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Piacere riflesso
Attraverso il corridoio di casa Sua. Entro nel soggiorno. Lui è lì, seduto sul divano blu.
Sapevo essere un giorno speciale per me, ma non sapevo che ne avrei capito il motivo semplicemente varcando la soglia di casa Sua.
Lei è in ginocchio di fronte a Lui. Le sue ginocchia posano su un morbido cuscino. Penso che deve averlo riposto Lui sul pavimento; un premuroso ed elegante gesto. Lei ha il capo chino sulle Sue gambe. Lui mi saluta e mi dice di sedermi al Suo fianco.
Appoggio la borsa a terra, tolgo il cappotto e mi siedo accanto a Lui. Mi avvicina a sé con una mano mentre l’altra afferra i capelli di lei, ancora china e impegnata ad assaporare il Suo Membro. Mi sorride, chiede come sto e poi sì lascia baciare.
La tensione di quella sorpresa svanisce nella fusione dei sapori delle nostre bocche. Sapori intensi come intenso è l’amore di condividere con me il piacere che un’altra femmina Gli sta offrendo.
Sono accanto a Lui e le emozioni si aggrovigliano nello stomaco. I miei occhi sono fissi su di lei mentre lo serve. Penso che vorrei sapere chi è, come si chiama, dove si sono conosciuti, se la rivedrò, se è la ragazza che da tempo cerchiamo o se è semplicemente una ragazza che frequenta di tanto in tanto…
Lo guardo. Lui ha già capito che vorrei sapere ogni cosa, ma so che ne parleremo solo più tardi.
Lei si alza, è quasi nuda. Ha un seno molto grande.
Mi alzo anche io. Lui mi fa spogliare. Io e lei rimaniamo in piedi davanti a Lui indossando solo delle scarpe col tacco, delle autoreggenti e il reggiseno. Lui ci guarda, sembra compiaciuto. Così ci dice di girarci di spalle, divaricare le gambe e mostrargli la fica e il sedere. Ci chiniamo in avanti e con le mani dilatiamo ogni orifizio così che Lui possa vedere ciò che è Suo.
Vorrei essere seduta al Suo fianco e guardare lei mentre si regala con tanta scioltezza. Non sono abituata a vedere una compagna che insieme a me si dedica al Suo piacere.
Lui ci fa riassumere sul pavimento: a quattro zampe, spalle poggiate a terra e culetto ben svettante.
Sento le Sue dita premere sui miei ingressi. Il mio cuore rallenta, come volessi percepire ogni minimo rumore di movimento. So che ha delle dita anche sugli ingressi di lei.
Prende lei per un braccio, la alza e la conduce in camera. La Sua mano mi accarezza il sedere e poi Lui mi dice “fai la brava, bimba”.
Sono in camera.
Sento lei gemere e Lui ansimare nel movimento. Ogni tanto le dice qualcosa, ma non riesco a capire. Sto in silenzio nell’altra stanza. Vorrei alzarmi e andare di là, vedere con i miei occhi il Suo Membro affondare nella calorosa palpitazione di altre carni. Vederlo prendersi ciò che Gli spetta ovunque Gli sia permesso. Ma rimango immobile, so che quando tornerà da me la sola cosa che si aspetta di vedere è la Sua femmina ancora composta ed in mostra come l’ha lasciata, da brava cagnolina…
Poi torna da me. Mi dice di alzarmi e di andare in camera.
Io e lei siamo a quattro zampe sul bordo del letto. Il capo è poggiato sulle lenzuola. Ci guardiamo. Ha l’aria un po’ stravolta e gli occhi rossi. Penso che deve aver tenuto in bocca il Suo Membro a lungo.
Lei sembra a suo agio, mentre a me sembra tutto così nuovo… La vedo chiudere gli occhi e arricciare di poco il naso. Lui la sta penetrando da dietro. Vedo il suo corpo scuotere e insieme le lenzuola e il letto e anche io che sono al suo fianco.
Intanto la Sua mano scivola tra le pieghe della mia fica calda e pulsante di desiderio. Le Sue dita entrano dietro e poi davanti e ogni tanto mi danno una pacca sul sedere. Poi non le sento più.
Lui sì scosta da lei. Dice ad entrambe di girarci e metterci in ginocchio sul pavimento.
Lei mi prende per mano mentre inginocchiate teniamo il volto ben alto e la bocca aperta. Mi chiedo cosa proverò assaporando il frutto del favore prestato da un'altra donna...
Un’esplosione calda mi riga il volto scivolando lungo il collo e giù a rigare i seni fino a gocciolare sulle cosce. La mia bocca si apre a quel calore mentre il Suo Membro vi affonda delicatamente. Con la lingua lo scorro per pulirlo da ogni traccia di sperma.
Poi Lui si toglie. Il mio sguardo si sposta su di lei, inginocchiata accanto a me. La Sua mano le preme sul capo fino a dirigerlo su di me. Sento la sua lingua tremare mentre scorre sul mio volto per pulirlo dal Suo seme.
...
Lei si riveste. Non so da quanto fosse lì prima che io arrivassi da Lui. Ci salutiamo. Lui l’accompagna alla porta parlandole come si conoscessero da sempre.
Adesso Lui è di fronte a me. Gli chiedo di lei con tono concitato:
"chiècomesichiamatorneràdaquantolaconoscièdiFirenze?"
Lui sorride, scuote il capo, si siede sul divano blu e posa un cuscino sul pavimento. Capisco che non è ancora giunto il momento di parlarne…
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16 years ago
daniela4JT,
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Last visit: 15 years ago
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Cesso autostradale
Un cesso autostradale, l’idea ci balenava già da qualche chilometro, l’adrenalina pompava a mille nelle vene, la voglia era al massimo e fuori c'era troppa gente .... non eravamo in vena di pubblico inconsapevole.
L'ambiente non era il massimo, era incustodito, la porta non si chiudeva …. ma chi se ne fotte!!! La tengo bloccata ... lei guardandomi golosa mi aveva spinto contro essa, e, come se il tempo gli stesse sfuggendo, armeggiava nervosa alla mia cintura, strappandomi, quasi, il cazzo dai boxer..... l'aveva estratto ed aveva iniziato a succhiarlo avidamente, spingendoselo in fondo alla gola gorgogliante, tagliandosi il respiro. Il suo sguardo volava verso spazi infiniti, mentre il cazzo la pompava sempre piu' forsennatamente, rivoli di saliva gli scendevano dagli angoli della bocca incuneandosi nell'incavo dei seni prosperosi, umettandola fino alla fica, che smanettava oscenamente, stringendosi la clito .....
La testa ondeggiava sempre piu' forte, l'orgasmo stava arrivando, saliva impietoso dai testicoli, il primo schizzo, la colse in gola … conati …… piacere … anima .... il cazzo pulsante, la svegliò dal torpore orgasmico, e gli schizzi si susseguirono sul suo bel volto, rendendolo filante e perverso ...... mentre la lingua rapida guizzava per appropriarsi del mio “io” ..... mi beavo, guardandola e ringraziando la mia buona stella per averla incontrata ... . Il brusco risveglio ci fu' quando un applauso vociante da oltre la porta ci riporto' alla realta' ...azzzzzzz Mela e ora???
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 2 hours ago -
L\'agriturismo - prima parte
Il mio terzo racconto descrive qualcosa accadutomi pochissimo tempo fa, più o meno è passato un mese da quel giorno. Ero d’accordo con mio marito che quella sera saremmo andati a cena fuori, lasciando le bambine da sua madre. Lui sarebbe stato impegnato al lavoro fino alle otto, nel frattempo io avrei portato le bambine dalla nonna e lo avrei aspettato a casa. Alle sei ero già sola in casa, decisa a preparami per la sera che avevamo deciso essere speciale. Cercai un vestito adatto per la serata, non volevo essere troppo elegante ma avevo il preciso scopo di farmi desiderare: da mio marito e da chiunque mi avesse vista quella sera. Mi feci una doccia, depilandomi accuratamente l’intimità, volevo farlo impazzire e sapevo che trovarmi depilata al contatto della sua mano o della sua bocca lo lasciava sempre di stucco e ne aumentava la voracità…
Mi asciugai e misi una buona crema idratante su tutto il corpo, poi passai alla scelta dell’abbigliamento. Decisi di mettermi semplice, semplice ma eccitante. Un vestito nero, piuttosto attillato, che poteva mettere in risalto le forme e che aveva una discreta scollatura sul davanti. Indossai delle calze autoreggenti nere, delle scarpe con poco tacco, non troppo evidenti, e il vestito. Era una serata speciale e io dovevo essere speciale, così dopo aver esitato un po’ davanti al cassetto della biancheria intima decisi che non ce n’era bisogno. Il mio corpo nudo e liscio avrebbe sentito il contatto della stoffa del vestito per tutta la sera…
Arrivò a prendermi, mi fece aspettare qualche minuto per darsi una rinfrescata e mi disse che saremmo andati in un agriturismo poco fuori città, un posto molto grazioso che avevamo conosciuto qualche tempo prima. Essendo un giorno feriale non ci sarebbe stata nemmeno troppa gente. L’ideale, pensai io. Era proprio quello che cercavo, una serata intima ma in un luogo pubblico e poi… e poi avrei voluto godere, avrei voluto farlo godere, fargli sentire la mia pelle, prendere il suo cazzo, giocarci con le labbra, scaldarlo tra e mie gambe. Arrivammo all’agriturismo, fummo accolti dalla giovane ragazza che serviva ai tavoli, una trentenne molto sorridente e, secondo me, molto attraente. Mio marito non mi staccava gli occhi di dosso un momento, mi riempiva di complimenti, mi passava la mano sulla gamba, appena sentiva di poterlo fare. Mi disse che aveva una gran voglia di scoparmi. E eravamo solo all’antipasto. E la mia eccitazione, che dalla doccia pomeridiana era arrivata in me, saliva in maniera vertiginosa. Gli sguardi della ragazza che ci serviva mi sembravano complici, io rispondevo ai suoi sorrisi. La vedevo guardarmi, appoggiata al banco, lontano da noi. Lo dissi a mio marito che disse che era molto carina, che sapeva che mi sarebbe piaciuta, fin da quando eravamo entrati aveva capito che quell’aria maliziosa mi avrebbe attirato. Quando porto i primi piatti mi sporsi in avanti per allargare il vestito e mostrarle un po’ di seno nudo. Un altro sorriso, sorpreso e eccitato. Mio marito continuava a provocarmi, parlandomi di quello che mi avrebbe fatto e di quello che avrebbe fatto alla ragazza se avesse potuto. E di quello che avrebbe voluto vedermi fare con lei.
Mi alzai, chiesi alla ragazza l’indicazione per il bagno. Lei, sorridente mi accompagnò fino alla porta. Ringraziai ed entrai. Chiusi la porta ma senza chiavistello, in realtà avrei voluto lasciarla socchiusa ma non volevo sembrare sfacciata… rimasi in silenzio, immobile per qualche attimo, cercando di sentire se lei era uscita dall’anticamera del bagno e se era lì davanti, aspettando di aprire la porta. Non sentii nulla, e questo lasciva aperta ogni ipotesi. Mi appoggiai alla parte e misi la mani sotto il vestito, iniziai a sfiorarmi le gambe, la fica, la pancia. Presi il seno nelle mani e lo massaggiai, sentii i capezzoli diventare duri, eccitarsi sotto i movimenti delle mie dita. Abbassai una mano sul clitoride, lo strofinai, volevo godere, pensavo a quella ragazza che poteva essere lì fuori e alla sua bocca, pensavo alle mani di mio marito, al suo cazzo. Il dito entrava nei miei buchi, dolcemente, il piacere stava per esplodere in me, tornai al mio clitoride…
Sentii la porta dell’antibagno aprirsi. Abbassai in fretta il vestito. Silenzio, dei passi si avvicinavano alla porta, poteva essere qualche altro cliente dell’agriturismo, pensai per un attimo di chiudere a chiave ma poi non lo feci, in fondo abbassando il vestito ero coperta, forse avevo solo l’aria un po’ sconvolta… la porta si aprì. Mio marito!
- continua -
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16 years ago
claudiax67,
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Last visit: 16 years ago
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Il gioco continua
Spesso la sera, durante i nostri momenti piu' intimi, parlavamo di quell'incontro strano, eccitante e sotto molti aspetti sconvolgentemente piacevole. Ricordavamo le parole, i gesti e tutte le volte la nostra fantasia volava immaginando lo svolgimento del prossimo gioco.Il giovane continuava a stuzzicare mia moglie con messaggini intriganti, telefonate dolci e cariche di corteggiamento elegante. Sapevo che la cosa la eccitavano molto e sapevo che servivano per sciogliere la tenzione, l'imbarazzo di un gioco che si faceva sempre piu' audace. Una sera, durante la cena, notai che mia moglie rimaneva per lunghi minuti in silenzio come per preparare un discorso cercava di trovare il momento giusto per dirmi qualcosa e infatti inizio' a parlare: OGGI CI SIAMO SENTITI E MI HA INVITATA A TRASCORRERE IL FINE SETTIMANA AL MARE CON LUI....Poi rimase in silenzio. Un sottile turbamento mi invase, un rossore al volto, brividi lungo la schiena e il mio cervello che ripeteva in modo ossessivo quelle parole. Le esaminava una per una dando un senso logico a tutto cio' ma non ci riuscivo. MI HA INVITATA.....MI HA INVITATA...MI HA INVITATA. Alora io ero escluso dal gioco, l'incontro si sarebbe svolto tra i due ed io?? sarei dovuto rimanere a casa ad attenderla? Ma poi lei continuo' a parlare: SABATO MI ACCOMPAGNERAI NELLA SUA VILLETTA AL MARE E VERRAI A RIPRENDERMI LA DOMENICA SERA MA SUL RETRO DELLA CASA CI SARA' UNA PORTICINA SOCCHIUSA E TU POTRAI RAGGIUNGERCI IN OGNI MOMENTO.la cosa mi tranquillizzo' e i fremiti si fecero un po meno intenzi.Il sabato pomeriggio partimmo di buonora in direzzione mare. Lei aveva indossato una minigonna piu' corta del solito, una camicetta sbottonatissima, le autoreggenti velate e le immancabili scarpe con tacco vertiginoso, aveva posto particolare attenzione al trucco, labbra rosse scarlatto, fondotinta sfumato con gli occhi , un alone di profumo avvolgeva tutto il suo corpo.Il telefono squillo':....SI SIAMO PARTITI....TRA UN ORETTA ARRIVIAMO...BACI.Nel rimettere il telefono nella borzetta notai un pacchetto di profilattici e il mio volto divenne una palla di fuoco.La villetta era immersa in una bella pineta e noi ci fermammo davanti al cancello, lei mi guardo' un attimo negli occhi poi mi bacio' e mi disse:....SARA' BELLO PER TUTTI. e se ne ando'.Il cancello automatico si apri' e lei scomparve. Ravviai la macchina e mi allontanai come fossi un automa.Sapere che la propria moglie si era recata in casa dell'amante e che avrebbe trascorso con lui un intero fine settimana mi eccitava ma nello stesso tempo mi sconvolgeva. Vagavo come ipnotizato per la pineta in cerca di cosa non saprei veramente.Poi mi fermai e cercai di ridare un senso all'intera faccenda.Avevo vagato per un'oretta ma gira che ti rigiro ero ancora nei pressi della villetta. Nascosi l'auto dietro a una radura e mi avviai a piedi tra i sentieri della pineta. Raggiunta la villa mi recai sul didietro e cercai con lo sguardo la porta secondaria d'ingresso. Mi avvicinai con cautela e pian pino l'aprii. Immetteva in una rimessa dove erano state accatastate le cose piu' strane. Vi erano attrezzi per il giardinaggio, cartoni pieni di bottiglie di vino, un gommone semisgonfio con dei remi all'interno e mille, mille altre cose. Quattro scalini conducevano a una porta che probabilmente immetteva nel reparto giono dell'immobile. Li salii velocemente e mi affaccia dallo spiraglio socchiuso. Dall'interno giungevano voci, risate mal soffocate,uno stereo trasmetteva una musica soft e le luci erano molto soffuse. Intravidi due corpi che ballavano un lento abbracciati mentre si sussurravano paroline all'orecchio.Poi sederono su un grande divano e l'uomo le offri' un calice se ne verso' anche per se e brindarono : A DUE PASSI CE' UN RISTORANTINO SUL MARE ANDIAMO A CENARE?....lei annui'. Frettolosamente uscii dalla villa e mi nascosi dietro un cespuglio li vidi uscire abbracciati come teneri amanti ed avviarsi verso la spiaggia. Li seguii da lontano timoroso di essere visto.Rimasero per lungo tempo a guardare il tramonto poi pian piano entrarono nel ristorante.Le sere ancora erano fresche e la brezza del mare si faceva sentire. Da una sala adiacente al ristorante si sentiva una musica da discoteca forse dopo cena sarebbero andati a ballare.Infreddolito mi avviai per le strade semi deserte del piccolo centro. Nei bar vi era pochissima gente ancora non era stagione di punta. Mi sedei a un tavolino ordinando un caffe'. Lo sorseggiai con estrema lentezza, poi presi in giornale fingendo dileggerlo ma il mio pensiero era molto lontano.Rimasi due ore guardando nel vuoto fino a quando incrociai lo sguardo del barrista, pagai e me ne andai.Adesso la grande vetrata del ristorante era inluminata, si vedeva la gente seduta durante la cena ma loro non riuscivo a vederli. Una sensazione come di panico mi invase, chissa dove fossero, cosa stessero facendo...non saperlo mi faceva sentire distaccato dal gioco,io che fino ad allora ne ero stato il regista, l'organizatore mi sentivo escluso.n silenzio mi recai nuovamente verso la casa.Nella rimessa vi era una sedia sgangherata e mi misi a sedere. Lasciai la porta socchiusa per far entrare un filo di luce,la luna era piena e un lontano lampione donava un effetto inreale all'ambiente.Mi ricordai che il mio portachiave era in realtà una piccola torcia e mi addentrai nella casa.Il salone era immenzo, una scalinata di legno conduceva porobabilmente nel reparto notte e io agevolato dalla tenue luce della torci mi ci recai. La camera matrimoniale era bella e lussuosa, con mobili patinati,un grande specchio era posto ai piedi del letto.Un rumore di auto si stava avvicinando ed io in fretta mi ritrassi nel mio luogo ''segreto''. Erano le tre' di mattina e I due stavano rientrando.Chiusa la porta alle spallelei getto' il lungo cappotto sul divano e lui si tolse la giacca.Si baciarono con ardore bevvero dalla bottiglia avviata e si baciarono ancora poi lui la prese per mano e salirono le scale.Adesso vedevo giungere una tenue luce dal reparto notte mentre giu il buio era totale. Timoroso di essere visto percorsi a carponi il salone tastando con le mani prima di fare ogni mio movimento. La porta della camera era socchiusa ma dallo spiraglio si vedevano riflessi sullo specchio due corpi abbracciati.Lei era seminuda con la camicetta completamente aperta e il turgido seno tra le labbra di lui, le mutandine abbassate mentre le mani dell'uomo le accarezzavano la passerina semi rasata, lei lo cercava con le mani e poi con le labbra.L'uomo si alzo' in piedi e io timoroso di essere visto mi ritira. Quando mi riaffacciai lui era completamente nudo,lei seduta sul bordo del letto gli accarezzava le palle mentre faceva sparire il cazzo dell'uomo dentro alla sua calda bocca. Poi anche lei si alzo' si tolze la camicetta, la gonna e le mutandine abbassate. Rimase con le autoreggenti e le scarpe......la troia sapeva che cosi' sarebbe stata ancora piu' bella e eccitante.Prese un preservativo dalla borzetta e lo srotolò sul cazzo eretto del giovane poi si mise a pecorina sul bordo del letto mentre lui in piedi le rimase dietro. Colsi il momento in cui la penetro', lei geme' forte e lui inizio' a muoversi piano.Poi le preme' la testa fino al materasso per farle sentire meglio il suo cazzo e lei lo sentiva eccome se lo sentiva in un crescedo di mugoli. Nel momento piu' bello lui la ''schiaccio'' sul materasso e la scopo' sdraiata da dietro, infilzata come un'anguilla all'arpione lei si divincolava e urlo' tutto il suo orgasmo anche lui venne. Pian piano mi ritirai giu nella rimessa.Rimasi seduto sulla sgangherata sedia un tempo infinito ripensando alla scena, stavo per richiudere la porta alle mie spalle per andarmene quando notai che la luce della camera era ancora accesa. Timidamente mi riavviai per le scale che adesso mi erano divenute familiari.Ancora una volta mi riaffacciai dalla porta socchiusa. I due erano sdraiati, abbracciati a baciarsi. Che strano vi erano due preservativi annodati per terra.Lei scivolo' lungo il suo petto leccandolo e poi si mise d'impegno a fargli un pompino. Notavo un'enrme stanchezza nel giovane, una difficoltà per una nuova erezzione poi lei gli sussurro' all'orecchio:....UO ANCHE LA VASELLINA IN BORZETTA. E lui fu invaso da un brivido nuovo.La vidi prendere il tubetto, stapparlo e spalmarsi la crema sul forellino del culo, a pecora invitò l'uomo a infilarla. Aveva ripreso un forte vigore e con decisione la penetro' lei urlo' il suo dolore,la sua rabba per una penetrazione troppo decisa ma presto il dolore divenne piacere.Lie urlava, si dimenava,in preda a un'altro orgasmo ma il giovane continuava a pomparla fino a che non le crollò addosso sfinito. Dopo pochi minuti lui stava dormendo.Fu allora che lei si giro' di scatto verzo di me incapace anche di ritrarmi, certo del fatto che lei sapesse.......Mi venne incontro, mi bacio' stringendomi cosi' forte da farmi male poi silenziosamente scendemmo. Vicino al divano vi era una plantana con luce regolabile l'accesi tenue tenue. Scambiammo poche parole lei mi baciava continuamente forse grata di averle regalato una cosi' bella serata. Si inginocchio' ai miei piedi mi abbasso i pantaloni e mi cavalco'. Adesso ero io a essere dentro di lei,la sentivo calda, percepivo il fatto che avesse scopato con un altro da poco ma la cosa era ancora maggiormente eccitante. Mentre la scopavo le accarezzavo il cul e anchesso' lo sentivo aperto, divaricato, pronto a rivevere le mie dita. Nel momento piu' bello mi fece uscire da lei e riceve' il mi sperma in bocca declutendo ogni cosa......aveva ragione quando aveva detto: CI DIVERTIREMO TUTTI E TRE....eccome se aveva ragione
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 2 hours ago -
Gioco dell\' oca erotico in coppia da noi ideato
Riportiamo di seguito una versione del gioco dell' oca da noi rivista in chiave erotica. la versione sottostante è fondamentalmente per una coppia, stiamo lavorando ad una versione ad hoc per un gioco che comprenda 2 o più coppie.
Occorrente e regole
Disegnate un tabellone di 63 caselle numerate, un dado
ogni volta che si arriva sulla casella si esegue quanto specificato sulla legenda qui sotto riportata (come nel gioco dell'oca si deve arrivare alla casella 63 esatta altrimenti si retrocede di tante caselle quante mancano al lancio del dado ) Chi vince ha diritto a riscuotere la posta che stabilirete a priori:
Buon divertimento :
1 fatti mollare un pizzicotto sul sedere
2 fatti massaggiare le spalle dal partner
3 togliti un indumento e fanne togliere 2 al partner
4 togliti un indumento
5 Vai alla casella 7
6 raddoppi il punteggio del dado se bevi 2 bicchierini di liquore o 2 bicchieri di vino
7 fatti mettere 2 cubetti di ghiaccio nelle mutande
8 Tatuaggio? No grazie … Un bel succhiotto senza pietà sulla spalla
9 aggiungi 5 al prossimo lancio del tuo avversario
10 togliersi tutto tranne le mutande
11 metti dei cubetti di ghiaccio nelle mutande del partner
12 togliersi tutto tranne le mutande
13 fatti mettere dei cubetti di ghiaccio nelle mutande
14 E se le mani fossero legate? … Togli le sue mutandine con la bocca
15 fatti baciare dal basso verso l'alto sul lato della schiena partendo dai piedi (fatti togliere le mutande se ancora addosso)
16 massaggiare la schiena
17 Bacia il partner dalla bocca in giù come se tu fossi un ascensore eventualmente toglili le mutande
18 raddoppia il tuo punteggio al prossimo lancio
19 fermo un turno (spogliati completamente se gia' non lo sei)
20 baciare il petto del partner (sfilagli le mutande se ancora addosso)
21 mangia un frutto posizionato fra le gambe del partner senza usare le mani
22 subisci 2 minuti di sollettico
23 leccare il collo del partner
24 leccare dello yogurt sul corpo del partner
25 leccare la schiena del partner
26 leccare delle gocce di liquore sul corpo del partner
27 il prossimo lancio del tuo avversario sarà decurtato di 3 punti
28 massaggia le spalle del partner
29 Leccare il contorno del corpo del partner (fare tutto il giro)
30 passa un cubetto di ghiaccio con la lingua sul corpo dell'altro fino a scioglierlo completamente
31 Prigione salta un turno di gioco e subisci 10 sculacciate dal partner
32 mangia un frutto posizionato fra le gambe del partner senza usare le mani
33 fai un massaggio con il corpo al partner
34 mettere del gelato/yogurt sul proprio corpo il partner lo deve leccare
35 il tuo avversario arretra di 10 caselle
36 raddoppia il punteggio del tuo prossimo lancio
37 il tuo avversario avanza di 5 caselle tu paghi il suo pegno
38 leccare i piedi al partner
39 infila un dito nel culo del partner fino ache non tira i dadi
40 leccare il buco del culo del partner
41 fatti infilare un dito nel culo dal partner entra ed esce per 5 volte
42 fermo un turno e retrocedi al 39 facendo la penitenza
43 farsi leccare il buco del culo dal partner
44 masturba il partner per due minuti
45 hai diritto a rilanciare il dado e avanzare solamente se per ogni numero berrai un bicchiere di liquore altrimenti perdi un turno
46 masturbati davanti al partner per 2 minuti
47 fai indietreggiare il tuo avversario al via
48 farsi leccare il buco del culo dal partner
49 aggiungi 3 al tuo prossimo lancio di dadi
50 Fai fare al tuo partner un pegno da te scelto
51 pratica sesso orale al partner per 3 minuti
52 masturba il partner per 3 minuti
53 paga un pegno che decide il tuo partner
54 masturba il partner usando i piedi per almeno 5 min
55 leccare il buco del culo del partner
56 masturba il partner per 5 minuti
57 il partner ti farà sesso orale sino al tuo orgasmo
58 aggiungi 4 al prossimo lancio
59 fatti masturbare sino a godere
60 indietreggia di 20 caselle e salta 2 turni di gioco ripeti l'ultimo pegno del tuo avversario
61 masturbati davanti al partner sino all' orgasmo
62 pratica sesso orale al partner sino all'orgasmo
fine
Attendiamo suggerimenti e consigli e il racconto della serata magari correlato dalle foto.
Marco e Sara
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 2 hours ago -
Una sedicenne in cerca di tenerezze
Non credo di essere una romantica, una sdolcinata che fa le fusa con il ragazzo o con le amiche. Anche perchè io un ragazzo non ce l'ho. Almeno nel senso di uno che ti viene dietro e poi vuole stare solo con te . Che barba sarebbe. A me piacciono le storie brevi, intense ma brevi. Soprattutto quelle dove dopo non c'è bisogno di stare lì a sdolcinare. Chi s'è visto ......OK. Eppure quella volta una tenerezza di più non sarebbe guastata. Quella volta che, scesa dalla corrire che mi portava come sempre da scuola a casa mi si affinaca in motoretta un ragazzino che mi fa: "cia bella dove vai?" E dove vuoi che vada? Non vedi che scendo dalla corriera della scuola. Al massimo vado a fare i compiti dalla mia amica. Questa volta però vado a casa mia. Il ragazzino non demorde e insiste pure. Potrà avere al massimo dodici anni. Già ma come fa allora con soli dodici anni ad avere la moto?. Forse non ha dodici anni. Intanto lui insiste che deve farmi provare la moto. Che è un portento con la moto. "va bene facciamo un giro ma solo uno".
Appoggio la mano sulla sua spalla e salgo sulla motocicletta. Non faccio in tempo ad aggiustarmi sul sedile che lui parte a razzo e io guasi cado e allora mi stringo a lui. Via, con la motocicletta, che bello. Primavera profumata, calda, luminosa. La passerina me la sento fresca perchè ho la gonna e anche se cerco di non farla svolazzare, comunque mi sento scoperta e il vento mi solletica. Intanto lui accellera perchè, l'ho capito, così io mi stringo a lui. E va bene allora mi stringo. Anzi visto che fai il furbo ti metto in crisi e ti tocco un pochino: scivolo con la mano giù dalla spalla al fianco e poi, una curva dopo l'altra, mi ritrovo, guarda che caso, vicino al suo uccello. Che nel frattempo sento è cresciuto. Accidenti, nemmeno quello di Gianni, il mio fidanzatino, è così grosso. Lui avverte la presenza indiscreta della mia mano e rallenta. Poi accosta con la moto e si ferma. "senti bella che ne dici di approfondire l'incontro?" Nemmeno per idea. Rispondo. Ma tradisco la voglia e allora lui mi si avvicina e con una mano mi accarezza una tette. Io arrossisco e allora lui mi tocca con tutte e due le mani i seni. A questo punto mi sento sciogliere. Mi sento un pò bagnata. e vorrei fare qualcosa con lui. Ma lui è molto timido. Nonostante l'approccio, la moto, l'età, la primavera, il primo tepore. E allora io scappo via, senza che lui abbia il tempo di riaversi dallo stupore, dalla sua fantasia. Scappo via e corro a csa. Entro in camera e mi chiudo a chiave. Non ho voglia di cenare. Ho solo voglia di ricordare cosa mi è accaduto. Così all'improvviso senza quasi rendermene conto. E mentre rammento lui e la moto, e la mia mano vicino al suo sesso e lui che me le tasta, le tette, e poi io che sono rossa dal timore e lui incerto perchè è pur sempre un giovincello che gioca a fare il grande, e mentre fantastico su cosa sarebbe potuto succedere ancora ,se fossi rimasta, la mia mano scende lentamente ad accarezzare il pancino, poi il ciffetto di peli della passerina poi labbre piccole ma carnose , svelando un buchettino che non è stato ancora esplorato se non dal dito. E orai il mio dito fa l'eploratore, ricordando l'avventura del ragazzino con la motocicletta. Ricordando Gianni, il mio fidanzatino, e il professore di ginnastica, che mi solleva sulla cavallina, e la mia amica del cuore, Cinzia, che ogni volta che andiamo in piscina, non perde occasione di farmi vedere la sua passera preoccupata di chiedermi se la trovo strana e diversa dal solito, dopo che il suo ragazzo l'ha sverginata un pomeriggio qualsiasi. Poi mi riaggiusto e preparo per la cena. C'è luce ancora. Le giornate si sono allungate. E' una primavera dolce, profumata e piena di promesse e io ho tanta voglia di avventure.
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16 years ago
jenette,
36
Last visit: 16 years ago
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Sorpresa al cinema parte 2!
...lei si era ricomposta e seduta di nuovo al suo posto..accanto al suo uomo..ma Mena ormai era in calore...mi disse all'orecchio che adesso voleva ricambiare..io diedi il mio assenso..e lei subito ando' con le sue mani in mezzo alle cosce..ma subito si ritrasse come se fosse stata folgorata..da qualcosa di..sconvolgente..allora lei mi sibilò all'orecchio.."ma lei...è...un lui..cioè..insomma lei..c'ha il..coso"..io allora la incitai a toccarlo tanto ormai il gioco era aperto...lei titubando di nuovo andò con la sua mano..lì...ma la mano lì rimase..e vidi nel semibuio che gli faceva una sega..mentre lui/lei cominciò di nuovo a toccarla in tutti posti e Mena si cominciava a dimenare come un'osseesssa..mentre lo masturbava..mi chiese se poteva prendermelo in bocca ..ma io le suggerì di prendere il suo..cioè quello di lei/lui in bocca..e così fece..il tutto durò pochi istanti perchè l'orgasmo arrivò subito..mentre il suo compagno s'era portato vicino a me e stava provando a toccarmi...io dissi a Mena che era arrivato il momento di andare via perchèproprio non m'andava essere toccato da un uomo...e subito in fretta e furia andammo via..anche se Mena in un primo momento non capì il motivo di un sì repentino addio...dopo giunti a casa io e Mena ripensando a tutto ciò che era successo facemmo l'amore fino all'alba...un bacio a tutti
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16 years ago
admin, 75
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Sorpresa al cinema!!!
Salve!noi siamo della provincia di CASERTA....abbiamo tanti desideri e tanti sogni ma mai avremmo immmaginato di vivere una situazione così eccitante e sorprendente come ci è successo l'altra sera:...io e miamoglie Mena abbiamo deciso di andare al cinema e dopo aver afidato i nostri bimbi alla mamma di lei..sabato sera verso le 21 ci siamo avviati al multisala di Caserta dove tra i vari film abbiamo deciso di vedere"io sono Leggenda"...quando siamo entrati nella penombra siamo riusciti tra vari tentennamenti a trovare il nostro posto in una sala semivuota dove sì e no c'erano 4-5 persone...il nostro posto era vicino ad un'altra coppia...allora Mena s'è accomodata accanto alla signora....il film era un pò scontato e dopo circa un quarto d'ora Mena mi riferiva che la signora stava cercando di toccarle la gamba...nemmeno il tempo di dirle di atttendere per vedere come si sviluppava la cosa...che vedo la signora che si avvinghia sul seno abbondante di Mena con mani e lingua in modo frenetico e arrapante...MENA eccitata dalla cosa cerca di palpare il mio cazzo ma non ci riesce perchè nel frattempo la signora s'era portata tra le sue cosce semiseduta ai suoi piedi le aveva tolto la mutandina ed aveva cominciato a succhiarle il clitoride...mentre il suo uomo imperterrito continuava a seguire il film....Durò circa dieci minuti il cunnilingus che la signora aveva deciso di regalare alla mia piccola conclusosi con un favoloso orgasmo..dopodichè la signora si ricompose e tornò al suo posto...CONTINUA!!!!
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16 years ago
admin, 75
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Regole di trasgressione
Molti, sicuramente più esperti di me hanno dato indicazioni sul gioco della trasgressione.
Alcuni ritengono che non debbano esserci delle regole, ma solo istinto.
Io ritengo che lungo una via sconosciuta occorra stabilire dei riferimenti, che consentano alla coppia di incedere consapevolmente in un percorso che potrebbe rivelarsi pericoloso.
Il metodo con cui procedere è sempre e sicuramente un dialogo sincero e aperto che non possa prescindere dai seguenti riferimenti:
1) la ricerca del piacere è un gioco che deve essere sempre condiviso tra i patner
2) i patenr devono sempre essere reciprocamente presenti in ogni incontro extraconiugale
3) nessuno è obbligato o deve sentirsi forzato a fare nulla di più di ciò che desidera
4) è sempre possibile sospendere o interrompere il gioco senza obblighi
5) prima di ogni contatto, azione o approccio fisico con un altro/a esterno alla coppia occorre che entrambi i patner siano consenzienti e convinti
6) ogni rapporto esterno alla coppia deve essere sempre preceduto da un incontro esclusivamente conoscitivo
7) è indispensabile definire le preferenze sessuali e i limiti del gioco con l’altra coppia prima di cominciare
8) sono indispensabili certificazioni sanitarie di buona salute ( esami sangue completi donatori Avis ) delle persone che si incontrano, prima di approfondire il gioco
9) è indispensabile l’uso del profilattico per ogni eventuale contatto orale e/o genitale con patner esterni alla coppia
10) il gioco deve essere praticato in modo saltuario affinché non determini dipendenza psicologica
Attendo di eventuali indicazioni, opinioni, critiche o esperienze.
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16 years ago
admin, 75
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La mia fanatasia
LA COSA CHE MI PAICEREBBE ORGANIZZARE CON UNA BELLA COPPIA IN QUALCHE PARCO TIPO LA PELLERINA.............O LA CERTOSA ........LA MANDRIA.........
ORGANIZZIAMO UN SABATO POMERIGGIO ADESSO CHE SI STA BENE LA FAI METTERE CON UNA BELLA MINI GONNA E MENTRE PRENDETE IL SOLE IO OSERVO LE SUE GRAZIE ATTRAVERSO LE SUE GAMBE VISTO CHE NON PORTA L'INTIMO.............. E IO CON MOLTA TRANQUILLITA' GLI FACCIO VEDERE IL MIO C..... E MI MASTURBO CON MOLTA ATTENZIONE!!!!! COPPIE QUESTA FANTASIA POTREBBE DIVENTARE REALTA' CHE NE DITE? UN BACIO ALLE COPPIE NON MERCENARIE!!!
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16 years ago
admin, 75
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La prima volta
Laura, mia moglie, indossava una gonna di jeans corta, scarpe con tacchi alti ed una maglietta scollata. Mentre camminavamo per il centro di Brescia in cerca del luogo prescelto per l’incontro i passanti, cercando di non essere troppo ovvi, le gettavano occhiate alle gambe e al culo che lei ondeggiava dolcemente. Faceva finta di niente, ma sapeva benissimo di essere osservata. Io in passato mi divertivo a farle notare quelli che la sgranavano con gli occhi. Adesso era cosciente della sua sensualità e si divertiva a stuzzicare chi ne veniva rapito. Quando un ragazzo o un uomo le passava vicino accentuava l’altalenare delle sue bellissime natiche e poi mi guardava sorridendo. Io le facevo un cenno di consenso per confermare le furtive attenzioni ricevute. Camminavamo abbracciati e quando qualcuno aveva l’occhio un po’ troppo assorto io facevo scivolare la mano e le stringevo il culo facendola sussultare lamentandosi divertita. Ma la verità era che le piaceva ed ancor di più quando sapeva di essere osservata. Io però non guardavo solo lei, per quanto non mi stancassi mai di eccitarmi ad osservare le sue performance. La strada era gremita di belle ragazze che si dirigevano nei Bar e nelle Discoteche. Era sabato sera. Pantaloni a vita bassa, minigonne, tacchi a spillo, magliettine attillate e scollate. Era diventato un gioco per noi. Guardare, eccitarsi, provocare.
Ed ecco finalmente il Bar dove avremmo incontrato Marco e Valentina. Fuori c’erano ragazzi e ragazze con bicchieri in mano che fumavano e chiacchieravano. Ci eravamo scambiati alcune foto, ma ci chiedevamo se li avremmo riconosciuti. Fuori nessuno assomigliava alla bella coppia conosciuta su internet. Entrammo nel locale. Musica da discoteca. Molta gente in piedi davanti al bancone. Ci guardammo in giro sperduti. A un certo punto da una porta laterale la vidi arrivare. Era Valentina, Vale per gli amici. I capelli neri e lunghi le cadevano sulle spalle scoperte. Una maglietta attillata e bianca metteva in risalto la carnagione scura. Si fece spazio tra la gente e solo quando arrivò di fronte a noi vidi gli stivali alti, le calze autoreggenti a righe fin sopra il ginocchio e i pantaloncini corti e stretti. “Ciao!, Venite” disse, cercando di sovrastare il vociare assordante. Senza dire nulla la seguimmo e quando si girò per guidarci non potei fare a meno di guardarle il culo che era divinamente bello e tondo. Laura se ne accorse subito e mi fece l’occhiolino. Oltrepassata la porta da cui Valentina era arrivata ci trovammo in un anticamera. Valentina passò sotto un’arcata e noi la seguimmo. Questa area del locale era completamente diversa. Tante piccole salettine ricreavano un ambiente molto riservato. Luci soffuse, musica soft. Valentina si fermò davanti ad un tavolino. Intorno un divanetto in tessuto rosso e soffice. Un grosso separè ed una pianta enorme lo nascondevano completamente da occhi indiscreti. Marco ci aspettava sorseggiando un cocktail. Valentina lo invitò ad alzarsi e finalmente ci salutammo con baci e abbracci. Dopo esserci seduti di fronte a loro ci guardammo sorridendo. Eravamo tutti un po’ emozionati, come adolescenti al primo appuntamento, ma le tante chiacchierate in chat ci avevano dato la possibilità di scambiarci molte informazioni e fù molto facile incominciare a chiacchierare, come vecchi amici che non si vedono da molto tempo.
Marco indossava jeans slavati e una camicia bianca con le maniche girate fin sopra i gomiti e il colletto aperto. I capelli lunghi e bagnati gli davano un’aria molto intrigante e giovanile. Era un ragazzo simpaticissimo e ad ogni battuta tutti si facevano delle sonore risate. Era strano come quattro persone mai conosciute prima potessero sentirsi così a loro agio. Ci volle ben poco perché le battute si facessero piccanti e provocatorie. Laura non gli staccava gli occhi di dosso ed io naturalmente ero concentrato sugli occhi profondi e le labbra carnose della mia nuova amica, che si divertiva a provocarmi con sorriseti maliziosi. Dolcemente avvicinò il piede alla mia gamba e cominciò a strusciarlo guardandomi fisso negli occhi mentre faceva finta di ascoltare quello che Marco stava dicendo. Laura si accorse quasi immediatamente di quello che Valentina stava facendo e senza esitare disse a Marco: “Perché tu e Luca non vi cambiate di posto?” Come rifiutare? Un po’ imbarazzato mi alzai e andai a prendere il suo posto. Mentre Lui ostentava sicurezza e pieno controllo della situazione io mi sentivo impacciato e imbarazzato, ma anche esageratamente eccitato. Laura invece sembrava completamente a suo agio e come spesso in passato dimostrava la sua imprevedibilità. Non mi sarei certo aspettato questa sua sicurezza. Una volta seduti ricominciammo a chiacchierare. Di nuovo le battute spinte diventarono il centro dei nostri discorsi. Valentina mi mise il braccio intorno al collo. I capelli mi sfioravano la guancia. Il suo profumo inondava le mie narici. Con le dita cominciò ad accarezzarmi il collo. Laura scherzando ci rimproverò: “Ragazzi, non qui!” E via di nuovo battutine e sorriseti maliziosi. Anche Lei stava prendendo l’iniziativa e appoggiatasi con la testa alla spalla di Marco con la mano gli accarezzava la gamba. L’ambiente cominciava a scaldarsi. Allora mi feci forza ed anch’io misi la mano intorno al collo di Valentina. Le accarezzavo i capelli e le sfioravo la pelle. La sentii fremere. Si stava eccitando. In quanto a me ero su di giri già da un pezzo. Anche Marco non era rimasto impassibile alle avance di Laura. Aveva fatto passare la mano dietro alla sua schiena e le accarezzava il sedere. Era chiaro che quel posto, per quanto riservato, si stesse facendo stretto.
“Cosa facciamo? Vogliamo andare da qualche altra parte?” disse Valentina. Io risposi senza pensarci due volte: “Va bene, dove ci portate?”. “E’ una sorpresa. Vedrete che vi piacerà.” Rispose Marco.
Uscimmo dal locale ristabilendo le coppie originali. Mentre li seguivamo nel parcheggio Laura mi chiese: “Sei eccitato?” “Certo” le risposi io. “E tu?” “Da morire, ho una voglia pazzesca di scopare!”. “Con chi? Con me o con Marco?” Le dissi io sorridendo. Lei non rispose, ma si mise a ridere. Loro intanto erano arrivati alla loro macchina. Salimmo, loro davanti e noi dietro. Mentre le chiacchiere riprendevano io e Laura cominciammo a toccarci. Lei aprì le gambe ed io le spinsi la mano fino agli slip. Glieli spostai leggermente per poterla penetrare con le dita e restai sbalordito da quanto fosse già bagnata. Le mie dita scivolarono facilmente dentro di lei mentre la sua mano cercava la mia cintura per slacciarla. Stava perdendo il controllo. Smise di ascoltare quello che Valentina le stava dicendo e cominciò ad emettere gemiti di piacere cercando di non farsi sentire.
“Vi andrebbe di andare in un posto molto carino dove possiamo restare soli?” Eravamo troppo persi per poterle dare risposta. La mano di Laura ormai era dentro ai miei pantaloni e mi stava accarezzando il cazzo ormai duro. Valentina si girò verso di noi e sorrise. Ci guardava divertita ed eccitata. Marco si accorse che qualcosa stava succedendo. Diede un’occhiata veloce nello specchietto retrovisore: “Hei, non è giusto. Cosa fate? Cominciate senza di noi?” Niente da fare. Eravamo su un altro pianeta. Adesso Laura me lo teneva saldamente in mano mentre con il corpo accentuava la penetrazione delle mie dita nella sua figa. Ad ogni colpo gemeva di piacere. Intanto ci baciavamo e non ci accorgemmo neanche che Valentina stava venendo dietro. Si sedette di fianco a me e cominciò a baciarmi sul collo. Io con la mano le accarezzai le cosce. Lei slacciò la cerniera dei suoi pantaloncini e li fece scendere velocemente fino alle caviglie. Poi anche lei allargò le gambe per invitarmi dove lei voleva che io andassi. Stavo impazzendo di piacere. Si stava avverando uno dei miei più bei sogni erotici. Due ragazze tutte per me. Adesso masturbavo e penetravo entrambe con le dita e loro mi accarezzavano e mi stringevano il cazzo, mentre le loro lingue mi leccavano dal collo alla bocca soffermandosi a giocare anche tra di loro quando si incontravano. Ed io naturalmente approfittavo dei loro incontri per tirare fuori la mia e godere con loro. I nostri sospiri e i nostri gemiti aumentavano progressivamente. Ma Marco non era per niente contento. “Eh no! Così non và. Voi vi divertite ed io devo guidare?” Laura non lo fece nemmeno finire. Andò a sedersi al posto di Valentina: “Non ti preoccupare che adesso ci penso io a te!” Con le mani gli slacciò la cintura e gli aprì i pantaloni. Gli tirò fuori il cazzo e cominciò ad accarezzarglielo. In pochi secondi era duro come un sasso. “Ma ce la fai a guidare?” Gli chiese Valentina. “Non è che finiamo fuori strada?” “No, no. Non vi preoccupate. Ho tutto sotto controllo. E poi siamo quasi arrivati!” Rispose Lui deciso. Non voleva di certo perdersi le attenzioni di Laura. Adesso lei si stava chinando su di lui per prenderglielo in bocca. Nel frattempo io e Valentina eravamo avvinghiati come due polipi. Ci baciavamo, ci toccavamo dappertutto. Lei si sedette sopra di me spingendo la sua figa sul mio cazzo. Io con le mani le stringevo il culo e la baciavo con foga. La sentivo godere, i suoi gemiti si facevano sempre più forti e intensi uniti ai miei e a quelli di Marco che cercava di restare concentrato, ma che ovviamente cominciava ad avere qualche problema nel mantenere il controllo. Dal davanti si sentivano i gridolini di Lui “ Ahhhh, ahhhh, ahhh” e il mugolare soffocato di Laura: “Mmmmmm, mmmmm, mmmm!” in perfetto ritmo e cadenzati dal scendere e salire delle sue labbra intorno al suo cazzo. Finalmente arrivammo. Marco parcheggiò l’auto. Laura smise di succhiarglielo, gli prese il viso con entrambe le mani e gli spinse violentemente la lingua in bocca. Lui ricambiò con rantolii di piacere. Ci volle qualche minuto per ricomporci e riprendere un minimo di controllo. Prima di uscire dalla macchina Valentina mi baciò dolcemente su una guancia ed io la ricambiai con una carezza. Era una ragazza calda come il fuoco, ma sapeva anche essere dolcissima. Usciti dalla macchina Laura si avvicinò a me. Mi strinse forte e mi disse: “Non ce la faccio più” “Ho una voglia pazza” “ Se non scopo mi scoppia il cervello” I suoi occhi sprizzavano eccitazione e il suo corpo fremeva dal desiderio. Anche Valentina e Marco si scambiavano un po’ di coccole ridacchiando compiaciuti, mentre si dirigevano verso un bungalow. “Ma dove stiamo andando?” chiesi. “Abbiamo affittato un bungalow per questa notte!” “ Speriamo che vi piaccia.” Rispose Marco. Entrammo. Marco non fece in tempo a girare la chiave per chiudere la porta che già io e Laura ci eravamo buttati sul letto e avevamo cominciato a spogliarci. Il posto era bello ed accogliente. Il letto era enorme e rotondo. Specchi sul soffitto e sulle pareti. Luci colorate e soffuse. Ma noi ci facemmo poco caso. Avevamo perso ogni inibizione e Marco e Valentina per qualche minuto restarono a guardarci mentre ormai sdraiati e nudi sul letto ci baciavamo e ci masturbavamo a vicenda. “Beh, voi state a guardare?” Gli disse Laura. Anche loro cominciarono a spogliarsi e si avvicinarono a noi. Valentina si sdraiò vicino a me e Marco vicino a Laura. Mentre continuavamo a giocare tra di noi sentivamo i loro corpi caldi ed eccitati che si spingevano contro i nostri e le loro mani che giocavano alla ricerca dei nostri punti erogeni per accentuare ancor di più il nostro godimento. Io e Laura ci guardammo dritti negli occhi e con un cenno di intesa ci scambiammo il consenso a divertirci con i nostri nuovi giochi erotici. Ci girammo rispettivamente verso di loro. Io cominciai ad accarezzarla dolcemente su tutto il corpo mentre la baciavo con passione. Lei mi stringeva il culo con una mano, mentre con l’altra mi accarezzava il viso. Guardai verso Laura e Marco e vidi che anche loro erano abbracciati e stretti l’uno all’altro e si scambiavano lunghi baci e carezze su tutto il corpo. Non avrei mai immaginato che sarebbe stato così eccitante vederla con un altro uomo, scoprirla così disinibita e travolgente. Valentina mi chiese: “Ti piace vero?” Io le risposi deciso. “Sì, da impazzire!” . “Anche a me piace guardare Marco mentre scopa con un’altra ragazza”. “Però adesso voglio che tu ti concentri su di me!”. Le sue parole mi fecero eccitare ancor di più. Cominciai a leccarle il collo, poi giù lungo il petto fino ai seni. I capezzoli erano dritti e duri e dopo averli stimolati con la punta della lingua glieli succhiai voracemente. Lei godeva e mi spingeva la testa contro il seno per accentuare il contatto con le mie labbra. Poi continuai a scendere, leccandole la pancia, l’ombelico. Poi girai attorno alla sua vagina per raggiungere l’interno delle cosce. Mi avvicinavo alle grandi labbra per poi allontanarmi stuzzicandola. E finalmente la mia lingua si spostò sul clitoride morbido e teso. Giocai per lunghi minuti sentendola tesa ed ansimante. A un certo punto alzai lo sguardo per scoprire che stava osservando Laura e Marco. Mi fermai solo un’ istante per alzare lo sguardo ed ammirarli in un 69. Si leccavano e succhiavano a vicenda emettendo gemiti soffocati mentre i respiri si facevano via via più profondi e intensi. Era una visione paradisiaca. Valentina mi guardò e tirò fuori la lingua, con le mani mi prese dolcemente la testa e mi invitò a tornare a baciarla. Io obbedii. Ci baciammo di nuovo, stavolta più violentemente, con foga. Lei mi sussurrò in un’ orecchio. “Adesso voglio sentire il tuo cazzo dentro la mia bocca! Sdraiati!” Non avevo parole, né pensieri. C’era solo piacere, eccitazione, desiderio. Mi sdraiai. Lei venne sopra di me con la testa verso il mio cazzo e la figa sopra alla mia bocca. Con la lingua mi stuzzicava la punta della cappella e con la mano mi stringeva i testicoli. Io giocavo con le dita prima sul suo clitoride poi dentro di lei. Prima lentamente, poi sempre più velocemente, dentro e fuori, dentro e fuori. Adesso me lo stava succhiando e seguendo il ritmo da me impostato sentivo le sue labbra che salivano e scendevano sull’asta del mio cazzo. Non avevo mai goduto così tanto! Poi smisi di penetrarla con le dita e le spinsi dentro la lingua il più profondamente possibile mentre con le mani stringevo il suo magnifico culo. Lei smise di succhiarmelo. Stringendomi saldamente il cazzo cominciò ad emettere grida di piacere: “Ahhhhhh, ahhhhh, ahhhhhhh!” Sì, così! Ancora!!!”. Io cercavo di spingere la lingua sempre più a fondo mentre la facevo entrare ed uscire velocemente. A un certo punto Valentina si alzò. Venne a sedersi sopra di me. Laura e Marco nel frattempo avevano cambiato posizione. Lei era sdraiata a pancia in giù e lui sopra di lei strusciava il suo cazzo sul suo culo che lei sporgeva in fuori per sentire meglio la sua cappella scivolare sull’ano. Valentina si rivolse a Laura: “Adesso voglio sentirlo dentro, posso?” Aveva disegnata in viso un’ espressione sicura e divertita allo stesso tempo. Sapeva benissimo che Laura non aspettava altro perché quello voleva dire poter finalmente fare lo stesso con lui. Lei non rispose. Mi guardò ed io le feci l’occhiolino. Lei mi rispose allo stesso modo. Era il segnale. Eravamo liberi di fare tutto ciò che volevamo. Lei spostò lo sguardo su Valentina. In silenzio allungò la mano dietro, verso il cazzo di lui. Lo prese in mano e lo indirizzò dentro alla sua figa. Marco glielo spinse dentro dolcemente e Lei finalmente le rispose: “Non puoi! Devi!”. Lei fece lo stesso con me. Se lo indirizzò dentro e poi cominciò a cavalcarmi mentre con le mani mi accarezzava il petto. Le mie intanto si erano spostate sui suoi seni tondi e sodi. Intanto Marco la penetrava dal di dietro ed io potevo osservare le espressioni di godimento di Laura ad ogni suo colpo di cazzo. E ad ogni colpo le sue grida aumentavano di intensità: “Ahhhh, Ahhhhhhhh, Ahhhhhhhhh! E intanto ci guardava scopare. Anche Valentina godeva senza ritegno: “Mmmmmm, mmm, Siiiiii, Ahhhhh, ahhhhh!!” Io cominciavo a perdere il controllo. Il piacere era troppo grande per riuscire a trattenermi oltre. “Aspetta, aspetta! Sto per scoppiare!” Lei scese dal suo cavallo, velocemente me lo prese di nuovo in bocca masturbandomi con foga. Io venni con un impeto fortissimo” Aaaahhhhhh! Ahhhhh, aahhhhh! La bocca le si riempii del mio caldo sperma e lei lo ingoiò , leccandosi poi le labbra con un sorriso dipinto sul volto. Marco invece sembrava in pieno controllo. Laura si era girata a pancia in su con le gambe bene aperte e lui la penetrava con colpi lenti, ma forti e lei gli stringeva il culo con forza conficcandogli le unghie nei glutei. E mentre lo facevano si baciavano appassionatamente, le lingue incrociate ed avvinghiate come due serpenti in lotta. Mentre riprendevo le forze Valentina mi accarezzava il viso e mi baciava con dolcezza. Guardava il suo compagno e la sua nuova amica godere insieme e l’eccitazione di quell’ atto così trasgressivo la faceva impazzire di desiderio tanto che non potè trattenersi dal cominciare a masturbarsi. Io allora le tolsi la mano per sostituirla con la mia. E lei spostò la sua sul mio cazzo ormai molle. Anch’io li guardavo scopare ed ero eccitato quanto Valentina nel vedere mia moglie godere. Era bellissima, sensuale, calda e completamente disinibita. Ero rapito da quello che era stato sempre un sogno e che ora invece era realtà. Non potevo nemmeno immaginare quanto potesse essere bello. Senza nemmeno accorgermene il mio cazzo stava tornando nuovamente duro. Valentina continuava ad accarezzarlo ed io a masturbarla. Lei mi guardò compiaciuta pregustando il pensiero di un seguito ancor più trasgressivo ed eccitante di quello appena vissuto. Io le accarezzai i capelli e la fissai estasiato dalla sua bellezza. Con calma la invitai a sdraiarsi. Lei allargò le gambe. Io ero pronto per ricominciare. Guardai Laura e Marco, poi Valentina e mi resi conto che quello era solo l’inizio di un’avventura di cui non conoscevo il traguardo. Ma quello rese l’idea ancor più eccitante. Lo spinsi dentro di lei e ricominciai a vivere il sogno più bello della mia vita!
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16 years ago
admin, 75
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Gli uomini
Quante volte fra uomini ci siamo detti"ah le donne!!" chi riuscirà mai a capirle...
Io stesso tante volte ho fatto questa considerazione eppure in più di un caso io stesso mi rendevo conto che i miei comportamenti non erano spiegabili
Sono fortunato, ho avuto tante esperienze,con molte donne diverse anche fuori dall'italia ho trascorso anche un periodo dove veramente non ci capivo più niente, non sapevo più da chi andare,riuscivo a trovare sempre modi credidibili di argomentare sulle mie assenze da casa,a volte mi meravigliavo perfino di me stesso,inventavo delle cazzate incredidibili, eppure funzionavano,la mia compagna non si è mai accorta di niente. E' sempre andata bene
Per un periodo ho poi frequentato una donna molto più grande di me, si era perdutamente innamorata,e anche a me sinceramente non era indifferente. con lei abbiamo passato il limite,abbiamo fatto di tutto,e dico di tutto,dagli scambi di coppia al bdsm e tutto quanto altro la parte perversa della mente umana possa concepire,quando eravamo assieme stavo da Dio eppure alla notte finite le nostre "feste" mi trovavo nella condizione di dover andare via a tutti i costi perchè venivo assalito da un inquietudine tremenda che mi soffocava
Ne ho parlato con qualche mio amico li si che mi è cascato il mondo addosso...ho scoperto di uomini a cui è morta la moglie,con la salma ancora in casa e una bimba piccola andarsi a consolare dall'amante,ho sentito di un mio caro amico,che minacciava il suicidio perche la sua patner l'ha mollato che andava a mignotte tutte le sere per scaricare la tensione...la più bella..un ragazzo che io giudico come un fratello che è andato a festeggiare la nascita del proprio figlio con l'amante,la sera stessa del parto....
Io ho una grande passione per gli animali,ne ho di miei di varie specie,mi piace leggere su di loro,capire cosa pensano e come tentano di comunicare con noi,ma Vi assicuro che in natura non c'è specie più incoerente dell'uomo,inteso come maschio di razza umana
Forse qualche uomo leggendo queste righe penserà male di me è qualche donna magari riderà...fatemi sapere..
Saluti
P.
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16 years ago
egisto,
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La calda estate 2 – il cugino scapestrato
La calda estate 2 – Il cugino scapestrato
Faceva caldo quell’estate. Nella grande pianura quando arrivavano l’estate e l’ondata di caldo che non andava più via fino al primo temporale d’agosto, si creava una atmosfera “messicana” di languore e di predisposizione alla siesta. L’anno prima ero stato ospitato per un breve periodo presso il casolare di campagna dove vivevano mia zia Grazia che era vedova, la nonna e mio cugino Gianni. Avevo quasi quindici anni e lì, nel casolare della famiglia di mia madre, ero diventato un vero uomo proprio grazie a mia zia.
Fu quindi pensare alla mia esperienza dell’anno prima, che mi aveva spinto a ripercorrere i sei chilometri in piena campagna sotto il sole, con l’obiettivo di giungere giusto dopo il pranzo, ma prima della siesta e quindi sperare di condividere ancora una volta con la zia, il suo letto per un paio d’ore.
Dovevo aver fatto male i calcoli però, perché quando giunsi nel cortile del casolare, mi si presentò inequivocabile il panorama delle finestre chiuse, sia al piano terra che al primo piano, che avevo imparato essere l’indicatore che la siesta era già in atto. Un po’ deluso andai a posare nel ripostiglio degli attrezzi la mia bicicletta e stavo pensando a come trascorrere le due ore che avevo immaginato ben diverse, quando vidi aprirsi un battente della finestra della camera di mio cugino Gianni. Mi appostai all’angolo della casa e mi misi a sbirciare. Gianni scavalcò la balaustra, si afferrò ad una sbarra dove alloggiava la puleggia che consentiva di caricare il fieno nel soppalco del fienile, si diede lo slancio ed atterrò sul soppalco. Quindi scese e, dopo essersi guardato con fare circospetto si avviò verso il campo coltivato a granoturco.
Mio cugino era considerato in tutta la famiglia allargata uno scapestrato. In realtà era un bravo ragazzo, solo non aveva voglia di studiare e voleva divertirsi anziché sgobbare sui libri. Anche quell’anno era stato rimandato con un numero di materie spropositato da riparare a settembre e potevo ben immaginare cosa succedeva quotidianamente in casa di mia nonna. Io e mio cugino avevamo uno strano rapporto. Almeno io verso di lui. Era l’unico maschio grande della mia famiglia cui potevo per certi versi rapportarmi come modello. Ma esisteva anche uno spirito di competizione un po’ maschile perché lui mi prendeva in giro in quanto secchione, quindi, secondo le sue strane “regole”, femminuccia (solo le femmine se ne stanno in casa a studiare o peggio a leggere), io mi incazzavo per questo ma ammiravo in lui la sfrontatezza del “macho” che affrontava avventure o aveva esperienze che io non potevo neanche lontanamente immaginare. Erano memorabili nella nostra famiglia, i racconti sulle fughe che aveva intentato per scappare dalle sgrinfie di mia zia, ed andare a giocare a carte e a fumare al bar del paese!
Fu quindi con il desiderio di vedere come si stava svolgendo una delle sue fughe, che mi misi a seguirlo cercando di non farmi vedere. Gianni andava spedito verso il campo di granoturco, io cercavo sempre di tenermi nascosto dietro o un carro o un cespuglio o un mucchio di sacchi. Alcune volte Gianni si guardò in giro circospetto e forse un paio di volte corsi il rischio che mi vedesse, ma riuscii sempre a raggiungere un nascondiglio o almeno così volevo credere. Poi si infilò dentro un filare di granoturco e io, quando giunsi al limitare del campo, imboccai un altro filare a questo vicino perché non volevo che girandosi mi scorgesse e non mi portasse più dove stava andando.
Avanzai guardingo fino a che non giunsi a metà del filare e mi fermai perché mi sembrava di non sentire più il rumore dello stormire delle gambe di granoturco scosse dal passaggio di Gianni. Feci ancora qualche passo scrutando in avanti, ma non mi sembrava più di scorgere la sua maglietta in lontananza. Avvertii poi come una folata di vento che arrivava alle mie spalle e, prima che riuscissi a girarmi, Gianni era piombato su di me e mi aveva buttato a terra cingendomi le braccia intorno alle spalle in modo da bloccare ogni mio movimento. Fu lo spavento e poi il sollievo per scoprire che il mio assalitore era mio cugino, ma dopo essermi irrigidito tutto, lasciai che il sollievo e, stranamente il piacere, di essere dominato da una persona conosciuta si impadronissero di me. Avevo tutti i sensi all’ennesima potenza per la tensione dell’inseguimento e avvertii l’odore, non disdicevole, di Gianni, un misto di sudore e di banane, di albicocche e di tabacco. “Cosa fai qui Ettore? Eh volevi spiarmi?” “Dai, lasciami andare. Volevo solo vedere dove andavi.” Intanto mi strattonavo cercando di liberarmi della stretta ma mio cugino si avvinghiava sempre più strettamente a me. “Bravo. Così poi lo vai a dire alla tua cara zietta. Lo so che le vuoi tanto bene e le racconti tutto . . .” Per un attimo mi sentii venir meno. Pensai subito che in qualche modo Gianni fosse venuto a sapere cosa c’era stato con mia zia Grazia l’anno prima, ma poi scartai decisamente l’idea e ritenni invece che la sua fosse più che altro gelosia perché venivo sempre considerato il ragazzo “buono” da coccolare.
“Non è vero! Prometto che non dirò niente a mia zia! Ma cosa volevi fare?” Cercai, mentre le mie parole uscivano dalle labbra, di fare pressione per districarmi dalla sua presa.“Lascia stare cosa voglio fare io, sei bravo a sviare il discorso! Ora tu sei qui e ho solo due possibilità: o ti porto con me e rischio che tu faccia la spia, o ti lego e ti tengo da qualche parte fino a che non ho finito. Cosa vuoi che faccia”. Dicendo così mi strinse ancora più forte le spalle e con una gamba improvvisò una presa di judo avvinghiante. Ora il suo corpo aderiva completamente al mio, il suo bacino vicino al mio culo, avvertivo anche una strana protuberanza e sentivo il suo volto ansimarmi le sue domande di fianco all’orecchio. “Dai Gianni fammi venire con te. Ti giuro che non dirò niente a nessuno!” “Lo giuri veramente? Che neanche al prete in confessionale lo dirai quello che faremo?” “Sì lo giuro! Lo giuro solennemente!” Stringendomi forte le spalle mi sussurrò con forza “Va bene. Ma sappi che se solo una sillaba di quanto faremo oggi, ti uscirà dalle labbra, ti verrò a cercare dovunque ti sarai nascosto e ti garantisco che nessuno potrà impedirmi di fartela pagare molto cara!” Dal tono non avevo alcun motivo per dubitare che Gianni avrebbe messo in pratico quanto aveva promesso. “Non temere sarò una tomba. E poi te l’ho giurato!” “Dai andiamo!” Così dicendo si rialzò lasciandomi libero, si scosse via dalle gambe, dai calzoni corti e dalla maglietta un po’ di polvere, aspettò che io facessi altrettanto e poi mi guidò fuori dalle corsie di granoturco.
Raccolse un vecchio lenzuolo piegato e si diresse verso il fossato in fondo al campo di granoturco. “Certo che se vuoi seguire qualcuno devi stare più attento a non farti vedere. Potevi anche metterti a suonare la tromba che non c’era differenza” “Davvero?” Il fatto di essere stato accettato con il “grande” Gianni mi aveva reso meno pedante e rompicoglioni ed ero disposto a tutto pur di continuare questa avventura da grande. L’avventura che mi si presentò, si rivelò essere solo il fatto di sfuggire al controllo di zia, e di restare un paio d’ore provando anche a fumare delle sigarette caserecce fatte con le barbe del granoturco. Erano pestilenziali e, credo, altamente tossiche, ma corrispondevano pienamente al mito della trasgressione “maschia”, cioè dei maschi che non temevano di fumare qualsiasi cosa (anche perché spesso nelle campagne più povere, non c’era veramente niente di adatto per fumare).
Poi era bello il senso di complicità che avvertivo, stare seduti sul lenzuolo disteso sul fondo del profondo fossato, circondati dalla vegetazione bassa tipica della zona e da alte robinie spinose. Il tutto dava un leggero senso di fresco e di umido che proteggeva dal calore bestiale dell’estate nella grande pianura. A un certo punto Gianni cominciò a togliersi la maglietta dicendo “Beh visto che siamo tra uomini, e che se tu non ci fossi stato mi sarei spogliato, io mi metto a mio agio”, si slacciò i pantaloni e tolse pure le mutande. Rimasi di sasso a guardarlo: un ragazzone grande un metro e ottanta circa di statura, le spalle larghe e robuste, ma una struttura comunque longilinea. Non era molto peloso, ma una piccola striscia di peluria partiva appena sotto l’ombelico ed andava poi ad allargarsi in un folto cespuglio di peli ricci e castani che sovrastava un cazzo ancora moscio ma slanciato e ricurvo in cima, con la punta che volgeva verso il basso. Il mio sguardo era inchiodato a guardargli l’uccello e Gianni evidentemente se ne accorse.
“Non hai mai visto un uomo nudo? Cosa aspetti a spogliarti anche tu o vuoi sudare? Ti prometto che non li misuriamo!” Già aveva proprio colto il problema, o meglio solo una parte del problema, perché da un lato temevo il confronto sulle dimensioni, ma dall’altro avevo paura che il principio di erezione svelasse quanto la cosa mi turbasse. Ma ero nel mondo degli uomini e non volevo esserne scacciato con l’accusa infamante di essere una femminuccia. Mi spogliai volgendo le spalle a Gianni, con la scusa di riporre poi gli indumenti a lato su un angolo del lenzuolone e mi sedetti velocemente in modo da non fare palesare niente di imbarazzante. Non ho evidentemente finito la fase di sviluppo e sono alto quasi un metro e settantacinque, non si può dire che sono grasso ma ho una struttura robusta e, purtroppo quel po’ di ciccia che ho è andata a irrobustire le mie tettine, o per lo meno questo è quello che io percepisco del mio corpo.
Rimanemmo un po’ distesi continuando a parlare delle partite a carte che Gianni faceva al bar, dei personaggi di paese che affollano l’osteria e che a me sembravano affascinanti nel racconto di mio cugino. Poi Gianni ritorna a parlare di noi. “Ma ti vergogni che te ne stai tutto lì accovacciato quasi avessi paura di farti vedere. Proprio tu che studi le abitudini degli antichi greci . . “ “E cosa centrano gli antichi greci?” “Beh avevano l’abitudine di trovarsi in comunità maschili, chiamate per lo più ginnasi, dove potevano starsene liberamente senza donne tra le palle, e nudi discorrevano di politica, scienze e filosofia, e i più anziani insegnavano ai più giovani a godere anche con il culo. . .” “Ma erano recchioni?” “No! Lo facevano perché ritenevano che uno non fosse uomo completamente se non sapesse godere davanti e di dietro. Uno è recchione se vuole godere solo di dietro. Ma imparare a godere con tutto il corpo è un arricchimento. Non mi dire che tu e i tuoi amichetti non vi siete mai toccati?” “No mai!” risposi troppo velocemente arrossendo leggermente per l’imbarazzo che la domanda mi aveva procurato. Gianni mi guardò e sorridendo disse “Ho capito. Non vuoi dirlo” “Non è che non voglio dirlo è che non è mai accaduto!” Anche questa volta ero stato troppo veloce nel rispondere e capivo anch’io di non essere convincente. Ma come si fa a dire apertamente al mondo intero “Sì io e il mio amico Fausto ci troviamo e ci tiriamo dei segoni grandiosi a vicenda”. Non è facile e difatti cerco di non pensare molto a questa cosa. Però anche se imbarazzante il discorso mi intrigava non poco e volevo approfondirlo.
Prima che pronunciassi la domanda che affiorava le mie labbra, Gianni si avvicina e con mossa decisa porta il suo dito medio, dopo averlo inumidito di saliva, proprio contro il mio buco e prova a forzarlo. “Uh sei ancora vergine didietro! Vediamo davanti” Così dicendo la sua mano avvolse il mio uccello come dovesse fargli una sega e gli tirò giù tutta la pelle “Davanti invece non sei più vergine cuginetto!”. Detto questo si sedette di nuovo al suo posto. Ero un po’ sconvolto, il tentativo di penetrazione mi aveva lasciato sia un po’ timoroso ma anche con il buchino affetto da uno strano prurito, ma soprattutto non mi era affatto dispiaciuto che avesse preso in mano il mio cazzo. Cercai di riportare il discorso su temi che mi piacevano di più e di allontanarli dalla mia persona “Ma precisamente cosa vuol dire godere con il culo?” “Beh il nostro culo è un ricettacolo di terminazioni nervose che se opportunamente sollecitate procurano piacere; inoltre è dal culo che riesci a toccare la prostata e questo stimola il tuo cazzo.” “Ma tutti dicono che essere inculati è doloroso e fa male!” “Beh le prime volte c’è sicuramente anche il dolore, ma ti assicuro che il piacere supera di gran lunga il dolore. Difatti è per questo che i greci usavano i ginnasi per iniziare i più giovani ai piaceri completi della carne.E’ molto meglio così se ci pensi bene, piuttosto che ritrovarti in una camerata militare, senza che nessuno abbia preparato il tuo buchino, e con i nonni che cercano qualche recluta con cui sfogare la mancanza di donne!” “Beh questo è vero. Ma tu sei vergine nel culo?” Appena fatta la domanda mi pentii perché stavamo prendendo una china pericolosa che una volta imboccata andava percorsa fino in fondo. Io non ero sicuro di volerlo. O meglio desideravo provare, ma non sapevo ancora se sarei riuscito ad accettare quello che avrei scoperto in fondo alla strada. Per quello continuavo a tergiversare parlando di greci e cercando con la mente di trasferire quello che mi diceva Gianni in opportunità per i miei giochi assieme a Fausto.
“Certo che no! Ho avuto la fortuna di avere un amico più esperto che mi ha preparato per bene. Vuoi sentire?” Senza aspettare la risposta si avvicinò, si sedette vicino a me mi prese letteralmente il dito medio, lo portò alla bocca dove lo inumidì molto copiosamente, quindi si allargò il solco con una mano e con l’altra spinse il mio dito a puntare il suo buco. Gli fece fare alcuni piccoli movimenti circolari fino a distendere le crespe della pelle, lo rimise in bocca (chissà che sapore avrà pensai) e poi lo spinse deciso dentro il culo. La prima falange fu accolta in un piccolo antro umido e stretto ma che dava comunque un senso di accoglienza. “Senti il tuo invece” Così dicendo tolse il mio dito dal suo culo, lo portò di nuovo in bocca a inumidirsi e quindi lo puntò questa volta sul mio buchino, dopo aver allargato il solco tra le chiappe con l’altra sua mano. Avvertii come una barriera insormontabile, e anche la mia prima reazione fu quella di stringere i muscoli a bloccare l’intrusione. “Vedi come sono diversi! Pensa se un cazzo ti volesse inculare e tu non fossi preparato come lo sono io. Allora sì che ti farebbe veramente male. Invece abituandolo lentamente ad allargarsi e a restringersi vedrai che primo non ti farà male e secondo imparerai a godere anche dal culo e non solo dal cazzo!”. Mentre diceva queste parole Gianni le aveva accompagnato continuando il movimento rotatorio del mio dito sull’orlo dell’orifizio, aveva preso l’altra mia mano a tenere allargate le chiappe e aveva appoggiato il suo braccio libero sulla mia spalla. Guardandomi negli occhi disse allora con tono dolce “Hai voglia di provare Ettore?”. “Non so Gianni ho paura. . .” “Ma però vuoi anche provare . . .” insinuò soavemente il mio serpente tentatore. Non osai rispondere anche perché il massaggio che mi stava imponendo cominciava a scatenare in me sensazioni mai provate. “Il segreto vedi è di imparare a dominare le tue contrazioni. . . “
Dava per scontato che io avessi detto di sì e proseguiva con la lezione, questa volta sostituì il mio dito con il suo, che nel frattempo aveva abbondantemente umettato. “Appena io spingo tu avrai una reazione, devi accettarla, lo sai ma puoi controllarla e lascia che io faccia un passo dentro di te.” Le parole furono seguite dall’azione e mi ritrovai con una falange del suo dito infilata nello sfintere. Ebbi quasi un giramento di testa, chiusi gli occhi e abbandonai la testa all’indietro. Tutte le terminazioni nervose erano all’erta e trasmettevano piacevoli segnali alla centralina nel cervello che sembrava impazzire e non governare più nulla. Ma al tempo stesso, con i sensi alla massima allerta, cercavo di assecondare i movimenti del dito come mi diceva Gianni.
“Bene bravo così. Adesso aspetta che lo lubrifico ancora un po’” Inaspettatamente tolse il dito e sentii i tessuti ricomporsi nella dimensione abituale, ma al tempo stesso avvertii un vuoto di cui non ero prima conscio e ancora quello strano prurito proprio lì che voleva essere placato da un languido massaggio. Il dito di Gianni fu accolto dai miei muscoli come un sollievo e lui poté ripartire dal punto dove eravamo rimasti. “Vedi che fa meno male di quello che pensi. Poi tu sei un bravo alunno. Ecco, adesso prova a spingere un po’ come se volessi cagare e poi cerca di fare tuo il dito.” Seguii i suoi consigli e mi ritrovai con il dito completamente dentro. Non ci credevo, diedi immediatamente il corso ad alcune contrazioni involontarie, quasi lo volessi scacciare, ma poi mi calmai e riuscii a far attenuare il dolore che le scosse mi avevano procurato. “Bravo così. Ha fatto un po’ male ma passa vero?” Biascicai un “Sì” che si udì appena. “Il più è fatto. Devi solo abituarti alla presenza che è in te e conoscere quella parte del tuo corpo” Quasi a sottolineare il significato di quello che mi diceva, la punta del dito cominciò a percorrere lentamente ogni centimetro quadrato delle mie viscere, trasmettendo al cervello la mappa del mio culo come mai lo avevo percepito. Le contrazioni per espellere il dito si erano calmate e di questo Gianni approfittò per allargare da dentro lo sfintere con movimenti circolari. Avevo cominciato anche un po’ a prevedere e desiderare questi movimenti. Si fermò “Prova a stringerlo e a rilasciarlo” Lo feci e avvertii con stupore e anche sorpresa che forse quel piccolo dito non mi bastava, che volevo qualcosa di più. “Ancora. Ancora” Obbedii godendo di sentire con i tessuti dell’intestino la conformazione del dito di Gianni, le sue falangi, la curva dell’unghia. Poi . . il vuoto! Con un colpo repentino tolse il dito e lo puntò nuovamente all’ingresso dell’orifizio. A sorpresa, per me, istintivamente mi mossi a riprendermi l’ospite che aveva riempito fino a quel momento in modo piacevole il mio anfratto. Mi abbandonai completamente con la schiena a terra e le gambe allargate e i piedi vicino al culo quasi fossi in posizione ginecologica perché l’ospite che mi stava trastullando in maniera insinuante, forse complice il caldo e l’umidità della grande pianura d’estate, mi stava lentamente illanguidendo. Immaginai più che vedere mio cugino che avvicinava il suo viso al mio buchino e lo irrorava con saliva mentre il suo dito smetteva il movimento circolare e provava a fare un po’ di dentro e fuori. Mi irrigidii un attimo quando sentii all’imbocco del condotto due ospiti, ma anche questa volta la voce serena ma più arrochita di Gianni mi fece calmare, mentre le dita distesero tutta la pelle che circonda il perineo con lunghi e pazienti movimenti circolari. Ad ogni giro la pressione delle dita per entrare si faceva più forte fino a che trionfanti si impossessarono del mio sfintere allargandolo sistematicamente ad ogni giro. Sentivo la muscolatura a protezione delle mie intimità più profonde cedere lentamente e contemporaneamente il languore che aveva cominciato ad invadermi si faceva più struggente e mi spingeva ad essere sempre più arrendevole.
Alcuni movimenti al mio fianco mi fecero aprire gli occhi per vedere cosa stava facendo Gianni. Con l’altra mano aveva impugnato la sua asta e se la stava menando e inumidendo di saliva. Capivo e temevo quello che il gesto voleva significare, così richiusi gli occhi e tornai a godermi la nuova avanzata delle dita fino alla base. Cominciai a mugolare sommessamente perché le ondate di piacere superavano il dolore che il su e giù mi procurava a volte per un movimento brusco o perché le mie contrazioni contrastavano con una spinta delle dita.
Sentii ad un tratto la bocca di Gianni poggiarsi sul mio capezzolino e cominciare a leccarlo con la lingua umida e insinuante. Il braccio libero di mio cugino scivolò fino a che la sua mano libera prese a titillarmi l’altro capezzolo. Ero lì ad occhi chiusi e mi lasciai andare a queste carezze piacevoli. Tutto il mio corpo stava diventando un’orchestra di sensazioni strane e gradevoli. Le tettine che tanto mi avevano infastidito erano anch’esse fonte di godimento, mentre il mio buco veniva ad ogni giro allargato dal lavorio della mano amica.
L’ansimare di Gianni vicino a me mi eccitava ancora di più: stavo dando piacere ad una persona con il mio corpo! Perché era chiaro che Gianni si stava attizzando sempre di più. Con decisione ma al tempo stesso delicatamente, mi fece ruotare su di me fino a mettermi carponi. Tenni gli occhi chiusi perché temevo di bloccarmi se avessi visto quello che intuivo stesse succedendo alle mie spalle. Mi sentivo anche strano con il buco del culo all’aria, tutto inumidito e, dopo molti minuti svuotato degli ospiti che tanto piacevolmente vi avevano albergato. Ma non sarebbe rimasto a lungo vuoto. Sentii la cappella di Gianni umida appoggiarsi al mio buco, Un breve movimento quasi a voler prendere la mira, le sue mani che mi prendono le chiappe e le allargano a favorire la penetrazione e poi . . . “Ah!” L’urlo mi uscì dal cuore e dal cervello e Gianni si fermò nella sua spinta: aveva infilato solo la cappella. Mi sembrava enorme (e lo era sicuramente rispetto alle dita) “Non preoccuparti non spingo fino a che non me lo dici tu. Facciamo come prima. Aspetti un po’ e poi spingi come se volessi cagarmi fuori, e dopo ti rilassi e me lo stringi tutto con il tuo intestino”. Respirando affannosamente feci come mi diceva e mi ritrovai centimetro dopo centimetro percorso tutto il mio canale dal suo cazzo. Fu una lenta marcia di avvicinamento, che sembrava non dovesse finire mai, ma le folate di libidine che partivano dal culo sovrastavano sempre di più il dolore che lentamente si attenuò. Mi ritrovai così impalato e pieno del cazzo di mio cugino. Lo strinsi con i muscoli delle viscere e ne assaporai con le pareti dell’intestino tutte le nervature e i contorni quasi a volerlo fare tutto mio.
Presi coscienza di essere posseduto completamente da un uomo e la cosa mi sconvolse perché non mi disturbò più di tanto: il piacere di essere “sotto” e di sentirsi riempito sovrastava qualsiasi remora morale. Cominciai a spingere lo sfintere e poi a richiamare il suo uccello dentro di me, incredibile! Appena lui usciva lasciava un vuoto che volevo subito riempire. I movimenti cominciarono a farsi più frenetici e Gianni smise di essere troppo delicato e mi afferrò con le mani entrambi i fianchi per dare alle sue spinte più forza, se mai ce ne fosse bisogno. “Ti sto scopando!” urlò lui, sentii la consistenza del suo uccello farsi di marmo e venni travolto da una sconosciuta libidine, “Sbattimi” urlai allora. Gianni cominciò a pompare come se dovesse vincere le olimpiadi delle inculate: stille di dolore attraversavano il mio cervello sepolte da ondate di piacere sconosciuto e mai provato prima: “Sì, dai, ancora, ancora, daiiiiii” e il mio urlo venne coronato dal suo “Sborrooooooo!” e sentii dentro di me prima una scarica di caldo liquido cremoso, poi un’altra, un’altra ancora e così fino a che Gianni non si svuotò tutto dentro di me. Rimanemmo così fermi e scossi dal tremito dell’orgasmo più squassante che avessi mai provato. Il liquido seminale cominciò a colarmi fuori dal culo e a scorrermi lungo le gambe e infine il cazzo di Gianni si affievolì uscendo ed egli, staccatosi da me, si stese su un fianco. Mi abbandonai anch’io su un fianco girandomi però verso di lui. Trascorsero alcuni minuti di silenzio nel quale i nostri respiri ritornarono ad un ritmo normale e i miei tessuti lacerati si ricomposero lentamente.
Guardavo Gianni che se ne stava disteso di tre quarti a faccia in giù sul lenzuolone, il cazzo ormai moscio in mezzo alle gambe, visibilmente stremato da una inculata che lo doveva aver svuotato di ogni energia. Il mio sguardo corse alla linea dolce e rotonda del suo culo, al solco che solo mezz’ora prima mi aveva fatto toccare con mano, anche se solo per prepararmi alla scoperta sessuale più sconvolgente che avessi fatto. Mi resi conto che il mio pisello stava riprendendo vigore: la vista del culo di mio cugino e il pensiero di quello che avrei provato a fare . . .Mi sembrava un’idea folle: provare a scopare il mio cuginone più anziano di me! Perché no mi dissi e mi avvicinai a lui. Lo cominciai ad accarezzare sulle gambe “Grazie, sai Gianni, sei stato molto dolce, anche se qualche volta mi ha fatto male. A te è piaciuto?” “Da morire. Hai un culo meraviglioso, morbido, sembra nato per scoparci dentro!” Arrossii per il complimento come se fossi una donna cui avevano appena detto che era una gran figona, ma continuai le carezze e poi passai al solco. Prima ci fu un irrigidimento, poi sentii i suoi muscoli rilassarsi, forse non aveva voglia di combattere a difesa del suo buco perché era troppo stanco, forse magari l’idea era passata anche per la sua testa, fatto sta che non oppose resistenza. Visto che non oppose resistenza, presi come lubrificante lo sperma che mi colava dal culo e con quello cominciai il movimento circolare intorno allo sfintere che ormai avevo imparato a subire.
Era vero, il suo culo non era più vergine, perché non fu necessario un lungo massaggio prima di infilare tutto il dito dentro. Sentivo che me lo stringeva, che lo spingeva fuori e poi lo richiamava con le contrazioni muscolari, ma sentivo anche che i tessuti erano già stati allargati, e più di una volta! Per sicurezza inserii due dita ed anche queste vennero inghiottite senza gran difficoltà. Il mio uccello era ormai dritto e duro come il marmo e con l’altra mano lo inumidii di saliva abbondante, soprattutto la punta. Quando sentii Gianni mugolare, lo guidai con le dita nel culo a mettersi carponi, mi sistemai dietro di lui, con le due mani allargai più che potei il solco tra le chiappe, quindi puntai la cappella all’ingresso del suo anfratto. Vidi le contrazioni dello sfintere e cogliendone il ritmo lo infilai nel momento più favorevole. La cappella fu inghiottita dentro e dovetti fare uno sforzo sovraumano per non venire: l’esperienza precedente e la vista del mio cazzo che stava inculando il cuginastro mi stavano facendo impazzire e perdere il controllo. Come lui aveva fatto con me, assecondai le sue spinte e guadagnai centimetri dopo centimetri fino a che non fu dentro tutto fino alla base. Mi fermai assaporando la bellissima sensazione di potere e di piacere che trovarsi con il proprio palo infilato dentro il culo di un uomo, ti dava. Avvertii le contrazioni delle viscere di Gianni e cominciai il mio su e giù. Il mugolio di Gianni cresceva di intensità assieme al piacere che attraversava tutto il suo corpo fino a fiondarsi nel cervello. Lo afferrai ai fianchi e cominciai a pompare, ma non come lui aveva fatto con me, ma con metodo e con potenza piuttosto che con frenesia. Il suo cazzo sbatteva contro le gambe ad ogni colpo e sembrava che tutto il suo corpo fosse squassato dai miei colpi che trasmettevano piacere e dolore, piacere e dolore, poi solo piacere. Un urlo parossistico mi colse quando mi sentivo ormai venire “Scopami scopami scopamiiiiiiiiii!” Gli risposi “Sìììììì” e con gli ultimi colpi ben assestati gli inondai il condotto della mia sborra calda e cremosa. Sembrava che non smettessi più di sborrare, poi mi placai e sentii anche il suo intestino contrarsi inconsapevolmente intorno al mio cazzo che si stava ammosciando.
Che giornata ragazzi! Ero venuto a casa di mia nonna con l’idea di scoparmi la zia Grazia e guarda invece che razza di esperienza! Ero stato inculato dal mio caro cugino scapestrato e poi l’avevo a mia volta inculato. E non sapevo proprio cosa mi era piaciuto di più. Pensai a quanto piacevole era stata la giornata ma soprattutto quali insperati orizzonti avesse aperto alla mia nascente vita sessuale. Sapevo che sarei venuto molto più spesso a casa della nonna e adesso, a seconda dell’ora in cui sarei arrivato avrei potuto trovare posto o nel letto di mia zia (oltre che nella sua figa e nel suo culo a questo punto!), oppure nel fosso a scambiarmi cortesie con mio cugino. Ma soprattutto avevo imparato alcune cose che potevo mettere in pratica anche con il mio amico Fausto. Dovevo pensare per bene dove trovare un posto adatto: anche le periferie di città hanno dei fossati e dei posti nascosti, dove ripararsi dal torpore e dalla temperatura prodotta da una calda estate. La calda estate di quando persi la verginità nel culo!
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Di Ettoreschi
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ettoreschi,
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La calda estate - grazie zia
Faceva caldo quell’estate. Nella pianura quando arrivava l’estate e l’ondata di caldo che non andava più via fino al primo temporale d’agosto si creava una atmosfera “messicana” di languore e di predisposizione alla siesta. Questo si acuiva di più nel momento più caldo della giornata, dopo pranzo. Mia madre stava poco bene in quel periodo e i miei decisero quindi di mandarmi, finché non fosse migliorata, da mia zia. Avevo quattordici anni, a giorni quindici, e ogni mattina prendevo la bicicletta e mi facevo quasi sei chilometri per raggiungere il posto dove, in mezzo a sterminati campi di frumento, sorgeva il casolare della famiglia di mia madre. Era una classica casa di contadini della pianura padana, ampia ma dove lo spazio era più per gli attrezzi e le bestie che per le persone. Ci vivevano solo mia zia con mio cugino e mia nonna. Mia zia, una robusta signora dinamica e decisa, era rimasta vedova del marito ormai da svariati anni (suo marito era molto più anziano di lei) e viveva esclusivamente per tenere sulla “retta” via mio cugino Gianni, venti anni e poca voglia di studiare ma tanta di divertirsi.
Le mie giornate trascorrevano per lo più nella noia; mia zia era indaffarata con le faccende domestiche, a seguire i lavori dei campi e a controllare cosa facesse mio cugino, che era stato rimandato in tre materie (ma dovevano essere di più a sentire i professori). Non avevo quindi dei compagni di giochi della mia età e, negli anni sessanta, la televisione non era certo diffusa come ora nelle case. Aiutavo mia zia quindi anche in lavori per così dire “donneschi” ma, ripeto, più per noia che per convinzione. Mio cugino, che era segregato nella sua stanza, cercava solo pretesti per distrarsi dallo studio. Inoltre mi considerava uno “snaturato” secchione e non un vero maschio anche perché mi ero portato dei libri e spesso leggevo. Non lo aiutavo a fuggire dalla sua stanza e non andavo in giro alla ricerca di qualche perdigiorno capace di combinare qualche disastro, più per noia che per effettiva cattiveria.
Il primo giorno, dopo pranzo, la zia annunciò a tutti che dovevamo fare il sonnellino pomeridiano (era tradizione contadina che, durante l’estate, la vita si fermasse dopo mangiato) e non volle sentire le mie proteste di “cittadino”. Disse a mio cugino di fare spazio nel suo letto e di ospitarmi. Non c’erano altre stanze utilizzabili e non era sicuramente nelle abitudini di allora pensare che il salotto “buono” potesse venire aperto perché io dormissi sul divano!
Andai con Gianni nella sua stanza e cominciammo a spogliarci fino a restare solo in mutande. Gianni mi prese in giro “Guarda sembri proprio una femminuccia con quelle mutande da bambino e quelle tettine!”. E si girò sedendosi sul bordo del letto per togliersi i calzini. Io arrossii un po’ per l’umiliazione e un po’ per l’imbarazzo di un giovane adolescente che non sapeva nulla, o quasi, del sesso e che cominciava a sentirsi rimescolare dentro da strane tempeste. Non ero proprio longilineo ma da questo a dire che avevo le tette proprio ne passava. “Non ho le tette io!” quasi gridai. Gianni mi voltava le spalle ed io, incurante degli anni di differenza e, soprattutto della forza diversa, gli saltai addosso cercando di circondargli il collo con il mio braccio e attaccando a fare lotta come sapevo fare io. Ma lui era più forte, agile e, soprattutto, molto più abituato di me a lottare e a difendersi. Mi prese il braccio, lo staccò dal collo e contemporaneamente cominciò a girarsi, facendo leva sullo stesso mi stese con la schiena sul letto e cercò di mettermi un braccio sul collo. Mi divincolai con tutta la forza che avevo ma lui riuscì a prendermi alle spalle e circondarmi le braccia. Ero disteso sul fianco, con la parte superiore del corpo stretta nella morsa delle sue braccia e cercavo dando violenti colpi con il bacino e le gambe di liberarmi, ma Gianni mi circondò le gambe con la sua e si premette forte con il suo peso su di me. Sentivo la sua bocca ansimare per lo sforzo vicino all’orecchio. Con la mano destra cominciò ad accarezzarmi sul petto alitandomi “E queste cosa sono? Brutto birichino tu mi nascondi le tue cose più belle!”. Le sue dita correvano a tormentare ora uno ora l’altro dei capezzoli. Ansimavo e, sarà stato il caldo, l’eccitazione per la breve lotta, il languore indotto dalla penombra nella stanza ma avevo iniziato ad avere una erezione. Mi vergognavo da morire ma ero anche turbato e nel turbamento avvertivo che tenendomi stretto a sé anche mio cugino aveva una potente erezione. Non avevo mai avuto modo di vedere o tanto meno di sentire l’uccello di un maschio adulto, ma nella mia fantasia adolescenziale mi sembrò enorme e durissimo. Ebbi un timore ancestrale e dissi “No, dai”. Gianni mi rispose “Ma è un No oppure è un Dai continua?” e si fece più vicino.
La porta si spalancò di colpo ed entrò mia zia urlando sottovoce per non svegliare la nonna che dormiva nella stanza accanto. “Cosa state facendo delinquenti? E’ ora di dormire! Smettetela!”. Mentre ci separavamo, volli mostrare a Gianni che sapevo come ci si comportava “da uomo” ed intervenni a giustificare la situazione: “Niente zia stavamo facendo un po’ di lotta”. Lei, feroce come quasi tutte le volte in cui si rivolgeva al figlio lo apostrofò “Ma ti senti proprio così bravo a fare la lotta con un bambino?!” (Il termine bambino non mi piacque affatto ma visto come era incazzata mi guardai bene dall’obiettare). Poi rivolgendosi in tono più dolce verso di me disse “Ti ha fatto male?”. Io pensai che si riferisse alle braccia, e non avevo ancora la malizia di pensare ad altro, perciò risposi, deciso a far valere la mia mascolinità, “Assolutamente no!”. “Comunque adesso tu vieni a dormire da me” concluse mia zia con un tono che non ammetteva repliche e girandosi si diresse verso la sua stanza in fondo al corridoio. Gianni mi guardò di sottecchi e disse un po’ deluso, per la possibilità di avere una occasione di distrazione che gli era sgusciata via dalle mani, “Oh la signorina va a dormire nella stanza delle donne”. Gli feci una pernacchia con la bocca e corsi in fretta a raggiungere mia zia. “Siete dei ragazzacci! A queste ore le persone per bene dormono e non fanno casino disturbando chi ha lavorato tutto il giorno e vuole riposare!”. Non replicai vuoi perché il tono, anche se addolcito rispetto alla sfuriata di prima a Gianni, rimaneva comunque quello serio di una persona profondamente arrabbiata, vuoi perché mia zia Grazia mi era sempre apparsa come una persona decisa, una che aveva un tono che non ammetteva discussioni.
Forse le difficoltà della vita, la vedovanza con un figlio scapestrato da crescere, dover comunque mandare avanti una impresa agricola, l’aveva resa dura e decisa e così la vedevo anche se avvertivo una tenerezza celata quando lei si rivolgeva a me. Lei procedeva innanzi a me a piedi scalzi e coperta solo da una camicia da notte leggera, senza maniche che le arrivava appena sopra il ginocchio. Anche se avevo pensato a lei sempre come una persona anziana, doveva aver superato i quaranta anni e questo ai miei occhi di adolescente la rendeva sicuramente “anziana”, mi ritrovai a guardare le sue forme sode con un occhio diverso. Era alta meno di me, che pure non avevo ultimato il mio sviluppo di crescita, con una corporatura tarchiata ma non sgraziata ed anzi ben proporzionata, le cosce sode e un seno importante. Sempre brontolando si recò dall’altra parte del grande letto matrimoniale e si stese girandosi su un fianco e dandomi le spalle. Mi misi dall’altro lato del letto e cercai di stare fermo il più possibile anche se sapevo che non avrei dormito (non ne avevo l’abitudine e comunque la novità del luogo e degli avvenimenti mi avrebbero spinto a fantasticare). La sentii girarsi e rigarsi un po’ poi prese un respiro regolare e quieto. Anch’io che all’inizio non volevo neanche respirare per non disturbare “chi ha lavorato tutto il giorno e vuole riposare!” presi un respiro regolare e cominciai a seguire il filo dei miei pensieri e delle mie fantasie.
Pensai alla lotta con mio cugino, a come tutto era stato dominato da un alternarsi di sensazioni contrastanti e al mio principio di erezione. Poi il mio pensiero corse a mia zia che dormiva placida di fianco a me e mi resi conto che era la prima volta che giacevo a fianco di una donna che non era della mia famiglia. Il pensiero mi turbò e la mia fantasia corse alle fugaci immagini del seno di mia zia quando era apparsa in camicia da notte sulla porta della stanza di mio cugino. Sentivo crescere il mio desiderio fino a che la punta dell’uccello mi uscì dalle mutande. Mi affiorò un pensiero illuminante e cominciai a sollevare il lenzuolo in modo da guardarvi sotto, verso mia zia. Mi misi sul fianco sinistro e, respirando regolarmente come se stessi dormendo e il mio movimento fosse quello inconscio di un dormiente, cominciai a guardare. Mia zia era sul fianco ma con il bacino spostato verso di me, la camicia da notte le si era arrotolata su fino a lasciare scoperte tutte le chiappe e la sua figa piena e pelosa. Era la prima figa che vedevo così da vicino e la curiosità ebbe il sopravvento sul timore e le convenzioni. Mi spostai lentamente ammirando lo spettacolo che mi si era presentato innanzi: potevo distinguere nettamente il solco del sedere e poi in continuità anche l’esplosione del fiore di mia zia. Nelle fantasie sfrenate che avevano accompagnato le mie prime seghe mai mi era capitato di immaginare quello che mi stava succedendo e quello che stavo vedendo! Scorgevo chiaramente il segno che separava le due grandi labbra ed esso era diventato per me quasi un’ossessione: volevo toccarla proprio lì!
Mi avvicinai con il cuore che batteva all’impazzata travolto dal desiderio che sentivo sul punto di esplodere irrefrenabile e attanagliato dalla paura di commettere chissà quale nefandezza che mi avrebbe poi esposto al disprezzo della mia famiglia. Allungai in maniera lenta la mano verso la fonte del mio interesse più laido, stando attento a non fare movimenti bruschi, anche se il mio desiderio era di allungare la mano a palmo aperto e prenderla facendo scorrere la mano e le dita in tutti gli anfratti e cercando di scoprire tutte le fonti di piacere di cui si parlava con gli amici al campetto di calcio nelle pause delle interminabili partite estive.
Con un groppo alla gola sempre più stringente la mia mano si avvicinò alla figa di mia zia. Ormai solo un centimetro separava il dito che avevo teso verso la mia fonte di piacere. Il tempo per percorrerlo sembrò non trascorrere mai con tutti i sensi all’erta per cogliere qualsiasi movimento da parte di mia zia pronto a ritirarmi come se questo toccarla fosse frutto dell’inconscio movimento di un dormiente. Alla fine la toccai e ristetti. Mi sembrò di percepire come un breve rallentamento del ritmo di respiro ma poi mi sembrò che tutto proseguisse come prima. Ma ora avevo un problema: volevo violare con il mio dito quel solco che immaginavo profondo, porta di un anfratto fresco e di muschio, caldo e al tempo stesso umido. Spinto da una pulsione ancestrale, cominciai a spingere un po’ di più il mio dito e poi mi fermai. Mia zia ferma e con il respiro regolare. Un altro centimetro, e mia zia che mi sembra fare un respiro più profondo. Aspetto quasi un minuto in più e poi ancora un centimetro. Questa volta mi viene quasi un coccolone quando mia zia si sposta. Stavo quasi per ritrarre il dito ma il movimento che mia zia ha fatto, anche se mi era sembrato involontario, ha spinto il mio dito più profondamente nella spacca. Sento anche il dito accolto da un umidore caldo e dal profumo muschiato e acre che mi colpisce le narici e mi fa rizzare ancora di più (ammesso che fosse possibile) l’uccello che con l’altra mano ho tolto dalle mutande e lascio libero nell’aria perché sono sicuro che se tocca anche solo il lenzuolo mi succederà di sborrare. Adesso il dito è arpionato dentro la figa di mia zia e io sono un attimo perplesso perché non so decidermi su come continuare: visto che non posso arrischiarmi a palparla apertamente cosa posso fare? Andare dentro e fuori o scorrere lungo il solco che si stava facendo sempre più bagnato? Fu inavvertitamente (credo) mia zia a risolvere il mio dilemma con delle contrazioni involontarie che ritmicamente portarono il mio dito a penetrarla sempre di più. Sembrava quasi che nel sonno si dondolasse lentamente attorno al mio dito. L’odore di muschio acre e selvaggio aumentava sempre di più. Io mi sentivo sempre più infoiato e le mie remore stavano cadendo sempre di più (forse in realtà stavo imparando cosa voleva dire l’espressione “ragionare con il cazzo”). Avvicinai la punta del mio uccello alla fessura ora larga e umida di mia zia poi con un movimento che, nella mia immaginazione di adolescente inesperto, doveva assomigliare ad un volontario spostamento nel sonno, sostituii il dito con la punta dell’uccello. Sensazioni strane e contrastanti mi assalirono e mi dominarono: la paura di essere scoperto, la sensazione di caldo umidore che stava avvolgendo la mia cappella, la consapevolezza che stavo solo facendo un primo passo in un mondo inesplorato e forse non del tutto ostile, come magari in maniera ancestrale pensiamo. E allora presi il ritmo quasi impercettibile con cui mia zia muoveva il bacino e avanzai un centimetro alla volta e ogni centimetro che facevo la passione cresceva in modo insopportabile e al tempo stesso mi sentivo imbranato perché non ero abituato a muovermi silenziosamente in quella posizione. Ma ancora una volta fu mia zia che risolse la situazione, con un sospiro più profondo accompagnò un ulteriore spostamento del suo bacino verso di me e così facendo tutta la mia asta si trovò piantata fino alla base dentro la sua figa bagnata. Avvertii come una stretta tutto intorno al mio uccello quasi che le pareti a lungo inesplorate volessero assaggiare questo ospite inatteso. Poi, con la cadenza del respiro regolare del suo sonno cominciò a muovere il bacino in avanti e indietro. Continuò avanti e indietro, avanti e indietro, anche quando la mia sborra sgorgò inarrestabile dentro di lei, continuò a muoversi regolarmente avanti e indietro fino a che il mio uccello che aveva lentamente perso la durezza iniziale non tornò ad inturgidirsi e farsi duro come il marmo. Questa volta avvertii che il suo respiro regolare si era prima ingrossato e poi trasformato in una specie di sospiro lamentoso e ritmato al ritmo della musica immaginaria che le stava suonando nella testa. Mano a mano che i sospiri si facevano pesanti anche i colpi del suo bacino contro la base del mio pene si facevano più marcati e a questo punto cominciai anch’io a spingere ritmicamente incurante della finzione del sonno. Ripresi a muovermi come uno stantuffo, con la violenza di un adolescente sano e vigoroso che non conosce né remore né regole né trucchi e non ha esperienza nel trattare le donne. Ma la mia forza rendeva il canale di mia zia sempre più lubrificato e mi sembrava quasi di non sentire le pareti che stringevano se non a momenti regolari. Sul ritmo di questi momenti calmai la mia foga spingendo a più non posso fino a ché un getto di liquido vaginale non precedette di qualche attimo la mia seconda sborrata. Lentamente il ritmo si abbassò fino a che rimanemmo completamente fermi. Il pene diminuendo lentamente fuori uscì dalla fonte del mio primo piacere da uomo con la U maiuscola. Mi ritrassi lento e vergognoso perché, adesso che la foia si era calmata, tornava la paura della morale impressa con parole e comportamenti da una civiltà ancora profondamente contadina e religiosa che non aveva ancora conosciuto il ’68. Rimisi il cazzo nelle mutande e mi rigirai facendo finta di dormire e respirando regolarmente.
Anche mia zia riprese un respiro regolare da sonno profondamente ristoratore.
Quando infine mia zia si svegliò, si alzò, si rassettò la camicia da notte e si mosse lentamente quasi a non voler far rumore per non svegliarmi. “Grazie zia” dissi e la feci rimbalzare per la sorpresa. Un lampo di preoccupazione le attraversò il volto duro e mi chiese “Perché mai grazie?”. Io la guardai e dissi: “Per avermi salvato da Gianni!”. Mi parve di cogliere come una luce di sollievo attraversare il viso che si distese in un sorriso e avvicinandosi a me mi strinse il viso portandolo verso i suoi seni generosi e mi disse “Non ti preoccupare, non ti lascerò più dormire con quel lazzarone manesco. Verrai sempre a riposare con tua zia”.
Di Ettoreschi
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La mia storia - inizio: incesto con mia madre.
Io voglio raccontare la storia della mia vita a puntate. Comincio da quando all’età di circa 14 anni caddi nella tromba delle scale dal terzo piano.
Stavo dando l’acqua alle piante quando persi l’equilibrio e caddi di sotto. Per fortuna non caddi di peso in quanto la ringhiera, man mano che precipitavo, andando a sbatterci contro attutiva la caduta. In sostanza rimasi privo di conoscenza e con parecchie fratture.
Tutto quanto mi venne raccontato da mia madre che, presente al fatto. Dopo la degenza in ospedale, della quale io non ricordo nulla, i miei ricordi vanno al mio letto di casa.
Mi dissero di essere rimasto in coma per qualche giorno e che poi avevo riaperto gli occhi. Tuttavia non riuscivo né a parlare, ne a fare dei movimenti volontari. Mia madre si prese cura di me. Mi dava da mangiare, mi faceva fare i bisogni, mi lavava.
Intanto il tempo passava ed io non davo segni di ripresa. Però anche se non parlavo io sentivo tutto.
Avevo voglia di fare qualcosa, muovermi ma dentro la mia testa era come se stessi ancora in coma, come se stessi dormendo.
Vari medici si erano alternati al mio capezzale, finché uno disse che avevo bisogno che il mio cervello venisse stuzzicato, come quando un’auto ha la batteria scarica e la si spinge per metterla in moto.
Mio padre faceva il panettiere ed andava al lavoro alle 3 di mattina per poi far ritorno nel pomeriggio e quindi andava subito a letto, per cui non poteva avere il tempo di stare con me.
Mia madre, dopo che finiva le sue faccende di casa, veniva accanto al mio letto e si metteva a parlare, a raccontarmi delle favole, a dirmi qualsiasi cosa, come se stesse parlando ad una persona normale. Io sentivo tutto e avrei avuto voglia di rispondere, ma non ce la facevo a parlare. Potevo muovere solo gli occhi.
Una volta accadde che era venuto a trovarmi mio zio, fratello di mio padre, il quale mi parlava e mi faceva delle domande. Naturalmente io non rispondevo e mia madre gli disse che non davo nessun segno se non il solo movimento degli occhi. Ad un certo punto mio zio, mentre mia madre gli aveva portato una cosa da bere, l’afferra per i fianchi, la tira a se e le dà un bacio in bocca.
Mia madre non si tirò indietro, anzi sembrava gradire il bacio ed in breve lui le tira le tette fuori e gliele palpa e le succhia i capezzoli.
A quella visione ricordo che cominciai a sentire il mio pisello indurirsi, finalmente una parte del mio corpo iniziava a reagire.
Vedere il seno di mia madre così da vicino mi stuzzicava parecchio e anche le sue cosce mi davano la scossa.
Poi i due andarono via, probabilmente andarono a fare l’amore in camera da letto. Poco più tardi mia madre rientra in camera mia perché era venuto il momento di fare i bisogni.
Mi tira giù il pigiama per mettermi la padella sotto il sedere. Lo spettacolo che si presentò ai suoi occhi, e anche ai miei, fu quello di vedere il mio pisello durissimo. Per farmi fare la pipì mia madre dovette prenderlo con le mani e cercare di piegarlo. La sensazione di pisciare mentre mia madre me lo teneva in mano era stupende.
Quando venne il medico a visitarmi, mia madre gli raccontò della reazione che avevo avuto senza, tra l’altro, dire che lei stava pomiciando con lo zio e poi era andata a farsi scopare. Disse che a causa del gran caldo lei aveva la camicia aperta e le si vedeva un po’ il seno e anche la gonna, nel sedersi, era andata su scoprendole le cosce.
Il medico le disse di tirarmi giù il pigiama, ma in quel momento non ero eccitato. Poi lui chiese a mia madre di fare gli stessi movimenti dell’altra volta in modo da vedere se la mia reazione era stata una cosa casuale o perché data da una situazione ben precisa.
Con un po’ di imbarazzo mia madre sbottona la sua camicia facendo uscire un po’ le tette, poi si siede sul letto scoprendosi le cosce. A quello spettacolo il mio pisello riprese vigore.
Il medico disse che forse quello avrebbe potuto essere un metodo per stuzzicare il mio cervello a riprendersi.
Ricordo che mia madre pianse davanti al medico, forse perché lui le suggeriva di far qualcosa fuori dalla morale, però anche lei si rese conto che quella poteva essere la soluzione ai miei problemi.
In casa eravamo da soli in quanto mio padre era al lavoro e mia madre iniziò con la sua opera proprio la mattina seguente la visita del medico. Quando mi portò la colazione, si sedette sulla sedia accanto a me e mentre mi dava il caffellatte, aveva il seno quasi scoperto. Vedevo un po’ delle sue areole e gliele fissavo e intanto sbarravo gli occhi. Lei, vedendo questo, con un gesto aprì completamente la camicia facendosele uscire completamente.
Io dentro ero sveglio e volevo fare chissà che cosa, ma non riuscivo a fare nessun movimento. Ricordo solo che le dita della mia mano sinistra ad un certo punto si stiracchiarono. Mia madre pianse per il risultato che stava ottenendo.
Al momento di lavarmi, lei metteva la cerata sul letto e mi ci faceva rotolare sopra, poi mi spogliava completamente e prendeva a lavarmi con la spugna.
Quella volta venne in camera con il seno scoperto, senza nessun indumento, indossava solo la gonna. Alla vista di quel ben di Dio i miei occhi stavano per uscire dalle orbite e le dita delle mani si erano tutte stiracchiate.
Guardano i capezzoli di mia madre in modo appetitoso, avrei voluto assaggiarne uno, ma non potevo né dirglielo né farglielo capire. Quando mi spogliò avevo il pisello durissimo. Mia madre prese a lavarmi con la spugna per tutto il corpo e dopo aver finito mi asciugò. Ero ancora nudo col pisello duro e lei stava seduta sul letto con le tette quasi a contatto del mio viso.
Io gliele guardavo con avidità e lei, avvicinatasi, mi mise un capezzolo in bocca. Presi a succhiarlo e a leccarlo avidamente, come quando ero piccolo e lei mi allattava, quando sentii la mano di mia madre accarezzarmi il pisello e poi impugnarlo per iniziare una lenta masturbazione.
Mi stavo beando in quella posizione. Avevo gli occhi chiusi e li riaprii solo perché avevo sentito qualcosa che mi aveva bagnato il viso. Era mia madre che stava piangendo. Le sue lacrime mi bagnavano la guancia ed io non capivo se stesse piangendo per la gioia oppure per la vergogna.
Intanto mia madre non smetteva di masturbarmi e quando vide che stavo per raggiungere l’orgasmo accelerò il ritmo.
Ricordo che quel primo orgasmo fu stupendo, anche perché fu l’inizio del mio risveglio. Infatti mentre godevo emisi anche dei gemiti e sospiri forti e alla fine dissi “mamma”, seppure in modo confuso.
L’amore di mia madre che mi aveva fatto nascere, adesso mi aveva dato la spinta perché io mi svegliassi e quindi che rinascessi nuovamente.
Nel pomeriggio venne nuovamente il medico e lei gli disse ogni cosa. Il medico naturalmente le consigliò di continuare con quella terapia, anche se mia madre gli aveva detto che in un certo senso lei si vergognava.
Il giorno appresso, sempre durante l’operazione del lavaggio, mia madre agì nuovamente in quel modo. Mentre godevo lei vide che le mie gambe si muovevano e si stiravano, come ci si stiracchia la mattina subito dopo svegli. Forse quei risultati la convinsero a premere sull’acceleratore, fatto sta che iniziò una serie di stuzzicamenti, tralasciando le favole. Mi si presentava con addosso reggiseno e mutandine in pizzo nero e reggicalze con calze a rete da mozzare il fiato a chiunque. Il reggiseno era piccolo e fatto in modo che i capezzoli uscissero fuori con le areole. Era uno spettacolo molto ma molto stuzzicante, fino a che io non alzai le braccia nella sua direzione.
Lei, capendo che quello spettacolo non mi faceva altro che bene, continuava a mostrarsi a me senza avvicinarsi o si avvicinava quel tanto da farsi sfiorare. In quel modo mi spingeva a combattere con me stesso in modo da fare reagire il mio corpo.
Iniziai a dire qualche parola soprattutto ad elogiare le bellezze di mia madre la quale tutte le volte piangeva per la gioia. Ancora non parlavo del tutto normale, mi mangiavo qualche lettera o non la pronunciavo bene e lei alla fine mi accontentava masturbandomi.
Poi accadde che una mattina mia madre entrò in camera con addosso solo una guépiére con reggicalze incorporato, un paio di scarpe con tacco alto, senza mutandine e con le tette che uscivano fuori dalle coppe che lei teneva ripiegate all’interno.
Quella vista mi diede una tale scarica elettrica che sentii come una folgore su e giù per la spina dorsale. Il respiro mi si era fatto affannoso e sicuramente ero rosso in viso in quanto sentivo il viso andare a fuoco.
Prima di lavarmi mia madre fece una cosa bellissima, mi tolse il lenzuolo da sopra, mi spogliò e si mise sopra di me nella posizione del 69. Prese a succhiarmi il pisello mentre io, istintivamente presi a leccarle la figa. Le mie braccia rispondevano, così pure le dita delle mani. Ricordo che tenevo larga la figa di mia madre con entrambe le mani e le infilavo la lingua dentro. Mia madre raggiunse più volte l’orgasmo. Quando anch’io raggiunsi l’orgasmo, lei si alzò e prese a lavarmi per poi darmi il caffellatte.
Tuttavia non prese ad imboccarmi come faceva prima, mi aveva portato il vassoio ed io, non con poca fatica, presi il cucchiaio in mano ed iniziai a mangiare. Nel frattempo dicevo anche qualche parola, soprattutto ringraziavo mia madre dicendole che era stata brava a stuzzicare il mio cervello in quel modo.
Quando mio padre non era in casa, mia madre stava abbigliata con la guépiére e tutto in mostra, ed io emettevo dei sospiri perché mi deliziavo di quella visione.
Lei mi chiedeva cosa provassi nel vederla nuda ed io le sottolineavo le sue bellezze, quello che mi piaceva di più di lei, cioè il culo e le tette, e poi quando me lo prendeva in bocca. Mi disse, sorridendo un pochino, che si sentiva una puttana a comportarsi ed abbigliarsi in quel modo. Io le dissi, sempre sorridendo, che se poteva fare la puttana con lo zio, avrebbe potuto farlo anche con me. Mia madre mi venne vicino in fretta ed io pensai volesse darmi un ceffone ed invece mi diede un bacio in bocca. Mi disse che mio padre non aveva tempo per fare l’amore con lei perché era sempre impegnato col lavoro e lei aveva bisogno di un uomo per sfogarsi. Le dissi che ora c’ero io e che poteva sfogarsi con me. Mi baciò nuovamente in bocca dicendomi di non dire niente a nessuno in quanto quello sarebbe stato il nostro segreto.
Ormai anche le mie gambe davano segno di volersi risvegliare, segno che la terapia funzionava.
Una mattina mi feci trovare seduto sul letto. Lei ne fu stracontenta. E qualche giorno dopo cercai di alzarmi da solo. All’inizio feci un po’ di fatica, poi presi ad esercitarmi con la sedia facendo degli esercizi. Mi mettevo seduto sul letto ed alzano la sedia con i piedi, per tonificare i muscoli delle gambe.
E una mattina di quelle, sapendo che mio padre era al forno, mi alzai e pian pianino andai in camera di mia madre che ancora dormiva. Mi piazzai accanto a lei in piedi tutto nudo e col pisello dritto e glielo strisciavo sulle labbra. Quando lei aprì gli occhi emise un grido, forse per lo spavento.
La poca luce che filtrava dalla tapparella semi aperta faceva notare la mia sagoma ma non il mio viso, per cui lei pensò si trattasse di qualcuno che si era intrufolato in casa. Allora io andai verso la finestra camminando non molto veloce ed alzai la serranda. Mia madre si portò le mani alla bocca per non gridare e i suoi occhi si riempirono di lagrime per la gioia di vedermi in piedi.
Io la guardai e le dissi che quello era tutto merito suo, anche il pisello dritto. Poi avanzai verso di lei con il pisello duro e minaccioso. Mi fermai all’altezza della sua bocca e glielo strusciai sulle labbra. Lei mi disse “ma non sono una puttana” ed io le dissi “ed invece si, sei la mia puttana”.
Mia madre scostò le lenzuola e si mostrò a me tutta nuda a cosce spudoratamente spalancate. Mi disse “fottimi”.
Non me lo feci dire due volte, mi distesi sopra di lei e glielo infilai dentro. La sua figa ed bagnata e vogliosa ed il mio pisello non era molto grosso per quella figona.
Allora avevo quasi 15 anni e non ero molto esperto nel far l’amore, l’avevo solo visto in certi film porno. Mia madre fu la mia maestra. Mi insegnò come fare per soddisfarla col pisello con la lingua e con le mani.
Eravamo due amanti e non più madre e figlio. Tuttavia io la rispettavo come mamma in tutto e per tutto, solo quando dovevamo fare l’amore allora lei diventava la mia puttana.
Passò il tempo ed io mi ristabilii completamente, grazie comunque al sacrificio della mi mammina.
Ormai ero diventato quasi un uomo, il mio pisello si era ingrossato per bene ed aveva cambiato nome, passando da pisello a fava.
Mia madre però lo chiamava “il mio cazzone” e se lo sbaciucchiava un’infinità di volte.
Un giorno mi disse che aveva intenzione di insegnarmi un nuovo giochetto. Mi avvertì che questo nuovo gioco era un pochino pesante, ma io, conoscendo la sua voglia di sesso, non mi tirai indietro.
Eravamo entrambi nudi, sentivo un’attrazione per il suo corpo come fossi una calamita che attrae un pezzo di ferro. La sua peluria ricciola nera e le sue belle tette, per non parlare del suo bel culetto rotondo, mi mandavano in estasi.
Ad un certo punto lei prende la tela cerata, quella che un tempo mi metteva sotto quando doveva lavarmi, la mette per terra e mi ci fa distendere sopra, poi si piazza sopra il mio viso accovacciandosi sulle sue caviglie quasi in ginocchio e mi dice di leccarle la figa.
Io mi do da fare e con le mani nel frattempo le stuzzico i capezzoli. Mia madre viene in un batter d’occhio, una, due e anche tra volte.
Quanto termina di godere rimane sopra di me ed io le chiedo quale fosse questo nuovo gioco, visto che quello di leccarle la figa era una normalità per noi.
Non risponde, mi guarda fisso negli occhi e sorride. Io avevo la testa imprigionata dalle sue ginocchia e non potevo muovermi, quando all’improvviso vedo un getto di urina potente schizzare fuori dalla sua figa. Lei si allarga la figa con entrambe le mani quasi come a voler dirigere il getto dritto sul mio viso. Sul momento rimango stupito e forse anche un po’ schifato, ma sentire quel getto caldo sul mio viso mi eccita tremendamente, quindi apro la bocca e ne faccio entrare anche dentro. Assaggio la pipì di mia madre, è salata, calda e dolce.
Quando ella termina di pisciarmi in faccia riprendo a leccarle la figa, come per pulirla, facendole un bidet. Raggiunge nuovamente l’ennesimo orgasmo ed io le dico “mamma, sei proprio una puttana”.
Mia madre mi dà la mano facendomi alzare e mi bacia in bocca. Adesso è lei che assaggia i suoi umori, dal gusto della sua pipì ancora presente nella mia bocca, a quello dei suoi orgasmo.
Guardandomi sempre negli occhi e senza dirmi nulla, si inginocchia davanti a me ed inizia a spompinarmi. Le sborro in bocca quasi subito in quanto sono eccitatissimo. L’idea di avere una mamma così troia mi mandava il cervello in estasi.
Ad un certo punto, visto che lei era rimasta in ginocchio davanti a me, ci guardiamo fisso negli occhi senza dire una parola. Vedo un accenno sul suo viso voglioso e capisco ciò che vuole, ciò che si aspetta da me.
Mi concentro e mi libero della mia pipì sul suo viso. Lei apre la bocca ed io le piscio dentro, sugli occhi e sulle tette. Mi sentivo come un pompiere che stava spegnendo un incendio, e quell’incendio era il vulcano che era dentro mia madre.
Quella perversione mi ha nuovamente fatto eccitare, ma non solo a me, in quanto anche lei è su di giri, quasi non la riconosco più.
Mi dice “scopami, fottimi, mettimi incinta”.
Quelle parole piene di ardore mi mettono il fuoco dentro. La prendo per mano e la porta nella mia camera. La infilzo immediatamente e la pompo per diversi minuti. Avevo già raggiunto l’orgasmo e quindi potevo durare di più.
Dopo averla sentita urlare di piacere più di una volta, anch’io godo scaricandomi dentro la sua figa.
Dopo realizza che effettivamente sarebbe potuta rimanere incinta, quindi glielo dico e lei dice “voglio un figlio da te”. “ma tu sei matta” le dico, ma lei, in preda ad una specie di crisi di astinenza da sesso, mi sale sopra dopo avermi spompinato un altro po’ per farmelo tornare duro e si infilza nuovamente.
Stavolta è lei che cavalca sul mio cazzone. Mi incita come fosse ad un rodeo sopra uno stallone da domare.
Intanto sento la porta di casa che si apre, sicuramente è mio padre che torna dal lavoro. Le dico di tacere per non farsi sentire, ma lei non ne vuole sapere, anzi urla più forte dicendo cose indicibili, parla apertamente di sesso tra me e lei, decanta il mio cazzone, come lo chiama lei. La porta della camera si apre ed io vedo la figura di mio padre sulla soglia. Lei si ferma e si volta verso di lui, entrambi si fissano e poco dopo mia madre riprende la cavalcata sul mio cazzone sempre rimanendo a guardare mio padre. Poi raggiunge l’orgasmo in un modo osceno dicendo frasi oscene piene di sesso.
Mio padre si ritira ed io sono rosso per la vergogna. Quella troia di mia madre invece è fiera di se, mi prende per mano e mi porta in bagno a far la doccia.
Quando più tardi a cena siamo seduti a tavola, io cerco di scusarmi con mio padre il quale mi guarda, sorride e non mi dice nulla.
Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. Ad un certo punto mia madre, rivolgendosi a mio padre, dice “ma lo sai che tuo figlio ha proprio un bel cazzone?”. Mio padre mi guarda, la guarda e dice “bene, vorrà dire che adesso non andrai più a cercarti gli uomini per farti montare”.
Rimango esterrefatto. Ma allora mia madre era proprio una puttana!
Cerco di dire qualcosa a mio padre il quale mi blocca dicendomi delle cose che non sapevo. Mi parla del fatto che a causa del lavoro lui la trascurava e che quindi lei in un certo senso si sentiva autorizzata a cercare altri uomini per essere soddisfatta. Mi spiega un sacco di altre cose ed infine dice “sono contento che a soddisfare tua madre sia proprio tu e non un estraneo”. Poi continua dicendo “non avere vergogna di me se a tua madre viene la voglia di farsi scopare in mia presenza, lei lo fa apposta perché è anche una sfegatata esibizionista”.
Il seguito, se a qualcuno interessa, lo racconterò dopo. Ciao a tutti.
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16 years ago
Piersilvio3Pecetti,
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Una serata inaspettata...
Sono le 22:00 di un martedì sera, mi ritrovo in giro per la mia città e alla fine mi fermo al pub di un mio amico.
Entro e vado dritto al banco.
Noto che il locale è quasi vuoto e quindi il mio amico ha abbastanza tempo per chiacchierare con me.
Passa circa un quarto d'ora quando entra una ragazza sui 30, carina e ben vestita.
Anche lei si mette seduta al banco.
Tra una battuta e l'altra col mio amico coinvogliamo anche lei che si mostra simpatica e disponibile al dialogo.
Beviamo qualcosa e tra una parola e l'altra è già passata un'ora.
Dopo un'ora e diverse birre entriamo un po' più in confidenza e mi lascio sfuggire qualche complimento che sembra essere apprezzato.
Ci spostiamo fuori per fumare una sigaretta e continuiamo a chiacchierare e a scambiarci complimenti.
In particolare mi soffermavo sulle sue scarpe con un bel tacco da 12 e quanto queste contribuivano a rendere lei ancora più bella e affascinante.
Azzardo anche qualche battuta sull'intimo e vedo che lei risponde alle mie curiosità senza nessun problema.
Mi lascio sfuggire (volutamente) che trovo sensuale ed eccitante che un maschio indossi la biancheria della propria donna per rendere più giocoso il sesso... lei per niente sconvolta sembra addirittura divertita e incuriosita.
Mi fa però notare che un uomo in intimo femminile sarebbe alquanto ridicolo a causa dei peli.
Rispondo subito che mi depilo e che quindi il problema non si presenterebbe nel mio caso... Ride e mi dice: "Cos'è? Una nuova tecnica per provarci?" Ed io: "No, ma mi depilo comunque e se ne vuoi prova... "Piuttosto mi incuriosisce vederti in guepiere e calze..." fa subito lei. "Se vuoi" rispondo io "E quado vuoi" continuo.
Cinque secondi di pausa..... "Ora!" Risponde, e ancora "Seguimi in macchina".
Ci spostiamo in macchina verso casa sua, mi fa accomodare e mi porta un flute di prosecco... un brindisi e poi sparisce per due minuti.
Mi porta dell'intimo e mi dice di scegliere quale indossare. Quando avrei fatto sarei dovuto andare nell'unica stanza illuminata in fondo al corridoio.
Seguo le istruzioni e scelgo una guepiere rosa con perizoma coordinato e calze velate bianche tra le cose che mi ha portato.
Seguo il corridoio fino alla stanza illuminata, apro e vedo che è il bagno dove trovo lei in vestaglia nera con ricami cinesi.
Mi chiede di sedermi sullo sgabellino che avevo di fronte e mi dice che avrebbe pensato lei al resto.
Inizia a canticchiare una canzone e a truccarmi... sembra sicura di quello e che fa e sembra non sia la prima volta che trucca un uomo...
Dopo qualche minuto dice che può andare bene così e mi invita a seguirla. Entriamo in camera e mi fa sdraiare sul letto.
Lei si mette dietro a un paravento, toglie la vestaglia e sento che armeggia con qualcosa. Esce con un body in latex e stivali alti al ginocchio e lucidi.
Faccio come per alzarmi per andarle incontro e lei subito mi blocca sul letto.
Iniziamo a baciarci e toccarci e appena il cazzo mi si indurisce per bene inizia a leccarmelo e a succhiarlo.
Si dedica anche alle mie palle e ogni tanto offre la sua lingua anche al mio buchetto.
"Ti piace?" mi chiede... "Si" rispondo io... "Vediamo se ti piace così" fa lei... e inizia a leccarmi con insistenza l'orifizio fino a penetrarmi ora con la lingua, ora con le dita.
Premesso che i più attenti avranno letto che sono bisex e trav in privato, una delle cose che più mi fa impazzire è sentire un'abile lingua che mi lecca il culo. Se poi alla lingua abbiniamo le dita....
Noto che più mi eccito, più si eccita e dopo un bel po' di tempo passato così mi dice... "E adesso vediamo se ti piace così".
Mi fa spostare più in alto, prende le mie mani e le lega alla spalliera del letto, sbottona il body e inizia a cavalcarmi senza che io possa toccarla...
A un certo punto mi dice: "Per il momento basta così" mi slega, mi fa mettere carponi e mi rilega come prima, esce dal letto, apre l'armadio dal quale preleva uno strap-on e mentre lo indossa mi dice "Hai voluto indossare abiti da puttana? E adesso fai la puttana! Sei anche truccato da puttana!".
Si lecca la mano e la passa sul dildo, poi ripete il gesto ma stavolta l'obbiettivo è il mio culo... Spalma abbastanza saliva sul mio buco e subito "ZAC" inizia a penetrarmi lasciando il tempo allo sfintere di abituarsi.
Ancora un po' di saliva e inizia ad accelerare col ritmo. Dieci minuti più tardi è ancora lì, dietro di me che continua a sfondarmi il culo ed io che quasi vengo dall'eccitazione. Rallenta un attimo e mi dice che sono una brava puttana... mi slega i polsi e si stacca dallo strap-on..."Meriti un premio per quello che hai fatto" e riprende a succhiarmelo.
Questa volta lo prende tutto fino in gola.... e nonostante io non sia megadotato notavo in lei una certa difficoltà.
Senza dubbio era più brava a incularmi ma comunque ci sapeva fare anche con la bocca.
Poco dopo lascia il mio cazzo e mi si presenta col culo in faccia. "Lecca" mi dice.... "E quello che ho fatto a te devi farlo adesso tu a me, ma non ti permettere di scoparmi la fica!".
Dopo una bella leccata provo a penetrarla... scivola dentro quasi da solo... Toglie il preservativo dall strap-on e mentre la inculo se lo sbatte in fica e mi invita a spingere ancora di più.
Amici miei... nemmeno cinque minuti di inculata che esplodo in una sborrata che mai avevo visto!!! E lei... sembrava pisciasse da quanto è venuta.
Restiamo un po' fermi l'uno sull'altra... senza carezze o baci o altro...
Ci guardiao in faccia soltanto... e non serve dire che è piaciuto a entrambi....
L'unico dialogo che c'è stato prima dei saluti è stato: lei: "Lasciami il tuo numero, che quando avrò voglia di una brava puttana ti chiamo" io: "Ok, lo lascio sul tavolino, in salotto... e ricorda che le puttane, qua, siamo in due...vediamo anche di invitare qualche toro..."
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 2 hours ago -
Al cine, storia assolutamente vera.
Avevo 25 anni allora, ero giovane, spensierato, ingenuo e comunque desideroso di scoprire la vita. Avevo già frequentato quel cine a luci rosse ma, nonostante avessi notato dei movimenti strani dietro l’ultima fila della platea, non avevo mai avuto il coraggio di girarmi e guardare esattamente cosa succedesse, e tantomeno non avevo mai pensato di fermarmi li, appoggiato a quel muro, aspettando che succedesse chissacchè. Anzi, a dire il vero, il solo pensiero di essere avvicinato da uno sconosciuto mi spaventava o mi suscitava ribrezzo.
Quella sera non sapevo cosa fare, era un mercoledì di primavera, non avevo voglia di stare a casa e quel maledetto esame di diritto mi stava stremando, così decisi di fare un salto al cinema. Ricordo che non guardai nemmeno come si intitolava il film, tanto...che differenza faceva. Erano le 20 o 20.30. Entrai in sala e non c’erano che poche persone. Il film era già iniziato. Restai seduto per circa 10 minuti ma non trovavo pace allora decisi di salire al piano superiore. Una volta sopra mi sedetti in ultima fila, tanto, non c’era nessuno. Così mi rilassai e cominciai a sognare di essere il protagonista del film. Le attrici erano belle, bei corpi, belle labbra e prendevano il cazzo in tutte le posizioni possibili. Ma la cosa che mi eccitò di più fu che le vicende narrate dal film, o meglio, le situazioni, erano verosimili. Ecco perche’ gli ormoni cominciarono a circolare ad una velocità straordinaria e in men che non si dica mi ritrovai con l’uccello in tiro. Ad un tratto una coppia si sedette sulla fila davanti alla mia, un pò a destra. La posizione era tattica, ma io ero ancora innocente e non ci feci caso. In modo apparentemente naturale, la figura, che poi scoprii essere la lei di coppia, appoggiò la mano sullo schienale della poltrona esattamente davanti a me, come se volesse rilassarsi. Ma io ero concentrato sul film, troppo concentrato e non interpretai in nessun modo quel gesto!! Succedesse ora non resterei inerte. Ma forse fu proprio la mia inamovibilità che spinse la coppia a prendere coraggio. Fatto sta che la mano finse di cadere accidentalmente all’indietro, e nel cadere si appoggiò “casualmente” sul mio ginocchio. Io non potei non accorgermi del fatto ma chissà perche’ non ritrassi il ginocchio. Ricordo solo che il cuore cominciò a battere a 100000. La mano tornò ad appoggiarsi sul mio ginocchio, ma questa volta non accidentalmente perchè comincio a giochicchiare col dito sulla mia gamba, toccandola, sfiorandola e accarezzandola in modo sempre più deciso ed audace. Ricordo ancora come, la mia reazione fu di agevolare le “carezze” e avvicinai il mio ginocchio allo schienale della fila di fronte, cosicchè la mano comincio’ ad esplorare la mia gamba sempre più in alto fino ad arrivare alla patta. Avevo il membro di cemento e non chiedeva altro che essere liberato, ma io non avevo il coraggio di muovermi e non sapevo veramente che fare. All’improvviso la mano si retrasse e vidi le due ombre confabulare. Dopo qualche secondo si alzarono entrambi ed individuai che dovevano necessariamente essere una coppia etero, poichè la figura più bassa portava una minigonna. Non so ancora quanti anni avessero i due ma dal passo agile di lei e dalla loro figura longilinea capii che erano abbastanza giovani. Quando si alzarono ebbi l’impressione di aver perso un’occasione e mi maledissi per non essere stato più deciso nel fargli capire che mi piaceva. In realtà dopo essere usciti dalla fila di sedie, la lei di coppia venne a sedersi proprio accanto a me, mentre lui sparì dietro le mie spalle. Una volta seduta, lei si adoperò immediatamente per toccarmi la patta. Mi slaccio la cerniera, cercò il mio membro e subito dopo partì con lo slacciarmi la cintura. A me sembrava un sogno. Il cuore pulsava a dismisura, le guance erano incandescenti e non capii più nulla. Agevolai l’operazione e in un battibaleno mi trovai con i calzoni e gli slip alle caviglie, le gambe aperte e la sua bocca che mi succhiava. Insomma, il paradiso!!! Le immagini del film, i gemiti delle attrici e degli attori, l’atmosfera di un cinema al buio, la consapevolezza che qualcuno potesse vedere tutto, il profumo di lei, la sua chioma che mi copriva le parti intime e il suo saliscendi mentre mi succhiava, insomma tutto era fantastico. Quando lei si fece spazio tra le mie natiche e comiciò a titillarmi l’ano chiusi gli occhi e piegai la testa all’indietro dal piacere. Non era possibile, troppo bello per essere vero! Ad un tratto sentii qualcosa appoggiarsi sulla mia guancia. Era liscio, caldo e odorava di sesso. Scivolò sulla mia pelle, tra le guance e le labbra. Istintivamente socchiusi le labbra e estrassi la lingua e, non certo per caso, immediatamente il sesso di lui mi si appoggiò sopra. Lui non era sparito, si era semplicemente appostato dietro di noi due – in piedi – per godersi meglio lo spettacolo, e quando io piegai la testa indietro per il piacere lui interpretò il gesto come una ricerca del suo membro. La coincidenza non poteva essere per me più gradita , anche se, lo confesso, era la prima volta che toccavo un membro maschile. Lui si fece spazio tra le mie labbra e cominciò a entrarmi in bocca. Era grosso, liscio, profumato di sesso e mi riempì la bocca da subito. Lo afferrai con la mano destra torcendo un pò la testa ed iniziai a leccarlo, giocando con la punta della lingua sulla sua cappella turgida. Lo succhiai tutto, fin giù sulle palle. Non aveva peli. Lui mi fece capire che gli piaceva perchè con la mano guidò la mia testa in su ed in giù così da procurargli il massimo piacere. Io ero come drogato. Di sicuro ero in completa balia di questi due sconosciuti che stavano facendo di me quello che volevano. E a me piaceva come non mi era mai capitato prima. Non so quanto tempo passò, forse 10 secondi o forse 10 anni, ma io ero felicemente schiavo dei miei sensi e delle loro volontà. Ricordo ancora che feci appena in tempo di sentire il gemito di un attore che raggiungeva l’orgasmo che anch’io cominciai ad ansimare prima di esplodere. Il mio cazzo diventò improvvisamente d’acciaio e il ditino di lei nel frattempo si era fatto pieno spazio dentro di me. Godetti come non mai, mi mossi ritmicamente subendo gli spasmi del mio corpo e con l’uccello di lui in bocca emisi un gemito soffocato ma intenso. Estrassi l’uccello di lui dalla mia bocca per respirare tenedolo comunque in mano e lo sentii pulsare stranamente. Subito dopo un fiotto caldo di sperma mi inondò le labbra socchiuse e le guance e anche il corpo di lui fu preso dagli spasmi del piacere. Non ebbi l’istinto di allontanarmi, ma continuai a leccare quel suo membro turgido e pieno di sperma. Il gusto salato del suo seme mi ubriaco’. Immediatamente dopo sentìì la bocca di lei allontanarsi dal mio cazzo ed emettere un gemito di piacere. Anche lei stava avendo un orgasmo. E che orgasmo!! Aprii gli occhi e scoprii che mentre io venivo preso da lui e da lei contemporaneamente, un’altro sconosciuto era sopraggiunto e aveva cominciato a chiavarsi la lei, sollevandole la gonna e approfittando della sua posizione alla pecorina. Insomma il gioco, che io pensavo all’inizio fosse solo tra me e lei, si era presto esteso a 4 persone, ognuno che approfittava a modo suo della situazione. Ma la cosa esaltante fu che tutti raggiungemmo l’orgasmo contemporaneamente.
I tre sconosciuti si ricomposero subito e si allontanarono senza proferir parola , mentre io rimasi li, fermo, con i calzoni calati e lo sperma in viso per un pò. Non riuscivo a riprendermi. Alla fine anch’io mi risistemai alla meglio e uscii dal cinema. Non avevo mai avuto un rapporto con una sconosciuta prima di quel giorno ma soprattutto non avevo mai toccato un membro maschile fino a quel momento. Da allora non disdico qualche rapporto con maschi anche se, devo ammettere, sono molto selettivo e comunque preferisco le donne. Tante volte ho sognato quella sera, ma non ho mai avuto un’altra occasione così. Ancora oggi mi chiedo se non sia stato solo un sogno.
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16 years ago
robysxtv, 43
Last visit: 13 years ago -
La scoperta
già da tempo avevo capito, i segnali c'erano tutti, cambi d'umore repentini, bugie, ritardi.
ma forse è meglio cominciare dall'inizio.
io e mia moglie ci conosciamo dai tempi della scuola elemetare.
io sono stato l'unico fidanzato e fino a qualche tempo fa credevo di essere stato anche l'unico uomo.
insieme abbiamo passato momenti belle e momenti veramente brutti, ma siamo sempre riusciti a cavarcela.
da un paio di mesi però mi sono accortoche era cambiata.
non mi raccontava più cosa succedeva al lavoro, fa la commessa per un negozio di inttimo, e tornava a casa sempre più tardi e sempre più di cattivo umore.
qualche giorno fa decido di andarla a trovare per la pausa pranzo, incontro una sua collega che imbarazzata mi dice che LEI è rimasta in negozio per l'inventario. il negozio ha un entrata secondaria, ed è li che riesco a vedere le lunghe gambe di Valeria che escono dal camerino e in mezzo riconosco il suo titolare che la penetrave con foga.
mi accorgo che la porta non è chiusa, indeciso se fare una scenata entro piano piano, ma le sorpese non finiscono altri 4 maschi sono dentro con loro tutti con degli arnesi enormi... la sento gemere come una troia e gridare oscenità.
sono confuso non so cosa fare ma mentre cerco di riordinare le idee uno di loro si accorge della mia presenza, se chi sono è un cliente del mio studio.... ma lui non si scompone dice a valeria di girarsi e allargarsi il culo che gli è venuta voglia di prenderglielo.
la gelosia mi appanna la vista ma l'eccitazione mi acceca.. sento il cazzo esplodere. ed è propro in quel momento che valeria e i suoi 5 uomini si avvicinano e mi ordinano di mettermi in ginocchio, obbedisco senza ribbattere, lei prende in mano il cazzo più grosso e mi ordina di prenderlo in bocca a succhiarlo. premetto che fino ad allora non avevo mai avuto esperienze bsex. apro la bocca fra le risate e gli sfottò dell'allegra brigata. valeria, dandomi del cornuto frocio, mi leva i pantaloni e le mutande e vedendomi eccitato aumenta le offese paragonando l mio normalissimo cazzo alle bestie dei cinqua energumeni. il promo cazzo in culo è proprio quello del cliente dello studio che mi sfonda con poderose spinte mentre in bocca si alternano gli altri. mi sento una troia sono ormai sopraffatto dal piacere e comincio a godere fra le risate generali la mia valeria comanda il gioco è lei che decide chi devo spompinare e chi mi deve inculare fino a quando tutte e 5 mi sborrano in faccia ed in bocca, cerco di non fare cadere neanche una goccia.
da allora la ma vita sessuale è cambiata.
quasi tutti i giorni faccio sesso orale con il mio cliente che ognitanto porta un amico.
e la sera vado a prendere valeria e la ripulisco con la lingua da tutto lo sperma che gli viene schizzato durante la giornata
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16 years ago
queequeg74,
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Vita di paese - parte prima
Quello che sto per raccontare è un fatto realmente accaduto nel mio paese, un piccolo borgo nell’entroterra ligure. Per chi non conoscesse la realtà dei piccoli paesini, sappiate che uno dei motti maggiormente in voga è ‘Il paese è piccolo e la gente mormora!’, oppure ‘Tiri una scoreggia, tempo 5 minuti suonano le campane!’. Quando ci si conosce tutti, è quasi normale sapere vita, morte e miracoli di chicchessia. A lungo andare è una cosa fastidiosa, sentirti costantemente sulla bocca di tutti. E si sa, nei paesini la maggior parte della gente ha superato i 60, e li senti borbottare sui gradoni davanti alla chiesa frasi del tipo ‘I giovani di oggi..’ ‘Non ci sono più le stagioni di una volta..’ e altre perle di saggezza simili. Chiuso il preambolo, passiamo alla storia. Era da poco venuta ad abitare da noi una famiglia torinese. Il padre, un cicciotello sulla quarantina, aveva trovato impiego nella locale fabbrica di materassi (ebbene sì, da noi ne esiste ancora una!) come responsabile della sicurezza. La moglie, una bella donna sulla quarantina, sempre tenuta e ben pettinata, faceva la casalinga e non la si vedeva mai in giro a parte la domenica a messa. C’era anche una figlia, una bella ragazza di 18 anni che però abitava ancora in Piemonte e scendeva ogni morte di papa. Antipatici come erano, non ci misero molto ad attirarsi l’antipatia di tutto il paese. Non che ci voglia molto, qua basta che non saluti e subito sei tacciato di stregoneria. Loro però, erano gente davvero cafona. Lui guardava tutti con superbia, parcheggiava come voleva il suo BMW targato TO nella piazza del paese in modo da occupare 3 spazi in una volta..e non è che ce ne siano molti, in realtà! Lei, quando la si vedeva in giro, ti squadrava come una di città guarda un contadino! Una cosa molto fastidiosa, a dir la verità. Davvero gente da poco. Dopo qualche mese però che abitavano da noi, per il paese corse una voce strana: tutti i pomeriggi, dalle 14 alle 18, tanta gente del posto andava a casa loro e si fermava per dieci, quindici, venti minuti! Io e un mio amico, iniziammo a investigare. Purtroppo per arrivare a casa loro, bisognava passare davanti ad alcuni negozietti, e quindi non potevamo fermarci troppo a sostare perché i commercianti si sarebbero insospettiti. Se volevamo saperne di più, dovevamo agire nell’ombra, come i detective nei film! Il mio amico A, riuscì a ‘prendere in prestito’ il binocolo del padre, e salimmo su una collinetta vicina per spiare la zona segreta! In una settimana di appostamenti, notammo un andirivieni altamente sospetto: molta gente del paese saliva su, e una volta entrata, le persiane del salotto venivano chiuse, come se fosse una specie di segnale! Una vocina ci ronzava nella testa, ma dovevamo avere la conferma di quanto stava accadendo..una cosa del genere, bastava per solleticare le menti giovani e perverse di due 18enni che quotidianamente abusavano parecchio della loro mano sinistra (io!) e destra (il mio amico!). Decisi, io e il mio amico andammo a trovare la ‘Signora!’ un pomeriggio che le persiane erano aperte. Suonammo, e dopo poco la Signora venne ad aprire. Era tirata che sembrava una sfilata di Missoni, portava short attillati a mettere in mostra delle curve più che acettabili. Sul viso aveva un velo di trucco, ad accentuare dei bei occhioni verdi smeraldo. Aveva una camicetta sottile (era estare!) con una scollatura ampia che lasciava ben poco all’immaginazione! Nel complesso, una gran figa, diciamolo pure! ‘Che volete?’ ci accoglie con voce brusca. ‘Salve – rispondo io, con la faccia di tolla più estrema – abbiamo notato un certo via vai, e volevamo verificare se per caso qua si regalasse della Ganja!’. ‘Ma cosa dite? – risponde lei con un odiosissimo accento Piemontese (non che abbia niente contro i Piemontesi, ma mi perdonino se affermo che la loro cadenza dà veramente i nervi!) ‘Non sono mica una Pasticceria!’ ‘Lo sappiamo benissimo chi è lei – fa il mio amico – e abbiamo i soldi! Quanto?’ Non ci siamo resi conto in quel momento che rischiavamo una denuncia per calunnia, ma andammo avanti. ‘Ma cosa dite? Andate via o vi denuncio, maleducati!’ A sentirla gridare, alcuni vecchietti avevano messo la testa fuori dalle case, e scrutavano la scena con aria severa. ‘Ok – faccio io – andiamo, ci scusi per il disturbo! Son sicuro che le voci in paese son del tutto infondate!’. ‘Che voci – dice lei con voce stupita – cosa state borbottando?’ Il mio amico parte in quarta, con quella cattiveria che solo i liguri sanno avere : ‘Le voci che lei è una bald..’ ma lo trattengo dal dire l’ultima frase perché potrebbe metterci in guai davvero seri. ‘Volevamo dire, che tanta gente ha notato il via vai giornaliero da questa casa. Il paese è piccolo, la gente mormora!’. Lei ci guarda con aria perplessa, come chi non sa che pesci pigliare ma deve fare buon viso obbligato a cattivo gioco. ‘E cosa direbbero queste voci?’ continua lei. ‘Ancora non hai capito? – dice A. – Vogliono dire che sei una batt…’ e per la seconda volta mi trovo costretto a tirargli una gomitata per bloccare la sua lingua tagliente. ‘Siete due stronzi voi due sapere?’ e nel dire questo, tradisce una certa ansia che prima non aveva. ‘Se lo dice lei.. Noi siamo dell’oratorio, siamo due animatori. Il parroco, don Felice, allarmato dalle voci che corrono in piazza vuole capire se veramente c’è del vero o sono solo cattiverie di paese, e ci ha chiesto di controllare con circospetto. Noi siamo ragazzi fidati, sa che non abbiamo grilli per la testa e seguiamo la retta via (o la via del retto, questo l’ho pensata ma non la dissi!). Se avesse il benché minimo sospetto, avvertirebbe il Maresciallo dei Carabinieri. Non vi potrebbero fare nulla, ma ci sarebbe un gran putiferio e dubito che la vostra immagine di nobildonna ne uscirebbe linda e immacolata. Lei non si immagina neanche, in un paesino, quanto può essere forte la figura del parroco. Meglio non indispettirlo, soprattutto perché si sa, le beghine di chiesa cercano sempre nuova carne da mettere al fuoco.’ Lei non dice niente, ma improvvisamente è pallida come un lenzuolo. ‘Tombola, penso io!’ Ora te la diamo noi, la Mole! ‘Non è vero – farfuglia lei – non avete prove!’. ‘Allora è proprio tarda – inizio io con voce paziente – nei paesi non servono prove, bastano voci. Talvolta manco del tutto fondate, solo accenni. Poi la curiosità popolare fa il suo lavoro! Noi non cerchiamo prove, noi cerchiamo sospetti, indizi.. Le prove non valgono nulla! La gente di questo posto è annoiata, stanca, non aspetta altro che un po’ di vita per distruggerla! Signora mia, se ci tiene alla sua ‘Pubblica immagine’ (e questo concetto lo espressi con sincero disprezzo) le conviene ascoltare quanto dobbiamo proporle, se non vuole che il Parroco sappia quello che abbiamo scoperto!’ ‘E cosa dovrei fare?’ ‘Beh, per iniziare offrirci un caffè, non si incazzi se fumiamo nella sua cucina, chiuda le finestre e spalanchi le gamb..ehm le orecchie!’. ‘Accomodatevi!’ e spostandosi, ci lascia entrare.
FINE PRIMA PARTE
Vi stuzzica? Se vi è piaciuta scrivetemi commenti e pensieri, impressioni e spunti. La storia non finisce certo qua, quello che successe in seguito neanche il più perverso di voi riuscirà ad indovinare! Siete curiosi di sapere? Abbiate un po’ di pazienza.. Il dolce viene dopo il primo ed il secondo.. come disse Cicciolina!
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16 years ago
admin, 75
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Il mio primo incontro con una coppia (prima parte)
Primavera 2006: dopo molto tempo riesco a conoscere una coppia in cerca di single. Oramai coppie del genere è merce molta “rara”, un po’ perché noi single siamo molto esuberanti, un pò per le coppie che sono diventati molto diffidenti. Dopo un po’ di tira e molla e dopo una lunga serie di email “conoscitive” riusciamo a darci un appuntamento: uno di quelli appuntamenti tipo: ci prendiamo un caffè e ne parliamo.
Ore 1600: luogo dell’appuntamento, io arrivo con lo scooter, mi fermo e aspetto che mi chiamino. Dopo circa 30 minuti di attesa, quando oramai avevo perso ogni speranza, mi squillò il cellulare e una voce di una donna: “Salvo? Scusaci, stiamo per venire abbiamo avuto un contrattempo e non abbiamo avuto il tempo di farti neanche uno squillo…”!
Riattacco e dico fra me e me: perlomeno sono stati cortesi a chiamarmi e a scusarsi: forse è la coppia giusta, serie ed educata.
Eccoli, si presentano con una Mercedes nuova fiammante, color grigio perla. Scendono, si avvicinano e si presentano: “Piacere Antonio, sono il lui della coppia”. Un uomo di circa 37-40 anni, ben vestito, capelli brizzolati, sbarbato, diciamo un bell’uomo….
Poi tocca a lei: Giovanna: alta circa 1,70, mora, una signora ben distinta, forse con qualche kiletto in più, ma messi nei punti strategici del suo sensuale corpo….. "E tu saresti Salvo? Antonio mi ha parlato di te e mi ha messo una certa curiosità…” La guardavo incredulo di quello che stava succedendo, dalla mia bocca uscì un SI ma non mi resi conto di quello che dicevo: ero esterrefatto da quella donna. Era vestita con una gonna a tubo color blu scuro, una camicetta bianca scollata che si vedeva ogni cosa, capelli mossi tacchi a spillo e un braccialetto di oro bianco alla caviglia.
Ci sedemmo, venne il cameriere ed ordinammo delle bevande. Io ero seduto vicino a lei e mentre stavamo chiacchierando di avventure, di serietà, singles e coppie, posi la mia mano sulla sua, che accarezzava il bicchiere pieno di cola…. Sentii dalla sua mano un brivido risalire per tutto il braccio fino al cervello….. sentii il suo calore sui miei polpastrelli. Feci scivolare la mano fino al polso e l’avambraccio. Sicuramente era una donna che faceva sport, anche se, ripeto, aveva qualche kiletto in più, la sentivo soda sotto le mie mani….. Il suo compagno, mi osservava divertito di quello che stava succedendo, gli diceva che ero molto simpatico e che sicuramente poteva succedere qualcosa di buono tra noi…..
Il nostro incontro conoscitivo finì così: non successe nulla tranne che quando ci salutammo, lei mi strinse a se facendomi sentire i suoi capezzoli duri. Poi mi mordicchiò l’oblo dell’orecchio sinistro con le sue labbra carnose… ed io strofinai le mie labbra sul collo per sbaciucchiarla.
Passarono alcuni giorni e, se volete sapere la verità, ero tentato a fargli una telefonata sul loro cellulare per sapere cosa avevano deciso, da essere umano caliente quella donna mi aveva fatto bollire il sangue dalle arterie ai capillari. A lui non ci pensavo proprio, lo consideravo quasi il terzo incomodo.
Un giorno, quasi sera, stavo per ritornare a casa che mi squillò il cellulare, non controllai il numero poiché guidavo e risposi direttamente con l’auricolare. “Pronto: Salvo? Sono Giovanna, ti ricordi di me?” Ma come potevo dimenticarti gioia mia: gli volevo dire, sei entrata nei miei più profondi sogni erotici!
“Dove stai? Noi stiamo a casa e ti abbiamo pensato, perché non vieni qui a mangiare qualcosina con noi? Ci farebbe un grosso piacere!” Un piacere? Il piacere sarà mio, credimi……
Non me lo feci dire due volte: “Cara, dammi l’indirizzo, il tempo di arrivare e sarò da voi”. Mi feci dare l’indirizzo, ma non conoscendo la strada lui, Antonio, mi venne incontro e poi mi guidò fino a casa.
Abitavano in una casetta isolata, intorno giardini e piante. Mi fece entrare con la mia macchina nel loro pseudo podere, scesi e salutai Antonio. Lui mi mise la mano sulla spalla come amici di vecchia data e mi chiese com’era andata la giornata lavorativa, e se il loro invito aveva procurato problemi. Problemi? Assolutamente NO Antonio: risposi! Per me è un vero piacere trascorrere una serata con delle persone squisite come voi…..
Entrai in casa, un salotto a vista, arredata molto bene e di buon gusto. Sentii da lontano la sua voce: “Arrivo un attimo”! Ed eccola: si presentò con un vestitino molto blando e fresco, calze color carne, la solita scollatura da infarto. Mi abbracciò e come al solito il classico morso all’orecchio….. Che donna dissi tra me e me!
Mi fecero accomodare nel salotto, lei dapprima di sedette sulle gambe di Antonio, con le mani dietro, sulla sua pancia, e le gambe leggermente divaricate, al punto di notare che portava calze autoreggenti, ma non riuscivo a notare il colore delle mutandine o altro (che malato che sono) Cazzo! Già fantasticavo!
Dopo un po’ di chiacchiere, Antonio mi chiese se volevo qualcosina di fresco, diedi il mio consenso, Giovanna si alzò e mentre lui andava in un’altra stanza a prendere da bere, lei si sedette vicino a me.
All’inizio mi sentivo molto in imbarazzo, volevo saltargli addosso e strappargli tutto, ma capii lo stratagemma. Lei si voleva far conquistare davanti al marito, ma io dovevo conquistarla.
Appena arrivò lui, il tempo di sorseggiare un po’ di coca-cola, posai il bicchiere sul tavolino e gli misi una mano sulla gamba. Appena la toccai, lei fece un sobbalzo, come se avesse preso la corrente: la mia mano sulla sua gamba la palpeggiava per tutta la sua lunghezza. “Devo dire che tuo marito si deve ritenere molto fortunato ad avere te al suo fianco, sei veramente fantastica”. E nel frattempo palpeggiavo ancora di più, la mano fece alzare al gonna e arrivai oltre le calze e, appena ci fu il contatto con la sua pelle, lei fece n sobbalzò di nuovo e mi fissò negli occhi.
Gli misi la mano dal di dietro come se la volevo abbracciare, alzandole i capelli dal collo e l’alitai sul collo. Sentivo il suo corpo che fremeva vicino a me, e suo marito che guardava toccando dal sopra dei pantaloni il suo inguine. Arrivai con la mano fino a toccare i primi peli del fatidico triangolino della pube: CAZZO! Non porta mutandine o cose similari. Lei aprì le gambe e con le sue mani accompagnò la mia verso l’ingresso della vulva….. calda, già mezza bagnata dal suo umore, e già fremeva……
Intanto avevo incominciato a baciargli tutto in collo, dietro l’orecchio e piano piano scendevo giù verso i suoi poderosi seni…
Antonio oramai era diventato “autonomo”, di era abbassato il pantalone e se lo incominciava a menare, chiedendo a lei di osservarlo….. “guardami, guardami adesso,mentre Salvo ti stà toccando, guardami come stò….” le sussurrava, che con le gambe oramai aperte, il dito medio della mano conficcato dentro. Lei si girò e incominciò ad aprire la camicetta, e mentre l’apriva mi leccava tutte e due capezzoli: e poi giù sopra la pancia… ma non poteva andare oltre perché avevo ancora il pantalone…
Provai a togliermelo in un batter d’occhio, ma lei mi fermò, mi fece alzare e lei sempre seduta davanti a me incomiciò a slacciarmi un po’ alla volta il pantalone. E lui? Sempre in piedi si mise vicino a me ad osservare cosa voleva fare la cara mogliettina, masturbando il suo pene un pò floscio.
Mi abbassò il pantalone e rimasi solo con il boxer e il mio pene, oramai ben gonfio di gioia e voglia, risaltava abbondantemente da sotto il boxer…..
Lei mise le mani ai miei fianchi, e piano piano con la bocca cercava di abbassare il boxer, non ci riusciva all’inizio, allora feci per aiutarla con le mie mani ma mi bloccò con le sue e guardandomi negli occhi mi fece capire che non dovevo muovermi….
Antonio, ogni tanto l’ha pennellava con la cappella del suo pene tra le labbra che ogni tanto lei lo sbaciucchiava… ma il suo obiettivo era quello di abbassare i boxer da sola…. Si fece per alzarsi dal divano e con un colpo di bocca prese l’estremità alta del boxer tra i denti, e piano piano lo abbassò: e un po’ alla volta, dapprima la cappella, oramai tutta scappella e color rosso Ferrari, poi tutto il pene uscì da quella gabbia del boxer….
Ora davanti a lei aveva due pezzi da carne, il mio e quello di Antonio. Io non riuscivo a condurre il gioco poichè lei mi bloccava le mani, ma lui, gli dava piccole frustate di cappella sulla guancia per fargli capire che c’era anche lui…..
Ecco, ora mi lascia le mani e prende tutte e due i peni masturbandoli insieme…. “Che porcona che sei, amore mio, sei unica! Dai fai vedere a Salvo come lo prendi tutto in bocca, fagli sentire le tue tonsille”: detto fatto! Sentii come un vortice che cercava di strappare il mio uccello dal resto del corpo e, non so come, lo prese tutto in bocca fino ad arrivare all’inguine….
(Continua)
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16 years ago
admin, 75
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Come fui sverginato (parte seconda)
(parte seconda)
- Calma - replicò - non preoccuparti. Mi piace solo appoggiarlo all’esterno sul buchino...sentire la punta del pene avvolta dalle tue morbide chiappe. Calmati tesoro mio, ti voglio bene, non voglio farti del male. Mi basta il gran piacere mentale di immaginare l'inculata... mi basta immaginarla -
Blandendomi con quelle rassicurazioni, accarezzandomi e spingendomi con delicata essenzialità, mi fece chinare in avanti in maniera che il capo fosse più in basso dell’estremità posteriore. I glutei erano pronti a cullare il bimbo. La posizione, sussurrò, lo intrigava enormemente. Ero un automa nelle mani del suo padrone. Provavo piacere ad accontentarlo, ne presi coscienza in seguito ripercorrendo mentalmente quei momenti.
Le sue mani, forti, possenti, che accarezzavano vigorose i miei fianchi, passavano sui capezzoli induriti dal desiderio che il mio essere provava, e tornavano ad afferrarmi i fianchi, lisciavano il mio giovanile pendulo addome, entrando nell’area pelvica ed incanalandosi verso l’asta tesa che circuiva fra il pollice e il medio, stimolando il flusso di liquido prostatico. Trasalivo ogni volta che le sue dita sfioravano il frenulo. Mi si infiammavano le meningi nell’attesa di esalare l’ultimo sperma. Soffrivo e godevo nell’attesa pregando che non finisse mai, ma che pur avesse un termine.
L’inferno si spalancò improvviso dentro il mio ano. Fu un ribollire di carni roventi che si accartocciavano nel delirio di un momento. L’inganno ruppe ogni indugio e si fiondò nel mio interno. Avvertivo violento il buio che mi circondava; annaspavo cercando di gridare tutto il dolore che quegli istanti di tregenda mi elargivano con tanto livore. Dimenai le anche, spingendo le mani contro il suo bacino, quasi a schiodarlo dal povero corpo martoriato. Ma ogni mio sforzo era vano! Mi attanagliava con mille mani, con il peso della sua possanza fisica avanzava fino a farmi piangere; silenziosamente piangevo dentro la mia gola riarsa, dentro i miei occhi asciutti, nel mio animo ferito di essere umano violentato! Lo sfregamento violento irritava il povero ano preso alla sprovvista fino a farmi dolere in tutte le giunture. Supplicai di uscire da me, pregai di non farmi soffrire più.
La sua risposta fu dolce, rassicurante, e contrastava con la forte presa che esercitava sui miei fianchi, tipica di chi si è impadronito dell’altrui corpo. Infatti era ingannevole!
- Devi star fermo – disse – per non farti male devo uscire delicatamente perciò non devi dimenarti, ti conviene collaborare. Ora rilassati, io sto fermo, i tessuti del culo si distenderanno e uscirò facilmente. -
Ancora una volta la mia mente abbindolata dalla voce suadente mi indusse a seguire i consigli. Sentii che la verga indietreggiava nel mio colon traumatizzato, scivolando verso l’esterno, ma d’improvviso.... un affondo poderoso e violento mi rigettò nell’inferno facendomi rabbrividire e sudare freddo, mentre disperatamente la mia psiche urlava.
- E’ dentro, sta fermo che ti laceri! - disse per ottenere ancora una volta la mia collaborazione - Per uscire dovrò farlo piano, perché è tutto dentro fino alle palle -
Stetti fermo stringendo i denti, e stette fermo anche lui. Ansimavo. I miei fianchi erano sempre prigionieri delle sue forti mani, ma ormai non lo sentivo più come un estraneo, ma quasi come un male dovuto. Poi cominciò effettivamente ad arretrare, piano, e.... subito dopo a spingere, di nuovo, e poi di nuovo! Arretrava e avanzava, ritmicamente. Mi stava scopando, e non potevo sottrarmi: ero prigioniero. Delle sue forti mani, del suo desiderio. Forse anche della mia indole, giacché quando mi chiamò “bella puttana mia” non mi sentii offeso!
Nel frattempo i tessuti del mio povero culetto avevano cominciato ad assuefarsi alla dilatazione, con la conseguenza che il dolore si attenuava fino a scomparire lasciando il posto ad un leggero bruciore; lui ormai mi scopava energicamente, come forse aveva immaginato e desiderato di fare sin da quando ci eravamo sfiorati nel cinema. Ma nella mia mente stava accadendo qualcosa di strano: sentivo che un pò di piacere si stava unendo al dolore, anzi stavo scoprendo che il dolore stesso può esser fonte di piacere, di un piacere sofisticato, di alto livello perché coinvolgeva non solo il corpo ma anche la mente!
Mi riscoprii eccitato, e mentre mi scopava sbattendo ripetutamente il bacino sulle mie natiche...... sborrai impetuosamente, inondando il pavimento!. Era come una fontana che zampillava allegra senza che nessuno la toccasse. Uno, due tre, quattro, cinque violenti zampilli, sei, sette, otto liquidi rivoli di sborra fluirono dall’opercolo della povera asta sbattuta dal retro e costretta a trovar sfogo al vulcano interiore che gli bruciava il deretano!
Aveva cantato, l’implume uccello, senza che mano lo avesse toccato! Il piacere provato nella mente sballottata dall’imprevista piega degli avvenimenti, la goduria prostatica provocata dall’ingresso dell’estraneo organo cavernoso aveva donato al giovane uccello un insopprimibile e inimmaginato orgasmo!
Dopo pochi istanti le sue mani divennero una morsa d’acciaio e le mie viscere furono invase da una sensazione di intenso calore e gioia profonda: la belva umana urlava il suo orgasmo apostrofandomi malamente con voce roca, sentii le sue energie versate nel mio corpo. Lui era impetuosamente esausto, io ero incredibilmente felice!
Si accasciò un attimo su di me, poi si sollevò tirandomi con sé. Mi tenne stretto al suo petto, il respiro affrettato come dopo una lunga corsa, io compresi che quella sera non solo avevo provato la piacevole sensazione di essere posseduto, ma che era cambiata la mia vita. Orizzonti nuovi mi si schiudevano, orizzonti che nella vita mi hanno spesso consentito di poter entrare in comunicazione profonda con le donne.
Per un pò mi tenne fermo nel suo abbraccio, poi cominciò ad accarezzarmi mentre mi baciava teneramente sul collo. Mi abbandonai fra le sue tenere e forti braccia, poi carezzai le sue mani, con le mie spalle interamente poggiate sul suo petto. Provavo una felicità nuova!
Non saprò mai chi è stato l'ignoto che ha saputo violentarmi con tanta determinata concupiscenza, ma sarei lieto di poterlo ritrovare per ringraziarlo.
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16 years ago
admin, 75
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Come fui sverginato (parte prima)
In un vuoto e tardo pomeriggio primaverile, con l’arrivo della sera oramai incalzante, solo e senza impegni, decisi di andare a cinema per distrarmi dalla malinconica solitudine che si era impadronita di me. Il più vicino programmava un film erotico, con tette e culi al vento oscurati da pudiche stelline appropriatamente disposte su attraenti nudità femminili. Non ne vedevo da molti mesi in quanto erano ripetitivi e senza trame interessanti, tuttavia l’immagine provocante della locandina alimentò il desiderio e, infoiato, mi trovai nella sala buia in preda a un demone incontenibile.
Presi posto in ultima fila, in posizione molto laterale, defilata rispetto all’ingresso, pronto a scappare se fossi rimasto deluso da quello che speravo e temevo che mi accadesse. Le scene cominciarono a scorrere, nella sala imperavano i mugolii di piacere che accompagnavano le scene dense di rapporti sessuali di vario tipo.
Sapevo, per qualche sporadica esperienza, che nel settore in cui avevo preso posto ci si poteva imbattere in arrapati in cerca di contatto con altri maschi, in quanto alcune piccanti esperienze mi erano già capitate. In principio avevo accettato le avances di “passivi”; in seguito era accaduto che, dietro invito di occasionali partners, avevo accettato con interesse il ruolo passivo nel rapporto orale con gradimento sempre crescente. Ciò mi aveva fatto temere di scivolare verso la passività, ma avevo esorcizzato la mia paura allora, autoconvincendomi di essere un bisex attivo.
Ero conscio di gradire il contatto omosessuale, e quindi ero lì nel cinema con la speranza che la serata avrebbe potuto donarmi una gradevole scopata con un maschio desideroso di mettere in libertà il lato femminile della sua personalità.
Trascorsero una decina di minuti, e il posto al mio fianco fu occupato da un imponente e distinto signore. Lo sentii muoversi cambiando lievemente posizione, e incidentalmente, con finta casualità ma puntualmente, accostava la sua gamba alla mia: voleva saggiare la mia reazione. Non la ritrassi, anzi la spostai ancor più verso di lui in modo da farla combaciare alla sua. Lo squillo di tromba fu perfettamente recepito e, dopo poco, in prossimità del mio ginocchio avvertii il delicato avanzare delle dita che accennavano una timida carezza; restai fermo, godendo del contatto. Comprese che gradivo e, rincuorato e più spavaldo, accarezzò la mia coscia con l’intera mano, con decisione. Mi stavo eccitando. Visto il buon esito dell’esplorazione posò la mano sulla mia, prendendola e tirandola verso di sé. Compresi che voleva instaurare una reciprocità di contatto. Lo assecondai e lasciai che la conducesse verso la sua gamba, e pochi istanti dopo mi ritrovai il palmo della mano poggiato su un caldissimo e duro cazzo che nel frattempo aveva fatto sgusciare prepotentemente fuori con l’altra mano! Non mi ritrassi a quel contatto vigoroso, anzi richiusi le dita avvolgendo il carnoso tubero in una carezza armoniosa che lentamente scivolò verso l’alto e il basso. Lo sentii sospirare. Sembrava scontento e avvicinò la testa alla mia sussurrando:
- Prendilo in bocca -
- No, non qui - replicai avvicinando a mia volta la testa verso la sua - ho timore che qualcuno possa vederci -
- Allora andiamo via, andiamo a divertirci tra noi -
Il tono era stato deciso, di chi dà un ordine. Risposi annichilito con un semplice sì. Si assestò i pantaloni, ci alzammo e uscimmo insieme, senza proferire parola, come due vecchi amici.
Non parlammo in macchina perchè le gole erano serrate dal desiderio di dare sfogo alla nostra sessualità.
Mi condusse in un casolare abbandonato, e pensai che quel casolare era sicuro testimone di altre scorribande conclusesi con gioiose sborrate. Continuavamo a esser silenziosi, come se tra noi ci fosse una antica e collaudata intesa. Nel locale filtrava la poca luce fornita da una pallida luna che in cielo aveva preso il posto del sole, e si avvertiva solo lo spiegazzarsi dei tessuti dei nostri pantaloni che venivano sfilati. Le orecchie mi ronzavano sotto la spinta del sangue che ribolliva in tutto il mio essere. Non pensai più a nulla e ci abbracciammo ruvidamente, levigando reciprocamente i nostri tessuti muscolari, godendo del tepore che i nostri corpi si scambiavano. D’un tratto distinsi, nell’affanno e fra i rantoli che uscivano dalle nostre gole, la sua voce, come in un sogno, che mi incitava a chinarmi per assaporare il suo turgido sesso nell’alveo orale. Non capii più dov’ero e cosa ero, provai solo l’irrefrenabile desiderio di esaudire quella impellente e prorompente sua richiesta, e di farlo con gran dedizione. Mi era già capitato e col passar del tempo lo gradivo sempre più. Dicono che ho talento per tale pratica e, ringalluzzito, a mia volta ho avuto la pretesa di insegnare a qualche amica a migliorare la prestazione in materia.
Ormai dilavavo la gran stecca con la lingua, le labbra, la bocca tutta, lo facevo uscire per strofinarlo sulla guancia e al contempo carezzarlo col palmo della mano per poi farlo sprofondare nell’avida bocca, e serrar forti le labbra in fase di risalita. Il monumentale attrezzo mi balenava davanti agli occhi entrando e uscendo dalle mie ospitali cavità, sempre più umido e duro, gonfio di tutto il sangue del mondo, inturgidendo il collo sotto il glande che si protendeva più in alto. Era bello nel suo sapore salino, mentre l’odore si inaspriva con il crescere dell’eccitazione. Succhiavo e pompavo a più non posso vibrando in tutto il mio essere trasformato in nuda gelatina, macchina di puro piacere. Con un fil di voce disse che la mia bocca val più di una figa; la frase mi gratificò alquanto, intuii che stavo dando il meglio di me e volevo sentirlo in paradiso, continuai con lo spirito di una fanciulla devota, e di lì a poco udii nuovamente la sua voce ovattata e profonda come in un rantolo:
- Girati - mi disse - voglio sentirlo tra le tue gambe -
Obbedii come se fossero state le sinapsi del mio cervello a comunicare l’ordine ai miei nervi, ai miei muscoli, al mio sangue. Le mie membra si rivolsero nella posizione migliore per accogliere il nuovo accadimento. In rapido religioso silenzio inarcai la schiena ed allargai le gambe per agevolare l’occasionale amante. Provai il calore immane che sprigionava il teso randello che s’appoggiava sulla stretta apertura dell’ignavo mio ano ancor stretto e vergine.
- No – emisi un roco urlo smorzato, divincolandomi – non voglio! non mi piace, è una cosa che non faccio! Non sverginarmi! -
(continua)
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 2 hours ago -
Atto i: conoscenza.
A volte ci è stato chiesto come ci siamo conosciuti io e la mia compagna di avventure....Io avevo avuto modo di conoscere in una chat una donna separata con la quale avevo instaurato un rapporto basato sul piacere reciproco.
Dopo innumerevoli scopate, abbiamo deciso in comune accordo di andare oltre con la trasgressione e così mi sono attivato su questa community e qui ho contattato una coppia irregolare con la quale ho legato virtualmente.
Come spesso accade il virtuale un giorno è diventato reale ed una sera ci siamo incontrati.
Lei era arrivata in compagnia di un amico, il che ci portava tutti allo stesso piano: nessuno di noi era legato sentimentalmente con la propria compagna/o.
Dopo aver bevuto qualcosa e riscaldata l'aria ci siamo cercati, ci siamo toccati, ci siamo trovati.....il seguito potete immaginarlo.
Da allora le cose sono cambiate, l'accoppiamento si è invertito e da circa cinque anni, io e la mia nuova compagna di avventure, ci divertiamo insieme ma anche separatamente nel mondo della trasgressione.
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16 years ago
cp33bari,
34/34
Last visit: 13 years ago
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Vogliosa??!!!
Vogliosa???!!! Questa, fu la prima domanda che feci nella finestra della chat…
Cosi mi proposi la prima volta sulla chat…. Una serata noiosa, senza nessuna possibilità di incontri. Fuori pioveva e faceva un gran freddo, chiuso nel mio studio, speravo di trovare una ragazza che aveva le mie stesse voglie. Non fu facile, ma ad un certo punto ricevetti la risposta: si anche io ho voglia …. Una strana sensazione mi pervase la mente, e cosi comincio il nostro dialogo.
Ma quella sera non successe nulla, iniziamo a parlare e scoprii che era una bella donna molto più grande di me, ma la trovai molto provocante e soprattutto eccitante. Dopo qualche ora di conversazione ci scambiamo i numeri di telefono, ripromettendoci di richiamarci entro poche ora. Cosi fu, ci sentimmo al cellulare e la sua voce era molto dolce, sembrava quella di una ragazzina entusiasta e curiosa di quello che stavamo vivendo insieme.
Le nostre telefonate e i nostri incontri in chat, divennero sempre più frequenti diventando veri e propri appuntamenti, con il mio linguaggio sempre molto curato e mai volgare, spesso la provocavo in chat e cercavo di eccitarla, spesso riuscivo nel mio intento, come mi diceva lei, poi confermato nei messaggi che mi inviava, dopo aver spento il pc.
I giorni passarono e cosi pure i mesi, mentre i nostri desideri aumentavano, le parole scritte e le voci al telefono, erano ormai insufficienti a soddisfare le nostre voglie e il desiderio di stare insieme realmente. Mentre cercavamo tutti i sistemi per renderci partecipi delle nostre emozioni e mostrare le nostre rispettive aspettative.
Fu lei, che un giorno mi chiese di farle da regalo per il suo compleanno …. Era disposta a pagarmi anche il viaggio per raggiungerla e cosi fece, dopo qualche giorno mi inviò i codici dei biglietti per arrivare da lei. Era la prima volta che una donna era tanto gentile con me. Si, avevo avuto già altre donne, ma mai nessuna prima di lei mi aveva fatto sentire cosi lusingato e cosi attratto dalle sue parole, dai suoi modi di fare, da quel desiderio di dividere insieme quei momenti. O forse era solo il desiderio di vedersi, scoprirsi finalmente, realmente oltre ad un monitor, oltre ad un telefono. Cosi, dopo lunghi preparativi e tante immaginazioni, create insieme, il giorno del nostro incontro arrivò.
La voglia di stare insieme, il desiderio, l’eccitazione era altissima. La notte prima, non riuscivo a prendere sonno, era altissima l’agitazione per il nostro primo incontro. Ricordo ancora il viaggio Fino all’aeroporto e l’attesa per la partenza del volo. Ma ora mai era solo questione di minuti e tutto sarebbe divenuto realtà. Ogni nostra fantasia, ogni nostro desiderio si stava per realizzare.
Finalmente, dopo un volo tranquillo in quella giornata di mezza primavera, giunsi da lei, usci dall’aeroporto accendendo subito il telefono e ancora per poco quello strumento che tanto ci aveva fatto sognare e desiderare ci porto l’uno incontro all’altra.
La vidi da lontano, era come l’avevo sempre immaginata e come da tempo la desideravo. La donna, che ogni uomo, spera almeno una volta di incontrare nella sua vita, solo 500 metri ci separavano, mi avvicinavo a lei deciso e molto agitato, ma allo stesso tempo eccitato e felice di essere finalmente giunto da lei. Una volta d’avanti a lei, ci abbracciamo e ci baciamo dolcemente, come sempre avevamo immaginato, nessun particolare era diverso dalle nostre fantasie. Le nostre labbra da prima si sfiorarono e poi divennero sempre più passionali e desiderose, sino a dischiudersi e a iniziare a cercarci con le lingue prima timidamente, poi sempre più decisi e disinvolti. Ci staccammo non so dopo quanto tempo e ci dirigemmo verso la sua auto, che stava a pochi metri da noi. Salimmo mentre le nostre mani continuavano a cercarsi. Ricordo ancora come era vestita, con una gonna nera e una camicia, che metteva in risalto il suo ancora perfetto seno.
Durante il tratto di strada, verso la nostra alcova, continuai ad accarezzare la sua gamba, sulle calze autoreggenti che indossava, sfiorandola dolcemente e salendo ogni tanto verso la fonte di piacere che tanto avevo desiderato, nel contempo ci scambiavamo spesso dolci baci, che si facevano sempre più passionali e vogliosi ….
Provavo forti brividi, ogni volta che la sua mano saliva lungo la mia gamba, sino a sfiorare sui pantaloni il culmine del mio piacere, che era ben visibile, anche attraverso i vestiti che lo ricoprivano …. Arrivammo finalmente a destinazione, aveva preparato tutto, come era nei nostri desideri, nelle nostre fantasie, nei nostri sogni che ogni notte ci confessavamo al telefono, sino a trovare una forte eccitazione nella stessa fantasia.
La stanza era splendida, un bagno all’ingresso e una letto in ferro battuto tutto era perfetto e molto elegante. Tutto circondato da un giardino ben curato. Portammo dentro i nostri bagagli e dopo aver chiuso la porta ci baciamo dolcemente nel piccolo corridoio che ci separava dal letto.
Ricordo ancora, come se fosse ora, come mi sedetti sul letto e lei in piedi d’avanti a me, la abbracciai stringendola, mentre il mio viso arrivava giusto al suo seno. Lentamente con le dita, le slacciai la camicetta e bottone dopo bottone risalii, dalla sua vita sino al suo decoltè, per poi farla scivolare via lungo le sue braccia. Sfiorai i suoi seni con le dita e poi li baciai tenendoli sempre coperti dallo splendido reggiseno, in pizzo bianco, che indossava, nonostante non più giovanissima, aveva un corpo splendido da far invidia a molte ragazze, molto più giovani di lei. Accarezzai e baciai ancora a lungo quel corpo, sentendo il suo profumo e il suo calore sul mio viso, sulle mie labbra, mentre i suoi occhi erano colmi di piacere. Lentamente, poi e sempre molto dolcemente, sganciai il bottone della gonna sfiorando il bordo del suo perizoma , facendola scivolare piano lungo le sue gambe, per apprezzare ogni singolo centimetro, di quel corpo ancora splendido, che lentamente si svelava ai miei occhi.
Una volta a terra, le sfilai lentamente le calze autoreggenti che indossava, prima la destro poi la sinistra, senza permetterle di far nulla se non baciarmi ogni tanto. E sfiorarmi ogni tanto, dove il mio desiderio mostrava tutto la voglia che avevo di lei. Baciai a lungo quel corpo, senza nessuna fretta, prima di scoprire finalmente i suoi seni, in tutto il loro splendore, ricordo ancora i capezzoli duri e i seni sodi, che riempirono i miei occhi e che dopo piccoli baci e tante dolci leccate arrivai a prendere nella mia bocca, sfiorando dolcemente con la lingua quelle splendide aureole, succhiando e leccando i capezzoli turgidi e pieni di desiderio per me. Solo per me.
Poi, iniziai a scendere lento lungo il suo ventre, sempre con piccoli baci e dolci carezze, mentre la mia bocca scendeva, le mie dita, continuavano a torturare dolcemente i suoi seni, mentre le si mordeva le labbra, ormai carica di desiderio … Fu allora, che lentamente posai le mie labbra sul suo perizoma, anch’esso di pizzo bianco e iniziai a sentire forte il suo profumo, sfiorai allungo con la lingua i bordi del perizoma, prima sul bordo destro poi su quello sinistro per poi risalire, cercando di insinuare la mia lingua sul bordo superiore, sino a che lo sfilai lentamente con le dita lungo i fianchi, mentre la mia lingua percorreva, lentamente ogni centimetro che si svelava a me.
Ora mai completamente nuda, provai per la prima volta la fonte del mio desiderio, che sino a quell’istante, era stata solo fantasia e che in quel momento divenne realtà. Fu lei poi a farmi alzare e spogliarmi lentamente, liberandomi dalla camicia e dai pantaloni, anche se molto più velocemente di come avevo fatto io, per via del desiderio che le avevo provocato. Ma provocandomi forti brividi lungo tutto il corpo, ogni volta che le sue mani carezzavano la mia schiena e si avvicinavano al mio desiderio di lei. Non potevamo resistere ancora a lungo, quando lei chinatasi ai miei piedi, fece scivolare i boxer a terra, prendendo tra le labbra, molto dolcemente, il mio membro lucido per lei.
Ricordo ancora che fu lei a farmi distendere nel letto, e tenendomi le mani mi blocco, accompagnando i nostri desideri finalmente nel piacere tanto desiderato.
per il Vostro parere potete contattarmi su [email protected]
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16 years ago
nicky1, 36
Last visit: 3 months ago -
Stress da grandi città
Sono arrabbiato....
STRESS.... STRESSS da grandi città...
Torino, Milano, Roma...
queste file.... queste macchine... i parcheggi...
ho visto dei milanesi parcheggiare male...
senso di colpa...
si sono fatti la multa da soli!
ore e ore in coda...
la più grande aspirazione di un milanese non è quella di elevarsi a Dio....
è quella di comprarsi un garage...
ho visto milanesi vendersi la macchina nuova e con i soldi comprarsi un garage...
ci vanno a dormire in piedi... come i cavalli!!!
MA PERCHE' DEVO FARE 9 ORE DI LAVORO E STARE 2 ORE IN TANGENZIALE !!!!!?
2 ore !!!
che ti alzi...
...
IL CULO HA PERSO LA RIGA !!!
...
te la devi rifare con il pennarello !!!
MA PERCHE' !!!!?
...
ogni volta che prendo la tangenziale per Milano est...
a Paullo... mi fermo !
c'è sempre la fila... Paullo !
cartello... 3 km... Paullo !
sono lì bloccato...
anche se non voglio guardare il cartello...
la "P" di Paullo è lì...
Paullo !!!
Mi giro e c'è Audi A6...
milanese vero...
Audi A6 tutta accessoriata...
lì... ferma anche lei... così...
Paullo...
ha un navigatore... pagato 2500 euro...
ha il display acceso...
e c'è scritto...
Paullo...
ma vaff...!!!
per non parlare poi dei supermercati !!!
I supermercati....
i supermercati, è mai possibile che ogni volta che vai al supermercato...
se hai l'euro per il carrello, non trovi parcheggio...
se trovi parcheggio non hai l'euro per il carrello !!!
Entri... e c'è questa situazione...
...
prendiamo ad esempio i vegetali....
mele, arancie, pere, pomodori, patate...
...
c'è il classico vecchietto...
con il pannello della pesa lì, i guanti di plastica trasparenti...
piglia la melanzana e sta 1 ora davanti al pannello...
all'inizio l'entusiasmo...
poi la delusione...
...
una volta ho trovato un vecchietto con la moglie che le ha messo i guanti...
lui ex chirurgo...
...
è stato 4 ore così davanti al pannello con le patate !!!
...
poi gli è venuto il fuoco di Santantonio davanti e dietro...
simmetrico...
la vena grossa in fronte...
ed è impazzito...
ha preso 2 penne bic, è andato al reparto carni...
ed ha operato un tacchino, l'ha portato da morto a prognosi riservata...
e c'è stato l'applauso !!!
...
Un tempo gli jogurt...
gli jogurt... negli anni 60 andavi al reparto jogurt c'era un mobiletto di formica bianco...
con 2 jogurt...
uno neutro e c'era scritto "NEUTRO"...
l'altro alla frutta, c'era scritto "C'E' DELLA FRUTTA"...
...
vacci un pò ora ?!!!
...
18 km di jogurt...
che sono vivi, ci sono i fermenti lattici vivi...
che ti parlano !!!
COMPRA ME.... COMPRA ME... COMPRA ME...
OOOHOHHHHHHHH !!!!
Ci prendono in giro !!!
ci sono al gongo, al mango, al maracango... al pelo di cinghiale...
...
ci sono quelle confezioni...
dove ci sono i granuli, che li metti in una vaschetta...
cresce, piove, nasce una piantina...
si mangiano da soli !!!
light!....
e poi non fidatevi dei kir!!
...
una volta passo di li, c'erano 2 kir...
che...
stavano scopando fra di loro !!!
HEI!!! MA COSA FATE ?!!!
e loro... MA SIAMO VIVI !!!!
MA ANDATELE A FARE DIETRO AL LATTE STE PORCHERIE !!!!
Noooo !!!
non ce la faccio più !!!
sto male...
vita nel lavoro...
le multe...
arriviamo la domenica e siamo distrutti !!!
l'italiano medio si alza la domenica...
alle 13:00...
si alza dal letto e il cervello lo mette sul comodino...
perchè non gli serve e non gli deve servire...
...
gira per la casa come uno zombie...
d'estate apre le finestre così sfrutta anche le correnti d'aria...
...
non pensa a niente...
è tra il sublime e il meschino...
poi arriva lei... sua moglie...
e con l'occhio vitreo e posseduto, ti guarda e ti fa....
...
TU!!!!
...
OGGI POMERIGGIO...
...
COL BIMBO...
...
ME...
...
E LA MACCHINA...
...
ANDIAMO...
...
ALL'IKEA !!!!
...
NOOOOOOOOOOOOO !
NOOOOOO !
...
Il grande magazzino !!!
...
NOOOOOO !
TI COMPRO LA PELLICCIA DI LEONE!!!!
MA L'IKEA NOOOOOOO !
...
vai in macchina all'Ikea...
l'Ikea di Milano...
arrivi al parcheggio...
e c'è un parcheggiatore che ti fa...
DI LA... DI LA !! indicando...
...
vai avanti... dopo 2 km un'altro parcheggiatore gemello che ti fa...
DI LA... DI LA !!
e dopo altri 3 km...
un'altro gemello ti fa...
DI LA... DI LA !!
...
PARCHEGGI IN SVIZZERA !!!!
e devi cambiare anche i soldi...
...
prendi il bimbo e cominci a camminare verso questo punto lontano che è l'Ikea...
il bimbo piange... gli si sfaldano i sandali...
tua moglie comincia a irrigidirsi perchè è diventata leader del gruppo...
...
arrivi all'Ikea, questo grande scatolone, dove milioni di persone sanno perchè sono lì...
solo i primi 5 minuti...
...
poi cominciano a picchiarsi...
...
arrivi con il bambino...
te lo prendono...
e te lo buttano...
in una vasca piena di palline colorate...
...
non lo troverai mai più...
...
te ne daranno uno alto uguale... ma svedese...
MA NON E' MIO FIGLIO !!!!!
...
tua moglie ti spinge al reparto armadi...
grande armadio... 4 stagioni...
tua moglie comincia a tempestarti di domande...
SENTI!!! LA CAMERA DEL BIMBO SONO 4x3,6...
SCEGLI TE... O FACCIAMO 3 BLOCCHI da 5x5,35...
OPPURE 6 BLOCCHI da 1,60X3,39...
SCEGLI TE EH....
AUMENTANDO MANCANO 20 cm DALLA PARETE...
E CI METTIAMO GLI SCI...
...
l'uomo reagisce ondeggiando su se stesso...
...
come un palloncino legato ad una staccionata...
...
e lei continua... insiste....
OPPURE FACCIAMO 1000 CASSETTI DA 1 cm ?!!!
...
...
poi ti spinge al reparto bagno...
il tappetino del bagno...
TI PIACE CON LE PALLINE ?!!! fa lei...
TI PIACE ?!!
...
E CON IL BRUCO ?!!!
E' PIU' IRONICO IL BRUCO...
PREFERISCI LE PALLINE O IL BRUCO !!!?
IL BRUCO ?!
O LE PALLINE ?!
...
PERO' CI SONO ANCHE CON LE FARFALLINE...
IL BRUCO LE PALLINE O LE FARFALLINE !!!?
LE FARFALLINE ?!!!
IL BRUCO ?!!!
...
L'uomo reagisce così...
SENTI.. IL BRUCO DIVENTA FARFALLINA...
PIGLIAMO LE PALLINE...
ABBIAMO IL FIGLIOLO A 70 km DA QUI'... DENTRO LE PALLINE...
LA MACCHINA A 600 km...
VOGLIO ANDARE A CASAAAA !!!!!!
...
Prendi l'armadio 4 stagioni...
un castello...
...
ti arriva dopo 36 mesi...
che non sai più nemmeno per chì...
...
un castello enorme e il pezzo più grande e di 12 cm X 12 cm....
...
dici.. io lo piglio e lo butto nel fuoco...
non lo monterò mai!!!
...
istruzioni in svedese... la seconda pagina in italiano...
SE VUOI RIVEDERE TUO FIGLIO MONTA L'ARMADIO !
...
allora decidi di montarlo...
non ti ci rimane nulla... ogni sera ti avanzano 60/70 viti...
le pigli...
bicchiere d'acqua in cucina...
...
LEVI LE IMPRONTE !!!!
...
Finisce che lo monti tutto...
finisce che l'hai montato esattamente tutto...
...
torni dal lavoro...
...
ritorni al tuo armadio...
apri le ante...
...
...
PIENO DI ROBA SUA !!!
...
MA SE L'HO PAGATO AL 100% IO !!!!
MA LE MIE CAMICE DOVE SONO ?!!!
...
lei indica in alto... LA !!!
...
COME LA !!!
IO DEVO SALTARE DA UNO SCALEO... RIMBALZARE SUL LETTO...
E AVERE POCHI ISTANTI PER SCEGLIERE LA CAMICIA...
NOOOOOO !
...
Va beh...
il tempo intanto passa...
il tempo passa e i figli crescono...
i nostri figli, quelli di 13/14 anni...
il primo della classe ha la faccia assente...
occhio perso e bocca semichiusa...
e sono poco curiosi...
non sono attratti dalla cultura, dalla poesia, dalla pittura....
sono attratti dalla luce...
dove c'è una fonte luminosa...
...
pantaloni con il cavallo alle ginocchia...
le maglie con maniche lunghe...
il cappellino...
hanno queste scarpe da ginnastica americane che costano 200/300 euro...
le stringhe non le legano, sono sciolte....
e camminano piano piano...
...
le bambine invecie...
vivono in coppia, mano nella mano...
QUESTA E' LA MIA AMICA KATIA....
masticando la cicca...
maglietta corta con l'ombelico di fuori...
camminano con le stringhe allacciate...
e quindi vanno veloci...
tanto che i bimbi non riescono a starle dietro...
...
allora vanno dal babbo!
...
devo dire che i bimbi vanno dal babbo e il primo grosso problema è riconoscere il babbo...
...
EPPURE TE T'HO GIA' RIVISTO !!!...
...
nella penombra del salotto, il babbo accende l'accendino...
e li aiuta...
sono attratti dalla luce dell'accendino!
...
secondo grosso problema è formulare la domanda...
la domanda è...
BABBO!!!
BABBO... MEL... ME... ME LOCOMPRI IL MOTORINO ?!!!!!
...
gli comprano il motorino... 2500 euro un pezzo di plastica....
ai miei tempi c'era il betino, 3 marce...
prima, seconda e terza....
tutta algebra...
IL CERVELLO SI SVILUPPAVA !!!!
C' ERA IL LIBRETTO DI ISTRUZIONI DI 40 PAGINE !!!
ORA ?!!
ora queste ditte di questi motorini, queste fabbriche....
vedono queste facce...
e dicono...
...
LEVA TUUTO !!!
...
il libretto di istruzioni sono solo 2 pagine..
...
sulla prima pagina, c'è scritto...
...
...
STAI CALMO !!!
...
SE CE LA FAI GIRA PAGINA !
...
i bimbi girano...
...
COMPLIMENTI!!!!
HIGHT LEVEL !!!
...
poi c'è solo un rigo...
PIGIA IL PIPPOLO GIALLO PER ACCENDERE IL MOTORINO !!!!
basta !!!
...
allora io mi immagino quest scena fuori da un bar...
4 motorini che vanno via...
anzi 3 perhè uno rimane lì...
e fa...
QUELLO STRONZO DI MIO PADRE CHE MI HA PRESO IL MOTORINO GIALLO...
E COME VEDO IO IL PIPPOLO !!!
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0
16 years ago
admin, 75
Last visit: 2 hours ago -
Vita da single
Perchè mio nipote che ha 5 anni...
va all'asilo ed è contento...
lo vado a prendere, lo porto via ed è contento...
lo porto dalla nonna ed è contento...
esce dalla nonna ed è contento...
va al parco ed è contento...
va a dormire ed è contento...
si sveglia ed è contento...
è sempre contento...
perchè ?!!!
perchè e SINGLE !!!!!
I guai arrivano dopo...
quando cresci e incontri una ragazza...
ti piace, la donna...
donna in aramaico vuol dire....
PERICOLO !!!!!
La gente non lo sà...
fa finta di essere una persona e invecie quando la sposi...
c'è la metamorfosi !!!
lo sò... gli uomini hanno questa voce interna nel cervello che fa...
TROMBA ! TROMBA ! TROMBA !
Anche se hai passato una giornata difficile in ufficio...
hai preso la multa...
non trovi parcheggio...
arrivi a casa che sei disperato, butti la borsa in un angolo...
ma quella voce è cristallina...
TROMBA ! TROMBA ! TROMBA !
nella donna invecie, dopo 2 anni di convivenza, quella voce...
...
NON C'E' CAMPO !!!!
...
mettiamo per ipotesi...
NOOOO !!! IMPOSSIBILE !!!
mettiamo per ipotesi che alla donna...
venga...
...
NOOO !!!! ASSURDO !!!
E' ASSURDO !!!
ma mettiamo proprio per ipotesi...
che è assurdo...
mettiamo che l'uomo ha messo nel corridoio un palo...
e la donna...
THUNG!!!
trauma cranico e a lei...
TROMBA ! TROMBA ! TROMBA !
...
è più facile che venga al palo la voglia di trombare!!!
...
comunque mettiamo per ipotesi che se viene a lei la voglia di trombare...
ti mette le condizioni !!!!
ti da un modulo...
una matita...
e va via !!!
TI SEI LAVATO ?!
POTRESTI DIMOSTRARLO ?!
SEGNA CON UNA CROCETTA LE PARTI DEL CORPO CHE TI SEI LAVATO MEGLIO !!!
poi a letto ti mette un milione di condizioni...
la tenda socchiusa...
la bajour in terra...
e poi sul più bello...
NO DEVO STENDERE !!!
GNEEEK! GNEEEK! GNEEEK!
e allora dici....
CHI SE NE FREGA !!!
rimandi di una settimana...
sabato sera...
la serata giusta...
una giusta elettricità...
lei in cucina, tu le saltelli intorno...
fai lo splendido...
gli fai vedere il modulo pieno di crocette...
vai finalmente a letto...
lanci il telecomando e...
la aspetti nudo, con il lenzuolo di lino...
pulito...
5 secondi...
UNA CANADESE !!!
sei solo eccitazione...
tutto il tuo sangue è finito lì...
infatti nel cervello... GNAHM! SGNUP! OHHO! BLEAH! BLURP! OOHH !
lei fa capolino e va in bagno...
3 ORE !!!
quindi 3 ore, te la canadese...
UNA TORTA PASQUALINA !!!
attacchi l'orecchio al muro per sentire, vuoi capire cosa fa...
fa la doccia, poi si fa i bigodini...
poi si rifà la doccia poi il bagno...
taglia le unghie...
...
pausa...
stacca la tenda...
la lava nella vasca...
GNEEEK! GNEEEK! GNEEEK!
LIBIDO a ZERO !!!
rimandi di un'altra settimana...
la domenica...
ti svegli la domenica e le salti addosso !!!
no!...
vuoi fare di meglio !!!
parti dai preliminari leggeri...
cominci...
ad accarezzare...
il pomello del letto...
poi ti fai sempre più audace...
LE TUE BRACCIA SONO 2 CAPITONI !!!
ti accarezzi da solo...
poi ti levi i calzini...
e parti con un rapporto sessuale completo !!!
PATAN! PATAN! PATATAN! PATAN !
lei si contorce come una serpe...
PATAN! PATATAN! PATAN!
i comodini si aprono e si chiudono...
PATAN! PATATAN! PATAN!
NON ME LO RICORDAVO COSI' BELLO !!!
PATAN! PATATAN! PATAN!
SENZA MANI !!!
PATAN! PATATAN! PATAN!
pigli un certo ritmo...
PUTUTUN! PUTUTUN! PUTUTUN!
tutto rosso...
PUTUTUN! PUTUTUN! PUTUTUN!
con le vene grosse al collo...
PUTUTUN! PUTUTUN! PUTUTUN!
la catena d'oro che gira per il collo...
PUTUTUN! PUTUTUN! PUTUTUN!
il cristo che si tiene con le mani...
PUTUTUN! PUTUTUN! PUTUTUN!
5 SECONDI ALL'ORGASMO !!!
PUTUTUN! PUTUTUN! PUTUTUN!
4 SECONDI ALL'ORGASMO !!!
PUTUTUN! PUTUTUN! PUTUTUN!
3 SECONDI ALL'ORGASMO !!!
DRRRIIIIIIIINNNNNNNGGG !!!!
2 SECONDI ALL'ORGASMO !!!
DRRRIIIIIIIINNNNNNNGGG !!!!
1 secondo all'orgasmo e lei che ti fa...
VAI A RISPONDERE CHE POTREBBE ESSERE IMPORTANTE!!!
...
...
esci con questo peperone intermittente...
...
rispondi al telefono...
e la sua mamma che fa...
VENITE ?!!!
...
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO !!!!
NOOOOOOOOOOOO !!!
7
1
16 years ago
admin, 75
Last visit: 2 hours ago -
Valentina
Era un semplice contatto conoscitivo come tanti altri.Eravamo scettici,avere un contatto anche solo virtuale con una singola era cmq gia'un traguardo.Ci eravamo conosciuti su un sito di incontri riguardo al quale nutrivamo molta diffidenza causa delusioni precedenti.Telefonicamente ci siamo sentiti diverse volte.Inizialmente soprattutto mio marito nutriva molta diffidenza e poca fiducia.Troppe delusioni.Con lei cmq avevamo stabilito un contatto conoscitivo e per noi era gia'un traguardo.Nulla di prefissato,nulla che presupponesse neppure ad un incontro reale.Dopo alcuni giorni veniamo contattati da lei,ci chiede un incontro reale solo ovviamente conoscitivo.Mio marito,scettico,spesso malfidente ma cmq fiducioso in un normalissimo contatto umano accondiscende.Le foto di lei sono bellissime,molto intriganti e soprattutto reali.Valentina è dolcissima,educata,consona alle ns aspirazioni di conoscenza e amicizia.Non ci pare vero di aver trovato in lei un semplice ma cmq vero e sincero contatto umano.Siamo stati delusi diverse volte purtroppo ed ora siamo spesso entrambi molto scettici.Ci invita a casa sua,è bellissima,molto carina,educata ed ospitale.Dai suoi occhi si intravede un alone di tristezza ma contemporaneamente una luce immensa che rivela un'animo grande. Si instaura subito un bel rapporto di amicizia.E' la ns massima aspirazione ed è per noi gia'un traguardo.Dai suoi occhi intuisco che la dolcezza alberga in lei,l'educazione,l'ospitalita'sono come per noi l'inizio di un rapporto sincero di conoscenza,amicizia e poi.....se nascera'qualcosa in piu'ok altrimenti restera'una amicizia molto piu'importante e gradita.Vale desidera approfondire e ci fa'molto piacere,noi aspiriamo sinceramente ai rapporti umani senza nulla cmq di prefissato.Di comune accordo la invitiamo a casa ns,vogliamo essenzialmente conoscerci meglio.Vale è stupenda sotto il profilo umano che per noi è preponderante ed essenziale.La ospitiamo per diversi giorni e si stabilisce tra noi un legame serio di vera,sincera e profonda amicizia.Lei ci racconta tutto della sua vita,delle sue vicissitudini,delle delusioni umane e da diversi contatti deleteri avuti in chat e dal reale.E' a volte seria,diffidente ma cmq molto sincera,cordiale ed educata,spesso fin troppo.Entrambi siamo cmq intrigati desiderosi di poter approfondire un rapporto bellissimo che si è gia'stabilto.Sono le 21 ed io e mio marito con Valentina abbiamo appena finito di cenare.Scherziamo,conversiamo molto amichevolmente poi vedo lei che con occhi dolcissimi mi fissa,scruta dentro di me,la vedo desiderosa,passionale,intrigata.La prendo dolcemente x mano,le accarezzo il viso,scruto nei suoi occhi,brillano di una luce intensa,una luce che mi illumina l'anima.Sento salire in me l'eccitazzione,il desiderio di lei,un desiderio profondo,un desiderio incontenibile.Vale si abbandona fra le mie braccia,mi stringe a lei.Sento il calore del suo corpo,i suoi baci caldi dolci e sensuali mi portano in estasi.Piano piano mi spoglia,mi accarezza dappertutto.Le sue mani,le sue labbra sul mio corpo sono come le ali vellutate di una farfalla.Accarezza i mei seni nudi,li bacia con una dolcezza mai provata.Succhia dolcementei ii capezzoli gia'turgidi. Mio marito ci osserva,eccitatissimo e incredulo.Mi prende per mano,mi accompagna in camera,ora mi spoglia,sono nuda,eccitatissima,sento fremere il mio corpo da un desiderio immenso.Voglio fare l'amore con te Valentina.Le sue mani ora accarezzano la mia pelle,le sue labbra baciano tutto il mio corpo.Sono tua mio dolce angelo.Sento il calore salirmi dentro,l'eccitazione sale ed il desiderio sempre piu'forte.La sua bocca sul mio sesso che freme mi fa'urlare,mi fa'impazzire,mi porta nell'estasi de piacere.Ora sento lei,lei dentro di me,nel mio corpo,nella mia anima,gemo,urlo,godo.Il piacere che sto'provando a parole non si puo'descrivere.Grazie Vale,grazie x averci dato tutto ma soprattutto essere stata ed ancora sei una vera amica.Ti ricorderemo per sempre dolcissima amica e amante ns.
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1
16 years ago
admin, 75
Last visit: 2 hours ago -
La mia biografia parte settima
carla e mia moglie si sistemarono alla meglio e venero dove stavamo noi si sedettero alle poltrone davanti a noi e mia moglie era tutta arrossata nel viso ma anche carla poi disse se lo spettacolo che abbiamo offerto era di vostro gradimento ma non e terminato ancora infatti dopo circa una oretta carla prese per mano barbara che la segui senza dire una parola andarono di nuovo in camera da letto e carla ricomincio a leccare le tette di mia moglie fino a comincio a baciarla in bocca vedevo barbara che collaborava abbraciando carla con forza mentre carla con una mano la denudo del tutto e la adaggio sul letto e con un cenno ci chiamo in cui carla era tutta presa a leccare la fica di barbara io cominciai a leccare la fica di carla mentre luca mi prendeva il mio cazzo in bocca barbara vedendo quello che stava succedento ando a prenderre in bocca il cazzo di luca si andava avanti un po ma quando il mio cazzo era divenuto duro lo misi nella fica di carla in un solo colpo mentre luca scopava mia moglie che era tutta eccitata dalla situazione che si era creata devo dire che non o mai visto mia moglie in quelle condizioni che era diventata di una personalita opposta a prima. dopo che ci siamo salutati nel trgitto del ritorno domandai se gli era piaciuto e lei afermo che non aveva mai goduto in vita sua cosi tanto che mi fece promettere che ci saremmo andati di nuovo cosi il giorno dopo telefonai a casa di luca in cui dissi che era andato tutto bene e se per sabato non avevano impegni ci saremmo rivisti e loro accettarono. ci incontrammo in un caratteristico ristorantino per cenare e dopo cena si recammo a casa loro e gia dentro l'ascensore carla comincio a baciare in bocca barbara che senza perplessita ricambiava che luca guasi non faceva in tempo ad aprire la porta che gia erano nude infatti mia moglie per quella sera non si mise niente sotto che sono rimasto anchio del suo comportamento carla la fece distendere sul tappeto del salotto e comincio a leccarla in tuttoil corpo e barbara si era messa a leccargli la fica con veracita che carla urlava di piacere luca comincio a leccare la fica di mia moglie e io prendevo in bocca il cazzo di luca barbara si giro e vide quello che stavo facendo io e rimase un po meravigliata ma continuo a leccare la fica di carla mentre gli metteva tre dita in fica e la stava vacendo godere io mi misi in ginoccchio i luca capi e mi conficcava il suo cazzo tutto dentro il mio culo mia mogli vedendo il zazzo di luca che andava avanti e indietro si mise sotto di me e comincio a prendere il mio cazzo in bocca dicendo che era bello vedere il cazzo di luca entrare e uscire dal mio culo carla no prse temp e tiro fuori un doppio fallo che uno se lo mise nella sua fica e l'altro lo infilo nella fica di barbara era la pria volta che sentivo urlare di piacere cosi intenso da mia moglie ando avanti per guasi tutta la notte e poi stemati ci rivestimmo e tornammo a casa ma mia moglie volle sapere come mai ero cosi che mi piacevano le donne e anche gli uomini e poi volle sapere se lo avevo fatto prima senza di lei ma la rassicurai che non lo veci e le raccontai la vecchia storia con il professore e sua moglie. ci vedemmo per circa un anno e tutto filava bene ma poi luca non aveva più tempo a disposizione pe via della mamma che si ammalo e la dovevano accudire in casa loro. cosi disi a mia moglie se si voleva cambiare con una altra coppia in un primo momento disse di no ma dopo un po di tempo ritorno lei stessa sul discorso e accetto cosi dammo un appuntamento pe conoscersi si recammo sul posto era un bar del centro enel tavolo seduti vi erano due coppie e un singolo noi ci sedemmo al tavolo vicino e aspettavamo le persone che dovevano presentarsi ma poco dopo una donna del tavolo vicino mi disse che era lei la persona ma subito le feci notare che forse cera un malinteso ma mi assicuro che le altre persone andavano via certo non erano delle persone come luca e sua moglie ma non erano brutte anzi erano molto più giovani di noi cosi si prenderono accordi di quello che si doveva fare e non faree a fine settimana ci recammo presso di loro ma quando siamo entrati abbiamo trovato una sorpresa che cerano anche l'altra coppi e il singolo ma si pensava sempre che andassero via cosi ci accomodammo sul divano aspettando che andavano via ma non successe invece cominciarono a spogliare e una di queste ando da mia moglie e la prese per spogliarla ma barbara si ribello e disse di andarcene che era uno schifo e gente poco seria infatti da quelle parole di mia moglie scateno un frasaggio da strada. andammo subito via e lei mi dette la colpa a me di tutto e non mi dovevo permettermi più di portarla insieme per questi giuochi.
passata la burasca ritornammo al discorso ma lei in tutta francheza si rifiuto di nuovo cosi passarva del tempo ma no mi arrendevo infatti richiamai luca e carla per un incontro e lo accennai a barbara e accetto subito ma fu un fiasco in quanto in quest tempo le venne una neopausa precoce che gli venivano delle caldane che stava mele infatti il fiasco fu proprio questo che mentre si scopava doveva per forza smettere. lei fu comprensiva e mi disse che se volevo incontrarmi con altre persone lo potevo fare perche sapeva quanto il sesso sia normale e bisex mi piaceva. incotrai delle coppie e devo dire che ce ne sono anche molto strane ma tante mi confidarono che il loro matrimonio stava per terminare e con lo scambio ci a tenuto uniti in quanto lo si era deciso insieme altri avevano un amante e scoperti ne parlarono civilmente e insieme scelsero di accettare per il fatto sia l'uomo o la donna sposati non possono dare nulla ma solo sesso, lo scambio insieme. la mia esperienza con la vita che oggi si conduce cosè passare delle ore di sesso sia in coppia sia con un altro uomo oppure una altra donna che fanno dimenticare e non pensare alle problematiche che ci assillano tutti i giorni. fine della mia biografia.
ciao g.
6
0
16 years ago
admin, 75
Last visit: 2 hours ago -
A lei.
Guardo, attraverso i tuoi occhi
l'infinita quiete innevata.
Insieme a lei vorrei scomparire
all'interno di un tuo respiro
per rinascere nel tuo sorriso.
4
1
16 years ago
miss1dada202006,
30
Last visit: 15 years ago
-
La mia biografia parte sesta
come gia dicevo che anna ando via e rimasi solo ma cio che o potuto constatare che le amicizie di luana che mi invitava qualche volta a partecipare e cosi giorgio e sua moglie.
passo circa un anno e per motivi di lavoro mi dovevo recarmi a francoforte e prendendo posto sull'aereo e alla poltrona di fianco prese posto una ragazza molto semplice, minutina di corporatura ma non feci molto caso a questa ragazza ma al momento de decollo mentre ero con i miei pensieri, mi sentivo stringere il braccio che era sul bracciolo dell'aereo non dissi nulla ma auna virata si ripete lei si accorse e si scuso dell'accaduto e cosi ci presentammo io g. lei barbara aveva pressapoco un ventisei/ventsette anni e durante il volo si parlava che era la prima volta che prendeva l'aereo e per forza maggiore doveva andare a dare il cambio a una sua collega che si era sentita male e doveva rimanere per tutta la durata della mostra campionaria circa sei giorni e che non conosceva nulla sia della città e dove si trovava la fiera campionaria e dissi che anche io stavo per lo stesso motivo e di non preoccuparsi che io ero di casa per le tante volte che ero venuto a francoforte
parlado domandai dove alloggiasse e cosi dissi che il mio hotel era lo stesso che alloggiavo io ma devo dire che non era vero cosi quando arrivammo la accompagnai in hotel dove di nascosto dissi se avevano una camera a disposizione per me e cosi rimasi nel suo stesso hotel disdicendo il mio hotel poi ci recammo in fiera insieme per far fronte ai nostri impegni dandogli appuntamento per la chiusura della mostra campionaria. era circa le 19,00 e cosi dissi se voleva fare due passi per tornare in hotel in modo che intanto vedeva un poco la città e lei accettò, mentre si passeggiava lei mi disse che veniva da una delusione che dopo cinque anni il suo ragazzo la lasciò e ancora ci pensava cosi anche io gli dissi della mia convivenza per tanti anni e fini proprio circa un anno fa ma senza dire niente di ciò facevamo con anna. la ci freguentavamo e si usciva per fargli visitare la citta un paio di volte mi feci prestare l'auto di un amico del posto per girare un po più al largo.
quando siamo ritornati nella nostra città continuammo a vedersi e cosi dopo un po e nato qualcosa che due anni dopo ci sposammo e tuttora e mia moglie in cui sono nati due figli. devo dire che barbara era una donna all'opposto di anna e piano piano in fatto di sesso si andavamoa deteriorare i nostri rapporti, prima io non pesavo che si arrivasse a questo forse presi tutte e due ad accudire i figli ma cio e successo quando i figli erano divenuti indipendenti e barbara era rimasta come era prima cosi per invogliarla cominciai a fare delle ipotesi e csa ne pensava di sesso tra donne, e uomini oppure insieme uomini e donne bisex e devo dire che avvolte era interessata a sapere cosi incominciai a portare delle cassette di film di quel genere e cosi la sera andando a letto le visonavamo insieme e lei nel vederle si eccitava e si finiva che si scopava sempre quando si vedevano cosi mentre scopavamo gli facevo delle domande, come se al posto ci fosse un altro uomo oppure se gli piaceva che il cazzo che la scopava fosse più grosso del mio e lei rispondeva mogulando di piacere di si, forse perche sentendomi e vedendo i film lei si eccitava a tal punto che acconsentiva.dopo questo gli dissi cosa ne pensava dello scambio di partener con altre coppie lei rimaneva avvolte intaressata ma piu delle volte senza risposte si andava avanti e io cercavo di portarla al discorso con insistenza cosi un giorno disse che avrebbe anche provato ma a certe condizioni, se non gli piaceva di interompere subito e andare via poi da non provare che le fosse messo in culo infatti era gia da tanto tempo che anchio non lo facevo che durante il parto del secondo figlio si sono formati dei noduli emoroidi che gli davano molto dolore, non dovevano essere persone invadenti e maleducati, e quando si doveva fare non a casa nostra.
mi sono messo alla ricerca di una coppia che aveva delle caratteristiche come voleva barbara e cosi individuai una coppia che a mio giudizio si addiceva cosi volli un appuntamento da solo e gli spiegai di essere molto cauti e far finta che gia li conoscievo e constatai che erano delle persone a modo e non proprio abbituè dicendomi che loro erano bisex.
raccontai a barbara di questa coppia dicendo che gia li conoscevo e le acconsenti di incontrarli cosi ci mettemmo in contatto e era per il sabato prossimo.il sabato sera barbara si preparo e con mio stupore vidi che stava indosando un intimo cosi sex che mi si rizzo il cazzo solo a vederlo ci recammo a casa di luca e carla e ci fecero accomodare per una cenetta che avevano preparato e dopo ci recammo sul divano a scambiare qualche chiacchiera dopo un po per una scusa carla invito barbara di andare in camera sua perche voleva un consiglio di come gli stava un vestito lasciarono la porta aperta in cui si poteva vedere tutto cosi carla si sfilo il vestito e rimase con una minuscola mutandina senza reggiseno devo dire che aveva un bel petto e mia moglie gli fece dei complimenti e al quel punto carla prese la mano di barbara e se la porto a farsi tocare il petto dicendo che lei addoperava una crema per tenerlo cosi rassodato a quel punto comincio a sbottonare la camicetta di mia moglie e nello stesso tempo a slacciargli il geggi seno che rimase nudo carla prese a giocare con i capezzoli che si vedeva che si ingrossavano fino a comincio a succhiarli e mentre lo faceva come una maga tolse le mudandine a barbara e incomincio a toccarla in mezzo alle gambe mia moglie sembrava un automa senza volonta la fece stendere sul letto e comincio a leccargli la fica barbaara mogulava di piacere e vedevo che si inarcava per poter donare la sua fica a carla mentre non digo che vedendo mia moglie in quelle condizioni mi fece arrapare che luca che stava vicino a me comincio a tirarmi fuori il cazzo se lo porto tutto in bocca che venni subito.
per motivi di tempo non o potuto teminare fino alla fine la prossima lo terminero
7
0
16 years ago
admin, 75
Last visit: 2 hours ago -
Un amico per studiare
Ero da poco a Napoli per studiare Università, al corso conosco un ragazzo del mio corso e in breve tempo divento amico suo.Lui chiede di studiare insieme e io sono daccordo con lui. Questo mi facilita imparare anche la lingua.
Durante una sera, mentre stavamo studiando in camera mia, io soggiorno in casa di una signora che fittato me camera, lui seduto vicino a me incomincia a toccarmi in mezzo alle gambe e mi dice e vero che voi lo avete lungo e grosso. Io balbettando non so cosa rispondere, e lui incomincia ad accarezzare il mio cazzo , che diventa sempre piu grande, poi incomincia ad aprire cerniera e lo tira fuori e dice veramente grande cazzo tuo, incomincia a masturbare, poi incomincia a sputarci sopra e dopo affonda con la bocca dentro mio cazzo. Io che ero a digiuno da quando ero in Italia, da circa tre mesi, non lo respinto, devo dire che la sua bocca mi piaceva, era evidente che lo faceva spesso e lui trovato miolto gusto quando gli o sborrato in gola. Da quel giorno , inutile dire che prima di studiare e dopo studio, lo cavalco ben bene tanto da fargli un buco di culo enorme, ma lui essere contento e gli piace fare anche tanti bucchini bene bene.
continua storia........
5
4
16 years ago
thomas656,
28
Last visit: 2 years ago
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Al mare
Quest'anno siamo andati con la mia lei al mare, in una zona abbastanza appartata, in cerca di pace e tranquillità. Vista la solitudine della spiaggia lei mi propone di mettersi in topples (per la prima volta). Dopo 20 minuti stavamo facendo sesso e ci siamo accorti che eravamo spiati da un tale che con l'arnese in mano si dava da fare.
Da quel giorno la mia lei è sempre più trasgressiva.
7
2
16 years ago
poipoipoi216172,
33/39
Last visit: 12 years ago
-
Lella3
La mia relazione con Lella continua alimentata dalle sue confidenze-confessioni delle esperienze avute da sola ma gestite dal marito. Non che lei fosse stata mai costretta, anzi aveva molto apprezzato la libertà che il marito le dava di potersi concedere avventure sessuali e dare sfogo liberamente alla sua libidine senza doversi preoccupare di lui. Ma aveva però deciso di limitare le intrusioni del marito e scegliersi le esperienze isolatamente dal marito. Ed io beneficiavo di questa sua decisione. Mi raccontava e automaticamente trasparivano gli annedoti che lei apprezzava senza doverli subire. Ed era un evidente invito ad organizzarli anche io per lei, ma da vivere insieme e non da sola come faceva il marito.
Ad esempio le piaceva molto che il suo amante la esibisse ad altri uomini mentre facevano sesso. Ma non desiderava saperlo prima. Fu cosi che iniziai a cercare umini maturi, voyeur ed ospitali. La prima volta le dissi che avevo incontrato un conoscente di 50 anni e che parlando del più e del meno mi aveva detto di andare a fargli visita quando volevo. Anche con la tua amichetta, puoi disporre della mia casa quando vuoi, le raccontai. Lei capì che non era vero e finse di crederci. Il finto amico si chiamava Sergio ed era guardone con preferenze alla sottomissione. Lui stava al gioco che io impostavo, anche solo per formalità. Andammo da lui e li presentai. Ci fece accomodare in salotto e mentre parlavamo Lella consapevole di essere al centro dell'interesse si fingeva distratta assumendo l'aria della Lolita, quale mia amante. Le piaceva l'idea di essere vista da Sergio come la mia puttana. All'improvviso chiesi a Sergio se gli piaceva la mia amica e se la trovava bella. In attesa della risposta accarezzai le tette di Lella facendole uscire dalla camicetta già scollata..Sergio non riuscì a rispondere e rimase ammutolito. Incalzai dicendogli, "adesso ti faccio vedere che oltre ad essere bella è anche molto brava". E rivolgendomi a Lella le dissi di spogliarsi e che Sergio avrebbe solo guardato. Ma che se lei voleva dargli qualche ordine lui avrebbe volentieri ubbidito!! lei si rivolse a Sergio chiedendogli conferma: "Saresti disposto a fare davvero tutto quello che ti chiedo?", "Si signora" rispose Sergio.
Io ero seduto tutto nudo sul divano ed il cazzo eretto, Lella salì sopra dandomi la schiena in modo che Sergio guardasse il mio cazzo dentro la sua fica, ed iniziò un saliscendi facendo attenzione a lasciare la visuale a Sergio. "Vieni qui", gli disse e lo fece inginocchiare chiedendogli di leccare la fica posseduta dal mio cazzo. Lui come un cagnolino ubbidiente le leccava il lembo ella fica passando dalle mie palle. Lella era eccitatissima e il fatto che Sergio si mostrava davvero ubbidiente la stimolo' a chiedere di piu'. Si alzò lasciando il mio cazzo duro e ritto da solo e disse a Sergio di succhiarlo. Lei guardava e si masturbava. Il suo viso era molto eccitato ed era ormai diventata una bestia sessuale!! Ormai la conoscevo bene e sapevo che si stava masturbando e che presto avrebbe goduto. Ordinai a Sergio di lasciare il mio cazzo e leccare la fica di Lella sino a quando non avesse goduto. Gli disse di bere tutto il suo umore sino all'ultima goccia. Mentre Sergio leccava e lei si strizzava i capezzoli gridando io andai in bagno e preso un bicchiere versai una quantità di urina dentro. Ritornai che Lella urlava dal godimento. Stava godendo e gridava come era solio fare. Con la mano fermai la testa di Sergio obbligandolo a non smettere e invitai Lella a pisciare nella sua bocca. Mi guardò con aria interrogativa. "Piscigli in bocca" le dissi. " Lui lo adora". Visto che Sergio non rispose rimanendo in attesa Lella gli pisciò in bocca. Il bicchiere da me riempito era sul tavolino. Misi Lella alla pecorina per incularla e invitai Sergio a bere il bicchiere da me riempito.
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Quella prima volta
Finalmente il momento era arrivato. Avevo risposto all'annuncio su internet. Rubrica coppie. L. e P. coniugi qurantenni cercano coppie, trav, singolo bisex. La coppia si presentava come Bisex sia lei che lui, disposti a molto ...anche pissing..... Io ho risposto dicendo che ero TRAV . Ma in verità non mi ero mai travestito fino ad allora. Fino a quel momento ...atteso e poi finalmente giunto. Mi preparo per l'evento. Devo trovarmi alla stazione di Firenze per le ore nove di sera. Ad aspettarmi ci sarà la coppia, o forse lei o forse solo lui. Non so. Mi preparo eccitato o meglio.....eccitata perchè indosso subito, dopo la doccia, un perizoma trasparente rosso e poi calzo delle autoreggenti nere sulle mie gambe ben depilate e snelle. Mi sono depilato tutta, completamente ad eccezione di un ciuffetto di peli a triangolino sul pube. Il culetto pure è glabro e l'ho lubrificato tutto, mettendoci anche il dito dentro con il lubrificante naturale acquistato al sex- shop. Indosso una gonna corta con spacco vertiginoso e una maglietta attilatissima e corta che lascia scoperto il pancino e l'ombelico. Sopra vesto una pelliccia sintetica chiara sbarazzina, che copre tutto ma che posso maliziosamente aprire per esibirmi ed eccitarmi ed eccitare da vera puttana. La parrucca a caschetto, con un leggero fondo tinta e il rossetto chiaro completa l'opera. Così non mi può riconoscere nessuno e soprattutto posso apparire una troietta vera in calore. Sono eccitata e già bagnata.
Prendo un taxi. Il taxista mi guarda complice. Mi siedo sul sedile davanti e si parte. Durante il breve tragitto il taxista cerca di attaccare bottone e io mi eccito. So di piacere come puttana, come donna, e spero che mi dimostri il suo interessamento. Maliziosamente mi scopro le gambe, alzo distrattamente la gonna e lascio intravvedere il perizoma. L'uccello mi si è gonfiato a dismisura. Il taxista vede tutto e allunga una mano sulla mia coscia. Io gli dico che è uno sporcaccione, ma glielo dico con voce rotta dal piacere e senza resistenza o indulgenza. Lui continua a tastarmi la gamba poi scivola verso il mio cazzo e lo sfiora, poi imdugia poi lo tocca e poi.....siamo arrivati. Mi guarda e dice che se lo lascio continuare mi fa uno sconto sulla corsa, anzi me la fa gratis. Io non rifiuto e dico "continua allora porcone voglio vedere cosa mi fai qui in auto, alla stazione dove ci sono tutti a passare e possono vederci". Lui di irsposta me lo prende in mano e comincia a stantuffarmelo. Si sbottona anche la patta dei calzoni e tira fuori il suo uccello, niente male, e comincia a menarselo. Io lo guardo un pò. poi non ce la faccio e vado giù con il volto fino ad averlo davanti alla faccia. quel cazzo turgiso e scappellato. Non lo prendo in bocca. So che lo vorrebbe ma resisto per farlo eccitare ancora di più. Lui non resiste e viene abbondantemente sulla mia faccia. Mi bagna anche i capelli. Mi alzo e vado per scendere, non prima di essermi riassettata. Ci salutiamo. Corsa in taxi gratis. Che puttana che sono. E via in carrozza verso l'incontro di Firenze. (continua 1)
Jenette
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16 years ago
jenette,
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Vechi amici
Il viaggio in aereo era stato lungo e spossante. Tutto quello che sognavamo in quel momento era una doccia calda e un morbido letto. Monia ci aspettava all’uscita del terminale con suo marito Luca. Non li vedevamo da molti anni ed eravamo rimasti in contatto solo tramite e-mail. Ci eravamo conosciuti durante una vacanza all’estero ed in soli due giorni si era creta tra noi un’amicizia molto particolare. Nei loro messaggi, Monia e Luca, ci avevano invitato spesso ad andare a trovarli, ma per un motivo o per l’altro avevamo sempre rinviato. Fino ad ora. L’ennesimo invito accompagnato da un loro perentorio: “Stavolta non inventatevi scuse. Se non venite veniamo a prendervi!!!” ci aveva convinto a prenderci una piccola vacanza per incontrarli e rivivere i bei momenti passati durante quella lontana vacanza.
Un po’ frastornati sentimmo qualcuno chiamarci per nome: “Sara! Giorgio! Siamo qui! Finalmente!!”. Una ragazza veniva verso di noi. Nonostante la minigonna e gli stivali con tacchi alti si muoveva con disinvoltura ed agilità. Ci volle un attimo per renderci conto che era Monia. Forse l’avevamo semplicemente dimenticata oppure era cambiata. Fatto stà che io e Sara ci guardammo stupiti. Era estremamente sexy, molto più di quello che ricordavamo. I capelli lunghi e lisci le cadevano sulle spalle. La maglietta attillata metteva in risalto i seni tondi e sodi.
“Ciao! Che bello rivedervi! Alla fine vi siete decisi. Siamo proprio felici che siate finalmente venuti. Andiamo. Luca ci sta aspettando in macchina”. Dopo un abbraccio e un bacio, appena Monia si girò per dirigersi verso l’auto dove Luca ci aspettava, io e Sara ci guardammo con uno sguardo d’intesa che si traduceva chiaramente in quattro parole: “Che pezzo di gnocca!”. Mentre la seguivamo non potevamo toglierle gli occhi dal culo che dentro quella gonna stretta e corta sembrava gridare: “Stringimi!!”. Con sorrisi maliziosi e strizzatine d’occhio, di nascosto, ci scambiavamo consensi di piacere per la splendida visuale, mentre lei davanti a noi ci guidava con passo deciso tra le auto del parcheggio.
Appena Luca si accorse del nostro imminente arrivo uscì dalla macchina e ci venne incontro. Di nuovo abbracci e baci e di nuovo lo stupore nel trovarlo in forma e molto attraente. Non che durante la nostra breve conoscenza fossero una coppia poco interessante, ma sembrava che il tempo li avesse ringiovaniti e li avessi resi più trasgressivi, spregiudicati.
Il tragitto dall’aeroporto alla loro splendida villetta fù occupato dai ricordi a quei due giorni di vacanze. Tra risate e “Vi ricordate?” il tempo passò velocissimo.
“Eccoci!”. Luca ci mostrò subito la nostra camera. Sul letto erano già pronti gli accappatoi e sul tappeto le ciabatte. “ Forza. Spogliatevi e mettetevi gli accappatoi che la vasca da bagno è già pronta. Non vi dispiace vero se partecipiamo anche noi?!”. Io e Sara ci guardammo sorpresi. “Scusa Luca, ma che razza di vasca avete per starci in quattro?” Lo dissi sghignazzando, pensando che scherzasse, ma lui tranquillamente ci invitò a seguirlo. “Venite. Vi faccio vedere.”
Il bagno era grandissimo e nel mezzo c’era una enorme vasca idromassaggio, degna di un vero centro benessere. “ Minchia! Alla faccia della vasca da bagno!!” Luca trovò la mia esclamazione divertente e si fece una sonora risata. “Allora? Come vedete c’è posto per tutti. Dateci 5 minuti e arriviamo, ok?”
Cosa potevamo dire? Quella era casa loro. Tra l’altro la cosa era molto eccitante per entrambi. Io e Sara ci eravamo raccontati spesso fantasie erotiche a quattro e anche se non potevamo sapere cosa sarebbe successo in seguito, la situazione era molto intrigante e quindi Sara, senza timore rispose: “Ma certo, fate con calma”.
Luca uscì dal bagno. Un po’ imbarazzati dal pensiero della situazione che si sarebbe venuta a creare, ma eccitatissimi ci spogliammo e ci immergemmo nell’acqua calda. “Sara, stai pensando a quello che stò pensando io?” Senza rispondere allungò la mano verso il mio cazzo e cominciò ad accarezzarlo. Nel giro di pochissimi secondi era duro e pulsante. Nel frattempo lei aveva allargato le gambe per lasciarmi accarezzare la sua figa, depilata pochi giorni prima. Avevamo cominciato a slinguare, quando li sentimmo arrivare. “ Arrivano!” Come due scolaretti che non vogliono farsi cogliere in flagrante tornammo a sederci facendo finta di niente, ma evidentemente rossi in viso per l’imbarazzo.
La porta si aprì ed entrarono con addosso gli accappatoi. “ Com’è? Bello, vero?” Mentre Monia parlava lei e Luca si stavano spogliando come se niente fosse.
“E’ bellissimo! Credo proprio che dovremmo venire a trovarvi più spesso.”. Risposi io.
“E’ vero! Vi abbiamo invitato così tante volte che cominciavamo a pensare che non sareste mai venuti”. Nel frattempo anche loro si erano immersi nell’acqua e la conversazione continuava, come se fossimo seduti ad un bar a parlare del più e del meno. Chiacchierando cominciammo a sentirci più a nostro agio, anche se era evidente che i loro sguardi si posavano perennemente sui nostri corpi per esplorarci e i loro occhi non potevano nascondere l’eccitazione. Dopo aver ricordato altri episodi passati eravamo molto più rilassati. Lasciavamo che loro ci guardassero ed anche noi avevamo cominciato a fissarli spudoratamente con sguardi sensuali e sorrisi di piacere.
A un certo punto Luca prese il bagno schiuma. Ne verso un po’ sulle mani e cominciò a lavare la schiena di Monia. “Luca, me ne passi un po’?” Dissi io, cogliendo al volo l’invito. Così cominciammo ad insaponare le nostre rispettive compagne, mentre facendo finta di niente loro continuavano a chiacchierare. Ma dalla schiena le mani cominciarono a muoversi sul collo, sulle spalle e poi sui seni e le ragazze, tra una parola e l’altra cominciarono ad emettere sospiri di piacere. Ormai era chiaro che non avremmo semplicemente fatto un bagno. Monia e Sara, sedute l’una di fronte all’altra, le gambe aperte ed il viso ormai segnato dal piacere e dall’eccitazione si lasciavano toccare d’appertutto. Noi uomini guardavamo le rispettive amiche, con i cazzi che ormai erano duri e vogliosi di qualcosa di più. Ci guardavamo a vicenda baciandoci e toccandoci ovunque. I sospiri di piacere si trasformarono in gemiti di godimento. Monia invitò Luca ad alzarsi e dopo avergli preso il cazzo in mano cominciò a leccarglielo dolcemente dal glande ai testicoli, su e giù, con avidità. Luca godeva nel guardarci mentre li osservavamo e noi eravamo eccitatissimi da quella situazione tante volte fantasticata. Non potevamo levare lo sguardo e intanto ci masturbavamo a vicenda. Adesso Monia glielo aveva preso tutto in bocca e glielo stava succhiando sempre più velocemente mentre lui le accarezzava la testa spingendogliela dolcemente avanti e indietro. A un certo punto lei si fermò e guardandoci disse: “Dai ragazzi, adesso vogliamo goderci un po’ di spettacolo anche noi”. Non ce lo facemmo certo ripetere. Io mi alzai e lo infilai nella bocca spalancata di Sara che non aspettava altro. Sentivo la sua lingua leccarmi con forza il glande, mentre le labbra stringevano il mio cazzo . Monia e Sara presero a succhiarcelo con lo stesso ritmo e mentre lo facevano si guardavano eccitate. Sembrava avessero intrapreso una gara per dare mostra delle loro abilità di pompinare. Succhiavano e succhiavano senza fermarsi fino a quando Luca disse: “Ferma! Ferma! Aspetta o mi farai venire!” Ma Monia continuava, ancora e ancora, stringendoglielo forte in una mano mentre le labbra carnose scivolavano velocemente sul suo cazzo. Allora Luca le spostò la testa per costringerla a interrompere quella tortura di piacere. Lei sorrise dicendogli: “Va bene, però adesso tocca a te!”. Dopo essersi seduta sul bordo della vasca inarcò la schiena e la testa all’indietro e aperte le gambe invitò Luca a leccargliela. Anche questa volta prima di seguire il loro esempio, li guardammo godere. Era stupendo vedere la lingua di lui che le stimolava il clitoride e il viso di lei che ad ogni colpo disegnava espressioni e gemiti di piacere. “Adesso spingila dentro” disse Monia con tono perentorio. Luca fece scivolare la lingua fino a spingergliela dentro e cominciò a penetrarla cercando di andare il più possibile in profondità. Monia adesso stava perdendo ogni controllo. Il suo corpo si contorceva cercando di rendere più facile la via alla lingua di Luca per dargli modo di arrivare sempre più in profondità. Ogni colpo era un sussulto. Le mani di Lei presero la sua testa e cominciò a dargli il ritmo che più desiderava, ora più veloce o più piano, ora più o meno profondamente. Luca era insaziabile e non sembrava avesse intenzione di smettere quel gioco. Questa volta non aspettammo il loro invito. Seguimmo esattamente il loro esempio. A questo punto i gemiti e i sussulti erano stati sostituiti da spasmodici rantoli di godimento. Mentre si lasciavano penetrare dalle nostre lingue lunghe e vogliose, Monia e Sara si guardavano e mostravano le proprie lingue leccandosi le labbra, mentre con le mani si stringevano i seni o si masturbavano il clitoride. Avevano gli sguardi fissi l’una nell’altra ed era evidente che si stessero invitando a vicenda a giocare tra loro. Io e luca ci rendemmo conto del desiderio che stava crescendo tra di loro. Così in un momento di pausa e con uno sguardo d’intesa, ci sedemmo e invitammo le ragazze a cavalcarci, ma dal dietro con loro rivolte l’una verso l’altra. Appena i nostri cazzi furono penetrati nelle loro fighe ormai ben aperte loro tornarono a guardarsi e lentamente si avvicinarono e cominciarono a toccarsi i seni, le cosce e giunte al clitoride si masturbarono a vicenda mentre le lingue si erano inevitabilmente incontrate per dare sfogo ad un vortice di desiderio. Monia e Sara godevano come mai avevano fatto prima. Luca e Giorgio se ne rendevano conto e continuavano a scoparle con forza mentre con lo sguardo si godevano lo spettacolo. Passò del tempo prima che le ragazze furono soddisfatte del loro scambio di attenzioni. Questa volta fù Sara a prendere l’iniziativa: “Monia, adesso voglio guardarti mentre Luca e Giorgio ti scopano!” Monia rispose con un’enorme sorriso: “Tutto ciò che vuoi, Sara!” Dopo essersi girata ed aver cavalcato Luca, stavolta rivolta verso di lui sporse il culo in fuori invitandomi a penetrarla. Glielo appoggiai sull’ano dolcemente e lentamente lo infilai dentro mentre sentivo il cazzo di Luca che entrava e usciva dalla sua figa ormai completamente dilatata. In un primo momento Monia si fermò per lasciare che il mio cazzo fosse completamente dentro di lei e poi riprese a muoversi avanti e indietro per sentire i nostri cazzi duri dentro di lei entrare e uscire sempre più velocemente. Adesso Monia gridava: “Così, bravi! Scopatemi! Fatemi godere! Ancora! Ancora! Sara intanto si era avvicinata e con una mano le masturbava il clitoride, con l’altra le accarezzava il culo e con la lingua le leccava il collo. Monia era ormai al culmine del piacere. Le unghie affondarono su una spalla di Luca e su una natica di Giorgio e loro capirono che stava per venire. Con colpi ancor più decisi la portarono all’orgasmo. In crescendo i suoi gemiti si fecero sempre più forti. Poi venne: “Siiiiì, Ahhhhh, Ahhhhhhhhh” I denti stretti in una smorfia di godimento e il corpo che scoppiava in un susseguirsi di sussulti di piacere: “Ahhhhh, ahhhhhh, ahhhhh, ahhh! E’ bellissimo! Bellissimo! Non ho mai goduto così tanto!” Io sfilai il mio cazzo dal suo culo e lei si alzò sfilando il cazzo di Luca per andarsi a sedere con gli occhi chiusi e il respiro affannoso. Con uno sguardo di pace dipinto sul volto rimase silenziosa e assorta in quel momento paradisiaco. Adesso però era Sara che voleva la sua parte. Io e Luca eravamo provati dallo sforzo fisico e riprendere immediatamente non ci avrebbe certo dato la possibilità di resistere a lungo senza venire. “Sara, dacci un’ attimo per riprenderci!” Glielo dissi quasi implorandola. Sara, con un sorriso, invitò entrambi a sederci uno di fianco all’altro sul bordo della vasca. Presi i nostri cazzi in mano cominciò a masturbarci fino a farci tornare il cazzo bello duro. Poi cominciò a succhiarli, prima uno poi l’altro, con avidità. Si vedeva che aveva una gran voglia di farsi scopare e la sua foga era solo l’espressione del desiderio che dentro di lei stava per scoppiare. Mentre ci facevamo spompinare io e Luca le accarezzavamo i capelli mentre le facevamo complimenti su come fosse brava e bella. Per provocarla Luca le disse: “Tra poco io e Giorgio ti scoperemo fino a farti scoppiare. Vedrai come sarà bello sentire due cazzi grossi e duri dentro di te!” Nel frattempo Monia aveva ripreso lucidità e avvicinatasi a Sara le aveva infilato due dita in figa e uno nel culo sussurrandole nell’orecchio: “Ti piace il cazzo, vero? Lo vuoi sentire tutto dentro, vero?” Sara stava già godendo e muoveva il corpo avanti e indietro per sentire meglio le dita di lei che la penetravano, mentre continuava a stringere e a succhiare i nostri cazzi. Di colpo si fermò: “Ora basta. Scopatemi! Non posso più aspettare. Voglio sentirli dentro”. Io e Luca ci scambiammo di posto. Sara cavalcandomi me lo prese e se lo infilò dentro la figa e poi fece lo stesso con il cazzo di Luca indirizzandoselo nel culo. Una volta che furono entrambi dentro cominciò a muoversi e a godere come un’invasata. Sentiva solo piacere e godimento. Il resto non esisteva più. Come Sara aveva fatto con Lei, Monia cominciò a toccarla e a baciarla dappertutto. Sara che non era una ragazza a cui piaceva farsi sentire durante il sesso cominciò a godere rumorosamente: “Ahhhh, Ahhhhh, Mmmmmm, Dai, così, più forte! Voglio sentirli più in fondo! Ahhh, Ahhhh!!. Mentre la scopavo le leccavo i seni e le succhiavo i capezzoli, mentre Luca le sussurrava nell’orecchio: “Ti piace farti scopare, vero! Facci vedere come sei brava! Godi, Godi! Facci sentire come ti piace!”. Sara perse ogni inibizione e aumentò ancor di più il ritmo.” Ancora!Ancora! Di più! Voglio godere di più! Scopatemi! Siiiì, scopatemi ancora!! Voglio venire! Adesso!! Vengooooo!!” Sara si strinse con le braccia intorno al mio collo, facendomi quasi male tanto era forte l’orgasmo. E mentre veniva la sentivo godere con un’intensità e una foga mai sentita prima:”Ahhhhh, Ahhhhhhhh, Ahhhhhhhhh!!! Ahhhh, Ahhh! Il respiro si fece man mano più calmo, ma lei non accennava a muoversi come se volesse fermare quell’attimo per sempre. Con la testa appoggiata sulla mia spalla mi sussurrava: “è stato bellissimo! Non ho mai provato nulla di simile. Dio, quanto ho goduto”. Luca sfilò il cazzo dal suo culo e insieme a Monia andarono a sedersi su un lato della vasca. Sara restò ancora per un po’ immobile e poi col sorriso stampato in volto si alzò per sedersi al mio fianco. Ci furono un paio di minuti di silenzio e poi Monia e Sara guardandosi si misero a ridere soddisfatte. Io e luca ci guardammo compiaciuti per il lavoro ben fatto. Ancora silenzio. Allora inevitabilmente Luca disse: “Hm, hm! Ragazze, non vi sembra di aver dimenticato qualcosa?”. Le ragazze non risposero, ma sui loro volti era evidente che quella domanda non sarebbe rimasta senza una risposta. Con uno sguardo d’intesa si alzarono e si scambiarono di posto. La doccia calda e il letto morbido erano spariti dai nostri pensieri. C’era ancora tanta voglia di godere…………….
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Sexy valentina
Il negozio, quel mattino di agosto, era completamente vuoto. Seduto dietro il bancone navigavo senza meta nella rete telematica. Il proprietario si era preso una lunga vacanza ed io ero padrone di fare tutto ciò che volevo. Aprivo la mattina presto e chiudevo la sera tardi. Non era il massimo spendere il mese intero chiuso in un negozio di elettrodomestici, ma in fondo erano soldi facili. Coincidenza del destino, alla radio i Dire Straits suonavano: Money for nothing! Era noioso, ma sempre meglio che stare chiusi in fabbrica a farsi il mazzo! Dall’inizio del mese avevo visto solo una decina di clienti che entravano soltanto per curiosare. Ma grazie a Dio c’era internet. La mia salvezza! Da buon ventenne la maggior parte dei siti visitati mostravano tette, culi e belle fighe con stalloni superdotati che le penetravano in ogni antro. Ma dopo tre giorni di full immersion anche quello cominciava ad avere una certa monotonia. Immobile davanti al monitor fissavo la pagina iniziale di Yahoo e cercavo di trovare una parola interessante da digitare per la ricerca. Ed ecco lo spunto di cui avevo bisogno arrivare dalla radio. Il Dj stava chiacchierando con una ragazza che raccontava di come lei e il suo ragazzo facessero sesso con altre coppie. Erano scambisti. Molto interessante, pensai! Digitai la parola scambisti e cominciai la ricerca. Wow, quanti siti! Quello fù il mio primo pensiero, ma in fondo perché stupirmi. Non ero certo un ingenuo e sapevo benissimo che il mondo del sesso non aveva confini. Ancor meno in internet dove il sesso aveva trovato il terreno fertile per dare sfogo a tutte le sue perversioni. Cominciai a spulciarli, ad uno ad uno. Ce n’erano di tutti i gusti. Chi cercava una coppia, chi cercava una singola, chi un trans, chi un bisex. Le orge, il sadomaso, i feticisti. Rimasi stupito da come la maggior parte delle persone inseriva foto dei propri organi genitali come se fossero sul banco di un macellaio. Primi piani di cazzi, di fighe aperte, di culi sfondati, tette schizzate di sborra. Per quanto i miei ormoni fossero sempre al lavoro e il mio cazzo perennemente in tiro, quelle foto non mi stimolavano poi così tanto. E poi che monotonia! Dopo una ventina di primi piani di figa cominciavo ad essere davvero stufo. Ma le cose cambiarono quando spulciando gli annunci di ragazze singole trovai quello di Valentina. Wow, questa sì che era un gran pezzo di gnocca!! Non era solo bella, era Sexy! Mentre facevo scorrere le sue immagini sul monitor la parola Sexy prendeva sempre più vigore. Dio, quanto era sensuale. Con destrezza e disinvoltura metteva in mostra tutte le sue qualità in posizioni provocanti. Uno splendido culo rotondo, il seno prosperoso, le cosce sode mettevano in risalto la sinuosità delle forme. La carnagione scura e i capelli lisci e neri come la pece facevano pensare al fuoco che arde nelle donne di origine latina. La pelle cosparsa di olio, gli stivali alti fin sopra il ginocchio con tacchi a spillo. Non c’era nulla in quelle foto che si avvicinasse anche solo minimamente alla parola “volgare”. Si vedeva in fondo molto meno in confronto alle foto dei macellai, ma nonostante questo era molto più stimolante. Il corpo di Valentina, la sua capacità di provocare in me un desiderio irrefrenabile mi stava facendo sballare. Senza neanche accorgermene avevo portato la mano sul cazzo che era diventato di marmo. Ero talmente eccitato che pulsava. Facevo passare ripetutamente le sue foto, ancora e ancora, analizzando ogni centimetro del suo corpo caldo e invitante. Per un attimo cercai di riprendere il controllo, ma dopo uno sguardo fugace all’esterno del negozio per controllare che non arrivasse nessuno, mi rituffai nel mio momento di estasi. Come era inevitabile cominciai a fantasticare di lei. Pensavo a come per caso sarebbe entrata nel negozio in cerca di qualche aggeggio per la cucina. Vedendola entrare avrei sgranato gli occhi, colpito da quella carica erotica che sprigionava ogni suo singolo movimento. Un saluto e avrebbe cominciato a gironzolare per il negozio. La immaginavo con una minigonna da mozzafiato, i suoi provocanti stivali alti con tacchi a spillo e una maglietta attillata che mettevano in risalto i seni sodi e voluminosi. Non indossava il reggiseno e per quanto mi sforzassi non riuscivo a distogliere lo sguardo dai capezzoli duri e appuntiti e sulle labbra carnose sulle quali sognavo di poter passare la mia lingua umida. Nel girarsi i suoi occhi profondi incrociarono i miei in un attimo che mi era sembrato eterno. Seguivo ogni suo movimento con i miei denti che mordevano il labbro inferiore, quasi fino a farlo sanguinare. A un certo punto, giratasi di schiena, si chinò per guardare qualcosa da vicino. Dio, che culo divino. E quelle cosce. Stavo scoppiando dalla voglia di trascinarla nel retro del locale per strapparle i vestiti di dosso e per scoparla con violenza. Si rialzò in piedi e si girò verso di me. Io cercai di riprendere un po’ di contegno e di non far trasparire la mia eccitazione, ma lei sembrava sapere benissimo a cosa stavo pensando. Si avvicinò al bancone con un sorriso malizioso e gli occhi che mi fissavano senza esitazione, senza alcun segno di insicurezza. Io ero immobilizzato!
“Ciao bello, avrei bisogno del tuo aiuto”. Io ero impacciatissimo e balbettando le risposi: “Mi dica Signora, cercherò di esserle d’aiuto”. Lei mi guardò con un sorriso dolce e divertito: “Come signora, vorresti dirmi che ti sembro vecchia?”. "No, certo che no, anzi…..”. Era compiaciuta dal mio “anzi” perché la portava proprio dove lei voleva. Mi chiese: “Anzi cosa?”. Io ero completamente rosso in viso e non sapevo cosa rispondere. Non mi ero mai trovato in una situazione simile. Era chiaro che mi stesse provocando. Ma dove voleva arrivare? “Sei una ragazza bellissima, tutto qui”. Dissi, mentre sudavo freddo. “Grazie, sei gentile e sei anche molto carino”. Avevo un sorriso da ebete stampato in faccia e le guance rosse come due pomodori. Lo sapevo e mi sentivo estremamente in imbarazzo. Ed ecco il colpo di grazia. Lei abbassò lo sguardo e mi fissò il rigonfiamento nei jeans. Il mio cazzo era ancora in tiro e lei fece passare la lingua sulle labbra. Io non sapevo più cosa fare, ma lei invece lo sapeva benissimo. Senza la minima incertezza si guardò intorno. Non c’era nessuno. Anche la strada era deserta. Poi diede un’occhiata alla porta dell’ufficio che era semi aperta. E mi disse: “Sei solo vero?”. Tutto quello che riuscii a dire fu “Sì!” Ero paralizzato. Lei venne dietro il bancone, mi prese per mano e senza dire una parola mi accompagnò nell’ufficio. Dietro alla scrivania c’era una sedia in pelle, di quelle enormi e comodissime. Con decisione mi fece sedere e dopo essersi alzata la minigonna fino alla vita si mise a cavalcioni sopra di me. Io ero eccitatissimo, anzi decisamente troppo eccitato. Avevo bisogno di calmarmi e di riprendere il controllo. Lei mi prese la mano e la infilò dentro le mutande. Era completamente bagnata. Con le dita cominciai a masturbarle il clitoride e solo allora lei cominciò a perdere la propria compostezza. Continuava a tenermi il polso e guidava la velocità della mia mano, mentre gemeva di piacere, la testa leggermente piegata all’indietro e gli occhi chiusi. Poi spinse la mia mano più giù ed io la assecondai infilandole due dita dentro alla figa. Mentre queste entravano lei emise un sussulto di piacere e ad ogni colpo delle mie dita il suo corpo fremeva. Mi lasciò il polso e afferratomi la nuca avvicinò il mio viso al suo e mi spinse la lingua in bocca. Era avida. La sua lingua cercava la mia con vigore e forza. Ed io ricambiavo con desiderio la sua ricerca. Io godevo, godevo. Ero eccitato da impazzire. Non potevo, non riuscivo a pensare a niente. Sentivo solo il mio desiderio che cresceva e il mio cazzo che a quel punto era dolorante e soffriva stretto nei jeans. Poi cominciò a spogliarmi. Mi tolse la maglietta e poi si tolse la sua ed io potei vedere quegli splendidi capezzoli. Mi precipitai su di loro succhiandoli voracemente prima l’uno e poi l’altro, mentre con le mani le stringevo il culo. La sentivo godere e contorcersi dal piacere. A un certo punto lei mi prese dolcemente la testa e la scostò dal suo petto. Ancora ansimante mi guardò negli occhi e mi disse: “Adesso voglio il tuo cazzo!” Alzatasi, si tolse le mutande di pizzo. Mi slacciò i pantaloni e in un unico gesto mi tolse i jeans e i boxer. Si inginocchiò davanti a me e allargatomi le gambe me lo prese in bocca. Dio, che bello!!. La sua lingua leccava dolcemente il glande, mentre le labbra carnose avvolgevano il mio cazzo e lo succhiavano con foga. Su e giù, su e giù. Io la guardavo incredulo, zitto e schiavo di una situazione che non sapevo gestire. E godevo, godevo e Lei lo sapeva. Mentre me lo succhiava mi guardava dritto negli occhi per godere lo spettacolo delle mie espressioni di piacere. Poi di colpo si fermò. Si alzò in piedi, si girò di schiena e mentre con una mano mi teneva il cazzo in piedi con l’altra si allargava le labbra della figa. Dopo aver roteato dolcemente il mio glande sulle sue labbra lo fece penetrare. Con violenza! Con foga! Mi stava montando come un’invasata e godeva come una pazza. Ad ogni colpo gridava: “Ahhhhhh, ahhhhhhhh, ahhhhh” Sempre più veloce, sempre più violentemente: “Ahhhhh, sììììì, ancoraaaaaa, ancoraaaaa!!” Io stringevo i denti e cercavo di trattenermi dal venire. Per me era davvero troppo. Non sarei durato a lungo. Con le mani sui suoi fianchi cercai di rallentare la sua corsa ed allora lei capì. Si inarcò all’indietro stendendosi con la schiena su di me. Mi prese una mano e se la mise sul seno, poi prese l’altra e la portò al clitoride. Mentre le stringevo i seni ed i capezzoli lei riprese a guidarmi nel masturbarle il clitoride. Poi lasciò che io facessi da solo il mio dovere e lei allungò una mano fino ai miei testicoli e me li strinse con foga, ma senza farmi male. Poi girò la testa di lato e tirata fuori la lingua mi invitò a farla incontrare con la mia. I nostri gemiti di godimento si fondevano in un'unica sinfonia di mugolii e sussulti: "Mmmmm, mmmm, Ahhhh, Ahhhhh!!". Lei, intenzionalmente, non mi stava più montando e questo mi dava la possibilità di lasciarmi andare senza preoccuparmi di non venire. Così passarono parecchi minuti di paradisiaca esplorazione di tutto il suo corpo. La toccavo, la accarezzavo dappertutto. La pelle era morbida e liscia, i muscoli sodi e tonici. Era davvero stupenda ed era maledettamente brava. Mi stava facendo impazzire!! Naturalmente fu di nuovo lei a cambiare il gioco. Con sicurezza si alzò sfilandomi il cazzo e buttate a terra tutte le cartacce si sdraiò sulla scrivania. Poi allargò le gambe e mi disse: “Scopami!!” Era un’ordine a cui non si poteva certo disubbidire. Avevo recuperato le forze e il controllo e stavolta l’avrei davvero scopata. Sarei stato io a penetrarla e a guidare i giochi. Accarezzondele le cosce aprii per bene le sue gambe ed ammirai quel dono magnifico che le donne hanno il privilegio di possedere. Poi mi avvicinai a lei. Le accostai il glande alla figa. Cominciai a spingerlo dentro pian piano. Ero pronto per dare un colpo deciso penetrandola con forza, mentre con le mani le stringevo le cosce quando:
"Dlin, Dlon!!”
Alzai lo sguardo e vidi un cliente entrare. Ero seduto dietro al bancone. Sul monitor del computer scorrevano le foto di una bellissima ragazza in pose provocanti e sensuali. Sentii che i boxer erano leggermente bagnati. Chiusi il sito sul computer e cercai di riprendere un minimo di contegno. Il cliente diede un’occhiata veloce ad un paio di scaffali e poi se ne andò. Appena uscito feci un grosso sospiro e un sorrisetto mi si dipinse sul volto. “Porcaccia eva, stavo sognando ad occhi aperti! E che sogno! Se quella ragazza riesce a farmi questo solo con la fantasia chissà cosa potrebbe fare nella realtà!? Il tempo era volato ed era arrivato il momento di chiudere e di tornare a casa. Mentre camminavo per la strada non riuscivo a smettere di pensare a quella ragazza. Valentina! Mi aveva rapito! Dovevo scriverle! Sì, se c’era anche una piccolissima possibilità di conoscerla dovevo provare!
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16 years ago
admin, 75
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Antonella a roma 2
Finite le mie cose in fretta col cuore in gola al solo pensiero di cosa possa aver combinato antonella cosi arrapata la kiamo mi dice ke sta misurandosi dei vestiti in una boutique.arrivo nel negozio si sta misurando una maglia , la titolare ke la stava seguendo sta x andare via e si scusa ma deve and via il conto si appresta a farcelo un giovanotto sui 25 anni diciamo insignificante ne un adone ne bruttissimo normale leggermente balbuziente.andata via la signora antonella si mette a ricercare altri abiti, nn capivo ma mi viene vicino e mi dice di aver notato ke il giovanotto aveva un bel pacco e ke se nn avevo nulla in contrario ci voleva provare restai esterefatto nn era quello il suo genere ma la troppa eccitazione e i modi di quel ragazzo lavevano colpita. inizio spudoratamente la corte a quel ragazzo ke scoprimmo avere 23 anni,io reggevo la pelliccia e lei si provava maglie, giakke, nel mentre kiakkierava col ragazzo dicendo sei fidanzato e lui no e tante altre cose ke sinceramente nn erano nel suo stile ancor di piu xke il ragazzo era un po imbranato e piu anto lo incalzava e piu lui era balbuziente. anto cominciava a ridere lui pure. avevano creato del feeling. al momento di rimettere gli stivali anto mi kiese aiuto io dissi ke stavo con la pelliccia in mano e rivoltomi a lui facendogli lokkiolino lo pregai di farlo al posto mio.lui seduto antonella con la gamba in mezzo alle sue cosce gli vedeva propio tutto,il ragazzo tutto rosso nn riusciva a parlare ed anto conservando una buona dose della sua imbranataggine nn riusciva a dire una parola . intervenni prontamente io dicendo a lui : ti piace? vero? e una bella figa?si .antonella gli carezzo la testa e lostrinse a se lui inizio a leccarle le cosce senza guardarla . antonella si sente nave scuola fa alzare il ragazzo e lo bacia lui molto contrito pero un po si e sciolto va a chiudere il negozio e torna da noi io e anto stavamo limonando come torna lui lo mettiamo in mezzo antonella se loabbraccia se lo bacia al collo allorecchio e poi si baciano in bocca gli mette la lingua in bocca, antonella sa quello ke deve fare con un ragazzo cosi imbranato si sente molto sicura.io le sto dietro e le porto le mani sulla patta del ragazzo e poi prendo le mani del ragazzo ke stazionavano sulla skiena in mezzo alle coscie di anto, ke aveva gia aperto la patta e lui eccitatissimo sfodero un bel cazzo di notevoli proporzioni ma un po storto. tolsi lo slip ad antonella la feci sedere e lei glielo prese tutto in bocca . poi il giovane prese il comando delle operazioni la stese a terra e la scopo x bene.quando ebbero finito le regalò uno slip.
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16 years ago
mabo5059,
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Antonella a roma 1
da quando dallultima esperienza di gruppo vissuta antonella e molto cambiata sessualmente, molto piu aperta alle esperienze ke le organizzo e ke insieme poi nei ns momenti di intimita ne tracciamo il profilo.una di queste e sempre la provocazione x strada, cioe lei da sola o con me vestita da troia molto ammiccante e disponibile in luoghi a noi sconosciuti.Dovendo andare a roma x lavoro, una settimana prima iniziamo ad immaginare di girere prima insieme x le strade di roma centro e poi io ke vado a fare la commissione e lei girovaga x negozi molto ben attenta a possibili corteggiatori magari un po attempati.Lungo lautostrada la strizzo x bene tanté ke lei x la forte eccitazione in pieno giorno(x indurmi a fermarmi in qualke piazzola) mostro le tette ad un camionista ke stavo sorpassando, un brivido mi percorse la schiena (se lo conosciamo?). comunque riuscii a nn fermarmi antonella stava eccitatissima. Le spiegai ke doveva essere una persona a modo di una certa eta x nn rischiare ecc. ecc.di farlo sbavare un po prima di accettarne la corte. Scendiamo dalla macchina lei col solito abbigliamento; pelliccia , calze a rete minigonna plissettata, stivali sopra il ginokkio una scollatura abbondandissima.non passava propio inosservata.dopo una breve passeggiata arrivati presso gli uffici dove dovevo andare la salutai ed ebbi limpressione di una ke nn vedeva lora di essere lasciata da sola.
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16 years ago
mabo5059,
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Storia vera ed incredibile!!
nn sono un amante dei racconti ma quello che mi è successo è un fatto reale talmente incredibile ed emozionante che voglio raccontarlo a tutti gli amici di desy...
premetto ke sn un bel ragazzo..palestrato 1,78 cm..ex calciatore prof...moro, okki verdi..insomma.niente male dai...
l'altra gg ero in palestra ad allenarmi...ero seduto sulla panca e mentre alzavo dei manubri per portarli verso il petto per fare le spinte sento un dolore fortissimo alla skiena, qualke cm sopra l'osso sacro...
mollo tutto e vado dritto dritto negli spogliatoi...visto il forte dolore mi reco della zona relax della palestra dove vi sn anke 2 estetiste...
nn le conoscevo bene..erano da poco li vista la nuova gestione...giusto un ciao ciao al volo...
cmq..vado dentro da loro e mi viene incontro la piu carina(bona direi) seno grande(penso una v) vita piccola ed un gran bel culo(tutto vero credetemi)!! le faccio presente il problema e mi dice ke si potrebbe provare con una serie di massaggi...
bene allora...concordato il prezzo le kiedo se posso iniziare subito...risp positiva... allora le faccio..."vado a farmi una doccia e torno"...20 min dopo ero sul lettino..massaggio da paura...mezz'ora..bravissima...fin qui tutto ok..nn vi nego ke con la testa fantasticavo pensando a lei e alle varie porcate ke ci potevano uscire...makke...lancio un paio di ami ma nn raccoglie..finita li ho pensato...fatto il massaggio mi rivesto pago e cominciamo a kiakkierare del piu e del meno.ad un certo punto comincia con degli apprezzamenti da paura...sei bellissimo (addirittura!) a quel punto prendo e la bacio..dopo 1 min di intenso limonare(forse meno)prendo la sua mano e me la porto sul cazzo gia duro come la coda di un canguro( porci la maurizia la vedete tutti è?) ad un certo punto le chiedo di baciarmelo e manco a farselo ripetere mi porta in un'altra stanza chiusa sl dalla tendina..dopo qualke min che sbokkinava la sorpresa piu grande...entra l'altra ed anzike' arrossire e andarsene inizia a baciarmi...bellissimo..anke lei è molto carina...insomma..alla fine tutte e due con il mio cazzo in bocca..la piu bella pompa della mia vita...nn le ho scopate ma...vedremo al prossimo massaggio cosa succedera'...
è una storia vera..fortunatamente!! alla prossima...
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16 years ago
77modellovero,
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Percorsi di vita.
Ti incontro lungo il cammino su un sentiero immerso nell'oscurità.
Ho con me una lampada.
Improvvisamente non sei più nelle tenebre, ma la lampada è mia.
Presto ci separeremo, perchè tu hai la tua vita e io la mia.
Ogni individuo ha la sua via individuale per raggiungere il propio destino.
Per un po' ti dimentichi completamente del buio, la mia luce serve sia per me che per te. Ma presto giunge il momento in cui ci dobbiamo separare: io vado per la mia strada, tu prosegui per la tua.Ora dovrai di nuovo andare avanti a tentoni nell'oscurità, e questa sarà ancora più profonda.Allora capisci che era meglio prima. Che è meglio la propia oscurita piuttosto che una luce che non ti appartiene.
Io non ho modelli da darti,ne valori, ne moralità.Posso darti soltanto l'incoraggiamento , un'incoraggiamento che ti riporti a te stesso.
Posso soltanto darti la libertà ,affinchè tu possa sbocciare e diventare una luce. La tua luce.
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16 years ago
miss1dada202006,
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