazione troppo decisa ma presto il dolore divenne piacere.Lie urlava, si dimenava,in preda a un'altro orgasmo ma il giovane continuava a pomparla fino a che non le crollò addosso sfinito. Dopo pochi minuti lui stava dormendo.Fu allora che lei si giro' di scatto verzo di me incapace anche di ritrarmi, certo del fatto che lei sapesse.......Mi venne incontro, mi bacio' stringendomi cosi' forte da farmi male poi silenziosamente scendemmo. Vicino al divano vi era una plantana con luce regolabile l'accesi tenue tenue. Scambiammo poche parole lei mi baciava continuamente forse grata di averle regalato una cosi' bella serata. Si inginocchio' ai miei piedi mi abbasso i pantaloni e mi cavalco'. Adesso ero io a essere dentro di lei,la sentivo calda, percepivo il fatto che avesse scopato con un altro da poco ma la cosa era ancora maggiormente eccitante. Mentre la scopavo le accarezzavo il cul e anchesso' lo sentivo aperto, divaricato, pronto a rivevere le mie dita. Nel momento piu' bello mi fece uscire da lei e riceve' il mi sperma in bocca declutendo ogni cosa......aveva ragione quando aveva detto: CI DIVERTIREMO TUTTI E TRE....eccome se aveva ragione
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago -
Gioco dell\' oca erotico in coppia da noi ideato
Riportiamo di seguito una versione del gioco dell' oca da noi rivista in chiave erotica. la versione sottostante è fondamentalmente per una coppia, stiamo lavorando ad una versione ad hoc per un gioco che comprenda 2 o più coppie.
Occorrente e regole
Disegnate un tabellone di 63 caselle numerate, un dado
ogni volta che si arriva sulla casella si esegue quanto specificato sulla legenda qui sotto riportata (come nel gioco dell'oca si deve arrivare alla casella 63 esatta altrimenti si retrocede di tante caselle quante mancano al lancio del dado ) Chi vince ha diritto a riscuotere la posta che stabilirete a priori:
Buon divertimento :
1 fatti mollare un pizzicotto sul sedere
2 fatti massaggiare le spalle dal partner
3 togliti un indumento e fanne togliere 2 al partner
4 togliti un indumento
5 Vai alla casella 7
6 raddoppi il punteggio del dado se bevi 2 bicchierini di liquore o 2 bicchieri di vino
7 fatti mettere 2 cubetti di ghiaccio nelle mutande
8 Tatuaggio? No grazie … Un bel succhiotto senza pietà sulla spalla
9 aggiungi 5 al prossimo lancio del tuo avversario
10 togliersi tutto tranne le mutande
11 metti dei cubetti di ghiaccio nelle mutande del partner
12 togliersi tutto tranne le mutande
13 fatti mettere dei cubetti di ghiaccio nelle mutande
14 E se le mani fossero legate? … Togli le sue mutandine con la bocca
15 fatti baciare dal basso verso l'alto sul lato della schiena partendo dai piedi (fatti togliere le mutande se ancora addosso)
16 massaggiare la schiena
17 Bacia il partner dalla bocca in giù come se tu fossi un ascensore eventualmente toglili le mutande
18 raddoppia il tuo punteggio al prossimo lancio
19 fermo un turno (spogliati completamente se gia' non lo sei)
20 baciare il petto del partner (sfilagli le mutande se ancora addosso)
21 mangia un frutto posizionato fra le gambe del partner senza usare le mani
22 subisci 2 minuti di sollettico
23 leccare il collo del partner
24 leccare dello yogurt sul corpo del partner
25 leccare la schiena del partner
26 leccare delle gocce di liquore sul corpo del partner
27 il prossimo lancio del tuo avversario sarà decurtato di 3 punti
28 massaggia le spalle del partner
29 Leccare il contorno del corpo del partner (fare tutto il giro)
30 passa un cubetto di ghiaccio con la lingua sul corpo dell'altro fino a scioglierlo completamente
31 Prigione salta un turno di gioco e subisci 10 sculacciate dal partner
32 mangia un frutto posizionato fra le gambe del partner senza usare le mani
33 fai un massaggio con il corpo al partner
34 mettere del gelato/yogurt sul proprio corpo il partner lo deve leccare
35 il tuo avversario arretra di 10 caselle
36 raddoppia il punteggio del tuo prossimo lancio
37 il tuo avversario avanza di 5 caselle tu paghi il suo pegno
38 leccare i piedi al partner
39 infila un dito nel culo del partner fino ache non tira i dadi
40 leccare il buco del culo del partner
41 fatti infilare un dito nel culo dal partner entra ed esce per 5 volte
42 fermo un turno e retrocedi al 39 facendo la penitenza
43 farsi leccare il buco del culo dal partner
44 masturba il partner per due minuti
45 hai diritto a rilanciare il dado e avanzare solamente se per ogni numero berrai un bicchiere di liquore altrimenti perdi un turno
46 masturbati davanti al partner per 2 minuti
47 fai indietreggiare il tuo avversario al via
48 farsi leccare il buco del culo dal partner
49 aggiungi 3 al tuo prossimo lancio di dadi
50 Fai fare al tuo partner un pegno da te scelto
51 pratica sesso orale al partner per 3 minuti
52 masturba il partner per 3 minuti
53 paga un pegno che decide il tuo partner
54 masturba il partner usando i piedi per almeno 5 min
55 leccare il buco del culo del partner
56 masturba il partner per 5 minuti
57 il partner ti farà sesso orale sino al tuo orgasmo
58 aggiungi 4 al prossimo lancio
59 fatti masturbare sino a godere
60 indietreggia di 20 caselle e salta 2 turni di gioco ripeti l'ultimo pegno del tuo avversario
61 masturbati davanti al partner sino all' orgasmo
62 pratica sesso orale al partner sino all'orgasmo
fine
Attendiamo suggerimenti e consigli e il racconto della serata magari correlato dalle foto.
Marco e Sara
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16 years ago
admin, 75
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Una sedicenne in cerca di tenerezze
Non credo di essere una romantica, una sdolcinata che fa le fusa con il ragazzo o con le amiche. Anche perchè io un ragazzo non ce l'ho. Almeno nel senso di uno che ti viene dietro e poi vuole stare solo con te . Che barba sarebbe. A me piacciono le storie brevi, intense ma brevi. Soprattutto quelle dove dopo non c'è bisogno di stare lì a sdolcinare. Chi s'è visto ......OK. Eppure quella volta una tenerezza di più non sarebbe guastata. Quella volta che, scesa dalla corrire che mi portava come sempre da scuola a casa mi si affinaca in motoretta un ragazzino che mi fa: "cia bella dove vai?" E dove vuoi che vada? Non vedi che scendo dalla corriera della scuola. Al massimo vado a fare i compiti dalla mia amica. Questa volta però vado a casa mia. Il ragazzino non demorde e insiste pure. Potrà avere al massimo dodici anni. Già ma come fa allora con soli dodici anni ad avere la moto?. Forse non ha dodici anni. Intanto lui insiste che deve farmi provare la moto. Che è un portento con la moto. "va bene facciamo un giro ma solo uno".
Appoggio la mano sulla sua spalla e salgo sulla motocicletta. Non faccio in tempo ad aggiustarmi sul sedile che lui parte a razzo e io guasi cado e allora mi stringo a lui. Via, con la motocicletta, che bello. Primavera profumata, calda, luminosa. La passerina me la sento fresca perchè ho la gonna e anche se cerco di non farla svolazzare, comunque mi sento scoperta e il vento mi solletica. Intanto lui accellera perchè, l'ho capito, così io mi stringo a lui. E va bene allora mi stringo. Anzi visto che fai il furbo ti metto in crisi e ti tocco un pochino: scivolo con la mano giù dalla spalla al fianco e poi, una curva dopo l'altra, mi ritrovo, guarda che caso, vicino al suo uccello. Che nel frattempo sento è cresciuto. Accidenti, nemmeno quello di Gianni, il mio fidanzatino, è così grosso. Lui avverte la presenza indiscreta della mia mano e rallenta. Poi accosta con la moto e si ferma. "senti bella che ne dici di approfondire l'incontro?" Nemmeno per idea. Rispondo. Ma tradisco la voglia e allora lui mi si avvicina e con una mano mi accarezza una tette. Io arrossisco e allora lui mi tocca con tutte e due le mani i seni. A questo punto mi sento sciogliere. Mi sento un pò bagnata. e vorrei fare qualcosa con lui. Ma lui è molto timido. Nonostante l'approccio, la moto, l'età, la primavera, il primo tepore. E allora io scappo via, senza che lui abbia il tempo di riaversi dallo stupore, dalla sua fantasia. Scappo via e corro a csa. Entro in camera e mi chiudo a chiave. Non ho voglia di cenare. Ho solo voglia di ricordare cosa mi è accaduto. Così all'improvviso senza quasi rendermene conto. E mentre rammento lui e la moto, e la mia mano vicino al suo sesso e lui che me le tasta, le tette, e poi io che sono rossa dal timore e lui incerto perchè è pur sempre un giovincello che gioca a fare il grande, e mentre fantastico su cosa sarebbe potuto succedere ancora ,se fossi rimasta, la mia mano scende lentamente ad accarezzare il pancino, poi il ciffetto di peli della passerina poi labbre piccole ma carnose , svelando un buchettino che non è stato ancora esplorato se non dal dito. E orai il mio dito fa l'eploratore, ricordando l'avventura del ragazzino con la motocicletta. Ricordando Gianni, il mio fidanzatino, e il professore di ginnastica, che mi solleva sulla cavallina, e la mia amica del cuore, Cinzia, che ogni volta che andiamo in piscina, non perde occasione di farmi vedere la sua passera preoccupata di chiedermi se la trovo strana e diversa dal solito, dopo che il suo ragazzo l'ha sverginata un pomeriggio qualsiasi. Poi mi riaggiusto e preparo per la cena. C'è luce ancora. Le giornate si sono allungate. E' una primavera dolce, profumata e piena di promesse e io ho tanta voglia di avventure.
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16 years ago
jenette,
36
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Sorpresa al cinema parte 2!
...lei si era ricomposta e seduta di nuovo al suo posto..accanto al suo uomo..ma Mena ormai era in calore...mi disse all'orecchio che adesso voleva ricambiare..io diedi il mio assenso..e lei subito ando' con le sue mani in mezzo alle cosce..ma subito si ritrasse come se fosse stata folgorata..da qualcosa di..sconvolgente..allora lei mi sibilò all'orecchio.."ma lei...è...un lui..cioè..insomma lei..c'ha il..coso"..io allora la incitai a toccarlo tanto ormai il gioco era aperto...lei titubando di nuovo andò con la sua mano..lì...ma la mano lì rimase..e vidi nel semibuio che gli faceva una sega..mentre lui/lei cominciò di nuovo a toccarla in tutti posti e Mena si cominciava a dimenare come un'osseesssa..mentre lo masturbava..mi chiese se poteva prendermelo in bocca ..ma io le suggerì di prendere il suo..cioè quello di lei/lui in bocca..e così fece..il tutto durò pochi istanti perchè l'orgasmo arrivò subito..mentre il suo compagno s'era portato vicino a me e stava provando a toccarmi...io dissi a Mena che era arrivato il momento di andare via perchèproprio non m'andava essere toccato da un uomo...e subito in fretta e furia andammo via..anche se Mena in un primo momento non capì il motivo di un sì repentino addio...dopo giunti a casa io e Mena ripensando a tutto ciò che era successo facemmo l'amore fino all'alba...un bacio a tutti
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16 years ago
admin, 75
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Sorpresa al cinema!!!
Salve!noi siamo della provincia di CASERTA....abbiamo tanti desideri e tanti sogni ma mai avremmo immmaginato di vivere una situazione così eccitante e sorprendente come ci è successo l'altra sera:...io e miamoglie Mena abbiamo deciso di andare al cinema e dopo aver afidato i nostri bimbi alla mamma di lei..sabato sera verso le 21 ci siamo avviati al multisala di Caserta dove tra i vari film abbiamo deciso di vedere"io sono Leggenda"...quando siamo entrati nella penombra siamo riusciti tra vari tentennamenti a trovare il nostro posto in una sala semivuota dove sì e no c'erano 4-5 persone...il nostro posto era vicino ad un'altra coppia...allora Mena s'è accomodata accanto alla signora....il film era un pò scontato e dopo circa un quarto d'ora Mena mi riferiva che la signora stava cercando di toccarle la gamba...nemmeno il tempo di dirle di atttendere per vedere come si sviluppava la cosa...che vedo la signora che si avvinghia sul seno abbondante di Mena con mani e lingua in modo frenetico e arrapante...MENA eccitata dalla cosa cerca di palpare il mio cazzo ma non ci riesce perchè nel frattempo la signora s'era portata tra le sue cosce semiseduta ai suoi piedi le aveva tolto la mutandina ed aveva cominciato a succhiarle il clitoride...mentre il suo uomo imperterrito continuava a seguire il film....Durò circa dieci minuti il cunnilingus che la signora aveva deciso di regalare alla mia piccola conclusosi con un favoloso orgasmo..dopodichè la signora si ricompose e tornò al suo posto...CONTINUA!!!!
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16 years ago
admin, 75
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Regole di trasgressione
Molti, sicuramente più esperti di me hanno dato indicazioni sul gioco della trasgressione.
Alcuni ritengono che non debbano esserci delle regole, ma solo istinto.
Io ritengo che lungo una via sconosciuta occorra stabilire dei riferimenti, che consentano alla coppia di incedere consapevolmente in un percorso che potrebbe rivelarsi pericoloso.
Il metodo con cui procedere è sempre e sicuramente un dialogo sincero e aperto che non possa prescindere dai seguenti riferimenti:
1) la ricerca del piacere è un gioco che deve essere sempre condiviso tra i patner
2) i patenr devono sempre essere reciprocamente presenti in ogni incontro extraconiugale
3) nessuno è obbligato o deve sentirsi forzato a fare nulla di più di ciò che desidera
4) è sempre possibile sospendere o interrompere il gioco senza obblighi
5) prima di ogni contatto, azione o approccio fisico con un altro/a esterno alla coppia occorre che entrambi i patner siano consenzienti e convinti
6) ogni rapporto esterno alla coppia deve essere sempre preceduto da un incontro esclusivamente conoscitivo
7) è indispensabile definire le preferenze sessuali e i limiti del gioco con l’altra coppia prima di cominciare
8) sono indispensabili certificazioni sanitarie di buona salute ( esami sangue completi donatori Avis ) delle persone che si incontrano, prima di approfondire il gioco
9) è indispensabile l’uso del profilattico per ogni eventuale contatto orale e/o genitale con patner esterni alla coppia
10) il gioco deve essere praticato in modo saltuario affinché non determini dipendenza psicologica
Attendo di eventuali indicazioni, opinioni, critiche o esperienze.
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16 years ago
admin, 75
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La mia fanatasia
LA COSA CHE MI PAICEREBBE ORGANIZZARE CON UNA BELLA COPPIA IN QUALCHE PARCO TIPO LA PELLERINA.............O LA CERTOSA ........LA MANDRIA.........
ORGANIZZIAMO UN SABATO POMERIGGIO ADESSO CHE SI STA BENE LA FAI METTERE CON UNA BELLA MINI GONNA E MENTRE PRENDETE IL SOLE IO OSERVO LE SUE GRAZIE ATTRAVERSO LE SUE GAMBE VISTO CHE NON PORTA L'INTIMO.............. E IO CON MOLTA TRANQUILLITA' GLI FACCIO VEDERE IL MIO C..... E MI MASTURBO CON MOLTA ATTENZIONE!!!!! COPPIE QUESTA FANTASIA POTREBBE DIVENTARE REALTA' CHE NE DITE? UN BACIO ALLE COPPIE NON MERCENARIE!!!
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16 years ago
admin, 75
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La prima volta
Laura, mia moglie, indossava una gonna di jeans corta, scarpe con tacchi alti ed una maglietta scollata. Mentre camminavamo per il centro di Brescia in cerca del luogo prescelto per l’incontro i passanti, cercando di non essere troppo ovvi, le gettavano occhiate alle gambe e al culo che lei ondeggiava dolcemente. Faceva finta di niente, ma sapeva benissimo di essere osservata. Io in passato mi divertivo a farle notare quelli che la sgranavano con gli occhi. Adesso era cosciente della sua sensualità e si divertiva a stuzzicare chi ne veniva rapito. Quando un ragazzo o un uomo le passava vicino accentuava l’altalenare delle sue bellissime natiche e poi mi guardava sorridendo. Io le facevo un cenno di consenso per confermare le furtive attenzioni ricevute. Camminavamo abbracciati e quando qualcuno aveva l’occhio un po’ troppo assorto io facevo scivolare la mano e le stringevo il culo facendola sussultare lamentandosi divertita. Ma la verità era che le piaceva ed ancor di più quando sapeva di essere osservata. Io però non guardavo solo lei, per quanto non mi stancassi mai di eccitarmi ad osservare le sue performance. La strada era gremita di belle ragazze che si dirigevano nei Bar e nelle Discoteche. Era sabato sera. Pantaloni a vita bassa, minigonne, tacchi a spillo, magliettine attillate e scollate. Era diventato un gioco per noi. Guardare, eccitarsi, provocare.
Ed ecco finalmente il Bar dove avremmo incontrato Marco e Valentina. Fuori c’erano ragazzi e ragazze con bicchieri in mano che fumavano e chiacchieravano. Ci eravamo scambiati alcune foto, ma ci chiedevamo se li avremmo riconosciuti. Fuori nessuno assomigliava alla bella coppia conosciuta su internet. Entrammo nel locale. Musica da discoteca. Molta gente in piedi davanti al bancone. Ci guardammo in giro sperduti. A un certo punto da una porta laterale la vidi arrivare. Era Valentina, Vale per gli amici. I capelli neri e lunghi le cadevano sulle spalle scoperte. Una maglietta attillata e bianca metteva in risalto la carnagione scura. Si fece spazio tra la gente e solo quando arrivò di fronte a noi vidi gli stivali alti, le calze autoreggenti a righe fin sopra il ginocchio e i pantaloncini corti e stretti. “Ciao!, Venite” disse, cercando di sovrastare il vociare assordante. Senza dire nulla la seguimmo e quando si girò per guidarci non potei fare a meno di guardarle il culo che era divinamente bello e tondo. Laura se ne accorse subito e mi fece l’occhiolino. Oltrepassata la porta da cui Valentina era arrivata ci trovammo in un anticamera. Valentina passò sotto un’arcata e noi la seguimmo. Questa area del locale era completamente diversa. Tante piccole salettine ricreavano un ambiente molto riservato. Luci soffuse, musica soft. Valentina si fermò davanti ad un tavolino. Intorno un divanetto in tessuto rosso e soffice. Un grosso separè ed una pianta enorme lo nascondevano completamente da occhi indiscreti. Marco ci aspettava sorseggiando un cocktail. Valentina lo invitò ad alzarsi e finalmente ci salutammo con baci e abbracci. Dopo esserci seduti di fronte a loro ci guardammo sorridendo. Eravamo tutti un po’ emozionati, come adolescenti al primo appuntamento, ma le tante chiacchierate in chat ci avevano dato la possibilità di scambiarci molte informazioni e fù molto facile incominciare a chiacchierare, come vecchi amici che non si vedono da molto tempo.
Marco indossava jeans slavati e una camicia bianca con le maniche girate fin sopra i gomiti e il colletto aperto. I capelli lunghi e bagnati gli davano un’aria molto intrigante e giovanile. Era un ragazzo simpaticissimo e ad ogni battuta tutti si facevano delle sonore risate. Era strano come quattro persone mai conosciute prima potessero sentirsi così a loro agio. Ci volle ben poco perché le battute si facessero piccanti e provocatorie. Laura non gli staccava gli occhi di dosso ed io naturalmente ero concentrato sugli occhi profondi e le labbra carnose della mia nuova amica, che si divertiva a provocarmi con sorriseti maliziosi. Dolcemente avvicinò il piede alla mia gamba e cominciò a strusciarlo guardandomi fisso negli occhi mentre faceva finta di ascoltare quello che Marco stava dicendo. Laura si accorse quasi immediatamente di quello che Valentina stava facendo e senza esitare disse a Marco: “Perché tu e Luca non vi cambiate di posto?” Come rifiutare? Un po’ imbarazzato mi alzai e andai a prendere il suo posto. Mentre Lui ostentava sicurezza e pieno controllo della situazione io mi sentivo impacciato e imbarazzato, ma anche esageratamente eccitato. Laura invece sembrava completamente a suo agio e come spesso in passato dimostrava la sua imprevedibilità. Non mi sarei certo aspettato questa sua sicurezza. Una volta seduti ricominciammo a chiacchierare. Di nuovo le battute spinte diventarono il centro dei nostri discorsi. Valentina mi mise il braccio intorno al collo. I capelli mi sfioravano la guancia. Il suo profumo inondava le mie narici. Con le dita cominciò ad accarezzarmi il collo. Laura scherzando ci rimproverò: “Ragazzi, non qui!” E via di nuovo battutine e sorriseti maliziosi. Anche Lei stava prendendo l’iniziativa e appoggiatasi con la testa alla spalla di Marco con la mano gli accarezzava la gamba. L’ambiente cominciava a scaldarsi. Allora mi feci forza ed anch’io misi la mano intorno al collo di Valentina. Le accarezzavo i capelli e le sfioravo la pelle. La sentii fremere. Si stava eccitando. In quanto a me ero su di giri già da un pezzo. Anche Marco non era rimasto impassibile alle avance di Laura. Aveva fatto passare la mano dietro alla sua schiena e le accarezzava il sedere. Era chiaro che quel posto, per quanto riservato, si stesse facendo stretto.
“Cosa facciamo? Vogliamo andare da qualche altra parte?” disse Valentina. Io risposi senza pensarci due volte: “Va bene, dove ci portate?”. “E’ una sorpresa. Vedrete che vi piacerà.” Rispose Marco.
Uscimmo dal locale ristabilendo le coppie originali. Mentre li seguivamo nel parcheggio Laura mi chiese: “Sei eccitato?” “Certo” le risposi io. “E tu?” “Da morire, ho una voglia pazzesca di scopare!”. “Con chi? Con me o con Marco?” Le dissi io sorridendo. Lei non rispose, ma si mise a ridere. Loro intanto erano arrivati alla loro macchina. Salimmo, loro davanti e noi dietro. Mentre le chiacchiere riprendevano io e Laura cominciammo a toccarci. Lei aprì le gambe ed io le spinsi la mano fino agli slip. Glieli spostai leggermente per poterla penetrare con le dita e restai sbalordito da quanto fosse già bagnata. Le mie dita scivolarono facilmente dentro di lei mentre la sua mano cercava la mia cintura per slacciarla. Stava perdendo il controllo. Smise di ascoltare quello che Valentina le stava dicendo e cominciò ad emettere gemiti di piacere cercando di non farsi sentire.
“Vi andrebbe di andare in un posto molto carino dove possiamo restare soli?” Eravamo troppo persi per poterle dare risposta. La mano di Laura ormai era dentro ai miei pantaloni e mi stava accarezzando il cazzo ormai duro. Valentina si girò verso di noi e sorrise. Ci guardava divertita ed eccitata. Marco si accorse che qualcosa stava succedendo. Diede un’occhiata veloce nello specchietto retrovisore: “Hei, non è giusto. Cosa fate? Cominciate senza di noi?” Niente da fare. Eravamo su un altro pianeta. Adesso Laura me lo teneva saldamente in mano mentre con il corpo accentuava la penetrazione delle mie dita nella sua figa. Ad ogni colpo gemeva di piacere. Intanto ci baciavamo e non ci accorgemmo neanche che Valentina stava venendo dietro. Si sedette di fianco a me e cominciò a baciarmi sul collo. Io con la mano le accarezzai le cosce. Lei slacciò la cerniera dei suoi pantaloncini e li fece scendere velocemente fino alle caviglie. Poi anche lei allargò le gambe per invitarmi dove lei voleva che io andassi. Stavo impazzendo di piacere. Si stava avverando uno dei miei più bei sogni erotici. Due ragazze tutte per me. Adesso masturbavo e penetravo entrambe con le dita e loro mi accarezzavano e mi stringevano il cazzo, mentre le loro lingue mi leccavano dal collo alla bocca soffermandosi a giocare anche tra di loro quando si incontravano. Ed io naturalmente approfittavo dei loro incontri per tirare fuori la mia e godere con loro. I nostri sospiri e i nostri gemiti aumentavano progressivamente. Ma Marco non era per niente contento. “Eh no! Così non và. Voi vi divertite ed io devo guidare?” Laura non lo fece nemmeno finire. Andò a sedersi al posto di Valentina: “Non ti preoccupare che adesso ci penso io a te!” Con le mani gli slacciò la cintura e gli aprì i pantaloni. Gli tirò fuori il cazzo e cominciò ad accarezzarglielo. In pochi secondi era duro come un sasso. “Ma ce la fai a guidare?” Gli chiese Valentina. “Non è che finiamo fuori strada?” “No, no. Non vi preoccupate. Ho tutto sotto controllo. E poi siamo quasi arrivati!” Rispose Lui deciso. Non voleva di certo perdersi le attenzioni di Laura. Adesso lei si stava chinando su di lui per prenderglielo in bocca. Nel frattempo io e Valentina eravamo avvinghiati come due polipi. Ci baciavamo, ci toccavamo dappertutto. Lei si sedette sopra di me spingendo la sua figa sul mio cazzo. Io con le mani le stringevo il culo e la baciavo con foga. La sentivo godere, i suoi gemiti si facevano sempre più forti e intensi uniti ai miei e a quelli di Marco che cercava di restare concentrato, ma che ovviamente cominciava ad avere qualche problema nel mantenere il controllo. Dal davanti si sentivano i gridolini di Lui “ Ahhhh, ahhhh, ahhh” e il mugolare soffocato di Laura: “Mmmmmm, mmmmm, mmmm!” in perfetto ritmo e cadenzati dal scendere e salire delle sue labbra intorno al suo cazzo. Finalmente arrivammo. Marco parcheggiò l’auto. Laura smise di succhiarglielo, gli prese il viso con entrambe le mani e gli spinse violentemente la lingua in bocca. Lui ricambiò con rantolii di piacere. Ci volle qualche minuto per ricomporci e riprendere un minimo di controllo. Prima di uscire dalla macchina Valentina mi baciò dolcemente su una guancia ed io la ricambiai con una carezza. Era una ragazza calda come il fuoco, ma sapeva anche essere dolcissima. Usciti dalla macchina Laura si avvicinò a me. Mi strinse forte e mi disse: “Non ce la faccio più” “Ho una voglia pazza” “ Se non scopo mi scoppia il cervello” I suoi occhi sprizzavano eccitazione e il suo corpo fremeva dal desiderio. Anche Valentina e Marco si scambiavano un po’ di coccole ridacchiando compiaciuti, mentre si dirigevano verso un bungalow. “Ma dove stiamo andando?” chiesi. “Abbiamo affittato un bungalow per questa notte!” “ Speriamo che vi piaccia.” Rispose Marco. Entrammo. Marco non fece in tempo a girare la chiave per chiudere la porta che già io e Laura ci eravamo buttati sul letto e avevamo cominciato a spogliarci. Il posto era bello ed accogliente. Il letto era enorme e rotondo. Specchi sul soffitto e sulle pareti. Luci colorate e soffuse. Ma noi ci facemmo poco caso. Avevamo perso ogni inibizione e Marco e Valentina per qualche minuto restarono a guardarci mentre ormai sdraiati e nudi sul letto ci baciavamo e ci masturbavamo a vicenda. “Beh, voi state a guardare?” Gli disse Laura. Anche loro cominciarono a spogliarsi e si avvicinarono a noi. Valentina si sdraiò vicino a me e Marco vicino a Laura. Mentre continuavamo a giocare tra di noi sentivamo i loro corpi caldi ed eccitati che si spingevano contro i nostri e le loro mani che giocavano alla ricerca dei nostri punti erogeni per accentuare ancor di più il nostro godimento. Io e Laura ci guardammo dritti negli occhi e con un cenno di intesa ci scambiammo il consenso a divertirci con i nostri nuovi giochi erotici. Ci girammo rispettivamente verso di loro. Io cominciai ad accarezzarla dolcemente su tutto il corpo mentre la baciavo con passione. Lei mi stringeva il culo con una mano, mentre con l’altra mi accarezzava il viso. Guardai verso Laura e Marco e vidi che anche loro erano abbracciati e stretti l’uno all’altro e si scambiavano lunghi baci e carezze su tutto il corpo. Non avrei mai immaginato che sarebbe stato così eccitante vederla con un altro uomo, scoprirla così disinibita e travolgente. Valentina mi chiese: “Ti piace vero?” Io le risposi deciso. “Sì, da impazzire!” . “Anche a me piace guardare Marco mentre scopa con un’altra ragazza”. “Però adesso voglio che tu ti concentri su di me!”. Le sue parole mi fecero eccitare ancor di più. Cominciai a leccarle il collo, poi giù lungo il petto fino ai seni. I capezzoli erano dritti e duri e dopo averli stimolati con la punta della lingua glieli succhiai voracemente. Lei godeva e mi spingeva la testa contro il seno per accentuare il contatto con le mie labbra. Poi continuai a scendere, leccandole la pancia, l’ombelico. Poi girai attorno alla sua vagina per raggiungere l’interno delle cosce. Mi avvicinavo alle grandi labbra per poi allontanarmi stuzzicandola. E finalmente la mia lingua si spostò sul clitoride morbido e teso. Giocai per lunghi minuti sentendola tesa ed ansimante. A un certo punto alzai lo sguardo per scoprire che stava osservando Laura e Marco. Mi fermai solo un’ istante per alzare lo sguardo ed ammirarli in un 69. Si leccavano e succhiavano a vicenda emettendo gemiti soffocati mentre i respiri si facevano via via più profondi e intensi. Era una visione paradisiaca. Valentina mi guardò e tirò fuori la lingua, con le mani mi prese dolcemente la testa e mi invitò a tornare a baciarla. Io obbedii. Ci baciammo di nuovo, stavolta più violentemente, con foga. Lei mi sussurrò in un’ orecchio. “Adesso voglio sentire il tuo cazzo dentro la mia bocca! Sdraiati!” Non avevo parole, né pensieri. C’era solo piacere, eccitazione, desiderio. Mi sdraiai. Lei venne sopra di me con la testa verso il mio cazzo e la figa sopra alla mia bocca. Con la lingua mi stuzzicava la punta della cappella e con la mano mi stringeva i testicoli. Io giocavo con le dita prima sul suo clitoride poi dentro di lei. Prima lentamente, poi sempre più velocemente, dentro e fuori, dentro e fuori. Adesso me lo stava succhiando e seguendo il ritmo da me impostato sentivo le sue labbra che salivano e scendevano sull’asta del mio cazzo. Non avevo mai goduto così tanto! Poi smisi di penetrarla con le dita e le spinsi dentro la lingua il più profondamente possibile mentre con le mani stringevo il suo magnifico culo. Lei smise di succhiarmelo. Stringendomi saldamente il cazzo cominciò ad emettere grida di piacere: “Ahhhhhh, ahhhhh, ahhhhhhh!” Sì, così! Ancora!!!”. Io cercavo di spingere la lingua sempre più a fondo mentre la facevo entrare ed uscire velocemente. A un certo punto Valentina si alzò. Venne a sedersi sopra di me. Laura e Marco nel frattempo avevano cambiato posizione. Lei era sdraiata a pancia in giù e lui sopra di lei strusciava il suo cazzo sul suo culo che lei sporgeva in fuori per sentire meglio la sua cappella scivolare sull’ano. Valentina si rivolse a Laura: “Adesso voglio sentirlo dentro, posso?” Aveva disegnata in viso un’ espressione sicura e divertita allo stesso tempo. Sapeva benissimo che Laura non aspettava altro perché quello voleva dire poter finalmente fare lo stesso con lui. Lei non rispose. Mi guardò ed io le feci l’occhiolino. Lei mi rispose allo stesso modo. Era il segnale. Eravamo liberi di fare tutto ciò che volevamo. Lei spostò lo sguardo su Valentina. In silenzio allungò la mano dietro, verso il cazzo di lui. Lo prese in mano e lo indirizzò dentro alla sua figa. Marco glielo spinse dentro dolcemente e Lei finalmente le rispose: “Non puoi! Devi!”. Lei fece lo stesso con me. Se lo indirizzò dentro e poi cominciò a cavalcarmi mentre con le mani mi accarezzava il petto. Le mie intanto si erano spostate sui suoi seni tondi e sodi. Intanto Marco la penetrava dal di dietro ed io potevo osservare le espressioni di godimento di Laura ad ogni suo colpo di cazzo. E ad ogni colpo le sue grida aumentavano di intensità: “Ahhhh, Ahhhhhhhh, Ahhhhhhhhh! E intanto ci guardava scopare. Anche Valentina godeva senza ritegno: “Mmmmmm, mmm, Siiiiii, Ahhhhh, ahhhhh!!” Io cominciavo a perdere il controllo. Il piacere era troppo grande per riuscire a trattenermi oltre. “Aspetta, aspetta! Sto per scoppiare!” Lei scese dal suo cavallo, velocemente me lo prese di nuovo in bocca masturbandomi con foga. Io venni con un impeto fortissimo” Aaaahhhhhh! Ahhhhh, aahhhhh! La bocca le si riempii del mio caldo sperma e lei lo ingoiò , leccandosi poi le labbra con un sorriso dipinto sul volto. Marco invece sembrava in pieno controllo. Laura si era girata a pancia in su con le gambe bene aperte e lui la penetrava con colpi lenti, ma forti e lei gli stringeva il culo con forza conficcandogli le unghie nei glutei. E mentre lo facevano si baciavano appassionatamente, le lingue incrociate ed avvinghiate come due serpenti in lotta. Mentre riprendevo le forze Valentina mi accarezzava il viso e mi baciava con dolcezza. Guardava il suo compagno e la sua nuova amica godere insieme e l’eccitazione di quell’ atto così trasgressivo la faceva impazzire di desiderio tanto che non potè trattenersi dal cominciare a masturbarsi. Io allora le tolsi la mano per sostituirla con la mia. E lei spostò la sua sul mio cazzo ormai molle. Anch’io li guardavo scopare ed ero eccitato quanto Valentina nel vedere mia moglie godere. Era bellissima, sensuale, calda e completamente disinibita. Ero rapito da quello che era stato sempre un sogno e che ora invece era realtà. Non potevo nemmeno immaginare quanto potesse essere bello. Senza nemmeno accorgermene il mio cazzo stava tornando nuovamente duro. Valentina continuava ad accarezzarlo ed io a masturbarla. Lei mi guardò compiaciuta pregustando il pensiero di un seguito ancor più trasgressivo ed eccitante di quello appena vissuto. Io le accarezzai i capelli e la fissai estasiato dalla sua bellezza. Con calma la invitai a sdraiarsi. Lei allargò le gambe. Io ero pronto per ricominciare. Guardai Laura e Marco, poi Valentina e mi resi conto che quello era solo l’inizio di un’avventura di cui non conoscevo il traguardo. Ma quello rese l’idea ancor più eccitante. Lo spinsi dentro di lei e ricominciai a vivere il sogno più bello della mia vita!
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16 years ago
admin, 75
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Gli uomini
Quante volte fra uomini ci siamo detti"ah le donne!!" chi riuscirà mai a capirle...
Io stesso tante volte ho fatto questa considerazione eppure in più di un caso io stesso mi rendevo conto che i miei comportamenti non erano spiegabili
Sono fortunato, ho avuto tante esperienze,con molte donne diverse anche fuori dall'italia ho trascorso anche un periodo dove veramente non ci capivo più niente, non sapevo più da chi andare,riuscivo a trovare sempre modi credidibili di argomentare sulle mie assenze da casa,a volte mi meravigliavo perfino di me stesso,inventavo delle cazzate incredidibili, eppure funzionavano,la mia compagna non si è mai accorta di niente. E' sempre andata bene
Per un periodo ho poi frequentato una donna molto più grande di me, si era perdutamente innamorata,e anche a me sinceramente non era indifferente. con lei abbiamo passato il limite,abbiamo fatto di tutto,e dico di tutto,dagli scambi di coppia al bdsm e tutto quanto altro la parte perversa della mente umana possa concepire,quando eravamo assieme stavo da Dio eppure alla notte finite le nostre "feste" mi trovavo nella condizione di dover andare via a tutti i costi perchè venivo assalito da un inquietudine tremenda che mi soffocava
Ne ho parlato con qualche mio amico li si che mi è cascato il mondo addosso...ho scoperto di uomini a cui è morta la moglie,con la salma ancora in casa e una bimba piccola andarsi a consolare dall'amante,ho sentito di un mio caro amico,che minacciava il suicidio perche la sua patner l'ha mollato che andava a mignotte tutte le sere per scaricare la tensione...la più bella..un ragazzo che io giudico come un fratello che è andato a festeggiare la nascita del proprio figlio con l'amante,la sera stessa del parto....
Io ho una grande passione per gli animali,ne ho di miei di varie specie,mi piace leggere su di loro,capire cosa pensano e come tentano di comunicare con noi,ma Vi assicuro che in natura non c'è specie più incoerente dell'uomo,inteso come maschio di razza umana
Forse qualche uomo leggendo queste righe penserà male di me è qualche donna magari riderà...fatemi sapere..
Saluti
P.
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16 years ago
egisto,
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La calda estate 2 – il cugino scapestrato
La calda estate 2 – Il cugino scapestrato
Faceva caldo quell’estate. Nella grande pianura quando arrivavano l’estate e l’ondata di caldo che non andava più via fino al primo temporale d’agosto, si creava una atmosfera “messicana” di languore e di predisposizione alla siesta. L’anno prima ero stato ospitato per un breve periodo presso il casolare di campagna dove vivevano mia zia Grazia che era vedova, la nonna e mio cugino Gianni. Avevo quasi quindici anni e lì, nel casolare della famiglia di mia madre, ero diventato un vero uomo proprio grazie a mia zia.
Fu quindi pensare alla mia esperienza dell’anno prima, che mi aveva spinto a ripercorrere i sei chilometri in piena campagna sotto il sole, con l’obiettivo di giungere giusto dopo il pranzo, ma prima della siesta e quindi sperare di condividere ancora una volta con la zia, il suo letto per un paio d’ore.
Dovevo aver fatto male i calcoli però, perché quando giunsi nel cortile del casolare, mi si presentò inequivocabile il panorama delle finestre chiuse, sia al piano terra che al primo piano, che avevo imparato essere l’indicatore che la siesta era già in atto. Un po’ deluso andai a posare nel ripostiglio degli attrezzi la mia bicicletta e stavo pensando a come trascorrere le due ore che avevo immaginato ben diverse, quando vidi aprirsi un battente della finestra della camera di mio cugino Gianni. Mi appostai all’angolo della casa e mi misi a sbirciare. Gianni scavalcò la balaustra, si afferrò ad una sbarra dove alloggiava la puleggia che consentiva di caricare il fieno nel soppalco del fienile, si diede lo slancio ed atterrò sul soppalco. Quindi scese e, dopo essersi guardato con fare circospetto si avviò verso il campo coltivato a granoturco.
Mio cugino era considerato in tutta la famiglia allargata uno scapestrato. In realtà era un bravo ragazzo, solo non aveva voglia di studiare e voleva divertirsi anziché sgobbare sui libri. Anche quell’anno era stato rimandato con un numero di materie spropositato da riparare a settembre e potevo ben immaginare cosa succedeva quotidianamente in casa di mia nonna. Io e mio cugino avevamo uno strano rapporto. Almeno io verso di lui. Era l’unico maschio grande della mia famiglia cui potevo per certi versi rapportarmi come modello. Ma esisteva anche uno spirito di competizione un po’ maschile perché lui mi prendeva in giro in quanto secchione, quindi, secondo le sue strane “regole”, femminuccia (solo le femmine se ne stanno in casa a studiare o peggio a leggere), io mi incazzavo per questo ma ammiravo in lui la sfrontatezza del “macho” che affrontava avventure o aveva esperienze che io non potevo neanche lontanamente immaginare. Erano memorabili nella nostra famiglia, i racconti sulle fughe che aveva intentato per scappare dalle sgrinfie di mia zia, ed andare a giocare a carte e a fumare al bar del paese!
Fu quindi con il desiderio di vedere come si stava svolgendo una delle sue fughe, che mi misi a seguirlo cercando di non farmi vedere. Gianni andava spedito verso il campo di granoturco, io cercavo sempre di tenermi nascosto dietro o un carro o un cespuglio o un mucchio di sacchi. Alcune volte Gianni si guardò in giro circospetto e forse un paio di volte corsi il rischio che mi vedesse, ma riuscii sempre a raggiungere un nascondiglio o almeno così volevo credere. Poi si infilò dentro un filare di granoturco e io, quando giunsi al limitare del campo, imboccai un altro filare a questo vicino perché non volevo che girandosi mi scorgesse e non mi portasse più dove stava andando.
Avanzai guardingo fino a che non giunsi a metà del filare e mi fermai perché mi sembrava di non sentire più il rumore dello stormire delle gambe di granoturco scosse dal passaggio di Gianni. Feci ancora qualche passo scrutando in avanti, ma non mi sembrava più di scorgere la sua maglietta in lontananza. Avvertii poi come una folata di vento che arrivava alle mie spalle e, prima che riuscissi a girarmi, Gianni era piombato su di me e mi aveva buttato a terra cingendomi le braccia intorno alle spalle in modo da bloccare ogni mio movimento. Fu lo spavento e poi il sollievo per scoprire che il mio assalitore era mio cugino, ma dopo essermi irrigidito tutto, lasciai che il sollievo e, stranamente il piacere, di essere dominato da una persona conosciuta si impadronissero di me. Avevo tutti i sensi all’ennesima potenza per la tensione dell’inseguimento e avvertii l’odore, non disdicevole, di Gianni, un misto di sudore e di banane, di albicocche e di tabacco. “Cosa fai qui Ettore? Eh volevi spiarmi?” “Dai, lasciami andare. Volevo solo vedere dove andavi.” Intanto mi strattonavo cercando di liberarmi della stretta ma mio cugino si avvinghiava sempre più strettamente a me. “Bravo. Così poi lo vai a dire alla tua cara zietta. Lo so che le vuoi tanto bene e le racconti tutto . . .” Per un attimo mi sentii venir meno. Pensai subito che in qualche modo Gianni fosse venuto a sapere cosa c’era stato con mia zia Grazia l’anno prima, ma poi scartai decisamente l’idea e ritenni invece che la sua fosse più che altro gelosia perché venivo sempre considerato il ragazzo “buono” da coccolare.
“Non è vero! Prometto che non dirò niente a mia zia! Ma cosa volevi fare?” Cercai, mentre le mie parole uscivano dalle labbra, di fare pressione per districarmi dalla sua presa.“Lascia stare cosa voglio fare io, sei bravo a sviare il discorso! Ora tu sei qui e ho solo due possibilità: o ti porto con me e rischio che tu faccia la spia, o ti lego e ti tengo da qualche parte fino a che non ho finito. Cosa vuoi che faccia”. Dicendo così mi strinse ancora più forte le spalle e con una gamba improvvisò una presa di judo avvinghiante. Ora il suo corpo aderiva completamente al mio, il suo bacino vicino al mio culo, avvertivo anche una strana protuberanza e sentivo il suo volto ansimarmi le sue domande di fianco all’orecchio. “Dai Gianni fammi venire con te. Ti giuro che non dirò niente a nessuno!” “Lo giuri veramente? Che neanche al prete in confessionale lo dirai quello che faremo?” “Sì lo giuro! Lo giuro solennemente!” Stringendomi forte le spalle mi sussurrò con forza “Va bene. Ma sappi che se solo una sillaba di quanto faremo oggi, ti uscirà dalle labbra, ti verrò a cercare dovunque ti sarai nascosto e ti garantisco che nessuno potrà impedirmi di fartela pagare molto cara!” Dal tono non avevo alcun motivo per dubitare che Gianni avrebbe messo in pratico quanto aveva promesso. “Non temere sarò una tomba. E poi te l’ho giurato!” “Dai andiamo!” Così dicendo si rialzò lasciandomi libero, si scosse via dalle gambe, dai calzoni corti e dalla maglietta un po’ di polvere, aspettò che io facessi altrettanto e poi mi guidò fuori dalle corsie di granoturco.
Raccolse un vecchio lenzuolo piegato e si diresse verso il fossato in fondo al campo di granoturco. “Certo che se vuoi seguire qualcuno devi stare più attento a non farti vedere. Potevi anche metterti a suonare la tromba che non c’era differenza” “Davvero?” Il fatto di essere stato accettato con il “grande” Gianni mi aveva reso meno pedante e rompicoglioni ed ero disposto a tutto pur di continuare questa avventura da grande. L’avventura che mi si presentò, si rivelò essere solo il fatto di sfuggire al controllo di zia, e di restare un paio d’ore provando anche a fumare delle sigarette caserecce fatte con le barbe del granoturco. Erano pestilenziali e, credo, altamente tossiche, ma corrispondevano pienamente al mito della trasgressione “maschia”, cioè dei maschi che non temevano di fumare qualsiasi cosa (anche perché spesso nelle campagne più povere, non c’era veramente niente di adatto per fumare).
Poi era bello il senso di complicità che avvertivo, stare seduti sul lenzuolo disteso sul fondo del profondo fossato, circondati dalla vegetazione bassa tipica della zona e da alte robinie spinose. Il tutto dava un leggero senso di fresco e di umido che proteggeva dal calore bestiale dell’estate nella grande pianura. A un certo punto Gianni cominciò a togliersi la maglietta dicendo “Beh visto che siamo tra uomini, e che se tu non ci fossi stato mi sarei spogliato, io mi metto a mio agio”, si slacciò i pantaloni e tolse pure le mutande. Rimasi di sasso a guardarlo: un ragazzone grande un metro e ottanta circa di statura, le spalle larghe e robuste, ma una struttura comunque longilinea. Non era molto peloso, ma una piccola striscia di peluria partiva appena sotto l’ombelico ed andava poi ad allargarsi in un folto cespuglio di peli ricci e castani che sovrastava un cazzo ancora moscio ma slanciato e ricurvo in cima, con la punta che volgeva verso il basso. Il mio sguardo era inchiodato a guardargli l’uccello e Gianni evidentemente se ne accorse.
“Non hai mai visto un uomo nudo? Cosa aspetti a spogliarti anche tu o vuoi sudare? Ti prometto che non li misuriamo!” Già aveva proprio colto il problema, o meglio solo una parte del problema, perché da un lato temevo il confronto sulle dimensioni, ma dall’altro avevo paura che il principio di erezione svelasse quanto la cosa mi turbasse. Ma ero nel mondo degli uomini e non volevo esserne scacciato con l’accusa infamante di essere una femminuccia. Mi spogliai volgendo le spalle a Gianni, con la scusa di riporre poi gli indumenti a lato su un angolo del lenzuolone e mi sedetti velocemente in modo da non fare palesare niente di imbarazzante. Non ho evidentemente finito la fase di sviluppo e sono alto quasi un metro e settantacinque, non si può dire che sono grasso ma ho una struttura robusta e, purtroppo quel po’ di ciccia che ho è andata a irrobustire le mie tettine, o per lo meno questo è quello che io percepisco del mio corpo.
Rimanemmo un po’ distesi continuando a parlare delle partite a carte che Gianni faceva al bar, dei personaggi di paese che affollano l’osteria e che a me sembravano affascinanti nel racconto di mio cugino. Poi Gianni ritorna a parlare di noi. “Ma ti vergogni che te ne stai tutto lì accovacciato quasi avessi paura di farti vedere. Proprio tu che studi le abitudini degli antichi greci . . “ “E cosa centrano gli antichi greci?” “Beh avevano l’abitudine di trovarsi in comunità maschili, chiamate per lo più ginnasi, dove potevano starsene liberamente senza donne tra le palle, e nudi discorrevano di politica, scienze e filosofia, e i più anziani insegnavano ai più giovani a godere anche con il culo. . .” “Ma erano recchioni?” “No! Lo facevano perché ritenevano che uno non fosse uomo completamente se non sapesse godere davanti e di dietro. Uno è recchione se vuole godere solo di dietro. Ma imparare a godere con tutto il corpo è un arricchimento. Non mi dire che tu e i tuoi amichetti non vi siete mai toccati?” “No mai!” risposi troppo velocemente arrossendo leggermente per l’imbarazzo che la domanda mi aveva procurato. Gianni mi guardò e sorridendo disse “Ho capito. Non vuoi dirlo” “Non è che non voglio dirlo è che non è mai accaduto!” Anche questa volta ero stato troppo veloce nel rispondere e capivo anch’io di non essere convincente. Ma come si fa a dire apertamente al mondo intero “Sì io e il mio amico Fausto ci troviamo e ci tiriamo dei segoni grandiosi a vicenda”. Non è facile e difatti cerco di non pensare molto a questa cosa. Però anche se imbarazzante il discorso mi intrigava non poco e volevo approfondirlo.
Prima che pronunciassi la domanda che affiorava le mie labbra, Gianni si avvicina e con mossa decisa porta il suo dito medio, dopo averlo inumidito di saliva, proprio contro il mio buco e prova a forzarlo. “Uh sei ancora vergine didietro! Vediamo davanti” Così dicendo la sua mano avvolse il mio uccello come dovesse fargli una sega e gli tirò giù tutta la pelle “Davanti invece non sei più vergine cuginetto!”. Detto questo si sedette di nuovo al suo posto. Ero un po’ sconvolto, il tentativo di penetrazione mi aveva lasciato sia un po’ timoroso ma anche con il buchino affetto da uno strano prurito, ma soprattutto non mi era affatto dispiaciuto che avesse preso in mano il mio cazzo. Cercai di riportare il discorso su temi che mi piacevano di più e di allontanarli dalla mia persona “Ma precisamente cosa vuol dire godere con il culo?” “Beh il nostro culo è un ricettacolo di terminazioni nervose che se opportunamente sollecitate procurano piacere; inoltre è dal culo che riesci a toccare la prostata e questo stimola il tuo cazzo.” “Ma tutti dicono che essere inculati è doloroso e fa male!” “Beh le prime volte c’è sicuramente anche il dolore, ma ti assicuro che il piacere supera di gran lunga il dolore. Difatti è per questo che i greci usavano i ginnasi per iniziare i più giovani ai piaceri completi della carne.E’ molto meglio così se ci pensi bene, piuttosto che ritrovarti in una camerata militare, senza che nessuno abbia preparato il tuo buchino, e con i nonni che cercano qualche recluta con cui sfogare la mancanza di donne!” “Beh questo è vero. Ma tu sei vergine nel culo?” Appena fatta la domanda mi pentii perché stavamo prendendo una china pericolosa che una volta imboccata andava percorsa fino in fondo. Io non ero sicuro di volerlo. O meglio desideravo provare, ma non sapevo ancora se sarei riuscito ad accettare quello che avrei scoperto in fondo alla strada. Per quello continuavo a tergiversare parlando di greci e cercando con la mente di trasferire quello che mi diceva Gianni in opportunità per i miei giochi assieme a Fausto.
“Certo che no! Ho avuto la fortuna di avere un amico più esperto che mi ha preparato per bene. Vuoi sentire?” Senza aspettare la risposta si avvicinò, si sedette vicino a me mi prese letteralmente il dito medio, lo portò alla bocca dove lo inumidì molto copiosamente, quindi si allargò il solco con una mano e con l’altra spinse il mio dito a puntare il suo buco. Gli fece fare alcuni piccoli movimenti circolari fino a distendere le crespe della pelle, lo rimise in bocca (chissà che sapore avrà pensai) e poi lo spinse deciso dentro il culo. La prima falange fu accolta in un piccolo antro umido e stretto ma che dava comunque un senso di accoglienza. “Senti il tuo invece” Così dicendo tolse il mio dito dal suo culo, lo portò di nuovo in bocca a inumidirsi e quindi lo puntò questa volta sul mio buchino, dopo aver allargato il solco tra le chiappe con l’altra sua mano. Avvertii come una barriera insormontabile, e anche la mia prima reazione fu quella di stringere i muscoli a bloccare l’intrusione. “Vedi come sono diversi! Pensa se un cazzo ti volesse inculare e tu non fossi preparato come lo sono io. Allora sì che ti farebbe veramente male. Invece abituandolo lentamente ad allargarsi e a restringersi vedrai che primo non ti farà male e secondo imparerai a godere anche dal culo e non solo dal cazzo!”. Mentre diceva queste parole Gianni le aveva accompagnato continuando il movimento rotatorio del mio dito sull’orlo dell’orifizio, aveva preso l’altra mia mano a tenere allargate le chiappe e aveva appoggiato il suo braccio libero sulla mia spalla. Guardandomi negli occhi disse allora con tono dolce “Hai voglia di provare Ettore?”. “Non so Gianni ho paura. . .” “Ma però vuoi anche provare . . .” insinuò soavemente il mio serpente tentatore. Non osai rispondere anche perché il massaggio che mi stava imponendo cominciava a scatenare in me sensazioni mai provate. “Il segreto vedi è di imparare a dominare le tue contrazioni. . . “
Dava per scontato che io avessi detto di sì e proseguiva con la lezione, questa volta sostituì il mio dito con il suo, che nel frattempo aveva abbondantemente umettato. “Appena io spingo tu avrai una reazione, devi accettarla, lo sai ma puoi controllarla e lascia che io faccia un passo dentro di te.” Le parole furono seguite dall’azione e mi ritrovai con una falange del suo dito infilata nello sfintere. Ebbi quasi un giramento di testa, chiusi gli occhi e abbandonai la testa all’indietro. Tutte le terminazioni nervose erano all’erta e trasmettevano piacevoli segnali alla centralina nel cervello che sembrava impazzire e non governare più nulla. Ma al tempo stesso, con i sensi alla massima allerta, cercavo di assecondare i movimenti del dito come mi diceva Gianni.
“Bene bravo così. Adesso aspetta che lo lubrifico ancora un po’” Inaspettatamente tolse il dito e sentii i tessuti ricomporsi nella dimensione abituale, ma al tempo stesso avvertii un vuoto di cui non ero prima conscio e ancora quello strano prurito proprio lì che voleva essere placato da un languido massaggio. Il dito di Gianni fu accolto dai miei muscoli come un sollievo e lui poté ripartire dal punto dove eravamo rimasti. “Vedi che fa meno male di quello che pensi. Poi tu sei un bravo alunno. Ecco, adesso prova a spingere un po’ come se volessi cagare e poi cerca di fare tuo il dito.” Seguii i suoi consigli e mi ritrovai con il dito completamente dentro. Non ci credevo, diedi immediatamente il corso ad alcune contrazioni involontarie, quasi lo volessi scacciare, ma poi mi calmai e riuscii a far attenuare il dolore che le scosse mi avevano procurato. “Bravo così. Ha fatto un po’ male ma passa vero?” Biascicai un “Sì” che si udì appena. “Il più è fatto. Devi solo abituarti alla presenza che è in te e conoscere quella parte del tuo corpo” Quasi a sottolineare il significato di quello che mi diceva, la punta del dito cominciò a percorrere lentamente ogni centimetro quadrato delle mie viscere, trasmettendo al cervello la mappa del mio culo come mai lo avevo percepito. Le contrazioni per espellere il dito si erano calmate e di questo Gianni approfittò per allargare da dentro lo sfintere con movimenti circolari. Avevo cominciato anche un po’ a prevedere e desiderare questi movimenti. Si fermò “Prova a stringerlo e a rilasciarlo” Lo feci e avvertii con stupore e anche sorpresa che forse quel piccolo dito non mi bastava, che volevo qualcosa di più. “Ancora. Ancora” Obbedii godendo di sentire con i tessuti dell’intestino la conformazione del dito di Gianni, le sue falangi, la curva dell’unghia. Poi . . il vuoto! Con un colpo repentino tolse il dito e lo puntò nuovamente all’ingresso dell’orifizio. A sorpresa, per me, istintivamente mi mossi a riprendermi l’ospite che aveva riempito fino a quel momento in modo piacevole il mio anfratto. Mi abbandonai completamente con la schiena a terra e le gambe allargate e i piedi vicino al culo quasi fossi in posizione ginecologica perché l’ospite che mi stava trastullando in maniera insinuante, forse complice il caldo e l’umidità della grande pianura d’estate, mi stava lentamente illanguidendo. Immaginai più che vedere mio cugino che avvicinava il suo viso al mio buchino e lo irrorava con saliva mentre il suo dito smetteva il movimento circolare e provava a fare un po’ di dentro e fuori. Mi irrigidii un attimo quando sentii all’imbocco del condotto due ospiti, ma anche questa volta la voce serena ma più arrochita di Gianni mi fece calmare, mentre le dita distesero tutta la pelle che circonda il perineo con lunghi e pazienti movimenti circolari. Ad ogni giro la pressione delle dita per entrare si faceva più forte fino a che trionfanti si impossessarono del mio sfintere allargandolo sistematicamente ad ogni giro. Sentivo la muscolatura a protezione delle mie intimità più profonde cedere lentamente e contemporaneamente il languore che aveva cominciato ad invadermi si faceva più struggente e mi spingeva ad essere sempre più arrendevole.
Alcuni movimenti al mio fianco mi fecero aprire gli occhi per vedere cosa stava facendo Gianni. Con l’altra mano aveva impugnato la sua asta e se la stava menando e inumidendo di saliva. Capivo e temevo quello che il gesto voleva significare, così richiusi gli occhi e tornai a godermi la nuova avanzata delle dita fino alla base. Cominciai a mugolare sommessamente perché le ondate di piacere superavano il dolore che il su e giù mi procurava a volte per un movimento brusco o perché le mie contrazioni contrastavano con una spinta delle dita.
Sentii ad un tratto la bocca di Gianni poggiarsi sul mio capezzolino e cominciare a leccarlo con la lingua umida e insinuante. Il braccio libero di mio cugino scivolò fino a che la sua mano libera prese a titillarmi l’altro capezzolo. Ero lì ad occhi chiusi e mi lasciai andare a queste carezze piacevoli. Tutto il mio corpo stava diventando un’orchestra di sensazioni strane e gradevoli. Le tettine che tanto mi avevano infastidito erano anch’esse fonte di godimento, mentre il mio buco veniva ad ogni giro allargato dal lavorio della mano amica.
L’ansimare di Gianni vicino a me mi eccitava ancora di più: stavo dando piacere ad una persona con il mio corpo! Perché era chiaro che Gianni si stava attizzando sempre di più. Con decisione ma al tempo stesso delicatamente, mi fece ruotare su di me fino a mettermi carponi. Tenni gli occhi chiusi perché temevo di bloccarmi se avessi visto quello che intuivo stesse succedendo alle mie spalle. Mi sentivo anche strano con il buco del culo all’aria, tutto inumidito e, dopo molti minuti svuotato degli ospiti che tanto piacevolmente vi avevano albergato. Ma non sarebbe rimasto a lungo vuoto. Sentii la cappella di Gianni umida appoggiarsi al mio buco, Un breve movimento quasi a voler prendere la mira, le sue mani che mi prendono le chiappe e le allargano a favorire la penetrazione e poi . . . “Ah!” L’urlo mi uscì dal cuore e dal cervello e Gianni si fermò nella sua spinta: aveva infilato solo la cappella. Mi sembrava enorme (e lo era sicuramente rispetto alle dita) “Non preoccuparti non spingo fino a che non me lo dici tu. Facciamo come prima. Aspetti un po’ e poi spingi come se volessi cagarmi fuori, e dopo ti rilassi e me lo stringi tutto con il tuo intestino”. Respirando affannosamente feci come mi diceva e mi ritrovai centimetro dopo centimetro percorso tutto il mio canale dal suo cazzo. Fu una lenta marcia di avvicinamento, che sembrava non dovesse finire mai, ma le folate di libidine che partivano dal culo sovrastavano sempre di più il dolore che lentamente si attenuò. Mi ritrovai così impalato e pieno del cazzo di mio cugino. Lo strinsi con i muscoli delle viscere e ne assaporai con le pareti dell’intestino tutte le nervature e i contorni quasi a volerlo fare tutto mio.
Presi coscienza di essere posseduto completamente da un uomo e la cosa mi sconvolse perché non mi disturbò più di tanto: il piacere di essere “sotto” e di sentirsi riempito sovrastava qualsiasi remora morale. Cominciai a spingere lo sfintere e poi a richiamare il suo uccello dentro di me, incredibile! Appena lui usciva lasciava un vuoto che volevo subito riempire. I movimenti cominciarono a farsi più frenetici e Gianni smise di essere troppo delicato e mi afferrò con le mani entrambi i fianchi per dare alle sue spinte più forza, se mai ce ne fosse bisogno. “Ti sto scopando!” urlò lui, sentii la consistenza del suo uccello farsi di marmo e venni travolto da una sconosciuta libidine, “Sbattimi” urlai allora. Gianni cominciò a pompare come se dovesse vincere le olimpiadi delle inculate: stille di dolore attraversavano il mio cervello sepolte da ondate di piacere sconosciuto e mai provato prima: “Sì, dai, ancora, ancora, daiiiiii” e il mio urlo venne coronato dal suo “Sborrooooooo!” e sentii dentro di me prima una scarica di caldo liquido cremoso, poi un’altra, un’altra ancora e così fino a che Gianni non si svuotò tutto dentro di me. Rimanemmo così fermi e scossi dal tremito dell’orgasmo più squassante che avessi mai provato. Il liquido seminale cominciò a colarmi fuori dal culo e a scorrermi lungo le gambe e infine il cazzo di Gianni si affievolì uscendo ed egli, staccatosi da me, si stese su un fianco. Mi abbandonai anch’io su un fianco girandomi però verso di lui. Trascorsero alcuni minuti di silenzio nel quale i nostri respiri ritornarono ad un ritmo normale e i miei tessuti lacerati si ricomposero lentamente.
Guardavo Gianni che se ne stava disteso di tre quarti a faccia in giù sul lenzuolone, il cazzo ormai moscio in mezzo alle gambe, visibilmente stremato da una inculata che lo doveva aver svuotato di ogni energia. Il mio sguardo corse alla linea dolce e rotonda del suo culo, al solco che solo mezz’ora prima mi aveva fatto toccare con mano, anche se solo per prepararmi alla scoperta sessuale più sconvolgente che avessi fatto. Mi resi conto che il mio pisello stava riprendendo vigore: la vista del culo di mio cugino e il pensiero di quello che avrei provato a fare . . .Mi sembrava un’idea folle: provare a scopare il mio cuginone più anziano di me! Perché no mi dissi e mi avvicinai a lui. Lo cominciai ad accarezzare sulle gambe “Grazie, sai Gianni, sei stato molto dolce, anche se qualche volta mi ha fatto male. A te è piaciuto?” “Da morire. Hai un culo meraviglioso, morbido, sembra nato per scoparci dentro!” Arrossii per il complimento come se fossi una donna cui avevano appena detto che era una gran figona, ma continuai le carezze e poi passai al solco. Prima ci fu un irrigidimento, poi sentii i suoi muscoli rilassarsi, forse non aveva voglia di combattere a difesa del suo buco perché era troppo stanco, forse magari l’idea era passata anche per la sua testa, fatto sta che non oppose resistenza. Visto che non oppose resistenza, presi come lubrificante lo sperma che mi colava dal culo e con quello cominciai il movimento circolare intorno allo sfintere che ormai avevo imparato a subire.
Era vero, il suo culo non era più vergine, perché non fu necessario un lungo massaggio prima di infilare tutto il dito dentro. Sentivo che me lo stringeva, che lo spingeva fuori e poi lo richiamava con le contrazioni muscolari, ma sentivo anche che i tessuti erano già stati allargati, e più di una volta! Per sicurezza inserii due dita ed anche queste vennero inghiottite senza gran difficoltà. Il mio uccello era ormai dritto e duro come il marmo e con l’altra mano lo inumidii di saliva abbondante, soprattutto la punta. Quando sentii Gianni mugolare, lo guidai con le dita nel culo a mettersi carponi, mi sistemai dietro di lui, con le due mani allargai più che potei il solco tra le chiappe, quindi puntai la cappella all’ingresso del suo anfratto. Vidi le contrazioni dello sfintere e cogliendone il ritmo lo infilai nel momento più favorevole. La cappella fu inghiottita dentro e dovetti fare uno sforzo sovraumano per non venire: l’esperienza precedente e la vista del mio cazzo che stava inculando il cuginastro mi stavano facendo impazzire e perdere il controllo. Come lui aveva fatto con me, assecondai le sue spinte e guadagnai centimetri dopo centimetri fino a che non fu dentro tutto fino alla base. Mi fermai assaporando la bellissima sensazione di potere e di piacere che trovarsi con il proprio palo infilato dentro il culo di un uomo, ti dava. Avvertii le contrazioni delle viscere di Gianni e cominciai il mio su e giù. Il mugolio di Gianni cresceva di intensità assieme al piacere che attraversava tutto il suo corpo fino a fiondarsi nel cervello. Lo afferrai ai fianchi e cominciai a pompare, ma non come lui aveva fatto con me, ma con metodo e con potenza piuttosto che con frenesia. Il suo cazzo sbatteva contro le gambe ad ogni colpo e sembrava che tutto il suo corpo fosse squassato dai miei colpi che trasmettevano piacere e dolore, piacere e dolore, poi solo piacere. Un urlo parossistico mi colse quando mi sentivo ormai venire “Scopami scopami scopamiiiiiiiiii!” Gli risposi “Sìììììì” e con gli ultimi colpi ben assestati gli inondai il condotto della mia sborra calda e cremosa. Sembrava che non smettessi più di sborrare, poi mi placai e sentii anche il suo intestino contrarsi inconsapevolmente intorno al mio cazzo che si stava ammosciando.
Che giornata ragazzi! Ero venuto a casa di mia nonna con l’idea di scoparmi la zia Grazia e guarda invece che razza di esperienza! Ero stato inculato dal mio caro cugino scapestrato e poi l’avevo a mia volta inculato. E non sapevo proprio cosa mi era piaciuto di più. Pensai a quanto piacevole era stata la giornata ma soprattutto quali insperati orizzonti avesse aperto alla mia nascente vita sessuale. Sapevo che sarei venuto molto più spesso a casa della nonna e adesso, a seconda dell’ora in cui sarei arrivato avrei potuto trovare posto o nel letto di mia zia (oltre che nella sua figa e nel suo culo a questo punto!), oppure nel fosso a scambiarmi cortesie con mio cugino. Ma soprattutto avevo imparato alcune cose che potevo mettere in pratica anche con il mio amico Fausto. Dovevo pensare per bene dove trovare un posto adatto: anche le periferie di città hanno dei fossati e dei posti nascosti, dove ripararsi dal torpore e dalla temperatura prodotta da una calda estate. La calda estate di quando persi la verginità nel culo!
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Di Ettoreschi
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ettoreschi,
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La calda estate - grazie zia
Faceva caldo quell’estate. Nella pianura quando arrivava l’estate e l’ondata di caldo che non andava più via fino al primo temporale d’agosto si creava una atmosfera “messicana” di languore e di predisposizione alla siesta. Questo si acuiva di più nel momento più caldo della giornata, dopo pranzo. Mia madre stava poco bene in quel periodo e i miei decisero quindi di mandarmi, finché non fosse migliorata, da mia zia. Avevo quattordici anni, a giorni quindici, e ogni mattina prendevo la bicicletta e mi facevo quasi sei chilometri per raggiungere il posto dove, in mezzo a sterminati campi di frumento, sorgeva il casolare della famiglia di mia madre. Era una classica casa di contadini della pianura padana, ampia ma dove lo spazio era più per gli attrezzi e le bestie che per le persone. Ci vivevano solo mia zia con mio cugino e mia nonna. Mia zia, una robusta signora dinamica e decisa, era rimasta vedova del marito ormai da svariati anni (suo marito era molto più anziano di lei) e viveva esclusivamente per tenere sulla “retta” via mio cugino Gianni, venti anni e poca voglia di studiare ma tanta di divertirsi. Le mie giornate trascorrevano per lo più nella noia; mia zia era indaffarata con le faccende domestiche, a seguire i lavori dei campi e a controllare cosa facesse mio cugino, che era stato rimandato in tre materie (ma dovevano essere di più a sentire i professori). Non avevo quindi dei compagni di giochi della mia età e, negli anni sessanta, la televisione non era certo diffusa come ora nelle case. Aiutavo mia zia quindi anche in lavori per così dire “donneschi” ma, ripeto, più per noia che per convinzione. Mio cugino, che era segregato nella sua stanza, cercava solo pretesti per distrarsi dallo studio. Inoltre mi considerava uno “snaturato” secchione e non un vero maschio anche perché mi ero portato dei libri e spesso leggevo. Non lo aiutavo a fuggire dalla sua stanza e non andavo in giro alla ricerca di qualche perdigiorno capace di combinare qualche disastro, più per noia che per effettiva cattiveria.Il primo giorno, dopo pranzo, la zia annunciò a tutti che dovevamo fare il sonnellino pomeridiano (era tradizione contadina che, durante l’estate, la vita si fermasse dopo mangiato) e non volle sentire le mie proteste di “cittadino”. Disse a mio cugino di fare spazio nel suo letto e di ospitarmi. Non c’erano altre stanze utilizzabili e non era sicuramente nelle abitudini di allora pensare che il salotto “buono” potesse venire aperto perché io dormissi sul divano!Andai con Gianni nella sua stanza e cominciammo a spogliarci fino a restare solo in mutande. Gianni mi prese in giro “Guarda sembri proprio una femminuccia con quelle mutande da bambino e quelle tettine!”. E si girò sedendosi sul bordo del letto per togliersi i calzini. Io arrossii un po’ per l’umiliazione e un po’ per l’imbarazzo di un giovane adolescente che non sapeva nulla, o quasi, del sesso e che cominciava a sentirsi rimescolare dentro da strane tempeste. Non ero proprio longilineo ma da questo a dire che avevo le tette proprio ne passava. “Non ho le tette io!” quasi gridai. Gianni mi voltava le spalle ed io, incurante degli anni di differenza e, soprattutto della forza diversa, gli saltai addosso cercando di circondargli il collo con il mio braccio e attaccando a fare lotta come sapevo fare io. Ma lui era più forte, agile e, soprattutto, molto più abituato di me a lottare e a difendersi. Mi prese il braccio, lo staccò dal collo e contemporaneamente cominciò a girarsi, facendo leva sullo stesso mi stese con la schiena sul letto e cercò di mettermi un braccio sul collo. Mi divincolai con tutta la forza che avevo ma lui riuscì a prendermi alle spalle e circondarmi le braccia. Ero disteso sul fianco, con la parte superiore del corpo stretta nella morsa delle sue braccia e cercavo dando violenti colpi con il bacino e le gambe di liberarmi, ma Gianni mi circondò le gambe con la sua e si premette forte con il suo peso su di me. Sentivo la sua bocca ansimare per lo sforzo vicino all’orecchio. Con la mano destra cominciò ad accarezzarmi sul petto alitandomi “E queste cosa sono? Brutto birichino tu mi nascondi le tue cose più belle!”. Le sue dita correvano a tormentare ora uno ora l’altro dei capezzoli. Ansimavo e, sarà stato il caldo, l’eccitazione per la breve lotta, il languore indotto dalla penombra nella stanza ma avevo iniziato ad avere una erezione. Mi vergognavo da morire ma ero anche turbato e nel turbamento avvertivo che tenendomi stretto a sé anche mio cugino aveva una potente erezione. Non avevo mai avuto modo di vedere o tanto meno di sentire l’uccello di un maschio adulto, ma nella mia fantasia adolescenziale mi sembrò enorme e durissimo. Ebbi un timore ancestrale e dissi “No, dai”. Gianni mi rispose “Ma è un No oppure è un Dai continua?” e si fece più vicino.La porta si spalancò di colpo ed entrò mia zia urlando sottovoce per non svegliare la nonna che dormiva nella stanza accanto. “Cosa state facendo delinquenti? E’ ora di dormire! Smettetela!”. Mentre ci separavamo, volli mostrare a Gianni che sapevo come ci si comportava “da uomo” ed intervenni a giustificare la situazione: “Niente zia stavamo facendo un po’ di lotta”. Lei, feroce come quasi tutte le volte in cui si rivolgeva al figlio lo apostrofò “Ma ti senti proprio così bravo a fare la lotta con un bambino?!” (Il termine bambino non mi piacque affatto ma visto come era incazzata mi guardai bene dall’obiettare). Poi rivolgendosi in tono più dolce verso di me disse “Ti ha fatto male?”. Io pensai che si riferisse alle braccia, e non avevo ancora la malizia di pensare ad altro, perciò risposi, deciso a far valere la mia mascolinità, “Assolutamente no!”. “Comunque adesso tu vieni a dormire da me” concluse mia zia con un tono che non ammetteva repliche e girandosi si diresse verso la sua stanza in fondo al corridoio. Gianni mi guardò di sottecchi e disse un po’ deluso, per la possibilità di avere una occasione di distrazione che gli era sgusciata via dalle mani, “Oh la signorina va a dormire nella stanza delle donne”. Gli feci una pernacchia con la bocca e corsi in fretta a raggiungere mia zia. “Siete dei ragazzacci! A queste ore le persone per bene dormono e non fanno casino disturbando chi ha lavorato tutto il giorno e vuole riposare!”. Non replicai vuoi perché il tono, anche se addolcito rispetto alla sfuriata di prima a Gianni, rimaneva comunque quello serio di una persona profondamente arrabbiata, vuoi perché mia zia Grazia mi era sempre apparsa come una persona decisa, una che aveva un tono che non ammetteva discussioni. Forse le difficoltà della vita, la vedovanza con un figlio scapestrato da crescere, dover comunque mandare avanti una impresa agricola, l’aveva resa dura e decisa e così la vedevo anche se avvertivo una tenerezza celata quando lei si rivolgeva a me. Lei procedeva innanzi a me a piedi scalzi e coperta solo da una camicia da notte leggera, senza maniche che le arrivava appena sopra il ginocchio. Anche se avevo pensato a lei sempre come una persona anziana, doveva aver superato i quaranta anni e questo ai miei occhi di adolescente la rendeva sicuramente “anziana”, mi ritrovai a guardare le sue forme sode con un occhio diverso. Era alta meno di me, che pure non avevo ultimato il mio sviluppo di crescita, con una corporatura tarchiata ma non sgraziata ed anzi ben proporzionata, le cosce sode e un seno importante. Sempre brontolando si recò dall’altra parte del grande letto matrimoniale e si stese girandosi su un fianco e dandomi le spalle. Mi misi dall’altro lato del letto e cercai di stare fermo il più possibile anche se sapevo che non avrei dormito (non ne avevo l’abitudine e comunque la novità del luogo e degli avvenimenti mi avrebbero spinto a fantasticare). La sentii girarsi e rigarsi un po’ poi prese un respiro regolare e quieto. Anch’io che all’inizio non volevo neanche respirare per non disturbare “chi ha lavorato tutto il giorno e vuole riposare!” presi un respiro regolare e cominciai a seguire il filo dei miei pensieri e delle mie fantasie. Pensai alla lotta con mio cugino, a come tutto era stato dominato da un alternarsi di sensazioni contrastanti e al mio principio di erezione. Poi il mio pensiero corse a mia zia che dormiva placida di fianco a me e mi resi conto che era la prima volta che giacevo a fianco di una donna che non era della mia famiglia. Il pensiero mi turbò e la mia fantasia corse alle fugaci immagini del seno di mia zia quando era apparsa in camicia da notte sulla porta della stanza di mio cugino. Sentivo crescere il mio desiderio fino a che la punta dell’uccello mi uscì dalle mutande. Mi affiorò un pensiero illuminante e cominciai a sollevare il lenzuolo in modo da guardarvi sotto, verso mia zia. Mi misi sul fianco sinistro e, respirando regolarmente come se stessi dormendo e il mio movimento fosse quello di un dormiente, cominciai a guardare. Mia zia era sul fianco ma con il bacino spostato verso di me, la camicia da notte le si era arrotolata su fino a lasciare scoperte tutte le chiappe e la sua figa piena e pelosa. Era la prima figa che vedevo così da vicino e la curiosità ebbe il sopravvento sul timore e le convenzioni. Mi spostai lentamente ammirando lo spettacolo che mi si era presentato innanzi: potevo distinguere nettamente il solco del sedere e poi in continuità anche l’esplosione del fiore di mia zia. Nelle fantasie sfrenate che avevano accompagnato le mie prime seghe mai mi era capitato di immaginare quello che mi stava succedendo e quello che stavo vedendo! Scorgevo chiaramente il segno che separava le due grandi labbra ed esso era diventato per me quasi un’ossessione: volevo toccarla proprio lì! Mi avvicinai con il cuore che batteva all’impazzata travolto dal desiderio che sentivo sul punto di esplodere irrefrenabile e attanagliato dalla paura di commettere chissà quale nefandezza che mi avrebbe poi esposto al disprezzo della mia famiglia. Allungai in maniera lenta la mano verso la fonte del mio interesse più laido, stando attento a non fare movimenti bruschi, anche se il mio desiderio era di allungare la mano a palmo aperto e prenderla facendo scorrere la mano e le dita in tutti gli anfratti e cercando di scoprire tutte le fonti di piacere di cui si parlava con gli amici al campetto di calcio nelle pause delle interminabili partite estive.Con un groppo alla gola sempre più stringente la mia mano si avvicinò alla figa di mia zia. Ormai solo un centimetro separava il dito che avevo teso verso la mia fonte di piacere. Il tempo per percorrerlo sembrò non trascorrere mai con tutti i sensi all’erta per cogliere qualsiasi movimento da parte di mia zia pronto a ritirarmi come se questo toccarla fosse frutto movimento di un dormiente. Alla fine la toccai e ristetti. Mi sembrò di percepire come un breve rallentamento del ritmo di respiro ma poi mi sembrò che tutto proseguisse come prima. Ma ora avevo un problema: volevo violare con il mio dito quel solco che immaginavo profondo, porta di un anfratto fresco e di muschio, caldo e al tempo stesso umido. Spinto da una pulsione ancestrale, cominciai a spingere un po’ di più il mio dito e poi mi fermai. Mia zia ferma e con il respiro regolare. Un altro centimetro, e mia zia che mi sembra fare un respiro più profondo. Aspetto quasi un minuto in più e poi ancora un centimetro. Questa volta mi viene quasi un coccolone quando mia zia si sposta. Stavo quasi per ritrarre il dito ma il movimento che mia zia ha fatto, anche se mi era sembrato involontario, ha spinto il mio dito più profondamente nella spacca. Sento anche il dito accolto da un umidore caldo e dal profumo muschiato e acre che mi colpisce le narici e mi fa rizzare ancora di più (ammesso che fosse possibile) l’uccello che con l’altra mano ho tolto dalle mutande e lascio libero nell’aria perché sono sicuro che se tocca anche solo il lenzuolo mi succederà di sborrare. Adesso il dito è arpionato dentro la figa di mia zia e io sono un attimo perplesso perché non so decidermi su come continuare: visto che non posso arrischiarmi a palparla apertamente cosa posso fare? Andare dentro e fuori o scorrere lungo il solco che si stava facendo sempre più bagnato? Fu inavvertitamente (credo) mia zia a risolvere il mio dilemma con delle contrazioni involontarie che ritmicamente portarono il mio dito a penetrarla sempre di più. Sembrava quasi che nel sonno si dondolasse lentamente attorno al mio dito. L’odore di muschio acre e selvaggio aumentava sempre di più. Io mi sentivo sempre più infoiato e le mie remore stavano cadendo sempre di più (forse in realtà stavo imparando cosa voleva dire l’espressione “ragionare con il cazzo”). Avvicinai la punta del mio uccello alla fessura ora larga e umida di mia zia poi con un movimento che, nella mia immaginazione di adolescente inesperto, doveva assomigliare ad un volontario spostamento nel sonno, sostituii il dito con la punta dell’uccello. Sensazioni strane e contrastanti mi assalirono e mi dominarono: la paura di essere scoperto, la sensazione di caldo umidore che stava avvolgendo la mia cappella, la consapevolezza che stavo solo facendo un primo passo in un mondo inesplorato e forse non del tutto ostile, come magari in maniera ancestrale pensiamo. E allora presi il ritmo quasi impercettibile con cui mia zia muoveva il bacino e avanzai un centimetro alla volta e ogni centimetro che facevo la passione cresceva in modo insopportabile e al tempo stesso mi sentivo imbranato perché non ero abituato a muovermi silenziosamente in quella posizione. Ma ancora una volta fu mia zia che risolse la situazione, con un sospiro più profondo accompagnò un ulteriore spostamento del suo bacino verso di me e così facendo tutta la mia asta si trovò piantata fino alla base dentro la sua figa bagnata. Avvertii come una stretta tutto intorno al mio uccello quasi che le pareti a lungo inesplorate volessero assaggiare questo ospite inatteso. Poi, con la cadenza del respiro regolare del suo sonno cominciò a muovere il bacino in avanti e indietro. Continuò avanti e indietro, avanti e indietro, anche quando la mia sborra sgorgò inarrestabile dentro di lei, continuò a muoversi regolarmente avanti e indietro fino a che il mio uccello che aveva lentamente perso la durezza iniziale non tornò ad inturgidirsi e farsi duro come il marmo. Questa volta avvertii che il suo respiro regolare si era prima ingrossato e poi trasformato in una specie di sospiro lamentoso e ritmato al ritmo della musica immaginaria che le stava suonando nella testa. Mano a mano che i sospiri si facevano pesanti anche i colpi del suo bacino contro la base del mio pene si facevano più marcati e a questo punto cominciai anch’io a spingere ritmicamente incurante della finzione del sonno. Ripresi a muovermi come uno stantuffo, con la violenza di un adolescente sano e vigoroso che non conosce né remore né regole né trucchi e non ha esperienza nel trattare le donne. Ma la mia forza rendeva il canale di mia zia sempre più lubrificato e mi sembrava quasi di non sentire le pareti che stringevano se non a momenti regolari. Sul ritmo di questi momenti calmai la mia foga spingendo a più non posso fino a ché un getto di liquido vaginale non precedette di qualche attimo la mia seconda sborrata. Lentamente il ritmo si abbassò fino a che rimanemmo completamente fermi. Il pene diminuendo lentamente fuori uscì dalla fonte del mio primo piacere da uomo con la U maiuscola. Mi ritrassi lento e vergognoso perché, adesso che la foia si era calmata, tornava la paura della morale impressa con parole e comportamenti da una civiltà ancora profondamente contadina e religiosa che non aveva ancora conosciuto il ’68. Rimisi il cazzo nelle mutande e mi rigirai facendo finta di dormire e respirando regolarmente.Anche mia zia riprese un respiro regolare da sonno profondamente ristoratore.Quando infine mia zia si svegliò, si alzò, si rassettò la camicia da notte e si mosse lentamente quasi a non voler far rumore per non svegliarmi. “Grazie zia” dissi e la feci rimbalzare per la sorpresa. Un lampo di preoccupazione le attraversò il volto duro e mi chiese “Perché mai grazie?”. Io la guardai e dissi: “Per avermi salvato da Gianni!”. Mi parve di cogliere come una luce di sollievo attraversare il viso che si distese in un sorriso e avvicinandosi a me mi strinse il viso portandolo verso i suoi seni generosi e mi disse “Non ti preoccupare, non ti lascerò più dormire con quel lazzarone manesco. Verrai sempre a riposare con tua zia”.Di [email protected]
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ettoreschi,
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