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Uno-due
Brescia, Sabato, ore 15.30
Mi sono appena svegliata. E’ stata una serata impegnativa… I miei non ci sono, sono in montagna con amici. Sul cellulare c’è un messaggio di Paolo … mi dice di chiamarlo, che è urgente. Lo chiamo … Cristina è libera stasera … ha voglia di cazzi ed il suo lui sta organizzando … Ci penso un attimo, poi gli dico di si, che ci sono … sa che adoro le feste a casa di Cri … il problema è lo stomaco … reggerò? Il solo pensare allo sperma in questo momento mi da la nausea … forse ieri sera … stanotte … ho esagerato … non è sempre così il giorno dopo … solo quando esagero … ma d'altronde adoro esagerare … Mi dice che passa a prendermi sotto casa alle 10 e mezza … riaggancio. Come mi vesto stasera? Metterei il bustino nero, quello di ieri sera … ma è sporco di sborra … devo ancora sciacquarlo prima di portarlo in tintoria … quasi che mi vesto da strafiga … con il tubino nero … quello con lo spacco impegnativo … li faccio tutti secchi a presentarmi così … si, ho deciso: tubino nero, tacco 12 e piastra ai capelli …
Brescia, Sabato ore 22.25
Sono pronta … ho sentito Cri al cellulare … Paolo le ha detto di ieri sera … mi ha detto che lei adora gli uno-due … che le sarebbe piaciuto essere al mio posto per godersi ancora di più questa serata … mi ha caricata … mi ha fatto venire una tremenda voglia di cazzi … e anche di sborra … Pensare alla sborra ora non mi da più senso di nausea … mi sto eccitando … ho voglia di penderlo in culo … Paolo dice che se vado avanti così a 25 anni non mi basterà nemmeno la mazza da baseball per sentire qualcosa … fa’nculo ai 25 anni … manca ancora una vita …
Brescia, Sabato, ore 22.30
Apprezzo molto la puntualità di Paolo … esco in strada e vedo che c’è qualcuno in macchina con lui … è Cristina con Paolo, il suo Paolo, Paolo 2 … strano … come mai non ci aspettano a casa loro? Salgo in macchina, siedo sul divano posteriore vicino a Cristina, lei mi sorride e mi bacia sulla bocca … per un attimo ho sperato che avesse già la bocca piena … sarebbe stato sinonimo di quelle sorprese che adoro … invece …
Autostrada A4, direzione Venezia, sabato ore 23.15
Cazzo … come lecca bene la figa questo qui … Gli premo la faccia sulla figa, gli faccio capire che sto apprezzando … mugolo di piacere … Sdraiata sul sedile posteriore, attraverso la portiera spalancata, vedo Cri … sta sbocchinando due dei tizi contemporaneamente … le danno della troia … le ordinano di leccare i coglioni … mi sembra che ubbidisca … sono in estasi … dio come lecca bene questo qui … mi sta infilando la lingua in culo … gli urlo di continuare … ormai sono partita … guardo ancora Cristina … uno dei due che sta sbocchinando gode, capisco che le sta sborrando la bocca … urlo a lei di portarmi la sborra e dico al tipo di continuare a leccarmi il buco del culo … Cri fa per alzarsi ma l’altro la prende per i capelli e le rimette il cazzo in bocca mentre se lo mena … vuole sborrare anche lui … e sborra … Urlo ancora a Cri di portarmi la sborra e dopo 10 secondi la portiera dove ho la testa si spalanca … mi ritrovo a limonare con Cri … sento lo sperma invadermi la bocca … fantastico … ora lo voglio in culo … adoro avere lo sperma in bocca mentre mi pompano in culo … qualcuno stacca Cri dalla mia bocca … è Paolo, il mio Paolo … mi sborra in bocca … densa … abbondante … lo guardo negli occhi … spalanco la bocca e gli faccio vedere come sono piena … la giro con lingua … la faccio uscire dagli angoli della bocca e poi la risucchio dentro … poi bevo … il manico di Cristina sposta Lingua Esagerata e mi sborra sulla figa … lui può … sento la lingua di Cristina … Cri adora leccare la sborra da fighe e buchi del culo … e poi lecca divinamente … Mentre è a pecora, per metà fuori dalla macchina, Lingua Esagerata inizia a pomparla da dietro … io gli dico di pomparla in culo … Cri mi guarda e dal suo sguardo capisco che Lingua la sta già inculando … Lingua sussurra a Cri che sta per venire, lei ingoia la sborra che si è leccata dalla mia figa è gli dice di sborrarle in bocca … lui esegue, lei beve …
Dintorni di Venezia, Ristorante chiuso, Domenica ore 00.20
Scendiamo dalla macchina; sono assolutamente presentabile. Il rossetto è tornato impeccabile, il fondotinta leggero è perfetto, gli occhi sono a posto; unica traccia della sosta in autostrada sono tre macchie di sperma sul tubino. Cristina è messa un po’ peggio, non è riuscita a togliersi tutto lo sperma dai capelli ed il suo cappotto e pieno di macchie di sborra. Non mi sembra preoccupata … a dire il vero nessuno di noi lo è.
Sono ancora eccitata … in autostrada si è divertita di più Cri … vorrei avere qui Lingua Esagerata per sentire ancora la sua lingua nel mio buchetto … anche Cri mi ha leccata da dea … ho sempre più voglia di cazzo … Arriviamo davanti all’entrata di un ristorante. Dentro si vede accesa una luce, ma è tutto chiuso. Paolo 2 chiama qualcuno dal cellulare. Dopo 10 secondi un tizio apre la porta, stringe la mano a Paolo 2 … si conoscono … ci invita ad entrare … ci squadra … fissa le macchie di sperma sul cappotto di Cristina … lei gli sorride … lo conosce … cerca macchie anche su di me … sono nascoste dal giubbino … è carino … ha la faccia di uno che scopa bene … mi sorride … Paolo 2 fa le presentazioni … gli sorrido e cerco di fare uno sguardo da troia … ci invita a seguirlo. Il ristorante è su due piani … mentre scendiamo le scale comincio a sentire odore di sesso … Cri è davanti a me … entriamo in una sala con le luci soffuse … in mezzo alla sala tre materassi … su di uno una tipa bionda è impegnata in una doppia penetrazione … incita i due stalloni … carini … intorno al trio una decina di singoli in attesa del proprio turno … ci avviciniamo … ora vedo bene la tipa … carina, sui 35-40 … sono già circondata … mi studiano … non mi muovo … uno comincia a sfiorarmi … non faccio nulla … si avvicinano anche altri due … sento una mano che da dietro si infila nello spacco del tubino, sale verso l’inguine … non faccio nulla … mi baciano il collo, la mano ha scoperto che non indosso le mutandine … allargo leggermente le gambe … le dita cominciano ad esplorarmi … mi trovo con una lingua in bocca … non ce la faccio più … vedo Cri in ginocchio davanti ad un tipo … comincio a palpare il cazzo di quello che mi bacia … lui mi invita ad inginocchiarmi … è quello che aspettavo … ora posso cominciare a fare vedere cosa sa fare questa ragazzina … Comincio a pomparglielo … mi impegno … è il mio biglietto da visita … mi fermo un attimo e mi sfilo il tubino … prendo il tipo per il cazzo e lo spingo sul materasso … lui si lascia cadere supino a gambe divaricate … mi prende la testa e me la guida sul cazzo … io inizio a leccarlo … con bocca e lingua me lo lavoro dalle palle sino alla cappella e intanto lo sego con la mano … qualcuno inizia a leccarmi la figa … mi giro, vedo che ha già infilato il goldone … senza mezzi termini gli dico di chiavarmi e così inizio a farmi sbattere … uno in bocca e uno in fica … si danno il cambio … io continuo ad avere un cazzo in bocca e uno in fica … dopo un po’ chiedo di incularmi … mi accontentano subito … sono in estasi … ora possono chiedermi qualsiasi cosa … il tipo che sto pompando mi dice che sta venendo … lo guardo negli occhi mentre mi schizza tutto in bocca … mi stacco da lui e cerco Cristina con lo sguardo … lei non mi vede, è impegnata in doppia; allora decido di ingoiare lo sperma che ho in bocca, non voglio smettere di farmi pompare in culo … giù tutto … subito un altro cazzo in bocca … lo spompino, scendo a leccargli il buco del culo intanto che lo sego … gli dico che voglio il suo cazzo in figa … il tempo di mettersi il preservativo e finalmente sono in doppia … incrocio lo sguardo di Cri; anche lei è in doppia … mi ritrovo il cazzo di Paolo 2 in bocca … me lo lavoro e dopo qualche minuto, mentre mi sbattono come una cagna, il bastardo mi prende da dietro per i capelli e mi allontana la bocca dalla cappella, inizia a segarsi con l’altra mano e sborra … mi sborra in faccia … Cri sta guardando verso di me … coglie la scena … questo mi eccita da morire … mollo Paolo 2, mi giro verso i due della doppia e li metto in piedi … tolgo loro il preservativo ed comincio a menare entrambi i cazzi in ginocchio tenendo le cappelle in bocca … loro capiscono … sostituiscono le loro mani alle mie … io resto in ginocchio in attesa … la voglio in bocca … Cri mi guarda … arriva la sborra … prima uno, poi l’altro … la prendo tutta in bocca … arriva Paolo … mi sborra in bocca anche lui … arriva un altro, prendo anche la sua … ho la bocca strapiena … stanno venendo tutti da me … un altro sta per venire … cazzo … non riesco ad aprire la bocca che mi esce sborra … voglio anche la sua … mando giù tutto … fan’culo la nausea … Paolo prende il tipo che sta per sborrarmi in bocca e lo fa venire sulla figa di Cristina … bravo … avevo proprio bisogno di un attimo di respiro … ma che cazzo … mi prende per i capelli e mi sbatte la faccia sulla figa di Cri … bastardo, vuole eccitarsi ancora … e a me piace troppo fare la troia … Lecco la sborra dalla figa di Cri … a pecora … lei mugula di piacere … un altro schizza dove sto leccando … lecco tutto … la tengo in bocca … mi sento ancora afferrare per i capelli … è la tipa che non conosco … ha lo sguardo fatto … mi bacia … giochiamo con la sborra … qualcuno mi appoggia la cappella al buco del culo, viene risucchiata dentro … mi sento pompare … troppo bello … Domani sarò uno straccio, ma chi se ne frega …
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15 anni fa
AdamDTS,
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Ultima visita: 3 giorni fa
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Goccia dopo goccia
PREMESSA
Stamattina sembrava una mattina come tutte le altre...
ero calda, emozionata, come tutte le mattine, felice di vedere la luce del giorno: mi sono alzata e sono andata a fare la doccia.
Qui Ho incominciato ad avvertire qualcosa di strano, ad un certo punto ho capito che sul mio corpo sentivo ancora il profumo di lei... le mie dita toccando il mio corpo mi emozionavano, mi ricordavano le sue mani su di me... il mio corpo rispondeva a stimoli passati come se lei fosse li, cenno forse che la voglia di lei non mi era passata ed anzi, andava aumentando di minuto in minuto.
Sapevo che dovevamo incontrarci da li a poco, ed ero consapevole di quello che provavo ma non sapevo come avrebbe reagito lei...
L'INCONTRO
Lei è bellissima, mora, non troppo alta, capelli in un disordine che le dona perfezione, jeans attillati, stivaletti scamosciati, una giacca in pelle nera: faccia da schiaffi, sorriso malizioso.
Io sono la ragazza della porta accanto, la persona semplice che non da dell'occhio, una persona che veste semplicemente lasciando dietro a se' tante domande e che da poche risposte, la persona che cattura i pensieri e le fantasie, la persona che non si conosce mai perfettamente, la persona capace di stupirti e catturarti ogni giorno in modo differente... profonda conoscitrice di me stessa...
Ci siamo incontrate finalmente, il mio corpo vibrava ancora dalle emozioni... il cuore in gola, i capezzoli duri e sotto... completamente gonfia. Avrei dovuto forse sfogarmi in bagno, prima dell'incontro ma sarei arrivata decisamente sconvolta e quest'eccitazione che conservavo, nascosta e repressa, in un certo senso mi piaceva...
Da come mi guarda ha capito tutto. Sa di potermi fare sua, ma non vuole ancora, le va di parlare un po'... scherza, maliziosa, mente spudoratamente dicendo che le piace quello che ho addosso in quel momento. Fa finta di niente e mi da un colpetto con il piede... si scusa e sorride... io lo interpreto come un cenno: vuole andar via.
Mi sembrava di morire, seduta su quella sedia, guardandola negli occhi e non capendo neanche la meta' di quello che diceva.
Mi sembrava di morire e di esser nuda mentre mi guardava, con quello sguardo sicuro di chi sa di aver vinto in partenza.
Mi sembrava di morire perchè sapevo e speravo che dopo succedesse qualcosa.
Avevo tante sensazioni, sentivo che era giusto cosi e non riuscivo a distorcere lo sguardo, ero ipnotizzata.
DA FANTASIA A REALTA'
Avevo gia' deciso di dedicarmi a lei in modo particolare, regalandole sensazioni uniche, sensazioni che solo una persona davvero interessata e passionale può trasmettere, ma aspettavo l'occasione giusta e questa sembrava l'avverarsi dei miei sogni.
Dovevo provare...
Le dico che devo passare un attimo per casa, che non serve che lei venga su, che ci metto un secondo e torno giù subito. Ho dimenticato un DVD per un amico...
Lei mi accompagna, io salgo da sola... aspetto una decina di minuti e mi affaccio alla finestra: le chiedo di salire perche' non lo trovo, cosi magari mi da una mano e facciamo prima...
Lei sale. Arriva alla porta, io le apro. Chiudo la porta dietro di lei...
La guardo e chiudo a chiave... gli occhi mi si illuminano e la vedo emozionata... io non resisto e le sfioro leggermente il fondoschiena, giusto una carezza e un breve complimento "ti trovo sempre bene"
Chissa' se si ricorda di quello che c'è gia' stato fra di noi... chissa se prova ancora delle emozioni per me o se è solo una mia illusione ?
Cerchiamo per qualche minuto, il dvd che cerchiamo non c'è in casa mia, se lo avesse trovato per me sarebbe stata una vera sorpresa, in quanto che io sappia, non c'è mai stato....
Ad un certo punto si stufa e si siede sul letto della mia camera... io mi avvicino e le dico che non puo' stare seduta li... quindi la faccio alzare. Nel farla alzare le metto le mani alla vita, mi siedo io dove era seduta lei e, prendendola per la cintura, cerco dal basso i suoi occhi...
Quando li incontro capisco che può essere mia ed io posso essere SUA ....
Scrivere quello che si è fatto non è elegante e non è nel mio stile, ma poco più di quattro ore assieme le abbiamo passate, fra coccole, risate e divertimenti vari. Il lenzuolo del letto, diventato un lago di piacere, è da buttare via, ma ne è valsa la pena.
Non mi sono risparmiata, il mio obiettivo era quello di fare di tutto per renderla felice e rilassata. Ho cercato di stupirla con tutte le armi possibili e sono sicura che si sia divertita come poche volte: l'ho capito dal suo sorriso, l'ho capito da come tremava mentre la esploravo, l'ho capito... perchè quando abbiamo finito siamo rimasti a lungo a guardarci.
Lei poi se ne è dovuta andar via, sono soddisfatta di quello che ho fatto e di come l'ho fatto... consapevole di aver lasciato un ricordo unico che mai nessuno potrà cancellare o eguagliare, qualcosa che durerà nel tempo...
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15 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 8 ore fa -
Una serata nera...
sono un trav di 33 anni ,che prima di abitarea roma vivevo in un piccolo paese.Era il 26 di dicembre di 8 anni fa',data la mia" attidudine sessuale"non avevo nessuno con cui passare le feste,decisi allora di andare in citta'in cerca di qualche cazzo daspompinare.Mi preparai alla grande:calze autoregenti ricamate,perizoma,gonna abbastanza corta,camicetta bianca,un bel regiseno che mostrasse la mia seconda misura,giacca,mi truccai e infini indossai un paio di scarpe con tacco che slanciavaancor di piu' le mie gambe.Passai prima per la stazione ferroviaria per acquistare lesigarette,tanto era deserta e quindi non correvo nessun rischio di essere riconosciuta,difatti era deserta,feci il mio acquisto e mi avviai verso la citta',dopo un paio di km un ragazzo di colore mi fece l'autostop.Li per li ero indecisa ma la cosa mi intrigo'e decisi di caricarlo,intanto si stava preparando un brutto tempo che minacciava nubivragio,sali' in macchina mi ringrazio'emi disse che abitava a 4 km da li,in una casa dentro la vecchia zona industriale.Il suo sguardo ando' subito alle mie cosce,e la cosa mi aveva eccita molto,entrati nella zona industriale incomincio' un nubifragio che mi costrinze ad accostare in una piazzola, spensi il motore ed in un attimo tutti i vetri si appannarono creando un attemosfera da sesso.Luui si presento'e notai che aveva appetito sessuale,posai la mia mano sul suo cazzo,lo tirai fuori e incominciai a spompinarlo subito divento' duro tanto da sentirlo fino in gola e forse oltre,con una sua mossa mi ritrovai a pecora sul suo sedile mi senti un grosso palo entrare nel mio culetto che guasi mi fece perdere i senzi dal dolore,il quale si trasformo' in goduria pura,per la prima volta mi sentii veramente troia!!!mi stava spaccando in due ed io godevo come una porca!!!!!,in un attimo mi ritovai tutta nuda le sue enormi mano maneggiavano le mie tette,i capezzoli erano diventati magicamente duri poi quando stava per venire preseil suo cazzo e me lo mise in bocca soffocandomi con la sua calda sborra......e' stata la serata in cui mi sono sentita donna perche'avevo fatto godere un'uomo veramente. Mi rimisi apposto e lo accompagnai nella sua abitazione,arrivati mi invito' a salire,entrai evide altri due bei ragazzoni e in me scatto una voglia di fare la troia immensa,jmmy racconto' loro la nostra avventura,i loro sguardi immediatamentesi posarono su di me ,capi subito le loro intensioni,mi sedetti sul divano mi tolsi lagiacca e loro immediatamente mi raggiunsero,si abbassarono i pantaloni e mostrarono la loro mercanzia.Incominciai a sompinarli tutte e due,uno mi incomincio'a succhiare i capezzoli,dopo5 minuti di spompinamento,mi ritrovai in ginocchio con un cazzo in bocca e uno nel culo:era quello che avevo sempre desiderato due cazzi neri enormi tutti per me!!!mi possedettero per circa mezzora poi decisero di venirmi in bocca,tutto quel caldo sperma eraper me ,non ne feci sprecare neanche una goccia!!!!1avevo passato una SERATA DA VERA TROIA!!!!!!
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15 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 8 ore fa -
La mia vicina di casa
Quella sera l’aria calda d’estate si faceva sentire. La città era semi svuotata dalle ferie di fine luglio. Alle 20.00 ero stanco di stare sdraiato sul divano ad ascoltare musica folk cercando rinfresco dal condizionatore. Misi un polo sui calzoncini e mi avviai nel bar che di solito frequentavo per un aperitivo. Qualche turista affollava i tavolini del locale, Mario quando entrai mi saluto stringendomi la mano, mi disse che andava di fretta, il locale era pieno e da buon gestore doveva accontentare la clientela. Qualche francese, una famiglia tedesca, cinque Ucraine dalla minigonna e scolatura mozzafiato che ridevano a crepapelle. Presi posto nello sgabello che dava sul bancone, da li avevo l’intera visuale del bar, chiaramente vedevo benissimo quelle ucraine così….Ordinai un neuroni, e nonostante il caldo e l’alcool dentro la mia testa la fantasia iniziava a galoppare e con essa tra le mutande qualcosa cresceva. Mi accorsi d’esser eccitato, quando una di quelle ragazze alzandosi da tavolo per andare (credo in bagno) mi fece vedere le mutande da sotto quella gonna. Rimorchiare sarebbe stato difficile, non avevo voglia di stare li a sghinniazzare a parlare on i gesti, per poi magari essere concedato con un ci vediamo. Pensavo che avevo voglia solo di una bella sveltina senza troppe complicazioni. Poi la fantasia si placò e il mio pisello smise di pulsare. Salutai Mario e tornai a casa. Sul portone incontrai Nadia, cinquantenne quasi, focosa con due tette da quinta misura, un po’ in carne forse ma pur sempre attraente. Una canottiera che lasciava poco immaginazione del suo panorama, una gonna talmente attillata che la linea del suo perizoma non poteva che non notarsi. Nadia moglie separata di un noto avvocato, abita al piano di opra al mio e di notte, nel mio letto che sta proprio di sotto al suo ho fatto viaggiare la mia mano pensandola. La aiutai a portare le buste della spesa fino all’ascensore, del resto con lei sono molto gentile e lei con me a dir poco provocante. Dentro quel trabiccolo lei mi disse “gran caldo oggi, eh??” ed io un po’ per l’ambiente, un po’ per il neuroni, un po’ perché guardavo solo le sue tette risposo “si muore…” poi arrivati al quinto piano, il mio, prima di scendere m ‘invito a bere qualcosa a casa sua ed io non me lo feci ripeter due volte. Il suo appartamento in pratica è identico al mio se non fosse per l’arredamento e per il mio disordine che li rendevano diversi. Posammo le buste della spesa in cucina, mi fece accomodare sul divano del salotto, poi si tolse i tacchi dicendomi che le facevano male i piedi, infine verso un po’ di jack daniels con tre cubetti di ghiaccio in due bicchieri e uno di essi me lo porse. Iniziammo a parlare del più e del meno, lavoro, problemi, il caro vita, quel caldo di quella sera….Nadia parlava e si strusciava il bicchiere in faccia cercando refrigerio, io ascoltavo dicevo la mia, ma quel wiski che in quel momento si mescolava col Neuroni di una mezz’oretta fa e…lei, mi rendevano meccanico nella conversazione visto che la mia testa era proiettata in altri lidi. Ho quarantott'anni e vivo in quel edificio da 10 e da quando sono li ho sempre sognato di trovarmi a tu per tu con Isa. Altre volte era capitato ma non ero mai arrivato dove volevo arrivare e dove lei sapeva che volevo arrivare. Quella sera però me la trovavo di fianco al divano con un bicchiere in mano, gambe accavallate e canottiera troppo piccola per le sue enormi tette. Cominciai con un complimento banale lei sorrise s sorseggio fissandomi dal suo bicchiere. Quasi ipnotizzato iniziai ad accarezzarle la spalla con l’indice arrivai a sfiorarle la tetta destra, lei continuava a sorridere e io all’indice aggiunsi tutte le altre dita. La sua tetta adesso sostava nel palmo della mia mano. Nadia posò il bicchiere mi prese la mano e con quel ghigno civettuolo mi disse. “ Che fai???” Non risposi bevvi l’ultimo sorso del mio drink e posai il mio di bicchiere, poi mi avvicinai a lei leccai lobolo del suo orecchio e a quel punto le sussurrai “ti voglio”. Mi condusse per mano fino alla camera da letto, inizio a sfilarsi la gonna e togliersi la canottiera li chiesi se poteva rimanere in mutande e reggiseno mentre comincia a sfilarmi la mia maglietta. Lei acconsentì. L’abbracciai tenendole strette le chiappe e iniziammo a baciarci mentre lei furtivamente mi abbassava i pantaloncini. Aveva il mio cazzo in mano e iniziò a farmi una sega…senti il un brivido nei primi due colpi…poi s’inginocchiò e prima di infilarlo in bocca mi disse “ti farò un pompino d’alta scuola…non venire subito…” e infatti quella sua bocca sembrava fatta a posta per contenere cazzi, la sua lingua viaggiava leggera su e giù per la mia asta, la cappella succhiata in quel modo non l’avevo mai provato e…venne sborrandogli tra le labbra. Mi sentivo un fesso , ma lei disse di non preoccuparmi e mi aciugo il cazzo con un paio di fazzoletti. Poi si sedette nel letto e accendendosi una sigaretta mi guardava e disse: che faccio mi rivesto???? Gli dissi ma che scherzi e avvicinandomi a lei seduta li porsi il cazzo moscio nuovamente vicino la bocca e dopo un breve tiro dissi “Riportamelo duro…..e dopo ti scopo come una troia” E la troia cominciò a succhiarlo atternado ad un tiro alla sigaretta il mio cazzo. Poi lo strofinava nelle tettone, due Sali e scendi un'altra leccata e il mio cazzo era di nuovo in tiro. Gettai la cicca sul portacenere sollevai Nadia la girai e la misi a pecora. Diedi due schiaffi sul suo culone, spostai il filio del perizoma e con meticolosità appoggiai il mio cazzo al buco del suo culo. Entri leggero piano piano affondavo e riuscivo. Quando si dilatò il suo bellissimo buco, rimasi qualche secondo con l’ intero cazzo dentro….un schiaffetto e dicendoli “urla troia..” cominciai a sfotterla sbattendolo con veeemenza…… e lei urlava la troia, mi gridava ancora che le piaceva, mi implorava di sborrargli il culo, che stava godendo…..e durai stavolta tanto da provare un piacere ineguagliabile, il suo culo, il mio cazzo, le sue tette…..e poi venni. Spalmandogli la mia sborra su tutto il corpo. Scopammo per l’intera notte, e da quella notte con Nadia quando capita va a finire che scopiamo.
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15 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 8 ore fa -
La mia fantasia
Sono davanti allo specchio mentre mi sto truccando. Il mio riflesso mi piace sempre di più perché pian piano mi sto trasformando in quel Mr Hide con il quale riesco ad esprimere me stessa. Recentemente ho letto "Diario di una ninfomane" e mi ci sono riconosciuta perché "Io sono una ninfa. Semplicemente una ninfa.". Amo donare all'uomo ciò che vuole, ma non solo sesso. Metto amore in ciò che faccio e non voglio essere pagata. Il mio pagamento è la soddisfazione che il mio partner mi dimostra a gioco finito.
Ora la mia prospettiva si è ampliata. Non gioco più da sola, ma con il mio compagno, il mio fidanzato. In prevalenza giochiamo con coppie anche se il mio desiderio sarebbe farlo con più uomini con lui che mi guarda. Vorrei che guardasse come amo dare piacere... Come mi sento ninfa o porca o qualsiasi altro nome mi si voglia dare.
Immagino di essere portata, bendata, in una casa, di un mio o un suo amico, per cena. Lì ci sono ad attendermi, oltre all'amico, altri quattro uomini. Tutti dall'aspetto di bravi ragazzi, quelli che non ti aspetteresti mai facessero cose “perverse”. Io vestita in modo molto provocante: vestitino che scende morbido sulle mie forme, accentuando quelle giuste, autoreggenti, un completino intimo appena comprato di colore bianco per contrastare con il nero del vestitino e delle calze, gli stivali con un po' di tacco sempre neri e dei guantini che salgono per tutto il braccio. Il trucco non è da meno, sottolineando con un bel rossetto rosso le mie labbra.
Arrivati in casa, sempre bendata, mi fanno sedere e mi porgono qualcosa da mangiare. Io sono agitata per il fatto di non sapere cosa stia realmente succedendo, ma la voce del mio compagno mi rassicura così apro la bocca e assaggio ciò che mi è stato posto. E' un crostino con un po' di pomodoro sopra, diciamo una mini bruschetta, e subito dopo viene seguita da qualcosa di alcolico. Uno dei ragazzi mi dice "Così ti sciogli meglio e stai meno tesa...". In effetti l'alcool inizia a fare quasi subito effetto ed io mi sento più tranquilla. Chiedo se è possibile togliermi la benda così da poterli vedere tutti e poter essere ancora più tranquilla. Mi accontentano. Tolta la benda, mi ci vuole un po' ad abituarmi alla luce. Quando ciò avviene, noto che sono tutti seduti a tavola, apparecchiata per bene. Il mio compagno è seduto lontano da me mentre gli altri cinque sono posizionati chi a fianco a me, chi di fronte. Il nostro amico comincia le presentazioni e così uno per volta inizio a sapere i loro nomi. Sono agitata ed eccitata nello stesso momento... So quello che dovrà succedere ma ho timore di non riuscire a soddisfarli tutti o di bloccarmi prima. Cerco comunque di non darlo a vedere e, mentre si sta mangiando e chiacchierando, mi alzo e vado un attimo in bagno. Il padrone di casa mi accompagna e mi chiede se mi serve una mano. Sono tentata, ma desisto. Non è ancora il momento. In bagno cerco di calmarmi almeno un po'. Non è facile. Tornata in sala, si riprende a scherzare, ridere, bere e mangiare. Poi sento che i due miei vicini di sedia iniziano a toccarmi rispettivamente le gambe. Tendono a salire sempre di più per scoprire cosa indosso, ma io li fermo. Non mi va di far godere solo loro del mio intimo. Se mi devo mostrare devo farlo a tutti. Così mi alzo e mi vado a sedere sul divano. Tutti mi guardano e so che cosa vogliono. Seduta, allargo pian pianino le gambe per far loro sbirciare ciò che c'è sotto. So di aver attirato tutta la loro attenzione e questo mi invoglia ancora di più ad aprire le gambe e a mostrarmi. Ecco che mi trasformo in quel Mr Hide. Ecco che subentra la mia seconda parte, quella che tendo a nascondere. La mia parte lussuriosa. Proprio mentre sto per aprirle ben bene, le richiudo e mi alzo. Vedo nei loro volti la delusione per quel mio gesto e la preoccupazione che io ci abbia ripensato. Non hanno, invece, capito che io sto progettando altro. Di lì a poco, infatti, inizio ad alzarmi lentamente il vestitino e a far comparire le balze delle mie autoreggenti... Ancora un po' più in su e si inizia ad intravedere il mio perizoma bianco. > chiedo io. Non aspetto la loro risposta perché l'ho già intuita dal loro sguardo. Così continuo a far salire il vestitino che scopre il mio corpetto in coordinato al perizoma. Faccio che togliere il vestito del tutto e mi giro per dar loro la visione anche del lato posteriore del mio corpo. Poi mi riavvicino alla tavola, mi risiedo e bevo un po' d'acqua come se niente fosse. I miei due vicini rimettono la loro mano su di me mentre gli altri tre si avvicinano. Mi invitano a spostarmi, sempre seduta sulla sedia, al centro della sala così da poter rendere più agevole il loro muoversi. Così faccio e inizio a sentire labbra e mani ovunque. Il mio compagno si siede di fronte di me e si gode la scena. Dopo un po' di tempo cerco di fermarli perché voglio vederli tutti nudi. Voglio che si spoglino per me. Loro non se lo fanno ripetere due volte e lo fanno. Poi chiedono a me di continuare il mio spogliarello. Mi sfilo per prima cosa e da seduta gli stivali. Poi lentamente i guanti. Mi alzo e mi sfilo il corpetto. Lascio ammirare il mio prosperoso seno con i capezzoli eccitati e turgidi... Intanto le mie mani scendono e lentamente sfilano il mio perizoma. Faccio nuovamente una piroetta per farmi ammirare tutta... Sento che uno di loro mi prende e mi abbraccia da dietro. Mi bacia il collo e tocca il seno dando il via a tutti. Ricomincio a sentire labbra e mani su tutto il mio corpo finché il padrone di casa non ci dice >. Non ce lo facciamo ripetere e ci trasferiamo in camera. Lì c'è ovviamente il letto, ma anche una piccola poltroncina dove il mio compagno può comodamente osservare tutta la scena. Prima di buttarmi nella mischia, però, mi avvicino a lui, lo bacio, gli faccio uscire il cazzo dai pantaloni e glielo tocco un po'. Dopo mi metto al centro dell'attenzione dei miei cinque ragazzi. All'inizio voglio leccare e succhiare il cazzo a tutti quanti per assaggiarli e prenderci confidenza. Così mi metto a pecora con i loro attrezzi davanti. Nel frattempo che lo succhio a uno sento gli altri che mi toccano ed esplorano il mio corpo. Più mi toccano, più li succhio e mi eccito. Ad un certo punto, vedo il nostro amico che scende e mette la faccia tra le mie gambe per assaggiare il mio fiore tutto bagnato. Mi fa impazzire così inizio a succhiare gli altri con più voglia e passione. Un altro amico si sposta e inizia a prendersi cura del mio buchino più stretto. Sento sempre la lingua e qualche volta un dito che cerca di prepararmi alla futura penetrazione. I tre rimasti davanti a me se lo fanno succhiare e toccare a turno. Quando gli altri dicono che sono pronta il padrone di casa mi fa mettere a cavalcioni su di lui e lo faccio entrare. L'amico dietro tiene il dito dentro ancora un po' per vedere la mia reazione. Quando capisce che sono pronta appoggia la sua cappella e piano piano fa entrare tutto il suo cazzo dentro. Intanto con le mani tengo altri due membri e succhio l'ultimo che fa muovere con le sue mani la mia testa su e giù. Sono tutta piena e mi fa impazzire. Il mio compagno si sta toccando come un matto e mi dice >. Sentire che anche lui a suo modo partecipa mi dà una scarica in più, unita agli ansimi dei cinque miei amici di avventura. Ogni periodo di tempo si scambiano ed io ne approfitto per riprendere fiato e per ansimare e godere di quell'esperienza. Il mio compagno è venuto già la prima volta, ma ora sta continuando a toccarsi dicendomi che la seconda volta verrà sul mio corpo insieme agli altri. Infatti dopo che tutti hanno provato ogni mio buco e le mie mani, mi fanno sdraiare a pancia in su e iniziano a segarsi per venire sul mio corpo tutti assieme. Pian piano sento i primi schizzi e poi l'inondazione di tutto il loro seme. Sono piena sul seno, sulla pancia, qualcosa anche sui capelli. Questo loro godimento e il sentire il loro sperma provoca in me un orgasmo mai provato e così vengo con un gridolino molto acuto. Stravolta, mi aiutano tutti quanti ad alzarmi dal letto e il padrone mi porta in bagno e mi dà le asciugamani per permettermi di farmi una doccia. Finita la doccia, mi avvio verso il salone dove gli altri sono andati per rivestirsi. Sento che parlano con il mio compagno e si scambiano pareri sull'esperienza. Sono curiosa e cerco di non farmi sentire perché voglio origliare, sentire ciò che dicono.
> dice uno. L'altro >. Il padrone di casa dice >. Il mio compagno >. Gli altri in coro >. Dopo un po' che origlio mi presento in sala con le asciugamani e prendo la mia roba. Quando sto per uscire per andarmi a rivestirmi in bagno, il padrone di casa mi invita a farlo davanti a loro. Così, anche se un po' imbarazzata, lo faccio. Dopo essermi rivestita, io e il mio compagno salutiamo tutti, li ringraziamo della bella serata e ce ne andiamo.
Saliti in macchina io mi giro verso di lui, lo bacio e gli dico > Lui capisce che ho ascoltato la parte finale del discorso e sorride. Arrivati a casa mi prende e mi scopa come mai aveva fatto prima.
Sono ancora davanti allo specchio che ho finito di truccarmi. Questa fantasia mi ha fatto bagnare le mutandine. Ora ho una voglia incredibile. Speriamo che questa serata con la coppia di amici vada a buon fine.
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15 anni fa
Riddu331714,
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Ultima visita: 10 anni fa
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Photò
Avevo convinto una mia amica, che aveva già posato per me varie volte, a fare delle foto glamour presso un professionista che aveva pubblicato un annuncio in cui ricercava una modella ; la sera dell’ incontro era stata accuratamente preparata, tutto era stato pianificato lingerie abiti accessori erano stati accuratamente selezionati. Giunti allo studio , abbiamo conosciuto il fotografo, un ragazzo sui 22 anni , e dopo i saluti iniziali siamo entrati ;Nando cercava di fare conversazione e di creare un feeling con Mary ora con una battuta ora con una chiacchiera mentre preparava il set fotografico . Quando tutto era quasi pronto Nando invitò Mary a spogliarsi in quanto ci sarebbe voluto del tempo prima che si togliessero i segni degli elastici sulla pelle ma avendo previsto il problema le avevo fatto indossare un tailleur con minigonna e sotto solo un reggicalze senza neanche le mutandine mentre la giacca nascondeva una camicetta in seta quasi del tutto trasparente e due bei seni piccoli ma sodi . Mary tentennava , così , per superare quel l’ attimo di incertezza, le son andato dietro abbassando la zip della gonna che è scesa giù mostrando le splendide cosce coperte da calze in seta nere ed un reggicalze anch’ esso nero molto alto di gusto retrò . Nando dopo un attimo di indecisione esclamò “la fica è molto bella come il resto , anche il “pelo” è ben curato .Ora fammi vedere le tette tesoro ”. Mary tolse giacca e camicetta ,poi si sedette su uno sgabello in sky accavallando le gambe e piegandosi in avanti nel tentativo di coprirsi il più possibile ma Nando, tirandola a se, la fece alzare e la sospinse con una mano sul culo verso il set dicendole” fatti vedere, sei così bella” . Prese la sua Nikon e, mentre diceva a Mary cosa fare, cominciò a scattare ma dopo alcuni minuti si mostrò insoddisfatto e mi chiese se poteva essere più autoritario in quanto Mary non collaborava sufficientemente e si mostrava sempre critica con un atteggiamento od una espressione. Gli risposi di farsi rispettare e di fare tutto quanto egli riteneva opportuno ; a quelle parole Nando si avvicinò a Mary ,e dopo averla guardata negli occhi,le infilò una mano tra le cosce insinuandosi con due dita nella sua vagina mentre con la seconda la cinse per evitare che si scostasse poi si girò verso di me dicendomi” guarda la mano è tutta bagnata, le piace, è tutta eccitata ma non lo vuole ammettere nemmeno a se stessa”. Poi rivoltosi verso Mary le disse”adesso fai la femmina!” e con una sonora sculacciata la spinse nuovamente sul set ove Mary cominciò ad assecondare maggiormente Nando che mentre le faceva assumere le pose , non mancava mai di palpeggiarla dappertutto toccandole ora la fica ora il culo ora i suoi capezzoli per farli venire più fuori(necessità sceniche diceva) . Mary era entrata nella parte si cambiava la lingerie senza il minimo imbarazzo talvolta aiutata anche da Nando che le sistemava il “ pelo” sotto le mutandine o infilava queste ultime tra i glutei, assumeva le posizioni indicatele ed obbediva a tutti gli ordini; era bellissima con quegli accessori in toulle, in pizzo quasi sempre trasparente e lei ci giocava toccandosi sotto la sua guida. Dopo molti scatti ,Nando decise di fermarsi per un break e con una mano sul culo di Mary si diresse, ed io con loro, verso un piccolo divano . Nando cominciò a baciarla e leccarla ora sui seni, che succhiava avidamente, ora sulla fica già oltremodo bagnata, poi si mise in piedi davanti a lei e per i capelli, in maniera decisa , la tirò giù dal divano facendola inginocchiare e, sbottonata la cerniera , le riempì la bocca con il suo cazzo. Per alcuni minuti Nando continuò ad andare su e giù nella bocca di Mary tenendola per i capelli così che quella non potesse sottrarsi o ridurre la spinta data al cazzo dal suo movimento , quindi uscì dalla sua bocca e riposizionò Mary sul divano inginocchiata e con il culo diretto verso di lui. Fece forza sui glutei divaricandoli per fare entrare aria nella fica e per divertirsi nel sentirne il rumore, poi la penetrò mentre io presi il posto lasciato libero. I gemiti riempirono la stanza mentre lui mantenendola per i fianchi la scopava ed io le riempivo la bocca, i seni venivano sballottolati dai colpi che si susseguivano poi Nando ad un certo punto venne ed inondò la fica di Mary , rapido prese la Nikon , poi quando le prime gocce di sperma cominciarono a venire fuori fece una sequenza di scatti ,la tirò a se e la baciò tenendole le mani dietro la schiena e così facendo tutto lo sperma le colò sulle cosce . Mary allora si andò a lavare in bagno e Nando mi chiese se poteva spingersi ancora oltre invitando degli amici da lui preavvertiti e pronti ad intervenire; acconsentii nuovamente e lui li chiamo prontamente dal cellulare. Giunsero pressoché immediatamente, in tempo per vedere Mary che usciva dal bagno con la sola camicetta poggiata sulle spalle ignara dei nuovi ospiti; provò a coprirsi ma Nando la bloccò e la presentò ai suoi due amici come la modella che avrebbe fatto assieme a loro delle foto. Gli ultimi arrivati erano dei bei ragazzi , si spogliarono subito e mostrarono i loro fisici palestrati e Nando cominciò a fare degli scatti che ricordavano le composizioni di Helmut Newton:la sostenevano in aria,le tenevano le cosce aperte, le coprivano i seni o la fica e spesso assumevano delle pose autoritarie seguendo le sue indicazioni. Con il passare degli scatti i due divennero più arditi e le loro mani senza alcun limite si insinuavano nelle parti più intime di Mary che, forse, pur sapendo già come sarebbe finita, cercava di limitarli finche uno dei due disse all’altro”senti anche tu odore di femmina montata?” Fù un attimo , quasi una inconscia parola d’ordine, ed i due furono su di lei, la misero sotto e quasi subito il primo dei due se la stava già scopando dopo alcune sue timide resistenze poi l’altro se la tirò sopra e la penetrò mentre il primo cominciò ad umettarle l’ano con i suoi stessi umori e quindi la sodomizzò. Il corpo di Mary veniva scosso dai colpi, Nando aveva posato la nikon e stava riprendendo con una telecamera da tutte le angolazioni la monta , i gemiti tornarono a riempire la stanza fino a quando i due quasi all’unisono vennero inondandola di sperma, poi si alzarono e dopo qualche attimo anche lei fu in piedi e si diresse nuovamente verso il bagno con una mano tra le cosce per evitare di sgocciolare sulle cosce e per terra. Quando uscì era con una mutandina addosso, mi chiese di riaccompagnarla a casa, radunò le sue cose e si rivestì poi al momento del commiato salutò i tre e si diresse traballante verso l’auto. Dopo qualche giorno andammo a ritirare le foto , alcune erano veramente molto belle.
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15 anni fa
mysterx279877,
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Ultima visita: 6 anni fa
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La schiava della cortina di Ferro
Marta è felice, ha accompagnato il marito ad una convention a Vienna, lui sarà impegnato per un paio di giorni ma poi si sono ritagliati altre quarantotto ore solo per loro, alloggiano in un palazzo d’epoca trasformato in grandhotel, che trasuda un piacevole profumo ottocentesco, di tradizione asburgica.La camera ha il letto a baldacchino e lei si tuffa vestita, assaporando il suadente piacere di un incontro morbido, elegante e sofisticato, che molti anni prima era ad appannaggio della sola nobiltà .Chiude gli occhi ed ancora una volta ritorna prepotente un ricordo della sua giovinezza che, a distanza di più di un decennio, ristagna indelebile in un angolo della sua mente, è un segreto che si porta dentro e che non ha condiviso con nessuno, nemmeno con suo marito.Corre l’anno 1972 e Marta adesso è vicina alla trentina, è una bella donna mora, ha un pube coperto da folta peluria nera, arruffata ed intrigante, le cui propaggini si diramano fino a lambire il solco dello splendido culo; era già ben formata anche diversi anni prima quando con sua madre aveva raggiunto Berlino Est per far visita ad una giornalista amica di famiglia, rimasta intrappolata dall’altro lato della capitale dopo l’innalzamento del muro.Erano anni difficili, il clima di guerra fredda era molto avvertito, appena scese da un taxi malandato che le aveva accompagnate fin sotto il portone dell’amica, in un pomeriggio grigio, non ebbero nemmeno il tempo di suonare il campanello, vennero prelevate brutalmente da una squadra di agenti della polizia segreta e sbattute dentro un furgone.A nulla valsero le proteste di Livia, la madre di Marta, che parlava correntemente il tedesco, che anzi si beccò un paio di spintoni prima di essere zittita; le avevano accusate di essere delle spie e Livia, anche per tranquillizzare la figlia, si era rassegnata a far buon viso a quegli scalmanati nella certezza che avrebbe chiarito l’equivoco non appena fossero arrivate in caserma.Nel freddo sedile in ferro del furgone, una accanto all’altra, guardate a vista da due agenti dal volto truce e con la pistola spianata, non ebbero il coraggio nemmeno di un sussurro durante il quarto d’ora abbondante che si rese necessario per arrivare a destinazione: un tetro edificio recintato con il filo spinato e protetto da guardie armate.Vennero spinte dentro e fatte sedere su una panca in ingresso, qui passarono altri trenta interminabili minuti prima che fossero accompagnate, attraverso un lunghissimo corridoio con le pareti scrostate, fin davanti ad una porta in ferro che pareva corazzata, oltrepassata la quale si trovarono in uno stanzone vuoto: Marta venne trattenuta da un agente e la madre dovette entrare in una porta sul fondo ove in un locale angusto vi era una tavola ed una sedia.Qui potrà chiarire ogni cosa con il maggiore disse una delle due guardie che la scortava, Livia si rivolse lo sguardo alla figlia per tranquillizzarla, prima di varcare la porta che le era stata indicata.Si trovò al cospetto del maggiore Max, un impettito quarantenne in divisa con stivali lucidi e neri, viso squadrato, capelli corti e biondi, occhi di ghiaccio e sguardo impenetrabile; Livia aveva fretta di chiarire l’equivoco, avrebbe anche preteso le scuse per il ruvido trattamento degli agenti, stava per aprir bocca ma il maggiore la anticipò: tolga tutti i suoi vestiti e li metta sulla sedia!L’incredulità ed il rossore si propagarono nel volto di Livia che fissò l’ufficiale con occhi spalancati prima di mormorare:……ma, ma, è impazzito….come si permette, voglio un avvocato, anzi voglio parlare con la mia ambasciata, sono una cittadina straniera con regolare visto di ingresso……..Nelle mani dell’uomo, fin prima nascoste dietro la schiena, fece capolino un piccolino frustino, la colpì sui seni strappandole un gemito di dolore, in parte soffocato dal terrore che si era impadronito di lei, mentre la voce del maggiore aleggiava cupa: qui non ha alcun diritto, lei è una spia come la persona che stava andando a trovare, potrebbe restare a nostra disposizione qualche giorno come per vent’anni, dipende dalle indagini che abbiamo in corso, ma anche da lei, dal come collaborerà , e questo vale anche per sua figlia!Livia sbattè due volte le palpebre per convincersi di non essere nel mezzo di un incubo, poi esitante si tolse l’impermeabile ponendolo con cura sopra la sedia, immediatamente dopo fu la volta della giacca del tailleur, quindi la gonna; il maggiore la guardava impassibile, dal suo sguardo si intuiva che era abituato a non avere fretta, nei suoi occhi anodini traspariva solo la consapevolezza del potere, indiscusso ed assoluto.Ella rimase una frazione di secondo immobile con addosso l’elegante sottoveste color porpora, sotto la quale si intravedevano le mutandine ed il reggiseno in pizzo, accompagnate dalle calze nere tese verso le giarrettiere.Il frustino si librò nell’aria spaventandola, il maggiore non la colpì ma si limitò a poggiarlo su una spalla per scostare la spallina, Livia impaurita si affrettò a denudarsi, togliendosi anche calze e giarrettiere con movimenti che la costrinsero a piegarsi e mostrare senza veli i suoi più intimi segreti.Livia era una donna pudica, nemmeno con il marito, fintanto che era stata sposata, aveva mai avuto comportamenti trasgressivi, anzi erano proprio l’opposto della sua forma mentis, si sentì perciò ancor più disgustata e impotente, quando il maggiore ordinò: si volti e si pieghi sulla tavola che debbo perquisirla!Con un leggero moto di stizza Livia ubbidì, la tavola di legno massiccio era fredda e le sue tette ebbero un piccolo sussulto non appena vi si appoggiarono, con la coda dell’occhio vide il maggiore che si infilava un guanto di gomma cosparso di unguento, ebbe una mezza sincope ed il sangue le si gelò quando lui aggiunse: apra le gambe!Ella dischiuse le cosce al pari di un tremulo fiore alle prime luci del mattino, l’uomo in divisa si appostò dietro di lei e due dita lunghe e sottili si intrufolarono tra la rigogliosa peluria del pube arrivando a toccare le grandi labbra della fica.Con un moto lento e sistematico scivolarono profondamente dentro di lei, che in un gesto istintivo di difesa si alzò sulla punta dei piedi, ottenendo l’effetto contrario in quanto avvertì quelle dita gommose penetrarla nel più sconcio dei modi.Gli occhi si bagnarono riflettendo sul corpo tremante una crescente angoscia, quelle dita estranee la stavano insudiciando, ma quel che più la esasperava era la lenta ed inesorabile eccitazione, che non riusciva ad arginare per il sapiente andirivieni della mano dell’ufficiale.L’uomo in divisa dava l’impressione di non accontentarsi del ridondante profluvio che inzuppava la fica della sua vittima, continuò la lenta tortura sempre con lo stesso ritmo, ascoltando nel respiro affannoso di Livia il vicino momento dell’orgasmo.Boccheggiante Livia pensò che quell’umiliante esame ginecologico fosse finito, ma il maggiore aveva in mente dell’altro, la mano guantata si spostò sul sedere e le dita scivolose si insinuarono entro le natiche fino a raggiungere il foro più sensibile.No la prego, biascicò Livia con la bocca impastata di saliva.Il maggiore ritirò la mano e la schiaffeggiò sul culo, poi aspettò qualche frazione di secondo e la schiaffeggiò di nuovo, ripetendo il gesto una terza volta prima di sferzarla con le parole: mi pare che non abbia ben capito in che guaio si è cacciata, le ho già detto che deve collaborare se vuole uscire in tempi brevi da qui, fino a prova contraria lei è una spia e resterà nostra prigioniera assieme a sua figlia per tutto il tempo necessario alle indagini.Non aveva mai voluto essere toccata dietro, neanche nei momenti più belli con suo marito, l’aveva sempre considerata una cosa sporca, ora però temeva per Marta e raffreddò persino il respiro aggrappandosi con le mani sul bordo del tavolo: il maggiore accolse la sua resa entrando trionfante con due dita nell’ano.Si alzò nuovamente in punta di piedi cercando di attenuare il bruciore che le dita provocavano mentre si spingevano sempre più a fondo, torcendosi all’interno di quel canale riottoso: l’esame rettale fu molto più lungo di quello vaginale, il buchetto stretto era infiammato al pari del suo viso quando Max decise che quella specie di visita ispettiva era conclusa.Le porse un corto camice da indossare, sembrava più un baby doll che lasciava ampiamente scoperte le sue graziose femminilità , spiegandole che così vestita ed a piedi nudi sarebbe stata accompagnata in cella: dica a sua figlia che fino al termine delle indagini resterete prigioniere, le anticipi che adesso dovrò ispezionare anche lei.Livia cadde in ginocchio ai suoi piedi, abbracciò le gambe per implorarlo, il volto si posò sui pantaloni cozzando contro l’uccello duro; in quel momento avrebbe fatto qualunque cosa pur di risparmiare la figlia dalla disgustosa visita, ma il maggiore fu inflessibile: si alzi se non vuole che le strappi la pelle con la frusta, queste ispezioni sono imposte dal regolamento che vige all’interno di questa caserma, sta a lei consigliare sua figlia di rendere più facile il compito che questa divisa mi impone.Marta corse ad abbracciare la madre che si era riaffacciata nello stanzone, aggrappandosi intimorita nel vederla così conciata; Livia cercò di quietarla dicendole che erano nei guai perché ritenute spie, così come la loro amica giornalista che era stata arrestata qualche giorno prima: dobbiamo aspettare con rassegnazione che tutto si sistemi, non appena avranno approfondito le indagini saremo certamente liberate.Ho detto al maggiore che tu non parli bene il tedesco sebbene lo capisci, lui comunque deve farti una ispezione corporale, glielo impone il regolamento, ti prego bambina mia non fare opposizione, lo so che è una cosa ingiuriosa ma devi accettarla per evitare ritorsioni peggiori, su vai adesso io ti aspetterò in cella.Marta venne strappata dalle braccia della madre da una delle guardie e spinta dentro la stanza ove sulla sedia notò i vestiti che la mamma prima indossava, avvertì lo sguardo penetrante del poliziotto e restò bloccata con il corpo scosso dai singulti.Deve spogliarsi, può mettere i vestiti sopra quelli di sua madre.Malgrado le raccomandazioni della mamma Marta considerò troppo oltraggiosa la richiesta, con l’eccezione di un’unica volta con un suo coetaneo ella non era mai stata vista completamente nuda da un uomo, non riusciva a concepire che ciò potesse accadere, si girò tentando di impugnare la maniglia della porta in un vano quanto inutile tentativo di fuggire.Max l’afferrò ancor prima che riuscisse a raggiungere la maniglia e poiché ella tentò di scalciare perse la pazienza e la immobilizzò sopra il tavolo ammanettandola con le mani dietro la schiena; sopraffatta dalla forza dell’uomo e dalla disperazione, si calmò in pochi minuti anche perché ogni piccolo movimento le provocava delle fitte ai polsi stretti dalle manette.Merita una severa lezione, oltre che una spia è anche una ribelle, ma qui troverà pane per i suoi denti.Si sentì sprofondare dalla vergogna quando il maggiore le sollevò la gonna sulla schiena, solo le candide mutandine, arruffatesi nella breve colluttazione, erano rimaste a protezione delle sue intimità ; i colpi della frusta stirarono il leggero indumento senza attenuare il bruciore che penetrava sulla pelle, Marta singhiozzò sconsolata per tutta la durata della punizione, al termine della quale rimase sfinita ed esausta.Restò immobile e sgomenta anche quando avvertì la mano dell’uomo scostare il bordo delle mutandine sul davanti, boccheggiò non appena le dita affusolate si fecero strada tra le peluria scivolando lungo la fichetta, si lasciò masturbare incollando la bocca sul tavolo per non far sentire il suo respiro asmatico, quel porco la stava facendo eccitare malgrado lei tentasse di estraniarsi.L’insistenza di quei movimenti leggeri la stavano portando verso il piacere ultimo, le gambe si erano afflosciate ed ella aspettava l’estremo riflusso sulla fichetta già inzuppata, ma l’aguzzino le tolse anche quello che ormai era diventato un suo desiderio, fermandosi e staccandosi prima che raggiungesse l’orgasmo.Il tono incolore della voce del maggiore la disincantò: adesso le tolgo le manette e voglio che si spogli subito qui davanti a me.Senza alcun ulteriore incitamento Marta si denudò arrossendo vistosamente quando le venne ordinato di mettersi in posizione sopra il tavolo.Vide anche lei rabbrividendo che si infilava il guanto di plastica, le lunghe dita scivolarono facilmente nella stretta micina riprendendo il lento movimento che era stato interrotto a mano nuda; Marta si scoprì ad aiutarlo con un dondolamento spontaneo, si stava eccitando di nuovo e ciò per un certo verso anzichè disgustarla le piaceva.Max si fermò ancora una volta prima di farla godere, un dito si spostò all’ingresso del buchetto grinzoso ed ella cominciò a gorgheggiare degli con delle esclamazioni di stupore non appena la falange sdrucciolevole fu pigiata dentro il culetto.Ansimò vistosamente quando il dito si spinse oltre lo sfintere incalzando il culo, non aveva mai sperimentato niente di simile, la sensazione del lungo dito che la stava frugando le mandava delle stilettate al cervello, non riusciva a prender fiato ed era costretta a respirare a bocca aperta mentre roteava spontaneamente il posteriore come se volesse farlo entrare più a fondo.L’esame rettale era stato lungo ed accurato, ed aveva lasciato Marta incredibilmente stupita, quasi contenta, ansante ma insoddisfatta al tempo stesso.Per oggi basta si metta questo, disse il maggiore porgendole un corto camice uguale a quella che aveva fatto indossare a sua madre, se vi comporterete bene le indagini potranno risolversi in tempi brevi, altrimenti potrebbero durare anche degli anni.Così dicendo il maggiore sporse le mani entro la scollatura agguantando e stringendo i capezzoli tesi; Marta si mordicchiò le labbra senza fiatare consentendo all’ufficiale di sussurrare: vedo che comincia a capire, signorina.Fu questione di un attimo, la mano di lui raccolse quella della ragazza spostandola sopra i pantaloni: Marta conosceva quel turgore avendo avuto modo di fare delle seghe ad un giovane amico, questa volta però le dimensioni era spropositatamente più grandi e non riuscì a bloccare un lungo brivido che scivolò sulla spina dorsale.Max per la prima volta divenne meno rude di fronte all’evidente arrendevolezza della ragazza, si sedette sulla sedia sopra i vestiti di madre e figlia, si aprì velocemente la patta e riportò la mano di Marta all’interno.Con il volto infuocato e lo sguardo chino Marta iniziò a carezzare il prepuzio che fuoriusciva dall’elastico delle mutande, il maggiore si sporse appena di lato girando l’interruttore della luce, la stanza restò rischiarata da un neon di fondo i cui riflessi giallognoli esasperavano la graziosa silhouette della ragazza.Si slacciò la cintura ed aprì i pantaloni allargando le gambe: tiralo fuori tutto e bacialo!Marta strattonò all’ingiù le mutande con la stessa frenesia che l’aveva presa la prima volta in cui glielo aveva chiesto il coetaneo, avviluppò il pene nel palmo e si chinò con le labbra sul glande roteando appena la lingua per saggiarlo; il gusto di fondo le era noto, questa volta però l’intenso afrore di quell’uomo maturo quasi la stordì.Era ancora eccitata dalle precedenti manipolazioni interrotte prima dell’orgasmo, e seppur con qualche maldestro passaggio dovuto all’inesperienza, cominciò il più importante pompino della sua vita, fin quasi soffocandosi nel tentativo di ingoiarlo fino alla radice.Max la sollevò prima dell’attimo fuggente, la rivoltò sopra il tavolo e le sborrò sul culo, innaffiandolo con lunghi fiotti di sperma che poi spalmò con le mani sulla morbida pelle delle natiche.Furono assegnate su due celle diverse, non potevano vedersi nè sussurrarsi qualche parola di conforto, poi la stanchezza e lo sfinimento presero il sopravvento, madre e figlia si appisolarono, nessuna delle due aveva assaggiato la schifosissima minestra passata loro attraverso le sbarre.Per Marta fu una notte sufficientemente tranquilla se non per due sporadici risvegli di soprassalto, a cui erano seguiti brevi dormiveglia con il ricordo nitido, persino eccitante, dell’incontro con l’ufficiale, prima di ricadere nel sonno, per Livia invece fu una notte da incubo.Il maggiore aveva deciso per lei un trattamento assai diverso da quello della figlia, voleva esasperarla fino a farle perdere quel poco di dignità che le era rimasto, aveva perciò comandato alle guardie che venisse controllata di continuo, in modo da farle passare una notte in bianco.Era stata svegliata molte volte dal rumore delle chiavi che aprivano con un sordo frastuono i catenacci della cella, dopo ogni visita tentava di mettersi quieta sulla branda cercando di riprendere sonno, ma capita l’antifona l’orecchio rimaneva teso, in angosciosa attesa di risentire il rumore dei passi di una guardia che tornava ad avvicinarsi.Per primo era arrivato un omaccione grande e grosso sulla cinquantina, le era sembrato un orco e si era stretta sotto la coperta, non avendo all’inizio ancora ben intuito quale fosse lo scopo di quell’improvvisa comparsa dentro la cella.Ogni tanto una prigioniera discreta borbottò l’omone strappandole di dosso l’umida coperta in fustagno, Livia rimase sbigottita a guardarlo nella penombra della cella, con gli occhi spalancati; bella ficona nera soggiunse osservandole il pube mentre la sovrastava trattenendo tra le mani il mazzo di chiavi.Con la più grossa di queste, in ferro lucido, cominciò a frugarla dentro la passera, spingendola a fondo e facendola girare dentro la vagina, che venne usata al pari di una serratura; Livia ansimava terrorizzata per la sofferenza e l’insultante vergogna, biascicò alcune implorazioni che non sortirono alcun effetto, anzi l’omone appoggiò le ginocchia sulla branda ed estrasse il cazzo flaccido dalla patta già aperta.La testa le venne torta verso l’uccello e dovette imboccare quel maleodorante pezzo di carne con ripugnante ribrezzo, lo sentì ingrossarsi e sbattere in gola, l’unico sollievo fu l’attenuarsi dell’azione rovistatrice della chiave entro la vulva per il progressivo abbandono della guardia sotto l’effetto del pompino.Non le era mai piaciuto farsi sborrare in bocca, lo detestava, questa volta però lo percepì come il minore dei mali, ora lui aveva smesso di torturarle la fica, con entrambe le mani le tratteneva la testa, Livia non capiva più nulla, il dolore per i capelli tirati e le ginocchiate al petto, che nella foga lui le dava, la stavano stordendo.L’omaccione prese a scoparla in bocca furiosamente, con sempre maggiore violenza, ad un certo momento il dolore divenne insopportabile ed il cazzo le fu spinto in gola ancor più brutalmente, per fortuna era giunto all’apice ed un fiotto caldo si disperse tra le tonsille e l’ugola.Lo sperma scese impietoso fino ai polmoni, con uno scatto disperato Livia riuscì a sottrarsi tossendo e sputando, lentamente riprese a respirare normalmente, aveva il volto impiastricciato ed alcuni colpi di tosse le avevano fatto uscire la sborra anche dal naso.Stava ancora piangendo sommessamente quando sentì i passi di una seconda guardia avvicinarsi alla cella, era assai più giovane dell’altro ma non certo meno brutale, le ordinò di sollevarsi in piedi e di togliersi il camice, cosa che Livia fece in una frazione di secondo ormai incapace di qualsiasi reazione, pur se la sua indole pudica fece sì che spostasse le mani sul davanti per coprire il pube.La guardia le smanacciò il culo un paio di volte prima di sedersi sulla branda, ordinando di tenere le braccia sopra la testa e le gambe larghe; prima furono i capezzoli ad essere maltrattati dai ruvidi passaggi delle sue mani nodose, poi fu ispezionata la fica come se la guardia fosse alla ricerca di oggetti proibiti, infine la fece girare e piegare per svolgere diligentemente la verifica del buco più sensibile.Alle prime luci dell’alba non ricordava nemmeno più quante e quali guardie avessero abusato di lei.Marta guardò la madre mentre venivano portate fuori dall’area delle celle, restò qualche attimo instupidita ad osservare quel viso ancor giovane stravolto dalle profonde occhiaie; Livia si limitò a sussurrare che non aveva chiuso occhio senza nulla accennare a quanto successo, anche per non preoccupare oltre la figlia.Vennero portate in una specie di refettorio ove fu servito loro un vassoio con una scodella di caffelatte e del pane duro, poi furono avviate alle docce e poterono finalmente pulirsi sotto gli occhi indiscreti di alcune guardie, le quali sghignazzavano divertite ogni qual volta madre e figlia si insaponavano là dove la folta peluria nera, bagnandosi, celava a mala pena i loro preziosi scrigni.Mentre si stavano asciugando prima di indossare due tuniche pulite con analoghe fattezze di quelle indossate per la notte, Livia vide arrivare l’omone che per primo aveva abusato di lei nella notte, la prese per un braccio spostandola dietro degli armadietti in fondo alla stanza, che non erano così profondi da nascondere le loro figure completamente.A Marta non fu difficile intuire quello che stava accadendo nel vedere le ginocchia della mamma che uscivano davanti agli stipetti, mentre era accucciata con la schiena appoggiata alle piastrelle: il movimento dell’ingombrante sedere dell’omaccione faceva capire che la stava scopando in bocca.Mano a mano che il ritmo cresceva anziché provare un senso di ripulsa sentì che si stava eccitando, le pareva incredibile ma i segnali erano troppo chiari ed inequivocabili, il vedere sua madre trattata in quel modo le stava scaldando la fichetta: fu costretta a lenire quelle fitte asciugandosi profondamente dentro il cespuglio nero, ove le grandi labbra erano bagnate da liquido diverso da quello dell’acqua della doccia.Livia aveva il volto infiammato non solo per qualche spruzzo di sperma trangugiato alla fine della scopata in bocca, ma anche per la vergogna di sentirsi addosso lo sguardo indagatore della figlia mentre venivano avviate lungo un altro interminabile corridoio, che le portò dentro una stanza ove le stava aspettando l’impettito maggiore che avevano conosciuto il giorno prima.Vennero legate ai polsi con delle corde che scendevano da un anello al soffitto, con le braccia sollevate, e separate da un divisorio in legno in modo che non potessero vedersi; la luce venne spenta e la stanza rimase nel buio più fitto, poi all’improvviso si rischiarò la stanza accanto, che solo in quel momento si accorsero divisa da una parete specchiata.Distesa nuda su un tavolaccio, legata mani e piedi a croce, una donna che le due prigioniere riconobbero subito nella loro amica giornalista, aveva il corpo segnato dai lividi, sui capezzoli due pinzette collegate con dei cavi sui quali scorreva la corrente elettrica, l’espressione tesa del volto mutò in consapevole terrore non appena entrò una donna in camice bianco.Questa donna alta e bionda era la dottoressa Eva, non ancora trentenne, fedele collaboratrice del maggiore; lasciò partire una scarica che elettrizzò il corpo della povera donna, alla quale rivolse una domanda avvicinandosi all’orecchio, che loro poterono ascoltare trasportata da un altoparlante: allora ti decidi a confessare spia?Vogliamo sapere quanti segreti militari da portare hai passato in questi anni alle due italiane?No, no, loro non c’entrano nulla con la nostra organizzazione sovversiva, vi ho già detto tutto, sono affiliata al gruppo che ben conoscete e che vuole combattere il comunismo, ma che non ha alcun legame con i paesi occidentali.Eva impugnò un corto manganello in gomma dura e la colpì duramente sulle cosce facendola singhiozzare, poi glielo infilò nella fica, scopandola a fondo, si interruppe non appena giunse la voce del maggiore attraverso l’interfono: rasale la fica e mettile un paio di pinzette dentro, vediamo se le volute di corrente entro la vagina le schiariscono il cervello!Livia restò tramortita come se fosse lei al posto dell’amica, si scosse nel sentire il cazzo scoperto dell’ufficiale che le sfiorava le natiche mentre la sua voce vicina ad un lobo, volutamente nemmeno troppo sussurrata affinché potesse arrivare alla figlia oltre il divisorio, disse: vi auguro che confessi altrimenti potrebbe toccare anche a voi la stessa sorte!Potrebbero non essere sufficienti le visite che ho in mente per voi oggi, debbo cercare all’interno dei vostri buchetti così stretti e rigidi, può darsi che nascondiate delle microchips, ma state certe che noi lo scopriremo, violando e forzando con ogni mezzo questi stupidi pertugi!A Marta giunse l’esclamazione della madre che venne solo intaccata dalla punta violacea del glande appoggiatosi sullo sfintere, poi delle implorazioni sommesse, ma Max si era già spostato dietro alla figlia.Intanto Eva aveva insaponato la fica della giornalista e si stava apprestando a radere la peluria con un rasoio a lama, che brillava pericolosamente nella sua mano; il maggiore lacerò le spalline del camice di Marta facendolo scivolare a terra, le scostò i capelli ed addentò la nuca, la ragazza avvertì l’uccello sbattere sul sedere mentre con una mano le avvolgeva un seno e con l’altra raggiungeva la fichetta, incredibilmente colma di umori.E tu cosa sei disposta a concedermi per evitare che ti faccia torturare?Tutto, tutto, bisbigliò Marta con un filo di voce, tale comunque da essere udito anche da sua madre.Tutto cosa, senti come sei eccitata, a differenza di tua madre a te piace sentirti costretta, e magari anche assistere a scene violente vero?Sì, sì, boccheggiò Marta che si stava contorcendo dal piacere.Adesso ti slego puttanella, voglio che me lo succhi come hai fatto ieri!Livia si sentì svenire, con gli occhi guardava oltre la parete specchiata ove all’amica erano state agganciate due pinzette sulle grandi labbra della fica appena rasata, mentre con le orecchie cercava di captare ogni minimo rumore che giungeva dall’altra parte del divisorio.Vide l’amica svenire dopo un urlo strozzato, quando la corrente elettrica le bruciacchiò la fica tosata, un attimo prima però era riuscita a borbottare quello che la crudele dottoressa voleva sentire: sì, sì, è vero, anche loro sono delle spie!Nel contempo ascoltò con nitidezza il rumore simile ad un onda di risacca che le labbra di sua figlia emettevano allungandosi lungo l’asta tesa del maggiore, fu questione di pochi secondi perché dovette concentrarsi ad arginare la veemenza di Eva, che era uscita dalla stanza accanto piombandole alle spalle silenziosamente.Tocca a te lurida spia, sibilò Eva abbrancandola da dietro, adesso ti porto di là a salutare la tua amica, vedrai che confesserai anche tu i crimini che hai commesso!Mentre si afflosciava terrorizzata tra le braccia di Eva, che stava sciogliendo i legacci, Livia ascoltò in trance le parole della figlia, che ora era stata fatta appoggiare alla parete vetrata: sì, sì, prendimi, stuprami, violentami, fammi godere, spaccami, oh sì, sì, ancora, ancora!Con gli occhi annebbiati dal piacere Marta vide sua madre nuda nella stanza accanto, era impaurita e tremava come una foglia d’autunno prima di staccarsi dal ramo, lei solitamente così rigida ed altezzosa, ridotta ad una nullità che si limitava ad implorare pietà .In lei si scatenò la libidine che stava portandola alla conclusione dell’amplesso con l’uomo in divisa, quando vide sua madre che accettava, con evidente arrendevolezza, di prostituirsi con la dottoressa pur di risparmiarsi le torture annunciate.Accettò persino con disinvoltura il bacio di Eva ed il lungo viaggio della lingua che si intrecciava con la sua, si lasciò piegare sopra la branda ove giaceva ancora svenuta la giornalista, i polsi le vennero legati dietro la schiena, infine l’ordine giunse perentorio e cristallino, offuscando la mente di Marta che era stata appena inondata dalla sborra vischiosa del maggiore: adesso leccala, voglio che la svegli con la lingua!Le sembrò un sogno vedere la lingua della madre svicolare fuori dalle labbra per inumidire il pube, che pareva la pungesse con i corti peli da poco rasati che brillavano sulla pelle irritata, ma quel che più la stupì fu osservare con quanto trasporto si dedicava a quella missione, senza più alcuna necessità che le venisse ordinato.Eva aveva rimesso le pinzette sui capezzoli della giornalista mentre Livia continuava a slinguarla e succhiarla, fece passare alcune brevi folate di corrente elettrica che scossero appena il corpo tramortito della donna, trasmettendo qualche brivido anche alla lingua dell’amica.Marta aveva continuato a gonfiare le pareti della vagina, allungandosi lentamente sull’asta ancora turgida del maggiore, il quale rispondeva con deboli movimenti susseguiti all’eiaculazione; furono sufficienti pochi minuti per riprendere lena, egli non aveva più dubbi, si era ritrovato per le mani una troietta in calore nelle vesti di vittima smaniosa di soddisfare il proprio carnefice.Intanto la dottoressa si stava dedicando con maggior insistenza sul posteriore di Livia, usando il manganello con fin troppo evidente gusto sadico, prima picchiandola e poi forzandole fica e culo; Marta guardò incredula l’aguzzina che si apprestava a cavalcare sua madre, la cui schiena cominciò ad arcuarsi riflettendo scosse sulla dorsale come se venisse sodomizzata, solo quando Eva si ritrasse vide il tozzo membro che luccicava insudiciato davanti alla transessuale.Livia e l’amica giornalista vennero usate per molti giorni, in quella tetra caserma, come latrine, alle guardie aizzate da Eva venne concesso tutto e di più, per Marta invece la prigionia si trasformò in un legame carnale con il maggiore, in cella aspettava con ansia il momento in cui veniva portata al suo cospetto, le costava sofferenza farsi prendere didietro anche se alla fine prendevano forma alcuni accenni di piacere che la ripagavano delle fitte che ristagnavano sul suo fondo schiena.Sua madre perse la vita in un incidente stradale pochi mesi dopo la fine di quell’avventura che l’aveva irrimediabilmente segnata, Marta si era convinta che si fosse suicidata fuoriuscendo di strada ad alta velocità ; a lei invece la vista di una divisa qualsiasi produsse per diversi anni ancora, uno stato di agitazione quasi paralizzante, che spesso si tramutava in sfacciata eccitazione.Una volta fu fermata ad un posto di blocco, la vista di tanti poliziotti con i mitra spianati la lasciò stordita, non riusciva nemmeno a rispondere alle domande che le rivolgevano, credettero che la sua preoccupazione fosse dovuta a qualcosa di losco che cercava di nascondere, venne fatta scendere dall’auto ed infilata in un furgone al cospetto del comandante per essere interrogata.Cosa nascondi, della droga vero, vuoi tirarla fuori da sola o vuoi che la cerchio io?Marta si limitò a dei cenni negativi con la testa ma il terrore che luccicava nei suoi occhi venne colto dal comandante come una tacita ammissione; fu piegata di schiena sul piccolo tavolino-scrittoio dentro il furgone, nemmeno una sillaba uscì dalle sue labbra ingorgate di saliva mentre le manacce dell’uomo aprivano la camicetta palpugnando le tette abbondantemente fuoriuscite dal reggiseno.La nascondi dentro le mutande vero sgualdrina?I jeans vennero strappati fino a scivolare per terra lungo le caviglie, ove già erano cadute le scarpe, Marta non indossava calze ed al poliziotto fu sufficiente uno strappo laterale per sbarazzarsi delle mutandine che si raggomitolarono esanimi sul tavolino.Il comandante deglutì un paio di volte soffermandosi eccitato a guardare lo splendido panorama pubico che gli si parò davanti, le dita carnose indagarono frettolose alla ricerca di un bottino che non c’era, evidenziando solo la straripante eccitazione che inondava quella passera scura.Troia, troia, ecco cosa volevi nascondere, sei una cagna in calore, biascicò il comandante sfoderando l’uccello duro, Marta sbattè ripetutamente la testa sulla parete interna scivolando all’indietro sul tavolino durante le ficcanti fiondate che le sfondavano la fica, godette senza soluzione di continuità per tutta la durata dell’amplesso, boccheggiando e contorcendosi ad ogni passaggio del pene a cui si accompagnavano stringenti manipolazione dei seni.Il comandante si ritrasse all’ultimo istante spruzzandole di sborra la folta peluria ed innalzando il getto anche sul petto fino a sfiorarle la gola; Marta restò con la bocca socchiusa, aspirando affannosamente, gli occhi erano intensamente lucidi non più per la paura ma per l’eccitazione che ancora le gonfiava il petto.Lo sguardo trasognato di Marta pareva implorasse una irriducibile voglia interiore di essere ulteriormente sbattuta e maltrattata, il poliziotto la osservò qualche attimo stupito prima di sbottare: puttanella, devi essere in arretrato da molto, non ti basta vero?Marta riuscì solo a sbattere le palpebre prima di essere trascinata giù sul pavimento del furgone, lo imboccò senza esitazione avvitandosi con lingua su quel piolo leggermente ammorbidito, facendogli ritrovare un vigore ancor più intenso e duraturo di quello iniziale, esasperando così la libidine del comandante.Distesa a pancia sotto aspettò con ansia di essere frugata dalle dita umide che scivolarono prepotenti dentro il pertugio facendola sobbalzare dal piacere, incredulo di tanta remissività di cui non si spiegava le motivazioni, il poliziotto cominciò a sculacciarla facendola rimbalzare sul tavolino.Per la prima volta dopo quasi venti minuti fece capolino la voce roca di Marta: pietà , pietà , basta, basta…….Era una voce flebile ed insicura, quasi trasparente una volontà opposta che alimentò la foga dell’uomo, il quale esaurì la sua rabbia quando le natiche divennero violacee, solo allora impugnò la verga spasmodicamente tesa indirizzandola verso il tenebroso buco che accolse il prepuzio contraendosi impudicamente.Vuoi che te lo sbatta nel culo vero sgualdrina, vuoi sentirlo rovistare dentro le tue viscere, oh sì dimmi che ti piace farti inculare, borbottò il comandante mollandole un pugno sulla schiena mentre il cazzo affondava senza resistenze nel canale rettale.Sì, sì, ancora, di più, singhiozzava sconvolta dal piacere Marta, che avvertiva l’avvicinarsi di un nuovo orgasmo.Nel centro di Vienna, fintanto che il marito è impegnato nei lavori del convegno, Marta passeggia all’interno del quartiere degli antiquari, specchiandosi nelle vetrine ed osservando con tipica avidità femminile le preziosità in esse contenute.Cambia percorso e sotto il tepore di un tenue sole primaverile prosegue lungo la strada delle sedi diplomatiche, sono tutti palazzi austeri inframmezzati da giardini fioriti, oltre i quali si scorgono alcune costruzioni più moderne, grandi ville attorniate dal verde, una in particolare attira la sua attenzione, ma non fa in tempo a focalizzare la targa che identifica quella ambasciata, viene sfiorata da un auto nera che si infila all’interno di un cancello carraio che sta aprendosi lentamente.Ha un sobbalzo come chi teme di essere investita, guarda dentro il cortile la macchina che si ferma slittando sul ghiaino, il portone in ferro si sta chiudendo automaticamente ma prima che la vista le sia preclusa riconosce la persona che sta scendendo dalla portiera posteriore: è il maggiore Max.Seppur dopo tanti anni quella vista la mette in subbuglio, fa fatica a mantenersi in piedi, si appoggia al muro perimetrale ed inquadra la targa in ottone che campeggia davanti all’ingresso: è una sede diplomatica della DDR.Passano quasi dieci minuti prima che riesca a trovare un minimo di tranquillità interiore, un susseguirsi di pensieri le affollano la mente, vorrebbe allontanarsi in fretta da quel luogo ma una forza interiore la blocca, quando suona per entrare non si rende nemmeno conto perché lo stia facendo, viene accolta da una donna vestita di grigio e dallo sguardo sospettoso che le chiede in che cosa possa esserle utile.Cerco il maggiore Max, borbotta Marta con tono insicuro.Non c’è nessun maggiore Max qui dentro, risponde seccata la donna, a che titolo cerca questa persona? Lei chi è mi dia le sue generalità !L’avevo conosciuto a Berlino, mormora intimidita Marta, declinando nome e cognome.Solo allora quella specie di arpia si decide a smanettare sul telefono nero che tiene sullo scrittoio dell’ingresso, Marta ascolta con il cuore in gola le frammentate telefonate della donna che compone diversi numeri prima di guardarla dritta negli occhi, l’espressione imperscrutabile trasuda un mezzo sorriso sadico, poi le rivolge di nuovo la parola: mi segua, forse il colonnello Max Reinhart potrà riceverla più tardi.Marta ha paura quando dopo aver infilato un paio di corridoi l’impiegata apre una porta che conduce nello scantinato, ha un attimo di riluttanza ma ormai è troppo tardi, la donna coglie la sua indecisione, la prende per un braccio e l’accompagna nella discesa attraverso i gradini leggermente umidi, mentre sussurra: dovrebbe sapere che chi entra in questi luoghi perde la propria libertà , qui non siamo democratici come voi occidentali, il nostro è un regime autoritario.Arrivano in fondo alle scale, adesso Marta trema visibilmente riconosce quei posti come dei luoghi di prigionia simili a quelli della caserma di Berlino, percorrono un altro corridoio e poi viene introdotta in una ampia stanza adibita a cella di tortura, che trova incredibilmente uguale a quella in cui era stata segregata la giornalista amica di sua madre.La stanza è rischiarata da una sola lampadina che pende dal soffitto, la donna dal naso grifagno svela in un attimo tutta la sua arrogante protervia: conosci le regole, vero?Marta annuisce e comincia a togliersi il leggero soprabito poggiandolo sull’unica sedia vuota, sono attimi di tensione che accrescono la sua insicurezza, è stata una scriteriata ad infilarsi di nuovo in quel luogo che la farà penare come in passato, questo pensiero l’affanna ma ha anche lo straordinario potere di infiammarle il ventre, avverte un rigurgito di umori che le allagano le mutandine, si è appena tolto il vestito ed è costretta a serrare le cosce per contenere il profluvio.La donna osserva i fremiti che scuotono il suo corpo, ne ascolta il respiro corto che in pochi secondi si affievolisce liberandola dal piacere ormai incontenibile, le molla un manrovescio apostrofandola: puttana, questo non è postribolo, siamo in una prigione e tu sei una detenuta!Io….io, balbetta Marta, sono venuta spontaneamente, non sono una prigioniera, volevo rivedere il maggiore Max……..Un altro manrovescio le infiamma anche l’altra guancia: silenzio, non ti è concesso di parlare, la persona che cerchi ci raggiungerà più tardi, ti ho già detto che è diventato colonnello!E’ la stessa improvvisata carceriera che finisce di spogliarla, abbassando le spalline della sottoveste e slacciando il gancio del reggiseno, lasciando così libere le grosse tette dure.Marta viene fatta distendere sul tavolaccio e guarda con occhi velati dalla paura gli attrezzi di tortura appoggiati su alcuni alti sgabelli in legno, solleva le braccia sopra la testa e si lascia serrare con degli anelli di ferro.La lesbica osserva con avidità quel bel corpo fremente, è da diverso tempo che non le capita un bocconcino così prelibato, le abbassa lentamente le mutandine scoprendo la rigogliosa foresta nera che già aveva intravisto sotto il tessuto; le dita affondano perentorie, non è una masturbazione ma il gusto di scorgere la paura che assale la prigioniera.Le mani si muovono arroganti manipolando con forza le parti più sensibili, Marta si limita a sospirare profondamente temendo ritorsioni più cruente: quello che la esaspera sono le folate di piacere che riverberano dentro di sé, mano a mano che la donna incrementa la sua azione.Intuisce che l’aguzzina è molto sadica dalla veemenza con cui le ha cacciato un cuneo dentro il culo, soffre e gode contemporaneamente dimenandosi sul tavolaccio in preda a delle convulsioni che diventano spasmodiche nel momento in cui le vengono agganciate sui capezzoli due pinzette che si collegano con lo strumento che trasmette la corrente elettrica.Il dolore sui seni è insignificante rispetto a quello che l’aspetta: no, no, ti prego, mormora Marta con gli occhi supplichevoli, ma l’altra ha già girato la manovella, trasferendo solo un modesto assaggio di scarica che la fa scuotere appena, alimentando gli umori vaginali.Vuoi che continui o preferisci leccarmi la figa?Marta la guarda un attimo interdetta e ciò basta alla donna per liberare un’altra scarica.Sì, sì, tutto quello che vuoi, sussurra Marta.La carceriera si sfila le mutande e si inginocchia sopra la sua testa, sotto la gonna Marta si orienta con la lingua alla ricerca della larga fessura, usa tutta la sua abilità per cercare di soddisfare le impellenti voglie della lesbica, che ad un certo punto si allarga le natiche con entrambe le mani invitandola a leccare il buco del culo.Piegata in avanti la donna usa il cuneo che le aveva infilato nel culo per penetrarle anche la fica, la incita a spingere a fondo a lingua e nel contempo si abbassa ad azzannare la clitoride mentre continua a sconquassarla; la carceriera è vicina all’orgasmo quando Max entra nella stanza, Marta si accorge della sua presenza solo quando il glande affonda nel suo culo.La lesbica si solleva esausta dopo un copioso orgasmo, Marta rivede il suo aguzzino in divisa, le tiene le gambe sollevate ed ora se le è appoggiate sulle spalle, continua a stantuffarla, insultandola, mentre la sottoposta riaccende la macchina infernale che trasferisce volute di corrente, brevi ma cocenti; Marta ha la vista appannata, si affloscia svenendo qualche attimo dopo aver sentito lo sperma disperdersi nel canale rettale.Quando si sveglia è sola nella stanza, ha i capezzoli bruciacchiati, di tanto in tanto si affaccia il colonnello Max, la interroga, la sevizia, la stupra.Nei giorni seguenti i giornali parlano della scomparsa di una donna italiana a Vienna, se ne sono perse le tracce, il marito è disperato e le ricerche proseguono affannosamente, lei è già stata trasferita dalla prigione austriaca a Berlino, qui rimarrà segregata per molti anni, fino alla caduta del muro.MAX_101
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15 anni fa
IncantoLunare, 33/28
Ultima visita: 1 anno fa -
Per piacere e per potere
ma pian piano capii che non era la grazia il risultato a cui Ludo aspirava.
Mi portò a casa sua fece mi fece raccogliere i capelli in un castigato chignon.mi vestii secondo i suoi dettami e cominciai il mio gioco,entrando dalla porta era già calato nella sua parte con aria intimidita e mortificata.Dovevo esser convincente ,perchè morivo dalla voglia di conoscere altre strade per il mio piacere.
"dove sei stato?" e senza aspettar risposta..."dove cazzo sei stato!".replicai il suo silenzio sedendomi sul tavolo spalancando le gambe.Iniziai a sfregarmi con la mano destra in mezzo alle cosce.impietosamente gli dissi:ora sai cosa ti aspetta, vero?spostai la mutandina,lasciandolo a contemplare la mia fica bagnata,mentre mi toccavo giocavo con le labbra.
Dai suoi occhi nn appariva nessuna golositàma solo un'avida sottomissione.
"Adesso lecca!"spalancai le gambe lasciandogli il clitoride turgido ben esposto.il calore del piacere arrivò immediato,al ritmo della sua lingua forsennata che sbatteva.lo presi per i capelli e lo spinsi verso di me,quasi facendolo soffocare.Con i tacchi mi puntellai contro la sua schiena,imprigionandolo."Fammi godere come si deve,usa le dita avanti!"
Obbedientemente,MI INFILO' DUE DITA CON VIOLENZA, muovendo i polpastrelli contro le pareti anteriori,portandomi dritta dritta al primo, violento orgasmo.Bagniai tutti i suoi documenti che erano sulla scrivania dov'ero seduta,bagnai le sue mani...Ludo era violaceo, contratto:l'eccitazione per avermi vista venire in quel modo doveva avergli affogato il cervello.
"bravo,ti sei quasi guadagnato il mio perdono.ti sei eccitato?fammi vedere,tiralo fuori"
Ludovico sfoderò dalla patta una meravigliosa erezione.Glielo presi in mano "Guarda guarda...".non l'avevo mai sentito così duro,gli passai la lingua su tutta la lunghezza in modo che le mie mani scivolassero con facilità.
Era difficile resistere. Di fronte a un cazzo così mi sarei arresa, avrei interrotto il Gioco mi sarei messa a novanta e farmi scopare fino al collasso,ma nn rientrava nelle regole.Avevo i muscoli che ancora si contraevano di desiderio e morivano dalla voglia di essere riempiti.Avrei pagato per esser stesa sotto di lui.
"Adesso prenditelo in mano e fatti una sega,è l'unica cosa che ti meriti"
Mesto, se lo prese in mano e cminciò a masturbarsi velocemente,patetico. Ci mise qualche minuto a venire.Ma nel momento in cui il suo sperma iniziava a colare nel moment in cui il Gioco di fatto era finito,ludo ancora una volta fu in grado di stupirmi.
Mi prese per i capelli, mi inginocchiò a terra e mi costrinse a succhiare.Impugnando saladmente la mia testa e togliendomi la possibilità di replica, stava dettando nuove regole.Era evidente che il prossimo Gioco sarebbe stato mooolto diverso.
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15 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 8 ore fa -
Lo scambio
Siamo arrivati al luogo dell'incontro ... la macchina dell'altra coppia è una Range nera, e parcheggiata nella zona buia. Io mi sto toccando ... come sempre ... mi piace arrivare agli incontri già eccitata ... Paolo parcheggia vicino al Range, dalla parte del lato guida ed io incontro subito lo sguardo del lui ... Carino, molto carino, più che in foto ... ma non è qiesto il punto ... Dove mi porterà ? Cosa mi avrà organizzato? E' questo che mi eccita ... Scende dalla macchina continuando a guardarmi ... io non stacco gli occhi dai suoi ... vede che mi sto toccando sotto il cappottino nero ... io non faccio nulla per nasconderlo ... sorride ... Paolo scende, stringe la mano al tipo e viene ad aprrmi la portiera (adoro quando un uomo mi apre lo sportello). Scendo dalla macchina contemporaneamemte all'altra lei ... molto carina, piccola di statura, ma ben proporzionata; so che ha 41 anni, ma ne dimostra al massimo 30-35. Capelli rosso mogano raccolti, viso stupendo da bambolina con labbra rosse, 1,60 x 45 kg al massimo; indossa un cappottino viola al ginocchio in tinta con l'ombretto, stivali neri e niente calze. Probabilmente non indossa nulla sotto ... come me ... Ci presentiamo; quando lei mi porge la mano noto che porta al dito un brillo esagerato, lo stesso brillo che ho già visto nel video ... se non fosse per il rossetto da troia sembrerebbe una fighettina acqua e sapone, tutta dedita a marito e figli ... invece marito e figli sono a casa e probabilmente tra un'oretta, conoscendo Paolo e quello che le ha organizzato, sarà piena di sborra fino alle orecchie ... mmmh ... il pensiero mi eccita e va al video del brillo ...
In primo piano il viso di lei, un primo piano normalissimo in un appartamento o qualcosa del genere che mette in evidenza la sua oggettiva bellezza, poi un taglio netto, la luce cambia e si vede una mano curata con il brillo all'anulare che si muove ritmicamente su e giù su di un cazzo enorme, nero, almeno un calibro 24x20. C'è del rumore di fondo, c'è giente ... una voce fuori campo incita senza troppi complimenti la troia a fare sborrare il cazzo ... la mano varia il ritmo ... l'inquadratura si allarga appena e la cappella enorme del nero sparisce dentro una bocca esperta ... compare lei, occhi fissi in camera, labbra a ventosa sulla cappella e mano che va su e giù sempre più velocemente ... si sente ansimare ... i due sono impegnati in un 69 ... poi lui gode ... lei sempre guardando in camera continua a segare con la mano accompagnando il movimento con le labbra sulla cappella ... lui continua a sussultare ... lei cambia espressione, si sta costringendo a tenere le labbra serrate attorno al cazzo (... io so cosa sta provando ... sta lottando per non farsi andare i fiotti di sperma in gola, per non tossire e tenere tutta la sborra in bocca, per mantenere sotto contollo il senso di nausea che monta ... ) Poi il cazzo smette di squotersi ... la voce fuori campo le da della zoccola ... lei stacca la bocca dalla cappella e socchiude la labbra ... Subito dello sperma cola da un angolo della bocca ... è giallastro, densissimo ... lei lo risucchia e ingoia con maestria tutta la sborrata ... Si allarga l'immagine ... lei è su un letto con il black sfinito ... intorno al letto ci sono altri 6 cazzi in sega pronti per lei ... buio.
Mi riprendo ... mi sono immedesimata per un attimo nell'ingoio del video ...spero mi aspetti una situazione del genere ... voglio stupire il lui ... mostrargli che sono più troia della zoccola a cui sto stringendo la mano ... Chiacchieramo due minuti ... lei continua a guardare Paolo con interesse, il lui mi mangia con gli occhi ... ho voglia di cazzo ... ho voglia di cazzi ... cosa stiamo aspettando? ... Poi il lui si decide, bacia la troia sulla bocca, mi porge la mano e mi invita a salire sul suo mezzo. Con la coda dell'occhio vedo Paolo aprire lo sportello del passeggero alla zoccola e lei salire senza indugi ... (lo fanno spesso, penso ...ottimo ...). Paolo parte per portare la tipa dove so, mentre il lui anziche accendere il subito il motore compone si gira a guardarmi. Io intanto mi infilo la mano sotto il cappottino e ricomincio a masturbarmi ... Lui mi guarda sornione ed appoggia la mano sul mio interno coscia ... bellissimo ... io allargo le gambe per invitarlo a sostituire la mia mano con la sua, ma lui si limita ad eccitarmi sfiorandomi ripetutamente l'inguine ... ho voglia di farmi chiavare ... di farmi inculare ... faccio fatica a trattenere dei gemiti ... lui se ne accorge e mentre mi guarda negli occhi accende il motore... Arriviamo a destinazione, una villetta abbastanza isolata ... ho un pò paura, ma anche questo fa parte del gioco ... Sono eccitatissima ... durante il viaggio mi sono gustata le performance della mammina, impegnative, stimolanti, eccitanti ... spero che alcuni dei cazzi che ho visto in video mi stiano aspettando ... so che Paolo ha detto al tipo di andare pure pesante, che mi piacciono i giochi forti, le bevute abbondanti ... Scendiamo dalla Range ed entriamo nella villetta ... non suoniamo il campanello ... lui ha le chiavi. Nel vialetto di accesso ho notato una decina di macchine ... ottimo ... Entriamo in casa, lui non accende la luce ... mi guida per mano in un salone ... è illuminato da candele ... c'è musica ambient in sottofondo ... su tre divani messi ad U sono seduti nudi 6 black, tutti intenti a menarsi il cazzo per me ,,, fantastico ... l'eccitazione sale al massimo ,,, Lui mi guida al centro della U e mi sfila il cappottino ... io resto nuda ... i black mi mangiano con gli occhi ... vedo dei signori cazzi ... ne punto uno, secono me quello del video, e come una falena mi sento inesorabilmemente attratta verso quella luce ... Mi inginocchi davanti al proprietario di quello splendido cazzo ed inizio a pomparlo ... fantastico ... non mi ci sta in bocca ... lo lecco e lo succhio dappertutto, cappella, filetto, asta, coglioni, buco del culo ... Intanto sento una lingua sulla mia fichetta, sono già fradicia ... poi la lingua diventa un cazzo e dopo qualche minuto, con l'aiuto di una cremina comparsa come per magia, inizia quel tipo di indigestione che tanto mi piace ...
Sono stremata, avrò bevuto una decina di sborrate, i black si sono già rivestiti e mi hanno già salutata, mi viene da vomitare ... sono sdraiata sul tappeto in mezzo ai divani, vorrei essere a casa ... Suona il campanello ... lui va ad aprire ... sento parecchie voci ... lui mi chiama ... mi tiro in piedi e vado verso l'ingresso ... è una sorpresa ... l'eccitazione comincia a rimontare ... è un'altro gruppo, una decina di elementi ... l'adrenalina reinizia a scorrere ... davanti al gruppo c'è lei, la sua troia, con il suo cappottino viola perfetto ... ghigna e capelli sono pieni di sborra ... viene verso di me ... mi prende per mano e mi guida ai divani ... non dice nulla ... mi fa sedere vicino a lei ... mi invita a baciarla ... In quel momento capisco tutto ... accetto il bacio e subito la bocca mi si riempie di sborra ... limoniamo con passione ... entrambe giochiamo a passarci con la lingua la calda crema ... Poi qualcuno si intromette e ci stacca ... di colpo mi ritrovo con una cazzo in bocca che sta sborrando ... e il lui ... non posso vomitare proprio ora ... sarebbe una figura di merda ... cazzo, ha una sborrata super ... proprio adesso che mi viene da vomitare ... Ingoio tutto e come mi stacco vedo tre cazzi pronti a schizzarmi ... mi viene da vomitare, ma sono troppo troia ... l'altra sta subendo il mio stesso trattamento, ma non riesco a capire come sia messa ... Uno dei cazzi comincia a sborrare ... gli copro la cappella con la bocca e bevo direttamente quelo che esce ... sta ancora venendo che subito gli si sostituisce un'altro ... altra serie di schizzate ... bevo ... non capisco più niente ... terzo cazzo ... primo fiotto in ghigna, poi tutta in bocca ... la bevo ... poi devo correre in bagno ... non riesco nemmeno ad arrivare ... vomito in un corridoio e vedo Paolo che sorride con il cazzo in mano ...
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15 anni fa
AdamDTS,
32
Ultima visita: 3 giorni fa
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Una serata da troia
venerdi 23 Ott 209
Stiamo andando da Cristina, la padrona di casa ingorda di cazzi e sperma come me. Ci sono 14 cazzi che mi aspettano ... Con Cri mi piace giocare, mi piace leccarle la sborra dalla fica, rubargliela dalla bocca mentre mi pompano in culo ... Indosso il Burberry nero, gli stivali neri al ginocchio, gli occhiali scuri e null'altro ... sono seduta sul sedile del passeggero a gambe aperte e gioco con un vibro infilato nel culetto ... ogni tanto lo tolgo e lo faccio leccare a Paolo mentre guida. Mi piace provocarlo ... è il nostro gioco, la nostra linfa, il nostro modo di divertirci ... lui lo sa e mi asseconda ... sa che tra una mezzoretta sarò penetrata da cazzi arrapati e lo asseconderò in tutto ... come quella troia di Cri. Poi all'improvviso un idea ... chiamo Cri al telefono, le dico che ho un vibro infilato in culo e che ritarderemo di un 'oretta ... che quando arriviamo voglio trovarla già pronta da leccare e che avrò gia dello sperma in bocca per lei ... Paolo mi guarda e sorride ... ha già capito ... Senza dire nulla entra in autostrada e si dirige dove entrambi sappiamo, dove sa che troverò quello che cerco, dove sa che farò la troia. Usciamo dall'autostrada e senza quasi accorgermene siamo nella stradina sterrata che porta allo spiazzo ... entriamo con le sole luci di posizione accese ... ci sono una decina di macchine in attesa ... in attesa di zoccole come me ... Paolo si ferma dove sa, esce dalla macchina e mi viene ad aprire lo sportello (adoro qundo un uomo mi apre lo sportello). Mi porge la mano e mi invita a scendere. Esco dalla macchina e gli porgo in bocca il mio vibro e mentre lui lo lecca guardandomi negli occhi gli palpo platealmente il cazzo già duro da sopra i pantaloni ... I singoli ci hanno già circondati ed iniziano a segarsi ... io li guardo uno ad uno mentre sego il cazzo di Paolo ... mi tolgo il Burberry, non voglio sporcarlo, non ora ... Con la voce roca chiedo a Paolo il suo sperma, gli dico che lo voglio in bocca e che lo voglio ora ... So che impazzisce quando faccio la vacca in mezzo a tutti e non mi coglie impreparata quando mi prende per i capelli e mi infila il cazzo in bocca proprio mentre la cappella inizia a sborrare ... sento i fiotti della sborrata riempirmi la bocca, ma riesco ad amministrarli, senza ingoiare, e comincio a pompare, lasciando vedere a chi si è avvicinato che ho lo sperma in bocca ... poi il mio lui inizia a dirigermi ... mi dice di spalancare la bocca e di aspettare così ... io accetto ... è il nostro gioco ... e le sborrate cominciano ad arrivare ... Adoro lo sperma, adoro gli sguardi ed i commenti di coloro che stanno per venire e che si svuotano nella mia bocca ... Dopo 4 sborrate devo ingoiare ... lo faccio guardando negli occhi il mio porco il quale si sta nuovamente segando ... mi lascio sborrare in bocca da altri 4, poi faccio cenno a Paolo che ho finito ... Lui mantiene il controllo della situazione e con calma disperde i singoli ... sanno che tornerò ... Indosso il Burberry e salgo in macchina ... lui arriva e si riparte. Mi guardo nella luce dello specchietto di cortesia: ho il rossetto parzialmente sbavato, un paio di schizzate evidenti sui capelli e le ginocchia degli stivali sporche di terriccio ... non mi interessa ... riprendo il mio vibro e me lo reinfilo in culo ... mi piace la sensazione di qualcosa di duro che va su e giù per il culo mentre la lingua gioca con lo sperma che ho in bocca ... la mia promessa a Cristina ... Paolo mi guida la mano libera verso il suo cazzo ed io comincio a segarlo ... Squilla il mio cell ... Paolo mette in viva voce ... è Cri ... mi chede dove cazzo siamo ... Paolo le dice che non posso parlare e che tra venti minuti potrà baciarmi ... Cri è eccitata, si sente dal tono della voce, dice che si sta facendo inculare mentre ci parla, dice che è già piena di sborra fino alle orecchie, dice che vuole fare indigestione, poi qualcuno le caccia il cazzo in bocca e cade la comunicazione ... Arriviamo e scendiamo dalla macchina ... camminiamo abbracciati verso il palazzo della troia ... io con il Burberry che copre il dildo in culo, il paio di schizzate sui capelli e le 4 sborrate in bocca promesse alla troia, lui con il cazzo talmente duro da poter spaccare noci ... adora portarmi in giro in queste condizioni ed io adoro eccitare così gli uomini ... Suoniamo il campanello, il portone si apre ed ecco scendere l'ascensore che ci porterà nel mondo di Cristina ... un mondo fatto di eccessi e di godimenti perversi ... un mondo di belle troie e di cazzi sempre duri ... un mondo dove i sogni diventano realtà ... dove la morale non esiste ... il mio mondo ... Apre un singolo mai visto ... gli porgo il Burberry e mi avvio verso il salone ... entro ... con lo sgardo cerco Cri ... la vedo da dietro ... lei non mi vede, oltretutto gioca bendata, è in ginocchio davanti ad un black, lo sta pompando, un singolo la sta chiavando o inculando da dietro, in terra c'è una coppa di champagne con dello sperma, 10-12 sborrate direi, intorno la maggior parte dei maschi è intenta a segarsi ... la raggiungo, prendo io in mano il cazzo che sta pompando e comincio a segarlo, a segarlo con quel ritmo che vuole la sborra ... lei capisce e inizia a serrare le labbra a ventosa sull'enorme cappella ... il maschio viene ... una sborrata mega, lo capisco dalle smorfie di Cri mentre si riempie la bocca, ma non vario il ritmo ... Paolo adora quel tipo di smorfie e anch'io ... L'uomo di Cri raccoglie la coppa di sborra e toglia la benda alla troia; lei mi guarda e si offre di baciarmi ... accolgo il suo invito ed iniziamo a limonare ... sento le sborrate mischiarsi nelle nostra bocche ... tutto quello che fuoriesce viene raccolto nel bicchiere ... è fantastico ... tutti ci guardano e tutti hanno il cazzo duro ... mi sa tanto che stasera si vomita!
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15 anni fa
AdamDTS,
32
Ultima visita: 3 giorni fa
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Il mio caro amico
Quando me lo dissero cascai dalle nuvole. E non ci credetti finchè non la vidi. Alta, mora, bellissima. Con due belle tette grosse premute da un vestitino attillato nero sulla generosa scollatura. Una donna da cartolina, lunghi capelli lisci, grossi occhi verdi, rosse labbra carnose. Da togliere il fiato e non farlo tornare più.
Quando venne verso di me avrei voluto scomparire. Per me, che relazionarmi con qualsiasi donna era la cosa più semplice del mondo, adesso risultava inconcepibile vedere in quello statuario corpo una donna da desiderare.
-Se non vuoi dire nulla ti capico- mi disse con una flebile ma decisa voce, quasi imbarazzata..
Mi invitò a prendere qualcosa da bere al bancone del locale. Accettai ma una parte di me avrebbe voluto declinare l'invito perchè mi sentivo terribilmente a disagio, e sono sicuro che anche lei lo fosse, sebbene in misura minore rispetto a me. Quella parte di me era addirittura disturbata dall'avere davanti tale stupenda creatura.
Beviamo e parliamo, o meglio, è lei che si racconta. Bevo il mio drink nervosamente, mi guardo intorno e lei nota il mio stato d'animo. Mi sorride e cerca di mettermi a mio agio. Alterna atteggiamenti di tenerezza e di seduzione, spostandosi i lunghissimi capelli, facendo scivolare le sue dita sul collo.
Ci ritroviamo appartati e mentre passeggiamo fuori dal locale, si avvicina alla sua auto e mi apre davanti la portiera. -Sali- tono secco e imperativo, mentre statuaria si offre ai miei occhi. Se non me l'avesse detto in quel modo che mi ha eccitato, non sarei mai salito.
Dopo pochi minuti siamo in albergo, saliamo in stanza. Mi offre da bere, mi fa accomodare sul divano e si siede vicino. Non faccio a tempo a portarmi il bicchiere alla bocca che la sua mano va ad accarezzarmi l'interno coscia. Resto immobile. Si avvicina e fa per baciarmi il collo, istintivamente mi scanso.
Mi fissa con occhi vogliosi, avvicinando il meraviglioso seno alla mia faccia, mi toglie il bicchiere di mano e lo posa.
Mi afferra con decisione le palle, e struscia a lungo la mano sull'uccello. Si inginocchia davanti a me e mi slaccia i pantaloni, tira subito fuori il mio cazzo prendendolo in mano. Inizia a la sua agoniata sega cercando di farmi eccitare, ma io sono ancora moscio, e mi chiedo cosa cavolo ci faccio lì.
Lei allora fa scendere il vestitino e fa saltare fuori le sue tette strabordanti, che sembrano quasi trovare finalmente spazio fuori dalla costrizione dello stretto tubino. Le struscia sul mio uccello finchè, scendendo, non inizia a baciarlo. Lo prende in bocca e sento la sua cavità calda e bagnata che lo accoglie. Mi pompa ma non mi eccito. Vorrei scansarla Adv e abbandonarla lì, ma invece la fisso silenzioso mentre mi gusta.
Fa dolcemente scivolare via il mio cazzo dalla bocca, con la lingua disegna una lenta traiettoria verso il mio petto fino al collo, e si mette a cavalcioni sulle mie gambe. Mi accarezza dolcemente il viso con le mani e mi fissa imperturbabile. I nostri respiri sono trattenuti per un attimo, sento forte i nostri battiti. E in quell'attimo cambia la mia vita.
Inizio ad accarezzarle e stringerle le tette. La sento fremere tra le mie mani, con la lingua le bagno e succhio i grossi capezzoli, avido su quel seno che si gonfia ad ogni respiro di godimento, immenso davanti alla mia bocca che lo assapora. In un attimo ce l'ho grosso e duro.
Con una mano adesso lei mi accarezza le palle, finchè non ripercorre nel verso opposto il percorso pocanzi segnato dalla lingua. Quando la sua bocca torna tra le mie gambe il mio uccello è già eretto e pulsante davanti ai suoi occhi bramosi.
E mentre quegli occhi mi guardano, le spingo deciso la testa finchè non sento il cazzo sfregarsi sulla sua gola, scivolando sulla tumida lingua, che voluttuosa lavora sulla cappella rovente.
Due labbra da pompinara che mi mandano in estasi, succose scivolano dalla punta fino alle palle, assaporate anch'esse dalla bocca che non trascura nulla di quel dolce frutto.
La ragazza ci sa fare e sa come farmi godere. Afferra a due mani il mio uccello e lo pone tra le sue tette inumificandosi con un po' di saliva, e continua lì quello che aveva iniziato a pieno ritmo con la bocca.
Mi fissa sorridente mentre mi stringe in quello stretto canale, posso sentirmi pulsare in mezzo a quelle tette sode. Lei stessa lo sente sul suo corpo eccitato e ne gode.
La favolosa spagnola sta per farmi venire, allora, afferrandola per le braccia, repentinamente la faccio stendere a terra, adagiandola sui numerosi cuscini che si trovano sul pavimento, a completare quella dolce opera.
Sono sopra di lei, sento il mio cazzo che sta per esplodere tra le sue tette e inondare il suo corpo. Il primo potente getto di godimento parte quando ancora l'uccello è stretto dalle due grosse candide colline, e arriva a bagnarle il collo.
Mi afferra quindi con una mano nel pieno dell'orgasmo e, tirandomi a sè con l'altra mano, dirige i seguenti abbondanti fiotti verso la sua bocca affamata e desiderosa di ricevere ogni goccia del mio succo.
Un'ingente sborrata finisce per investirla. La sua è un'espressione serena e soddisfatta, fissa il mio pene ancora umido e si concede un'ultima intensa succhiata.
Le do una carezza. Mi avvicino alla sua bocca. Adesso non posso fare a meno di baciarla. Poso la testa sul suo seno e mi tringe a sè, ancora ansimiamo.
Leonardo per me è stato il più assiduo complice delle mie avventure adolescenziali e giovanili. Quante cazzate, quante ubriacate prese insieme. Con le donne avevamo persino gli stessi gusti: alte, more e assolutamente con grosse tette. Lui ce la faceva meglio di me, con le donne. E' sempre stato il più intraprendente e a detta stessa delle sue conquiste -ci sapeva fare ed era messo molto bene-. E non era possibile metterlo in dubbio, dato che nelle doccie dopo il calcetto la sua dote era sotto gli occhi di tutti, e risaltava davvero bene sul suo corpo slanciato ma comunque esile.
Poi trovò lavoro a Berlino, ci si trasferì per dieci anni, e ruppe tutti i ponti con amici e conoscenti qui in Italia. Non capiì mai il perchè. Finchè non tornò e lo vidi, quella sera, in quel locale, e bevemmo insieme.
Adesso sentivo il suo gonfiore pigiare sul mio basso ventre. Non ci penso due volte, scendo con la mia mano e mentre ancora mi abbraccia afferro il suo cazzo e lo tolgo piano dall mutandine, e sfilo via completalmente il vestito. E' enorme, caldo, marmoreo. Un cazzo da film porno, qualcosa di eccezionale. I lineamenti dolci del suo corpo lo mettono in risalto come un totem che trionfa su tutto il resto.
Il mio imbarazzo lascia a poco a poco luogo alla sorpresa e a una eccitazione del tutto nuova.
La cappella è ancora nascosta, la faccio sfilare fuori lentamente. Il glande è grosso e inizia a scurirsi mentre sento il suo gemere vicino al mio orecchio.
Non inizio subito a segarlo, ma stringo forte quel tubo di carne e non gli tolgo gli occhi di dosso. Lo sento crescere nella mia mano, e più lo stringo e più lo sento gonfiare.
Non stacco più lo sguardo da quell'uccellone. Se lo facessi probabilmente tornerei in me e me ne vergognerei. Ho in mano il cazzo di quel Leonardo con il quale ho passato metà della mia vita a parlare di tette, di scopate e di quale delle nostre donne fosse più abile a fare pompini. Inizio a masturbarlo piano, ma dopo pochi secondi lo sto già pompando come un forsennato, mentre mi stringe la faccia in mezzo alle tette. Sento il mio odore mischiato al suo, e sento che mi è tornato duro.
Voglio sbocchinare quel suo bastone, voglio farlo godere come ha fatto godere me. Non penso più, mi ritrovo il cazzone davanti ai miei occhi, le palle glabre a un centimetro dalla bocca. Dapprima lo sfioro con la lingua per tutta la sua lunghezza, quando sono in cima do una intensa leccata alla cappella e lo prendo in bocca. Lo mando giù finchè non lo sento spingersi in gola. Il gusto aspro mi invade il palato. Socchiudo le labbra, lo sento pesante e caldo sulla lingua ed inizio, inizio il pompino.
Guardo il suo corpo contoncersi di piacere, accarezzarsi con una mano le tette mentre con l'altra mi spinge la nuca. Ce l'ho durissimo anch'io, tant'è che non posso fare a meno di iniziare a segarmi.
Il calore del suo uccello mi avvampa bocca, do un ultima succhiata avida alla cappella e sento i suoi gemiti farsi sempre più intensi, preludio dell'orgasmo.
Repentinamente infilo il mio cazzo con violenza nel suo culo, mentre afferro il suo per farlo sborrare. La sua schiena si inarca, l'urlo è di dolore e godimento. Esce un primo schizzo, lunghissimo, che le arriva alle tette. Poi è una sequela di getti che bagna tutto il suo corpo. Esco dal suo culo solo quando finisce di venire.
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3
15 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 8 ore fa -
il mio amato padrone
Sto facendo la doccia, la assaporo come l'ultimo attimo di libertà ,prima dell'incontro con il Padrone.L'acqua scende bollente lungo il mio corpo, percorso da brividi cheimmaginavo di freddo e invece sono di paura ed eccitazione.Il vapore acqueo si addensa nel bagno, contribuendo all'effettonebbia che tante volte mi ha rilassata, facendomi indugiare inprolungate carezze del mio corpo con l'asciugamano.Oggi non posso: il Padrone aspetta, devo essere assolutamente puntuale.Chiudo il rubinetto della doccia, afferro l'accappatoio ed inizio adasciugarmi, meccanicamente, lasciando che la mia mente continui avagare verso l'incontro con colui che, per le prossime ore, sarà ilproprietario del mio corpo.Ho ancora i capelli, lunghi e neri, umidi quando esco dal bagno e midirigo verso il letto dove sono preparati i vestiti con cui il Padronevuole che mi presenti a lui.Faccio scivolare le autoreggenti lungo le mie gambe, appoggiando lapunta del mio piede alla sponda del letto.Mi chiedo quante volte l'ho già fatto negli ultimi tempi e perquanto ripeterò questo gesto. Prendo quella piccola corda bianca chespicca contro il nero della divisa su cui è appoggiata e dopo undoppio giro intorno ai fianchi la stringo tesa tra le mie gambe,serrata in modo che pizzichi il mio sesso e mi provochi già dolore.Tutto ciò sarà il mio intimo, non è previsto altro.Respiro profondamente alcuni secondi, per impormi quella calma chefaticosamente sto cercando di mantenere, mentre ho il cervello inondatodi pensieri ed emozioni.Infilo le gambe nella divisa, un miniabito con un'ampia scollatura eun gonnellino di tulle gonfio che non è lungo neppure a coprire ilbordo delle calze, e sistemo le corte maniche che coprono le mie spallee solo una minima porzione del braccio, prima di afferrare la zip chesta in mezzo alla schiena e tirarla verso l'alto per chiudere ladivisa e permetterle di aderire al meglio alle forme del mio busto,lasciando spiccare i piccoli seni, sono solo una seconda misura, con alcentro i capezzoli che già spingono eccitati contro il tessuto.Torno in bagno per terminare di asciugare i capelli e raccoglierli,spazzolandoli e lisciandoli, in una coda che annodo con un sempliceelastico nero, sottile, attorcigliato più volte affinchè la coda siaresistente e i capelli restino perfettamente aderenti alla mia testa.Fatto questo posso indossare il cerchietto bianco con la crestina inpizzo e fissarlo tra i capelli, in modo che contorni, da lato a lato,la mia capigliatura.Penso che non appena uscirò per strada questa crestina si farà notare: salirò sull'autobus e più occhi guarderanno quella e ilcollare di raso e pizzo bianchi che sto stringendomi ora intorno alcollo quasi come fosse già il crudele collare in cuoio che conoscerònon appena il Padrone ne avrà abbastanza della cameriera e vorrà avere tra le mani la sua schiava.Tutti cercheranno di gettare un'occhiata di traverso, o uno sguardofisso ed indagatore, al mio viso, al mio aspetto e ognuno di loroimmaginerà una storia più o meno diversa.Non mi spiace sentirmi osservata, osservare a mia volta il modo stranocon cui la gente inizia a sognare non appena incontra qualcosa che nonsi adegua ai canoni quotidiani di ciò che siamo abituati a vedere.Termino la vestizione: guanti bianchi puliti e guanti di lana nera percoprirli durante il tragitto, scarpe di vernice lucida con il tacco aspillo pronunciato e cappotto lungo che nasconda buona parte del mioabbigliamento.Il tratto di strada per arrivare dal Padrone è breve: cinque minuti intram e due fermate di metropolitana mi porteranno a pochi passi dalgrande portone del suo palazzo.Scendo in strada e con aria seria fingo di camminare rapidamente versola fermata del tram, come se il mio lavoro fosse effettivamente quellodella cameriera e fossi già in ritardo.Questo è quello che dovranno credere i passanti che mi osserveranno,non sapendo che dentro di me, invece, sono un tumulto, un eccitazionecrescente e costante, aggravata da quel tratto di corda che mi sega adogni passo.In Tram sto in piedi: dovessi sedermi con quella corda mi taglierei indue le natiche. Preferisco il fastidio dei tacchi acuitodall'incedere titubante del tram nel traffico.Guardo fuori dal vetro di fronte a me, cerco di concentrarmi sulsusseguirsi di palazzi e vetrine che ormai conosco così bene chepotrei citarle a memoria; lo faccio per distrarre i miei pensieri, percalmare il fuoco che c'è nei miei polmoni e che avvampa fino giùalla pancia e ancora più sotto. Non mi va nemmeno di incrociare losguardo degli altri passeggeri che già avranno visto ogni particolaredella mia crestina e del mio collare nero e bianco.Le due fermate di metropolitana scorrono allo stesso modo, anche se nonho nulla da guardare fuori perché laggiù, in quel budello, c'èsolo il buio oltre il finestrino.Mi guardo in giro, quindi, cercando di mostrarmi spavalda e sicura dime, incrociando gli sguardi della gente che affolla il vagone e che èimmersa in pensieri e sensazioni certamente più normali dei miei.Sono arrivata, scendo e, senza rendermene conto, affretto il passo. Nonè paura di essere vista, non è imbarazzo per i giudizi della gente,è semplicemente voglia di arrivare dal Padrone.Sono davanti al portone del palazzo, spingo la pesante porta in ferrobattuto e vetri finemente lavorati che comunica, da sola,l'austerità dell'intero palazzo e, non appena dentro, incrocio losguardo, sopra la prima ampia scalinata, del portiere seduto dietro alsuo tavolo sul quale è appoggiata l'odierna copia del quotidianolocale.Mi riconosce e mi sorride il signor Giorgio: sa chi sono e cosa faccio.E' un uomo mite, sposato da una vita e ormai a un passo dallapensione, che è l'esempio vivente della discrezionalità . Forse miavrà già giudicata e messa nel peggior girone possibiledell'inferno, ma quando mi incontra, che io sia vestita da camerieracome ora o da donna di malaffare, come spesso capita, sfodera il suopiù bel sorriso e mi augura sempre la buona giornata.Non sono più rigida e insicura come le prime volte che lo incontravo:ora mi viene naturale ricambiare il saluto in tutta serenità eannunciargli, letteralmente, che sto andando dal Padrone.Lui sorride, scuote la testa, e torna alla lettura del suo giornale: midomando, ogni volta, cosa pensi veramente della mia relazione.Immersa in questo pensiero salgo le scale, rumoreggiando coi tacchi chepicchiano sul marmo bianco della scala, e mi pongo davanti alla portadell'appartamento: do i soliti 2 squilli concordati e mi pongo inattesa.Il gioco è già iniziato: mi sono levata il soprabito e sfoggio senzaremore la divisa da cameriera, restando rigida ed immobile davanti allaporta chiusa a un palmo dal mio naso.Non passa nessuno, ma anche se fosse non avrei il permesso di muovereun muscolo, dovrei restare fissa immobile quasi contro la porta, afissarne le modanature in legno, senza poter osservare l'eventualeinquilino che, transitando per le scale, finisse per trovarsi davantila mia immagine.Sono quasi cinque minuti, sono i soliti cinque minuti, che devonopassare e ricordarmi che tutto dipende da Lui, dal Padrone, anche ilsemplice gesto di varcare la Sua soglia.Poi, d'un tratto, il rumore della serratura finalmente; lui apre lapesante porta blindata e io apro il mio sorriso, incontrollato,semplicemente gioioso. In un attimo la porta si spalanca e ora lui èdavanti a me: lo saluto con un filo di voce, regalandogli quel mioradioso sorriso."Dentro schiava." è il suo primo, classico, comando sferzante.Muovo due passi, varco la soglia, supero il Padrone che richiude laporta d'ingresso e mi fermo immobile, senza voltarmi, con lo sguardosul corridoio."Ispezione schiava" è il suo secondo comando.Immediatamente allargo le gambe, intreccio le dita dietro la nucatenendo i gomiti allargati il più possibile e piego il busto inavanti. La corda tira, ma non è nulla in confronto alla spinta decisache ricevo sulla schiena e che mi fa piegare quasi a novanta gradistrappandomi un gemito di dolore per la tensione che aumentainsopportabilmente sul mio sesso, tra le mia labbra, quasi volessestrapparmele via dal resto del corpo.Mi rilasso solo quando una delle sue mani afferrano la coda dei mieicapelli, tirandomi la testa verso l'alto, e l'altra inizia adaccarezzarmi e frugarmi per verificare se i suoi ordini sono statiperfettamente eseguiti e se il mio stato di eccitazione è già evidente.Si compiace del mio impegno, mi tira per i capelli per farmi tornaredritta e preme le dita, già condite dei miei umori, contro le mielabbra, dischiudendole e spingendole in bocca, sulla lingua.Tengo la mandibola rilassata e lascio che giochi con la mia bocca, soche gli piace. Mi pizzica la lingua, sposta le dita lungo il palato, miabbassa le labbra e osserva i denti, le tira e scopre il mio frenulo,fino ad obbligarmi a seguirne la trazione e ad alzare la testa.Mi sta pizzicando forte le labbra e mi sta facendo male, ma non unsuono esce dalla mia gola.Il rito è ormai concluso, anche il Padrone si rilassa e mi dà unlungo bacio. Torno a sorridergli contenta, significa che anche questavolta mi sono preparata esattamente come lui si aspettava.Mi porta in cucina, spiegandomi che prima di avere il privilegio diservirlo come oggetto di piacere, avrò davanti un intero pomeriggio dipulizie della sua casa.Come al solito non è un'impresa impossibile, anzi: una donna loaiuta nei lavori domestici e la Sua casa è sempre perfettamente inordine, motivo per cui mi basta una spolverata e qualche attenzione aisanitari per rendere l'appartamento splendente ancor più di quantonon lo fosse già .Di contro, però, il rischio è tralasciare i particolari, gli angolinascosti, i punti inarrivabili che il Padrone ha studiato e che ognivolta controlla, sicuro che troverà motivi per punirmi.Mentre lui esce per alcune commissioni, io lavoro con attenzione ebuona lena per tutto il pomeriggio, in silenzio, cercando di arrivareanche nei punti irraggiungibili della casa, dietro a i mobili, sotto itappeti, persino agli angoli dei battiscopa.Quando rientra mi trova in corridoio, in ginocchio, sguardo fisso allaporta, mani sempre dietro la nuca, in sua attesa.Il Padrone mi scavalca e, appoggiata la sua valigia 24 ore, inizia adispezionare tutta la casa.Io resto immobile e fremo, in attesa del responso."Spogliati schiava" sento la sua voce alle mie spalle. Senzamodificare, per quanto mi è possibile, la posizione inginocchiata,levo la divisa e resto completamente nuda, riportando le braccia dietrola nuca.Senza ulteriori ordini, il Padrone passa il rigido collare in cuoiointorno al mio collo, stringendolo in modo che aderisca perfettamente,inducendomi quel senso di leggera oppressione sulla gola che sembrafatto apposta per ricordarmi che anche l'aria che respiro èconcessami da Lui.Al collare si accompagnano le polsiere, le cavigliere e il guinzaglioche si aggancia con un clic all'anello del mio collare e che miobbliga a seguirlo non appena il Padrone dà uno strattone.Ora sono appesa, al centro di quella che io e Lui chiamiamo "la saladelle torture", mani sollevate in alto, piedi incatenati a terra, ilcollare rigidamente stretto intorno al mio collo.Poi, come al solito, l'ultimo profondo bacio del Padrone, la sualingua, le sue labbra, sostituite sempre troppo presto dalla ballgagche si fissa saldamente tra i miei denti.Anche la sua vista mi viene preclusa subito dopo: il foulard nero caladolcemente sui miei occhi, li avvolge nell'oscurità più completa,prima di farsi stretta crudele a causa del doppio nodo che il Padroneha serrato forte, volutamente, dietro la nuca.Il suo successivo complimento - "Come sempre uno splendido lavoro,schiava" - mi accarezza il corpo e l'anima. Vorrei sorridere, manon posso fare nulla, solo ascoltare.La prima scudisciata, sulla mia natica sinistra, arriva improvvisa e mifa sobbalzare, risvegliandomi quasi dal torpore che l'eccitazionedella situazione produce in me.Adesso sono in tensione, mi aspetto la seconda da un momentoall'altro e tengo stretta la pallina, che mi riempie la bocca, con identi.Arriva invece la dolce carezza della sua mano che sfiora la naticaappena colpita, donandomi un istante, solo uno, di sollievo.Dura poco: la seconda scudisciata, se possibile, è anche più dura eviolenta della prima e l'altra natica mi va a fuoco in meno di unattimo.Sobbalzo facendo tintinnare le catene alle quali sono appesa e gemo unurlo strozzato dal bavaglio. Questa volta è dolore puro quello cheattraversa la mia spina dorsale e si getta nel cervello.I successivi otto colpi sono della stessa intensità e agitano il miocorpo che non riesco più a controllare. Le mie sensazioni sono solol'obnubilamento provocato dal dolore insistente e sempre rinnovatoche mi squassa il cervello, le lacrime che si asciugano nella benda eil sudore che ormai imperla completamente il mio corpo.Non mi abituerò mai: aspetto appesa il piacere al termine dellapunizione ma piango di dolore per il severo castigo che il Padrone miha appena impartito.Ho lavorato perfettamente durante il pomeriggio, lo so, ma questo èservito a ricordarmi che sono una schiava e che il compiacimento sipaga ugualmente caro.Poi il dolore scema, e al suo posto subentra quello strano calore cheè l'anticamera del piacere.Lo scudiscio lascia il posto alle mani delicate del Padrone che già stanno prendendosi cura delle ferite e già indugiano in mezzo alle miegambe, proprio al centro del mio sesso, là dove la clito è già unosceno bottoncino che pretende tutte le attenzioni.Non vedo e non posso parlare, posso solo rilassarmi al contatto dellamia pelle con la sua, del mio sesso con il suo che ora delicatamente,in un contrasto incredibile con la rudezza selvaggia di poco prima,spinge per farsi largo tra le pareti ormai ben lubrificate della miavagina.Sono all'apice del piacere quando lo sento uscire e forzare il mioano, per violarmi con più cattiveria e ricordarmi, anche in questacondizione di godimento, che sono una miserabile schiava, il suosemplice oggetto di piacere.Non posso parlare, non posso vedere, non posso neppure guidarlo oabbracciarlo. Sono una bambola appesa che inerme cerca di strappare unpo' dei movimenti del Padrone per il proprio piacere ma che è lìsolo perché da lei se ne tragga il massimo.Non viene ancora, mi ha aperta per bene anche dietro quando sgancia imiei polsi, mi sostiene lasciandomi scivolare sulle ginocchia e liriaggancia dietro la schiena.Sento la cinghia che si sgancia e la pallina che allenta la presa, lalingua la spinge fuori dalla bocca insieme alla saliva che scavalca illabbro inferiore e scende lungo il mento in un percorso ormai definito.Le dita del Padrone pinzano il mio naso e guidano la mia bocca,rigorosamente spalancata, là dove lui desidera ora che la schiavaconcluda il lavoro dandogli il massimo piacere.La presa al naso si sostituisce con quella ai capelli, alla coda,perfetta acconciatura per impossessarsi della mia testa e imporle apiacimento il ritmo, prima lento, poi veloce, poi di nuovo lento, poi astrattoni fino a dover ingoiare tutta la sua carne fino in gola, finoall'estrema prova del soffocamento.Esplode così, nella mia bocca, mentre mi tiene incollata con presasicura, tirandomi poi indietro quanto basta per sbattermi quel cheavanza del suo piacere sul resto del viso, per pulirsi sulla benda neradella sua schiava.Sono sfinita, lui lo sa, ma non è ancora il momento del riposo.MAX_101
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15 anni fa
IncantoLunare, 33/28
Ultima visita: 1 anno fa -
Alessia
Ho la visione di te.
Che mi lascia camminare dritto sull’acqua. E volgere basse le mie ali nere. Per inoltrarmi nel fondale.
Ho l’odore di te.
Che mi tormenta, che mi cammina dentro peggio che un’edera in rivolta. Il nostro è un gioco di rivoluzioni e stiamo fermi solo per gli altri che non ci comprendono, intanto noi nutriamo affondi e ricognizioni, intanto noi così tangibili, con la certezza di nessuna contrizione.
Ho questa carezza di te.
Che è anima cruda per ogni mia venatura e mi vomita in faccia indomabili ebbrezze.
Il nostro è un non-gioco di vibrazioni e siamo insipidi solo per chi non si coagula a sfacciate gradazioni.
Alessia si lascia camminare.
E la mia mano è così accurata che pare guarirla graffiandola.
Alessia mi costringe ad infrangere ritmi regolari, normo-deglutizioni. Innescato. Voluto. Noi.
Io e Alessia. che strana alchimia.
Ti guardo e ti rendo complice.
Mi guardi e mi porgi sconfinamenti.
Come chiudersi a chiave in un angolo rosso e iniziare a leccare sangue lacrime e voglie, come dimenticare il nome di una bambola parcheggiata al fianco di una normalità perché così lei ha voluto.
Come tutto ciò che ora voglio, nell’istante che tu condividi, strapparti di dosso pudori e brandelli d’inferno, farne porte che s’aprono.
Ti monto sopra senza darti tempo. Ti sorprendo in un alcolico ‘alza il volume angelo’.
Masturbami la bocca, ora non chiedo altro.
Balliamo dall’alto di una panchina.
Io eretto, tu armonica nei tuoi sbandamenti, con dita a pressione sui miei jeans, che scivolano in base ai camminamenti che pretendi, che offrono ancora per poco odore di stoffa misto a carne; spingi la testa contro la mia pancia, facendo della tua lingua una dolcezza feroce.
Stai attenta a non lasciarmi invisibili ferite. Vuoi che la tua bocca sia tanto gonfia e viola quanto dolorante. Madida quanto la mia, sotto la pressione delle mascelle che si serrano per la tensione.
C’è solo luce opaca intorno e silenzi taglienti in lotta con atti carnali urlanti. Lo sento il tuo timido tremare. Eppure talmente sfacciato da sembrare orfano. Non posso scivolare e svanire con te epidemica, così calda. Ed ora la mia violenza romantica mi vuole fragile, scosceso. E scosciato. Mentre m’inarco di più la tua gonna s’alza e scandisce giochi di pelle, stammi addosso, più vicino, ancora più vicino.
Io e Alessia. che densa patologia.
Io e Alessia nuotiamo tra musica ipnotica e scarpe viola. Ti succhio e la tua pelle è tesa e la mia pelle è tesa. Un’auto si ferma vicino noi. Vetro che s’abbassa filtrando nostra impalpabile indifferenza. Una donna ci chiede di unirsi, io e Alessia facciamo cenno di no, curandoci debolmente della sua smorfia non compiacente. Riappropriandoci subitanei della nostra amalgama. Ora la sua gola che abbraccia il mio cazzo è come un’arma, basterebbe premere il grilletto e sarei carne rossa tra le sue mani, incosciente trapezista dalle ali spiegate. Interseco dita tra le ciocche dei suoi capelli, li stringo come fili densi in amore, non me ne distacco.
Il legno della panchina pare scheggiarsi ad ogni movimento, ora che la sollevo e la bacio, ora che i nostri petti coincidono, che le sue braccia si adagiano sulle mie spalle. Fatti vibrare.
Io ora rannicchiato nell’angolo più acuto di me, a guardarla sorridermi.
Mentre ancora chi passa vorrebbe stare nelle nostre scarpe violate e lasciare medesime impronte. Solchi in labirintici sapori. Alessia facciamo l’amore, facciamolo qui, facciamolo ora.
Lascia scorrere una mano sotto la mia maglietta. L’alza. La sfila.
Io e Alessia sembriamo demoni in collisione, chiudiamo gli occhi…possedere il buio di un attimo e deciderne il ritmo. Dalla tasca del pantalone sceso sporge una penna, l’afferra, mi incide, l’inchiostro trafigge la mia anima calibrando spasmodici mancamenti e pensieri come fiati persi solo per impazienza, fuoriescono.
E vorrei le sue gambe rimanessero aperte per permettermi migliori accessi –confidenza, così la mia bocca tra capezzoli erti aprire la sua, per ore di conversazione a cielo pieno.
Ora non ci risparmiamo. Ci diamo in pasto come orgiastici folli umanoidi, ballando nei nostri pallori alcolici riflessi, esasperando turbamenti come aghi trasparenti che bucano fiumi neri. Ho voglia di sentirmi impotente d’uscire, preda alata irretita nell’intrico della tua tela, tu ragno ed io falena, noi consapevoli ingordi del nostro gioco di non-innocenza.
Balliamo per ore su questa panchina, sei bollente quando ti entro dentro, il culo aderisce perfettamente al mio cazzo, mentre lascio scivolare le mie emozioni come vele gonfie di vento e senti più volte il mio sguardo fitto caderti addosso tra umori e brividi.
Alessia dice “Continua. Non ti fermareâ€.
Le nostre lingue come estensioni di carne trafitte da lame d’amore. O come meduse. Dalle quali farsi bruciare. Ti lecco dappertutto, senza dimenticare millimetri di pelle, nel percorso i miei denti disegnano perversioni, ho così voglia di fotterti e carezzarti, ho così voglia di berti, di sentirti lucida e ubriaca, come se ogni sfiorarci fosse trappola per caderci a fondo. Lo schienale della panchina sembra fatto apposta per appoggiare braccia in tensione, Alessia si piega e mi dona ancora il culo. Sentirlo così aderente di schianto mi fa impazzire, mentre non c’è più vergogna se non nell’impazienza di volerne ancora. E ancora.
Incita le mie spinte come cavalcate sfrontate, incita a non fermarsi, istiga a metterci più forza, con foga mi afferra i fianchi da dietro, le prendo i polsi, li unisco in un’unica catena. Il buio ormai accompagna i movimenti, giostrandosi egregiamente tra riflessi scomposti di luna e di alberi, io e Alessia ancora giochiamo a metterci in gioco, più vividi e sfacciati che mai. Senza lesioni premeditate se non il nostro volerci.
Che importa quanto tempo è passato, chi ha guardato, chi ha goduto di noi, che importa se stiamo urlando in silenzio i nostri tachicardici svenimenti, se esageriamo di parole e gesti e suoni e sguardi. Che importa se mastichiamo con rabbia o dolcezza, se ci infiliamo foglie tridenti e perversioni tra le labbra, e mentre, ci strusciamo delirando come animali in anomalo accoppiamento. Lasciamoci infierire. Leggiamoci lentamente e perdiamo ancora il ritmo dell’inchiostro, mentre sento il tuo bacino modulare complici sinuosità .
Sembra piovere spilli leggeri, mentre Alessia mi fa' assaporare l’odore dell’erba bagnata di noi e mi sussurra ‘ti voglio’ e mi spinge la bocca nel verde scuro imperlato, prima di darmi un bacio.
Poi preme sul mio braccio, capovolgendolo. Mi monta sopra.
E si fa' puledra, succhiando dal ventre, vene gonfie. Godendo d’ogni mio respiro debole, d’ogni mio gemito in abbandono.
I suoi capezzoli intanto bucano l’aria. E le mie mani li afferrano, ne fanno motivo d’approvvigionamento.
Alessia si solleva un poco, mi vuole di fianco, anche lei sollevata, senza che smetta di cavalcare, le piace sfidarmi in posizioni complesse, tali da desiderare pause, perverse da non concederne.
Si sfila di scatto e si volta, ora la sua schiena batte sul mio petto, lo vuole aderente e preciso, sentirmi invaderle la pancia. Così che una sua mano possa far coincidere ballate tra gli orifizi e le spinte, dandomi modo di desiderare più accessi, alternando.
Alessia voglio sentirti godere mentre stringo muscoli precisi, avvolgendoti, mentre ti sono tanto dentro quanto mutui lo sono i nostri cervelli, e la carne pare corrodersi da quanto brucia. Noi liberi nel nostro famelico abbandono, noi così liquidi e densi al contempo, rappresi in lisergici abbracci.
Così rimaniamo fino a che piccole luci invadenti porgono il guanciale alla notte rapita.
Così persi. Nel piacere reciproco di chiudere occhi.
E dare ancora sfogo ad onde iniettate di giochi d’acqua spumosi.
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15 anni fa
belzebù, 53
Ultima visita: 8 ore fa -
Realtà-fantasia...
Sono qui nel letto che ancora ripenso a quella notte... E' successo ormai più di due anni fa eppure qualche volta ancora riaffiora in me quella volta in cui tu mi facesti impazzire... E' stata una storia extra... La storia di due amanti, di due persone che erano prese l'una dall'altro...
Sei arrivato intorno all'1 di notte dopo i tuoi soliti giri dai parenti. Io in trepidante attesa del tuo arrivo stavo guardando la tv per liberare la mente e sentirmi meno elettrica, meno eccitata. Impossibile... Suona il campanello e so che sei tu. Apro e aspetto il secondo suono, quello della porta.. Io lì dietro ad aspettare sempre più ansiosa di vederti. Eccoti... Apro e tu sei davanti a me. Ti sporgi e mi baci lievemente perchè so che tu vuoi il tuo solito drink prima di iniziare. Preparo il tutto e te lo porto. Sono con il vestitino di casa senza intimo, come avevi chiesto tu. Dopo quattro chiacchiere e finito il drink, iniziamo ad avere il contatto dell'una con l'altro... Un contatto minimo, ma che accende i desideri e la passione. Così dopo un po' di carezze decidiamo di spostarci e stare più comodi. Andiamo verso la mia stanza con un bel letto a due piazze tutto per noi. Ci spogliamo e ci mettiamo nel letto.. Niente lenzuola o coperte tanto è estate e si muore di caldo. Scatta il primo bacio focoso, passionale, ardente, come a farmi capire che mi vorresti mangiare tutta in un sol boccone. Il mio rimando non è da meno... Sei l'unico che riesce a farmi credere bella, sensuale ed eccitante... Io non mi credo tale. Eppure tu mi guardi, mi tocchi e mi baci come se fossi una dea, una dea che si accende di puro desiderio per te... Inzio a sentire le tue labbra scendere sul mio corpo e il tuo corpo leggermente spostarsi per trovare la posizione giusta per riuscire a leccarmi tutta, dal clitoride fino al mio fiore più piccolo e delicato. Riesci a provocarmi sempre reazioni più che piacevoli e inaspettate. Non riesco a trattenere il mio respiro sempre più affannoso e forte, mentre una mia mano va a sentire il tuo membro già eccitato. Inizio a muoverla su e giù per eccitarti ancora di più... All'improvviso ti alzi e ti metti su di me dicendomi "Ho voglia di un tuo bacio"... Io non posso rifiutarmi di dartelo. Nel mentre che ci baciamo tu fai scivolare il tuo membro dentro di me ed io non riesco a trattenere il piacere, così ti bacio ancora con più passione. Tu discosti le tue labbra e una parte del tuo corpo per vedere le mie reazioni ad ogni tuo colpo, ad ogni tuo affondo dentro di me... Il mio seno abbondante balla ogni volta che mi penetri. Dopo un po' ci dobbiamo interrompere per il troppo caldo, ma basta un bicchiere d'acqua e siamo di nuovo sul letto.. Questa volta, però, sono io ad essere su di te e a condurre il gioco. Inzio piano piano la mia cavalcata. Non voglio correre, anzi, voglio godermi il tutto con calma per poi incominciare a velocizzarmi e a intensificare la mia andatura. Le tue mani sui miei fianchi a volte mi aiutano a volte mi contrastano, ma cerco di non farmi influenzare troppo per questo a volte le sposto sul mio seno. Ad un certo punto sento le tue mani che sui miei fianchi spingono e mi tolgono... Mi metti a pecorina e inizi a scoparmi in quella posizione. Sai che mi fa impazzire e così mi senti di più. Poi vorresti violare il mio fiore più stretto e, solo dopo averlo lubrificato bene, entri dolcemente. All'inizio sento un po' di dolore, ma più ti muovi più sento un piacere che sale. Mi eccito sempre di più, mentre tu non accenni a venire, anzi... Continui a scoparmi come se fosse passato un quarto d'ora. Alterni un po' davanti e un po' dietro e poi vieni vicino al mio orecchio dicendomi "Non riesci ad eccitarti di meno? Altrimenti io non riesco a venire.". Non so cosa fare perchè lui mi eccita moltissimo... Allora mi fa girare e inizia di nuovo a leccarmela mentre si masturba. Dopo una ventina di minuti sento che si alza e che inizia a godere sempre di più. So che sta per venire sul mio corpo e questo mi eccita da matti... Sento il suo calore sulla mia pancia e sul mio pube... Sono in estasi...
Ci alziamo e ci andiamo a pulire e a lavare. Poi torniamo nel letto sperando di poterci coccolare almeno un po', ma notiamo che fuori è giorno. Guardiamo l'orologio che segna le 9 del mattino. Purtroppo si deve rivestire e andare via. Lo accompagno alla porta e lì lui mi bacia dolcemente per poi sparire nell'ascensore... Le sue ultime parole sono state "Non voglio saperti sveglia prima delle 11. Riposati un po'.."
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15 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 8 ore fa -
Improvvisamente trasgressivi
Nella nostra vita sentimentale c'era stata sempre nei nostri rapporti una voglia matta di trasgredire ma il tutto si era fermato alle fantasie. Siamo una coppia sposata da piu di venti anni ma siamo stati sempre molto attivi sessualmente parlando. Il tutto nasce una sera che decidemmo di andare al cinema, feci preparare mia moglie vestita in modo molto sexy, gonna con spacco laterale, profondo, in modo da mostrare le autoreggenti a eventuali persone sedute accanto a noi. Era un normalissimo film ne erotico ne a luci rosse ma scegliemmo apposta una sala dove c'erano pochissime persone, entrando in sala vedemmo seduto al centro di questa un uomo sulla quarantina ,senza capelli e insieme con uno sguardo di intesa ci accomodammo non troppo lontano da lui ma sulla stessa fila. Il buio della sala e la presenza dello sconosciuto faceva crescere in noi quel desiderio tanto sognato, vivere una situazione trasgressiva, ormai la voglia di farlo saliva senza freni. Mia moglie accavallendo le gambe, fece si che il tizio potesse scorgere il suo abbigliamento intimo, io agevolai la vista tirando verso di me la gonna facendo in modo che la gamba risultasse completamente scoperta. Cominciai ad intrufolarmi con le dita, cercando di stuzzicare le sue parti intime e ci riuscii benissimo, perchè dopo pochi minuti mia moglie con un gesto spontaneo riuscì a togliersi le mutandine scoprendosi interamente le gambe. Ci accorgemmo che il tizio ormai non guardava piu il film ma era attentissimo alle nostre effusioni toccandosi ripetutamente le sue parti intime. Intanto in sala eravamo soli con lo sconosciuto che cominciava ad essere piu intraprendente infatti mostrò per intero il suo attrezzo dimostrando di essere veramente superdotato. Bisbigliai all'orecchio di mia moglie ,l'intenzione di far avvicinare il tizio a noi e lei con mio grande stupore ,accettò, era la prima volta,io rimanendo felicemente sorpreso attirai lo sguardo del tizio che capendo si sedette accanto a lei rimanendo sulle sue ,ma sempre col suo membro eretto fuori dai pantaloni. Mi sentivo supereccitato il sogno di vederla godere con un altro si stava avverando e così decisi di accellerare i tempi alzandomi e andando in bagno. Mia moglie mi tirò per la giacca ,non voleva, ma io ormai deciso mi alzai e andai via,feci finta di andare in bagno ,ma da dietro una tenda riuscivo a vedere tutto ciò che succedeva. Il tizio vedendosi da solo non perse tempo e cominciò a toccarle le gambe introfolandosi sino al suo monte di venere che ormai era diventato un lago tanto era eccitata, le scoprì il seno e le prese in bocca il capezzolo facendolo diventare turgido come il marmo, ormai mia moglie stava completamente perdendo la testa e lo dimostrò divaricando completamente la gambe ,il tizio si inginocchiò davanti a lei e prese a leccarla alternando le dita che entravano e d uscivano ,a colpi di lingua che colpivano il suo clitoride dandole sensazioni a lei sconosciute sino a quel momento. Comincia a masturbarmi violentemente venendo quasi subito e quando decisi di entrare per partecipare mia moglie con gran sorpresa mi chiese di andare via e proseguire magari su un comodo letto o in macchina. Ma questa è un altra storia ........
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15 anni fa
timidacoppia48,
48/48
Ultima visita: 14 anni fa
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A cena
Quella sera, guardandola, la trovavo decisamente attraente, sexy, bellissima. In macchina stavamo bevendo del vino, una bottiglia di vino, dura quasi niente. I suoi occhi però già brillavano di euforia mista ad eccitazione. Indossava una gonna nera , quasi sopra il ginocchio, ed una maglia bianca con un’ampia scollatura che mostrava il suo delizioso petto, non abbondante , ma decisamente invitante. “Che cos’hai messo sotto?”, le chiesi alzandole la gonna. Le dissi di toglierle, fece un po’ di resistenza, ma alla fine cedette. Cominciai a carezzarle le cosce, mentre il mio cazzo diventava duro e voglioso, guardavo la sua pelle liscia e mi accendevo. Il cellulare interrompe quell’eccitazione, guardo chi mi chiama: Francesco, un amico. D’un tratto mi ricordo che gli avevo dato appuntamento per parlare di un progetto, o di qualcosa. “Scusa, me ne ero dimenticato.” E gli dico che lo raggiungiamo subito a casa sua. Lei mi guarda un po’ delusa, ma non dice nulla.Metto in moto e mi dirigo verso casa del mio amico toccando ogni tanto le sue gambe ed alzandole la gonna in mezzo al traffico serale. Arrivati sotto casa di Francesco lei mi chiede di tornarle le mutandine, “No, vieni così. Ti voglio senza”, provò a protestare, ma io ero già sceso dall’auto e mi dirigevo verso l’appartamento. Mi seguì. Nell’ascensore le rivolgevo sguardi ammiccanti, lei timidamente volgeva lo sguardo, ma si sciolse quando la baciai con passione. “Dai, scopami” mi disse”Qui, adesso!”. Le dissi di no e l’ascensore giunse al piano. Francesco ci aspettava davanti la porta, Giada lo salutò allegramente baciandolo sulla guancia, e mentre entrava in casa Francesco gettò un’occhiata verso il suo culo. Tondo, sodo. Ci sedemmo sul divano e cominciammo a chiacchierare tranquillamente, Francesco ci offrì da bere ed accettammo. Avevamo lo sguardo lucido e tutto sembrava bello ed unico. Mentre parlavamo misi la mano sulla gamba di Giada e lentamente, molto lentamente le andavo sollevando la gonna, lei mi capì e mi guardò sorridendo. Francesco doveva sentirsi un attimo in imbarazzo, perché farfugliava con le parole e non capivamo cosa dicessi. Lei accidentalmente fece cadere un po’ di vino sulla gonna, Francesco andò in cucina per prendere della carta. Giada rideva e quando Francesco le porse un tovagliolo alzò la gonna per asciugarla mostrando la sua fichetta umida e vogliosa. Lui mi guardava, io sorridevo e lo guardavo con complicità. “ Forse è meglio che la togli Giada”, lei mi guardò , ma non le diedi il tempo di risponderle e già le sfilavo la gonna. Le baciai la fica e cominciai a leccargliela, lei si lasciava toccare, mentre Francesco si eccitava, ma non sapeva cosa fare. Gli feci cenno di sedersi accanto a lei, lui lo fece e Giada gli mise la mano sul pacco, già duro, tirò fuori il grosso membro e cominciò a masturbarlo. Io mi alzai, le presi la testa e la avvicinai al mio cazzo, lei cominciò a succhiarlo con passione, come raramente capitava, Francesco, presosi di coraggio, le toccava il seno e la masturbava. Spinsi allora la testa di Giada verso il membro di Francesco, lei mi guardò un secondo e poi cominciò a succhiarglielo. “Divina”, esclamò Francesco, e la mia felicità era alle stelle, ripresi a leccarle la fichetta ed infilando le mie dita dentro di lei. Lei godeva e succhiava, Francesco continuava a gemere e a sussurrare “Divina”. Le infilai un dito nel culetto e lei andò in visibilio, lo adorava. La feci alzare e cominciai a scoparmela da dietro mentre lei continuava a giocherellare col cazzo di Francesco che ogni tanto mi guardava incredulo, stupito. Uscii da lei e mi sdraiai per terra, invitandola a salirmi sopra. Lei eseguì e prese a cavalcarmi con foga e violenza. “ Lo vuoi un altro cazzo dietro?”, le dissi. Mi guardava, non parlava. “ Lo vuoi si o no?” Mentre Francesco già si spostava dietro di lei e si apprestava ad infilarglielo nel culo. “Si, amore, si” , disse finalmente e lui le entrò dentro con maestria. Lei urlò di piacere e dolore. “Godo. Cazzo, godo!” , urlava. I suoi occhi socchiusi in preda al piacere, immensamente abbandonata a noi che godevamo dentro di lei. Francesco le venne sul culo e la ripulì subito. Lei molle si fece ancora cavalcare da me, sino a che non raggiunsi anche io l’orgasmo e venni copiosamente dentro di lei che si abbandonò tra le mie braccia esausta e felice. Francesco si rivestiva e si sedeva sul divano versandoci dell’altro vino. Ci ricomponemmo, bevemmo un altro po’ guardandoci maliziosamente e concludemmo la serata nel migliore dei modi.
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15 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 8 ore fa -
Un giorno di pioggia
Eravamo in giro per le strade a guardare le vetrine dei negozi, ad ognuna ci fermavamo e ci baciavamo con passione, unendo le nostre lingue a più non posso,e l’eccitazione ci saliva.
Continuammo a camminare per un pò, tu diminuivi il passo per restare indietro,così che potessi goderti la visione del mio deretano che ancheggiava a destra e a sinistra, con disinvoltura. Poi di corsa mi raggiungevi e mi davi una sculacciata, ed io gettavo un urlo sommesso. Mi baciavi il collo. Io ricambiavo. Tutto ad un tratto si è messo a piovere così forte ed inaspettatamente che non avendo un ombrello, tentavamo di ripararci sotto i balconi, ad ogni balcone raggiunto, ci baciavamo e tu mi palpavi ovunque, io tentavo di divincolarmi ma tu non me lo permettevi. Eravamo tutti bagnati. Continuammo così finchè una coppia che doveva entrare dal portone che noi stavamo occupando, ci chiesero se volevamo salire per asciugarci un po’ e aspettare che scampi. Io ti guardo negli occhi per capire la tua risposta, quella fu un sì.
Mentre salivamo per le scale, ci guardavamo attorno e i due si voltarono diverse volte. Appena entrati ci indicarono il bagno e ci portarono dei cambi, a me diedero solo un vestito corto con un paio di calzette da usare come pantofole, a te diedero una tuta. Ci asciugammo un po’ i capelli e li raggiungemmo.
Loro avevano preparato già quattro tazze di tè caldo e ci fecero accomodare sul divano. Iniziammo a conoscerci, parlando di noi, di cosa facevamo, da quanto tempo stavamo insieme. Ad un tratto lui ti fece segno di seguirlo, quando siete tornati, lui si sedette accanto a me, e poggiò la sua mano sulla mia coscia. Io mi voltai verso di te e tu facesti segno di sì con la testa, facendomi capire che ti aveva chiesto il permesso. Sapevo che ti sarebbe piaciuto, ed anche se ancora mi sentivo tesa, provai a lasciarmi andare. Le sue mani salirono verso la mia figa senza mutande, perché le avevo lasciate in bagno ad asciugare, e toccò subito la mia passera, aprii le mie gambe per agevolarlo. Abbassò le spalline del vestittino, lasciando una tetta scoperta e iniziò a succhiarmi il capezzolo, mentre la sua mano si muoveva di sotto e sentii un dito entrarmi dentro. Lanciai un piccolo gemito. Nel frattempo l’altra ragazza si era avvicinata a te e tu avevi iniziato a toccarle con forza le grosse tette.
Vedendoti mi eccitai di più e tirai fuori dai pantaloni il cazzo di lui, masturbandolo. Tu hai fatto mettere alla pecorina la ragazza, togliendole il tanga e palpandole il culo, infilando le dita nella sua figa, mentre la sua bocca si avvicinò alla mia figa e iniziò a leccarla. La sua lingua mi fece sobbalzare dal piacere. Era un quadro davvero incredibile. Sempre sognato ma mai avverato, almeno fino a quel momento. Lui tolse le dita da dentro me, mi si mise in piedi di fronte, prese con una mano il suo cazzo in mano e con l’altra spinse la mia testa su di esso, io iniziai a succhiarlo. Tu avevi penetrato lei alla pecorina mentre continuava a leccarmela, e la sculacciavi fortemente. Il cazzo di lui era veramente grosso, ma io lo infilavo comunque tutto in bocca, dalla sua faccia si capiva come lo stavo pompando. Ad un certo punto, mi fece alzare, e mi fece mettere coricata su un tavolo, mentre tu ti scopavi lei da seduto e lei di schiena che entrava ed usciva la sua figa dal tuo membro. Lui mi allargò le gambe e mi penetrò, urlavo dal piacere, continuava ad entrare ed uscire con ritmo calzante, tu mi guardavi mentre come una troia mi facevo sbattere. Nuovamente mi fece cambiare la posizione, mi fece sdraiare lateralmente, mi alzò una gamba, e mi penetrò, così poteva toccarmi il culo che accarezzava con forza, fino a toccare il buchetto, e con l’altra mano mi stringeva i capezzoli.Poi tu ti avvicinasti e ti sei seduto su una sedia mentre lei prendeva il tuo cazzo in bocca, succhiadentolo come una professionista, la sua lingua ti fece godere così tanto che chiedesti a lei di ingoiare tutto, la cosa ti fece piacere, visto che io non ti regalavo mai questo momento.Lui mi fece scendere dal tavolo e mi fece mettere a quattro zampe, infilò la sua mano nella mia figa e poi la spostava sul buchetto per inumidirlo. Lì capii cosa voleva fare, mi voltai nuovamente verso di te e tu facesti cenno di sì. Lui allora prese il suo cazzo e piano piano lo infilò nel mio culo, io stringevo i denti ma una volta dentro provai un piacere davvero unico, nel frattempo lei aveva avvicinato la sua bocca alla mia figa e me la leccava, tu ti avvicinasti per leccarla a sua volta. Lui spingeva il suo cazzo dentro di me, ed io godevo immensamente, ansimavo e urlavo, tu mi guardavi e sorridevi, continuammo così fino a quando tutti insieme raggiungemmo l’orgasmo, urlando. Lui dentro il mio culo, fece fuoriscire tanto di quel seme che uscì fuori. Lei ti era venuta sulla dita e la mia figa era bagnatissima.
Finito, io e tu andammo in bagno per farci una doccia, ma avevi ancora il cazzo duro pensando a quello che era accaduto, mi afferrasti da dietro e cominciasti a scoparmi, dicendomi un sacco di parole porche: Brutta troia, ti è piaciuto farti scopare da uno sconosciuto eh?!
Ed io rispondevo: Sì, sì, mi è piaciuto….sì
Ah, ti è piaciuto? Anche che lei te la leccasse?
Sì, mi piaceva, molto, mi faceva godere….
Perché tu sei una gran troia, è per questo…….ti piace fartela mettere in culo…….ti piace farti sbattere, e così mi hai eccittato da morire, e adesso ti scopo anch’io….
Eri furioso, e mi piacevi, mi stavi scopando senza preoccuparti di me, mi scopavi da dietro stringendomi per i fianchi, proprio come piace a te. Poi raggiungesti l’orgasmo. Ci baciammo, e appena finito di rivestirci, salutammo i ragazzi, ringraziandoli dell’ospitalità.
Ritornando per le strade tu iniziasti a baciarmi come facevi prima della pioggia, fino ad arrivare in macchina. Soddisfatti per come erano andate le cose, tornammo a casa.
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15 anni fa
admin, 75
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Cena da amici
“Stasera andiamo a cena da amici”, le dissi con voce ferma e decisa. “Da chi?” chiese lei timidamente, la guardai e ripetei la stessa frase. Annui e si diresse verso l’armadio per scegliere cosa mettersi. Prese dall’armadio un pantalone nero ed una camicetta bianca e li posò sul letto. Mentre lei andò in bagno glieli feci sparire e misi al posto di quei vestiti scelti da lei, quello che io volevo che si mettesse: una gonna nera con un lungo spacco ed una maglia bianca molto scollata, niente intimo. Glielo scrissi su un bigliettino, aggiungendo che avrebbe dovuto indossare solo quello che io avevo scelto ed uscii a bermi una birra al bar sotto casa. Bevvi due birre assieme ad un amico, poi rientrai in casa; la trovai seduta sul divano che leggeva un libro, con addosso i vestiti che le avevo ordinato. Mi chinai su di lei e la baciai la fronte, poi andai a cambiarmi a mia volta.
Arrivammo a casa del mio amico circa un’ora dopo. In macchina avevamo chiacchierato e ci eravamo fermati a comprare due bottiglie di vino. Le presentai i miei tre amici, tre uomini sulla trentina prestanti e carini. Guardavano la mia compagna con occhi vogliosi e assatanati. “ Andiamo in cucina”, le dissi. Lei mie seguì, le presi la mano e la poggiai sul mio cazzo. “Ne avrai tanti per te, stasera” “Ma…” la interruppi e le feci capire che era un ordine. Le infilai una mano sotto la gonna e toccai la sua fica nuda… “A lei piace, è già bagnata…” . Le indicai i piatti e le pentole, “Servici da mangiare .” le dissi. Mi andai a sedere al tavolo, e lei ci portò i piatti con grazia, con fare da gatta, si chinava leggermente sui miei amici mostrando loro il seno. Poi si sedette accanto a me.
Dopo cena, le ordinai, questa volta davanti a tutti, di versarci del whisky, e chiesi a Marco di mostrarle dove lo tenesse. Lui si alzò e la accompagnò verso un piccolo nobiluccio, “Sono lì dentro, nello scaffale in basso”. Lei si chinò, quasi in ginocchio davanti a lui, aprì lo sportello e prese la bottiglia. La sua faccia era all’altezza del cazzo di Marco ed io ero eccitatissimo. Marco si venne a sedere e lei versò per tutti. Il mio cazzo era ancora in tiro, presi la mano di lei e la poggiai sul mio pacco. Lei cominciò a carezzarlo attraverso i pantaloni. Poi mi andai a sedere sul divano e i miei amici mi seguirono. Lei si avvicinò e fece per sedersi accanto a me, ma gli feci cenno verso un altro posto libero, in mezzo tra Marco e Luca. Lei mi guardò, poi si andò a sedere. Giulio, il padrone di casa, accese il televisore ed inserì un film hardcore, spegnendo contestualmente le luci. Dopo pochi minuti eravamo tutti eccitati. Mi avvicinai alla mia compagna, le presi le mani e le poggiai sui cazzi di Marco e Luca, poi mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai “Fai contento il tuo padrone” . Lei cominciò ad accarezzarli, poi estrasse quello di Luca, duro e vigoroso, si chinò e cominciò a succhiarlo, mentre mi guardava eccitarmi e masturbarmi, Giulio si avvicinò e alzandole la gonna cominciò a leccarle la fica. Alternava il cazzo di luca e Marco, li succhiava con passione , mentre godeva per la lingua di Giulio. Poi si alzarono tutti e le si misero attorno, lei seduta lo succhiava a tutti e tre, fino ad alzarsi , togliersi la gonna ed incitarli a scoparla. Marco non perse tempo e la penetrò quasi con violenza. LA sbatteva come un toro e lei urlava di piacere, mentre segava gli altri due e mi guardava negli occhi. Mi avvicinai quando Marco venne e si allontanò, lei me lo prese in bocca, mentre Luca sguazzava dentro di lei che raggiungeva il primo orgasmo. Mi coricai sul divano e la feci salire su di me, mentre Giulio le leccava il culetto e lo preparava al meglio. Dopo entrò pure lui e gli occhi di lei si chiusero per un istante nel massimo del piacere, mentre Luca le sbatteva il cazzo in faccia ed io le ordinavo di succhiarlo. Giulio venne, e Luca si sostituì a lui, mentre lei urlava di piacere dopo il secondo orgasmo di fila. Marco intanto si stava riavvicinando con il cazzo di nuovo duro e con Giulio si davano il cambio. Mi alzai e lasciai il posto a loro. La scopavano con ardore e violenza ed io mi masturbavo felice. Vennero tutti e lei stremata, venne da me, mi baciò sulle labbra e mi salì di sopra. Le venni dentro dopo pochi minuti.
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15 anni fa
admin, 75
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Passeggiata in spiaggia
Notte d’estate, faceva molto caldo e non riuscivo a dormire, mi alzavo in continuazione con addosso solo la mia camicia da notte bianca, non indossavo intimo perché sudavo troppo e mi si appiccicava tutto sulla pelle. Mi sentivo più libera senza. Andai in cucina e mi versai un po’ d’acqua, una goccia mi cadde sul seno, era piacevolissimo sentire qualcosa di freddo a contatto con il corpo, e continuai a gettarmene ancora un po’, bagnando la camicia da notte. Tu ti sei alzato e vedendomi bagnata, hai iniziato a leccarmi sui seni.
-Non riesci a dormire?
-No, fa troppo caldo!
-Andiamo in spiaggia a farci un bagno? Forse starai meglio.
-Ok. Vado a mettermi il costume.
-No, rimani così, sarà più bello.
Feci cenno di sì con la testa, uscimmo dalla porta-finestra del salotto che dava ad una scalinata che faceva scendere direttamente in spiaggia, io ero in camicia da notte e tu in mutande. Corremmo in fretta baciandoci verso il mare e ci tuffammo insieme, l’acqua era tiepida, ma uscendo si stava meglio. In acqua tu mi afferrasti per la vita, e baciandomi sul collo mi palpavi i seni e il culo. Io ridendo provavo a liberarmi e tu mi riprendevi. Continuammo così per un po’ fin quando non ti sfuggì, e iniziai a correre allontanandomi da casa. Tu mi venisti dietro. Rangiuggendomi mi hai afferrata un’altra volta e prendedomi in braccio mi gettasti in acqua, dove hai iniziato nuovamente ad intrufolare le mani ovunque. Inutile nasconderlo, io mi eccitai.
Uscimmo dall’acqua e davanti a noi vidi due coppie che guardandoci ci sorridevano, ti feci cenno, tu li hai salutati porgendogli la mano, mi hai presentata e loro ti chiesero di andare a casa per un drink. Gli hai risposto di sì.
-Ma sono in camicia da notte?
-Perché loro cosa indossano?
Era vero, quelli erano dei pazzi come noi, rimandai il sesso per accettare il drink. La loro casa era simile alla nostra, ci accomodammo sul divano e bevendo parlammo di noi, dopo ilprimo drink, ci furono tre giri di rum e pera, io ero molto brilla. Ridevamo tutti guardandoci in faccia e ad un tratto vidi avvicinare verso me uno di loro, mi prese per il collo e iniziò a baciarmi, infilandomi una mano sotto la camicia da notte. Tu avvicinandoti al mio orecchio mi hai sussurrato:Vai tranquilla!
Nel frattempo scegliesti una ragazza per farti fare un pomipino, anche l’altra coppia aveva iniziato a masturbarsi. Ero in estasi, ero in una casa con dei sconosciuti, brilla e con una voglia matta di fare sesso, mi abbandonai a quel ragazzo che intanto infilava dentro la mia figa le sue dita, uscii il suo bastone molto in carne e me lo infilò in bocca in un solo colpo, inizialmente ebbi paura poi iniziai a gustarmi il lecca lecca, e godevo mentre mi stimolava il clitoride, faceva entrare ed uscire le dita, avvicinava l’indice al buchetto del mio culo.
Tu facevi lo stesso con l’altra ragazza, poi si aggiunse la terza che te lo succhiava, mentre l’altro ragazzo si avvicinò a me e infilò il suo cazzo nella mia figa, notai anche lui era ben dotato. Stavo bene. Godevo a vedere quei due uomini su di me, e godevo nel vedere le due donne in balìa del tuo desiderio. I due ragazzi si scambiarono, mi fecero mettere alla pecorina e uno iniziò a penetrarmi da dietro, mentre l’altro sotto di me, mi leccava e si faceva spompinare. Quello dietro di me batteva così forte che sentivo il suo cazzo giungermi nel ventre, e la lingua mi faceva godere come non mai. Tu inculavi una delle due ragazze, da sopra, lei supina aveva alzato verso il petto le gambe dandoti tutto il culo mentre l’altra si era posizionata con la figa sulla sua bocca per farsi leccare. Ancora una volta, i ragazzi si scambiarono, quello che ora stava sotto di me, mi fece sdraiare su di lui e mi penetrò la figa, dandomi dei colpi frotissimi e stringendomi le chiappe con le mani, allargandole per fare in modo che l’altro ragazzo dopo aver leccato per bene il buchetto infilòil suo cazzo, godevo urlando di piacere, venivo scopata da due cazzi che soddisfavano ogni parte del mio corpo. Tu mi guardavi eccitato e arrivando all’orgasmo, hai riempito il buco di quella ragazza con il tuo seme. Dopo ti sei avvicinato a me e mi hai detto:
-Così volevo vederti. Volevo regalarti questo momento da un bel po’. Godi bimba mia, godi. Che ho goduto anch’io. Godi perché oggi è la tua festa, BUON COMPLEANNO!
E così dicendomi raggiunsi l’orgasmo gettando dei gemiti ad alta voce.
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15 anni fa
admin, 75
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Eugenia : prima parte
Eugenia è irrequieta per via della menopausa, il matrimonio sta andando a rotoli, ha sorpreso suo marito, che non la tocca da mesi, mentre si masturbava, leggendo racconti erotici su Internet, allora ha capito che il loro rapporto sessuale, basato su un unico settimanale amplesso, quando non sorgevano impedimenti, è giunto al capolinea. Lei, non riesce neppure a masturbarsi, ci ha provato, non è riuscita a godere, perché, con la mente è ritornata ad un episodio della pubertà, al ricordo della voce suadente del vecchio confessore, che le chiede insistentemente dove si tocca e che cosa prova a farlo, e che alla fine, dopo avere emesso un gemito, inizia ad inveire contro satana e contro lei che cede alle sue lusinghe; paventandole tremendi supplizi fra le fiamme dell’inferno.
L’unico amplesso che conosce è quello tradizionale, con l’unica eccezione, quando le cose avevano ancora una parvenza di normalità, di lui, che la scopava da dietro, magari di mattino presto, prima d’alzarsi per andare al lavoro, mentre lei era ancora nel dormiveglia.
Ora avverte che il suo corpo reclama qualche cosa di cui ha diritto, ma non sa come soddisfarlo.
La ginecologa, mentre la visita senza guanto, non riuscendo a farsi strada col dito nella secchezza della sua vulva, le dice:
«Da quanto tempo non hai un orgasmo?» Eugenia arrossisce.
«L’hai asciutta come un guado Africano, le tue papille sono atrofizzate; devi stimolarle, la secrezione vaginale è indispensabile, specialmente ora che non hai più il mestruo. Vai in un negozio d’articoli erotici e comprati tutto ciò che ti stimola, magari cambia anche nome, fatti chiamare Jenni, che fa più troia, non dovresti avere problemi a trovarti l’amante, perché sei una bella gnocca, fattela leccare da una lesbica, fa che cazzo ti pare, però rimetti in funzione la tua fica.» É una sua vecchia compagna di scuola e può permettersi di parlarle in quel modo.
Jenni ha cinquant’anni; un corpo perfetto al naturale, con i seni che stanno su da soli, le natiche alte sulle gambe tornite ed il volto interessante, dai tratti marcati. Passa e ripassa un sacco di volte davanti alla vetrina del sex shop, tuttavia quando una sorridente commessa viene sulla porta, lei fugge. A sera prova a titillarsi il clitoride, ma desiste, ossessionata com’è, dall’antico ricordo.
Sta rientrando a casa sul bus affollato, ha le mani impegnate a reggere le sporte della spesa, l’uomo, più o meno suo coetaneo, non perde occasione per farle sentire la sua erezione contro le natiche:
«Non è poi così male.» Pensa, nel frattempo uno scossone la fa traballare, lui la sorregge brancicandole le mammelle e le sussurra, dandole una zaffata avvinazzata:
«Ti ci piscerei sopra…» Jenni inorridisce, si divincola e s’allontana dal laido, chiedendosi come mai ha potuto avere un pensiero erotico, che coinvolgeva quello sconcio individuo.
Fa freddo, lei entra nel portone, che il figlio della sua dirimpettaia, le tiene aperto; anzi, fa di più, le prende le sporte e gliele porta fin sull’ascensore e mentre salgono le dice:
«Mia madre non è in casa ed io non ho le chiavi.» Jenni lo guarda, è di poco sopra la trentina, ricorda bene gli anni che ha, perché la sua nascita, era coincisa con l’anno in cui s’era diplomata. È un tipo qualunque, da non soffermarsi a guardarlo una seconda volta: non alto, non basso, non magro, non grasso, non bello, ma neppure brutto; Jenni sa che è da poco separato dalla moglie e che è viene ogni giorno a pranzo dalla madre.
«Vieni a prendere una tazza di caffè da me; col freddo che fa, a star fuori rischi un malanno.»
La casa è avvolta in un buon tepore, lo precede in cucina e senza neanche togliersi il caldo maxi soprabito di nylon trapunto, prepara la moka e subito dopo aver acceso il gas, lo scorta nell’ingresso e gli leva il giaccone.
Jenni mette sul tavolo la bottiglia di Fundador, che da quando è in meno pausa ha cominciato ad apprezzare, lui lo mesce per entrambi, lo sorseggiano e non appena il caffè è pronto, lo intiepidiscono con dell’altro brandy; lo sorseggiano incrociano lo sguardo, si sorridono timidamente e lo riabbassano. L’imbarazzo è tale, che si potrebbe affettare con un coltello, lei non è abituata a trovarsi sola con degli uomini, lui ha scarsa stima delle sue doti di seduttore ed al confronto della sua scialba ex consorte, Jenni gli sembra una dea irraggiungibile. Tuttavia è lei, che dopo aver portato sul lavandino piattini e tazzine, versa dell’altro liquore, che mandano giù immediatamente. Sono al terzo giro, quando Jenni, inaspettatamente dice:
«Vieni.» Pronuncia la frase e non crede d’essere stata lei a dirla; tuttavia le porge le mani invitandolo a seguirla
«Guardi signora Eugenia, che come amante non sono un granché.» Le dice un po’ farfugliando.
«Allora siamo in due.» Le risponde e ride, meravigliandosi della sua sincera sfrontatezza.
«Lascia che sia io a spogliarti.» E mentre lo fa, è convinta che non sia lei, Eugenia, casta e riservata, a compiere quei gesti, ma Jenni la troia, che non appena gli vede il torace nudo, gli succhia i capezzoli e non si ferma lì, poiché s’inginocchia tirandogli giù i boxer, per prendergli in bocca il pene svettante, ben più aitante di quello del marito. Eugenia non ha mai fatto pompini e ci gioca maldestramente, lui se n’accorge, la solleva da terra e la bacia. Eugenia pensa che sono anni che il consorte non lo fa, intanto che riscopre quell’intrigante stimolazione. All’improvviso sorride perché si ricorda di come al liceo parodiavano la famosa frase “Che cos’è un bacio.» Loro ragazzine dicevano:
«È un metodo stimolante per conoscere le lingue.» Mentre i maschietti più intraprendenti, replicavano:
«Il bacio è una telefonata al cazzo, per avvisarlo di tenersi pronto.» Erano questi gli ultimi sussulti dei maschi in declino. Le sue compagne femministe, giravano in corteo gridando lo slogan:
«…col dito, col dito, orgasmo garantito…» Al che i ragazzi che facevano ala rispondevano:
«…col cazzo, col cazzo, è tutto un altro andazzo…» Però senza convinzione; era l’inizio della resa.
«Ma cosa faccio? Ho saltato l’ostacolo, ho davanti un maschio disponibile, finalmente sento la vagina inumidirsi e penso a queste stronzate.»
«Ti chiami Gianni se ben ricordo?»
«Si Gianni.» Risponde lui mentre l’aiuta a spogliarsi, sempre più ammirato, di volta in volta che appaiono le splendide nudità.
«Gianni, io l’ho solo fatto con mio marito ed in un unico modo. L’ultima volta non ricordo neppure più quando.» Gli confessa.
«Me ne sono accorto.» Gli risponde lui ridendo e lei s’unisce alla sua ilarità. L’alcol, ma specialmente la simpatia spontanea, hanno abbattuto le paure e le inibizioni d’Eugenia, che s’affida serenamente a lui, che ha sua volta capisce che a quella semplice creatura, non deve assolutamente di-mostrare nulla, perché lei sarà felice di quello che lui saprà darle.
Hanno rivoltato le coperte fino ai piedi del letto, e giacciono nudi sul lenzuolo:
«Sei bellissima. Hai un corpo stupendo.»
«Anche tu sei molto ben proporzionato, hai spalle larghe e fianchi stretti.» E Gianni pensa che forse ha ragione. La bacia nuovamente, poi scende lentamente passando le labbra sul suo collo privo di rughe, intanto che con le dita va a giocare con i capezzoli, poi le sostituisce con le labbra e la mano la porta sul sesso caldo e umido. Eugenia geme e timidamente va ad impugnargli il membro teso ed elastico. Lui la lascia giocare un pochino intanto che fa altrettanto con la sua vulva; ci spinge un dito dentro, sente che è deliziosamente viscida, l’intinge negli umori, poi glielo posa sulle labbra, e lei, come se l’avesse sempre fatto, gli succhia il dito profumato degli effluvi della sua intimità. Ora è costretta a lasciargli a malincuore il pene che stava coccolando, perché lui s’è spostato in ginocchio fra le sue gambe spalancate, gliele solleva e si porta la fica alla bocca, come un assettato, appena giunto sulla riva di un torrente. Eugenia è sorpresa, gode immediatamente e per la prima volta scopre che cos’è un vero orgasmo.
«Puoi anche leccarmela per delle ore, se ti fa tanto piacere, però sappi che io non provo niente.» Gianni sente la voce falsata dal labbro leggermente leporino di sua moglie, intanto che Eugenia gli versa sulla lingua i succhi del suo primo autentico godimento:
«Ti piace?» Le chiede.
«Moltissimo Gianni, non credevo potesse esistere una cosa tanto bella.» Le risponde con voce tremante.
«Allora fammi sistemare per bene, così continuo fino a che tu vorrai.» Dov’era prima quella di lei, posa la sua testa e ci fa mettere ai lati le ginocchia.
«Mettiti comoda.» Lei appoggia gli avambracci al muro e ci pone sopra la fronte, poi guarda in giù, proprio mentre lui alzando lo sguardo, le sta ammirando il ventre piatto, i seni leggermente penduli, che va ad accarezzare delicatamente; si sorridono, lei s’abbassa, gli appoggia le natiche sul petto ed istintivamente se le allarga per farsi solleticare il solco anale, poi tutta la sua attenzione si concentra sull’impegno di Gianni. Lui prova a penetrarla con la lingua, per quanto gli è possibile, poi l’incanala fra le piccole labbra interne, si sofferma ad esplorare con la punta irrigidita, il foro di sfogo dell’uretra, gliela tiene larga con le dita per scorgere il piccolo glande del clitoride e s’impegna a lungo su di esso. Ora si che si è trasformata in Jenni, e gode pazzescamente, vorrebbe dire un sacco di cose al suo meraviglioso amante, ma non trova le parole, perché non le conosce, allora si limita a mugolare:
«Si! Si! Continua così, non smettere più, che sto morendo di gioia.» Poi per istinto, gli scivola a ritroso sul petto, fino a che le sue natiche incontrano l’ostacolo del cazzo svettante, allora s’alza dritta, se lo introduce e s’accorge che malgrado abbia la fica infradiciata, c’entra dentro a stento. Gioisce a quella constatazione ed inizia una frenetica galoppata imperniata su quel meraviglioso membro che le sta martellando l’utero con il glande, intanto che Gianni, tenendola per i fianchi l’aiuta ad alzarsi ed abbassarsi a ritmo sempre più veloce. S’accorge che il suo amante sta godendo, perché il pene, imprigionato a stento nella guaina, la sta sbatacchiando, quasi volesse divincolarsi. Lei ha un ennesimo orgasmo delirante e scoppia in singhiozzi, poi abbassa con il viso a contatto con quello di Gianni che beve le sue lacrime, mentre le accarezza dolcemente i capelli e la schiena.
Jenni sente che il pene s’affloscia, intanto che i suoi muscoli vaginali si rilassano. Non le importa che lo sperma che le esce dalla vagina impiastri il lenzuolo, anzi, spera che Gianni gliene faccia cambiare molti.
«Aspetti tuo marito?» Le chiede Gianni.
«Non rientra almeno per un mese.»
«Allora fammi telefonare a mia madre. Quanti giorni le dico che starò fuori?»
«Quanti vuoi tu.»
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15 anni fa
admin, 75
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Prima esperienza
Al suo paese non c‘era una concreta possibilità, perciò decise che se doveva restare al passo nella sua professione, avrebbe dovuto recarsi all‘estero. Il computer con sofisticati programmi, aveva soppiantato le tecniche di lavoro e lei, pur avendone acquistato uno privatamente, lo sapeva usare ben poco. Fu così che tramite conoscenti, concluse un accordo per effettuare uno stage d’apprendimento in una nazione lontana, dove le aziende rappresentavano il fiore all‘occhiello in quel settore. Fortunatamente aveva imparato la lingua di quel paese e se la cavava abbastanza bene. L‘aereo giunse all‘aeroporto in orario e come promessole qualcuno l‘aspettava per accompagnarla presso la ditta. Si aspettava una grande industria, invece era un semplice studio, ricavato da un locale dell‘appartamento del titolare. Tre posti di lavoro con i rispettivi PC. Quello del titolare, di un assistente ed una scrivania più piccola che era destinata a lei. La camera che sapeva le avessero prenotato, era pure una stanza del medesimo appartamento. Accetto di rimanere, notando che perlomeno aveva un servizio separato. Stanca del viaggio, riuscì a ritirarsi subito nella sua camera chiudendo a chiave e dormendo quasi subito. All‘indomani, si trovò seduta davanti al suo computer in compagnia dei due uomini. Piuttosto timida di natura, non rinunciava comunque al modo di vestirsi in vige dalle sue parti. Abiti piuttosto sexy avvalorati, nel suo caso, da un corpo piuttosto formoso, ancora snello nonostante i suoi trentacinque anni, un divorzio alle spalle ed un figlio di quindici anni. Si presentò con un abitino intero, bianco e rosso, molto corto che lasciava intravedere al di sotto, un completino intimo pure bianco. Il titolare, che credeva molto generoso per averle offerto parte del viaggio e l‘alloggio, le fece capire subito che più che ad istruirla, era piuttosto propenso a metterla subito al lavoro. Sguardi allusivi ed ambigui, suoi e dell‘altro dipendente, gli fecero poi rimpiangere d‘avere indossato quel vestitino, che a casa sua non avrebbe fatto scalpore visto che molte donne si vestivano in quel modo.
Per iniziare il lavoro, qualche spiegazione dovevano pur dargliela e specialmente il titolare, in piedi dietro a lei, seduta sulla tipica sedia a rotelle girevole, non mancava di allungare le mani verso lo schermo, la tastiera del computer e l’incarto davanti a lei, per indicarne dei dettagli. Più di una volta, a lei parve non proprio involontariamente, gli sfiorò le spalle le braccia e perfino il seno. Già piuttosto turbata, si preoccupò ancor di più, quando l‘altro assistente lasciò l‘ufficio, recandosi da clienti per un paio d‘ore. Il titolare, pur senza una reale necessità, si prolungò, sempre dietro di lei, ad una miriade di spiegazioni, sfiorandola sempre di più, fino al punto di lasciarle una mano appoggiata sulla spalla. Terrorizzata, la sentì Adv muoversi verso il collo a sfiorarle i lunghi e ricci capelli biondi. Lei si irrigidì e non fu capace di reagire. Era come paralizzata nel sentire le dita dell‘uomo che lentamente scendevano nella scollatura. A poco a poco la mano di lui prese posto nella coppa del suo reggiseno, quasi a sostituirla ed a sorreggere quella seducente mammella, senza riuscire a contenerla tutta. Esercitando pressione verso l‘esterno, con il braccio allontanò dal suo busto gli abiti aderenti fino a deformarli e dall‘alto, sbirciò nella scollatura, riuscendo ad osservare un capezzolone, che stuzzicato dalle sue dita, s’inturgidiva sempre più. Certo lei le sue tette le aveva già mostrate in spiaggia a degli sconosciuti, quando, in compagnia di una sua amica più disinibita, si era sforzata di praticare il topless come lei. Ma ora era diverso, era sola con lui che pure toccava. Ben presto, contemporaneamente le abbasso le spalline dell‘abito e del reggiseno, trascinando il tutto verso il basso. Ottenne così di scoprirle completamente due belle tettone, bloccandole nello stesso tempo le braccia all‘altezza dei gomiti. Lei si vide il seno riflesso nel monitor ed avvampò notando come i capezzoli, ormai ridotti alla metà dell‘originale circonferenza, si erano allungati ed irrigiditi come mai. Quella situazione le dava una sorta di imbarazzante eccitazione. Lui fece roteare la sedia volgendola verso si se, per ammirarle meglio le grosse poppe leggermente cascanti ma nello stesso tempo molto provocanti. Le palpò con decisione scoprendo una pelle particolarmente vellutata e si divertì a far saltellare le due tettine indurite ma elastiche, tra le nocche delle sue dita. Il gioco non si fermò a quel punto come lei avrebbe desiderato, perché, al contrario di come avviene in tante cose, lui puntava in basso. Volse lo sguardo tra l‘incavo delle due cosce, poco coperte dal succinto vestito, che formava una sorta di caverna triangolare fino all‘inguine. Sullo sfondo il tessuto a rete fine di uno slip, che lasciava poco spazio all‘immaginazione. Ben delineato si notava il triangolo di peluria biondo scuro, accuratamente regolato ad un centimetro al bordo delle mutandine. Alzarle il vestito fino all‘ombelico, richiese un certo sforzo in quanto il tessuto sotto le cosce ed il sedere, faceva fatica a sfilarsi e lei non collaborava. Riuscì tuttavia a trovarsela davanti con il vestito ormai ridotto ad un lembo raggrinzito attorno alla pancia, alto pochi centimetri e sovrastato da due grandi mele. Sotto, il minuscolo tanga, che oltre al citato triangolo di stoffa trasparente, presentava solo un sottile nastro a sostenerlo. Seguì quel fragile cordone con le mani dai due lati, agevolato dalla forma anatomica della sedia d‘ufficio, che lasciava un vuoto attorno a lei proprio a quell‘altezza. Quando le sue dita si incontrarono sulla schiena, al tatto intuì che sarebbe stato facile. Incontrò tre terminali a catenella, due orizzontali provenienti dai fianchi e quello verticale che sbucava dal taglio di due sode natiche. Erano agganciati ad un piccolo supporto rigido. Senza troppa fatica, riuscì a sganciarne due e l’indumento cadde. Il piccolo lembo di stoffa sul davanti si adagiò tra le gambe fermamente serrate di lei, ma buona parte della riccia peluria sul pube rimase scoperta. Era praticamente denudata, restavano nascoste le parti più intime, ed erano l‘obbiettivo finale. Lei ormai drogata da un misto di vergogna ed eccitazione, con le braccia sempre bloccate ai fianchi dall‘abito abbassato, ricevette l‘ordine alzarsi e senza rendersene conto lo fece. Lo slip scivolò a terra. Aiutò persino l‘uomo a liberarle dai piedi l‘abito e il reggiseno che gli aveva sfilato verso il basso. Completamente nuda ma libera nei movimenti, accennò allora ad allontanarsi. Lui la trattenne per un braccio, mostrandole sopra il video del suo computer, una cam, puntata su di loro, con la lucina verde accesa. Gli disse che dal filmato poteva estrarre tutte le immagini che voleva e farle avere a chiunque, magari a suo figlio. Affermò inoltre di aver prelevato il passaporto dalla sua borsetta e che se ne sarebbe potuta andare solo con il suo consenso. Indicandole il tavolo conferenze in un angolo del locale, la invitò a sdraiarvisi sopra supina. Presa da quel ricatto, con la mente confusa, non poté che eseguire, rimanendovi immobile con le gambe chiuse, ma fu per poco. Lo notò spostare due sedie da sotto il tavolo in corrispondenza dei suoi piedi, mettendole a quasi un metro di distanza tra una e l’altra. Fortunatamente gli schienali erano imbottiti, perché fu costretta ad appoggiarvi i talloni. Per farlo dovette allargare le gambe ed avanzare con il sedere fino al bordo del tavolo. Si ritrovò nella posizione come quando andava dal ginecologo, a mostrare oscenamente la sua fica a quell’individuo. Accuratamente depilata ed ornata dal solo triangolino di peluria sul pube, ben visibile la lunga fessura contornata da due grandi labbra che proseguivano fino a lasciar spazio al fiorellino del culo. Con due dita, lui schiuse piccole e grandi labbra della sua passera per guardarle bene la clitoride e l’apertura della vagina. Quella condizione di sottomissione e di gran vergogna l’aveva suo malgrado eccitata. Se ne vedevano gli effetti sul grilletto teso e sporgente, mentre era più che bagnata, gli umori avevano formato un laghetto all’apertura della vagina. Togliendo le dita dal suo spacco, le disse di restare ferma, mentre da un cassetto estraeva una macchina digitale. Le immortalo più volte la fessura scoperta, non dimenticando di includere in sottofondo le magnifiche poppe. Volendola umiliare all’inverosimile, le disse quindi di infilarsi due dita della mano sinistra nella vagina, passando da sotto le natiche. Eseguì, ma non era finita, volle che con la destra si facesse un ditalino. Quasi svenne dall’imbarazzo ma iniziò a stimolare il suo piccolo cazzo con il dito medio, mentre lui andò a regolare la cam puntandola in quella direzione. Voleva registrare il suo orgasmo, sperando di vederla contorcersi sul tavolo. In effetti, lei dopo poco venne, ma non gli diede la soddisfazione di farlo vedere, anzi disse che non ci sarebbe mai riuscita. Vedremo disse, obbligandola a girarsi sulla pancia, lasciando le gambe a penzoloni dal bordo del tavolo con i piedi che arrivavano a terra. Voglio vedere il tuo buco del culo! Non dovette aprirle i glutei. In quella posizione, naturalmente faceva mostra di tutta la sua spacca, ed il taglio, terminava proprio in corrispondenza del piccolo ano già in vista. Scattate altre foto, depose l’apparecchio e si armò di un grosso pennarello che tento di infilare in quell’orifizio. Troppo stretto ed asciutto, dovette prima inumidire il tubo metallico nella fica, per poi introdurlo di alcuni centimetri nel retto. Lasciò spuntar fuori il solo il coperchio rosso che “gentilmente” aveva lasciato verso l’alto. Contemplò per un momento il suo artefatto da guardone, provando più piacere che nel penetrarla lui stesso. Volendo dar sfogo alla sua eccitazione, dal tavolo la fece scivolare a terra in ginocchio e la fece girare verso se. Abbasso la lampo dei pantaloni ed estrasse il cazzo eretto indirizzandolo verso la sua bocca. Arrivò fino a pochi millimetri dalle labbra, quando provvidenzialmente suonarono alla porta. Lei si alzò di scatto e raccolse di furia i suoi indumenti. Si dileguò verso la sua camera, con il pennarello ancora nel culo che le spuntava tra i glutei. Dopo una lunga doccia si rivesti, questa volta con pantaloni ed una camicetta nera. Di trasparente c’erano solo le maniche. Di soppiatto andò a sbirciare nello studio. Il depravato era uscito, probabilmente in compagnia di chi era arrivato. Lei pensò bene di frugare in tutto l’appartamento alla ricerca del suo passaporto. Le ci volle più di un’ora ma lo trovò. Ritornò nella sua camera, intenzionata a preparare la valigia e lasciare immediatamente il posto. Mise il passaporto nella sua borsetta dove già si trovava il biglietto d’aereo per il ritorno. Non appena aperto l’armadio per togliere le proprie cose, senti la porta della camera ad aprirsi e lo sporcaccione, questa volta accompagnato dall’altro impiegato, entrarono senza chiedere il permesso. Lei si sentì nuovamente persa guardando gli sguardi di complicità che i due si facevano. Evidentemente il loro non era solo un rapporto di lavoro e pensò alle altre donne che prima di lei, come sapeva, si erano recate in quel posto per “imparare”. Ignaro che lei avesse nel frattempo trovato il suo passaporto e forte di filmati e fotografie in suo possesso, il capo esclamò: il vestito di prima ti stava molto meglio, nuda poi eri ancora più bella. I due si avvicinarono e ripartendosi tacitamente i ruoli, incominciarono ad armeggiare con la cintura dei suoi jeans e ed i bottoni della camicetta. La sua biancheria intima era tutta piuttosto sexy e poco dopo, senza pantaloni e con la camicetta aperta, era quasi nuda. Un paio di calze autoreggenti, mutandine nere molto trasparenti ed un reggiseno pure nero velato che lasciava intuire tutto. Prima che le tolsero la camicetta, macchinò velocemente nella sua mente, il sistema di inferire una lezione ai due e di scappare. Immediatamente, pur con un certo sforzo inizio ad essere molto accondiscendente. Chiese di essere fotografata così come si trovava, spiegando che le foto in abbigliamento sexy erano migliori di quelle integrali. I due, solitamente incontravano resistenza. Godevano nell’imporre il loro volere con le armi che avevano in pugno, ma questa volta cascarono nella trappola. Pensarono, per una volta di fare del sesso consenziente. Lei chiese loro di svestirsi completamente. Li avrebbe premiati con un pompino collettivo. In pochi secondi furono nudi con il cazzo già in tiro, ma chiesero anche a lei di mostrarsi al nuovo arrivato come mamma l’aveva fatta. Tutt’ e tre ignudi come vermi, si adagiarono sul letto, con l’impiegato che le fissava ostinatamente la peluria del pube. Volle subito ammirare quanto c’era sotto e disse di volerle infilarle l’indice ed il medio contemporaneamente nelle sue cavità intime. Il suo superiore lo aiutò e gliele fece esporre alzando e allargandole le gambe. Ancora una volta il suo imbarazzo aumentò sempre più, ma li volle assecondare, lasciandoli fare. Disse che glielo avrebbe succhiato più tardi per risvegliare una seconda erezione. Allora il principale si mise supino con la nerchia tesa verso l’alto chiedendole di impalarsi e di rivolgere il culo al compagno. Lei capì cosa volevano fare, ma il suo buchetto posteriore era vergine, non aveva mai voluto provare. Il pennarello prima ed il dito dopo, le avevano fatto provare un brivido, ma oltre ad una strana sensazione di godimento aveva sentito resistenza accompagnata da un leggero dolore. Non sarebbe stato così semplice prenderlo nel fondoschiena. Del resto non aveva nessuna intenzione di farsi penetrare simultaneamente da quei due personaggi. Superò ogni inibizione e per assicurarsi che fossero eccitati al massimo, prese posizione come le avevano chiesto. Arrivò a sentire la cappella di quello sotto che le sfiorava il grilletto. Lei si chinò in avanti fino a toccargli il busto con grosse le tette. Nel far questo le chiappe si erano aperte in un’oscena esibizione. L'altro da dietro incominciò a strofinare il cazzo su e giù nel solco, inumidendole il buchino con gli umori che le sgorgavano dalla fica. Malgrado tutto infatti, trovarsi per la prima volta a far sesso con due uomini, rappresentava una situazione intrigante che la faceva eccitare parecchio. Non voleva tuttavia rinunciare ai suoi propositi. Non andò proprio tutto come aveva previsto, perché inaspettatamente, con un colpo di reni lo schifoso di sotto riuscì a penetrarla e lei sentì il randello arrivarle fino all’utero. L’altro tentava di spingerle il fallo nel retto, provocandole fitte di dolore. Era già troppo, avrebbe voluto lasciarli completamente a secco. Improvvisamente si sfilo, balzo dal letto, agguantò borsetta e pantaloni ignorando il resto e di corsa andò verso l’uscita. Al volo prese il suo giubbino dall’appendiabiti e da terra le scarpe, che educatamente aveva lasciato all’entrata. Con la paura che i due potessero raggiungerla, uscì nuda sul pianerottolo al secondo piano. Riuscì velocemente a spostare la chiave dalla toppa interna a quella esterna. Diede un giro di serratura e la lasciò dentro. Ma le sue disavventure non erano finite. Proprio in quel momento dalle scale salivano due ometti anziani, che aveva già visto la sera prima e che dovevano abitare in uno dei piani superiori. Cercò di coprire le sue grazie alla bella e meglio con quanto aveva in mano. I due erano sbalorditi di vederla in quello stato e per un istante rimasero a guardarsi negli occhi. Lei decise di fuggire verso i piani superiori e trovare un angolo deserto per vestirsi. Arrivata a metà della scala, con i due che guardavano la perfetta linea della schiena e del sedere scoperti, inciampò. Quanto aveva per le mani, si sparpagliò per le scale, lei cadde iniziando a scivolare sugli scalini. D’istinto si girò per fermarsi. Si ritrovò seduta su uno scalino con le gambe aperte di fronte ai due vecchietti. Ebbero così la visione ancora migliore di una bella vulva completamente esposta e bagnata, e di due zinne che dal vivo non avevano mai visto. Perplessi si accinsero a raccoglierle la roba caduta, mentre lei, afferrato il giubbino che era a portata di mano, lo infilò e tentava di chiuderne la lampo. Frastornata da quella caduta, con le ginocchia che le dolevano, non si curò nemmeno più di chiudere le gambe. Il suo pudore era ormai ridotto ai minimi termini. I due la invitarono nel loro appartamento ed in quel momento non riuscì ad immaginare cosa di meglio potesse fare. Giunta all’interno, le dissero di accomodarsi sul divano e lei lo fece con indosso la sola giacchetta. Raccontò brevemente ed in grandi linee cosa le era accaduto. In quel mentre si ricordò che aveva dimenticato di trasferire nella borsetta, il denaro che aveva nascosto nella valigia, ed era quindi rimasto nella sua ex-camera. I due anziani erano molto gentili, abbagliati dall’insperata visione del suo corpo e con discrezione e titubanza, le fecero che capire che avrebbero volentieri assaporato il gusto del tatto sul suo corpo. Lusingata dal modo in cui le giunse la richiesta, pensò di unire l’utile al dilettevole, dicendo che avrebbe fatto una doccia con la loro collaborazione. Nel bagno, permise loro di insaponarla e lavarla tutta. Riguardosamente passarono innumerevoli volte le loro mani su quel corpo, soffermandosi a lungo sulle parti più intime. Al termine asciugandola dolcemente con una salvietta di morbida spugna, la massaggiarono delicatamente facendole provare delle fitte di piacere nei punti più sensibili. Per finire sempre davanti a loro, si rivestì dei soli jeans, del giubbotto e delle scarpe. Accettò il denaro che le mancava per prendere il treno direzione aeroporto e li lasciò con un bacio sulla fronte. Fortunatamente non incontrò nessuno per le scale e si avviò verso la stazione. In aeroporto dopo una notte a dormire nella sala d’attesa e mille complicazioni per anticipare il biglietto, salì sull’aereo tirando un sospiro di sollievo. Era ancora vestita “a pelo”.
Un’esperienza che le avrebbe lasciato il segno per tutta la vita. A parte gli atteggiamenti arroganti, aveva capito che poteva praticare il sesso come mai aveva fatto ed era piacevole. Tutti quegli occhi vogliosi puntati sulle sue nudità, le rimasero piacevolmente impresse nella mente. In futuro e progressivamente avrebbe affrontato il sesso in modo sempre più aperto.
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15 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 8 ore fa -
LA PRIMA VOLTA mm
Finalmente le nostre fantasie si sarebbero
realizzate, stavamo entrando in casa con un singolo.
Tanti
incontri, molte delusioni, sembrava che non saremmo mai riusciti a realizzare
questa fantasia, ma quel giorno finalmente avevamo incontrato una persona
piacevole. Simpatico, di bella presenza, modi garbati, Andrea ci era piaciuto
subito. In quel bar ci siamo dati un’occhiata di intesa… Si!, ho capito dallo sguardo di Mary che
andava bene e che si sentiva pronta. Aveva deciso!
Andando verso casa in macchina, Mary mi aveva
chiesto: “Non ti dispiace se prendo l’iniziativa? Mi sentirei meno imbarazzataâ€.
Io già eccitato dalla situazione ho sentito l’adrenalina scorrere frenetica, un
senso di calore, l’aria quasi mancava e con voce leggermente arrochita ho
risposto: â€assolutamente non mi spiace, anzi la cosa mi attizza molto!!â€.
Entriamo in casa, un po’ di imbarazzo, “ Vuoi bere
qualcosa?- Si grazieâ€, quattro chiacchiere del più e del meno, ma nessuno segue
realmente la conversazione che è solo di circostanza, il pensiero corre
inevitabilmente al dopo….come sarà ? Chi prenderà l’iniziativa?
Io vado in bagno, forse stimolato dall’eccitazione
di qui momenti, quando torno Mary e Andrea si stanno baciando e toccando con
trasporto, il cuore mi balza in gola una vampata di calore mi sale al viso,
provo allo stesso momento una contrazione allo stomaco di gelosia ed una grande
eccitazione. Resto in disparte, non voglio interrompere la magia di quel
momento, poi ci dirigiamo verso la camera da letto, ci spogliamo con frenesia e
finalmente siamo sul letto tutti nudi.
Lei gli prende il cazzo in mano, lo accarezza, gli
lecca dolcemente la cappella e lo ingoia ripetutamente fino alla radice per poi
tornare a baciarlo leccarlo ed ingoiarlo di nuovo golosamente. Io non resisto
più, con il cazzo duro come una pietra la prendo da dietro, come Mary mi sente entrare in lei con un mugolio
di piacere si spinge indietro per farsi penetrare più profondamente.
Continuiamo così, io che la prendo da dietro e lei che fa un superbo pompino ad
Andrea, sento con gioia i suoi mugolii di piacere, non so se dovuti a me o al
piacere di succhiare quel cazzo, ma non importa, è come se ci fossi solo io.
Ad un certo punto incrocio lo sguardo di Andrea, uno
sguardo di intesa, la consapevolezza di godere entrambi della prorompente
femminilità di Mary ci eccita ancora di più.
Io terribilmente arrapato rischio di venire subito,
mi ritiro con dispiacere dalla accogliente fica di Mary ed inizio a
leccargliela mentre lei con le sue fantastiche tette inizia a fare una
“spagnola†ad Andrea. Lui ad un certo punto eccitatissimo interrompe le
attenzioni di Mary e la cinge con le braccia penetrandola con un sospiro di
piacere liberatorio.
Mentre Andrea la scopa con foga, Mary ed io ci
guardiamo e ci teniamo per mano, lei mi rivolge uno sguardo di intesa, un
sorriso dolcissimo e nello tempo terribilmente arrapante mentre accarezza con
dolcezza Andrea che la sta facendo
godere. Io non provo più assolutamente gelosia, anzi sono felice di condividere
la sensualità di Mary con Andrea ed allo tempo di condividere con Mary quel
momento esaltante.
Lei
accarezza Andrea sul petto mentre mi stringe con l’altra mano il cazzo che mi
sembra scoppiare. Mary ha una espressione di profondo godimento dipinta sul
viso che mi riempie di un piacere immenso, è come se la scopassi io, anzi
meglio!!!
Mary mugola di piacere sempre più forte, il respiro
accelera, giunge il primo orgasmo, la sento godere, mi manca il fiato dal
piacere, lei gode ancora…, ancora un orgasmo, poi un altro, perdo la cognizione
del tempo, non so quanti orgasmi abbia avuto, poi sento venire Andrea con un
grido rauco, e con grande sorpresa provo piacere e godimento anche io per
l’orgasmo di Andrea.
Andrea si alza va in bagno, io eccitatissimo
accarezzo la fica di Mary, calda e grondante di piacere, la penetro con
dolcezza, ci abbracciamo ci baciamo, lei geme ed un orgasmo improvviso e
profondo le strappa un urlo di piacere. Vedo tornare Andrea che si sdraia
accanto a noi accarezzando Mary, ancora un orgasmo, e mentre sento le sue
contrazioni di piacere comprimermi il cazzo ed i suoi gemiti salire di tono non
resisto più e vengo!!
E’un’esplosione di piacere, una liberazione, una
eruzione di caldo sperma che nell’impetuoso fluire sfoga la tensione e l’eccitazione
accumulata, che mi svuota dentro di lei lasciando il posto ad una grande
tenerezza, al sentimento, all’amore.
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15 anni fa
MAXMARY50, 48/55
Ultima visita: 4 anni fa -
Sensazioni
La luce soffusa..nell'aria sento..eccitazione...davanti a noi le scene hard..di un film..ci sediamo in compagnia di una coppia..guardo il mio lui..è fantastico..sento ke insieme possiamo tutto...ci scambiamo baci appassionati..carichi di desiderio..con naturalezza mi inginocchio..lui si sbottona i pantaloni...lo voglio..prendo il suo cazzo eccitato in bocca..inizio a giocarci..la mia lingua va su e giu..sento una mano ke mi sfiora..nn è lui..ma nn la fermo..allungo la mia..al tatto un corpo caldo..femminile...continua..il gioco...il mio sguardo si alza..tanti occhi sconosciuti ed eccitati ci guardano...mi sento inebriata...siamo i protagonisti...la voglia di esibirmi mi assale..voglio tutto..e questo nn è ke l'inizio...la serata prosegue..tra balli sensuali sguardi..carezze...cerchiamo una stanza..siamo con due coppie..
è piccola quasi buia..qui ha inizio qualcosa ke mai avrei creduto di fare..
nella mia bocca le palle del mio lui..le succhio con delicatezza...le lecco..fino a sentire il cazzo diventare di pietra...lo sento ke mi arriva in gola..fino a soffocarmi..mi gira e inizia a scoparmi...si avvicina una lei..mi bacia..le sue labbra sono calde e morbide..ho voglia di assaporare il suo seno sodo...mi giro supina...la bocca calda ke ho baciato stà ora esplorando la mia fica..il mio lui sprofonda tra le cosce di un'altra..lo guardo eccitata..mi prendono per i fianchi..lo sconosciuto mi mette in ginocchio..con la fica sulla sua faccia..sento le sue mani...la lingua..nn capisco più niente...l'odore di sperma è ora nell'aria..con lo sguardo..cerco il mio lui...è sdraiato..ke gode della bocca di lei..mi avvicino..lo voglio..voglio sentirlo godere con me...il suo cazzo dalla bocca di lei passa alla mia..lo mordo..lo succhio..con avidità..i movimenti sempre più veloci...eccolo..la bocca viene invasa dal suo sperma..ne gusto il sapore..ne bevo fino all'ultima goccia...
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15 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 8 ore fa -
Ti aspetto ancora...
…vide Lei per la prima volta sul portale di Morena sex e fu subito un colpo di fulmine…un ribollire il sangue in tutto il corpo concentrandosi nelle parti più goduriose provocando un imminente rigonfiamento del pantalone.
Passava tutte le sere a vedere le sue splendide foto e inevitabilmente iniziava a toccarsi pensando di averla nella stanza di casa sua… ..ammirava il suo corpo statuario di dea dell’amore.... le sue tette e la sua fica e fantasticava il suo primo incontro.
Dopo averla messa a suo agio avrebbe iniziato a baciarla lungo il collo spostando i suoi splendidi capelli e raggiungendo i suoi seni e i suoi capezzoli turgidi iniziando a leccarli e tenendogliele in entrambi le mani…lui ha le mani grandi e non solo…
Con la sua lingua scivolerebbe fino all’ombellico e sbottonandogli la gonna sente il profumo della sua fica…adora leccarla e glielo fa capire immediatamente spostandogli il perizoma e affondando la sua lingua nel profumo di lei…inizia e leccarla tutta passando dal clitoride al buchetto del culo..con un colpo repentino di lingua gli lecca l’inguine e gli sfila le mutandine bagnate di lei e le lecca guardandola fissa negli occhi mentre si stringe i seni..
L’assapora per circa mezz’ora dicendogli delle porcate che a lì a breve gli avrebbe fatto…
Tira fuori il suo cazzo ormai gonfio e scalpitante e lei subito lo afferra prendendolo con mano decisa di chi saprà farlo godere.
...lo prende subito in bocca e guarda il suo viso estasiato di piacere…lui in preda ai tepori del piacere l’afferra sbattendola sul letto di casa pieno di specchi e inizia a scoparla leccandogli i seni…ogni tanto esce dalla sua fica per leccargliela e poi rientra…la gira e la cavalca da dietro guardandola nello specchio ammirando il suo splendido culo.
Impazzito di lei la prende in braccio e la possiede in piedi…poi l’appoggia a carponi sulla lastra di marmo del bagno di fronte allo specchio gli lecca la fica sotto i caldi riflettori delle luci che la illuminano in tutto il suo splendore e passandogli più volte la lingua tra le chiappe del suo fantastico culo..lui adora leccare la fica e impazzirebbe dalla gioia vederla godere mentre gliela lecca…la riporta sul letto e si siede prendendola di schiena possedendola davanti all’immenso specchio…leccandogli il collo e baciandola…lei decisa a farlo godere glielo prende in bocca iniziando una sinuosa sega attendendo lo schizzo fissandolo ogni tanto negli occhi finchè sente che inizia a godere come un porco e… gli sborra in bocca..lei si fa colare lo sperma addosso sulle tette fino alla fica e lui inizia di nuovo a leccargli la sua passera…e pensa di riscoparla di nuovo e stavolta venirgli sulla fica mentre lei si masturba fino a venire come una maiala e pronto a schizzargli sulle mani appena la sente godere…fantastica!!
La vorrebbe sempre e nell’attesa di rincontrarla per altri momenti di piaceri si spara seghe tutte le sere davanti le sue foto sborrando in terra…
…..con la speranza che tutto ciò riaccada Tirone gli invia una gran leccata….
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15 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 8 ore fa -
Un natale indimenticabile
Salve, mi sono deciso a raccontare una mia storia successa qualche tempo fa’, per rispetto e motivi di privacy non farò nomi.
Vigilia di natale, giornata fredda e piovosa, come ogni anno una giornata frenetica ad organizzare il cenone, come da tradizione tutti riuniti dalla suocera per aiutare alla buona riuscita della serata. Eravamo li giàdal primo pomeriggio e si faceva il check di quello che ancora mancava. Ultima ad arrivare fu lei, mia cognata la sorella di mia moglie, giubotto di pelle nera e sotto uno di quei vestitini tipo maglione che arrivava un po piu giu di metà coscia, delle calze nere che esaltavano ancora di piu le sue bellissime gambe e delle scarpe rosse giuste per l’occasione, la parte più interessante arrivò quando tolse il chiodo e mise in mostra la sua avvenente scollatura, che metteva in risalto i suoi splendidi seni (5), il vestito attillato faceva risaltare ancora di più il suo magnifico lato B. Dopo qualche secondo di un mio smarrimento ad ammirare tutto questo feci finta di niente e continuai a fare quello che stavo facendo. Nel frattempo le donne si stavano organizzando per le ultime spese, a tutti, uomini e donne venne assegnato un compito ben preciso, a me toccò quello di andare a prendere il vino ed insieme a me toccò anche a mia cognata. Non ci credevo, potevo ammirare e scrutare bene ogni centimetro di quel corpo senza che nessuno mi potesse vedere. Ok tutto a posto, dovevamo andare a prendere il vino a casa sua, e ci avremmo messo parecchio perché bisognava travasarlo dalla damigiana. Lei si misi il giubotto e mi disse – Andiamo?, presi le chiave della macchina e scendemmo, nel sedersi in macchina, fece un movimento che fece salire di qualche centimetro la gonna, mettendo in mostra la sua giunonica coscia, ed i sedili in alcantara fecero il resto, praticamente fecero alzare ancora di più il vestito fino a fare intravedere la balza dell’autoreggenti. Salii in macchina facendo finta di niente mentre lei cercava di mettersi a posto. Arrivammo a casa sua, salimmo e lei mi disse – Le bottiglie sono in terrazzo, li prendi tu? Io devo andare un attimo in bagno, ed io – Ok ci penso io.
Andai sul terrazzo, pioveva a dirotto e per non bagnarmi camminavo rasente al muro, vidi le bottiglie, erano in una cassetta di legno proprio sotto la finestra del bagno, mi avvicinai, la finestra era socchiusa guardai e la vidi, si era alzata il vestito per mettere a posto le calze, si tiro il vestito fin sopra la pancia e mentre si aggiustava le calze si guardava nello specchio, si girò di lato e avevo di fronte a me quel meraviglioso culo ricoperto solo dal filo di un paio di meravigliosi tanga nero, si rigirò per controllarsi anche davanti e li un minuscolo triangolino di seta trasparente metteva in risalto il suo magnifico monte di venere. Mi ero già eccitato e si poteva vedere benissimo dal rigonfiamento dei miei pantaloni, lei si girò di nuovo per sistemarsi il vestito ed usci dal bagno. Non sapevo come rientrare con quel rigonfiamento in mezzo alle gambe, - Hai trovato le bottiglie?, mi disse lei , - Si arrivo le ho trovate. Mi misi la cassetta davanti ed entrai in casa, quasi stavo per svenire alla vista di quello spettacolo che vidi appena entrai dal balcone, lei era su una scala che si sporgeva a prendere qualcosa su uno stipite ma non ci riusciva, perciò cercava di raggiungerla mettendosi sulle punte, il vestito si era rialzato e lasciava intravedere nel loro splendore le magnifiche cosce e le sode natica, non c’è la facevo più, di fronte a quello spettacolo mi era venuta la voglia di saltarle addosso e darci dentro come un mandrillo. – Non stare li impalato, vieni a darmi una mano dai – mi disse con tono quasi minaccioso, non me le feci ripetere due volte, posai le bottiglie e subito salii sulla scala, ero un gradino sotto di lei e la mia eccitazione ormai era alle stelle, ero imbarazzato e nello stesso tempo eccitato dal fatto che lei si potesse accorgere del mio stato. Il suo odore e lo struscio mi fece quasi svenire, riuscii a prendere l’imbuto, le nel girarsi verso di me fece un movimento strano che le fece perdere l’equilibrio, io l’abbracciai dalla pancia e nel fare questo persi completamente l’equilibrio finendo a cadere con il culo sul tavolo che era sotto di noi. Un dolore misto ad eccitazione mi percorse per tutto il corpo, ero li con lei in braccio ed il cazzo che voleva uscire dai pantaloni, in più il culo mi faceva un male da boia. La liberai e mi girai di lato per non fare vedere il mio eccitamento, mentre mi lamentavo della botta, subito lei si preoccupo se mi ero fatto male, - Fammi vedere, disse, sbottona ed abbassa i pantaloni che gli do una occhiata. Feci come mi disse, sentivo le sue mani sul mio culo, - E qui che ti fa male vero?, premendo su una parte che evidentemente era rossa, -Si e proprio li, - Dobbiamo mettere subito un po di crema, prima che ti diventi nero, vieni di là stenditi sul letto che prendo la crema. Incurvato per non fare vedere la mia eccitazione andai in camera da letto e mi distesi di lato sul letto. Lei arrivo con la crema e mi disse – Devi toglierli, almeno i pantaloni, se no non riesco a spalmare la crema. Non sapevo cosa fare, comunque in qualche modo riuscii a togliermi i pantaloni. Mi girai verso di lei per vedere cosa faceva, con un occhio guardavo cosa faceva e con l’altro ammiravo il suo splendido decolté, la mia eccitazione saliva sempre di più e non riuscivo più a nasconderla, mi accorsi che ogni tanto girava gli occhi verso l’armadio di fronte al letto, solo dopo mi resi conto che era a specchio, e cosi poteva vedere il mio grado di eccitazione. – Ho finito – disse – hai sbattuto da qualche altra parte?, continuò, - Non credo dissi io – e lei – Eppure vedo che qualcos’altro si e gonfiato. Si mise in piede di fronte me con le spalle all’armadio mi guardò e rise. – Scusa, dissi io, ma tu sei molto bella e sexy e questo e l’effetto che mi hai provocato. – Be, disse lei, vediamo cosa possiamo fare per riparare a tutto questo.
Si mise in ginocchio e cominciò ad accarezzarmi tra le cosce, e piano piano saliva, poi abbassò la testa e cominciò a fare la stessa cosa con la lingua, cominciavo a non capire più niente, si mise alla pecorina affianco a me e comincio con un super pompino. Avevo vicino alla mia faccia quel magnifico culo, comincia a toccarlo e sentivo fremerla ad ogni carezza, la feci mettere a cavalcioni su di me gli spostai il filo del peri e cominciai a leccarle la figa già bagnata più che mai, venne una prima volta quasi subito, me ne accorsi di come mi stringeva e succhiava il cazzo. Leccavo il suo clitoride con foga e ogni tanto salivo verso il buco, ogni volta che lo sfioravo con la lingua o con il dito, un fremito la percorreva per tutto il corpo. Mi alzai e gli tolsi il vestito, alla vista delle tette mi fiondai su uno dei capezzoli, già duri, e comincia a baciarlo e succhiarlo, scopammo come non mai, e quando stavo per venire, le se ne accorse, lo tolse dalla fica super bagnata, lo mise in bocca e mi diede due colpi e poi mi disse – Mi devi venire sul seno, lo adoro. Lo tolsi dalla bocca e cominciò una spagnola da far resuscitare anche un morto. Venni come un torrente in piena, la riempii di sperma da tutte le parti, e stato bellissimo.
Ho avuto altre avventure con lei dopo, ma queste sono altre storie, comunque quello fu una vigilia di natale indimenticabile, e indimenticabile fu il regalo che ricevetti.
Ciao alla prossima.
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15 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 8 ore fa -
Sono un uomo, un semplice uomo...
Era da tempo che quella ragazzina di diciotto anni m’intrigava, ma la mia onestà mentale e i miei tabù sulla diversità d’età, mi avevano sempre bloccato.
La figlia della mia amica, mi aveva lanciato messaggi inequivocabili, che io avevo cercato di ignorare, più per paura che per rispetto all’amica.
Si, avevo paura di essere scambiato per il solito matusa che cerca o vede segnali erotici in qualsiasi frangente.
Avevamo finito di mangiare a casa loro, decidemmo di fare un gioco di società, Pamela si mise a fianco, niente di strano, eravamo in sei e il tavolo ci teneva uniti; ricordo ancora il gioco, era Twenty questions, stavo leggendo una domanda, quando percepii una mano accarezzare la mia coscia, feci fatica a restare impassibile.
Pamela, era una ragazza troppo avanti per la sua età, sognava viaggi, divertimenti e una vita sfrenata; vedeva in me la persona che poteva renderle la strada facile.
Tante volte rimaneva affascinata ascoltando le mie storie di vita e io,orgogliosamente le decantavo per darmi importanza:
Capelli neri, lunghi, liberi alle spalle, magra e slanciata, occhi grigi, un piccolo seno da adolescente in erba, sempre gentile, studiosa impenitente, niente che lasciasse prevedere quella mano sulla mia coscia.
Avrei voluto scappare mille chilometri distante, per l’imbarazzo.
La verità, era che mi ero eccitato subito, il solo pensiero, che una ragazza giovane, potesse desiderarmi, mi faceva sentire un ragazzino, così. Invece di togliere gentilmente la sua mano e farle un bel sorriso di contrarietà, accettai inerte che lei mi palpasse e, appena libero da sguardi, andai a cercare le sue dita, per accarezzarle e farle sapere che mi piaceva.
Il terrore di essere scoperto, contrastava con tutti gli altri sentimenti, sentivo la sua mano avvicinarsi pericolosamente sul mio gonfiore, pochi centimetri dividevano il mio piacere dalla sua follia, un mio immaginario tentativo di fermarla, crollò alla voce di suo padre;
- Ehi, Maurizio, sta a te fare le domande, torna tra noi.
Fui obbligato a salire con la mano che cercava di fermare l’avanzata di Pamela, lasciandole campo libero.
Cercai di rimanere composto quando arrivò a poggiare il palmo sul mio membro, speravo si fermasse, invece, sadicamente, spinse e facendo pressione, cominciò a sfregare sopra la tela dei jeans.
Era una situazione tragicamente erotica, mia moglie sulla sinistra, i suoi genitori davanti e lei che mi masturbava: sperai che qualcuno indovinasse in fretta la risposta del gioco, per potere tornare sotto il tavolo a fermare Pamela, fortunatamente avvenne, scesi per bloccarla, anche se in realtà avrei voluto possederla su quel tavolo da gioco.
Pamela tolse la mano un attimo prima che io potessi bloccarla, anticipando la mia reazione emotiva, prese una carta da gioco con le domande e innocentemente disse;
- Adesso sta a me fare le domande.
Dire il mio stato d’animo, era raccontare un’Odissea erotica scritta sul momento, cercai di calmare il cuore e concentrarmi sul gioco, sorridevo a destra e a sinistra come un beota, completamente perso nei sentimenti sessuali, guardavo tutti meno che lei, sembravo io il ragazzino, era chiaro che quella situazione mi era sfuggita di mano.
Passarono cinque minuti, quando fu di nuovo il mio turno di leggere una domanda, Pamela tornò all’attacco, questa volta andò direttamente sul mio sesso, io ero angosciato e eccitato nello stesso tempo, feci le mie domande, quando cominciai a sentire la cerniera scivolare giù, deglutii vistosamente, le parole non uscivano più, fortuna volle che il padre avesse indovinato la risposta; a quel punto, ancora una volta Pamela scappò via con,la mano.
Il gioco passò di nuovo a lei, io ormai ero fuso, sapevo che dopo cinque minuti, avrebbe osato ancora di più, furono attimi terribili, il mio ego di uomo, aspettava il momento, come il paradiso terrestre realizzato, la mia intelligenza m’imponeva di trovare un rimedio.
Decisi d’interrompere il gioco qualche attimo prima del mio giro di domande, con la scusa che non mi sentivo bene.
In fretta salutammo gli amici preoccupati per il mio improvviso malore.
Tornai a casa e mi buttai su internet per scrivere un racconto erotico, che placasse i miei bisogni mentali, mentre scrivevo, apparve l’avviso di entrata di Pamela tramite windows, ogni tanto ci eravamo scambiati messaggi scherzosi; aprì subito e mi lanciò un messaggio;
- Adesso sai che il tuo desiderio, è anche il mio.
Rimasi allibito a quelle parole, felicemente allibito.
Risposi avvalendomi del fatto che Pamela non potesse vedere il mio stato d’animo;
- Hai frainteso tutto, sei solo una ragazzina che cerca emozioni forti, fai in modo che non succeda più!
Cliccai su invia e con la morte nel cuore, scaricai i miei desideri su un foglio bianco.
Lo scrittore Salgari, diceva che i racconti scritti, sono viaggi senza obbligo di valige, forse aveva ragione lui; io so solo che quella valigia avrei voluto riempirla…
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5
15 anni fa
fantasypervoi,
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Ultima visita: 12 anni fa
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La chat erotica secondo lei...
Questo racconto è un “mix” tra realtà e fantasia, possiamo dire un 80% realtà e un 20% fantasia…o meglio, la restante parte di provocazione; dividerò il racconto in diversi capitoli per non farlo troppo lungo e pesante, inoltre, chi pensa o spera di trovare fin da subito situazioni “esaltanti”, volgari o crede di passare subito all’azione rimarrà deluso… Perciò, non cercate di saltare i punti che vi sembrano noiosi… fa tutto parte della storia…
Inoltre, ringrazio in anticipo la mia musa ispiratrice, Sofia, conosciuta diciamo per caso e con cui, ci si è trovati in una situazione di assoluta complicità, perciò grazie e spero proprio che il racconto sia di tuo gradimento mia Cara…
Bene, detto questo possiamo iniziare non credete miei fedeli lettori? Andiamo dunque conosciamo la nostra protagonista…
..."Non siamo ancora così messi male amore, tranquilla, sistemerò tutto nei prossimi giorni...stai tranquilla..."
Queste semplici parole mi rimbalzavano nella testa a notte fonda mentre cercavo di prendere sonno a fianco a mio marito...
Mi chiamo Sofia vivo a Roma, ho 35 anni e sono sposata con un uomo che amo moltissimo e che mi ha detto dei bellissimi figli, ma questo non basta per arrivare alla fine mese e comprare il necessario per la nostra famiglia; come si dice: “non si mangia l’amore...”.
Sapevo che avevamo dei problemi finanziari ma non pensavo fossero così gravi fino a stasera, non avevo mai visto mio marito così preoccupato e non mi ero mai occupata di amministrare le nostre finanze non sapendo nemmeno da dove dover’iniziare e così, ho scoperto solo da poco che degli investimenti poco oculati negli ultimi tempi, ci avevano portato sull’orlo della bancarotta.
Avrei dovuto cercare di fare qualcosa per aiutare mio marito e la mia famiglia, ma cosa avrei potuto fare? Cosa?
Potevo cercare un lavoro, nonostante l’età sapevo fare qualcosa e forse, con un po’ di fortuna avrei potuto essere d’aiuto a noi tutti, con questo pensiero m’addormentai più tranquilla in attesa del domani…
Una settimana dopo, ore 9:00
Anche oggi sono qui davanti al computer a cercare un lavoro, come ho fatto nell’ultima settimana senza avere dei risultati! Ho spedito tanti di quei curricula da riempire un libro e nessuno che mi abbia deniato di una risposta! Continuerò a cercare non mi arrendo tanto facilmente…
Lo stesso giorno, ore 12:00
Niente!Niente di niente! Però ho visto una cosa che potrebbe… ma cosa sto dicendo Sofy! Non è nemmeno da pensare! Sei pazza??? E come lo spieghi a tuo marito? Che giustificazione dai a te stessa??? No, no, è da escludere… punto!
Diversi giorni dopo, ore 14:00
Ho deciso, è l’ultima strada che mi rimane, ho letto che si guadagna bene facendo la…camgirl…bè si insomma manderò una mail per capire meglio cosa dovrei fare e quanto verrei pagata, ho pensato già a tutto, lo farò la notte, quando tutti dormono, il computer ce l’ho, mi procurerò una webcam e nessuno mi riconoscerà non vedendomi il viso e voilà, il gioco è fatto! Appena finito…quello che dovrò fare, la staccherò e la nasconderò; nessuno saprà nulla e finalmente potrò dare una mano anch’io, farò finta di aver trovato un secondo lavoro part-time, mio marito non si accorgerà di nulla… ho mandato la e-mail vediamo un po’ cosa mi risponderanno!
Stesso giorno, ore 17:00
Mi hanno risposto!
Mi hanno chiesto di vedermi per “certificare” (così dicono loro) che sia una vera donna e poi dovrò sottoscrivere un paio di cosette burocratiche ma stanotte… potrei già essere in linea, devo essere sincera sono molto emozionata; non so cosa aspettarmi, mi hanno spiegato in linea generale cosa “dovrei fare” e cosa invece no, ma mi sento…bè non so nemmeno io come mi sento, stanotte vedremo!
Stesso giorno, ore 23:00
Sono sola ora, è tutto pronto, ho conosciuto alcune delle altre ragazze che mi hanno dato una “spinta” per mettermi in gioco, mi hanno spiegato un po’ cosa succede e cosa dovrei fare… ora il tutto sta se ci riuscirò a farlo… eccoci, sono in linea, che lo spettacolo abbia inizio…
Stesso giorno, Ore 00:00
…Non riesco a combinare nulla! Qualcuno entra, non saluta nemmeno e dopo poco se ne va…non capisco… eppure non sono così brutta, ho indossato il mio babydoll preferito, è nero, semi trasparente ricamato sul seno, sotto ho un completino nero di seta, anch’esso nero, reggiseno e perizoma… insomma, farei resuscitare un morto!
Invece nulla, alcuni entrano e mi chiedono di fargli vedere come sono, di spogliarmi almeno un po’ per mostrargli “la merce”, altri ancora mi fanno apprezzamenti volgari e pesanti, mi trattano come una… puttana… e anch’io mi sento così… non mi piace quello che sto facendo… non sono una prostituta che vende il suo corpo per soldi… sono… sono... una donna sensuale, affascinante, lussuriosa che gioca ad un gioco molto particolare, ti voglio stuzzicare, ti voglio dare quel piacere che ti manca, quel piacere che nessuno riesce a darti, per colpa della tua timidezza o per colpa della mogliettina che non te la vuole dare… ti farò godere guardandomi mentre con un dito mi accarezzo la mia pelle liscia e profumata che tu non potrai mai toccare ma solo desiderare, con una parola detta al momento giusto potrei farti cadere ai miei piedi…
Si! Farò così, sarò Sofy per voi, la sensuale Sofy e il mio scopo quando sarò qui sarà di darti il maggior piacere possibile facendoti desiderare di essere qui… con me…
Stesso giorno, ore 01:30
Mmmm, mi inizia a piacere questo “gioco”, mi piace sentirmi al centro dell’attenzione di voi uomini, mi piacciono i complimenti che mi rivolgete, volete vedere le mie gambe? Magari come le accarezzo per voi? Oppure guardate ora, devo girarmi per vedere che ore sono… ops… avete visto il perizoma che mi divide le natiche? Avete visto come spicca sulla mia pelle bianca?
Cosa? Volete rivederlo? Non vi piacerebbe vedere come mi accarezzo la pancia e poi scendo lentamente sempre più giù… mi piace farvi impazzire di desiderio e in più, mi sto anche eccitando anch’io ma non ve lo dico altrimenti chissà cosa pretendete, non sono mica fatta di legno sapete? Anch’io ho le mie voglie, i miei punti di piacere, le mie fantasie…
Ora un ragazzo mi ha “puntata”, lo capisco perché è da un po’ connesso e non se ne va via come gli altri dopo un po’ di tempo, è simpatico e so che da un momento all’altro mi chiederà di andare in privato… il mio primo privato lo sento! Mi piace il suo modo di parlare, le sue fantasie e quello che mi vorrebbe fare, mi chiede di accarezzarmi i seni da sopra il tessuto, di soffermarmi sui capezzoli e dirgli se sono duri… si sono duri gli rispondo e credo non sia l’unica cosa dura che cè qui… o mi sbaglio?
Il simbolo del sorriso mi basta per capire che ho centrato in pieno il mio obbiettivo, mi chiede se posso togliermi il perizoma mentre sono nella chat pubblica e continuare a chattare normalmente, lo eccita il pensiero che sia senza mutandine... e magari anche eccitata… gli rispondo che non ci sono problemi anzi… stavo aspettando che qualcuno lo chiedesse gli rispondo, anche perché non lo vorrei bagnare troppo…
È troppo per lui, lo percepisco subito, non ho nemmeno finito la frase che subito mi richiede il privato, finalmente il mio battesimo del fuoco!
Mi chiede di spogliarmi lentamente per lui, anche lui ha la webcam e gli dico che lo vorrei vedere, gli dico espressamente:
”fammi vedere che effetto ti faccio…”
Non se lo fa ripetere due volte, inizio a spogliarmi lentamente per lui come mi aveva richiesto, ma ora sono io che conduco il gioco, voglio darti piacere e farti godere, guardami…
Vedo la sua mano che si accarezza il pene lentamente, è già durissimo, ha un bell’arnese e questo aumenta il piacere che sto provando anch’io… mi chiede di girarmi e abbassarmi, vuole vedermi da dietro… porcellino, ti piacerebbe prendermi così vero? Mi passo le dita sulle grandi labbra della vagina aprendola ai suoi occhi, sono bagnata e vogliosa…
“Ti piaccio?” gli chiedo a bruciapelo…
“Si… si… mi piaci, alzati e toccati con le dita bagnate i capezzoli… ti prego… ”
Faccio come lui mi ha chiesto, mi bagno le dita con i miei umori e mi giro lentamente, ho i capezzoli duri come due pietre, avvicino alla webcam i miei seni e le mie dita bagnate e inizio a toccarmeli, molto piano, molto sensualmente…
“Lo vedi come sono eccitata? Sono durissimi…e guarda le mie dita…bagnate…”
Vedo la sua mano che rallenta all’improvviso il movimento in atto fino ad un momento prima, poi vedo che chiude la connessione della webcam… dopo qualche secondo mi scrive:
“era da molto che non godevo così… grazie…ho chiuso perché ho sporcato tutto…”
Sono eccitata al pensiero di quello che ho appena fatto e i miei freni inibitori sono ormai partiti…
“Peccato che hai chiuso, non mi sarebbe dispiaciuto vedere tutto…”
E così ci salutiamo, sono ancora eccitata ma ora va meglio, mi riprendo, non ho goduto appieno se mi passate il termine, ma ho scoperto che mi piace far godere un'altra persona, che mi eccita vedere quello che riesco a fare semplicemente stando al di la del monitor…
Chissà cosa riuscirò a fare la prossima volta…
Ancora un ringraziamento a Sofy per avermi fatto condividere una parte della sua vita, una parte ovviamente molto particolare…
Come sempre per critiche e suggerimenti contattatemi all’indirizzo: [email protected] Per chi lo dovesse leggere spero piaccia come è piaciuto a me scriverlo. Graditi ovviamente i commenti femminili.
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15 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 8 ore fa -
Sogni di cambiare...
Da un poco di tempo le cose
con mio marito non andavano bene, sessualmente parlando. Il suo lavoro e il mio
ci prendevano ormai tutta la giornata, provocandoci livelli di stress
insostenibili, a scapito della nostra voglia di scopare. Eppure la voglia non
ci era mai mancata… Stavo facendo queste
riflessioni un pomeriggio d'estate, sul terrazzo di casa mia. Grazie al fatto
di essere all'ultimo piano di un palazzo molto alto posso girare svestita, e
infatti quel giorno prendevo il sole sulla mia sdraio, vestita solo dei miei
inseparabili sandali infradito, che d'estate porto sempre, pure quando scopo.
Possibile, pensavo, che non riesca più a provocare nel mio uomo quella
irresistibile voglia di sbattermi sul letto e scoparmi fino a farmi urlare?
Possibile che non avesse più voglia di provare le delizie dei miei due caldi
buchi, sempre pronti ad accogliere il suo cazzone turgido, che quando si faceva
strada nel mio culo sembrava un palo nelle mie viscere ribollenti di piacere?
Mentre facevo questi pensieri, complice il caldo che mi aveva mandato gli
ormoni in ebollizione, iniziai a carezzarmi il clitoride dapprima con una, poi
con due dita, finchè non iniziai a bagnarmi. Ma non mi bastava ancora, e
l'occhio mi corse alla borsa vicino alla sdraio: si intravedeva il vibratore
che mi portavo sempre dietro. Allungai la mano nella borsa e, preso il
vibratore, mi sistemai sulla sdraio, tirando su le gambe e mettendo i piedi sui
braccioli; in tal modo ero con le cosce spalancate e con la mano sinistra
infilai il vibratore nella fica mentre con la destra mi sgrillettavo il
clitoride. Mi sentivo oscena in quella posizione, ma nonostante ciò mi
eccitasse al massimo, e nonostante mi stessi fottendo furiosamente con
l'arnese, non riuscii a raggiungere l'orgasmo. Era l'ennesimo tentativo
frustrato di godere, e non ne potevo più. Forse lo stress era un alibi che ci
eravamo creati, pensai allora, e la mia resistenza a venire mi aveva fatto
desiderare meno il cazzo del mio uomo, o forse, chissà , non gli interessavo più
come prima… Basta, pensai, qui bisogna fare qualcosa. Ho troppo bisogno di
essere scopata a dovere, di sentirmi l'oggetto di piacere del mio uomo, e lui
ha troppo bisogno di avermi lì, pronta a soddisfare tutte le sue voglie… Presi
il telefono e chiamai lo studio della mia ginecologa, sperando di trovarla
libera da visite. Era da qualche mese che non andavo al suo studio, così spesi
un po' di tempo a spiegarle la situazione. Per fortuna è anche un'amica e sa
ascoltare, per cui, dopo una mezz'ora circa di chiacchierata, nel corso della
quale le espressi tutti i miei dubbi e le mie perplessità , mi disse:
"Forse una persona che ti può aiutare c'è, anche se non la conosco
direttamente." "Ma va'?" "Certo: è una mia collega che ha appreso
alcune tecniche, per così dire, alternative, di supporto e stimolo all'attivitÃ
sessuale, ma non ti so dire nel dettaglio di cosa si tratti. Comunque varrebbe
la pena di farle visita, non fosse altro che per provare a vedere se può essere
utile. Ho avuto il suo biglietto da visita nel corso di un congresso".
Così mi feci dare il numero di telefono della sua collega, promettendo alla mia
amica che le avrei sicuramente fatto sapere com'era andata, e mi apprestai
speranzosa a telefonare per avere un appuntamento. Chissà quante donne avranno
bisogno di lei, pensai, mentalmente rassegnandomi ad una lunga lista d'attesa.
Invece la segretaria mi diede appuntamento per il lunedì pomeriggio successivo.
Considerato che eravamo ormai a venerdì, non avrei potuto desiderare di meglio.
Lunedì pomeriggio mi preparai per recarmi allo studio della ginecologa
consigliatami dalla mia amica. Dopo la doccia, mi infilai un paio di mutandine
senza elastico, di quelle che si allacciano e sciolgono ai fianchi (le
preferisco per praticità specie per queste visite, e poi si è così goffi quando
ci si sfila gli slip); mi misi un vestito bianco di lino, che si sfila subito
per la visita, e un paio di infradito dorati, nuovi di zecca. Un'ora dopo
suonavo al citofono dello studio; la segretaria mi aprì il portone; quando
entrai nell'anticamera dello studio, la premurosa segretaria, una bella ragazza
bruna di origine asiatica, mi fece accomodare in una sala bianca, con divani
bianchi, aria condizionata, qualche pianta e musica di sottofondo. La ragazza
si dispiacque che io dovessi aspettare un poco, ma del resto ero in anticipo…
Mi stupì il fatto che in sala d'attesa ci fossi solo io. La dottoressa, mi
disse la segretaria, aveva aperto da pochi mesi, e tra l'altro eravamo in
estate, con molta gente in vacanza; senza contare, aggiunse maliziosamente, che
molte donne hanno qualche difficoltà ad ammettere di aver bisogno di aiuti, per
così dire, specialistici. Lì per lì mi diede l'impressione di essere stata
beneficiata anch'ella dell'aiuto della sua principale, ma non indagai.
Aspettavo solo il mio turno. Il mio turno non tardò ad arrivare: meno di
mezz'ora dopo fui chiamata. La dottoressa si presentò: potevo chiamarla Elisa,
per nome, e mi disse di darci del tu. Si capiva che aveva intenzione di non
mettere a disagio le sue pazienti. La prima mezz'ora la passammo a parlare di
me: nel corso della chiacchierata Elisa compilò la cartella personale, con
tutta la mia anamnesi, eventuali ricoveri, interventi chirurgici (figurarsi: il
massimo di frequentazione con l'ospedale fu una medicazione al pronto soccorso
cittadino per una caduta da bicicletta a dodici anni!) e altre notizie di rito.
Poi passò a chiedermi della qualità e della varietà dei rapporti sessuali con
il mio compagno, e lì le parlai di tutto, compreso della circostanza di qualche
giorno prima che mi aveva portato a telefonare alla sua collega, che a sua
volta mi aveva indirizzato a lei. "Evidentemente non si tratta solo di un
calo del desiderio. Rischia di innescarsi una spirale perversa che potrebbe
portare, da una parte, te a richieste sempre più estreme per raggiungere
l'orgasmo, e dall'altra il tuo compagno sempre più lontano perché non riesce a
soddisfarti, o perché ti vede indesiderabile". "E quale soluzione
proponi?" "Fare tu il primo passo e renderti di nuovo desiderabile.
Certo, per far ciò devi mettere qualcosa di nuovo nel rapporto, e io sono qui
per insegnartelo. Devi far uscire fuori la parte più nascosta e inconfessabile
di te, e io mi limiterò ad aiutarti a farla uscire. Non posso darti io quello
che non hai" "Sì, ma come faccio?" "Ora vedrai. Preparati
per la visita" La prima sorpresa la ebbi quando vidi il lettino: non era
in posizione angusta e defilata dietro al paravento, ma al centro dell'altra
stanza che costituiva lo studio; non era il solito freddo lettino, ma aveva un
morbido schienale imbottito ed era coperto di tessuto di cotone bianco
intercambiabile. Anche i divaricatori per le gambe erano imbottiti, per non
lasciare segni. La seconda sorpresa fu che la sala dove stava il lettino era
completamente a specchi, per cui, essendo il lettino girevole, in qualunque
posizione fosse, ci si poteva specchiare. Quando mi fui sfilata il vestito e
sciolta dai fianchi le mutandine, rimasi in piedi a guardare la stanza. Elisa mi
raggiunse e mi disse di stendermi sul lettino. Mi accingevo quindi a sdraiarmi
sul lettino, quando Elisa mi osservò. "Puoi togliere i sandali, se
vuoi", disse "No, preferisco tenerli" risposi. "Anche il
mio compagno mi preferisce così quando mi fa sua…". Elisa, incuriosita,
chiese: "Avete un rituale, per caso?" "Non proprio, però ho una
collezione di infradito che, a seconda di quali mi metto, costituiscono una
sorta di segnale in codice". "Questa è nuova. E quale sarebbe?"
"Beh, ad esempio, io quando torno a casa dal lavoro, se non aspetto visite
giro spesso per casa completamente nuda, anche d'inverno, perché mi piace, e
perché così sono immediatamente disponibile per il mio uomo quando torna dal
lavoro. Così, se per esempio, giro per casa con i sandali di cuoio da schiava,
a cui in genere accoppio una sorta di perizoma da alzare per scoprire quello
che ho sotto, il mio uomo sa che voglio essere posseduta in maniera autoritaria
e mi rende sua schiava; similmente, se giro con degli infradito rossi, voglio
essere sottoposta a pratiche di sesso insolito: così, ad esempio, quando lui
sta guardando la televisione, io mi metto carponi su un tavolino di fronte a
lui, offrendogli i miei due buchi: a sua scelta può decidere di stimolarmi il
clitoride, e qualche volta mi infila nell'ano un vibratore, oppure posso
rimanere tutta la serata così. L'unica cosa è che non devo mai voltarmi, ma
solo attendere il modo c "Sì, scusa
l'interruzione, ma ti sei spiegata perfettamente. Insomma, il tuo godimento sta
nell'essere il suo oggetto di piacere?" "E lui il mio, perché mi
gratifica di un magnifico fallo che, non faccio per vantarmi, ma mi dà ore di
godimento continuo…" "Ho capito. Ora fatti visitare" Mi sedetti
sul lettino e appoggiai le gambe sui divaricatori. Elisa li allontanò tra di
loro e io potei guardarmi allo specchio. Ero completamente spalancata, pronta a
farmi visitare. Curiosamente quella vulnerabilità non mi dispiaceva. Elisa, con
mosse abili, dopo essersi infilata i guanti, mi lubrificò la vulva e mi inserì lo
speculum per esaminarmi. La visita durò un quarto d'ora buono, e con due dita
mi esaminò pure il retto per verificare la presenza di lesioni.
Complessivamente stavo bene, e lei mi disse: "Per la seconda parte della
visita devo prepararti un po' per renderti appetibile". "Va
bene", dissi io, "ma come?" "Ora vedrai". E così
facendo chiamò la sua efficiente segretaria, la quale si presentò vestita con
un corpetto di plastica trasparente senza nulla sotto, e un paio di scarpe,
sempre trasparenti, con il tacco alto. Ora si spiega la sua allusione di prima,
pensai… La collaboratrice estrasse da sotto il bordo del lettino una specie di
catino che si posizionò sotto le mie parti intime. Poi, preso un pennello,
iniziò a insaponarmi i peli del pube. Elisa nel frattempo preparava un clistere
"Per pulirmi bene tutta", disse. Il clistere mi fu inserito nello
sfintere prima che l'assistente si desse da fare con il rasoio. Mentre la mia
fica veniva rasata sentivo il liquido riscaldarmi le mie viscere. Era una situazione
piacevole e rilassante: sentivo tutto il contenuto del mio intestino scendere
verso l'uscita liberatrice del mio buco del culo, che aspettava solo di essere
liberato dalla canna del clistere. E così fu. Quando fui completamente rasata,
l'assistente allungò da sotto il letto un rubinetto flessibile da cui uscì
acqua tiepida. Mi estrasse la cannula dall'ano e mi sciacquò la fica mentre
liberavo il mio intestino. Fui accuratamente sciacquata e asciugata. Elisa mi
disse: "Guardati, ora". Mi guardai allo specchio: ero completamente
aperta e al centro delle cosce, dove prima spiccava un bel boschetto di peli
castani, c'era il rosa della mia carne e il rosso della mia fica. Cominciavo a
sentirmi eccitata. "Bella", dissi. "Se fossi uomo mi scoperei fino
a vuotarmi i coglioni…" "Per quello c'è tempo. Adesso che sei pronta
possiamo iniziare". La segretaria mi venne al fianco e iniziò a
massaggiarmi le tette e i capezzoli con ritmo lento e circolare, mentre la sua
bocca si avvicinava alla mia. Quando fummo vicine, tirai fuori la lingua e
iniziammo un lungo slinguamento reciproco. Contemporaneamente, Elisa tirò fuori
un barattolo di vaselina e iniziò a lubrificarmi il buco del mio culo. Iniziavo
a provare una sensazione di passività molto eccitante, ed ero mentalmente predisposta
a sottopormi a tutte le fasi del trattamento, anche se ancora non avevo idea di
come si sarebbe svolto. Una volta lubrificato, Elisa prese un cilindro dal
cassetto delle apparecchiature. Era un cilindro arrotondato in punta per
facilitarne l'inserimento, e all'interno aveva una vite che ne permetteva, a
differenza dello speculum, l'allargamento in tutte le direzioni. Me lo fece
scivolare nello sfintere, mentre dalla fica iniziava a colare l'umore, e iniziò
a girare la vite per allargarlo. "Fermati", le dissi, "comincia
a farmi male". "Va bene", rispose. "Ora è lì, me lo
chiederai tu di allargarlo". Poi disse: "Adesso ci mettiamo in
libertà ", e nel far ciò si sfilò il camice sotto al quale era
completamente nuda. "Kim, per favore…" disse alla segretaria (così
seppi anche come si chiamava), e anche lei fu svestita. Eravamo tutte e tre
nude, e Elisa e Kim erano disposte ai miei lati. Mentre Elisa iniziava un
ditalino sulla mia fica, Kim riprese quindi lo slinguamento, che mi aveva
inturgidito i capezzoli e gonfiato il clitoride. Kim doveva aver intuito i miei
pensieri, perché scivolò verso la mia fica. Mentre Elisa continuava a
sgrillettarmi il clitoride, Kim iniziò a mettere due dita nella fica e a fare
dolcemente dentro e fuori. Poi le dita divennero tre, e quando Kim arrivò a
tutta la mano, Elisa reclinò lo schienale del lettino e si mise in ginocchio
con le gambe aperte sulla mia faccia, mi prese per le caviglie e mi sollevò le
gambe, sempre tenendole aperte, sì da permettere a Kim di fottermi comodamente
con la mano. Iniziava a montarmi lentamente l'orgasmo, lo capivo dalle
contrazioni che dal basso ventre si dipartivano in tutto il corpo. Avevo voglia
di provare qualcosa di più, perché sentivo sciogliere i miei freni inibitori.
Esser Sdraiata sul lettino,
completamente aperta, fottuta in fica con la mano che ormai era arrivata al
polso e sottoposta a quell'agonia anale, mentre la fica di Elisa sbrodolava
sulla mia faccia il suo umore, tanto era eccitata anch'ella nel guardare quella
scena di piacere puro, godevo nell'essere completamente dominata e usata per i
giochi di quelle due porche. Scommetto che lo studio era una scusa per
sottomettere ignare pazienti nei loro giochi. Bene, per quanto mi riguarda, lo
spadroneggiamento su di me poteva continuare, perché più venivo sottomessa e
più godevo. Ormai il dolore al culo era passato, quindi era giunto il momento
di farsi aprire ancora, e lo chiesi. A Kim non parve vero di potermi
accontentare, e allargò di un paio di centimetri buoni, poi disse, guardando il
regolo dell'arnese: "Wow, quasi undici centimetri!" "Un altro
centimetro ed è il nostro record", disse Elisa "E tu arriva a
tredici", dissi io. "Non sono mica una sciacquetta frigida come le
altre tue pazienti. Io sono una VERA troia e voglio essere trattata come si
deve". Dovetti aver colpito nell'orgoglio Kim, perché allargò al massimo
l'arnese e disse: "Mi dispiace, corsa finita…". "Per ora va
bene", risposi, "poi vediamo". Ormai ero al culmine
dell'orgasmo, e il culo doveva essere mostruosamente dilatato. Mi tenevo a
fatica dall'urlare, quando, forse capendo quel che pensavo, Elisa mi disse:
"Se vuoi urlare, fallo. L'ambiente è insonorizzato, ma io risparmierei il
fiato per dopo…" "Per dopo?" pensai… Mentre pensavo a cosa
volesse dire, Elisa scese dal lettino e andò ad aprire una delle porte
mascherate da uno specchio. Fece un cenno a qualcuno fuori dalla porta ed
entrarono, così, nella stanza, due uomini (uomini? Superuomini. Per la voglia
di cazzo che nel frattempo mi era venuta forse potevano bastare…), uno bianco e
l'altro nero. "Sono gigolò professionisti e lavorano sempre in coppia. Non
parlano la nostra lingua, ma si fanno capire, quando vogliono…" disse Kim.
"Li hai provati", affermai io, sicura di non sbagliare. Lei fece un
altro di quei sorrisi maliziosi, mentre sfilava la sua mano dalla mia fica
slabbrata. "Adesso girati", mi disse Elisa, "così giochiamo
meglio". Obbedii. Offrii a tutti lo spettacolo del mio culo aperto dal
divaricatore, e, mentre i due stalloni mi sfoderavano le mazze davanti, sì che
io democraticamente potessi leccarmele un tanto per uno alternativamente, vidi
nello specchio Elisa che richiudeva il divaricatore e me lo sfilava. Per
quant'era dilatato potevo sentire l'aria sulle mucose del mio retto, ma Elisa,
guardando il lavoro che era stato fatto al mio culo, disse a Kim: "Quante
volte ti ho detto che devi imparare a fare i lavori come si deve?";
"Ma signora, le ho quasi sfondato il culo per come l'ho aperta".
"E invece no. Vuole essere trattata da troia? E allora g Elisa disse: "Ti senti un oggetto di
piacere, ora?"; "Sento che potrei fare le cose più porche senza
sentirmi in colpa, anzi andandone fiera". "E ora?" disse
allargandomi il culo ulteriormente. "AAAh!" urlai. "Male?".
"Nooo. Godo come una baldracca. Mi avete trasformato in oggetto di
lussuria" ormai gridavo e non mi tenevo più. "Che cazzo fate voi due,
stronzi? Voglio sentire la sborra nel culo". Elisa fece cenno ai due che,
ormai, stavano sul punto di venire. Indirizzarono i loro cazzi verso i miei due
buchi. "Fatemi quello che volete ma fatelo. Ho bisogno di essere
sottomessa alle vostre più sporche voglie". E così fecero: sentii la loro
sborra centrarmi nel culo e nella fica, e scendermi giù per le gambe. Quindi
Elisa lasciò andare il culo che si richiuse con un colpo secco, e sfilò il
divaricatore dalla fica. "Sei stata bravissima, adesso ti cedo a loro
perché mi hanno detto che sei meglio della loro bambola gonfiabile", mi
disse E i due non tardarono a rendermi la
loro schiava di sesso: mi fecero tirare su, e con un gesto brusco il nero mi
piegò in avanti. Prima che avessi il tempo di pensare qualsiasi cosa, avevo un
cazzo in bocca e uno in fregna, che sguazzava felice negli umori di cui era
impregnata. Tenendomi per i fianchi, il nero mi sbatteva ritmicamente. Si
capiva che, se io godessi o meno, gliene fregava nulla. Aveva trovato un buco
da riempire di sborra, e tanto gli bastava. Però volevo sentire anche come mi
sbatteva il bianco, per cui feci cenno ai due di scambiarsi di posto. Bocca o
fica a loro non interessava, per loro ero solo un oggetto con tre buchi, e
quindi fu il turno del bianco di scardinarmi le labbra della fica, mentre
assaggiavo la mazza nera umida del mio brodo vaginale. Il gioco parve
divertirli. Mi sbatterono a turno, dandosi il cambio, finchè non ritennero
opportuno il momento di riempirmi contemporaneamente. Allora mi venne un idea,
e feci cenno ai due maschi di seguirmi nello studio attiguo, perché avevo
bisogno del telefono. Era un momento troppo bello per godermelo da sola…. Presi
il telefono, e mentre dalla saletta del piacere venivano i gemiti delle due
troione che stavano fottendosi con la mano a vicenda, composi il numero di
cellulare del mio uomo. A quell'ora stava tornando sicuramente a casa, ed era
bloccato nel traffico di ritorno. Infatti mi rispose dall'autovettura.
"Pronto?" "Amore, sono io…" "Che voce strana che hai,
ti senti poco bene?" "No, sto benissimo. Sto provando il piacere di
essere schiavizzata da due cazzi magnifici, sottomessa ai loro voleri"
"Cazz.. Ma cosa dici? Se sei diventata un ghiacciolo…" disse "Lo
vedrai. Intanto sono stata fottuta con la mano dalla dottoressa, mi hanno
allargato il culo e la fica con un divaricatore e con le mani e nemmeno tu mi
hai fatto sentire così troia". "Ma non dici sul serio…"
"Pensala come ti pare, ora mi sto apprestando a prendere due nerchie
contemporaneamente, in culo e in fica.". "Ma cosa…". Feci cenno
di essere pronta, e il nero mi prese, da dietro, sollevandomi per le gambe
appena in prossimità delle ginocchia, sì da aprirmi. "Adesso sono
sollevata da terra con le gambe aperte. Un negro sta per sbattermi e un bianco
mi sta mangiando con gli occhi perché sa che tra poco sarò sua. Non capiscono
quello che dico, ma non me ne frega. Parlano i loro cazzi. Sono tutta nuda e
porto gli infradito nuovi che abbiamo comprato sabato. Volevo usarli per te, ma
ora sono tutti per loro…". "Troia!" mi disse. "Sì, troia e
oggi pure rotta in culo. Adesso mi sta facendo scendere sul suo cazzo dritto e
la mia fica depilata che semra quella di una bambina è spalancata di fronte al
bian.. AAAH! L'ha messo tutto dentro. Sono piena di cazzo. Sono felice, mi
hanno preso in mezzo e mi stantuffano nei buchi a ritmo alternato…"
"Puttana", mi disse, "te la farò pagare". "Fammela
pagare come sai… mi lascio un po' di voglia, così potrò godere di quando
stasera sarò completamente sottomessa ai tuoi voleri". "Puoi
giurarci, zoccolona baldracca". Quelle parolacce che capivo solo io, e non
i "Non importa. Stasera avrai il
resto". E attaccò. Era un peccato veder gocciolare quei due bei cazzi, per
cui mi chinai e li ripulii per bene con la lingua. A un certo punto gli urli
che venivano dall'altra stanza, dopo un picco, sicuramente coincidente con
l'orgasmo che si erano reciprocamente date la dottoressa e l'assistente, cessarono.
Sentii Elisa che mi chiamava: "Com'è andata?". "Benissimo,
direi. Non mi sono sentita così usata da tempo.". "Ora ti senti
pronta?". "Beh", dissi io, che ormai ci avevo preso gusto,
"non vorrai mica farmi andare via senza un bel finale tutti insieme…"
"Certo che no, se ti fa piacere". Allora feci cenno a Kim di
lasciarmi il lettino, e, alzato lo schienale, rimisi le gambe sui bracci
divaricatori. "Adesso sono schiava dei vostri più perversi pensieri, tanto
io sto qui a subire". Non se lo fecero dire due volte: mentre Elisa mi
rimise le mani nel culo per riaprirmelo, e Kim tornò alla carica col
divaricatore nella fica, i due stalloni si masturbarono addosso a me (ma quanta
sborra nelle palle avevano questi due?) e mi annaffiarono un paio di volte ciascuna.
Elisa, nel frattempo, aveva preso un divaricatore permanente, di quelli che si
usano in sala parto, e lo aveva usato per tenermi aperto il culo. Ormai il loro
dominio era totale, e urlai: "Sono la vostra schiava! Spadroneggiate su di
me, usatemi come il vostro cesso!!!"
E infatti, iniziarono i due maschi, ai miei due lati, terminata la
sborra, a pisciarmi addosso. Il piacere che mi dava era indescrivibile, stavo
scendendo negli abissi della zoccolaggine ed ero disposta a vantarmene, anche.
Mi girarono intorno, sempre pisciandomi addosso, e non mancando di irrorare
abbondantemente i miei due buchi, aperti come due cloache. Nel frattempo. Kim e
Elisa erano salite a cavalcioni sopra di me, e mentre la prima mi pisciava in
faccia, la seconda, calibrando il getto, stava facendo cadere il proprio
liquido dorato sopra la fica. Quello che cadeva, senza l'effetto frenante dei
peli, scivolava nel culo. I due maschi finirono l'opera pisciandomi sulle
gambe, sui piedi e sui miei infradito. Alla fine ero completamente fradicia.
Kim e Elisa, quando ebbero svuotato le loro vesciche, scesero dal lettino e si
disposero ai due spigoli della spalliera. I due maschi mi presero le gambe e le
sollevarono, sì da scoprire meglio la vista del mio culo. "Guardati ora, che
ne pensi?" disse Elisa. Una felicità estrema mi pervadeva: di fronte a me
vedevo quattro cacciatori intorno alla loro preda, una preda ridotta in
schiavitù, presa nella posa più umiliante per una donna, con le gambe
completamente aperte ad offrire il proprio culo e la propria fica, slargati,
deformati e violati oscenamente per il loro piacere, e la preda ero io, lì,
sporca di sborra e di piscio, che avevo fatto da paziente, da bambola e alla
fine da cesso, con il dorato dei miei infradito che risplendeva nella luce
tardo-pomeridiana. "Credo di essere
diventata una schiava perfetta", dissi. "Non ci sei diventata, c'eri
già ", mi disse, mentre i due maschi si congedavano e Kim mi sfilava i
divaricatori. "Te l'ho detto, io ho solo fatto uscire la tua parte nascosta,
se non fossi stata predisposta non avresti combinato tutto quello che hai
fatto. A proposito, è tutto registrato da una videocamera nascosta. Ora vatti a
fare una doccia, che dopo ci vediamo nello studio di là . Kim si rivestì da
segretaria e andò a ricevere altri pazienti, mentre Elisa, reinfilatosi il
camice, andò al suo tavolo. Dopo essermi fatta la doccia, vidi che Kim aveva
lasciato sul lettino il divaricatore anale a vite. Chiuso era più piccolo di un
vibratore, e me lo feci scivolare nella borsetta. Poi andai da Elisa, che mi
consegnò la videocassetta e mi tese la mano. Adesso la foga era sbollita, ed
eravamo più calme. La salutai e lei mi disse: "Dopo quello che c'è stato
un bacio me lo puoi dare, no?" "Beh"… Neanche il tempo di
parlare e le nostre lingue si toccarono per mezzo minuto buono, dopodiché disse
al mio orecchio: "Guarda che il divaricatore non era lì per caso. E' un
gentile omaggio della ditta, e nessuna resiste alla tentazione di farlo sparire
in borsetta. Pagamento e fattura da Kim, prego" "Che bastarda",
pensai, uscendo "però credo di amarla" conclusi. Mi preparavo a una notte di fuoco, però mi
ricordai della promessa fatta venerdì. Allora telefonai alla mia amica ginecologa
e, mentre rispondeva, lo sguardo mi andò al divaricatore in borsetta. Lasciando
perdere quel che volevo raccontarle, le dissi "Stasera sei libera?".
"Sì, chiudo prima, perché?" "Allora sei a cena a casa nostra. Ti
devo raccontare della dottoressa che mi hai consigliato." "Ma se è
per questo possiamo vederci al mio stu…" "Niente ma, è deciso.
Stasera sei mia ospite". Sospirò. "E va bene, a stasera. Alle otto
come al solito?" "Vada per le otto. Ti aspetto". E ti aspetto
sì, pensai. Cento metri più a destra
c'era un negozio di calzature. Chiesi alla commessa un paio di infradito… Stefy
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Simona,
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La mia ...Serena ...
Mi chiamo Serena, ho trentadue anni e findall'adolescenza sono stata ben disposta per il sesso, acquisendo una discretagamma di esperienze, con uomini, donne ed in qualche occasione di amore digruppo. Questa predisposizione mi porta ad essere alquantocivettuola (non in ufficio, però), nel riuscito intento di farmi ammirare edesiderare dalle persone di entrambi i sessi, coadiuvata da un marito focoso esempre in tiro, in special modo quando indosso delle gonne o vestiti corti. Non lesino di sottolineare una certa linea del fisico conabiti attillati ed un tantino provocanti; riconosco di avere piacere amantenere un bell'aspetto ed un bel fisico ma non sono paranoica anche perchΘfaccio molta attivitα fisica (fra cui scopare il pi∙ spesso che posso) equindi, per il momento, non accumulo grasso superfluo. Indosso sempre dell'intimo ricercatamente sexy,abbigliamento che mio marito stesso ricerca e mi regala; tutti questiingredienti oltre alla mia naturale provocante femminilitα,mi fa pensare che agli occhi degli altri passo per una gran gnocca. Ma veniamo all'episodio che mi ha un po' sconvolto lavita, da un po' di tempo a questa parte. L'esercizio economico dell'azienda dove lavoro si chiudealla fine di settembre ed un venerd∞ verso la fine di questo mese o subitoall'inizio di ottobre viene organizzata una cena aziendale. Sono impiegata inamministrazione per cui conosco anche la prassi di invitare a questa cena degliospiti che rappresentano il nostro cliente con il quale si Φrealizzato il migliore valore di vendita. Per consuetudine, oltre ad alcune miecolleghe (le pi∙ avvenenti), mi tocca sedermi al tavolo dove ci sono questiospiti; quasi sempre si sono rivelate delle serate alquanto noiose. Mi pareva,per≥, che quest'anno si prospettasse qualcosa di carino, visto che un ospite loavevo visto alcune volte in occasione di riunioni e posso dire che Φproprio un figo favoloso che, come mi capita in certe situazioni, mi haattivato un certo solletichio alla mia passerina. Non Φ che quando mi prende la vogliascopi con il primo che mi capita, ma se c'Φ l'occasione che qualcuno mifaccia aumentare l'adrenalina, non disdegno l'avventura che uso come raccontoper fare arrappare mio marito. Con la presunzione di riuscire ad attirare l'attenzionedell'ospite per il mio aspetto come tale, sempre con la speranza che fosse lui,mi vestii in modo tradizionale con una camiciola da sera in seta chiara ed unagonna nera leggermente svasata e solo un poco corta, sopra il ginocchio. La femminilitαera mantenuta mentre la mia indole porcona si espresse con l'intimo (regalo dimio marito da Londra) che so essere molto provocante di un coordinato di unreggiseno a balconcino (di quelli che lasciano tutto il seno scoperto) ed unperizoma formato da un triangolino da cui partono dei sottili cordoncini:praticamente inesistente ma, all'occasione, molto stimolante! Non potevo nonaggiungere il tocco delle autoreggenti a rete molto stretta di color carne e discarpe con tacco a spillo. Rimirandomi nello specchio, mi compiacqui assai del mioaspetto generale. Quando al ristorante vidi che era arrivato proprio lui,ebbi un tonfo al cuore per la felicitα (cosa mi stava accadendo? michiedevo nel frattempo) di avere avuto la giusta intuizione e per il desiderioche mi stava giα assalendo. Tanto pi∙ che lo stringato perizoma miera entrato leggermente fra le labbra della figa e questo mi provocava ilclitoride, quando mi sedevo o mi alzavo dalla sedia. Incontrandolo, poi, il sangue si mise a circolare in modopazzesco e penso che ci≥ trasparisse dalla mia espressione; mi dovetti calmareanche perchè era arrivato con un suo collega e questo mi fecetemere che il mio progetto potesse cadere nel vuoto; ebbi un moto di rabbia,dentro di me. Ma mi calmai, dopo che venni fatta accomodare fra i dueospiti e, dopo un poco, potei apprezzare anche l'altro; mi accorgevo che nonera niente male neanche lui ma ormai avevo giα puntato la mia preda. Ballai sia con uno che con l'altro e costatai che avevosuscitato l'interesse di entrambi, con i capezzoli che eretti risaltavano sottola seta, da parte mia, e con un certo gonfiore in mezzo alle gambe, da parteloro. Oltre a tutto c'era sempre il perizoma che mi strusciava il clitoride (Φuna parte del corpo che ho sempre solleticato molto, fin dalle prime esperienzecon le amiche adolescenti) e che mi eccitava ancora di pi∙. Durante un ballo, Carlo (cos∞ si chiama la mia preda) mipropone di andare in un locale notturno che lui conosce (sono entrambi dellazona), dove potere gustare delle ottime ostriche con champagne; acconsentosenz'altro, pensando in una direzione. Devo per≥, di nuovo, risentirmi un'altravolta perchΘ si aggrega giocoforza anche Sandro (l'altroospite), proprietario della macchina con la quale erano venuti. Mentre liseguivo con la mia vettura, pensai che, tutto sommato, essere presa di mira daidue non era poi cos∞ male e ci≥ mi calm≥. Pur essendo anch'io della zona, non conoscevo il locale,molto bello con luci soffuse e con divani con uno schienale alto e disposti inmodo da permettere una certa riservatezza con gli altri, le cui parole venivanosmorzate da un musica rilassante ed al giusto volume. In questa situazione, edanche a causa del pur poco alcool assunto con il vino (raramente bevoalcolici), con l'aggiunta di un po' di champagne persi ogni remora edinibizione e mi lasciai avvolgere dalle attenzioni dei due uomini, con i lorocomplimenti per il lato professionale ma ancor pi∙, in questo frangente, per lamia avvenenza con le forme del seno che si intravedeva molto bene attraverso alcamicetta e la gomma che, sedendomi, si era sollevata a mezza coscia. Chiaramente ne ero lusingata anche se continuavo a temereche, alla fine, il mio progetto potesse andare in fumo. Confessai che erosposata ma che mio marito non era affatto geloso; Carlo era fidanzato da moltianni mentre Sandro era attualmente senza impegni sentimentali. Ballai con l'unoe con l'altro e stavolta i nostri corpi aderivano nel ballo in una sorta digioco erotico, in modo da attivare una certa eccitazione (che potevo sentiremolto bene anche in questo frangente). Bevvi un'altra coppa di champagne che miport≥ a far girare la testa; non mi sentivo proprio di guidare cos∞ (non eroproprio ubriaca ma abbastanza brilla) per cui Sandro si offerse diaccompagnarmi a casa. Cosa che, nonostante tutto, mi parve logica accettare. Durante il tragitto, Carlo propose di bere un caffΦ,soprattutto per ridurre l'effetto dell'alcool su di me. "Se facciamo solouna piccola deviazione, arriviamo a casa mia dove posso preparare un ottimocaffΦbrasiliano" disse Sandro. Io non ero in grado di realizzare subito e pensoche anche a Carlo piacque l'idea perchΘ mi ritrovai sedutalascivamente su un bel divano del salotto a casa di Sandro. Arriv≥ il caffΦ,veramente tosto, che mi aiut≥; almeno mi sembrava; istintivamente, in unfrangente di luciditα, mi parve che i due avevano trovato la scusa giustaper portarmi a casa loro! In fondo la situazione mi stuzzicava molto."Come sei bella" mi sussurrò Carlo con la sua bocca molto vicina allamia. Dimentica di Sandro, presi la palla al balzo e gli appiccicai le mielabbra alle sue. Il la era stato dato! Carlo insinu≥ la sua lingua nellamia bocca e cominciammo un lungo ed appassionato bacio che mi fece andare acento. Alla fine si vedeva chiaramente la nostra eccitazione. Mi voltai aguardare Sandro e la sua espressione era la medesima della nostra: mi avvicinaial suo viso ed iniziai anche con lui un bacio di quelli portentosi. Adesso il gioco aveva preso una piega del tuttoinsospettata ma decisamente bella perchΘ imprevista e fuori dallaquotidianitα. Mentre baciavo Sandro, Carlo prese a solleticarmi il lobodell'orecchio e ad accarezzarmi delicatamente i seni insistendo sui capezzoliben turgidi. Sentivo il desiderio accrescermi e contemporaneamente mi accorsiche mi stavo bagnando tutta. Ripresi a baciare Carlo mentre si era insinuatonella camicetta per accarezzarmi il seno direttamente e con maggiore foga,visto che era tutto allo sbaraglio. Stavo provando una sensazione stupefacente per leattenzioni che mi erano dedicate, in me c'era un subbuglio di pensieri e dieccitazione. "Per Diana, come sei sexy, Serena!" esclam≥Sandro che nel frattempo si era inginocchiato davanti a me, mi aveva sollevatola gonna ed attraendo il mio bacino verso di lui, fin∞ per sollevarmela deltutto; le mie gambe adornate dalle autoreggenti con la fascia di un bel pizzosi offersero alla vista ed alle sue carezze. Me le divaric≥ facendo spuntare lamia figa nella quale il perizoma era praticamente scomparso. "Che bellaporcona che sei" aggiunse ed immerse il suo viso fra le mie coscie chespalancai ancora maggiormente per farmi trastullare meglio. Ero talmenteinfoiata che dopo qualche colpo di lingua cominciai ad ansimare e sentivo chestavo sbrodolando da matti. Carlo mi tolse la camicetta ed a sua volta, continuandolo scontro della sua lingua con la mia, si spogliò; mi ritrovai a succhiare uncazzo di belle dimensioni, giα ben in erezione, che miriempiva oltremodo la mia bocca. Mi piace succhiare il cazzo, assaporare quelgusto leggermente asprigno; qui esce tutto il mio essere porca. Carlo esprimevail suo piacere con una beata espressione del viso e continuando a palparmi le tetteaumentava il piacere che provavo pure pi∙ in basso. Sandro mi tolse la gonna ed il perizoma e cos∞ potΘslinguazzarmi tutti i buchi; sentivo la sua lingua che si insinuava quanto glifosse possibile fra le labbra della mia figa per poi passare al bucoabbondantemente usato del culo. Era tutto meraviglioso e lo fu ancoramaggiormente quando Carlo, togliendomi dalle attenzioni di Sandro, mi feceinginocchiare sul divano e me lo spar≥ dentro, alla pecorina. Mancava poco chenon svenissi nel sentire quel pezzo di carne dura e calda con la cappella chesi modellava alle pareti della mia vagina nel movimento scopereccio. Sublime!Era da un po' di tempo che non provavo sensazioni cos∞ forti. Non potei evitaredi gridare dal piacere. Dovetti smettere allorquando Sandro, spogliatosi nelfrattempo e messosi dall'altra parte del divano dirimpetto al mio viso,dapprima mi baci≥, trasmettendomi una parte dei miei umori che si eranodepositati a lato della sua bocca, quindi mi infil≥ in bocca il suo cazzo, pi∙grosso e di quello di Carlo! Non dico che mi stavo soffocando ma quasi; presi asucchiarglielo con veemenza, tanto mi piaceva sentire anche la mia bocca tuttariempita. Sono discretamente brava nei pompini e lo si vedeva anchedall'espressione di Sandro. Sentii uscire il cazzo di Carlo che voleva evitare divenire anche se mi aveva giα stantuffato in modo sublime.Anche Sandro liber≥ la mia bocca, si sdrai≥ sul tappeto e mi fece posizionare asmorza candela; ero giα dilatata dal cazzo di Carlo, per fortuna, e riusciia prenderlo senza troppa fatica. La maggiore dilatazione ed aderenza del cazzodi Sandro mentre, aiutata dalle sue mani, avevo iniziata una calvacamemorabile, mi fecero andare in visibilio. Indescrivibile la sensazione chesentivo per le contrazioni del basso ventre ed alle labbra della figa, mentremi risucchiavo quel gran pezzo di cazzo. Anche ora, mentre scrivo, me la sto trastullando perl'eccitazione che il pensiero mi provoca. Carlo non era rimasto con le mani in mano e posizionatosiin piedi al nostro lato, me lo rimise in bocca; ancor di pi∙, ora, poteiassaporare i miei umori che avevano circondato tutto il suo cazzo; potrαsembrare strano ma a me piace assaporare anche l'umore femminile ed il mio mi dαun'eccitazione formidabile. Intanto continuavo a scoparmi Sandro con grandi movimentida cavallerizza fino a quando Carlo non decise di incularmi! Mi teneva fermaleggermente sollevata tanto quanto permettesse a Sandro di continuaremeravigliosamente alla grande il movimento su e gi∙ , con la lingua umett≥ ilbuco del culo ed alla fine vi punt≥ la sua cappella. Per migliorare lapenetrazione, spinsi come per evacuare dilatando lo sfintere; esso vennesuperato dandomi un breve dolorino ma lo dimenticai subito perchΘsostituito dal piacere di sentirlo nelle viscere. Che cazzo, ragazzi, daimpazzire. Non so dire quanto tempo continuarono a scoparmi incontemporanea; il mio corpo sussultava dal piacere che mi davano nella partebassa quei due cazzi meravigliosi e che si trasmetteva a tutto il mio corpo. Soche ad un certo punto sentii due flotti caldissimi dentro di me ed il lorogradito rantolio di piacere; mi accorsi che stavo urlando il piacere a tutto ilmondo con una sensazione generale indimenticabilmente bella. Mi abbandonai deliziosamente esausta su Sandro baciandoloardentemente ed assaporando il piacere dei due cazzi ancora dentro i mieibuchi; Carlo mi baciava sulla nuca in un atteggiamento molto delicato. Li vollitenere dentro di me, come se fossero solo miei mentre sentivo i due liquidi chesi mescolavano uscendo dai buchi non pi∙ occupati pienamente e da cui colavanodandomi una sensazione di solletico. Facemmo la doccia continuando a baciarci e a toccarci;nudi e felici bevemmo un altro caffΦ mentre non capivo bene cosa mistesse succedendo: mi piacevano tremendamente tutti e due e continuavo asbaciucchiarli e a trastullare i loro uccelli mentre loro mi leccavano emordicchiavano i capezzoli. Desideravo intensamente che questo momento potessecontinuare all'infinito. Ma erano le sei del mattino. Mentre mi rimettevo il perizoma, Carlo e Sandro,all'unisono, espressero il loro compiacimento per l'intimo e che facevo propriouna gran bella figura. Parole che mi riempirono di gioia. Mi riaccompagnarono aprendere la mia macchina e mi congedai da loro con un interminabile bacio eduna carezza ai loro arnesi meravigliosi. A casa, mio marito mi accolse con un sorriso moltosornione: "Dall'espressione del tuo viso, direi che la cena è stata molto buona" disse. Mi baci≥ con dolcezza lasciandomi nel dubbio deisottointesi. Contrariamente alle avventure precedenti, non gli ho mairaccontato qualcosa della storia che ebbe inizio due anni fa e che continua conincontri con l'uno o con l'altro e talvolta ancora meravigliosamente conentrambi. Il fatto è che quando sono con loro,dimentico tutto e tutti. Che sia, sotto sotto, un po' innamorata di loro? MAX_101
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15 anni fa
IncantoLunare, 33/28
Ultima visita: 1 anno fa -
BDSM - la mia prima volta - parte seconda
A quel punto con modi bruschi mi fece alzare e mi tolse le manette dai polsi. Stavo nudo con gli occhi bassi a guardarla mentre mi girava attorno e mi colpiva con la sua frusta insultandomi.
A un certo punto venne verso di me e mi spinse fino a un cavalletto di legno posizionato verso un angolo della stanza.
Mi fece piegare in modo da avere le gambe e le braccia da una parte e dall’altra del cavalletto. Con calma ma con decisione legò le mie caviglie ai piedi del cavalletto e poi legò i polsi dall’altro lato.
Ero praticamente piegato a novanta gradi con mani e piedi immobilizzati.
Sentii lorna trafficare alle mie spalle per alcuni istanti poi apparve nel mio raggio di visuale. Indossava alla cinta uno strap-on nero di dimensioni assai più grandi del mio pene. Era maestosa, eccitante e spaventosamente determinata nello stesso tempo. Presto capii quale sarebbe stata la mia punizione. “Verme per punizione sfonderò quel tuo bel culetto! Scommetto che nessuno mai te lo ha infilato nel culo fino ad ora!â€.Io me ne stavo zitto e eccitato con il cazzo che premeva nella cintura di castità da una parte e dall’altra avevo paura delle conseguenze di questa situazione. Avevo sempre pensato che solo i “froci†se lo facevano mettere nel culo. La sola idea, solitamente, mi provocava disgusto; ma in quella situazione mi sentivo tremendamente eccitato. Lorna mi diede una frustata fortissima sul culo “Animale che non sei nemmeno capace di leccare ... sto dicendo a te ... lo hai mai preso nel culo?†“Noâ€, dissi io ... e giù altre tre frustate fortissime sul mio culo. “No, Padrona devi rispondere lurido schiavo!†disse lei. “No, Padrona “ ripetei io come un bravo scolaretto. “Bene! Allora il compito di sverginartelo e sfondartelo tocca a me†ridacchiò Lorna. Tornò alle mie spalle e sentii che mi stava lubrificando il buco del culo a tratti infilandomi una delle sue dita per alcuni centimetri. Proseguì per diversi istanti con movimenti molto calmi. Mi sentivo imbarazzatissimo, sentivo la faccia come pervasa da un fuoco ma nello stesso tempo ero talmente eccitato da sentire il mio pene esplodere. Finito di lubrificare il mio culetto vergine Lorna tornò davanti a me stando per alcuni secondi immobile. Vedevo il pene del suo strap-on davanti ai miei occhi: era di cuoio nero, lucente e , sinceramente, di dimensioni notevoli. Lorna faceva ondeggiare il suo pene davanti alla mia faccia, poi iniziò a strofinarmelo sulle guance, sulle labbra ... finchè me lo infilò in bocca e inizò a farlo andare avanti e indietro nella bocca. “Lurida puttana di uno schiavo! Avanti fai un pompino alla tua Padrona†Urlò mentre con una mano teneva la mia testa alzata e ferma e spingeva sempre più giù nella mia gola il suo pene. A un certo punto, sempre tenendomi la testa immobile, mi infilò quasi tutto lo strap-on in gola e lo mantenne fermo. Mi mancava il respiro, avevo quasi il vomito, non ce la facevo più; cercavo di divincolarmi ma lei spingeva sempre più forte la testa verso il suo pene. “Puttana ti piace farti fare i pompini eh? Adesso tocca a te ... vedi quanto é piacevole? Sei la mia puttana. Di te posso fare qualsiasi cosaâ€. Finalmente liberò la mia bocca e potei respirare affannosamente. Mentre ancora cercavo di riprendermi mi ordinò: “Adesso leccalo, voglio che tu mi faccia un pompino a regola d’arte!†Sempre più imbarazzato ma, oramai, soggiogato inizia ad avvolgere cone le mie labbra quel mastodontico pene e a fare del mio meglio nell’arte del pompino. Dopo alcuni, interminabili, minuti Lorna mi gelò il sangue: “Adesso é l’ora della tua punizione verme!†Estrasse il pene dalla mia bocca e si portò alle mie spalle. Con le dita si divertì a solleticare il mio ano e a penetrarlo alcune volte e poi, tutto ad un tratto sentii una scossa partire dalla schiena verso il mio ano e un dolore fortissimo; Lorna era entrata prepotentemente nel mio culo, fino ad allora, vergine. Iniziò a stantuffare sempre più velocemente e sempre più a fondo. Mi sentivo un fuoco, sentivo un dolore lancinante provenire dal mio ano ma ero immobile, legato, impotente di fare qualsiasi cosa. Cercai di divincolarmi ma senza riuscire; emisi alcune urla di dolore, vero dolore ma Lorna mi zittì subito aumentando il ritmo della cavalcata ...Piano piano il dolore cessava e lasciava il posto all’eccitazione; iniziavo a provare piacere in quella situazione. Imbarazzo, eccitazione, piacere ... “Puttana te la stai godendo! Lo sapevo voi schiavi siete tutti uguali; siete tutte puttane vogliose di farsi scopare dalla Padona. Dimmelo che ti piace puttana!†e riprese a frustarmi sulla schiena e sul culo. “Puttana! Puttana!!†A un certo punto, venni: sentii uno scroscio di sperma uscire dal mio pene imprigionato nella cintura di castità . Lo sentivo uscire ma non provavo quel piacere tipico “del venire†a cui fino allora ero abituato. Il piacere si era trasferito al mio ano; lo sperma semplicemente colava fuori dal mio pene. Lorna si accorse di quella situazione e con una mano tastò la cintura di castità umida. “Sei una grandissima puttana†disse ridendo “ ... lo sapevo che ti sarebbe piaciuto. Altro che punizione. Troia. D’ora in poi sarai la mia troia!†Estrasse il suo pene dal mio ano e venne davanti a me facendomelo annusare. “Senti come puzza? La prossima volta che ci vediamo voglio che il tuo culo sia pulito e profumato cone un fiore altrimenti dovrai ripulire il mio strap-on con la tua lingua. RICORDATELO BENE SCHIAVO†Lorna iniziò a slegarmi; finalmente potei alzarmi eretto. Mi sentivo dolorante da tutte le parti (culo in particolare) ma piacevolmente soddisfatto. A quel punto prese la chiave dal suo collo e aprì il luccetto che chiudeva la cintura di castità . Finalmente il mio pene era libero! “Marco adesso puoi rivestirti e se ti é piaciuto possiamo rivederci martedì sera†mi disse “Adesso ai capito cosa mi piace e quale sono i ruoli. Se sei disposto possiamo continuare a vederci. Adesso dipende da te. Io sarò la tua Padrona e tu lo schiavo. Tu apparterrai a me e verrai addestrato per eseguire tutti i miei ordini e capricci. Sei disposto?†Inutile dire che la mia risposta fu “Sì†ma questa é un’altra storia ... CONTINUA By Marco_capp
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15 anni fa
AdamDTS,
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Ultima visita: 3 giorni fa
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Il vasetto di colla
E' successo tutto cosà in fretta che non capisco come siapotuto accadere. Tutto ha avuto inizio con un vasetto di colla. Ero nel mioufficio quando ad un tratto entra un collega chiedendomi appunto la colla. Siferma a chiacchierare con me del pi˘ e del meno quando all'improvviso ildiscorso va a finire sulle nostre rispettive mogli. Da premettere che io sono,anzi lo ero, un marito gelosissimo nel vero senso della parola, al solopensiero che qualcuno potesse fare dei pensierini su mia moglie mi mandava inbestia. Il collega in questione mi invitÚ a trascorrere il fine settimana nellasua casa di montagna facendo anche delle allusioni a ciÚ che si sarebbe potutofare dal momento che eravamo due coppie sole e che la sua casa era isolata. Mivennero i cinque minuti. Presi il vasetto di colla e glielo lanciai addosso.Questi si spostÚ mandando il vasetto a spiaccicarsi sulla parete. Lo presi acattive parole e lui rimase meravigliato per la mia reazione. AndÚ via e perqualche giorno non gli rivolsi pi˘ la parola. Ripensando all'accaduto pensaiche forse la mia era stata una reazione spropositata, quindi andai nell'ufficiodel collega scusandomi e cercando di spiegargli la mia gelosia. Per tuttarisposta il collega mi invitÚ da solo quella sera stessa a passare da casa suaper un digestivo dopo cena. Mi disse di non portare mia moglie in quanto avevadelle cose da dirmi da solo. Ero dubbioso se andarci o meno, poi mi convinsi edandai. Avvisai mia moglie che andavo a trovare Federico a casa e questa non mifece alcuna domanda. Mi presentai a casa di Federico verso le 21. Avevano gi‡cenato. Federico mi fece accomodare in sala, poi chiamÚ sua moglie dicendo diportarci un digestivo. Dopo qualche minuto entrÚ in sala la moglie, che ioancora non conoscevo. Le luci erano soffuse ma ci si vedeva benissimo. Lamoglie indossava una specie di vestaglia scura in seta trasparente recando inmano il vassoio con due bicchieri. Anche se non c'era molta luce, si vedevabenissimo che sotto la donna era nuda. Rimasi allibito in quanto non riuscivo aconcepire quello stato di cose. Federico mi presentÚ la moglie, Luisa, la qualemi porse la mano dopo aver appoggiato il vassoio sul tavolo. La vestaglia diLuisa si aprà lasciando apparire un corpo statuario. Il mio sguardo era fissosul seno e sul triangolo di peli nero del pube. Non riuscivo proprio adistogliere lo sguardo anche se Luisa parlava e anche Federico mi dicevaqualcosa. Ad un certo punto Federico fece la voce pi˘ grossa ed io trasalii. Mifece notare che io stavo guardando le parti intime di sua moglie senza che luine fosse geloso. Poi disse a sua moglie di togliersi la vestaglia. Rimasi aguardare la scena, Luisa si spogliava completamente davanti a me ed io eroeccitatissimo. Mi piaceva quello spettacolo, da morire. Mi sedetti sul divano elo fece anche Federico mentre la moglie si muoveva per casa completamente nuda.Non riuscivo a concentrarmi sui discorsi che Federico mi faceva, avevol'immagine di sua moglie nuda impressa nella mente. Ad un certo punto Federicomi disse il motivo per il quale mi aveva fatto venire a casa sua. Presa unavideocassetta e la inserà nel videoregistratore. Immediatamente gli dissi chenon mi sembrava il caso di vedere una cassetta porno dal momento che nonl'avevo mai fatto. Mi rispose che era un video girato da lui in occasione delleultime vacanze estive. Sul televisore apparvero le immagini di una casa dimontagna ripresa in lontananza e poi da vicino. Poi cominciarono a vedersidelle persone. All'inizio erano tutti vestiti, poi qualcuno cominciÚ aspogliarsi mentre stava assieme agli altri. Si sentivano anche dei commenti.Riuscivo a distinguere anche Luisa che tranquillamente chiacchierava tutta nudacon due uomini all'aperto. Nella prossima ripresa non si vedevano pi˘ personevestite. Tutti erano nudi e nessuno faceva qualcosa di volgare. Stavano nudi ebasta. Pensai quindi che loro fossero nudisti o naturalisti. Mentre il videoscorreva chiesi a Federico chi fossero quelle persone e lui rispose che eranotutti parenti sia suoi che della moglie. I due uomini con i quali stavaparlando Luisa erano due suoi fratelli e vi erano anche delle sorelle di lei edi lui. Ad un certo punto in video apparve anche Federico, tutto nudo e conl'arnese quasi rigido. Gli chiesi come mai lui stesse cosà visto che degliuomini presenti lui era il solo ad averlo duro. Mi rispose che si eccitavamoltissimo vedere la moglie nuda davanti ad altre persone. Ad un certo puntoFederico interruppe il video. Mi disse che c'erano delle scene osÈ. In un certosenso rimasi deluso e mi ero pentito di aver detto che non mi andava vedere unfilm porno in quanto quella proiezione mi aveva affascinato, soprattutto vederela moglie nuda davanti ai suoi due fratelli. Dissi a Federico che non mi sareiscandalizzato, ma lui sembrava un pÚ restio a mandare avanti il filmato. Luisaci raggiunse in sala e fu lei a dire al marito a mandare avanti la cassetta.Federico riavviÚ il video, ma vidi nel suo viso una smorfia di sorriso, come semi stesse prendendo in giro. Continuai a vedere le immagini. Ad un certo puntosi vedeva Federico che andava incontro alla moglie che parlava ancora con isuoi due fratelli (erano i fratelli di lei), ad un certo punto lui le prende latesta con la mano e la spinge verso il suo pene. Lei glielo succhia e dopoqualche colpo lui le sborra in bocca ed in faccia. Lei come se niente fosserimane tranquillamente a parlare con i fratelli lasciandosi la sborra sul visoe parte sulle tette. La telecamera si allontana per riprendere due donne che sibaciavano in bocca, poi si spostÚ nuovamente verso Luisa che stavolta era alleprese con i suoi due fratelli: uno alla sua destra e l'altro alla sua sinistra,li stava masturbando entrambi continuando a chiacchierare. Mentre scorrevano leimmagini Federico mi chiedeva un commento. Non sapevo cosa rispondere, eroconfuso e soprattutto mi sentivo bigotto. Finito il video, o meglio, interrottoil video, Federico mi chiese un parere su quanto avevo visto. Balbettavo nelparlare, anche perchÈ Luisa si era seduta di fronte a me a cosce larghelasciandomi osservare la sua figa completamente spalancata. Fu lei stessa aparlare dicendo che loro erano dei tipi disinibiti senza nulla da nascondere,che faceva loro piacere se anch'io con mia moglie ci fossimo uniti a loro. Nonsapevo cosa dire. La mia gelosia non mi permetteva di esprimermi. Federico midisse che potevamo cominciare a frequentarli in modo soft, cioË stando solo con loro due almeno aiprimi tempi. Risposi che ci avrei pensato quando Luisa mi venne vicinostandosene seduta per terra. Mi infilÚ le mani fra le mie gambe tirandomi gi˘la lampo. Non volevo fare ciÚ che lei aveva intenzione di fare, ma Federico midisse di lasciarla fare. Luisa tirÚ fuori il mio pene prendendoselo in bocca.Ero al settimo cielo. La moglie del mio collega mi stava facendo un pompino esuo marito le era accanto senza dire nulla. In un baleno mi tornarono allamente le scene di gelosia che avevo fatto anche a mia moglie stessa quandoquella volta che lei si era comprata una mini ed io non volevo assolutamentefargliela indossare. Che stronzo che ero stato. Avevo gli occhi chiusi, ma liaprii quando sentii che ero prossimo a raggiungere l'orgasmo. Volevo vedereLuisa col mio mene in bocca mentre godevo e voleso soprattutto guardareFederico mentre io sborravo in bocca a sua moglie. Mi accorsi che Federicoaveva il suo pene in mano e si stava masturbando guardando sua moglie mentre mispompinava. Allora non capii pi˘ nulla, mi lasciai andare e raggiunsi l'orgasmoscaricando tutta la mia sborra nella bocca di Luisa. Sapientemente lei bevvetutto e con la lingua mi ripulà anche il glande. Poi mi rimise tutto a posto.Servizio completo. Tornai a casa pieno di sensi di colpa. Il primo per essermilasciato andare con Luisa tradendoquindi mia moglie, il secondo per ciÚ che avevo perso fino a quel momento. Ilgiorno seguente Federico venne nel mio ufficio facendomi vedere su internet ilsito di ''Annunci 69'' facendomi quindi entrare nell';ambiente degliesibizionisti. Mi fece scoprire un mondo per me tutto nuovo. Mi fece leggere lestorie di altre coppie. E adesso eccomi qui a scrivere la mia. Tuttavia glichiesi aiuto a come dirlo a mia moglie. Mi disse di lasciar fare tutto a lui esoprattutto a sua moglie.Qualche sera dopo fummo invitati a cena da Federico eLuisa. Dissi a mia moglie di vestirsi un pÚ alla moda, ma mi vergognavo didirle di vestirsi sexy. Le dissi che poteva anche indossare quella famosaminigonna che lei desiderava tanto e che io le avevo vietato sempre diindossare. Alle 19 in punto suonammo a casa di Federico e Luisa. Luisaindossava una minigonna vertiginosa appena sotto i glutei lasciando tutte lecosce scoperte. Solite presentazioni, solite chiacchiere di benvenuto poi dopoun pÚ Luisa prende mia moglie per mano dicendole di aiutarla ad apparecchiare.Mia moglie indossava la sua mini che le arrivava quattro dita sopra ilginocchio. In realt‡ le due donne non erano andate in cucina, ma in camera daletto. Dopo qualche minuto spunta Luisa che ci annuncia mia moglie con un nuovolook. Mia moglie aveva vergogna a farsi vedere, forse per paura della miareazione, ma la incoraggiai dicendole che stavo cercando di perdere il sensodella gelosia. Mia moglie apparve sulla soglia della sala. Era stupenda.Indossava quel corto abitino che le lasciava vedere tutte le cosce e non soloquelle. Infatti Luisa l'aveva fatta girare su se stessa facendoci ammirare laschiena nuda. Mia moglie era proprio un bel bocconcino vestita in quel modo edio che l'avevo tenuta sempre castigata. Ad un certo punto le due donne siguardarono negli occhi come se si fossero fatte un segnale, poi entrambepresero l'orlo del loro vestivo tirandolo su con una mossa repentina. Entrambeci mostrarono la peluria del pube. Mia moglie senza mutandine davanti ad unaltro uomo? inaudito! intanto mi stavo eccitando e lo era anche Federico avedere il gonfiore della sua patta. Ad un tratto Federico disse di aver fame ele due donne si recarono in cucina. Io pensavo che si sarebbe fatto qualcosa dipi˘, ma non accadde nulla. Prendemmo posto a tavola mentre le due donneportavano in tavola i cibi. Per poco non mi uscirono gli occhi fuori dalleorbite: sia mia moglie che Luisa avevano il vestito arrotolato fin suall'ombelico lasciando culo e figa in bella mostra. Rimasero in quello statofino a cena ultimata, poi fu la volta di Federico andare verso la moglietirandole fuori le tette. Io non ce la facevo, mi sentivo bloccato anche seavrei voluto farlo. Mia moglie mi guardÚ negli occhi intensamente, poi fu leistessa a spostare il vestito e farsi uscire le tette fuori. Non sapevo che miamoglie fosse cosà disinibita, la facevo pi˘ timida. La baciai a fondochiedendole scusa per quanto non le avevo permesso di fare. Facemmo l'amore perterra ognuno con le rispettive consorti. Ero seduto accanto a Federico suldivano mentre mia moglie era ancora sul tappeto accanto a Luisa che si stavadando da fare con lei palpandole le tette e, facendosi ancora pi˘ ardita,baciandola sulle labbra. Ad un certo punto le due donne si allacciarono in un 69godendo come matte. Alla fine chiesi a mia moglie dove avesse trovato tuttoquel fuoco. Mi rispose in una specie di confessione che aveva da sempre sognatodi fare quelle cose e che la minigonna l'aveva gi‡ indossata quando da sola siera recata a far compere lasciandosi ammirare le cosce dagli altri uomini. Poiriprese raccontandoci le sue fantasie erotiche che rasentavano la perversione,come quella che sognava di camminare nuda per la strada e quando un uomo le sisarebbe inevitabilmente avvicinato lei l'avrebbe fatto inginocchiare e sisarebbe fatta leccare la figa sotto lo sguardo dei passanti, infine lei dopoaver goduto gli avrebbe urinato in faccia.Inutile dire che da quella volta in poi non lasciammo pi˘Federico e Luisa, entrando a far parte del loro gruppo. E che piacere per me eFederico stare seduti a masturbarci e guardare le nostre rispettive mogliementre si facevano trombare sull'erba da due altrettanti maschioni.MAX_101
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15 anni fa
IncantoLunare, 33/28
Ultima visita: 1 anno fa -
Un regalo .... gradito
La miamano spesso scendeva sul mio pene pensandola con un altro, mentre faceva laporca come mai aveva fatto con me. Spesso avevo provato a convincerla a farequalcosa a tre ma lei nulla. Si eccitava da morire quando le descrivevo lescene che immaginavo mentre scopavamo ma poi di realizzarle non ne volevasapere. Fu cosi che coltivai l'idea che se è vero che l'occasione fa l'uomoladro, io dovevo escogitare un modo per farle cadere dal cielo un incontro perfarla aprire a nuove esperienze. Non che mia moglie fosse una donna fredda ,anzi, ma sentivo il bisgno di poter andare oltre... così misi un annuncio suuno dei tanti siti dove chiedevo se qualcno era disposto ad uscire con miamoglie, monica.Ebbi molti cotatti ma uno tra tutti attirò la miaattenzione e risposi: l 'uomo, stefano, sembrava un tipo a posto, e nelle variee mail che ci scambiammo scoprii che anche la sua compagna amava giocare conlui e giochetti che sempre avrei voluto fare con mia moglie.Ci mettemmo d'accordo: tutto doveva accadere nelmodo piunaturae possibile, io avrei dato a stefano le coordinate per incontraremia moglie da sola inun locale,durante una delle sere che lei usciva con la suaamica,e lui doveva cercare di sedurla cercando di avere il suo numero dicellulare per poi fissare un appuntamento.La sera x ero molto nervoso ma eccitato allostesso tempo, chissà se monica avrei accettato le lusinghe di stefano, unosconosciuto, e se mai gli avrebbe dato il numero per poi riuscirci?In tarda serata stefano mi chiamo, dicendomi che afatica, era riuscito ad avere il numero e che il giorno seguente avrebbeiniziato il gioco dei sms...Monica rientrata non proferì parola a riguardo.La sera seguente Stefano mi aggiornò: monica avevarisposto ai suoi messaggi e avevano fissato di pranzare insieme il giornoseguente.Verso le 14 del giorno dopo mi arrivò un sms distefano dove mi diceva che satavano andando nell'appartamento di un suo amicoper stare "piu tranquilli" e mi fornì l'indirizzo compreso diistruzioni per sbirciare.Quando arrivai all'appartamento loro erano già lae affaciandomi alla finestra che mi aveva indicato il mio complice vidi unascena che mi lasciò sconcertato ma allo stesso tempo molto molto elettrizato:monica era seduta sul divano con stefano che le stava leccando la fica!!! poilui si alzò a prese una macchina fotografica e iniziò a fotografarla mentresenza intimo e con autoreggenti si masturbava davanti a lui. Il mio cazzo siindurì e quando lui glielo infilò in bocca; io iniziai a segarmi pensando aquella porca di mia moglie che stava facendo la puttanella Advconuno sconosciuto mentre a me aveva sempre detto di non voler altro cazzo che ilmio. Lui le schizzò sul seno e lei con le dita degustò il frutto del suo goderecompiaciuta, poi si mise a pecora e si fece scopare da stefanoche la stantuffòben bene.Riccompagnata alla sua auto il mio complice michiamò dicendomi che avevo una moglie fantastica, grande spompinatrice, e cheora sarebbe passato allo step superiore: farle conoscere la sua compagna.Fissò tutto lui: solito appartamento... un rudereperso tra le colline toscane, solite istruzioni per vedere da buon voyeur.Monica si presentò puntuale, Stefano le aprì la porta e lei si gettò sulla suabocca, lui le alzò la gonna e le tastò la fica per pochi secondi, poil'accompagnò nel salotto dove pochi giorni prima l'veva scopata la prima volta.Ma questa volta il divano non era libero, monia, compagna di stefano, eravestita veramente a porca e stava aspettand di conoscere monica. La quale noncapiva e come se nulla fosse si presentò, frastornata. Stefano versò del vinoin tre bicchieri e brindarono con mia moglie che ancora non capiva,innervosita. A un certo punto monia inizio a baciare stefano guardando miamoglie, poi si inginocchiò, tirò fuori il cazzo e iniziò a leccarlo con monicache guardave incredula. Stefano sfilò i suo cazzo dalla bocca di monia e sidiresse verso monica che rimase inizialmente sulla sue, poi si lasciò andare aibaci del suo amante... e poi a quelli della sua compagna... non credevo ai mieiocchi: monica che si baciava con una donna! con uno sconosciuto li vicino acazzo fuori! Stefano le inginocchiò entrambe e un pò a una e un pò all'altra,lo spingeva in bocca alle due porche vogliose di sborra; causa l'eccitazionedel momento non tardò a venire schizzando entrambe sul volto, poi le due donneiniziarono a masturbarsi mentre stefano fotografava la scena e io dallafinestra mi masturbavo. Poi tutto finì con una bella scopata con mia moglesdraiata a cosce aperte che veniva pigiata da lui mentre la sua compagna leleccavo il seno...La sera, giunta a casa monica era distrutta... iole dissi che aevo invitato amici a cena e lei qasi si infurio perche volevasolo riposarsi.Si fece una doccia veloce, senza dire nulla, equando suonò il campanello rimase di sasso vedendo alla nostra porta stefano emonia, che poco prima 'avevano fatta godere come non mai. non credeva ai suoioccchi... loro entrarono e mi salutarono, con monica incredula di tuttociò...stefano fece per baciarla ma lei si scostò, ancora non aveva capito . Poiio mi avvicinai e le chiesi se la scopata del pomeriggio le era piaciuta.. leisi infuriò e inizio ad infamarmi pichhiandomi. io le bloccai le braccia e laportai in camera dove la gettai sul letto e la presi per le caviglie, lei sidimenava, io le aprii le cosce e le strappai i pantaloni della tuta che si eramessa dopo la doccia e dicendogli di fre la puttanella come nel pomeriggioglielo infilai mentre lei ulava che non voleva..stefano e monica facevano daspetttori alla scena.. mentre glilo mettevo dentro lei mi schiaffeggiava ma iole bloccavo le mani insultandola, dicendogli che era una troia, poi feci uncenno al mio complice che capii, lo tirò fuori e lo avvicinà alla bocca dimonica prima con le buone, poi con le cattive, glilo spinse in bocca... leiancora si dimenava ,a poco dopo godette ululando com un lupo alla luna. Moniaintanto si era svestita e appena lo tirai fuori dalla fica di mia moglie me loripuli con la lingua e poi si gettò tra le braccia di monica che ancora stavaspompinando stefano che poco dopo si adaglio tra le sue cosce e iniziò ascoparla mentre la sua compagna si era messa seduta sul volto di mia moglie esi faceva leccare la fica. io, in piedi, lo misi in bocca a monia che si rivelòuna grande succhiatrice e in seguito anche una grande scopatrice, quando sifece penetrare da me nel culo mentre il suo stefano la scopava nella fica.monica nel frattempo mi abbracciava da dietro e mi strizzava i capezzoli....quando stavamo per venire entrambi le inginocchiammo tutte e due e inondammo iloro corpi del nostro copioso piacere.MAX_101
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15 anni fa
IncantoLunare, 33/28
Ultima visita: 1 anno fa -
Il sopralluogo ....
Ormai erano le 17 passate da un pezzo e Luisa aveva ormai sistemato la sua scrivania per il giorno dopo, chiudendo bene i cassetti e l’armadio, l’Architetto era stato tassativo “mi raccomando signorina chiuda sempre bene tutte le sere, non voglio che nessuno curiosi in giro, le carte sono importanti…â€. Ormai erano anni che ripeteva quella frase e così Luisa ripeteva ormai automaticamente quelle operazioni tutte le sere.Stava indossando il suo giubbetto di pelle e per prendere il casco della vespa, quando suonarono alla porta, strano non c’era nessun appuntamento in agenda.Ripose nuovamente il casco e con il giubbino mezzo infilato andò verso la porta e la aprì, dinanzi a lei c’erano un uomo e una donna, distinti di mezza età circa sui cinquantanni, lui capelli scuri, occhi verdi, pelle abbronzata e un fisico ancora da trentenne in forma, lei sembrava quasi una ragazza proveniente dai paesi dell’est, capelli biondi a caschetto, corpo alto e slanciato ma con un seno molto prominente.Vestivano ambedue in maniera curata, un completo in lino chiaro con camicia bianca mentre lei un corto e leggero vestitino bianco di seta con disegnate delle rose rosse e un paio di zeppe molto alte di stoffa intonata al vestito.“Buongiorno signorina, l’Architetto non c’è?†–chiese Lui“No – rispose Luisa – oggi è a Roma e non rientrerà per il fine settimanaâ€.“Accidenti –rispose seccato – proprio oggi….â€â€œC’è qualche problema? – disse Luisa.“Vede -rispose sempre con modi gentili, ma evidentemente seccato del contrattempo – l’architetto doveva venire da noi proprio stasera e dovevamo fargli vedere la ns. abitazione per quella vendita che da molto tempo è in attesa di definire…â€â€œma io veramente non sapevo…disse Luisa… non saprei come fare….â€â€œnon potrebbe chiamarlo per sentire?â€â€œCerto, disse Luisa, vediamo cosa posso fare….â€Li fece accomodare, mentre si metteva al telefono per rintracciarlo.“Architetto, pronto?, mi sente? Si sono Luisa, senta qui ci sono i signori…? Come vi chiamate? Disse rivolto a loro –“Martini†si affrettò lui.“.. ci sono i signori Martini che dicono che lei doveva fare un sopraluogo alla loro abitazione….â€â€œâ€¦.a certo, i Martini…- rispose l’Architetto – adesso ricordo… purtroppo ho avuto questo impegno Luisa, lo sai anche tu, vedi di farli ragionare, oppure se insistono, di loro che sei la mia sostituta, fai un po’ di domande e vai tu a fare il sopraluogo con loro, poi mi racconti e in caso ne rifarò un altro quando torno… capito?â€â€¦â€œâ€¦ si Architetto, ma io veramente….â€â€œLascia perdere, fai come se fossi una architetta collaboratrice, fai un po’ di scena …. Ciao e fammi sapere domani,.. buonanotteâ€â€œnotte architetto….!!â€Luisa restò un attimo interdetta, non sapeva proprio come doveva fare, dire loro la verità oppure fare come aveva detto l’architetto? D’altra parte non sembravano molto avvezzi agli studi dei professionisti e probabilmente era la prima volta che facevano una vendita…“Ok –disse- l’architetto purtroppo è impegnato in una riunione e mi ha delegato come collega a sostituirlo, dunque di cosa si tratta?â€â€œVede – disse lui – noi abbiamo una villa qui in collina e poiché Yulia vuole tornare in Russia dai suoi genitori, io ho deciso di seguirla e iniziare un attività li e quindi vorrei vendere la proprietà â€.“E’ molto che ne parlo con l’Architetto, infatti sono anni che ci frequentiamo per altre cose e lui mi aveva sempre promesso un suo interessamento….ma, non ha ancora concluso nulla, nemmeno il sopraluogo….â€â€œSe volesse venire lei ci farebbe molto piacere, avevo invitato l’architetto stasera , perché abbiamo una piccola festina tra amici , e quindi dopo il sopraluogo si sarebbe fermato a cena, ma forse se l’è dimenticato….â€â€œâ€¦certo –disse Luisa – sa una riunione improvvisa….ma comunque se posso esservi utile io…â€â€œCerto – disse lui- così l’invito per la festa vorrà dire che lo giriamo a Leiâ€â€œMa veramente io….disse Luisa … non saprei….â€â€Guardi che è una cosa informale, tra amici, ci troviamo sempre al venerdì sera , lasci qui la moto e l’accompagnamo noi…â€â€œVa bene – disse Luisa – anche perché stasera non avevo impegni…â€Fece finta di prendere carte ed appunti , un metro per le misure e una macchina fotografica, certo doveva fare un po’ di scena, ma pensò di essere abbastanza credibile.Salirono in auto, una mercedes nera di grossa cilindrata con tutti i vetri oscurati, Yulia sedette sui sedili posteriori lasciando il posto a lato della guida a lei.L’accompagnarono prima a casa per cambiarsi, e visti gli abbigliamenti dei due cercò di imitarne le scelte, mise un piccolo perizoma e un reggiseno rosso a balconcino del tipo brasiliano, che a stento le copriva i grossi capezzoli, una minigonna di jeans corta, una camicetta bianca slacciata fino a sotto il reggiseno, una larga cintura in cuoio nero con una grossa fibbia, due sandali rossi da circa 12 cm, con una fascetta di circa tre centimetri che le bloccava la caviglia.Risalita in macchina i due non ebbero che complimenti per la scelta dei vestiti che si dissero intonati alla serata…..Fecero parecchia strada, forse un centinaio di chilometri, le colline non erano vicine e quindi quando furono in zona erano ormai le otto , e la luce iniziava a calare, la strada si fec dapprima tortuosa e poi stretta e ripida, passando in mezzo a boschi di castagni, dopo alcuni chilometri isolati da tutto , su un tornante, svoltò per una stradina in terra e percorsi alcuni chilometri arrivarono sulla cima di un colle dove vi era una vecchia casa colonica con un ampio portico e scalinata , a due piani tenuta abbastanza bene, con un grande parco intorno con tavoli e sedie.C’erano una decina di persone fuori con bicchieri in mano e alla vista dell’auto gli vennero incontro.Furono saluti per tutti, con molti baci e strette di mano, mi presentarono, forse sbagliando come l’Architetta Luisa, (e pensare che in realtà avevano davanti una povera segretaria ….), c’erano avvocati, ingegneri, dottori, commercialisti, insomma una crema di professionisti e industriali, ma le donne che erano presenti, e lo notò solo piu’ tardi, non avevano la stessa età degli uomini ma erano molto, molto più giovani quasi tutte sui 20 25 anni, tutte molto belle vestite con abiti eleganti ma anche molto succinti.Il signor Martini mi fece entrare e sempre accompagnato da Yulia, che mai aveva proferito parola, mi fece vedere le varie stanze elencandomi i pregi della villa.Le stanze erano tutte molto grandi e ben arredate, ma la luce era quasi dappertutto spenta e decine di candele di tutte le forme le illuminavano fiocamente.“Sa è per la festa…†disse come per scusarsi.“Non importa –disse Luisa – è solo per rendermi conto …â€La cucina era piena di ogni ben di dio, per un buffet certamente pantagruelico, il Signor Martini si fermò e da una caraffa versò su un flut un vino scuro che porse a Luisa, che anche se non era una gran bevitrice dovette accettare. Notò che il vino era molto denso e nonostante il profumo gradevole sembrava avere una specie di sabbiolina all’interno, ma non disse nulla e inghiottì.Le sembrò che Martini volgendosi verso Yulia ammiccasse , ma non ci fece molto caso e proseguirono.Passarono di stanza in stanza e sempre nella penombra delle candele, notò che erano tutte addobbate con drappi rossi e neri, che c’era un forte odore d’incenso ed essenze nelle stanze da letto.In una grande stanza al piano interrato c’era una grande piscina ad idromassaggio e di fronte una grande vetrata con i vetri a specchio che impedivano la vista oltre, che Martini giustificò dicendo che si stavano facendo lavori e non era il caso di vedere in quel momento.Risalirono e Martini la invitò a restare per la cena.Salirono al primo piano e si sedettero su una grande tavola imbandita su cui i camerieri riversavano in continuazione cibi e bevande.Luisa, seduta tra Martini e Yulia, veniva sempre invitata ad assaggiare tutto e Yulia versava in continuazione quel vino che aveva assaggiato in cucina, anche se lei bevevo solamente acqua.A tavola c’erano circa una decina di uomini e altrettante ragazze che solo in parte parlavano italiano mentre molte erano russe come Yulia .Scherzavano e ridevano e qualche volta partiva qualche bacio appassionato, ma nulla di più.Luisa poco prima del dolce, ebbe l’ultima sensazione di essere cosciente e padrona di se, poi più nulla….Era sicuramente stata drogata, con quel vino, quella sabbiolina che sentiva nel palato mentre deglutiva, tutto era annebbiato e si sentiva leggera e con molto calore addosso e voglia di ridere.Martini sicuramente se n’era accorto e quindi propose a tutti di passare alle altre stanze per divertirsi un po’ . Disse a Yulia di accompagnare Luisa a “prepararsiâ€â€¦Yulia si alzò e prese sottobraccio Luisa, che barcollante cercava di fare domande che però stranamente non sortivano dalla sua bocca.Salirono le scale ed entrarono in una delle stanze viste poco prima, aprì un enorme armadio e all’interno si affacciarono decine e decine di vestiti e costumi di tutte le foggie e centinaia di scarpe.La spogliò e notò con piacere che Luisa era completamente depilata e il suo corpo da giovane trentenne era rigoglioso e prepotente con la sua 4^ di seno e per i suoi 180 cm di altezza.Prese dall’armadio un costume da cameriera e glielo fece indossare, un reggicalze nero molto alto con 4 lacci che scendevano a imprigionare due calze con la riga posteriore e il tallone alto e un disegno di una tigre sulla caviglia, un vestitino nero di pizzo che le lasciava a malapena coperto il pube e i glutei scoperti senza alcuno slip, la pettorina invece era composta da un leggero pizzo bianco molto trasparente che a stento tratteneva i suoi grandi seni, un collare nero di velluto sul collo e una cuffietta bianca in testa che le raccoglieva i biondi capelli, ai piedi un paio di sandali con un tacco altissimo di almeno 15 cm con una grossa fibbia argentata sul davanti e lunghi lacci che le stringevano i polpacci.Vestita, la fece sedere sul letto e iniziò a truccarle il viso, con una matita nera le passò il contorno degli occhi, le passò anche del phard nero sulle palpebre, e molto fondo tinta sulle guance per renderle rosse e paffute, infine un rossetto rosso vivo per contornarle le labbra.Finito che ebbe ne fu soddisfatta e finalmente disse le sue prime parole in uno stentato italiano:“tu ora essere perfetta troia per divertire signoriâ€â€¦.Luisa non metteva a fuoco ciò che la circondava e sue le parole le arrivavano tutte distorte, e notò che a malapena si reggeva in piedi….Yulia la prese sotto braccio e scesero non senza difficoltà le scale, appena arrivate nel salone di fronte alla piscina con l’ idromassaggio, videro che la festa era già iniziata, alcune coppie erano immerse completamente nude nella vasca, un uomo era in piedi al centro e una ragazza aveva il suo membro in bocca e lo succhiava con avidità .A lato in un lettino altri due stavano montandosi selvaggiamente in precario equilibrio.La parete vetrata che prima era chiusa aveva spalancato le porte per lasciare spazio a un enorme letto rotondo di almeno 10 metri rivestito di seta rossa con tutte le pareti attorno e il soffitto coperti di specchi.Sul letto al centro c’era una ragazza e su di lei almeno 5 uomini si stavano dando da fare. Ogni suo buco era già pieno, la bocca, la fica, il culo, e altri due venivano segati dalle sue mani, stava soddisfacendo cinque uomini contemporaneamente.Martini si avvicinò e rivolto a Yulia disse “hai proprio fatto un buon lavoro, hai scelto bene, ora vediamo cosa sa fare questa camerierina....â€La spinse verso la sala e subito dalla piscina l’uomo che era in piedi andò verso di lei e disse “ cameriera venga qui, ho bisogno di un bocchino…!†e tutti si misero a ridere.Quando gli fu di fronte, Luisa ebbe un attimo di coscienza che le permise di vedere l’asta gigantesca che pendeva di fronte a lei, c’erano almeno trenta centimetri di cazzo ed erano diretti su di lei.L’uomo senza tanti preamboli infilò una mano sotto la gonnellina e afferrandole il pube lo strinse facendola gemere, lo strofinò violentemente e altrettanto violentemente le sprofondò almeno due dita nella figa . Le grosse dita entravano e uscivano a un ritmo selvaggio, mentre le nocche esterne della mano le sfregavano sul pube, dopo averla frugata per almeno cinque minuti, la fece inginocchiare e dapprima facendolo sfregare sul volto poi le infilò il cazzo enorme in gola.La bocca a malapena conteneva la cappella e il calore e il liquido che già colava le scendevano fuori dalla bocca , “…non è bravissima questa cameriera- si lascia uscire il meglio- … rise e glielo spinse ancor più in golaâ€.Luisa aveva quasi dieci centimetri di cazzo in bocca e la sua lingua faticava a muoversi in quello spazio ristretto.Mentre era intenta a questo una ragazza la raggiunse da dietro e dopo averle palpato la figa si distese dietro di lei e iniziò a slinguazzarla passando alternativamente tra la figa e il buco del culo.Luisa era ben poco cosciente , se non per certi sporadici momenti nei quali aveva la consapevolezza di godere e venire.La ragazza dietro esaurita la sua leccata fu subito sostituita da un cazzo che approfittando della abbondante salivazione entrò come un coltello nel burro del suo culo, sfondandola per la prima volta. Un dolore acuto la fece quasi rinvenire dal suo stato di incoscienza, sentì le membra bruciargli e l’asta penetrare nelle viscere. Anche questo palo doveva essere di dimensioni notevoli perché il suo ano si era dilatato tremendamente. Dopo alcuni minuti di stantuffate alternate tra la figa e il culo, ambedue vennero riempiendola di sperma e quando vennero estratti i cazzi colarono fuori dei buchi, prontamente leccato da due ragazze che non aspettavano che questo.Sempre con le loro lingue appoggiate dappertutto venne trascinata verso l’enorme letto rosso al centro della sala, e in un battimani e risate generali fu fatta distendere e tolto il vestito rimase in reggicalze , calze e sandali.Alle due ragazze si unirono le altre e tutte insieme si alternarono, chi a leccarle la figa, chi il culo, chi le tette e una le infilò la lingua calda in bocca facendole scoprire gli umori del bacio saffico .Il suo corpo era un fremito continuo, un ondata di eccitazione che sfociava in ripetuti sussulti di orgasmo, solo una donna poteva farla arrivare a tanto, il suo corpo e ogni centimetro di lei erano pervaso da eccitanti orgasmi.Improvvisamente come erano venute se ne andarono, lasciandola distesa sul lenzuolo di raso rosso, ancora vibrante e sussultante di spasmi, completamente ricoperta di saliva.Era venuto il suo turno, come per la ragazza che poco prima aveva visto, ora toccava a lei.Cinque uomini la presero e la manipolarono come un oggetto, uno si distese sotto di lei mentre altri sollevandola la calavano alternativamente su quel cazzo già duro e penetrandola come fosse in altalena, dopo di che, un uomo di colore,materializzatosi da dietro le infilò nell’ano umido di saliva delle ragazze il suo enorme cazzo nero, un altro glielo mise in bocca mentre gli altri due prese le sue mani le appoggiarono i loro uccelli già in tiro per farli segare.Prona sopra il cazzo che la impalava da sotto, veniva sfondata nel culo e le spinte che questo le dava le facevano inghiottire sempre più l’asta che le entrava in gola, mentre le mani con un andamento quasi meccanico continuavano a stringere freneticamente i due cazzi e a muoversi dal basso in alto anche dopo averli fatti venire.Lo sperma dei cinque ben presto la riempì chi nella figa, chi nel culo, chi nella bocca e litri di calda sborra scesero sul suo corpo straziato dalle carni dure dei membri ancora palpitanti.Staccati che si furono, altri cinque si fecero avanti e ripresero la scena poco prima interrotta, Luisa era come una bambola che stava soddisfacendo i loro giochi.Finita anche questa ondata di sesso, tutti insieme la presero e la portarono in una stanza attigua, celata dietro a uno scaffale che venne spostato all’occasione.Dietro c’era una stanza ovale con un tavolo centrale in marmo, dove venne fatta distendere sulla pietra fredda che la fece sobbalzare e svegliare dal suo intorpidimento.Vide intorno a se una ventina di persone, uomini e donne, nudi, madidi di sudore e sperma, che la osservavano.Due uomini le stavano legando le mani sopra la testa dietro al tavolo, mentre altri due le divaricarono le gambe appoggiandole su dei supporti simili a quelli di un letto ginecologico.A gambe divaricate la sua figa arrossata dalle continue penetrazioni era ben visibile a tutti e completamente dilatata se ne vedeva l’oscuro interno, tra le grosse labbra tumefatte e ripiegate.Le venne applicato un divaricatore ginecologico che portò la dilatazione al doppio della sua apertura, da dietro il gruppo comparve il suo capo, l’Architetto, con davanti a se una macchina con una serie di aggeggi che venne posizionata davanti a lei.“Ciao Luisa, hai visto chi c’è?â€â€¦Era composta da un tavolino sul quale una ampia ruota metallica aveva fissato su un lato una lunga asta metallica alla cui cima era infilato un enorme vibratore nero di almeno 40 cm di lunghezza e 8-10 cm di diametro, era spalmato completamente di vaselina .L’arnese le venne appoggiato sulle pareti della vagina allargata dal divaricatore e lentamente le fu inserito all’interno della figa. Leggere convulsioni la iniziarono ad assalire.L’aggeggio venne azionato e il vibratore con la lunga asta si mise in moto, la ruota faceva azionare l’asta avanzandola e ritraendola alternativamente, mentre il vibratore lavorava per suo conto agitandosi in tutti i sensi, senza però mai uscire dalla vagina.Venne regolato con una cadenza a crescere, dapprima i colpi erano circa uno ogni dieci secondi poi man mano aumentavano sino a quasi divenire uno al secondo, mentre le penetrazioni arrivavano sempre piu’ in profondità .Luisa stava avendo orgasmi multipli, il suo corpo vibrava e si tendeva come una corda, i suoi umori bianchi uscivano dalla vagina come un torrente in piena e colavano lungo le sue cosce.Uomini e donne che fino ad allora si erano limitati a masturbarsi davanti a lei gettarono il loro seme sul suo corpo, spalmandolo e distendendolo con le loro mani .Due si avvicinarono con i cazzi di marmo e le appoggiarono le cappelle calde sui bordi della bocca, la sua lingua saettò fuori vogliosa leccandoli alternativamente, due ragazze le strizzavano alternativamente i capezzoli tirandoli verso l’alto e stringendole i seni.Una ragazza si era coricata sotto di lei al bordo del tavolo per suggere il liquido umorale che colava dalla vagina .Non riuscì a capire per quanto quella macchina abusò di lei forse minuti, forse ore, ma al termine quando tutto fu finito e venne sollevata e portata in camera, il suo corpo era a pezzi, ma quello che più non sentiva era la sua figa e il suo buco del culo, le sembrava fossero in fiamme e a poco valsero gli impacchi freddi di Yulia.Distesa sul letto Yulia le massaggiava la figa delicatamente con una spugna fredda e bagnata e le diceva “Luisa, sei stata fantastica, la tua iniziazione è stata perfetta, poche resistono a tutta la serata, e stasera poi c’erano proprio tutti, anche il tuo capo, farai carriera sicuramente….â€Luisa con un filo di voce e quel poco di coscienza che le era ritornata le rispose “ ma di che carriera vai parlando?â€Il mio capo? Ma non era a Roma?â€â€œno non è mai stato a Roma, voleva solo creare una scusa per farti iniziare…â€â€œDa stasera sarai una Troia da alto bordo, cara mia, stasera sei stata iniziata al più alto grado di troie che ci sono sulla piazza, potrai contare da oggi di finanzieri, industriali e professionisti che ti copriranno di soldi e bella vita….lo sai stasera cosa hai guadagnato? Almeno 10.000 €, e tutto per un po’ di cazzo in fica!!†che ne dici?â€Lusia era esausta non riusciva bene a focalizzare, da segretaria da meno di 1000 € a Troia da 10000 € a notte, forse era il caso di dormirci su…. E così fece.MAX_101
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15 anni fa
IncantoLunare, 33/28
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Lei porta i pantaloni ....
Io e mia moglie lavoravamo nella stessa azienda leilaureata e io come impiegato, la sera a casa chi puliva e chi preparava da mangiare il sabato lodedicavamo alle pulizie domestiche, fino a che lei divenne dirigente aumentò ilsuo stipendio ed anche il lavoro, molte pratiche se le portava a casa e miaiutava sempre meno nei lavori domestici io con il poco tempo che avevo Nonpotevo pulire più di tanto, così decidemmo che siccome lei guadagnava di più,ed essendo una donna in carriera io avrei dato le dimissioni e mi sareidedicato solo alla casa.E cosi sono diventato un ottimo casalingo, pulisco, lavo,stiro, e preparo degli ottimi pranzi. Spesso mia moglie e due suoi colleghiFrancesco e Sergio con le rispettive mogli Carla e Paola fanno dei pranzi dilavoro a casa nostra o da loro, e noi "donne" facciamo a gara a chicucina meglio, poi loro discutono di lavoro e noi " donne" parliamodi cucina ci scambiamo le ricette, mi trovo un po' imbarazzato quando parlanodi moda ma per il resto reggo bene la conversazione.Quando ceniamo a casa nostra tutti mi fanno i complimentiper il pranzo e per come preparo e servo in tavola, mia moglie moltosoddisfatta di me dice che le donne dovrebbero imparare da me a fare lecasalinghe.Dopo un po' di tempo notavo in mia moglie un cambiamento,era nervosa per delle piccolezze si arrabbiava, io cercavo di accontentarla intutto credevo che era lo stress dal lavoro, invece era'altro, dopo me ne resiconto.Una sera tornati a casa dopo una cena a casa di Francescomi aggredì urlando sei un pezzo di merda che figura mi hai fatto fare. Iorimasi di stucco non sapevo cosa avevo combinato cercai di dire ma cosa hofatto ma non terminai la frase che mi vidi arrivare un ceffone e poi un altro eancora sberle a ripetizioni, non sapevo cosa fare e restai immobile a prenderliintanto lei continuava con sberle e diceva io t'insegno a stare al mondocoglione pezzo di merda e altre parole offensive, io con le spalle al muro leprendevo senza fiatare non so quante ne ho preso quando finì disse vai a lettoma ricordati che non e finita ancora. Andai a letto ma non riuscivo a dormirepensando a cosa avevo combinato per farla arrabbiare tanto, e pio perché mi hapicchiato non l'aveva mai fatto, e io perché non sono riuscito a reagire?Non trovavo risposta a quelle domande.Il mattino dopo ha fatto colazione come il solito ed èandata a lavorare.La sera appena entrata in casa mi disse, noi due dobbiamoparlare, qui le cose devono cambiare, dal suo tono di voce mi resi conto chenon era niente di buono, dora in poi qui comando t'insegnerò a stare al mondo,tutte le volte che sbagli ti picchierò per fartelo ricordare così nonsbaglierai più, ti picchierò sul culo o in parti de corpo che non si nota se tilascio dei segni, perciò cerca di comportarti bene per evitare le botte.Ora sai come sarà in futuro sta a te la scelta o accettioppure te ne vai subito cosi come stai poiché tutto ciò che è in questa casa emio lo comperato con i miei soldi.Accettai che altro potevo fare senza soldi, né vestiti,né casa dove andavo? E poi gli volevo bene ero innamorato di lei.Preparai la tavola come il solito per entrambi ma arrivòlei e disse togli un coperto qui mangio solo io tu mangerai in cucina dopo cheho finito io, ma io sono tuo marito dissi non puoi trattarmi come una serva.Hai accettato le mie condizioni perciò fai come ti dico,e per questo sarai punito, ora muoviti voglio mangiare.Dopo mangiato venne in cucina e disse togliti i pantalonie le mutande mi prese per un orecchio e mi trascinò in sala. Poggia le mani sultavolo, si mise al mio fianco e cominciò a sculacciarmi con una mano dritta euna al rovescio, il culo cominciava a bruciarmi e più io dicevo basta più leipicchiava, dopo circa dieci minuti smise avevo il culo in fiamme cercai dimassaggiarmelo con le mani ma lei mi fermò non toccarti voglio che ti bruciapiù a lungo cosi ti ricorderai di non contraddirmi.Durante la settimana tutte le sere trovava una scusa perpicchiarmi, non mi faceva neanche rivestire per avere sempre il culo pronto aricevere altre botte. Il venerdì sera era pronta ad uscire e disse "ioesco e per evitare che anche tu lo faccia spogliati metti i vestitinell'armadio e portami la chiave", "nudo?" dissi, io "si tivoglio nudo completamente", mi spogliai gli consegnai la chiave non volevofarla arrabbiare per non prendere altri sculaccioni, rimasi solo in casa nudo,così tutte le volte che usciva io restavo solo in casa nudo. Quando avevofreddo mi mettevo un suo vestito e lo toglievo prime che lei tornasse. Una notte mi addormentai sul divano lei tornò e mi videcon la sua gonna, "scusami ma avevo freddo"dissi "lo tolgo subito" tremando avevo pauraper il mio povero culo, "no -disse lei- ci stai bene cosìvestito girati si stai bene vestito così e solo unpo'stretto ma rimedieremo, ora sono stanca ti puniròdomani per averlo messo senza il mio permesso".L'indomani prima di uscire mi fece poggiare le mani sultavolo e a culo nudo mi punì. Tornò con dei pacch disse vieni ho comprato della roba per te, provati questaera una gonna elastica mini che mi copriva appena appena il culo e i genitali,un'altra larga sempre mini che sembrava non averla addosso, calze autoreggenti,e un reggicalze "d'ora in poi di giorno ti vestirai sempre così ipantaloni li userai solo per andare a fare la spesa". Non obbiettai perpaura della sua reazione (ne avevo già prese tante prima e mi bruciava ancorail culo.)Usciva sempre più spesso avevo capito che aveva un amanteanche perché tra di noi i rapporti erano chiusi se io mi avvicinavo mi dicevadi no se insistevo mi andava bene se mi diceva fatti una sega oppure mipicchiava, a volte se ero fortunato mi faceva lei una sega, ma di scopare mai. Un giorno mi feci coraggio e dissi "scusami cara seti dico una cosa promettimi di non picchiarmi?" "Non ti promettoniente però dimmela e poi deciderò", "sai, io, ecco, voglio,vorrei.." "allora ti decidi a parlare?" Sbottai tutto di unfiato "tu hai un amante?" "Tutto qui -rispose lei tranquilla- sicerto che ho un amante cosa credi che non scopo con te non scopo connessuno?" Mi sono sentito le gambe molli quasi svenivo per larabbia, ebbi una reazione d'orgoglio e dissi non è giusto a me che sono tuomarito fai fare solo seghe. Non finii la frase che mi infilò una mano sotto la gonnaprese i miei genitali srtingendomeli e gridava, "io faccio quello chevoglio se non ti sta bene quella è la porta", e con l'altra mi picchiava,appena li lasciò caddi a terra per il dolore ma lei continuava a darmi calcidove capitava io gridavo, ti prego basta non ne posso più mi fai male, smise sivestì ed uscì o rimasi a terra e ci volle parecchio tempo prima di riprendermi.Una sera avevamo a cena a casa nostra con i suoi colleghie le mogli, mentre portavo i piatti sporchi in cucina mi caddero a terra, dicorsa mia moglie venne in cucina mi spinse all'angolo ed intanto che mi picchiavaè entrata Carla che ha visto tutto, mia moglie non si scompose mi prese per unorecchio mi trascinò in sala, e disse "ora lo sapete anche voi sì iopicchio mio marito, e c'è dell'altro che dovete sapere, vai a vestirti".Andai a mettermi calze autoreggenti senza mutande e la mini gonna larga, appenaentrato in sala scoppiò una risata generale. Mia moglie mi sollevò la gonna edorgogliosa mostrava il mio culo ben arrossato.Non vi dico i commenti. Volevo sprofondare per lavergogna, ma sapevo che dovevo abituarmi a servire così vestito.Quando andavamo da loro mettevo i pantaloni per uscire dicasa ma appena arrivati mi faceva indossare la gonna, aiutare a servire, alavare i piatti mi obbligava e fare quello che dovevano fare le altre mogli. Unasera andai ad aprire, mia moglie disse "siamo in due ti presento il mioamante", rimasi pietrificato non sapevo cosa fare abbassai gli occhi edissi piacere, prepara da mangiare per due io faccio una doccia intanto offrida bere al nostro ospite, con le gambe tremanti non so se per la vergogna o peril nervosogli portai da bere tenevo sempre gli occhi bassi avevovergogna a guardargli in faccia.Gli servii da mangiare. Dopo mangiato mentre lavavo ipiatti Mia moglie mi chiamò erano tutti e due nudi sul divano disse "ègiunto il momento che tu fai veramente la donna, perciò prendi in bocca il suocazzo e fagli un bel pompino". "Cosa? No ti prego questo no mi faschifo". Per tutta risposta mi tolse la gonna e cominciò a picchiarmi, nonvolevo cedere, mi picchiava con la riga da disegno, sul culo e sulle cosce maio non cedevo era troppo grande l'umiliazione e poi mi faceva schifo, speravoche il suo amante intervenisse in mio aiuto ma lui stava fermo a guardare lascena anzi si divertiva. Allora mia moglie prese il ferro da stiro lo poggiò perterra lo legò con un capo dello spago e l'altro capo lo legò ai miei testicoli,mi mise in piedi con le gambe divaricate rivolto verso il divano "staraicosì fino a che non ti deciderai a prenderlo in bocca". Andò sul divano ediniziarono a fare l'amore io costretto a vedere la scena, se mi muovevo tiravolo spago e il peso del ferro mi strappava i ciglioni. Avevo i muscoli dellegambe che cedevano non resistevo più anche per le rigate che avevo ricevuto,dissi "va bene gli faccio il pompino ma ti prego basta non ne possopiù" caddi in ginocchio proprio davanti al suo cazzo glielo presi in bocca,era già duro, intanto mia moglie mi guidava, "ecco ora lecca sul filetto,ora lecca la cappella, fattelo scivolare in bocca, fino in gola", ioeseguivo come un automa non capivo niente, venne quasi subito mi sborrò inbocca mi faceva schifo, di scatto mi alzai per andare a sputarlo ma avevo ancorail ferro legato ai coglioni presi uno strappo, urlai per il dolore, ricaddi aterra, mia moglie mi prese per i capelli e disse "devi ingoiare tutto deviimparare come si fa. Avanti adesso lo riprenderai in bocca e lo pulirai perbene, dai continua così vediamo se riesci a farlo venire di nuovo". Mislegò i testicoli "tira su il culo che ti massaggio un po' intanto che tupompi", ormai eseguivo gli ordini senza rendermi conto di quello chefacevo. Ad un certo punto lanciai un urlo, mia moglie si era messo un cazzo fintoe me lo ha messo nel culo, volevo alzarmi ma lui mi teneva la testa pressatasul suo cazzo mia moglie con il cazzo nel mio culo e con le mani mi teneva ifianchi, "continua a pompare" mi diceva intanto faceva andare avantie indietro il suo cazzo finto, lui venne per la seconda volta ingoiai tutto efinì il mio supplizio. Mia moglie sfilò il cazzo mi buttai sul pavimento daldolore ero sfinito piangevo, mia moglie mi aiutò sollevarmi e baciandomi mi disse, "adesso sonosoddisfatta e orgogliosa di te sei diventato una donna a tutti gli effetti orapotrai prendere in culo anche un cazzo vero. E non piangere come un femminucciavedrai che in futuro ti piacerà ". Dopo quella sera che mia moglie mi ha fatto diventaredonnaTutti i sabato sera Claudio (così si chiama il suoamante) veniva a cena da noi, io preparavo da mangiare, servivo senza sedermi atavola restavo in piedi vicino a mia moglie a riempire i bicchieri di vino e d'acqua,loro parlavano come se io non ci fossi m'ignoravano completamente.Dopo mangiato io sparecchiavo, lavavo i piatti e loro osul divano o a letto scopavano. Quando mia moglie mi chiamava io dovevoprendere in bocca il cazzo di Claudio e pompare, ma siccome lui si era già sfogatoera molle e per farglielo tirare dovevo leccare e pompare per tanto tempo, mifacevano male le mandibole ma non smettevo per non fare arrabbiare mia moglie,lei diceva che così facevo esperienza eche mi sarebbe stata utile in futuro, quando diventavaduro lui saltava su mia moglie e la scopava dinuovo.Sergio il suo collega era diventato direttore e ci hainvitato a cena al ristorante, eravamo noi Francesco Carla e sua moglie Paola,si parlava del più e del meno quando la conversazione cadde su noi, chi diceva chenon era giusto il comportamento di mia moglie nei miei confronti chi invecediceva che chi comanda ha il diritto d'avere potere assoluto, io restavo zittonon volevo dire cose che facessero arrabbiare mia moglie, ad un certo punto miamoglie disse un po' seccata che lei agiva come voleva e che erano affari suoi.Siccome io ero la donna in casa dovevo essere donna in tutto, gli raccontò deinostri rapporti con il suo amante, che io gli facevo i pompini e che leim'inculava con il cazzo finto.Vedevo le loro facce sbalordite per quello che mia mogliediceva, volevo nascondermi per la vergogna, mi alzai dissi vado in bagno e liebbi una crisi di nervi e piansi.Tornato al tavolo Paola mi disse "è vero che faitutte quelle cose che dice tua moglie?" "Si" dissi senza alzaregli occhi dal tavolo "e tu non dici niente, non reagisci?" Se lofacesse lo riempirei di botte dissemia moglie.Tornati a casa prima di andare a letto mia moglie si miseil cazzo finto, io m'inginocchiai lo presi in bocca lo bagnai per bene mi stesicon la pancia sul letto e le gambe per terra, lei me lo mette nel culo e mi scopa,era ormai una prassi che quando lei si metteva il cazzo finto io dovevo primabagnarlo e poi prenderlo nel culo, lei diceva che lo faceva per il mio bene eche mi preparava per quando dovevoprendere quello vero, io nonostante il dolore dovevoanche ringraziarla.Una sera dovevamo andare a cena a casa di Francesco miamoglie disse sotto i pantaloni ti metti la gonna voglio che aiuti Carla vestitocosì. Mi misi le calze autoreggenti la mini gonna stretta, appena arrivati a casami tolsi i pantaloni, per non sentire i commenti andai subito in cucina adaiutare Carla.Nel servire in tavola mia moglie mi molla una sberlaurlando "guarda come ti sei sporcato la gonna non stai mai attento,toglitela subito e vieni qua" era un ordine che non accettava repliche, misfilai la gonna e rimasi solo con le calze senza mutante (non le mettevo mai)mi stesi sulle sue gambe e cominciò a sculacciarmi, finito mi disse "adessostarai così e servirai do solo" anche Carla si sedette a tavola, io servivoe giravo intorno al tavolo per riempire i bicchieri, intanto che riempivo ilbicchiere di Carla midice "ti brucia?" E intanto mi tocca il culo,"un po'" risposi. Finito di mangiare sono andato in cucina a lavare ipiatti, intanto gli "uomini" parlavano di lavoro le donne vennero incucina a farmi compagnia, mi sentivo ridicolo loro ben vestite ed io nudo, maormai non potevo farci niente non sapevo più cosa era la vergogna non avevo piùdignità .Tornati a casa dissi a mia moglie "posso andare aletto o mi devo preparare?" Speravo che non m'inculasse ma lei disse"preparati non dobbiamo perdere le buone abitudini", così anchequella sera il mio povero culo ebbe la sua parte.Una mattina prima di uscire mi disse "oggi viene atrovarti Sergio il mio direttore trattalo bene ci tengo a fare carriera".Verso le tre del pomeriggio arriva Sergio "ciao-disse- te lo ha detto tua moglie che sarei venuto a trovarti?""Si" risposi "mi ha detto che sai fare bene i pompini sono quiper verificare" e si sedette sul divano senza dire una parolam'inginocchiai gli abbassai i pantaloni e mutante glielo presi in bocca e cominciaia succhiare, "cazzo come pompi bene lo succhi meglio di mia moglie e anchedi tua moglie (cosi ho saputo che si e scopato mia moglie) dai non smettere,fai piano così dura di più, sei forte dovresti insegnare anche a mia mogliecome si fa". Finalmente venne ingoiai tutto.Lo accompagnai in bagno glielo lavai per bene gli dissi"vuoi che lo faccia di nuovo?" ( mia moglie mi aveva raccomandato ditrattarlo bene altrimenti povero il mio culo.) "si dai" disse luicosì ripresi a pompare per la seconda volta.Appena entrata mia moglie cominciò a spogliarsi buttandoi vestiti per terra come faceva di solito, io dietro a raccoglierli disse"è venuto Sergio?" "Si" "è rimasto soddisfatto?""Credo di si", "bene ora faccio una doccia, non preparare damangiare vado fuori".Appena uscì dalla doccia ebbi un attimo di coraggio edissi arrabbiato, "non è giusto mi obblighi a fare il tuo schiavo, ma nonvoglio fare la tua puttana, per farti fare la carriera". "Cosa aidetto?" Ho visto il suo sguardo era veramente arrabbiata ho avuto paura esono scappato a chiudermi in bagno, lei mi corse dietro "apri subitoquesta porta o sarà peggio per te", non volevo aprire avevo troppa paurama sarebbe stato peggio se non l'avessi fatto subito. Aprii la porta mi buttaiin ginocchio ai suoi piedi, chiedendo perdono, lei mi prese per i capellicominciò a picchiare mi stese per terra dandomi calci sul culo, sulle gambe,sulla schiena, "seguimi" disse mi alzai per seguirla ma leimollandomi un manrovescio disse "ti ho detto di seguirmi non dialzarti", la seguii a quattro zampe mi portò in sala "mettiti con lapancia sul tavolo e stendi le mani in avanti", prese una corda mi legò lemani alle gambe del tavolo e cominciò apicchiarmi con la riga da disegno, sul culo e sullecosce, io gridavo "basta ti prego non ne posso più", ma lei non miascoltava neanche e continuava. Quando si stancò avevo il di dietro in fiamme,speravo che mi slegasse per poggiarmi alle piastrelle della cucina per sentireun po' di sollievo, ma lei mi fece inginocchiare sullo sgabello prese lo spagomi legò i testicoli al ferro da stiro poggiato per terra con lo spago tirato inmodo che ogni movimento che facevo mi strappavo i coglioni.Si vestì stava per uscire, io piangendo la supplicavo dislegarmi di non lasciarmi in quella posizione, lei non mi degnava neanche diuno sguardo, non disse una parola e uscì. Io avevo tutti i muscoli delle gambe ela schiena che mi facevano un male terribile, cercavo di stendere prima unagamba e poi l'alta con piccoli movimenti altrimenti tiravo lo spago e poveri imiei coglioni. Non so quando tempo è passato sentivo aprire la porta, era lei eClaudio il suo amante, ebbi un attimo di sollievo finalmente mi avrebbe slegato,ma loro si misero sul divano ad amoreggiare, io supplicavo mia moglie dislegarmi ma lei agiva come se io non esistessi. Vennero dietro di me mia mogliemi allargava le chiappe del culo, lui con un colpo secco m'infilò il suo grossocazzo, lanciai un urlo che subito mia moglie mi tappo la bocca, intanto luicontinuava a fare avanti e indietro fino a quando non mi sborrò sulla schiena.Dopo mia moglie mi slegò, io caddi a terra dolorante,"vai a farci un caffè" disse lei, io cercavo di rialzarmi ma avevo legambe che non mi sostenevano, camminando a quattro zampe preparai il caffè, bevveroil caffè ed uscirono senza dirmi una parola, come se io fossi il loro strumentodi piacere.Ormai mi ero rassegnato a fare la vita da servo e oggettodi piacere di mia moglie, dei suoi amici, e del suo amante, che sembrava che ciprovava più gusto a farsi fare i pompini ed inculare me che a scopare mia moglie.MAX_101
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15 anni fa
IncantoLunare, 33/28
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Il Contatore del sesso ....
Dopo qualche secondo di terrore, si fece coraggio e michiese "Antonio, ma ti rendi conto di ciò che può succedere?? passi perfarmi vedere il seno--magari nuda--. Ma non posso nemmeno immaginare chequalcuno mi possa toccare!! ". Aiuto, il vecchio doveva venirmi incontro,altrimenti avrei perso tutto. E così è stato. "Signora, per legge nessuno può imporre a chiunquedi fare qualcosa contro la sua volontà ", la interruppe il vecchio. Saggio,eheh, non c'è che dire. La verità non la può dire. La sanno in pochi:praticamente tutti quelli che combinano l'incontro. Anche Giulio la sapeva, laverità :"Antonio, per convincere Sandra e qualche altra,senza farsene accorgere, hanno una 'ricetta' segreta. Una specie di droga, o dieccitante colombiano. Fanno tutto in modo organizzato: appena entrate si passain una piccola stanza prima di entrare nel salone, ed in quel momento spruzzano in aria quella sostanza mista a fumogeno, per far apparire tutto come unatrovata scenografica". Eccezionale, il vecchio. Era riuscito in un secondoa rassicurare la mia Sandra. "Fiuu che mi credevo. Meno male. Ma comunque non mifido. Antonio appena entrati tu devi precipitarti da me. Va bene il regalo, vabene farmi vedere in intimo, però ho paura"."Ma figurati cara, geloso come sono, come potrei maipermettere a qualcuno di toccarti??". Falso. Falso e imbecille. Di essere geloso, lo sono sempre stato, ed anche di quelli pericolosi. Ma avevo il desiderio irrefrenabile di avere la mia Sandra disponibile a tutto, per me. "Ora però ho bisogno di quel documento firmato, mavorrei anche incontrarvi separatamente. Questione di cinque minuti."Sandra si allontanò ed usci dalla stanza.era il momento giusto per avvertirmi delle novità piùsuccose. "Sig. Antonio, ora le posso spiegare davvero come avviene iltutto. Sappiamo tutti e due il motivo della sua venuta. Non è il solo, anzi. La maggior parte delle coppie viene qui spinta dal desiderio del marito di"disinibire" la propria moglie o la propria fidanzata. In anni diesperienza abbiamo potuto sperimentare varie alternative, circa il prosieguo, esiamo arrivati ad un gioco molto intrigante. Tenga presente che ovviamente, nelsalone sono quasi tutti uomini; a parte i nostri aiutanti, ci sono facoltosi imprenditori in vena di follie, ragazzi valutati attentamente in base aprestazioni e dimensioni e due ragazzi di colore effettivamente iperdotati. Ledico anche la situazione in salone: è un locale completamente pavimentato damaterassini, con pochissima luce e tutti i partecipanti sono dotati di unamaschera per evitare spiacevoli incontri. Non c'è quasi nessuna possibilità diriconoscere qualcuno. Senza sprecare altro tempo, anche perché la sua signorapotrebbe avere qualche ripensamento, le spiego tutto: lei fa finta di entrare nel salone e va nella saletta privata. Tale saletta è dotata di un display con4 numeri, che inizialmente partono da 0: tali numeri rappresentano le volte chela sua signora ha un orgasmo, che un suo partner le viene nel davanti, nel didietro e in bocca. Per l'orgasmo di sua moglie lei deve dirci quali segnali delsuo corpo possono farcelo intuire. La cosa intrigante è che sarà lei a deciderei numeri da raggiungere: infatti questi valori saranno poi evidenziati nelsalone, per permettere ai nostri 'amici' di poter soddisfare il suo desiderio.Ultima cosa: ci sono due pulsantini removibili, sotto il display: lei deve solopremerli e posizionarli nel 'settore' che desidera. Rappresentano i nostri'campioni' di colore: sarà lei che indicherà a loro comee se devono 'lavorarsi' sua moglie. Ovviamente, come per sua moglie, nemmeno per lei è possibile interrompere prima delle due ore: quindi nessun ripensamento". Venni preso da una sensazione di terrore mista adangoscia: per la prima volta sentivo mia moglie, colei con la quale ho diviso tutto, che amavo follemente, trattata come una baldracca da monta. Ma vi eraanche quel desiderio di sapere come sarebbe andata a finire, talmente leimmagini erano che avevo in testa erano distanti: la purissima Sandra eun'ammucchiata. Figurarsi. Vinse, neanche a dirlo, il desiderio di andareavanti, anche se sapevo già cosa avrei provato in quella saletta, con lagelosia latente che mi ha sempre contraddistinto. "Ma mia moglie, appena non riuscirà a trovarmi,cercherà di scappare!", riuscii a dire, anche per prendere un po' ditempo, e cercare di respirare. "Eheheh, vede amico mio, non lo farà per dueragioni: la porta che permette di entrare nella stanza non ha maniglie nelsalone; poi, mio caro Antonio, la 'libella' fa miracoli e se ne accorgerà ..Eheheh" "Ma ..la situazione igienica voglio dire tutti quegli uomini. Siamo sicuri?""L'unica persona che non ha consegnato il certificato per l'AIDS è proprio sua moglie, il suo amico Giulio ha garantitoper lei e poi non avremmo potuto continuare il 'gioco', con quella richiesta.Gli altri sono tutti schedati e fanno il test ogni 15 giorni. Anche gli ospitiesterni maschili hanno dovuto mostrare un certificato idoneo". "Sa, mi spiace restare in una stanza senza poter vedere nulla"."E qui che sta il bello, sig. Antonio: non è come crede lei. Il salone è dotato di ben 15 videocamere, tutte a infrarossi:praticamente come se fosse giorno. Cinque videocamere saranno continuamenteposizionate su sua moglie: 10 ore di riprese che le verranno consegnateall'uscita. E non è finita ancora.""E cosa c'è ancora. Mi sembra di impazzire: non mista dando un attimo di respiro!""Eheheh ho quasi finito, non si preoccupi. Dopo ledue ore lei avrà la possibilità di entrare per cinque minuti nel salone, dotatodi occhialini ad infrarossi. Lei potrà vedere tutto quello che vuole mentre lasua signora non potrà vedere nulla, solo ombre. Le ricordo anche che tutti imiei collaboratori, i ragazzi di colore e i ragazzi che hanno superato lavalutazione settimanale, sono dotati anche loro di occhialini ad infrarossi. Aquel punto potrà prendere sua moglie e magicamente la porta si aprirà per poteruscire ed entrare nelle vostre stanze per il meritato riposo".Sghignazzava il vecchio, ne doveva aver viste di tutti i colori, ma devoammettere che la serata l'avevano preparata proprio in modo ineccepibile. Senzadire altro, firmai il modulo. "Ora entrerà mia moglie? ""Certo, deve firmare anche lei""Cosa le dirà ""Tutte e sole parole rassicuranti. In sostanza chesi divertirà , che non deve aver paura ecc. E poi, dulcis in fundo le faròvedere questa cassetta" accese un videoregistratore posto sulla destra eil televisorino che aveva alle spalle prese vita: c'erano delle immaginiallegre, di coppie nude o in intimo, con coriandoli e stelle filanti che lafacevano da padrone."Una festa di carnevale??""Già , signor Antonio, non trova che una festa inmaschera possa essere credibile? E' eccitante, c'è il nudo, e non fa paura,eheheh". Non faceva una grinza. Quasi come inebetito uscii dalla stanza edissi a Sandra di entrare."Come mai tutto questo tempo?" mi chiese molto preoccupata."Non temere, ti fa vedere un filmino per far capire cosa succede. Tutto qui.""Ok. Ma prima di firmare io leggo tutto. Va bene?""Certo, cara." aspettai una decina di minuti pensando alle migliaia di cose che sarebbero potute accadere, e se quel chestavo facendo e che stavo facendo fare a mia moglie, fosse la cosa giusta."Antonio, eccomi.""Sandra, allora?" aveva un sorrisone: la cura del filmino aveva funzionato."Bene, un po' stravagante, ma a queste condizioni misembra molto simpatico. Forse hai avuto una buona idea: non ho capito però perché dobbiamo entrare separati""Credo sia una sorpresa, tipo siparietto""Ma io mi vergogno. Credo che starò per tutto iltempo in un angolo con le mani sul seno"."Ehehehe chi lo sa, tesoro. Pensiamo solo adivertirci.""Va bene amore. Spero solo di poterti far felice" partì un bacio dai mille significati. Fu il mio primo verotradimento. Non le avevo mai mentito. "Caro, ma non ti sembra che sia davvero esagerato?" si riguardava continuamente nello specchio della nostrastanza. Aveva il seno praticamente fuori dal reggiseno, i glutei gonfi chenascondevano il minuscolo perizoma nero. Su mia richiesta, si era depilata lapasserina: il davanti del perizoma era volutamente semitrasparente,evidenziando la pelle chiara priva dei peli. Un bocconcino davvero arrapate:feci fatica per non saltarle addosso. "Driiiin":il segnale. Lo squillo telefonico indicava di scendere al pianterreno, l'inizio della serata. Sandra sembravarilassata, nonostante fosse coperta solo da quei pochi grammi di tessutotrasparente: c'era in effetti un caldo asfissiante, ma mia moglie non simostrava in quel modo nemmeno in casa, per paura delle finestre, e quindi diqualche involontario guardone. "Eccovi qui. Sandra, lei è davvero bellissima. Hadelle forme invidiabili". Sandra cambiò colore immediatamente: la sua timidezza è sempre stata un problema."Bene, signor Antonio: lei deve entrare dalla portablu, lei signora dalla porta rossa. Una volta entrati vi troverete in un ingressino: ci sarà un po' di fumogeni che serviranno per la 'scena' "."Va bene" rispondemmo in coro. mi venne lapelle d'oca, nonostante la temperatura africana. Stavo per lasciare la mano dimia moglie. L'avrei ripresa solo dopo due ore, dopo chissà cosa. Per due ore sarei rimasto in uno stanzino, chiuso, con la consapevolezza che molte mani avrebbero toccato quel seno, quei glutei, la mia passerina. Mi diede un ultimobacio. "Caro, ci vediamo fra un secondo nel salone. Miraccomando. Non fermarti. Lo si che mi vergogno, combinata in quel modo".Venne presa delicatamente con il braccio dal gestore e venne accompagnata davanti alla porta rossa. Questa si aprì lentamente e lei entrò. La porta sirichiuse e con lei anche il mio cuore. Mi venne di nuovo quella maledetta sensazione di terrore. "Non si preoccupi, venga: l'accompagno nella stanza.Ci sono altri due mariti come lei." come, altri due? allora diceva il veroil vecchio. Siamo in parecchi ad avere quel problema. Lo seguii come un automaed arrivammo in una stanza anonima, senza mobili: solo tre sedie ed una paretecon quei display. Intravidi subito un nome "Sandra" davanti all'unicasedia vuota. Era quella destinata a me. Mi voltai e notai i due miei colleghidi sventura: un signore sopra la trentina, ben distinto, alto. Poi un signoreanzianotto, tarchiatello, sulla cinquantina. "Sono italiani anche loro", mi disse. "Ilprimo si chiama Andrea ed è qui da quasi venti minuti. Il secondo da più di unora, si chiama Lorenzo"."Ora vi lascio. Sapete già tutto. Ma prima devedarmi i numeri da comunicare ai ragazzi." non sapevo cosa dire. Qualinumeri. Non ci avevo pensato. Cazzo. Sparai a casaccio "Tutti 5". Idue compagni di sventura si girarono di colpo: avevo sparato alto? troppo basso? Mi girai di colpo verso il gestore, che mi rassicurò: "Un buonnumero. Complimenti". Oddio. Mi sembrava di trovarmi come un bambino in attesadel dentista. Che sensazione sgradevole. Pian piano mi accomodai senza dire unaparola sulla mia sedia. Tutti segni 0. Bene. Pensai. Ma erano passati solo 3minuti. Cosa stava succedendo là dentro? girai nuovamente lo sguardo versoAndrea, alzai gli occhi per vedere il suo display: la sua donna era venuta 1volta, ma i ragazzi si erano scatenati. Ben 7 volte erano venuti nel corpo diLoredana, sua moglie. Anche una volta nel culo. Ahhh il culo della mia Sandra.Non ci riuscirebbe nessuno a violare il suo di dietro. Nemmeno con un chilo di cocaina. "Driiin". Cos'era? questo squillo mi era nuovo.Mi girai verso Lorenzo. Il suo score era aumentato: la sua Sofia aveva ingoiatoun bel po' di seme da qualche giovincello. Incredibili i numeri di Sofia: eravenuta 4 volte, 5 volte avevano abusato della sua fica, 2 volte del suo culo, eben 7 pompini con ingoio. Incredibile. "Driiin". Di nuovo. Mi girai verso Lorenzo.Chissà cosa aveva combinato Sofia, questa volta. Cazzo, nessuna variazione. Maallora Andrea sicuramente lui. Osservai il suo display: nulla. Mi venne quasiun infarto: non riuscivo ad alzare lo sguardo verso il display di Sandra. Mifeci coraggio e vidi il primo "uno" stampato sotto la scritta"davanti". E' fatta. Uno dei ragazzi si era scopato mia moglie, ilsuo seme le stava riscaldando le pareti interne della vagina. Seme di unosconosciuto. Sperma non mio. Oddio. Non sapevo cosa pensare, cosa fare: mialzai di scatto, ero diventato bollente dalla rabbia ma anche dall'eccitazione.Osservai nuovamente Lorenzo, lui aveva dato i numeri alti all'inizio: un ora equindici e la sua mogliettina si era fatta sbattere già 18 volte. Mi ci vollero2 minuti buoni per calmarmi: gli squilli dei miei due compagni erano continui:Andrea era davvero molto sereno, mentre Lorenzo sembrava essersi fatto ancora piùpiccolo. Mi sedetti e proprio in quel momento arrivò il mio secondo squillo:secondo davanti, e erano passati solo 12 minuti! oramai mi rassegnai: ecco ilterzo. Tutti davanti. Su questo c'erano pochi dubbi. Dopo quaranta minutiarrivò il primo ingoio di Sandra: ripensai a quelli che mi faceva, sempremalvolentieri, solo per farmi felice. Ora aveva nello stomaco una buona dose disperma di un perfetto sconosciuto. E tre dosi nella fica. Il gestore me loaveva assicurato: vedrete che con quella 'roba' nulla resiste. Iniziai apensare alle cassette: da un lato le volevo bruciare, dall'altro avevo undesiderio irrefrenabile di vedere le performance di mia moglie. Ma mentreriflettevo ecco un doppio squillo: era oramai inconfondibile, era quello dellamia Sandra: ma perché due? alzai gli occhi curioso e non riuscii a credere aimiei occhi: era stato violato il culo della mia Sandra, e per di più mentre leisi beveva comodamente il suo secondo succo di palle. Il culo di Sandra, queiglutei così morbidi, quel buchino così dolce, ero riuscito in tutti gli anni dimatrimonio a leccarglielo solo due volte. Ora era stato sfondato da un ragazzocon un randello di carne. Vidi Lorenzo alzarsi: aveva lo sguardo perso nelvuoto: lo score di Sofia era incredibile. Erano passate due ore e lei erariuscita a bere dieci dosi di nettare, dieci volte era stata infornata neldavanti e 5 volte dietro. Lei era venuta per 3 volte. Per non pensare alla miaSandra, mi feci coraggio e chiesi a Lorenzo "Scusi ma quante volte avevastabilito?" lui si girò e con un filo di voce mi disse "mi volevapunire per un tradimento di un anno fa. Un semplice pompino in ufficio,capisce? Il numero lo ha stabilito lei. Per punirmi. Voleva battere il recorddel locale. Dieci di tutto. C'era quasi riuscita, la maledetta." mi salutòcon un cenno del capo e lo vidi sparire dietro la porta aperta da un addetto:lui aveva finito il supplizio. Mi voltai verso Andrea: la sua Loredana si erafermata: nessun nuovo aumento, da più di dieci minuti. Mi girai verso ildisplay di Sandra, fissando l'orologio: un'ora e venti. Alzai gli occhi e dinuovo mi venne un mezzo infarto. Era venuta 4 volte! Lei. La mia Sandra, cheper venire una volta ho dovuto pregare per un mese e sudare sette camicie.Incredibile. Ma poi vedo gli altri numeri: cinque uomini le erano venuti nellafica, cinque nella bocca e quattro in culo. Fui preso da un raptus senzaprecedenti: presi entrambi i pulsantini, quelli dei ragazzi di colore e li misinello stesso momento in corrispondenza del davanti e del di dietro. Oramai nonragionavo più. Mentre mi accingevo a fare ciò, anche il quinto aveva consegnatola sua cospicua dose di sborra nell'intestino della mia signora. Non riuscivo aimmaginarla: con tutti quei ragazzi addosso che la sodomizzavano, lapenetravano, le riempivano di sborra ogni buco. Venti minuti mancavano, oramaiavevo fatto partire anche i negri; ero in piena crisi. Passavano i minuti,nessuno squillo. Andrea era andato via senza dirmi una parola. La sua Loredanaaveva fatto le cose in grande, anche se gli ultimi minuti non aveva combinatonulla. Ad un certo punto fissai i pulsantini di Andrea e Lorenzo: nessuno deidue li aveva utilizzati. Oh mio Dio, forse avevo esagerato: forse loro sapevanoche poteva essere un trauma troppo grande. "Driiiin": squillo singolo. Il 6 incorrispondenza della fica di Sandra era lì a testimoniare che anche le palleenormi di uno dei due stalloni negri si erano svuotati nelle viscere della mia amata moglie. Ero esausto: mi venne in mente la storia dei '5 minuti' e mi misia bussare come un pazzo sulla porta. Volevo entrare prima che anche l'ultimo sifosse scaricato dentro mia moglie. Forse potevo fermarlo, almeno lui. Miaprirono subito, consegnandomi gli occhialini. Mi precipitai verso la porta rossa,che si aprì senza nessun problema. In un baleno mi ritrovai dentro: un caldoallucinante, una folla di ragazzi nudi sparsi a gruppetti nella stanza. Nonpersi un secondo. Cercai con lo sguardo mia moglie. Non riuscivo a trovarla.Con gli occhialini l'immagine era chiara, ma tutta rossa: i colori non si riuscivano a distinguere. Distinsi però delle urla di piacere impressionanti:non avevo mai sentito gridare Sandra in questo modo. Ma la voce era sua. Roca,ansimante, ma era la sua. Mi diressi verso le urla. "Ahhhhhhhh sì bastaaaa no ancora non ce la facciopiùùù" frasi sconnesse. Eccola: finalmente la vidi, o almeno la intravidifra un nugolo di ragazzi che la circondavano. Tutti ridacchiavano parlottandofra loro. Mi feci largo, e quando riuscii a crearmi un varco, i miei occhi nonriuscivano a credere a ciò che vedevano. Mia moglie alla pecorina veniva letteralmente montata da un negro di almeno 190 centimetri, un gigante. Eratutto sudato, ma continuava a sodomizzare mia moglie con un arnese che era esattamente il doppio del mio. Colpi incredibili si abbattevano sulle natiche di Sandra:lei cercava di sorreggersi, ma a volte i colpi erano talmente forti che crollava a terra, per poi farsi rialzare dagli altri spettatori. Il viso eracompletamente ricoperto di una crema gelatinosa, non aveva più una cellulascoperta. Il negro mi prese per un braccio, senza smettere di sbattere Sandra,e mi avvicinò a se."Vedi tua moglie? Ora ti faccio vedere come abbiamoridotto il suo culo" uscì l'enorme verga dal culo di Sandra: davanti a meavevo una voragine, ed in fondo si poteva addirittura vedere il liquidoseminale di quelli che avevano già abusato del mio dolce proibito. Ma l'assenzadi uccelli nel culo di Sandra durò un attimo: il negro introdusse il suo enormecazzo nuovamente. In un sol colpo l'intera lunghezza della sua asta sparìnell'intestino di Sandra: rimasero fuori solo le enormi palle. Un paio di colpie quell'armadio di ebano eruttò nel culo. Se possibile cercò di penetrarlaancora di più in quel momento: sembrava che il cazzo dovesse uscirgli dallabocca. Per buoni venti secondi si sentivano solo le urla di liberazione delnegro e quelle della mia Sandra, che era venuta ancora una volta. In pochi secondi comparvero degli inservienti che presero dolcemente la mia Sandra, la posarono su di una barellina da campo e la portarono fuori. Io li seguii senza fiatare. Oramai paonazzo, lesensazioni che provavo erano incredibili ed inspiegabili. Vedere la mia Sandra essere montata, inculata da un cazzo nero così grosso, era stata una esperienza davvero troppo forte. Mentre seguivo gli inservienti con la mia Sandra, latesta mi girava in modo incredibile. Ero certo di stare per svenire, ma la miaforza di volontà mi imponeva di resistere: volevo assicurarmi delle condizionidi mia moglie. I due ragazzi, una volta arrivati nella nostra stanza,adagiarono Sandra sul letto e andarono via. Io mi avvicinai lentamente a lei.Incredibile: si era addormentata. Dopo quello che aveva passato, lei dormiva,ed anche serenamente. Le aprii le gambe: era interamente impiastricciata disperma, ma quello che notai era incredibile: un rivolo di sborra stavalentamente uscendo dal culo e dalla fica di Sandra, scorrendo sulle cosce perpoi fare capolino sulle lenzuola del letto. Aveva ancora l'ano completamenteaperto: le misi due dita dentro con estrema facilità . Sentii bussare allaporta: andai ad aprire e mi si presentò davanti il gestore con dietro uno deidue ragazzi di colore."Questi sono suoi signor Antonio", mi disse,allungandomi una busta con delle videocassette dentro."E' rimasto soddisfatto del servizio? E' andatotutto come voleva, no?""Sssssì certo ma..""Niente ma godetevi lo spettacolo dellevideocassette e ..vi auguro di ritornare presto". Si fece avanti ilragazzo di colore: sembrava ancora più grosso di quando lo avevo vistoall'opera."Volevo solo dirle che ha una moglie favolosa. Lopotrà notare in videocassetta, comunque. Ma volevo chiederle, come ha fatto alasciare sua moglie con il culo vergine? E' una cosa fantastica! pensi che abbiamo faticato a tenere tutti lontani. Molti però ne hanno approfittato, enon lo abbiamo segnato nel display, capirà ". Mi salutarono e andarono via,senza aggiungere altro. Quindi il culo di mia moglie era stato lavorato da parecchiragazzi. Al diavolo il sonno, coprii mia moglie con una copertina e misi laprima videocassetta, volevo gustarmi l'emozionante entrata. L'immagine eraperfetta, e anche l'audio era chiaro. Ecco mia moglie che entra in mezzo atutto quel fumo. "Antonio, dove sei? Mi gira la testa. Non riesco avedere nulla. Antoniooo" aveva la voce stranamente tremolante, segno chela droga stava facendo effetto. Neanche il tempo di chiamarmi nuovamente che dadietro la circondarono due mani enormi: presero immediatamente possesso del suo enorme seno, immediatamente liberatosi del reggiseno. "Chi sei, tu? Tu non sei Antonio. Aspetta. Non esagerare. Chi sei?" Si girò e a tentoni cercò di riconoscere quello sconosciuto che continuava a tormentarle i capezzoli. Pian piano iniziò atoccare il petto muscoloso e senza un pelo."Non sei Antonio smettila con i capezzoli ti prego" nulla. Lei cercava dicapire qualcosa e la voce si faceva sempre più tremolante."Aspetta, cerchiamo prima mio marito. Ti prego voglio capire chi oddio!!" le sue mai arrivarono proprio sul cazzo del ragazzo: in video si poteva vedere bene quello che la mia Sandra toccò, ed ebbe giustamente un mezzo infarto. Una proboscide di proporzioni immense, anche più grosso di quello del negro visto in diretta."Ma è quello che penso io? E' .. E' oddio--.."il ragazzo dolcemente fece mettere in ginocchio la mia Sandra: si trovò con ilviso a pochi centimetri da quell'arnese. La curiosità e la droga fecero il resto: in pochi istanti la cappella del cazzone era preda della bocca casta ecuriosa della mia Sandra. Iniziò piano, con brevi tocchi di lingua, per poifarsi sempre più profondi, fino a riuscire ad inghiottire un terzo delrandello. Nel frattempo la camera passò dietro la Sandra:un bel ragazzo sistava lubrificando il suo arnese, grosso ma nemmeno paragonabile a quello cheaveva in bocca mia moglie. Con fare subdolo ma efficace il ragazzo riuscì a posizionare la mia Sandra alla pecorina, mentre lei era intenta a stantuffarequel gioiello mai visto. In pochi istanti il ragazzo inserì il suo cazzo nellafiga di mia moglie. "Ohhhhhh" riuscì a dire Sandra, senza minimamente spostarsi da quella posizione. mai mia moglie aveva avuto a che fare con due cazzi. Continuava a giocare con il cazzone enorme, mentre il ragazzo come una furia la sbatteva per bene. Il culo di Sandra danzava in modo meraviglioso, come lo avevo sempre sognato. "Ahhhhhhhhhhhh" il ragazzo, dopo due colpi diassestamento, aveva sborrato dentro mia moglie, la quale non si era mossa di unsolo centimetro: aveva in mano un diamante e voleva tenerlo tutto per se. Dopo breve arrivò il momento del ragazzone con il randello incredibile. Fece le cose per bene: fermò la mia Sandra oramai in preda ad una foga senza eguali e lafece stendere, con la testa leggermente piegata all'indietro. Inserì il suo uccellone nella passerina bagnata di Sandra con molta difficoltà , era davveroenorme. Sandra assecondava i movimenti:ecco, finalmente era entrato e iniziò unsu e giù lento ma profondo. Ogni volta che quell'arnese entrava nella figadella mia signora, i suoi occhi si spalancavano, fra l'incredulo ed ilsognante. Ci volle pochissimo, la mia Sandra aveva lavorato bene di bocca,prima. Un urlo anticipò la sua venuta, e vidi mia moglie nello stesso momentogodere per essere riempita per bene. Non finì di pulire il cazzo del ragazzoche le si avvicinò un signore piuttosto attempato. "Ora vedrai cosa vuol dire godere" le disse, esenza dire altro la girò verso di lui e la penetrò. Iniziò lentamente, poi lave locità cominciò ad aumentare e poi ancora e poi ancora. Dopo un paio diminuti sembrava un martello pneumatico conficcato nella figa di Sandra checominciava ad urlare come una forsennata. Le piaceva da matti quel modo difottere, io non lo avevo mai saputo. La cosa andò avanti per diversi minuti,poi anche il signore attempato riempì la mia signora. Appena due minuti dicalma, per consentire a mia moglie di riprendersi da tre sborrate: non riuscivoa riconoscere la mia pudica mogliettina, che odiava fare sesso. Che zoccola era, in realtà . Mentre era ancora stesa, senza una parola un signore sullaquarantina prese il suo cazzo e lo infilò nella bocca di Sandra. Iniziò astantuffare in modo forsennato. Si vedeva che aveva una voglia repressa, quellolì. Ad un certo punto si fermò e le disse:"Ora voglio che tu beva tutto" annuì con la testa, la mia mogliettina. Un urlo indemoniato avvertì dell'arrivo del seme: le riprese fecero un primo piano da film porno. Poteì chiaramente vedere la gola di Sandra muoversi in modo da deglutire lo sperma dell'uomo, che non la smetteva più di eruttare. Un fiume direttamente nello stomaco: avevo quasi la sensazione che stesse bevendo da una bottiglia. Almeno una decina di copiosigetti finirono nella gola di Sandra, che a fatica riuscì poi a respirare. "Era tantissima. Ma quanta ne avevi nelle palle???" Nemmeno il tempo di riprendersi che si avvicinarono in due, non si potevano vedere chiaramente, ma sembravano ragazzi: senza dire una parola presero la mia Sandra e la posizionarono alla pecorina: il primo spinse il suo uccello nella bocca di mia moglie che immediatamente iniziò a ciucciare dabrava porca. Intanto il secondo iniziò, senza farsi vedere da mia moglie, alubrificarsi il cazzo di proporzioni ragguardevoli. Appena finito, piantò la sua mazza in figa, cominciando un andirivieni da svenimento. Il ritmo martellante si ripercuoteva nel pompino: la bocca di mia moglie era diventata praticamente una seconda vulva. Dopo un paio di minuti, con mia moglie praticamente inebetita dal piacere che stava provando, il ragazzo uscì il randello dallafiga e lo posizionò in linea con il buchino del culo. Stavo per assistere allasodomizzazione di mia moglie. Mille volte avevo sognato questo momento, anchese l'artefice, nei miei sogni ero io. La telecamera si posizionò in modo taleda produrre un primo piano da sballo: mia moglie era intenta a completarel'opera del pompino. Con un colpo di reni il cazzo entrò nel culo. Mia mogliesi fermò di colpo, emettendo un urlo di dolore. Il ragazzo non si scompose. Inmodo naturale continuò a spingere nel culo di Sandra fino a penetrarla completamente. Il primo cazzo era entrato nel culo di mia moglie. E non era il mio. Mia moglie si bloccò, continuando ad urlare: il ragazzo iniziò astantuffare nel culo piano piano. Nel frattempo il primo ragazzo ripresepossesso della bocca di Sandra e ricominciò a scopare la sua figa personale.Sandra riprese il ritmo. Ora sembrava piacerle anche questa penetrazione. Nonpiù urla ma di nuovo gemiti di piacere. Il movimento durò qualche minuto,dopodiché il ragazzo le venne nell'intestino. Ebbi un brivido intenso. mentreil primo spruzzava le ultime gocce di sperma nel culo, il secondo venne intensamente nella gola di Sandra: anche in questo caso deglutì senza batter ciglio, anzi: le doveva proprio piacere perché non si staccò da quel cazzo nemmeno dopo che ebbe finito di sborrarle in gola tutto il suo nettare. Ad untratto la telecamera riprese il viso dell'ultimo ragazzo: oddio .era ..era non ci posso credere era quel bastardo di Giulio. Maledetto. Ora avevo capito tutto. Era stata tutta una scena per fottersi mia moglie. Non le aveva perdonato quel rifiuto, anni prima.E il bello era che l'aveva fatto coperto dall'anonimato. Venne inquadrato ilsecondo ragazzo, quello che aveva sfondato il culo di mia moglie: stavo persvenire. Era Angelo, o meglio Angelino. Il nipote diciottenne di Sandra. Giuliolo conosceva bene, e a mia insaputa aveva avvertito di tutto il nostronipotino, che sicuramente non aspettava altro. "Oddiooooo". Sentii dietro di me. Era miamoglie, si era appena svegliata ed aveva visto tutta la scena. Mi girai versodi lei, cercando di mettermi fra lei e lo schermo, ma troppo tardi."E' Angelino ..mio Dio mi hai fatto scopare anche danostro nipote e da Giulio!!!""No cara, vedi. Mi è sfuggita di mano la situazione.Hanno organizzato tutto senza dirmi nulla--""Lurida carogna. Proprio una puttana, dovevi farmidiventare? Mi hanno penetrato dappertutto. Sono piena di seme. Ma davveroquesto volevi?" non aspettò la mia risposta. Si alzò e, barcollando,indossò una vestaglia ed aprì la porta della stanza. "Se entro 20 secondi non mi raggiungi in macchina,parto da sola.""Aspetta amore, fatti almeno una doccia.Ragioniamo" macché, era già arrivata alle scale. Raccolsi tutto ilpossibile e le corsi dietro. Salutai con un cenno il gestore, fermo davanti alportone nero, e raggiunsi in macchina mia moglie. Senza dire una parola, avviaila macchina e partii. Le ore di viaggio passarono lentamente,..fra un"bastardo" ed un "te la faccio pagare". Appena arrivati,uscì dalla macchina dicendomi: "Tu vai a dormire in albergo, o dove cazzovuoi. Domani ti faccio chiamare dal mio avvocato, per sistemare la nostra piccola insignificante pendenza". Entrò nel portone, sempre vestita dellasola vestaglia. Notai il suo sedile completamente intriso di sperma: per tuttoil viaggio ne era fuoriuscito dall'ano e dalla passerina. Ero frastornato. Pertutto il viaggio cercai un rimedio, un qualcosa per cercare di aggiustare lecose; ma la presenza di Giulio e di Angelino era stata davvero una sorpresa,per me. "Eccola, finalmente, dottor De Angelis. Sua moglie èarrivata". Infatti ecco una Punto rossa. Non è sola. Lo immaginavo: c'èGiulio con lei. me lo sono meritato."Ciao a tutti. Scusate il ritardo. Toh c'è anche ilcornuto" meritato, anche questo. Fisso la mia Sandra: sguardoallegro,vestitino succinto. Niente reggiseno. Ha proprio organizzato tutto.Intanto Giulio senza dire una parola sbaciucchia sul collo la mia piccolina,che ricambia con un ridolino."Bene, possiamo andare nel mio studio.""Va bene, vi raggiungo subito. Devo solo pagare leconsumazioni al bar". Ho mentito. Sono diventato bravo a mentire. Nonriesco a salire le scale in loro compagnia. Mi concedo ancora qualche istante.La nebbia è andata via, finalmente. C'è addirittura ilsole. Io però sento freddo. Ancora tanto freddo. MAX_101
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15 anni fa
IncantoLunare, 33/28
Ultima visita: 1 anno fa -
la prima volta in un Club Prive
La nostra prima esperienza in un Club Prive risale al
lontano ottobre 2006.
Dopo molti mesi di ricerche e racconti di altre coppie,
decidiamo di provare un famoso club di Vicenza.
Scegliamo, come da suggerimento, il sabato sera.....ci prepariamo
e partiamo verso le 22.30 da casa. Durante il tragitto prometto ad Ely che non avremmo fatto niente....le dico.. andiamo, curiosiamo e poi ce ne
torniamo a casa. Ely per la serata aveva scelto una minigonna in jeans, canottiera e stivali, mentre Luca un classico pantalone
elegante e camicia.
Arriviamo, parcheggiamo vicini
all'entrata del locale e ci mettiamo ad osservare che tipo di gente
entra.,,,,Dopo un po' di titubanza decidiamo di rompere il ghiaccio, scendiamo
dall’auto ed entriamo!!!
Appena sbrigate le pratiche della registrazione, ci troviamo
davanti una spessa tenda rossa, la spostiamo e ci ritoviamo in una stanza molto
grande con una pista da ballo vuota circondata da divanetti e molte persone sedute che parlano. Non sapendo che fare, ci
dirigiamo subito verso l’angolo bar, ordiniamo due cocktail e
sorseggiandoli ci guardiamo attorno un po imbarazzzati.
Il locale si presenta bene, ampio non claustrofobico con
molte coppie che si intrattengono parlando tra di loro. Dopo poco il titolare
del locale, entra in pista e fa una rapida ma esauriente
spiegazione del locale....ora la serata ha ufficialmente inizio!!!Le coppie iniziano ad alzarsi dai divanetti, tuffarsi in pista e scatenarsi.
Ci buttiamo subito in pista pure noi....cerchiamo di osservare l’ambiente
e le persone. Dopo un po’ di salti in pista cominciamo a vedere alcune persone,
o meglio alcune donne, vestite in modo molto provocante.....autoreggenti,
abbigliamento trasparente,si intravededono i loro seni, alcuni
vestitini cominciavano a scivolare....il clima inizia a scaldarsi!
L’atmosfera è bollente....osserviamo che
molte coppie spariscono dietro un’altra tenda.... Incuriositi decidiamo di seguirle..... Spostiamo la tenda e ci troviamo in un lungo corridoio
illuminato solo da una luce soffusa.....camminiamo ed incontriamo nuove zone sempre meno illuminate. Il
corridoio ha pareti con fori di varie forme, misure ed altezze.
Decidiamo di fare un giro veloce di perlustrazione ed ambientazione. Una stanza
attira subito l’attenzione di Ely, dopo un po’ che osserva mi sussurra all’orecchio di portarla in bagno........
Io da bravo “navigatore†la porto quasi al primo colpo
nella zona dei bagni, lei entra ed esce poco dopo... Mi chiede di tenerle le
calze,che si era tolta visto che aveva caldo. Torniamo a girare tra i
corridoi ed Ely si ferma nuovamente nella stanza di prima.... a questo punto,
incuriosito, mi affaccio pure io!
All’interno vedo due coppie molto sensuali che giocano.....le due ragazze si baciano ed Ely mi sussurra nell’orecchio:
“Cosa aspetti....masturbarmi!â€Â
Io resto un po’ spiazzato dalla richiesta ma non mi
faccio certo pregare due volte e inizio a masturbarla.....resto allo stesso tempo sorpreso....non ho mai sentito Ely così bagnata!!!
Passiamo un paio di ore a girare tra i corridoi e a
giocherellare tra di noi.....ci viene una voglia da morire....ma ci sappiamo trattenere, gli accordi sono accordi!!!!Si riparte verso casa.....
L'eccitazione provata all'interno del locale però non ci abbandona......Ely non si sa trattenere durante il viaggio di ritorno si masturba....io non resisto....Serata autunnale e nebbia ci sono favorevoli....trovo un parcheggio lungo la strada ed accosto..sfoghiamo la nostra voglia!!!Vi abbiamo raccontato la nostra prima esperienza al Club privè....e quando abbiamo voglia di una serata un po trasgressiva si parte....soli o con amici con cui condividere serate bollenti,Â
Un bacio Ely e Luca
Â
36047
0
15 anni fa
Luca_Elisa, 34/31
Ultima visita: 3 anni fa -
il gioco delle chiavi
Il gioco delle chiavi
“ Ciao amore, tutto a posto , prenotazione confermata , vado a fare la doccia.” Lo guardo, gli sorrido e scuoto la testa, penso, sei tutto matto. Carlo mio marito rientra a casa tutto euforico, ha prenotato una cena per sabato in un ristorante ….. speciale come dice lui. Siamo sposati da ventuno anni, lui è un bell’uomo alto 1,85, occhi scuri, fisico tonico e ben curato , ha appena qualche capello bianco che gli conferisce un fascino particolare, ha quaranta anni come me. Io Sonia, sono alta 1,80, capelli neri, seno terza piena, culo sodo,e tondo, cosce snelle, occhi chiari, di lui mi sono innamorata che avevo sedici anni, ci siamo piaciuti subito. Già più esperto e sicuro di me, soprattutto nel sesso, al compimento del diciottesimo anno gli regalai la mia verginità. Fu bellissimo, mi fece impazzire di carezze, baci, a tal punto che quando entrò dentro, provai solo piacere. L’anno dopo ci sposammo, e in viaggio di nozze provai anche il piacere del rapporto anale, fu stupendo il modo in cui lui mi portò a un piacere dolcissimo durante la sodomizzazione, e da quel giorno ne divenni così entusiasta che ogni volta che scopiamo una sana inculata non me la nega mai. Prima di lui, io, in fatto di sesso avevo fatto poco, solo qualche sega, ma con la sua calma e pazienza da allora a oggi a fatto di me una donna completa, soprattutto a letto, bocca fica, o culo non risparmio nulla. Col passare degli anni abbiamo scoperto insieme vari piaceri, il nudismo, un velato esibizionismo che ha reso sempre il nostro rapporto fresco, mai noioso, e sempre molto eccitante. Da un pò di tempo fantastichiamo anche sulla possibilità di ospitare altre persone nel nostro letto, ma finito di scopare quelle fantasie restano tali. L’altra cosa che ci accomuna è il compleanno, io e lui siamo nati lo stesso anno, mese, e solo il giorno ci divide, lui è nato il cinque, io il sei. Per questo negli anni passati abbiamo sempre fatto una settimana di vacanza in concomitanza dei nostri compleanni, ma non quest’anno, abbiamo in programma un viaggio in America per il matrimonio di nostra figlia , quindi per il nostro quarantesimo compleanno lui si è messo in testa di passare una serata speciale, tanto speciale che non sono riuscita a sapere nulla. Passano i giorni e arriva anche sabato, mattino estetista, parrucchiera, e quando esco vedo in una vetrina un delizioso vestito nero, gonna corta e stretta con due spacchetti laterali, sopra due strisce di stoffa che si congiungono sul collo e a mala pena coprono il seno, spalle schiena completamente nude, calze autoreggenti, con pizzo, scarpe con tacco a spillo completano l’opera. Lui quando mi vede vestita così fa un fischio di pura ammirazione Partiamo nel pomeriggio dato che per raggiungere il posto ci dobbiamo trasferire in un’altra città, durante il viaggio parliamo di tutto tranne del locale dove mi porta, l’unica cosa che mi dice che vi si fa il gioco delle chiavi, cerco di saperne di più, ma lui mi dice che sarà un sorpresa, e come tale deve restare. Arrivati, lui parcheggia la macchina in un posto riservato di un grande e vecchio palazzo, e sul portone noto una targa dorata ….. INSOLITO RISTORANTE …. Il nome non mi dice molto, entriamo, siamo accolti da un signore molto distinto, “ buona sera signori, “ e nel dire questo mi porge una rosa rossa a gambo lungo, e subito una cameriera mi invita a seguirla dentro il locale, mentre Carlo viene misteriosamente trattenuto all’ingresso. Nel salone da pranzo ci sono diciotto tavoli, e quasi tutti occupati da coppie, una per tavolo, tranne tre tavoli messi un poco in disparte, dove ci sono tre uomini, uno per tavolo. Mentre mi siedo Carlo mi raggiunge, sorride divertito, “ come mai sei rimasto fuori? “ chiedo, e lui risponde vagamente, si siede e incomincia a guardarsi in giro. Le coppie sembrano tutte più o meno come noi, mentre i tre seduti da soli attirano un poco la mia attenzione, uno sembra giovane, avrà si e no trent’anni, un viso ingenuo, aria timida e spaesata, l’altro seduto di lato a noi, è più grande, semicalvo si asciuga continuamente il sudore, ha la classica faccia da porco che sembra essere teso, nervoso, ci guarda tutte come a volerci sbranare. Il terzo sta più lontano, lo vedo male, è in penombra, cappello alla Borsalino, giacca scura, occhiali da sole scuri, sembra voler restare in disparte. Rapidamente tutti i tavoli vengono occupati, solo coppie, e la cena comincia , quattro cameriere ci servono pietanze buonissime in rapida successione, e tutti sembrano non desiderare altro che la cena finisca prima possibile. Circa una mezzora dopo la cena finisce, e a quel punto il signore che ci ha accolto all’ingresso entra nel salone, porta su di un carrello un vassoio con sopra tanti sacchetti tutti uguali di velluto rosso, fatti in maniera tale che non si capiva cosa c’era dentro, e un sacchetto più grande posto vicino al vassoio. “ signori, siete venuti a cena nel mio ristorante, e spero che il cibo sia stato di vostro gradimento, ora passiamo all’altro motivo per cui siete qui, il gioco delle chiavi “. A quel punto lui spiega il gioco, “ quando siete entrati, i signori uomini , hanno consegnato le chiavi della macchina, e noi le abbiamo messe dentro i sacchetti che vedete sul vassoio assieme a un numero , identico a quello che ha ricevuto ognuno di loro. Ora io comincerò a chiamare i numeri dei tavoli dove siete seduti, le signore del tavolo chiamato si alzano, vengono al vassoio e scelgono un sacchetto, lo aprono e leggono il numero che si trova dentro assieme alle chiavi, il signore con lo stesso numero potrà uscire con la donna e sarà sua fino a domani mattina alle otto, quando la riporterà a casa. Ma fate attenzione, i tavoli con coppie sono quindici, mentre i sacchetti sono diciotto, i tre di più non hanno la donna, quindi se la signora sceglierà il sacchetto dell’uomo solo , lui uscirà con la donna mentre il compagno resterà fino a sorteggio finito quando resteranno solo tre uomini. Loro potranno decidere di seguire la propria donna, ma potranno solo essere spettatori senza mai intervenire per nessun motivo, e se il nuovo cavaliere non gradisse la presenza dovranno restare in disparte in attesa dello scadere del tempo concesso, ma diversamente da ciò se resteranno seduti al tavolo potranno tornare un nuovo sabato per usufruire di una serata da singoli come le tre persone sedute lì. Se qualche persona non intende restare per giocare può uscire ora, altrimenti vada come vada, poi non si torna indietro. “ tutti si sono guardati intorno ma nessuno si è mosso.” Bene allora si comincia, “ e detto questo ha preso l’altro sacchetto dal quale ha cominciato a d estrarre numeri a caso. “ tavolo numero 5,” la donna si alza, e si porta vicino al vassoio, indugia un momento poi sceglie un sacchetto, lo apre, e legge “ 9”, il signore del tavolo nove si alza, saluta la compagna e se ne va assieme alla donna. Uno dopo l’altro i numeri vengono chiamati, io dopo un primo momento di stupore comincio a scaldarmi, la mia fica si sta bagnando al pensiero di quale uomo mi porterà con se questa sera. Al quarto numero la signora di turno sceglie un tavolo singolo, e il giovane se ne va con lei, io spero che non mi tocchi il porco sudato. Una dopo l’altro le coppie si formano, esce anche il singolo sudato, lui scatta in piedi quando lo chiamano e si avvicina alla donna, una ragazza abbastanza giovane, lui gli mette subito una mano sul culo e se la porta via ridendo. Alla fine siamo rimaste io, Carlo, e una seconda coppia, due maschi soli, poi chiamano il mio numero, mi avvicino al vassoio, sono tesa, e prendo un sacchetto, mio marito mi guarda, io lo apro, numero 3, il signore solo in disparte con il cappello si alza, viene verso di me, lo guardo , mi piace, ha un fisico non proprio massiccio, guarda mio marito e lo saluta, poi mi prende per mano e usciamo, ma giunta sulla soglia mi giro per vedere se nell’ultima estrazione mio marito verrà sorteggiato ….. no lui resta assieme al marito dell’ultima donne e un giovane la cui compagne è uscita con il porco sudato. Raggiungiamo la macchina, il mio cavaliere non mi ha detto una parola, mi apre lo sportello, e quando siamo in viaggio lo osservo, sembra un bell’uomo, fisico non troppo grande mani affusolate, il completo scuro e la camicia con i gemelli gli donano classe. Camminiamo per circa venti minuti, poi esce dalla tangenziale e si inoltra dentro una specie di zona industriale, tutti grandi capannoni, si ferma davanti a uno di questi e mi fa scendere senza dire nulla. Entriamo dentro un posto strano, ci sono molte persone che urlano, e si agitano intorno a una specie di ring. La mia presenza viene notata, tutti abbassano la voce, mi sento la centro dell’attenzione, mi osservano, vedo gesti che mimano cosa mi farebbero, sento il desiderio e la voglia dei maschi li presenti, mi eccita, mi bagno, la mia fica reagisce alla situazione scaldandosi, mi bagno. Il puzzo del fumo, l’ambiente sudicio, tutto mi inebria, ma dentro mi domando cosa siamo venuti a fare lì. Un tipo alto, grasso,e con un grosso sigaro in bocca si avvicina al mio cavaliere, gli sussurra qualche cosa all’orecchio, lui annuisce, e viene portata una sedia, mi fanno sedere in una posizione dove sono sotto gli occhi di tutti, al centro dell’attenzione, poi tutto tace di colpo, e dall’oscurità entrano sul ring due uomini di colore. Sono enormi, le loro braccia sono come le mie cosce, hanno pettorali scolpiti, lucidi, e indossano solo dei pantaloncini attillati che evidenziano la loro dotazione sessuale, pari al resto del corpo, enorme. Mi guardano, il grasso gli dice qualche cosa, loro si avvicinano a me, io mi sento piccola davanti alla loro mole, mi osservano, e con un sorriso sarcastico vanno dentro il ring. Il grasso dice che la lotta sarà finita quando uno dei due riesce a stendere l’altro facendogli battere la schiena a terra, e che oltre al premio in soldi questa sera al vincitore sarà dato un extra, e indica me. Mi si gela il sangue nelle vene, guardo i due enormi bestioni squadrarmi con l’aria di sbranarmi una volta nelle loro mani, ma la mia fica reagisce bagnandosi ancora di più. Il mio cavaliere si avvicina al tipo col sigaro, gli porge una mazzetta di soldi, l’altro li prende e segna una cosa su di un foglio, poi tutto comincia. Le urla sono fortissime, i lottatori cercano sopraffarsi, come due elefanti infuriati cercano la posizione migliore per battere l’altro. La lotta , il sudore, le urla mi eccitano, vedere quei muscoli muoversi, mi fanno sbrodolare la fica , non mi riconosco, non mi era mai capitato di essere un trofeo in una lotta. I due si distinguono dal fatto che uno è tatuato, mentre l’altro che sembra più giovane è calvo, la lotta è feroce, il tatuato riesce a prendere in una morsa che mi avrebbe ucciso il calvo, urla, ma non si arrende, e con una mossa strana si libera. Poi quando l’altro si avventa di nuovo su di lui , con fare fulmineo lo sorprende e gli afferra una gamba, lo sbilancia con un moto rotatorio e buummm… il tatuato cade pesantemente a terra. Il pubblico urla, io mi trovo ad esultare, mi piaceva più lui che l’altro. Il tipo con il sigaro passa una mazzetta di soldi al mio cavaliere, poi mentre lo sconfitto esce imprecando e guardandomi con disprezzo, fa scendere il vincitore dal ring, gli da molti soldi e lui si avvia verso la zona buia. Il mio cavaliere mi fa scendere dalla sedia, mi prende per un braccio e mi porta verso la zona dov’è andato il vincitore, la folla fischia, molti oscenamente mi fanno capire che ora toccherà a me, ma la cosa anzi che spaventarmi mi eccita da morire. Mi spinge dentro una piccola stanza, con una panca, un tavolo, e un armadietto, dentro il vincitore mi guarda, ride e quando il mio cavaliere si avvicina e gli sussurra alcune cose all’orecchio io mi sento tremare le gambe. Lui si avvicina, mi solleva con estrema facilità, mi adagia sul tavolo, sento l’odore del sudore, il suoi muscoli duri , le sue mani enormi, fa scorrere verso l’alto il mio vestito e quando vede il mio mini string lo rompe, lo butta e si abbassa , la sua testa fra le mie cosce, mi apre e comincia a passare la sua lingua sulla mia fica, sono un lago, lui mi aspira il clito, mi fa subito impazzire …. Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii …….. hummumummummmmm …. I miei gemiti risuonano nell’aria, la sua lingua ruvida si insinua dentro di me, sento il piacere esplodere incontrollato ….. vengooooooooo!!!!!!! …. urlo senza ritegno , e a quel punto il mio cavaliere che è rimasto appoggiato all’armadietto con le braccia conserte gli ordina “ mettiglielo in bocca poi scopala, riempigli la fica di sborra“, impassibile ha osservato tutto senza battere ciglio, e l’altro esegue subito l’ordine. Si avvicina, abbassa il pantaloncino e un cazzo di dimensioni esagerate si presenta davanti alla mia bocca che per quanto capiente non riesce che a far entrare la cappella. Mi spinge il palo giù per la gola, a forza, rischio di soffocare, ma lui non demorde, e alla fine riesco solo a infilare pochi centimetri dentro la bocca. Mi slabbra la mandibola, e quando penso che sta per cedere, con un gesto il mio cavaliere gli ordina di scoparmi. Lui si posiziona davanti, mi pianta il massiccio palo fra le labbra della fica e spinge, spinge dentro con forza, sento le pareti della vagina tendersi, ma lui inesorabile mi pianta quasi tutto il palo dentro. Resto a bocca aperta, non riesco a dire niente, pure il fiato mi muore in gola, lui aspetta un momento poi si scatena , un continuo va e vieni fortissimo scuotono tutto il mio corpo, ad ogni affondo spinge il palo sempre più dentro di me, e piano, piano lo infila tutto dentro. Mi sento piena, mi pare di sentirlo dentro la pancia, e il primo orgasmo mi sorprende e sconvolge tanto che riesco solo a urlare ….. siiiiiiiiiiiiiiiii ……. Sborrrooooooo !!!!!!!! …. Tremo, mi stravolge il piacere mai provato, lui mi pompa con forza e velocità, non dice nulla, le sue enormi mani attanagliano i miei seni, li stringe mi procura dolore che presto diventa piacere, sono sconvolta e un nuovo orgasmo mi scuote e fa tremare tutta urlo ….. vengoooooo …. Siiiiiiii ….. vengoooooooo !!!!!! sono devastata dal palo che mi si è piantato tutto dentro, e il piacere sconvolge la mia mente mentre il mio cavaliere sta ancora appoggiato all’armadietto senza apparentemente provare nessuna emozione, anzi fa di nuovo un gesto e il toro che mi sta montando che aumenta il ritmo e viene in silenzio dentro di me procurandomi un novo urlo di piacere … siiiiiiiiiiiii ……. daiiiiiiiiiiiii … e mi riversa dentro la vagina un fiume di sborra che fa gonfiarla e quando lui esce un getto di sperma schizza fuori con forza fino a colpire l’inguine del nero. L’uomo finita la monta si sposta, il mio cavaliere si avvicina, gli passa tutta la mazzetta di soldi vinti prima e mi prende per un braccio e quando mi alzo dal tavolo le mie gambe tremano, vacillo sui tacchi, e soprattutto non riesco a chiudere le gambe che restano aperte e dalla fica cola sperma, cade a gocce in terra, lungo le calze, ma lui imperterrito mi porta fuori, mi rimette in macchina e via, non dice nulla, guida senza apparentemente interessarsi a me. Facciamo poca strada, ci infiliamo dentro un vicolo semibuio, lui ferma la vettura a e mi fa scendere di nuovo. Mi muovo a fatica, sento le gambe deboli e le calze umide dalla sborra che continua a colare. Ci avviciniamo ad una porta di ferro, lui bussa, un tipo apre e ci troviamo dentro un locale dalle luci soffuse, molte poltroncine, uomini e donne, e una musica di sottofondo. Mi guardo in giro spaesata, sembra un club, ma non ho il tempo di dire nulla, una donna con una parrucca rossa ci si avvicina, bacia il mio cavaliere e mentre mi spinge avanti a loro ci accompagna verso il centro del locale. Dalla voce noto che c’è qualche cosa che non quadra, e solo allora mi rendo conto che non sono donne, ….. “ ma sono tutti gay “ …. realizzo questo nella mia mente, mentre la rossa ha lasciato il mio cavaliere, dopo aver parlato con lui sottovoce, e mi porta vicino ad una pedana posta la centro dl locale. Sento gli sguardi di tutti i presenti addosso, sento commenti e insulti diretti a me, ma immediatamente portano uno sgabello e la rossa mi dice “ Sali, fai uno spogliarello e toccati “, mi guardo in torno sento gli sguardi di tutti addosso, salgo sulla pedana che subito comincia a girare, la musica cambia,e le note di “ you can leave yor hat on” di Joe Cocker si diffondono nell’aria. Mi prende un moto d’orgoglio, se io sono l’unica donna lì dentro ora vi faccio vedere io, subito mi metto a muovermi, mi accarezzo, mi tocco , tutto a suon di musica,nella maniera più lasciva possibile, e lentamente il mio abito scende fino a terra, subito raccolto dalla rossa, e a quel punto mi passo la mano in mezzo alle cosce, raccolgo ancora della sborra che continua a colare e lascivamente ,nel modo più da troia possibile mi spalmo il tutto sul viso. Sento fischi e commenti ostili, ma io mi sento fiera di me. Improvvisamente sale sulla pedana un tipo nudo, magro, mi prende la nuca e mi costringe a infilarmi in bocca il suo sottile e nodoso cazzo. Me lo spinge dentro con forza, cerco di ignorare il senso di vomito quando lui brutalmente me lo spinge in gola, contemporaneamente, dato che mi sono piegata fino ad appoggiarmi allo sgabello, una lingua si sta prendendo cura del mio buchetto posteriore, mi lecca con incredibile maestria, passa e ripassa lungo le pieghe del culo, ignorando la fica , poi un dito entra, mi esplora, poi due, mi aprono, si insinuano dentro di me, comincio a provare piacere , la bravura del tipo è tanta che vengo scossa da brividi di puro piacere, poi si alza, “ è pronta “, dice e l’altro si toglie dalla mia bocca, passa dietro e senza dire nulla mi pianta il cazzo in culo …….. siiiiiiiiiiiiiiiiii …. Spingiiiiiiiii … mi sorprendo a incitarlo nella sodomizzazione, ma le mie parole mi muoiono in gola, l’altro viene davanti e … ma …. che cazz …… il tipo che mi leccava mi posiziona davanti alla faccia un cazzo mai visto, non molto lungo,ma di circonferenza enorme. “ lecca” mi dice, e io estasiata dal palo mi metto a spalmare saliva su quel tronco mai visto. Intanto l’altro mi pompa il culo con forza, quasi cattiveria, il suoi ritmo aumenta e di colpo si pianta dentro di me … sborrooooo !!!!! grida, mentre io stavo per raggiungere il piacere lui si scarica dentro di me inondandomi l’ano di sborra .Un secondo dopo esce, e si posiziona ai lati del mio corpo tenendo le mani selle mie chiappe dilatandole, un filo di sborra mi cola dal culo, e il tipo posizionato davanti si mette dietro di me con la chiara intenzione di infilarmi il suo palo nel culo. Sento la cappella appoggiarsi al buco, mi rilasso al massimo, appoggio le mani allo sgabello e lui incomincia lentamente ad entrare in me, spinge piano ma con decisione, non c’è cattiveria in quello che fa, ma estrema bravura, mi infila il cazzo dentro e io sento le pareti anali tendersi, come un a mano che cerca di entrare in un guanto stretto lui mi infila il cazzo in culo. Resto senza fiato, lui rallenta un momento dandomi il tempo di abituarmi, la pedana gira, e nel momento in cui ho preso il palo in culo, il mio sguardo incrocia quello del mio cavaliere che sta seduto su di una poltroncina, poco distante da me ma in posizione più elevata per poter vedere meglio. Lo guardo e con aria di sfida grido … “ dai … dai … spingiiiiiiiiii ….siiiii mettilo dentro ….. “il tipo deve essere rimasto sorpreso, ma reagisce subito, mi afferra per i fianchi e tira il mio corpo verso il suo. Un momento dopo sento l’inguine dell’uomo aderire al mio culo, l’ho tutto dentro! …. Un dolore appena sopportabile mi intorpidisce l’ano, ma lui inizia a pomparmi, e subito sento tutto il mio corpo reagire positivamente alla sodomizzazione, una scarica di piacere parte dal mio cervello e si scarica dentro la mia fica ,,, godoooooooo !!!!!! ……. urlo … senza ritegno, vengooooo … daiiiiii … , mi è sempre piaciuto il cazzo in culo, e questa occasione di prenderne uno enorme mi fa sballa di testa. Lui si scatena, i colpi che mi da mi slabbrano il culo, ma per nessun motivo al mondo mi sarei perduta una simile esperienza. Aumenta il ritmo e poco dopo sborra urlando ….. siiiiiiiiiiiii tieniiiii ….. ti inoondooooooo ……. sento un il gonfiarsi dell’ano, come se vi avessero versato dentro del liquido caldo, mi fa impazzire sborro pure io … siiiiiii daiiii vengooooo …… le gambe mi tremano, e lui mi deve sorreggere per non cadere in terra, si sfila da dietro e un getto di semenza lo segue, schizzando in terra, lui si allontana e la rossa insieme al mio cavaliere si avvicinano, mi aiutano ascendere e a rivestirmi, sento i commenti ostili vicino a me …. “ che troia … vattene puttana … “ ma io mi sento fiera. La rossa mi scorta verso l’uscita e sulla soglia mentre sto uscendo mi dice “ complimenti, ne ho viste poche di donne prendersi in culo il palo di Arturo e restare in piedi, sei una vera troia”, e mi da un bacio, mi sento fiera di me, sono entrata nella tana del lupo e me lo sono mangiato. Ripartiamo, giro la testa verso il finestrino , sento colare tutto sotto, mi rovinerò il vestito, ma non me ne frega nulla, certo che mi sono imbarcata in una storia assurda, ma la voglio vivere alla grande. Lui guida sicuro, lo guardo, mi stupisce tutto, mi sembra di ghiaccio, ma dove andremo ora? La risposta arriva poco dopo, usciamo dalla tangenziale e ci mettiamo a salire verso una collina, e arrivati davanti ad un grosso cancello che si apre vedo una bella villa, ci fermiamo, scendo aiutata da lui , non mi reggo in piedi, la porta si apre e un signore di circa 40/45 anni ci invita ad entrare. “Ciao, sono Edoardo, entra,”e mi porge la mano, “ sono Sonia “, entro con loro dietro. “ amore è andato tutto bene?”, mi giro di scatto si baciano sulla bocca resto stupita, lui aggiunge “ lei è Jasmine,ed è brasiliana “. Resto decisamente stupita quando il mio lui, no la mia lei si toglie occhiali e cappello e una massa di capelli neri scendono lungo le spalle, mi prendono per mano e ci inoltriamo dentro un piccolo corridoio, poi una porta ed entriamo dentro una stanza con un grande letto, luci rosse soffuse, e una musica tenue di sottofondo. Lui mi prende da dietro, le sue mani risalgono il mio corpo da dietro, afferrano i seni, e il suo cazzo preme contro il mio fondo schiena, lei si avvicina, si spoglia e tolta la camicia mostra un seno perfetto, tondo non molto grosso, mi scioglie il vestito dietro il collo che mi cade ai piedi, mi adagio sul letto e lei si inginocchia davanti a me e comincia a leccarmi la fica, mi sorprende la sua bravura, mi manda subito su di giri, il mio corpo si scuote, la sua lingua non mi da tregua e con dolcezza mi fa provare il primo orgasmo per bocca di una donna, mi tortura il clito, vengo dentro la sua bocca urlando senza ritegno …… siiiiiiiiiiiiiiii ……siiiiiiiiiii …… daaaiiiiiiiii !!!!!! godooooooooooooo … le mie grida incitano di più la donna che come una furia scatenata insinua la sua lingua dentro di me. Lui nel frattempo si è spogliato, si inginocchia sul letto,e mi porge da succhiare un bel cazzo, niente a che vedere con quelli presi fino a quel momento, ma il suo mi ricorda quello di mio marito, lungo il giusto e largo che basta. Lo prendo dentro la mia bocca, lo sento gemere, .. hmumummhm, e questo scatena dentro di me una irrefrenabile voglia di averlo dentro. Poi lui si distende di lato a me, e infila la sua lingua fra le mie cosce a sostituire lei, anche lui è bravo, mi stuzzica bene anche il martoriato culo, mi giro, vorrei baciare lei che si è alzata per finire di spogliarsi e ….. ma!?! … tu … sei … resto stupita, le sorprese non sono finite, lei si è tolta i pantaloni e dentro un mini tanga spunta fuori una violacea cappella, “tu sei un trans”, le dico, e subito si avvicina, mi invita a succhiare lo splendido cazzo che si ritrova fra le gambe. Lungo più dell’altro è pure più grosso di circonferenza , ma senza esagerare, io mi scateno, li voglio, urlo il mio piacere, loro mi torturano la fica, il culo, e i seni, sono due dannati , sono bravissimi a farmi impazzire fino a che urlo …… “ SCOPATEMIIIIIIIIIII … non ne posso più!!! “ lui si distende con un cuscino sotto il corpo, io mi porto su di lui e mi infilo il cazzo dentro la mia slabbratissima fica, ma mi fa godere lo stesso, lei invece si posiziona fra le sue gambe, ora m’incula, penso invece le sue intenzioni sono altre, si avvicina, prende il cazzo del compagno e unito al suo me lo piantano insieme dentro la fica! Sono sconvolta, mi piantano i loro pali dentro che insieme cominciano una danza senza fine, su e giù avanti e indietro senza sosta, incuranti delle urla di piacere che escono dalla mia gola, mi limano a tutta forza. Perdo la cognizione del tempo, del luogo, vengo assalita da una frenesia del piacere, voglio solo sborrare anche l’anima, e loro ci riescono benissimo. Dopo un lunghissimo tempo nel quale si sono divertiti a farmi venire in continuazione, li incito a sborrarmi dentro ….. vi pregooooo ….. siiiiiiiiiiiii ….. venteeee …daiiiii riempitemi la ficaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!! ….. le mie grida anno l’effetto voluto e quasi in contemporanea schizzano dentro di me. Ci distendiamo per un momento di tregua, sono sfinita. Convinta di aver provato il massimo resto quasi senza parole quando lei dice “ dai amore facciamo il triangolo”, lui si distende di lato sul letto, infila il cazzo di lei in bocca e comincia a succhiarlo con passione, lei mi infila la sua lingua fra le labbra piene di sborra della mia fica e io mi ritrovo il cazzo di lui in bocca. Lei mi fa impazzire a leccarmi, e decido di far tornare il cazzo di lui durissimo, ma per quanto mi sforzi sembra che non riesca a raggiungere una durezza che mi soddisfi. Poi mi viene un’idea, lubrifico un dito , e lo infilo con forza dentro il culo di lui, sento il cazzo reagire positivamente, e allora le dita diventano due, m’inculo lui, mentre gli succhio il cazzo che velocemente torna durissimo. “ cambiamo, amore,” chiede lui e allora lui mi si mette a leccarmi la fica, io mi ritrovo il cazzo di lei in bocca e lei quello di lui, ma poco dopo si cambia di nuovo, lui si rimette sdraiato con un cuscino sotto, e mi fa impalare sul cazzo, ma questa volta e il culo ed essere preso di mira, lei si porta ancora fra le nostre cosce, mi infila il cazzo dentro la fica con lui nel culo, si muovono bene, mi strappano una sborrata da urlo …. Godooooooo … e a quel punto lei si sfila da davanti, e congiunto il cazzo con quello di lui mi infilano insieme il culo! Sono a gambe aperte, la doppia al culo mi fa morire, incrocio le gambe dietro di lei e li incito a sfondarmi ….. siiiiiiiiiiiiiii … spingiiiiiiiiii … loro si sincronizzano e partono in una cavalcata infernale. Godo, godo a ripetizione, non mi ricordo in vita mia di avere mai provato niente del genere. Andiamo avanti per molto tempo, il mio corpo si tende e urla tutto il piacere provato, poi prima lui e subito dopo lei sborrano le ultime gocce dentro di me,e io con loro. Scivolo di lato, sfinita, senza respiro, lei si distende dalla parte opposta, lui apre le braccia e ci strige insieme in un abbraccio, le nostre bocche si congiungono in un bacio dolcissimo, poi lei si alza, esce dalla stanza e poco dopo torna, mi aiuta ad alzarmi, a vestirmi, ma non metto i sandali, non mi reggo in piedi, mi accompagnano alla porta, dove una bionda in divisa ci attente, “ sei stata magnifica” mi dice lei, mi bacia con passione sulla bocca, e pure lui si unisce al saluto, “ quando il tuo uomo farà la serata da singolo chiamami, ti farò venire a prendere da lei che è il mio autista, e ti faremo passare una nuova indimenticabile serata” e nel dirmi questo mi da un biglietto con un numero di cellulare, poi esco, salgo in macchina, do l’indirizzo alla ragazza e mi addormento sfinita. Un pò di tempo dopo sono a casa, entro e vado in camera da letto, lui mi ha sentito tornare mi guarda e mi sorride, “ serata dure è?” mi chiede, mi aiuta spogliarmi, mi distendo sul suo petto, è nudo, guardo il suo cazzo mosci disteso di lato, incomincio a raccontargli tutto, e alla fine il cazzo è diventato duro, sono esausta, ma mi abbasso, gli prendo quel membro che tante volte mi ha fato impazzire e lo succhio con gioia e passione, fino anche non mi inonda la gola di sborra, era proprio l’unico buco che era restato a secco, ma al mio uomo questo gli e lo dovevo, in fondo se ho passato una notte indimenticabile lo devo a lui, mi distendo al suo fianco e mi addormento felice, il gioco delle chiavi è proprio bello ……
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15 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 8 ore fa -
Travolgente
I difetti di scrittura li da il sito stesso, non capisco il perchè. le sbarre al posto dell'apostrofo, non si possono correggere
dopo una prima conoscenza via messaggi finalmente l'incontro, la guardo arrivare..bellissima quanto sexy..., scarpe nere aperte, tacco sottilissimo, molto alto, una gonna poco sopra il ginocchio, gambe abbronzatissime, una camicetta attillata, bianca, stupendamente scollata, seno piccolo, l'avrei desiderata senza reggiseno per vedere i suoi piccoli capezzoli diventare irresitibilmente duri..siamo andati a cena, la chimica che ci ha unito è stata subito intensa, i nostri sguardi giocavano già eccitatissimi, io sempre molto distinto, bello e abbronzato, bel sorriso..e sguardo malizioso, tanto gentile quanto maschio, adoro corteggiare, intrigare, ridevamo, mentre non perdeva occasione per sfiorarmi, toccarmi, le spalle, il petto, le mani stesse, sentiva il mio profumo, seguiva ogni sguardo le si infilava nella scolaltura..o nello spacco rendendola quasi nuda quando mi accavvalava le gambe davanti mordendosi le labbra, solo dopo ho scoperto quanto fosse già un lago di piacere per me, abbiamo avuto difficoltà ad arrivare al mio albergo, le nostre mani non riuscivano più a stare ferme, in macchina dopo avermi sbottonato la camicia..leccato ovunque..non ha resistito a liberare il mio sesso, enorme, lo premevo contro di lei, deciso ed eccitatissimo, ha incominciato ad assaporarlo, poi sempre più vogliosa, i miei movimenti diventano sempre più decisi, le scopo la bocca sempre più animalesco..la sento venire...e venire ancora mentre le mie mani la invadevano piano..le spingo il mio sesso sino in gola, le manca il respiro..eccitatisisma e in mia balia...sento la sua saliva sempre più calda colarmi sino alle cosce..più lo sentiva enorme invaderle la gola e più cercava di prenderlo tutto..sino alle palle..per essere stupendamente usata da me...sono esploso gridando animalesco...si dimenava per prendere i miei schizzi sul viso...in gola...la lingua frenetica li cercava ovunque...mmmm..poi mi sono rilassato..abbracciata a me..giocava ancora con la mia pelle, sentiva il mio cuore a mille...ho messo in moto e giunti alla stanza è stato travolgente, adoro farle sentire le mie mani decise, l 'afferrano e tengono, dolci e decise, scivolano curiose ovunque, mentre la guardavo negli occhi..le sussurravo la mia voglia...l'ho presa lento e deciso..fatta sentire sicura e protetta, quanto usata dal suo maschio, sbattuta sino a farla gridare esausta dal suo piacere, sino a farle vivere gli orgasmi più intensi, amo percepire ogni sua sensazione, alternare dolcezza ad animalesca passione, solo guidati dai nostri desideri, ho il potere di pecepirli, abbiamo concluso esausti sul letto, sudati, era sul mio petto...sentiva il mio cuore a mille...e così a ridere e parlare...sino a che le mie mani hanno ricominciato ad accarezzarla..sentirla gemere, scendo lento tenedole bloccate le gambe a mio piacimento, per assaggiarla, baciarla, succhiarla, sino ad avere il viso pieno del suo godere, amo sentirla tremare mentre con la lingua da lento divento sempre più frenetico..voglioso..sentire il suo fiore bagnatissimo tra le labbra, sotto la mia lingua, quando impaziente mi è salita sopra...l'ho lasciata impalare piano quanto ha voluto.. prima di sbatterla con tutta la mia forza...gridava e veniva...irrefrenabile...travolti dal piacere..intelligenza e sesso travolgente...rimarremo amici molto a lungo..amici molto speciali
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15 anni fa
CALDOAMANTE,
36
Ultima visita: 12 anni fa
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Dal dottore
Questo racconta è frutto di pura fantasia (ma mi piacerebbe molto si realizzasse).
Un giorno ero in uno studio medico per una visita, ero l'ultimo paziente,arrivato finalmente il mio turno il dott. molto cortesemente mi fece accomadare era un uomo sui 40/45 anni,molto gentile e carino,ci presentammo e parlammo un pò della mia vita,malattie giovenili e tutte quelle domande di routine che si fanno ad un paziente alla prima visita.
Dopo l'indagine mi disse di spogliarmi e di stendermi sul lettino per la visita,cosa che io feci e cominciò la visita accurata. più o meno a metà della visita entrò l'infermiera,una bella ragazza formosa,con un grembiule bianco immacolato,abbastanza aderente da far scorgere le sue forme abbondanti e provocanti,si avvicinò al dott. e cominciarono a parlarsi.
Intanto la visita proseguiva,a visita ultimata il responso fu che godevo di ottima salute e che non avevo alcun motivo per preoccuparmi.
A questo punto,mentre ero ancora nudo sul lettino,con mio grande stupore l'infermiera cominciò a spogliarsi e quelle forma dapprima intraviste si rivelarono a me in tutto il loro splendore,mi si avvicinò, comincio a baciarmi e ad accarezzarmi su tutto il corpo,cominciai a fremere e il mio uccello divento di pietra,fù allora che sentii due labbra serrarsi su di lui e cominciarono a succhiarlo e slinguarlo lungo tutta l'asta,il migior pompino che mi sia mai stato fatto.
ma la domanda che mi frullò in testa era.chi è la persona che si sta dedicando a lui con tanto impegno e tanta bravura?
alzai per un attimo lo sguardo e vii che la persona in questione era il dott. ora io sono bsx e certe situazioni mi intrigano, e parecchio e mi qabbandonai al fato.
l'infermiera salì sul lettino,mi si accovacciò sopra e me lamise in faccia io cominciai a leccarla e lei cominciò a lanciare gemiti di piacere,le leccai anche il buchino non proprio stretto era una goduria per tutti quanti.
Ci alzammo,e io mi chinai davanti al medico,cominciai con la lingua,prima dai testicoli e poisù,lungo tutta l'asta fino ad arrivare alla punta, aprii laboca e lo ingoiai tutto fino alla radice,l'infermiera sdraiata per terra mi stava leccando e insalivando per bene il buchino e tutta l'area circostante,quando buco e cazzo furono belli insalivati mi fecero girare e il dott. mi prese da dietro,d'apprima con movimenti lenti e poi sempre più aumentandoil ritmo facendomi gemere d'apprima per il dolore poi per il piacere che piano piano si faceva strada prima nel mio di dietro poi nel mio cervello.
Mi stava sconquassando tutto,ad ugni colpo io gemevo e sempre più forte,l'infermiera simise davanti e me e dopo essersi lubrificata si puntò il mio uccello e se lo infilònel culo con colpo secco,io a quel punto non capivo più,ero come posseduto,finimmo con unabella sborrata in faccia all'infermiera,ci baciammo tutti con la lingua e ci salutammo.
Ora come detto prima questo è un racconta di pura fantasia,ma mi piacerebbe si realizzasse anche non con un dott. una coppia sarebbe comunque alettrizzante e il godimento per tutti sarebbe assicurato.
Sperando che in molti lo leggano e magari si accetino al mio racconto,e magari qualcuno mi contatti per farlo avverarevi saluto e vi mando un bacio. CIAO
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15 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 8 ore fa -
Incontro e racconto
Ero appena rincasato.
Alle spalle, una giornata di lavoro come tante divisa fra clienti pressanti, tempi ristretti e qualche risata coi colleghi. Di fronte, una cena veloce, una bella doccia rinfrescante e... questa volta un bel giretto sul sito di incontri per adulti.
In particolare attendevo la risposta di una ragazza - BeautyFantasy75, il suo nick - che mi aveva colpito già da qualche tempo, e che a dire il vero non aveva ancora mai risposto a nessuno dei miei messaggi.
In foto appariva in costume da bagno, al mare, in una posa delicatamente sensuale; una mano passata fra i capelli, l'altra appoggiata lascivamente su un fianco con le dita piacevolmente protese verso il bordo dello slip. Le forme del seno morbide e arrotondate, il ventre piatto che invita alla carezza e il disegno della figura nel suo complesso, così aggraziata e femminile, avevano rapito da subito il mio sguardo, e agitato la mia fantasia. Il suo profilo era succinto ma intrigante... non potevo non provare a contattarla. Solo che lei non rispondeva mai.
Accesi il computer e senza in realtà aver perso la speranza, mi collegai al sito e cliccai sulla messaggistica.
"Hai un nuovo messaggio", recitava freddamente la dicitura. Io a quel punto, al contrario, ero tutt'altro che freddo ! era da diversi giorni che non scrivevo a nessun'altra ed ero quasi certo che fosse lei, BeautyFantasy75; sentii una scarica di elettricità pervadere per un istante il mio corpo. Ero curiosissimo. Le avevo scritto presentandomi e dicendole che la stavo inseguendo da qualche giorno, che mi aveva colpito, e che mi piaceva scrivere racconti erotici, invitandola sul mio profilo per scoprire qualcosa in più su di me. Apparve la pagina con il riepilogo dei messaggi e... sì ! era lei ! mi aveva finalmente risposto ! cliccai senza indugio il suo messaggio e lessi con avidità: "Ciao Stefano, anche a me piacciono molto i racconti erotici. Mi piacerebbe conoscerti in chat (mi indicò il suo contatto messenger). Ho visitato la tua fotogallery e quello che ho visto mi ha intrigato... contattami, ciao". Nella sua semplicità, mi aveva davvero eccitato. Innanzitutto voleva conoscermi meglio, mi confermava che anche a lei piacevano i racconti erotici e soprattutto voleva iniziare a conoscermi in chat !
Mi collegai a messenger e ricercai immediatamente il suo nick. Inviai l'invito e attesi. Non era online in quel momento. Così tornai sulle pagine di Desiderya e guardai nuovamente, le sue foto. Osservai con sempre rinnovato interesse, e - ammetto - con una certa sensazione di sottile eccitazione, l'immagine del profilo, quella del mare. Poi mi godetti lo spettacolo delle altre tre foto nel suo profilo. Nella prima era seduta su un letto, in abiti succinti con le gambe divaricate e le mani al seno, mentre si toglieva la camicetta, lasciando intravedere appena i suoi seni sodi sotto il tessuto. Mi piaceva molto quell'immagine, perchè non era volgare ma condivideva un gesto intimo, come lo spogliarsi su un letto. Fossi stato il fotografo, ne avrei scattate cento, di foto, per essere sicuro di riusciere a catturare almeno un decimo della sua femminilità e di quella sua carica erotica. La seconda foto credo se la fosse scattata da sola allo specchio: un primo piano sul decoltè dalle forme così invitanti e morbide da aver voglia di saggiarle con il palmo della mano e, perchè no? accarezzarle con le labbra; era una vista magnetica e molto provocante: il vestitino con le spalline, incorniciava le rotondità del suo seno esaltandole e rendendole ancora più desiderabili, se ciò fosse stato possibile. La terza foto la ritraeva in una posa esplicitamente sessuale, non solo eroticamente provocante; nella foto era inequivocabilmente eccitata, in piedi su un divano, spalle al fotografo. Con una mano appoggiata al muro, la testa lievemente girata verso l'obiettivo, il capello lungo a ricadere sulle spalle, e il culo completamente nudo, con gli slip abbassati al ginocchio. Nell'immagine si intravedeva anche il tocco erotico delle scarpe rosse col tacco. A guardar quella foto, dopo aver assaporato le precedenti, sentivo un tumulto sessuale dentro di me. A esser lì, avrei affondato il viso fra le sue natiche leccandola fino a provocarle un orgasmo lì, in piedi sul divano mentre agitava quel magnifico culetto meravogliosamente eccitato e probabilmente affamato di qualcosa di anche più invadente della mia lingua.
Stavo vagando con i pensieri attorno al suo corpo, alla sua libido e a tutti i modi che immaginavo per farla godere... quando messenger trillò... era lei che aveva accettato la mia richiesta di contatto... e mi aveva scritto il primo messaggio.
- Ciao Stefano!
- Ciao... ti stavo giusto pensando
Lei: ah sì ? dai davvero ? non ci credo...
io: beh, sì... stavo riguardando le tue foto divagando un po' con la fantasia...
Lei: le mie foto ? ehehe... dai non mi spiare :)
io: :) ma se lei hai messe tu on line ! non mi dire che non ti fa piacere che la gente le guardi !
Lei: in effetti mi piace sapere che qualcuno le guarda e le trovi piacevoli
io: è così, io le trovi meravigliose. Un crescendo di sensualità ed erotismo...
il dialogo proseguì per qualche minuto stuzzicandoci a vicenda sulle reciproche foto dei profili. Poi mi chiese se fossi sufficientemente attratto da lei per dedicarle un racconto erotico. Scherzai dicendole che mi sarebbe piaciuto dedicarle qualcosa di più concreto di un racconto erotico... ma senza dubbio avrei potuto iniziare da lì. Sorrise telematicamente anche lei, e poi proseguimmo a stuzzicarci a vicenda. Credo che avrebbe voluto lasciare che il dialogo sfociasse nella direzione naturale che aveva preso: nella descrizione della reciproca eccitazione che stava montando; ma non volli accelerare i tempi. E volevo che fosse il racconto erotico che mi aveva chiesto di scriverle, a provocarle una piena sensazione di eccitazione sessuale. Volevo che lo leggesse con calma, nella sua intimità. Senza intrusioni o forzature. Volevo riuscire a rapire la sua attenzione, a farla immergere in una situazione e a farla eccitare fino al punto di spingerla a doverla soddisfare.
Le scrissi che le avrei fatto avere il racconto fra pochi giorni,e così fu.
Questo è il racconto che le inviai:
Io e te ci incontreremo. Verrò a prenderti alle 20, a casa tua. Tu ti vestirai come si conviene per una cena intima con un uomo che vuoi sedurre per la prima volta. Io sarò galante e deciso, ironico e provocatore. Nel tragitto in macchina, parleremo di noi, di qualche aneddoto e delle cose che ci piacciono della vita. Ma entrambi, senza mai ammetterlo o lasciarlo trasparire dalle parole, staremo pensando a come si svilupperà la serata. A cosa ci piacerebbe che accadesse dopo cena... Un sottile imbarazzo nelle brevi pause di silenzio ricercate da entrambi, per studiare la reazione nell'altro, per cercare di leggere negli occhi e nei gesti la reciprocità di queste sensazioni. Non vogliamo che nulla sia scontato, ma moriamo entrambi dalla voglia di vivere una serata elettrica.
Ecco spiegate le tue scarpe col tacco rosso fuoco, il tuo profumo inebriante, e quella sensazione nell'aria di piacere diffuso. A macchina ferma, mi giro verso di te, guardandoti mentre parli. Senti i miei occhi sul tuo corpo e la mia mente completamente assorbita dalle tue parole e dalla tua gestualità. Ti stai chiedendo come reagirei se tu ora mi baciassi... o forse speri che lo faccia io. Ma non sarebbe ancora il momento giusto, nonostante entrambi si stia segretamente pensando proprio a quello. Continui a parlare, e ti godi l'attenzione che ti dedico e la mia voce calda e avvolgente che ti risponde. Non ci siamo quasi resi conto, ma ora siamo già seduti a tavola, al ristorante. Ti piace, adesso, restare ad ascoltare le mie storie e i miei discorsi. La mia voce ti piace. A volte perdi qualche parola mentre divaghi sul mio tono e più in generale su di me. Ti ha stupito la mia altezza, quasi 2 metri, e osservi il mio fisico proporzionato correndo maliziosamente con la mente, alla foto del mio profilo dove mostravo le dimensioni del mio pene eccitato. E' strano: ti sorprendi in questo pensiero, e io naturalmente non posso neppure immaginarlo mentre continuo a parlarti. Vorresti smetterla e concentrarti sul presente, ma ora più cerchi di non pensarci e più ci pensi ! Non puoi fare a meno di pensare che ora quell'immagine, quella foto, è in realtà a pochi centimetri da te, sotto al tavolo. Ora mi rendo conto che sei rapita da qualcosa, e mi fermo. Arrossisci come se avessi potuto leggerti nel pensiero, ma in realtà io non ho idea del perchè. Tu sei quasi certa, invece, che io abbia capito tutto, ma nel dubbio non ne parli. Mi guardi e basta, aspettando una mia mossa. "Credo possiamo passare al dolce, che ne dici?" . Sorridi cercando di capire se la mia sia una provocazione o meno. Forse inizi persino a sperare che lo sia. Io inizio ad intuire. E cambio rotta. Mi avvicino leggermente a te, e ti appoggio una mano su un ginocchio, mentre guardandoti negli occhi ti parlo: "una regina non dovrebbe mai arrossire...". Le nostre teste si avvicinano lievemente, attratte da un reciproco stimolo, mi guardi negli occhi mentre i miei passano velocemente sulle tue labbra e sui tuoi. Poi ti bacio. Le nostre labbra si sfiorano solo, all'inizio, si assaggiano reciprocamente sondando i rispettivi caratteri e giocando lievemente fra loro. Ma il tumulto che questa situazione ci sta scatenando dentro, non è arginabile. Il bacio si fa più appassionante, e sfruttando la lunghezza della tovaglia allunghi con audacia una mano fino alla zip dei miei pantaloni. Lo vuoi sentire. Muori dalla voglia di sentirlo. Devi soddisfare la curiosità della tua mano, seppure ancora attraverso la stoffa dei pantaloni. Ne percepisci il risveglio. In pochi secondi lo senti crescere e spostare le pieghe dei pantaloni. Spinge forte, come a voler uscire e abbandonarsi fra le tue dita. Ma non si può, siamo al ristorante, in un luogo pubblico. La mia mano ti accarezza l'interno coscia e anche io mi rendo conto nello stesso istante che non si può andare oltre. Anche se siamo nell'angolo della saletta. Stacchiamo a fatica le nostre labbra, e ci alziamo all'unisono. Pago frettolosamente il conto, e ci dirigiamo alla macchina... ma non vogliamo lasciare che la situazione perda di energia. Siamo letteralmente travolti. Ti prendo per mano e ci buttiamo nella hall di un'albergo a caso: il più vicino, quello a cui stavamo passando davanti per tornare alla macchina. Normalmente a nessuno dei due sarebbe piaciuto programmare la cosa in un albergo. Ma la cosa non è programmata. E' quasi un'emergenza ! sei eccitatissima, e il fatto di finire in una stanza di albergo per scopare al più presto, ti fa sentire un po' troia e la cosa ti eccita inaspettatamente. "Ma che sto facendo ?" pensi. "Chi se ne importa ! ti rispondi... ho voglia di lui, e ne ho voglia adesso !". Ripensi al corteggiamento che ti ho dedicato per tutta la sera, all'eccitazione strisciante, e a quanto ti abbia fatto sentire bene e desiderata. Ora vuoi anche tu lasciarti andare, e chi se ne frega se siamo in macchina, a casa o da qualsiasi altra parte ! Questa è l'eccitazione che conquista ! questo è voler ascoltare le proprie voglie, abbandonandosi all'istinto. Dio quanto sei libera ! e quanto hai voglia di vivere quella libertà !
Siamo sul lettone al centro della stanza, ora. E tu sei al centro del mondo, ora. Mi sfilo con movimenti lenti prima la camicia e poi la maglietta, restando a petto nudo davanti a te, lasciando che le tue mani palpino voluttuosamente i miei pettorali. Riprendi da dove ti eri interrotta al ristorante, e scendi velocemente con le mani, fino ai miei boxer, decisamente rigonfi di piacere. Vedermi eccitato, mentre mi lascio pervadere dalle tue mani in ogni parte del mio corpo, fino all'intimità più dura, ti fa bagnare copiosamente. Vorresti che ti penetrassi subito, furiosamente... ma non lo chiedi perchè vuoi che la cosa duri ancora parecchio. Ed è quello che voglio anche io.
Ti chiedo di spogliarti davanti a me: "spogliati mentre mi guardi". Inizi allora a sfilarti d'apprima la magliettina attillata, lasciando al reggiseno di pizzo bianco l'ingrato compito di coprire la magnificenza della tua nudità.
Non riesci a non guardarmi il pene, sempre più duro e slanciato, che ondeggia lievemente sulla mia pancia mentre da sdraiato mi godo il tuo show. Ti sfili anche la gonna... e ora sei in slip e reggiseno, a pochi passi da me. L'eccitazione è grandissima, ti senti una dea desiderata e venerata, e la mia eccitazione ti rende padrona della situazione. Non resisto e devo toccare il mio membro; lo faccio lievemente, con una singola carezza. Non resisti e sfilandoti gli slip mi salti addosso baciandomi dal ventre su, fino alle labbra. Le mie mani massaggiano con passione crescente ogni centimetro del tuo corpo, si soffermano sulle coscie, risalendo verso le grandi labbra, sfiorandole appena, per poi dedicarsi alle natiche. Le massaggio palpeggiandole vigorosamente, e spingendo il tuo pube contro il mio uccello liscio, caldo e durissimo. Senti la mia voglia contro il tuo monte di venere e inizi a strusciarti per provocarti piacere. Vorresti che le mie dita si spingessero ben dentro le natiche, fino al buchetto, per scendere poi fino alle grandi labbra. Intanto le nostre lingue stanno assaggiando il collo, le labbra e la pelle. Ti infilo un dito nella fessura e sento grondare il tuo piacere lungo il palmo della mano. Insisto e inizi ad ansimare, ti succhio un seno, stimolando con la lingua il capezzolo, mentre con la mano ti sto ormai masturbando il clitoride provocandoti spasmi e gridolini di piacere. Vuoi solo godere e sentirti completamente afferrata e soddisfatta. Ti chini sul mio membro e inizi a succhiarlo con un'avidità che ti sorprende. Vuoi assaporare il succo del piacere ed esplodere a tua volta in un grandioso orgasmo. Anche io mi chino sul tuo fiore e ne lecco il nettare da ogni anfratto. Spingo la lingua oltre il limite immaginabile. Ti lecco il clitoride completamente abbandonato a me stesso, concentrandomi esclusivamente sul tuo piacere, anche se intanto sento il cazzo pompare a mille, sotto i colpi delle tue labbra e della tua lingua. Mi accorgo che sei vicina all'orgasmo, e ora che inizi ad ansimare con più affanno, ti infilo un dito nella fica, mentre con le labbra e la lingua mi dedico al piacere del tuo clitoride. Il dito ricerca il punto g, seguendo il ritmo dei tuoi spasmi, sei veramente al limite e stai per gridare dal piacere. Massaggio e succhio con ritmo e intensità, ma senza esagerare... lasciando che il piacere cresca intensamente e in modo irrefrenabile in te. Ora stai avendo un meraviglioso orgasmo ! Ti contorci leggermente sotto i colpi della mia lingua, e ti lasci sfuggire il pene dalle labbra, ora socchiuse in un'espressione di immenso godimento. Godi a lungo e io non sembro voler smettere più. Quando anche l'ultima scarica elettrica ha pervaso il tuo corpo, ti abbandoni sul letto lasciando che ti accarezzi i capelli, e che appoggi il mio membro ancora duro e voglioso sul tuo pube.
Restiamo così per qualche momento, poi inaspettatamente me lo prendi e lasci che scivoli fra le tue coscie nuovamente bagnate. Penetro dentro di te, e sento il calore del tuo corpo che pervade la mia carne e la mia mente. Siamo uniti in un abbraccio sensuale ed erotico, dove ogni movimento di un nostro muscolo, provoca piacere reciproco. Lasci che ti penetri profondamente, fin quasi a provocarti un leggero dolore. Ma in realtà è piacere. Così intenso e vivido da potersi confondere.
Passiamo la notte facendo l'amore, e giocando liberamente al magnifico gioco del sesso.
Sfiniti, cadiamo addormentati. Increduli e felici.
Avrei pagato per essere con lei, mentre leggeva questo racconto. Ma naturalmente non poteva essere così.
Il fatto è, però, che lei mi scrisse pochi giorni dopo.
"L'ho letto, mi è piaciuto. Dobbiamo incontrarci".
Così, asciutta e diretta. Naturalmente organizzammo l'incontro appena qualche giorno più tardi...
La invitai a casa, per cena. Lei si presentò con una mini gonna di jeans davvero molto corta che le esaltava le rotondità del sedere, un paio di scarpe con il tacco molto intriganti, e un maglioncino di cachemire elegantemente vaporoso e molto attillato. Aperta la porta la squadrai per qualche secondo ammirandone le forme e l'abbigliamento così provocante. La lasciai entrare e la seguii con lo sguardo fino all'attaccapanni. La forma del seno era ancora più invitante che in foto, il viso etereo e consapevole invogliava ad un dialogo diretto e intelligente, il culo era ben tornito e molto stuzzicante. Sentii l'elettricità pervadere per qualche istante il mio corpo, mentre seguivo i suoi movimenti e la sua gestualità così femminile e garbata.
Io l'accolsi con un paio di jeans attillati, che risaltavano le forme dei muscoli delle gambe e per quelle donne così piacevolmente sfrontate da soffermarsi poco sotto la cintura, anche il rigonfiamento dovuto alla costrizione del pene. I Jeans disegnavano il mio sedere in modo piuttosto preciso, e non passò inosservato il tuo sguardo particolarmente attratto da quelle forme... Indossavo inoltre una camicia bianca con le maniche arrotolate fin di poco sotto il gomito; non era particolarmente attillata, ma intravedevi comunque le forme dei miei pettorali sufficientemente sodi da stuzzicare l'appetito anche da sotto il tessuto.
Ti accompagnai in cucina e iniziammo a parlare un po' di noi e dei nostri interessi. Un po' per rompere il ghiaccio, un po' per goderci l'un l'altra il sottile gioco di seduzione a cui stavamo giocando. Ti piaceva ascoltare la mia voce, così calda e avvolgente come immaginato leggendo il racconto, e ti piaceva guardarmi di nascosto le chiappe mentre ero girato sui fornelli e ti parlavo di qualcosa di me.
Finimmo a parlare anche delle nostre esperienze. Mi avevi chiesto se quello che avevi letto nei miei racconti erotici pubblicati sul sito, erano tutte storie vere o se avevo inventato. Ti risposi che alcune erano vere e altre erano totalmente frutto della mia fantasia. Poi buttai lì, quasi distrattamente, che il racconto che avevo scritto per te forse poteva non essere solo di fantasia. "In che senso ?" mi chiesi, domandandoti se intedessi dire che lo avevo già vissuto con un'altra ragazza o se volessi dirti che mi sarebbe piaciuto trasformarlo in realtà con te.
"In realtà è una sciocchezza", risposi io.
"No dai, non è una sciocchezza, mi interessa", replicasti, sperando che fosse la seconda alternativa.
"Ho scritto quel racconto pensando a te, e mi ha eccitato farlo. In un certo senso è come se fosse accaduto, anche se in realtà non è mai successo."
Rimanemmo in silezio per qualche istante, mentre ti guardavo negli occhi cercando di interpretare l'espressione delicatamente sorpresa e pensierosa sul tuo viso.
"A me ha eccitato leggerlo", mi confessai infine tu.
"Vedi, cosa intendevo dire ?" - continuai - "E' un racconto che abbiamo vissuto entrambi, fra di noi, con la nostra fantasia. Non è accaduto. Ma è quanto di più vicino alla realtà si possa esprimere con un racconto, senza che sia successo veramente !".
A questo punto le nostre menti si erano messe in movimento... entrambi stavamo cercando di capire quanto quel racconto fosse piaciuto all'altro, fino a che punto fosse arrivato il piacere della lettura, e fino a quale il piacere della carne. Io lo avevo scritto, pensavi, e quindi senza dubbio mi ero immedesimato in ciò che scrivevo e nella situazione di immaginarmi nel letto con te, mentre godevamo insieme. Ti dava un sottile piacere la consapevolezza che l'uomo che avevi di fronte in quel momento, che stava finendo di cucinare per te nel corso di una fin qui innocente seppur seducente serata, si era eccitato pensandoti nuda e avvinghiato al tuo corpo.
Dal canto mio, percepivo la tua emozione e mi provocava una sottile eccitazione il pensiero che avessi voluto saperne di più, che ora stavi visibilmente pensando a quello, e che le tue labbra - per dirla tutta - si erano leggermente dischiuse in un'espressione di vaga eccitazione sessuale.
Spensi i fornelli, e mi voltai accarezzando il tuo corpo con il mio sguardo. Un altro impulso. Ora ti stavi domandando, ancora rapita dai precedenti pensieri, perchè avessi spento i fornelli. Non avevo certo finito di cucinare. Però ora avevo abbandonato tutto, per spogliarti con gli occhi. Il mio sguardo era davvero penetrante, e nei primi istanti eri quasi imbarazzata. Avevi quasi l'impressione di essere nuda in quel momento, sotto l'ispezione minuziosa del mio sguardo prima sul tuo volto, poi sul tuo seno e infine lungo le tue gambe, fino alle tue caviglie.
Ti sentisti autorizzata a spogliarmi anche tu con i tuoi occhi, squadrando i miei due metri di altezza, passando dalle labbra, ai pettorali, alle braccia, fino al pacco. Cercando di intuire se il rigonfiamento fosse "a riposo" o in fase di risveglio. Di certo la mente ti riportò a quella foto sul sito dove avevo il pene duro come una roccia e lungo come una bottiglia di birra. Lo vedevi davanti a te. Ero vestito, ma tu già mi vedevi nudo con il pene eretto e desiderabile.
Mi avvicinai a te, e tu morivi dalla voglia di un contatto impetuoso e travolgente. Ti sfiorai appena i capelli, invece, e mi avvicinai al tuo orecchio sussurrando qualche parola di cui perdesti la memoria, travolta dal tumultuoso piacere che stava pervadendo i tuoi sensi. Sfiorai il tuo lobo con le mie labbra, e il respiro caldo sulla tua pelle ti stava letteralmente mandando sulla Luna !
Mi presi la testa fra le mani, e mi baciasti appassionatamente. Sentimmo il fuoco scorrere dentro di noi e brivido che pervadeva reciprocamente i nostri corpi. Infilai una mano sotto il tuo morbido maglione, e accarezzai con piacere i tuoi fianchi, il tuo ventre che si contraeva lievemente per il piacere, ascoltando i tuoi ansimi con il palmo della mano; poi risalii verso le forme deliziose del tuo seno, lentamente. Ad ogni centimetro il tuo respiro si faceva più intenso e affannato. Non vedevi l'ora che la mia mano calda e grande avvolgesse la carne del tuo seno, che ti palpasse sfacciatamente, che sfregasse con vigore il tuo capezzolo turgido e sensibile.
Così feci, e i nostri corpi iniziarono a fondersi in un sensuale movimento erotico. La tua schiena si inarcava, mentre le mie mani ti palpavano in modo sempre più osceno.
Con le tue cercasti i bottoni dei miei jeans, e dopo averli calati furiosamente, ti ritrovasti con il mio cazzo duro , venoso e liscio a pochi centimetri dalla tua bocca. "Dammi il tuo cazzo, porco !" mi dissi lasciando che le parole uscissero senza alcun filtro dalla tua bocca. "Eccolo, è tuo... fammi sentire quanto ti piace !" risposi io, imemdiatamente.
Non te lo feci ripetere due volte, e appoggiasti le tue labbra morbide e calde sulla cappella. Sentisti il pene irrigidirsi dal piacere ancora di più, e spingesti il viso in avanti, lasciando affondare tutti quei centimetri di eccitazione dentro la tua bocca. Afferrasti le mie chiappe con entrambe le mani, saggiando la nudità della carne con potenti palpate e graffiando la mia pelle con le tue unghie. Poi mi afferrasti il culo vigorosamente, spingendomi ritmicamente contro la tua bocca. Volevi ingoiarne il più possibile, ma oltre un certo limite sentivi che non riscivi... era lungo e durissimo e iniziavi già a pensare al piacere che ti avrebbe dato più tardi, quando te lo avrei infilato lì più sotto... Ma ora volevi dedicarti solo a questa meravigliosa succhiata di cazzo. Sentii il piacere pervadere il mio corpo e lasciai che la mia bocca pronunciasse frasi oscene, sconnesse e abbandonate alla tua maestria. Sentirle ti provocava un'eccitazione indescrivibile e iniziasti a masturbarti lievemente il clitoride, mentre me lo succhiavi. Sentivo che stavo per esplodere, e allora ti tolsi il giocattolo dalla bocca, mentre ancora pulsava dal piacere; poi mi calai fra le tue coscie e iniziai a leccare là dove ti stavi masturbando con insistenza ed eccitazione. Leccai così bene che sentii scorrere i tuoi fluidi tutto intorno anche alle grandi labbra, stavi per godere anche tu ora, e lasciai che il tuo corpo esplodesse in un poderoso orgasmo, sotto i colpi perfetti della mia lingua così assetata del tuo piacere.
Venisti forte, e gridasti il tuo piacere afferrando il mio cazzo in mano, per godere della mia eccitazione.
Leccai fino a farti dire basta, poi mi sollevai e finii di spogliarmi. Lo feci lentamente. Sotto il tuo sguardo abbandonato al piacere più intenso. Mi tolsi la camicia e poi la maglietta, restando completamente nudo davanti a te, con il pene eretto e ancora voglioso del tuo corpo e dei tuoi umori.
Mi avvicinai e spogliai anche te, altrettanto lentamente, e seguendo le nudità scoperte dai vestiti, con la mia lingua. Il calore del mio fiato su di te stava già riaccendendo le tue voglie. Ti presi per mano e ti condussi nuda in camera da letto. Ti baciai per qualche minuto, godendo della morbidezza e del profumo della tua pelle.
Poi ti chiesi di lasciarti bendare, e tu in un misto di curiosità e lieve preoccupazione ti lasciasti bendare.
Ti misi a quattro zampe sul lettone, chiedendoti di restare così mentre preparavo la situazione. Setivi alcuni cassetti aprirsi, e avresti voluto sbirciare per capire cosa stessi facendo. Ma stare al gioco ti eccitava molto di più ! Dopo alcuni istanti, setisti nuovamente la mia lingua carezzare le tue natiche e spingere per farsi strada fino al buchetto. Allargasti lievemente le coscie per agevolarmi. Sentivi ora la mia lingua calda e umida sfiorare l'interno delle chiappe e stimolarti lievemente attorno allo sfintere. "Mmmmmm..." ti lasciasti sfuggire... e io capii che lo volevi... Iniziai a leccare con più vigore e intanto con un dito iniziai a lavorarti il buchetto, facendomi strada delicatamente. Quando entrò per metà, ti sentii mugulare di piacere. Stavi iniziando a godere di quell'intruso nel tuo culetto, quando sentisti qualcosa di arrotondato e vagamente morbido appoggiarsi alle tue grandi labbra. Spinsi il tuo culo all'indetro, per capire meglio di cosa si trattasse, e intanto ne approfittavi per sentire il mio dito muoversi dentro di te, mentre ti stimolava le pareti della fica, dal buco del culo.
Stavi grondando piacere dal centro della tua voglia, e non fu difficile spingerlo dentro di te. "Ma che cosa?" ti domandasti. Non era il mio cazzo, non poteva esserlo, visto che ero così distante da te, mentre ti masturbavo con il dito nel sedere. Sembrava di gomma, sì... sembrava proprio un bel vibratore di quelli di buone dimensioni !
Una volta infilato fino in fondo, lo accesi, lasciando che la vibrazione pervadesse la tua fica.
"Sei un gran porco, cazzo !" mi dissi in preda all'eccitazione più pura. "Hai un cazzo di vibratore in casa ?! mi fai impazzire cazzo !!". "L'ho comprato per te, perchè voglio farti godere come non ha mai goduto ! Fammi sentire che ti piace ! vediamo di cosa sei capace !". Iniziasti allora a dimenarti dal piacere... quel cazzo di gomma vibrava in un modo che ti faceva impazzire e non potevi resistere al mio dito che si muoveva dentro di te, stimolandoti il culo e la fica con il suo movimento.
Ad un certo punto mi levasti la mano, e mi chiesi di darci dentro. Mentre il vibratore continuava a darti un piacere continuo e tremendo, lì nella fica, presi a penetrarti con il mio uccello ancora durissimo, dove prima ti masturbavo col dito. Sentisti penetrare qualcosa di grosso, e di duro. Pensavi non avresti retto questa doppia penetrazione, e invece accoglievi entrambi i tuoi giocattoli dentro di te, traendone un piacere infinito. Stavi gridando di piacere e di lussuria, mi gridavi parole irripetibili chiedendomi di farti godere e io ci davo dentro senza fermarmi.
Ti tolsi la benda per farti guardare in mezzo alle tue gambe, e quella vista ti eccitò ulteriromente portandoti ad un grado di piacere e di sfinimento che non avevi mai provato. Il vibratore ti aveva provocato già un'altro orgasmo ma non smettava mai... volevi quasi chiedermi di levartelo... ma poi sentivi il piacere che non si calmava mai del tutto, e volevi continuare a sentirlo dentro di te, mentre ti scopavo anche io. Ad un certo punto iniziai a gridare dal piacere anche io, e la cosa ti eccitò a tal punto da farti godere a tua volta. Sentivo le viscere pulsare dal piacere, ed ero pronto per esplodere tutto il mio succo dentro di te. Ti stantuffai selvaggiamente mentre gridavi dal piacere e io ero sempre più vicino al godimento estremo. Quando l'ultimo spasmo del tuo piacere si acquietò, sfilai il mio grande cazzo voglioso di te dal tuo culo, lasciando che il vibratore continuasse a tromentarti di piacere, e iniziai a sfregarlo sul tuo seno accogliente. Tu lo presi lasciando che si insinuasse lì in mezzo, e mentre ti massaggiavi le tette con le mani, di fatto iniziavi a masturbarmi il pene fra i seni.
Ora stavo proprio per esplodere !! ti gridai di stringere quelle tette sempre di più, ti gridai che eri una fica gran porca, che volveo spruzzarti in faccia e che mi stavi facendo venire !! Ora parlavo ansimando: "si, si, così, fra le tette così... così... ahhh, ahhh, sì, sì, sei una gran maiala cazzo, così, sì... ahhhh, aaaaahhhhh, aaaaahhhhhhhhh, ooooohhh...... vengoooooo !!! vengoooooooo !!!! aaaaahhhhhhhhh !!!!" Ti inondai la faccia del mio sperma bianco e bollente.... il mio orgasmo ti eccitava oltre ogni misura, e il vibratore nella fica non smetteva mai... eri esausta e sfinita dal piacere. Come me, che ti avevo penetrato con vigore per non so quanto tempo.
Ti tolsi il vibratore e ci abbandonammo l'uno sull'altro, umidi di sudore e di piacere, ancora affamati l'uno dell'altra.
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15 anni fa
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