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Esibizionismo e oltre

Il marito di Shila, un sabato pomeriggio entrò in casa; era libero da impegni e le disse “Oggi facciamo qualche foto mettiti bella e ......soprattutto sexy”.
Lei non se lo fece ripetere due volte. Adorava assecondarlo in questi giochi e quindi cominciò a prepararsi. Indossava un vestito corto e fortemente scollato; la sua terza di seno le metteva in risalto un decolté da urlo, le calze nere auto reggenti erano favolose sulle sue gambe fini. Il trucco un po’ più marcato del solito e una bella acconciatura le rifinivano il volto. Non potevano mancare le scarpe eleganti con tacco piuttosto alto.
Era primavera. Salirono in auto e si allontanarono dalla loro abitazione. Si diressero verso il lago. Fecero due passi nella via principale che collegava il centro al lungo lago. Vi erano diverse piazze, lungo il percorso; le statue del Manzoni e Garibaldi, sembrarono ridestarsi e diventare vive quando lei, leggiadra, incurante degli sguardi dei passanti, percorreva la via con la sua gonna corta e il suo abbigliamento un po’ ardito. Giovani, mariti e pensionati lanciavano occhiate più o meno velate verso quella bella signora. Suo marito era compiaciuto di esibirla. Giunti in prossimità del lago, nella piazza, vi erano delle panchine in cemento. Shila si sedette; la gonna inevitabilmente si alzò ulteriormente e scoprì le sue autoreggenti. Mi trovavo casualmente lì accanto, non potei fare a meno di far cadere lo sguardo su quelle gambe snelle. Lo ritrassi subito, ma credo non prima che se ne fosse accorta, perché mi guardò con un sorriso benevolo, quasi capendo il mio imbarazzo, la mia debolezza.
Quando mi alzai e li lasciai dietro di me, dirigendomi verso l’auto non avrei mai pensato di rivederli.-Prima di tornare a casa mi diressi verso il Monastero a visitare la mostra dei disegni di Leonardo. Quando vi entrai, rammentando la bellezze di Shila, la accostai in qualche modo alla Gioconda: semplice e al contempo misteriosa.
Loro intanto avevano deciso che la citta' era troppo affollata e se andarono. Si fermarono vicino ad un’osteria , presso il fiume . L’’Osteria un tempo foresteria dei monaci era diventata con il tempo una cascina di contadini. L’ingresso recava una porta in legno accostata ad un muro di pietra che ne ricordavano l’antichità. L’insegna, appesa al muro come si faceva una volta, era invece moderna.
Prima di farla scendere dall’auto il marito di Shila le sfilò gli slip e la mandò ad acquistare una bevanda fresca. Fuori dall’osteria era fermo un gruppetto di giovani che la videro arrivare. Suo marito osservava la scena dall’auto eccitato. I loro sguardi furono abbagliati da tanta avvenenza; smisero tutti di parlare per guardarla. Shila si sentiva gli sguardi addosso e ricambiò sorridendo. Si rese conto di aver fatto rizzare il cazzo a quei giovani. Entrò all’interno del locale, che a dispetto dell’esterno, era invece molto elegante. Uno dei giovani si fece più intrepido e vedendola vicino al bar le si avvicinò per offrile da bere. Ma lei disse” Ti ringrazio caro, ma mio marito mi aspetta in auto”. Glielo disse quasi scusandosi, facendogli capire che avrebbe voluto, ma non poteva. Questo fece accrescere ancora di più l’eccitazione del ragazzo, che la accompagnò all’uscita e la seguì con lo sguardo famelico mentre si allontanava in direzione dell’automobile.
Richiusa la portiera e seduta sulla poltroncina, il marito di Shila le accarezzò le cosce e si insinuò verso la sua intimità scoprendola bagnata. Anche lui era eccitato. Decisero di fare due passi lungo il fiume per immortalare con qualche scatto fotografico quel bel momento.
Anche io, vista la bella giornata, una volta visitata la mostra decisi di fare una passeggiata lungo le sponde del fiume. C’erano diverse persone e molti atleti in allenamento che correvano.
Quando mi ritrovai davanti quella coppia ebbi un tuffo al cuore. Anche Shila si accorse di me e sorrise. Fu inaspettatamente il marito a rivolgermi la parola. “Mi scusi, conosce qualche bel posto tranquillo dove fare delle belle foto?”. Subito non capivo cosa volesse in realtà. Mi fece l’occhiolino cercando di alludere a qualcosa. Poi aggiunse “Volevamo fare due scatti in libertà con mia moglie, lontani da occhi indiscreti”.
Ero come magnetizzato da quella donna. Formulai un’idea come per rendermi conto di non stare sognando. “Ci sarebbe un castello qua vicino” dissi. Lui aggiunse” Ci farebbe da guida’?”.
Risposi blaterando goffamente” Certamente, sarà un piacere”. Dissi loro che c’era da camminare un po’ ma non erano preoccupati. Lasciammo le nostre auto nel parcheggio e ci incamminammo per la via.
Il tempo si stava guastando e non trovammo nessuno sul sentiero. Percorremmo il lastricato in pietra fino alla lunga e diritta scalinata, scavata nella roccia che portava al castello. Quella scalinata era usata per le penitenze dei fedeli che si fermavano ogni venti scalini per orare. Shila la reinterpretò fermandosi ogni venti, in pose sexy scoprendosi via via le parti del corpo. Noi la seguivamo poco sotto. Suo marito scattava foto e io la ammiravo. Sotto di noi il panorama del lago seppur molto bello era da noi ignorato. Giungemmo infine al castello. Varcammo il portale in muratura e ci ritrovammo all’interno di quello che restava della rocca, cioè un prato contornato dalla cinta muraria; Il luogo ideale per fare belle foto.
Shila si mostrava in pose sexy, scoprendosi il seno; sollevando le gambe  lasciava intravedere la sua intimità. Il marito fotografava, Shila mi guardava. Il suo sguardo sembrava puntato sulla “patta” dei mie pantaloni per verificare il gonfiore del mio cazzo. Non mi era mai capitato di partecipare ad una esibizione di una coppia e la cosa cominciava a piacermi sempre di più. Era bello farsi provocare da quella bella donna, immaginare che dietro alla sua esibizione ci fosse anche il desiderio non solo di essere osservata ma anche posseduta. Stetti buono al mio posto, nella speranza che qualcosa di più hard accadesse.
Ad un certo punto il marito di Shila mi porse la macchina fotografica e mi disse “Vediamo se sei bravo come fotografo!” Lui si avvicinò a Shila e quando le fu vicina, si baciarono con passione. Scattai alcune foto mentre lui le accarezzava le cosce e le baciava il seno. Ad un certo punto vidi Shila che gli sussurrava qualcosa all’orecchio. Suo marito, sembrò preso dall’impazienza, come se fosse scattata l’ora che attendeva da tempo. Tornò da me e quasi mi intimò “Seguici, torniamo al Monastero.”.
Mi domandai, che forse si erano dimenticati qualcosa in quel luogo. Salimmo in auto e ci ritrovammo in pochi minuti davanti all’osteria. Shila e suo marito mi fecero cenno di seguirli. Lui si informò con il gestore che gli riferì che avevano alcune camere a disposizione per i clienti che volevano riposare un po’.
Mi disse” Tu che fai? Vieni anche tu?” . Rimasi spiazzato da quella domanda. Tentennai un attimo, incrociai lo sguardo di Shila, scorsì in lei il desiderio, di donarsi, di sentirsi una... Mi presentai al gestore, per prendere la chiave di un'altra camera.
Salimmo le scale verso le camere che erano in una specie di mansarda. Il marito di Shila aprì le porte della loro camera, lei entrò, dirigendosi verso il letto con la mobilia in bianco crema. Era davanti a noi, volse il volto leggermente, come per vedere se realmente eravamo tutti e due dietro di lei. Si adagiò sul letto, con posa lasciva, ci guardò vogliosa di cazzi, divaricò leggermente le gambe, toccandosi e languendo. Il resto lo potete immaginare….godette di entrambi.
Alla fine per curiosità chiesi al marito cosa le aveva sussurrato all’orecchio quando eravamo sulla rocca e lui “Non l’hai capito? Mi ha detto che voleva essere scopata da noi due. E’ una cosa che non aveva mai fatto.. ma  oggi si sentiva particolarmente eccitata..

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