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Una mia avventura
Vi racconto una mia esperienza con un cuck.
La storia è tutta vera e risale a qualche tempo fa, i tempi nel racconto sono compressi, in realtà si sono svolti nell’arco di quasi un anno, ed è iniziato tutto con la ricerca sui siti specializzati in inserzioni di mariti che vogliono vedere la propria moglie scopare con altri.
Dopo innumerevoli tentativi riesco convincere tramite mail, un 40enne, ad approfondire la cosa su msn, abbiamo chattato spesso, e il mio fare garbato e le lunghe descrizioni della mia famiglia e della mia professione lo hanno convinto che effettivamente sono una brava persona esattamente come lui. Iniziammo a sentirci anche telefonicamente ed entrammo subito in sintonia, avevamo gli stessi hobby e alcuni interessi in comune.
Passo poco tempo che organizzammo un’incontro per un caffè in un ipermercato, il mio piacere fu di trovarmi una persona di bella presenza alto come me e ben vestito, il che mi faceva sperare che la sua consorte nn fosse da meno.
Parlammo di tutto e di più e sembrava che sia io che lui avevamo paura di entrare nell’argomento che ci aveva fatto conoscere.
Mi decisi e ruppi gli indugi parlando dei miei desideri e di vedere qualche foto che mi aveva promesso x tel. Senza farselo ripetere ( penso nn vedesse l’ora) tirò fuori dalla giacca foto normalissime che ritraevano la moglie vestita e in costume, rimasi estasiato, alta bella mora
Capelli lunghi e lisci alla Bellucci, penso di aver valutato una terza di seno e un culo eccezionale, lo dedussi da una foto che la ritraeva con un’abitino estivo aderente scattatagli da dietro sicuramente a sua insaputa. Di foto più spinte nn ne aveva spiegandomi che nn era mai riuscito a convincerla e mi confermava che nn sarebbe stato facile raggiungere l’obbiettivo.
Concordammo che sarebbe stato opportuno che sarebbe stato meglio una presentazione casuale e successivamente frequentarsi spesso per entrare in confidenza . Avendo un’hobby in comune (il Tennis) iniziammo a giocare con cadenza settimanale, sapendo che prima o poi lei sarebbe capitata al circolo e li avrebbe colto l’occasione di presentarmela. Così fù tre settimane dopo con abile maestria, sua, riuscì a far coincidere gli orari della nostra partita con la sua, e forse rischiò di mandare tutto all’aria, poiché i campi, capitarono a fianco e io nn riuscivo a staccare gli occhi da lei. Monica si accorse che la guadavo e lo seppi in seguito da Angelo , ma lui furbescamente nn diede seguito alla discussione e morì li.
Finita la partita ci incontrammo al bar del circolo e finalmente mi presentò la moglie, scherzammo molto sulle doti tennistiche e sui soliti argomenti familiari. Avendo simulato varie sconfitte a suo sfavore, colse l’occasione, Angelo, di fissare il giorno x il pagamento della cena. E tra un tira e molla, Monica cadde nella trappola e disse ,che se andava bene per mee, la cena l’avrebbe preparata lei.
Concordammo la data e ci vedemmo dopo un paio di giorni, con mia grande delusione quando arrivai a casa l’oro ad aprirmi fu il loro figlioletto di 4 anni,e li capii che nn sarebbe stata quella la sera per osare. MI venne incontro anche Angelo che mi portò in sala dove ci raggiunse Monica vestita in modo semplice ma incredibilmente arrapante, pantaloni neri aderenti a vita bassa e maglietta aderente che metteva in risalto il sui splendido seno.Mi chiese come mai nn avessi portato la moglie, e dicendo la verità, dissi che avevamo problemi a lasciare i figli e che si scusava .Lei aggiunse che nn sarebbe stato un problema portare anche i figli, avrebbero fatto compagnia al loro bambino, risposi che la prossima volta li avrei portati. La casa era molto bella una villetta in periferia con giardino a due livelli, zona terra c’era tutta la casa e piano interrato tavernetta e garage. Iniziammo la cena verso le 21.00 molto gustosa a dire il vero, la conversazione fu molto gradevole, e spesso venivo interrogato da Monica sulla mia attività e sulla mia famiglia , verso le 23.00 Monica portò il bimbo a letto, già dormiva sul divano, e ci accomodammo in sala continuando a sorseggiare il limoncello e a parlare del più e del meno. Essendo venerdì riuscimmo a fare un po’ più tardi e questo ci permise di entrare ancora più in confidenza, mi accorsi che l’iniziale diffidenza di Monica nn c’era più, e in un paio di occasioni mi sembrò che mi osservasse in modo diverso, forse complice il limoncello a tutte le mie battute rideva.
La serata si concluse così, ne seguirono altre con le rispettive famiglie e senza nessun progresso, anzi sembrava che tutto si fosse complicato.
Passò ancora un altro mese e nn sapendo come fare avanzai l’dea di una scommessa, sapendo l’orgoglio di Monica e di donna , proposi di provocarla sulle sue doti di tennistiche e come volevasi dimostrare abboccò sfidandoci a singolar tenzone. In pratica ci sfidò entrambi e sosteneva che ci avrebbe battuto in due partite consecutive. Facemmo un po’ gli attori ma poi accettammo, chiaramente la posta in palio era alta, lei ne avanzò un paio un po’ pesanti, tipo pulire casa per un mese compresi panni e piatti e cucinare, e noi ribadimmo che se i suoi interessi erano quelli i nostri di uomini erano sicuramente altri, lei con malizia chiese quali, noi rispondendo tra un sorriso, e un, scusa stiamo scherzando, che avrebbe dovuto soddisfare la classica fantasia di ogni uomo, essere serviti a cena da una sexy cameriera. Lei per tutta risposta disse, e tutto qui, tu (rivolgendosi ad Angelo) mi conosci bene, e tu mi hai vista un sacco di volte al mare, contenti voi per me nn ci sono problemi. Ci guardammo in faccia esterrefatti, dopo mesi di progetti di aspettative, in meno di dieci minuti si risolse tutto o quasi.
Senza battere ciglio dissi che il vestito da cameriera, nel caso di sconfitta, l’avrei portato io,e che nn si sarebbe dovuta tirare indietro. Monica accetto e aggiunse che si stava divertendo molto, sembrate due bambini a cui promettono Euro Disney , disse, e aggiunse tanto nn vincerete.
Per farla breve, vincemmo e dopo qualche tentennamento di Monica, stabilimmo il giorno, il classico venerdì successivo. Al vestito da cameriera ci pensai io, come da accordi presi, lo comprai in un sexy shop , le calze autoreggenti e le scarpe tacco 12cm a completare il tutto un perizoma bianco con il davanti trasparente. Quando lo dissi ad Angelo ebbe un sobbalzo e disse, vedrai che appena vedrà questa roba si tirerà indietro. E così fu.
Il venerdì mi presentai alle 21.00 in casa di Angelo e dopo i soliti convenevoli lei disse, ma nn penserete mica che quella scommessa sia valida? Se volete vi preparo una cenetta coni fiocchi ma di indossare cose strane nn se ne parla proprio. A quel punto sia io che Angelo tirammo fuori tutte le nostre doti di ciarlatani, e tra un , nn è giusto le scommesse si pagano, e l’hai detto tu stessa , che vuoi che sia mi avete vista in costume, o tanto e solo per ridere siamo tutti adulti e vaccinati, iniziò a tentennare. Angelo aggiunse, dai nn farmi fare questa figura e poi nn ti ho mai chiesto nulla, questo lo considero un regalo, ci tengo molto a trascorrere una serata un po’ più eccitante, o vuoi che vada in un localino dove si fanno gli streep.
Monica nn lo fece finire di parlare che gli disse, se ci vai ti ammazzo, ti basto io e ti avanzo, a quel punto mi intromisi dicendo con tutta la serietà del mondo, Monica scusa devo dire una cosa importante, quello che avanza lo prendo volentieri io.
Mi guardò e scoppio a ridere tanto che gli uscirono le lacrime, e forse fu questo che la liberò per un attimo da quell’alone di serietà che la cosa aveva assunto.
Il peggio venne quando vide il vestito, siete pazzi esordì, a occhio e croce mi copre le mutandine e poi quei tacchi sono troppo alti nn sono abituata, rischio di rompermi una caviglia. E nn aveva ancora visto autoreggenti perizoma (nn avendoli mai indossati ) e soprattutto nn aveva capito che il reggiseno nn era compreso nell’abbigliamento. Ci fu un’altra buona mezzora di tira e molla, ma piano piano riuscimmo a convincerla, unica richiesta e che avremmo cenato in tavernetta a luce di candela, almeno cossi sarebbe sentita più protetta dall’osurità.
Andò a indossare l’artiglieria e Angelo provvide a portare il bambino a letto, e io a sistemare le candele nei quattro angoli della sala e a portare giù il cibo, seguirono minuti interminabili, ci guardavamo a vicenda e ridevamo dei rispettivi cazzi duri sotto i pantaloni, Angelo mi disse, nn mi sembra vero, anche se nn dovesse succedere nulla sono contento ugualmente,e tu? Gli dissi che per me la sola visione di una donna cosi bella, e con un vestito così in dosso, valeva mille scopate. Continuò dicendo, mi sembra di vivere questi momenti come se Monica nn fosse mia moglie, ma una donna che deve essere conquistata da due uomini in cerca di un’avventura, nn so come spiegartelo.
Ma lo tranquillizzai dicendogli che capivo benissimo.
Passò circa un’ora e finalmente sentimmo i tacchi accarezzare i gradini delle scale, quello che si parò davanti ai nostri occhi fu la donna più bella e sensuale del mondo, la gonnellina sfiorava il bordo delle autoreggenti indossate da due paia di gambe chilometriche i tacchi contribuivano a renderla ancora più alta di quello che era, penso 1,80, i capelli sciolti neri e lunghi che le accarezzavano le spalle truccata e profumata come se dovesse uscire per un matrimonio.
Questo faceva intuire che comunque la sua vanità di donna era emersa e che stava aumentando quel desiderio che ogni donna ha nel far eccitare gli uomini e farsi ammirare provando piacere. Unico neo in tutto questo era un enorme scialle posto sulle spalle che copriva completamente il seno. Esordì dicendo, so che mio marito è un po’ malato ma da te nn me lo sarei aspettato, ammettilo questa roba l’hai comprata tu? Io ammisi, e ribadii dicendo che se suo marito era malato allora lo ero anch’io. Ma aggiunsi ,che rientra nella normalità, i desideri degli uomini sono questi e che le mogli che li soddisfano rendono il marito felice e soprattutto aumenta il legame e l’amore.
Rimase un’attimino a riflettere e riprese a lamentarsi ancora del vestito troppo piccolo, chiese se poteva lasciare lo scialle sulle spalle.
Noi guardandoci rispondemmo, nooooo nn se ne parla nemmeno, Angelo aggiunse, ci vuoi togliere il piacere della parte più bella di te?
Che vuoi dire che il resto nn va bene?
Va bene, va bene, aggiunsi io, nn vediamo l’ora di vedere tutto, dissi ridendo.
Monica con fare indeciso e un po’ incazzata lo tolse e si parò davanti lo spettacolo che ogni marito davanti ad un’alto uomo vorrebbe vedere, il vestito era così piccolo che copriva per metà le tette che trasbordavano dai lati, rimanemmo a guardare come due fessi e nn sapevamo che dire e che fare.
Fu lei a sbloccare la situazione dicendo, allora si comincia? Così prima finiamo e prima chiudiamo questa specie di night che avete approntato, e grazie per i complimenti, nn vi affannate a farli.
Ci guardammo ancora più increduli, nn capivamo se era una provocazione o se volesse essere invogliata a proseguire il gioco.
Da quel momento i complimenti li sprecammo e Angelo si avvicinò baciandola sulla guancia dicendole, che aveva reso l’uomo più felice del mondo.
Lei lo guardò dicendo, ma sei felice che un altro goda nel vedere tua moglie semi nuda vestita come una poco di buono? Angelo rispose baciandola ancora, di si, e che se si fosse rilassata si sarebbe divertita anche lei. In seguito mi disse che nn sa neanche lui come abbia avuto il coraggio di dire certe cose, e che si era pentito subito dopo averle dette, temendo una sua reazione.
Si ma se mi diverto io, poi a voi viene il sangue alla testa o vi viene un’infarto, regolatevi.
A quel punto nn dicemmo più niente e lasciammo che Monica iniziasse a servire la cena, i movimenti erano molto impacciati, cercava di nn piegarsi per nn far vedere il sedere e se si metteva di lato gli usciva una tetta di fuori, nn c’era speranza qualcosa ad ogni movimento doveva essere esposto. Poiché il tavolo con il cibo era sulla parete opposta era costretta a fare una passerella ad andare e venire, e di conseguenza dandoci le spalle si doveva piegare, esponendo il magnifico culo alla nostra vista. Inizio servendo l’antipasto, e avvicinandosi potevo sentire l’intensità del profumo e nn sapevo se guardarla esplicitamente o abbozzare. Le tette erano a un palmo da essere leccate, e nn so come feci a resistere, servendo Angelo, Monica ebbe una leggera dimenticanza, alle sue spalle lo specchio rifletteva perfettamente tutto il suo culo visibile per una buona metà. Le feci un complimento per sondarla un po’, Monica hai proprio un gran bel sedere, facendo segno allo specchio. Si girò e disse, hai proprio ragione, ed è anche molto sodo, vero Angelo?
Si, Si, confermo io nn smetto mai di toccarglielo.
Lo fa anche davanti alle persone , disse Monica, facendomi fare delle figure…
A quel punto nn so se era un’invito o un rimprovero. Lo invitai a toccarglielo appena si avvicinava,
lui mi faceva segno con il capo, di no, forse per paura.
In poco tempo Monica aveva preso in mano il gioco, essendo donna di forte carattere e dominatrice, impose lei a noi un supplizio a cui tutti gli uomini del mondo avrebbero voluto partecipare.
Si muoveva come una pantera, e nn si curava più se la gonnellina saliva o se le tette uscivano dal vestito. Complice forse l’ottimo vinello bianco frizzante che accompagnava la cena.
A questo punto sotto mia insistenza, Angelo appena Monica si avvicinò per sparecchiare, la cinse con il braccio e la fece chinare per baciarla, lei si lascio baciare, la mano Angelo cominciò a toccarle il culo scoprendolo ancora di più alla mia vista. Fu uno dei baci più appassionati che Monica diede a suo marito, lo guardò negli occhi senza dire nulla. A quel punto capii che la situazione si stava sbloccando, senza dire nulla mi alzai per andare in bagno, Monica cercò di divincolarsi, ma lui la cinse con maggiore forza. ne approfittò e le portò una mano sul suo cazzo, dicendo, hai visto l’effetto che ci fai?
Anche ad Antonio, rispose lei.
Penso di si. Con mossa fulminea Angelo tirò fuori il cazzo le lo mise nella mano a Monica.
Lei disse, che fai? Dai su nn resisto fa finta che Antonio nn ci sia.
Senza perdere tempo gli spinse la testa sul cazzo e inizio a succhiare, penso che a quel punto lei nn stava capendo più niente tra alcol ed eccitazione, obbedì e inizio a spompinarlo con una foga incredibile. A quel punto rientrai e postomi dietro a Monica iniziai a toccarla con delicatezza la testa poi le spalle e infine il culo, li ebbe un sussulto, ma rimase in quella posizione.
Iniziai un lento palpeggiamento, mi chinai per osservare più da vicino il culo presi coraggio e affondai la testa tra le gambe, iniziando una leccata sopra lo slip, era talmente bagnata che se anche avesse detto nn voglio nn le avrebbe creduto nessuno.
Angelo alternava il cazzo alla sua lingua nella bocca di Monica, io ormai ero proprietario di quella magnifica figa e del suo culo, penso venne tre volte. Si alzò che nn sapeva che dire, nn persi tempo e le porsi il mio cazzo tra le mani, rimase un’attimo a guardarlo e date le dimensioni disse, però nn sono tutti uguali. E si feci io, e la tirai verso il divano, mi sedetti e la feci inginocchiare portandole la testa sopra il cazzo, iniziò un timido pompino, ma appena suo marito si posizionò dietro con il cazzo in tiro, iniziò uno dei suoi migliori pompini, più Angelo pompava più lei succiava.
A quel punto iniziai a baciarla anch’io e con il permesso di suo marito la feci sedere sopra di me, lo affondai con delicatezza, lei nn si muoveva, pian piano quando lo sentì tutto dentro iniziò un lento su e giù, e li Angelo nn resistette più e sborro sulla sua schiena e sui capelli, dicendo nn resisto è troppo eccitante.
Monica allora disse, riposati un po’ a me ci pensa lui, fu una frase dura quasi a dire te la sei cercata.
Le dissi in un orecchio, facciamo partecipare anche lui. Comè?
Girati cosi te la può leccare.
Si girò e mi si parò davanti il più bel culo mai visto, in quella posizione era ancora più grosso, si distese sopra di me, Angelo le tolse le scarpe e le fece poggiare i talloni sopre le mie cosce. La posizione era oscena, inizò a leccarla, e di tanto in tanto quando Monica si muoveva, sentivo la lingua di suo marito sul mio cazzo e sulle palle. Venne ancora, dicendo voi siete pazzi ma che sto facendo, come avete fatto, mi state rovinando e altre cazzate del genere.
Angelo riprese vigore e volle scoparla, la sdraiò sul tappeto e la penetrò in maniera canonica, fecero l’amore inun modo talmente appassionato, che mi sentì quasi un’intruso. Li lasciai fare fino a quando lei si accorse di me e mi invitò ad avvicinarmi.
Continua
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16 anni fa
antonio35,
48
Ultima visita: 3 anni fa
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LA GABBIA
Lo aveva lasciato in quel capannone. Perso tra le risaie e i navigli. Non era nemmeno riuscito a capire quanto tempo era trascorso da che era salito in macchina. Lei lo aveva bendato. Subito. E dopo c’era stata solo la sua voce. Roca, sensuale, ipnotica che lo aveva avvolto in una rete seducente di parole.
Dura. Era stata dura resistere alla malia di quel tono. Ma si era imposto di farlo. Voleva capire. Cosa gli stava chiedendo. Stavolta. No. Non chiedendo. Lei non chiedeva. Mai. Lei pretendeva. Esigeva. E lui? Lui semplicemente l’adorava. Totalmente. E sarebbe morto per la luce che si accendeva negli occhi di lei quando era soddisfatta. Sarebbe morto più e più volte. Se fosse servito. O bastato.
L’aveva ascoltata dunque. Attentamente. E così ora sapeva perché. O meglio sapeva cosa lei voleva da lui. Capire le sue motivazioni. Quelle di lei. Era un’altra faccenda. Spesso ardua.
Voleva una gabbia. Già. Lui era lì, immerso nella luce accecante di quei neon, per costruire una gabbia. Una gabbia a misura d’uomo. La sua gabbia. Quella che lei voleva per lui.
All’inizio aveva pensato scherzasse. Non poteva essersi spinta così oltre. Gli era sembrato troppo. Anche per lei. Ma poi qualcosa nel suo tono. Aveva solo quello a cui aggrapparsi per capire. Realmente. Lo aveva convinto. Era dura. Inflessibile. Ma calda. Aveva come l’impressione che gli stesse facendo un dono. Offrendo un’occasione. E così anche l’ultimo baluardo di blanda resistenza che era rimasto dentro di lui si era spezzato. Si era abbandonato definitivamente a lei. E ai suoi capricci. Era suo. Era libero. Davvero. Finalmente.
Ora però doveva smettere di filosofeggiare. Secondo il dannato orologio digitale che lo osservava beffardo dalla ringhiera del soppalco che attraversava il capannone, gli rimanevano solo tre ore, 24 minuti e 12 secondi prima che lei tornasse. Aveva un lavoro da fare. Un capriccio da soddisfare. Un gabbia da costruire.
Osservò il materiale e gli attrezzi che lei gli aveva fatto trovare. Da un rapido controllo non gli sembrava mancasse niente. Doveva darsi da fare.
Inizio a montare sulla base di lamiera forata le rotelle che avrebbero permesso alla gabbia di essere mobile. Non era difficile. Amava i lavori manuali. Lo rilassavano . E lo lasciavano libero di vagare con la mente. Si vedeva in quella gabbia. In ginocchio. Scosso dalla furia violenta. Meravigliosamente violenta di lei.
Passo all’inserimento dei tubi di acciaio smontabili nello scatolato di lamiera che aveva già provveduto a rivettare sulla base. Dovevano servire a creare il tetto della gabbia.
Non le aveva chiesto che misure avrebbe avuto la gabbia. Se avrebbe potuto starci in piedi. O se invece sarebbe stato costretto ad accucciarsi. Come l’animale. Il cagnolino obbediente e scodinzolante che Lei riusciva a farlo sentire. Sempre.
Se gli fosse stato consentito scegliere avrebbe preferito questa seconda ipotesi. Ma non sarebbe andata così. Lei decideva. E lui godeva delal luminosità che risplendeva sulla pelle di lei quando la decisione marchiava di sangue e lacrime la sua.
Completato il tetto aveva lanciato un’altra ansiosa occhiata all’orologio mancavano due ore e 14 minuti all ‘arrivo della sua Signora. Doveva muoversi davvero. Montò i panelli laterali della gabbia alla velocità della luce saldando i 4 incastri perpendicolari a spina in corrispondenza degli angoli. E riusciendo così a bloccare l’insieme della gabbia.
Le sue mani. Quelle di Lui. Stringevano con forza e determinazione gli attrezzi. C’era leggerezza e perizia nei suoi movimenti. Quella che era solito riservare ai capricci di Lei. Alla loro interpretazione e immediata soddisfazione. Lei amava le sue mani. Quando el massaggiava lento e suadente la pianta del piede si inarcava come una gatta. La sua gatta. La gatta a cui lui apparteneva.
Ecco ora la gabbia avevo preso forma mancava solo di montare la porta e di fissare i panelli alterali realizzati coi tubolari. Si appresto a compiere quegli ultimi passaggi che mancavano poco più di 20 minuti all’arrivo di lei.
Ecco al gabbia era finita e non era grande. Nemmeno piccola. Ma per Lui si. Lui avrebbe dovuto accucciarsi dentro. E quell’idea gli mandava brividi di piacere gelato in tutto il corpo. Si sarebbe offerto. Totalmente indifeso. Alle voglie di lei.
Aveva trovato un biglietto di pergamena glicine. L’inchiostro cremisi spiccava su quel delicato foglietto. Violento come i colpi di frusta che marchiavano la sua pelle. Ripetutamente. Costringendolo a piegare la schiena mentre un sorriso piegava gli angoli delle sue labbra. Lei gli aveva lasciato le istruzioni. Voleva trovarlo dentro la gabbia. Accucciato. Bendato. Con il guinzaglio al collo. Nudo. Naturalmente. Non l’aveva scritto. Ma non aveva bisogno di leggerlo. Lo sapeva. E poi così si sentiva da sempre. Al cospetto di Lei. Nudo. Esposto corpo e anima. Esibito.
Prima di entrare nella gabbia. La sua gabbia. Quella che Lui aveva costruito per lei. Per il suo diletto. Aveva spento tutte le luci tranne uno spot che puntato sulla gabbia, la faceva brillare di mille riflessi. Mancavano due minuti al suo arrivo. L’arrivo di lei. La sua Signora. La Padrona. Si legò la benda sugli occhi e poi si accucciò sul pavimento di freddo acciaio della gabbia. In attesa.
Ogni singolo nervo del suo corpo era in tensione. Si sentiva al suo posto. Eppure era inquieto. Avava bisogno di lei. Gli sarebbe bastato che afferrasse il guinzaglio che negligente pendeva fuori dalla gabbia e lo avesse tirato con forza. Una sola volta. Gli sarebbe bastato. Perché l’avrebbe vista sorridere nel farlo. E illuminarsi. E la ragione, lo scopo, la logica del suo esistere erano tutti lì. In quel sorriso.
Avverti il suono dei tacchi. Rompere il silenzio immobile dle capannone. Trasmettersi come un eco dei battiti accelerati del suo cuore. Istintivamente spinse il culo contro le sbarre.Il colpo lo fece stramazzare. Violento. Duro. Cattivo. Sentiva il sapore del sangue in bocca. Si era morso per non urlare . Lei l’aveva preso per il guinzaglio ora lo strattonava e la gabbia scivolava sulle rotelle ad ogni strattone.. Lo guardava. Non poteva vederla farlo. Ma sentiva chiaramente il peso dello sguardo di lei su di se. Poi..aveva leccato il sangue che gli colava dalla bocca e gli aveva sfiorato le labbra con un bacio…:”Buonanotte schiavo”. Era stato appena un sussurro. Poi solo lo scemare del ticchettio dei suoi tacchi che si allontanavano sul pavimento di ardesia del capannone. Ma lui non aveva bisogno più di niente. Ora.
13903
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16 anni fa
mayadesnuda,
32
Ultima visita: 14 anni fa
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Desiderio represso
Storia di due amici, Gino e Clara, che non si frequentano molto ma ogni volta i loro sguardi si incrociano e lasciano trasparire il fuoco che ognuno di loro ha dentro acceso. Ma il tutto si ripete ogni volta senza che niente altro possa accadere.
Finche' un giorno, con una scusa banale, Clara chiede un aiuto a Gino per risolverle un problema a casa.
Gino si presenta da lei, come sempre molto timido e rispettoso, e dopo un caffe' rituale di benvenuto, i due si siedono uno fianco all'altro sul bordo del letto mentre lei spiega il problema da risolvere a Gino.
L'atmosfera si scalda, quella vicinanza genera una situazione intrigante quanto imbarazzante per entrambi che non hanno mai avuto il coraggio di esprimere davvero le emozioni che ogni volta provavano.
Le parole uscivano affaticate, distratte dalla forte emozione. A Gino l'affluire sempre piu' forte del sangue gli ha fatto rigonfiare il cazzo e con molta fatica cercava di non farlo notare. A Clara invece la figa era piu' che bagnata, calda e chiamava ma anche lei faceva di tutto per nascondere il suo stato di eccitamento.
La scollatura di Clara era volutamente accentuata, e, all'ennesimo inchino ad arte per mostrarsi "involontariamente" Gino ebbe l'istinto di farle una battuta e appoggiarle la mano sulla spalla.
Quel contatto ebbe un effetto incredibile. Tutto d'un tratto fu come se fossero sempre stati insieme, come se ogni istinto fosse gia' stato consumato in precedenza... Le mani di Gino scesero sul braccio accarezzandola dolcemente lentamente. Niente piu' parole, solo quegli sguardi di sempre. Clara porto' le sue mani sul cazzo di Gino mentro quelle di Gino esploravano le tette e accarezzavano i capezzoli ben eccitati di Clara.
In un attimo i vestiti erano volati via, i due corpi si incollavano e gemevano, la mani di entrambi ad esplorare i corpi dell'altro.L'eccitazione era tanta davvero.Il respiro affannato.
Gino ando' a baciare e leccare la figa di Clara che ebbe un sussulto di meraviglia e di goduria al sentire la sua lingua muoversi dolcemente la sotto.Usando anche le mani come solo Gino sapeva fare porto' Clara ad un orgasmo incredibile, le vibrazioni del corpo furono fortissime, indimenticabile...Dopo un minuto per riprendere fiato Clara ricambio' andando a succhiare il cazzo di Gino, dolcemente, lentamente, con uno sguardo che lo faceva impazzire.Tanto che la prese e gli infilo il cazzo in quella figa tanto bagnata che entro' in un attimo fino in fondo facendole sentire tutta la lunghezza.Si rigirarono in ogni posizione e sempre con piu' piacere, sempre con piu' goduria reciproca, sembravano fatti l'uno per l'altro per il sesso. Senza chiedere,senza ordini tutto spontaneo al momento giusto la cosa giusta. L'eccitazione di Gino era talmente grande che dovette chiedere a Clara anche il culo.Clara esito' un attimo, non lo aveva mai preso li dietro ed era preoccupata anche se in quel momento l'eccitazione era grande.Tanto che decise di farlo.Messa un po' di vaselina Gino lentamente lo spinse dentro.Clara lo sentiva ancora piu' grosso di prima, sentiva le venature e quel minimo di dolore era sovrastato da un piacere infinito.Sapeva che era il modo per farsi sentire tutta sua e questa sensazione di potere, di dominare Gino era cosi' grande che godeva tantissimo anche lei.Gino le venne nel culo godendo come non mai, Clara si senti' posseduta ma come se controllasse tutto lei e il piacere fu veramente enorme.
Dal giorno successivo la vita per entrambi torno' alla normalita'. Ma quel ricordo sara' indimenticabile per entrambi, tanto forte quanto sincero.E ogni tanto, Gino e Clara si trovano per... ricordare...
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16 anni fa
MaxDragstar,
44
Ultima visita: 2 anni fa
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Un piccolo segreto...!
E' passato ormai un anno dalla mia prima volta con un altro uomo che non fosse il mio ragazzo… si quello che sui siti del genere viene definito o si definisce “Singolo”. Piccola premessa, non dovevano essere corna ed invece…!
Tutto nasce, come spesso accade, a letto. A chi non è capitato di raccontarsi fantasie erotiche anche le più intime? Bene il mio ragazzo cominciò così, raccontandomi che gli sarebbe piaciuto essere cornuto, immaginare che la sua donna si faceva scopare da un altro, ma non uno qualsiasi, un vero super dotato. All’inizio pensavo fosse impazzito, ma quando scendeva nei particolare mi eccitavo sempre più fino a raggiungere orgasmi mai avuti prima e più raccontava e più venivo.
La storia è andata avanti per un annetto circa, quando nell’estate scorsa, approfittando di un suo periodo di vacanza, rimasi da sola in casa. Fu allora che ritrovandomi sola e con le solite voglie che ci assalgono dopo qualche giorno di astinenza, forse anche per la calura estiva, inizia a pensare a quelle “richieste”. Un po’ mi eccitavo, un po’ mi incuriosiva… fatto sta che per alcuni giorni andai avanti a ditalini e vibratori, ma naturalmente non ero soddisfatta e mi frullava per la testa sempre quelle fantasie. Finalmente mi decisi, e forse anche con l’alibi di pensare che era un suo desiderio, contento lui, contattai via internet un ragazzo che dalle foto potesse fare al caso mio. Vi faccio una confidenza, quel ragazzo l’ho ritrovato con un suo annuncio su Desidera, speriamo legga e valuti anche lui. Tornando a noi, ci incontrammo una sera nella prima periferia della città, le solite presentazioni, quattro chiacchiere al volo e via a bere una birra in un pub li vicino. Dopo circa mezz’ora uscimmo lui sicuramente pieno di voglia, io molto curiosa di scoprire le sue virtù.
Ci ritrovammo in macchina dietro degli alberi in un piccolo parcheggio di un centro commerciale.
Vi dico che ritrovarmi da sola con un uomo appena conosciuto, in macchina ed all’insaputa del mio ragazzo un po’ mi impauriva, ma la voglia di trasgredire in quel modo mi stuzzicava il clitoride che ormai era diventato turgido; complice anche la lunga astinenza. Quando allungai la mano sui pantaloni, rimasi senza parole; era già duro ed immenso, non avevo mai sentito un cazzo così grande e duro. Volevo ripensarci e tornare a casa, ma Francesco, così lo chiamerò da questo momento, aveva già iniziato a sgrillettarmi e succhiarmi i capezzoli. Non riuscì più a sottrarmi ma ormai neanche lo volevo. Ci spogliammo completamente nudi e finalmente oltre a toccarlo lo riuscivo anche a vedere grazie alla poca luce dei lampioni che entrava nell’abitacolo. Avevo voglia di prenderlo e stringerlo fra le labbra ma lui me lo impediva, mi diceva che dovevo desiderarlo e meritarmelo, io non capivo ma più mi impediva di prenderlo più la voglia mi coinvolgeva, sentivo i brividi scendere dai capezzoli turgidi fino al clitoride che ormai sembrava scoppiasse. Finalmente dopo alcuni tentativi riuscii ad avvicinarmi con la bocca, ma non vi dico quanto ho dovuto faticare per farlo entrare; la cappella era più grande della mia bocca. Sentire una cazzo così duro in bocca mi faceva pensare a quando lo avrei preso fra le cosce, ed il pensiero mi faceva sbrodolare come una proietta in calore. Credo le lui abbia capito che ormai non ce la facevo più, si tirò su e mi aprì le gambe. Avevo la figa tutta schiusa e piena di voglia. Pian pianino iniziò a risalire dal pube ai seni ed inevitabilmente arrivò a strofinarli la cappella sulle grandi labbra. Volevo tirarmi indietro, un piccolo e breve ripensamento, ma la voglia oramai si era impadronita della mente così mi rilassai aspettando il momento in cui me lo avrebbe infilato. Sembrava mi leggesse i pensieri, così con uno scatto repentino quanto improvviso riuscì a farsi strada; lo avevo tutto dentro in un solo colpo. Francesco si fermò un istanti e mi chiese se doveva toglierlo, non ricevette risposta così iniziò a ripassarmi pian pianino per farlo adattare, ma durò poco. Oggi mi racconta che iniziai io a dimenarmi come un ossessa ed a sbattermelo dentro fino alle palle. Continuò così per un po’ di tempo, a me sembrava poco, ma lui dice che non ce la faceva più. Infatti mi chiese se poteva venire, sussurrandomi che era bianca ed abbondante. Ed allora perché sprecarla; si rimise supino a pancia in su, io mi abbassai ed appena iniziai a pompare mi riempi tutta dai capelli, al viso bocca e seni. Sembrava un fiume in piena tanto che dovemmo pulirci con la biancheria intima; fazzolettini finiti.
Sapete come andò a finire; io al mio ragazzo non ho mai detto nulla tanto che un po’ di tempo dopo, lo invitai a casa. Eravamo naturalmente soli ed io con vestitino nero trasparente e senza mutandine. Poche presentazioni mi ritrovai quasi immediatamente sul tavolo della cucina a gambe aperte e con quel paletto fra le cosce. Quella sera mi feci aprire anche il culetto. Ma la cosa che mi fece sentire davvero porca, è che mi scopò senza preservativo; mi sentivo una vera puttana. Ed il mio ragazzo? Ancora all’oscuro di tutto. Ora di tanto in tanto viene a trovarci in casa alla presenza anche del mio lui, mi scopano in due, è fantastico ma la trasgressione di quelle due sere non l’ho più provata. Quando scopiamo lui continua a dirmi che gli piace immaginarsi cornuto, io gli dico che lo è ma niente verità, altrimenti il gioco, e perché no anche il mio piccolo segreto finirà.
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16 anni fa
admin, 75
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weekend di fine estate
Quel venerdì mi svegliai di buon mattino e già con l’emozione che mi aspettava la stessa sera, preparai lo zaino che mi sarebbe servito per trascorrere il mio più eclatante weekend a Torino.
La giornata di lavoro proseguì tranquillamente ma velocemente… con pensieri fissi che mi portavano a Torino.
Verso le 22.00 già pronta di tutto punto squillò il telefono…era Roberto :
“Si….pronto!”
“Ciao Michy, sono già qui!!”
“Ok Roby, prendo la borsa e arrivo”
Dopo pochi minuti ero già sotto casa, Roberto scese dalla moto, mi si avvicinò e senza dire una parola mi baciò fino a togliermi il fiato, la sua mano nel frattempo era già scesa sotto la gonna ad esplorare le mie intimità lasciate libere x l’occasione.
Roberto mi prese ai fianchi e mi fece sedere sulla moto, salì davanti e partimmo.
Pochi chilometri più avanti, prima di entrare in autostrada si fermò in un luogo appartato mi diede in mano un grosso vibratore con comando a distanza e mi disse:
“Michy infilatelo completamente in figa o nel culo, il comando lo tengo io…”
Io per fare in modo che nel viaggio esplorasse il mio basso ventre me lo infilai in culo, lui con un nastro me lo fermò bene in modo che non uscisse.
Ripartimmo e prendemmo l’ autostrada ogni tanto comandava il vibratore e per me era una sensazione idilliaca, ad ogni vibrazione lo stringevo di più con la speranza che con una mano continuava a guidare e con l’altra mi masturbasse, così fece ripetutamente.
Arrivammo ad un certo punto che quasi venivo , quando trovammo una piazzola ci fermammo, mi baciò io gli tolsi la sua lingua dalla mia bocca mi inginocchiai e cominciai a fargli un pompino ma senza farlo venire.
A qualche chilometro di distanza mentre di tanto in tanto mi masturbava sia con le mani che con il vibratore ci fermammo ad un autogrill la mia speranza e che non lo facesse funzionare lì ma…conoscendo Roby quel timore si trasformò in realtà, la fortuna fu comunque che eravamo vicini ai bagni, mi ci spinse dentro, mi diresse sui lavandini e mi infilò il suo lungo cazzo nella figa mentre mi baciava per non farmi urlare.
Usciti dal bagno abbiamo preso uno Sheridan’s e siamo ripartiti per Torino.
Nel giro di pochi minuti eravamo di nuovo in moto con destinazione Torino…trovammo l’ennesima piazzola dove c’erano parcheggiati alcuni camion, Roberto scese dalla moto mi tirò giù e senza dire parole inutili mise la sua lingua nella mia bocca, mi girò e a pecorina cominciò a scoparmi…in un momento che riuscii ad aprire gli occhi vidi che c’erano dei camionisti che ci guardavano ed erano visibilmente eccitati ….quando fu sul punto di venire lo tirò fuori, mi girò verso di lui, mi fece accosciare e mi venne sul viso, non mi fece sciacquare e ripartimmo.
Arrivammo a Torino e mi portò in un locale dove ci aspettavano dei suoi amici, prima di entrare però mi portò nel luogo più scuro del parcheggio mi bendò e mi fece aspettare un pò.
Dopo qualche minuto con me in fremito per la non consapevolezza di quello che poteva succedere… sentii dei passi avvicinarsi, sentii bisbigliare quando ad un certo momento Roby mi chiese di inginocchiarmi.. fatto questo sentii qualcosa avvicinarsi alle mie labbra d’istinto aprii la bocca e cominciai a fare il pompino fino a farlo venire… ingoiai tutto ma non fu finita qui, Roby mi tenne giù dalle spalle e mi si avvicinò qualcosa d’altro immaginavo cosa fosse e rifeci quello che avevo appena finito di fare.
Passarono alcuni istanti c’era un silenzio inverosimile quando Roberto mi sbendò e mi accompagnò dentro al locale…mi offrì del cognac da bere , mi sedetti con tutta tranquillità di fianco a lui quando all’improvviso si avvicinò Marta una sua amica si presentò e mi baciò vogliosamente sulle labbra fu un esperienza sensazionale….
Dopo meno di un’ora io e Roberto uscimmo dal locale e ci avviammo verso casa sua.
Arrivammo davanti al suo garage, lo aprì ed entrammo…. Mi fece scendere dalla moto e mi tolsi il vibratore, mi stese poi su un oggetto che sembrava una specie di divano…mi sbagliai era una divaricatore mi legò polsi e caviglie e cominciò a baciarmi e masturbarmi… dopo qualche minuto mi mise il suo cazzo nel culo mentre nel buco davanti per non lasciarlo libero prese il più grosso cazzo di gomma che aveva e me lo infilò fino in fondo…godevo come non mai….
Dopo molti giochi su quel divaricatore mi fece salire a casa, mi offrì di nuovo da bere .. della crema all’whisky …mi sdraiò sul letto e mi riempì la figa di quel liquore dopodiché prima con la lingua e poi col resto della bocca cominciò a bere da lì passandomela poi nella mia bocca…mi fece bere di tutto così.
Mi sdraiò sul letto mi ammanettò entrambi i polsi al letto e con delle corde fece lo stesso con le caviglie, prese una candela di notevole circonferenza me la infilò nel buco davanti e l’accese, mi bendò gli occhi e mentre la candela bruciava si mise davanti a me con il cazzo all’altezza della bocca cominciai a prenderlo in bocca sempre con più veemenza … il calore si avvicinava e l’eccitazione saliva sempre più, quando arrivò al limite mi portò in bagno spense la candela e come la tolse mi ci infilò il suo cazzo….mi sembrava di svenire… passammo tutta la notte così bevendo e scopando in ogni modo.
Arrivò il sabato pomeriggio e dopo qualche ora di meritato riposo uscimmo a far compere.
Tornammo a casa per l’ora di cena cenammo io e lui passò circa un oretta quando suonò il campanello di casa… era suo fratello ed un amico.
Roberto mi baciò come entrarono loro, mi teneva stretta a se quando da dietro sentii una mano salire tra le mie gambe mi entrarono due dita nella figa… continuai a baciarlo con più ardore sentii una altra mano avvicinarsi al culo ed anche lì entrarono alcune dita.
Ero eccitata da morire Roberto mi piegò in avanti e suo fratello mi inculò prima con molta calma poi cominciò a pompare di più…. Io intanto cominciai a prendere in bocca il grosso palo dell’amico e con la mano masturbavo Roberto…. Ero bagnatissima ….Roberto mi prese per un braccio suo fratello per l’altro mi alzarono di peso e mi fecero sedere sul cazzo dell’amico che ormai era ben eccitato fecero molto piano era doloroso ma fantastico….quando mi abituai alle dimensioni che avevo nel culo mi sdraiai ma senza togliere quello che avevo già dentro e il fratello di Roberto infilò il suo cazzo in figa .
Per non farmi urlare Roberto prese a baciarmi, dopo di che mi spinse fino in gola il suo cazzone molto eccitato …. Quando furono sul punto di venire si diressero tutti e tre verso la mia bocca e mi inondarono di sperma…
Questo fu il mio impatto con una multipenetrazione fu fantastico anche perché fu solo l’inizio…tutta la notte mi scoparono tutti e tre in tutti i modi che potessero trovare….
Non dimenticherò mai quel weekend
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16 anni fa
cicci,
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Ultima visita: 12 anni fa
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Serata intrigante
La serata cominciava con i migliori auspici. Mi ero accordato sul da farsi con un singolo ke avevamo già conosciuto in un'incontro preliminare. Avevamo pensato di fare vestire Giovanna ( non è il suo nome ma il suo nick) kome più le piaceva ,ma ci sarebbe piaciuto ke indossasse la gonna e così è stato. All'incontro dopo i convenevoli siamo saliti sulla nostra auto e lei con il singolo si sono posizionati sul sedile posteriore ed io già arrapato mi sono messo alla guida. Abbiamo cercato un luogo appartato per mettere in atto il nostro piano e dopo poco l'abbiamo trovato. Una stradina poco illuminata e lì ho parcheggiato e sono andato a sedermi vicino a mia moglie e al suo amante. A questo punto il singolo ha sfilato il reggiseno alla mia lei e l'abbiamo aiutata a togliersi anke le slip senza però spogliarsi completamente. A questo punto ci siamo dovuti rivestire perchè una casa aveva acceso tutte le luci in giardino e ci negava la complicità del buio ,anke se la cosa cominciava ad essere coinvolgente. Sempre io alla guida e gli amanti dietro ci siamo avviati in direzione di una gelateria con lei vestita ma senza indumenti intimi e con il suo amante ke la accarezzava. Difficile guidare in quelle condizioni.... vi assicuro. Cmq la geleteria non era molto lontana e una volta scesi dall'auto siamo andati a prendere un gelato tutti assieme. Dopo aver mangiato il gelato prima di uscire ci siamo fatti dare un cornetto con la panna perchè di lì a poco ci sarebbe servito. Ripartiamo alla ricerca di un posto isolato per poterci dedicare alla panna e a Giovanna ma sembrava ke non ci fosse verso di trovarlo rapidamente. Dopo vari giri troviamo quello ke fa per noi anke se non era il massimo ,il tempo a nostra disposizione era ancora poco, perchè il singolo doveva rientare a casa. Salgo nuovamente sul sedile posteriore dove i due amanti nel frattempo si erano spogliati e il singolo la stava masturbando e lei ricambiava. A questo punto entra in ballo la panna, ne mettiamo un pò sui capezzoli di lei e la lecchiamo con passione.Lui era messo bene e si vedeva ke la mia lei gradiva. Mi spoglio e accarezzo la mia lei ke stasera è davvero eccitante e decide di masturbare entrambi in contemporanea. Bellissimo vedere ke lei non era per nulla imbarazzata. Ma sembra destino l'orologio ci costringe ad interrrompere la serata ke stava andando nel migliore dei modi. Ci lasciamo con la promessa ke organizzeremo a breve una serata senza limiti di ....orario e non solo! Vi terremo aggiornati sulle prossime avventure e buon divertimento a tutti!
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16 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 17 ore fa -
Sottile
E' una linea sottile. Separa la tua voglia di divertimento da tutto ciò che porta un uomo a definirti una puttana.
Che poi, se ci pensi bene, ogni uomo nella sua mente si sposta quel confine come vuole, a seconda della situazione, del tempo, dell'ora.
Una gonna al ginocchio e sei una persona elegante e simpatica, due centimetri più su e diventi una che ha voglia e che è pronta a darla.
Del resto, amica mia, si sa benissimo quanto contino i centimetri per gli uomini. Inutile cercare di capire quali siano le regole del gioco, anche perchè tante volte neanche più i centimetri fanno la differenza. Puoi anche metterti una maxi-maglione, pantaloni larghi, ma se poi glielo prendi in bocca e lo succhi avidamente ecco che passi il confine ed entri nel regno delle puttane.
Eppure tu ne avevi solo voglia, perchè ti piace. Perchè piace A TE.
Tutto gira intorno ad una verità fondamentale: non sanno cosa ci piace. E più in generale, non ci capiscono: perchè ad ognuna di noi piace qualcosa di diverso, non siamo tutte uguali.
A me piace portare quei tanga che hanno solo il filo dietro, mi piace cavalcare l'uomo dandogli le spalle, mi piace sentirmi stringere forte i seni. Ad altre piace farsi leccare per minuti e minuti, ad altre ancora piace sentirsi stuzzicare anche dietro, con un dito. Ce ne sono altre a cui piace farselo proprio mettere dietro.
Siamo diverse, anche le nostre voglie sono divise da sottili linee di confine. E poi siamo tutte soggette ad avere quei momenti di particolare eccitazione che ti fanno diventare una puttana. Momenti in cui senti il calore nel corpo invaderti in ogni parte, anche nella testa, ti fa ubriacare.
Non ci capiscono, eppure siamo così simili a loro: abbiamo voglie come loro, cerchiamo di soddisfarle, ci eccita il contatto. Eppure sembra che il nostro mondo sia incredibilmente più pieno: pensa con quante cose riusciamo ad eccitarci noi. Ci basta una occhiata, una espressione della bocca, un leggero tocco della mano. Non abbiamo bisogno di essere strofinate, leccate, succhiate. Ci sono le cose che ci accendono e quelle che fanno ardere più forte il fuoco dentro di noi. E ci sono quelle che ci fanno perdere totalmente il controllo. C'è il momento della semplice eccitazione e c'è il momento dell'orgasmo. C'è il momento per sentirsi semplicemente stuzzicare per farsi correre qualche brivido lungo la schiena e la pelle e c'è il momento per tarsi travolgere e lasciare che l'intero corpo sia scosso dai brividi dell'orgasmo.
Nero o bianco, tutto o niente, pieno o vuoto, destra o sinistra. No, non è così che funziona. Tutto sfuma l'uno nell'altro, come i corpi durante il sesso.
Tutto è diviso da linee sottili. Sottili come quella del tanga che indosso.
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16 anni fa
moni74,
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Ultima visita: 16 anni fa
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Compleanno a napoli
I ragazzi conosciuti a Jerba si facevano sentire telefonicamente almeno un paio di volte la settimana, questo mi faceva molto piacere, e le frasi e le battute richiama-vano spesso i momenti di piacere che avevamo trascorso in tunisia, si sprecavano an-che gli inviti da parte loro perché li andassi a trovare ma mai questi si erano concre-tizzati in qualcosa.
Su ad un certo punto iniziarono a propormi di andare a Napoli per il compleanno di Ciro, che coincideva con un fine settimana, e se all’inizio acconsentii subito dopo mi bloccai un po’, avevo paura che i ragazzi mi volessero far ripetere l’esperienza del gruppo e non me la sentivo se fosse successo non sarei stata serena, mi sarei sentita come un oggetto.
Al telefono infatti ero stata chiara ma loro scherzavano dicendo dai vieni che ti facciamo partecipare alla festa, e questa cosa mi preoccupava, ripeto l’esperienza del-la gang bendata mi aveva lasciato bene, ma non volevo ripetere l’esperienza almeno nel breve.
Quando arrivai a Napoli sono venuti a prendermi in aeroporto, carucci carucci, mi hanno portato a cena, poi a vedere Napoli di notte, il maschio angioino, marec-chiare, mi hanno corteggiata e vezzeggiata tutta la sera comportandosi come due fi-danzatini.
Verso l’una di notte dato che ero stanca mi portano quindi a casa di uno di loro e mi fanno trovare la camera da letto preparata per me, quindi mi lasciano sola e sono andati via. Ho apprezzato molto la cosa che non mi fossero saltati addosso subito.
L’indomani sono venuti a prendermi verso le 9, abbiamo ricominciato il giro tu-ristico di Napoli, fino all’ora di pranzo per poi andare a mangiare in un posto caratte-ristico.
Dopo pranzo mi hanno quindi riportato nell’appartamento dove avevo dormito dicendo che andavamo a festeggiare il compleanno.
La loro allegria e l’aggiunta di qualche bicchiere di vino era riuscita a cambiar-mi di umore, ero disponibile e pronta a giocare con loro.
Uno di loro quindi mi dice, non c’è festa di compleanno senza torta, quindi mi hanno spogliato, io li lasciavo fare, mi hanno disteso sul tavolo e mi hanno riempita con la panna ei i canditi, non ti dico come mi hanno combinata, a questo punto mi hanno messa la candelina sull’ombelico e l’anno accesa, facendo tutto il rito di un compleanno, la canzoncina, il desiderio, lo spegnimento ecc. quindi si sono avventati sulla torta.
Hanno cominciato leccandomi tutta, mangiando i canditi e facendoli mangiare a me uno di loro si è spogliato si è riempito il pisello di panna e me lo ha messo in boc-ca.
Il tono era disteso, scherzavamo, ridevamo, era quello che volevo, non mi sareb-be piaciuto di finire allo scannatoio, quello era quello di cui avevo paura ma devo rin-graziare non è avvenuto.
Abbiamo continuato tutto il pomeriggio, i ragazzi erano sempre più affiatati, d’altronde, era la terza volta che stavamo insieme.
Mentre il primo mi ha dato la mia porzione di panna, l’altro dato che ero sul ta-volo mi ha tirato verso di se mi ha alzato le gambe è mi ha penetrato in un colpo so-lo, non ha fatto una grande fatica perché ero molto eccitata e colavo, i ragazzi mi a-vevano calmata ed era venuto fuori tutta l’eccitazione.
Da quella posizione poi c’è stato un unico crescendo, prima si sono dati il cam-bio poi siamo passati sul tappeto, con uno disteso a terra, io sopra di lui a e l’altro dietro a completare l’opera.
Tra la panna ed il sudore ci siamo impastati per bene quindi uno dei due ad un certo punto propone di fermarci un attimo e farci una doccia, chiaramente insieme.
La doccia l’abbiamo fatta nella vasca da bagno, che non era una jacuzzi, anzi abbastanza piccolina, ma i ragazzi sono riusciti a farmela apprezzare, sono stati fanta-stici, sembrava si fossero messi d’accordo, con la scusa di insaponarmi mi hanno ac-carezzata, coccolata, sono riusciti a portarmi in uno stato di serenità assoluta.
Siamo quindi passati in camera da letto, la sensazione era che non volessero fare le cose in fretta, ma che volessero invece passare un po’ di tempo insieme, infatti siamo saliti sul letto e ci siamo messi a chiacchierare del più e del meno.
Dopo un po’ uno dei due mentre io ero distesa a pancia sotto inizia ad accarez-zarmi il culetto, proprio sul buchino, prima proprio ruotando il dito, senza spingere, solo roteando, l’altro invece se ne stava beato a guardarsi lo spettacolo ed accarez-zandosi il cazzo.
Il gioco è continuato per un bel po’, quel dito che roteava proprio sull’imbocco, senza entrare senza spingere, solo roteando stava provocando, in me una sensazione stranissima.
Io sono una a cui piace il sesso anale, ma visto come completamento o aggiunta a quello vaginale, ma in quel momento ero smaniata, eccitata e volevo che mi incu-lasse, li subito, cavalcandomi e sbattendomi con tutta la forza che avesse.
Questo mio stato d’animo doveva essere visibile perché iniziarono a scherzare, schernendomi su questo, chiedendomi “ti va di andare a fare una passeggiata?” oppu-re, ma che hai caldo, stai sudando, ecc.
Stavo smaniando, volevo essere inculata, li, subito senza chiacchiere e senza perdere tempo, da supina decisi di alzare la schiena mi sono messa alla pecorina spe-rando che lo spettacolo fosse sufficientemente invitante, e che senza perdere tempo mi penetrassero.
L’unica cosa che ottenni e che si avvicinò con la bocca ed si aiutò (come se ce ne fosse bisogno) con la lingua per aumentare la mia eccitazione, quindi l’altro molto sarcasticamente iniziò a dirmi, “si lo sappiamo cosa vuoi, ma devi chiederlo, e forse ti accontentiamo”, si avevo capito che volevano giocare con me, e la cosa tutto sommato mi stava bene.
Quindi iniziai dicendo “ dai ti prego inculami” o “ sii rompini il culo” e cose di questo genere.
Loro volevano fare i duri ma davanti alle mie richieste unitamente al fatto che inizai a muovere il sedere e a toccarmi tra le gambe infilandomi in nella figa colante tre dita, non resistettero, e soprattutto quello che mi aveva accarezzato il buchino si piazzo dietro di me lo ha appoggiato e quindi lo spinse dentro in un colpo solo.
Abbiamo continuato fino a tarda sera, secondo me avevano preso delle pillole tipo viagra, perché non smettevano, sembravano assatanati, ogni tanto ci fermavamo perchè nonostante il climatizzatore ci veniva caldo oppure ci veniva sete o fame, però è stato un bellissimo pomeriggio.
Ci siamo svegliati la mattina, abbiamo fatto un altro giro per Napoli e poi in aereo porto.
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16 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 17 ore fa -
Ai caraibi con mia moglie
AI CARAIBI CON MIA MOGLIE
Quello che sto per raccontarvi è accaduto pochi mesi fa quando con mia moglie Marina siamo andati in vacanza in Jamaica.
Marina è una bellissima trentasettenne (io ne ho 39), bionda, un metro e 65,
51 chili, un seno non troppo grande (una terza) ma ben fatto e sostenuto come quello di una ventenne, un culo che mi viene voglia di mordere ogni volta che lo vedo.
Premetto che sessualmente abbiamo provato praticamente tutto quello che si può fare in due,
senza alcuna inibizione (ma categoricamente in due)……………………………….
Nella baia in cui si trovava il nostro villaggio vi era una spiaggia poco frequentata, a parte i quasi due chilometri di camminata, si doveva passare attraverso delle mangrovie che si protendevano fin dentro l’acqua e si doveva quindi fare un percorso ad ostacoli per arrivarci, avendo fatto questa passeggiata più di una volta, avevamo notato che tra le mangrovie vi erano coppie di turisti o di turiste insieme a dei neri del luogo che prendevano il sole in costume adamitico, più ci si allontanava dalla zona dei villaggi e più era facile incontrare una coppietta isolata e a differenza di quello che succede in Italia ogni volta che passavi davanti a una di queste coppie puntualmente questi ti salutavano sorridendo e non ti guardavano con diffidenza come succede da noi.
Così un giorno abbiamo deciso di non fare la solita passeggiata, ma di andare a prendere il sole almeno tutta la mattinata in mezzo alle mangrovie tra le risacche dell’acqua che lambiva la riva ricca di vegetazione che proteggeva dagli sguardi e ti dava un senso di intimità.
Arrivati in un punto dove gli alberi lasciavano sette o otto metri di spiaggia libera dalle fitte fronde ci fermammo e ci liberammo dei costumi, i villaggi erano lontani quasi a perdita d’occhio dalla parte opposta della baia e i pochi bagnanti temerari che si erano spinti così lontano erano a debita distanza protetti anche loro dai rami delle mangrovie, eravamo soli, nudi e ci sentivamo protetti dalla foltissima vegetazione che era anche dietro le nostre spalle, è una stupidaggine, però quando ci si trova nudi in una spiaggia che sembra un paradiso, l’eccitazione cresce e dopo pochi minuti eravamo già lì che ci baciavamo e giocavamo accarezzandoci a vicenda, eravamo stesi nel bagnasciuga con l’acqua che bagnava i nostri sessi ritmicamente con il moto della risacca.
A un certo punto mentre ci stavamo sbaciucchiando e le stavo accarezzando il clitoride e lei mi faceva letteralmente una sega, alle spalle di Marina a circa setto o otto metri da noi al di là di alcuni grossi rami di mangrovie dove si faceva largo un altro piccolo pezzo di spiaggia, arrivò una coppia mista con lei biondina coi capelli corti più o meno della nostra età, e fisicamente abbastanza in carne, diciamo grassottella per farle un complimento, lui nero età indefinibile ma meno di 30 sicuramente, si sdraiarono anche loro sul bagnasciuga e si misero a prendere il sole tranquillamente, al ché io avvisai Marina dell’arrivo dei due, il ché fece interrompere immediatamente la piacevolissima e lentissima sega che mi stava facendo, giratasi verso i due li guardò con aria scocciata poiché sentiva invaso il proprio territorio, in tutta risposta i due ci sorrisero e accennarono un saluto con la mano, io mi ero subito girato dal fianco che mi trovavo a pancia sotto per nascondere il mio uccello che era stato (molto vistosamente) oggetto delle cure di mia moglie.
Pure lei si mise a pancia sotto e così prendemmo il sole per almeno venti minuti, a un certo punto Marina mi bisbiglia di dare un’occhiata ai due che si sono messi nudi pure loro e che hanno cominciato a darsi da fare, con tutta la discrezione possibile, allungo un po’ il collo fino a permettermi di avere scoperta la visuale, i due si stavano baciando con lui a pancia in su e lei gli stava menando l’uccello molto lentamente, aveva un cazzo nerissimo e con una cappella di un rosso molto scuro, a occhio doveva misurare qualcosa più di un mio palmo (23cm) come circonferenza non doveva essere tanto più del mio in quanto sembrava più sproporzionato in lunghezza che in larghezza.
La vista dell’uccello di quel ragazzo nero doveva aver fatto un certo effetto a Marina che si era subito rigirata con la testa verso i due, certa che gli occhiali scuri le davano l’alibi x guardare senza essere vista, ma evidentemente loro non solo erano consapevoli che li stavamo guardando, ma si stavano esibendo e anche sfacciatamente direi.
Eccitato da quello che vedevo appoggiai la mano sinistra sul culo di Marina e cominciai a scivolare lentamente, sentivo i suoi fianchi alzarsi leggermente per permettere alle mie dita di trovare meglio l’obiettivo, quando incontrai le labbra della magnifica figa di mia moglie non rimasi per nulla stupito di trovarla in un bagno di umori, scivolai tra le grandi labbra oltrepassandole fino a sfiorarle il clitoride e cominciai a roteare l’indice e il medio sul sensibile bottoncino, le massaggiavo il clitoride e ritornavo su a roteare le mie dita sulle sue morbidissime labbra completamente bagnate da quel nettare scivoloso senza forzare per entrare e poi ridiscendevo sul clitoride per poi tornare su sempre senza affondare, i suoi fianchi avevano cominciato a muoversi in maniera abbastanza vistosa nel tentativo di indurmi a penetrarla, e certamente i due avevano notato, Marina stava sempre rivolta con la testa verso i due spiando quello che stavano facendo ed io avevo cominciato a roteare maggiormente la mia mano seguendo il ritmo che mi imponeva Marina col movimento dei suoi fianchi, ogni tanto in mezzo a quelle scivolate tra il clitoride e le grandi labbra affondavo due dita improvvisamente causando in mia moglie dei gemiti e degli inarcamenti ancora più pronunciati, l’eccitazione era palpabile, le scivolavo dentro con due e poi con tre dita con una facilità inusuale tanto era bagnata, io avevo l’uccello puntato sul suo fianco e lei me lo menava lentamente mentre io insinuavo le mie dita dentro la sua figa bagnatissima, le parti si erano ormai capovolte, ora eravamo noi che davamo spettacolo, e la coppia non distoglieva gli occhi da noi neanche un momento, per non essere da meno la biondina si mise in ginocchio e cominciò a fare un pompino a quell’uccello nero e mentre si faceva scivolare l’asta in gola più che poteva gli occhi erano puntati sempre verso di noi, la tipa succhiava quel cazzo nero con una meticolosità ed una devozione che era un piacere guardarla, il nero ci guardava e si mordeva le labbra, poi apriva la bocca come per farci capire quanto fosse piacevole il lavoretto che gli stava facendo la biondina, le teneva la testa con le mani per guidarla, lei leccava quel cazzo nero come un cono gelato, la tensione era a mille e sembrava che eravamo in perfetto sincronismo ad eccedere x poi rallentare x non far terminare il gioco, ora stavo scopando Marina con quattro dita, andavo avanti e indietro e di nuovo avanti verso la sua figa che si spingeva contro la mia mano x essere meglio penetrata, mia moglie era veramente fuori da ogni controllo, mai avrei pensato che si sarebbe lasciata fare così davanti a degli estranei, non l’avevo mai sentita così lubrificata, le spingevo la mano fino all’arcata del pollice e lei ancora spingeva come se avesse voluto che le infilassi la mano intera, la biondina ciucciava il bastone nero e poi quando sollevava la testa fino a scoprirlo, lo protendeva verso la nostra direzione, come x un invito, gli rileccava la cappella e poi di nuovo lo mostrava verso mia moglie, Marina sembrava calamitata da quell’uccello, non riusciva a togliere gli occhi di dosso e i suoi umori erano sempre più abbondanti, agitava il culo contro la mia mano e gemeva in continuazione, era fuori di testa, la biondina a un tratto sfilò l’uccello fuori dalla bocca poi si tirò su e montò a cavalcioni sopra il nero facendosi penetrare dal quel palo nero, sia io che mia moglie non ci perdevamo un solo istante di quella visione, lentamente arrivò a farsi penetrare fino alla radice del cazzo nero dopodiché cominciò a muoversi su e giù aiutata dalle mani dell’indigeno, sembrava tutto surreale, mi sembrava di vedere un film porno, ma mia moglie a quanto pare non le bastava fare la spettatrice così si mise in ginocchio e mi ordinò di scoparla, piazzatomi dietro di lei le puntai la punta del mio uccello tra le piccole labbra e lentamente e senza alcuna resistenza arrivai in fondo e cominciai a sbatterla con violenza tenendola x i fianchi, dopo pochi colpi in quella fornace bollente venni spingendo il mio uccello fino all’utero, inondandola con una quantità di sperma che sfilatole l’uccello le cominciò a colare da quel bellissimo buco ancora semiaperto, intanto la bionda continuava la sua cavalcata, dopo non molto lei si tolse da sopra di lui e glielo prese in bocca proprio nel momento in cui lui cominciava ad eiaculare, gli squizzi le imbrattarono il viso e lei continuava a succhiarlo finché non c’era più neanche una goccia da tirare fuori, poi passatasi una mano sul viso per darsi una pulita, tornò su verso il viso di lui e lo baciò, intanto noi ormai sazi ed esausti, ci eravamo stesi, quasi increduli per quello che eravamo stati capaci di fare davanti a quei due, dopo pochi minuti che eravamo stesi a riposarci, i due si rimisero i loro costumi, ci salutarono con un cenno e dicendo “HI” si rincamminarono sulla riva sparendo dietro la folta vegetazione.
Il giorno dopo tornammo sempre nel solito posto, ma dopo un pò che prendevamo il sole nudi arrivarono quei due del giorno prima, e in cuor mio speravo di poterli rincontrare, e da come ho saputo poi, anche mia moglie ci sperava.
Beh!! Eravamo lì nudi, da poco, ci eravamo sistemati e mia moglie mi spalmava una protezione 12 quando sentimmo dei passi nell’acqua che si stavano avvicinando, appena ci voltammo vedemmo il nero davanti e la biondina dietro, lui da bravo cavaliere aveva un borsone con dentro gli asciugamani da mare e non so cos’altro, arrivarono e come se niente fosse ci salutarono “HI” e noi “HI” come risposta.
Il Jamaicano ci chiese subito se eravamo Italiani e noi chiaramente rispondemmo di si, disse di chiamarsi Jona e ci presentò la sua amica biondina Beth, lei Americana non parlava assolutamente Italiano, però fortunatamente tra lui che parlava abbastanza l’italiano e noi che qualche parola di inglese le conoscevamo, ci presentammo anche noi.
Lui ci chiese se potevano stendersi vicino a noi, e noi ovviamente non ci opponemmo, anzi con un gesto della mano li invitammo a sedersi.
Come se fosse la cosa più naturale del mondo lei subito si tolse il piccolissimo tanga e lui appena messo giù il borsone la imitò facendo scivolare giù il suo pantaloncino, dai quali sbalzò fuori il suo grosso uccello nero che già a riposo faceva la sua bella figura.
Mia moglie non sapeva dove guardare, faceva di tutto x non volgere lo sguardo diretto su quel palo nero, ma ogni volta che girava la testa lo sguardo passava sempre nello stesso punto.
I due si erano accomodati alla destra di Marina, che nel frattempo aveva continuato a spalmarmi la crema protettiva, appena finì di spalmarmela, mi diede la bottiglietta x permettermi di spalmarla su di lei, ma la biondina mi prese la boccetta dalle mani e si offrì di spalmare lei la crema a mia moglie.
Marina si mise a pancia sotto e Beth cominciò a spalmale la crema dalle spalle facendole anche un energico massaggio, nel frattempo mentre massaggiava, raccontava di essere dell’Illinois che era divorziata, che aveva due bambini, e nel frattempo i massaggi scendevano sui reni e sui glutei di mia moglie, la biondina stava inginocchiata a gambe larghe sopra le gambe di Marina e per me che ero ora sua alla destra e x il nero che era alla sinistra di Marina si proponeva uno spettacolo niente male della fighetta completamente depilata della biondina e da quella posizione si poteva vedere bene che aveva anche un piercing in un labbro della sua figa, io e il nero eravamo lì a goderci questo bellissimo panorama.
Ogni volta che i massaggi dal gluteo salivano, volutamente tendeva col massaggio ad aprire le natiche di Marina, all’inizio inavvertitamente poi sempre con più convinzione, e i pollici ogni volta andavano ad avvicinarsi agli orifizi di mia moglie, che evidentemente gradiva questo trattamento,
infatti inarcava leggermente il culo ogni volta che le mani le sfioravano l’inguine, io e il nero eravamo già molto eccitati e ci eravamo avvicinati al culo di Marina x poter assistere meglio a quel massaggio che aveva un grande effetto su tutti quanti, da vicino ogni volta che Beth allargava le natiche di Marina, potevamo vedere il liquido lucido che bagnava il fiorellino rosa di mia moglie,
era segno che se anche non lo dava a vedere troppo, dentro di se stava andando in fiamme,
io allora presi coraggio e allungai una mano e da dietro toccai la figa di Beth che si rivelò bagnata
e sgocciolante almeno quanto quella di mia moglie, la toccavo con tutto il palmo della mano e mi ritrovai tutta la mano bagnata, allora le infilai il pollice e premendo verso il monte di venere le massaggiai il fatidico punto G, dopo pochi secondi lei si tolse da sopra mia moglie e mi montò sopra cominciando a baciarmi violentemente,
nel frattempo il nero aveva preso il posto della compagna e con le sue dita lunghe e nere ripeteva i massaggi di Beth, ma questa volta Marina che ancora stava a faccia in giù, ogni volta che Jona risaliva col massaggio sfiorando l’interno delle cosce, lei inarcava vistosamente il culo dandogli una visione della sua passera completamente bagnata, Beth nel frattempo era scesa pian piano baciandomi prima il collo poi il petto, fino a prendermi in bocca l’uccello che non stava più nella pelle, guardavo mia moglie che stava con la testa girata dalla parte opposta e gemeva ogni volta che il nero andava più deciso sul suo sesso, a un certo punto lui sui spostò più in dietro e la sollevò leggermente x i fianchi, solo per permetterle di offrire meglio il suo culo, si chinò e cominciò a baciarla tra le natiche, vedevo mia moglie col culo proteso verso il viso di quel ragazzo nero che le stava leccando la figa, affondava il viso fino a far penetrare la lingua nella sua fessura e poi risaliva fermandosi a dare dei piccoli colpi sul piccolo orifizio e poi riscendeva riaffondando il viso quasi la volesse divorare, io ero iper eccitato sia per quello che mi stava facendo Beth sia per quello che vedevo, per niente geloso di quello che le stava facendo e anzi godevo nel vedere mia moglie provare piacere con uno sconosciuto, in fin dei conti era sempre stato un mio segreto sogno quello di vedere mia moglie scopare con un altro.
Il sogno si stava veramente avverando e non avevo dovuto architettare nulla perché accadesse, tutto stava succedendo spontaneamente con la partecipazione totale di Marina,
Il nero continuava a leccare come se fosse il succo più prelibato e aveva infilato due dita dentro il sesso di Marina, e ora le stava movendo velocemente avanti e indietro, Marina si tirò su e si mise completamente a pecorina con la testa appoggiata sull’asciugamani, Jona dietro con una mano le stava stringendo un seno e le tirava il capezzolo, e con l’altra continuava il massaggio vaginale uscendo alternativamente e con il palmo della mano gliela lisciava tutta come per sentirla in tutta la sua mano, Marina era bagnatissima con una mano si stava solazzando il clitoride e gemeva ogni volta che le dita di lui sprofondavano dentro di lei, anche lui era eccitatissimo e lo si poteva vedere bene da quell’enorme uccello proteso in avanti che gli penzolava in mezzo alle gambe,
Marina era allo spasmo, Jona mi diede un’occhiata come x chiedere un consenso, come risposta la mia espressione fu molto chiara, mia moglie era sempre col viso appoggiato e il culo e la figa protese verso quel nero non aspettando altro di essere penetrata da quel lungo e grosso cazzo nero,
ma lui con mia sorpresa invece di sprofondare dentro mia moglie si spostò e andò a sedersi di fronte a Marina, lo scopo era ovvio, Jona prima di scoparsi mia moglie voleva che lei lo guardasse in faccia e gli prendesse in gola il suo grosso uccello, voleva divertirsi un po’ prima di portare a termine il gioco, mia moglie non si fece pregare e appena vide l’uccello di Jona svettargli davanti la faccia lo afferrò con una mano e portatolo di fianco al suo viso cominciò col baciarne la base e poi prese a baciargli le palle e a succhiarle per poi mordicchiare di nuovo la base dell’asta, con l’altra mano gli accarezzava energicamente la vita sentendo sotto la sua mano gli addominali del giovane che erano tesi nell’intento di protendere in avanti il bacino, salita lentamente l’asta con la lingua fece scomparire velocemente la grossa cappella dentro la sua bocca mentre con la mano continuava a fargli una lenta ma vigorosa sega percorrendo con la mano su e giù tutta la lunghezza del grosso uccello nero, sembrava non aver fatto altro tutta la vita tanto mi sembrava brava, la biondina forse infastidita dalla poca attenzione che davo a ciò che lei mi stava facendo, si spostò e andò a baciare il compagno dopodiché si posizionò dietro il culo di mia moglie e con mia grandissima sorpresa affondò il viso tra le natiche di mia moglie che era tutta intenta nel servizietto che stava facendo a Jona, sentendosi presa alle spalle buttò lo sguardo lateralmente e vedendomi lì di fianco a gustarmi tutta la scena capì che dietro di lei c’era Beth, la cosa evidentemente non la turbò più di tanto poiché ripose di nuovo tutte le sue attenzioni su quella grossa novità che teneva tra le mani, la sua testa era un continuo andirivieni su e giù, su e giù e con la mano destra che riusciva appena ad avvolgere il grosso cazzo, seguiva il percorso delle sue labbra, ora aveva persino portato la mano sinistra sotto di sé fino a toccarsi il clitoride che cominciò a menare violentemente mentre Beth con la lingua si insinuava tra le sue labbra e giù fino a leccare le dita di Marina, stavo assistendo a qualcosa che era molto al di sopra di ogni mia più folle immaginazione, senza neanche rendermene conto mi ero preso in mano l’uccello congestionato dalla tensione e avevo cominciato a menarmelo lentamente, era la cosa più eccitante e sconvolgente che avessi mai visto, il cuore mio andava a 200, ma la tensione negli altri non doveva essere da meno a giudicare dai gridolini delle donne e dalle parole incomprensibili che Jona rivolgeva in jamaicano a mia moglie, evidentemente le stava dando della puttana incitandola a succhiare più forte, lo si capiva da come le teneva i capelli e la guidava per farle arrivare il suo uccello più in profondità che poteva, ogni volta che mia moglie risaliva facendo uscire la grossa cappella dalla sua bocca, il liquido lubrificante di lui misto alla saliva di Marina formava un filo che lei faceva ricadere sull’asta di lui per poi riaffondare la testa sul suo cazzo ripulendo il duro bastone nero risucchiando ogni goccia riversata.
La biondina che stava voracemente incollata alla figa di mia moglie, con le mani le allargava le natiche come se volesse infilarsi dentro quella che ormai era diventata una rosa, bagnatissima e gonfia voragine, arrossata da così tante prolungate attenzioni, Marina succhiava il grosso cazzo duro che teneva tra le mani, e contemporaneamente premeva col suo culo contro la faccia di Beth che sembrava non stancarsi mai di succhiare il nettare di mia moglie, ancora una volta la situazione
era paradossale, incredibile, poi Beth con uno schioccante bacio abbandonò il culo di Marina e andò di fianco al viso di lei iniziando uno spettacoloso bocchino a due lingue, una leccava l’uccello su tutta la sua lunghezza e l’altra succhiava la cappella che sembrava scoppiare da un momento all’altro tanto era gonfia, poi si scambiavano le parti e via così di seguito in un crescendo di tensione, ogni tanto Beth sfiorava le labbra di Marina che lasciava fare ma non assecondava, lei sembrava solamente interessata al quel nero e grosso cazzo che Jona teneva sempre proteso in avanti mostrandone tutta la sua virilità, Beth insisteva approfittando di qualche istante che Marina staccava la bocca dall’uccello per baciarla e leccarle la saliva e il succo dell’eccitazione di lui che le colavano dalle labbra, ebbra dall’ecitazzione Marina si staccò dal cazzo di Jona e si girò verso di me che avevo l’uccello che stava facendomi male tanta era la tensione e avvicinatami mi baciò appassionatamente con tutto il sapore del sesso e dell’eccitazione di quei corpi, poi cominciò a leccarmi il collo salendo fino all’orecchio e li con una voce roca che era quasi una supplica mi chiese che voleva provare quel cazzo nero dentro di sé, io la baciai e le dissi che l’amavo e che poteva fare tutto ciò che voleva, lei ritornò dal nero che nel frattempo aveva allungato un amano dentro la borsa e ne aveva tirato fuori una scatola di preservativi, ne prese uno e lo diede a mia moglie, che con meticolosa attenzione lo appoggiò sulla cappella e con studiata lentezza lo srotolò sul lungo cazzo di Jona, il preservativo riusciva a coprire solamente due terzi della lunghezza dell’uccello di Jona che si prese l’uccello in mano e andò a posizionarsi dietro a Marina che si era messa a pecorina col viso appoggiato per terra e il culo quindi era proteso e offerto in maniera ostentata verso Jona, lentamente piegando le ginocchia arrivò a puntare l’enorme uccello contro le labbra dischiuse e già abbondantemente lubrificate, strofinò la punta un paio di volte lungo la rosa e bagnatissima figa di Marina e dopo aver ben lubrificato la punta del suo arnese, con la mano che lo teneva alla base lo puntò e lentamente cominciò a sprofondare dentro mia moglie, che emise un lungo lamento ma che non era certo di dolore, ma di soddisfazione e piacere di sentire finalmente quel cazzo che le stava scivolando lentamente dentro facendola sentire certamente piena come non mai, eccitato da quello che stavo vedendo mi stavo menando l’uccello sempre più velocemente, quasi a seguire il ritmo che Jona imprimeva al suo cazzo dentro mia moglie. Mia moglie, la mia Marina che si stava facendo penetrare violentemente da un altro uomo, nero e con un cazzo enorme, lungo, grosso e che sembrava non stancarsi mai, io godevo sentendo Marina gemere sotto i colpi continui e costanti di Jona, il ragazzo lo sapeva usare quel palo, le dava tre o quattro stantuffate con la cappella e poi affondava improvvisamente per sbatterla fino all’utero facendo letteralmente urlare di piacere Marina che a sua volta dimenava il culo in tutte le direzioni, poi di nuovo Jona lo faceva scivolare fuori quasi x tutta la sua lunghezza molto lentamente e di nuovo velocemente riaffondava quel cazzo che sembrava diventare sempre più grosso e più lungo,
nel frattempo Beth era venuta di nuovo da me e mi aveva letteralmente strappato l’uccello di mano e in pratica continuava quello che stavo facendo da solo ma con una violenza che l’uccello mi doleva, le presi la testa e la guidai sul mio uccello che prontamente prese a succhiare con gran foga, le premevo la testa su e giù ma i miei occhi erano sempre puntati su Marina che sembrava fosse al settimo cielo, Jona cominciò a stantuffare sempre più velocemente e sempre in profondità senza più sfilarlo fino quasi a farlo uscire, ora coi sui colpi sfilava il gonfio uccello fino a metà e riaffondava con un ritmo che a Marina doveva risultare molto piacevole perché aveva cominciato a incitare Jona, e quando mia moglie arriva a quel punto vuol dire che veramente è arrivata al vertice, lo incitava a spingere più forte, ad andare così, sì che andava bene, poi no più veloce, non sapeva bene nemmeno più lei cosa stava dicendo, e Jona dopo forse quindici o venti minuti che si stava sbattendo Marina ininterrottamente fece l’ultimo affondo premendo il grosso cazzo nero con tutto il peso del suo corpo contro il fondo della figa di Marina che gemeva quasi urlando a denti stretti,
sazia di così tanta ed estenuante scopata Marina si rigirò e stesa sulla schiena si stirava soddisfatta e pienamente appagata , ma il gioco non era finto lì, Jona si posizionò in ginocchio di fianco al suo viso e sfilatosi il preservativo tenendolo per la punta versò l’abbondante sborrata sul viso di Marina, che per niente irritata si mise a leccare le gocce che le lambivano le labbra, Beth come vide la scena abbandonò il mio uccello e si gettò sul viso di Marina a ripulirle il viso da quel nettare biancastro leccando via ogni minima goccia e andando a cercare le ultime gocce tra le labbra di Marina con la scusa di pulirla x poterle passare la lingua tra le labbra e baciarla, Marina la lasciò fare e vidi così mia moglie baciata per la prima volta da un’altra donna, vedevo chiaramente le lingue intrecciarsi Beth le succhiava le labbra, poi il bacio tra le due finì e tutti ci stendemmo esausti e soddisfatti, ridevamo e avevamo riformato le coppie, l’unico però a non aver avuto soddisfazione in verità ero io, sì ero felicissimo di aver visto e permesso che succedesse quello che era successo, ma ancora avevo l’uccello che mi doleva tanta era l’eccitazione accumulata.
La mattina terminò comunque con tutti stesi a prendere il sole in quell’angolo di paradiso, Verso l’una ci rincamminammo salutandoci, noi verso il nostro villaggio per andare a pranzare, e loro nella direzione opposta verso un altro villaggio che era dietro la baia.
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16 anni fa
desireher,
40/41
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La più bella avventura della via vita
Voglio farvi partecipe di una mia storia che realmente mi è accaduta circa un mese fa. Un mercoledi qualunque della mia vita faccio la solita strada per tornare a casa. Ma non era un mercoledi qualunque perchè mi erano successe tante cose brutte, come, ad esempio mi si era rotta la macchina e ho dovuto prendere un autobus. Erano circa le 2:00 di notte e con la mia solita fortuna ho perso il il bus notturno che mi doveva portare a casa sulla Cristoforo Colombo all'altezza da Acilia. Visto che non era possibile chiamare un taxi ( chissà quanto mi sarebbe venuto a costare abitando fuori il raccordo anulare!), ho deciso di farmela a piedi ( mamma mia quanta strada!!!!). Comincio a camminare e nel tratto di strada che devo fare io incontro transessuali e prostitute di ogni genere che stanno sul ciglio della strada a fare la vita. Ad un certo punto vedo dietro di me una pattuglia (che per correttezza non dico a quale arma appartenesse) che mi stava tallonando. Io impaurito mi chiedevo cosa volessero dato che non stavo facendo nulla di male. La pattuglia mi sorpassa e frena davanti a me chiedendomi dove stessi andando e cosa stessi facendo lì. Gli spiegai allora tutto l'accaduto e loro ( erano in 2) mi dissero sorridendo: "ammazza sei fortunato oggi eh?". e io gli risposi ridendo : "proprio per niente!". Ad un certo punto il tipo che stava accanto al conducente mi disse sempre sorridendo: " Ma dicci la verità tu stai cercando una prostituta per farci sesso" e io attonito e con sorriso malizioso( perchè sono gay) gli risposi: " Macchè dice! Non mi piacciono queste cose!" e lui controbbattattendo mi disse " Allora stai cercando i trans!" e ancora una volta con sorriso malizioso gli risposi "No!. Non mi piacciono i trans!!" Allora la persona che stava al volante si mise una mano in mezzo alle gambe e prendendo il suo pacco tra le mani mi disse: " Allora ti piace questo!" indicandomi il suo pacco. Allora un brivido mi passò su tutta la schiena e cominciai a sudare freddo. Era un misto tra di eccitazione per quella patta che si vedeva sotto la divisa dei pantaloni e tra un dubbio che loro mi stessero provocando affinchè io potessi fare qualche cosa per farmi rapporto (tipo atti osceni in luogo pubblico).
A quel punto gli risposi " Ma cosa sta facendo?" e la persona accanto mi rispose: " Noi sotto abbiamo un arnese che se solo lo provi ti farà sturbare!" e io a quel punto gli dissi " Io devo vedere per credere". A quel punto non c'erano più dubbi in quanto si slacciarono la lampo dei pantaloni e tirarono fuori 2 arnesi di tutto rispetto. Cominciai allora a toccarglieli e diventarono subito duri come il marmo.
Ad un certo punto la persona al volante disse " Noi ci spostiamo più avanti!" e mi indicarono un posto pieni di alberi dove non c'era nessuno. Spensero ed uscirono dalla macchina entrarono in una boscaglia fitta dove non si vedeva niente. Entrai anche io e uno di loro mi fece inchinare, mi prese la testa e mi disse " Apri la bocca, puttana" e io obbedìi a quell'ordine e cominciai a fare quello che mi diceva. Intanto l'altro mi tirò giù i pantaloni e cominciò a palpare e leccare il mio di dietro profumato e depilato. Poi mi chiesero se avevo i contraccettivi ( io li porto sempre per ogni evenienza), li misero e cominciarono a turno a cavalcarmi il di dietro fino a arrivare alla fine. Saremo stati li per circa un'ora e mezza. La più eccitante e bella della mia vita!
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16 anni fa
ilmagodeltrio,
29
Ultima visita: 16 anni fa
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Scelta d\' amore
La clessidra scandiva il suo tempo implacabilmente.
La sottile polvere scivolava inerte sul fondo e lui non aveva ancora deciso: i pochi secondi rimasti sembravano minuscole frazioni di tempo interminabile.
Sapeva che da quella risposta sarebbe stato deciso il suo futuro.
“ Non me la sento di lasciare tutto e venire in America con te, non mi sento di lasciare Barbara e mio figlio…”
“ Non dicevi così mentre mi scopavi sul tavolo ieri sera!”
Sonia lo guardava con occhi che avrebbero incenerito chiunque…ma lui non era chiunque, lui era Marco, bravo padre di famiglia fino ad un anno prima, quando lei era entrata nella sua azienda …nella sua vita.
Lei era un’addetta al controllo della qualità da cui dipendeva il futuro dell’azienda.
Era stato subito uno scontro di sensazioni: sguardo duro su un viso d’angelo, indossava un tailleur nero e riusciva ad emanare rispetto e desiderio, sfoderando un contrasto notevole tra il demoniaco e l’angelico.
I suoi comportamenti, nell’ambito di una rigida professionalità, lasciavano spazio ad una femminilità e sensualità che riempivano l’aria.
Il mio tentativo di essere al di sopra delle parti, cercando di concentrarmi sul lavoro, si scontrava con il suo profumo e la sua vicinanza: ero il direttore di quella piccola azienda e, inevitabilmente, dovevamo stare insieme per diverse ore durante il giorno.
Non ricordo chi ruppe la tregua…ricordo solo che l’avevo invitata a cena, ma giuro che pensavo al lavoro.
Poi, quando la vidi entrare nel ristorante, con la sua buona quindicina di minuti di ritardo, dimenticai tutti i miei propositi.
Dire che era bella, era farle un torto…era solare e stupendamente bella.
Percorse i dieci metri che ci separavano con un sorriso ammaliatore; tutti i commensali diedero una furtiva occhiata, gli uomini con libidine, le donne con invidia..
Sembrava che l’aria si spostasse per farla passare, tanto era leggiadra.
Non so se esiste davvero il colpo di fulmine, ma sicuramente esiste la voglia immediata di fare sesso: questo era ciò che stavo provando mentre arrivava al mio tavolo.
Con galanteria vecchio stile mi alzai e le spostai la sedia sussurrandole:
“ Sei splendida…hai addosso gli occhi di tutti”
“ Ci sono abituata”
L’aveva detto con una voce rassegnata, come se quell’esagerata bellezza le avesse creato problemi nella vita.
Mentre si sistemava io guardavo le calze nere che decoravano le sue gambe ed ebbi un’invidia prepotente verso quella sedia che poteva assaporare le sue natiche.
Avevo visto che le calze si erano leggermente tirate nel farla sedere e subito la mia fantasia era andata a autoreggenti…reggicalze…
Sistemai la sedia dietro di lei e velocemente mi misi a sedere per evitare che lei si potesse accorgere del mio stato di eccitazione, facilmente visibile in quel momento.
“Sono abituata a sentirmi gli occhi addosso, come sono abituata a vedere uomini eccitati …”
Per poco non mi strozzai a quella frase.
Stavo gustando un antipasto di pesce, ricordo che il gamberetto rimase a mezz’aria per diversi secondi.
Alzai gli occhi e incrociando i suoi ebbi la certezza che il riferimento era proprio diretto a me.
Cercai di recuperare un certo contegno, ma era ovvio che avevo perso una partita ancora da iniziare: poi, fu lei che mi venne in aiuto ridandomi fiducia:
“ E’ anche vero che io non vado a cena col primo che capita e che i problemi di lavoro li risolvo in azienda…”
Ecco…ero completamente nelle sue mani: prima mi aveva colto in evidente stato d’eccitazione e adesso mi faceva sapere che era disponibile.
Era lei che dettava le regole del gioco; cercai una scappatoia:
“ Neanche io di solito invito la prima donna che capita, qualsiasi lavoro faccia; sono molto selettivo e difficile nelle mie scelte”
La guardavo con uno sguardo sfrontato, cercando di riprendere in mano la situazione; vidi un lampo nei suoi occhi, poi un veloce sfioramento di labbra con la lingua e un tocco malizioso ai capelli.
“ Bene, allora possiamo cominciare a pensare alla cena.”
Improvvisamente aveva abbassato gli occhi e la voce era diventata più roca, più suadente, come se avesse deciso di cedermi il comando.
Approfittai del momento favorevole:
“ Vedrai che questa serata partirà bene e finirà meglio…”
Non era una frase velata, era una sfida diretta!
Adesso c’era luce nei suoi occhi: la guardai e riconobbi la passione, il desiderio, la voglia di sesso!
La cena passò squisitamente in secondo piano, ogni cosa che passava nelle nostre mani era qualcosa di intrigante, sensuale, erotico, eccitante.
L’atmosfera diventava sempre più elettrica, le parole erano sempre meno mentre gli atteggiamenti complici crescevano.
I segnali lanciati dai nostri corpi erano ormai appelli sessuali.
I suoi capezzoli erano in evidenza seppure nascosti dalla camicia e non era il freddo a tenerli irti.
Continuava a muovere i capelli facendoli ondeggiare: era accaldata.
“ Io sono a posto… che ne dici di andare a fare una passeggiata?”
Eravamo solo alla grigliata, ma chiaramente l’unico pesce bollito ero io.
Direi che la fame che mi era rimasta non potevo saziarla col cibo…quindi pagai e uscimmo a prendere una boccata d’aria fresca.
L’attimo fuggente nei suoi occhi, poi, ancora remissione…
“ Volentieri…”
Ero eccitato in modo insolito, ma, adesso, lo mettevo chiaramente in evidenza, volevo sapesse cosa desideravo da lei, anche se ormai avevo capito che ero io il topo.
La soddisfazione di uscire da quel ristorante con lei abbracciata fu impagabile; sentivo l’invidia degli uomini scorrermi sulla pelle.
“ Vai avanti…voglio vederti camminare”
Adesso cercavo di dettare le regole del gioco.
Staccarsi da me e ancheggiare fu un tutt’uno, si portò due metri avanti e, cominciando a muovere sinuosamente il sedere, cominciò a tirarsi su leggermente la gonna.
Quella donna era un demonio, sapeva di certo come mantenermi eccitato.
Guardavo i suoi movimenti e bramavo quei centimetri di stoffa che piano si alzavano.
La calza era finita: la pelle risplendeva sotto i raggi tenui della luna, mettendo in mostra cosce sode e libere dalle autoreggenti.
Arrivò alla sua autovettura e poggiando le mani sul cofano ondeggiò il sedere senza girarsi.
Ero a un metro da lei, letteralmente impazzito dal desiderio; il suo piccolo slip bianco contrastava con la pelle abbronzata; le natiche l’ accoglievano tra di loro facendolo sparire voluttuosamente.
Percorsi quel metro cercando il mio inferno e per la prima volta tradii mia moglie.
Il tempo di toccarla e con tutta la passione del momento strapparle gli slip.
Un piccolo gemito di dolore seguito da un languido sospiro di piacere, i glutei sobbalzarono per la violenza subita, poi, freneticamente slacciai i calzoni lasciandoli cadere inerti sull’asfalto sporco, abbassai i boxer, presi i suoi fianchi ed entrai prepotentemente in lei.
Ero completamente perso in quella donna, l’odore del sesso, pur essendo all’aria aperta, mi entrava dentro espandendosi sul mio corpo e dandomi un vigore inaspettato.
La scabrosità della situazione, il pericolo di essere visti, il suo modo di portarmi a quell’esasperante eccitazione, erano un mix incredibile di adrenalina
La scopai come un selvaggio, sbattendola contro la carrozzeria; volevo farle sentire tramite il mio cazzo, che ero io che gestivo quel rapporto, ma ancora una volta lei, girandosi, mi guardò e mi fece capire che ero il suo momento di piacere, scelto tra tanti per avere un rapporto carnale che la soddisfacesse.
Misi ancora più foga e cattiveria nelle mie penetrazioni in quella tenera carne, infine, la mia resistenza crollò e il mio caldo sperma s’impossessò del suo corpo.
Per tutto il tempo Sonia aveva roteato il suo splendido sedere stringendomi con le cosce e i muscoli vaginali, sempre lucida e padrona; nel sentirmi venire, cominciò a spingere il suo bacino all’indietro prendendosi tutto il suo piacere e mentre io godevo, lei assaporava tutto di me, poi, come una tigre ferita, fu scossa da un tremito violento, lungo diversi secondi.
Il silenzio che seguì fu la fine della guerra…o l’inizio.
Per mesi fu la mia amante.
Incontri incredibili, di sesso puro; tutto era lecito e tutto presi e diedi a quella donna.
Ma adesso, in quel momento, mi rendevo conto che l’amore era un'altra cosa…
Aveva deciso…
Aveva scelto…
Non dissi “ Mi dispiace”
Sarebbe stato falso e ipocrita, perché in quel momento la sua vita gli era passata sopra come un camion e si era reso conto che quello che cercava l’aveva sempre avuto vicino.
Aprì la porta e chiudendola dietro di sé, tornò a quello che aveva sempre voluto, anche se si era smarrito.
Tornò a casa sua e, quando vide suo figlio corrergli incontro per abbracciarlo, si convinse definitivamente che quello era ciò che desiderava.
Si asciugò una lacrima furtiva, tirò un bel sospiro e sollevando suo figlio, urlò verso la moglie;
“Barbara…sono tornato, cosa ne dici di andare fuori a cena e poi tutti a vedere un bel film?”
scrivetemi
[email protected]
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3
16 anni fa
fantasypervoi,
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L\'ho portata a scopare....
Oramai il gioco intrigante della trasgressione faceva parte di noi, spesso ne parlavamo nei momenti piu' intimi con naturalezza sensa tabu' o falzi pudori. Un gioco iniziato per caso ci stava intrigando a tal punto da spingersi sempre piu' avanti alla ricerca di situazioni nuove e sempre maggiormente eccitanti. La sera nei dopocena mi ritrovavo in chat a ''....PROPORRE MIA MOGLIE'' Spesso visitavo i vari siti di annunci hard e spesso mi ritovavo in quelli dedicati ai cuckold. Una strana eccitazione mi invadeva, un lieve tremore, la pelle mi donava brividi freddi mentre le guance avvampavano. Un conflitto interiore mi dilaniava, da una parte '' l'assurdita''' che vi era nel '' proporre'' la propria compagna e dall'altra l'enorme eccitazione che cio' mi donava.Capivo che i miei desideri erano condivisi da migliaia di altri mariti, taluni inserivano anche filmati della moglie che scopava con altri magari mentre loro le tenevano dolcemente la mano in segno di amore. Sembrava un contrasto, un'assurdità ma in realta' non lo era. E vero che fino a pochi anni fa la cosa sarebbe stata vissuta in modo molto diverso ma adesso, con l'avvento di internet, con la consapevoleza che era il cioco di tanti tutto veniva visto sotto una luce nuova e diversa. Prima sapere che mia moglie freguentava un altro uomo mi avrebbe fatto esplodere in atteggiamenti di pazzesca gelosia , adesso ero io a '' spingerla'' tra le braccia di altri. E cosi' fu anche nei confronti di Marco!.Ci eravamo ''incontrati'' in chat e era nato subito uo splendido feelin. Si esprimeva in modo corretto, piacevole, in un italiano ineccepibile dimostrando buon gusto e una elevata cultura. Ci eravamo anche scambiati le e-mail e da li era nato uno scambio di mail e di foto. Le prime immagini che aveva inviato ritraevano un corpo ben fatto, muscoloso ma sensa gli eccessi di molti, avevo contraccambiato con foto di lei e comprendevo che rispecchiava i suoi gusti. Daltronde non poteva essere diversamente, lei con un fisico statuario sempre con biancheria seducente faceva molto sognare i maschietti.Fu inevitabile dargli il numero di telefono di lei. E lui puntualmente la chiamo' in una tarda serata...''CIAO SONO MARCO CI SIAMO SENTITI SPESSO NEGLI ULTIMI TEMPI CON TUO MARITO, ABBIAMO ANCHE SCAMBIATO DELLE FOTO SPERO DI ESSERE DI TUO GRADIMENTO......A ME TU PIACI TANTISSIMO SPECIALMENTE NELLE FOTO CON LE SCARPE ALTE, IL PERIZZOMA E IL REGGISENO A BALCONCINO....'' Lei sorrideva e ringraziava. Le telefonate si ripeterono spesso nei giorni seguenti finche un giorno......'' PERCHE DOMANI POMERIGGIO NON ANDIAMO A FARE UNA PASSEGGIATA NEL BOSCO''mi disse lei ed io pensoso annuii. Non bisognava essere geni per comprendere che sotto sotto vi era qualcosa diciamo di strano che non riuscivo a comprendere ma forse , nel profondo,, non lo volevo neppure sapere, preferivo la sorpresa,il '' non sapere'' fino all'ultimo momento.Era una sensazione che contrastava con la mia naturale voglia di pianificare, di avere sotto controllo ogni cosa ma forse, proprio perche' era una evasione dalla vita reale, cio' mi eccitava.Era una bella stagione, l'aria era calda e permetteva di indossare abiti fini e magliette scollate ma non volle rinunciare a indossare delle autoreggenti velate,color carne, dei sandali con tacco altissimo e sotto un perizzona minuscolo. Si era rasa la passerina lasciando solo un piccolo triangolino di peli corti e precisi come faceva per le occasioni migliori.Uscimmo di casa in silenzio ed io mi misi alla guida. La guardai negli occhi come per interrogarla sul dove dovevo recarmi e lei mi rispose ''....VAI NEL BOSCO DI RIFREDI, DOVE ANDAMMO QUELLA VOLTA A FARE LE FOTO ALL'APERTO''.. ed io mi avviai.Durante il percorso rimanemmo in silenzio, ma non erano momenti imbarazanti e tesi questa improvvisazone stava eccitando entrambi. La strada principale era immersa nel verde, dietro un tornante, una stradina si insinuava nel cuore della natura ed io l'imboccai. Sapevo che alla fine di essa vi era una grande radura nel bosca, potomagnifico per fare le foto e non solo.... Notai delle tracce di pneumatici di larga sezione e poi intravidi tra gli alberi un mono volume della BMW di color nero. ''FERMATI''grido' con un certo timbro di voce mia moglie e mi chiese di spengere l'auto. Rimanemmo in silenzio, mi guardo' fisso negli occhi e mi venne vicina come una gattina ruffiana sdrusciandosi a me. '' POSSO ANDARE DA LUI??....MAGARI TRA UN PO' CI POTRESTI RAGGIUNGERE O GUARDARCI DAI FINESTRINI OSCURATI'' Rimasi in silenzio, per un attimo ebbi paura che si sentisse il battito forte del mio cuore impazzito, gocce fredde di sudore mi colavano dalla fronte ma ero felice che mi avesse chiesto cio' e non feci altro che balbettare '' VAI PURE....E DIVERTITI''Lei mi sorrise, mi bacio' sulle labbra e scese dall'auto. Aveva un portamento importante, lunghe gambe e passo estremanente femminile, certamente il giovane la stava osservando dallo specchietto retrovisore mentre lei si avvicinava. Notai che lo sportello dell'auto si apri' appena lei fu vicina e li sentii scambiarsi un '' CIAO '' caloroso poi lo sportello si richiuse ed io rimasi allibito, immobile, sconvolto ma allo stesso tempo eccitato. Fissavo nel vuoto, avevo quell'auto a una cinquantina di metri, sapevo che dentro vi era mia moglie ad amoreggiare con un giovane uomo praticamente sconosciuto e di cio' ne provavo piacere. Il mio sguardo era fisso sull'auto e per un attimo mi sembro' di vederla lievemente muoversi forse stavano andando sul sedile posteriore ma non riuscivo a comprendere bene. Rimasi ancora una mezzoretta seduto in macchina, mi sembrava in realta' che fosse trascorsa un' eternità, continuavo a deglutire in maniera nervosa.Poi decisi di scendere. Aprii lentamente la portiera per richiuderla appena ne fui uscito ma con delicateza , sensa sbatterla forte come per non disturbare, mi ritrovai a guardare le piante, gli uccelli come per darmi un tono di normalità se mi avessero visti ma compresi l'assurdità di cio' che stavo facendo e pian piano mi avvicinai all'auto. Adesso ero a una decina di metri, le gambe mi facevano ''cencio'' e mi accucciai per terra. Dall'auto giungevano rumori appena percepibili e cio' mi spinse ad andare pian piano ancora piu' avanti. Adesso ero proprio dietro alla vettura e se non fosse stato per quei maledetti finestrini oscurati.....Le voci erano molto piu' chiare e adesso ben comprensibili.'' PAOLA...HAI UN FISICO PERFETTO,DELLE GAMBE MAGNIFICHE....MI FAI MORIRE'' lei rideva '' DAI PAOLA TI PREGO ....ACCAREZZAMI''. Sentivo il rumore della cerniera lampo dei pantaloni di lui che si abbassava e comprendevo dai gemiti dell'uomo che lei le stava facendo una sega.''CAVOLO CHE MUTANDINE FANTASTICHE CHE HAI.....E CHE PASSERINA RASATA''L'uomo le stava accarezzando la fica ed io non sapevo neppure se si erano accorti di me..La mia eccitazione era alle stelle e pian piano mi affacciai a un finestino laterale dell'auto. Sapevo che certi finestini impedivano la visuale dall'esterno mentre dall'interno si vedeva benissimo e provai una certa vergogna temendo di essere visto ma non ce la facevo' piu' e dovetti guardare. Posi le mani ai lati degli occhi e mi incollai al vetro. In questo modo intravidi i due. Lei era sotto al giovane con la gonna sollevata e le mutandine calate al ginocchi, lui seminudo sopra di lei annaspava baciandola in bocca.. Contorgendosi' un po' lei si tolze le mutandine.Un sibilo lieve e il finestrino si apri', lei sporse una mano e getto' per il suo perizzona ed io prontamente lo presi. Mi venne spontaneo annusarlo, profumava di donna in calore, era bagnato e cio' mi inebrio'. Con lo stesso sibilo il finestrino si richiuse. Come impazzito girai intorno alla macchina sbirciandoli dal vetro anteriore. I grandi schienali e gli appoggia testa impedivano di vedere bene cosa stesse accadenso ma sennonaltro era molto piu' facile intuirlo. Lei aveva le gambe divaricate appoggiate sugli schienali dell'auto mentre lui era chino tra le sue gambe. Dai gemiti sempre piu' forti capivo che la stava leccando e che a lei la cosa piaceva e non poco. Poi fu la volta di lui a sdraiarsi sul sedile dell'auto e lei tra le sue gambe muoveva la testolina con un movimento che non lasciava molto alla fantasia. Anche lui '' apprezzava'' accarezzandole i capelli e pronunciando parole sempre piu' forti ''SEI LA MIA TROIA....TI VOGLIO SCOPARE.... DAI METTITI SOTTO CHE TI MONTO BEN BENE...'' '' NO MONTAMI FUORI....ALL'APERTO'' RISPOSE. Una paura tremenda mi invase e scappai dietro a una pianta. I due scesero dall'auto. Lei indossava ancora le scarpe con i tacchi alti e le autoreggenti color carne , lui era nudo con solo i calzini.Si abbracciarono stretti continuando a baciarsi,poi lei sussurro' all'orecchio di lui parole a me incomprensibili alle quali annuii. Si staccarono per un solo momento, giusto il tempo per l'uomo di prendere dal cruscotto dell'auto dei profilattici che mise in mano di lei. In piedi appoggiato all'auto l'uomo attese che lei si inginocchiasse davanti a lui e riprendesse a leccarlo dalle palle fino all'enorme cappella, poi lei gli mise il preservativo e le posizioni cambiarono. Adesso era lei appoggiata con le mani al cofano dell'auto mentre il giovane da dietro la stava infilando. L'unghi gemiti, movimenti convulzi, parole smezzate gridate cosi' forte che ebbi paura che potessero sentirli dalla strada vicina. Lei urlava il suo orgasmo, lui la sbatteva sempre piu' forte con affondi tremendi, l'auto si muoveva pian piano come per accompagnare il coito dei due. Anche lui esplose e rimase dentro di lei per lunghi momenti , immobile e stremato. Appena lei riprese un po' fiato mi venne incontro, sapeva benissimo, dove mi ero ''nascosto'' Sensa dire una parola mi appoggio' alla pianta, mi abbasso' i pantaloni e me lo prese in bocca. Per un attimo pensai che con quella stessa bocca aveva baciato un altro uomo e non solo aveva spompinato il cazzo di un altro e cio' invece che farmi ribrezzo mi eccito' a tal punto che le riempii subito la bocca di caldo e filosi getti di sperma. Io urlai un orgasmo pazzesco mentre lei rimase cosi' con il mio cazzo in bocca e le mani che mi attanagliavano le chiappe. Prese dalla tasca dei miei pantaloni le sue mutandine, mi guardo' negli occhi e ci sputo' il mio sperma infradiciandole poi se le mise ''PERCHE ADESSO NON ANDIAMO A BERE CUALCOSA? '' Ci disse
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16 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 17 ore fa -
La gattona sul tetto che scotta...
LA GATTONA SUL TETTO CHE SCOTTA...
Dopo una serie interminabile di guasti, “incomprensioni” e appuntamenti mancati… finalmente ecco spuntare una “Super Gatta” da Messenger. Aveva risposto sotto altro nome ad un mio annuncio un mesetto prima ed al friggere, dopo aver delineato i contorni di un nostro possibile incontro, si era defilata nel silenzio giustificando difficoltà generiche per concretizzare il suo sogno ed il suo desiderio di intrigo…
Dopo poche vicendevoli domande mi rendo conto da alcuni particolari che si tratta proprio di quella Lei che a sua volta forse già sapeva con chi stava parlando… Il colloquio si fa così subito intimo e ci scambiamo i numeri di cellulare. Una voce dolce e vellutata, deliziosa, mi pregusta amplessi fantastici: è splendida e non manco di rivelarglielo immediatamente…
Rischiamo di incontrarci quella stessa sera… se solo fossimo in due ad essere liberi..
Solo dopo quattro giorni di messaggi e altre due fughe da parte sua, credo per mettermi alla prova… mi conviene davvero un appuntamento nella sua dimora. Tutto è perfetto, io sto rientrando da Milano per lavoro e ho tutta la sera libera.
Ore 18,00, venerdì pomeriggio, suono al citofono e mi si apre il cancello. Salgo al primo piano e appena bussato lei apre. Splendida gattona, 1,78 e 5° di seno, come si era descritta telefonicamente.
Mi sorride e contrariamente a quanto mi aveva confessato con un sms un’ora prima non sembra affatto agitata.
Mi chiede se desidero lavarmi le mani, io annuisco e opero. La casa è splendida, morbida, accogliente come lei: parquet luminoso e profondo, tappezzerie a colori caldi, tanti tappeti ovunque, tanti vasi, alcuni enormi… tante cose appese, un bagno bijoux, nessuna forma lineare predomina mentre tutto ti avvolge e tanti colori ovunque. Luce diffusa e raggi di sole penetrano dalle finestre. Pulizia e delicatezza posano ovunque.
Lei si adatta su un piccolo graziosissimo divano per due. Mi osserva e sorride di voglia, con gli occhi ti parla e ti dice Vieni Qui, mentre finge di guardare la TV 5-6 metri più in là, in cucina, dietro al muretto basso a cui è appoggiato il divano… Ci si accoccola sopra con le gambe ripiegate, semiscoperte da sotto una vestaglia fine e variegata, non volgare affatto, decisamente intrigante. Porta una bella collana, ha gli occhi verdi bellissimi e accesi di desiderio, i capelli fini, bruno chiaro e molto lunghi che le si sciolgono sulle spalle e contornano un viso aperto e molto intelligente.
Mi piace da subito… sedendomi accanto a lei un profumo intenso, dolce e pulito mi avvolge piano: sono io a sentirmi agitato adesso e non lo nascondo… ma senza pensarci inizio a parlare con lei accarezzandole delicatamente una coscia. Che pelle morbida e che carne soda, ricordi di bambole… che voglia mi fa… Parliamo un poco e scherziamo sulla situazione di due perfetti sconosciuti che si cercano e si trovano per fare sesso a prima vista.
Alla seconda o terza risatina l’abbraccio e questo mi fa sentire meglio, molto meglio e anche lei risponde allungando un poco le mani. Io le offro i miei calzoni ancora chiusi e quello che è montato nel frattempo dentro.
Mi sussurra se desidero andare in camera da letto… - “Sai c’è più buio…” – Siii… ho pensato, Tesoro, ti seguirei ovunque!
Mi spoglio e mi metto sul letto in maglietta rigorosamente nera e slip di stesso colore… Lei mi gattona vicino. L’abbraccio e la bacio, faccio affiorare i suoi seni protetti da un corpetto morbido color porpora, e affondo in quel meraviglioso mondo, enorme, vasto come due campi da pallone, invado e mi perdo in un territorio estremo… Lei mi spomicia delicatamente sui capezzoli che scivolano umidi e pulsanti sotto la mia lingua… e chiudo gli occhi… mi piace, mi piace da matti… si scioglie, eccitandosi da morire. Delicatamente comincia a premermi sul davanti con una mano e mi massaggia… poi piano ne estrae il membro già durissimo. I miei slip volano via. Inizia a succhiarmi delicatamente ma con decisione, a leccarmi, e sono in paradiso, con i suoi capelli leggeri e folti tra le mani.
La lascio giocare e mi godo quel magico primo contatto con la sua bocca. E’ brava, terribilmente brava, sente e ricambia, ha un’energia intensa, come un tocco di rosa, una passione bruciante, una fame atavica, travolgente.
Penso ai miei due giorni a Milano, penso alla fortuna di essere lì, al sogno che si avvera… alla spina nella presa, alle cose al loro posto… penso con distacco ad un sacco di stranezze mentre lei mi lavora lungamente… da impazzire.
Lentamente scivoliamo uno sull’altra… striscio verso il suo sesso e Lei si apre sollevando una gamba, offrendosi completamente. Un filo di peluria fine e curata termina in una fessura lunga, profonda e profumata, da bimba, enorme. Con le mani le apro piano, quelle splendide labbra, scoprendo all’interno il clitoride e la vagina… E’ calda, fradicia, scivolosa… è dolce, buona, inebriante. Respiro il suo profumo e mi ubriaco.
La lecco profondamente ricambiando le sue attenzioni e ci perdiamo in un lungo 69 tra abbracci, carezze e mugolii di piacere...
Mi prende una mano e me la guida dentro. Inizio a penetrarla e masturbarla con le dita mentre continuo a tenerle impegnata il clitoride con la mia bocca… E’ bellissimo sentirla godere e contorcersi vicino a me. A volte mi giro per scorgere la mia asta nell’oscurità scomparire e ricomparire nella sua bocca affamata… Vorrei non finisse mai… quel momento, quel gioco porco e così assolutamente dolce... Momenti magici.
-“Masturbati”- mi sussurra piano. Lo prendo tra le dita e lo accarezzo mentre Lei continua ad avvolgermi con le sue labbra meravigliose. Desidera vedermi schizzare… io non vorrei terminare così… ma mi desidera davvero, me lo chiede a voce alta… Mi scorre il pene con la lingua, me lo avvolge e l’ingoia tutto, sempre più forte, decisa a mangiarmi… io… godo da morire e desidero a mia volta esplodere e liberarmi dalla tensione… La preavviso… -“Sto arrivando…” – L’avviso –“Vengoooo…” La travolgo… – “Sto venendooooo…”. Esplodo in fiotti, dentro la sua bocca e fuori… mi bagno tutto il ventre mentre il suo clitoride si gonfia e si indurisce vistosamente sotto la mia lingua. Probabilmente viene anche Lei in quel momento.
Il dopo è Gatta. Le micie quasi strappano baffi e coglioni ai mici dopo essere state possedute in qualsiasi modo, dopo aver perso la testa, dopo certe cose… così è stato con Lei che sempre con il sorriso e con tangibile imbarazzo mi ha rimesso alla porta… Io avrei voluto restare, avevo, per così dire appena cominciato… Lei voleva stare sola.
Forse la cosa finisce qui, forse no. Le sono piaciuto tanto ma ha motivi suoi da digerire che qui non sto a raccontare ma che comprendo bene; se sincera è stata a confessarmi certe sue sorprendenti personali cose… Le scriverò e avrò pazienza e se il tempo ci darà ragione ne sfrutteremo ancora i doni ed i momenti di passione.
La Gatta tornerà da me a fare le fusa??? Io lo spero con tutto il cuore.
Un bacio a tutti i lettrici e lettori...
Pi
10
0
16 anni fa
admin, 75
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La gattona sul tetto che scotta...
LA GATTONA SUL TETTO CHE SCOTTA...
Dopo una serie interminabile di guasti, “incomprensioni” e appuntamenti mancati… finalmente ecco spuntare una “Super Gatta” da Messenger. Aveva risposto sotto altro nome ad un mio annuncio un mesetto prima ed al friggere, dopo aver delineato i contorni di un nostro possibile incontro, si era defilata nel silenzio giustificando difficoltà generiche per concretizzare il suo sogno ed il suo desiderio di intrigo…
Dopo poche vicendevoli domande mi rendo conto da alcuni particolari che si tratta proprio di quella Lei che a sua volta forse già sapeva con chi stava parlando… Il colloquio si fa così subito intimo e ci scambiamo i numeri di cellulare. Una voce dolce e vellutata, deliziosa, mi pregusta amplessi fantastici: è splendida e non manco di rivelarglielo immediatamente…
Rischiamo di incontrarci quella stessa sera… se solo fossimo in due ad essere liberi..
Solo dopo quattro giorni di messaggi e altre due fughe da parte sua, credo per mettermi alla prova… mi conviene davvero un appuntamento nella sua dimora. Tutto è perfetto, io sto rientrando da Milano per lavoro e ho tutta la sera libera.
Ore 18,00, venerdì pomeriggio, suono al citofono e mi si apre il cancello. Salgo al primo piano e appena bussato lei apre. Splendida gattona, 1,78 e 5° di seno, come si era descritta telefonicamente.
Mi sorride e contrariamente a quanto mi aveva confessato con un sms un’ora prima non sembra affatto agitata.
Mi chiede se desidero lavarmi le mani, io annuisco e opero. La casa è splendida, morbida, accogliente come lei: parquet luminoso e profondo, tappezzerie a colori caldi, tanti tappeti ovunque, tanti vasi, alcuni enormi… tante cose appese, un bagno bijoux, nessuna forma lineare predomina mentre tutto ti avvolge e tanti colori ovunque. Luce diffusa e raggi di sole penetrano dalle finestre. Pulizia e delicatezza posano ovunque.
Lei si adatta su un piccolo graziosissimo divano per due. Mi osserva e sorride di voglia, con gli occhi ti parla e ti dice Vieni Qui, mentre finge di guardare la TV 5-6 metri più in là, in cucina, dietro al muretto basso a cui è appoggiato il divano… Ci si accoccola sopra con le gambe ripiegate, semiscoperte da sotto una vestaglia fine e variegata, non volgare affatto, decisamente intrigante. Porta una bella collana, ha gli occhi verdi bellissimi e accesi di desiderio, i capelli fini, bruno chiaro e molto lunghi che le si sciolgono sulle spalle e contornano un viso aperto e molto intelligente.
Mi piace da subito… sedendomi accanto a lei un profumo intenso, dolce e pulito mi avvolge piano: sono io a sentirmi agitato adesso e non lo nascondo… ma senza pensarci inizio a parlare con lei accarezzandole delicatamente una coscia. Che pelle morbida e che carne soda, ricordi di bambole… che voglia mi fa… Parliamo un poco e scherziamo sulla situazione di due perfetti sconosciuti che si cercano e si trovano per fare sesso a prima vista.
Alla seconda o terza risatina l’abbraccio e questo mi fa sentire meglio, molto meglio e anche lei risponde allungando un poco le mani. Io le offro i miei calzoni ancora chiusi e quello che è montato nel frattempo dentro.
Mi sussurra se desidero andare in camera da letto… - “Sai c’è più buio…” – Siii… ho pensato, Tesoro, ti seguirei ovunque!
Mi spoglio e mi metto sul letto in maglietta rigorosamente nera e slip di stesso colore… Lei mi gattona vicino. L’abbraccio e la bacio, faccio affiorare i suoi seni protetti da un corpetto morbido color porpora, e affondo in quel meraviglioso mondo, enorme, vasto come due campi da pallone, invado e mi perdo in un territorio estremo… Lei mi spomicia delicatamente sui capezzoli che scivolano umidi e pulsanti sotto la mia lingua… e chiudo gli occhi… mi piace, mi piace da matti… si scioglie, eccitandosi da morire. Delicatamente comincia a premermi sul davanti con una mano e mi massaggia… poi piano ne estrae il membro già durissimo. I miei slip volano via. Inizia a succhiarmi delicatamente ma con decisione, a leccarmi, e sono in paradiso, con i suoi capelli leggeri e folti tra le mani.
La lascio giocare e mi godo quel magico primo contatto con la sua bocca. E’ brava, terribilmente brava, sente e ricambia, ha un’energia intensa, come un tocco di rosa, una passione bruciante, una fame atavica, travolgente.
Penso ai miei due giorni a Milano, penso alla fortuna di essere lì, al sogno che si avvera… alla spina nella presa, alle cose al loro posto… penso con distacco ad un sacco di stranezze mentre lei mi lavora lungamente… da impazzire.
Lentamente scivoliamo uno sull’altra… striscio verso il suo sesso e Lei si apre sollevando una gamba, offrendosi completamente. Un filo di peluria fine e curata termina in una fessura lunga, profonda e profumata, da bimba, enorme. Con le mani le apro piano, quelle splendide labbra, scoprendo all’interno il clitoride e la vagina… E’ calda, fradicia, scivolosa… è dolce, buona, inebriante. Respiro il suo profumo e mi ubriaco.
La lecco profondamente ricambiando le sue attenzioni e ci perdiamo in un lungo 69 tra abbracci, carezze e mugolii di piacere...
Mi prende una mano e me la guida dentro. Inizio a penetrarla e masturbarla con le dita mentre continuo a tenerle impegnata il clitoride con la mia bocca… E’ bellissimo sentirla godere e contorcersi vicino a me. A volte mi giro per scorgere la mia asta nell’oscurità scomparire e ricomparire nella sua bocca affamata… Vorrei non finisse mai… quel momento, quel gioco porco e così assolutamente dolce... Momenti magici.
-“Masturbati”- mi sussurra piano. Lo prendo tra le dita e lo accarezzo mentre Lei continua ad avvolgermi con le sue labbra meravigliose. Desidera vedermi schizzare… io non vorrei terminare così… ma mi desidera davvero, me lo chiede a voce alta… Mi scorre il pene con la lingua, me lo avvolge e l’ingoia tutto, sempre più forte, decisa a mangiarmi… io… godo da morire e desidero a mia volta esplodere e liberarmi dalla tensione… La preavviso… -“Sto arrivando…” – L’avviso –“Vengoooo…” La travolgo… – “Sto venendooooo…”. Esplodo in fiotti, dentro la sua bocca e fuori… mi bagno tutto il ventre mentre il suo clitoride si gonfia e si indurisce vistosamente sotto la mia lingua. Probabilmente viene anche Lei in quel momento.
Il dopo è Gatta. Le micie quasi strappano baffi e coglioni ai mici dopo essere state possedute in qualsiasi modo, dopo aver perso la testa, dopo certe cose… così è stato con Lei che sempre con il sorriso e con tangibile imbarazzo mi ha rimesso alla porta… Io avrei voluto restare, avevo, per così dire appena cominciato… Lei voleva stare sola.
Forse la cosa finisce qui, forse no. Le sono piaciuto tanto ma ha motivi suoi da digerire che qui non sto a raccontare ma che comprendo bene; se sincera è stata a confessarmi certe sue sorprendenti personali cose… Le scriverò e avrò pazienza e se il tempo ci darà ragione ne sfrutteremo ancora i doni ed i momenti di passione.
La Gatta tornerà da me a fare le fusa??? Io lo spero con tutto il cuore.
Un bacio a tutti i lettrici e lettori...
Pi
39
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16 anni fa
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Vacanze.
Sullo spiaggione di San Vincenzo che si perde all’orizzonte contornato dall’ombrosa pineta, soffia una dolce brezza mentre la famiglia Chiari, Sara, Alessandro, la ragazza Clio e il bimbo monello Giona, s'accomoda dopo lunga peregrinazione, in zona tranquilla.
Sara sistema la borsa frigo mentre Alessandro, sudando, conficca due spuntoni per gli ombrelloni. Il sole impavido trasforma il calmo mare in un luccicante collier di perle solcato da piccole barche dalle vele variopinte.
Giona è già in acqua a dispetto delle raccomandazioni, mentre Clio prosegue nella sua imbronciatura per la lontananza del suo fidanzatino.
Alessandro spalma l’unguento solare sulle spalle della moglie attardandosi sulle attaccature dei generosi seni mentre Clio è sprofondata nel suo I.pod.
“ Ma che fai?” gli sussurra arrossendo
“Tocco le tettone più belle del mondo” gli sussurra baciandogli un lobo e facendola fremere come una piuma.
“Ma dai che ci sono i bimbi!”, e infatti rientra a grande velocità Giona, si fornisce di pallone e secchiello e riparte, sollevando getti di sabbia, verso la battigia senza degnarli d’uno sguardo.
Clio s’alza e sdegnosa s’incammina, immersa nei suoi tumultuosi pensieri, verso il promontorio dello Stellino.
“Dove vai?” le domanda Sara
“Ma sì, lasciala andare che si sfoga con una camminata, e poi ti devo parlucchiare.” le dice con quella vocetta suadente che prelude argomenti spinosi.
“Hai pensato a quella coppia di Livorno?”
“Ancora?”
“Ma dai ciccia è così tanto pour parlez, lo sai che ci fantastico spesso.”
“Lo so, lo so ma a me non va!”
“Ma sei mi hai confessato che ti piacerebbe farti accarezzare da una donna!” ribatte l’uomo agguerrito.
“Ma sono solo fantasie; quando mai t'ho riferito questo pensiero!”
“Dai ciccia bella, bella, fatti baciare quelle belle pesche da Lucia!”.
“Lucia? Ah sai già il nome!”
“Ma certo, lo sai che ci ho chattato dall’ufficio più volte!”
“Più invecchi e più diventi un porcello!”
“Ma darling io adoro solo te, pendo dalle tue carnose labbra: è solo che mi piacerebbe vedere 2 amazzoni che si sfiorano.”
“Vabbè, vai a mettere la crema a Giona.” replica distratta Sara.
L’abbondante acqua bevuta per contrastare la calura, gli ha fatto venire un impellenza per soddisfare la quale si dirige nella fitta pineta, alle spalle della spiaggia.
Cerca, come al solito, lungamente un posto appartato e comincia ad urinare quando un leggero lamento le fa alzare gli occhi, ruotare la testa e un grido soffocato sfugge; a pochi metri da lei 3 uomini, tutti nudi, uno in piedi con il pene nella bocca d’un altro in ginocchio mentre il terzo lo penetra da dietro. Rimane paralizzata dalla visione e non riesce a fare quello che avrebbe voluto: fuggire!
Sa che poco più in là vi è una spiaggia di nudisti della quale parlano in termini poco ortodossi, ma questi devono aver sconfinato.
I tre, come se nulla fosse, continuano ad amarsi fino a che riescono, quasi in sincronia, ad avere l’orgasmo.
Sara, ancora chinata con il costume alle caviglie è inebetita.
Uno dei 3 si avvicina, un giovane sui trentanni, molto prestante, gli porge una mano per aiutarla ad alzarsi, mano che Sara rifiuta alzandosi goffamente mentre si copre con il costume.
“Scusaci se ti abbiamo disturbata, ma eravamo già qui quando sei arrivata e pensavamo d’essere ben nascosti.” dice sfoderando un sorriso dolce. Sara si sforza di non guardare più giù del viso dell’uomo anche se una frenesia a lei sconosciuta, la scuote come un relitto nella tempesta.
Giungono gli altri uomini e i 3, dopo averla salutata, si allontanano chiacchierando come nulla fosse; ad un tratto quello dal sorriso candido si volta e le dice:”Domani, se vorrai, saremo ancora qui.” e sparisce tra i tronchi dalle fragili cortecce.
Sara torna sconvolta all’ombrellone dove l’attende Alessandro preoccupato:
“Stavo per venirti a cercare!” le dice accigliato
“Nulla caro, mi sono spaventata perché qualche animale deve essere passato nelle vicinanze.”
Il sole s’abbassa all’orizzonte e le tinte s’imporporano; Giona corre ancora come un cavallino sul bagnasciuga, Clio è tornata più sorridente; è ora di tornare a casa.
Una cena rilassante al Podere Tuscanio, un gelato in paese e tutti a dormire:
tutti tranne Sara, che fissa il soffitto, solcato dalle travi d’abete, fino a notte fonda!
L’indomani Alessandro vorrebbe fare una gita a Livorno e Sara capisce bene perché; Giona però, supportato validamente da Clio che deve aver conosciuto qualcuno in spiaggia, costringono Alessandro ad un mesto ritiro. Sara, combatte aspramente contro sé stessa, giungendo perfino a perorare, con poco trasporto, l’itinerario del marito, ma i figli vincono e tutti raggiungono la spiaggia dove erano il giorno prima.
Alessandro, ringalluzzito dall’appoggio di Sara sulla gita a Livorno, pregusta già momenti a luci rosse e, nel pieno del sua allegria, stringe amicizia con tre giovani che solcano le onde con le loro tavole da Kitesurfing mentre Giona scorazza con dei bimbi di una famiglia romana poco distante.
La madre, una ragazza molto attraente, lasciata sola dal marito accorso al forum intorno ai surfisti,
si avvicina e con molta disinvoltura si mette a chiacchierare.
Sara, solitamente molto socievole, prova un moto di stizza che si riverbera nella sua espressione e nelle sue risposte lapidarie che, fortunatamente, non scalfiscono la parlantina della romana.
Sara è combattuta tra spettegolare con quella simpatica ragazza e sparire tra le chiome dei pini marittimi.
Fissa l’orologio che segna il momento e, rossa in viso, annuncia alla sua interlocutrice che gli scappa la pipì: questa, in ossequio alla regola ferrea che non vede mai una donna recarsi alla toilette da sola e che Sara ha scordata, le risponde:
“Vengo anche io!” e senza aspettare urla al marito di curare i piccoli!
Sara ormai non può più agire e si dirige a capo chino verso la pineta seguita dalla pimpante ragazza.
Prende il sentiero a destra anziché quello a sinistra del giorno prima; è infuriata con quell’impicciona ma, soprattutto con sé stessa, a causa di quella frenetica curiosità che la pervade e che non riesce a controllare. Dovrebbe essere contenta di questo disguido che, come un segno esoterico, le impedisce di raggiungere il trio, ma non lo è!
Raggiungono una piccolissima radura circondata da cespugli di lentisco odorosi e Sara domanda:
“Vai tu?”
“Perché non possiamo farla insieme? Non avrai vergogna?” esclama sorridendo, con quella faccia da cabarettista, la ragazza.
Sara, ormai in balia degli eventi, entra nello spiazzo e attende; l’altra si sfila il costume intero mostrando una piccola striscia di peluria bionda sull’inguine e un seno piccolo ma bello.
Si china e fissandola inizia a orinare.
“Non ti scappa più?” le chiede sorridendo
Sara, sforzandosi, si abbassa il costume ponendosi di fianco rispetto alla vista della ragazza e si china senza riuscire a fare nulla.
La ragazza finisce e si accarezza le labbra vaginali come rapita da un rito dionisiaco mentre Sara finge di non accorgersi; lei si passa le dita sulla lingua ansimando, poi si alza si inginocchia dietro Sara e le scopre i seni accarezzandogli i capezzoli.
Il suo respiro accelerato pulsa nelle orecchie di Sara che cade sulle ginocchia inerte. Le mani della ragazza le accarezzano la base del seno per poi giungere a pizzicargli i capezzoli.
Una mano percorre il ventre ansimante di Sara e giunge tra le cosce mentre lei, completamente abbandonata, inizia a orinare. La ragazza sembra impazzita; le affonda le dita nella vulva facendosi inondare la mano dal getto caldo che poi succhia avidamente vicino al viso di Sara. Quest’ultima gronda sudore e la sua vulva sembra ormai una enorme caverna; ruota il corpo immergendo le ginocchia tra gli aghi di pino bagnati e accarezza il seno alla giovane che si masturba con veemenza. Tutto sembra ormai destinato al trionfo della poetessa Saffo fintanto che un saluto ironico non le distrae.
Dietro i lentischi brilla il sorriso dell’avvenente uomo che scusandosi dell’intrusione esclama:
“Rumori interessanti hanno prevalso sulla mia riservatezza”
La ragazza, per nulla spaventata, si alza e gli tende la mano; lui entra, nudo, e si sorridono.
Come se si conoscessero da anni si abbracciano e, mentre lui le massaggia le natiche, lei gli succhia i capezzoli.
Sara, ancora in ginocchio, sembra paralizzata; tenta di riconquistare la posizione eretta coprendosi i seni con le braccia quando s’accorge che sono giunti anche gli altri due uomini.
La ragazza lancia gridolini di gioia mentre si abbassa a guardare da vicino il pene del ragazzo, gli altri due si avvicinano a Sara.
Il bivio!
Abbandonarsi o fuggire?
S’abbandona!
Un uomo si sdraia stoicamente sugli aghi di pino mentre l’altro gentilmente invita Sara a sedersi sopra; il suo pene è già eretto, violaceo, pulsante; le entra facilmente provocandogli degli scossoni di piacere; l’altro le accarezza i seni che vibrano sulle spinte del coito mentre lei ad occhi chiusi continua a spingere. La ragazza è presa da dietro e ansima come un mantice; Sara, sente il membro del secondo uomo sulla schiena e chinando all’indietro la testa lo invita a mostrarsi. Gli sugge il prepuzio con voluttà, come fosse una delicata madeline, mentre l’uomo si contorce.
La ragazza sente l’orgasmo del giovane arrivare e si prepara con il viso mentre il secondo uomo, sempre con estrema delicatezza si è posto dietro di lei. L’intesa è tacita e Sara si china verso il viso dell’uomo sdraiato scoprendo le terga che vengono penetrate facilmente. Tutto dura poche decine di secondi e la voluttà di quei corpi esplode in migliaia di cellule di piacere sublimandosi con la bellezza del creato loro intorno.
Si puliscono con dei fazzolettini mentre i 3 si congedano con inchini; tornano sulla spiaggia in silenzio, barcollanti, mentre i mariti stanno imparando il Kitesurfing con esiti esilaranti.
I bimbi stanno benone e loro anche.
Quella sera, alla domanda:
“Quando andremo a Livorno amore?” Sara, sorridendo risponde.
“Presto caro, presto.”
Sibilla&pegasus.
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16 anni fa
sibilla30pegasus, 49/49
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Il generale
Sentite cosa mi è capitato tanto tempo fa:
stavo facendo il militare ero in aeronautica come Vam e dopo il car, vengo trasferito a Roma. Ero molto contento perché stavo vicino a casa insomma il più vicino che potevo stare e quando non ero di guardia potevo tornare a dormire a casa. Il quinto giorno mentre montavo di guardia, sotto la casa del generale, stavo morendo dal sonno e quasi dormivo in piedi, anzi dormivo proprio in piedi, ad un certo punto mi sento bussare alle spalle, mi giro di scatto ed era il generale in persona. Un uomo sui 55/60 anni molto panciuto molto curato con una grossa faccia da culo. Mi è preso un colpo, mi dice: così fai la guardia tu? Mi perdoni generale. Non mi ha dato neanche il tempo di parlare, che se ne va. Una cosa l’avevo notata, che stava brillo, ma poco dopo arriva l’ufficiale di guardia e mi dice: ma che cazzo hai combinato? Ti sei fatto trovare a dormire dal generale cazzo, domani mattina alle 11 ti vuole nel suo ufficio porca troia. Cazzo restai di merda, non sapevo cosa mi aspettava e non chiusi occhio per tutta la notte. La mattina tutti andarono a casa e io restai consegnato ad aspettare che mi chiamassero. Poco prima delle 11 arriva un sottoufficiale e mi dice di andare con lui, mentre salivamo mi disse di non parlare se non interpellato e se avessi avuto modo di parlare di stare bene attenta a ciò che dicevo, di non contraddirlo e di comportarmi il meglio possibile. Le gambe mi tremavano davanti a quella cazzo di porta, poi entrai, mi presentai e restai sull’attenti. Il generale disse al sott’ufficiale che poteva andare e così fece chiudendo la porta dietro di se. Allora, disse il generale, cosa devo fare con lei, si rende conto della gravità della cosa? Ed io zitto. Sai cosa è questa? Una lettera, faccio io. Nessuno le ha dato il permesso di parlare, mi disse a gran voce. Lo avrei scannato quel porco, poi mi fa: è una lettera di trasferimento in sardegna. Un colpo al cuore per me, una fucilata in pieno petto porca troia. Poi aggiunse: ora puoi parlare. Mi dispiace sig. comandante. Sono molto dispiaciuto, non si ripeterà più glielo giuro su cosa ho di più caro, faro di tutto per farla ricredere sul mio conto. Rimase a guardarmi a squadrarmi da capo a piedi in silenzio, mentre batteva sulla scrivania quella lettera che aveva in mano. Poi disse: aviere, qui non stiamo mica giocando è? Qui si fa sul serio, invece tu giocavi, anzi dormivi in piedi come un cavallo o no? Si, ha ragione ha perfettamente ragione, ma la prego mi dia un’altra possibilità una soltanto farò quello che vuole ma non mi trasferisca. Ok, io ti do una sola possibilità, prendere o lasciare. Si signore la ringrazio. No no non mi ringraziare ora aspettiamo e vediamo se mantieni quello che hai detto. Venga qui e si metta in ginocchio. Mi avvicinai e senza pensare mi inginocchiai davanti a lui. Si alzò in piedi davanti a me, si mise le mani sui fianchi e mi disse: vedi la patta dei miei pantaloni? C’è una lampo, se la apri dentro c’è la tua possibilità di restare qui, altrimenti ti puoi anche alzare e uscire da quella porta, hai dieci secondi per pensarci, ti stò offrendo una grossa possibilità, ma puoi sempre rifiutare. Cazzo cazzo cazzo ero nella merda, il porco voleva che lo prendessi in mano cazzo, io avevo fatto del sesso con un mio amico per curiosità qualche anno prima, ma il vecchio porco cazzo nooooo. Non avevo scelta presi coraggio gli abbassai la lampo, infilai la mano e sentii un pezzo di carne moscio, lo tirai fuori e lui disse: sbottona anche la cinta, così feci. Un gran pancione e sotto un cazzone moscio con due palle grosse e calate. Inizia a menarglielo ma lui mi mise una mano in testa e disse: Dai prendilo in bocca e vediamo se me lo fai tirare. La frittata era fatta, se quello era il prezzo da pagare, dovevo farlo e farlo bene così cercai di impegnarmi al massimo, pensai che se me la cavavo con una pompa, se lo facevo venire subito, tutto sarebbe finito. Il suo cazzo reagì quasi subito si gnfiava nella mia bocca e lui spingeva quasi a mandarmelo in gola, poi lo tirava fuori e continuavo a leccargli la cappella grossa e lucida. Poi mi mise le sue palle in bocca e inizia a succhiarle e leccarle con molta foga per farlo venire al più presto e finire quella tortura. Si fermò ad un tratto, mi guardò e mi disse: sai che sei molto bravo con la lingua? Ti piace soddisfare il tuo generale? Si signore mi piace esaudire un suo desiderio. Bravo così mi piaci, andiamo avanti ora. Sai dato che sei bravo con la lingua e sei molto ubbidiente; si appoggiò alla scrivania piegato; baciami il culo se vuoi restare a Roma. Feci anche questo, gli baciai il culo ma aggiunse, no non così, si allargò le grosse chiappe e disse: il buco, lo devi baciare leccare per bene voglio sentire la tua lingua nel mio buchetto, sopra e dentro. Cercai di non respirare ed eseguii l’ordine, ma durò molto circa dieci minuti o forse secondi, non so, per me era un’eternità cazzo. Poi si alzò e mi disse: Fino a qui ci siamo, ma ora voglio sborrare aviere, io contento dissi ok generale come? Semplice con il tuo culetto aviere dai tira giù i pantaloni così sicuro resti a Roma. Cercai di non pensare e mi tirai giù i pantaloni, mi appoggiò alla scrivania e mi disse: ma che bel culetto che hai mmmmm mi piace proprio, farò piano piano e vedrai che piacere ti darà il tuo generale. Mi insalivò per bene poi sentii la sua cappella spingere sul mio buco e piano piano varcare la soglia del dolore, era entrato, ma non tutto. Iniziò a muoversi delicatamente e ogni volta affondava di più nel mio culo fino a quando lo sentii pompare e i suoi coglioni da quanto erano calati sbattevano sui miei come rintocchi di campane, il porco mi sudava addosso e mi riempiva di domande e parole pocho carine : Ti piace il cazzo del generale? Lo senti come ti riempo il culo? Dai dimmi che ti piace, dimmi che ti è piaciuto leccarmi i colgioni, il culo e anzi ora chiedimi per cortesia che vuoi la mia sborra in bocca, che per te è un privilegio bere la sborra del generale, dai dillo altrimenti ti faccio partire per la sardegna. Si Si la prego signor generale, la prego mi sborri in bocca, voglio la sua sborra la pregoooooo. Sfilò il suo cazzo mi fece inginocchiare e mi venne in bocca e sul viso. Era tutto finito, ci ricomponiamo e mentre uscivo mi fa: Aviere questa lettera era di mio cugino dall’america, non avrei potuto trasferirla. Che bastardo!!! E io gli dico: Mi sono addormentato di proposito, perché l’avevo vista arrivare ieri sera, ma mi sono detto, magari se mi becca il generale a dormire, mi fa il culo. Ne avevo proprio voglia. E andai via.
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16 anni fa
admin, 75
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La mia capa
ciao vi racconto del mio lavoro
un giorno in cerca di un lavaro inizio a rispondere a vari annunci fin quando vengo chiamato da una società per un colloquio mi danno appuntamento per 2 giorni dopo e puntuale arrivo a questo colloquio .
appena entro chiedo della signora che mi aeva telefonato.
entro nel suo ufficio e mi trovo davanti una bonda molto carina ma mi dà subito l'impressione di essere un po porca, iniziamo a parlare di me racconto quello che ho fatto cio che so fare e le mi racconta di cosa ha bisogno. dopo 10 minuti mi dice che vado benissimo e che posso iniziare subito.
nella mia felicità c'è anche il pensiero " questa me la scopo" .
dopo un paio di giorni inizio a lavorare fino quandoarriva il venerdi a pranzo siamo io e lei in un bar a mangiare si ride e si scherza, usciamo per tornare in ufficio e ci fermiamo in un parco a fumare una sigaretta mentre parliamo io la guardo negli occhi e lei mi dice di non guardarla cosi, chiedo spiegazioni( anche se sapevo)e la sua risposta à che se continuo cosi le viene voglia di baciarmi. e cosi iniziamo a baciarci con grande passione..
dopo siamo tornati in ufficio e abbiamo fatto finta di niente
ma in testa avevo sempre la solita frase " questa ma la scopo"
finito orario di lavoro fuori piove lei mi chiede un passaggio e io accetto
arrivo sotto casa sua mi invita a salire.
appena in casa subito lingua in bocca iniziamo a spogliarci reciprocamente e in pochissimo tempo ci ritroviamo in un 69 da sballo
ho il mio membro gigante tutto dentro la siua bocca
e i suoi sapori dentro la mia la sento urlare dal piacere allora inizio a penetrarla con forza poi la metto a pecora e cerco di entrare dietro di lei,
lei si oppone , ma in poco tempo dopo averle lubrificato bene quel buchimo la prendo da dietro lei urla prima dal male poi dal piacere fino a quando non gode - come una pazza io sentendola cosi sto per esplodere
tolgo il mio membro la giro e le vongo in bocca lei da brava pulisce tutto e continua a succhiare per farlo diventare ancora come piace a lei, bello duro, e via alle sconda. appena finito vado in bagno doccia e torno casa mia.
da quel giorno ogni tanto mi scopo la mia capa..
che bel lavoro che ho trovato mi pagano bene e ogni tanto si scopa
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16 anni fa
admin, 75
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La nostra prima volta
La nostra prima volta
Dopo tanti anni di amore e sesso, la nostra complicità si è affinata, ogni situazione viene studiata e programmata, ci piace giocare insieme e decidere insieme. Dopo tante titubanze decidiamo di provare un nuovo gioco erotico, fatto di fantasia e di sogni, il nostro ricorrente è trovare una coppia come noi serena, felice e desiderosa di vivere emozioni senza volgarità, con dolcezza e complicità.
Dopo tanti tentativi troviamo una coppia che ha le nostre stesse affinità, ci piacciono, gli piacciamo, decidiamo di vederci senza tanti preamboli, deve essere solo un incontro per conoscerci per vedere se incontrarci è come chattare, ci siamo presi, ci intrighiamo a vicenda, vogliamo provare l'emozione dell'incontro.
Sappiamo che non dobbiamo fantasticare, meglio non correre, stare con i piedi per terra. Arriva il giorno fatidico, decidiamo di incontrarci in un luogo affollato, sembra strano ma ci riconosciamo subito, il primo impatto è bellissimo, sembriamo vecchi amici che hanno piacere di vedersi dopo tanto tempo.
Il posto ci sembra stretto, prendiamo un aperitivo, e senza neanche accorgerci fra una parola e l'altra ci avviciniamo verso le macchine, ci guardiamo e con un sorriso malizioso ci propongono di seguirli......
Si è proprio come avremo voluto, senza batter ciglio ci siamo accodati a loro, durante il tragitto ci siamo guardati, sembravamo innamorati come al primo appuntamento, volevamo tutti e due vivere l'esperienza, non c'è stato bisogno di parole, i nostri visi parlavano da soli.
Finalmente dopo circa dieci minuti di macchina arriviamo ad un casolare, il loro rifugio...... Ci fanno strada, entriamo, un posto accogliente caldo ci vien voglia di un caffè e andiamo tutti insieme a prepararlo come automi, ridiamo, siamo tesi ma decisi, iniziamo il corteggiamento piccoli tocchi carezze leggere, sale la pressione ma nessuno si tira indietro, anzi pian piano iniziano a volare i vestiti e in men che non si dica ci troviamo nudi, è bello giocare con il corpo di una sconosciuta, è bello giocare con il corpo di uno sconosciuto....
Il caffè può attendere, perchè non metterci comodi.... andiamo in camera da letto nel lettone tutti e quattro insieme!
Sono curiosa voglio vedere il mio amore per la prima volta con un'altra donna e nello stesso tempo voglio vedere dove arrivo io.
Però...! l'amica decide di passare al contrattacco e stende il mio amore sul letto, inizia a baciarlo lentamente in tutto il corpo e lui che fa? Le sue mani frugano in ogni angolo, ricambia i baci le carezze... è proprio eccitante vederli, ma non posso fare la guardona anche perchè l'altro gioca con me in modo meraviglioso, dolce, sensuale, non posso essere da meno allora inizio lentamente a scaldarmi, lo prendo dolcemente in bocca e vado pian piano su e giù, lo sento pulsare, ansimare mentre con la sua lingua mi fruga dolcemente, nooooo non fermarti ora continua gli dico e lui obbedisce, è veramente bello, sarà l'adrenalina, sarà la voglia di provare nuove emozioni, ma vorrei che il momento non finisse mai.
Ci sono anche io uomo!!!!!.....Mentre la mia donna gioca con lui, io inizio ad accarezzare e baciare lentamente il corpo di lei, parto dal collo, dietro le orecchie, baci e carezze dolci leggere, senza stringere, senza far male, scendo molto lentamente, arrivo ai capezzoli, sono già duri pronti ad essere accolti dalle mie labbra, mi chiede di morderli dolcemente ed io obbedisco, mordo e gioco con la lingua, è già bagnata, ma non è il momento di affondare, continuiamo a baciarci a stringerci a sentire i nostri colpi caldi pulsare, lei non resiste, vede il mio arnese pronto e si sposta, lo prende dolcemente in bocca e lo fa sparire completamente, che emozione, che eccitazione, non voglio venire ora, la fermo, voglio restituirle il favore e allora scendo giù, inizio a mordicchiare il clitoride, a far scorrere la lingua su e giù e pian piano entra nella fessura, è piena di umore, bagnata, umore acre e dolce nello stesso tempo irresistibile, lei ansima vuole il mio scettro, ma io son troppo preso dal gioco, non riesco a staccarmi dalla fessura, la lingua sembra incollata......
Noo non mi sono dimenticato del mio amore, ci cerchiamo con gli sguardi pieni di complicità, ci accarezziamo, si vede che siamo felici della nostra scelta!
Le donne prendono il sopravvento, non resistono più vogliono essere possedute e allora, quasi come se si fossero messe d'accordo, ci vengono sopra, vogliono possederci, lentamente ci infilano il preservativo e infilano il nostro pene nelle loro dolci fessure, già umide e vogliose. E' meraviglioso senti un calore irresistibile che fa diventare di marmo il tuo muscolo. Si muovono in sincronia, prima con dolcezza e poi con impeto, vogliono sentirlo dentro, noi ansimiamo, siamo a mille, gli occhi miei si incrociano con quelli dell'amico, siamo al settimo cielo!
Il mio amore, ha voglia anche di me, mentre cavalca si avvicina dolcemente al mio viso e mi bacia appassionatamente, non doveva farlo, esplodo vengo, quasi contemporaneamente viene anche l'amico, ridiamo di gusto, ci rilassiamo un attimo coccolando a abbracciando le nostre donne....
No, non finisce qui la notte è lunga e prosegue come è iniziata con dolcezza e amore, sesso fatto con amore e complicità, proprio quello che cercavamo.
Ormai è alba, decidiamo di vestirci e di prepararci il caffè sospeso la sera prima, ci guardiamo tutti e quattro negli occhi, non c'è bisogno di parole, è chiaro che siamo felici e contenti della conoscenza approfondita che abbiamo fatto. Sappiamo già da ora che ci cercheremo nuovamente, che avremo voglia di giocare nuovamente tutti e quattro insieme...
Ci salutiamo con un dolce bacio, le donne ricambiano con affetto, molto affetto.... meglio andare, l'adrenalina sta nuovamente salendo a mille...
ps: abbiamo deciso di incontrarci nuovamente dopo un mese e mezzo, è la seconda volta è stata addirittura migliore della prima!!!! Grazie dolce coppia piena di classe!
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16 anni fa
admin, 75
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Nello spogliatoio
Questa mia storia risale a qualche anno fa...avevo 18 anni e giocavo nella squadra di pallavolo del mio paese, lo sport non mi è mai piaciuto gran che ma era un modo per socializzare con delle mie coetanee, visto che ne avevo in quegli anni poca occasione perché vivevo isolata in campagna.
All’inizio le cose andavano male perché non riuscivo affatto ad inserirmi, timida com’ero in un gruppo ben collaudato, la mie compagne non perdevano occasione di rimproverarmi sul campo e in allenamento per ogni minino motivo col solo pretesto di litigare ed allontanarmi dalla squadra.
Ho tenuto duro però, anche perché quello era l’unico modo che avevo per poter fuggire, anche se per poche ore la settimana dalla noia che vivevo a casa con i miei genitori.
E così un poco alla volta sono riuscita ad integrarmi anche perché le mie prestazioni sul campo miglioravano ed ero ormai diventata un elemento insostituibile della squadra.
Le mie compagne mi avevano anche invitato più volte ad uscire con loro ma avevo sempre rifiutato un po’ perché non potevo far tardi la sera, un po’ perché mi sarei sentita in imbarazzo ad uscire con delle ragazze che in fondo sentivo così lontane da me, molte di loro avevano l’auto e lavoravano, io invece facevo il liceo e non mi sarei sentita a mio agio nelle loro compagnie e nei loro discorsi, che giravano quasi esclusivamente sul sesso.
Non ero vergine, ma ero stata solo con un ragazzo con cui purtroppo non aveva funzionato, questo non faceva che accrescere le mie insicurezze.
Sotto le docce Marika si divertiva ad elogiare continuamente le “dimensioni” del suo ragazzo, Katia e Maria erano sempre pronte a stuzzicarmi, una volta le avevo parlato di Diego (il mio ex)e loro volevano sempre più sapere dei particolari. Erano tanto pettegole! Ma in fondo 2 brave ragazze, e mi fermavo a chiacchierare spesso con loro.
Monica aveva 25 anni, era da poco entrata nella squadra, era molto taciturna e timida ma in campo sapeva farsi rispettare, con lei non chiacchieravo mai, un po’ mi faceva paura quando mi guardava con quei suoi occhi scuri. E poi c’era Gemma…aveva 21 anni e studiava all’università, giocava solo perché quello era l’unico modo per poter fare palestra nel nostro piccolo centro. Era bellissima, tutti i ragazzi le andavano dietro e mentre giocavano si sentivano continuamente apprezzamenti che ci distraevano e l’allenatore aveva il suo bel da farsi per farli tacere.
Ogni tanto mi fermavo a guardarla, aveva un non so che di magnetico, era alta, bionda e con due stupendi occhi azzurri che aveva preso da sua madre che era finlandese. Io invece non ero ancora completamente “sbocciata”, avevo un paio di orribili occhiali da vista ma ero una biondina tanto carina (così mi dicevano tutti)e avevo un bel fisico, solo che provavo vergogna ad indossare una gonna e a truccarmi e stavo più a mio agio in tuta.
Gemma era tutto quello che io inconsciamente volevo essere…ma lei a mala pena mi parlava, non cagava nessuno in fondo figuriamoci me.
Una sera, era a fine novembre, io e Gemma eravamo rimaste da sole in palestra. Io mi stavo allacciando le scarpe quando sento un cellulare che squilla e Gemma che mi implora di passarglielo il più in fretta possibile. Pensai subito che doveva essere uno degli uomini che frequentava, i vociferava che stava con un uomo di città gia sposato e con tanti soldi, anche se io nella mia ingenua mente stentavo a crederci.
Afferrato il cellulare sporgo la mano per passarglielo ma lei mi chiede di aiutarla perché ha le mani bagnate e così mi sfilo le scarpe ed entro nel box della doccia con lei con il cuore che mi batteva a mille e le mani che tremavano per non so cosa.
Era la prima volta che la vedevo nuda, infatti lei preferiva sempre docciarsi quando tutte avevano finito, aveva un corpo stupendo, la pelle liscia che emanava un forte odore di bagnoschiuma e notai subito che si depilava laggiù. Allora erano vere le storie che raccontavano Katia e Maria pensai!
Mi sentivo in un forte imbarazza a star lì a provare quel batticuore, non ero lesbica e il solo pensiero mi faceva schifo ma fatto sta che ero lì con Gemma nuda e non riuscivo a staccarle gli occhi dalla fica, per un attimo mi passò per la mente ane la possibilità di farle una carezza sui capelli ma mi fermai subito. Lei mi disse di chiudere la chiamata poi come se pensasse ad alta voce disse -ah…questi uomini, gli dai un dito e si prendono un braccio…- poi guardandomi mentre indossava l’accappatoio aggiunse -come vorrei essere come te, che non hai nessuno che ti caga e non sai nemmeno come è fatto un cazzo….- poi si avvicino e mi diede un pizzicotto su una chiappa e un bacino sulla testa e disse -grazie, amore…-. Ero rossa dall’imbarazzo e verde dalla rabbia allo stesso tempo! Mi stava prendendo in giro, non sapeva nulla di me e mi aveva preso per una verginella sprovveduta, poi pensai a quel “grazie, amore” e mi venne addosso una gran paura, e se si fosse accorta che la guardavo incessantemente? E se pensasse qualcosa di male? E se forse, voleva solo provocarmi? Gemma andò via e mi lasciò sola con i miei dubbi quando mi accorsi di un rumore alle mie spalle, evidentemente c’era qualcun altra nello spogliatoio che si era goduta la mia figuraccia.
Mi voltai ed era Monica con una palla in mano, aveva la canotta della squadra e dei fuseaux neri, era sudatissima e mi guardava con aria di sfida come faceva di solito. Io avevo sempre fuggito i suoi sguardi, mi faceva un po’ paura quella ragazza, era troppo aggressiva.
Mi guardò con 2 occhi che non scorderò mai disse -Guarda che ti ho visto come guardavi Gemma…sarai mica una lesbica?- io feci no con la testa ma lei continuò -perché se lo sei devi dirmelo subito e poi a tutte le altre perché sai, non è piacevole che qualcun altro si bagni mentre tu ti fai la doccia…-non colsi subito l’umorismo della sua battuta perché intenta a sfuggire con lo sguardo i suoi occhi che mi scrutavano da capo a piedi, avevo paura che mettesse in giro quella falsa voce, che in un paese piccolo poteva rovinarmi.
-E poi, guarda che non è a te di sicuro che pensa Gemma…quella è una puttana delle peggiori, è una scusa quella dell’università, lo so io cosa combina….ma non le hai visto come era ridotto il suo culo stasera e che razza di succhiotti aveva??? O forse ti piacciono solo le tette e la passerina???- .
I suoi discorsi erano sempre più volgari e lei mi stava sempre più vicino, era sudata fradicia ed emanava un forte odore, mi sembrava di ricordare quello di mia fratello quando torna da una partita di calcetto.
Quando all’improvviso mi prese la mano tremante e se la portò sul seno, io la tolsi subito e le urlai -ma sei matta? Smettila!- ma lei me la riprese con forza, era più grande e forte di me e non riuscivo a dimenarmi…-dai, lo so che ti piace toccare, visto che tu sei piatta di seno….- continuavo a fare resistenza ma sempre più inutilmente.
-vuoi che tutti sappiano che sei una lesbica?- io le urlavo di no, ma lei mi provocava dicendomi -allora perché mi tocchi?-. Ero troppo nervosa per controllarmi e così le tirai una sberla e scappai via. Lei, inferocita mi saltò addosso e mi getto sul materassino urlandomi -brutta puttana, questa non me la dovevi fare, adesso ti riduco peggio di Gemma….- mi bloccò a terra e mi tolse la tuta, mentre mi minacciava dicendo che si sarebbe inventata un mucchio di storie, che mi avrebbe rovinata e che le avrebbero creduto tutti perché era più grande di me e perché frequentava da più tempo quello spogliatoio.
Mi tolse il pantalone della tuta, mentre la mia resistenza si faceva sempre più fiacca anche perché il suo seno era grosso e lei lo strofinava contro il mio…bloccandomi in quella posizione.
Mi strappò il reggiseno e se lo tolse anche lei mentre infilò con violenza una mano tra le mie cosce. Emisi un forte gemito, mi strofinava il clitoride e mi leccava il seno e io non potevo far nulla per scappare.
Continuai a gemere e cominciai a provare piacere anche perché la sua azione si era addolcita e perché quel sudore mi eccitava terribilmente…-i capezzoli sono turgidi e stai cominciando a bagnarti…sei una lesbica proprio come pensavo….-. Tornò a toccarmi con violenza mentre mi urlava che voleva sfondarmi, come non aveva fatto quel frocio del mio ragazzo…
-Così mi fai male! Fai piano!- -ah bene- disse lei -comincia a piacerti sul serio, visto che non mi dici più smettere…-
-Ma che hai capito?!?!smettila subito, la lesbica sei tu, lasciami andare, mi fai male!-
-E no bella, ora si va fino in fondo perché so che è quello che vuoi…-
Provavo un misto di dolore e piacere, avevo fatto del sesso col mio ragazzo, ma solo 2 volte e con molta calma e se devo essere sincera non mi era neanche piaciuto gran che, forse perché lo avevamo progettato troppo a lungo e alla fine ne ero rimasto un po’ delusa, lui poi era inesperto quanto me e tutte e due le volte venne quasi subito.
Non sapevo ancora insomma cosa fosse un vero orgasmo, ma Monica con le sue dita e la sua lingua sapeva farci e la situazione improvvisa e violenta mi faceva eccitare ancora di più.
-ora ti faccio un giochino, tu però devi promettermi di non scappare...- Feci cenno di si con la testa e non potevo fare altrimenti perché avevo sempre paura delle sue reazioni e la cosa mi piaceva sempre di più….
Mi strappò le mutandine e cominciò a leccarmi le labbra e il clitoride, buttava saliva e poi la spargeva sulla mia vagina dolcemente per poi tornare ad affondare la sua lingua dentro di me.
Stavo impazzendo dal piacere, quando ad un certo punto lei rallentò mi venne d’istinto di prenderle la testa e spingerla giù, lei mi fece un sorriso -che puttanella che sei…-, ma ormai non sentivo più le sue parole in preda com’ero ad un orgasmo furioso.
Mi fece allargare le gambe e la sua lingua andava sempre più vorticosamente a fondo mentre con le mani mi stringeva forte il seno fino a farmi male ma non riuscivo a dirle di smettere.
Urlavo dal piacere, per fortuna la porta era chiusa e non poteva sentirci nessuno, lei intanto tolse una mano dal mio seno e cominciò a masturbarsi. Doveva aver fatto cose del genere altre 100 volte pensai, nella frenesia del momento.
Venni almeno 2 volte sotto i colpi della sua lingua quando lei all’improvviso si alzò, prese la pompa con cui gonfiamo i palloni e la infilò nella mia vagina. Anche se era dilatata a dismisura provai un forte dolore e lo esternai con un forte urlo. -ti devi accontentare di questo bella…-
Non ce la facevo, provavo troppo dolore così le tolsi le mani e lo presi io, facendo un movimento più dolce, mi ero già masturbata con una zucchina una volta ma non lo avevo più fatto perché vinta dall’imbarazzo…mi tornarono alla mente i movimenti che avevo fatto quella volta e li ripetei…ero ormai persa nel piacere tanto che persi il contatto con la realtà.
Quando, dopo qualche minuto aprii gli occhi ed estrassi quel finto membro dalla vagina notai che Monica era seduta di fronte a me nuda e si stava masturbando avidamente, mi ordinò di leccarle la fica. Come ipnotizzata dal piacere mi avvicinai; era molto pelosa ed aveva un odoraccio, provai a leccarle il clitoride ma fui dopo poco frenata un po’ dall’odore dei sui succhi vaginali e un po’ dall’inesperienza, così smisi.
Le misi una mano tra le gambe, quasi per farmi perdonare e cominciai ad accarezzarla, lei urlava -più forte, più forte!- entrai con 3 dita senza problemi quando lei mi prese la mano e mi disse -ora ti guido io…- .
Spinse la mia mano con forza, non so come non facesse a provare dolore, mi sembrava di vedere la scena di un film “Bound, torbido inganno”, con lei sdraiata nuda per terra ed io sopra che la facevo gemere. Urlava terribilmente, avevo paura che ci sentisse qualcuno in strada e la mia mano era quasi addormentata quando lei me la chiuse a pugno e mi disse -ora voglio che me la sfondi…-
Non sapevo cosa fare, fu lei a togliermi dall’imbarazzo spingendo il pugno nella sua vagina, non riusciva ad entrare e mi sembrava impossibile potesse farlo…ma lei era una troia consumata e con i movimenti giusti seppe riusciti. Andammo avanti un minuto, io solo a guardarla, stavo per venire tanto che con la passerina cercavo lo spigolo del materassino….
Lei ebbe l’ennesimo orgasmo poi ci fermammo, tolsi la mano piena dei suoi liquidi e lei me la fece portare alla faccia sporcandomi tutta….mi faceva un po’ schifo la situazione ma non seppi dirle di no….lei cominciò a baciarmi, prima con violenza poi sempre più dolcemente come mai il mio ragazzo aveva fatto.
-sei la mia più bella scopata Francesca…-
Le risposi -anche tu Monica….-
Ci mettemmo sotto la doccia e ci lavammo, lei mi toccava il buco del culetto, provocandomi ma io non volevo andare oltre…stavo ripensando a tutto quello che era accaduto, mi era piaciuto tanto ma non ero una lesbica e finito di scopare, lì sotto la doccia cominciavo a sentirmi a disagio vicino a lei…
Ci rivestimmo, lei mi prestò un paio delle sue mutandine perché le mie le aveva strappate…uscimmo fuori e lei mi chiese se volevo un passaggio o se ci saremmo viste dopo cena, io le risposi che sarei andata da sola e che non ci saremmo potute vedere, in me covava un forte imbarazzo (cosa sarebbe successo tra noi ora?).
Lei capì tutto -guardami Francesca, lo so cosa pensi, che sia stato un errore, e che in fondo ti è piaciuto quindi sei tanto confusa….Hai 18 anni e sei giovane, pensaci su, non dirò niente a nessuno e non ne riparleremo neanche, sarai tu a cercarmi se vorrai che tra noi nasca qualcosa, ok??-
Fui colpita dalla sua dolcezza, fino a quel momento mi era sembrato impossibile che lo fosse… Le risposi -ok!- e mi venne naturale dirle grazie.
Lei mi baciò sulle labbra e andò via…non l’ho più rivista da quella sera
Ho lasciato la squadra e mi sono fatta vincere dalle mie paure e dai freni che davo alla mia sessualità, non so che fine abbia fatto, ma ora, che sono passati diversi anni, vorrei rivederla, in fondo, devo restituirle le sue mutandine…
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16 anni fa
coppia1strepitosa,
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Ultima visita: 15 anni fa
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La mia prima volta
Era una freddoloso e cupo pomeriggio di febbraio di due anni fa e come al solito ero da solo in casa e trascorrevo la maggior parte del mio tempo davanti al computer.Durante l'intenso cazzeggio notai la pubblicità di desy su un sito e,spinto dalla mia curiosità e anche un po dalla noia,mi convinsi a visitarlo.Aprendo quel sito non avrei mai immaginato a cosa sarei andato incontro, e ,per lo più,a come da quel pomeriggio avrei incominciato a vedere le cose da un "nuovo" lato.Quel che vi trovai all'interno dapprimo acchito mi stupì ma col trascorrere dei minuti la cosa incominciava a incuriosirmi.C'erano un infinità di uomini,trav,trans,donne che cercavano una sola cosa:sesso!Certo,avevo a mala pena 18anni e certe "cose" mi erano ancora abbastanza ignote ma,spinto sempre dalla mia curiosità,registrai un utente personale.Provai subito a mettermi in contatto con le donne in linea ma,non ricevendo alcuna risposta,dirottai i miei interessi verso nuovi orizzonti....un trav della mia stessa città mi fece capire che ci sarebbe stato e una volta mostratagli la mia foto mi invitò a casa sua.
Se da un lato ero spaventato a cosa sareipotuto andare incontro, dall'altro morivo dalla voglia di provare e fu proprio quest'ultimo che prese il sopravvento,così mi docciai e incominciai ad avviarmi verso casa sua che nn rimaneva troppo distante dalla mia.Piu mi avvicinavo alla destinazione piu era la voglia e la curiosità di provare e così in dieci minuti scarsi ero davanti alla sua porta di casa.Mi presi qualche secondo prima di suonare al campanello,giusto il tempo di capire se avrei avuto sul serio il coraggio di entrare o no.Dietro alla porta mi apparì una Venere abbronzata completamente depilata coperta soltanto da una delicata e sottile lingerie bianca.Mi accolse subito calorosamente prendendomi la mano e mi fece accomodare sul divano.Scambiammo amabilmente qualche chiacchera mentre lei si fumava una sigaretta(evidentemente era nervosa anche lei)e mi chiese se per me fosse o no la prima volta con un trav.Evidentemente la cosa lo eccitava parecchio tanto che,prendendomi un po di sorpresa,mi sfilò i pantaloni in un attimo e incominciò con ancora le mutande addosso a leccarmi il cazzo.In un batter d'occhio il mio cazzo s'indurì così che decise di togliermi le mutande e cominciare con un pompino.Si vedeva che gli piaceva,lo prendeva tutto fino in fondo, mi prendeva le mani e mi invitava a toccargli il suo bel culetto.Eravamo entrmbi preda dei nostri cazzi così lunghi e duri,io gli infilai uno due dita su per il culo e intanto me lo succhiava con una tale foga da lasciarmi sbalordito.Decise così di spogliarmi completamente e così fece anche lui...aveva un cazzo molto grosso e mi chiese se ne avevo mai preso uno in bocca.Ovviamente gli dissi di no e volle farmi provare...così,convinto dall'eccitazione del momento,incominciai a succhiarglielo tutto,per quanto fosse possibile, e ci ritrovammo presto coinvolti in un 69.Successivamente mi chiese di scoparlo ma evidentemente ero bloccato dall'idea che era un uomo e così fu proprio lui a convicermi a farmi scopare dal suo bel cazzone.
Mi fece mettere a pecora sempre sul suo divano e piano piano,dopo avermi lubrificato il culo,sentivo quest enorme e grosso coso che incominciava a penetrarmi e pulsarmi dentro....io gli chiesi di nn fare troppo forte ma lui sopraffatto dall eccitazione mi riempiva di colpi come se fossi la sua troia....a me piaceva e urlavo,urlavo parecchio sia per il dolore sia per il piacere.Mi propose ti provare a travestirmi ma purtroppo non c era tempo,così,si segò davnti alla mia faccia fino a innondarmi la bocca col suo caldo sperma....mi colse di sorpresa ma alla fine riuscì ad ingoiarlo tutto.Dopodichè incominciò a risucchiarmelo tutto fino a aquando nn gli venni in faccia con tutto me stesso!
Da quel pomeriggio sono diventato una troia!
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16 anni fa
travge2008,
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Ultima visita: 13 anni fa
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Al matrimonio
...Con un pizzico di fantasia si rende la realta' piu' intrigante a chi legge e a chi scrive da' la sensazione di potersi liberare della menzogna.
Mi trovavo al matrimonio di mia cugina , 20 anni , bella ragazza , in sposa a Tony 28 anni bel tipo ....
Tutta la family convocata per l'evento , parenti da ogni parte d'Italia e d'europa , molti sconosciuti , altri irriconoscibili per via degli anni che passano , altri ...è stato un piacere fare la conoscenza.
Come nel caso di Sara , una cugina di 2° grado dalla parte del padre della sposa , mio zio , che proprio non passava inosservata per via di ....due tatuaggi uguali e simmetrici ....dietro le caviglie....sotto i polpacci ....due piccoli precisi...( non lo posso dire il mondo è troppo piccolo)
I sandali rossi facevano da cornice fetish a due piedini curati e smaltati di rosso , ovviamente , un abitino corto nero e aderentissimo avvolgeva il suo giovane fisico come un alimento sotto vuoto ...e come il piu' prelibato dei cibi ..io avrei gustato volentieri....
La guardavano tutti : bruna , capelli lunghi , due occhi azzurri sfuggenti che non si fermavano un attimo....su altri occhi , sulle cose ...le rendevano piu' belle ...lei era bella ...e impossibile.....
Con mia moglie che , dalla celebrazione in chiesa al buffet dell'arrivo al ristorante, non faceva altro che ricordarmi di non bere troppo..... troppo tardi ! il caldo e le prelibatezze erano troppo invitanti per non approffittare di prosecco ghiacciato e ogni ben di Dio di stuzzicherie...
Mi servii piui' volte urtando il carattere di mia moglie che dopo essersi servita , anche lei , il 4° prosecchino ..sembrava essersi dimenticata di me...
....Che cercavo con lo sguardo Sara....bellissima....
Quando la scorsi in mezzo agli invitati con il fluit in mano e la borsetta di pelle rossa sotto braccio ...fu come avere davanti una diva...giocava con le gambe mettendole in ogni posizione possibile...incrociate , divaricate, leggermente divaricate , una davanti all'altra...intanto beveva e parlava con altri giovani invitati.....
Fu un attimo che la raggiunsi , notando che nel gruppo dei parenti intorno a lei c'era mio cugino......" be' , non mi presenti la parentela? "
"...ah , si scusa....lei è Sara"" molto lieto...."
La guardai come se in una frazione di secondo gli avessi proposto , di venire a letto con me, rifarlo , metterglielo in bocca subito dopo , e dopo essere venuto leccargli la fica.....per poi ricominciare a scoparmela ; aveva capito tutto e per il resto del pranzo...i suoi occhi cercavano furtivamente i miei...
...quelli di mia moglie erano radar per capire dove erano i suoi che gia' erano passati mentre i miei la stavano di nuovo cercando....
Queste cose mi fanno impazzire.
A un certo punto si aprono le danze e ovviamente io e mia moglie entriamo in pista...è come un rito ..ad ogni matrimonio ripetiamo il nostro primo ballo da sposati ...e ogni volta è bello come allora.
Ci amiamo ancora e questa è una fortuna...per noi e i nostri figli.
Altrettanta fortuna , pero' , è essere notati ..da un'altra donna ...piacere e riconoscere il piu' vecchio gioco del mondo , il gioco della seduzione , che quando inizia ci stupisce sempre con il miele della novita'.
Fu un attimo...mia moglie dietro ai bambini...Sara mi lancia l'ennesima occhiata , " amore vado fuori in giardino a prendere una boccata d'aria..." ....
la raggiunsi ....e passeggiamo lungo i vialetti della villa che ospitava il matrimonio ...lei fumava una sigaretta e di tanto in tanto il suo cellulare suonava , ma non rispondeva...
Non ricordo gli argomenti trattati...so solo che sara' stato il vino , sara' stato il caldo ......ma la Sara me la trovai avvinghiata a me dietro una siepe in un lungo interminabile bacio..solo con le lingue per non lasciare tracce di rossetto...SPETTACOLO !!! Ce l'avevo duro e lo sentiva contro le sue cosce , ansimava e mormorava parole incomprensibili.....forse versi e mugugni...quando le infilai la mano sotto il vestito scoprii ..che era senza mutandine e TOTALMENTE depilata , bagnata e aperta come le rose che ci circondavano.....
Il suo cellulare suono' , mi riassestai pulendomi le labbra , lei rispose al telefono ...io, mi incamminai su un'altro sentiero....
Rientrai nella sala 10 minuti prima di lei...mia moglie ? tranquilla....
Ad un tratto chiesi a mia moglie di fare quattropassi in giardino...e lei si stupi' della richiesta...Sara , usci'
subito dopo...ma mia moglie non si accorse della sua presenza ..neanche quando mentre la baciavo appassionatamente , lei ci spiava da dietro un'anorme quercia....
Si ripete' la scena di una oretta prima...misi le mani in mezzo alle cosce di mia moglie baciandola....tento' di fermarmele....ma io insistetti .....poi , cedette.
Si abbasso' davanti a me , si guardo' intorno , mi sbottono' i pantaloni e mi fece un sontuoso pompino , delicato e preciso.....con ingoio finale.
4 o 5 minuti in tutto....interminabili e piacevoli...pochi per essere beccati da qualcuno e pochi per non poter approfondire ....e ricambiare...
Sara , dietro la quercia ....ogni tanto si sporgeva per guardare.....
Rientrammo in sala...la musica avvolgeva tutti gli invitati ubriachi e scatenati nelle danze piu' disinvolte ...mi avvicinai a Sara e ballai con lei ...i nostri occhi.....un'alfabeto morse che dettava ad entrambe....il numero di cellulare......
Non mi ha ancora risposto , non mi ha mai chiamato.
INTRECCIOINFEDELE
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2
16 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 17 ore fa -
Ingoio di urina
Alice l’ho conosciuta tramite li annunci su web. Era la mia prima esperienza con una ragazza conosciuta in internet. Lei era tutto quello che chiedevo tramite i miei annunci e di più. Era una morra di 32 anni, sposata e aveva un figlio di 2 anni. Dalle foto che mia aveva spedito sembrava assai carina con una bocca larga e labbra carnose fatte apposta per succhiarmi il cazzo e ricevere la mia sperma calda e densa. Il fisico non era di meno. Sembrava ben conservata anche dopo il parto del bambino. Ma quello che mi eccitava di più era il pensiero della sua figa larga ma sopratutto lei era disponibile a ingoiare la mia sperma salata e la mia piscia, sopratutto la mia piscia.
perché era ciò che chiedevo nei mie annunci: una ragazza che era disponibile per scambiare i nostri liquidi, anche una che non voleva farsi scoppare, basta che mi beveva sborra e piscia.
Lei negli email che mi spediva si giustificava di incontrarmi perché il suo marito non accettava di fare quelle cose, cioè lei li aveva proposte varie volte di farsi pisciare in bocca ma lui lo respingeva disgustato. Beh, faceva bene, cosi ne potevo approfittare io.
Ed era giunto il momento. Lei abitava a Rimini. Mi disse che era meglio che veniva lei a trovarmi a Padova cosi non si faceva vedere in giro con me nella sua città. Mi pareva giusto e conveniente.
Disse che si era fatta dare il permesso dal marito con la scusa che andava a trovare la sua amica Federica a Torino e dopo aver ricevuto il consenso senza problemi aveva subito telefonato alla sua amica per mettersi d’accordo di confermare la sua versione alla eventuale chiamata di suo marito e poi subito aveva preso il treno diretto a Padova.
Quando la vidi alla stazione sembrava più sexy che nelle foto anzi era un paio di centimetri più alta di me e questo mi faceva imbarazzare un po’. Tuttavia la accolsi con la mia lingua che li penetro la bocca fino alle tonsili e lei ricambio succhiandomi tutta la saliva che avevo in bocca.
Dopo aver preso uno spritz in piazza ci dirigiamo subito a casa mia. Strada facendo le chiesi: “ Ej bellezza posso chiederti una cosa?”
“ Certo, puoi chiedermi tutto quello che vuoi!”
“ no, volevo solo farmi confermare il programma che abbiamo prestabilito: voglio che mi dici che faremmo quello cose per cui io vado matto..
“ Taulant io sono venuta gia due volte in treno al solo pensiero che mi riempirai la bocca dalla tua urina gialla e dalla tua sborra… sto mettendo la corna al mio marito solo perché vado mata di queste cose, figurati se non le volessi fare.”
E ciò è bastato per ritrovarci nudi nella mia camera da letto.
Per prima cosa mi apri le gambe sapendo che io vado matto iniziando una scopata leccando a bevendo il liquido vaginale salato che le scollava dalla sua figa fradice. Aprendo le gambe a 180 gradi appoggia le labbra sulle sue labbra grandi e la lingua lo infilai nella sua figa. Ma cerano pochi umori per accontentarmi allora decisi di infilarli tre dita nel suo buco. Urlo leggermente gemendo e di conseguenza la sua figa inizio e eiaculare più liquido denso che scollò sulla mia lingua. Lo bevi tutto poi siccome la sua figa si era allargata assai le infilai un altro dito. Lei accetto graffiandomi la schiena con le due unghie minacciose. La sua figa si era allargata per infilarci tutta la mano. Me lo aspettavo perché lei mi aveva gia detto che ognitanto si dava al fisting con il suo marito, allora non non ci misi un secondo a infilare tutta la mano fino al polso. Lei urlo dal piacere mordendosi le labbra e tirando le lenzuola bianche. Stava avendo un orgasmo immediato e mi inondo la lingua con la sua colla trasparente dandomi un piacere immenso. Ne bevi la meta , mi avvicinai alla sua bocca e lasciai cadere nella sua bocca l’altra metta che lei ingoio senza esitare. Poi le feci cenno di non chiudere la bocca: e lei ricordandosi di quello che mi piaceva ricevo con la sua lingua la mia saliva densa bevendo tutto e io mentre lasciavo cadere tutto conclusi sputando sulla sua bocca ma non disprezzantemente ma in modo passionale a lei accettò con la stessa passione ingoiando tutto.
Poi vedendo che gli umori li avevano riempito il buco del cullo, mi resi conto che il suo anus era gia pronto per infilarli il vibratore di plastica che lei si era portato dietro. Mi aveva sempre detto che quando scopava voleva sentirsi tutti i buchi riempito. Lentamente le scivolai il giocatolo nel suo anno lubrificato poi spinsi fino in fondo e lei reagii stringendomi le mani ma non fermandomi.
Anzi poi eccitandosi mi incoraggiava. Io la misi in un posizione in modo che con la mano destra li potevo sbattere il cazzo finto in cullo e poi mi posiziono a lato sopra la sua testa mirando il cazzo nella sua bocca. Lei non ci mise molto a capire la mia intenzione e mi disse:
“ Dai ragazzo pisciami in bocca, riempi tutta, ho sete della tua urina…..lo voglio gialla ..gialla..”
I primi schizzi andarono sul viso poi iniziai a riempirle la bocca. Lei sapeva benne che doveva bere tutto. Doveva bere tutti i miei liquidi fino agli ultimi gocci. Mentre le pisciavo in bocca le feci quasi entrare tutto il vibratore nel cullo. Lei sentiva dolore e piacere allo stesso momento, io mi resi conto che sanguinava un pò dal culo, ma lei reagii godendo un orgasmo intenso. E mentre godeva , bevevo tutto la mia urina con una passione come se tutto quel piacere glielo causava la mia piscia.
Mentre le pisciavo dal mio buco del cazzo usciva anche il liquido denso come una colla e lei lo apprezzava con la sua lingua. Poi vedendo che stavo finendo tutto inizio leccarmi le palle e farmi un pompino da sogni. Se lo infilava tutto dentro, un deep-throat da impazzire. Mentre provavo piacere intenso mi dimenticai della plastica dentro il suo culo. Non ci misi molto a venire. Venni dentro la sua bocca che teneva aperta con la lingua fuori in un modo che non ero venuto prima. Invece di venire con dei schizzi inizia a pisciare sperma. E bene, erano tre settimane che non avevo svuotato le palle dal momento che mi aveva detto che veniva a trovarmi. Avevo conservato tutto.
Ci misi quasi due minuti a svuotare tutto nella sua bocca, e lei da vera maestra mentre riceveva la sborra beveva senza chiudere la bocca cosi non perdeva niente. Dio che panorama che godevo!!!
A fine di questo ci sdraiamo un po esausti. Mentre mi ringraziava per tutto il mio seme si rese conto che il suo cullo era ancora occupato. Allora infilo due dita e lo tiro fuori. Mentre lo osservammo quello immenso cazzo finto mi resi conto che cera abbastanza sangue sulla sua punta. Io ho temuto che reagisse male a quello che era avvenuto, ma lei inizio a leccare tutto il suo sangue che aveva rivestito il vibratore. A questo io reagii con una erezione inaspettata. Le montai sopra senza esitare infilando il mio cazzo di dimensioni normali nella sua passera extra large. Beh, non mi aspettavo che ne godesse molto del mio cazzo modesta, ma lei apprezzo molto il fatto che le stavo sopra. Apri la bocca e con la sua lingua mi invito a sputarla dentro. Io le passai delicatamente tutta la mia saliva calda dentro in bocca e lei lo ingoio tutto giocando con la sua lingua e questo mi arrapava molto. Mentre la baciavo sentivo l’odore forte della mia piscia dentro la sua bocca. La girai da dietro e la inculai con dei colpi potenti. Lei inizio a lamentandosi un po dicendo che le bruciava il buco del culo. Ignorai le sua parole e continuai a sbatterla violentemente. Allora lei infilo tutta la mano nella sua vagina masturbandosi mentre la inculavo. Provando un misto di dolore e piacere veni per l’ennesima volta. Mentre sentivo la sborra venendo fuori posizionai il cazzo dentro la sua bocca venendo questa volta con uno sperma assai denso. Lei ingoio tutto senza esitare, questa volta godendo di piu. Sapevo gia che le piaceva più la sborra densa anche se provo un pò difficile ingoiare tutto in una volta. Mi disse che non ce la faceva a mandare giù e che li era incastrata nella gola. Allora la portai al cesso e le feci bere la mia urina per aiutarla a mandare giu.
Quella sera bevei tanta acqua…..e non pisciai mai nel cesso.
Il giorno dopo prima di partire capii in lei la stessa soddisfazione che avevo io dopo quella notte anche se non la sentii più per tanto tempo. Mi scrisse dopo sei mesi dicendomi che aveva confessato tutto al suo marito della nostra notte, e che lui prima lo aveva presa male ma poi dopo si era deciso ad accontentare i suoi desideri proibiti ed adesso la loro relazione andava meglio. Comunque mi ringrazio per quella notte.
Sembrava incredibile, ma scopando con lei io avevo salvato il loro matrimonio.
msn : [email protected]
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16 anni fa
spermloader,
24
Ultima visita: 16 anni fa
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L\'incontro
Era lì, in piedi di fronte a lui…sorpresa come mai, perché aveva accettato quell’incontro, perché…..ancora non riusciva a spiegarselo..lei così intrigata ma anche così timorosa…così provocatoria ma anche così restia…lui con due dita le alzo’ il mento…”se vuoi sei libera di andartene…”..lei senti forte l’impulso di girarsi e infilarsi in macchina e scappare…lei, che aveva messo tutta una cura particolare nel vestirsi quella sera, lei che aveva sognato di stupirlo con quell’abbigliamento così fetish….ora voleva scappare….”no – disse – no, rimango…andiamo…” c’era in programma una cena a casa di lui…”…nello scannatoio – pensò lei sorridendo – eh si…entrerò a far parte della rosa delle sue conquiste…”…poche parole durante il viaggio, lui le sfiorò appena la seta delle autoreggenti, null’altro…lei fumava, girata spesso verso il finestrino…e si teneva il cappotto chiuso perché non si vedesse troppo quel fantastico mini abito in latex nero…che lui aveva già adocchiato al momento delle presentazioni…
arrivarono così a destinazione…lui cerco’ di metterla a proprio agio, cercando di ovviare a quell’evidente imbarazzo che era parte di entrambi….le offrì un calice di ottimo vino rosso…e la fece accomodare, mentre iniziava a preparare la cena…lei aspettò che lui si voltasse e si tolse finalmente il cappotto….dio che meraviglia..!!!! quel vestitino in latex, quelle autoreggenti velate, di seta…quelle scarpe con quegli altissimi tacchi a spillo…lui si voltò…si blocco'…lei sorrise allo sguardo incredulo di lui…si avvicino’ e si accucciò davanti a lei, seduta comodamente sul divano….”sei un po’ più tranquilla?”….lei annuì, ma non era vero….lui le prese le mani, la tirò a sé e la bacio'….un bacio a dir poco sconvolgente, di quelli che fanno perdere ogni contatto con la realtà…trovò giusto la forza per dirgli “attento….gli spaghetti scuociono..!!”
in realtà erano già scotti, ma tanto nessuno dei due pensava più al cibo….mangiarono poco e senza appetito…parlando con imbarazzo…lei abbassava gli occhi…lui rideva…lei accennava qualche colpo di tosse….si arrivò alla frutta…una bellissima hawayana con cioccolato fuso…un desiderio forte l’uno dell’altra era ormai tangibile, quasi si poteva toccare….lui prese una fetta di papaia coperta di cioccolato sopra, la fissò negli occhi e si avvicino’….le divaricò leggermente le gambe e spostò appena il perizoma….la penetrò con quel frutto….lei gettò la testa all’indietro e socchiuse gli occhi…”dio che sensazione bellissima..!” ….dopo la stessa cosa con una fragola…con la banana….frutti che subito dopo lui metteva in bocca e assaporava….”dimmi che ti piace..!” …”mi stai facendo impazzire…” lui le infilò un’altra fragola, si chino’ e avvicinò le sue labbra a quelle stupende labbra che ormai sapevano di cioccolato e di frutta e inizio a mangiare quella fragola proprià là…nel posto in cui l’aveva posizionata…mangiava quella fragola e la fissava e lei si sentiva sciogliere….raggiunse in poco tempo un orgasmo incredibile…lui la prese per mano..l’avvicino a sé..la strinse e le sue mani erano ovunque in un momento…lei continuava a bagnarsi in maniera incredibile…un orgasmo incredibilmente continuo…lei cerco con le mani lui…sentì un’erezione pazzesca…gli slaccio i pantaloni con frenesia…e si abbassò davanti a lui…cercando con le labbra lo strumento di quel piacere senza misura…con quelle labbra che fremendo lo trovarono, e, avide, lo fecero loro e così continuarono con un ritmo che era impossibile frenare e che stava procurando ad entrambi un qualcosa di piacevolmente grande ed indescrivibile…lui la prese per la braccia, la girò e la appoggiò alla tavola ancora apparecchiata…la penetrò e lei rimase senza fiato….la teneva per i fianchi e la possedeva…la possedeva e la possedeva ancora….e lei continuava a raggiungere orgasmi così ravvicinati da sembrare sempre lo stesso orgasmo….”si, si ti prego, prendimi ancora…non smettere….ti vogliooo..!!!! lei senti che lui stava per inondarla del suo piacere e si scostò porgendogli nuovamente le labbra…giusto in tempo per accogliere avidamente tutto ciò che lui le offri in quel momento…caddero insieme sul divano, stremati da quel piacere enorme…felici e soddisfatti….ansimanti….”che dici? – disse lui – ci rivedremo?” lei lo guardò e annuì sorridente “certo…ci rivedremo..”
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16 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 17 ore fa -
Incontri ravvicinati
Incontri ravvicinati del terzo tipo
Rimasi sul letto straiato a fissare il soffitto e ripensando a tutto quello che era successo mi addormentai.
Mi svegliai che il sole era gia alto , il cuscino sapeva ancora di te del tuo profumo inebriante, lo abbracciai e me lo portai al viso per poterlo assaporare meglio,poi guardai l’ora e decisi che forse era meglio alzarsi anche perche il mio stomaco gridava vendetta, sotto la doccia non riuscivo a non persare a lei e già mi prospettavo di inserirla nel reparto del mio cervello riservato ai bei ricordi.
Mi vesto e rasato e profumato mi indirizzo verso la holl per uscire ,passando davanti al bancone noto dei deplian di un locale che pubblicizzavano l’evento della serata a tema,BALLO IN MASCHERA (TRASGREDIRE)
La cosa mi incuriosi molto e ne presi uno lo piegai e lo infilai in tasca e mi recai nella sala da pranzo per fare colazione,mentre aspetto il cameriere tiro fuori il deplian e lo leggo più attentamente,ballo in maschera bla,bla,bla ingresso gradis per le coppie già forma single € 50.00.
Cavolo mi dico un po caro poi continuo a leggere per prenotazioni 333…………………… prendo il telefono e faccio il numero mi risponde una voce di donna gentilissima che mi spiega la serata io la interrompo un attimo chiedendogli se era possibile entrare senza maschera visto che in quei giorni era diffile poterne reperire una e io non avevo ne il tempo ne la voglia di girare ,mi disse che senza maschera non avrei potuto partecipare al concorso per vincere un viaggio ma che sarei potuto entrare soltanto con una mascherina tipo zorro,ok dico faccio la prenotazione ringrazzio e saluto.
Esco dall’albergo per fare due passi cercando di togliermi dalla testa il suo viso(diciamo pure tutto il resto) passegiando lungo i viottoli stretti di Venezia con il mio classicissimo toscano che impestava l’aria e la miriade di turisti straniere che mi guardavono con sguardi schifati,me ne infischio dei loro commenti e proseguo la mia passeggiata.
Torno in camera poco prima dell’ora di cena e rovistando nel mio zaino portatutto cerco una bandana nera che dovevo aver li da qualche tempo ,eccola tutta stropicciata ,la tiro fuori e con la lametta da barba le faccio due fori per potermela mettere fino a coprire parte del viso .
Vado a cena e poi mi ritiro in camera per prepararmi,impermeabile tipo western,cappellone e bandana mi sentivo un poco ridicolo ma non sapevo cosa altro inventarmi,mi guardo allo specchio faccio un bel respiro e esco.
E ‘ quasi mezza notte quando entro nel locale pensando di trovarlo già pieno ma noto che ci sono solo poche coppie appartate sui divani che bevono e ridono spensierati , quattro cretinotti vestiti da moschettieri che cercono di conquistare tre Colombine straniere e comincio a pensare qui mi sa che non batte chiodo.
Dopo poco però devo cominciare a ricredermi l’affluenza è molta e anche se sotto quei vestiti ingombranti non si riesce a capire chi ci sia se uomo o donna la serata inizia a movimentarsi, e la sala da ballo si riempe.
Ballando i profumi cominciano a mischiarsi con l’odore acre del sudore e decido di recarmi al banco per prendere qualcosa da bere,e li che vengo folgorato.
Mi appoggio chiedo da bere e mentre aspetto mi guardo in torno e ispirando con il naso ho la sensazine di sentire quel profumo,poi penso tra me e me “lo senti dappertutto” poi arriva il cameriere mi da da bere e ringraziandomi mi volto e ti trovo dietro a me con la sua bocca a pochi centimetri dalla mia , mi sorridi e mi dici “anche te qui”? quasi imbarazzato rispondo con un solo Già. Vieni ti presento agli amici mi fa e io come un cagnolino al guinzaglio la seguo,mi sento un poco in imbarazzo a mano a mano che me li presenta ma il colpo di grazia me lo da quando mi presenta il compagno eridendo all’orecchio mi dice non ti preoccupare sa quello che è successo questa notte gli ho raccontato tutto ,sento il mio viso prendere fuoco ma non l’ho visto incavolato con me anzi tranquillamente si avvicina e mi ringrazia di aver regalato una notte straordinaria alla sua donna,io lo guardo e rimango un attimo allibito da tale franchezza ,poi ci sediamo e mi spiega , sono molti anni che siamo insieme e per tener vivo il nostro rapporto cerchiavo situazioni intriganti da vivere per poi quando siamo insieme raccontarcele e magari ricrearle,mi ha detto che sei molto bravo con la lingua,ed io imbarazzato come mai balbettando mi difendo,chiacchierando di questo argomento mi stavo eccitando e il bozzo era diventato evidente attraverso i pantaloni,lui lo nota e appoggiandomi una mano su una coscia mi sussurra ti piacerebbe farlo in gruppo.
Imbarazzatissimo lo guardo mentre lei mi raggiunge alle spalle appoggia il suo viso al mio e fa di che state chiacchierando e lui senza nessuna reticenza gli fa lo stavo invitando alla nostra festa di stanotte, lei mi guarda e mi sussurra hai accettato vero? Interviene lui e fa veramente è un poco titubande in quel momento sentivo i testicoli che mi esplodevano il mio cazzo che spingeva sulla stoffa dei box stavo sudando copiosamente, intanto lei si era seduta sulle sue ginocchia e mi guardavano aspettando la mia risposta, io con la testa bassa che guardavo il ghiaccio roteare nel bicchiere mi dic: ma perché no? Alzo la testa e sorseggiando un goccio di Martini gli dico ok e dopo un attimo gli chiedo ma chi siamo?
Lui sorridente mi fa siamo noi piu quella coppia che sta ballando al bordo della pista.
Restammo alla festa ancora per un oretta poi ci recammo tutti a casa della coppia che era del luogo.
Il portone settecentesco dell’abitazione di Marco ed Elena, cosi avevano detto di chiamarsi , si apri grachiando immettendoci su un atrio stupendo con tante statue in marmo , la casa era stupenda soffitti altissimi pareti decorate con arazzi antichi ci fanno strada e ci fanno accomodare in un salone con un grande camino acceso , a terra a debita distanza e per tutta la stanza tappeti persiani stupendi morbidi e spessi, le luci molto soffuse l’atmosfera profumata e l’alcol che avevo in corpo mi da quasi a svenimento ma sono troppo eccitato e cerco di resistere ma non riesco e mi lascio cadere sulla poltrona, le due signore ci lasciano per andare a rifarsi il trucco e noi rimaniamo li a chiacchierare ,dopo poco però l’alcol comincia a dare i suoi risultati e io devo andare in bagno mi avvicino alla porta pronto a bussare sapendo che le signore erano ancora dentro ma vedo la porta socchiusa,sbircio e le vedo abbracciate in un bacio saffico e le mani che sfiorano i loro corpi reciprocamente,rimango quasi paralizzato dalla scena che non percepisco neanche l’arrivo alle mie spalle di Marco che mi cinge alla vita e mi sussurra all’orecchio sono uno spettacolo? Contemporaneamente mi infila la mano allinterno dei pantalani prendendolo in mano.
Rimango un attimo sbalordito dalla situazione ma sono troppo eccitato per poter fare qualsiasi cosa , in quel momento arriva ache il marito di lei e mentre Marco me lo estrae dai pantaloni lui si inginocchia di lato a me e se lo prende tutto in bocca .
Io mi freddo e cerco di staccarlo ma lui è bravo devo dire molto bravo e Marco mi fa lascialo fare che vedrai ti piacerà e poi ci sono sempre loro con le quali puoi giocare è un dare avere, ci penso un attimo e mi dico ma si sono talmente eccitato che non guardo più nulla chiudo gli occhi e mi lascio andare.
Mi lascio andare e mi ritrovo sdraiato sul tappeto del bagno con una miriadi di mani che mi tocca che mi spoglia,sento mani che corrono lungo le mie gambe ,lungo le mie braccia ,sul mio petto, sento le lingue percorrere tutto il mio corpo e ne sento due raggiungere il mio cazzo presumendo che siano delle ragazze allungo le mani e sento le loro teste,non sono le ragazze ma i loro compagni che uno da una parte uno da l’altra hanno preso il mio cazzo in mezzo.
Ma cavolo cerco di reagire ma non riesco è bello e mi piace si sono due uomini che mi leccano ma mi piace,intanto Elena mi sale a cavalcioni sul mio petto e porta la sua fica ad altezza della mia bocca stupenda anche lei completamente rasata, e inizio a leccarla mentre lei la mia musa è appoggiata al lavabo con un piede sulla vasca che si sditalina guardandoci e sebra sponandoci,poi Marco smette di leccarmi lasciando il mio cazzo alla mecee dell’altra coppia e si mette dietro la moglie infilando il suo cazzo tra la sua fica e la mia bocca .
E’ una sensazione strana ma non riesco a fare a meno di prenderlo in bocca lo sento diventare duro e gonfirsi poi lo sfila e lo infila in fica alla moglie mentre io continuo a leccarli entrambi,sento una lingua penetrare il mio buchino mentre un'altra corre lungo il mio cazzo cavolo sto godendo come un matto, è bellissimo ,Marco ed Elena sono intenti ora in sessantanove da capogiro lei è sotto e mentre lo succhia gli allarga le chiappe mi chiama e mi dice vieni io mi alzo accompagnato da gli altridue che si mettono al mio fianco il mio cazzo ora è in compagnia di quello di Marco alla merce della lingua di Elena che prima lo succhia e lo bagna bane e poi con la mano lo appoggia nel culo di Marco ,fa un poco fatica ad entrare ma inumidito bene piano piano penetra mentre le mie mani sono una nella fica e l’altra stringe in mano il cazzo.
Marco si muove piano sotto di me mentre lei gle lo succhia da sotto e l’altra da dietro mentre l’altro affianco a me avvicina il suo cazzo alla sua bocca.
Vennero tutti e mi regalarono per finire un ponpino a quatto ,un esperienza indimenticabile.
Anche perche è frutto tutto della mia malata fantasia di sesso e non credo che provero mai dal vivo questa sensazione.
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16 anni fa
admin, 75
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Carnevale a venezia
Carnevale di Venezia
Piazza San Marco ,mi ritrovo in mezzo ad una miriadi di persone in maschera di tutti i tipi dalle più staravaganti alle più classiche,non mi è mai piaciuto mascherarmi ma in questo marasma sembro io quello in maschera con i miei jeans i mie classici occhiali a goccia senpre infocati sul mio naso a proteggere il mio sguardo,da quello di tutto il mondo.
Atraverso la piazza con il mio zaino sulla spalla diretto al mio albergo quando una goccia cade sulla lente dei mie occhiali appoggio lo zaino a terra li sfilo e con il bordo della mia maglietta cerco di asciugare il vetro verde dei miei Ray-Ban, in quel momento vengo catturato da un profumo inebriante,non so descrivere quell’aroma ma forte e delicato allo stesso tempo,mi volto ancora con lo sguardo basso intento ad asciugare,alzo gli occhi e la vedo è di spalle con abito da dama del settecento color ebano quell’enorme parrucca bianca, era in un gruppo di persone e rideva felice di godersi quel momento ,poi come se avesse percepito la mia presenza si voltò,i nostri occhi si incrociarono e il suo sorriso sembro spegnersi per un attimo, i nostri sguardi si intrecciarono per qualche istante era stupenda le labbra carnose dipinte di un rosso fuoco spiccavano sul quel viso reso candito dalla cipria bianca,una mascherina celava il suo volto, ma la cosa che mi colpi furono gli occhi blu.Blu ma un blu particolare acceso vivo ,poi si volto e continuò la sua conversazione, sgrullai un attimo la testa come per rientrare in me mi rimisi i mie occhiali feci un bel respiro e zaino in spalla ripresi la mia strada verso l’hotel.
Non era il massimo come accoglienza ma era l’unico dove avevo trovato una camera, mi viene consegnata la chiave ed indicate le scale secondo piano qui non c’è ascensore, non c’è problema rispondo io non lo prendo mai.
La camera invece si rivela quasi una sorpresa, è molto grande calda e molto ben arredata con stoffe alle pareti e quadri con enormi cornici,butto lo zaino in terra accendo la tv e senza neanche toglermi le scarpe crollo sul letto , le voci che provengono dalla tv hanno un effetto sonnifero su di me e mi appisolo ripensando a quel profumo e quei occhi.
Riapro gli occhi convinto chissa quanto aver dormito mi alzo di scatto ma verificata l’ora mi rilascio cadere sul letto e fisso il soffitto per alcuni minuti poi decido di farmi una bella doccia per togliermi di dosso la stanchezza e gli odori del viaggio.
Altra sorpresa non c’è la doccia ma una stupenda Iaguzzi nera inserita in un rivestimento rosa antico,riempo la vasca fino a bordo e mi immergo le bollicine dell’idromassaggio messo al minimo rilassano il mio corpo e cosi stando mi addormento.
Lo squillo del telefono appoggiato sul bordo della vasca mi riporta alla realta e dopo aver risposto mi rendo conto che è ora di cena ,esco dalla vasca mi asciugo poi appoggio le mani sul lavabo e mi guardo allo specchio ,la barba di due giorni che incomincia a imbiancare il mio viso,prendo la schiuma e la spalmo delicatamente per poi rasarmi con cura, .
Una passata di dopobarba arinfrescare il viso mi vesto e mi reco nell’holl dell’otel alla ricerca del ristorante,appoggiato al bancone della reception sfogliando il deplian delle gite in battello vengo catturato di nuovo da quel profumo,mi volto ma non vedo nessuno solo un gruppo di ragazzi cerco di riuscire ad associare quel profumo a qualcuno ma niente quando butto gli occhi su una ragazza di spalle con capelli nero corvino, penso no non può essere lei mi rivolto e continuo la mia lettura quando ad un certo punto la sento ridere, è lei non ci sono dubbi, ma è in compagnia e le mie più represse fantasie si spengono vedondola abbracciare un uomo e baciarlo delicatamente sulle labbra,mi dico bene basta cosi non ci pensare più e vattene a cena,errore madornale cercar di capire le donne e infatti mentre mi recavo verso la sala ristorante passandole accanto lei si volta mi guarda scrutandomi dal alto verso il basso e i suoi occhi si incrociano di nuovo per un attimo con i miei io cerco di sorriderle ma la muscolatura del mio viso non risponde mentre lei mi lancia un accenno di sorriso .
Seduti a due tavoli di distanza con il mio defilato al suo sguardo sulla destra ho passato tutta la serata a guardarla e cercando di percepire il momento giusto per poter incontrare il suo sguardo,ma niente non mi degnò neanche di un occhiata,finita la cena ,lei alza e reca veso il bagno io aspetto qualche minuto e decido di seguirla , i lavelli erano nella parte comune dei bagni e la trovo che si tava rfacendoil trucco ,vado nel bagno degli uomini e quando esco mi reco verso i lavelli per lavarmi le mani ,mentre sono intento ad asciugarmi le mani sotto quella specie di fon lei estrae un taccuino dalla borsa e inizia a scrivere alcune cose su un foglio,poi con un colpo deciso lo strappa lo piega iun due si volta verso di me e facendo scorrere le sue dita sul mio viso e giu lungo il collo fino al petto lo infila nel mio taschino e sussurrando all’orecchio mi dice piacere sono Eva.
IL suo profumo cosi da vicino era ancora più inebriante e io ero rimasto imbambolato e non riuscivo neanche a presentarmi.
E’ in quel momento che lei percependo il mio stato di imbarazzo mi dice l’ì c’è il mio numero più tardi chiamami sfiorò le mie labbra con le sue si voltò e mentre se ne stava andando trovai la forza solo per dire si più tardi che vuol dire, lei si volto e mentre si allontanava sorridendo mi disse più tardi..
Rimasi appoggiato al lavabo non so per quanto tempo a fissarmi allo specchio non credendo a quello che mi sava accadendo poi infilai le dita nel taschino e tirai fuori il biglietto e inizia a leggerlo .
Ciao sono Eva il mio numero è 3200000000 e se vuoi pui chiamarmi dopo la mezzanotte….
Non riuscivo a crederci quell’angelo mi aveva dato un appuntamento si telefonico ma un appuntamento.
Esco dal bagno sembrava che camminassi a due palmi dal pavimento ci incrociamo di nuovo io faccio con fatica finta di non vederla e lei invece con molta naturalezzanon mi considera proprio.
Dieci e trentacinque cavolo ancora il tempo non passa più il caffe l’ho preso e sono già troppo nervoso per prenderne un altro mi vuovo tra la holl e il bar impazzientemente, decido di uscire a fumare,furi nel bagliore delle luci riflesse nei canali accendo il mezzo toscano tirando una forte boccata non fa freddo e cerco di non pensare a lei , mi appoggio alla balaustra del ponte guardando le gondole passare con quei tarchiati turisti tedeschi e penso però romantici,faccio l’ultimo tiro al mio sigaro guardo l’orologio cazz…….ancora le undici e dieci,vabbè me ne vado in camera.
Salgo le scale due alla volta e apro la porta butto la giacca sulla poltrona sfilo le scarpe e i pantaloni vado in bagno appoggio le mani allo specchio apro lacqua e spremendo il tubetto del dentifricio sullo spazzolino inizio a lavarmi i denti mentre riempo la vasca da bagno.
Mi sdraio e appoggio il mio telefonino sul bordo undici e quarantacinque penso mi rilasso un attimo chiudo appena gli occhi stanchi del viaggio iniziato quella mattina alle quattro, errore fatale…………………
Mi sveglio di scatto rischiando l’affogamento mi giro a cercare il telefono lo prendo in mano e cazz…………………0045 mezzanotte e quarantacinque esco di scatto dalla vasca e incurante di star bagnando tutta la moquett della stanza cerco nel taschino il foglietto digito il numero primo squillo secondo terzo quarto e penso ho perso l’occasione della mia vita, tastino rosso e butto il telefono sul letto e mi sdraio.
Due minuti dopo sento la vbbrazione del telefono che mi indica l’arrivo di un nuovo messaggio ero talmente depresso che non volevo neanche leggerlo pensando che fosse uno dei soliti messaggi delle chat telefoniche,poi come un automa prendo il telefono in mano e spingo il tasto leggi messaggio,appare come per incanto il suo numero e il messaggio chi è che mi chima a quest’ora?
Risposi immediatamente al messaggio spiegando chi ero e dopo spinto invio stetti sdraiato sul letto con il telefono in mano ad aspettare la risposta che non arrivò via sms ma con uno squillo e poi un altro risposi pronto e dal’altra parte una voce delicata e sublime mi disse ma non mi dovevi chiamare a mezzanotte?
Cercai di scusarmi con lei che voleva farmi pesare sempre di più il mio ritardo come se cercasse una scusa per non proseguire ,e quando ero li li per pensare adesso mi da la buona notte e il ci risentiamo se ne esce ma te sei solo in camera?
Rimango un attimo ipnotizzato e lei ei ci sei?perche sai io divodo la camera con un amico e qui non posso,pronto,pronto lei insisteva ed io paralizzato non riuscivo a rispondere poi si si ci sono scusa ,si sono solo in camera silenzio totale e allora io pronto pronto ci sei e dall’altra parte sento si mi dici il numero della camera o devo bussare a tutte le porte dell’hotel?
24 secondo piano seconda porta a destra del corridoio , ok dammi dieci minuti e riagganciò.
Mi alzai dal letto di corsa mi infilai un paio di box e i miei jean preferiti un pizzico di profumo presi in mano la camicia pensando la infilo o mi faccio trovare senza poi decisi di infilarla,èpassarono i dieci minuti passarono venti muniti passo mezz’ora le inviai un messaggio ma non ebbi risposta e depresso stavo pensando se uscire o mettermi a dormire ma sapevo che non avrei dormito e cosi decisi che forse era meglio uscire,
mi infilo la giacca vado per aprire la porta e ti trovo lì davanti a quell’uscio nell’atto di bussare, esordi dicendo stavi spiando dallo spioncino ?e io veramente me ne stavo andando e te imbronciata come te ne stavi andando non ti vedevo non rispondi ai messaggi ho pensato questa mi da buca, e lei ho il telefono scarico e l’ho spento dopo che ci siamo sentiti,ma mi fai entrare o vogliamo rimanere qui nel corridoio?
Ed io prego prego ci mancherebbe, lei entra e mentre io chiudo la porta lei alle mie spalle si sfila il soprabito che le nascondeva il corpo mi volto e vedo lei di spalle che appogia sulla poltrona il soprabito piegandosi un poco ,fusò bianchi che fasciano i suoi fianchi il piccolo perizoma che si nota sopra la cinta dei pantaloni mette in evidenza il suo come definirlo lato b stupendo una vitina stretta e fascia addominale ben tornita un top nero a fasciare il suo seno con amplia scollatura e che fatica non poco a intrappolare quello spettacolo di seno terza abbondante forse anche quarta.
Ti volti e mi dici allora?
Ero rimasto un attimino imbambolato difronte a si tanta bellezza,con un gesto sinuoso togli il fermaglio che teneva arruffati i tuoi capelli e roteando la testa gli ridai la loro naturale posizione ,nero corvino lunghi fino a metà della sua shiena che spettacolo mi siedo sul letto e rimango imbambolato a guardarla .
Lei si avvicina a me e tenendomi la testa ferma tra le sue mani avvicina il suo viso al mio e accosta le sue labbra sulle mie guancie e scorrendo delicatamente arriva fino a mettere in contatto le sue labbra con le mie mi spingi sul letto fino a farmi sdraiare sento il profumo della tua pelle il tuo seno spinge sul mio petto il tuo pube sulla mia pancia ,mentre mi baci cerco di trovare il sistema per slacciare quel top ma non ha fermagli, lei se ne accorge e mi intima di femarmi ,mi gela con il suo sguardo e si solleva poi accennando un sorriso si sfila il top mettendo a nudo uno splendore di seno turgido sodo e con i capezzoli che sembravano essere disegnati tanto erono fuori e belli, mi ritrovo con il mio viso tra quelle tette leccandole e succhiandole,mordendole i capezzoli mentre la mia mano piano piano corre lungo il suo corpo,prima sulla pancia giocando con l’ombelico poi accarezzandole le gambe partendo dal ginocchio fino ad arrivare allinterno coscia e sentendola irrigidirsi mi fermai, ma lei continuando a baciarmi si sfilo le scarpe e pantaloni mettendo in mostra due gambe lunghe liscie e vellutate, con lo scorrere delle mie dica su quelle cosce sentivo l’adrenalina scorrere in me sempre più velocemente,il mio respiro si faceva affannoso ed anche il suo si cominciava a sentire.
La feci sdraiare e mentre la mia lingua correva sulla parte alta del corpo, le dita della mia mano sfioravano la parte bassa del corpo scivolando senza problemi verso l’interno coscia,piegò leggermente le ginocchia permettendomi di arrivare al bordo del perizoma che sfiorai delicatamente spostandomi verso il centro si sentiva il calore della sua passeria che aumentava, le spostai delicatamente da una parte e sorpresa sorpresa notai , completamente rasata bella liscia e profumata non mi trattenni e portai la mia lingua a contatto con le grandi labbra della sua fica,.
In ginocchio sul bordo del letto con la mia testa tra le sue coscie e le sue mani che tenevano la mia testa spinta sulla fica,la mia saliva si mescolava ai suoi umori colando fino a bagnarle anche il bordo del buchino del culo , si muoveva e smaniava,la penetravo con la mia lingua allargala con le mani e penetrandola dietro con le dita…………………………………………………………..
Il suo corpo si inarcava e gemeva per il picere che provava non riusciva a tenere fermo il suo corpo si volta e carponi sul letto mi ritrovai il suo stupendo sedere stampato sul mio viso, mi sollevai e le presi i fianchi e la tirai a me i suoi glutei sbattuti sulla mia pancia mentre il mio cazzo struciava sulle grandi labbra ,lo indirizzai piano nella giusta direzione e fu in un attimo risucchiato i suoi movimenti ritmati venivano interrotti da soste e sembrava che cercasse di farlo arrivare dove lei voleva, mentre le mie mani le allargavano le chiappe e il mio dito prendeva possesso del suo culo.
Si defilo e mi fece sdraiare e prima fece scorrere la sua lingua lungo la mia pancia e lungo tutta l’asta ancora inbevuta dei suoi umori poi si sollevo e se lo infilò dall’alto in uno smorza candele intusiasmante,vedevo il mio cazzo entrare ed uscire i suoi seni ballarmi davanti agli occhi,poi dun tratto si fermo si sollevò sempre mentre mi guardava negli occhi lo prese in mano e se lo appoggio al buchino sempre nella stessa posizione, ci mise un po ad entrare ma dopo pochi secondi e di spinte se lo prese tutto appoggiando le sue mani sui miei ginocchi per scaricare meglio il peso lo gurdavo entrare ed uscire mentre lei con una mano si dilatava la fica e si martellava le grandi labbra,.
Godemmo in contempranea le venni nel culo sentivo lei gemere di piacere,poi si sollevo e la mia sborra le colo dal buco gacciandomi sulla pancia lo prese in mano e con la lingua lo ripuli tutto .
Poi si alzo e si reco al bagno si lavo io ero sul letto che cercavo di riprendere le forze e sperando di continuare ma lei usci vestita dal bagno e appoggiandosi allo stipide della porta mi disse: è stato bello ma devo andare.Ci rivedremo dissi, e lei voltandosi dalla porta della camera sorrire non disse nulla e si chiuse la porta dietro di se.
CONTINUA.
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16 anni fa
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weekend di fine estate
Quel venerdì mi svegliai di buon mattino e già con l’emozione che mi aspettava la stessa sera, preparai lo zaino che mi sarebbe servito per trascorrere il mio più eclatante weekend a Torino.
La giornata di lavoro proseguì tranquillamente ma velocemente… con pensieri fissi che mi portavano a Torino.
Verso le 22.00 già pronta di tutto punto squillò il telefono…era Roberto :
“Si….pronto!”
“Ciao Michy, sono già qui!!”
“Ok Roby, prendo la borsa e arrivo”
Dopo pochi minuti ero già sotto casa, Roberto scese dalla moto, mi si avvicinò e senza dire una parola mi baciò fino a togliermi il fiato, la sua mano nel frattempo era già scesa sotto la gonna ad esplorare le mie intimità lasciate libere x l’occasione.
Roberto mi prese ai fianchi e mi fece sedere sulla moto, salì davanti e partimmo.
Pochi chilometri più avanti, prima di entrare in autostrada si fermò in un luogo appartato mi diede in mano un grosso vibratore con comando a distanza e mi disse:
“Michy infilatelo completamente in figa o nel culo, il comando lo tengo io…”
Io per fare in modo che nel viaggio esplorasse il mio basso ventre me lo infilai in culo, lui con un nastro me lo fermò bene in modo che non uscisse.
Ripartimmo e prendemmo l’ autostrada ogni tanto comandava il vibratore e per me era una sensazione idilliaca, ad ogni vibrazione lo stringevo di più con la speranza che con una mano continuava a guidare e con l’altra mi masturbasse, così fece ripetutamente.
Arrivammo ad un certo punto che quasi venivo , quando trovammo una piazzola ci fermammo, mi baciò io gli tolsi la sua lingua dalla mia bocca mi inginocchiai e cominciai a fargli un pompino ma senza farlo venire.
A qualche chilometro di distanza mentre di tanto in tanto mi masturbava sia con le mani che con il vibratore ci fermammo ad un autogrill la mia speranza e che non lo facesse funzionare lì ma…conoscendo Roby quel timore si trasformò in realtà, la fortuna fu comunque che eravamo vicini ai bagni, mi ci spinse dentro, mi diresse sui lavandini e mi infilò il suo lungo cazzo nella figa mentre mi baciava per non farmi urlare.
Usciti dal bagno abbiamo preso uno Sheridan’s e siamo ripartiti per Torino.
Nel giro di pochi minuti eravamo di nuovo in moto con destinazione Torino…trovammo l’ennesima piazzola dove c’erano parcheggiati alcuni camion, Roberto scese dalla moto mi tirò giù e senza dire parole inutili mise la sua lingua nella mia bocca, mi girò e a pecorina cominciò a scoparmi…in un momento che riuscii ad aprire gli occhi vidi che c’erano dei camionisti che ci guardavano ed erano visibilmente eccitati ….quando fu sul punto di venire lo tirò fuori, mi girò verso di lui, mi fece accosciare e mi venne sul viso, non mi fece sciacquare e ripartimmo.
Arrivammo a Torino e mi portò in un locale dove ci aspettavano dei suoi amici, prima di entrare però mi portò nel luogo più scuro del parcheggio mi bendò e mi fece aspettare un pò.
Dopo qualche minuto con me in fremito per la non consapevolezza di quello che poteva succedere… sentii dei passi avvicinarsi, sentii bisbigliare quando ad un certo momento Roby mi chiese di inginocchiarmi.. fatto questo sentii qualcosa avvicinarsi alle mie labbra d’istinto aprii la bocca e cominciai a fare il pompino fino a farlo venire… ingoiai tutto ma non fu finita qui, Roby mi tenne giù dalle spalle e mi si avvicinò qualcosa d’altro immaginavo cosa fosse e rifeci quello che avevo appena finito di fare.
Passarono alcuni istanti c’era un silenzio inverosimile quando Roberto mi sbendò e mi accompagnò dentro al locale…mi offrì del cognac da bere , mi sedetti con tutta tranquillità di fianco a lui quando all’improvviso si avvicinò Marta una sua amica si presentò e mi baciò vogliosamente sulle labbra fu un esperienza sensazionale….
Dopo meno di un’ora io e Roberto uscimmo dal locale e ci avviammo verso casa sua.
Arrivammo davanti al suo garage, lo aprì ed entrammo…. Mi fece scendere dalla moto e mi tolsi il vibratore, mi stese poi su un oggetto che sembrava una specie di divano…mi sbagliai era una divaricatore mi legò polsi e caviglie e cominciò a baciarmi e masturbarmi… dopo qualche minuto mi mise il suo cazzo nel culo mentre nel buco davanti per non lasciarlo libero prese il più grosso cazzo di gomma che aveva e me lo infilò fino in fondo…godevo come non mai….
Dopo molti giochi su quel divaricatore mi fece salire a casa, mi offrì di nuovo da bere .. della crema all’whisky …mi sdraiò sul letto e mi riempì la figa di quel liquore dopodiché prima con la lingua e poi col resto della bocca cominciò a bere da lì passandomela poi nella mia bocca…mi fece bere di tutto così.
Mi sdraiò sul letto mi ammanettò entrambi i polsi al letto e con delle corde fece lo stesso con le caviglie, prese una candela di notevole circonferenza me la infilò nel buco davanti e l’accese, mi bendò gli occhi e mentre la candela bruciava si mise davanti a me con il cazzo all’altezza della bocca cominciai a prenderlo in bocca sempre con più veemenza … il calore si avvicinava e l’eccitazione saliva sempre più, quando arrivò al limite mi portò in bagno spense la candela e come la tolse mi ci infilò il suo cazzo….mi sembrava di svenire… passammo tutta la notte così bevendo e scopando in ogni modo.
Arrivò il sabato pomeriggio e dopo qualche ora di meritato riposo uscimmo a far compere.
Tornammo a casa per l’ora di cena cenammo io e lui passò circa un oretta quando suonò il campanello di casa… era suo fratello ed un amico.
Roberto mi baciò come entrarono loro, mi teneva stretta a se quando da dietro sentii una mano salire tra le mie gambe mi entrarono due dita nella figa… continuai a baciarlo con più ardore sentii una altra mano avvicinarsi al culo ed anche lì entrarono alcune dita.
Ero eccitata da morire Roberto mi piegò in avanti e suo fratello mi inculò prima con molta calma poi cominciò a pompare di più…. Io intanto cominciai a prendere in bocca il grosso palo dell’amico e con la mano masturbavo Roberto…. Ero bagnatissima ….Roberto mi prese per un braccio suo fratello per l’altro mi alzarono di peso e mi fecero sedere sul cazzo dell’amico che ormai era ben eccitato fecero molto piano era doloroso ma fantastico….quando mi abituai alle dimensioni che avevo nel culo mi sdraiai ma senza togliere quello che avevo già dentro e il fratello di Roberto infilò il suo cazzo in figa .
Per non farmi urlare Roberto prese a baciarmi, dopo di che mi spinse fino in gola il suo cazzone molto eccitato …. Quando furono sul punto di venire si diressero tutti e tre verso la mia bocca e mi inondarono di sperma…
Questo fu il mio impatto con una multipenetrazione fu fantastico anche perché fu solo l’inizio…tutta la notte mi scoparono tutti e tre in tutti i modi che potessero trovare….
Non dimenticherò mai quel weekend
9515
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16 anni fa
cicci,
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Fantasia di orgia
Ci eccitava il pensiero di altre presenze tra noi. Ogni volta che ci ritrovavamo nel nostro segreto appartamentino, le menti vagavano nella fantasia del non essere solo in due. Quelle mattinate o quei pomeriggi, rubati per godere insieme il piacere del sesso, si riempivano di fantasmi nudi che aleggiavano tra noi. Questo nostro rapporto segreto, fatto di amicizia e tanta, tanta passione erotica, voleva di più, voleva da tempo superare l’ordinaria frontiera del sesso a due.
Un venerdì di settembre, una delle pochissime sere ricavate per noi con la scusa di riunione di lavoro e uscita con le amiche, io e Paola eravamo a cena in un noto ristorantino torinese, particolarmente appartato e classicamente frequentato da coppie non del tutto regolari.
Al tavolo a fianco a noi si accomodarono tre persone. Fummo subito colpiti dalla loro eterogeneità. Lei, non bellissima secondo i canoni classici e non certo teen ager, molto sexy nel suo elegante vestito verde. Truccata benissimo, sembrava voler dire al mondo: maschietti, sono qui per voi. Tutto, dal trucco allo stivale, alla pettinatura perfetta sembrava dire ciò. I due uomini, diversissimi tra loro. Uno raffinato e di età apparente sulla cinquantina, come la donna. L’altro, non più che trentenne, palesemente palestrato e fuori luogo in una grisaglia con cravatta dal nodo gigantesco.
Io ed Paola chiacchieravamo del più e del meno, ma quel trio, o meglio la lei di quel trio ci fece voltare lo sguardo.
Mi sentii dire sottovoce: “vorresti fartela… non dire di no, da come l’hai guardata e mangiata con gli occhi si capisce benissimo”. Era Paola che aveva giustamente interpretato i miei sguardi verso il tavolo vicino. Non mi trattenni dal rispondere, sempre a voce bassa: “da come anche tu l’hai guardata, direi che non ti offenderesti se la portassi nel letto tra noi”.
Vidi negli occhi di Paola apparire quell’eccitazione che usavamo darci nell’intimità, fantasticando di un sesso aperto ad altri. Mi disse: “certo che no, purchè con lei ci sia anche un uomo”. I nostri intimi desiderata erano venuto a galla, portati sull’onda del momento da quella donna. Non era però una novità, spesso avevamo già fantasticato su dei commensali sconosciuti, trasformandoli in quei fantasmi che aleggiavano nel letto ad allietare ed aumentare le nostre eccitazioni. Paola non era mai restia nel raccontarmi come avrebbe saputo portare una donna all’estasi, anche se, sino a quel momento, il lesbismo era per lei solo erotica fantasia.
Arrivò il primo e si ritornò all’originaria conversazione. .
Tra un parola e l’altra, captammo il lui cinquantenne dire: “ma saprai veramente far godere mia moglie, sai lei è molto esigente in fatto di uomini. Vuole essere coccolata e massaggiata, vuole essere leccata lentamente…, noi non cerchiamo una botta e via, deve essere un’intera notte di sesso, in cui io e te insieme dobbiamo farle avere almeno vari orgasmi”.
Restammo allibiti: tra me e Paola scese il silenzio assoluto, quasi non respiravamo per non perdere neppure una parola di quell’intrigante conversazione. Quelli non stavano scherzando, lo dicevano chiaramente i loro visi, il loro conversare.
Sentimmo il giovane palestrato rassicurare entrambi, seppur con un uso un po’ improprio dei verbi e dell’italiano in genere, garantendoli sulla propria capacità amatoria. Mentre i due uomini discorrevano tra loro, il cinquantenne colto nel linguaggio e nei modi e l’altro con un italiano sconosciuto a Dante, la donna abbassò entrambe le braccia… Io e Paola, all’unisino, la immaginammo intenta a controllare la veridicità di ciò che udiva dal giovane. Probabilmente fantasie nostre, ma forse non lontane dalla realtà. Era invece certamente reale la mano che Paola aveva posato sul mio inguine.
La loro voce era sempre più bassa, quasi fievole. Le parole si udivano e non si udivano, Diveniva sempre più difficile ed imbarazzante ascoltarli. Se avessimo continuato, certamente avrebbero recepito, se non già avvenuto, la nostra morbosa curiosità. Lasciammo perdere e ci dedicammo solo a noi, anche se le menti non si staccavano da quel terzetto.
Io e Paola eravamo comunque eccitatissimi. Quei tre stavano organizzando, per quella sera, il dopocena di tanti nostri sogni. Noi, lasciato il ristorante, avremmo giocato di fantasia; quei tre di realtà.
Comunque non apprendemmo più alcunché sulle loro pratiche erotiche. Riuscimmo solo a sentire che il giovane era un inserviente di una palestra, con contratto co.co.pro, e vanesio improbabile aspirante modello; la coppia, invece, lavorava insieme ed erano professionisti. Di loro, a quel punto, conoscevamo i nomi, Gianni ed Elena i coniugi, Claudio il giovane. Sapevamo i rispettivi mestieri e, soprattutto, sapevamo che stavano preparandosi per un eccitantissimo triangolo erotico, con i due coniugi pronti a mettere tra loro il giovane stallone.
Finimmo di cenare e, sperando di captare ancora qualcosa, dilatammo ad arte il tempo del dopo cena. Fu così che vedemmo la signora a fianco a noi alzarsi per andare in bagno. Paola, come una molla, si alzò e, tra il mio stupore e la mia paura di qualche sua indelicata ed inopportuna uscita, la seguì. Dopo pochi minuti entrambe, quasi insieme, tornarono ai tavoli. Paola, vedendo la mia preoccupazione disegnata sul viso, mi rassicurò sul non essere accaduto assolutamente nulla nei bagni. Mi disse solo: “volevo vederla da vicino e provare a fare due parole con lei, per capire che tipi sono quelli che si portano nel letto un palestrato di quel genere”. Tutto finì lì, ci alzammo, subito seguiti da quei tre ed ognuno prese la giusta direzione verso il proprio talamo, ove i rispettivi corpi e menti avrebbero potuto scatenarsi in quelle battaglia erotica che attendeva noi due e loro tre. Paola, uscendo, salutò quella signora. Lei, a sua volta, le sorrise e ricambiò. Che bello sarebbe stato averle entrambe con me…
Saliti in auto, notai negli occhi di Paola una stranissima luce. Mi sovvenne che, forse, in quel bagno non successe quel proprio nulla che mi fu riferito. Presi Paola alle strette e le chiesi di raccontarmi tutto. Speravo nel racconto di un fugace amplesso tra loro, di un veloce saffismo scatenatosi tra le piastrelle del bagno. Invece no. Paola, serissima, mi disse che lei le aveva riferito di aver capito benissimo che noi stavamo origliando la loro conversazione e che, a domanda di Paola, non aveva avuto esitazioni nell’edurla sull’abitudine sua e di suo marito nel fare sesso con altri. Sempre Paola mi riferì che, per loro, era un gioco erotico praticato da circa cinque anni. Poi mi giurò che non fu detto altro e che, parole sue, non successe nulla di nulla. Della seconda rassicurazione avrei, peraltro, fatto volentieri a meno…
L’eccitazione di entrambi era comunque notevole, già solo per quel sentito. Io mi vedevo al posto di quel giovane palestrato. Paola si vedeva con me pronta a ricevere e ricambiare le attenzioni di quella donna… e di quell’uomo. Non il palestrato, li trova di nessun interesse erotico, ma quel raffinato ed elegante cinquantenne.
Decidemmo di andare in un privè, per entrare a nostra volta nella realtà del sesso di gruppo, in poche parole, dell’orgia. Era la quinta volta, la prima serale, che arrivavamo davanti a quella porta dietro cui impazzava l’eros. Le prime quattro la paura ci assalì prima di suonare. Desistemmo. Questa volta non fu diverso. La nostra paura di essere riconosciuti fece cinquina.
Ma una pazzia eravamo comunque intenzionati a farla. Ci recammo in un luogo noto per lo scambiamo e il guardonismo da strada e, lì, parcheggiammo. Ma non bastava. Decidemmo di lasciare accesa la luce interna.
Immediatamente mi trovai Paola avvinghiata. Ci baciammo a lungo, mentre le nostre mani si muovevano frenetiche sui rispettivi corpi. Quasi non mi accorsi che Paola mi aveva slacciato i pantaloni, sin a che non sentii il membro nella sua bocca, sempre vorace ma quella sera più che mai.
Accovacciata sul sedile, continuava a regalarmi sublimi sensazioni con la lingua, alternandola alle labbra. Ero immobile a godermi quel piacere quando vidi un uomo avvicinarsi all’auto. Aveva il pene tra le mani e si masturbava. Lo feci notare a Paola. Lei, come nulla fosse, si limitò a mettere a nudo il proprio seno e continuò a tenermi tra le sue labbra. Quel guardone, percepita la nostra disponibilità, si avvicinò ancor più all’auto, portando il suo arnese a poche decine di centimetri dal finestrino, rigorosamente chiuso al pari delle portiere. Con il membro turgido mi godevo quello stravagante, esibizionistico e delizioso pompino. La mia mente mi portava, però, a vedere quella donna del ristorante al posto di Paola. Passarono pochissimi minuti… già sentivo lo sperma ribollirmi nei testicoli, segnale inconfondibile dell’orgasmo. Mi girai e vidi quell’uomo che si masturbava freneticamente, con gli fisi sulla bocca di Paola e sul mio pene. Tra il suo pene e il mio viso non v’erano più di trenta centimetri, fortunatamente inframmezzati dal vetro.
Venni. Gemendo e guardandolo masturbarsi, riempii la bocca di Paola con il mio seme. Lei continuò a stringermi tra le labbra, godendosi ogni residua gocciolina. Lui continuava a masturbare un pene poco più che flaccido. Non smise neppure quando Paola si alzò mostrandogli le sue ancor sode grosse tette.
Continuò, a questo punto, rimirando la mano di Paola che aveva iniziato a masturbarsi, scosciata e vistosa sul sedile illuminato. Io giocavo con le sue tette, lei con il suo bottoncino del piacere, quel tizio la fuori con il suo cazzo.
Questa scena grezzamente volgare durò qualche minuto, sino a che non sentii il mugolio di Paola. Stava godendo e, mentre godeva, protrasse il suo bacino verso l’altro, affinchè quel tizio potesse vederne al meglio gli umori colanti.
Intanto lui continuava, senza successo, a manipolare quell’arnese, forse reso ormai morto dal troppo vino o, magari, dal troppo esser già stato manipolato quel giorno. Comunque, passata la frenesia iniziale e scaricata nel già fatto la libidine primariamente accumulata, tutto ci apparse solo volgare e squallido. Misi in moto e ci allontanammo.
Mentre la riportavo a casa, Paola mi riportò all’eccitazione. Come se mi stese riferendo del meteo del giorno a venire, in assoluta calma mi disse: “ho dimenticato di dirti che, mentre ero in bagno, io e quella tipa ci siamo scambiate i numeri di telefono… ho voglia di combinare con quei due. Domani la chiamo e vedo se sono disponibili per la settimana prossima…”
Subito dissi a Paola, anche se un po’ preoccupato per la sua reazione, quanto la fantasia mi avesse portato a vedere quell’Elena del ristorante al suo posto, poco prima, intenta a leccarmi Non avevo motivo di preoccuparmi, la sua risposta fu: “anch’io non pensavo di avere il tuo cazzo in bocca… ma quello del marito di Elena, con Elena tra le mie gambe.”.
Quel parlarci di quanto appena fantasticato, ci riportò all’originaria eccitazione. Entrambi eravamo ansiosi di arrivare a quel primo “combino a quattro” che avrebbe trasformato il nostro vissuto erotico, aprendoci la porta a nuove e ben più trasgressive esperienze.
Iniziai a realizzare quanto Paola aveva tramato a mia insaputa. Mi resi conto di come, forse, la sua voglia di trasgressione era ben più decisa e forte della mia. Talmente decisa da darle la forza di interloquire con quella sconosciuta, sino a farsi dare il suo numero di telefono. Poi si pensa che siano gli uomini ad essere i timonieri del sesso… quale macroscopico errore.
Anche se ancora tutto da compiere, il gran passo era ormai imminente. Le nostre fantasie in cui ci eravamo cullati in tanti pomeriggio erotici avevano i minuti contati… stavano divenendo realtà.
PS: Questo racconto è il primo e attiene ai presupposti per il passaggio dalla fantasia alla realtà. A questo segue: “Finalmente in quattro”.
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16 anni fa
admin, 75
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Vu cumpra\\
Piu che un racconto fantastico,questa e una storia realmente accaduta.Tutto succede un estate torrida quando le spiagge della bellissima montesivano,(PE)sono piene di bei ragazzi di colore venuti dal senegal,per vendere la loro mercanzia.Uno di loro un ragazzone di circa 35 anni con un fisico possente, ma con un po di pancetta,si mise con la sua bancarella vicino il nostro ombrellone.Tutta la giornata trascorse comunque tranquilla e io e Daniela mia moglie,una ragazza bruna di anni 30,in quel periodo,ci avvicinammo per dare un occhiata a cio che vendeva.Finimmo per comprare qualcosa e fare amicizia con Samuel.I giorni passavano e ormai con samuel,che puntualmente ogni giono era li,si creo una bella amicizia.Credetemi, tutte le donne anche se non lo ammetteranno hanno la voglia di provare almeno nella fantasia,come sarebbe avere un rapporto sessuale con un uomo di colore.Questo e successo anche a mia moglie,l'unica cosa e' che me lo ha confessato mentre tornati dal mare sotto la doccia facemmo l'amore.Ne rimasi stupefatto,impaurito ma nello stesso tempo eccitato.Fu un tema che riprendevamo spesso nelle sere successive mentre la prendevo in tutte le posizioni, le la cosa mi piaceva sempre di piu.Una sera mentre mi parlava delle sue fantasie con i neri,mi chiese:e se lo dicessimo a samuel?sarebbe bello farlo con lui che lo conosciamo bene!:Venni come un fiume in piena,e promisi a daniela che avrei esaudito il suo desiderio. continua.......
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16 anni fa
admin, 75
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Finalmente in quattro
Quel martedì di sette anni addietro arrivò, arrivo voluto e cercato. Voluto da me e cercato da Paola. Si cenò a casa di Elena e Gianni, anche perché noi, amanti ed entrambi sposati, non avremmo potuto certo ospitarli. Forse il nostro segreto appartamentino poteva anche andare bene, ma, quella prima volta, volevamo che fosse perfetta in tutto. Casa vera con tanto di aperitivo e cena, per poi scoprire una nuova frontiera della pratica sessuale.
Tra i tanti complimenti che Elena riceveva per gli ottimi piatti preparati, eravamo ormai arrivati al corposo Barbaresco di fine pasto. Durante la cena, un po’ sottocchio ed un po’ apertamente, io e Gianni fissammo le ampie aperture degli abiti delle nostre compagne, golosi delle loro nudità. Da parte loro, il piacere di essere maliziosamente guardate. Nulla per evitarlo… anzi, con ripetuti accavallamenti delle gambe, davano sempre più di se ai nostri occhi.
Noi lì a contemplarle e loro eccitate nell’eccitare.
Parlando dei più svariati argomenti, tutti e quattro ci stavamo cerebralmente prospettammo quel dopo a cui, magari con approcci mentali diversi, si stava lentamente giungendo.
Gianni si alzò e baciò appassionatamente sua moglie, con un bacio lungo, delicato ed intenso al tempo stesso. Loro erano i padroni di casa, a loro competeva aprire le danze; pur neofita assoluto, capii che quello era l’attacco di violino che ci avrebbe traghettato dalla sinfonia dei piatti al concerto dei corpi. Ero eccitato al pensiero del mio imminente godere del corpo di Elena e del vedere quello di Paola goduto da Gianni. Baciai Paola.
Il silenzio calò tra noi. Quasi non interrompendo i contemporanei baci, andammo a sederci su un divano in un clima quasi irreale, fatto di un po’ di imbarazzo, di tanta eccitazione, di silenzii forieri di forte emozione. Elena iniziò ad accarezzare il viso di Paola; lei non si sottrasse a quella mano che, dal viso, andò sul collo, per poi incunearsi nella scollatura, posandosi sul seno.
Le due donne si erano poste davanti al tavolo, ove faceva mostra di se, senza capacità di interessare alcuno, il dolce. Si alzarono cercandosi i corpi e le bocche, mentre, molto lentamente e svestendosi reciprocamente dei pochi indumenti indossati, riempivano quel salone di magnifico lesbismo. Fu palese un brivido di Paola, allorchè sentì la mano di Elena penetrare tra le sue labbra vaginali… rabbrividendo si sedette sul divano contrapposto a noi uomini. Istintivamente aprì le gambe, mostrandoci quel ciuffetto nero che non riusciva a nascondersi dentro il micro tanga.
Con una mano accennò ad accarezzarsi l’interno delle cosce, con l’altra cercò a sua volta il capezzolo di Elena. Si baciarono, giocando con le loro lingue davanti a noi. Le loro mani si cercarono vogliose le vagine ed iniziarono a giocare con i rispettivi bottoncini del piacere. Erano però frementi e vogliose di ben altro. Elena si inginocchiò tra le gambe di Paola e la sua lingua non cessò di muoversi tra il grilletto e le grandi labbra. Paola gemete sotto quegli esperti e delicati colpi di lingua.
L’erotismo stava salendo a dismisura. Quelle due donne cercavano tra loro il piacere, alternandosi con le lingue su ogni parte dei loro corpi. Di tanto in tanto si incrociavano in lussuriosi baci. Gemevano e si contorcevano per il piacere corporeo loro e per quello visivo di noi due uomini. Arrivò il primo orgasmo per entrambe. Fui sconvolto dal vedere Paola, novizia di quel gioco saffico, così partecipe e così eccitata.
Era giunto il nostro momento di entrata in scena. Gianni dovette toccarmi leggermente il braccio per invitarmi a seguirlo. Ero completamente paralizzato dallo spettacolo da film hard che si svolgeva sotto i miei occhi. Ci avvicinammo ed iniziammo ad accarezzare le nostre vogliose compagne. Quasi subito le carezze lasciarono il posto alle bocche. Mi trovai inginocchiato a baciare intensamente la vagina di Elena, ben guarnita da un birichino ciuffetto di pelo sopra le grandi labbra interamente depilate. Paola la stava masturbando e la sua mano si scontrava con la mia lingua. Vidi Gianni affondare la testa tra le cosce di Paola… Le due donne vennero nuovamente, quasi in contemporanea… Io e Gianni ci inebriammo con i loro umori, alternandoci tra le due vagine; i membri ormai durissimi e vogliosi di entrare nel gioco. Ci svestimmo quasi strappandoci i vestiti. Smaniavamo di essere nudi e finalmente protagonisti della serata insieme alle due attorfemmine.
Elena si chinò sul pene di suo marito, Paola immediatamente la imitò su di me. Io e Gianni eravamo immobili schiavi di quelle bocche fameliche di sesso. Ma ero l’ospite… ed allora Elena, da splendida padrona di casa, iniziò a dedicarsi a me. Le due si passarono di bocca in bocca il mio cilindro carnoso, unendo le loro lingue su di esso, mentre Gianni, da dietro, leccava ora l’una ora l’altra. Fu Paola, a quel punto, a cingere tra le sue labbra il turgido arnese di Gianni. Si erano scambiate gli uccelli. Entrambe erano impegnate su un pene per loro nuovo. Fu una novità bellissima ed assoluta… per la prima volta vedevo Paola adoperarsi sul cazzo di un altro uomo davanti a me. Il rimirarla, così sguaiatamente protesa, mi eccitò tantissimo, non riuscivo a staccare gli occhi da quei due. Paola godette di un terzo orgasmo con quell’uccello estraneo in bocca, mentre io dovetti, a malincuore, togliere il membro dalla bellissima bocca di Elena… stavo venendo e stavo venendo sia per il piacere corporeo che mi stava dando Elena che per l’eccitazione che mi dava il vedere Paola fare un pompino ad un altro uomo.
In quel momento la mia speranza fu che Paola non smettesse di tenere quel membro in bocca…, che lo tenesse sino a farlo venire…, che lo facesse venire su di se…, che si facesse inondare di sperma viso e tette…, mi eccitava il pensare di poterla vedere cosparsa e gocciolante come uso tra noi. Mi misi a leccare la sua vagina grondante. La invitai esplicitamente a continuare. Le dissi “continua… fallo venire.”
L’atmosfera, sino a quella mia frase fatta di tantissimo erotismo ma di soli gemiti senza parole, si riempi anche di voci; Gianni ed Elena, forse motivati dal mio aver iniziato a parlare in quel contesto, si unirono a me nell’incitare Paola. “Continua a succhiare quel porco di mio marito… fatti regalare la sua sborra…” fu l’invito di Elena, mentre Gianni non si trattenne dal dire “sei splendida…, hai una lingua meravigliosa…, prendimi il cazzo tutto in bocca…”
La leccammo a due lingue, io ed Elena. Bastarono pochi colpi di lingua e Paola, con parole quasi incomprensibilmente, urlò: “porci, mi state facendo impazzire… adoro succhiarti… voglio bere la tua sborra…”, e venne con un orgasmo violentissimo, con gemiti strozzati da quel cilindro di carne che le penetrava la gola ed era ben trattenuto dalle sue labbra… quasi non volesse perderlo… quasi non volesse farlo uscire dalla sua bocca.
Elena si inginocchiò tra me e Paola, offrendomi la visione delle sue rotonde natiche. Ma non fu solo una visione, la sua mano cercò il mio pene e lo guido in lei. La penetrai, mentre il suo viso sussultava tra le cosce di Paola, sempre più intenta ad oralmente portare al delirio Gianni. Per Paola era orgasmo continuo, quella bocca su di se e quella sua su Gianni la stavano catapultando nell’empireo del piacere. Per me non era diverso, mi bastò poco per esplodere e lo annunciai urlando: “sto venendo…”. Elena, come un fulmine, si girò e, sdraiata per terra, mi volle tra le sue labbra. Fu un orgasmo sublime, con un godimento infinito, procuratomi dalla lentezza di eiaculazione che, tenendomi all’indietro il membro, Elena mi stava regalando con la sua bocca.
Gianni non fu da meno, eccitato dalla bocca a ventosa di Paola e dal vedere la propria moglie assorbire famelica tutto quanto io le stato donando, non riuscì più a trattenersi. Paola, solo a quel punto, liberò dalla stretta labiale il membro di Gianni e si inchinò sotto di esso, prendendo, quasi poco prima mi avesse letto nel pensiero, ogni goccia sul viso. Era il suo modo preferito di finire una fellatio con me, questa volta lo fece con lo sperma di un altro. Gianni la inondò copiosamente. Gocce le scendevano dal viso sulle tette, altre erano nei capelli, mentre il suo corpo vibrava per l’ennesimo orgasmo. Vero che è normalmente pluriorgasmica, ma mai prima la vidi come quella sera…
Splendide ed ulteriormente intriganti le parole di Gianni a quel punto: “bell’orgasmo… Paola sei meravigliosa… ma ragazzi, attenzione, la serata non è certo ancora finita… questo è stato solo per digerire la cena… ed iniziarvi ad un nuovo mondo di piacere ed erotismo”.
Dopo una breve pausa ed un drink, questa volta veramente voluto al pari di una buona sigaretta, Elena riaprì, all’improvviso, le danze. Prese la testa di Paola e la chinò, senza alcuna delicatezza, sui suoi capezzoli. Mentre lo faceva, ci annunciò quanto ora si sarebbe aspettata da noi: “vi voglio tutti e tre su di me…” Prima aveva fatto la maestra di noi neofiti, adesso voleva vedere quanto noi avevamo imparato…
Iniziammo a leccarla ovunque. Tre lingue e sei mani, in contemporanea, leccavano ed accarezzavano il corpo di Elena. Capezzoli, buchino del culo, vagina, grilletto, nulla veniva risparmiato. Noi uomini, a turno, univamo le nostre lingue a quella di Paola nel leccare il corpo di Elena, mentre le dita strizzavano i capezzoli e si insinuavano contemporaneamente nella figa e nello stretto forellino posteriore. Non ci volle molto per sentire Elena gemere di un orgasmo lunghissimo. Godendo, Elena volle la vagina di Paola sul suo viso, per assaporarla mentre io e Gianni eravamo proni sulle sue più segrete aperture. Dalla sua bocca uscì un misto di turpiloquio ed enfasi erotica che fu assorbito, dopo non molto, in un rantolo senza fine.
Appena ripreso il fiato vitale, Elena si alzò e prese da un cassetto del mobile bar uno strano e lunghissimo fallo siliconico a due punte. Io e Paola guardammo curiosamente quello strano arnese. Era enorme, simil equino tanto nel diametro che nella lunghezza. Infilò una delle due plastiche cappelle nella vagina di Paola, poi fece propria l’altra. Con la mano tra le due aperture inghiottenti l’arnese, provvide a manovrarlo, penetrando e penetrandosi.
Io e Gianni, eccitatissimi da quello spettacolo saffico di imitazione dell’etero, eravamo tornati al massimo turgidore, pronti a sostituire il silicone con la nostra carne.
Giunsero i primi gemiti ad annunciare l’imminente orgasmo. Iniziammo a scambiarci tra le labbra i loro capezzoli, guardandole libidinosamente… così sguaiate, con le gambe aperte e quel “coso” che nascondeva le estremità dentro le loro umide vagine. Fu nuovamente Elena, dopo l’orgasmo, ad alzarsi. Mi prese sotto di se è guidò il mio pene dentro la sua vagina, ancora grondante dell’appena goduto orgasmo. Ero pronto per quell’esibizionistico spegni candela sotto gli occhi di Paola e Gianni, ma lei mi fermò. Chiamò anche Gianni. Lo volle dietro di se e lo guidò nelle sue secrete posteriori. Era la mia prima volta di una doppia penetrazione. Sentivo il membro di Gianni contro il mio, diviso solo da quella piccola membrana che separa i due fori del piacere. Non riuscivo a rendermi conto se era lui o lei a dare il ritmo alla cavalcata multipla. Io era fermo, godente di quel sentire su di me il peso dei corpi, il calore umido della vagina di Elena e il membro di Gianni che quasi si strofinava sul mio.
Fu spettacolare, ed ancor più spettacolare fu il sentire le mani di Paola che accarezzavano il mio scroto, mentre le sue labbra si muovevano su quello di Gianni. Elena, sotto quel doppiarsi in lei dei colpi e la durata da “seconda volta” di noi maschietti, venne ripetutamente, intensamente e rumorosamente. Poi si alzò, lasciandoci entrambi orfani dei suoi accoglienti orifizi. Ma fu un breve essere orfani. Il suo posto fu immediatamente preso dalla confusa Paola. Per lei era la prima volta di una doppia penetrazione. Il suo culetto era ben avvezzo al mio strumento, ma mai ebbe a sentirlo in se insieme ad un altro. Si stese su Gianni, mentre Elena, con mano esperta, mi guidò in quel posteriore già ripetutamente da me esplorato.
Tante volte avevo goduto in entrambi i suoi canali del piacere, ma questa volta, per la contemporaneità di ciò che stava avvenendo, era diverso, molto diverso, estremamente diverso…
Che spettacolo. Che eccitazione. Che estasi.
Paola, dopo un attimo di confusione sul ritmo e incertezza nei movimenti, si dimostrò più che consona per quel nuovo gioco. Gemette e si contorse ripetutamente. Venne con il suo tipico multiorgasmo continuo… non smetteva più di rumoreggiare ed urlare il suo intenso godere. Alternavo colpi veloci e violenti a colpi lenti e delicati nel suo culetto, mentre Gianni mi assecondava da esperta e capace spalla. Sembrò una cavalcata infinita, una calcata resa ancor più straordinaria da quella lingua che Elena continuava a far girare sulle mie parti preanali e sui miei testicoli.
Venni prima io, non resistevo più a tanta mentale e corporea eccitazione. Mi lasciai andare in Paola. Mentre mi godevo il finale di quel per me nuovissimo modo di giungere all’orgasmo, sentii Gianni esplodere a sua volta. Sentii, attraverso la sottile membrana che divideva le nostre segrete intimità, il suo pene ingrossarsi e pulsare, per poi rilassarsi nell’eiaculazione. Vidi, con la coda dell’occhio attirata dai suoi gemiti, Elena godere con noi di un ditalino che, guardandoci venire, si stava praticando.
Tutto quella sera fu per me eccezionale. Eccezionale fu il piacere, eccezionale fu l’atmosfera erotica, eccezionale fu l’aver finalmente provato il sesso diverso da quello a due.
Gran serata… ma era ormai passata mezzanotte… giusto il tempo per rivestirsi e correre all’auto prima che divenisse zucca, con i rispettivi coniugi cocchieri. Si sa, il cinema con le amiche e le cene tra colleghi difficilmente finiscono alle tre del mattino. Vi era però ancora tanto da scoprire insieme, tra cui, per noi, il sapere qualcosa sulle innumerevoli storie di sesso di quei due, non ultima quella della serata al ristorante con il palestrato. Ci sarebbe stato tempo, ora si era sintonici e complici e parlare diveniva più normale e facile, sia per loro che per noi. Quella sera avevamo valicato il Rubicone, dopo anni di eccitazione al solo pensarci. Ci si sarebbe rivisti, con Gianni ed Elena, un pomeriggio. Però in un luogo ove sarebbe stato impossibile fare sesso; volevamo tenere lontana la tentazione, per poter conversare qualche ora con loro sull’argomento, sullo scambismo, su quel modo di vivere la propria sessualità in uno con quella di coppia. Dopo la “pratica”, eravamo ansiosi di apprendere anche “la grammatica” di questo per noi nuovo eros.
P.S.: questo racconto si inserisce dopo quello “Fantasia di orgia” ed attiene al mio essere entrato nel mondo dello scambiamo insieme alla mia amica Paola. Ovviamente, da quell’ormai lontano 2001, ho vissuto nuove e ulteriori esperienze erotiche, sia singolarmente che con Paola. Il piacere di portare alla luce i passaggi salienti di questo mia navigare nell’eros mi ha indotto a scriverne, come già fatto con i due racconti già in rete (“la scoperta della bisessualità” e “Un Triangolo pieno di piacere”), che attengo a momenti successivi e molto più recenti.
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16 anni fa
admin, 75
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La mia vacanza a jerba
Il capitolo della separazione con mio marito si era finalmente concluso, con la sentenza del tribunale potevo finalmente ritenermi una donna libera e pronta a ricostruire, qualcosa senza l’assillo di vecchi errori o antichi rancori, in fondo alla soglia dei 35 anni sono pronta a rimettermi in gioco ma soprattutto a godermi la vita dopo le angherie e le prepotenze subite nel rapporto con mio marito.
Per festeggiare avevo deciso di accettare l’invito fattomi da Andrea, il mio nuovo pseido compagno, di partire per la Tunisia con un last minute. Mi sembrava una buona idea, per conoscerci meglio, ma mi ero resa conto di aver commesso un terribile errore, già non lo sopportavo più.
Il viaggio non stava partendo sotto una buona stella, già il viaggio in macchina da Torino a Roma era stato terribile, Andrea stava dimostrando limiti caratteriali notevoli ed io già non lo sopportavo più.
Poi all’aereoporto di Fiumicino questa mia sensazione ebbe un ulteriore conferma, mi sembrava di essere di vivere l’esperienza di quel famoso film di Alberto Sordi, con Andrea, che correva avanti e indietro ora per i biglietti, ora per i cleenex, ora per le travelgum.
Ero in fila al chekin accanto a me c’erano solo coppiette in viaggio di nozze e famigliole con figli piccoli al seguito, tutti con lo stesso charter e diretti verso lo stesso villaggio, nulla che presagisse verso qualcosa di stimolante o eccitante, la tentazione di ritornare a Torino era forte, e l’unica cosa che mi trattenne fu l’idea che comunque sarebbe stata una settimana di riposo e che avrei potuto dare un pò di tono alla tintarella.
Che il buon giorno si vede dal mattino è sempre stato un detto corretto, infatti appena arrivati al villaggio, iniziammo subito a litigare, lui voleva fare le escursioni pretendendo che io andassi con lui, ed io volevo state a crogiolarmi al sole, la sera inoltre, secondo lui, a letto presto per essere freschi la mattina e pronti per un’altra escursione.
La sera del secondo giorno, lui a letto ed io in discoteca, da sola, mentre ero seduta al bancone a bere qualcosa che doveva essere in teoria un negroni ma che in realtà non lo era, vengo avvicinata da un ragazzo, lo avevo notato mentre ballavo come mi guardava, era simpatico, disse di essere napoletano di chiamarsi Gianni, era in Tunisia con un viaggio premio assieme ad un amico ed anche lui non spruzzava allegria dai pori per il viaggio.
Vedendomi da sola aveva pensato che fossi una turista in cerca di avventure e cercò di abbordarmi, ma non si scoraggio nemmeno quando gli comunicai che non ero sola in viaggio e che il mio compagno era a letto per riposarsi.
Le avances di Gianni mi lusingavano, il ragazzo oltre ad essere belloccio era simpatico e nonostante la giovane età aveva l’aspetto di un dritto.
Lo lasciai fare, e pur tenendolo a distanza gli feci capire che ero lusingata e che la cosa mi faceva piacere, non spensi quindi le sue speranze, ed andai a dormire.
L’indomani in spiaggia, io come al solito sola, in compagnia del suo amico si avvicinò e continuò la l’opera iniziata la sera prima, con l’amico che gli faceva da spalla, io ero lusingata ed anche eccitata ma si dovette interrompere a causa del ritorno del mio compagno, in quanto il giro sui “buggy” nel deserto, che aveva prenotato, e programmato per la mattina era stato spostato, al pomeriggio.
Subito dopo pranzo, il cielo si era coperto e quindi niente tintarella, ero sola, lui chiaramente era andato con i buggy, nel bar del villaggio ascoltavo musica leggevo qualche vecchia rivista, praticamente mi annoiavo. Questo mio stato d’animo doveva essere stampato sul mio viso tant’è che Gianni arrivò dicendomi, “ti annoi, forse facevi meglio ad andare a fare il giro con i buggy”.
Iniziammo a chiacchierare e decidemmo di fare due passi per il villaggio, ma che cosa volesse era evidente, ed era anche evidente che io ero ben disposta a darglie-lo, intanto che passeggiavamo ridendo e scherzando finimmo nei pressi del suo bungalow, mi chiese quindi se volessi andare su in camera da lui.
C’era poco da dire e da immaginare, andare su in camera voleva dire una sola cosa, io non sono mai stata una santarellina, inoltre in quell’occasione con un ragazzo che non avrei mai più visto e quindi libera da qualsiasi pensiero di sputtanamento, era nullo quindi decisi di lasciarmi andare ai mie istinti andare e godermi la situazione.
Gianni dimostro subito nonostante la giovane età di essere ben sveglio, capi che aveva a che fare con una donna che aveva tanta voglia di godere e di esternare il suo istinto di troia, per cui non perse tempo, ed appena entrati, mi mise le mani sui fianchi, mi tirò a se mi baciò sul collo, io mi lasciai andare indietro con la testa facilitandogli il compito.
Avendo verificato che io avevo ben reagito bene all’approccio si strinse a me facendomi sentire che il suo cazzo era già duro e pronto all’uso, io annuii di piacere.
Dai fianchi le sue mani scesero veloci verso le il mio culo, e si posarono sulle mie natiche, facendomi capire già da quel contatto come i miei glutei avessero stimolato le sue fantasie.
Nel giro di pochi istanti rotolammo nel letto con le sue mani che frugavano d’appertutto, io anche se sono nata a Torino, sono una ragazza mediterranea un po’ larga di bacino, lui sembrava entusiasta di questa cosa, avevo praticamente sempre le sue mani sul culo che lo pastrugnavano che lo stringevano che lo accarezzavano, le dita passavano sul solco tra le natiche provocandomi piacevoli sensazioni.
I pochi miei indumenti durarono su di me pochi instanti, il copricostume era rotolato a terra prima ancora di finire sul letto, il reggiseno aveva già lasciato libere le mie tette, che in quel momento si godevano le attenzioni che Gianni prestava loro ora con i le mani ora con la bocca.
Praticamente incollata a lui sentivo che quello che aveva in mezzo alle gambe era sempre più duro e animato dalla voglia di uscire dal costume, portai quindi la mia mano sul cazzo, scorrevo il palmo della mano da sopra il costume lungo il fusto ed avevo la sensazione che il cazzo si facesse sempre più grosso e duro, era il momento di liberarlo dal costume che o conteneva.
Infilai la mano quindi sotto il costume ed iniziai a sentire finalmente il contatto di quel magnifico cazzo con la pelle delle mie mani, avendo un braccio bloccato sotto la spalla di gianni non riuscivo ad abbassagli il pantaloncino, Gianni per tutta risposta capii le mie intenzioni, inarco la schiena e abbasso il costume, il cazzo salto fuori libero e svettante.
Fu così quindi che dopo averlo accarezzato un pò scivolai verso il basso e presi in bocca quel magnifico cazzo, e mentre io iniziavo ad assaporarlo lui andò a frugare tra le mie cosce rendendosi conto che colavo quindi mi giro e rigiro fino al punto che ci trovammo in un classico 69.
Il ragazzo ci sapeva fare, utilizzando contemporaneamente dita è lingua inizio farmi gemere come una cagna, sentivo proprio che colavo, la linguetta birichina mi scavava e mi stuzzicava nei punti giusti, le dita invece mi tormentavano il clitoride, le labbra ogni tanto si sostituivano alle dita e mi stringevano il clitorite in una morsa inebriante, inoltre qualche dito birichino di tanto in tanto prendeva la strada del secondo canale intrufolandosi nelle mie viscere.
Io d’altronde mi davo da fare con quel magnifico cazzo che svettava, lucido e duro come il ferro, cercavo di metterne in bocca il più possibile e me lo facevo arrivare in gola, scorrevo la lingua sul fremulo o scendevo a brucarli le palle.
In quella posizione ebbi un primo orgasmo, liberatorio stringendo la testa di Gianni tra le cosce, lui non interruppe un attimo il suo lavoro neanche quando si rese conto che gli stavo colando in faccia, e continuo a lavorarmi il la figa con le mani e con la lingua.
Quando si rese conto che cominciavo a smaniare e che avevo bisogno di essere sbattuta, si svincolo dalla posizione che eravamo mi mise con la schiena appoggiata al letto, si portò le mie caviglie sulle spalle appoggio la punta del cazzo alla figa e spinse dentro lentamente ma senza indugiare, mi tolse il respiro.
Appena dentro lo lascio stare un attimo, fermo, così che me lo godessi tutto e quindi dopo essersi piazzato per bene inizio a stantuffarmi, iniziando lentamente, con un ritmo lento, quasi fastidioso, io avevo bisogno di cazzo, di essere sbattuta, e lui invece si muoveva lentamente, provocando da un verso una mia irritazione, per l’altro facendo crescere ancora di più il desiderio che avevo.
Iniziò quindi ad aumentare il ritmo, ad spingere i colpi con foga, dimostrando ancora di più che ci sapeva e che aveva vigore da vendere, aveva inoltre capito che in quel momento io avevo tanto bisogno di essere sbattuta, di scaricare con quella scopata tutte le tensioni nervose accumulate nei giorni precedenti, lui d'altronde non si risparmiava dava colpi secchi e vigorosi facendomi mancare il respiro.
Mi stavo godendo quel magnifico cazzo avevo tutta una serie di orgasmi conti-nui, lui mi girava e mi rigirava cambiandomi di posizione fu così che mentre ero alla pecorina con il mio culo ben esposto alla sua vista, mi resi conto che sempre con più insistenza le sue dita sfioravano il mio buchino posteriore, il sesso anale mi sempre piaciuto molto e da come capivo piaceva anche a lui, e stava cercando di capire se io ero disponibile a farmi inculare.
Fu così che appena lui torno a sfiorare il mio buchino mi lasciai scappare un mugolio di piacere, era quello che aspettava, sfilo il cazzo dalla passerina lo appoggio all’ano il quale fu felice di schiudersi e far entrare il pistolone di Gianni.
Si era proprio quello che ci voleva, un bel cazzo nel culo che mi lavorasse per bene, appena entrato Gianni non fu banale con domande del tipo “ti fa male”, lo spinse dentro tutto e inizio a muoversi lentamente, sfilandolo quasi al punto di uscire e rimettendolo dentro fino ad appoggiare le palle alle natiche.
Questo gioco piacevole mi mandava in estasi, non capivo niente ogni volta che lo spingeva dentro mi faceva mancare il fiato, così facendo sentivo che stava montando in me un orgasmo anale, non avevo bisogno di toccarmi, quindi decisi di godermi quell’orgasmo anale così al naturale senza cercare altri stimoli.
Incrociai le braccia ci appoggiai la faccia e sentii che le natiche si schiusero ancora di più. Gianni da questa visione deve aver avuto nuovo vigore, inizio a sbattermi con ancora più foga afferrandomi per i fianchi e tirandomi a se.
Sentivo tutto il mio corpo che ballonzolava sotto l’azione coordinata del ragazzo che se con il bacino assestava colpi dai fianchi mi tratteneva e mi tirava a se facendo si che i colpi si sentissero di più.
Le tette nonostante fossero in parte a contatto con il materasso ballonzolavano avanti ed indietro, i capezzoli strusciavano sul copriletto e mi portavano un ulteriore sensazione di piacere.
Sotto questa serie di azioni un orgasmo monto violento, mi fece urlare e muovere il culo verso di Gianni quasi volessi che quel cazzo magnifico entrasse ancora di più nel mio culo.
Gianni animato dalle sensazioni che lo spettacolo a cui lui assisteva da protagonista, spingeva sempre più forte iniziando a grugnire facendomi capire che anche lui era prossimo ad una sborrata, fu così che io mi lasciai andare in tutta una serie di incitamenti del tipo “dai sborrami nel culo” o riempimi tutta di sborra.
L’orgasmo di Gianni stava montando su per bene, i colpi che dava erano veramente forti, ci aggiunse anche un qualche di pacca sul culo ben assestata che mi fece scappare dei gridolini di piacere, l’orgasmo di Gianni arrivo come un eruzione vulcanica, sempre tenendomi per le natiche mi assesto una serie di colpi violenti che furono seguiti da un rantolo di sfogo, il cazzo piantato in fondo al mio culo e le sue mani che per la natiche mi tenevano a se.
Sentii lo sperma caldo invadermi tutta, lui si accascio sopra di me e senza tirarlo fuori ci siamo messi su un fianco, la sensazione era magnifica, sentivo il cazzo che pulsava di quelle pulsazioni post coito e questo mi portava un’eccitazione incredibile.
Fu così che sfilai il cazzo dal culo e mi avventai su di esso con la bocca, il gusto asprigno dello sperma si mischiava ai miei umori rendeva ancora più eccitante il pompino che stavo praticando.
Sotto l’azione inaspettata della mia lingua il cazzo riprese subito di vigore, Gianni ben felice del trattamento che stava ricevendo si godeva lo spettacolo, io dal canto mio ogni tanto alzavo gli occhi e me lo vedevo bello beato con gli occhi socchiusi che si godeva il pompino.
Eccitata da quello che avevo appena ricevuto unitamente al piacere di avere tra le labbra un cazzo che diventava sempre più duro portai una mano tra le cosce ed iniziai a toccarmi, Gianni quindi vedendo che la mia voglia di cazzo era tutt’altro che sedata, si giro, mi fece montare cavalcioni su di lui e mi dimostro, anche se non c’e ne era bisogno, che il suo cazzo era pronto e funzionante.
A cavallo di lui inizia io a muovermi con il ritmo che più mi gradisse, lui d’altro canto stava aveva messo le mani sulle mie tette e le pastrugnava con foga stringendole insieme ai capezzoli.
Sotto l’azione combinata del cazzo e delle mani di Gianni sulle tette, non tardò ad arrivare un ennesimo orgasmo che mi faceva colare sopra il cazzo di Gianni, così quindi mi lasciai andare sopra di lui portando le mie tette a contatto con il suo petto.
Mentre ero in questa posizione con il viso sul cuscino e con il pisello di Gianni ben piantato nella passera, sentii netto il rumore della serratura che scattava, mi resi conto che non poteva essere la donna delle pulizie, capii ancora prima che facesse capolino da dietro il muro chi poteva essere, si trattava di Ciro, il compagno di stanza di Gianni.
Si infatti Ciro, il compagno di viaggio di Gianni, era entrato in stanza e si era trovato davanti quello spettacolo, io alla a cavalcioni di Gianni con il culo proprio verso la porta il cazzo di Gianni ben piantato nella mia passera.
Non so se fosse stata preparata o se fosse stato un caso, ma di sicuro anche lui rendendosi conto che io non avevo battuto ciglio al suo ingresso decise che era il caso di darsi da fare, e l’unica cosa da fare in quel momento era buttarsi in mezzo.
Quindi salì sul letto anche lui non era ancora entrato nel mio campo visivo, so che quando inizia a metterlo a fuoco era già con l’arnese in mano e puntava dritto verso la mia boccuccia.
Appena lo presi in bocca ebbi un orgasmo immediato, e deve essermi sfuggito qualche mugolio di piacere, segno evidente che la cosa non mi spiaceva anzi, non era la prima volta che andavo con due uomini, e la cosa mi piaceva molto.
Fu proprio per quel mugolio che Gianni inizio a pistonarmi con ritrovato vigore, ed io per tutto risposta mi infilai fino in gola il cazzo di Ciro.
Ciro aveva un cazzo un po’ più corto di quello di Gianni, ma quello che perdeva in lunghezza lo recuperava abbondantemente in diametro.
Dovevo veramente forzare la bocca perché riuscissi a non prenderlo tra i denti, Gianni dal canto suo si godeva lo spettacolo e mi stantuffava per bene, nonostante la posizione non fosse molto adeguata.
Fu così che mentre Ciro si distese sulla schiena continuando a godersi il pompino, Gianni svicolo da sotto mi lascio alla pecorina e mi piantò il cazzo nella figa. A-desso si che lo sentivo bene, i colpi mi scuotevano facendomi scappare dalla bocca il cazzo di Ciro, il quale beato si godeva o spettacolo mentre ero in quella posizione Gianni più volte mi infilò delle dita nel culo, presagendo quello che aveva intenzione di combinare da li a poco. Prendere due cazzi di carne insieme era per me un’esperienza già fatta, ma ogni volta che capitava mi eccitava sempre come la prima volta che mi successe.
L’eccitazione di avere un cazzo in bocca unita al pensiero di cosa sarebbe suc-cesso da li a poco mi fece avere un ulteriore orgasmo, che diede il segnale a Gianni per iniziare le operazioni che conducevano alla doppia penetrazione.
Gianni quindi si sfilo dalla mia passera e mi fece mettere a cavalcioni di Ciro, il quale con il cazzo ben duro ancora non aveva capito a cosa voleva arrivare Gianni, il cazzo di Ciro come mi aspettavo era più grosso di quello di Gianni in circonferenza e nonostante avessi già preso abbondantemente il cazzo dell’amico quando entrò si fece sentire, anche lui molto vigoroso iniziò a stantuffarmi tenendo le mani sulle mie tette, io presa dall’eccitazione di quel cazzo vigoroso che mi limava per un attimo avevo perso di vista le intenzioni di Gianni, ma fu proprio lui che me li ricordo bussando con il suo cazzo alla porta del mio culetto.
Nonostante il mio culo fosse abbastanza dilatato e lubrificato dalla inculata pre-cedente, la penetrazione diede un leggero fastidio Gianni si rese conto di questo e una volta entrato restò qualche istante immobile lasciando che fosse il compagno a muoversi.
Dopo questa prevedibile difficoltà iniziale il culo si rilasso iniziando a trasferir-mi sensazioni sempre più piacevoli e forti, godevo come una cagna, non so quanti or-gasmi ho avuto fino al punto che Ciro mi disarcionò e mi proprio in tempo per non riempirmi di sperma, ma lo schizzo fu così violento che mi schizzo la pancia le tette ed il viso.
Anche Ciro dimostro un rapido recupero, infatti su sufficiente mettere in bocca il suo cazzo solo qualche istante che riprese vigore e consistenza, a questo punto lui volle provare il mio culetto, mi mise di schiena sul tavolo porto le mie stesse gambe verso il mio petto e mi infilo il suo cazzo in culo.
Ciro come Gianni ci sapeva fare, usava il cazzo con un misto di lentezza e di fo-ga alternando i ritmi in base a come io rispondevo, e quando io ero prossima all’orgasmo i colpi diventavano violenti trasferendomi sensazioni di immenso piace-re, Gianni mentre Ciro mi inchiappettava allegramente dopo essersi goduto lo spetta-colo seduto sulla poltrona si avvicinò al fianco del tavolo e facendomi girare la testa sul fianco mi mise in bocca il suo cazzo già rianimato dallo spettacolo a cui aveva as-sistito.
Dalla posizione in cui ero io non potevo muovere la testa, e lui per nulla scorag-giato da questa mia impossibilità iniziò letteralmente a scoparmi la bocca, tenendo la testa ferma con una mano e muovendo il cazzo avanti ed indietro.
In quel momento il mio istinto di troia, ebbe un sussulto di soddisfazione, ero con due ragazzi che mi stavano mi riempiendo i buchi di cazzo, usandomi proprio come una troia.
Ciro non tardò a venire, riempiendomi ancora una volta il culo di sperma, Gian-ni invece tardò ancora qualche istante prima di sborrarmi in bocca riempiendola di sperma che assaporai per bene prima di deglutire tutto.
Finimmo sul letto a riprenderci e rilassarci un po’, la scopata che avevamo ap-pena concluso ci aveva aumentato la confidenza per cui rilassati chiacchieravamo del più e del meno, quindi vista l’ora mi rivestii e andai in camera mia ero spossata, stan-ca ma soddisfatta lui tornò, circa un’ora dopo che io avevo fatto la doccia e mi ero ri-posata, raccontandomi che con i buggy nel deserto si erano divertiti, io mi ero goduta la scopata ed ero soddisfatta.
L’indomani lui andò a vedere le oasi berbere nel deserto, io dopo pranzo tornai nella stanza dei ragazzi i quali se il primo giorno avevano mostrato qualche limite specialmente da un punto di vista di affiatamento nella seconda giornata, si sono di-mostrati molto più affiatati e concentrati nel perseguire un unico obbiettivo, riempir-mi di cazzo il più possibile.
Già mi avevano anticipato la cosa quando a pranzo mi avevano detto “vatti a ri-posare subito dopo pranzo che oggi avrai bisogno di tutte le tue forze” io avevo rispo-sto schernendoli che non ne avrei avuto bisogno e che le energie le dovevano recupe-rare loro.
Finito il pranzo sono andata in camera, mi sono data una rinfrescata e sono andata nella loro camera, mi aspettavano in piedi con addosso solo il costume da bagno, mi hanno fatto entrare, quindi da in piedi mi hanno messo in mezzo, uno si strusciava a me da davanti, e Ciro da dietro appoggio il suo pistolone ancora dentro il costume al solco delle mie natiche.
Io portai in basso la mano e tirai fuori dal costume il cazzo di Gianni per iniziare a masturbarlo, Ciro dalla sua posizione aveva le mani sulle mie tette e continuava a strisciarmi il cazzo sul solco del culo, io leggermente piegata in avanti continuavo a masturbare il cazzo di Gianni, sino a quando senza mezzi termini prese la mia testa tra le mani e l’abbasso verso il cazzo.
Il segnale era troppo evidente, da quella posizione mi inginocchiai e gli presi in bocca il cazzo, Ciro dal canto suo si sposto e mi mise anche lui il cazzo a portata di bocca, praticamente senza neanche avere il tempo di togliere il pareo avevo in bocca i loro piselli già belli tosti.
La cavalcata del giorno prima deve averli scaricati bene perché si controllavano e riuscivano a gestire loro i tempi, mi sono messa di impegno per cercare di farli ve-nire subito ma non ci sono riuscita.
Loro dall’alto si godevano lo spettacolo della mia boccuccia riempita a turno ora da uno ed ora dall’altro pisello, forse per questo che riuscivano a farla durare tanto, provando ogni tanto ad infilarmeli entrambi in bocca.
Era proprio cambiato qualcosa, mentre il giorno prima erano imbarazzati quando c’era il contatto tra i loro sessi o tipo tra le mani di uno e il pisello dell’altro oggi era-no indifferenti a questo tipo di contatto e si aiutavano tra di loro.
A questo punto mi hanno tirata sul letto e mentre Gianni si distese sul perché io continuassi quello che avevo iniziato appena entrata, l’altro con la calma e la flemma di un lord inglese mi ha tolto il pareo mi ha slacciato il costume e di colpo mi ha infi-lato il cazzo nella passerina che a causa di quella situazione era abbastanza umida.
Il verso che usci dalla mia bocca deve essere stato qualcosa di osceno, Gianni infatti esordì dicendo certo che ti piace proprio il cazzo, io per tutta risposta diedi un morsetto alla cappella, e poi per farmi perdonare affilai la lingua ed iniziai a tormen-tarli il fremulo, sentivo che quando che sollecitato in quel punto Gianni si tendeva come una corda di chitarra, e questa cosa mi inorgogliva.
Ciro dal canto suo dopo il primo colpo con cui mi aveva infilzata mi stantuffava con colpi decisi, era inebriato della visione del mio culo, aveva le mani sui miei fian-chi e con la punta dei pollici mi allargava le chiappe, continuando a dire che culo ma-gnifico.
Secondo me Ciro nella vita normale doveva essere un ragazzo un pò timido, infatti il primo giorno si era un pò trattenuto, oggi invece stava si era lasciato andare e stava venendo fuori tutta la porcaggine che era in lui.
Dopo questa cosa il pomeriggio è stato un continuo sali e scendi, con calma sen-za fretta, prendendosi i loro tempi, (uno dei due si è fermato almeno tre volte a fu-marsi una sigaretta) me lo hanno infilato in tutti i buchi in tutti i modi, sempre quello che fumava ad un certo punto ha voluto che gli facessi un pompino mentre lui si fu-mava una sigaretta con l’altro che mi inculava.
Durante una di queste pause chiacchierando sui desideri e le voglie che avevamo gli parlai del desiderio che avevo e che non sapevo se mai avessi mai avuto il corag-gio di esaudire, anni prima infatti ero andata a curiosare con un mio amico in un club privè di Torino, ne avevo sentite tante e volevo sapere se erano balle o era la verità.
In una di queste stanze in un enorme letto circolare in raso rosso c’era una si-gnora bendata che soddisfala le voglie di chi saliva sul letto.
Non avevo capito subito la cosa e chiesi al mio amico, la ragione di quella cosa e lui mi rispose, così lei si può concentrare solo sul piacere del sesso, non viene di-stratta dall’aspetto dell’amante di turno inoltre non vedendo l’amante non andrà in difficoltà un giorno che lo incontrasse.
Quindi ricominciammo e la sera verso le 19,00 andai in camera a sentire quello stolto che mi raccontava del deserto, delle abitazioni berbere e di tutta una seria di sciocchezze che non avevo voglia di stare a sentire. La sera loro non cenarono con noi, in quanto facendo parte di un gruppo per un viaggio premio ed avevano una cena di gala.
Non vennero nemmeno nell’anfiteatro a vedere lo spettacolo delle ballerine tuni-sine e dell’incantatore di serpenti (dei quali non me ne poteva fregare di meno), dopo lo spettacolo il mio lui, tanto per confermarsi, decise che era stanco e che voleva an-dare a dormire, io ero stanca e un pò dolorante, ma proprio per spirito di contraddi-zione gli dissi che volevo fare un salto in discoteca.
I ragazzi arrivarono dopo una mezz’oretta, erano abbastanza alticci, (devo dire con orgoglio che avevano le borse sotto gli occhi) mi fecero ballare ridendo e scher-zando, mi presentarono loro amici, il responsabile del viaggio, ecc.
Dopo un pò mentre stavamo bevendo qualcosa uno dei due all’orecchio mi disse “te la senti di esaudire il tuo desiderio”, io risposi subito, mi sarebbe piaciuto ma che sarebbe stato impossibile, come faccio a giustificare l’assenza, il mio compagno non ha altre escursioni prenotate, sarebbe impossibile.
L’indomani mentre eravamo sulla spiaggia un gruppo di una decina di persone tra cui questi ragazzi, si misero accanto all’ombrellone nostro e dopo un pò iniziarono tutta una discussione a proposito di un escursione che si sarebbe fatta il venerdì per andare a vedere le oasi di montagna.
Raccontavano che era qualcosa di impedibile, che un loro amico l’aveva fatta e si raccomandavano assolutamente di non perdersela.
Riuscirono a coinvolgerlo che ad un certo punto lui mi dice “a sentirli parlare, mi hanno fatto venire voglia di fare questa escursione, solo che mi spiace di lasciarti ancora sola”, io chiaramente dissi, “ma figurati, vai tanto io mi rosolo al sole in spiaggia, tu ti annoieresti, l’importante che mi prometti che la sera non ti fai venire l’abbiocco e mi porti allo Smailas?.
Detto fatto, dopo mezz’ora lui era bello e prenotato per andare a vedere le oasi di montagna, a me iniziò a venire il panico.
Ho iniziato ad avere proprio paura, e mi sono trovata nella condizione di quasi rinunciare, poi un ulteriore screzio avuto con il mio pseudo compagno mi ha fatto di-re ma vaffan…. ogni lasciata è persa, ed ho deciso di proseguire nei miei intenti.
La sera i ragazzi in anfiteatro erano seduti lontano da me, io vedevo che mi guardavano speranzosi di un mio cenno o di un mio sguardo confermativo, ma volevo lasciarli sulle spine tutta la serata, poi dopo in discoteca, io al solito da sola, incontro i ragazzi, che non stavano più nella pelle e mi chiedono se per l’indomani è tutto a ok?
Al mio sorriso di conferma hanno fatto un urlo tipo pazzi e si sono scambiati per tutta la sera sguardi di intesa.
L’indomani lui alle 6 del mattino si alzò si preparò per l’oasi di montagna, io mi alzai alle 9 ed andai a fare colazione con molta calma, incontrai i ragazzi, concor-dammo che sarei stata in camera loro alle 10 bendata sul letto.
Quindi con calma andai in camera mi diedi una rinfrescata, scelsi un completino intimo che mettesse in evidenza le mie forme, alzai anche l’aria condizionata così che fosse un pelino più fredda ed alle 10 meno 5 utilizzando una cravatta del mio lui mi bendai.
Ti garantisco che è una sensazione stranissima, essere bendata e sapere cosa succederà e non sapere con chi con quanti, avevo il cuore in gola ma allo stesso tem-po ero eccitatissima e mi sentivo la passera già colante.
Ad un punto sento lo scatto della porta, da distesa mi metto in ginocchio in mez-zo al letto, non so verso dove fossi rivolta, il cuore è andato a mille, per un attimo ho anche avuto la paura che fosse la signora delle pulizie, (sai che figura), sentivo rumo-ri passi, qualcuno che sottovoce diceva dai avanti, avanti, un altro che diceva mi sa che è uno scherzo, qualcuno altro che diceva dai zitti zitti. Mi è sembrato che passas-sero mille anni dal momento che ho sentito lo scatto della porta a quando ho sentito la porta che si chiudeva e quindi la prima mano che mi sfiorava.
Qualcuno mi ha preso la mano sinistra e mi hanno fatto toccare un cazzo, con-temporaneamente sento che dall’altra parte del letto qualcuno saliva sul letto, un altro
cazzo, in mano.
Quindi ecco inizio a succhiare il primo, anche un secondo mi strusci sul viso e arriva in bocca ne avevo un altro in mano erano almeno in tre. Da li mi sono lasciata andare non so quanti erano di sicuro almeno 4 ma credo di più, sono stata scopata, in tutti i modi. Ad un certo punto mi hanno messo alla pecorina e mi inculavano a turno, come a turno me lo infilavano in bocca. Mi sono venuti addosso, in bocca, in faccia (ho dovuto lavare la cravatta), sui capelli, sul seno, sulle natiche, sulla pancia. Uno di loro doveva essere veramente dotato perché quando me l’ha messa in culo ho fatto un grido misto di dolore e piacere, era l’unico che distinguevo dagli altri, lo sentivo in bocca o in culo o nella paperina e lo distinguevo dalle dimensioni. Devo dire che era una situazione magnifica, mi concentravo solo su me stessa, il mio unico pensiero era godere, in alcuni momenti riflettevo mentre possibilmente ero sul letto messa a caval-cioni di qualcuno con un cazzo in bocca ed uno in mano, sulla scena che potevo offri-re in quel momento.
Siamo andati avanti fino alle 13.30 poi ero effettivamente distrutta non so quan-te volte sono venuta e quante volte mi sono venuti addosso.
Come d’accordo sono andati via e io mi sono tolta la benda solo dopo che sono usciti, sono andata in bagno mi sono guardata, ero impressionante, a parte che sugli occhi avevo sperma d’appertutto, ho dovuto fare due shampoo per farlo andare via dai capelli.
Dopo la doccia sono andata a pranzo da sola, non ho incontrato i ragazzi, me-glio, in quella occasione forse mi sarei vergognata, la cosa andava digerita, il pome-riggio ho dormito come un sasso per almeno tre ore poi sono andata in piscina.
Verso tarda serata è arrivato il mio compagno, ha esordito dicendo ”peccato che non sei venuta, non sai cosa ti sei persa”.
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16 anni fa
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Il battesimo......
Li avevo conosciuti su internet, loro laziali io calabrese, sembravano una bella coppia, anche se erano una coppia “particolare”. Ci avevo pensato un pò prima di contattarli, erano due uomini bsx, uno dei due era trav anche se dalle foto sembrava molto femminile, mandai loro una mail, piu, forse, per curiosità, che per altro. La loro risposta mi lascio però piacevolmente colpito, in poche righe si descrivevano, erano a loro detta, una coppia lussuriosa, la cui passione per il libertinaggio si era tramutata in amore ed affetto, erano due uomini che si amavano e lo riconoscevano senza alcun problema, non era un gioco per loro, legato al travestitismo, ma pura e semplice trasgressione di coppia, questo mix unito alla loro correttezza e simpatia mi piacque, e i nostri appuntamenti quotidiani, tramite sms o chat, mi fecero conoscere virtualmente una bella coppia, che nulla aveva da invidiare alle coppie etero, anzi. Concordammo un incontro durante un mio viaggio di lavoro e vivemmo quell’ attesa con quella curiosità mista a trasgressione che da sempre accompagna gli incontri nei quali il sesso e’ il comune denominatore. Finalmente il momento arrivò, ci incontrammo con “l’uomo” della coppia in una via del centro di Viterbo, e gia da lontano mi fece una buona impressione, Umberto era un uomo abbastanza alto, non grasso, elegantemente vestito, scese dalla macchina con naturalezza, ed ebbi modo di guardarlo con attenzione mentre con una camminata disinvolta si avvicinava verso di me, non aveva nessuna sembianza gay e questo per me era molto importante, sono un fautore del sesso libero ma non mi piace chi per esibizionismo manifesta una femminilità che non ha, quello che sarebbe, di li a poco divenuto uno dei miei amici segreti, emanava un’aurea di mascolinità che in fondo mi eccitava ancor di più. Era la prima volta infatti che cercavo un’incontro con due maschi, avevo gia giocato con coppie il cui lui amava giochi bisessuali, ma il sapere che questa volta non ci sarebbe stata nessuna donna nel menage, in fondo mi dava un’eccitazione maggiore, la mia mente sapeva che questo sarebbe stato un nuovo battesimo, tutto me stesso era teso in quella prova in cui, senza ripensamenti avrei goduto e fatto godere solamente persone del mio stesso sesso. Ci presentammo e andammo a prendere un caffè, avevo la sensazione che Umberto mi studiasse, alla fine dovetti fargli una buona impressione perché semplicemente disse “vieni andiamo a casa, conoscerai Federica”. La prima prova era superata, anche se la più difficile sarebbe venuta da li a qualche ora. In macchina parlammo del più e del meno, i nostri discorsi si soffermarono sull’ipocrisia della gente, moltissimi uomini, a nostro parere avevano il desiderio di provare l’amore omosex, ma quasi tutti erano frenati dai paletti che la società moderna instilla nella mente di ognuno di noi. I miei occhi correvano in maniera frequente nella patta dei suoi pantaloni, avevo la voglia di assaporare qual cazzo che teneva riposto nei pantaloni, avevo gia provato la sensazione di avere un’asta turgida in bocca ma la situazione mi eccitava notevolmente, io uomo sposato con un rapporto sessuale soddisfacente con mia moglie, mi trovavo in macchina con uno sconosciuto, e stavamo andando ad incontrare un’altro uomo, sapendo che la nostra serata sarebbe terminata tra le lenzuola, e sapendo soprattutto che io sarei stato la loro troia. Mi piaceva quella sensazione mentale, sentivo il mio corpo fremere per essere desiderato, la paura mista ad eccitazione mi manteneva in uno stato mentale superlativo, sentivo il desiderio di donarmi senza alcuna remora a quelli che in realtà erano due perfetti sconosciuti. Camminammo in macchina una trentina di minuti, lui fece una rapida chiamata, credo a Federica, per dirgli che stavamo arrivando, il mio interesse aumentava, ero curioso di conoscere colui che per natura era uomo ma che si comportava come una donna, il mix di telefonate ed sms aveva chiarito la natura di Federica, era colei che realisticamente avrebbe “abusato” di me e non vedevo l’ora di conoscerla.
Arrivammo in un residence abbastanza isolato, Umberto posteggio e dopo aver preso le buste della spesa, mi fece strada su per le scale di una piccola villetta bifamiliare, il tempo scorreva lentamente lasciandomi assaporare sensazioni d’attesa, bramavo dalla voglia e facevo fatica a trattenermi. Umberto aprì la porta e mi introdusse in un ambiente accogliente, la luce soffusa rendeva l’atmosfera abbastanza intrigante, una musica faceva da sottofondo, Federica era impegnata ai fornelli, di spalle sembrava veramente una donna, la sua capigliatura liscia scendeva sulle spalle, lasciando scorgere un top trasparente, da cui faceva capolino il reggiseno, una minigonna nera, copriva i suoi fianchi, calze autoreggenti fasciavano le sue gambe, i suoi piedi erano chiusi in delle scarpe con tacco medio, che la facevano sembrare ancor più alta. Si volto e venne verso di noi, ebbi modo di scorgere il suo viso mentre con naturalezza, come fossimo vecchi amici, mi baciava sulle guance, le gote senza un filo di barba sapientemente truccate, il rossetto che poneva in risalto le sue labbra abbastanza carnose. Unica cosa che denotava il suo sesso era la voce, la tonalità non era prettamente mascolina, ma lasciava intendere l’appartenenza al genere maschile, anche le mani errano curate alla perfezione, i caratteri somatici l’aiutavano molto, gli zigomi non erano marcati, il contorno occhi, forse anche per effetto del trucco era molto femminile, era sicuramente molto più bella di molte donne, ma in più aveva la “particolarità” di essere uomo. Ci accomodammo a mangiare, Federica era anche una cuoca abbastanza in gamba, la cena fu gustosa e piacevolmente annaffiata da un buon vinello toscano, cosa questa che fece cadere ancor di più i tabù, caso mai ce ne fosse stato bisogno. Finimmo con un goccio di limoncello ed un buon caffe, e ci alzammo da tavolo sazi nel corpo, seduto sul divano mentre assaporavo una sigaretta, mi trovai ad attendere la prossima mossa, non ero nuovo a queste situazioni, e essendo sempre stato il singolo della coppia, aspettavo sempre che fosse la donna a prendere l’iniziativa, mi spaventavo di fare sempre un qualcosa che potesse turbare l’equilibrio dei miei nuovi amici, e gustavo l’attesa con sensazioni sempre nuove. Federica si accomodo accanto a me, accavallando le gambe con naturalezza, Umberto invece trovo posto, su una poltrona, a qualche metro di distanza, inizio lei ad avvicinarsi, pian pianino sentivo la sua mano cercare la mia, in maniera impercettibile, sentii le sue dita scorrere sul dorso per risalire pian piano verso la spalla, giocò con la mia pelle per qualche minuto. Nella stanza non volava una mosca, si sentiva solamente la musica in sottofondo, avvertivo gli occhi di Umberto che si gustava la scena, Federica inizio a sbottonarmi la camicia, un bottone per volta lentamente, la mia pelle nuda faceva capolino, lasciandosi accarezzare in maniera non indifferente dalle sue mani, sentivo le sue dita scorrere con lentezza sul mio corpo, e allo stesso tempo pensavo che sarei, da li a poco, sverginato nel mio intimo, ero ansioso di provare nuove sensazioni e lei mi stava accontentando, senti le sue unghie giocare con i miei capezzoli, improvvisamente sentii avvicinarsi la sua faccia, avvertii la sua lingua che giocava sul mio collo, provai un brivido intenso sentendo i suoi denti giocare con il lobo del mio orecchio, avevo paura di quello che sarebbe accaduto, non era una paura fisica ma la paura di non essere all’altezza del gioco che io stesso avevo proposto. Nei miei innumerevoli svaghi non avevo ancora mai baciato un uomo, e per quanto Federica aveva le sembianze di una vera donna, non sapevo se avrei avvertito piacere o repulsione incrociando la mia lingua con la sua. Avvenne invece tutto naturalmente, le sue mani si strinsero sui miei capezzoli, la forza era calibrata, avvertivo un pizzico poco doloroso ma alquanto eccitante, al contempo le sue labbra si avvicinarono alle mie, con semplicità ci baciammo, fu un bacio languido altamente erotico, le nostre bocche si unirono, le nostre lingue si intrecciarono, la nostra saliva si unii, provai una sensazione nuova avevo ben presente di stare baciando un uomo, ma l’intensità erotica aveva preso il sopravvento, eravamo due amanti, che giocavano eccitandosi vicendevolmente, sentivo il suo profumo avvertivo la sua mano che si muoveva sul mio corpo, vedevo gli occhi di Umberto che scrutava la scena, e mi resi conto che anche il mio cazzo avvertiva la stessa eccitazione, lo sentivo inturgidirsi, segno evidente che la mia mente stava attraversando una piacevole situazione. Iniziai anch’io ad accarezzare il corpo che stava accanto a me, poggiai infatti la mia mano tra le sue gambe e pian pianino iniziai a risalire verso il suo intimo, avvertii lo stacco tra il tessuto delle calze e la nuda carne, giochicchiai pizzicando le sue cosce e alla fine arrivai a sfiorare le sue mutandine. Sotto la mia mano c’era un bel cazzo, lo sentivo duro e abbastanza lungo, non sembrava grosso in larghezza, e questo per me fu un sollievo, provai un senso irrefrenabile di vederlo, toccarlo , gustalo, mi chinai su di lei e con molta dolcezza mi mossi per sfilarlo dagli slip, avvicinai la mia faccia e persi qualche secondo, a guardarlo, avevo ragione era lungo ma non tanto largo in circonferenza, depositai qualche leggero bacio, sulla cappella e poi, dopo essermi inginocchiato tra le sue gambe mi dedicai a prenderlo in bocca. Ero stato gia alle prese con un cazzo, ma quella sensazione era nuova, vedevo Federica con la coda degli occhi, avevo dinanzi a me una vera donna, ma a posto di leccare la sua figa, avevo dentro la mia bocca la sua asta, lo sentivo pulsare tra le labbra, lo sentivo fremere dei miei baci, il suo odore intenso pervadeva le mie narici, vedevo una donna ma succhiavo un uomo, era la simbiosi perfetta del piacere umano, i miei sensi erano tesi e concentrati nel donare piacere, la mia lingua era la propaggine che usavo per far sentire a quel cazzo la mia eccitazione, la mia saliva lubrificava quello che di li a poco si sarebbe introdotto, per la prima volta, nel mio corpo. Sentivo le mani di Federica sulle mie spalle nude, mi carezzava dolcemente, stabilendo lei stessa il ritmo che le donava più piacere, avvertivo i suoi mugolii di piacere, segno evidente, che se anche inesperto, la mia bocca era abbastanza piacevole, mi estraniai mentalmente, ero teso a dare il maggiore piacere possibile a quella donna-uomo, lo meritava per la sua bellezza, e soprattutto per l’eccitazione che stava trasmettendomi, mi concentrai sul cazzo che avevo in bocca, agivo di lingua, imprimendo un movimento di va e vieni, avevo la bocca leggermente dischiusa e lasciavo che la mia testa andasse su e giù su quell’asta che se era possibile stava divenendo ancor più dura, ogni tanto lasciavo il cazzo fuoriuscire completamente, e dedicavo ad esso lente slinguate, assaporavo il suo gusto, mi impregnavo del suo odore, gustavo la saliva che lasciava impercettibili fili sul prepuzio, pensavo che stavo li in ginocchio tra le gambe di un uomo a spompinarlo, ero un uomo ma mentalmente mi sentivo una troia, la mia testa si muoveva pensando solo a quell’asta che pulsava, volevo farlo godere e forse in quel momento avrei bevuto la sua calda sborra, come l’ultima delle cagne in calore. Improvvisamente sentii delle mani armeggiare con la cintura dei miei pantaloni, ebbi un moto di sorpresa, non ricordavo più Umberto, ero cosi preso dal pompino che stavo facendo che avevo completamente dimenticato il terzo uomo nella stanza, agevolai i suoi movimenti e in un batter d’occhio mi ritrovai completamente nudo, non avevo interrotto il pompino e davo le spalle ad Umberto, senti le sue mani che iniziarono a giocare con la mia schiena, senti la sua lingua che leccava le mie spalle rendendo, caso mai fosse possibile, la mia eccitazione ancor più grande, pian pianino scese fino a leccarmi le chiappe, la sua bocca depositava leggeri morsetti facendomi irrigidire, e non permettendo di dare un ritmo regolare al pompino che stavo facendo a Federica, mi posizionai meglio, il mio culo adesso era offerto alla lingua dell’uomo, mentre la mia bocca era ancora chiusa su quel pene lungo e turgido. Improvvisamente Federica mi blocco, restai come a mezz’aria, il cazzo in bocca, lo sentivo pulsare, probabilmente era quasi sul punto di venire ma non voleva, fermamente ma con dolcezza, si divincolo, era salita sul divano e mentre io ancora inginocchiato mi deliziavo delle carezze che Umberto depositava sul mio buchetto, la vidi nella sua statuaria altezza, vista da sotto era bellissima, le sue gambe lisce sembravano proprio quelle di una donna, il suo cazzo si ergeva, dritto e duro fuori dagli slip, lo stacco visivo era fantastico, la minigonna faceva da contraltare a quella mascolinità cosi evidente. Scese dal divano e dopo essersi avvicinata al mio orecchio mi sussurrò “sieditii”, ero come in trance avrebbe potuto dirmi tutto e io probabilmente avrei fatto tutto, mi divincolai a ma volta e mi accomodai sul divano. Federica si avvicino ad Umberto, si baciarono, un bacio lunghissimo carico di sottintesi erotici, ero estasiato, li guardavo entrambi, mi soffermai sul corpo di lui, che nel frattempo si era denudato completamente, era quasi glabro, abbastanza possente con un bel fisico, ma la cosa stupefacente era il cazzo, era grande sia in circonferenza che in lunghezza, faceva impressione guardarlo eretto, per un attimo sperai che non provasse ad incularmi, avevo la netta sensazione che fosse difficile persino prenderlo in bocca. Ero in una situazione magnifica, guardavo due uomini baciarsi appassionatamente, ma i miei occhi vedevano una vera coppia, guardavo il corpo di Federica e dovevo fare fatica a ricordare che fosse un uomo, le mani dei due miei amici erano rispettivamente sui loro cazzi si stavano segando in maniera lenta, conrtribuendo a mantenere quell’erezione che lo spettacolo di cui qualche momento prima ero il protagonista, gli aveva offerto. Anch’io corsi con la mano sul mio sesso era duro come il marmo, segno evidente che spompinare mi piaceva, avrei voluto mantenere quello stato mentale per sempre, ma un nuovo passo stava per essere compiuto, Federica e Umberto, infatti pian pianino si avvicinarono a me e lentamente Umberto si inginocchio tra le mie gambe, era il mio turno adesso, i loro baci si interruppero e entrambi si dedicarono a me, la “donna” inizio a giocare sui miei capezzoli, li stringeva quasi a farmi urlare dal dolore, immediatamente dopo li sbaciucchiava dedicando loro languide carezze con la lingua, l’uomo invece si dedico al mio uccello, era bravo anch’egli di bocca, sentivo la sua lingua sulla mia asta, ogni tanto la ingoiava completamente trasmettendomi il calore e l’umido della sua bocca, Federica intanto continuava, mi stava facendo impazzire, non avrei mai creduto che il dolore potesse trasmettere sensazioni erotiche cosi forti, sentivo i miei capezzoli irti e turgidi, i suoi morsi adesso facevano veramente male, progressivamente aumentava la forza, e non avevo il tempo di rilassarmi, sembrava quasi che il dolore che ricevevo dal petto potesse essere compensato dal piacere delle leccate dell’uomo, il trattamento duro abbastanza, dovevano avere una simbiosi perfetta, Umberto faceva in modo di rallentare quando la mia eccitazione era troppo evidente, e il mio uccello era quasi sul punto di venire, Federica in questi frangenti aumentava l’intensità dei morsi, facendo in modo che il dolore che mi veniva trasmesso rallentasse il mio imminente godimento, l’alternanza era continua, io ero eccitatissimo pensavo a quella lingua che mi accarezzava, a quei denti che mi mordevano, a quelle mani che esploravano il mio corpo, non so quanto tempo passò ma alla fine i ruoli si invertirono, Umberto sali a cavalcioni su di me avvicinando alla mia bocca il suo immenso cazzo, Federica invece abbandono i miei capezzoli per posizionarsi tra le mie cosce, sentii le sue mani che alzavano le mie gambe facendo trovare loro accoglimento sulle sue spalle , lei invece si dedico al mio buchino posteriore, segno evidente questo, che probabilmente di li a breve sarei stato inculato. Non avevo però tempo di pensarci per il momento, l’asta di Umberto che da lontano sembrava grossa da vicino era immensa, iniziai a baciarla delicatamente, aveva un profumo maschio, che trasmetteva eccitazione, provai a prenderla in bocca ma non riuscivo per quanto mi sforzassi a ingoiarla completamente, più della meta rimaneva fuori e mio malgrado la cosa mi dispiaceva, lo sentivo fino alla gola ma avrei voluto offrire di più a quell’uomo che mi stava iniziando, in modo magnifico, ai piaceri della bisessualità, la mia lingua frullava sulla verga e dai mugolii che sentivo la cosa doveva donare abbastanza piacere, sentivo il suo corpo caldo sul mio torace, e mentre la sua asta godeva della mia bocca, io mi sentivo una vera troia in calore desiderosa solamente di godere e far godere quei corpi che tanto piacere mi stavano donando. Improvvisamente senti il dito di Federica trapanare il mio buchino, lo allargava delicatamente, e nel contempo aveva iniziato un movimento di va e vieni, anche Umberto prese a muoversi, mi stava scopando delicatamente ma con decisione in bocca, godevo di quella sensazione di riempimento, lasciandomi andare e assaporando ogni istante. Sentivo il dito di Federica dentro di me e in quel preciso istante desiderai con tutto me stesso che mi inculasse. Mi divincolai in maniera decisa, spingendo Umberto, entrambi mi guardarono, forse spaventati che rifiutassi l’ultimo passo a cui invece anelavo sottoppormi, nessuno disse nulla, restammo qualche secondo come appesi ad un’invisibile filo fatto di erotismo, eccitazione e attesa. Io non parlai, mi alzai, posizionai le mie mani sul bracciolo del divano, mi inarcai il più possibile e offri loro il mio culo, oscenamente aperto e pronto ad essere violato da quei cazzi pulsanti. Federica capi al volo, si posizionò dietro di me e con la sua asta cerco il mio buchino, forzo gradatamente, sentivo un po’ di dolore, sopportabile per il momento, lei con molta delicatezza avanzo lentamente, il dolore aumentava via via che il mio retto si allargava e in maniera automatica io mi irrigidivo. Federica era paziente si fermava qualche secondo, in maniera tale che i miei muscoli si abituassero e poi avanzava di qualche centimetro, si fermava nuovamente e poi dava un’altra piccola spinta, per me era una sensazione totalmente nuova attendevo che arrivasse fino in fondo, ma l’attesa mi trasmetteva ancor di piu un’eccitazione fuori dal comune, dopo un tempo che sembro immenso, senti la voce, che era diventata roca, della “donna” che disse “sei proprio una troia lo hai preso tutto come una cagna in calore” . l’ultimo passo era fatto, la mia verginità, quella verginità che per molti uomini era sinonimo di mascolinità era violata, il mio culo accoglieva al suo interno il cazzo di una “donna” e la mia mente si sentiva totalmente troia, e come una troia volevo essere sbattuto. Federica rimase ferma qualche istante poi inizio un lento va e vieni, sentivo il suo pene sfregare dentro le pareti del mio retto, avvertivo un po di dolore, ma lo stesso era lenito dall’eccitazione che provavo, il ritmo pian pianino aumento, la donna doveva essere esperta di questi giochi e con dei movimenti delicati ma decisi inizio a trapanare con precisione il mio corpo. Per la seconda volta nella serata sobbalzai quando un cazzo teso si paro dinanzi alla mia bocca, mi ero nuovamente scordato di Umberto, e lui si ripresento a me intimandomi, di riprendere il pompino che qualche istante prima avevo interrotto, non cercavo altro era il connubio perfetto, un corpo, il mio, che cercava di donare piacere sessuale tramite tutti gli orifizi che madre natura mi aveva donato, per un momento il desiderio di essere una donna mi ottenebro la mente, avrei voluto avere una figa per accogliere un altro uomo dentro di me, capivo cosa significava sgomberare la mente da falsi pregiudizi per lasciare i pensieri vagare in un limbo fatto di erotismo, sesso, trasgressione. L’ emancipazione assoluta di rinnegare qualsiasi pregiudizio e di godere indipendentemente dal sesso biologico, di quei corpi mi donava una libertà che fino a quel momento non avevo mai provato. Nella mia mente vagavano questi pensieri, e il cambio di ritmo di Federica mi colse alla sprovvista, ella aveva afferrato i miei fianchi con forza, e aveva iniziato a scoparmi con brutalità, i colpi che prima erano decisi ma delicati adesso erano diventati forti e animaleschi, sentivo il suo cazzo fuoriuscire per buona parte per poi rientrare con forza, di concerto le spinte che ricevevo facevano si che il cazzo di Umberto, stabilmente nella mia bocca, avesse lo stesso trattamento, il ritmo dell’inculata stava dettando il ritmo al pompino, vedevo la mia bocca scorrere sull’asta, avevo assunto un ruolo totalmente passivo, la cosa in se mi piaceva, volevo essere un giocattolo sessuale e i miei due amici stavano facendo di tutto per accontentarmi. Nella stanza si sentivano solamente i mugoli di piacere e il rumore del contatto tra il bacino di Federica e il mio corpo quando quest’ultima spingeva, di tanto in tanto la donna depositava sulle mi chiappe o sulle mie spalle dei colpi decisi con le mani, vorrei avere avuto il dono dell’ ubiquità per essere protagonista e spettatore e vedere la scena in cui venivo inculato e sculacciato mentre spompinavo un magnifico cazzo. La situazione andò avanti per una decina di minuti, sia la donna” che l’uomo avevano buona resistenza, io speravo che durassero molto e loro stavano facendo di tutto per non deludermi. Inaspettatamente Federica si fermò, mi spaventai che fosse venuta e invece lei voleva solamente cambiare posizione, anche Umberto si allontano lasciando la situazione in mano alla donna, questa mi prese la mano e mi accompagno in camera da letto, mi fece coricare sulla schiena a bordo del letto e dopo aver afferrato le mie caviglie mi disse “”voglio vederti negli occhi mentre ti scopo””la posizione se da una parte era sicuramente più scomoda, dall’altra mi permetteva di vedere la “donna” mentre mi inculava, le sue mani erano saldamente afferrate alle mie caviglie, la sua altezza le permetteva di tenere le stesse abbastanza tese, le aveva allargate, ed il mio culo era oscenamente offerto, non ebbe neppure bisogno di guidare il suo cazzo, il trattamento che mi aveva riservato qualche minuto prima aveva provveduto ad allargare il buchino, e con facilità, avvicinando il bacino mi penetro nuovamente, anche questa volta inizio un ritmo lento , vedevo il suo corpo muoversi lentamente e allo stesso tempo sentivo il suo cazzo dentro di me lo avvertivo mentre scorreva dentro il mio canale ormai abituato a quel movimento, lei mi guardava dritto negli occhi, mi stava facendo sentire la sua cagna in calore, nelle sue mani ero diventato un corpo offerto a un piacere sessuale fino a quel momento inesplorato ma che mi stava dando enormi soddisfazioni. Ero teso a ricavare ogni sensazione, ogni secondo pareva fosse eterno, assaporavo il suo movimento, che stava facendosi piu selvaggio, eravamo due corpi che cercavano quel piacere sessuale che rasenta l’estasi, stavo raggiungendo quello stato mentale in cui nulla può scalfire il piacere, improvvisamente pensai che non avrei avuto nulla, se non la memoria, per ricordare quei momenti, e mentre Federica mi scopava, cercai con lo sguardo Umberto, era alla mia destra e si stava avvicinando, il cazzo teso puntava nuovamente alla mia bocca, aveva sicuramente intenzione di farmi continuare a lavorare di lingua, prima che questo avvenisse lo implorai di scattare qualche foto, avevo bisogno di conservare il ricordo di quella serata che si configurava come il mio battesimo da troia. Umberto mi guardo vidi nei suoi occhi, il dispiacere di dover ritardare di qualche minuto l’introduzione del suo cazzo nella mia bocca, ma si allontano probabilmente per prendere la digitale, nel frattempo Federica continuava a scoparmi, come era successo mentre mi prendeva alla pecorina, i suoi colpi erano diventati piu rudi, stava veramente trattandomi da cagna in calore, il mio corpo sobbalzava ad ogni sua spinta, vedevo ormai nei suoi occhi l’avvicinarsi dell’orgasmo, i suoi mugoli erano interrotti solamente da alcune parole oscene che non facevano altro che aumentare la mia eccitazione, anch’io ormai ero completamente fuori di testa, per un attimo il pensiero che mi potesse venire dentro passo per la mia testa impaurendomi, ma subito dopo, rapito dall’estasi dei colpi pensai solamente a cio che mi stava accadendo, notai nella stanza i lampi del flash, Umberto stava dando il meglio di se inquadrando la scena da ogni posizione possibile, Federica continuava a scoparmi con forza, ma la stanchezza o l’imminente godimento facevano si che i suoi colpi fossero diventati irregolari, spingeva con forza, ma aveva perso quel ritmo che sino a quel momento mi aveva fatto impressione, sentivo il suo pene introdursi con forza, avvertivo lo sfregamento nella sottile parete del retto e ero sicuro che da li a poco mi avrebbe inondato, l’unica mio dubbio riguardava il fatto di dove avrebbe avuto voglia di concludere quella cavalcata, il pensiero mi si affaccio alla mente e quasi contemporaneamente sentii la “donna” urlare “vengo”, senti dentro di me la verga iniziare a pulsare, e immediatamente dopo la vidi spuntare tra le mie gambe, Federica infatti aveva estratto il suo pene dal mio culo, e diede il suo ultimo colpo nell’incavatura delle gambe, vidi le prime goccie di sperma fuoriuscire con forza per depositarsi sulla mia pancia, poi notai uno schizzo abbastanza corposo, in quel secondo prima che lo sperma colpisse il mio mento avvertii tutto il piacere mentale di aver avuto il merito, tramite il mio corpo, di aver regalato l’estasi a quella “donna”, immediatamente sentii la sferzata di calore che colpiva il mio corpo, vedevo i lampi di luce che immortalavano la scena e mi sentivo una vera zoccola, sarei stato capace di bere sino all’ultima goccia quel nettare biancastro e mentalmente mi ripromisi di volerlo fare la prossima volta. Federica si abbatte esausta su di me avvicinando la sua bocca al mio orecchio mi sussurro “sei proprio una grande troia ma sei stata brava a farmi godere, adesso ti tocca umberto ”, per l’ennesima volta mi ero dimenticato dell’uomo, e la voce roca della “donna” mi ricordo che la mia serata da pompinara non era ancora giunta al termine. Federica si alzo e lascio campo libero all’uomo, con paura lo vidi prendere la posizione che poco prima era stata della “donna”, provo anch’egli a forzare il buchino, ma la differenza con il cazzo che aveva “abusato” di me era troppa, sentivo, quando provava a forzare un dolore lancinante, forse era la posizione ma avevo la sensazione che qual cazzo mi spaccasse in due, Umberto dovette accorgersi della mia ritrosia e dopo aver provato nuovamente l’introduzione, si convinse a lasciar perdere, fece il giro del letto e si posiziono innanzi a me, il suo cazzo voleva adesso la mia bocca e io ero ben felice di accontentarlo, lo feci sedere, mi iginocchiai tra le sue cosce e iniziai nuovamente a pomparlo, la mia lingua si muoveva su e giu su quell’asta che da vicino sembrava ancor piu grande, non riuscivo, per quanto mi sforzassi a prenderlo tutto in bocca, ma cercai di dare il meglio, alternavo in maniera del tutto causale veloci linguate a piccoli morsi, a volte cercavo il sacco delle palle per depositare veloci carezze sempre con la lingua, Umberto agevolava ogni mio movimento, a un certo punto mi prese la testa e con delicatezza ma con decisione mi fece capire che voleva che ingoiassi il suo arnese, non mi lasciai pregare, e segui il ritmo che lui stesso mi imponeva, mi piaceva andare su e giu prima lentamente poi piu veloce, per poi ritornare a far scorrere l’asta, dentro la mia bocca, il piu lentamente possibile, fu uno dei pompini che ricordo meglio, duro abbastanza tempo per permettere a Federica di immortalare la scena con la digitale, e a me di raggiungere una forma mentale ottimale, sapevo che ero una troia a disposizione di quel cazzo, la mia bocca era solamente un arnese per far godere quall’asta turgida che con piacere reciproco mi penetrava fin quasi alla gola, improvvisamente la senti pulsare, era giunto il momento di provare a assaggiare il nettare di un altro uomo, mi era sempre piaciuto quando avendo la parte attiva, i miei partner’s mi donavano un pompino con ingoio, quella sera avrei provato io invece, il sapore caldo dello sperma, senti le prime gocce colpire il mio palato, avverti il sapore dolciastro ma non riuscii a mantenere il pene all’interno della mia bocca, in maniera involtarla mi allontanai, e i successivi schizzi colpirono la mia faccia depositandosi sul viso, e lasciando scie biancastre sulle guance, sentivo il calore sul mio viso ma non riuscivo a capire se era un rossore dovuto all’eccitazione o lo sperma caldo che colava giù, finito di schizzare mi avvicinai nuovamente, con la bocca, e come avevo visto fare tante volte su di me, depositai veloci linguate con l’intento di pulire completamente quel asta che tanto piacere mentale mi aveva offerto, avverti il sapore dolciastro delle ultime gocce di sperma, notai il sapore maschio delle cosce dell’uomo, quel sapore intenso dell’essere umano che aveva appena finito di godere di un altro corpo, guardai intensamente negli occhi l’uomo e il suo sguardo mi ricompenso di tutto cio che avevo fatto fino ad allora. Con l’altra mano mi segavo dolcemente, la serata ormai quasi al culmine mi aveva lasciato con un’eccitazione impressionante, l’erezione che sentivo tra le gambe e il dolore persistente ai testicoli ne erano testimoni inconsapevoli, adesso ero io a desiderare la bocca di quella coppia particolare, e loro non si fecero pregare, entrambi all’unisono si inginocchiarono iniziando un lento massaggio con le loro lingue del mio corpo, erano molto bravi e avevano un’intesa perfetta, alternavano entrambi slinguati a baci , morsi a carezze, pizzichi e ingoi. Stavano riservando quel trattamento a tutto il mio corpo, non tralasciavano nulla, ricordo ancora la sorpresa quando uno dei due inizio a leccare amorevolmente i piedi, mentre l’altra si dedicava con dolcezza al mio uccello, o ancora quando la donna inizio nuovamente a mordicchiarmi i capezzoli, mentre l’uomo succhiava in maniera delicata il sacco dello scroto, non potei fare a meno di pensare che erano veramente molto bravi, erano una coppia perfetta e la mia eccitazione era all’ apogeo, non riuscivo piu a sopportare nulla e pensavo che da li a poco sarei venuto, ma Federica e Umberto volevano dare il meglio di se, sembrava conoscessero alla perfezione il mio limite, e facevano di tutto per non farmelo superare, entrambi agivano sul dolore come deterrente al godimento, stavo sperimentando su di me una sensazione che ancor oggi ricordo alla perfezione, mi facevano avvicinare velocemente al confine, per poi stopparmi con un morso piu forte o con un’inattività di qualche decina di secondi, poi iniziavano dolcemente a leccarmi o a ingoiare il mio pene nelle loro bocche voluttuose, per poi stopparmi nuovamente, non so quanto durò questo gioco, mentalmente ero in una situazione mai prima di allora sperimentata, i miei pensieri erano contraddittori, se da una parte volevo porre termine a quella piacevole tortura, dall’altra volevo che quel trattamento non avesse mai fine, godevo delle loro lingue, delle loro mani, della loro bocca, dei loro denti, era magnifico e soprattutto del tutto nuovo per me. Poi improvvisamente decisero che era venuto il momento di farmi godere, notai infatti uno sguardo intenso tra i due, poi insieme iniziarono a occuparsi in maniera febbrile del mio cazzo, la donna inizio un veloce movimento di va e vieni, lo ingoiava con maestria spompinandomi meglio di tante vere donne, Umberto invece si occupo delle mie palle, le loro teste erano vicinissime ma la divisione dei compite era netta, sentivo la lingua dell’uomo, sentivo la bocca della donna, avvertivo il loro calore e soprattutto capivo che l’ora del mio godimento si avvicinava a grandi passi, sentii dentro di me un’onda che saliva dall’interno passando per le pieghe dell’immensa eccitazione che quella serata mi aveva donato, senti lo sperma cercare una via d’uscita, mi accorsi che la mia asta aveva iniziado a pulsare in maniera incontrollata, lo dovette avvertire anche Federica, ma la donna invece di rallentare intensificò il movimento di va e vieni, capii che anch’essa voleva donarmi la massima esemplificazione del sesso orale, era pronta ad ingoiare il mio sperma e lo fece in maniera splendida, sentii infatti la sborra calda uscire dal mio prepuzio, e vidi i veloci ingoi con cui la donna beveva il nettare caldo, non vidi neppure una goccia di sperma, Federica continuo a tenere per qualche minuto in bocca il mio cazzo, aveva rallentato i movimenti e lo sentivo ammosciarsi dentro di lei. Ero esausto, la serata era stata travolgente e magnifica, vidi entrambi baciarsi, li vidi guardarmi con dolcezza, coccolarmi come fossi un bambino, la mia ultima visione fu quella dei loro corpi che mi abbracciavano, poi crollammo svuotati di ogni forza, e ci abbandonammo sullo stesso letto, al riposo degli amanti. Un riposo del tutto meritato.
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16 anni fa
fraubasa,
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Al mare tra fantasia e realta’
Ciao sono Alessia, una ragazza di 30 anni. Preciso che questo racconto riprende fatti realmente accaduti...fino ad un certo punto e lascio a voi capire quale sia il sottile filo che divide la fantasia dalla realtà .
Ma partiamo dal principio, era una calda sera di metà agosto, io e mio marito siamo al mare per le vacanze estive.
Per me questo periodo significa principalmente stendermi al sole, rosolarmi davanti, dietro come una lucertola e dedicarmi al dolce “far niente”, al massimo un bagno ristoratore per alleviare la canicola.
La sera niente di particolare, una passeggiata sul lungo mare, un gelato o un drink con gli amici e poi a casa aspettando la “dura” giornata successiva.
Quella sembrava una sera come tante, non vi erano programmi particolari: frugale cena a casa e prepararsi ad uscire con gli amici.
Mi trovo come al solito di fronte all’armadio con mille vestiti e non so cosa mettermi; guardo, tiro fuori qualcosa e copro il letto dei più disparati indumenti.
Alla fine “vedo” quello che cercavo: un vestitino bianco corto di seta ( a metà coscia) che non mettevo da tempo, anzi lo avevo indossato solo un paio di volte e mai di sera.
Comunque ho deciso e vado a prepararmi: trucco molto leggero (tanto ho la pelle abbronzata da giorni distesa sotto il sole), niente reggiseno, indosso solo un perizoma bianco in pizzo trasparente davanti con dietro giusto un filino che finisce in un triangolino di perline.
Indosso il vestito, una breve sosta di fronte allo specchio e via a scegliere le scarpe: dopo accuratissima analisi scelgo un paio di scarpe color argento coi laccetti e tacco da 10 cm (per intenderci quelle che vengono definite da “schiava”), borsetta intonata con le scarpe, altra veloce occhiata allo specchio...pronta per la serata!
Scesi da casa solo un breve tratto prima di arrivare alla strada principale già illuminata dai lampioni, ci incamminiamo indifferenti. Notavo che c’ era qualcosa di strano, quando passavamo quasi tutti ci guardavano di sfuggita, sul momento non ci feci caso più di tanto, ma man mano quella sensazione di essere guardata si faceva sempre più intensa.
Arriviamo di fronte ad un bel negozio di abbigliamento con le vetrine ancora illuminate, e come da prassi femminile mi avvicino per guardare i vestiti in vetrina; una sorpresa diversa mi attende però: nel riflesso mi accorgo che il vestito che indosso con la luce artificiale è completamente trasparente!
Si vedono leggermente le aureole e i capezzoli! Sotto è ancora meno spesso per cui mi si vede distintamente il perizoma bianco! Per non parlare del culo che con quel filino è praticamente nudo alla vista di tutti! Adesso capisco perchè tutti mi guardano! Sono praticamente nuda!
All’ inizio provo una vergogna indicibile, mi sento addosso tutti gli occhi.... ma che fare? Non potevo certo andare in giro con le mani sul culo! Decido su due piedi: prima che non mi ero accorta giravo con naturalezza, tanto siamo al mare basta che vengano in spiaggia e mi vedono seminuda tutto il giorno! Cercavo di convincermi della cosa......pur sapendo che se ti vedono in spiaggia in bikini è un conto, un’ altro trovarsi conciate così di sera! Ma tant’ è così era per cui feci buon viso a cattivo gioco.
Continuiamo la nostra passeggiata e devo dire che la raggiunta consapevolezza mi faceva valutare in maniera diversa gli sguardi che si poggiavano sul mio corpo: adesso sapevo cosa guardavano, e mi faceva sentire ammirata, provavo un certo piacere, direi un’ eccitazione. Ero praticamente nuda sotto lo sguardo di sconosciuti....mi sentivo avvampata dalla situazione e mi piaceva!
Arriviamo finalmente al punto di incontro prefissato con gli amici : ancora nessuno! Aspettiamo 5 minuti, poi squilla il cellulare: si erano trovati a casa di un amico e ci chiedono di raggiungerli là per poi decidere il da farsi per la serata.
Ci incamminiamo, la sua casa era a non più di cento metri da dove dovevamo incontrarci, e affaccia sulla strada principale. Arrivati sotto, suoniamo e ci dicono di salire. L’ appartamento si trova al primo piano. Entriamo direttamente nel salotto e ci dicono di accomodarci pure: due ragazzi erano seduti sul divano alla sinistra della stanza, un terzo sulla poltrona di fronte a loro. Noto subito che mi guardano anche loro come se fossi scesa dalla luna e mi squadrano dalla testa ai piedi....sul momento provo anche un pò di imbarazzo....ma l’ ambiente cordiale mi fà dimenticare subito tutto.
Sono tre ragazzi carini, simpatici, subito iniziamo a scherzare e parlare delle solite sciocchezze che si dicono in queste situazioni, anche loro sono nostri coetanei tutti intorno ai trent’ anni.
Il padrone di casa molto premurosamente ci offre da bere: birre o vodka le possibili scelte; io opto per la seconda è uno dei pochi alcolici che mi piacciono.
Passa circa un quarto d’ ora dove parliamo del più e del meno ( e io mi bevo un paio di bicchierini....), quando decido di lasciarli ai loro discorsi e mi appoggio semidistesa coi gomiti sul davanzale della finestra a guardare la gente che passeggia in strada. Avevo fatto questo gesto nella più completa ingenuità, senza ricordarmi che così avrei messo il culo in bella mostra di se! Ma ben presto mi sarei accorta che la cosa non era rimasta indifferente agli altri.
Dopo pochi minuti sento che mio marito và in bagno (niente di strano stavano bevendo tutti abbastanza); gli altri tre seduti sul divano parlavano fitto tra di loro, non capivo cosa dicevano, anche perchè non prestavo molta attenzione ai loro discorsi, sentivo solo ogni tanto qualche risatina sarcastica.
Mio marito esce dal bagno e subito gli si fà vicino il padrone di casa che gli chiede se abbia voglia di andare a comprare le pizze che era venuta fame a tutti:controvoglia, ma acconsente, ed esce.
I ragazzi tornano subito a sedersi alle mie spalle sul divano e dopo un brevissimo vociferare, il padrone di casa si avvicina al frigo, prende una bottiglietta di birra e si appoggia di fianco a me sul davanzale dando le spalle agli altri.
Ci mettiamo subito a commentare i passanti, ridendo dei buffi personaggi che camminavano nella via....ad un certo punto mi dice di guardare un buffo signore che passava proprio sotto casa, non riuscendo a vederlo mi dice di sporgermi un “pochetto”; a quel punto per vedere proprio sotto mi alzo sulle punte dei piedi divaricando leggermente le gambe: sono praticamente a testa in giù distesa sul davanzale. Questo movimento a fatto si che il vestito sia salito e mi lasciva praticamente metà culo in bella vista! Alle mie spalle i due ragazzi vedevano le mie gambe tirate coi lacci legati sotto il ginocchio e salendo su il perizoma che non copriva per niente il culo ma in più si infilava leggermente nelle labbra della mia figa...doveva essere uno spettacolo piacevole ai loro occhi, infatti guardando con la coda dell’ occhio mi sono accorta che non smettevano di fissarmi. Anche il padrone di casa affianco a me ogni tanto si alzava a dare una furtiva occhiata scambiando un segno di intesa con gli altri due. La situazione anzichè darmi fastidio iniziava ad eccitarmi per cui gli ressi il gioco volevo proprio vedere fino dove si sarebbero spinti.
Il padrone di casa stava al mio fianco reggendo la bottiglietta nervosamente in mano....e gli altri due si avvicinano proprio alle nostre spalle con la scusa di vedere anche loro. Con la stessa scusa precedente mi disse di guardare una persona proprio sotto e senza farmi pregare nuovamente mi sporsi facendo salire il vestito ( che già poco lasciava all’ immaginazione) fino a lasciare completamente scoperto il culo. Stavolta il padrone di casa non si sporse. I due amici si sono abbassati alle mie spalle così vicini che potevo sentire il loro caldo respiro, sempre più affannoso, sul mio culo e i loro occhi che indagavano tutta la mia intimità, mentre l’ altro mi guardava dall’ alto mentre mi piegavo tendendo al massimo le gambe. Ero eccitata come non mai....quella situazione mi sconvolgeva......sarei rimasta così per sempre. Eravamo giunti tutti ad un punto di non ritorno l’ eccitazione era troppa. Il padrone di casa prese la bottiglietta di birra ancora umida di frigo e me la appoggiò sul culo, io non mi mossì neppure ero troppo su di giri e per loro fu come il via libera a spingersi oltre. Prese la bottiglietta dalla base ed inizio a far scorrere il collo lungo il solco del mio culo, giù fino alla figa.....la faceva scorrere con molta calma sopra la stoffa del perizoma che ormai stavo bagnando dei miei umori....dentro si sentiva il tipico rumore del liquido che sbatte all’ interno. Che situazione: stavo piegata su un davanzale con tre ragazzi a cui donavo tutta la visione della mia intimità mentre guardavo in strada una marea di gente che passava e che attraverso il mio viso avrebbero potuto carpire la mia eccitazione . Non mi ero mai sentita così.
Il padrone di casa tirò su la bottiglietta per bere un sorso di birra e subito torno sul mio solco, ma questa volta spingendo con più decisione. Sentivo su di me i loro sguardi vogliosi. Le mani dei due ragazzi mi carezzavano le gambe lisce, salivano dalle caviglie alle cosce . La bottiglietta si insinuava sempre più nella mia intimità, sentivo il perizoma scostarsi arrivando al solco della mia figa umida per l’ eccitazione; si sofferma lì per qualche istante e poi inizia a spingere dentro il collo della bottiglia: le mie labbra si aprono a quel piacere. Adesso è dentro, allargo le gambe leggermente per facilitare la piacevole intrusione: la bottiglietta mi penetra e mi piace.
Il padrone di casa finita la prima intrusione inizia a muoverla dentro di me prima delicatamente dentro e fuori, poi con maggior foga: sento la birra che esce mista col mio piacere, mi cola dalla figa lungo l’ interno coscia e giù fino ai piedi. I due ragazzi dietro che non smettono di palpeggiarmi, si piegano e uno per gamba leccano la birra che cola lungo le mie gambe; uno dei due si posiziona proprio sotto la figa e lecca il prelibato nettare, mentre l’ altro giù aspetta che arrivi ai miei piedi per leccarli. Il padrone di casa muove sempre più velocemente la bottiglietta nella mia figa con foga come a violentarmi......sono un brodo.....sto godendo come mai! Ad un certo punto improvvisamente si ferma, mi infila il più possibile dentro la bottiglietta, poi copre il fondo col perizoma come per fare un tappo e impedirne l’ uscita, mi prende con le due mani le chiappe da sopra e mi allarga il culo; uno dei due amici si alza leggermente iniziando a leccarmi il buco del culo: ci sputa spalma col dito e poi mi infila la lingua quasi dentro. Si alza anche l’ altro d’ apprima si danno il cambio poi tutti e due assieme mi leccano tutta buco e chiappe; mi infilano il dito dentro e vado in visibilio! E’ bellissimo. Sposo il braccio e poso la mano sulla patta del padrone di casa e sento il suo cazzo durissimo; glielo massaggio da prima da sopra i pantaloni poi tiro giù la zip e vado alla ricerca del calore della sua carne: gli sta esplodendo! Riesco a prenderlo in mano con le dita gli massaggio le palle e poi presa l’ asta la stringo con forza ( mi piace stringere un cazzo in mano). Lui si allontana e mi dice: “ allargati le chiappe troia!”
Senza indugi mi prendo le chiappe con le due mani e le allargo per bene dicendogli: “così?”
Mi risponde: “si! Tieni larghe quelle chiappe da troia che ti vediamo bene il buco del culo!”
Così dicendo prende il cellulare e inizia a scattarmi delle foto: a mente lucida mi sarei ribellata ma il pensiero che potesse farsi una sega guardandole o farle vedere ai suoi amici (magari anche persone che conoscevo) in quel momento mi faceva colare di piacere.
Mi scattava le foto con una bottiglietta nella figa mentre i suoi amici mi tenevano per le gambe come un trofeo di caccia e mi allargavo il culo......era bellissimo.......mentre mi riempivano di tutti gli improperi che conoscevano, lui aggiunse: “ brava puttana! Bisogna tenersi un ricordo di quanto sei troia!”
Finito il servizio fotografico tutti e tre si tolsero pantaloni e slip, restando alle mie spalle coi cazzi già belli tesi.
Il padrone di casa fu il primo ad avvicinarsi mi levo la bottiglia dalla figa grondante e scostando solo il perizoma ormai fradicio puntò il cazzo contro il mio buco del culo e disse:
“a una troia come te si può fare solo il culo! Tieniti le chiappe larghe puttana!”
Così dicendo a spinto con forza tutto il suo cazzo dentro, sentivo le palle che toccavano la mia figa, mi ha leggermente alzata infilando le mani sotto il vestito fino alle mie tette, ha preso i capezzoli tra le dita stringendoli. In questa posizione sdraiato su di me ha iniziato prima piano e poi più forte a scoparmi nel culo:
“troia ti piace farti scopare il culo?”
“SI!”
“dillo che sei una troia! Che sei una puttana rotta in culo!”
“ Si sono una troia! Mi piace prenderlo in culo! Come una puttana!”
Intanto i capezzoli stretti nella morsa mi erano diventato due chiodi, gli altri due stavano in coda come al supermercato col numerino in attesa del loro turno mentre guardavano e si menavano il cazzo dicendomi: “che troia che sei!” “dai puttana rotta in culo!” “ dopo ti rompiamo il culo anche noi”
Intanto il padrone di casa: “sto venendo troia ti riempo il culo di sborra!”
Quasi senza finire mi sentivo l’ intestino pieno di calda crema.
Una volta venuto lasciò il posto al secondo anche lui mi prese subito in culo e poi il terzo senza soste, nel mentre il padrone di casa mi scattava altre foto ricordo della serata mentre i suoi amici mi inculavano.
Quando anche l’ ultimo stava venendo il padrone di casa riprese la bottiglietta che conteneva ancora un pò di birra e me la infilo prontamente nel culo dicendomi:
“troia! Adesso siediti in terra con la bottiglietta nel culo e scarica la sborra!”
Feci come mi veniva detto e poi aggiunse:
“adesso troia la levi e ti bevi tutto!!”
In quel momento penso avrei fatto qualunque cosa mi venisse chiesta, ero ancora in preda ad un’ eccitazione mai provata, portai la bottiglietta alla bocca e versai il contenuto, anche se buona parte mi colò addosso e sul vestito bianco.
Ripresami da quella situazione mi diressi in bagno, mentre mio marito suonava alla porta con le pizze, ero in una condizione pietosa e non avrei saputo assolutamente cosa inventare per giustificare il mio stato: puzzavo di birra e sborra con il perizoma fradicio, il vestito tutto imbrattato.
Sento mio marito che entra:
“ allora ragazzi tutto bene? Vi siete divertiti in mia assenza?”
Il padrone di casa risponde laconico: “direi di si! Ci siamo inculati a turno quella troia di tua moglie! Riempendola di sborra!” “Guarda le foto”
Esco dal bagno conciata com’ ero, lui mi guarda e mi dice:
“vieni a farmi un pompino con l’ ingoio di fronte ai miei amici troia!”
Che dovevo fare oltretutto mi piace....!
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7
16 anni fa
admin, 75
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Un triangolo pieno di piacere
Da circa un mese ero iscritto ad un sito di annunci erotici. Non so se inizialmente fu mera curiosità o reale speranza di trovarvi intriganti avventure, fatto sta che il mio annuncio scorreva sul video insieme alle migliaia di altri. Anzi, era lì in duplice forma: uno come singolo che cerca coppie, ma non disdegna eventuali singole o singoli bisex , ed uno come coppia, ove mi presentavo unitamente alla mia partner di tante ore passate a trastullare i nostri e gli altrui corpi. Il primo mirava ad un mio gioco nuovo, il secondo riprendeva una nostra abitudine ormai consolidata.
Risposte ricevute: molte sin da subito. Alcune, in particolare all’annuncio di coppia, palesemente forzate, vistosamente scritte da singoli che simulano aver compagna… ma “lei ora non può, però potremmo inizialmente vederci noi…”; altre, maggiormente per l’annuncio come singolo, dimostratesi poi provenienti da persone che, a parole, sono apicali nell’arte erotica, ma, nel concreto, si riducono a fanatici pigiatori di tasti di computer, immaginanti le più infuocate battaglie erotiche, per auto farsi compagnia nelle tristi serate passate con il Marchese della Sega, figlio della sempre gravida Contessa Manina.
Coppie finte o bloccate dal pensiero di far divenire concretezza il proprio desiderata, bisex mentali incapaci di trasformare in realtà quella loro voglia recondita… tantissime e tantissimi. Molte pallose mail, molti ripetuti rinvii del fatidico appuntamento con i più speciosi ed incredibili motivi.
Questo, in parte, il risultato dell’iscrizione al sito del desiderio erotico. Ma vi fu anche altro, ben più pregnante e ben più ripagante quell’iscrizione.
Oltre alle risposte di persone forti nel fantasticare, vi furono anche persone concretamente attirate da quanto da me scritto. Sei coppie mi risposero cercandomi insieme alla mia partner, una mi cercò nella veste di singolo etero, quale giocattolo per la sola lei con il lui eccitato osservatore, due mi cercarono per giocare con entrambi a tutto campo e, otto singoli bisex, mi proposero infuocati incontri tra soli maschietti.
Portai a compimento quattro di quelle risposte… una per tipo. Insieme alla mia partner ci si vide con una coppia, da solo divenni giocattolo di un’insaziabile signora con marito sulla poltrona a fianco del letto, mi dedicai ad una coppia ove nel triangolo tutti si era a gara nel dare e darsi piacere senza il limite dell’ordinario uomo-donna, mi incontrai con un maschietto per provare la sensazione dell’erotismo in assenza di vagina.
Il meno appagante fu certamente l’essermi trovato in un letto con una signora, peraltro piacente, ad assecondare le indicazioni erotiche provenienti da suo marito, assiso su una poltrona a fianco del talamo e con il membro, fuoriuscente dalla potta, tra mani. Magari a qualcuno piacerà, per me fu invece discretamente frustrante. Adoro il sesso guidato dalla fantasia mia e di chi partecipa con me al comune delirio dei sensi; trovo poco intrigante l’essere, in uno con la donna con cui scambio il piacere, un automa comandato dall’esterno. Fai quello… fai questo… adesso mettetevi così… ora prendiglielo in bocca… leccala… che palle! E’ tutto solo per aiutare lui a masturbarsi…
Il più intrigante… il triangolo a tutto campo; il più trasgressivo… l’eros senza vagina.
Certo, ciò fu probabilmente dovuto al fatto che, prima di allora, avevo avuto un’unica esperienza bisex, peraltro a sorpresa e tra due donne. Tutto ciò che suonava “bisex” aveva, quindi, il fascino conscio ed inconscio del nuovo, della variante alla trasgressione ordinaria, del portare il corpo e la mente a piaceri diversi.
Prima del singolo ci fu il triangolo.
Entrai nell’alcova segreta di quella coppia di amanti, amanti tra loro e individualmente amanti dell’erotismo più sfrenato. Un monolocale piacevolmente trasgressivo; arredo minimale ma ricercato, letto alla giapponese di tre metri per tre centrale, giuste stampe orientali alle pareti alternate a specchi, un bar ben fornito…
Non nascondo ero un po’ impacciato… per la prima volta ero il terzo, l’uomo in più tra un uomo ed una donna. Questa volta non avevo la mia solita alleata di tante ore di piacevoli giochi erotici, ero solo, solo al cospetto di due di cui avevo la sola conoscenza derivante dal caffè preso insieme mezzora prima. Sapevo come si chiamavano, sapevo cosa facevano nella vita, o meglio sapevo ciò che avevano deciso di dirmi sul punto, sapevo che erano una coppia di amanti, sapevo che lui era bisex sia attivo che passivo e lei fortemente eccitata dal vedere due uomini intendi a darsi reciproco piacere, sapevo la loro età, o perlomeno quella dichiarata, sapevo che lei amava sentire due uomini sul suo corpo… come dire sapevo molto di più di quanto non si sappia solitamente anche del più vecchio amico, ma di fatto non sapevo chi fossero. Non so se si accorsero di ciò, non so se anche loro vivevano, in quell’iniziale momento, il mio stesso imbarazzante disagio. Fu però poco più di un attimo.
Ci trovammo seduti sulle tre poltroncine fronte letto con un bicchiere in mano… La distanza tra le poltrone, leggermente a semicerchio, era di poche decine di centimetri… io guardavo l’uno e l’altra, loro guardavano me. Lei esordì comunicandoci la sua “voglia matta” di godersi quel pomeriggio. Io, seduto tra loro, posai una mano sulle sue cosce, per metà lasciate nude dalla gonna e le assicurai che sarebbe arrivata a sera soddisfatta… rimpiangendo immediatamente l’immodestia di tale affermazione, fatta al buio su me stesso. Aggiunsi che anche il suo compagno non avrebbe passato un noioso pomeriggio. D’altra parte, nelle precedenti mail di conoscenza, mai avevo detto di essere al mio primo incontro a tre e neppure avevo detto che la mia bisessualità era fresca come la rugiada del mattino. Non potevo, a quel punto, dichiararmi quel neofita che in realtà ero. Portai nella mia mente le svariate situazioni previssute in giochi tra coppie e mi lanciai… è vero che non avevo l’alleata di sempre, ma la immaginai, in quei momenti, presente tra noi, imitandola nei suoi slanci bisex verso l’altra donna.
Deciso come non mai, dissi a lei: “splendida fanciulla, qui sei in minoranza e quindi devi adattarti… inizialmente ci spoglierai entrambi e poi resterai a guardare i nostri arnesi che si induriscono. Se vuoi potrai scaldarti il buchino per quando decideremo di occuparci di te. Ora saremo noi a iniziare le danze.” Era quanto la mia partner diceva sistematicamente a noi maschietti quando aveva a portata di mani e bocca una donna; adattai quel suo fare al maschile. Lui annuì e, alzandosi, si mise davanti a lei. Io lo imitai. Iniziò a spogliarci. Camicia e pantaloni caddero a terra. La fermai ai boxer. “E no, cara fanciulla, questi saranno tolti tra noi maschietti; il tuo compito e finito.”
Bleffavo l’essere un esperto bisex, quasi un maestro di quel gioco del sesso.
Misi le mani su di lui ed iniziai a sfilargli i boxer. Le mie mani sentirono il suo membro quasi rigido, mentre le mie dita lo svestivano di quell’ultimo indumento. Lui si chinò è prese tra i denti l’elastico dei miei, strusciandosi su di me nello svestirmi completamente. In quel momento, stranamente, non sentivo più alcun imbarazzo: eravamo entrambi nudi e coricati in quell’enorme letto. Mentre lui mi accarezzava tra le cosce ed io passavo la mano sui suoi testicoli, con la coda dell’occhio rimirai lei che si spogliava. Iniziammo a giocare con i rispettivi capezzoli che, avevo prima detto loro, sono una delle parti del corpo per me più erogene. Eravamo in un atipico sessantanove; la mia bocca sui suoi capezzoli, la sua sui miei. Non fu difficile da quella posizione passare al più consueto sessantanove. Intanto vedevo lei che si masturbava inginocchiata sul letto, con occhi che altro non vedevano se non i nostri membri, divenuti durissimi, entrare ed uscire languidamente dalle nostre bocche. Gemette quasi subito per un orgasmo che la stava assalendo. Ci staccammo e, pur continuando con una mano ad accarezzarci reciprocamente il pene, posammo entrambi l’altra su di lei, tirandola tra noi.
Era famelica di sesso.
Non rammento più le tante posizioni che i nostri corpi assunsero in quel pomeriggio. Io e l’altro intenti a leccare insieme la vagina depilata di lei, passando le nostre lingue, che si intrecciavano tra loro, dal buchetto posteriore a quello anteriore. Io e lei a scambiarci in bocca il pene turgido di lui, senza mai negargli il piacere delle nostre lingue sul suo scroto. Loro due a divorarmi ogni centimetro del corpo. Intrecciati e allacciati, stesi uno sull’altra ed uno sull’altro, nessuna parte dei corpi resto senza il piacere di sentire le nostre libidinose bocche e lingue. Ormai noi maschietti eravamo al culmine; era passata quasi un’ora da quel primo approccio sui boxer e, mentre lei poteva contare già numerosi orgasmi, noi stavamo per arrivare al traguardo del nostro primo piacere assoluto. Ci sentivamo il pene pulsare dal desiderio di disperdere quel liquido la cui visione è foriera di eccitazione, quasi quanto lo è il disperderlo per colui che lo fa. Bastavano ancora pochi baci, poche leccatine, poche succhiatine e non sarei più stato in grado di tenere.
Mai avrei creduto che il gioco completo, il divertirsi a stimolare i sensi senza la rigida distinzione uomo-donna, mi avrebbe portato a tali apici di godimento sensuale e corporeo. Era la seconda volta che lo vivevo ed il piacere era ancor maggiore rispetto a quella che mi fu di noviziato. Trovavo estremamente attraente e stimolante l’essere solo in tre, due uomini ed una donna. Una seconda donna, probabilmente sarebbe stata un limite alla completezza assoluta del gioco bisex che stavamo vivendo.
Con quell’intrigo di sensi e corpo, quasi senza pensarci e certo di dover concludere il primo tempo di quel magnifico gioco a tre, lo chiedeva a gran voce il mio pene ormai giunto sulla soglia dell’esplosione, chiesi non a lei, ma a lui, se preferiva essere posseduto mentre possedeva la sua donna o preferiva possedermi mentre io possedevo lei.
Maleducatamente, come chi comanda in casa d’altri, avevo inavvertitamente deciso io per loro come si doveva concludere il gioco. Mi resi immediatamente conto della brutta uscita ed allora onestamente aggiunsi: “oppure finiamo questa prima fase come più vi aggrada… di più non resisto, per il mio uccello ogni ulteriore preliminare è tortura…”.
Fu lei a decidere.
Senza profferire parola, prese il tubetto della crema e la spalmò sui forellini posteriori di entrambi loro. Capii che avrei penetrato lui, mentre penetrava lei. Infilai velocemente il preservativo, con gli occhi che seguivano le delicate dita di lei spalmanti il culo del suo amante. Si mise alla pecorina accompagnando il pene del suo partner dentro il suo roseo buchino. Mi inginocchiai dietro lui. Aiutato dalle sue mani, il mio pene lo penetrò. Mi muovevo lentamente. Il ritmo era dato da lui, il vagone di mezzo di quell’erotico treno del piacere. Da lento divenne sempre più veloce, mentre lo specchio davanti a noi diffondeva l’immagine di due mammelle, che oscillavano come un metronomo di quel concerto di gemiti. Nello specchio sei occhi dilatati dal piacere ci guardavano e tre bocche si aprivano nell’estasi del godimento. Mi sembravano altri tre. Altri tre che godevano davanti a noi, mentre noi godevamo guardano loro. Fu un treno rapido, un treno ad alta velocità. In pochissimo i nostri strumenti esplosero. Io venni in lui e lui, quasi contemporaneamente, venne in lei. All’unisono gridammo il grande piacere che ci aveva avvolti nelle sue spire libidinose, coricandoci, esausti, l’uno sull’altro e sull’altra.
Restammo qualche minuto così… credevo di aver varcato la porta del paradiso; di certo avevo definitivamente varcato la porta del più intenso ed avvolgente dei piaceri, quello del godere liberi da ogni limitazione mentale.
Ma il pomeriggio non era finito… anzi. Ormai senza più gli imbarazzi e le tensioni iniziali, iniziò quasi subito un secondo tempo di quella partita del piacere.
Tutto fu come prima, ma molto più ricercato nella gestualità. L’irruenza della “prima volta” aveva lasciato il posto alla lentezza della seconda volta. L’impulso animalesco verso un piacere ancora da provare, era stato sostituito dalla voglia di riviverlo senza tralasciare nulla. Le lingue scorrevano più lente sui corpi; le mani si fermavano di più sui centri del piacere, esplorandoli sino alle più remote pieghe. Le lingue erano divenute panno morbidissimo attorno al pene o tra le labbra vaginali. Il clitoride un dolce confetto da far sciogliere in bocca poco alla volta. Il buco del culo, una bocca da baciare con intensità. I corpi, strumenti strofinati l’un contro gli altri, capaci di suonare quel grande concerto del piacere che insieme stavamo vivendo. Tutto era divenuto esasperazione del gesto, nella ricerca di far emergere ogni più segreto piacere. Ad un primo tempo di famelica libidine, seguiva un secondo tempo di raffinatissima libidine, altrettanto piacevole seppur così diversa dalla prima. Impossibile dire quale dei due tempi fu giocato meglio, quale dei due tempi seppe dare più piacere a tutti tre. In uno come nell’altro ci fu un crescendo di lussuria che, anche la seconda volta, ci portò in meno di un’ora a quell’annunciata esplosione dei membri invocante l’orgasmo finale.
Questa volta cambiò però la conclusione.
Lei mi volle nella vagina, mentre lui godete in me. Il piacere non variò. Anzi, per me fu ancor maggiore. Godetti in contemporanea internamente ed esternamente. Sentii il suo membro esplodere dentro di me, mentre io inondavo quella splendida donna che, tenendosi ai miei capezzoli, aveva posato le sue affusolate gambe sulle mie spalle e si mostrava aperta come più non si può ai miei occhi. Meravigliosamente bello; ogni altra parola è superflua ed inutile.
Dopo fui felice nel sentirmi dire che avevo mantenuta la promessa iniziale… il pomeriggio non era stato sprecato. A volte bleffare va bene, poi il gioco arriva; però da quel momento non mi servì più il bleffare. Seppur ancora abbastanza novizio, avevo appreso completamente il gioco del sesso aperto a tutti.
13
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16 anni fa
admin, 75
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Una nuova sensazione per me
Il mio nome è Giusy, ho 23 anni e questa è la vera storia della mia prima esperienza saffica della mia vita. Non l'avevo assolutamente programmata e non è neanche nulla a cui avevo mai pensato prima, ma sono lieta che sia successa. Ha aperto i miei orizzonti sessuali a cose che mi soddisfano molto e che non mi dispiace affatto cercare.
Tutto successe l’anno scorso, quando la mia amica Valentina, di soli 25 anni, mi chiese di essere la sua testimone di nozze. Stava per sposarsi col suo fidanzato del cuore dai tempi delle scuole elementari, Antonio. Erano fatti l'uno per l'altra e io ero un pochino invidiosa di loro. Io ero ancora single senza speranza di una relazione nell'immediato futuro, a causa della mia carriera come consulente del lavoro che m’ impegnava più di 50 ore a settimana. Ma questo è il prezzo che devi pagare per avere successo in questo mondo.
Mancavano 2 settimane al matrimonio e noi dovevamo fare la prova d'abito il giovedì sera. Carmen e Alessia arrivarono puntuali ma io come al solito ero in ritardo, molto in ritardo. Cosicchè quando arrivai al negozio loro due se ne erano già andate. Erano le 18.30 del pomeriggio e la titolare del negozio Gianna stava giusto chiudendo per andare via quando io arrivai di corsa e le dissi "Ciao, io sono Giusy e sono in ritardo per la mia prova d'abito". Lei mi guardò dall'alto al basso e disse "Beh, io stavo per andare a casa, ma giacchè sei qui ti preparo". La ringraziai molto, mi fece entrare nel negozio e chiuse la porta a chiave dietro di noi.
Era un bellissimo negozio pieno di tutte quei fantastici vestiti per le spose e per le damigelle. Gianna mi disse che Valentina le aveva dato istruzioni rigorose a proposito di come noi avremmo dovuto essere vestite. Andammo sul retro del negozio, c'era una grande camera tutta circondata da specchi cosicchè potevi vederti da ogni angolo. Gianna uscì e tornò con questo abito mozzafiato (perchè quello era). Era di seta blu scuro, senza spalline, molto corto con abbinata una giacchetta e scarpe con tacco. "Valentina mi ha detto che tu dovresti indossare una taglia 40, ma non mi aveva detto che eri così procace" disse Gianna. "Proviamolo così vediamo".
Io mi tolsi la gonna e giacca rimanendo in slip e reggiseno "Dovresti togliere il reggiseno cara" disse. Io ero un poco imbarazzata di mostrare le mie tette davanti a una donna sconosciuta ma pensai che probabilmente lei nei vedeva a centinaia per via del suo lavoro, così me lo tolsi. "Sono bellissime cara, che misura porti una terza?" - "No signora, una quarta" - Signorina Ricci dolce, ma puoi chiamarmi Gianna". Gianna mi passò il vestito e io iniziai a infilarlo ma non riuscivo a tiralo su sul seno. "Come immaginavo, dovrò aumentare la taglia del busto" disse Gianna. Mi passò un accappatoio e uscì fuori. Io mi guardavo intorno nel negozio, tutti deliziosi accessori e vestiti mentre Gianna lavorava sul mio.
Passarono circa 30 minuti e io iniziavo a sentire il bisogno di andare in bagno quando, Gianna tornò e mi desse il vestito da provare nuovamente. Lo infilai e questa volta fui in grado di tirarlo completamente su. Gianna fece un passo dietro di me guardandomi nello specchio. "Abbiamo bisogno di sistemare il tuo seno perchè calzi perfettamente". E così dicendo mi avvolse le tette con le sue mani cominciando a strizzarle dentro il vestito. Io sussultai un poco giacchè nessuna donna mi aveva mai toccato le mie tette prima d'allora ma le sue mani morbide mi mandarono un brivido lungo la schiena. Gianna stava maneggiando le mie tette nel vestito, quindi lo tirava su in modo che riempissero perfettamente le coppe. Facendo questo le sue dita si strofinavano contro i miei capezzoli facendoli inturgidire. Io ero imbarazzata ed eccitata allo stesso tempo. Ma non sembrava lei lo avesse notato o almeno così pensai.
"Così va molto meglio" disse. Guardandomi allo specchio io ero completamente esterrefatta. Questo vestito che mi avvolgeva come un guanto sprizzava sesso da tutte le parti. Avvolgeva perfettamente i miei fianchi mostrando molto le gambe e avevo un magnifico decollette. I miei capezzoli erano perfettamente visibili stretti contro il materiale che mi faceva sentire perfino più sexy. Mentre mi stavo ammirando allo specchio sentii Gianna che mi massaggiava il sedere. "Questo non dovrebbe esserci" disse "Cosa non dovrebbe esserci?" chiesi. Facendomi voltare per guardarla "questo" disse mentre mi passò le mani attorno al bacino e cominciando a palparmi il sedere con entrambe le mani.
Io stavo in piedi in questo vestito di seta con questa donna che mi teneva stretta a se, palpandomi il sedere. Io ero già un poco eccitata per essermi fatta palpare le tette, ma con lei che adesso continuava a palparmi il sedere potevo sentire che la mia patatina cominciava a bagnarsi. "Si vede l'elastico dei tuoi slip cara, e questo non va bene, non in uno dei miei vestiti" disse Gianna mentre guardava il mio sedere nello specchio e poi si allontanava. Io davvero non l'avevo ancora notato prima ma Gianna è una donna piuttosto attraente per essere sui trentacinque. Una taglia 44 alta circa 1,75 bel seno con areole grandi e un bel culetto stretto. Indossava un top corto e stretto e una gonna molto corta. Mi piacerebbe portare così bene i miei anni quando avrò la sua età.
Gianna passò oltre fino a uno scaffale dove c'era l'intimo in esposizione, afferrò un vasto assortimento di slip e tornò da me "Vediamo se troviamo qualcosa che stia bene - tira su il vestito e togliti le tue" disse. Io non ero sicura di aver capito cosa aveva detto ma mi davo da fare per tirare su il vestito "Lascia che ti aiuti" e fece scivolare le sue mani lungo le mie cosce, tirando su la sua creazione di seta, e facendo scivolare a terra i miei slip bagnati. Io speravo lei non avesse notato la mia eccitazione mentre la vista le si posò sulla mia fighetta depilata. "proviamo prima questi" disse mentre cominciava a far scivolare un perizoma lungo le mie gambe. Lei stava nuovamente dietro di me mentre me le tirava su guardando nello specchio. Appena le tirò lungo i lati dei miei fianchi lei fece scivolare la sua mano sul mio monte per lisciare le piegoline.
Il mio corpo ebbe un fremito e spinsi il mio sedere all'indietro contro di lei "Scusa cara, ti ho fatto eccitare" - "No Gianna, avrei solo bisogno di andare in bagno" dissi. Non stavo mentendo ma anche non volevo lei sapesse l'effetto che mi stava facendo. "Puoi resistere, non ci vorrà molto" - "Si, non c'è problema" dissi. "Giannaa tiro su il dietro del perizoma tra le mie chiappe e si assicurò fosse al posto giusto, quindi tirò giù il vestito e mi fece voltare nuovamente per guardarla. Strofinò le sue mani ancora sul mio sedere per lisciare nuovamente le piegoline. "Queste non vanno bene - ne proviamo un altro paio".
Come tirò giù il perizoma io notai una piccola macchia di umidità sul davanti. Speravo non la notasse mentre prendeva un altro paio per cominciare la trafila un'altra volta. I miei capezzoli erano ancora chiaramente visibili, avevo voglia di stringerli ma sapevo mi dovevo controllare. La mia vescica ora stava soffrendo con il vestito stretto che la premeva e Gianna che ancora lisciva le pieghe sul mio sedere. Neanche quelle andavano bene, così Gianna prese un paio di slip.
Sarei potuta andare in giro nuda, tanto non c'era nulla in quegli slip a parte una strisciolina di stoffa trasparente a coprire il davanti e una più sottile lungo il didietro. Appena Gianna tirò nuovamente su il vestito io sentii come se la mia vescica stesse per esplodere ma lo ignorai pensando a gustarmi ancora un po' il suo tocco. Questa volta fece scivolare gli slip prima lungo le mie gambe e me li sistemo tra il sedere. Poi mi fece girare e cominciò a lisciare davanti. Stette un lungo tempo ad accarezzarmi lentamente. Appena la sua mano sfiorò il mio clitoride mi scappò un gemito dalla bocca. Non ci potevo credere cosa questa donna mi stesse facendo sentire. Continuava a muovere lentamente la sua mano sulla mia figa bagnata. "Io credo che queste ti staranno bene, non pensi?" - "Penso che stiano già benissimo Gianna" io gemetti mentre lei spingeva la sottile stoffa tra la mia patatina gocciolante. Divaricai bene le gambe in modo che Gianna potesse accedere meglio. "Oh Dio, sei tutta bagnata Giusy". Gianna tolse la mano dalla mia figa e la portò alla mia bocca spingendo dentro le dita. Io amo il sapore dei miei umori e leccai le sue dita pulendole per bene.
Gianna fece il giro intorno e si mise di fronte a me e cominciò a leccare anche lei i miei succhi dalle dita infilando contemporaneamente la lingua nella mia bocca, mi spinse indietro verso una grossa poltrona divano. Io ora stavo gemendo nella sua bocca "Sei così buona Giusy e io voglio farti venire nella mia bocca" mi sussurrò. "Ohhhhhhhh Gianna ti prego fammi venire nella tua bocca ti prego". Si mise a quattro zampe e mi spalancò le gambe quanto potevo, spostò di lato i miei slip e cominciò a leccare la mia figa e i miei umori che colavano. Stavo diventando pazza, non mi era mai successa una cosa del genere prima ma era fantastica e non volevo finisse. Gianna sapeva esattamente dove leccarmi, cominciò a succhiare il mio clitoride nella sua bocca. Sono certa l'avesse già fatto prima.
Col vestito ancora tirato sulla pancia, io diedi un'occhiata allo specchio. Tutto quello che potevo vedere era Gianna su quattro zampe mentre io tiravo fuori le mie tette e mi strizzavo forte i miei sensibili capezzoli, mentre l'altra la infilai nella mia bocca affamata. Mi accorsi anche che lei non indossava slip e divaricando le gambe la sua gonna ora le arrivava sui fianchi. Lei stava facendo scivolare le sue dita su e giù sulle sue labbra fino al suo culetto. Guardavo l'intera scena allo specchio. Le mie mani e la mia bocca palpavano le mie tette, le mie gambe spalancate, una bella donna che mi leccava e con le dita si masturbava. Tutto era troppo e così mentre raggiunsi l'orgasmo gridai a Gianna. "STO VENENDO GIANNA STO VENENDOOOOOOOOOOO" e sono esplosa nel più intenso orgasmo dei miei giovani 22 anni di vita.
Non ero mai venuta così prima d'ora; Gianna stava leccando e succhiando tutto. Il mio corpo era quasi intorpidito mentre l'orgasmo mi percorreva. Era stato così forte che i miei muscoli nel corpo prima contratti si rilassarono e io cominciai a urinare, proprio nella bocca di Gianna. Non riuscivo a fermarlo, e neanche volevo, quello che sentivo era così bello che non me ne fregava di nulla, volevo quella sensazione durasse per sempre. Con mia sorpresa Gianna continuò a succhiare tutto quello che poteva. Questo era l'atto sessuale più trasgressivo che avevo mai fatto e mi piaceva. Quando tornai al mondo dei vivi, mi sollevai attirai Gianna verso di me e la baciai sentendo il sapore forte della mia urina sulle sue labbra, poi spinsi lei sulla poltrona. Mi tolsi il vestito del matrimonio per non rovinarlo e mi voltai verso Gianna, mi sedetti sulla poltrona cominciando a stuzzicare il suo clitoride e le dissi.
"Adesso ti farò venire così intensamente che non capirai più nulla lurida bevitrice di piscia". "Allora mettiti giù e comincia a leccare, se mi farai venire per bene magari potrai sentire il mio sapore" Questo era tutto quello che avevo bisogno di sentire e così quel giorno per la prima volta sentii il sapore della figa e della piscia di Gianna, non avevo mai pensato che una donna potesse essere così buona.
Gianna dopo mi disse che quando mi vide in piedi con addoso solo i miei slip si eccitò molto. Disse che solitamente tutti i clienti usano il camerino per cambiarsi, ma io ero la sola persona presente e quindi pensava si sarebbe potuta divertire un po' con me. Disse anche che quando era andata sul retro per sistemare il vestito, si era tolta gli slip e si era sgrillettata fino ad avere un orgasmo con l'immagine di me nuda in testa. E quando aveva trovato il giusto paio di slip non aveva potuto fare a meno di toccarmi la figa e il mio culo sperando che finisse come effettivamente è andata. Gli dissi che urinare per me era stato un incidente ma le sensazione che ho sentito era indescrivibile, ma entrambe eravamo contente fosse successo.
Il giorno del matrimonio fu meraviglioso, Valentina era strepitosa e le piacevano i nostri vestiti. Le dissi che io dovevo restituire il mio al negozio perchè non vestiva perfettamente sul torso. Lei rispose che Gianna non avrebbe avuto problemi a sistemarmelo. "Forse può aggiustarmi anche un altro paio di cosette" dissi. Chissà se Valentina hai mai sospettato che Gianna mi avesse sistemato ben più di una cosa quel giorno...
La mia relazione con lei è grandiosa, nessuna pretese, solo ragazze incredibilmente bagnate ed entrambe desiderose e bisognose di sesso bagnato.
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16 anni fa
coppia1strepitosa,
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Ultima visita: 15 anni fa
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Incontr clinical 2
Questo è il seguito del primo racconto:
Dopo il fantastico incontro a Torino con due signore (ne era prevista una, ne ho trovate due) era venuto il momento di sostenere una ardua sfida, sapevo che questa volta le amiche erano tre...
Dopo gli opportuni accordi ho preparato la borsa delle mie attrezzature, questa volta ho abbondato, memore della mancanza di materiale del primo incontro...
Sono arrivato a Torino la famosa domenica e mi sono recato all'indirizzo che conoscevo. Aperta la porta, mi sono trovato di fronte la padrona di casa tutta sorridente e ormai non più dubbiosa e la sua amica (dimenticavo era cicciottella pure lei, ma abbastanza carina). "Vieni abbiamo una sorpresa" mi hanno detto. Sono entrato in salotto e mi sono trovato davanti una splendida creatura bionda, capelli lunghi, ben proporzionata, due magnifiche tette, culo da favola.
"Ti presentiamo x, lei fa l'estetista e dice di essere molto disinibita. Vuole provare anche lei quello che abbiamo fatto l'altra volta..."
Ok! Tre in un colpo solo sono difficili da gestire, iniziamo con la nuova arrivata (mugugni...). Ho detto alla "nuova inizianda": Immagino ti abbiamo spiegato qualche cosa.. "Si si" "Ok allora spogliati e rimani in mutandine sul letto che preparo".... Pensavo di utilizzare la stessa procedura... Ma ahimè la creatura, al tatto aveva un pancino gonfio e duro: erano diversi giorni che aveva uno stop... "Cara qui bisogna fare una pulizia a fondo" Ciò detto ho preparato una bacinella di acqua tiepida e camomilla e ho caricato una siringa da 250 ml. Dopo averle tolto le mutandine, l'ho fatta coricare su un fianco le ho praticato due siringhe con cannula corta. Era tutta una promessa... aveva un bel monte di venere ed un folto pelo biondo a ricciolini.. Quindi l'ho mandata a liberarsi. Nel frattempo ho detto alle altre due "Venite pure e spogliatevi . (A dire la verità volevo riservare la mia attenzione sulla creatura posteggiata, era troppo bella). Inutile dire che si erano già preparate in perizoma (lezione imparata?). Sono arrivate e ho detto: Adesso vi faccio giocare tra voi due.. Ho fatto indossare alla padrona di casa un pene artificiale da 20 cm integrato in un paio di mutande sostenitrici e nel frattempo ho iniziato a utilizzare un vibratore nella patatina della seconda e un set di palline anali (per fortuna avevo detto loro di farsi trovare pulte prevedendo che gestirne tre era un match). Sapevo che questa si bagnava velocemente.... Quando l'ho ritenuta pronta le ho detto" Le palline le tieni nel culetto e adesso ti metti a pecorina e la tua amica ti scopa. Ho insegnato alla padrona alcuni rudimenti "maschili" del caso e le ho detto: "Intanto che la scopi estrai le palline una alla volta a lunghi intervalli. Nel frattempo è arrivata la bionda pulita e lavata e ho iniziato a leccarle la patatina e lei a masturbarmi in un bel 69. Pensavo si eccitasse subito, invece era un po' freddina. (Adesso ti sistemo io!). Nel frattemo le altre due ci avevano preso gusto! Iniziava ad esserci una atmosfera molto carica ed eccitatata.... Avevo messo a portata di mano la borsa è (con qualche acrobazia) ho recuperato un piccolo bardex gonfiabile usa e getta. Dopo averle lubrificato lo spendido buchino ed il bardex abbondantemente le ho divaricato bene le gambe e le ho inserito delicatamente il bardex per circa 15 centimetri. Emetteva dei gridolini: "Uhh! Da fastidio!. Basta!" No cara deve salire fino al punto sensibile. Qando ho ritenuto che fosse al posto giusto, sono ritornato a leccarle la patatina e ho iniziato a gonfiare il bardex lentamente. Uhh! basta basta sembro piena! Mi preme dentro! Che fastidio!. Bene : "altri due colpi!" "Bastaaa!" Ritenuto fosse "cotta" le ho detto : Adesso vieni sopra di me. Si è impalata quasi di corsa, e dopo averla omaggiata con un altro colpo ha iniziato ad urlare e tremare per diverso tempo e ad emettere una densa schiuma bianca dalla patatina. Siamo venuti insieme molto intensamente, ma lei ha avuto diversi orgasmi multipli. Le altre due erano sparite, si sentivano dei gridolini in salotto....Alla fine il match è praticamente finito lì. Alle altre due ho detto: In tre con un solo uomo è un casino... Allora la prosima volta porta un amico carino! Va bene! Siamo rimasti d'accordo di ampliare il sodalizio e di vederci dopo due settimane. (In verità è stato l'ultimo perchè poi io avevo trovato di meglio e più vicino).
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16 anni fa
drplaisir2,
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Ultima visita: 15 anni fa
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Un incontro clinical a sorpresa
Incontro a Torino.: Il contatto era avvenuto casualmente con Lei su una noto sito di dating. All'inizio solite schermaglie via messaggio, poi via chat su msn. Sembrava una persona di una certa riservatezza, poi piano piano si è schiusa a certe confidenze, certi desideri. In foto era carina, un po' sovrappeso, età sui 35 anni, bel seno, appena separata e senza figli. Mi ha chiesto un appuntamento in un bar di Torino. Ci siamo trovati e abbiamo parlato di varie cose. Non mi sembrava molto convinta a provare una seduta di gioco del dottore. Siamo rimasti d'accordo che io sarei andato a casa sua la domenica seguente e ci siamo scambiati i cellulari. Dal vivo era decisamente meglio che in foto. Il sabato l'ho chiamata e mi ha detto di andare da lei alla domenica, mi ha detto: "sono un po' indecisa e spaventata" Le ho risposto: "se non sei convinta lascia perdere" Ma alla fine ha detto "mah.. proviamo..." Così la domenica seguente sono arrivato a casa sua e con immensa sorpresa l'ho trovata con una amica. "Sai non si sa mai, non mi fidavo" Le ho risposto: "Non importa, ma la tua amica?" "Mah! Si mette di là a guardare la tv..." Va bene! Ho detto. Quindi siamo andati in camera sua è io mi sono spogliato ed indossato il camice, lei si è spogliata nuda, come le ho richiesto, e ha indossato un microperizoma che le ho dato io. L'ho aiutata ad annegarlo nel solco posteriore e tra le grandi labbra, poi le ho massaggiato con un dito guantato l'interno dela vagina finchè si è bagnata e le ho inserito due palline vibranti e rimesso a posto il perizoma dicendole: "adesso aspetti che ti chiamo in bagno". Sono andato in cucina a prendere l'acqua bollita allungata con camomilla e ho preparato una peretta da 250 cc provvista di una cannula con oliva in punta (tutto materiale nuovo ovviamente). Poi dopo averla preparata, l'ho fatta venire in bagno. "Adesso ti levi il perizoma e ti metti a 90 gradi a gambe larghe" Un po' indecisa lo ha fatto. Le ho lubrificato l'ano e inserito solo all'inizio la cannula e praticato un lavaggio di pulizia. Dopo un po' le ho ordinato di svuotarsi e di rimettersi nella posizione di prima. Questa volta le ho inserito la cannula quasi in profondità lentamente, fermandomi e massaggiandole il clitoride. Ad un certo punto mi ha detto "Mi fai venire così, mi da fastidio dentro" "Abbi pazienza" E ho spinto la cannula tutta in fondo (18 cm di tipo morbido e non tanto grossa), facendole altri 250 cc e nello stesso tempo accellerando il massaggio del clitoride. Ha iniziato a sussultare e rilasciare abbondanti spruzzi di liquido vaginale. Era venuta in modo bestiale. Nel frattempo, senza accorgemi, l'amica ci stava spiando dalla porta del bagno.....e mi ha detto con sguardo ironico "Senti voglio provare anch'io.." Va bene! Ma non ho anche il materiale per te, mi sono rimaste solo due cannule monouso da 30 cm." Ci arrangiamo, ha risposto. Detto fatto le ho detto: "Spogliati nuda e vai ad aspettarmi sul letto." Poi dopo aver detto alla prima "Bene, Ti tolgo le palline e poi lavati" e vieni da noi fra 10 minuti" Mi sono lavato e cambiato i guanti e ho raggiunto la nuova paziente con la quale ho iniziato una stupenda leccata del clitoride scartando nel contempo una delle due cannule e dopo averla lubrificata l'ho penetrata nell'ano molto lentamente, sempre leccandola. Ha inizato subito a bagnarsi e gemere gridando "basta basta" No! deve entrare tutta le ho risposto" E così ho fatto E' venuta miagolando come un gatto in calore. Poi mi ha apero il camice e ha iniziato a farmi un bel pompino. Nel frattempo è arrivata l'amica che visto il "mister" pronto ha detto: "Tocca a me" E così è stato, una splendida cavalcata, lei sopra io sotto e l'amica sopra la mia faccia che si faceva leccare una splendida patatina umida e ben bagnata. Abbiamo continuato a giocare un po' e quindi ci siamo rimessi a posto. Prima di congedarmi mi hanno detto "Ti aspettiamo la prossima settimana". E così è avvenuto, solo che andando la seconda volta ne ho trovate ben tre di amiche! Il seguito la prossima volta..
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16 anni fa
drplaisir2,
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Ultima visita: 15 anni fa
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2 cazzoni x mia moglie
Un pomeriggio di settembre io e mia moglie decidiamo di andare al mare, a Lido di Dante. Raggiungiamo un posto fra le dune un po’ isolato, ci mettiamo a prendere il sole, dopo 10 minuti 2 singoli si vengono a mettersi a circa 15 metri da noi e nudi si mettono a prendere il sole. Mia moglie di solito così pudica incomincia a sbirciarli, questi se ne accorgono e cominciano a toccarsi. Incredulo vedo mia moglie che si toglie il reggiseno e le mutandine e si mette con la figa ben esposta ai loro occhi, loro molto sfacciatamente incominciano a masturbarsi, i loro cazzi sono in piena erezione e uno di loro ha proprio un cazzo grossissimo un grosso salame di circa 25 cm con una cappella come un arancia.
Vedo che mia moglie piano piano allarga le gambe e mostra ai due la figa aperta e tutta bagniata di secrezioni.
Uno dei maschi, quello col cazzo grosso si avvicina , si presenta e cominciamo a parlare, lei è turbata risponde a monosillabi è tutta rossa e non riesce a distogliere lo sguardo da quel cazzone che visto da vicino è impressionante. Il tizio dice che hanno un camper parcheggiato vicino alla nostra auto e che cercano
coppie e che avrebbero pagato Anche 300 € x potersi divertire con noi .
Io guardo mia moglie sicuro che lei rifiuti invece lei non dice niente si limita a guardarmi e ad aspettare,
io allora decido di lasciare scegliere a lei e dico a lui che quando saremmo tornati
All auto se avremmo accettato saremmo saliti sul camper. Loro se ne sono andati e noi ci siamo avviati verso la nostra auto. Io le ho detto che decidesse lei e che però sapesse che se avesse scelto di salire sul camper doveva essere disposta a tutto dato che sarebbe stata pagata. Raggiunta l’auto mia moglie dopo avermi guardato si dirige verso il camper, entriamo e dentro sdraiati sul letto ci sono loro che ci aspettano nudi e visti da vicino in piena erezione soprattutto quello con cui abbiamo parlato comincio a temere x mia moglie.
Lei si avvicina, allunga una mano su quel cazzo che l’ha fatta capitolare e lentamente comincia a scapellarlo e a masturbarlo, i due gli mettono le mani sotto la gonna le tolgono le mutandine ( chissà perché le ha messe poi) la spogliano nuda e così in piedi si attaccano con le bocche ai suoi capezzoli poi la fanno sdraiare sul letto e uno di loro Incomincia a leccarle la figa. Uno di loro mi indica il comodino dove sopra ci sono le 300 ,€
e due certificati dove risultano negativi al test hiv sono più tranquillo mia moglie intanto viene rumorosamente e prendendo in mano il cazzone se lo struscia nello spacca
della figa bagnatissima, quello spinge e piano piano la cappella si fa strada in quella ferita rossa e gonfia , con un ultimo colpo di bacino è tutto dentro, mia moglie emette un sospiro che è quasi un lamento apre la bocca quasi a cercare l’aria e l’altro subito gli mette il suo cazzo in bocca e comincia a pompare. Mentre l’altro le pistona la figa lei gode subito seguita dal cazzone che con una spinta poderosa si pianta fino in fondo alla figa e comincia a sborrare, anche l’altro quando lei apre la bocca per gemere glielo spinge tutto in gola e sborra. Si staccano da lei e la posso vedere: tutta spettinata, un rivolo di sborra le sta colando da un lato della bocca e la figa è tutta aperta e inzuppata di sborrache fuoriesce perché ne è entrata troppa.
Dopo 10 minuti di calma il singolo col cazzone incomincia a toccarle il culo e mi dice che vuole incularla, lei mi guarda implorante e poi capito che io non posso e non voglio fare niente docilmente si mette alla pecorina, lui mi da una crema e avvicina il cazzo al culo , io prima ungo il culo a lei poi ungo il cazzo a lui,
sono quasi preoccupato x mia moglie e quando la cappella si appoggia al buco lei comincia a gemere io allora glielo guido e lui a piccole spinte e a fatica fa entrare la cappella lei lancia un urlo e poi si calma ma io so che non è finita, ne deve entrare ancora più della metà.Il cazzone comincia a spingere piano piano, lei docilmente e con le lacrime agli occhi lo lascia entrare si lamenta dice di smettere che non ce ne sta più però quando il cazzone con un ultima spinta entra tutto lei lo lascia entrare, l’altro gli presenta il cazzo
davanti alla faccia lei apre la bocca e lo ingoia tutto. Presa così sembra essere allo spiedo , uno
la incula dandole delle spinte tremende l’altro la chiava in bocca spingendoglielo tutto in gola.
Mia moglie comincia a godere, quello dietro con una spinta fortissima glielo affonda tutto nel culo e gode riempiendola di sborra anche l’altro con un ultima spinta gli si pianta tutto in gola e sborra costringendo mia moglie a ingoiare quello che non riesce a sputare. Quando il cazzone le esce dal culo e vedo la sborra che comincia ad uscire dal buco aperto mi chiedo quanta gliene avrà messo dentro. Poi lentamente la rivesto le pulisco la bocca dalla sborra che è fuoriuscita e poi l’aiuto a infilarsi le mutandine
mentre il culo ancora aperto lascia uscire un rivoletto di sborra che le cola sulle cosce fino al ginocchio, l’aiuto a scendere dal camper e a salire in macchina e ci avviamo verso casa. È stata tre giorni con dei problemi per sedersi e non ne abbiamo più parlato neanche fra di noi e volete sapere la più bella: mi sono dimenticato i soldi sul comodino ho dovuto tirarli fuori dal mio portafoglio ma non mi è dispiaciuto.
Mi piacerebbe ripetere l’esperienza e credo che anche mia moglie non si tirerebbe indietro
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16 anni fa
calan,
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Ultima visita: 16 anni fa
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L\'amante
Il taxi veloce e discreto che l’aveva prelevata a Malpensa la lasciò esattamente di fronte al cancello in acciaio, perfettamente lucido e ben tenuto. All’interno si poteva vagamente intuire uno splendido giardino.
“Tutto questo non ha senso”
si disse Raf, appena ebbe pagato il tassista frettoloso. Solo un paio di ore prima era a casa sua, nella sua comoda e tranquilla vita di sempre.
Però spinse il campanello con decisione, lisciandosi la sottile camicetta di seta beige che si era sicuramente sgualcita in aereo.
Il cancello che si apriva la fece sobbalzare.
L’interno era decisamente meglio di come se lo fosse immaginato.
Sapeva che era un ricco uomo di affari, ma della sua vita reale non sapeva praticamente nulla.
Di come vivesse, di dove abitasse, di cosa gli piacesse fare nel tempo libero, a parte andare a caccia di donne e scopare.
Entrò nell’enorme villa da un portoncino in legno e vetro satinato. Dava su di un salone grande come tutto il suo appartamento, arredato con mobili di design difficilmente confondibili, per lei.
I divani erano Le Corbusier, diverse sedie Macintosh attorno ad un tavolo Cassina in vetro e acciaio. Una chaise loungue, sempre Le Corbusier, ovunque erano sparsi mobili di Writgh e di altri architetti che avevano fatto la storia dell’arte mondiale, tutti riuniti in quel salone spettacolare.
Il tutto era condito da una serie di accessori di squisita fattura, oggetti etnici, ricordi di numerosi viaggi fatti attorno al mondo.
Non si notava l’assenza femminile in quell’arredamento, nonostante fosse una casa prettamente e tipicamente maschile.
Max spuntò fuori all’improvviso, come se si fosse materializzato dal nulla.
Sorrise felice alla sua ospite gradita.
Si rese conto che dal vivo era davvero come l’aveva sognata tante e tante volte.
Le andò incontro con le braccia tese, e le baciò le guance leggero come un soffio. Il contrasto strideva molto, era un uomo alto e possente, dallo sguardo un po’ rude, ma aveva dei modi estremamente garbati, esattamente come su msn.
Si guardarono a lungo negli occhi, era incredibile che dopo tutto quel chattare fossero davvero arrivati al punto di stare di fronte.
“Fatto buon viaggio?”
Oddio, anche la voce era imperiosa. Averlo di fronte un po la intimoriva.
Max se ne accorse al volo. Era uno che le donne le conosceva molto bene.
“Si, grazie”.
Raf continuava a starsene in piedi,impacciata. Max la invitò a sedersi in poltrona. Più la guardava e più sentiva che doveva trovare il tasto giusto per accenderla. Non doveva avere fretta. Lui non l’aveva mai, fretta.
Si sedettero uno accanto all’altra, sul costoso divano Cassina in pelle nero. La sensazione di fresco della pelle dette un brivido a Raf, ed i capezzoli si inturgidirono. Era facile vederli spuntare dalla camicetta di seta, nonostante il reggiseno.
Max le passò un polpastrello sopra uno di essi, e Raf lo guardò senza smarrimento. Aveva una luce strana negli occhi. Come se non avesse aspettato altro.
“Sto correndo?”
Max non era solito fare quel tipo di domande. Non uno come lui. Ma Raf era qualcosa che andava ben oltre le donne con le quali era stato finora.
“Non dire cazzate – disse Raf rilassandosi – non sono venuta a Milano per fare conversazione”.
Gli occhi di lei si erano puntati nei suoi. Max era quasi a disagio, quello sguardo era talmente eloquente che sentì il cazzo esplodergli nei pantaloni. Fu li che capì come si sarebbe comportato, cosa avrebbe fatto, come si sarebbe mosso.
Le si mise a cavalcioni, e con le mani abili iniziò a sbottonarle la camicetta. Il reggiseno nero, di elegante fattura, conteneva a fatica lo splendido e generoso seno della ragazza.
Le passò le braccia dietro alla schiena per sganciarlo. Nel farlo il suo viso si avvicinò a quello di lei, e decise di baciarla. Lui non amava baciare le donne, era un passatempo troppo da ragazzini, ma Raf se li meritava i suoi baci, lo sapeva bene.
Mentre con le mani sganciava il reggiseno, posò le labbra su quelle di lei.
Raf rimase colpita da quel bacio, mai se lo sarebbe aspettato. Rispose con foga, aprendo la bocca eccitata e cercando con la lingua le profondità della bocca di lui. Max sospirò e le fece scivolare il reggiseno lungo le braccia. Si staccò dal bacio solo per guardarle i seni.
“Avevo visto giusto – disse con la voce già rotta dall’eccitazione – li immaginavo meravigliosi e avevo proprio ragione”.
Max si abbassò per succhiare un capezzolo, e con la lingua compose piccoli cerchi e tocchi, e lo morse e lo succhiò avido. Raf mugolava piano, la sentiva già sciogliersi tra le sue braccia.
Passò all’altro capezzolo, succhiandolo con forza, e non dimenticandosi dell’altro che continuò a torturare con le dita.
Durò poco l’abbandono di Raf al piacere. Max sentì le sue dita gentili sfilargli con forza la maglia per lasciarlo a torso nudo.
Aveva un bel fisico, possente e molto ben tenuto.
Profumava di uomo sano e pulito. Eccitato.
Raf gli addentò una spalla, e gli succhiò la carne soda delle braccia.
Era già molto eccitata.
Max scese velocemente lungo la pancia, e le sganciò i pantaloni, facendoglieli scorrere lungo le gambe.
Aveva un paio di slip di tulle color carne, e quando le aprì le gambe con le mani si accorse che il tulle era trasparente e bagnato.
Max aveva paura di parlare. Aveva detto solo poche frasi ed erano già a quel punto.
Lui adesso era inginocchiato di fronte al divano, e Raf, ormai nuda se non per il trasparente slip, era seduta con il sedere in avanti, e le cosce aperte. Max infilò un dito sotto gli slip, facendosi appena largo tra le pieghe umide. Raf lo guardò vogliosa.
“Sai come farmi cedere, vero Max?”
Lui rise. Sfilò il dito e lo succhiò con piacere.
“Saprò farti fare cose che neppure immagini, tesoro”
detto questo le sfilò gli slip. Era rimasta vestita anche troppo.
Le allargò con le mani le cosce, e abbassò la testa sulla fica.
Il profumo che emanava era molto promettente.
Con le dita si fece spazio tra le grandi labbra, e le leccò il clitoride tenendo la lingua rigida e a punta.
Ci vollero pochissimi istanti perché Raf gridasse di un piacere forte e desiderato.
“Siiii, cosi, non fermarti”.
Continuando a leccarla con un ritmo blando, le infilò un dito dentro, trovandole subito il bottoncino. I gemiti si fecero ancora più forti.
Le dita diventarono prima due, poi tre. Tentò di infilare anche il quarto ma si rese conto che non era così allenata.
Mosse le dita con forza, mentre continuava a leccarle il clitoride. Si rese conto che era già molto vicina all’orgasmo.
Sfilò le dita e ritirò la lingua, lasciandola ad un passo dal piacere, e solo con l’aiuto del suo lubrificante naturale le infilò due dita nell’altro buco.
Era già abbastanza allenato, lo sapeva.
Raf tirò su il bacino per aiutarlo nell’operazione, così mentre Max le muoveva con forza le dita nel culo ricominciò a leccarle il clitoride.
Le urla di piacere si fecero di nuovo forti.
Raf gemeva, riversa sul divano di pelle nera, mentre Max sentiva il cazzo scoppiargli nei pantaloni.
Solo un orgasmo, si disse, mia bella e dolce troietta, e poi mi servirai a dovere.
Decise di accelerare i tempi.
Insieme alle dita nel culo aggiunse tre dita nella fica, e con due colpi di lingua sul clitoride la sentì arrivare di un orgasmo fortissimo. Continuò a leccarla e a muovere le dita finché non la sentì arrendersi.
Si allontanò da lei per guardarla. Aveva perso l’aria innocente. Adesso, così abbandonata e nuda, umida dei suoi stessi umori e del suo stesso orgasmo, era esattamente come l’aveva sempre sognata.
“Sei un lurido bastardo – disse sorridendo sensuale – mi hai fatta davvero morire. Mi sa che dovrò darmi da fare per compensarti”.
Detto questo si alzò in piedi e lo invitò a prendere il suo posto.
Gli si inginocchiò ai piedi, e gli sganciò i pantaloni gonfi.
Quando gli ebbe abbassato anche le mutande Raf si ritrovò faccia a faccia con un cazzo di dimensioni così notevoli che non ne aveva mai visto uno.
Max sapeva che le donne facevano facce strane quando gli vedevano il cazzo per la prima volta, ma Raf ebbe un guizzo di gioia quasi comico.
Lo prese tra le mani e lo accolse in bocca gustandolo come un dolce tanto atteso. Max capì fin da subito che Raf lo avrebbe fatto divertire.
La sua novellina71 non era affatto novellina. Gli succhiò con tale foga la cappella da fargli quasi male, ma il piacere fu incredibilmente forte. La vide staccarsi, e tirare fuori la lingua. Gli leccò tutta la lunghezza dell’asta, e rimase a lungo a giocare con la punta della lingua sulla cappella.
Max la guardava estasiato.
Non era mai stato un problema, per lui, trovare qualche troia di passaggio che gli facesse un bel pompino, ma poche volte aveva visto quella devozione, quel piacere innato nel farlo. Gli era venuta voglia di leccargliela ancora, ma decise che voleva godersi un po lo spettacolo.
Raf lo prese di nuovo in bocca; le dimensioni erano così notevoli che prenderlo tutto era impossibile, ma si impegnò ed usare anche le mani per coprirglielo tutto. Succhiava in modo preciso e costante, aiutandosi con le mani. Max le appoggiò la mano sulla testa, e sentirla muovere lo fece godere ancora di più.
Quando si rese conto di essere quasi al limite le allontanò la testa.
“Finiscimi con una sega, tesoro – le disse roco col sorriso sulle labbra – voglio vederti ubbidiente”.
Raf continuò con le sole mani, e ben presto un caldo fiotto di sborra finì sulla pancia e sul petto di Max.
“Adesso sai che fare”
E Raf si chinò per leccarlo senza neppure replicare.
Assaporò con gusto il seme di Max, era salato e aspro, ma gradevole.
Quando ebbe finito di leccargli pancia e petto, Raf era di nuovo estremamente eccitata.
Max si alzò subito, come se l’orgasmo non avesse lasciato segni su di lui, e le tese le mani.
“Voglio andare in camera, tesoro – le disse – i miei giocattolini li tengo di la”.
In camera, dove troneggiava un bellissimo letto Flou in legno wengè, c’erano molte candele accese, alcune profumate, e l’atmosfera era incredibilmente eccitante.
Max si diresse sul comodino a lato, ed aprì un cassetto pieno di aggetti sessuali di tutti i tipi.
“Adesso ti esibirai per me per farmelo tornare in tiro, ok? Scegli cosa ti piace di più di tutta questa roba”.
Trovò uno stimolatore uguale a quello che aveva anche lei a casa.
Max si inginocchiò sul bordo del letto, lei gli si stese davanti spalancando le gambe e guardandolo eccitata.
Prese il giocattolino e lo penetrò a fondo nella fica bagnatissima.
Max deglutì. Aveva già voglia di entrare in lei. Il suo cazzo cominciava già a dare segni di vita, ed erano passati pochi minuti.
Lei accese con il tasto la vibrazione ed appoggiò la parte zigrinata al clitoride. Il piacere arrivò forte, soprattutto per lo sguardo eccitato di Max che la guardava masturbarsi.
Gemette un po’ più forte del necessario, e lo guardò vogliosa mentre si masturbava con quell’aggeggio infernale.
Arrivò in pochissimi istanti, aveva messo la vibrazione al massimo e lo sguardo eccitato di Max che la guardava l’aveva eccitata furiosamente.
Decise di aspettare qualche istante prima di ricominciare, e le si stese accanto. Raf gli si accoccolò contro, e lui le cinse la vita con le braccia.
Averla li a disposizione era veramente bello.
Sapeva che lei si aspettava molto da quell’incontro, perché aveva dovuto affrontare tante cose per quei due giorni di sesso.
Le baciò con dolcezza le labbra che avevano ancora il sapore del suo sperma. Le era grato per quella dimostrazione di ubbidienza che aveva fatto prima. Sapeva quanto lei odiasse leccare lo sperma.
“Quanto resti, tesoro?”
“Domani pomeriggio alle tre ho l’aereo per Pisa”.
“Ho tutto il tempo per farti davvero vedere chi sono”
“Vale anche per me. Io resterò la tua novellina, ma quando sarò uscita da qui voglio poter dire che ho fatto tutto quello che fanno le mie protagoniste”.
Max rise di gusto.
Le sue protagoniste.
Ne aveva lette tante di storie di Raf, alcune erano così hot che le aveva lette in compagnia di qualche calda compagnia per recitarle dal vivo.
Scriveva in maniera semplice e diretta.
Una volta gli aveva dedicato una storia per il suo compleanno, e al termine si era dovuto fare una sega dalla disperata eccitazione.
“Cosa ti aspetti davvero da me?”
“Voglio che tu mi faccia tutto quello che scrivo”.
Max fu felice di aver fatto quella chiacchierata in ufficio, quel mattino. Sapeva che Raf gli sarebbe stata grata.
Fu Raf a riprendere i giochi.
Cominciò a leccargli con dolcezza il collo e le spalle, a succhiargli i capezzoli, e quando arrivò al sesso lo prese di nuovo in bocca.
Lo succhiò per qualche minuto, avvicinandolo e allontanandolo a piacere dall’orgasmo, poi glielo imprigionò tra le tette, e cominciò a fargli scorrere il cazzo nel mezzo.
Lo spettacolo che gli offrì fece eccitare Max al punto di non ritorno.
Fu semplice e chiaro per entrambi che adesso era ora di smettere di giocare.
Max andò al cassetto e tirò fuori un doppio fallo.
Raf lo guardò sorridendo, tremando dall’eccitazione.
Mise un po’ di lubrificante sul fallo più piccolo, e la invitò a mettersi a quattro zampe. Lei si mise in posizione, tirando bene su il culo ed aprendo bene le cosce.
Max si concedette qualche secondo di panorama.
Aveva un culo fantastico.
La fica rasata di fresco era semplicemente uno spettacolo.
Offertagli così non poté fare a meno di leccarle prima la fica, e le infilò a lungo la lingua dentro, poi le leccò il secondo buco, usando saliva e lubrificante naturale finche non riuscì a penetrarla con la lingua stessa. Sentì la ragazza gemere ed implorare il suo nome, e la vide strusciarglisi contro il viso. La leccò ancora a lungo, aprendole con forza le natiche e penetrandola a fondo con la lingua nel buco secondario.
Non voleva farla arrivare così, ma si rese conto che ormai era vicina.
Così si staccò da lei e le dette una forte pacca sul sedere.
Raf sussultò al dolore della natica.
“Non volevo farti male a caso, tesoro – le disse con voce pacata – eri troppo vicina all’orgasmo”.
Detto questo prese di nuovo in mano il doppio fallo e la penetrò contemporaneamente nella fica e nel culo.
Raf non resistette a lungo al piacere. Si dimenò con forza, gridò e gemette a pieni polmoni. Per completare l’opera, Max si stese ed infilò la testa sotto il bacino, in modo da avere la possibilità di leccarle il clitoride.
Il piacere scoppiò violento, e mentre arrivava contemporaneamente dal clitoride e dal culo, sognò di essere con tre uomini diversi, e che tutti e tre la stavano scopando.
Le ci volle qualche minuto per tornare in se.
Max si era steso accanto a lei, e la osservava respirare affannata, stesa sul ventre, con le gambe ancora aperte.
Raf sentì una mano accarezzarle dolcemente il viso.
L’orologio sul comodino le fece notare che stavano facendo sesso da due ore. Si girò e si stese di schiena. Il seno le si abbassava ed alzava ritmicamente.
“Sei stato magnifico, Max. Mi hai fatta letteralmente andare fuori di testa”
“Tu ti stai concedendo a me completamente. Sei tu la magnifica”.
Detto questo le si stese sopra.
Aveva l’impellente bisogno di scoparsela. Non aveva ancora deciso se l’avrebbe scopata dal culo o no, ma quando l’aveva leccata aveva sentito un culetto ancora poco sfruttato. Sinonimo di piacere forte e sicuro.
“Che ne dici se adesso mi godo un po’ il tuo culo?”
Raf sorrise. Averlo addosso era veramente eccitante e bellissimo.
Max era un uomo estremamente dolce e gentile, ma aveva un’esperienza in campo sessuale da far impallidire chiunque. Sembrava impossibile, ma lui sapeva sempre cosa fare, quando fare, dove e come premere, come e quanto leccare. Ma soprattutto conosceva sempre la donna che aveva davanti.
E Raf era una di quelle che preferiva.
Era la classica donna alla quale piace il sesso, in tutte le sue forme.
Suo marito non l’aveva saputa sfruttare, la sua possibilità.
Adesso toccava a lui premere i tasti giusti ed ottenere tutto.
Perché, sapeva bene, che gli avrebbe concesso tutto.
Prese il lubrificante e lo mise sul culo di lei, poi le prese le gambe sotto le ginocchia e se la avvicinò.
Senza quasi aiuto delle mani la penetrò, infilando fino in fondo il suo cazzo nel buco più stretto.
Cominciò subito a sbatterla con forza, riuscendo a malapena a contenersi. Aveva il culo ancora stretto, che lo riempiva di piacere.
D’altra parte per Raf avere a che fare con un cazzo così grosso era magnifico. Si sentì completamente riempita per un buon po’, finché non si rese conto che avrebbe dato qualsiasi cosa per averne uno anche davanti. Senza minimamente vergognarsi sussurrò
“Ti avanzerebbe mica qualche vibratore per scoparmi anche la fica mentre ti dai da fare col mio lato B?”
Max sorrise deliziato dalla richiesta.
“Vuoi finalmente una doppia come dici tu? Cazzo vero in culo e vibro in passera? Lo sai che non chiedo altro che accontentare tutte le tue richieste, tesoro”.
Senza prendersi la briga di uscirle dal culo, si avvicinò al cassetto e ne tirò fuori un vibratore di dimensioni ragguardevoli. Si fermò solo un istante, il tempo per penetrarla col vibratore, poi ricominciò a sbatterla con violenza, ed ogni colpo di bacino erano due colpi per Raf, due piaceri forti che si mischiavano.
Il volto di lei era sfigurato dal piacere, poteva quasi toccarli i sogni che stava facendo.
“Lo so che sogni un altro uomo, con noi – disse lui gemendo – sogna pure, godi delle tue fantasie e dei cazzi che ti stanno scopando. Stasera ci sei tu al centro dell’attenzione. Goditela, tesoro, goditela”.
Le parole di Max la fecero arrivare all’orgasmo senza riuscire a trattenersi oltre. Dopo pochi minuti Max le scaricò completamente dentro il culo tutto il seme accumulato.
Di solito non premeva mai per fare una terza ravvicinata, ma quando tornò dal bagno con il sesso completamente pulito, si rese conto che, invece, quella volta avrebbe insistito.
Raf era ancora stesa sul dorso, le gambe spalancate e le mani adagiate sulla pancia. Aveva entrambi i buchi ancora dilatati, dal “lato B” come diceva lei, stava uscendo un filo di sperma. Max si chinò su di lei e glielo leccò via. A giudicare dal gemito non doveva essere passata nemmeno a lei la voglia.
“Che dici, ci facciamo una cenetta frugale?”
Raf annuì con gusto. Aveva giusto una discreta fame.
“Cucino per te?”
“Oh, no! Sei mia ospite, dolcezza. Tutto quello che devi fare per me è rendermi felice”.
La cena era già pronta, era tutta nelle pentole appoggiate sui fornelli.
Non si erano vestiti, e cenarono completamente nudi, seduti su degli asciugamani che aveva portato Max dal guardaroba.
La cena fu squisita.
“Non cucino io – disse Max – ho una domestica tuttofare, che oggi ha avuto una giornata di festa in più che non si aspettava… mi sono fatto fare cena per due”.
Dal frigo tirò fuori anche un ottimo dolce, che mangiarono con gusto.
Poi a Max, finito il dolce, venne voglia di panna.
Ne aveva una ciotola in frigo, perfettamente montata e zuccherata.
Tirò fuori la ciotola dal frigo e sparecchiò la tavola. Poi chiamò a se Raf e la invitò a sedersi sul tavolo di fronte a lui.
Raf si sedette sul bordo del tavolo, con le gambe ben aperte e le mani appoggiate dietro al culo, in modo da offrirglisi completamente.
Aveva appoggiato i piedi a due sedie appositamente messe a quello scopo.
Max la guardò in quella posizione, e sentì il cazzo fargli una impennata.
Avrebbe giocato ancora un po, con lei. Aveva ancora tanta voglia di insegnarle.
Prese un cucchiaio di panna e glielo stese su una spalla, poi gliela leccò voluttuosamente. Raf gemette.
Ne prese ancora un po, gliela posò su un capezzolo, e gliela leccò con la lingua, facendola roteare a lungo attorno alla punta turgida.
Raf sospirò ancora e gemette. Max capì che le piaceva.
Prese la panna con la mano, e gliela stese sui seni e sul ventre, per poi cominciare a leccargliela con devozione. Ogni centimetro di panna era un sospiro roco e profondo di Raf.
Max la fece stendere sulla schiena, col culo ancora sul bordo e le gambe ben aperte, e le spalmò la panna su tutto il sesso. Quando prese a leccargliela Raf gridò di piacere, un piacere forte ed intenso.
Gliela leccò a lungo, indugiando sul clitoride ormai gonfio e rosso, e sulla fica bagnata e profumata. Max infilò tre dita dentro e le mosse con forza.
“Adesso di cosa avresti voglia?”
Raf cercava di trovare il modo di parlare tra un gemito ed un altro, ma non era semplice con tre dita che la scopavano ed un altro dito di un’altra mano che le stuzzicava il clitoride.
“Adesso scopami – disse perentoria – voglio sentire quanto davvero è grosso il tuo cazzo dentro la mia fichetta poco allenata”.
Max la prese per le gambe e con un unico colpo forte e secco la penetrò fino in fondo. Restò qualche istante fermo, sentendo il sesso di lei avvolgerlo come un guanto. Era eccitatissima eppure la sua fica era davvero stretta. Quella era una piacevole scoperta.
La tenne per le gambe, e cominciò a sbatterla con decisione, scopandola con forza e determinazione.
“Si, così mi piace, tesoro – disse Raf gemendo – voglio sentire un cazzo vero che mi scopa forte, che mi vuole davvero sbattere, siiiiii”.
Max godeva nel sentirla parlare, nel sentirla godere e lasciarsi completamente andare.
“A me piace sbatterti, come si sbattono le vere donne, quelle donne che vogliono godere e che vogliono scopare”.
“Si tesoro, scopami, scopami, scopami con il tuo fantastico cazzone, ti prego non fermarti mai”.
Max doveva davvero far forza per non avvicinarsi troppo, tra la posizione fantastica per cui vedeva il suo cazzo affondare dentro di lei, la fica stretta che lo massaggiava meravigliosamente, le parole infuocate di Raf… tutto complottava per non farlo resistere a lungo.
“Vorrei poterti sbattere per sempre, tesoro, vorrei non uscire mai da questa fica, vorrei poterti far godere ogni minuto della tua vita”
“Fammi godere adesso, tesoro, fammi sentire che uomo sei, come scopi e come sbatti le tue donne, perché anche io adesso sono la tua donna”.
Max aumentò ulteriormente forza e velocità delle spinte. Il tavolo era fortunatamente un massiccio e pesante tavolo in legno.
Raf si sentiva piena di lui, delle sue attenzioni, delle sue parole, del suo cazzo grande e del modo unico in cui lo usava.
Senza rendersene conto arrivò all’orgasmo. Lo guardò stupita, non le era mai accaduto, per arrivare era sempre dovuta ricorrere al clitoride. Era la prima volta che arrivava all’orgasmo con una scopata.
Max si accorse del breve smarrimento della sua compagna.
“Basta avere pazienza, piccola, e tutto si risolve, come vedi”.
La sbatté sul tavolo di cucina ancora a lungo, facendola arrivare altre due volte, poi alla fine decise di arrivare anche lui, e decise di arrivarle dentro. Non era una cosa che faceva spesso, a lui piaceva eiaculare sulle tette delle sue donne, ma Raf meritava un trattamento migliore.
Lasciò che ogni goccia del suo sperma si depositasse nella sua fica, poi la abbracciò stretta.
“Sei meravigliosa, Novellina. Mi fai perdere la testa”.
Tornarono in camera, e dopo essersi entrambi lavati si coricarono.
Max si sentì abbracciare nel buio.
“Mi mancherai moltissimo”
“Lo sai che ci sono dei limiti che non possiamo superare”
“Lo sappiamo entrambi, ma in questi due giorni i limiti non ci sono. Ci saranno dopo”.
“Sei tu quella che ha problemi, io sono libero”.
“Io non ho problemi. Io ho famiglia, e lo sai. Sai che amo mio marito e mia figlia, che amo la mia famiglia e tutta la mia vita”.
Max annuì nel buio.
L’ennesima donna sessualmente insoddisfatta.
Uomini disattenti, poco inclini a perdere tempo a guardare un film porno col la propria moglie, o a comprare qualche gioco erotico od un capo di biancheria speciale. Forse con una donna accanto a vita si sarebbe comportato anche lui così, ma lui per scelta non voleva una sola donna. Lui voleva essere libero di potersi scopare chiunque avesse voluto.
Con Novellina le cose erano sempre state un po speciali.
“Sai che nemmeno io potrei amarti…”
“E’ per questo che ho deciso di venire. Volevo che fossi tu, e nessun altro”
“Lo avevi sempre detto che se tu avessi voluto fare una scappatella avresti scelto me. Ma mi spieghi cos’è accaduto?”
Raf rimase un attimo in silenzio.
“Non ti deve interessare. Adesso sono qui. A tua disposizione fino alle tre di domani. Questo è tutto quello che saprai”.
“In ogni caso grazie della fiducia che mi hai dimostrato venendo qui. Potevo essere un qualsiasi cialtrone che ti ha raccontato un sacco di bugie, e ne hai incontrati tanti di questo tipo, in chat”
“Io sapevo che tu non eri così. Io ti voglio bene, Max, te ne voglio davvero. Te lo dissi che io non riesco a scindere sesso e sentimenti, e che io fondamentalmente scopo con la testa e col cuore… se non provassi affetto per te non mi sarebbe mai riuscito neppure bagnarmi”
Max si girò e la abbracciò. Se la stese sotto il suo corpo, e le accarezzò con dolcezza la curva dei seni e l’incavo del collo.
Era di nuovo in erezione. Aveva di nuovo voglia di scoparla, quella volta però non era solo sesso. Quella volta anche lui avrebbe scopato col cuore. Le allargò le gambe con le ginocchia, e la penetrò con dolcezza.
Raf lo accolse abbracciandolo e baciandolo a lungo sulle labbra.
Fecero qualcosa che non fu sesso, ma non fu nemmeno amore.
Fu un atto di tenerezza estrema, dove il piacere fisico si sciolse con il piacere morale, col la vicinanza, con la complicità e l’affetto.
“Sono felice che tu domani vada via” disse Max ancora dentro di lei, anche se ormai era arrivato da qualche minuto.
Il cazzo gli era ormai tornato piccolo e probabilmente, per quella sera, dopo la quarta volta, avrebbe preteso riposo assoluto.
Raf continuava a passargli le dita sui muscoli della schiena.
A quelle parole si irrigidì.
“Cosa significa?”
“Significa che potresti essere una donna per la quale potrei perdere la testa. Che se tu rimanessi a lungo a Milano probabilmente mi potrei innamorare di te”.
“L’amore tra di noi non era compreso”
Max rise di gusto
“L’amore non è mai compreso e mai gradito, almeno per me. Per questo ti dico menomale vai via”.
Rimasero uniti e si addormentarono poco dopo, scivolando ognuno nei propri sogni.
Il mattino dopo Raf si svegliò da sola nel grande letto dalle lenzuola rosse di seta. Si godette il fresco contatto della stoffa sulla pelle nuda, e si scoprì già eccitata al solo pensiero che Max era in quella stessa casa.
Si stiracchiò dolcemente, poi scese dal letto. In terra trovò un paio di deliziose pantofole di seta nera con ricami giapponesi, mentre in fondo al letto era stata deposta con cura una vestaglia in seta nera, con gli stessi ricami delle pantofole. La infilò direttamente sul corpo nudo, infilò le pantofole e si diresse in bagno, dove fece una lunga doccia.
Max non aveva mancato di farle trovare un accappatoio nuovo, ed un bagnoschiuma speziato al profumo di sandalo ed ylang ylang.
Ne uscì profumata e rinvigorita. L’orologio del bagno segnava le 8.30, il pensiero di avere ancora tanto tempo a disposizione non fece che eccitarla ancora di più. Mentre si lavava non aveva potuto fare a meno di concedersi un piccolo massaggio supplementare alla fica, senza arrivare.
Adesso, con la vestaglia di seta e le pantofole ai piedi, si incamminò nel corridoio che conduceva alla cucina. Ad ogni passo poteva avvertire l’aria che le passava sulla fica bagnatissima. Era sicura di aver fatto un favore a Max, quando avrebbe scoperto che era già pronta per lui.
Si affacciò alla cucina illuminata dal sole con sensualità ma si accorse che Max non era solo. Seduto ad un lato del tavolino, con una tazza di caffè di fronte, c’era un ragazzo.
Raf trasalì alla scoperta. Max le andò incontro, intuendo il suo stupore.
La abbracciò discreto e la baciò sulle guance.
“Questo è il mio braccio destro Federico. Lavora con me da cinque anni, ed è un ragazzo estremamente in gamba. Probabilmente sarà quello che mi darà una pedata nel culo quando sarò vecchio!”
Federico rise e si alzò per salutare Raf.
Era alto almeno quanto Max, con un fisico asciutto e muscoloso, messo in risalto da una maglietta bianca e nera aderente di D&G, ed indossava un paio di pantaloni a vita bassa che sottolineavano il culo perfetto.
Raf gli tese la mano, un po in imbarazzo dal pensiero di essere praticamente nuda di fronte ad uno sconosciuto.
Fede la guardò a lungo. Max lo aveva avvisato che non era una delle solite troie da monta, e che non era nemmeno una di quelle strafighe.
Era una bella donna, in carne, la vestaglia di seta conteneva a stento i suoi seni generosi ed i suoi fianchi. Una donna così Fede non l’aveva mai neppure sfiorata. Aveva avuto paura di non eccitarsi nemmeno, quando l’avrebbe vista. La descrizione che ne aveva fatto il suo capo era decisamente inferiore alla realtà.
Più che altro aveva un odore da far girare la testa. Quando le si era avvicinato aveva sentito subito che sarebbe stato estremamente facile e piacevole eccitarsi.
Raf si sedette, e Max le servì una colazione perfetta, cappuccino non bollente ed una sfoglia alla crema ancora calda.
Mangiò con appetito, accompagnata dalle chiacchiere frivole di Max e Fede, alle quali non partecipò più che altro per imbarazzo.
Fede era decisamente quello che si dice un bellissimo ragazzo.
Mai Raf aveva avuto a che fare con tipi così belli, se non per amicizia. Era una categoria che non si era mai potuta e voluta permettere.
Fede ogni tanto la guardava e le sorrideva con un certo calore, lei rispondeva abbassando lo sguardo e sorridendo.
Se non fosse stato per la presenza di Max, avrebbe pensato che Fede stava spudoratamente flirtando con lei.
Ma come poteva permettersi di fare una cosa simile con il padrone di casa presente?
Quando la colazione fu terminata, Raf si alzò e tornò in bagno, dove si lavò i denti e raccolse i lunghi capelli rossi in una semplice coda di cavallo.
Uscì dal bagno e fuori dalla porta trovò Federico che la stava aspettando, appoggiato alla parete. Le andò incontro e la prese per le spalle, per poi appoggiarla al muro e guardarla con attenzione.
Raf non ebbe il tempo di dire nulla che le aveva già sciolto il nodo della vestaglia, e la sua prorompente nudità venne allo scoperto.
Raf stava ansimando, per la sorpresa e l’imbarazzo.
“Federico, come ti salta in mente?”
Fu la voce di Max a risponderle.
Era improvvisamente spuntato dietro a Federico.
Raf per un attimo non riuscì a capire.
Poi fu chiaro.
“Gliel’ho dato io il permesso. Avevo voglia di vederti scopare con un altro uomo in mia presenza. Ti va? Se non vuoi hai solo da dirlo, tesoro”.
Raf guardò Fede, che le stava di fronte con uno sguardo chiaramente eccitato. Il tocco delle mani sulle spalle era forte e deciso. Probabilmente scopava bene almeno quanto Max.
“Si, mi va” disse in un soffio.
“Ho anche un’altra cosa da chiederti. Hai voglia di farti scattare delle foto? Voglio godermi lo spettacolo e potermelo rigodere”
Raf annuì, con la testa che le girava dall’eccitazione.
Aveva due uomini.
Insieme.
Fede le fece scorrere le mani lungo il seno ed i fianchi. La vestaglia scivolò lungo le braccia e si ritrovò nuda di fronte ad un perfetto estraneo. Era eccitata come poche volte era stata in vita sua.
Fede chinò la testa per succhiarle un capezzolo, mentre con una mano le afferrò con forza una natica.
Il fresco del muro a contatto con la schiena era l’unica cosa che teneva Raf nel mondo reale. Levò la maglia di Federico con un gesto perentorio, e con altrettanta passione gli sbottonò i pantaloni.
Glieli calò assieme ai boxer aderentissimi, liberando un cazzo di dimensioni pari a quelle di Max. Gli si inginocchiò di fronte ed accolse in bocca quel sesso sconosciuto, di quel ragazzo sconosciuto, mentre Max era tornato con la macchina fotografica ed aveva cominciato a scattare foto.
Fede grugnì di piacere al contatto della lingua. Era probabilmente una ottima pompinara, sapeva perfettamente come farlo godere, un uomo.
Lo fece arrivare velocemente, in pochissimi istanti, e si fece arrivare in bocca senza darsi troppi problemi.
Quando si staccò Fede la vide sorridergli.
Era indubbiamente una bella donna, eccitante e disinibita.
La condusse in camera deve la invitò a stendersi.
Max si sedette sulla poltroncina in fondo alla stanza, con la sua macchina fotografica al collo. Vedere Raf con un altro uomo gli piaceva moltissimo.
E Raf era evidentemente felice di farsi anche il suo braccio destro.
Fede le spalancò le cosce con le mani, ed ammirò la fica perfettamente rasata, già umida e rossa.
“Ti è piaciuto farmi quel pompino?”
Fede era incredibilmente diretto. Quasi più di Max.
“Si, mi è piaciuto molto”
“E ti è piaciuto farti arrivare in bocca?”
“Certo, l’ho voluto io”.
Raf fece scorrere lo sguardo sul corpo di Fede e vide che aveva di nuovo il cazzo in tiro. Gli era bastato veramente un nulla per eccitarsi ancora. I suoi tempi di ripresa erano incredibilmente brevi, al pari di quelli di Max.
Fede si girò verso Max, che non aveva ancora scattato nessuna foto in camera, e gli fece un sorriso eloquente.
Probabilmente non era la prima volta che scopavano la stessa donna insieme. Quel pensiero non fece altro che eccitare ancor di più Raf.
“Se vuoi scattare qualche bella foto avvicinati, adesso la faccio divertire”.
Detto questo Fede si chinò verso il sesso di Raf, e la annusò profondamente. Aveva un odore da far girare la testa.
Tirò fuori quanta più lingua poteva e cominciò a leccarla freneticamente. Max scattò diverse foto a ripetizione, e si rese conto che il suo cazzo gli stava esplodendo nei pantaloni.
Sentire Raf che gemeva e gridava di piacere con un altro uomo, di fronte a lui, lo eccitava da morire.
Fede si stava dando da fare come poche volte lo aveva visto fare.
Era molto selettivo, e non amava molto i preliminari.
Riuscire ad immortalarlo mentre si dedicava con tanta passione a leccare una fica era una vittoria anche per Max.
Raf gridò di piacere, ogni stoccata di lingua era ben dosata, della forza giusta. Fede si accompagnò con due dita nella fica, e cominciò a muoverle con forza dentro di lei.
I gemiti divennero grida. Fede sapeva esattamente cosa fare. La condusse all’orgasmo in pochi istanti, e continuò a leccarla finche non la sentì arrendersi al piacere.
Fede ormai era così eccitato da non riuscire neppure a pensare.
Aveva solo una cosa in testa, scoparla.
Attese pochissimi istanti, poi le si mise sopra e la penetrò con forza.
Max si avvicinò, e scatto a raffica foto del cazzo di Fede che entrava nella fica della sua amante.
Max era così eccitato che avrebbe già voluto partecipare.
Ma non era ancora arrivato il suo momento.
Sapeva che Fede aveva tempi di recupero migliori dei suoi, e che la sua migliore era la terza. Continuò a scattare, godendosi lo spettacolo unico che gli stavano offrendo in quel momento.
Fede lo stata stupendo sempre di più, stava scopando ben oltre le sue potenzialità. Gemeva con voce roca e maschia, e il fatto che Raf lo avesse afferrato alle natiche non sembrava affatto dargli noia. Anzi.
Max li guardò eccitato, si fece da parte facendosi forza, cercando di godere nel vedere un altro uomo che scopava la sua Novellina.
Fede le arrivò dentro. Max si congratulò dentro di se col ragazzo.
Aveva capito da solo che Raf non era di quelle da sborrata sulle tette.
Si alzò dal corpo della ragazza e si stese accanto a lei, che rimase stesa di schiena con le cosce ancora spalancate.
Max, a quel punto posò la macchina fotografica e si spogliò.
Raggiunse Fede e Raf sul letto, che si stavano ancora riprendendo dalla magnifica scopata appena conclusa.
C’era un patto preciso tra Max e Fede. Dovevano completamente ignorarsi. Erano entrambi estremamente eterosessuali, la sola idea di fare qualcosa tra loro li schifava al punto da fargli diventare il cazzo minuscolo. Solo che molte delle amiche di Max sognavano di essere scopate da due uomini contemporaneamente, spesso erano proprio loro a chiederglielo, e per caso aveva scoperto che Fede era uno che sguazzava benissimo nelle orgette a tre. Era un ragazzo giovane e molto bello, aitante, sportivo, molto pulito, con un bell’arnese a disposizione che sapeva usare molto bene. Inoltre aveva delle capacità di recupero degne di un ragazzo di 32 anni. Era accaduto ormai già una ventina di volte che si ritrovassero a fare una orgetta con una delle troie di passaggio di Max, una delle tante donne che erano passate dal suo letto.
Ma quella volta sapevano entrambi che c’era qualcosa di diverso.
Raf si ritrovò con i due uomini a fianco.
Non le ci volle molto per capire le intenzioni di Max.
Quante volte gli aveva detto che avrebbe voluto fare una vera doppia.
Con due cazzi veri.
Gliel’aveva servita.
Fede ormai era di nuovo in tiro, pazzescamente quella volta si era eccitato al solo pensiero di fare una doppia a quella splendida donna.
Le si avvicinò e la baciò a lungo sulle labbra. Aveva le labbra morbide e carnose, delicatamente profumate. Le succhiò lentamente una ad una, mentre sentì che Max agiva con la bocca da qualche altra parte.
Infatti la senti mugolare contro la sua bocca, e capì che Max la stava leccando.
Fede si staccò dalle labbra e cominciò a succhiarle i capezzoli turgidi, mentre Max continuava a succhiarle il clitoride.
Raf era in preda ad un piacere che rischiava di farla rimanere senza fiato. I due uomini si davano da fare su di lei, e lei era al centro dell’universo, in un turbine estremo di piacere e di lussuria.
Fu fede a staccarsi dai sui seni. Si stese sulla schiena e le prese una mano.
“Adesso, mia dolce amica, cavalcami per bene. Fammi vedere quanto sei brava a scoparmi”.
Raf gli montò sopra, e lasciò che il sesso di Fede le entrasse di nuovo dentro. La sensazione fu bellissima. Appoggiò le mani al petto muscoloso del giovane ragazzo, e si mosse con forza, in una cavalcata ai limiti del piacere.
Max la guardò scopare ancora col suo braccio destro. Poi gli si mise dietro, la abbracciò alla vita e le fece appoggiare le spalle al suo petto.
Raf ce lo aveva dietro, poteva sentire l’alito caldo di Max sulla sua nuca.
“Adesso faremo finalmente quello che hai sognato per tanto tempo, tesoro. Come vedi stai scopando con un ragazzo giovane con un cazzone notevole. Io invece entrerò nel tuo adorabile culetto, e ti scoperemo insieme, e ti arriveremo dentro insieme”.
Detto questo la fece stendere completamente sul corpo di Fede, che la accolse tra le braccia baciandole le labbra e succhiandole la lingua voluttuosamente. Max si era già coperto il sesso di lubrificante, così appoggiò la punta al culo di lei e lasciò che entrasse senza troppi problemi.
Il gemito arrivò subito, fortissimo, sensuale, caotico.
Era nel mezzo, con i due cazzi entrambi dentro di lei. I due uomini la stavano entrambi coccolando, in attesa che uno dei due cominciasse le danze. E fu proprio Max ad iniziare a muoversi, senza preliminari, cominciò subito a sbatterla con forza, come era abituato a fare, quasi con rabbia. Fede si mosse in controtempo, per compensare le spinte di Max.
Raf godeva di un piacere inaspettato e fortissimo, qualcosa di unico e speciale, un’esperienza difficile anche da vivere.
Arrivò dopo pochissime spinte, e gli orgasmi cominciarono a susseguirsi senza freni, prima dalla fica, poi dal culo, un crescendo di piacere che la stavano facendo gridare senza ormai nessun freno.
Fede si godeva la scena, il volto della ragazza era trasformato dal piacere, dal godimento estremo, dalla consapevolezza di quello che stava facendo.
Si godette il suo ruolo quasi passivo finche non riuscì più a contenersi, e le arrivò di nuovo dentro. Max le arrivò dentro a sua volta poche spinte dopo Fede. Quando si staccarono da lei Raf rimase qualche minuto stesa sulla schiena, completamente abbandonata e felice.
Aveva avuto la sua meravigliosa e desiderata doppia.
Max le si stese accanto, magicamente Fede svanì nel nulla.
“Sapevo di renderti felice, tesoro”
“Mi hai fatto un regalo stupendo”
“Difficile vedere una donna tanto appassionata, ma con la tua serietà”
“Lo sai che tutto sommato sono una brava ragazza”
“Il fatto che ti abbiamo scopata in due non rende te una cattiva ragazza, tesoro… ti rende solo diversa, più completa”
“Era quello che mi ci voleva, Max. Adesso potrò tornare alla mia vita di sempre con più serenità, perché so che donna sono adesso”.
“Ti piaci di più o di meno?”
“Adesso mi amo. Mi amo veramente. So di cosa sono capace, e provo un gran rispetto di me stessa”.
Max la baciò a lungo sulle labbra e poi sussurrò
“Adesso vattene, per favore. Non rimanere un minuto di più in questa casa. Se scopiamo ancora un volta non potrò mai più lasciarti andare via”.
Si baciarono a lungo, accarezzandosi e vicenda i corpi stanchi e sudati.
“Non dimenticherò mai questi due giorni, tesoro”.
Con quelle parole Max si alzò e si chiuse in bagno.
Raf si vestì in fretta.
Capì che non sarebbe riuscita a salutarlo decentemente.
Gli lasciò due brevi righe scritte ed uscì in fretta dalla casa. Non aveva neppure salutato Fede, ma sapeva che non sarebbe potuta rimanere un solo istante in più. Troppo coinvolti.
Max uscì dal bagno sospirando.
Trovò il biglietto appoggiato sul tavolo di cucina.
“Mi hai aiutata a capire, ad accettarmi, a sapere davvero cosa volere dalla vita. Non ti ringrazierò mai abbastanza, Max. Sarai per sempre il mio amante preferito”.
Max rise. Capì che non era un addio.
Fede sbucò dall’altro bagno.
Si era già rivestito.
“E’ andata via Raf?”
“Si giusto qualche istante fa”.
“Ti da fastidio se la corteggio un po in msn?”
“Perché dovrebbe darmi fastidio?”
“Perché lei è tua”
“E’ qui che ti sbagli. Lei non è di nessuno. Lei è di se stessa e basta”.
Max sospirò di nuovo.
Scrisse un indirizzo mail.
“Voi due state bene insieme. Vi ho visti scopare davvero bene. Secondo me dovresti provarci”.
Fede si mise in tasca il biglietto, proprio mentre Raf saliva su un taxi che l’avrebbe ricondotta a casa sua.
Con una consapevolezza nuova nel cuore.
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16 anni fa
bristol59,
48
Ultima visita: 15 anni fa
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Così la chimai ... 1/2004
Così la chiamai ... 1/2004 !
Eh si ... il 2004 è stato proprio un anno incredibile. Tutto cominciò un giorno qualsiasi, una mattina qualsiasi ... al bar dove di solito faccio ancora colazione. Le cameriere in quel periodo cambiavano spesso e in quel preciso momento erano tutte molto simpatiche e anche carine. Quella mattina una di esse, Carla, mi chiese mentre stavo pagando la colazione : “ ma tu sei sempre impegnato durante il giorno ? non ha mai del tempo libero ? “ ... e io risposi “ si in effetti lavoro tutto il giorno, ma se ne vale la pena .. il tempo libero lo trovo ! “ ... a quel punto lei mi porse la mano e mi disse: “ beh ... chiamami appena puoi e mi mise in mano un bigliettino con il suo n. di cellulare “ ... “ok dico io ... di sicuro ! “ Era una ragazza sui 25 anni ( io ne avevo 40 allora ) dal fisico snello, ben fatta, una seconda di seno, un fondoschiena però che “parlava da solo” come si usa dire ! ... il viso carino ma nulla di eccezionale, nel complesso comunque una bella ragazza. Le ragazze di quel bar lavoravano facendo i turni e proprio quel giorno Carla terminava alle 13, quindi il pomeriggio era libera. Ne approfittai subito e la chiamai,curioso com’ero di capire cosa volesse veramente. Non ci volle molto a capirlo,io sono un tipo che va subito al sodo ( non sono un uomo libero e purtroppo non ho tempo da perdere ) e lei era altrettanto decisa e sicura di se. Una telefonata che si svolse in pochissimo tempo, semplicemente con una mia risposta alla sua richiesta: “ domattina se sei libero, ti aspetto a casa mia alle 10, il mio moroso è via per qualche giorno per lavoro, abito a ... in via ...”e io dissi semplicemente “ok, a domani” e riattaccai. Organizzai il lavoro per il giorno dopo in modo tale da essere da lei all’ora stabilita e suonai il citofono, lei aprì senza nemmeno rispondere ( seppi dopo che mi aveva visto arrivare dalla finestra ). Sapevo già il piano a cui dovevo salire e presi l’ascensore ... arrivai davanti alla porta di casa che era socchiusa ... lei era lì ... che si intravedeva ... spinsi la porta ed entrai. Carla mi guardò subito con quel suo fare da porcella, mi buttò le braccia al collo e appoggiò le sue labbra alle mie ... io risposi immediatamente e le nostre lingue si intrecciarono in lungo e passionale bacio. Indossava ... no ... praticamente non indossava nulla ... nel senso che era nuda sotto un babydoll rosa trasparente ... le sue tette con i capezzoli duri e la sua passerina completamente depilata erano uno schianto ... le scarpe rosa con tacco 12 …ecco … solo a vederla così sexy il mio cazzo scoppiava nei jeans e non ne poteva più di esser lasciato libero ! ... Uno sguardo ancora da porcella e la sua mano scese sulla mia cerniera per aprirla ... nel frattempo era tornata a baciarmi ... estrasse il mio cazzo e s’inginocchiò per gustarlo tutto … cominciò col passare la lingua lungo tutta l’asta, poi su fino al glande … e li si soffermò facendo roteare la lingua … sempre usando solo la punta ! … io dall’alto mi godevo lo spettacolo di quella piccola troietta infoiata che mi stava succhiando alla grande il mio cazzo ! … a quel punto aprì la bocca e iniziò a succhiare, la sua bocca era calda e io godevo come non mai ! … abbandonò per un attimo il delizioso lavoro e mi slacciò la cintura, mi lasciò scivolare i jeans fino a terra … e qui non trovò altro che la mia nudità ( non porto intimo ) … si rimise all’opera e con le mani mi strinse i glutei … mi tirava a se ingoiando più che poteva il mio cazzo ! … un attimo ancora e si rialzò, mi strinse ancora e mi baciò … staccandosi poi si allontanò di poco e mi tolse la maglietta mentre io mi sfilavo del tutto scarpe e jeans … mi guardò ormai completamente nudo e disse “ … però … certo che sei messo bene ! ( a quei tempi ero davvero in forma, dieta perfetta e sport … e tanto sesso ) “ … e prendendomi per mano mi guidò verso la camera da letto. Qui provai una specie di senso di colpa perché sui comodini di fianco al letto, sfilavano fotografie di Carla col suo uomo … non è stato il massimo in quel momento … lei però mi buttò sul letto stesso e a quel punto mi scordai immediatamente di ciò che avevo appena visto. Passò le sue mani sul mio corpo e scese a prendere in mano il “suo” cazzo … stava diventando suo per farne quello che voleva … lo baciò,
ricominciò una pompa da professionista che portò il mio pene ad una dimensione e una consistenza che significava solo che il momento era arrivato … si perché a quel punto Carla mi cavalcò … montandomi sopra e guardandomi negli occhi mi disse: “ adesso ti rovino ! “ … si mise sopra, prese in mano il mio cazzo e scendendo piano piano se lo infilò tutto in fica ! … era un lago quella fica, bagnata, aperta e calda … a quel punto iniziai a muovermi dandole lenti colpi per abituarla piano piano a ciò che tra poco le avrei dato … lei muoveva lentamente il bacino, roteandolo sopra di me … io cominciai ad aumentare frequenza e potenza … i miei colpi erano sempre più possenti … lei mugolava di piacere … era un piacere sentirla godere … “ si … dai … godi … ti piace eh … !?!?! “ … e lei rispondeva semplicemente urlando sempre più forte … sempre più forte … fino a quando le detti il colpo definitivo e cominciammo a godere insieme … non riesco a descrivervi come mugolava … era un lamento sottile … miagolava come un gatto in calore !!! … e fu un’orgasmo incredibile per entrambi ! … alla fine ci accasciammo vicini per riprendere le forze. A quel punto chiacchierammo un pochino e dopo circa un quarto d’ora lei ricominciò a palparmi di nuovo … a baciarmi sul petto, a scendere con la lingua verso il suo oggetto del desiderio … arrivata al punto cercato si girò verso di me e mi disse: “ adesso te lo rimetto in forma perché io ho voglia ancora di scopare … e questa volta mi scopi tu … il culo però !!!
FINE PRIMA PARTE
Alla prox ragazzi, un bacio a tutte le lettrici.
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16 anni fa
thexvoice,
43
Ultima visita: 5 anni fa
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Che mugello
ciao ragazzi vi volevo raccontare la storia di alesia mia moglie con un gruppo di ragazzi al mugello.
sabato scorso abbiamo preso la nostra tenda e siamo partiti in tromba al mugello per il motomondiale, alessia era veatita piuttosto sportiva con una paio di pantaloncini corti attillatissimi che gli entavano fra la topa e il sedere una cosa eccitantissima, una maglittina aderente con mezze tette di fuori.
arrivati nella nostra postazione decidiamo prima di montare la tenda ma essendo nuova e non avendola mai montata ci da delle difficoltà.
visto che un gruppo di ragazzi facoltosi ci danno una mano nel montaggio prendiamo subito al volo l'occasione di conoscerci
erano in sei tutti ragazzi dai venticinque a trantacique
fatto conocenza vediamo insieme le prove dove noto i loro squardi posarsi sempre di più su alessia che su le moto.
arrivati alla fine serata invitiamo lora a bere qualcosa insieme con noi anche per un rigraziamento verso di loro per averci aiutato.
entriamo nella tenda prendiamo da bere e discutiamo sulle moto ma vedo che la cosa si capovolge subito facendo aprezzamenti verso alessia.
dopo una mezzoretta la troia di mia moglie essendosi osservata in maniera eccessiva inizia a stuzzicare io le dico che se non la smetti ti scopiamo ben bene rivolgendomo a loro vero ragazzi?
certo non se lo fanno dire due volte che lei le si spoglia davanti che loro se lo tirano fuori
due di loro avevano un cazzo veramente enorme che quando lo prende in bocca gli entra solo la cappella.
iniziano a leccarla a scoparla tutti addosso di lei gode come una troia che mi tocca a tapparle la bocca dagli urli .
il rasto fra qualche giorno
10
2
16 anni fa
admin, 75
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