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Group sex Threesome

Autorimessa per Classe A

Quella donna, alta slanciata, capelli biondi corti, indossava l’intimo in una maniera talmente elegante e sexy che turbava i mie sonni ogni sera. Il suo lui, un uomo poco più maturo di me, amava sfoggiarla e parlare di lei, anche se selezionava con grande cura le persone con cui teneva la corrispondenza,  Quando la vidi in volto in una foto, il suo sorriso radioso mi rapì. A vederla sembrava una donna di alta classe che godeva degli agi della vita (vacanze, mare, cultura) e che amava follemente il marito con cui condivideva momenti di felicità e rilassatezza. Tra noi maschi si era creata una buona complicità. Lui mi confidò che erano attirati, specialmente lei, dalle situazioni insolite improvvisate e che in queste sua moglie dava il meglio di se stessa e si lasciava andare in maniera completa. Cominciai a pensare a luoghi e situazioni che avrebbero potuto renderla partecipe fino a farmi quasi scoppiare la testa. Certo avevo una fervida immaginazione ma sarei riuscito a trovare la molla giusta?. La cosa che mi colpì è che quella donna, aveva un grande appetito anche se la loro vita sessuale di coppia era appagante. Anche durante le gite in montagna, lei solleticata dalla maglietta aderente mostrava con orgoglio i suoi capezzoli turgidi. Un giorno inaspettatamente mi arrivò un messaggio con indicato un’ora e un appuntamento per un caffè. Lui mi disse, “Facilmente in centro città, farai fatica a trovare posteggio. Lascia l’auto nel parcheggio sotterraneo…dista poche centinaia di metri dal bar”. Così feci, arrivai con un po’ di ritardo all’appuntamento tanto che mi giunse una telefonata da lui impaziente che diceva “Affrettati ci sono pochi posti liberi”. Io pensai subito che si riferisse ai tavolini del bar. Come imboccai l’ingresso del parcheggio, un nuovo messaggio con indicato (piano – 7 posto 69). Non capii subito mentre ero al volante, comunque scesi come telecomandato verso il settimo piano interrato, l’ultimo, e posteggiai al posto 69. Tutto intorno a me vi era semioscurità. Pensai “Lui sarà il proprietario del garage sotterraneo? Come faceva a sapere del posto libero?”  Realizzai solo in quel momento che in effetti molti posti del parcheggio erano occupati da auto. Erano posti delimitati da pareti. Scesi dall’auto e feci per dirigermi verso l’uscita e l’ascensore che portava ad essa. Notai un furgoncino, che spuntava leggermente fuori dalle strisce bianche. Le luci dell’interno si illuminarono, una portiera si stava aprendo. La prima cosa che vidi erano le sue scarpe con tacco alto, poi le gambe snelle con calze velate. Quando la vidi in piedi fui invaso da una grande emozione. Nel frattempo scese dall’auto furgonata anche suo marito che mi sorrise. Mi chiamò ”Mario che ci fai qui? “ Andai verso di loro. Ci stringemmo la mano. Lui disse “ Questo è Mario un mio amico del circolo dello scopone”.  Volsi lo sguardo verso di lei che mi fissò negli occhi. Forse era un segnale convenuto trai i due, non so. Fatto sta che il suo sguardo si abbassò. Mi sembrava che guardasse verso le mie parti basse. Guardai anche io e mi accorsi che si era formato “un pacco”. Subito provai un attimo di imbarazzo, poi andai verso quella donna e dopo averle fatto un complimento “Suo marito mi ha sempre detto che aveva una moglie attraente ma non pensavo così tanto, lei è stupenda”, lei sorrise, io le porsi la mano e poi mi allungai per darle un bacio di benvenuto sulla guancia. Come accostai il mio viso al suo, fui inebriato dal suo profumo. Non mi accontentai e il secondo bacio glielo diedi sulle labbra. Lei non si scansò anzi, mi attirò a lei e non resistetti. La bacia in bocca, la mia lingua si attorcigliò alla sua in voluttuose mosse. Lui intanto la cinse da dietro e la portò a sé. La prese per mano e andarono dietro all’auto, nello spazio che stava tra questa e il muro. Cominciarono a baciarsi appassionatamente davanti a me. Lui le alzò la gonna…era senza mutandine…mostrò il suo delizioso culo alla mia vista. Lei si inarcò leggermente e lo rivolse verso di me. Mi accovacciai e presi a lambirle il sesso prima sfiorandola con la mano e poi indugiando con la lingua, laccandole entrambi i due buchi. Lei si stava sciogliendo e stava crescendo l’eccitazione. Avevo voglia di scoparla. Incontrai lo sguardo di lui, mi disse “cosa aspetti !” Mi sbottonai i calzoni, li feci scendere insieme ai mio intimo e la penetrai con foga. La sbattevo contro il posteriore della’auto a cui era aggrappata. Non feci fatica a entrare in lei, era dilatata e bagnatissima. Lei avvertì nello suo sesso tutto il mio desiderio. Vibrava sotto i miei colpi e mugolava. Mi fermai prima che tutto diventasse troppo intenso e  rischioso per la fine dei giochi. Lei però voleva due cazzi e lo disse sottovoce. Fu accontentata. Io mi appoggiai con il fondoschiena al cofano dell’auto. Il marito la possedette da dietro. Lei si appoggiò con i seni sul mio corpo. I movimenti del suo lui la facevano ondeggiare e i suoi seni sfregavamo sopra al mio sesso. Poi me lo prese in bocca e cominciò a succhiarmelo. Suo marito sapientemente le violò anche l’altro orifizio e glielo pose tra le natiche. Colpi lenti ma profondi. Lei, la dea stava giocando con il mio arnese in un crescendo di eccitazione. La presi per i capelli guidandola sul mio cazzo con energia in modo che sentisse desiderio e vigore. Entrambi, noi uomini, la facemmo sentire porca, battezzandola con frasi esplicite. La sentimmo vibrare, aumentare il respiro, lasciarsi andare in un sospiro e un grido mentre era presa da intime contrazioni. Suo marito era stato abile a alternare culo e fica.  Anche per noi scattò l’orgasmo e con grandi fiotti le inondammo bocca e sesso. Il seme di lui le colava ancora dalla vagina quando lei fece per entrare in auto e seduta di traverso sulla poltroncina a gambe larghe si sporgeva per scambiare con me l’ultimo bacio. Lasciatemi dire, bonariamente “che donna porca di classe”.

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