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La lei di coppia...
Era il 25 di ottobre ero al pc quando leggendo tra gli annunci di desy ho trovato un annuncio particolare ed ho inviato subito un messaggio a questa coppia ,loro hanno risposto immediatamente e mi hanno inviato il loro numero per contattarli ,li chiamo e risponde lei con una dolce e profonda voce chiaccheriamo qualche minuto quando ad un certo punto sento il suo lui che dice dacci il tuo indirizzo e 30 minuti saremo da te .
Le dò il l' indirizzo e chiudo dopo circa 3 quarti d' ora squilla il telefonino sono loro , mi affaccio e vedo due persone sotto casa , scendo e li chiamo lei mi si avvicina e mi dice (aprendo il cappotto ) pensi che così ti piaccio di più?mi avvicino e baciandole il collo le dico ........sei stupenda ,e ci avviammo verso la porta di casa.
Entrati in casa lei si mise comoda sul divano sempre col cappotto addosso e io e il suo lui sulle sedie al tavolo cominciammo a parlare di cosa facevamo nella vita dopo un pò chiesi a francesca di togliersi il cappotto e di mettersi comoda mentre luca sorseggiava il suo drink , a quel punto francesca si alzo e mi chiese di togliergli io il cappotto e così feci immediatamente ,alla vista di quel corpo bellissimo cominciai a baciarla e luca mi disse : fai come se fosse tua moglie dalle il massimo.
lo fatta accomodare sul divano e cominciai a leccarle la f..... cominciai a sentire quel gusto che solo le vere donne anno e li capii che sarebbe stata la serata più bella dei miei incontri ,luca si alzo e sussurandomi nell' orecchio mi disse :io scendo aspetto in macchina quando avete finito chiamatemi , a quel punto decisi di portarla sul letto lei comincio a succhiarmelo in un 69 fantastico poi si alzo e si mise un preservativo in bocca e senza toccarlo con le mani lo srotolò sul mio cazzo , si mise a cavalcioni su di me e cominciò a montarmi io allungai una mano e da sotto il cuscino tirai fuori due vibratori che avevo sistemato prima del loro arrivo, lei alla vista di quei due giocattoli impazzi cominciò a muoversi velocemente su di me e in pochi secondi ebbe il primo orgasmo in quel momento la girai e mi trovai io sopra di lei con un vibratore in mano a quel punto sfilai il mio cazzo e infilai il fallo dentro di lei con delicatezza lei comincio ad ansimare nuovamente si mise a 90 e mi chiese di incularla così per circa 15 minuti e lei raggiunse il secondo orgasmo ma questo più intenso scizzo sopra le coperte e si bagno tutte le gambe tolsi il fallo dalla figa e misi il mio cazzo con lei sempre 90 la scopai per un pò così poi lei mi disse di sdraiarmi e io mi sdraiai poi ricomincio e succhiarmelo ma questa volta mi sfilo il preservativo e comincio a leccarlo dicendo che voleva il mio succo a quel punto lei mi guardo e mi disse ora scopami e sborrami dentro mi sali sopra e dopo una decina di minuti le sborrai dentro lei non si fermo anzi aumentò il rittmo e venne nuovamente mischiando il mio al suo e dopo una 20 di minuti sborrai nuovamente dentro di lei ci fermammo a guardarci e ci baciammo come se fossimo due amanti dopo un pò lei mi chiese di andare in bagno e si ripulì e dopo di lei io feci lo stesso lei si rimise il cappotto e baciando mi disse ci rivedremo e ora ci vediamo anche soli perchè al marito piace che lei si diverta con me in sua assenza se qualche marito cerca situazioni simili mi contatti saluti da marioto
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 ore fa -
Magari
Una volta tanto sono in anticipo e ne approfitto per scendere dall’auto e fare due passi. Lo spiazzo è deserto e a me piace camminare e godermi la sensazione degli stivali e del tacco alto. In foto mi è parso carino, per eccitarlo mi sono messa la mia minigonna cortissima in pelle, di quelle che si aprono completamente e si sfilano tirando una cerniera lampo, autoreggenti a rete di quelle a maglie grandi e gli stivali in pelle alti fin sopra il ginocchio. Sotto ho un coordinato in seta nera : reggiseno perizoma e reggicalze. Il trucco è forte ma senza esagerare. Smalto, orecchini e profumo completano l'opera, la mia borsettina nera mi ciondola al fianco. Prima di uscire ho lavato, allargato e lubrificato il mio buchino, che così è pronto per ricevere ospiti. Passo accanto ad alcune pile di bancali ammucchiate contro il muro del capannone e intanto penso soddisfatta che dovrei piacergli e che spero mi farà stare bene. Ma la serata non andrà come credo io. Sento un rumore alle mie spalle, faccio per girarmi ma una coperta mi piomba sulla testa e prima che abbia il tempo di un pensiero sento due mani che mi bloccano le braccia ed altre che mi tengono ferma la coperta attorno al capo, una voce rauca mi dice “Buona, buona, non ti facciamo male, calmati, cammina e fai quello che ti diciamo, non ti succederà niente di brutto”. Assecondando la spinta da dietro faccio alcuni passi, poi un braccio mi ferma e le mani attorno alla mia testa me la premono contro quella che potrebbe essere una pila di bancali, non so. Ho il cuore in gola, cerco di pensare a cosa fare ma sono nel caos più totale, tremo e non riesco a spiccicare una parola. Due mani mi tengono il capo ben fermo, altre mi sfilano la coperta e mi cingono una benda attorno agli occhi legandola ben stretta. Tutto succede alle mie spalle, intravedo per un attimo solo le scarpe nere di uno di loro, poi il buio totale. Ora uno mi tiene i polsi dietro la schiena e un altro li blocca insieme con alcuni giri di scotch da pacchi. Credo stiano per legarmi anche le caviglie, e invece mi sollevano di peso e iniziano a camminare, sento il rumore di due portiere, poi mi sdraiano a pancia in giù su qualcosa di morbido, probabilmente un materassino. Devo essere nel grosso furgone che avevo notato appena arrivata, non mi sarei mai immaginata che fosse lì per me. Mi chiedo che intenzioni abbiano, se volevano fare sesso con me bastava chiedere, provo a pensare ad altre possibilità. Intanto due mi sollevano per le spalle e mi mettono in ginocchio, sento il rumore di qualcosa appoggiato davanti me. Ripensandoci adesso credo fosse una cassa da imballaggio o qualcosa di simile, con stesa sopra la coperta già incontrata prima. Mi rispingono in giù e mi fanno appoggiare col petto alla cassa, delicatamente devo dire. Sento il rumore di cinture slacciate e cerniere lampo che si abbassano e così sono sicura di cosa stanno per fare. Sono nel delirio più totale, è un’emozione molto diversa dalla paura quella che mi fa tremare. La fantasia è una cosa la realtà un'altra, non vorrei aver sempre sognato la cosa sbagliata. Le azioni degli altri mi sottraggono al problema della scelta: mi sollevano la minigonna, delle mani mi afferrano le caviglie e mi allargano le gambe, uno di loro si inginocchia dietro di me, sento il suo corpo sfiorare i mie i glutei, mi scosta il perizoma e poi si lascia andare a un “Guarda che culo!”. Incomincia ad accarezzarmelo con una mano, mentre con l’altra, a giudicare dal rumore, si tira il cazzo per eccitarsi. Lo stesso rumore sento provenire da altri punti attorno a me e, per la prima volta, mi chiedo quanti sono. Tremo in tutto il corpo, stanno per scoparmi in gruppo e senza avermelo chiesto, non so come finirà, eppure sento che in profondità dentro di me una decisione è già stata presa :” Accetto, voglio questa esperienza”. La mano che mi accarezzava mi preme ora la schiena, il cazzo di lui mi si appoggia fra i glutei e a tentoni inizia a cercare l’entrata. Come spesso accade cerca troppo in alto, si spazientisce e riprova qui e là con più forza. Forse dovrei finalmente parlare e dargli delle indicazioni per facilitargli la cosa, altrimenti rischia anche di farmi male, ma la parte orgogliosa di me si rifiuta di venire in aiuto di questi prepotenti. Presto comunque capisce di aver trovato il buchino e allora preme forte e mi entra dentro di cattiveria. Mi scappa un gemito di dolore, non ho fatto alcuna resistenza e sono già allargata e lubrificata ma anche così mi ha fatto male. Prende subito a stantuffarmi, mi appoggia le mani sulle anche e si lascia andare a un rantolo di piacere. Mi fa male, provo solo dolore, lui è brutale, vuole entrarmi subito in profondità e non rallenta un attimo. Sento il rumore di un cazzo tirato dalla mano del suo proprietario avvicinarsi al mio viso e subito una cappella mi preme contro le labbra. Ormai ho deciso di non resistere, apro la bocca e mi ritrovo un cazzo fino in gola. Mi tiene ferma la testa con le mani e mi stantuffa la bocca lentamente ma a fondo. Ogni tanto rischia di soffocarmi e quando mi sente tossire per fortuna mi lascia riprendere fiato. Di dietro le cose intanto vanno meglio, il mio buchino si è allargato ben bene e quello che provo inizia a essere piacere. Spontaneamente, senza pensarci, inarco la schiena e spingo indietro il culo per offrirlo completamente al mio quasi-violentatore, lui se ne accorge : “Ti piace eh vacca?!” Sposta le sue ginocchia un po’ in avanti per avermi ancora più vicino, le mani scivolano fino sui miei fianchi e li stringono forte, inizia a sbattermi sul serio, odo il rumore ritmico del suo corpo contro il mio e le sue palle sbattere contro i miei glutei. Sento che sto per arrendermi completamente, il piacere s'impossessa del mio corpo. La mia bocca cessa di essere passiva e si avvolge voluttuosa attorno alla cappella dell’altro quasi-violentatore: “Dai ciuccia! Sì, così, prendilo fino in gola … Ti piace eh?! Te l’avevo detto che era una troia! Quando ho visto com’era vestita l’ho capito subito. Guarda come gode con due cazzi” Mi bruciano queste parole, il mio orgoglio sente che giù in fondo, dentro di me, sono vere : sì sono una troia e sto godendo immensamente, il mondo pensi pure quello che vuole. Cedo completamente : allargo il più possibile le cosce per facilitare il lavoro al cazzo che ho dietro, rilasso completamente tutto il mio corpo e mi abbandono contro la cassa da imballaggio, completamente vinta e sottomessa dall’impeto dell’uomo dietro di me . Lui e’ al massimo dell’eccitazione, sento che il suo cazzo è cresciuto di dimensioni e mi riempie completamente. Ad ogni suo affondo lascio andare un gemito di piacere. Quello che spompinavo ora mi tiene per le spalle per aiutarmi a reggere i colpi dell’altro. Il penetratore è ormai una furia, ad ogni botta mi pare che il suo cazzo mi arrivi fino in gola e letteralmente urlo. Perdo completamente il controllo di me stessa, mi formicolano il viso e le mani e sono nel pallone più totale. Credo stia per venire, per un attimo riesco a pensare che dovrei preoccuparmi per le malattie, ma sento invece un’emozione grande all’idea di un fiume di sperma che mi sgorga dentro. Tutto si offusca sotto gli ultimi colpi : mentre io vengo spostata a scatti con tutta la cassa dalla sua furia lui rantola e sborra. Arrivano alcuni secondi di quiete, durante i quali non saprei neanche dire come mi chiamo, poi lo sento appoggiarsi col petto e la testa contro la mia schiena per riposarsi un attimo, bacia la mia pelle e si rialza. Avrei bisogno di qualche minuto per riprendermi ma un altro gli dà immediatamente il cambio e mi penetra : mi pare piuttosto dotato ma ormai sono così larga e lubrificata che mi scivola dentro senza alcuna difficoltà. Quello che avevo davanti si masturba fin quasi all’orgasmo, poi all’ultimo mi infila la cappella fra le labbra e sento i suoi schizzi contro il mio palato. “Bevi tutto bella, dai che ti piace! Che vacca che sei!”. Non ho più remore, obbedisco e mando giù, e mi piace anche. Un altro gli dà il cambio e ho di nuovo due cazzi dentro di me. Tutto questo va avanti per un po’, non saprei dire quanto, a turno un po’ mi montano e un po’ si fanno spompinare, in tutto riesco a contare quattro sborrate dentro il fondoschiena, una in faccia e due ingoi. Alla fine sono spossata, esausta e preoccupata, ma il godimento che ho provato è indescrivibile. Uno mi sfila il perizoma : “Me lo porto a casa come trofeo!”. Mi aiutano a rialzarmi e mi fanno scendere dal furgone, “Dai che ti accompagno alla macchina. Che puttana che sei, ti piaceva eh ? … Insomma ti è piaciuto o no?”, un sì mi sfugge imbarazzato dalle labbra, lui mi schiaffeggia il fondoschiena divertito, taglia lo scotch che mi blocca i polsi, mi appoggia con la schiena in piedi contro la mia auto, mi bacia a forza, mi mette un pezzo di carta in mano : “Qui c’è un numero di telefono, chiamaci quando hai voglia di cazzo che ti facciamo contenta!”, se ne torna al furgone e partono. Mi tolgo la benda e lo scotch, mi guardo e mi accorgo di essere anche senza minigonna. La vedo appallottolata sul cofano, la svolgo per indossarla e vedo che l’interno è bianco di sborra, qualcuno l’ha usata per masturbarsi. “Temo che non sia proprio il caso che tu faccia la schizzinosa”, mi dico : “ visto quello che ti sei lasciata fare ormai è evidente che sei proprio una troia, e per una troia è cosa comune essere bagnata di sperma, per cui infilala senza tante scene”, lo faccio e mentre tiro la lampo sento la sborra contro i miei glutei, mi pare ancora calda. Rilasso il fondoschiena : lo sperma con cui mi hanno riempito come un bignè esce dal buchino e cola lungo le cosce. Ho paura che li chiamerò presto.
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 ore fa -
Elena
Aprire un file jpg è la cosa più facile del mondo. Ma a volte l’attesa dell’apertura dell’immagine può essere la scintilla per un attacco d’ansia, magari anche positivo e piacevole. Oppure no, nel momento in cui scopri che la persona che ti ha inviato le foto si è sempre sopravalutata.
Non era il caso di Elena. L’idea di vivere nella stesa città o poco vicino era il motore del nostro incessante contatto, diretto, indiretto, inconsueto, travolgente e rapido. Molto rapido. Sembrava che le sensazioni, peraltro comuni, viaggiassero assieme, sedute in un autobus, una vicina all’altra. E la fermata sarebbe stata le stessa. Fermata piacere e positività. Nella vita a volte capita di imbattersi in situazioni più o meno lunghe, che rischiano di divenire eterne, e noi tutti rischiamo di finirci dentro, ingabbiati con gli occhi chiusi, e con le porte sbarrate.
Quando vidi il suo sorriso, i suoi occhi chiari, il colore ambrato della sua pelle, riuscivo a percepirne il profumo, e sentivo quasi il suo respiro vorticoso, incedere verso il mio, poggiarsi dolcemente sul mio collo. Avrei aspettato un morso per tutta la vita, e probabilmente era quello che avrebbe fatto, se ce ne fosse stata l’occasione.
Salvai i tre file nella mia cartelle privata. Ogni minuto ci tornavo sopra, e studiavo i dettagli del viso, immaginavo il suo corpo sinuoso e leggero. Altre scene mi si presentavano prepotenti agli occhi ma preferii attendere di sentirla di nuovo via messaggio.
In uno di questi mi aveva scritto che aveva una voglia matta di toccarsi, che la sua mano sarebbe stata incontrollabile se io fossi andato avanti a provocarla. Infatti è quello che feci. Sentivo che non potevo fare altro, al momento, che le mie parole sarebbero state fettine di burro caldo sulla sua pelle, ne avvertivo la sostanza morbida e grassa, scivolarle sul basso ventre. In quella zona ero certo che avrei scoperto il mio tesoro, un’incantevole dono di bontà e lussuria.
Mi chiese di raggiungerla in ufficio; erano due o tre giorni che ci conoscevamo, ed Elena aveva voglia di me. Incredibilmente ne avevo anch’io. L’avrei presa senza parole, avrei toccato la sua bocca con le dita, massaggiandole dopo la schiena con la mano, in una posa “gitana”.
Le dissi che non era possibile, che eravamo a qualche silometro di distanza e che i rispettivi lavori non ce lo avrebbero permesso. Poi in ufficio non è mai semplice, a meno che non si lavori insieme. Per un attimo mi sono visto suo collega, vicino di stanza, un furtivo ingresso davanti alla sua scrivania con la più banale delle scuse: “Elena, avresti mica il timbro dell’azienda? Il mio non ha più inchiostro, e non trovo il ricambio.” – così avrei esordito –
La soluzione più adatta e logica era quella di continuare a mandarle messaggi e mail, cercando di far convogliare il lusso delle parole all’interno della sua coscienza di “femmina passionale”.
Ero sicuro che Elena fosse una vera femmina, magari ancora un po’ giovane, ma con una notevole esperienza in fatto di fantasie erotiche.
Non ebbi il tempo di comunicarle quanto avevo appena stabilito, che mi scrisse:
“Non ti muovere, vengo io da te. Oggi pomeriggio mi do malata ed è quello che farai anche tu. Dimmi dove lavori, ci vediamo la.”
La mia risposta fu: “Ci penso un attimo, vedo come organizzarmi…ok vieni. Ti chiamo al cellulare così ti spiego tutto. Dammi il numero.”
Sarebbe arrivata alle 15.00 circa, così avevo ancora un’oretta buona per preparare l’incontro al meglio. Ma dopo un secondo realizzai che non dovevo preparare un bel niente, che tutto sarebbe accaduto nel modo più naturale possibile. Lei sarebbe entrata nel laboratorio, avrebbe annusato l’essenza di lavanda e ambra, e mi avrebbe accennato un sorriso propiziatorio.
Ci scambiammo due baci sulle guance, la feci accomodare in ufficio. Si sedette in maniera assolutamente tranquilla; la gonnellina blu-viola si sollevò un attimo sulla sedia, ed io intravidi le gambe depilate, lisce come la seta più pregiata, il polpaccio affusolato e tonico.
Ero seduto dall’altra parte, e tutto sommato la scena non sembrava nulla più diverso di un colloquio di lavoro. Io, il piccolo alchimista, e lei la giovane commessa profumiera.
In realtà le cose non andarono proprio così.
Elena aprì la porta, che avevo volutamente lasciato aperta. Mi chiamo sussurrando, lo fece ancora, e poi gridò quasi nervosamente: “Joe, Joe! Dove diavole sei?”
“Vieni pure giù in magazzino Elena!” – cantò la mia voce dal basso –
La sua bocca si incollò di cattiveria alla mia, aveva un gusto amarognolo, misto caffè e sigaretta, ma mi piaceva molto. La baciai dappertutto, intorno agli occhi, sulla fronte, sul collo, e poi di nuovo sulla bocca, e la sua, piena di rossetto saporito, mi seguiva, circoscriveva linee di passaggio, tra il romantico e l’erotico andante. Notai che stava per sfilarsi la gonna, così decisi di fermarla:
“No aspetta, lascia fare a me.” – le dissi sottovoce –
Si voltò di scatto appoggiando le mani sul frigorifero, dove è conservata la pappareale pura, mi afferrò la mano e la piazzò sul culo. Fu in quell’istante che capii che la nostra passione virtuale non sarebbe potuta rimanere tale a lungo. Mi inginocchiai, le sollevai la gonna, lei si sporse col fondo della schiena verso di me. Mi stava concedendo il suo bene più prezioso, ed io pregustavo già il sapore e la consistenza della sua figa umida. La mia lingua si curvò tra le chiappe dure, Elena pulsava di godimento, tra un ansimo sofferto ed uno più ampio, aperto, quasi gridato.
Allora presi a leccare il clitoride, rosso sangue, era rovente, gonfio di carne e di passione. Il suo liquido scivolava man mano sulla mia bocca, non volevo perderne nemmeno una goccia; le sue cosce si fecero dure e bagnate. Le accarezzavo con una mano, mentre con l’altra mi facevo spazio tra le grandi labbra del suo essere donna.
“Voglio che mi scopi, scopami adesso Joe, avanti!” – disse con voce tremante –
Tirai fuori quello che sapevo essere il mio amico più fedele. A volte era capitato che mi avesse tradito, magari per l’emozioni o altro. Ma quel pomeriggio c’era fuoco dappertutto, il sangue scorreva giù fluido e costante. Avevo voglia di sentirla dentro di me, immaginare per un secondo la penetrazione e subito dopo mettere in pratica tutto.
Entrai lentamente, prima con la punta, cominciai a spingerlo dentro solo con la punta, colpetti brevi e intensi e superficiali. Poi Elena mi lasciò intuire che voleva essere presa, sbattuta, e scopata. L’idea di noi due, sconosciuti, ma così vicini mentalmente, e coinvolti nei corpi e nella mente.
Si girò, guardandomi col suo solito sorriso ammiccante. Mi sdraiai per terra, il pavimento era freddo, scomodo, ma non ci avrebbe fermato in nessun modo. Venne su di me. Si sfilò la maglietta, poi il reggiseno, mi prese le mani e se portò sul suo seno. Sentivo i capezzoli tra le dita, ergersi ancora di più, chiamavano morsi, e così fu; mi sollevai con la schiena abbracciandola ai fianchi, e la mia bocca si appiccicò alla sua fonte materna. Mi sbattè di nuovo giù.
“Adesso ti scopo io mio caro” – disse minacciosa
“Avanti, fammi vedere come lo sai fare” – le risposi
IL preservativo. Non avevamo il preservativo. Disse che prendeva la pillola, che non c’erano rischi, che avrebbe voluto raccogliere tutto di me. Sentire la mia parte più intima accasarsi sulle pareti interne del suo ventre. Venimmo insieme, come una coppia consolidata. Incredibile. Avevamo trovato l’intesa al primo colpo.
Ci baciammo ancora. Si rialzò, prese la borsetta, si rifece un attimo il trucco. Le regalai un paio di creme per il corpo, una all’ambra, l’altra al muschio bianco.
“Torno in ufficio Joe” – disse –
“Ma come? Non ti eri messa in malattia per il pomeriggio?” – domandai –
“No ti ho mentito. Ma ti volevo.”
“Ok, perfetto.”
“Adesso che so, stai sicuro che ci rivedremo ancora.”
Chiuse la porta, entrò in auto e sfrecciò via lungo la statale.
Rimasi lì fuori, con la sigaretta che mi pendeva dalle labbra. Il sapore del sesso in bocca, sulle dita, e ovunque.
E pensai se mai un giorno l’avrei più rivista.
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 ore fa -
La mia prima esperienza...
La mia prima esperienza con una coppia risale a fine aprile del 2003. Precedentemente mi aveva contattato il lui della coppia, scrivendomi i loro desideri e come dovevano andare le cose. Si trattava di una coppia di amanti, entrambi poco più che trentenni con lei molto bella, capelli castani chiari, occhi chiari, alta 1.75, fisicamente ok, con due gran bei seni da 5^ e una pelle molto chiara. Ci incontrammo tra di noi perchè lei doveva essere all'oscuro, ma lui mi assicurò che al momento ci sarebbe stata, e così ci accordammo. Nel posto e all'ora concordata, ci siamo incontrati "casualmente", mi ha presentato la sua compagna, facendo vari complimenti alla sua bellezza. Quindi ci siamo salutati, ma io ho continuato a seguirli fino all'autosilos, dove lui aveva parcheggiato l'auto in un punto discreto e appartato. Così mentre lui pagava e lei si dirigeva sola, con i loro acquisti, verso la scala per salire all'ultimo piano dove era l'auto, le sono andato incontro, offrendomi di aiutarla a portare i pacchi; abbiamo fatto i tre piani di scale, lei ha sbloccato l'auto per aprire il portellone posteriore e a quel punto ho infilato la mia mano tra lo spacco della sua lunga gonna, andando a palparle il culo sodo, coperto solo da un perizoma. Lei ha apprezzato rivolgendomi un sorriso di soddisfazione ed io continuavo a toccarle il bel culetto sodo, le cosce erano avvolte in splendide autoreggenti nere. La situazione era troppo eccitante, sia per il posto che per la possibilità di essere scoperti. Eravamo uno di fronte all'altro, con una mano la toccavo sotto la gonna, con l'altra le iniziavo a palpare il seno sopra il maglione. Avevo il cazzo durissimo, ero eccitatissimo. Lei iniziò a toccarmi da sopra il jeans, poi sbottonò la patta facendo uscire la mia mazza che iniziò a toccare, soddisfatta delle mie dimensioni. Nel frattempo era arrivato lui che credo ci stesse spiando da un po', salimmo in macchina, lui guidava con me a fianco e lei dietro. Era una monovolume giapponese ed il sedile del passeggero dove ero io, si potera ruotare. Così lo girammo e mi trovai di fronte alla porca, che si leccava le labbra aprendo le gambe e mostrandomi come si sfiorava la fica già calda. Ci appartammo in un parcheggio vicino al mare e tirammo fuori entrambe i nostri cazzi duri che lei iniziò a spompinare alternandoseli in bocca. Era una vera porca vogliosa di cazzo. Sollevò la maglia, abbassò il reggiseno bianco di pizzo, mostrandoci così le sue tettone, infilai un preservativo e passai dietro di lei, iniziando a penetrarla in fica mentre lei continuava a spompinare il suo compagno, che dopo un po' le è venuto in bocca e lei ha ingoiato tutto continuando a leccarglielo. Anche se l'auto era abbastanza larga, in tre si stava stretti ed era difficile continuare a scoparla in quella posizione, così mi ha spompinato ancora un po', senza però riuscire a farmi venire. Si era fatto tardi e dovevamo lasciarci; promettemmo di rivederci. Dopo una decina di giorni, ci demmo appuntamento e ci recammo tutti e tre in una villetta che avevano preso in affitto per i loro incontri. Anche lì ci divertimmo molto, lei era molto porca, era brava a succhiarlo e le piaceva; glielo misi tra le tettone, in fica, in culo in tutte le posizioni. Se la scopavo io in fica, aveva l'altro cazzo in bocca e viceversa, per poi arrivare ad una doppia penetrazione. Lui aveva portato anche una videocamera con la quale filmava le nostre performance e quella sera venne almeno due volte, godendo come non mai. Dopo quasi due ore, venni anch'io segandomi sopra di lei e sborrando sulle sue tettone, ma lei volle anche pulirmi l'uccello con la sua bocca. Poi, per impegni vari, non è stato possibile vedersi più e ci siamo persi di vista. Se vi siete riconosciuti, o se siete una coppia interessata a provare questo tipo di situazioni, scrivetemi! ciao da nico, [email protected]
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 ore fa -
Avventura in un parcheggio...
Avevamo iniziato a conoscerci in una chat. Lui un ragazzo normale sui 25 anni, fidanzato con una bella ragazza quasi 24enne che insieme erano una coppia con qualche fantasia da esibizionisti. Ci eravamo scambiati i contatti per sentirci tramite messenger, così una sera mentre si parlava del più e del meno, lui mi fa(avevamo acceso la cam): ?Guarda chi c?è??. Era lei, proprio una bella ragazza, con un top scollato che lasciava intravedere l?attacco dei seni, una favolosa quarta misura, ed un jeans aderente che nascondeva un bel culetto ornato con un delizioso perizoma. Iniziammo così a giocare, con lui che le strizzava le tette facendole uscire dal top?due seni sodi da paura.Al successivo incontro in cam, mentre ci si scaldava un po', mi fa: Che ne dici se ci guardassi dal vivo???..detto, FATTO!!! Tempo 20/30 minuti li raggiunsi in un parcheggio isolato dove altre coppie erano appartate,riconobbi subito la loro auto, con la luce interna accesa?.li affiancai con la mia auto?lui aveva gia il suo uccello libero e lei aveva solo il reggiseno che si tolse subito.uscii dalla macchina e iniziai a guardarli godendomi lo spettacolo?Viviana aveva un bel viso, con una espressione da vera porca.seduta con lo schienale leggermente inclinato, stava a gambe aperte, mostrandomi la sua bella fica coperta da una leggera peluria, mentre se la toccava e si faceva toccare dal suo Marco?.Nel frattempo mi ero abbassato i jeans quanto bastava per tirare fuori il mio cazzo già duro e segarmi mentre lo spettacolo procedeva. Ad un tratto, dandomi le spalle si girò verso il suo ragazzo e iniziò a spompinarlo da abile bocchinara?succhiava e leccava con vero gusto?dopo un pò, mi lanciò uno sguardo per controllarmi il mio attrezzo e si rimise nella posizione iniziale, avendo cura di reclinare ulteriormente lo schienale?Lui affondò tra le sue gambe, credo dovesse essere veramente fradicia, continua a socchiudere gli occhi e a passarsi la lingua da vera troia in calore?.Un vero spettacolo! Ad un certo punto, ci fu il cambio di posizione con lei che si giro mettendosi a pecorina, mostrandomi un gran bel culo?.Davvero una gran bella ragazza, formosa ma proporzionata, con tette e culo da paura, non come le modelle anoressiche di oggi!!!! In quella posizione, dopo pochi colpi, lui la riempi di sborra e quando tutto fu finito, lei a gambe aperte si puliva la fica mentre mi guardava ancora segare?.Mi sarebbe tanto piaciuto che me lo toccasse, magari anche un accenno di pompa, ma non volle e non insistetti?Purtroppo fuori (dove ero io!) faceva anche un po? freddo e non riuscii a regalarle la visione della mia venuta?. All?improvviso decise che voleva andar via, così mi ricomposi e mi allontanai per primo?. Dopo quella volta, non ci siamo più visti a causa dei miei impegni di lavoro, ma spero di incontrarli ancora?"
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 ore fa -
Sei curioso di provare il fisting?
Dilatazione manuale anale e vaginale (Fisting) per vergini (First time)
Può essere fatto dopo la preparazione per la visita anale. Ma va fatto solo quando c’è molto feeling tra le due parti!
Quest’intervento consiste:
Pulizia:
Fare una doccia prima e dopo l’intervento sarebbe molto opportuno.
Prima di tutto va fatto il clistere in modo che l’intestino si svuoti. Si tratta di un clistere che viene usato anche in ospedale. Va iniettato nell’intestino e dopo ca. 15 min. stimola il desiderio dello svuotamento del intestino.
Dopo si comincia con il lavaggio del intestino inserendo abbondante acqua tiepida. S’infila un tubo intestinale nel colon. Al tubo è collegato un serbatoio che va fissato in alto e riempito di liquido. Con il riempimento del intestino con acqua tiepida escono i residui.
Ora l’intestino e pulito per tutti i giochi speciali.
Preparazione:
Prima cerchiamo di infilare con un dito un po’ di lubrificante nel ano, piano piano masseggiando il tuo orifizio (colon) ed entrando con un dito. Cercha ti stare molto rilassato. La pressatura è il processo naturale di aprire il muscolo del colon per far entrare in modo semplice qualsiasi cosa nel tuo ano.
E’ molto medicinale ma, più tempo spendi con questo gioco di massaggio con le dita (è questo può essere molto eccitante), più si abitua la tua rosetta/ano vergine a questa sensazione.
Continua:
Dopo un paio di minuti, si comincia di far entrare ed uscire lentamente un dito dal tuo ano. I ogni caso deve essere sempre presente lubrificante in abbondanza. Dopo un po’ di tempo il dito entra ed esce molto facilmente.
Questo è un segno che sei pronto per il prossimo passo. Se non è così si continua, credetemi, funziona!
Successivamente vengono inserite due dita, è necessario un buon controllo del muscolo.
Probabilmente ci vuole un po’ di tempo per poter ricevere due dita senza alcun disagio. Per aumentare di volta in volta la quantità di dite devi essere molto rilassato.
Finale:
E’ molto probabile che servono più sedute per aprire il ano finché tu possa ricevere tutta la mano senza dolore e contrazioni. Arrivato al punto come sopra descritto sei già in possesso di ricevere un vibratore o un dildo di misura assimilabile ad un pene. Per prepararti alla prossima seduta è consigliabile fare degli esercizi a casa con un dildo o vibratore o con un plug anale aumentando sempre la dimensione. Ma ricordati che non devi esagerare.
Ogni seduta che segue va aumentato la quantità delle dite in modo tale che, alla fine rimane fuori solo il pollice. Se siete a questo punto di dilatazione si inserisce molto lentamente anche il pollice, così tutta la mano si trova infilata nel ano. Piano piano si infila il braccio nel intestino, vedrai che sensazioni ti aspettano.
A questo punto non sei più vergine, hai ricevuto un vero fisting.
La stessa cosa si può praticare con la vagina, e la sensazione per una donna è veramente eccitante mi potete credere!
Miss Jane
NB: Questi pensieri scritti dimostrano una mia versione. Esistono tanti modi per descrivere il fisting.
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17 anni fa
admin, 75
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Desiderio reale
ciao il mio nome è mena...ho 32 anni.. carmelo ne ha 52...abbiamo due figli...abbiamo messo un annuncio per
realizzare un nostro desiderio..che prima era solo di mio marito..ma adesso sta diventando sempre più pressante anche per me..insomma lo voglio anche io...ogni giorno sempre di più...si tratta di questo:vorremmo provare ad allargare i nostri orizzonti conoscendo persone serie,riservate,sensuali fantasiose...non volgari...maleducate..si a singoli solo se fidanzati o sposati incerca di relazione a tre...vorremmo ripetere l'esperienza diquest'estate avuta in un cinema con un ragazzo...un bacio a tutti..mena e melo!!!
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17 anni fa
admin, 75
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Che avventura in autogrill
Bene signori & signore è giunto il momento di raccontarvi la mia avventura del 26/12/2007. Come al solito, a causa del mio lavoro, lavoro durante le festività. Però in questo caso dovrei ringraziare il mio impegno per avermi fatto lavorare il giorno di S.Stefano e di avermi fatto provare un'esperienza inaspettata. Dovrei dire
Finito il mio servizio, prendo l'auto e imbocco l'A1 all'altezza di Parma direz.Milano. Poco dopo Piacenza c'è un Autogrill a ponte sull'autostrada..Mi fermo per fare un giro veloce in bagno e un caffè..Roba da 5 minuti.. Entro nell'autogrill ed era deserto..il bagno idem.(mai una bella ragazza). Ovviamente sfiga vuole, che c'era la signora che lavava i pavimenti, nel bagno dei maschi..Le chiesi se potevo entrare e lei con una voce dolce, mi disse che potevo "accomodarmi", tanto lei non si sarebbe scandalizzata..
Notai subito la bellezza di questa signora. Alta, sulla quarantina, capelli biondi raccolti, un viso molto carino..
La sfiga, devo dire però per fortuna, mi colpì ancora..Non rimasi chiuso nel gabinetto?Ebbene sì..Chiamai la sig.ra e mi disse che arrivava subito con la chiave. In due minuti aprì la porta, io ero ancora con la bottega aperta..Senza dire nulla si inginocchiò, mi tirò fuori l'uccello e cominciò a leccarlo e a baciarlo..(pensai..sto sognando).
Mi tirai giù i calzoni della divisa, chiusi la porta, e feci sedere la sig.ra (chiara) sul gabinetto.. Il mio piccolo amico era diventato in men che non si dica nel mio più grande amico. E lei continuava a succhiare e a succhiare.. Io non volevo venire subito, volevo farmela...La feci alzare in piedi e la spogliai..Portava una seconda, ma quelle tette erano eccitantissime..Presi in bocca i capezzoli e li ciucciai instancabilmente. La mia lingua roteava attorno a quelle protuberanze dure e scure..Cominciai piano piano a scendere lungo il suo corpo, e mi avvicinai alla sua fica, già bella aperta e bagnata..La leccai voracemente..Lei era lì che emetteva gridolii e versi di piacere...(Io adoro leccare le fichette)..Dopo aver fatto un pigiamino di saliva sul suo corpo, compreso l'ano, mi fece alzare in piedi e mi ficco la lingua in gola..(miii sembrava un rotowash)..Si accomodò sul water e mi disse di scoparla e farla godere.. (piccolo problema non avevo i preservativi)..idea nei bagni dell'autogrill c'è sempre il selfservice..aprì la porta del cesso, uscì col cazzo duro (tanto non c'era nessuno), tirai fuori 5 euro e presi quei fastidiosi, ma utili sacchettini, e rientrai nel bagno, manco fossi superman. Che scopata.. Anche se il locale era piccolo, di posizioni se ne potevano fare..Da seduto è stato spettacolare e anche quando lei era in ginocchio sulla tavola del wc e io dietro che glielo mettevo in culo e fica.. prima che io venissi, mi fece togliere il condom e gli venni sulle tette.. Prese la mia sborra e se la mise in bocca.. Ummm non vedo l'ora di tornare in quell' autogrill.
Questa è una storia vera..alla fine sn tornato a casa (col pisello duro) e ovviamente la fermata in autogrill non è stata una roba da 5 minuti, ma di un'ora passata a con una bella donna..
Ciao e alla prossima avventura
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 ore fa -
Con una amica
Ciao sono di nuovo qui con un altro dei miei racconti questa volta etero, si perché dopo aver preso molto dal mio amico ho imparato anche a dare ma a donne mentre comunque mi è rimasta la voglia e la passione del prendere dai maschietti.
Vi volevo raccontare di una serata passata in compagnia di una mia amica, più grande di me ma con una grande voglia di fare tanto buon sesso senza complicazioni ma in grande quantità.
Bene eccoci al dunque, dopo esserci visti al solito posto, dopo che lei è salita sulla mia auto ci siamo avviati verso il nostro solito posto imboscato dove frequentemente facciamo sesso in auto.
Arrivati al solito posto iniziamo a baciarci, lei ha come al solito un buon sapore e le nostre lingue si incrociano con fare lascivo.
Le prendo in mano un suo seno che, nonostante lei abbia superato da tempo i quaranta, sono ancora prosperi, quarta abbondante, e solidi.
Lei come sempre si mostra molto generosa si denuda il busto e lascia che io le possa succhiare i sui capezzoli che sfidano senza sforzo la forza di gravità e si lasciano assaporare con pienezza, io sono già eccitatissimo e lei con le sue sapienti mani esplora ogni millimetro del mio cazzo facendomi saltare di tanto in tanto quando mi fa sentire le sue unghie e io gli rispondo graffiando i suoi capezzoli con i miei denti.
Tutto ciò mentre con la mia mano esploro la sua figa e il suo bel secondo canale con un massaggio continuo e lei mi fa capire che gradisce molto.
Quando inizio a sentire che inizia a godere le appoggio il mio pollice sul suo clitoride, le infilo indice e medio nella sua calda figa bagnata e l’anulare, accuratamente bagnato con gli umori della sua figa glielo spingo con dolce fermezza, oppure gli massaggio il suo orifizio anale. Muovo le mie dita in lei e su di lei mentre le succhio i capezzoli e sento il suo corpo sconvolgersi e lei ansimare sotto le mie manovre, dopo un po’ la sento godere e lei me lo dice apertamente mentre ansima.
Mi toglie la mano mi spinge sull’altro sedile e ingoia completamente il mio cazzo facendolo sparire nella sua gola ed inizia a succhiarmelo con estrema voracità facendomi sentire la sua lingua i suoi denti e le sue labbra su ogni millimetro del mio cazzo, io non sono ancora soddisfatto e le massaggio il suo bel buco del culo, perché so che a lei piace tantissimo.
Finalmente riesco ad infilare la mia testa tra le sue gambe e mi trovo davanti agli occhi e a portata di lingua la sua saporita figa e il suo bel buchetto del culo, le allargo le chiappe con le mani e inizio a leccarle tutto ciò che posso passando la mia lingua su ogni millimetro della sua saporita figa e del suo dolce buchino di dietro mentre lei continua a succhiarmi con rinnovata avidità. Sto per esplodere con tutto il mio seme nella sua bocca che sono sicuro che berrà fino all’ultima goccia. Mi dice di continuare così perché sta per godere e anche io sento che il mio cazzo sta esplodendo ed alla fine esplodo espellendo tutto il mio seme infondo alla sua gola e lo ingoia tutto, anche la mia bocca è piena dei suoi umori, ci guardiamo e ci baciamo avidamente, sento il sapore del mio sperma che le è rimasto nella bocca e lei aspira altrettanto avidamente i suoi sapori dalla mia bocca.
Siamo abbastanza soddisfatti entrambi, facciamo due chiacchiere parliamo del più e del meno e lei aspetta gentilmente che io riprenda fiato, del resto sono un uomo.
Poi ricomincia il gioco ci baciamo e lei me lo fa ridiventare duro a colpi di lingua mi posiziono tra le sue gambe ed entro in lei che sensazione spettacolare guardarla godere mentre la pompo vedere le sue tettone che sobbalzano sotto ogni mio colpo che ansima e che oltre avere il mio cazzo dentro di se si smanetta il clitoride e poi sentire che ti dice che sta godendo mentre tu continui a pomparla, poi stanca di quella posizione ti offre il culo mettendosi in ginocchio e io non perdo l’occasione le bagno il suo dolce buco leccandolo e poi le entro dentro in un colpo solo lei sobbalza un attimo e poi lo vuole tutto avidamente dentro il suo bel culo sono tutto dentro di lei e cerco di entrare ed uscire con tutta la violenza che posso a volte anche sculacciandola e lei non fa una piega continua a godere senza alcuna remora il mio cazzo si gonfia di nuovo pronto ad esplodere in lei ancora lei sta godendo ed io pronto ad esplodere e di li a poco le riempio le sue interiora con il mio sperma e lei ora finalmente è soddisfatta. Rimaniamo ancora per un po’ li insieme nudi e poi ci rivestiamo e torniamo ognuno dalla propria famiglia.
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17 anni fa
sinonimi1171,
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Ultima visita: 10 anni fa
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Provocazione letteraria in attesa del seguito
"Come la sua immagine mi perseguita! Che io vegli o sogni, mi riempie tutta l'anima. Qui, se chiudo gli occhi, qui, sulla mia fronte, dove si racchiude tutta la potenza visiva, stanno i suoi occhi neri. Io chiudo gli occhi, ed eccoli, eccoli come un oceano davanti a me, dentro di me, occupano tutti i miei pensieri..."
Chi se la sente di provare?
baci jenny
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17 anni fa
jenny69,
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Ultima visita: 14 anni fa
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Una bella giornata
Ciao a tutti, a me piace raccontare anche perché almeno così passo un po’ di tempo utilmente.
Volevo raccontarvi un’altra mia esperienza con il mio vecchio amico ligure con il quale ho fatto dell’ottimo sex senza inibizioni e con la voglia di prendere tutto ciò che la vita e che soprattutto lui poteva darmi.
Un giorno dei tanti passati con lui a casa dei suoi durante una delle tante vacanze passate con loro dopo un primo pomeriggio trascorso a bighellonare per quella per altro squallida città dove lui viveva (preferisco di gran lunga i paesini e le piccole città di provincia) siamo ornati a casa, non ricordo molto bene se fosse mattina o pomeriggio, comunque a casa non c’era nessuno e ciò la dice già molto lunga.
Arrivati ci siamo dissetati con della semplice acqua o con delle bibite, era estate, e ci siamo di seguito distesi a guardare la tv uno su un divano e l’altro su una poltrona l’una disposta di fronte all’altra ma dalla parte opposta della stanza.
Dopo aver guardato distrattamente per qualche minuto la tv, e comunque avendo io voglia di qualcosa di diverso, anche se non sapevo bene cosa coscientemente, ma il mio inconscio sapeva bene cosa voleva (il suo cazzo dentro di me).
Presi delle leggere palle di plastica, probabilmente delle bocce per giocare in casa, erano del fratello molto molto più piccolo di lui, e presi a tirargliele così per stuzzicarlo un po’.
Dopo averlo evidentemente infastidito lui mi ammonì dicendomi -:”se non la smetti te lo schiocco nel culo”.
Aveva delle origini toscane, per l’esattezza sua madre.
Ovviamente dopo una minaccia così efferata io continuai a tirargli queste sfere, e dopo aver finito le munizioni mi misi in ginocchio a terra ed iniziai a recuperarle, l’intenzione era quella di fargli attuare la sua minaccia, ma non me diede tempo, si vede che anche lui aveva voglia di possedermi ancora, infatti, appena gli girai le spalle, volontariamente, lui, balzò in piedi e in mezzo secondo si abbassò i pantaloni, scoprì il mio culo che era inaspettatamente pronto a riceverlo e mi penetrò con decisa violenza tenendomi ben saldo per i fianchi e spingendo il suo arnese dentro di me, io non stavo più nella pelle, finalmente capii che era tutto ciò che volevo, sentirlo entrare con decisione in me in quel momento era la cosa più gratificante che potesse accadermi.
Mi prese e mi possedé li in terra, mentre io ancora stringevo quelle leggere sfere di plastica, mi possedeva con ardore sentivo il suo cazzo che mi violava che entrava e che usciva da me, ed io ero li sotto di lui, con lui dentro di me, inginocchiato terra che ansimavo sotto i poderosi colpi dei suoi reni, sentivo il suo cazzo ingrossarsi sempre di più dentro di me e capii che di li a poco era pronto ad esplodere in me, mi aveva preso con violenza, mi aveva penetrato quasi in maniera inaspettata ma non avevo provato dolore anzi ero praticamente soddisfatto che lo avesse fatto, ero lì che subivo in maniera incondizionata la sua volontà che poi praticamente era anche la mia e godevo godevo di questa nuova esperienza mi aveva riempito il mio orifizio anale con il suo cazzo duro come il marmo era in me sentivo il suo basso ventre che impattava con le mie chiappe mi pompava duramente ma io ero in estasi poi lo sentii mugulare qualcosa e poi sentii il suo cazzo che iniziò a pulsare come tutto il suo basso ventre ed anche il mio intestino iniziò a pulsare e mi sentii avvampare il viso avevo evidentemente raggiunto l’orgasmo anche io, sentii un liquido caldo riempirmi le viscere e nel contempo colarmi anche leggermente lungo una gamba.
Mentre esplodeva lo sentivo spingersi in me quasi volesse uscire dalla mia bocca e rimase immobile dentro di me in profondità finche i suoi sussulti non furono finiti e finche il suo cazzo prima marmoreo non ritornò morbido ma completamente bagnato dai miei umori anali e dal suo sperma, uscì da me si alzò e andò in bagno, io rimasi lì ancora qualche momento per riprendermi da uno strano torpore che mi aveva pervaso, ero soddisfatto, appagato.
Ero lì ancora a terra mentre con la mia mano esploravo il mio cazzo che era fradicio e esplorando anche il buco che era nuovamente morbido bagnato di sperma dilatato ed estremamente sensibile.
Tornò dal bagno dove si era evidentemente lavato e mi scosse da quel torpore e da quel fiume di sensazioni dandomi una sculacciata.
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17 anni fa
sinonimi1171,
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Ultima visita: 10 anni fa
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La mamma
Mia madre è una donna di 43 anni, anche lei timida, alta circa come me, diciamo 1,70, porta una enorme quarta di reggiseno, è una donna ancora pienamente in forma va spesso a correre e mangia sano. Ha dei capelli mossi marroni, lunghi e morbidi. Il suo corpo è giovanile ha delle belle gambe lunghe e affusolate per niente da quarantenne e i segni dell'età si vedono solamente per qualche ruga vicino agli occhi e per le mani un po screpolate così come i talloni dei sui dolcissimi piedi. Ama vestire sempre in gonna, anche in inverno non l'ho mai vista uscire di casa se non con una gonna e un bel paio di calze. In camera sua avrà centinai di tipi diversi di calze!
Beh io e mia madre viviamo da soli da ormai due anni, ovvero da quando mio padre ci ha lasciato per trasferirsi in America.
Il fatto di vivere da soli ci ha permesso di fare molto amicizia tra di noi e di avere un rapporto speciale, molto più intimo di un normale rapporto tra madre e figlio. Io le parlavo spesso delle ragazze, che non avevo e della mia incredibile timidezza con loro e lei mi parlava spesso della sua incapacità di fidarsi di un altro uomo e del fatto che non avrebbe voluto avere nessun altro dopo mio padre. Insomma stavamo vivendo entrambi un brutto periodo. Era proprio di questi nostri problemi che parlavamo la sera in cui accadde tra di noi la prima volta quello che ora vi racconterò e che oramai va avanti da un po di tempo.
Erano circa le undici di sera, faceva abbastanza freddo, noi avevamo finito di vedere insieme un film sul divano e stavamo ora chiacchierando nella penombra di come andavano le nostre vite. Io le spiegavo che avevo trovato una ragazza che mi piaceva molto ma che come al solito non avevo il coraggio di avvicinarmi a lei e che non le avrei mai chiesto di uscire di certo. Lei da parte sua non aveva molto da dirmi, mi consolava e mi diceva che col tempo quella timidezza mi sarebbe passata, che ero un bel ragazzo e che le ragazze avrebbero fatto a botte per avermi. Io le dissi che intanto mi pesava non fare l'amore che ormai avevo una certa età e che dovevo farlo, parlavamo spesso anche di sesso, nonostante fossimo entrambi abbastanza timidi, tuttavia la nostra intimità ce lo permetteva.
Quella sera, in quel preciso momento, eravamo entrambi sul divano uno di fronte all'altro, lei indossava una gonna sopra il ginocchio, sotto un soffice paio di calze nere. Io una maglioncino e un paio di jeans. Eravamo l'uno con le gambe sopra quelle dell'altro, quasi intrecciate tra loro, le avevo fatto un massaggio ai piedi mentre guardavamo il film era una cosa che facevo spesso e non era mai accaduto nulla.
Rimanemmo così un po a consolarci sul divano finché lei non disse che era ora di andare a letto e ognuno si recò nella propria stanza per me metterci i pigiami e andare a dormire. Mi diede il solito bacio sulla guancia e le vidi sparire in camera sua. Francamente ero un po eccitato quella sera, un po per i discorsi fatti e un po per il contatto con lei, era sì una cosa che capitava spesso ma era anche una cosa che mi faceva eccitare molto e le mie serate spesso finiva con me che mi masturbavo pensando a lei. Mi odorai le mani, nel buio della mia stanza e sentii l'odore dei suoi piedi che avevo massaggiato prima. Dopo nemmeno un minuto la sentii chiamarmi:
"Scusa, tesoro, puoi venirmi a dare un mano, mi è rimasta la zip della gonna incastrata e non riesco a toglierla"
Mi recai in camera sua di corsa cercando a non pensare alla mia eccitazione. La trovai che si era già tolta la maglia, era solo in reggiseno e stava tentando di slacciare la gonna. La zip era proprio all'altezza del sedere e non voleva saperne di venire giù.
Mi avvicinai e cominciai il mio tentativo, resistette un poco ma poi venne giù lentamente. Più abbassavo e più il suo sedere si scopriva davanti ai miei occhi. Lasciai andare la gonna che cadde alle sue caviglie lasciandola davanti a me solo con indosso le mutandine e il reggiseno. Rimasi senza parole, avevo la gola secca ed ero diventato tutto rosso. Non vedevo l'ora di tornare in camera mia per potermi toccare.
Passo qualche istante in cui ci guardammo poi lei disse "Grazie", con voce dolce, si mosse e si chiuse in bagno.
Io andai in camera mia, mi spogliai e mi misi a letto, mi sfilai subito le mutande sotto le coperte e cominciai a farmi una sega. Facevo su e giu con la mano il più velocemente possibile e con forza sognando che fosse lei a fare quello che stavo facendo da solo al mio corpo. Fu una sensazione intensissima e quando venni non resistetti a fare un piccolo urlo. Il mio cazzo esplose e un grosso fiotto di sborra usci fuori finendo sulla mia pancia. Ero esausto ma ancora eccitato. Speravo non avesse sentito il mio piccolo urlo di goduria mi stesi e mi rilassai un attimo senza toccarmi. Dopo nemmeno un minuto lei entrò della mia stanza e disse a bassa voce: "Posso? ti ho sentito urlare, stai bene? mi ero preoccupata " "No, no sto bene" dissi "era solo un po di tosse " sperando che non facesse altre domande, invece lei entrò e chiuse la porta dietro le sue spalle, si avvicinò al mio letto e si mise seduta accanto a me. Io ero terrorizzato che si accorgesse o che capisse quel che avevo fatto e rimanevo rintanato sotto le mie coperte. Lei mi accarezzò un po il viso, poi vedendo che ero leggermente riluttante alle sue coccole mi disse: "Cosa c'è che non va, tesoro, ti do fastidio? volevo solo farti un massaggio alla schiena, so che è un brutto momento per te e mi dispiace" così dicendo insinuò una mano sotto le coperte, io non riuscii a fermarla e forse non volevo nemmeno che si fermasse, la sua mano scorse sul mio petto e scese fino alla pancia dove finalmente sentì qualcosa di bagnato, subito rimase stupita e tolse la mano "Cos'è?" disse e mentre diceva così odorò e assaggiò quel liquido. Capì immediatamente. "Non mi dire che è quello che penso io! e che quell'urlo di prima in realtà era...", io ero imbarazzatissimo, "Beh vedi mamma...sì in realtà è così scusami mi è sfuggito" Lei si alzò e fece per andarsene, io volevo parlare e mi alzai di scatto per correrle dietro non mi ricordai però che stavo senza mutande e che il mio pene era ancora duro e che la sborra ancora luccicava sul mio ventre. Lei si girò e mi guardò completamente nudo davanti a lei. Rimanemmo entrambi di stucco per alcuni momenti a guardarci. Poi fui io a fare la mossa decisiva, mi avvicinai velocemente a lei, le misi la mani sulle spalle la spinsi verso di me e la baciai! La sua bocca era chiusa e io cercavo di aprirmi un varco con la lingua, la sentivo indecisa su cosa fare, se ricambiare o scappare. Durò circa 10 secondi quella indecisione, poi aprì la bocca e fece scivolare fuori la sua lingua. Sentii una passione indescrivibile nel suo modo di baciarmi era molto attratta da me evidentemente. Lo faceva con passione, la bocca non era secca e la sua lingua esplorava ogni meandro della mia con passione. Ci staccammo dopo un paio di minuti entrambi senza fiato. La tenevo stretta a me durante il bacio e il mio pisello duro aveva sbattuto spesso contro il suo ventre durante quegli attimi. Il suo respiro era affannato così come il mio. "Cosa facciamo adesso" dissi "Non lo so" disse "Vieni con me comunque, sediamoci un attimo sul divano e parliamone" la seguii e ci mettemmo seduti vicini vistosamente in imbarazzo anche se io avevo una gran voglia di coccolarla in quel momento. Ci sedemmo al buoi e io non mi resi nemmeno conto di essere completamente nudo, lei invece indossava un bel pigiamino rosa. "Lo sai da quanto tempo non faccio l'amore?" disse "Sì, mamma, credo siano almeno 3 anni" replicai. "Esatto! e ne avrei una gran voglia, ma non possiamo farlo io e te!". "Capisco" dissi un po tristemente. "Mi piacerebbe molto, lo sai! e prima ti ho baciato con passione" disse, anche un po per consolarmi "Ma non possiamo sarebbe sbagliato, tu mi piaci e mi fai eccitare e ti confesso che non sei l'unico che si tocca la sera, ma tuttavia non possiamo". "Solo un ultimo bacio" le dissi. Ci pensò qualche istante e poi sorridendo disse "e sia, vieni qui dai". Mi avvicinai a lei e appoggiai delicatamente le mie labbra alle sue. Fu molto dolce, lei le dischiuse dolcemente e di nuovo ricominciammo a baciarci con passione. Non lo feci apposta ma mentre ci baciavamo appoggiai la mano sul suo grosso seno e sentii i suoi capezzoli indurirsi sotto il palmo della mia mano. Quando staccai la bocca avevamo il fiatone entrambi e la mano ancora sul seno. La camicia del pigiama si era un po aperta e io intravedevo il suo seno. Ero nudo ed eccitato davanti a lei. Anche lei però era visibilmente eccitata e riprese a baciarmi, lo fece ancora con più voglia e la sentivo già ansimare. Mi prese la mano che avevo sul seno, me la tolse da lì e io pensavo che fosse un cattivo segnale ed invece non fece altro che spostarla più in basso e metterla tra le sue cosce che erano solo poco dischiuse. Io misi la mano lì e con forza strinsi il suo sesso. Era bagnata. Sentii la mia eccitazione salire ancora di più. Staccò la bocca ansimante non riusciva a parlare e nemmeno io. Ci guardammo un po, la mia mano continuava a massaggiarla li e la sentivo bagnarsi sempre di più, "Aspetta!" mi disse e sorridendomi aggiunse: "Così mi fai venire subito!" mi scansò da sopra a lei si alzò in piede e si abbassò velocemente i pantaloni del pigiama e le mutandine che portava sotto appoggiandosi alla mia spalla per non cadere. Poi mi fece mettere seduto bene sul divano e mi montò sopra a cavalcioni. Mi sorrideva mentre con la mano mi prendeva il pisello, diede due o tre botte su e giu per farlo drizzare per bene e poi la sentii guidarlo verso il buco della sua fica, non lo sentii quasi entrare tanto era bagnata. Mi appoggiò entrambe le mani sulle spalle, mi guardava in faccia e in tanto si muoveva su e giù con il mio cazzo dentro di lei. Io stavo già scoppiando, lei si muoveva sempre più velocemente, instancabile. Le affondai la faccia sul seno. "Vienimi dentro, stai tranquillo" mi disse con molto affanno. Venimmo poco dopo entrambi, fu una sensazione liberatoria, finalmente sentii le mie palle che si svuotavano completamente dentro di lei lasciandola piena del mi seme. Lei urlò venendo e si strinse forte a me. Continuava a muoversi nonostante fosse venuta. Dopo circa cinque minuti si alzò sfilandosi il cazzo da dentro. Non sapevo che dirle fu lei però a parlare per prima, mi prese una mano e se la portò sulla fica, lei era in piedi di fronte a me: "Senti ora c'è anche il tuo seme qui, mi hai riempita è stata una sensazione fantastica e devo confessarti una cosa, voglio rifarlo e subito, finche ho ancora il tuo seme dentro di me. Seguimi dai" Sembrava una ragazzina, corse in camera sua e saltò sul letto io la seguivo ero attaccato a lei. "Ti va di scoparmi da dietro" mi disse. Io rimasi sorpreso "e come si fa?" dissi, "Tranquillo non me lo devi mettere nel culo ma io mi metto a pecora e tu me lo metti in fica da dietro, che ne dici" "Facciamolo subito" dissi eccitato. Lei si mise in posizione e io la scopai ancora una volta in quella posizione che non avevo nemmeno mai sognato.
Quella prima volta facemmo l'amore tutta la notte in diverse posizioni e godendo al massimo.
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 ore fa -
Attimi.
....Strano posto
questa terra di mezzo...
tra fuoco, libri, neve
e pensieri che si accavallano
la sensazione
e di vivere una favola
lontano dal mondo.
Un bacio
guardiano di principesse
erranti....senza catene.
Fede 2008
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17 anni fa
miss1dada202006,
30
Ultima visita: 15 anni fa
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Vacanze speciali
Eccomi qui volevo raccontarvi quando in tempi non sospetti, circa venti anni or sono, ho avuto le mie prime esperienze omosessuali.
Praticamente i miei avevano degli amici in Liguria i quali avevano un figlio più grande di me di un paio di anni forse più il quale era in piena esplosione ormonale ed aveva tanta voglia di fare sesso con chiunque gli fosse capitato a tiro ed in quel periodo io rimasi da loro per un periodo molto lungo e cioè circa più di un mese in estate.
Anche io non nego che la mia sessualità al quell’epoca mi confondeva un po’, comunque veniamo al dunque;
in quegli anni in Liguria vi era una emittente televisiva privata che dopo un certo orario, di notte ovviamente, era solita trasmettere dei fil hard, e noi da bravi semi adolescenti io e adolescente lui, non ce ne perdevamo uno, ovviamente quando potevamo, e ovviamente come tutti gli adolescenti giù che ci masturbavamo insieme ognuno con il suo arnese in mano finché una sera a lui non gli viene in mente una bella idea, io faccio una sega a te e tu la fai a me.
Io non mi sono fatto scappare l’occasione e comunque l’idea non mi dispiaceva affatto, io impugnai il suo scettro senza pensarci neanche una volta e lo stesso lui fece con il mio e così continuammo finché il piacere non sopraggiunse copioso ed eruttante.
Con questo sistema ci soddisfammo per le serate a venire ma senza necessariamente guardare qualcosa che accendesse il desiderio in noi, il desiderio si accendeva da solo (forse perché dormivamo in camera insieme senza scocciature).
Dopo alcune serate manuali lui mi chiese se mi andava di prendergli in bocca il suo attrezzo ed io anche li senza alcuna remora mi piegai alla sua volontà e gli iniziai a succhiare il suo cazzo come un professionista tanto gli piaceva che mi chiese se lo avevo già fatto a qualcun altro gli piaceva molto tanto che lo sentivo gemere e più lui gemeva e mi masturbava più io succhiavo avidamente come se la mia intera esistenza dovesse dipendere da quello che facevo.
Mi piaceva talmente tanto quello che stavo facendo che mi riusciva quasi naturale farlo e quando lui mi chiese di fermarmi un attimo altrimenti serebbe venuto entro pochissimo tempo io non lo ascoltai continuai ad avvinghiare il suo cazzo ormai pieno di caldo e saporito sperma con una mia mano con la mia calda e ruvida lingua che correva su ogni millimetro del suo arnese e con le mie labbra che erano doloranti e dalla mia testa che aveva un indaffarato andirivieni, lui mugugnò qualcosa ma ero troppo impegnato per sentire cosa volesse e improvvisamente un fluido caldo asprigno iniziò a sgorgare dai meandri del suo corpo, io assetato di sesso come ero presi senza indugi ad ingoiare tutto ciò che sgorgava da lui e ingoia tutto il suo sperma fino all’ultima goccia e continuai ancora a succhiarglielo.
lo così tanto che lo sentivo sobbalzare sul letto, tutto ciò mentre la sua mano mi portava al piacere estremo e anche io eruttai il mio piacere in parte nella sua mano e in parte addosso a lui.
Anche questa cosa proseguì per alcuni giorni, io impazzivo nel succhiarlo e lui ovviamente era molto più felice di me e io sicuramente non perdevo occasione per soddisfare le mie voglie mi piaceva succhiarglielo e bere tutto il suo caldo sperma.
Una sera i suoi non c’erano e noi puntualmente ci siamo messi a vedere un film porno con prevedibili conseguenze e mentre io glielo succhiavo e lui gemeva sentii la sua mano che prelevato del liquido o dalla sua bocca o dalla punta del mio cazzo prese a strofinarlo sul mio orifizio anale, mi stava inumidendo il mio buco del culo e la cosa mi mandava in estasi anche se non capivo cosa stava per succedere ma la risposta sarebbe arrivata da li a poco.
Io ero già praticamente in ginocchio e il mio buco era all’aria aperto caldo e umido, ricordo solo che lui usci dalla mia bocca mentre mi massaggiava il buco del culo si portò dietro di me, io ero già inginocchiato e non mi sono mosso da quella posizione, sentii il suo bel cazzo duro appoggiarsi al centro del mio buco e poi sentii spingere e di li a poco mi resi conto che lui prese a muoversi dentro di me e potevo sentirmi gemere ed ansimare sentivo la sua carne dentro di me ero in uno stato di estasi e godevo godevo talmente tanto che anche lui ne rimase sconcertato.
Lo sentivo dentro di me sentivo che andava e veniva, sentivo che lo faceva sempre più rapidamente e immaginavo che di lì a poco mi avrebbe riempito con un fiotto del suo caldo sperma e che quella sera non lo avrei bevuto ma non mi interessava.
Lo sentii esplodere in me sentivo le pulsazioni del suo cazzo dentro di me e sentivo il suo getto caldo riempire le mie cavità anali ero estasiato.
Lui rimase in me ancora per un po’ io allungai una mano prima verso il mio cazzo e sentii che ero venuto anche io senza masturbarmi o altro e poi toccai il mio buco era dilatato morbido tutto bagnato di sperma sentivo il suo cazzo che da duro come il marmo andava piano piano ammorbidendosi ed uscire da me, mi era esattamente piaciuto di più di molto,è stata davvero una cosa fantastica e vi posso garantire che da quella sera in poi da vacanza a casa di amici la mia vacanza si era trasformata in una vacanza tutto sesso.
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17 anni fa
sinonimi1171,
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Ultima visita: 10 anni fa
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Finalmente un incontro
Dopo tanti mesi di messaggi e annunci ho ricevuto quello di un ragazzo di Padova che fa il rappresentante. Il messaggio era semplice e diceva che sarebbe passato per lavoro dalle mie parti. e si sarebbe fermato a dormire in un albergo non molto lontano dal posto in cui abito. Sembrava la persona perfetta per le mie necessità, sposato, come me, estraneo a giri strani, persona normale con voglia di trasgredire. Mi diceva che non aveva avuto altre storie con uomini ma era molto curioso, lui solo attivo, concludeva dicendo conosciamoci e poi vediamo cosa succede.
Così il giorno dell'appuntamento ero molto eccitato, dalla foto che mi aveva mandato sembrava un bel tipo, fisico asciutto ma non magro, poco peloso. Io sono un po' peloso e non posso più radermi ma a lui andava bene così. Ci siamo visti per bere qualcosa e mentre parlavamo nella mia immaginazione cresceva il desiderio di fare sesso con lui e credo che anche a lui la curiosità e la complicità cominciavano a fare effetto. Siamo usciti dal bar e appena saliti in macchina per tornare in albergo gli ho detto che avevo voglia di prederlo in bocca. così mentre guidava gli ho tirato fuori il cazzo ed mi sono chinato per succhiarglielo. fantastico. Sapeva di buono e di pulito, ho cominciato a succhiarlo piano e a tenerlo tutto in bocca fino a quando mi ha deto che eravamo quasi arrivati. Ci siamo ricomposti. Appena in camera ci siamo spogliati e lui si è sdraiato sul letto. Ho ricominciato a fargli il pompino e sentivo che gli piaceva da impazzire, mi diceva che era fantastico poi mi ha detto di girarmi che aveva voglia di leccarmi il culo ed io non mi sono fatto ripetere la cosa due volte. Mi ero depilato bene il culo e le chiappe e lui ha molto gradito ha cominciato con piccoli colpi di lingua e poi mi entrava dentro con la punta. Mi ha fatto impazzire di eccitazione, mi ha infilato dentro un dito e poi due e muovendole piano mi ha aperto. Ad un certo punto mi ha detto che voleva incularmi ed io gli ho risposto che non vedevo l'ora di sentirlo dentro di me.
i ha appoggiato la cappella sul buco lubrificato dalla sua lingua ed è entrato piano dentro con la cappella e muovendosi con dolcezza si è fatto spazio, dopo pochi istanti mi stava montando con passione tenendomi stretto per ii fianchi. Gli offrivo il mio culo alla pecorina tenedo la testa nel cuscino, mi inculava meravigliosamente e volevo che non finisse mai. Poi ho sentito il suo respiro farsi veloce ed i colpi diventare più violenti, si è sfilato il profilattico e mi ha sborrato sulle chiappe. Mi sono girato e gliel'ho preso in bocca ed ho continuato a succhiarglielo per un sacco di tempo fino a quando non gli è tornato bello duro allora abbiamo ricominciato e questa volta mi ha scopato in tutte le posizioni, e prima di venire ha impiegato tanto tempo. é stato fantastico. Prima di salutarlo, gli ho fatto un altro pompino lunghissimo che sembrava non finire mai.
Ci siamo salutati con la promessa di tornare ad incontrarci appena tornerà dalle mie parti per lavoro. Tanto ormai lo sa che per avvisarmi gli basterà mandarmi un messaggio nella mail passivoriservatochiocciolina ya hoo puntino it ed io sarò a sua disposizione, con discrezione e riservatezza.
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 ore fa -
Prima esperienza
ciao noi siamo gianni e sonia.questa e la nostra storia.la prima volta che faccimo nudismo al fiume io e mia moglie siamo andati al fiume per nudismo.cera un altra coppia ma non nudista percio siamo andati in un luogo un po appartato per lasciare quella coppia da soli cosi lo eravamo anche noi.ci svestimmo e ci spalmammo la crema solare io a lei nelle spalle seno vagina e sedere lei a me dappertutto sopratutto nel fallo. dopo un attimo mi sono ritrovato sopra lei pur essendo giunonica che ci dava.e stato bello anche perche era la prima volta fuori all aperto e stato stupendo.
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 ore fa -
Cuckold
Un mio desiderio...
Mia moglie donna spendida, ha bisogno di essere svezzata ad altri cazzi...
Lei è estremamente controllata, e difficilmente si lascia andare a eccessi di qualsiasi tipo essi siano.
E' da un po di tempo che sto cercando con questo ed altri siti un uomo che riesca a sedurla, sempre a sua insaputa, e che riesca a portala al di la di ogni remora e limite...
E' mio desiderio vederla cavalcare come una cavalla selvaggia che grida di piacere, e vederla ricevere sperma in tutti i suoi deliziosi buchi...
Qualcuno ha proposte da farmi?
O idee realizzabili da accettare....?
La ricerca è stata fino ad oggi infruttuosa, e con mio rammarico non ho fatto nessun passo avanti, pertanto richiedo una collaborazione maggiormente produttiva da quanti si sentono in grado di riuscire a conquistare una donna ignara di tutto questo, e sedurla fino al punto di farla capitolare per poi insegnarle tutte le strade del sesso sfrenato con piu uomini...
Sto cercando un uomo dotato di cervello e di cazzo, che riesca ad avvicinarla casualmente in un centro commerciale, fingendo l'incontro fortuito, e che la conquisti...anche lentamente fino a portala a letto..
Voglio un uomo che la seduca la filmi mentre scopa, e mi faccia vedere le sue performances ...
voglio un uomo che la riempia di sborra e mi faccia vedere il suo cazzo che la riempie tutta e coli di sborra mentre è ancora dentro di lei...
Voglio un uomo che la faccia bere avidamente tutto il suo nettare...
Voglio un uomo che la sodomizzi fino a farla urlare di piacere...
Se esisti fatti sentire e contattami
[email protected]
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 ore fa -
Avevo la bocca piena n3
Mi sentivo osservata come se tutti mi guardassero e sapessero
cosa mi passava per la mente,affrettai il passo e abbassando la
testa infilai il portone dello stabile dove abitava la mia amica.
La scusa era di portarle una ricerca che avevamo fatto insieme e
che lei aveva lasciato a casa mia.
Suonai,la porta si aprì e tutte e due ci guardammo imbarazzate e
quasi con vergogna ripensando a quanto potevamo essere state porche,
evitammo di sfiorarci,un saluto veloce e dopo
aver lasciato lo scritto ripresi l'ascensore.
La porta si chiuse ed io iniziai a fantasticare cosa dovevo fare
e con le mutandine bagnate per l'eccitazione già immaginavo
di essere tra le braccia del portiere.
Uscita dall'ascensore bastò uno sguardo,lui si avvicinò e mi diede una
chiave sussurrandomi all'orecchio il numero 13.
Avevo capito si trattava di una cantina.
Mi sentivo quasi una ladra le mani mi tremavano e quando aprii la
cantina vidi un'attrezzatura da atleta palestrato.
Cavalletto ,spalliera,panche e pesi di tutti i generi,ma la cosa che mi
attraeva di più era una macchina che apriva le cosce e le manteneva
aperte per far lavorare il muscolo interno.
Ero incuriosita,e ogni macchina che vedevo fantasticavo su come mi poteva
prendere,sul cavalletto a chiappe aperte a pecorina ,sulla spalliera
aggrappata con le gambe divaricate intorno ai suoi fianchi che sbattevano
dentro di me,sulla panca distesa con il mio sesso pronto a ricevere
l'essenza del maschio.
Ma quello che mi incuriosiva di più era la macchina che apriva le cosce
a dismisura e le teneva ben aperte già immaginavo la scena la mia
piccola fessura sgocciolante che lubrificava il dardo eretto che lentamente
centimetro dopo centimetro entrava dentro di me dandomi dei spasmi
incontrollabili al mio ventre .
I miei piccoli capezzoli si indurivano e mentre due delle mie dita malandrine
iniziarono ad entrare nella mia fessura mi vedevo inginocchiata davanti alla spalliera
mentre lui appeso con il suo sesso arcuato mi invitava a ingoiarlo fino
ai testicoli, già assaporavo i suoi umori che mi ritrovai con la mente distesa
a pecorina sul cavalletto,le mie chiappe venivano aperte dalle sue dita,mi
sentii infilata da quel toro che mi montava da dietro alitandomi lascivamente
dietro al collo.
Ero eccitata da morire venni una volta da sola e pensando di ripulire il suo membro
dai suoi umori mi infilai le dita bagnate dal mio sesso in bocca,succhiai
tutto fino a ripulirle della mia lussuria,e nel frattempo sentii dei passi nel corridoio
stava arrivando.
jenny
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17 anni fa
jenny69,
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Ultima visita: 14 anni fa
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Tutto programmato !
Io adoro messenger. Mi piace poter intuire l'eccitazione di chi scrive da ogni dettaglio, compresi gli errori di battitura. Se poi ci scappa mi faccio volentieri un giretto in cam ma solo come preambolo prima dell'incontro. Con lui invece avevo solo scritto qualcosa, senza neanche entrare troppo nello spinto o senza programmare nulla per un mese e più. Il 21 scorso mentre giro su msn per qualche augurio mi ritrovo un suo messaggio in cui mi chiede se ci vediamo il 24 mattina, beh forse il giorno della vigilia è un casino....facciamo il 26 pomeriggio ? Per lui è ok e mi da appuntamento ad un bar dell'EUR "a due passi da casa sua". Ho capito l'antifona.
Arriva il giorno e mi muovo per arrivare all'appuntamento, per me significa parecchio autobus ed una metro ma almeno ho il tempo di fantasticare un pò....giusto in tempo per scendere dal bus e trovare il bar chiuso. Lui è già li e mi chiede scusa per il contrattempo, mi vuole comunque far prendere un thè a casa sua....."che paraculetto" penso, e immagino che dietro ad un viso pulito che mostra meno dei suoi 32 anni (dichiarati...) ci sia una volpe che sa il fatto suo. Arriviamo a casa sua, andiamo in cucina e mentre prepara il thè tutto sembra tradire la sua agitazione: discorsi superficiali sul lavoro, voce tremante, sguardo che non incrocia mai il mio. Qualche certezza vacilla nella mia testa ma qualcosa mi fa ancora pensare che possa solo essere molto eccitato. Prendiamo il thè in sala e mi parla (da lontano) dei suoi studi e della casa, penso che peggio di così non potesse andare ma mi sbaglio perchè si alza dalla sedia e prende le tazze vuote andando in cucina, dove comincia ad aprire l'acqua per lavarle ! "Senti..." lo chiamo dalla sala, lui si affaccia ed io gli chiedo se vogliamo parlare di qualcos'altro oppure se (testuale) "ti vuoi avvicinare qui al divano perchè da così lontano i pantaloni non te li posso slacciare.."
Ride, si avvicina e sento le sue mani gelate mentre mi aiuta a slacciare cinta e patta. Alla fine riesco a farlo sedere ed a fargli un pompino (col profilattico che mi ero portato...) mentre lui mi fa una sega.
Me ne torno a casa pensando che tutto sommato certe esperienze possono essere simpatiche se analizzate a mente fredda ma al momento...
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 ore fa -
Pensieri di trasgressione
La fantasia di un amplesso multiplo mi attira ed eccita moltissimo. La confessione di mia moglie del desiderio di essere accarezzata da mani femminili durante l’amplesso amplifica il mio desiderio. Come realizzarlo?
L’argomento è ormai motivo di dialogo e reciproco stimolo. La ricerca del piacere condiviso parte dal colloquio aperto e sincero con mia moglie
Non cerchiamo tutto e subito, la trasgressione deve essere un percorso effettuato prima con la consapevolezza del desiderio e del limite. Le difficoltà sono numerose:
1) la gelosia
2) l’idea del peccato e del proibito
3) la paura di essere scoperti e pubblicamente riconosciuti o ricattati
4) la paura di intraprendere una doppia vita segreta
5) la paura delle malattie
6) il pericolo di minacciare il nostro amore e la stabilità del nostro rapporto aprendolo ad altri: perdendo la esculsiva desiderabilità del proprio patner
7) la scelta della compagina adatta ad intraprendere questo gioco
8) la titubanza nell’incontro, l’inadeguatezza e il possibile rimorso
9) la paura di fallire
10) la paura di rovinare la famiglia
Non sono geloso, non mi sento oppresso da una educazione fortemente cattolica e credo di poter affrontare tutte le difficoltà sopra individuate, ma non ritengo corretto forzare le scelte di mia moglie, con la quale voglio condividere questo gioco.
Più audace, cerco aiuto in chat, ricevendo consigli preziosi da Sibilla&Pegasus, che pubblicamente ringrazio.
Se anche voi state vivendo o avete affrontato questo momento vi sarei grato se mi voleste fare partecipe dei vostri pensieri, delle vostre vittorie o sconfitte, delle vostre esperienze.
Grazie
Buon Anno
bb
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 ore fa -
Gradimento del primo regalo
Il primo regalo fu molto gradito. Sorpresa, complicità si rafforzarono stemperate dalla dolcezza nel desiderio di raggiungere reciprocamente il piacere.
L’apertura del pacchetto e della confezione fu accompagnata da languidi ed intensi baci e carezze. Dopo una accurata detersione dei giocattoli mia moglie volle indossarmi l’anello mentre un cunnilingus approfondito lasciava posto al fallo. Si susseguirono sensazioni intense, mentre la fellazio era stimolata dalla vibrazione e le tre palline che appese all’anello ritmicamente sollecitavano il mio scroto. Crescendo il desiderio lei volle che sostituissi il fallo con l’originale. Fu un rapporto inteso, con il desiderio di prolungare per il tempo maggiore possibile la percezione del piacere. Dopo la prima ripetuta penetrazione nella classica posizione del “missionario “ lei volle salire, ruotandomi sulla schiena, senza che abbandonassi, neppure per un istante il suo amorevole nido. Mi cavalcò ripetutamente inarcandosi per ricevere le sensazioni maggiori dalla penetrazione , mentre il vibrante dell’anello collocato esattamente in corrispondenza del clito le produceva sensazioni acute. Raggiunse senza fretta, con dolcezza un orgasmo dirompente e prolungato manifestato da forti gemiti e da spasmodiche contrazioni delle pareti vaginali, che stimolavano la mia erezione, mentre le accarezzavo ora i seni dal capezzoli riti , ora il natiche indugiando sino allo sfintere, senza violarlo, mente si inumidiva degli umori ormai abbondanti.
Rilassata dopo il primo amplesso volle essere abbracciata con dolcezza, volgendomi la schiena, mentre il mio petto riscaldava le sue spalle e le mie mani accarezzavano dolcemente i sui seni avvinghiandola.
Il pene, ancora eretto, si posizionò naturalmente tra i suoi glutei. Con dolcezza lo indirizzo alla vagina, entro la quale scivolo naturalmente, come volesse completare l’abbraccio.
Indomi, con lentezza incominciammo una lenta penetrazione da tergo in cui le mie spinte si armonizzavano con le sue e le contrazioni alternavano sensazioni sublimi.
Mentre il gioco continuava le chiesi i suoi pensieri e mi confesso di desiderare delle mani che la accarezzassero.
L’immagine proposta mi eccitò tantissimo, incuriosendomi al punto da indagare sulla qualità di quelle mani. Mi disse di desiderare mani femminili, dolci e sinuose, delicate e morbide arrossendo per la vergogna di questo pensiero nuovo e trasgressivo. La ruotai sino a salirle sulla sua schiena, mentre la penetrazione continuava con ritmo crescente. Dalla sua bocca ansimante appoggiata sul cuscino gemiti di piacere inumidivano la stoffa, mentre il secondo orgasmo la avvolgeva. Nel ritmo crescente la aiutai a sollevarsi con il ventre senza uscire dalla sua vagina, per consentire una penetrazione da tergo ancora più profonda che incremento il suo piacere vero un ulteriore orgasmo. Al culmine del suo piacere non riuscii a trattenere una eiaculazione liberatoria.
Ancora dentro di lei ci adagiammo sulle lenzuola per un languido bacio, mentre dolcemente il diminuire dell’erezione si rallentava per continuare con un sospiro, ripetendoci all’unisono TI AMO.
bb
ps se il racconto è stato di gradimento lasciate commenti
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 ore fa -
Storie di una travestita 4
Storie di una travestita 4
Circa tre anni fa ho conosciuto il fidanzato della mia migliore amica, alto, capelli scuri, un bellissimo ragazzo con cui sono entrata subito in sintonia, ma mai avevo pensato a lui sotto la sfera sessuale nonostante sia molto carino, perché esseno il boy dela mia migliore amica lo vedevo intoccabile.lui non sapeva della mia passione per il travestimento, anche perché ancora non era nelle mie prospettive esserlo, ma un paio di mesi fa una persona mi ha contattato, dicendomi che mi conosceva,e dopo pochi giorni si è rivelato a me. Tutti pensavo ma non che fosse lui, però ero molto felice che una persona speciale come lui sapeva di me, anche perché non penso potrebbe mancarmi mai di rispetto.
Da quel giorno ho cominciato a fantasticare su di lui, fisicamente è un bel ragazzo, anche ben messo in dotazione, ogni giorno visito il suo profilo e mi immagino di essere io la persona che scopa nelle sue foto. Sogno spesso(peccato sia solo un sogno) un nostro incontro di sesso e penso sia un incontro molto eccitante, e focoso tra due persone che si conoscono e che si rispettano l’uno e l’altro. Mi piacerebbe succhiargli il cazzo, farmelo entrare tutto fino alla gola, sentire il suo sapore, che si posa sulle mie labbra e sulla mia lingua che senza fermarsi lo inumidisce della mia saliva. Poi sogno spesso che mi fa distendere su un letto e lui completamente nudo mi sfila il mio perizomino, mi tira per le gabe verso il suo corpo, e le porta attorno al suo bacino, per poi con un colpo secco mi dilata il mio buchetto desideroso di essere scopato da lui. Voglio sentirlo dentro di me che entra ed esce, ed il mio buco che si spana per farlo entrare, voglio sentire le sue palle che vogliono entrare anche dentro di me, godere di immenso piacere del suo possedermi e farmi sentire donna, la donna + troia del mondo,e mentre mi scopa mi piacerebe( ma so che è impossibile) che poggia le sue labbra e la sua lingua sulla mia, sarebe il massimo.mi farei scopare in qualsiasi posizione da lui, e mi farei fare di tutto, immagino il suo sapore di maschio, che mi invade tutta, mi bagno al sol pensiero di tutto ciò,anche il mio buchetto si allarga da solo al pensiero di lui che mi possiede e mi fa sua, immagino la sua sborra che mi schizza sul viso, che invade il mio sedere, arrossito dopo il suo penetrarmi e scoparmi come una troia, la sua. Chissà se tutto ciò un giorno avverrà, oppure rimarrà solo un songno nel cassetto, visto che lui(almeno credo) non ha mai avuto esperienze con una travestita.
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17 anni fa
bribri83tp,
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Ultima visita: 4 anni fa
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Esperienze di donna matura. \"anna\"
Si conoscono da bambine, Grazia, Anna, Patrizia e Antonella.
È loro abitudine ritrovarsi periodicamente per passare alcune ore insieme prendendo un the.
Sposate, madri, e un pò ................ non vogliono cadere nella monotonia di una vita sessuale limitata ai rapporti coi mariti
Così si sono dedicate a cercare delle nuove esperienze e a raccontarle per goderne insieme.
Questa volta tocca a Anna racconta la sua ultima esperienza alle amiche che, attente e incuriosite, si preparano a goderne.
Anna 45 anni è una donna che emana sesso al solo guardarla.
Capelli rossi, labbra carnose un fisico proporzionato, seni grandi e sodi, e un fondo schiena scolpito e armonioso.
Da anni insegna materie letterarie in una scuola superiore frequentata quasi esclusivamente da maschi.
Da tempo non si sente completamente soddisfatta dei rapporti sessuali con il marito, la monotonia ha preso il soppravvento.
La sua educazione l’ha sempre condizionata ad un comportamento sessualmente irreprensibile, ma un desiderio si è insinuato nella sua mente.
Emanuale, il suo studente preferito, bravo ragazzo, studioso , interessato alle lezioni, che siede sempre al primo banco.
Un fisico asciutto e sportivo , alto , capelli corvini, occhi azzurri che infondono dei brividi ad ogni sguardo.
E poi quella particolare attenzione durante le lezioni, quel suo sguardo di diciottenne che la scrutava mentre spiegava, la osservava non solo in viso, la scruta in tutto il corpo.
Improvvisamente Anna comprese che l’interesse del ragazzo forse non era solo determinato dall’amore per la letteratura ma c’era dell’altro………….
Anna iniziò ad osservarlo con attenzione durante le ore di lezione, si accorse che lo sguardo del ragazzo era puntato sulle sue scollature, sulle sue cosce e quando accavallava le gambe vedeva la sua attenzione nell’osservare e carpire la visione di ogni millimetro di pele che si scopriva.
Iniziò uno strano gioco tra i due, sottile, non dichiarato.
Anna Iniziò a vestirsi ed atteggiarsi in modo garbatamente eccitante, del resto lei era sempre stata maestra in questo.
Indossava delle maglie con ampie scollature che facevano intravvedere la rotondità e le forme dei sui splendidi seni, gonne sopra il ginocchio, che una volta seduta facevano apparire le sue cosce , velate da calze autoreggenti.
Giunse fino a sedersi nei banchi degli alunni per capire, vista la disposizione della cattedra quello che Emanuale poteva intravvedere dalla sua posizione……………..
Gli altri studenti di solito non prestavano molta attenzione alle sue lezioni, essendo un istituto tecnico, le materie letterarie non li interessavano più di tanto, spesso in aula non c’erano più di dieci ragazzi che a mala pena la ascoltavano.
Anna approfittando di questo, offriva ad Emanuele visioni particolari del suo corpo, sedendosi e accavallando le gambe in modo garbatamente scomposto, chinandosi di fronte a lui per fargli vedere i suoi seni dalla generosa scollatura.
Emanuele gradiva………….e lo si vedeva chiaramente , dall’effetto visibile sui suoi pantaloni, il rigonfiamento era evidente; tuttavia non aveva i ciraggio di manifestare in modo concreto il suo interesse.
Il gioco andava sempre più avanti, ormai tra Anna ed Emanuale si era creata una comunicazione erotica non ufficiale fatta di sguardi e atteggiamenti che creava dentro di loro forti emozioni.
Le occhiate, e gli sguardi diventavano sempre più espliciti e reciproci, senza che nessuno dei due avesse il coraggio di fare il primo passo.
Si avvicinava il periodo degli esami di maturità, e furono istituiti dei corsi di approfondimento pomeridiano per perfezionare la preparazione degli studenti.
Il primo giorno Emanuale era il solo studente presente, Anna lo fece accomodare nell’aula e vista la situazione si sedette nel banco vicino a lui per poterlo seguire meglio.
La scuola era semideserta, lei si era vestita con una camicetta bianca e una gonna leggermente corta, portava delle autoreggenti a rete che la rendevano se possibile ancora più gradevole, sensuale, eccitante.
Iniziò a Leggere insieme ad Emanuele relazione su Foscolo, mentre lo faceva, accavallò le gambe, facendo scorrere la gonna fino a far rivelare il pizzo delle autoreggenti.
Intanto osservava le reazioni del ragazzo, che era ormai diventato paonazzo, la scopava con il solo sguardo, e moriva dal desiderio di averla.
Non paga delle reazioni di Emanuele, Anna giocherellava con la collana che portava al collo , aprendo così la camicetta che faceva intravvedere il suo bel seno con i capezzoli turgidi, il tutto a malapena contenuto dal mini reggiseno che indossava.
La tensione erotica era diventata palpabile, la patta dei pantaloni di Emanuale stava per lacerarsi per la pressione esercitata dal suo membro esasperatamente eccitato.
Tutto accadde in un istante, Emanuale, delicatamente, ma decisamente, si avvicinò al viso di Anna e la baciò, facendo saettare la sua lingua impaziente tra le sue labbra,.
Lei non ebbe nemmeno la forza di reagire e rispose al bacio con di un ardore sconosciuto, e contemporaneamente appoggiò la mano , carezzandolo, sul membro impazzito liberandolo dai pantaloni.
Lo avvolse tra le labbra, e iniziò a titillarlo con sapienti tocchi della lingua, percorrendo le vie segnate dalle vene sporgenti sulla pelle tesa, fino ad arrivare alla cappella turgida, che leccò sapientemente, per un tempo che sembrò infinito.
Iniziarono a spogliarsi in silenzio e guardandosi negli occhi.
Si tolsero i vestiti a vicenda, freneticamente, fino a restare nudi.
Anna prese l’enorme membro del ragazzo e lo avviluppò tra le sue cosce facendolo risucchiare dalla sua passera innondata di unori e frenetica di desiderio.
Seguirono minuti di gemiti e godimento, in un vortice di posizioni sempre nuove, in piedi , stesi sui banchi o per terra.
Non trascurarono nulla dei piaceri possibili, Emanuale la possedette anche dietro facendola mugolare per lunghi minuti che sembrano non finire mai.
Gli orgasmi si susseguivano e Anna benediva la forza della gioventù di Emanuale che la faceva raggiungere livelli di estremo godimento, come mai lei aveva raggiunto nella sua vita
Ad ogni orgasmo portava il membro di Emanuale alle labbra e suggeva avida il nettare che ne fuoriusciva abbondante, caldo, e profumato di virile giovinezza.
Anna ritornò d’improvviso alla realtà, “ dobbiamo andare disse” potrebbe venire qualcuno e scoprirci; si rivestirono e si diedero appuntamento per i giorni seguenti……………..ma questa volta a casa di Anna.
Emanuale il giorno dopo propose ad Anna di far partecipare agli incontri anche Giulio il suo amico più caro che avrebbe anche lui dovuto sostenere quell’anno gli esami di maturità; Anna accettò di buon grado la proposta, ad un patto che sarebbero state presenti anche le sue amiche del cuore………………..ma questa è un’altra storia.
Il frutto di questi eventi eroticamente formativi, fu una relazione su Ugo Foscolo che presentata agli esami di maturità, fruttò ad Emanuale una promozione con il massimo dei voti.!
Come al solito alla fine del racconto le quattro amiche erano molto eccitate, si spogliarono e si dedicarono alla loro terapia preferita in questi casi.
Armate di vibratori e accessori vari, conclusero in erotica allegria la serata, un bacio a tutti!
Per osservazioni e suggerimenti scrivete ad Are2 E.-Mail: [email protected]
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 ore fa -
Esperienze di donna matura.
Esperienze di donna matura.
Si conoscevano da bambine, Grazia, Anna, Patrizia e Antonella. Era loro abitudine ritrovarsi periodicamente per passare alcune ore insieme prendendo un the raccontandosi la loro vita.
Sposate, madri, non volevano cadere nella monotonia di una vita sessuale limitata ai rapporti coi mariti, che pur essendo appaganti, non le soddisfavano completamente.
Così si erano impegnate a provare delle esperienze nuove e a raccontarsele per goderne insieme.
Questa volta tocca a Grazia raccontare la sua ultima esperienza alle amiche che, attente e incuriosite, si preparavano a goderne.
Grazia cinquantenne, colta, bionda, abbronzata, una quarta di seno mirabile, moglie di un professionista, inizia a raccontare.
Uno dei suoi desideri proibiti, era quello di godere, della giovane virilità degli amici del figlio, suoi compagni di università.
Paolo e Antonio entrambi venticinque anni, frequentavano da parecchio tempo la sua casa, e spesso quando erano lì, lei approfittava per indossare abbigliamenti provocanti per stimolarli e provocarli.
Da donna esperta e sensuale qual era, non perdeva occasione per far gustare ai ragazzi ampie scollature, o indossare gonne aderenti che supportate dalle sue gambe tornite e adeguati spacchi delle gonne, provocavano un effetto “visibile” sui due ragazzi.
Gli piaceva manifestare la sua femminilità, conducendo un sottile gioco di seduzione che portava i ragazzi e forti livelli di eccitazione; poi si ritraeva nel suo essere mamma, signora per bene, lasciandoli arrapati oltre ogni limite.
Uno dei suoi giochi preferiti quando i ragazzi erano in casa, era quello di preparargli uno spuntino.
Li faceva accomodare nel grande divano del salotto e poi serviva il the e i pasticcini, sporgendonsi garbatamente in modo tale da far intravedere i seni turgidi di desiderio; oppure sedersi, mentre bevevano e accavallare le gambe, in modo da far vedere le calze autoreggenti e il minuscolo perizoma che portava abitualmente.
Quel giorno Paolo e Antonio vennero a trovare suo figlio per studiare come facevano abitualmente.
Carlo suo figlio però era partito improvvisamente con il padre per accompagnarlo in un viaggio di lavoro.
Era l’occasione giusta per portare a termine il suo disegno erotico.
Grazia si vestì con un abito corto e aderente, che metteva in risalto le sue splendide forme e in particolare il seno, che a fatica era contenuto dal reggiseno nero di pizzo.
A completamento del tutto delle calze autoreggenti nere, velate, un perizoma e scarpe con tacchi a spillo.
Ricevette i due ragazzi informandoli che suo figlio era fuori con il padre e che non sarebbero tornati che fra due giorni.
Per scusarsi dell’assenza del figlio, invitò i ragazzi al “solito” rito del the, e loro accettarono di buon grado, accomodandosi nel divano, e pregustando la situazione “ Sarà un vero piacere Grazia prendere il The con Lei, è sempre molto gentile ……….oltre che bella” disse Paolo il più intraprendente dei due.
Grazia accese lo stereo pervadendo il salotto di una musica intrigante che contribuiva a creare un'atmosfera particolare e poi si diresse in cucina a preparare il the.
Rimasti soli Paolo disse ad Antonio” Grazia è veramente una femmina esuberante, non so cosa darei per poterla scopare, hai visto che seni, aveva i capezzoli dritti, io quasi quasi ci provo”, si rispose Antonio” quando ci siamo noi fa di tutto per farci eccitare, secondo me ci sta, oggi mi sembra l’occasione giusta, male che vada ci dirà di no. Dobbiamo provarci oggi o mai più del resto io sono già in tiro………….”.
Arrivata in cucina Grazia in un attimo preparò la bevanda, il pensiero dei ragazzi la eccitava e si sentiva la passerina tutta bagnata, pronta ad accogliere quei due cazzi che sembravano già in calore; ormai aveva deciso oggi se li voleva proprio scopare quei due ragazzini…………….!
Dopo essersi aggiustata il vestito in modo da fare risaltare ancora di più il suo magnifico seno eccitato e le sue gambe velate dalle autoreggenti, tornò in sala dai due ragazzi.
Iniziò il rito della degustazione del the, e sedendosi tra i due ragazzi, con la scusa di servire l’infuso iniziò a strusciare le sue gambe contro le loro, mentre conversava amabilmente, esibiva alla loro vista, l’ampia scollatura, facendo intravvedere in capezzoli ritti dal desiderio.
I turgidi e nodosi membri di Paolo e Antonio creavano un notevole rigonfiamento nei pantaloni e Grazia si soffermava compiaciuta con lo sguardo, felice dell’effetto che provocava nei due ragazzi; si sentiva sempre più porca e decisa nel suo intento.
La tensione erotica cresceva a ogni istante, i movimenti sinuosi di Grazia , il suo sfiorare i due giovani corpi divenne un messaggio inequivocabile della sua voglia, del suo desiderio , delle sue intenzioni.
Grazia non riusciva più a trattenere la sua voglia, con fare apparentemente distratto posava le mani sulle cosce dei ragazzi sfiorando i cazzi che diventavano sempre più duri e evidenti sotto i pantaloni, con la scusa togliere le briciole dai loro pantaloni li accarezzava delicatamente sulla patta, portando all’esasperazione l’eccitazione di Paolo e Antonio.
Alla fine fu Paolo a prendere l’iniziativa, per prendere dei biscotti dal tavolino appoggiò la mano sulla schiena di Grazia e anziché toglierla dopo aver preso i biscotti, iniziò a muoverla lentamente fino ad arrivare all’attaccatura del seno e poi ancora fino ad accarezzarle il seno.
Grazia non si ritrasse, anzi accompagnava con il corpo il movimento della mano, sorrise e passò la lingua sulle labbra turgide; fu il segnale d'inizio di quell'indimenticabile pomeriggio di sesso e godimento.
Sentendo la mano di Paolo che si faceva sempre più indiscreta e intraprendente, la donna non seppe trattenere un gemito e lo abbracciò, baciandolo con ardore e sensuale lentezza, insinuando la sua lingua tra le labbra e iniziando con la mano una lenta sensuale carezza sul membro che pulsava durissimo ed enorme sotto i pantaloni del ragazzo.
Antonio vista la situazione , iniziò ad accarezzare le cosce di Grazia che si erano scoperte fino a far vedere la passerina bagnata a malapena coperta dal micro perizoma che indossava.
La vista delle autoreggenti e del perizoma fecero perdere ad Antonio ogni paura e remora, iniziò a far saettare la sua lingua sempre più vicino al nido d’amore della donna, che iniziò a gemere dal piacere.
Antonio leccava lentamente la passera inondata dagli umori della donna, che a sua volta ansimava sempre più forte seguendo il ritmo della lingua del ragazzo.
Persa ogni inibizione, Grazia estrasse il membro di Paolo dai pantaloni, era teso e rigido allo spasmo e lo fece sparire tra le sue labbra, avvolgendolo tutto nella sua gola avida e smaniosa di piacere.
Con la lingua Grazia lo stimolava e lo leccava tutto, con un movimento lento e continuo.
Con la lingua esperta sapiente, seguiva il percorso delle venature che segnavano come solchi di piacere quel meraviglioso giovane cazzo…….. fino ad arrivare su alla cappella tesa e arrossata dove si soffermava a godere e far godere, Paolo gemeva…………..
Andarono avanti in questo gioco per lunghissimi minuti ,provocando un coro di gemiti che superava il tono della musica emessa dallo stereo.
Dopo qualche tempo i due ragazzi invertirono le loro posizioni, e dopo aver tolto il vestito e il reggiseno a Grazia che restò con il minuscolo perizoma, continuarono il gioco, portando loro stessi e la mamma del loro amico ad uno stato di libido esasperato; il loro membri grandi nodosi e rigidi erano baciati da grazia che li ingoiava e li leccava a turno, instancabilmente, dalla base fino in alto provocando ai ragazzi sensazioni mai provate.
Le lingue dei ragazzi esploravano in ogni parte il corpo e la vagina tremanti di Grazia, provocando orgasmi lunghi e ripetuti, che partivano da dentro fino a esplodergli in tutto il corpo, grazia urlava il suo piacere senza pudore alcuno.
Dopo circa mezzora, Paolo iniziò a penetrare Grazia che non riusciva nemmeno più a gemere impegnata com’era a succhiare il membro di Antonio, in un crescendo di sensazioni erotiche che la portò a chiedere che anche Antonio la penetrasse ma da dietro!
SI ora voleva di più, Grazia insegnò ad Antonio, come inumidire il buchetto e poi lo aiutò a penetrarla, sempre più in fondo, trovandosi così i due membri duri come la pietra che la possedevano riempendola instancabilmente davanti e dietro.
L’eccitazione dei ragazzi era salita al punto che perso ogni ritegno la penetravano quasi con violenza, chiamandola troia, vacca, aumentando se ancora possibile il piacere che lei provava; la loro frenesia era tale che si sentiva distintamente il rumore fatto dai peni che entravano e uscivano dalle fessure amorose di Grazia.
Paolo sentiva l’ondata di piacere che gli stava montando lentamente e inesorabilmente, a questo punto i ragazzi si misero davanti al viso di grazia e muovendo velocemente le loro aste inturgidite, vennero sulla bocca di Grazia inondandola del seme che gli riempì la gola, il viso e i seni.
Grazia, bevve tutto quel nettare, attenta a non perderne nemmeno una goccia, e si abbandonò tra le braccia dei due ragazzi ringraziandoli teneramente per il godimento che le avevano fatto provare.
E’ stata la prima di una lunga serie di esperienze cui in futuro avrebbe fatto partecipare anche le amiche.!!!!!!!!!!!!!!!!
Finito il racconto, Grazia vide che le sue amiche erano in uno stato di eccitazione fortissimo e disse” bene ora a completamento del racconto, guardate le riprese di quello che vi ho raccontato, ……..ho filmato tutto………..sapete io a mio marito, non nascondo niente, e dopo aver visto questo filmato abbiamo fatto sesso tutta la notte”.
Le amiche seguirono di buon grado la visione della cassetta, ma dopo qualche istante l’eccitazione era talmente forte che, levati i vestiti e presi dei falli che Grazia teneva a disposizione, iniziarono un’orgia per festeggiare l’ esperienza meravigliosa di Grazia.
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 ore fa -
La mia prima moglie
Ciao a tutti, questo e successo circa 7 anni fa a quel periodo ero sposato con Francesca la mia prima moglie. Francesca era una bellissima mora aveva 5 anni meno di me alta con un bellissimo seno e bellissimo culo.
Sposati da 5 anni senza figli e per via del mio lavoro stavamo tanto tempo senza vederci, alla fine ognuno si crea un'altra vita ma solo per il sesso, amavo moltissimo francesca solo che quando lei ha scoperto che io mi scopavo tutte le mie colleghe non l'ha preso per niente bene: ha chiesto il divorzio.Tutto e successo un mese di agosto di 5 anni fa, stavamo ha letto dopo una fantastica scopata: lei tranquillamente disse che voleva provare ad essere scopata da 2 uomini contemporaniamente dato che io la scopavo sempre nel culo (cosa che ha lei piaceva tantissimo) voleva provare la doppia penetrazione io lei e un amico che sarebbe piaciuto a tutti e due.
Io non credevo alle mie orecchie, ma devo dire che solo per avermene parlato ero eccitatissimo al punto che cominciai a leccargli la figa e il buco del culo stavo spianando il terreno per un'altra scopata, Francesca non si fece pregare cominciò a succhiarmi l'uccello in modo molto frenetico, vedevo lei e immaginavo che con noi c'era un'altro che intanto la scopava alla pecorina, cosa che mi eccitava tantissimo, cominciai a parlare con lei mettendo in ballo il nome di un mio collega che sapevo gli piaceva.
Era molto eccitava sentivo il suo cuore battere forte per l'eccitazione, le sue mani si vedevano tremare sentivo la sua bocca completamente priva di saliva. Quel giorno per la prima volta mi chiese di incularla, dopo aver bagnato per bene il buchetto si avvicino da dietro verso di me e prendendo il mio cazzo con la mano disse: adesso inculami sfondami il culo come non hai mai fatto, era molto eccitata la fantasia che aveva dentro di se la faceva diventare molto troia, era la donna che io in fin dei conti avevo sempre desiderato fare la troia in questo modo non l'aveva mai fatto. Dopo aver finito la bella scopata cercavo il suo sguardo ma lei mi sfuggiva, era l'eccitamento che la faceva parlare e fare cose senza ritegno alcuno, ma poi si vergognava tanto, certo non potevo spegnere la luce per paralare con lei.Allora cominciai a dirle che era stata fantastica che mi aveva fatto provare nuove e belle sensazioni e che se lei avrebbe voluto io avrei condiviso la sua fantasia, anzi a dire il vero dissi: mi piacerebbe vederti scopare con un'altro per poi entrare anche io in gioco se tu lo vuoi............. Non rispose mi bacio sulla bocca dicendomi buonanotte, pensai ferfino che si era offesa che io avevo interpretato male le sue fantasie, ma ha mattino prima di andare a lavoro disse a chiare lettere, vorrei che mi scopaste tu e il mio collega Valter sai bene che mi piace tanto, non mi diede nemmeno il tempo di rispondere usci subito per andare a lavoro. Io prima di uscire restai una decina di minuti in casa mi aveva un po frastornato, stavo conoscendo una Francesca che non sapevo che esisteva ma tutto questo mi dava una forte eccitazione.
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17 anni fa
cosmo3123,
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Ultima visita: 15 anni fa
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Incontrando ii° parte (scritto insieme a jenny69)
Racconto scritto insieme a jenny 69
Uscimmo dal bar un po arrossati ,ma ormai ero una sua preda e mi invitò a montare nella sua "Classe A blu notte ".
Mentre guidava la gonna le si alzava, lasciando intravedere le autoreggenti e la sua pelle liscia e morbida, e la mia mano si muoveva ad accarezzarla ed a toccare il clito e le labbra ……. Spostando leggermente il perizoma.
Le sue labbra erano bagnatissime di umori e, al contatto delle mie dita …. Procuravano eccitazione e scosse elettriche e …… un aumento dell’andatura, oltre a piccoli gemiti di Gina.
So bene di essere molto malizioso e stimolante, per cui, mi inginocchiai tra le sue cosce e …… scostando il perizoma infilai la mia lingua a titillarle il clito e …… le mie dita a penetrarla.
Il calore della sua vagina e il titillio sul clito facevano gemere ancor più Gina e sbandare un po’ la macchina in quella stradina di collina ………
La strada buia ci aiutava alla guida ed alla scopata che le mie dita e la mia lingua facevano con Lei, ……… gemiti e umori si mischiavano a quelle curve e …….. a quell’eccitazione.
Arrivammo e …………. eperta la porta ............ un bacio intenso ..... lingua a lingua tra le bocche vogliose e gli sguardi ....... la fece da padrone.
Il caldo della casa ....... aiutò i due "amanti" a rimanere nudi ed a ......... consumare l'amplesso
La bocca di Carlo continuava sul corpo inebriante di Gina alla ricerca di tutti i sapori e gli odori che ...... il profumo inebriante faceva assaporare al naso e la lingua che assaporava la dolcezza e la morbidezza di quel corpo che ....... veniva assaporato, rispettato ed ....... amato
il collo e la spalle .......... ormai in balia di baci e dolci morsi ..... facevano arricciare la pelle vellutata e morbida
i seni ed i capezzoli turgidi facevano rilasciare ...... sospiri desiderati e insperati alla bocca dolce ed a quelle labbra che ........... venivano leccati dalla lingua di Lei
il ventre e ....... il monte di venere si inebriarono di quella bocca calda e quelle mani che accarezzavano e ricercavano ansimanti le labbra umide di umori
il titillio della lingua sul clitoride dava scosse elettriche a tutto il corpo ...... come se richieste e volute al fine di dare e ricevere "piacere"
un mugulio usci ancor più dalla bocca di Lei e .......... la lingua entrò tra le labbra nascondendosi dentro alla ricerca degli umori più "nascosti"
un titillio più profondo provocò un getto di umori e lo sconquasso ..... danndole emozioni e goduria .......
non aveva mai provato un fremito così profondo ed un orgasmo ricevuto solo da quella bocca ed ancor più da quella lingua che ....... frammista a dolci dita si inserivano dentro di Lei ..... in ogni sua parte
ma ........... non ebbe finito di godere che ....... un'emozione ancor più forte e violenta le percosse tutto il corpo ....... un fremito la percorse dal cervello alle dita dei piedi ............ era un orgasmo diverso ....... forte ....... insistente ........... bagnato
un fiotto di umori uscì dalla vagina ....... e la fece abbandonare a quel desiderio ..........
I due amanti si distesero ormai stanchi sul tappeto vicino al focolare per riscaldarsi ed assaporare il loro amplesso e, pronti ……. successivamente ad uno nuovo ………
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17 anni fa
carino6423,
37
Ultima visita: 11 anni fa
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la zia trovata...
anni fa all'epoca dei miei 24 anni frequentavo un sito di incontri (meetic),il lavoro mi portava via molto tempo e non frequentavo molto amici o locali ma a casa avevo la possibilità di vedere numerose persone e loro potevano vedere me.
Da qualche tempo avevo conosciuto D. carina, piccola con 2 bellissimi occhi e capelli corti 56enne da poco separata che come me si era affacciata sul sito alla ricerca di nuove conoscenze, era scattato un feeling tra noi nonostante la differenza di età e conoscendoci ci eravamo piaciuti al punto di fare coppia e conoscerci meglio.
Parlando ci eravamo scambiati le nostre esperienze,conoscevamo i rispettivi gradi di parentela e mi ero incuriosito quando mi disse di avere un nipote della mia età , pensai tra me e me se mai mi avesse scambiato per il nipote e la voglia perversa che avevo di provare l'effetto di scoparmi una zia mi eccitava spesso ma mi ero guardato dal domandare una cosa del genere a D. non sapendo come avrebbe reagito visto l'argomento delicato....
Un giorno ci trovammo a passare fuori il fine settimana in una pensione, io e lei tranquilli senza pensieri di dover tornare a casa (io vivevo con i miei e lei aveva parenti dirimpettai e non ci fidavamo a stare a casa sua).
Un pomeriggio dopo aver fatto l'amore io rimasi a letto mentre lei andò in bagno, nonostante ciò ero rimasto molto eccitato e la voglia della zia non accennava a placarsi anzi....
mi alzai e apri la porta del bagno, D. era sul bidet e il mio cazzo svettava davanti ai suoi occhi, mi guardava con un misto di stupore e meraviglia, glielo imboccai e lei non si fece pregare , mentre stava succhiando la guardai e dissi: " ti piace il cazzo del tuo nipote?" non sapevo come avrebbe reagito ma la voglia stava premendo all'inverosimile, lei accellerò ingollando tutto il mio arnese e contemporaneamente iniziò a stropicciarsi la passera producendo uno sciaquettio che mi fece gorgogliare le palle, le sue labbra si serrano sulle pareti del mio cazzo "mhhhh...." mugugna lei e vedo che si inserisce due diti nella passera e capisco che sta godendo, si leva il cazzo di bocca e me lo afferra mentre si mette contro la parete del bagno e me lo mena guardandomi con occhi che nn avevo mai visto"sei un porcello lo sai sì..." prende la passera e se la apre " vieni la zia ti aspetta...se hai coraggio!" sono fuori dall'eccitazione, la infilo con un colpo secco fino in fondo e comincio a pomparla forsennatamente"zia mi fai andare fuori, ho il cazzo duro da farmi male" "lo sento, spingi la zia" sibila lei e fa seguire un rantolo di godimento,la sento allargarsi e le mie palle stanno sciaquettando bagnate contro di lei"stringi il mio cazzo zia stringiloohh" e lei mi afferra per il culo e mi stringe a lei "oddioohhh fai godere la zia daiii", il primo schizzo parte dentro di lei seguiti da altri copiosi 3 o 4 poi me lo tira fuori e lo stringe leggermente strusciandosi contemporaneamente la passera con una mano, mi gira la testa e lei strabuzza gli occhi, ci guardiamo e sembriamo sconvolti.
"cosa mi hai fatto fare...ma non ho goduto così tanto" mi dice lei poco dopo quando siamo sfiniti sul letto "se avessi pensato troppo di farlo non ci sarei mai riuscito ma sono contento di averlo fatto"risposi io, "forse perchè è stato così veloce e violento, ci saranno altre occasioni" ?
Mi rispose con un sorriso malizioso...
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17 anni fa
daniele, 32
Ultima visita: 15 anni fa -
dal massaggiatore
Un pomeriggio mi sono recata in un centro per massaggi ,ero molto legata alla schiena e alle gambe e volevo rilassarmi un poco. Quel pomeriggio mi decisi ed andai ,entrai in questo studio molto carino e caldo ,mi sentii subito a mio agio , mi presentai a questo tipo carino alto e con le mani caldissime , le sentii dalla stretta di mano. Mi denudai completamente restando solo colperizoma rosso ,e mi stesi sul lettino e cominciai il massaggio che avevo da prima richiesto solamente dietro su tutto il corpo. Le sue mani cominciarono a massaggiare delicatamente sulle gambe le cosce e via salendo per la schiena, ad un certo punto mi rilassai tanto e mi abbandonai. Al suo passare con le mani sulle gambe sentii che piano piano entrava sempre piu internamente alle cosce e li cominciai a muovermi come se stessi andando in calore, sentivo piacere ero eccitata. Sino a quando col braccio mi massaggiò e passò sul mio culetto ,da li piu volte sino a mettermi le dita dentro e a farmi godere ,continuo per alcuni minuti ed io mi dimenavo alzando il culetto per poter sentire di piu ,ad un certo punto scesi dal lettino e cominciai a succhiarlo per bene ,aveva un cazzo duro e robusto, poi mi feci prendere da dietro ed io chinata al lettino. Ho goduto molto e non potendo godere liberamente si faceva il possibile in silenzio ma i movimenti parlavano chiaro. Mi sbatteva come non mai sino a vederlo venire sopra il mio culo sodo ed accogliente . Spero di ritrovarlo ancora...
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17 anni fa
fabio latrav,
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Ultima visita: 16 anni fa
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Grazie last minute
abbiamo trovato un singolo grazie a last minute ci siamo dati un appuntamento ci siamo andati con un po di titubanza poi dopo le presentazioni abbiamo capito che era la persona giusta alla mia donna è piaciuto subito ci ha portato un posto tranquillo si sono accomodati sul sedile posteriore io davanti che guardavo hanno cominciato il loro gioco ha prima spogliato la mia lei poi si è spogliato lui aveva già il cazzo duro ha iniziato con lunga leccata di fica poi si è tirato su facendosi succhiare il cazzo (lei è bravissima a succhiare)io intanto ho cominciato a masturbarmi ero eccitattissimo gli ho dato un perservativo a questo punto la messa alla pecorina che la posizione preferita da lei ha cominciato a pomparla non l avevo mai sentita godere cosi poi si è seduto era lei che se lo chiavava sentivo lui che gli chiedeva se gli poteva venire nella fica ma lei adora vedere lo sperma che esce sto punto si è tolto il perservativo ha coricato lei sul sedile ha cominciato ha masturbarsi dopo poco ha cominciato a sborrare sulle tette collo ne aveva dappertutto io nel frattempo mi sono sborrato in mano ci siamo ripuliti ci siamo salutati è stato molto bello penso che ripeteremo l'esperienza
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17 anni fa
giov88, 55/55
Ultima visita: 1 anno fa -
Che mazza!
Era una sera d'estate di qualche anno fa.
Giravo in moto senza meta mentre l'aria tiepida della notte mi accarezzava instillandomi una voglia di sesso duro e crudo.
E così finii sulle solite strade ormai conosciute, c'era però una novità tra i tanti visi noti.
Era una trav color cioccolata, altissima e naturalmente quasi nuda, sandali con la zeppa, ad aumentare la sua gia notevole statura, un top e una mini. Fine dell'abbigliamento.
Longilinea e tonica, mi fermo e si avvicina. Le chiedo cosa ha sotto alla mini e mi risponde " un cazzo di 30 centimetri, amore". Ovviamente non le credo e chiacchierando la invito a farmi constatare la veridicità di quanto dice.
Sono fortunato, evidentemente le sto simpatico, e acconsente di appartarci in un posto tranquillo li vicino. E fino ad ora di soldi non ne abbiamo parlato.
In due minuti siamo lontano da occhi indiscreti, lei alza la mini, scosta lo slip e balza fuori un bel pisello che, da moscio, pende verso il basso per una buona quindicina di centimetri. La mia curiosità è quasi soddisfatta, ma la mia voglia no..... Mi inginocchio portando il mio viso a pochi centimetri da quel bell'uccello nero.
" Davvero bello" è l'unica cosa che riesco a dire prima di prenderlo in bocca. Lo stringo alla base con una mano e lo sento crescere tra le labbra. Cavolo sono davvero trenta centimetri!
Appoggio anche l'altra mano sull'asta di quel meraviglioso cazzo e comincio una sega a due mani mentre mi riempio la bocca con quel che ancora avanza!
Il trav color ebano è davvero preso dalla mia performance, se la gode mentre mi sussurra "Sei davvero una troia". Queste parole non fanno altro che accrescere la mia eccitazione , aumento il ritmo della sega mentre insalivo copiosamente la cappella e con una mano spalmo la saliva su tutta la lunghezza di quella gran mazza ora completamente bagnata,
Sento il suo cazzo gonfiarsi ancora, so che stiamo per arrivare alla fine, non mi stacco, ormai non capisco più nulla... ci sono soltanto io e quel gigantesco cazzo che entra ed esce dalla mia bocca.
Passano ancora pochi istanti e finalmente arriva, in fiotti densi e tiepidi, la sua sborrata mentre mi sta ormai scopando in bocca tenendomi la testa con le mani. E' davvero tanta e la lascio colare lungo il mio collo.... chi se ne frega dei vestiti.... una lavatrice e via.
Questo è stato il mio primo incontro con quella mazza, naturalmente il primo di una serie molto soddisfacente.
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 ore fa -
Padronvale ed una schiava all’università
Di Tom [email protected]
Il primo Aprile di quell’anno era cominciato come qualunque altro giorno per Stefania. Sveglia presto, colazione veloce giù al frequentatissimo bar della stazione ferroviaria, una scappatella veloce in biblioteca dove alcune amiche e compagne di corso preparavano gli esami della sessione primaverile e poi via in aula. Quel giorno erano previste due ore di Chimica generale ed inorganica, una di Biologia molecolare ed una, inevitabile, di Biochimica vegetale. Stefania salì le scale che conducevano alla piccola aula in fondo al corridoio principale dell’istituto. La solita gente radunata davanti alle porte, gruppetti di persone conosciuti o meno conosciuti che vociavano e ridevano. Qualcuno salutò la ragazza e Stefania, cortese, mentre ricambiò con un grazioso inchino del capo. La sua voce cristallina tintinnò nell’aria stanca fra le pareti di cemento. Era una bella ragazza, Stefania, alta un metro e settanta, fisico in forma, capelli nerissimi, lunghi ed un po’ crespi ed un visetto che ispirava affidabilità. L’aula era ampia e quadrata, lievemente scoscesa verso il lato rivolto a Nord. Accanto alla grande cattedra era posta una lavagna colma di polvere di gesso e dietro di essa, sul muro, era appeso un poster della tavola periodica di Mendelev. I banchi erano vecchi, ingrigiti dagli anni e dalle generazioni di studenti che si erano succedute una dopo l’altra alle lezioni di Scienze Biologiche dell’Università. Stefania prese posto fra le file di mezzo, non troppo vicina alla cattedra da stare sotto al naso del professore durante la spiegazione né tanto distante da non essere veduta dall’insegnate. Essere un volto qualunque fra la folla, ma un volto sempre presente alle lezioni era ciò che Stefania aveva imparato ad essere dopo due anni di corso. In fin dei conti era questo che i docenti mostravano di apprezzare dai loro studenti. Il professore di Chimica generale era un ometto vecchio con un viso scavato da rughe e grinze come la corteccia di una vecchia quercia, ed aveva lo sguardo un po’ spiritato. Arrivò con matematica puntualità quando mancava appena un quarto d’ora alle nove, depose la sua cartella in pelle sul piano della cattedra e ne estrasse un volume di lucidi.
-“Buon giorno”- esordì. –“Oggi Parleremo della disposizione degli orbitali atomici attorno al nucleo”-
Stefania si appoggiò con le spalle allo schienale rigido della sedia. Teneva il quaderno aperto davanti agli occhi ed impugnava la penna fra indice e medio. Il tappo della biro girava e roteava nevroticamente fra le dita nervose. L’aula era piena per un quarto solamente dei posti disponibili. Gli studenti si erano stancati col tempo di seguire le lezioni di quel vecchio noioso.
-“Che barba!”- pensò Stefania –“Orbitali dell’atomo!”-
In quel momento una ragazza dai capelli castani e mossi che le arrivavano alle spalle le si sedette accanto. Stefania la guardò con disinteresse. L’aveva già veduta qualche volta ai suoi stessi corsi e qualche volta si erano scambiate gli appunti del giorno, ma la conoscenza si era mantenuta sempre molto superficiale. Stefania sapeva che la ragazza si chiamava Valentina, che lavorava saltuariamente in una piccola pizzeria in centro e che era già iscritta al quarto anno benché avesse dato meno esami di lei. Valentina era una bella studentessa dalla carnagione abbronzata e liscia, i lineamenti del viso erano regolari e gli occhi castani come la chioma. In particolare Valentina era messa molto meglio di Stefania in quanto a curve ed era noto che il suo seno prosperoso ed il suo fondoschiena avevano fatto girare la testa a molti studenti durante gli anni scorsi.
Stefania si guardò per un attimo il seno; rispetto a quello della ragazza che le sedeva accanto appariva minuscolo ed insignificante. La maglietta era rialzata solo di un poco, là dove doveva.
-“Ma a che sto pensando?”- si disse, come vergognandosi di se stessa.
Valentina sembrò non degnarla di uno sguardo, aveva preso block notes e penna e attendeva solamente l’inizio della lezione. Poi, pochi secondi prima che il professore iniziasse a parlare, la ragazza dai capelli castani sembrò ricordarsi di qualcosa, frugò nella tasca posteriore dei pantaloni e ne estrasse un pacchetto di carta grande quanto una lettera. Lo guardò sorridente ed i suoi occhi vispi brillarono di una luce furba. Infine, con indifferenza, appoggiò la busta sul banco a fianco del suo, proprio davanti al quaderno di Stefania.
Quest’ultima lo osservò incuriosita mentre Valentina la scrutava trattenendo a stento il riso.
-“E’ per te”- disse
-“Che cos’è?”- chiese Stefania.
-“Aprilo e guarda”- rispose l’altra.
Stefania appoggiò penna e quaderno sul tavolo. La lezione stava per cominciare, il professore aveva impilato i lucidi nell’ordine nel quale voleva proiettarli accanto alla lavagna luminosa.
Incurante di ciò Stefania aprì il pacchetto e guardò cosa vi fosse dentro. Erano fotografie. Un mazzo di cinque foto ed il soggetto di quelle immagini la fece sbiancare. Impallidì proprio, sgranando gli occhini neri e congelando ogni movimento di quelle mani che stringevano impotenti le prove della sua colpa. L’espressione di Stefania denunciava incredulità, smarrimento e terrore. Valentina ne rise, divertita.
-“Ma cosa sono queste?”- balbettò sottovoce Stefania mentre le sue mani allontanavano le foto dal volto.
-“Belli questi scatti, non è vero? Si vede chiaramente il tuo bel faccino schiacciato contro le pudende di…chi è quello? Non il tuo ragazzo, comunque! Gira il mazzo, da qualche parte c’è una foto dove lo si vede anche di faccia…”-
-“Ma…ma…”-
-“E’ un bel ragazzo. Chissà se piacerà anche al tuo fidanzatino!”- ridacchiò Valentina –“Quel cornuto”-
-“No…non vorrai mica…”-
-“Fargliele vedere?”-
-“Non farlo! Ti scongiuro!”- disse Stefania, piegandosi verso l’altra ragazza con fare supplicante.
-“E perché non dovrei?”- Valentina era sempre più divertita, ormai dominava completamente la situazione. –“Non sarebbe leale nei suoi confronti, quelli del tuo bel ganzo. Forse gliele farò trovare proprio stamani, tanto più che oggi è il primo Aprile. Sai che scherzo!”-
La parete bianca di fronte ai banchi s’illuminò del fascio di luce proiettato dalla lavagna luminosa. Gli studenti rimirarono un’immagine stilizzata di orbitali atomici e particelle elementari. Anche Valentina guardava e pareva quasi interessata dalla lezione. Eppure sul suo volto vi era ancora stampato un bel sorriso luminoso e pieno di malizia. Stefania non lo scorse neppure, troppo immedesimata nell’osservare inorridita quelle foto.
-“Non lo fare! Il mio fidanzato…”- mormorò al limite della disperazione –“…è geloso marcio. E se lo dici a lui…”-
-“Lui s’incazzerà come un animale, sicuramente ti mollerà e forse ti prenderà anche a schiaffi o peggio. Magari una bella scenata… e ci andrà giù pesante, anche più di quanto tu non pensi. Puoi stare sicura che in capo a due giorni sarai divenuta la protagonista assoluta di questi corridoi!”-
Gli occhi di Valentina non sfiorarono mai il volto di Stefania; era come se la prima trovasse l’altra indegna d’essere persino considerata. In fondo non si degna d’attenzione una mosca che sbatte le ali bagnate in un angolo del marciapiede, aspettando solo d’essere calpestata.
-“Oh, e nel caso ti fosse venuta in mente l’idea di strappare le foto che hai fra le mani per cancellare le prove della porcheria che hai fatto”- disse Valentina –“Sappi che ho i negativi e posso farne quante ne voglio. Ne farò dei poster da appendere in aula magna se necessario.Tutti dovranno sapere!”-
-“Ma come le hai avute?”- chiese Stefania. La sua mente era in pieno panico, la sua ragione navigava nel marasma della paura e della vergogna. A cosa sarebbe servito conoscere la provenienza di quelle foto? Ormai i giochi erano fatti, le prove c’erano e non le si poteva ignorare. Ma la sua coscienza si rifiutava d’accettarlo, era come se l’intera situazione fosse un incubo e non qualcosa di reale. Si sorprese tuttavia di non aver gridato, di essersi data un contegno dignitoso affinché in aula nessuno, dal professore all’ultimo degli studenti presenti, s’accorgesse della tragedia in atto.
-“Ho le mie fonti, sai com’è!”- esclamò sorridente Valentina. Mentre parlava con Stefania prendeva appunti su quanto stava dicendo il professore. Non degnò la ragazza più giovane di uno sguardo.
-“Ti prego, non dirlo a Fabrizio”- supplicò Stefania.
-“Vedremo…”-
-“Ma…”-
-“Non ora!”- rispose stizzita Valentina voltando il capo verso Stefania. Guardò la ragazza febbricitante come si guarda un insetto fastidioso che ci ronza vicino all’orecchio. –“Non vedi che mi disturbi? Insomma!”-
-“Ti prego!”- supplicò ancora Stefania –“Se vuoi che faccia qualcosa…qualunque cosa…”-
Valentina sogghignò malignamente –“In realtà si. Voglio qualcosa da te. L’espediente delle foto è solo un piccolo ricatto morale per ottenerlo. Un mezzuccio un po’ sleale ma tutto sommato efficace, non trovi?”-
Nel cuore di Stefania, oltre alla sempre più angosciante morsa di disperazione, altri sentimenti si facevano ora strada. Primo fra essi la rabbia, un odio sordo e totale che aveva come unico scopo d’esistere la risatina immonda della ragazza comodamente seduta di fianco a sé. Ma la ragione trattenne le mani di Stefania dall’infilare le unghie nel viso della nemica, ciò sarebbe equivalso a confessare con la propria voce il tradimento nei confronti di Fabrizio.
-“Che cosa vuoi?”- chiese allora Stefania, mentre nella sua voce ora si scorgeva astio e non solo smarrimento.
Ma Valentina, incurante del risentimento della sua povera vittima, rise di quella furia incatenata.
-“Vieni oggi, a casa mia. Sai dove vivo, giusto? Davanti piazza Dalmazia, al primo piano davanti alla villa col giardino. T’aspetto non più tardi delle tre”-
Ripose penna e quaderno nello zainetto e fece per alzarsi. La lezione di chimica era giunta appena ad un quarto del suo svolgimento.
-“Ah, portami un regalino. Una scatola di cioccolatini o dei fiori. Sai, sta male presentarsi in casa d’altri senza un piccolo presente per la padrona, ti pare? Se opti per i cioccolatini fa che siano di marca buona. Ed io amo le rose rosse. Mi raccomando, alle tre e con un regalo. Sgarra ed io ti sputtano davanti a tutta l’Università, bidelle comprese. Ritarda di un solo minuto e non mi troverai in casa, sarò sulla strada per andare a trovare il tuo caro fidanzato. Quel cornuto…”-
Stefania non aveva il coraggio di sollevare lo sguardo. I suoi occhi andavano avanti ed indietro, dalle foto rannicchiate sul banco e parzialmente coperte dalla copertina del quaderno alle gambe della sua aguzzina. Vide che Valentina indossava un paio di scarpe da ginnastica nuove.
-“Come vuoi”- disse infine.
-“E chiamami Padrona, da ora in avanti, capito? Non voglio più sentire parlare di Valentina! Chi è Valentina? Io sono solo la tua Padrona. Sta bene?”-
Stefania strinse i denti fin a sentire male alle gengive ed alla radice dei denti. –“Come desideri, Padrona”-
-“Ti sei dimenticata la terza persona singolare”-
-“Come desidera, Padrona. Va bene così?”-
Valentina s’alzò in piedi –“Le foto te le regalo, tanto ti ricordo che ho i negativi. Goditele, serva. Ciao!”-
Se ne andò movendo il culetto rotondo e perfetto in modo appariscente e sensuale. Stefania la osservò andare via e le parve di morire.
Era la schiava di una sua compagna di corso. Le poche ore che la separavano dalle tre del pomeriggio, sentiva in cuor suo, non sarebbero trascorse mai. Aveva ragione.
Stefania si presentò in piedi davanti alla porta dell’appartamento di Valentina ed alle tre mancavano ancora dieci minuti buoni. Fremeva, Stefania e non a torto. Lungo la strada non aveva cessato un attimo di rimuginare su cosa avrebbe fatto, a quel che sarebbe stata la sua reazione una volta che fosse venuta a trovarsi faccia a faccia con la sua nemica. Nemica, si, e non avversaria. L’avversario è qualcuno con cui ti confronti. Ci si batte ad armi pari con un avversario. No, semplicemente Valentina era una nemica, aveva aperto le ostilità senza motivo alcuno, colpendo alla schiena ed approfittando del vantaggio. La lezione di Chimica inorganica di quella stessa mattina era stata la sua Pearl Harbor. Ma non ve ne sarebbero state altre, giurò Stefania. Non avrebbe dato a quella strega l’opportunità di infierire ulteriormente su di lei. Suonò il campanello una sola volta. Valentina venne ad aprire dopo un paio di minuti. Mentre Stefania vestiva in jeans e maglietta nera, come in aula, Valentina s’era messa in libertà. Indossava un paio di pantaloncini cortissimi, neri, che le lasciavano scoperte le belle cosce piene e sode e stringevano morbidamente l’attaccatura delle gambe alle natiche generose. Sopra vestiva una T-shirt bianca senza maniche e non indossava né reggiseno né canottiera.
Stefania aveva rivisto questa scena mille volte nella propria fantasia, come un serial-killer che immagina il palcoscenico del suo prossimo omicidio fino alla pazzia. Aveva veduto se stessa mentre affrontava la sua aguzzina con ferocia, verbalmente ed anche fisicamente, se vi fosse stato bisogno. Aveva contemplato l’ipotesi di colpirla, schiaffeggiarla, batterle la faccia contro un muro artigliandola per i capelli. Prenderla a calci e lasciarla boccheggiante sul pavimento. Questo, beninteso, prima di trovarsela davanti nella realtà.
Quando Valentina aprì la porta e le sorrise con la sua bella bocca, le sue labbra carnose e sensuali, i suoi occhi brillanti, la sicurezza di Stefania scomparve di colpo. Quella ragazza ha le foto che potrebbero compromettere la tua faccia davanti a tutti, si ripeté. Rovinerà la tua storia d’amore con Federico, gli sussurrò la voce da lontano, i tuoi amici ti lasceranno. E l’altro ragazzo? Valerio? Il tuo amante non più segreto? Ci hai pensato? Anche lui ha una ragazza. Ti tratterà come una cagna se lo trascini nel fango con te. E si vendicherà. Oh, se si vendicherà!
-“Lascia perdere, Stefania!”- disse ancora la voce –“Abbandonati! L’unica strada è affidarsi alle mani di questa ragazza. Tu sei sua!”-
Lo sguardo di Stefania planò ai piedi di Valentina, che erano fasciati da un bianco paio di calzettoni alla caviglia con gli orli arrotolati e calzavano ciabatte senza tacco che lasciavano scoperto tallone, dorso e punta delle dita.
-“Entra, vuoi restare lì sulla porta?”- disse Valentina.
Stefania mosse un passo avanti, sempre tenendo lo sguardo basso.
-“Gra…grazie”-
Valentina sorrise, lasciò che la ragazza fosse entrata e poi chiuse la porta, sbattendola. Girò la chiave nella toppa e mise la catenella.
Stefania si sentì come un topo in trappola.
-“Perché?”- le chiese la vocina interiore –“Non è una porta chiusa a chiave che ti ingabbia. Ciò che ti imprigiona in questo momento è lo sguardo di colei che ti è davanti”-
-“Sei in anticipo”- disse Valentina –“non sei riuscita a darti pace, eh?”-
-“No”- rispose Stefania –“Non ci sono riuscita. Come avrei potuto?”-
-“Non avresti potuto, infatti”- Valentina le passò una mano fra i capelli. Stefania non si mosse e continuò a guardare verso i piedi della sua aguzzina.
-“Hai lo sguardo serio serio, povera piccola” disse la Padrona. Il suo tocco, da principio poco più vigoroso di una energica carezza si stava lentamente trasformando in una formidabile presa. Se nella fantasia di Stefania era lei a torcere i capelli alla nemica, nella realtà era Valentina ad avere facilmente il sopravvento.
-“Eh, si. Mi divertirò davvero molto con te, lo sai?”- strinse più forte e la testa di Stefania fu forzata verso il basso –“Non ti voglio male, non più di quanto non ne voglia ad una qualsiasi persona che non conosco e che vedo passeggiare per i corridoi dell’accademia tutti i giorni. Capirai che quello che voglio non è rivalermi su di te perché mi sei antipatica o perché mi debba vendicare di qualche sgarbo subito”-
Stefania aveva il collo piegato ad angolo retto, il mento conficcato alla base del collo. La spinta di Valentina s’arrestò per un momento e la lasciò lì, in quella posizione scomoda, ad ammirare dall’alto le sue belle gambe di Padrona.
-“Quello che faccio è solo divertirmi. Le foto? Bah! Un incentivo per stimolarti inizialmente ad obbedirmi. Sono più che convinta che dopo che mi avrai fatto da schiava per i primi due o tre giorni non potrai più fare a meno dei miei piccoli soprusi. Sul serio! Sono convinta che piacerà anche a te!”-
Stefania non rispose.
-“Non credi?”- chiese Valentina.
Ancora nessuna risposta. Valentina allora spinse improvvisamente la mano con la quale artigliava la nera chioma di Stefania verso il basso. Stefania si ritrovò inginocchiata, con la testa all’altezza delle ginocchia di Valentina e la mani pigiate sul pavimento a pochi centimetri dai piedi della Padrona.
Valentina sollevò una gamba, senza fretta, mollò i bei capelli di Stefania e poggiò un’estremità ancora calzata nella pantofola sulla nuca della ragazza. Premette. La schiava piegò ancor di più la schiena, fino a sentire fitte dolorose come punture d’aghi lungo tutta la colonna vertebrale.
La sua faccia fu spinta ad un palmo di distanza appena dal pavimento.
-“Ti impegni poco, Stefania”- disse Valentina con voce sarcastica –“Vedi, io posso fare di te ciò che voglio. E’ in questo che consiste il mio divertimento. Tu devi solo assecondarmi”-
Ruotò il piede sulla nuca di Stefania –“So che in questo momento mi odi più di qualunque altra cosa e persona al mondo, ma non ti sgomentare. Come ti ho già detto si tratta di un risentimento passeggero, destinato a durare qualche giorno al massimo. Lentamente il tuo spirito verrà fiaccato ai miei desideri. Quel sottile senso di sottomissione misto a piacere che ora trovi così umiliante ti pervaderà ed allora lo troverai dapprima sopportabile e poi, alla fine, addirittura inebriante. Non potrai farne a meno. Aspetta un mese al massimo e vedrai. La sola idea di non poter più essere la mia serva ti spaccherà l’anima come te l’ha ferita questa mattina la mia piccola proposta”-
Detto questo Valentina sollevò anche l’altro piede da terra e, gravando interamente col proprio peso sulla testa di una Stefania genuflessa e sconfitta, si gustò i lamenti soffocati ed i singulti spezzati della propria schiava. La faccia della serva scivolò sulla fredda superficie del pavimento in marmo bianco e lì rimase sotto la spinta dei piedi della bella Valentina. Trascorsero alcuni minuti. Il dolore alla schiena della sottomessa era divenuto un unico continuo urlo insopportabile, così come il penetrare dei bordi duri delle suole della ciabatte nella pelle della nuca. Stefania pianse.
Valentina la lasciò fare per qualche istante ancora; poi, pienamente soddisfatta, scese dal suo corpo. Agguantò ancora una volta Stefania per i capelli e, senza dare tempo alla serva di riprendersi dal dolore, la forzò ad alzarsi e la trascinò in un’altra stanza.
Era il salotto. Al centro della sala era posto un tappeto ed un tavolinetto in vetro e legno. Alcune riviste di moda e gossip erano sparse alla rinfusa sul piano. Addossato ad una parete stava un bel divano bianco mentre sul lato opposto della stanza vi erano un TV color ed una piccola libreria colma di volumi.
Stefania riconobbe alcuni libri del suo corso di studi. Un’ampia finestra illuminava la stanza e sull’ultima parete la ragazza vide un’alta scaffalatura piena di libri ed un piccolo acquario con pesci variopinti e piante tropicali.
Valentina s’avviò verso il divano e costrinse Stefania a seguirla quattro zampe. La povera serva doveva procedere come una cagna perché la Padrona non le permetteva di sollevare la testa più in alto delle proprie gambe.
Aveva il viso a pochi centimetri dal sedere tondo e bellissimo di Valentina e la Padrona glielo agitava davanti nel camminare in modo sensuale ed elegante.
Per un attimo, un attimo solo, Stefania ne fu ammaliata.
Valentina si sedette sui morbidi cuscini del divano e lasciò la chioma di Stefania. Questa si sollevò un poco portandosi le mani alla nuca dolorante.
-“Torna in ginocchio”- ordinò Valentina, senza alzare la voce.
Stefania esitò.
-“Schiava! Obbedisci!”-
Queste parole percossero Stefania come una frustata e la ragazza si chinò davanti alla Padrona.
-“Toglimi le ciabattine”-
Stefania prese prima un piede e poi l’altro, tolse da entrambi le pantofoline e le appoggiò sul pavimento.
-“Sulle mani”- disse tranquillamente Valentina.
-“Come?”-
-“Ho detto sulle mani. Sulle tue mani. I miei piedini si raffreddano a stare fermi sul marmo, li devi adagiare sulle tue mani”-
Stefania sollevò i piedi di Valentina e distese le sue mani sul pavimento. Valentina vi appoggiò sopra i talloni e l’incavo delle piante. Muoveva le dita con leggiadria, assaporando l’orgoglio di Stefania in frantumi.
-“Ora toglimi i calzettoni”- incalzò.
-“Ma…”- balbettò la schiava.
Stava per dire –“Come faccio a toglierle le calza se ho le mani sotto ai suoi piedi?”-
-“Non lo fai?”- chiese Valentina fra il divertito e lo strafottente.
-“Dovrei spostare le mani”-
-“Nient’affatto!”- esclamò Valentina, sollevando un solo piedino e strofinandone la punta sulle labbra semidischiuse di Stefania –“Lo farai con la bocca, tutto qui. Ma attenta a non pizzicarmi con i denti, altrimenti ti calpesterò come poco fa. Solo che lo farò con i tacchi a spillo, ci siamo capite?”-
Stefania non ebbe bisogno di rispondere. Era annientata e sconfitta in partenza. Si chinò fino a sfiorare le caviglie dell’aguzzina con la bocca, afferrò quanto più delicatamente possibile l’orlo delle calze fra i denti e le labbra e fece scendere il primo calzino. Il piedino di Valentina era abbronzato ed aveva il colore della più bella gemma d’ambra che Stefania avesse mai vista. I suoi occhi ne percorsero il tallone fiero e forte e le dita affusolate, poi spostò la bocca verso il secondo calzino e ripeté da capo l’operazione. I calzini infine giacevano sul pavimento.
-“Stasera lavali”- disse Valentina.
-“Eh?”-
-“I miei calzini, intendo. Li porti a casa tua e li lavi. Me li riporterai quando saranno puliti e stirati”- sbuffò la Padrona, col tono di chi ha ripetuto lo stesso ordine un numero di volte tale da far perdere la pazienza –“Schiava. Ti fai ridire le cose un po’ troppo spesso. Così non va bene”- E così dicendo premette un piede sulla faccia di Stefania. La serva avvertì la pianta del piede che le schiacciava la guancia sinistra e l’unghia dell’alluce che si divertiva a tormentare il suo sopracciglio.
-“Devi imparare a prevenire i miei desideri al più presto. Desidero che tu sia in grado di eseguire i miei ordini nel momento stesso in cui la mia mente li formula, intesi?”-
-“Farò del mio meglio, Padrona”-
Valentina tolse il piede e lo riappoggiò sulle mani di Stefania. Sorrise.
-“Va bene, ora leccami i piedi. E fallo bene”-
-“Ma…” esitò Stefania –“Come vuoi”-
-“La terza persona, schiava. Usa le formalità che ti sono dovute”-
-“Come vuole Lei. E mi perdoni”-
-“Così va già meglio. Datti da fare”-
Stefania non indugiò oltre. Leccò il dorso di quei meravigliosi piedini che ora le stavano calpestando le mani, facendole dolere le articolazioni delle dita. Ad ogni colpetto di lingua Stefania sentiva la sua anima lacerarsi sempre più in profondità. Non capiva nemmeno più perché stesse facendo quello che stava facendo. Il ricordo delle foto e del ricatto s’era come sbiadito nel dolore di qualche minuto prima, quando aveva sentito la sua schiena prossima al rompersi sotto ai piedi di quella che ora era la sua Padrona. E qual’era lo scopo della sua visita a casa di Valentina? Riprendersi le foto? Convincerla a strappare i negativi? Supplicarla? Minacciarla? Picchiarla, forse? Stefania non lo ricordava più. Si sentiva assopita ma sveglissima, smarrita in un dormiveglia atono e tuttavia vigile come un gatto. Leccò a lungo i piedi della ragazza che la stava ricattando e che l’aveva fatta soffrire fisicamente e psicologicamente. Passò e ripassò con la lingua fra le dita, si sforzò di raggiungere ogni anfratto dell’arco plantare e del tallone. Valentina seguì con attenzione l’umiliante lavoro di Stefana. Muoveva i piedi per indicare di leccare ora in punto, ora in un altro. La schiava capiva al volo e s’impegnava.
-“Bene!”- esclamò Valentina dopo un poco –“Mi ritengo soddisfatta”-
Sollevò entrambi piedi e calò due colpi di tallone sulla testa di un’indifesa Stefania. La schiava, intontita, si ritrovò con la faccia sul pavimento, ancora una volta sotto ai piedi di Valentina.
-“Visto che non è poi tanto disgustoso leccarmi i piedi?”- domandò sarcasticamente la Padrona.
-“Si, Signora”-
-“Non ne sei convinta?”-
Stefania non rispose, non ve ne era bisogno.
-“Ti stai rendendo conto che la vita da schiava ti piace e questo ti preoccupa, non ho forse ragione?”-
Silenzio da parte della sottomessa.
Valentina spostò le gambe, le ritrasse verso il bordo del divano –“Le pantofole. Mettimele”-
Stefania si mosse a fatica come una bambina che sia stata appena pestata dal bullo di quartiere. Raccolse le pantofole di Valentina e le calzò ai piedi della Padrona. Lo fece con la massima devozione e questo non sfuggì di certo all’occhio furbo dell’aguzzina. Stefania la odiava, lei era la sua nemica, e tuttavia pur di non perdere la faccia la ragazza le aveva giurato fedeltà ed obbedienza. In quel momento Valentina ne fu certa, Stefania sarebbe diventata la sua schiva a tutti gli effetti.
Aveva previsto che per il primo giorno un trattamento come quello che Stefania aveva appena subito fosse sufficiente, pensava che l’avrebbe congedata al termine della prova orale, dopo averla fatta interrogare in lingue dai suoi piedi, invece la schiava pareva avere a disposizione energie e capacità di sopportazione insospettabili. La sua lingua era una carezza morbida e invitante, il suo corpicino armonioso e gracile pareva il tappeto ideale per infierire a pieno peso con scarpe dalla suola robusta. E poi quell’espressione frustrata, quell’aria sconfitta e mortificata fecero fremere il sesso di Valentina. La Padrona desiderò mettere alla prova se stessa. Volle vedere fin dove avrebbe potuto spingere la sua schiava col suo ricatto.
-“Schiava, vieni da me”- disse. Fece per uscire dal salotto, poi con la coda dell’occhio s’accorse che Stefania la stava seguendo ritta in piedi, con lo sguardo basso ma sulle sue gambe. Si fermò così bruscamente che per poco la schiava non le andò a sbattere contro.
-“Brutta stronza!”- urlò –“Che cazzo fai? Mi segui così, in piedi?”-
Stefania si riscosse dal torpore. Guardò allibita la Padrona senza capire bene quale crimine avesse mai commesso, quale mancanza fosse stata così grave da far imbestialire Valentina a quel punto.
-“Giù in ginocchio!”- esclamò Valentina –“A quattro zampe mi devi venire dietro. Anzi, già che ci siamo sarai la mia cavallina”- Appena Stefania si fu prostrata a terra e le sue mani già martoriate ebbero toccato il pavimento Valentina la scavalcò e si sedette senza pietà sulla sua schiena. Poi sollevò i piedi da terra e le mise ai lati della testa di Stefania, in modo da giacere con tutto il peso sulla schiena della serva.
-“Trotta, cagna”- disse.
Stefania obbedì, sempre più sottomessa dalla vergogna.
Compiuti i primi cinque metri Valentina iniziò a sghignazzare. Le piaceva proprio tanto farsi portare in giro a quella maniera.Teneva le pantofole mezze sfilate dai piedi e le dondolava sulla punta dei piedi, sfiorando con esse gli occhi in lacrime di Stefania.
-“Dove devo andare, Padrona?”- chiese Stefania, quando fu in mezzo al corridoio.
Valentina era un po’ indecisa. L’appartamento era piccolo e le stanze tutte disposte attorno a quell’unico corridoio. La sua prima idea era stata quella di dirigersi subito verso il bagno, però la breve cavalcata l’aveva fatta desistere; era troppo bello starsene comoda e rilassata sulle spalle di Stefania mentre quella faticava come un mulo, trasportandola ovunque ella volesse.
-“Vai verso la cucina”- disse Valentina infine.
-“Non so dov’è”-
-“Ah, già, è verso sinistra”-
Stefania obbedì. Le sue spalle tremavano sotto al peso di Valentina, che dal canto suo invece godeva di quella sofferenza. Sentiva Stefania in preda al dolore sotto di se e lei se ne restava seduta senza neppure ansimare. Per incoraggiare la schiava le prese in mano i capelli e glieli tirò, poi la schiaffeggiò e la colpì al fianco con una tallonata. Stefania mandò un gridolino, i muscoli delle sue braccia si contrassero allo spasimo, pronti a cedere dopo un altro passo. Valentina le strattonò i capelli fin quasi a strapparli.
-“Prova a cadere e ti schiaccio la testa sotto ai piedi”- sibilò l’amazzone con tale cattiveria che si sorprese persino lei –“Ti cavo gli occhi con i miei tacchi, stronza!”-
Stefania raccolse allora tutte le forze residue. Quello che stava accadendo in quel piccolo appartamento di Firenze era assolutamente assurdo, non aveva motivo di essere. Tuttavia così era, una ragazza si divertiva a maltrattarne un’altra e la schiava doveva solo pensare a far divertire la sua carceriera. Solo questo contava per Stefania, ora. Far divertire la Padrona. Eseguì gli ordini.
Trasportò Valentina a lungo, quel pomeriggio e quando, dopo una mezz’ora di trotto, la bella aguzzina si fu scocciata di quel gioco, Stefania aveva ginocchia e mani doloranti e riusciva a stare in piedi a stento.
Valentina la osservò barcollante ai suoi piedi e ne rise –“Bene, schiavetta, la prossima volta mi porterai a cavalluccio nella stessa maniera ma in mezzo ad un prato. Ho sempre sognato di cavalcare in campagna”-
Le porse un piede –“Baciami i piedi”-
Stefania si chinò e baciò i piedi di Valentina.
Erano in bagno. Valentina aveva deciso di terminare la cavalcata nella stanza dei servizi. Si abbassò i pantaloncini fino alle caviglie e rimase con indosso solo con gli slip bianchi. Era davanti alla tazza e mostrava il fianco a Stefania, inginocchiata ai suoi piedi. La schiava aveva le gambe intorpidite dal dolore.
-“Come sono secondo te?”- chiese ad un certo punto Valentina.
-“In che senso, Padrona?”- Stefania era titubante. Non capiva il significato della domanda della sua Padrona.
-“Come sono, no? Come sono fatta! Sono bella, brutta, grassa, sfatta…?! Dimmi la verità!”-
Stefania guardò Valentina a lungo. Non vi aveva fatto caso da quando era entrata nell’appartamento ma la Padrona, con maglietta e pantaloncini corti, era veramente bellissima. Fisicamente perfetta, non un filo di grasso, eppure non era neppure magra come tante modelle anoressiche che spesso appaiono sulle riviste d’abbigliamento. Quelle gambe lunghe e forti e quelle natiche rotonde e sode riempivano gli occhi della schiava. I piedi della Padrona, Stefania li conosceva già molto bene, erano eleganti e sensuali, senza le rughe ed i calli tipici di chi cammina molto.
Più in su lo sguardo della serva non s’azzardò a salire. Non se la sentiva d’incrociare nuovamente l’espressione trionfante ed arrogante di Valentina.
-“Lei è molto bella, Padrona”- disse Stefania con aria avvilita.
Valentina rise –“Più di te?”-
La serva indugiò ancora –“Beh,…”-
-“Coraggio, voglio una risposta chiara e sincera. Mi consideri più bella di te o no?”-
-“S..si”- balbettò Stefania.
-“Come?”-
-“Si, Padrona”-
-“Non ne sei molto convinta, mi pare. Davvero lo pensi o lo dici così, tanto per farmi piacere?”- Sollevò un piede e poi l’altro dai pantaloncini accasciati sul pavimento ed iniziò a sfilarsi lentamente gli slip, facendoli scivolare lungo le cosce.
-“Si, Padrona”- ripeté Stefania –“Lei è bella…bellissima, molto più di me. La mia Padrona è perfetta!”- esclamò in un impeto d’entusiasmo la serva. Aveva appena lodato la persona che più odiava al mondo. Si sentì annullata nel corpo e nella mente. La sua autostima e la fiducia in se stessa erano andate a farsi un giro ai Carabi. Probabilmente non sarebbero più tornate o forse, se qualcuno avesse guardato bene, le avrebbe trovate spiaccicate sotto le suole delle pantofole di Valentina.
-“Aiutami a togliere le mutandine”-
Stefania obbedì ancora una volta. Non era la cosa più ripugnate che la Padrona l’avesse costretta a compiere in quelle poche ore. Pose le mani verso le ginocchia della sua Signora dove l’indumento intimo si era fermato e stava per farle scendere fino alle caviglie della proprietaria quando Valentina, con lucida premeditazione, la colpì con un sonoro schiaffo in mezzo al volto.
Stefania, già provata dalla lunga cavalcata e dal calpestamento di prima, crollò a terra come un fantoccio senza ossa. Si portò la mano alla guancia, che si stava velocemente arrossando e guardò attonita la Padrona.
Valentina la fissava con aria severa –“Ti ho forse chiesto di usare la mani? Cioè, le zampe? Tu sei un’animale! La mia cagna!”- Le prese il mento con la mano sinistra, sollevandole la testa con l’indice e facendo in modo da guardarla dritta negli occhi sconfitti.
-“Usa la bocca. Hai una bella bocca, dopotutto, l’ideale per i miei slip. O forse pensi che le mie preziose mutandine meritino qualcosa di meno?”-
Spinse via Stefania, allontanandola dal proprio cospetto. Immediatamente la schiava tornò ad abbassare lo sguardo verso il pavimento.
-“No, Padrona”- disse –“Userò la bocca”-
Si fece forza e prese un lembo del tessuto fra le labbra, stando attenta a non aumentare troppo la pressione dei denti. Sapeva che una piccola piega lasciata sulle mutandine di Valentina avrebbe reso furente la giovane Padrona. Ora era con la testa fra le cosce della sua Signora che la guardava tutta soddisfatta da sopra. Valentina aveva un’espressione a metà fra il divertito e l’annoiato; seguiva le prodezze di Stefania stando ritta in piedi a gambe leggermente divaricate e con le mani appoggiate ai fianchi.
Stefania si prostrò fino a toccare con la fronte la fredda superficie del pavimento, sempre continuando a tenere gli slip di Valentina in bocca. Quando le mutandine furono arrivate alle caviglie della ragazza, quest’ultima sollevò di scatto un piede e lo calò altrettanto velocemente sulla testa di Stefania, badando a non lesinare la pressione.
Stefania gemette e si lamentò. Un urlò strozzato le morì in gola.
Valentina si sedette sulla tazza, tranquillamente, e quando si fu accomodata sollevò anche l’altro piede e lo premette sulla nuca di Stefania.
La serva capì che avrebbe dovuto attendere in quella posizione finché la sua Signora non avesse sbrigato i suoi bisogni fisiologici. Sentì dopo poco il suono inconfondibile di un flusso d’urina che batte contro la ceramica del water.
Poco dopo Valentina le tolse i piedi dalla testa.
-“Hurry up, cagna!”- esclamò tutta allegra la Padrona –“Adesso t’insegno come essermi utile da questo momento in avanti”-
Stefania barcollò, si spinse con la testa ad un palmo di distanza dalle ginocchia di Valentina e cercò di sollevarsi in ginocchio ma la dominatrice la precedette, afferrandola per i capelli e tirandole il viso verso l’alto.
Contemporaneamente Valentina s’alzò in piedi e schiacciò la bocca di Stefania contro la propria vagina ancora umida –“Dai, tira fuori la lingua e leccami per benino! Non sei capace di mantenere un rapporto leale ed onesto con un ragazzo, vediamo se almeno sei in grado di funzionare da carta igienica!”-
Stefania non resistette all’ordine impartitole da Valentina, non vi provò neppure. Tirò fuori la lingua e leccò con dovizia di premure il sesso della Padrona. Il sapore dell’urina della ragazza le invase la gola, le provocò un senso di nausea, ma Stefania lo respinse e si sforzò di procedere. Inoltre, superati quei primi secondi di repulsione, dovette ammettere a se stesa che il gusto che le pervadeva il palato non era poi così schifoso come aveva creduto. E in più Valentina stava gradendo moltissimo quel trattamento. La schiava se ne accorse dai movimenti ondeggianti e flessuosi del bacino, dalla forza crescente con cui la mano le stringeva i capelli, dai mormorii di piacere che uscivano dalle labbra di Valentina.
-“Brava, cagna…continua. Lecca, lecca, lecca cagna schifosa…sporca metticorna bastarda, sei la mia carta igienica….”- disse la Padrona. Sembrava non volersi più fermare, aumentava e diminuiva la pressione del sesso contro la faccia di Stefania a seconda del suo piacere, senza badare minimamente agli sforzi compiuti dalla serva.
Solo un paio di minuti furono sufficienti per farle raggiungere l’orgasmo.
Fu una scarica forte ed intensissima che l’attraversò dalla testa alla colonna vertebrale e le raggiunse le ginocchia. Stefania la percepì in bocca, la ricevette senza esitare, la fece sua e poi, con l’acquietarsi dell’impulso erotico della sua Signora, le sue forze vennero meno e s’accasciò definitivamente sul pavimento.
Quello che successe nei minuti successivi ebbe il gusto del dormiveglia per Stefania. La ragazza giacque intontita e quasi del tutto priva di coscienza, nel bagno della sua nuova proprietaria. Quando riuscì a sollevarsi Valentina non c’era più. Si ricompose alla meno peggio e riacquistò un po’ di energie. Uscì dal bagno sulle quattro zampe, come Valentina voleva e si diresse verso il salotto, da dove proveniva la voce della Tv accesa. La Padrona era languidamente sdraiata sul soffice divano, le gambe distese strusciavano fra loro, producendo un fruscio di seta. Non degnò Stefania di uno sguardo mentre la schiava le si avvicinava procedendo nella sua umile postura canina.
Quando la serva fu arrivata al divano Valentina sollevò una gamba e con un piede accarezzò la testa ancora spettinata dell’altra.
-“E’ stata dura oggi, non è vero?”- chiese, senza tuttavia tradire rimorso o vergogna per ciò che aveva fatto subire ad una sua compagna di Università. Sembrava che trattare Stefania come una cagna fosse una cosa normale per lei, un po’ com’era normale adesso strofinarle la pianta del piede sul volto.
La schiava annuì, quasi rilassata dal tocco del piedino di Valentina che ora era leggero come una piuma e trasmetteva calore e comprensione.
-“Sei stata grande, lo sai?”- si complimentò Valentina –“Veramente una gran forza d’animo”-
-“Grazie, Padrona”- disse Stefania e nelle sue parole c’era una gratitudine che stupì pure se stessa.
-“Ora va’. Sei libera”-
-“Vuol dire che…”-
-“Che puoi tornare a casa”-
-“E le foto?”-
-“Ah!”- esclamò la Padrona battendo il piedino con dolcezza sul naso della schiava –“Questo è un altro discorso. Non è che non voglia dartele, ma poi tu ti vendicheresti subito di me, di quello che ti ho fatto subire oggi”-
Aveva ragione, la schiava si svegliò. Caspita, anche se ora la stava accarezzando con dolcezza quella era pur sempre la vipera insidiosa che l’aveva ricattata con le foto del suo tradimento, che aveva minacciato di spargerne l’immagine per i corridoi dell’Università, che l’aveva calpestata e costretta a leccarle i piedi ed il sesso. Che aveva infine goduto nella sua bocca lasciandola tramortita sul pavimento. E poi la stava accarezzando, si, ma si potevano chiamare carezze affettuose quelle di Valentina? Più che altro l’aguzzina stava pulendosi la pianta del piede sul suo naso, pensò Stefania.
-“Dunque devi comprendere che quelle foto rappresentano il mio….chiamiamolo deterrente per mettermi al riparo da ogni tua possibile rappresaglia. Ma non ti devi preoccupare. Federico non le vedrà mai, a meno che naturalmente tu non mi provochi dispiacere”-
Questo tranquillizzò in parte la schiava perché Valentina appariva sincera.
-“Ora vai, come ti ho detto sei libera. E mettiti in piedi, non sei più la mia cagna!”- disse Valentina allontanando il piedino dal viso di Stefania e riappoggiando la gamba sul morbido divano –“Oggi mi sono divertita molto con te!”-
Stefania rimase in silenzio un momento, poi fu tale il sollievo per aver evitato lo scandalo che prima di alzarsi ed andarsene prese entrambi i piedi di Valentina fra le mani e li baciò un’ultima volta. Con grande piacere di quest’ultima.
-“Allora addio, Padrona”- disse Stefania.
-“Non devi più chiamarmi così”- la rimproverò bonariamente l’altra –“E da domani sarò nuovamente solo una tua compagna di corso. Quindi non dirmi addio ma solo arrivederci”-
-“Arrivederci”- rispose l’altra. Se ne andò.
Valentina non la seguì neppure fino alla porta di casa, rimase comodamente sdraiata sul divano. Solo qualche minuto più tardi si rese conto di una cosa. I calzini non c’erano più. Li aveva lasciati sul tappeto in salotto, non c’erano dubbi, ma ora sul tappeto non c’era nulla. Ricordò le sue parole “stasera porta a casa i miei calzini e lavali”.
-“Possibile che li abbia presi lei…?”- si domandò.
Stefania scese le scale del condominio di Valentina due gradini per volta. Era sfinita e sconvolta. Aveva davvero baciato i piedi a quella carogna per ringraziarla prima di andarsene? Non gli sembrava vero. Perché l’aveva fatto, si domandò. Forse per il sollievo d’aver udito la promessa di Valentina di non consegnare le foto? Ma perché poi? Un giuramento a voce non è un atto concreto, le prove che potevano comprometterla erano ancora nelle mani di una ragazza che aveva abusato di lei per tutto il pomeriggio, divertendosi anche molto. Quindi non era un bacio di riconoscenza. Forse un gesto di piacere?
Piacere? La sola idea la fece rabbrividire. Piacere nel farsi spezzare la schiena, nel farsi torturare il collo sotto le suole di un paio di pantofole? Piacere nel leccare piedi sudati e scarpe polverose? Ma si può davvero trarre piacere da queste cose, si chiese. Poi la sua razionalità prese il sopravvento. Mai, si disse.
Tornò a casa affamata e scarmigliata, si tolse il cappotto e lo gettò sull’attaccapanni. In quel momento, da una delle tasche del soprabito, cadde un fagotto bianco grande quanto un pugno. Stefania lo vide e sulle prime non si rese neppure conto di cosa si trattasse. Poi una morsa la prese allo stomaco.
-“Non è possibile…che cosa ho fatto?”-
L’indomani mattina Valentina si recò all’Università di buon’ora. In programma c’erano due ore di Istologia ed una terza ora di Patologia generale. Prese posto fra le ultime file e lasciò che il tempo scorresse scarabocchiando pochi, disordinati appunti con una matita spuntata. Aveva trascorso una notte molto tranquilla e non aveva avuto alcun problema a prender sonno. Tuttavia la sera, poco prima di coricarsi, aveva pensato per diverso tempo alla sua schiava. Non se la sarebbe lasciata sfuggire tanto facilmente, questo era certo. L’accordo era di non far vedere le foto a nessuno a patto che Stefania si fosse comportata bene con Valentina, ma queste, la ragazza dai capelli castani lo sapeva bene, erano solo parole regalate al vento. Se le fosse venuta voglia di trascorrere un altro pomeriggio come quello del giorno prima non avrebbe avuto bisogno d’altro che di schioccare le dita e rinnovare il ricatto. Magari avrebbe potuto giustificare la cosa chiedendo a Stefania favori impossibili e poi rimproverandola di non aver fatto abbastanza. Al momento giusto le avrebbe ricordato di essere in possesso delle prove della sua scappatella amorosa.
Si, non c’erano problemi. Stefania le apparteneva ancora. E perché no, magari un giorno la serva avrebbe davvero imparato ad apprezzare la sua Padrona e ad accettare il suo status, non come qualcosa d’imposto ma come una vocazione. In fondo in quale altro modo si sarebbe potuto giustificare quell’ultima mortificante prova di sottomissione, subito dopo aver detto alla schiava di andar via e di non preoccuparsi delle foto?
Valentina ne era certa, Stefania nascondeva una forte natura masochista. Una natura prepotentemente celata dalle rigide regole di comportamento che la società le aveva imposto. Forse non era stato un caso che la serva si fosse scoperta per quel che era solo alla fine della giornata. Dopo essere stata spezzata in ogni modo, sia fisico che morale, le sue difese psicologiche si erano molto indebolite. Per un attimo Stefania era stata se stessa, giudicò Valentina. Rimuginò sulle possibili evoluzioni del rapporto col suo nuovo giocattolo ed attese l’inizio delle lezioni.
-“In quel momento, mentre le accarezzavo la faccia col mio piede, non le importava nulla delle foto, non le importava nulla di tutto ciò che la circondava. Per la prima volta seguiva i suoi istinti più reconditi, i suoi desideri. E ha desiderato baciarmi un’ultima volta i piedi”- Quel pensiero le fece provare un piacevole formicolio all’inguine. Forse l’avrebbe richiamata prima del previsto. La sua mano scese sul ventre e poi, con circospezione, ancora più in basso.
In quel momento apparve Stefania. Si mise a sedere accanto a lei e la salutò con un sorriso timido.
-“Buongiorno”-
-“Ciao”- disse Valentina.
Stava per accennare al mal di schiena che sicuramente doveva esserle venuto dopo il trattamento del giorno precedente ma Stefania la precedette.
-“Le ho portato queste”- disse la serva, e da sotto il banco le porse le calze bianche. Valentina le prese e le guardò. Erano perfettamente lavate e stirate, piegate con cura. Ne rimase un po’ sorpresa ma una nuova ondata di calore la pervase.
-“Ben fatto, schiava”- ridacchiò, dando maggiore enfasi possibile all’ultima parola –“Davvero un ottimo lavoro”-
Le porse una mano davanti al viso. Stefania esitò un istante e poi la prese nelle sue e la baciò.
-“Ti faccio baciare la mia mano solo perché questi posti a sedere sono maledettamente piccoli e scomodi. Tu non avresti spazio per inginocchiarti ed io non ne avrei di più per stendere le gambe. In un’altra situazione saresti tenuta baciarmi le scarpe, lo sai?”-
-“Si, Padrona”- rispose Stefania, alzandosi ed uscendo. Aveva lezione in un’altra aula.
Valentina non la trattenne, né la salutò. Ripose i calzini puliti nello zaino e si appoggiò sullo schienale della sedia. Presto avrebbe avuto bisogno di un nuovo servizio lavanderia.
Si conclude almeno per il 2007 l’apparentemente interminabile storia di Padron Valentina. Approfitto dell’incombente cataclisma natalizio per salutare tutti quelli che mi hanno scritto per darmi suggerimenti e consigli, per ringraziare tutti quelli che si sono complimentati e per mandare un cordiale vaffa… a chi ha criticato la nostra Padrona preferita (eh, lo so…ci sono anche quelli!).
In questi anni mi hanno scritto padroni e schiavi (soprattutto questi ultimi), qualche padrona (poche, sembra che le padrone non leggano!) e diverse schiave (che a dire il vero si sono dimostrate le persone più interessanti). A tutto loro un Buon Natale ed un buon anno nuovo!
E a chi volesse scrivermi ma non trova l’occasione per farlo…’o zucconi, mail e contatto msn sono sotto al titolo!!
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17 anni fa
tom,
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Ultima visita: 15 anni fa
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Come tutto ebbe inizio.
Sono sempre andato sulla stessa spiaggia dall'età di 20 anni. Dopo tutti gli amici e amiche si sono sposati e diciamo sono rimasto solo. All'età di 39 anni, sono ritornato su quella spiaggia e allontanondosi dal parcheggio ci si poteva prendere il sole nudi. Nulla immaginando l'ho fatto anchio. Quell'anno, lentamente si avvicino un uomo, cominciando ad avere alcuni dubbi del posto, l'ho lasciato avvicinare. Quando si è seduto vicino, subito mi ha abbassato il mio slip e la sua bocca si è impossessata del mio cazzo. Ho raggiunto l'orgasmo subito. Dopo un anno sono ritornato su quella spiaggia e ricordo una volta che mi fermai a parlare con un uomo sposato, si divertiva a fare pompe. Volle iniziare una pompa con me. Lo lascia fare. Poi vidi, distante un altro ragazzo, l'amico che stava con me gli fece cenno di avvicinarsi ma il terzo non si avvicinò. Feci cenno io di avvicinarsi e il terzo venne vicino a noi 2. Anche il terzo era passivo e preferiva fare pompe. Preferi iniziare la pompa al sottoscritto e il secondo si fece una sega ed andò via. Rimanemmo io e il terzo. Quest'ultimo mi invito ad allontarci di poco e poi io in piedi senza pantaloncini e lui inginnocchiato a farmi una pompa. Dopo alcuni minuti mi accorsi che vi arano dei guardoni, avvisai il mio partner, ma quest'ultimo mi rassicurò che non c'era pericolo. Erano due tipi tranquilli. In quel momento, si creò una sensazione meravigliosa: essere spiati, essere esibizionista, una pompa meravigliosa. Il risultato fu una eiaculazione abbondante, partita dai piedi e venne su un getto forte e ripeto abbondante. L'amico gradì il risultato ottenuto, tanto da invitami ad un altro incontro dopo 48 ore. Da allora ebbe inizio, in modo tranquillo, la mia seconda vita, quella gay.
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17 anni fa
bearbsx,
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Ultima visita: 17 anni fa
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Buon natale
Si avvicinano le feste e a prescindere da quello che ogniuno di noi sente per questa ricorrenza , ciò non toglie che in questi momenti si ha la possibilità di stare un pò insieme , che siano parenti , amici , conoscenti .
Non voglio credere che anche se ci troviamo dentro una comunity erotica , nessuno sente il bisogno di dire a qualcun'altro .....t.v.b , oppure un augurio di passare delle serene feste o semplicemente di dirti ....hei! Ciao come stai ?
Da parte mia se qualcuno ha avuto modo di capire , conoscermi un pò di più , al di là dell'apparenza o del perchè io mi trovi in questo sito , ho voglia di mandarvi un sincero ....Buon Natale ...e dato che qualcuno mi rimprovera che in questa rubrica si debbano scrivere racconti erotici....allora vi auguro tante ma tante ....BUONE SCOPATE A TUTTI .
Sicuramente lo farete dato che nelle vacanze ci si riposa un pò .
MEGLIO SCOPARE NEEEE!!!!!!!
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 ore fa -
Genova dall\\\'alto
Sono le 5 del pomeriggio. Sono stufo e stanco, non ho più voglia di lavorare. Saluto la mia collega, salgo in auto e guido verso il Righi. Vado spesso da quelle parti e, anche se spesso mi sono reso conto delle fantastiche avventure che quel monte racconta, non mi sono mai trovato partecipe e tantomeno attore.
Sono quasi le sei, è inverno, ormai è buio e mi chiedo per quale strano motivo scelgo di farmi tutta quella coda per raggiungere sampierdarena e arrampicarmi. Ma ormai sono arrivato.
Parcheggio in cima, dove la strada scollina e il forte Sperone ti domina con le sue mura. Mi accendo l 'ennesima siga e inizio a passeggiare. Genova dall'alto è uno spettacolo che a sera toglie il fiato. Quasi una splendida signora sdraiata sulla spiaggia, ornata di diamanti che luccicano come lampioni e fari.
Passo dopo passo la strada in discesa mi accompagna fino a un piccolo piazzale dove distinguo un'auto parcheggiata con le luci di cortesia accese. Non guardo dentro, sono ancora lontano e forse non mi interessa neanche. Ma mento a me stesso. Più mi avvicino e piu' mi rendo conto che l'auto e' una piccola alcova abitata da una coppia intenta a scambiarsi ciò che di più naturale la ns natura abbia saputo offrire. Non ci sono dubbi, sento quasi i gemiti di lei e vedo il corpo di lui muoversi in una danza innegabilmente sessuale. Butto la cicca e fingendo una malcelata indifferenza viro verso la macchina e mi avvicino timoroso di essere scoperto. Quasi quasi mi rendo conto di avere paura. Anzi, sicuramente ho paura. Ma ormai la curiosità ha il sopravvento. Sono vicinissimo e il buio mi protegge come un freddo mantello che mi cela ai loro occhi. Lei è stesa sul sedile anteriore, il suo viso sfiora lo schienale posteriore spinto dai colpi di lui che la penetra da dietro, in una posa resa grottesca dal poco spazio a disposizione. E' bellissima, distinguo la maglietta stropicciata sopra i seni, distinguo bene la gonna alzata e ancora meglio le autoreggenti che spiccano sotto le mani di lui. Ogni particolare del suo abbigliamento mi spiega che lei e' veramente una signora, di media età, di una eleganza normale, non ostentata, ma che la distingue da quello stormo di ragazzine vestite con stracci di moda e mortificate nell'aspetto da un abbigliamento illogico e penalizzante dettato dalla moda. Lui e' quasi ridicolo, quasi goffo. La pancetta lo disturba nei movimenti, vorrebbe muoversi, girarsi, affondare più libero nel corpo di lei ma l'auto gli và un po' stretta. Penso che sicuramento non sono una coppia regolare perchè tutto quel sacrificio deve sicuramente avere una ragione, ma penso anche che non me ne importa molto. Senza rendermi conto sono arrivato a fianco al finestrino. Mi batte il cuore e non posso più negare a me stesso che il mio uccello stà impazzendo, portato alla sua massima fierezza da quella scena che si consuma sotto i miei occhi. Porco mondo, stò facendo il guardone. Mi guardo attorno come se mi vergognassi e non vedo altro che alberi e il muro del castello. Ma lui si ferma, esce dal suo ventre e nel girarsi mi vede. Mi guarda e dopo pochi istanti anche lei, nel gesto di alzarsi e cambiare posizione mi vede. Restano entrambi tranquilli, come se la mia presenza lì fosse una cosa normale. Lei istintivamente si copre i seni, abbassa la maglia ma la gonna non scende con la stessa rapidità. Abbassa lo sguardo e dice qualcosa al suo uomo. Lui mi osserva, le risponde parlandole all'orecchio e con una mossa da atleta che quasi mi spaventa si rigira sul sedile di guida. Lei mi guarda, credo che mi sorrida ma non so' bene cosa vedo e non so' bene dove guardare. Si china e prende in mano il membro duro e ancora umido del suo compagno, lo accarezza e piano avvicina le labbra. Vedo la sua testa muoversi ritmicamente, le mani di lui la accarezzano ovunque. E non so' bene cosa devo fare, non so' se andarmene o restare a godere di quello spettacolo che sembra realizzato apposta per me. Lei continua, si inginocchia sul sedile e il suo splendido culo mi appare in tutta la sua maestosa perfezione. E' messo li' davanti a me come un richiamo; lui mi guarda e mi sorride parlando a lei intenta a offrirgli tutto il piacere delle sue labbra. Sono stupendi. In una frazione di tempo che non saprei precisare mi sento eccitato, colpevole, ancora eccitato, impaurito e mi guardo attorno. Ma lo sguardo torna sempre su quella coppia davanti a me. Ora lei e'sopra di lui e cercando una posizione per le splendide gambe lo cavalca con passione femminile, un briciolo di forza e di potenza che si sprigiona dalle sue mani aggrappate al petto dell'uomo. Mi guardano ancora. Un istante di pausa, vedo negli occhi di lei un lampo di lucida follia e capisco che stà cercando le chiavi per accendere il quadro e abbassare il vetro. Allunga una mano ma io sono troppo lontano. E non capisco subito che vuole toccarmi. Ho quasi la sensazione che voglia allontanarmi di più. Riprende il suo splendido ballo sessuale sul basso ventre di lui e con la mano mi cerca. Mi avvicino, mi tocca senza guardarmi, anzi, si gira dalla prte opposta e abbassa il viso contro quello di lui. Mi tocca all'altezza della cintura, goffamente e con una mano sola cerca di aprirla, cerca la cerniera ma non riesce. La aiuto, mi apro la patta dei pantaloni e subito sento la sua mano calda frugarmi. Non smette di cavalcare, lui gode ansimando e ora, con il vetro aperto, sento le sue parole che la incitano a toccarmi per farmi godere. Mi prende l'uccello in mano e senza smettere di compiacere il suo compagno mi masturba come neanche io saprei fare. Mi accarezza, mi stringe forte e mi rendo conto che questo gioco la eccita ancora di più. Allungo le mani, la accerezzo sui seni, le accarezzo il fondoschiena celato dalla gonna stropicciata ai fianchi. Le splendide gambe inguainate nelle calze, il caldo dei loro organi sessuali uniti. Il movimento di lei aumenta, la voce di lui si fà più forte, più decisa e ora lei risponde a tono e voce altissima, quasi urlando. In un attimo si gira e sporge mezzo busto dal finestrino. Mi tira il cazzo a se e lo prende in bocca avida, con una decisione che quasi mi stupisce. E' un attimo. Due o tre colpi della sua testa e nello stesso istante in cui la schiena del suo uomo si inarca, il corpo di lei si irrigidisce, io esplodo il mio orgasmo nella sua bocca. Sono i minuti più eccitanti della mia vita. Mi ritraggo, lei si pulisce le labbra e bacia il suo spasimante. Ci rilassiamo quasi come fossimo tre vecchi amici. Mi rendo conto che sono praticamente in mezzo a una strada e mi rivesto in fretta. Continuo a guardarla e nonostante tutto a desiderarla. E' davvero bellissima e la situazione non le può rendere giustizia. Lui si pulisce e si riveste in fretta, alza lo schienale e accende l'auto. Lei non mi guarda più, e' imbarazzata e non lo nasconde. Si stà ancora sistemando i vestiti quando lui mi saluta e quasi mi ringrazia per l'esperienza. Non sà ancora che io ringraziero' loro per tutta la vita. Se ne vanno in fretta. Mi giro, mi accendo una siga e guardo Genova dall'alto. Che splendida che sei signora mia.
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17 anni fa
stefistefi35,
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Ultima visita: 16 anni fa
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E lui trasporta pesce, di notte.
Manlio era disperato dopo aver perso il lavoro. Non sapeva come fare per pagare il mutuo e comprare da mangiare. Insomma: un bel casino.
La moglie Marzia non aveva mai lavorato e ben difficilmente avrebbe potuto trovarlo, senza avere nessuna esperienza.
Manlio aveva 40 anni e sua moglie 38 e abitavano in una bella cittadina sul mare toscano (non citabile perché storia vera) dove c'è anche un bel porto peschereccio.
Una mattina Marzia va alla pescheria con pochi spiccioli e al pescivendolo che la prende in giro perché aveva chiesto del pesce di paranza, spiegò la sua situazione.
In pescheria era presente il proprietario dell'ingrosso del pesce, che quando Marzia uscì, la fermò e le disse: "Signora, senta, io la conosco e conosco anche suo marito. Mi spiace per quello che ho sentito. Ma suo marito ce l'ha la patente, vero?"
"Certo che ce l'ha. Ha la patente del camion e ha fatto anche l'autista"
"Potrei avere un lavoro per suo marito. Lo mandi da me. Ho l'ufficio qui vicino"
Fu così che Manlio conobbe di persona il potente signor Pino, grossista di pesce e proprietario di pescherecci.
Il lavoro consisteva in un viaggio giornaliero che Manlio avrebbe duvuto fare dalla cittadina ai mercati generali di Milano. Il viaggio sarebbe dovuto cominciare la sera verso le 22 per essere ai mercati generali la mattina alle 3.
Al colloquio in ufficio, Manlio andò anche con la Marzia, che per l'occasione si era vestita bene. Per marzia, vestire bene significana con la gonna attillata, camicetta sbottonata e tacchi alti. Certo, volgarotta, se vogliamo, ma d'effetto, perché Marzia, non molto alta era davvero carina. Bel culo sporgente, grande, vistoso. Petto ben fatto e fianchi stretti. Insomma una bella figurina provocante.
A Manlio non sfuggirono le occhiate che il signor Pino dava a sua moglie e ne fu contento, perché certamente il fatto che sua moglie gli piacesse, avrebbe comportato condizioni di favore.
La Marzia, donna di poca cultura, ma di grande sensibilità femminile, aveva a sua volta notato l'interesse del Pino e lanciava sguardi maliziosi e compiacenti verso di lui ogni volta che lui la guardava.
Il signor Pino disse che il camioncino del pesce l'avrebbe portato lui stesso davanti a casa di Manlio quando sarebbe stato caricato e da li a casa, il signor Pino si sarebbe fatto venire a prendere.
Cominciò così il nuovo lavoro. La sera verso le 21 il camioncino arrivava da Manlio, che nel frattempo aveva cenato e si era riposato e scambiate due parole col Pino, montava su e si dirigeva ai mercati generali di Milano.
Sera dopo sera, mese dopo mese. Manlio era preciso e serio.
Una sera d'inverno Pino quando portò il camion da Manlio, vide che la Marzia era triste e preoccupata. Quando Manlio fu partito, ritornò sui suoi passi e suonato, chiese di parlarle.
Marzia, nel frattempo s'era spogliata e aveva indossato una vestaglia, senza niente sotto, pronta per andare a nanna.
Pino fu cortese e premuroso e Mazia gli confessò che quel mese avevano la rata semestrale del mutuo e non avevano tutti i soldi per pagarla. Mentre diceva queste cose, scoppiò a piangere e Pino si sedette vicino a lei sul divano, circondandola col braccio e tirandola a se per consolarla.
Marzia singhiozzava. Pino sentiva l'odore naturale della donna e il suo calore. Ne fu turbato. Ebbe una vistosissima erezione che non sfuggì a Marzia, la quale sfrignucolava per farsi compatire.
Quando Marzia si rese conto dello stato di pino, decise di prendere la palla al balzo e giocò duro, da troia. Aumentò il pianto e si strinse a lui, per farsi consolare. Lasciò che la vestaglia si aprisse e che Pino potesse vederla nuda sotto.
Pino la stringeva a se e lei gli si stringeva contro, sfiorando diverse volte in maniera casuale, l'inguine di lui e la sua erezione.
Marzia percepì nettamente le dimensioni del mebro di Pino, che seppure non alto, era dotato in maniera cospicua. E ne fu felice.
Felice perché suo marito, invece, aveva un pisellino molto piccolo. Sempre pronto, ma piccolo.
L'atomosfera era diventata molto sensuale e quando Marzia alzò il volto intriso di lacrime verso di lui, la baciò. Fu un bacio prima tenero ma che poi divenne violento e sensuale.
In un attimo, Marzia scivolò dalla vestaglia e fu nuda fra le braccia di Pino, attaccata alla sua bocca.
Lui stringeva quel corpo rotondo e sodo, pieno di forme.
Fu marzia, che senza staccare la bocca dalla sua, cercò febbrilmente di sbottonargli la patta e leberare il suo membro.
Avvinti, scivolarono sul pavimento, dove lei si adagiò a cosce spalancate e Pino, coi calzoni a mezza gamba, s'infilò subito in lei, che lo accolse con un urlo soffocato.
Pino trovò un lago fra le sue cosce. La vulva di Marzia, pelosissima e carnosa, lo accolse risucchiandolo.
Era come una biscia, Marzia, che si muoveva sotto di lui, rispondendo ai suoi colpi con gemiti e mugolii. Era gioiosa e stupefatta di avere dentro quel grosso membro che riusciva a riempirla come lei non era stata mai riempita prima.
Fu sconvolta da un orgasmo nuovo, mai provato prima. Rapido e intenso. Anche se era appena venuta, seguitò ugualmente a cercare il mebro di lui, vogliosa e lubrica. E lui la trombava con tutta la voglia che lei gli aveva risvegliato.
Fatta la prima, si alzarono e di presero un bicchiere di vino bianco fresco. Erano seri e si guardavano come due belve fameliche.
Poi, posati i bicchieri, Marzia lo prese per mano e lo trascinò in camera, spingendolo sul letto, done Pino cadde, nudo, con la nuova erezione.
Ora Marzia volle gustarselo tutto e seduta vicino a lui, glielo prese e lo carezzò a lungo. Lo ammirava, lo baciava eppoi lo prese in bocca.
Pino guardava quella donna che da vera troia era famelica sul suo mebro e ne fu felice e commosso. Alla sua età, trovare una donna così vogliosa, non era facile.
Quando finirono, Pino rivestendosi, prese di nuovo marzia fra le braccia e baciandola le disse che avrebbe fatto lui il versamento della rata mutuo, la mattina dopo in banca.
Marzia, felice e soddisfatta, quando Pino fu andato, ribevve un paio di bicchieri di vino e buttatasi sul letto, cadde in un sonno profondo.
Così la trovò Manlio al mattino alle sette, quando rientrò da Milano.
I due bicchieri vuoti, il letto disfatto, sua moglie di traverso sul letto addormentata e un vistoso succhiotto che faceva bella mostra di se fra le sue natiche, fecero intuire a Manlio quello che fosse successo la notte in casa sua.
Al risveglio, Marzia si rese conto che suo marito aveva capito la situazione, ma nessuno dei due ne fece cenno.
La sera dopo, alla tele davano una partita di calcio importante e quando Pino venne a portare il camioncino, manlio gli disse: "Pino, stasera gioca la nazionale, rimani qui a vederla, così fai compagnia a mia moglie... poverina, la sera rimane sempre sola... sai le farebbe piacere avere una persona che le tenesse compagnia. Eppoi anch'io sarei più tranquillo sapendo che ci sei tu in casa. Così non corro il rischio che lei esca per farmi le corna..." e rise forte e allusivamente.
Poi aggiunse "Intendiamoci, poverina, la trascuro e... capirei se me le facesse... ma sai se qualcuno la vedesse in giro..."
Così dicendo, dette un bacio alla moglie, salutò Pino e partì felice verso Milano.
Appena soli, Marzia si tolse la vestaglia e Pino cominciò a spogliarsi. Lei davanti, verso la camera, sculettando maliziosa e lui dietro, col grosso mebro eretto, verso la camera.
Manlio, fermatosi ad un distributore, chiamò casa e a Marzia che gli rispose ansante e con voce roca, disse: "Amore, di a Pino che se vuole puù rimanere a dormire da noi. Domattina quando rientro, vi sveglio io col caffè, va bene?"
"Va bene, amore, gliel'ho detto. Rimane qui...stanotte, Pino. Buon viaggio, amore...a domattina"
Ora Manlio guidava felice verso Milano...masturbandosi al pensiero di quello che sua moglie stava facendo nel loro lettone.
(segue)
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17 anni fa
Maurovali,
63
Ultima visita: 16 anni fa
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La vita di claudia
Ciao io mi chiamo Claudia ho 41 anni e sono sposata da 20 mi descrivo io sono alta 1.72 peso61kg capelli lisci lunghi colore biondo platino carnagione chiarissima una 4* di seno un bel fondoschiena mani e piedi ben curati, sono amante del corpo perfetto infatti faccio palestra ,sauna , e idro massaggio, mio marito ha 45 anni tiene molto all'aspetto fisico anche se non fa' palestra ma due volte alla sett. facciano sauna insieme, lui totalmente etero io invece dopo i miei 40anni o scoperto che ero anche bsx.
Tutto e' nato quando un giorno abbiamo preso la decisione di fare sesso soft con altre coppie, cosa significa sesso soft ? fare tutto tranne scambio di penetrazioni, quindi dicevo mentre eravamo con una coppia la lei una donna molto prosperosa infatti aveva unaquasi6* di seno e un gran fondo schiena dopo mentre eravamo nel lettone mi e' venuta una gran voglia di leccare la sua fica e cosi' fu'. Mio marito dopo il rapporto avuto con la coppia certamente rimase stupito di quello che avevo fatto al punto di rimproverarmi, ma io mi giustificai dicendo che lo' fatto perche' mi era venuta voglia di farlo, dopo questo episodio la cosa gli stimolo' a mio marito anche perche' credo che molti uomini vedendo due donne che si leccono si baciano e' una cosa molto stimolante e trasgressiva e questo li eccita da morire, infatti dopo questo episodio ne sono continuati tanti altri fin a dichiararmi con le altre coppi : io sono fortemente bsx att. e pass.:, nella vita sessualmente io sono molto trasgressiva piace vestirmi sempre in un modo sexy ma non volgare, in intimita' sono molto focosa e intraprendente e molte volte sono io che prendo iniziativa, vado matta x il sesso anale e piace moltissimo farmi sborrare in bocca e poi inghiottirlo, credo che sia il sogno di ogni uomo, ma spero che anche voi desidereste una donna come me. bacioni da Claudia .
15
8
17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 ore fa -
Anno 2003 (fantastico)
Il nostro primo annuncio e dovuto a questa splendida e inaspettata
situazione.
Era luglio del 2003 mia moglie ed'io non sempre ma spesso lavoriamo
insieme, di cui una nostra dipendente tra altre molto simpatica, di nazionalita polacca, si e soliti scherzare sul lavoro, e quasi sempre sul sesso,questa ragazza sposata con qualche problema con il marito,
diceva sempre di averlo fatto in varie maniere ,di cui anche sopra la lavatrice, e che lo fece anche in tre ,che era stato tutto molto bello che lo avrebbe rifatto si fosse ripresentato l'occasione giusta.
Da tempo io e mia moglie fantastichevamo nelle nostre scopate, che ci
vorrebbe unaltra insieme ...... ec ec.. , quella mattina guardando mia moglie mi sono accorto che era rossa in viso, le brillavano gli'occhi,
mi avvicinai approfittando ghe la ragazza si e allontanata, per un istante, le disse che forse MARIA cosi si chiama ci sarebbe stata, a tutto quello ghe noi nelle nostre fantasie cerfcavamo, lei mi risose se matto! ma non scherzare,lei sta solo scherzando,io le dissi che forse non era cosi,il nostro discorso sie interrotto quando lei si e ancora avvicinata a noi, sempre senza smettere di lavorare naturalmente.
quella stessa mattina mia moglie si sposto nella stessa struttura per un lavor diverso,lasciandoci nei stessi locali,io ero molto eccitato delle
parole di MARIA, anche perche o visto mia moglie eccitata, arrivato a un certo punto non ce lo fatto piu le dissi a MARIA guarda io devo,farlo o scoppio , lei mi risponde ridendo cosa? le disse devo scopare vado da LUCIA sarebbe mia moglie, lei mi risponde sei cosi voglioso che non riesci adaspettare a quando sarete a casa? le risposi di no che dovevo farlo subito, stavo per andare e le disse vuoi venire ?
lei mi rispose quanto non mi sarei mai aspettato, ma lei vorra! se vieni con me lo scopriamo insieme, ci avviammo verso i piani inferiori,
incurandoci di altre colleghe che incontravamo, lei era molto eccitata io non stavo piu nei pantaloni,quasi correvamo per le scale ,arrivati nella stanza dove LUCIA stava lavorando ,io entrai per primo LUCIA si giro guardandomi stupita per il mio arrivo in quella stanza, che non e solito io faccio,mi disse e be!! lei non era ancora entrata quando si affaccio
e chiese posso entrare io mi ero gia avvicinato a LUCIA baciandola e portando la sua mano sul mio cazzo che non stava piu da solo, LUCIA disse ma voi siete matti lo disse con approvazione, a qul punto MARIA si avvicino a noi, baciandoci e toccandoci ci spogliammo e abbiamo scopato per quanto tempo non mi ricordo, quello che piu ricordo e che LUCIA a voluto che MARIA si mettesse appoggiata ad una scrivania,e che io la prendesse alla pecorina,lei si mise a ginochio davanti a noi godendosi lo spettacolo, il mio 19x15 che entrava ed'usciva dalla figa di MARIA, quando stavo per esplodere LUCIA pretese che le spruzavo
in bocca tutta la mia sborra, e che anche MARIA facesse lo stesso, leccandomi insieme cazzo e coglioni, da allora ci siamo promessi di ripetere questa bella esperienza, ma non sie piu fatto, perche nel frattempo MARIA a ancora avuto altri problemi con il marito fino alla separazione, il trasferimento successivamente,da allora LUCIA ed io
abbiamo pensato al nostro annuncio per il ritrovamento di una lei,o in mancanza di una coppia che faccia al caso nostro. la nostra bella storia termina qui un bacione a tutti i lettori
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0
17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 2 ore fa -
Il treno
Dovevo affrontare uno dei miei tanti viaggi di lavoro, da Milano a Reggio Calabria e siccome i controllori di volo minacciavano scioperi a sorpresa, mi decisi a prendere il treno. Prenotai una bella cuccetta, preparai i soliti bagagli e mi misi in viaggio.
Quando tornai dal vagone ristorante, mi accorsi, che il mio scompartimento, fino ad allora deserto, era stato occupato da un bel ragazzino, sui 19 anni, molto carino, dall’aspetto per bene. Mi fece tenerezza pensare a quando anche io, poco più che bambino, affrontavo i miei primi viaggi per recarmi all’università.
Ero, come sempre, un insospettabile uomo d’affari e decisi di rimanere tale, per le due ore che mancavano alla trasformazione delle poltrone in cuccette. Trascorsi quasi tutto il tempo al bar, tra una lettura ed un drink.
Quando si avvicinava l’ora della ritirata, mi appostai in modo da vedere quando il ragazzo si fosse recato in bagno per la toilette serale. Appena lo scorsi, mi precipitai a ritirare la borsa e mi affrettai a raggiungere un altro bagno. Fortunatamente il treno era semi deserto ed il tutto fu molto semplice.
Mi diedi una rinfrescata generale e mi preparai con cura, non avevo un progetto preciso, ma avevo una gran voglia di eccitare a morte il ragazzo, facendomi intravedere nella penombra dello scompartimento, prima di mettermi a dormire. Al mattino mi sarei alzato presto e la gran figa sarebbe scomparsa per sempre.
Ciabattine di legno con tacco altissimo, autoreggenti nere, perizoma da urlo, sottoveste trasparente, reggiseno imbottito e parrucca con capelli nerissimi e lunghi.
Trucco e profumo, il tutto avvolto in una vestaglia fino ai piedi.
Uscita dal bagno, temevo di fare brutti incontri, ma fui fortunata e finalmente potei fare il mio ingresso nello scompartimento che mi parve completamente buio, ma che sapevo non esserlo per occhi già abituati alla poca luce. Non dissi nulla e percepii, che il giovane era sdraiato nella sua cuccetta i basso a destra, così decisi di scegliere quella in alto a sinistra. Le altre due erano ed ormai sarebbero restate tutta la notte, libere.
Mi tolsi lentamente la vestaglia, dando le terga al giovane. Sentivo i suoi occhi su di me, come fossero due calde mani, che mi sfioravano tutta. Ogni operazione la eseguivo con la massima lentezza e tutta la sensualità di cui sono capace. Feci cadere volontariamente il mio astuccio del trucco, così da poter offrire una visione completa del mio culetto al ragazzo, mentre mi chinavo, senza piegare le gambe, a raccoglierlo.
Iniziai a salire la scaletta, piolo dopo piolo, facendo dondolare il sederino di qua e di là.
Raggiunta la cuccetta mi misi su un fianco, con la schiena ancora rivolta al ragazzo e mi rilassai.
Avevo sortito l’effetto desiderato, ne ero certa e la prova la ebbi da li a poco. Malgrado il rumore di sottofondo, del treno che correva sui binari, percepivo chiaramente, che il respiro del ragazzo aveva cambiato ritmo ed intensità. Emisi un mugolio quasi impercettibile e notai che il ritmo si alzò ulteriormente ed allora, con tutta la dolcezza di cui sono capace sussurrai: “se vuoi…posso aiutarti”.
Il respiro cessò di colpo e non ebbi risposta. Allora scesi lentamente la scala e mi inginocchiai ai piedi della sua cuccetta. Mentre fingeva di dormire feci scivolare una mano lenta lenta sotto le lenzuola di carta delle ferrovie. Ormai anche i miei occhi si erano abituati e vedevo benissimo dove si trovava il rigonfiamento, che tanto mi interessava.
Prima con un dito, poi con due, iniziai a sfiorare molto lentamente l’asta del suo pene, quindi, sempre molto delicatamente e con la massima lentezza, presi tra indice e pollice la pelle, che fasciava la sua cappella ed iniziai a farla salire e scendere.
Il suo respiro tornò a farsi profondo e rapido e io feci scivolare il lenzuolo, con cautela, fino scoprire tutto quel bel cazzo, che era bianco, invenato e bello grosso.
Sempre con lentezza misurata, avvicinai le labbra alla cappella e mentre con la mano continuavo il mio su e giù, lo presi dolcemente in bocca. Era pulito e per nulla forte, davvero un bel cazzo e l’unico sapore che percepivo era un filo di presperma, che iniziava a fare il suo debutto.
Con la mano non mi fermavo e con la lingua lecavvo cappella, asta e scendevo fino alle palle, prima stuzzicandole con la punta e poi risucchiandole completamente dentro. Le sue mani stringevano il lenzuolo di sotto con forza sempre maggiore e mi accorsi, che la sua eccitazione cresceva, a mano a mano, che la mia lingua si avvicinava al suo ano. Decisi di scendere e con movimenti circolari leccavo quel bel forellino vergine. Quando vi spinsi dentro tutta la lingua che ho, esplose in un orgasmo violentissimo. Gli schizzi uscivano lunghi e violenti ed andavano a schiantarsi sulla parte di sotto della cuccetta soprastante.
Quando ebbe finito di venire, fece per alzarsi e parlare, ma lo fermai immediatamente con la mano appoggiata sul suo petto sussurrandogli “shhh shhhhhhh”.
Ubbidì e tornò a rilassarsi sulla schiena ed io tornai a dedicarmi al suo pene.
Tenendolo tutto in bocca, stando ben attenta a non succhiare provocando il tipico fastidio post orgasmo, lo massaggiavo con la lingua.
Dopo un attimo in cui perse parte della sua erezione, tornò ad inturgidirsi ed allora ricominciai con un pompino molto più energico.
Quando mi parve ben infoiato mi alzai, mi appoggiai alla scaletta col sedere ben sporto, mi spostai il perizoma dal forellino, lo inumidii bene col dito precedentemente insalivato ed attesi.
L’attesa non fu lunga, immediatamente mi fu dietro e iniziò ad accarezzarmi il culo. Temevo la sua reazione all’accorgersi della mia femminilità incompleta, ma non successe nulla, mi appoggiò la cappella all’ano e con la foga tipica dei giovani, mi inculò in un sol colpo, facendomi urlare da dolore.
Mi chiese scusa, ma io gli dissi di non fermarsi e così fece.
Mentre mi pompava, con una mano si appoggiava alla mia natica, con l’altra mi faceva una sega.
Quando lo sentii esplodere dentro di me, venni anch’io.
Rimasi in quella posizione un attimo, col braccio appoggiato alla scala e la testa al braccio. Lui prese un fazzolettino inumidito e mi pulì delicatamente l’ano e la cappella dalla sua e dalla mia sborra e poi mi ringraziò timidamente.
Ci addormentammo subito e poi… la gran figa sparì per sempre.
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No smoking
Avevo smesso di fumare. Almeno così credevo. Tenere in bocca una sigaretta stava tornando ad essere un piacere subordinato alla mia coscienza. Ero consapevole di sbagliare ma non potevo tirarmi indietro al gusto del tabacco. Così mi lasciavo pendere una Marlboro, umida e appiccicosa come la fica della mia ragazza quando sta per venire.
Vivere a Treviso ormai non di dava più stimoli, ero stanco della città ,della gente, del lavoro, dei miei colleghi, delle amanti. Si, persino delle donne che continuamente cercavano me. In realtà cercavano solo il mio cazzo. Non è che poi ce l’abbia così grosso, ma evidentemente deve essere un fatto di testa. Le donne pensano sempre che sia un fatto di testa, solo che quando glielo ficchi dentro si concentrano solo su quello che sta aprendo loro la fregna.
La possibilità di trasferirmi a Milano era concreta. Avevo una vecchia amica di Pescara, una di quelle che mi si era incollata per anni, e che avevo scopato solo un paio di volte. Una di quelle che per venire ci metteva due ore ed io non ne potevo più. Alla fine sceglievo sempre di scoparla nel culo, per ritardare il mio coito e dare al tutto un maggior vigore.
Ero pronto per salpare alla volta della Lombardia. Avevo mollato lavoro, ragazza, amici, e tutto il resto. Alla stazione di Venezia mi restava un’ora libera prima di prendere il treno. Dovevo controllare la posta, sapevo che dovevo farlo. Il solo pensiero mi eccitava da morire, scorrevo con gli occhi le facce delle signore veneziane, delle studentesse, delle turiste americane. E me le immaginavo tutte sotto di me a raccogliere una quantità ingombrante di sperma bollente. In modo particolare pensai alla bocca rossissima di una donna sulla quarantina. Una gran bella donna, molto disinibita a quanto pare. Incrociai il suo sguardo, ammiccai, lei si passò una mano rapida sui capelli, e intanto i suoi tacchi viaggiavano spediti verso non so dove. Portai con me la sua figura, la richiusi nella mia testa, che ribolliva all’idea di una scopata che non esisteva. Entrai nell’internet point.
Parole lanciate a destra e a sinistra, come bombe molotov, ticchettii di dita da tastiera, sorrisini giapponesi, soliti profumi multi-etnici. Mi sedetti. Ero un po’ stanco, ma Milano era calda quella sera. Stefania di Pescara non vedeva l’ora che la prendessi da dietro e la riempissi del mio calore.
Nella mia casella di posta nessuna mail importante. Passai al mio amato portale “eroticcismo” Messaggio da una coppia di amici che avevo conosciuto tramite la messaggistica del sito stesso.
Una foto di lei in allegato. Bellissima, seducente, il portamento fiero e altezzoso al punto giusto. Pensai subito a chissà come sarebbe stato il suo uomo. Ma poco mi importava, guardavo la sua foto e cominciavo a chiedermi se fosse giusto andare in Lombardia piuttosto che in Romagna.
Alla fine del messaggio, scritto in piccolo un numero di cellulare e tra parentesi: “Chiamami appena puoi. E’ molto importante”.
Rimasi 5 minuti a rileggere in numero e a chiedermi se fosse vero oppure una stronzata di quelle che ti capitano su certi siti erotici. Non esitai. Perdersi in strane congetture non aveva senso. Presi il telefono e le feci uno squillo. Mi rispose. Pagai un quarto d’ora di connessione e uscii fuori. C’era il mondo a Venezia, ed era solo un normalissimo Mercoledì sera.
Rifeci il numero. Una voce ,calda come la cioccolata a cui non si rinuncia mai d’inverno, mi rispose “Si…”
“Ciao, sono Joe, il ragazzo che ti ha contattato tramite Eroticissimo, ricordi?”
“Certo che ricordo, ti ho detto io di chiamarmi. Ascolta Joe…”
“Sono qui”
“Mio marito non c’è nel prossimo week-end. Torna domenica mattina. Lui sa che ti ho contattato.”
“Non capisco…”
“Mi ha detto lui di chiamarti per non lasciarmi sola a casa. Vuole assolutamente che tu venga qui per stare con me mentre lui è via. Poi quando arriva te lo presento e ti fermi a pranzo da noi Domenica.. Che ne dici?”
“Mi sembra un’idea grandiosa, ma è un po’ assurda, non credi?”
“No, mio marito è così. Ci amiamo molto sai, ma siamo liberi dal punto di vista sessuale. Lui ha altre due donne, io ogni tanto vedo qualcuno.”
“Ok. Dimmi tutto, il posto, l’ora, mi organizzo. Veramente ho già un biglietto per Milano…”
“Bene, ti raggiungo io li. In tarda nottata dovremmo farcela a vederci.”
“Come vuoi. Ci sentiamo dopo, ciao.”
“Ciao Joe, e vedi non stancarti troppo…”
Una delle telefonate più rapide, coincise, e concludenti della mia vita. In pratica avevo un incontro fissato con una delle donne più affascinanti e sexy di quel fottutissimo portale.
Ma non potevo non pensare a suo marito. E’ vero, sapeva tutto e magari era anche simpatico, ma forse non immaginava cosa stavo progettando per la notte con sua moglie.
Presi il treno, e il viaggio passò più velocemente del previsto.
Arrivai in stazione. Un messaggio di Noemi diceva di aspettarla lì per un’oretta circa. Sarebbe arrivata in auto.
Arrivò, erano le 2.30 del mattino.
Prima di riconoscerci dovemmo subire l’umiliazione di una banda di pusher maghrebini poco fuori la stazione centrale. Non so più quante cicche avevo buttato giù, avevo l’alito nicotinico, ma le mie compresse alla propoli mi salvarano il culo.
Appena ci facemmo incontro, Noemi si buttò tra le mie braccia, come se mi conoscesse da una vita, come se fossi il suo migliore amico, o il peggiore dei suoi amanti.
Passai la mia bocca rovente sulla sua, annusavo con sottile piacere il suo profumo Cartier sul collo, e pregustavo il sapore delle sue mutandine al momento dell’eccitazione.
La mia cara amica di Pescara era stata sbolognata con una delle scuse più stupidi: “Ho perso il treno, e non credo di venire a Milano domattina. Mi spiace ma grazie lo stesso per la tua disponiblità.”
Noemi mi trascinò tirandomi per la mano. Ci attendevano un paio di chilometri fuori dal centro. Avevano una casetta in un piccolo residence, ben fatto, curatissimo. Una villetta per le occasioni speciali, dove trascorrere i focosi fine settimana nella Milano da bere.
Il custode la salutò con gli occhi di chi sapeva già tutto. Forse era una scena che aveva già visto. O forse aveva partecipato ad un orgia, chi lo sa. A quel punto mi stavo fidando di una donna che non conoscevo minimamente, ma che stranamente sentivo molto vicina a me, al mio modo di vedere il mondo. Entrammo, mi disse di aspettarla cinque minuti in soggiorno. La sentii che si rilassava in bagno, ed io la immaginavo seduta con le gambe aperte che faceva la pipì. E sapevo pure che si sarebbe sciacquata la fica, l’avrebbe controllata, profumata. Poi avrebbe controllato il culetto, che tutto fosse a posto. Dopo un po’ udii il rumore della doccia che buttava acqua.
“Metti comodo!” – gridò con voce un po’ rauca
“Ok grazie!” – risposi in maniera nemmeno tanto forte
Così feci, mi spogliai, ero in boxer. Mi sentivo quasi a casa mia, c’era un bel letto grande che mi chiamava a sé. Ma non potevo stendermi, mi sarei addormentato all’istante.
Mi sfilai i boxer, diretto verso la porta del bagno. Noemi stava uscendo dalla cabina doccia e sorpresa mi disse. “ Che ci fai qui?”
“Non potevo restare lì, ti dispiace se ti faccio compagnia?”
“No…per niente”
Quel suo “no per niente” era un incitamento alla mia natura burrascosa e tipicamente meridionale.
Ci guardavamo nello specchio con le facce stanche, ma vogliose. I suoi occhi brillavano di piacere, il piacere che stava per arrivare. Le sollevai l’accappatoio e mi inginocchiai lentamente.
“Oh mio dio…” – esclamò con un sorriso meraviglioso
La mia lingua si strofinava sul suo essere magnificamente femmina, scivolando sulle piccole labbra, alla ricerca del clitoride. Era già gonfio, di un rosso acceso, e saporito come una ciliegia appena raccolta. Le proporzioni perfette delle sue gambe, il sedere, e la fica erano molto stimolanti. Le avrei morso il culetto per ore. Mi sollevai, la sentivo sporgersi con prepotenza verso di me, cercare il mio cazzo, quasi come a volerlo sentire subito dentro. Le dissi che era presto, che avevamo tutta la notte e la mattina, e il sabato sera, e la notte. E che suo marito quando sarebbe arrivato si sarebbe unito al nostro gioco.
“Non mettere il preservativo, non mi piace. Se ti fidi preferisco senza” – sussurrò
“Ok ma siamo sicuri” – domandai un po’ perplesso
“Ti dico di si, stai tranquillo Joe.”
“Va bene”
Feci entrare il cazzo ripieno della mia presunzione nel suo varco ormai aperto, c’era il suo liquido sulla mia bocca, sulle dita, e sul suo accappatoio. Cominciai a pomparla in maniera leggera, le sue mani erano appoggiate al lavandino e la testa china. I suoi capelli profumavano di pulito, mi piaceva sentirli bagnati sul mio corpo. Non stavamo solo scopando. Le nostre anime si stavano conoscendo, stavano percorrendo insieme un percorso erotico di altissimo livello. Le mie mani erano ben salde sui suoi fianchi, ogni tanto tiravo un bello schiaffo sulla chiappa destra e Noemi apprezzava molto.
“Ancora, fallo di nuovo, colpiscimi più forte, avanti!” – mi disse all’improvviso
“Così, ti piace così…” – gridai ansimando
Si voltò di scatto, prendemmo a baciarci da dove avevamo interrotto in stazione.
La sua bocca rossa e carnosa scivolava sulla mia come se fossero due sorelle che si buttano giù da uno scivolo. Conoscevo il suo profilo, e lei sapeva il mio, faceva passare la lingua lungo i tratti somatici della mia. Era una sensazione fantastica.
“In genere non bacio mai nessuno che non sia Franco, sai?”
“Ah si?”
“Si, ma con te è diverso, non so perché non ho saputo resistere alla tua bocca, è così bella…”
“Allora cerchiamo di non farglielo sapere quando torna. Non voglio crearvi problemi”
“D’accordo, ma adesso baciami”
Spalancò la gambe, sedendosi sul lavabo, era un modo intelligente per farmi capire che voleva ancora la mia bocca sul clitoride. Cominciai a solleticarle il clito in maniera più pesante stavolta. Volevo portarla all’orgasmo. Mi strinse le mani sulla mia testa, stava per venire. Ci fu uno spruzzo del suo liquido, lo accolsi con estremo piacere. Aveva un sapore raffinato, abbinabile ad un buon vino bianco.
“Mettimelo nel culo, ti prego” – domandò quasi come se mi pregasse
“Sei sicura Noemi?” – chiesi timidamente
“Si, dai, sfondami il culo. Lo voglio subito.”
Non ero molto convinto ma la sua insistenza mi lasciava pensare che alla signora piacesse molto questo tipo di penetrazione. Le allargai il buco per bene, prima col dito, poi con la lingua, poi di nuovo col dito. Con una mano afferrò una boccettina di olio sopra il pensile sotto lo specchio. Non ne misi molto, non serviva, era già lubrificato. Appoggiai il cazzo con la punta sul buco, lei si aiutò con la mano, e dopo due secondi ero già dentro di lei.
“Spingi pure Joe, non farti paranoie!”
“Va bene”
Le spinte divennero sempre più forti, ed i suoi ansimi sempre più eccitanti.
Stavo per venire, glielo dissi, e gridò: “Vieni, su Joe, riempimi tutta, cazzo!”
Le esplosi dentro con tanto ardore, il mio orgasmo non era più fine a se stesso, ma collegato ai suoi molteplici orgasmi che aveva avuto fino quel momento.
Noemi tornò in doccia ed io feci lo stesso. Ci lavammo, continuammo con i baci. Una volta fuori ci aspettava il lettone su cui dormire. Erano più o meno le 5.00 del mattino.
Un normalissimo Sabato mattina a Milano. Solo che per me era speciale.
“Franco non viene più”. Furono le prime parole che sentii appena aprii gli occhi.
“Mi ha mandato un messaggio, dice di stare tranquilli, di goderci tutto senza di lui.”
“Mi spiace” – dissi preoccupato – “Spero sia tutto a posto fra voi”
“Sto scherzando scemotto!” – sorrise tutta arruffata
“Arriva stasera con una sua amica. Siamo in quattro e andiamo in uno dei nostri locali preferiti qui in città. E tu vieni con noi! Sei contento? – esclamò giocosa
“Certo che voi due siete la coppia più matta che abbia mai conosciuto.” – le dissi in silenzio
“Si, e tu il giovanotto con cui sono riuscita a venire sei volte in due ore!”
Ci mettemmo a ridere. Si alzò per fare il caffè. Il profumo della colazione a tarda ora mi riportò indietro negli anni, quando a Treviso mi svegliavo nei letti di donne stranissime.
Noemi aveva un modo di fare talmente gentile ed elegante che nemmeno l’uomo più fedele del mondo sarebbe stato in grado di non farsi cattivi pensieri.
Ed io ero un uomo, ormai libero, fedele o infedele poco importava. Con una nuova coppia di amici che per nessuna ragione avrei voluto perdere nel tempo.
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17 anni fa
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Nessun imbarazzo x lei vogliosa
Sempre in questo mese, dopo una decina di giorni da quell’esperienza, mentre giravo col mio amico in macchina per la riviera, è arrivato un sms al suo cellulare da una ragazza di Bologna, conosciuta al club privè, dove aveva lavorato per un po’ di tempo come cameriere.
Gli ha scritto di procurare un’amico per la sera stessa perché aveva voglia di fare sesso. La loro conoscenza non si era limitata al rapporto tra cliente e cameriere, ma già avevano avuto modo di incontrarsi altre volte, e me l’aveva descritta come una bella ragazza, alta, rossa di capelli, un bel fisico e soprattutto ninfomane.
Per tutto il pomeriggio, mentre giravamo in macchina, ha cercato di rintracciare qualche suo amico single, da portare all’appuntamento, che nel frattempo aveva preso per le 10 di sera.
Tra una telefonata e l’altra mi diceva che alla fine avrebbe portato a me, scherzando ma mica poi più di tanto.
Io mi trattenevo, un conto era andare con una prostituta, un altro era fare un’orgia con una coppia non bene definita ed avere certe prestazioni, perché a sentir il mio amico, non ne era mai sazia.
Mentre giravamo ancora in macchina, nella mia testa frullavano mille pensieri ed il mio stomaco era in subbuglio. Non ricordavo più da quando non provavo una sensazione simile, un misto di eccitazione e angoscia. I miei pensieri andavano da mio babbo che si trovava in ospedale ed aveva appena fatto un intervento molto grosso e lo stava assistendo mia sorella, a mia mamma che era sola a casa e nel caso fossi uscito nuovamente la sera non sapevo come avrebbe reagito e all’incognita, nel caso fossi andato, cosa mi avrebbe aspettato quella sera.
Dopo vari giri, risate e continue fantasticherie erano quasi le sette di sera e ci siamo diretti verso casa con l’accordo che ci saremmo rivisti dopo mangiato.
Quando ho detto a mia mamma che sarei uscito di nuovo la sera a trovare degli amici e che non avrei fatto tardi, non ha fatto storie, dicendomi, dopo la mia domanda, che non aveva problemi a stare sola e non aveva bisogno di me.
Quando è arrivato il mio amico e siamo partiti, mi ha detto che l’appuntamento era sempre alle 22 ma il posto era cambiato, invece che all’appartamento, ci dovevamo vedere in un parcheggio.
Ho pensato che andava a finire come sei mesi prima, quando, dopo aver fatto già parecchia strada (l’appartamento era fuori Rimini), ha mandato un messaggio col quale diceva di non poter venire all’appuntamento.
Era ancora presto, quindi decidemmo di passare un po’ di tempo a casa di mio cugino per passare un’oretta. Si è parlato dei problemi di mio babbo, di lavoro, di figli, fino a quando è stata l’ora di partire, chiedendoci dove eravamo diretti. Il mio amico sorridendo ha detto di chiederlo a me. Io ho cominciato a farfugliare dicendogli che era ancora tutto da scoprire, che non lo sapevo neanche io, fino a quando mi ha detto che mi stavo infilando in un buco senza uscita. Io sorridendo gli ho detto che speravo anche in più di uno, e siamo partiti.
Quando siamo arrivati al parcheggio, c’era già la macchina, ma dentro c’era solo lui.
È sceso, ci ha salutati, quindi ha preso il telefono ed ha chiamato lei. Dopo un breve colloquio ci ha detto di seguirlo.
Nel luogo dell’appuntamento era abbastanza buio e non ha visto il mio handicap ed io non gliel’ho detto, ma arrivati all’appartamento, quando il mio amico ha tirato fuori la carrozzina è rimasto un po’ sorpreso, dicendo solamente che non si era accorto prima e che non sapeva come aiutarmi. Il mio amico gli ha detto che non c’era problema e che avrebbe fatto tutto lui.
Entrati nell’appartamento, dovevamo salire delle scale, perché, più che un appartamento era una specie di ufficio con un soppalco, e mentre lo facevamo, lui le ha detto che non sapeva niente, ed io prontamente le ho detto che gli avevo fatto una sorpresa.
Arrivati di sopra, ci siamo presentati, quindi ho guardato com’era il posto. C’era un grande tappeto al centro, un divano appoggiato ad una parete, un televisore a terra in un angolo ed un bagno nascosto da una tendina.
Mentre guardavo in giro anche il mio amico si è presentato, si fa per dire, perché, subito dopo un paio di bacini sulla guancia è sceso sulla spalla, ha abbassato la spallina del vestito e in pochi secondi aveva il capezzolo di quel proporzionato e benfatto seno in bocca.
Il suo compagno, o per meglio dire, quella persona che non so e non gliel’ho chiesto che ruolo avesse nella vita di lei, ha domandato dove erano i profilattici ed il mio amico ha risposto che li aveva dimenticati in macchina.
Mentre sono andati a prenderli, sono rimasto solo con lei, ci siamo guardati un attimo e la prima cosa che gli ho detto è stato di mettere la mano sulla patta della mia tuta da ginnastica.
Non ha detto niente, ha iniziato a strisciare un po’ e dopo pochi secondi la sua mano si è infilata sotto. A quel punto mi ha chiesto che cosa mi aveva raccontato il mio amico di lei. Gli ho risposto che mi aveva solamente detto che era una bella gnocca e che gli piaceva molto l’uccello.
A quel punto sorridendomi si è spostata dal mio fianco, si è inginocchiata davanti alla carrozzina e tirando con una mano l’elastico della mia tuta, con l’altra l’ha preso e se lo è portato in bocca.
Quando è tornato il mio amico e l’altro ci siamo messi a ridere, compresa lei che ha lasciato la presa e si è rialzata.
Mentre lei è andata in bagno, il tipo ha chiesto come fare con me, allora il mio amico ha levato il cuscino della carrozzina, lo ha posizionato al centro del tappeto e mi ha steso sopra, con due cuscini del divano sotto la testa.
Quando è tornata dal bagno, indossava solamente un tanga color bianco e sempre il “tipo”, mi piace definirlo così, ha chiesto come iniziavamo, ed io, (sembrava la mia festa) ho detto che potevamo iniziare con un 69.
Come prima, non ha detto niente, neanche gli altri, si è levata l’unico indumento che aveva addosso e si è messa sopra di me.
Non riuscivo a vedere la sua voglia nel prenderlo in bocca, ma sentivo i suoi gemiti, mentre io stavo leccando, mordicchiando delle stupende grandi labbra rasate ed un ciuffettino di pelo rosso appena sopra.
Non avevo mai fatto queste cose, anche prima dell’incidente. Le mie esperienze sessuali, avendo allora un viso da ragazzino, erano state solamente con ragazze adolescenti, e queste cose per loro era tabù.
Mentre continuavo, a volte con delicatezza, a volte con foga a leccare quelle stupende labbra, non riuscivo a vedere dove era il mio amico e l’altro “tipo”, ma lei forse si. Ad un tratto si è alzata, sempre senza dire niente, ed è andata a prendere in bocca i loro cazzi, nel frattempo eccitati, che se ne stavano in fondo al tappeto davanti a me, aspettando il loro turno
Si era messa in ginocchio ai miei piedi dandomi le spalle, a turno ne prendeva in bocca uno e in mano l’altro, ma siccome forse non gli bastava ancora, con l’altra mano è venuta a rianimare anche il mio che nel frattempo era andato a riposo.
Dopo un po’ il “tipo” gli ha detto di mettermi su il preservativo. Ho avuto l’impressione, dopo l’imbarazzo di inizio serata, che era felice nel vederla godere così, e sinceramente della sua perversione non me ne importava affatto.
Appena messo il preservativo, si è posizionata sopra a cavallo facendo scomparire il mio uccello dentro quelle enormi labbra che avevo leccato poco prima e, sempre dandomi le spalle, ha continuato a prendere in bocca gli altri due.
Si sentiva solo gemere: lei, il mio amico, l’altro e la televisione davanti a me che neanche a dirlo trasmetteva un’orgia.
Siamo andati avanti per un bel po’ in questa posizione, si è sollevata solo un attimo per cambiare buco al mio uccello e delicatamente metterselo nel culo ansimando più del solito all’inizio, fino a quando il mio amico gli è venuto in bocca.
Sono andati al bagno a lavarsi ed al ritorno si è messa dietro di me, con un ginocchio sul divano, chinata a 90 gradi e dopo poco la sentivo nuovamente godere con il cazzo del suo tipo che la inculava da dietro e quello del mio amico in bocca che dava nuovamente segni di risveglio.
Questa volta non partecipavo, non potendomi muovere, me ne stavo steso a terra pensando alla situazione assurda in cui mi ero trovato, mentre sentivo godere in stereofonia: loro tre sul divano dietro me, e la televisione che stava trasmettendo i mugolii di due donne sul bordo di una piscina.
È stata la volta del “tipo” a venire e, sempre dopo essere andata in bagno, è tornata da me e mi ha levato il preservativo, ancora era lì da prima.
Quando è uscito lui dal bagno, gli ha detto di farmi vedere quanto era porca, dicendogli di masturbarsi. Sempre tutta nuda, in piedi, a gambe larghe sopra di me ha iniziato a strofinarsi l’interno delle cosce, il ciuffettino di pelo rosso ed infilandosi due dita dentro la figa che era diventata esageratamente rossa.
Sempre steso sul tappeto, con quella visione straordinaria, gli ho detto che prima dell’incidente, nella mia immaginazione, sognavo una famiglia con tanti bambini ed invece mi ritrovavo a fare un’orgia fantastica, che non avrei mai pensato di provare.
Gli ho anche detto che purtroppo non godevo come una volta ma vederla e sentirla godere, era oltre la mia immaginazione ed adrenalina pura.
Mi ha fatto un sorriso, non era di molte parole, si è messa in ginocchio ai miei piedi e me lo ha preso in bocca nuovamente fino a quando è tornato nuovamente duro, gli ha rimesso un preservativo e se lo è rinfilato dentro quelle enormi labbra ed ha iniziato a scoparmi forte, facendo sobbalzare tanto le tette davanti la mia faccia.
Ad un certo punto ha detto di essersi stancata di stare sopra e si è stesa sul tappeto di fianco a me. Di stare sopra, perché, poco dopo essersi sdraiata si ritrovava nuovamente a succhiare l’uccello del mio amico, e due dita enormi che la masturbavano facendogli inarcare la schiena e gemere tanto.
Dal fianco io accarezzavo il suo corpo: dalle ginocchia, col dorso della mano, scendevo nell’interno coscia, il ventre, fino all’interno dei seni e viceversa, fino a quando ha voluto che gli venisse nuovamente in bocca e che per quella sera poteva bastare.
Tutto questo è durato più di due ore e quando il mio amico mi aveva detto che mi avrebbe portato da una ninfomane, non aveva esagerato affatto.
Dopo essersi fatta la doccia, è uscita dal bagno in accappatoio e coi capelli bagnati, mentre io ero già nuovamente in carrozzina. Gli ho detto di essermi divertito molto, ha sorriso e mi ha detto, “anche io”.
Ci siamo salutati con due baci sulla guancia ed il “tipo” ci ha aiutato a scendere le scale ed accompagnato alla macchina.
Quando tornavo verso casa col mio amico, le parole erano superflue, bastavano i sorrisi sulle nostre facce e la mia incredulità ad aver provato un’esperienza del genere.
Ho sempre creduto che la mia vita non fosse finita quel giorno dell’incidente.
Sicuramente è cambiata molto e devo affrontare molti più problemi di prima, ma fortunatamente ho potuto godere ancora, anche di tante gioie ed Emozioni forti, che fanno un gran bene alla psiche.
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17 anni fa
ayrton67,
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