{"linkButtonClass":"stories-filter__top-new-button button button_default","href":"\/aggiungi-racconti","title":"Aggiungi racconto","displayFirstSpan":true,"firstSpanClass":"stories__top-new-button-icon","firstSpanContent":"\n<svg class=\"svg-icon icon-add-button-icon\">\n <use xlink:href=\"\/build\/sprite-1f276ae5b41c43f23ee4af20e3e6a675.svg#add-button-icon\"><\/use>\n<\/svg>","displaySecondSpan":true,"secondSpanClass":"stories__top-new-button-text","secondSpanContent":"Aggiungi racconto","checkDeactivatedProfile":true}
- 1 mese fa il ricatto parte 2.... Arrivò il pomeriggio dove mi concesse la telefonata alla moglie così potevo chiamarla e mentirgli dicendo che andava bene al lavoro che era un manicomio ecc che poi l'avrei sentita la sera. Chiusa la telefonata mi prendere il telefono lo mette al sicuro.Il pomeriggio stava passando bene tranquillo TV qualche bacio tra me e lei e in meno che non si dica si fanno le 19.00 ora che si inizia a preparare la cena e lei mi propone un meno a base di wurstel nel culo e mangiato alla fonte ridendo dico dai perché no così prende un pacco di wurstel quelli grossi le succhia si alza il vestito e facendo attenzione che non si rompe lo mette nel suo culo poi si mette a covaccioni sulla sedia e mi dice dai ora mangia, avvicinò la mia faccia e con la bocca pian piano le prendo con i denti senza tagliarlo di netto lo tiro indietro per farlo uscire e poi tagli secco e mastico così il gioco e durato il tempo di 4 wurstel poi abbiamo fatto le patatine fritte. Ma nel mezzo della cena la chiama un suo cliente chiedendo se era libera se poteva passare da lei la sera per qualche ora, sembrava che era uno fisso da come gli parlava, aveva molta confidenza al tal punto che le ha parlato di me. Chiude la telefonata posa il telefono e mi dici preparati lui e un cliente attivo ora anch'io mi inizio a preparare. Nel giro di 20 minuti suona la porta, io come regola vado in camera e aspetto, gli apre la porta chiede se doveva bendarmi, ma per lui non c'era nessun problema. Così entrano lei aveva un vestito sexy lui jeans maglia nera e giacca di pelle mentre si baciano lei mi fa segno di venire mi presenta a lui e lui rimane soddisfatto mi fa fare una piroette mi fa mettere a 90 mi fa rigirare e dice penso che mi divertirò molto ma speriamo di durare perché ho voglia. Io mi rimetto al mio posto in ginocchio aspettando di aver ordini, ma lui domanda alla trans che se poteva fare qualsiasi cosa con me ovviamente nei limiti del possibile. Lei risponde certamente e così parlando con voce normale, per capirci non bassa voce ha proposto un gioco ovvero lei doveva star seduta su una poltrona e lui doveva scopare me. Lei da un lato non gli sembrava vero prendere la tariffa per una prestazione senza fare nulla non esito minimamente ad accertare così prese una poltroncina lei siede gambe larghe e inizio a giocare con il suo cazzo io mi giro verso lui che si stava slacciando i pantaloni per prenderlo in bocca era molto eccitato gli piaceva essere guardato mentre lo faceva. Mi prende e mi porta vicino alla trans e mi ordina di succhiare il suo cazzo io messo a gattoni, lui mi toglie il plug anale e mi mette il cazzo un piccolo gemito perché effettivamente era più largo di 4 cm inizia a scoparmi ed era veramente eccitato a bestia proprio per la situazione anche perché si e dovuto fermare un paio di volte per non sborrare subito. Ma come tutte le belle cose devono finire non riusciva più a tenerla e così mi sborro dentro anche la trans che la stava pompando di bocca mi schizzo in gola, loro si sta no baciati lui piano piano sfilo il cazzo dal mio culo e mi rimetto il plug, la trans mi ordinò di prendere le salviette e pulire il cazzo di lui così presi le salviette umide e facendo piano e delicatamente gli pulisco tutto. Una volta pulito si riveste gli lascia i soldi sul letto si salutano e se ne va io come ogni volta stavo lì al servizio, la trans si alza dalla poltroncina mi dice hai visto come e facile hai già preso 4 sborrate in un giorno, dai alzati e ora di andare a dormire domani e un altro giorno. Vado in bagno anche con lei mi tolgo il plug per scaricare la sborra di prima un po' di pipi un bel bidè e rimetto il mio plug, mi avvio in camera lei era nuda nel letto mi dice di venire lì con lei e di togliermi il plug dal culo che voleva dormire con uno o due dita dentro così io mi sdraio verso il fianco del materasso mi levo il plug così lei entro con due dita, così si passo la notte.I giorni a seguire passarono analoghi al primo più o meno le solite cose chi passivo chi attivo chi voleva giocare con entrambi il mangiare era sempre dato in modo bizzarro e i bisogni erano fatti sempre con lo stesso criterio e sempre un media di 4/5 sborrate mi prendevo al giorno. Il penultimo giorno aveva invitato una coppia di amici uomo e donna , per la sera e così il pomeriggio siccome non poteva prendere tutto in rosticceria si mise a cucinare e io ero tranquillo sul divano e pensare che mancava poco che potessi prendere e cancellare video foto tutto ma nel pensare e vedere la TV il tempo passa si fanno le 7 e mi ordina di corsa di darle una mano a preparare il tavolo tovaglia lunga tovaglioli piatti posate bicchieri tutto per aver un bel tavolo per tre persone perché io dovevo star sotto al tavolo. Suona il campanello io mi metto sotto al tavolo sento che si salutano li fa accomodare in cucina e parlano del più del meno e li invita a sedersi, dicendo che ci sarà una sorpresa durante la serata. Stando sotto al tavolo vedo lui un pantalone elasticizzato nero lei un vestito ultra corto e mi sembrava che non portasse nemmeno le mutande, si siede la trans che aveva una sorta di sottoveste e quando si e seduta gli e uscito il cazzo dal vestito, io cerco di non farmi notare dalla coppia perché dovrebbe essere una sorpresa quindi evito ma la trans con la mano da sotto mi dice di andar vicino a lei una volta avvicinano mi allarga Ancor di piu le gambe e mi fa segno di prendere toccare il cazzo lo inizio ad accarezzare poi lo bacio gli passo la lingua sull'uretra man mano diventa duro enorme come era la su dimensione reale. Mi allontana perché doveva prendere la portata sento una esclamazione calla coppia delle serie ammazza e cosa ti e successo la sottoveste non copre nulla così, e lei gli risponde e va bhe dai vi farò vedere la sorpresa, con un battito di mani era il cenno di uscita dal tavolo a gattoni esco sorpresi mi alzo in piedi rigorosamente nudo e sbalorditi mi guardano ed fanno i complimenti alla trans per lo schiavetto la trans si avvicina con il cazzo durissimo gli mette la mano dietro la testa e gli chiede non gli vuoi dare un bacino? Fino adesso me li ha dati lui. La compagna gli dice dai amore si non ti vergognare sai quanti ne ho presi per te!!??. Così lui si avvicina inizia con un bacio sulla punta poi da una piccola leccata sul frenulo e poi in un solo boccone lo prende fino a metà, tutti a parte me gli fanno un applauso. La compagna di lui si alza e esclama bhe direi che la cena e servita si potrebbe passare al dopo cena no? E nel frattempo si inizia a spogliare, aveva un bel seno grosso non esagerato ma che stava su due capezzoli già duri figa rasata e un bel culetto a mandolino. La trans si toglie la veste come se fosse la maglia e aveva ancora il cazzo nella bocca di lui e dice che facciamo rimaniamo in cucina o andiamo di là? Le due donne si guardano e insieme dicono andiamo di là... Fanno alzare il compagno che anche lui si spoglia giù i pantaloni, via i boxer che nel succhiare aveva il cazzo già duro si sfila il maglioncino e devo dire che aveva un bel fisico magro si intravedeva la tartaruga pochissimo Pelo e un bel paletto della luce. Tutti e 4 in fila indiana andiamo in camera la capofila la trans e io lui e la lei, la trans mi ordina di mettermi in ginocchio e la lei chiede alla trans cosa potesse fare la risposta era ovvia tutto quello che era nel possibile dal lui, e con un sorriso mezzo malefico mi guarda e si avvicina mi mette la mano sulla guancia e mi dice ho un bel po' di fantasie vediamo se riesci a farmele avverare.La trans si avvicina a me dai su succhia un po' e prendo il suo cazzo in bocca poco dopo si avvicina anche lui e chiede gentilmente se può la trans gli dice certo è qui apposta così prendo anche il suo e devo dire anche la sua dimensione era generosa anche se era di colore bianco. la lei si siede sul letto a gambe larghe si gode la scena con la mano destra si toccava la figa era molto eccitata dalla situazione, nel mentre si tocca chiede alla trans se mi poteva preparare per i suo desideri, la trans ovviamente da il consenso così si alza dal letto e mi dice di andare lì da lei, mi allontano dai quei due cazzi che tra l'altro mi piaceva a gattoni mi dirigo verso di lei mi fa segno di salire sul letto lei e in piedi dietro di me con la lingua mi inizia a leccare attorno al plug e con la bocca lo prende e me lo toglie una volta posato mi fa i complimenti dicendo che si sarebbe divertita, e guardando la trans che si stava divertendo con il compagno di lei dice l'hai allenato bene complimenti. La lei va dal comodino apre il cassetto come fosse casa sue e sapesse dove cercare prende il lubrificante me lo fa colare sul mio buco e mi sussurra ora vediamo il mio primo desiderio se si realizza, mi mette subito due dita poi tre poi quattro mi stava dilatando parecchio sento che continua ad alzare l'asticella del piacere spinge e arriva fino al pollice la fa ruotare e man mano mi fa abituare alla dilatazione la tira un po' fuori e mette il pollice con molta calma superano le nocche della mano e mi dice dai un bel respiro, lo eseguo un spinta un po' più secca entra la mano nel mio culo una volta entrata esclama evvai è entrata amore guardando il compagno lui si gira e gli risponde brava amore hai visto ora possiamo spuntare la casella delle cose fatte ma hai visto come la nostra amica mi sta succhiando? Io mi giro verso la trans mi stava guardando mentre era alle prese con il suo cazzo e mi alza il pollice come complimento pochi secondi dopo si alza prende il cazzo di lui lo tira verso il letto e guarda la lei dicendo direi che ora e pronto questo non lo sente nemmeno, pian piano mi sfila mano fa un rumore tipo tappo di bottiglia, la trans direziona il cazzo di lui me lo mette dentro lui un gemito di piacere guarda la compagna si baciano, con un tovagliolo lei si pulisce la mano dal lubrificante la trans sale sul letto e si mette a gambe larghe davanti a me schiaffeggia con il suo cazzo il viso tento di prenderlo in bocca e ci riesco. Lui mi inizia a stantuffare e dalla gabbietta stava diventando un colabrodo tra liquido pre-spermatico e anche un po' di lubrificante si era formata la chiazza la lei notando la perdita di liquidi si mette sotto le gambe di lui e con la testa tirata tutta indietro mi lecca la gabbietta giocando con la lingua facendola entrare nel buchetto da toccarmi la cappella. Una volta che ha ripulito tutto la lei si alza dalla scomoda posizione fa il giro del letto e sussurra qualcosa all'orecchio della trans e risponde a voce sentire tutto: penso di sì che ci riesca visto che gli è entrata la mano penso che quello sia come un bicchiere d'acqua. Non facendo caso a cosa si potevano esser dette io continuo a farmi scopare da lui; la lei mi chiama e mi dice di salire più avanti così gattonando mi porto sopra la trans la lei prende il suo cazzo e me lo direziona e mi ci siedo sopra ed entra tutto. girando un po' la testa vedo che lei prende e porta il cazzo del compagno verso di me e capii cosa voleva fare una doppia penetrazione anale, lui appoggia la cappella sul mio buco ma essendo già occupato non entrava così facilmente così mi alzo un po' quasi da farlo uscire tutto per poi farli entrare insieme (il problema era farlo) pian piano sento le due cappelle dentro che vogliono entrare anche se mi era entrata la mano ma due cazzi non era proprio come un bicchiere d'acqua un bel respiro e provo a scendere, una scossa lungo la schiena da togliere in fiato erano entrati non riuscivo più a parlare o urlare a fare nulla si stavano muovendo e il mio culo era aperto molto la lei eccitata ha richiamato l'attenzione del compagno dicendo anche questa e da spuntare amore vede due cazzi dentro ad un buco. Poi anche lei sale sul letto si mette sopra la faccia della trans e si fa leccare la figa quasi per farla venire che la trans fa fermare tutti, ordina alla lei di andare in bagno e prendere la sacca per il clistere così lei lo esegue va al bagno e la porta in camera, ordinando a tutti di sborrare e chi doveva pisciare farla li così la lei sfregando le dita sul clitoride inizia a squirtare e fa andare tutto dentro alla sacca poco dopo arriva lui che sfila il cazzo dal culo e io rimango con quello della trans e sborra anche lui li dentro e la trans presa che ormai tutti erano venuti sfila il cazzo si mette in piedi mentre la coppia gli succhiava i capezzoli e sborra anche lei, mentre io ero rimasto nel letto. Si sa per prassi quando uno sborra poi deve anche pisciare, così non passarono 5 minuti che lui inizio a pisciare la lei gli toccava il piscio e si leccava le dita poco dopo anche la trans inizia pisciare dentro e tutti e tre guardandomi la lei mi dice di venire lì, a gattoni scendo dal letto mi metto in mezzo a loro la lei prende la cannula che me la mette nel culo e dir la verità manco la sentivo apre il rubinetto e man mano si svuota la sacca. Una volta svuotata mi mettono un plug più grosso dato che ero molto dilatato e mi dicono di alzarmi in piedi mi alzo guardo loro che si bacino e man mano si iniziano a vestire. Una volta tutti vestiti si saluto con un grosso bacio sia lui che lei e ringraziano per la sorpresa, una volta usciti la trans mi chiede se riuscissi a dormire in quelle condizioni ovvero con il loro piscio e sborra più il plug ben più grande le risposi che potevo riuscire così lei andò in cucina a togliere la roba dal tavolo e io nel frattempo mi ero sdraiato nel letto. Poco dopo arrivo anche lei totalmente nuda accese la TV e io un po' stanco dalla prestazione data provai a chiudere gl'occhi. Passo la notte al mattino finalmente riuscì ad andare al bagno e poter scaricare tutto, la trans mi fece un regalo dicendomi che oggi era il giorno libero ovvero niente sex e alla sera potevo rientrare a casa subito non mi sembrava vero la mattina una volta alzati abbiamo fatto il letto caffè ci siamo vestiti abbiamo fatto un giro un po' di TV pranzato e io non vedevo l'ora che arrivano le 5. Alle 16 inizio a prendere il suo telefono e me lo diede da poter cancellare foto video miei, poi prese la chiave della gabbia di castità e mi libero il mio pisello, mi diede il mio telefono e mi disse ora puoi andare. Mentre stavo uscendo come se si fosse ricordata qualcosa mi ferma e mi dice ah la coppia di ieri ho voluto il tuo numero per contattarti quando vogliono ovviamente io lo dato, un bacio piccolo mio. Nella mia testa ho già pensato che mi dovrò rivedere con loro o bloccare il numero quando mi chiamano e quando succederà spero di essere solo. Così esco scendo le scale salgo in macchina e vado verso casa, mi fa male il culo da star seduto oltretutto ho fatto 4 giorni in cui prendevo solo cazzi, arrivato a casa saluto mia moglie e inizio a inventarmi la mia settimana lavorativa ovviamente finta.Un grosso bacio alla trans Valentina S. 300 0 1 mese fa
- 1 mese fa il ricatto Partiamo dall'inizio così da fare capire tutto il racconto, anni indietro avevo conosciuto una trans molto bella magra alta bel seno (anche se finto) ma soprattutto un bel gran cazzo e così ho iniziato a conoscerla, soprattutto per il sesso che era moooolto appagante fino a quando era completamente single e così abbiamo iniziato a frequentarci alla luce del sole io andavo spesso a casa sua si guardava la TV, si usciva per locali, pizze ecc. un po' come una coppia. Tutto questo e durato circa un anno fino a quando per cause nostre fini tutto e non e che ci siamo lasciati molto bene anzi eravamo cane e gatto però che ci vuoi fare non si andava più d'accordo sul lato relazionale . Io mi sono rifatto una vita passano anni ci siamo rivisti e sembrava che l'astio tra me e lei fosse finito ci si salutava quando eravamo in giro. Ma nelle mia testa le serate passate con lei dove si faceva di tutto e di più in una notte mi mancavano così un giorno a casa dal lavoro sono andato sotto casa sua sapendo che aveva un cane prima o poi doveva scendere, così colgo l'occasione di salutarla e perché no far due chiacchiere magari anche con un caffè. Passa qualche ora e la vedo che scende ovviamente faccio finta di niente come se fossi per lavoro lì lei mi saluta e iniziamo a parlare del più del meno intanto mi incammino con lei e con il cane a fargli fare il giro per poi riaccompagnarla a casa mi chiede se avevo voglia di salire per un caffè e non me lo faccio ripetere due volte salgo senza problemi. Arrivati in casa (sembrava di essere in Africa dal caldo che faceva) leisi scusa per il caldo ma ama il caldo e mi fa accomodare sul divano, nel frattempo lei e andata in camera a cambiarsi per star in casa mettendosi un vestito azzurrino smanicato taglio culo classico di cotone nulla di che, arriva in cucina e inizia a mettere su la caffetteria si siede sulla sedia di fronte a me ci fumiamo una sigaretta nel mentre ci si ricordava dei tempi passati. Salito il caffè lo versa mi dà la tazzina e nel mentre che e seduta sulla sedia si tocca il cazzo e io non gli riesco a togliere gl'occhi da lì e lei mi dice ti piace? Lo vorresti ma sei impegnato ora addirittura sposato quindi cosa vorresti fare? E ovviamente non gli resisto e gli dico che lo vorrei in bocca lo vorrei come me lo dava una volta. Così si alza mi viene vicino mano sinistra sulla mia testa e allora tieni stronzo e me lo mette in bocca così gli inizio a succhiare con foga come se fossi in un film porno ci do dentro nel mentre mi abbasso i pantaloni e il perizoma mi toglie il cazzo dalla bocca, mi spinge sul divano e mi dice di aspettare li, va in camera prendere un suo collante e mi fa la domanda ti ricordi e vecchi tempi? Ti piaceva essere bendato no? Così mi benda con il collant occhi chiusi sono nelle sue mani nelle su grinfie. Mi fa girare sono in ginocchio sopra al divano aspetto il momento più atteso uno sputo appoggia la cappella e si fa strada mi dice che sono stretto (in effetti era da molto che non facevo l'anale) ma che dire sono stati i 20 minuti più belli sentir quel cazzo che mi scopava ero in estasi fino a quando sta per venire sfila il cazzo mi prende la testa e me lo mette in bocca fino a farmela riempire. Mi toglie i collant dall'occhio e gli continuo a succhiare il cazzo da ripulirlo bene, ci guardiamo e non si sa perché scoppiamo a ridere e ci siamo detti meno male che si doveva prendere un caffè con tante risate, mi offre un bicchiere d'acqua nel mentre mi rivesto ci salutiamo con un bacio alla francese.Passano diversi giorni e mi arriva un suo messaggio su WhatsApp lo apro mi si gela il sangue, uno spezzone di quel giorno magnifico ma che si e trasformato in terrore con un messaggio se questo non vuoi che vada a tua moglie ci vediamo al più presto con il numero di mia moglie sotto. Subito non riuscivo a scrivere ne a chiamare finisco il lavoro alle 7 e prendo coraggio da chiamarla gli dico che avrei pagato fatto quello che voleva mi sentivo un criceto in preda ad un serpente e lei mi dice che dovevo dir a mia moglie che dovevo trovare una scusa per assentarmi 5 giorni da casa, e stessa cosa con il lavoro se no nel giro di 3 giorni avrebbe mandato tutto a lei. Così arrivato a casa presi la palla al balzo e trovai un scusa del lavoro che mi toccava star fuori 5 giorni e al lavoro non avendo grossi problemi me li ero presi di ferie.Il giorno dopo gli mando un messaggio che avevo fatto tutto e ci saremo visti il lunedì.Arrivò il lunedì che dovevo andare da lei esco come tutte le mattine di casa in veste da lavoro mi dirigo verso casa sua e con un telo per non aver problemi copro anche la macchina gli suono e salgo ovviamente gli parlo di un paio di cose per non aver problemi volevo sentir la mia consorte 3/4 volte al giorno e al termine dei 5 giorni che cancellasse tutto sotto i miei occhi, lei mi rispose che non c'erano problemi ma aggiunse che c'erano le sue regole:1 dovevo assistere a tutti i suoi incontri essendo escort potevo immaginare2 dovevo fare tutto quello che mi chiedeva3 mi dava vitto e alloggio acqua per lavarmi tutto4 dovevo aver la gabbietta di castità giorno e notte5 star nudo sempreCosì per non aver problemi gli strinsi la mano.Prima cosa mi spoglia subito e fu lei a mettermi la gabbietta e la chiave se la teneva legata al collo e secondo mi ha fornito una serie di plug anali in cui potevo scegliere quale tenere o intercambiare nei vari giorni più grandi più piccoli ecc e così ebbe inizio la mia avventura.Alle 10 aveva un appuntamento con un cliente mi disse che dovevo star in ginocchio nella camera da letto nell'angolo e aspettare avevo il butt plug già dentro e la gabbietta, sento suonare il campanello gli apre la porta e una volta chiusa sento che gli parla dicendo che aveva un assistente che poteva fare quello che voleva che se gli creava disagio mi avrebbe bendato che ero disponibile a giocare da passivo e fare rizzare i cazzi lui risponde che non c'erano problemi ma avrebbe preferito che non lo vedevo così entro in stanza mi mise una benda sull'occhio poi fece entrare lui.Sentivo parlare di cosa gli piaceva fare e cosa avrebbe voluto ricevere così la "serpe" mi prese per la testa e disse hai sentito no vuole essere scopato quindi gli prepari il culo lo lecchi poi mi succhi il cazzo a me così mi spinse la testa in mezzo alle chiappe di lui e con la lingua leccai per un bel po' il culo sentivo che gli piaceva e il suo buco si stava rilassando così ho smesso e presi in bocca il cazzo di Lei già mezzo duro non ci voleva tanto a farlo diventare cemento quando era pronta mi tolse e sentivo che gemeva gli e lo stava mettendo dentro. Sentivo tutto gemiti i colpi che gli dava tutto il loro parlare esplicito sentivo tutto però lei si accorse che lui iniziava a perdere molti liquidi dal cazzo così mi diceva di mettermi sotto di lui e raccoglierli con la bocca, mi accompagno con le mani sotto di lui presi il suo cazzo in bocca e stavo lì ad aspettare che finissero. Non ci mette molto che lui mi venisse in bocca e quando è venuto lui, anche lei gli sborro dentro con il preservativo lui si tolse e rimasi sdraiato sul letto sento che lei sul tolse il preservativo mi disse apri la bocca e me mette in bocca difendo di masticarlo nel mentre loro si rivestivano io rimango lì nel letto sento che gli chiede quando doveva per la prestazione gli dice la tariffa si salutano e se ne va e lei viene in camera mi tolse la benda e mi chede se mi era piaciuto?? Avendo la bocca piena non riuscivo bene a parlare così mi tolse il preservativo dalla bocca e gli dicevo di si chiedendo chi fosse quello? Risposta bho uno nuovo. Arrivò il mezzogiorno mi faceva mangiare bene pasta carne bere tutto quello che volevo. Ovviamente mi disse che se dovevo andare al bagno mi aveva fornito un sacca da clistere per esser sempre pulito in ogni evenienza. Finito il pranzo lei si metteva sul divano a guardare la TV io gli toglievo la roba dal tavolo ovviamente rigorosamente come mi aveva detto di stare nudo, finito di pulire e lavare i piatti mi metto vicino a lei che mi chiede se gli portavo il cazzo a pisciare perché non aveva voglia di alzarsi e io le ho detto non ho capito in che senso??? La sua risposta è stata ti fidi?Io nella mia testa ho detto dopo quello che ha fatto no però che cosa mai mi capita gli rispondo di si. Così lei prende dietro al testa del divano un siringone enorme sarà stato da 500ml con un tubo da circa 40cm e spesso mezzo centimetro con sguardo maligno mi dice "ora vedrai prendi il mio cazzo e tienilo mentre piscio" così eseguo il suo ordine il tubo ben chiuso fra le sue dite prendo il cazzo lo tengo lei porta il siringone senza stantuffo e inizia a pisciare ne fa circa 250ml una bel po' direi una volta finito mette lo stantuffo fa uscire l'aria mi chiede di alzarmi in piedi e dalla cintura di castità inserisce il tubicino nel cazzo subito un male o bruciore non lo so però poi quasi piacevole man mano vedo che sparisce 40 cm e dico dove sono finiti inizia a spingere con lo stantuffo e sento la vescica riempirsi del suo piscio man mano scende sempre più giù fino ad arrivare a zero, mi sfila il tubicino e ho una voglia di andar a pisciare assurda e con un sorrisino mi dice ora vai al bagno.Corro senza farmelo dire due volte e finalmente mi scarico la vescica e sento dal sala ora capisci cosa vuol dire quando ti dico di portarmi il cazzo a pisciare??Continua... 208 0 1 mese fa
- 2 settimane fa fantasia di moglie schiava 2 - la villa 2 Il Padrone mi ordina di mettermi a pancia in su e ordina a Betta di leccarmi la figa. Lei ubbidiente comincia a leccarmela e nel farlo mette in mostra il suo bel culo. Il Padrone si mette dietro di lei e comincia a scoparla in culo segnando con i sui colpi decisi il ritmo delle leccate. Tra le leccate di Bart di prima, le leccate di Betta io non capisco piu’ nulla e vengo. Betta continua a leccare imperterrita anche finché lei e il Padrone non vengono all’unisono. Dopo che il Padrone ha finito mi ordina di pulire per bene il culo di Betta. “adesso andate in cuccia cagnette” ci ordina … noi meste meste ci accomodiamo nelle nostre rispettive cucce. Bart intanto s’e’ goduto tutta la scena da poco distante. Io distrutta ma soddisfatta, piombo subito in un sonno profondo. Il Padrone mi guarda e con tutta la tranquillità del mondo mi dice “quella per i prossimi due giorni sara’ la tua cuccia.” Io rispondo con “wolf” … non posso fare altro. A pochi passi dalla cuccia esce dalla seconda casetta Betta. Una bellissima ragazza di massimo vent’anni. Il collare che porta fa pandam con quello di Bart. Appena ci vede comincia ad abbaiare e fare le feste. Poi mi viene vicino e comincia a girarmi attorno. Il mio Padrone mi ordina di allargare le gambe e stare ferma. Lei, come Bart, gira dietro di me e mi annusa il culo. Poi mette il suo culo davanti alla mia bocca. Il Padrone mi ordina di annusarlo e di leccarlo. Io lo faccio. Ha un odore strano, sembra sapere di cane. La mia eccitazione è al culmine mentre la sapiente lingua di Bart fa il suo dovere. Proprio un attimo prima di venire il mio Padrone con uno strattone mi riporta verso casa. Nel cammino Bart continua a girarmi attorno tutto felice. Al margine della villa vedo 3 casette per cani. Sulla prima c’e’ scritto “Bart”, sulla seconda “Betta” e sulla terza “Guest”. Probabilmente mi scambia per una vera cagna perche’ appena si avvicina mi annusa il culo. Appena lo sento faccio per ritrarmi ma il mio Padrone tira secco il guinzaglio e mi ordina di stare ferma e divaricare bene le gambe. Bart per tutta risposta comincia a leccarmi buco del culo e figa. Istintivamente inarco la schiena per dargli piu’ facile accesso ai miei pertugi. Bart continua a leccarmi e mi fa eccitare. Sento passare le macchine e so che tutti stanno guardando un cane che lecca figa e culo di una donna a 4 zampe. Ho il terrore che Bart decida di coprirmi, cosa che certamente farebbe se al mio posto ci fosse un cane femmina. Inaspettatamente questo pensiero mi fa eccitare ancora di piu’. So’ che nella mia situazione non potrei dire nulla se il Padrone decidesse di farmi scopare da Bart. Piangendo faccio quello che mi ha ordinato, so che implicitamente significa che devo comportarmi da cagna. sento il Padrone chiedere al suo amico dove puo’ portarmi a fare i bisogni. Lo sento rispondere che dietro alla villa, al confine con la strada c’e’ un pezzo di prato dove fa fare i bisogni al suo cane. Il mio Padrone mi mette il guinzaglio e mi dice “al passo”. Io a quattro zampe, ancora con le lacrime, mi metto alla sua destra e ci muoviamo nella direzione corretta. Il prato è proprio vicino alla strada. Mi fa mettere proprio con il culo nella direzione della strada e mi ordina di svuotarmi. Mi vergogno “come un cane”, ma non ce la faccio proprio piu’ e faccio i miei bisogni. Dal culo esce cacca mista a sperma. proprio in quel momento arriva Bart, il cane pastore anche lui passato per fare i suoi bisogni. E’ un pastore maremmano adulto di 40 chili molto socievole. Dopo che il pavimento è stato pulito sento il mio Padrone parlare con il padrone di casa. I due conversano amabilmente, ridono scherzano e non si curano di me. Ho il culo in fiamme e devo fare la cacca. Mi alzo e mi avvicino ai due, interrompo la loro conversazione per chiedere dove c’e’ un bagno per lavarmi e fare i miei bisogni. Per tutta risposta il mio Padrone mi da un ceffone in faccia. “cagna, chi ti ha detto di muoverti. mettiti a 4 zampe e restaci”. Racconto scritto dalla mia schiva con piccole mie correzioni. Cosa ne pensate? 1516 2 8 mesi fa
- 2 settimane fa fantasia di moglie schiava 2 - la villa 1 Mentre urlo uno mi viene in bocca e mi obbliga ad ingoiare lo sperma, “mangialo tutto puttana” anche i due dentro di me vengono e sento sborra che esce da tutti i buchi. Gli altri a turno mi mettono il cazzo in bocca fino a venire chi in bocca, chi sulle tette. Quando tutti hanno finito il mio Padrone mi obbliga a leccare tutto lo sperma che c’e’ sul pavimento. Quello nel culo viene ed io sento lo sperma che cola. Uno alla volta mi scopano nel culo, poi cominciano a sculacciarmi con la paletta, prima piano e poi sempre più forte. Quando il culo è bello rosso mi girano, e cominciano a scoparmi nella figa, forte ed incessantemente e contemporaneamente sempre uno in bocca. Arriva il mio momento preferito, la doppia, uno in figa ed uno in culo, mi scopano forte, vengo e mi obbligano ad urlare il mio orgasmo. A questo punto mi legano le mani dietro la schiena e mi ordinano di mettermi in ginocchio. Si spogliano tutti, cominciano a toccarmi ed infilarmi il cazzo in gola uno alla volta. Spingono fino in fondo alla gola fino quasi a farmi vomitare, “dai succhia puttana, fino in fondo e senza vomitare”. Mi scendono le lacrime dallo sforzo di vomito, mi sento usata ed umiliata ma fiera di resistere. Poi mi sciolgono la cima e mi mettono a 4 zampe e cominciano a penetrarmi da dietro, Usano per primo il culo, lo allargano bene, colpi secchi e fondi, mentre a turno uno davanti mi mette il cazzo in gola, “ti piace essere riempita puttana?” Entriamo in casa, io sempre a 4 zampe, andiamo nel salone dove ci sono gli altri 5 uomini. Il mio Padrone mi toglie il guinzaglio, mi siedo ai suoi piedi e tutti vengono ad accarezzarmi e farsi leccare per fare conoscenza. Mi accompagnano in giardino dove c’è la piscina per fare i miei bisogni prima di cominciare ad usarmi. Fare la pipì in giardino non è semplice ma ci riesco anche se mi stanno guardando tutti. Mi sento a disagio ma passa in fretta. E’ un signore distinto, mi saluta come si fa con un bravo cagnolino, accarezzandomi la testa e dicendomi:” che brava cagnetta, sei in calore?”La mia risposta è un “wof”. Un gruppo di 6 uomini ha risposto al nostro annuncio. Ci mandano la posizione di dove andare e partiamo. Al nostro arrivo, verso le 10, vediamo un grande cancello con all’interno una grande villa con piscina. Superato il cancello il padrone parcheggia, mi fa spogliare e mettere il collare e guinzaglio. E’ il nostro segnale. Scendo dalla macchina e mi metto a 4 zampe come deve fare una brava cagna da monta. Percorro il tratto che dal cancello porta alla porta d’ingresso della villa. Chiunque passare ora dalla strada potrebbe vederci perche’ lo stradino che porta alla villa è ben visibile dalla statale. Arrivati ci viene incontro il padrone di casa. ““Ciao a tutti, sono la schiava di mio marito, mi chiamo Puttana e sono molto ubbidiente. In settembre il mio padrone mi porta in vacanza tra la Spagna e la Francia, percorreremo a costa azzura fino al rientro in Italia. Siamo disponibili dal 12 al 24 settembre ad incontrare gruppi di uomini da 5 a 10 elementi interessati ad ospitarci per 1 o 2 notti in cambio della mia totale disponibilità ed obbedienza. Accettiamo qualsiasi location, come ville, casali, chalet di campagna, possibilmente posti discreti e tranquilli. Durante i giorni di permanenza io sarò nuda, collarata e disponibile. Se siete ointeressati mandate un contatto ed una descrizione di come volete trattarmi durante la permanenza. Sarà cura del mio padrone scegliere le persone più adatte a questa esperienza. Buona giornata, la vostra Puttana.“Poco prima di partire per le ferie il mio Padrone mi ha fatto pubblicare questo last: Racconto scritto dalla mia schiva con piccole mie correzioni. Cosa ne pensate? 1270 0 8 mesi fa
- 2 settimane fa fantasia di moglie schiava 1 Mi guarda e mi dice: “Puttana, sei stata proprio brava. Il signore che hai incontrato mi ha appena anticipato 1000 Euro per affittarti per il prossimo week end. Adesso sali in macchina e ricomponiti, tra mezz’ora abbiamo appuntamento con un altro cliente.” Io non capisco piu’ nulla. Il Padrone mi aveva detto che questa era una prova. Mi sento usata e sottomessa ma dall’altra sono molto eccitata e sono davvero pronta per il cliente successivo. Ho superato l’ultimo mio limite, adesso sono una vera puttana. Con ancora i rimasugli di sborra che mi cola dalla bocca mi accompagna alla porta, mi consegna € 500,00 e consegna una busta e mi dice “Questa dalla al tuo Padrone. A presto puttana”. Mi trovo cosi’ nuda davanti al cancello, sento e vedo le macchine passare, qualcuno suona. Dopo 5 minuti che sembrano eterni arriva il mio Padrone e abbassa il finestrino della macchina e si fa consegnare soldi e busta. Dalla busta estrae un lettera e mentre la legge e lo vedo sogghignare. Dalla busta tira fuori e conta 1000 Euro. Torna dalla villa con una corda, mi fa alzare e mi lega le mani dietro alla schiena, mi fa inginocchiare e ricomincia a toccarmi. Mi mette in bocca il suo pene e spinge con forza fino in fondo alla gola. Mi prende per i capelli e mi muove la testa avanti ed indietro fino a quando viene nella mia bocca e mi costringe a deglutire mantenendo il suo pene dentro la mia bocca.Nell’acqua comincia a toccarmi, e masturbarmi. Mi mette il suo pene in mano per fargli una sega, dopo alcuni minuti mi fa uscire dall’acqua e mi fa sdraiare su un materasso a bordo piscina. Lì continua a masturbarmi, mi lecca la figa ed il culo, si mette a 69 ed anch’io lecco il pene ed il culo. Si alza, mi gira e mi penetra nel culo e nella figa con forza, mi fa venire ripetutamente usando anche le dita sul clitoride. Lui ogni tanto si ferma in modo da trattenere l’orgasmo. Quando soddisfatto dei miei orgasmi si si alza mi ritrovo sola sul materasso. Finita il pranzo mi mette il guinzaglio e mi porta in giardino per fare i bisogni. In giardino c’è una bellissima piscina con idromassaggio. Dopo aver fatto i bisogni mi toglie il guinzaglio e mi ordina di entrare in piscina. Poco dopo viene ad aprirmi un uomo di mezz’età, molto curato e distinto. Mi fa entrare e comincia così la serata. Arrivati in casa mi mette un grembiule e mi ordina di cucinargli la cena. Cucino un piatto di pasta completamente nuda, lui aspetta a tavola e quando il piatto è pronto mi ordina di togliere il grembiule, mi mette il collare e mi ordina di accucciarmi. Io da brava cagna mi siedo vicino alla sua sedia ed aspetto che finisca di mangiare. Anche se un po’ nascosti, dalla statale è possibile intravedere il cancello di ingresso della villa e rabbrividisco pensando che un passante potrebbe vedermi. Questo, e il fatto di essere usata la prima volta come una vera puttana, mi eccita da morire”.Arrivati alla villa il mio Padrone mi ordina di spogliarmi e di consegnargli i vestiti, rimango solo con le scarpe coi tacchi. Lui li prende e li butta in macchina e mi ordina di mettere le mani dietro la schiena e mi ordina di aspettare davanti al cancello. Poi suona al campanello e quando il padrone di casa risponde gli dice: “Ti ho lasciato la puttana davanti al cancello, vieni a prenderla. Quando hai finito riportala qui davanti e chiamami.”“Schiava sessuale di bella presenza e molto ubbidiente è disponibile per una serata alternativa. Ubbidisce a qualsiasi ordine ed è disponibile a soddisfare ogni richiesta del padrone al costo di € 500,00.”L’annuncio al quale l’uomo ha risposto recita così:Tutto comincia una mattina presto quando il mio padrone sveglia nella mia cuccia e mi dice di prepararmi perchè un uomo ha risposto al mio annuncio ed abbiamo un appuntamento. Faccio una doccia con lavaggio anale, mi metto il vestito senza mutande e mi mette in macchina.Racconto scritto dalla mia schiva con piccole mie correzioni. Cosa ne pensate? 1468 1 8 mesi fa
- 2 anni fa Di che colore mettiamo l'ombretto? Sono esaltata,eccitata,un po' nervosa.Dopo mesi ho la possibilità di incontrare di nuovo Lara... Applicando il mascara,ho la cura maniacale di esaltare ogni singola ciglia, che insieme alle altre incornicerà questa tela umida di querce infuocate: i suoi occhi, fragili e forti, schivi ed intensi, fumosi ed abbaglianti. Ora mi guardano dal basso, fiduciosi e speranzosi. Sì,credimi, sarai bellissima. Già lo sei ... Mi guardano dal basso, quegli occhi che da tempo desidero scoprire docili e persi di eccitazione. Io, un'inedita "Mangiafuoco", tra le dita avrei i fili delle tue fantasie. Mi guardano dal basso i tuoi occhi e li immagino più lontani e rapiti... In quel posto magico che connette basso ventre e testa, esplode il desiderio di vedere già le tue labbra carnose tinte di rosa scuro, accogliere cazzi che non vedono l'ora di godere nella tua bocca. Mi guardano ancora quegli occhi... Sanno di potersi fidare e non vedono l'ora di godere e divertirsi insieme alla padroncina. Siamo compagne di gioco, lo sappiamo entrambe... ti tengo stretta al guinzaglio mentre in fila, uno dopo l'altro, i cazzi si avvicinano per farsi leccare e succhiare da te. Lo so che sei brava a stare in ginocchio, ma ora mi servi a 4 zampe. Voglio il tuo bel culetto a disposizione. Bisogna tenerlo lubrificato quel buchetto delicato e stretto. Pronto ad essere usato per farti godere come piacerebbe a me... Mi piace tenerti ferma dal collare mentre uno con un cazzo bello grosso cerca di fartelo succhiare tutto fino a sbattertelo in gola. Ma poi ti comando di leccarlo dolcemente, e golosamente, come sai fare tu... Ora ti sono molti intorno, ti lascio un po' baciarli e accoglierli come ti piace, mentre chiedo al mio nuovo amico di penetrarmi e farmi godere come mi piace. Lui mi tiene dal collo e mi scopa forte. Godo e gemo, sono quasi completamente abbandonata...ho il guizzo di lanciarti un'occhiata e ti faccio i miei complimenti: hai due cazzi che cercano di scoparti la bocca contemporaneamente. Sei la mia troietta preferita. Eccoti fuggire dalla folla dei cazzi duri e correre verso me. Ti inginocchi e chiedi di poter leccare i liquidi della tua padroncina... I cazzi ti inseguono e facendosi un po' succhiare un po' leccare ancora dalla mia splendida cagnolina le vengono addosso...i più cercano di cogliere il contatto della sua lingua golosa, ma la pioggia si fa' intensa e complessa da gestire. Devi stare lì finché non ne ho abbastanza. E non ne avrò abbastanza finché non dovrò portarti via avvolta in un accappatoio... Di che colore mettiamo l'ombretto?Miss Hanna 2672 0 3 anni fa
- 11 mesi fa Sex toy per la padrona Apro la porta e lei mi si presenta davanti con un vestito nero e una scollatura dove mi cade subito l’occhio. “Dove cazzo guardi, maiale! Ora fammi entrare, e guai a te se apri bocca senza permesso!” Mi sposto per farla entrare, lei procede in soggiorno e si siede sul divano, tenendo la borsa a fianco a sè. “Ora vieni qui e inginocchiati a terra, servo!” Ubbidisco e mi metto davanti a lei che si posiziona con le gambe leggermente divaricate e mi guarda combattuto mentre cerco di evitare di guardarle in mezzo, non senza scivolare con qualche rapida occhiata. Non porta gli slip ed è tutta rasata. Comincia a venirmi duro, cerco di dissimulare, ma inutilmente. “Guarda che porco, adesso ti sistemo io, togliti subito i vestiti!” Rapido, senza alzarmi, mi tolgo scarpe, calzini, pantaloni e camicia, rimanendo in mutande davanti a lei. “Tutto.” Un po’ reticente, tolgo anche i boxer, e rimango nudo e con un’erezione davanti a lei che si compiace della mia sottomissione. “Bene, ora è il momento di insegnarti il tuo ruolo e il tuo posto. Mettiti questo, si addice di più alla sgualdrina che sei!” Tira fuori dalla borsa un vestito fucsia e me lo lancia in faccia. Lo prendo e lo indosso, sentendomi un po’ umiliato. “Guarda la mia troietta, adesso sì che ci capiamo. Ti piace il vestitino troietta?” “Sì padrona” “Bene, ora appoggiati lì e non fiatare.” Mi prende per il collo da dietro e mi fa stendere il busto sulla chaise longue, con le ginocchia a terra, e il sedere esposto. Sento che armeggia con la borsa, tirando fuori delle cose, poi ascolto l’inconfondibile rumore di guanti in gomma mentre li indossa, seguiti da un barattolo che si apre. “Adesso ti preparo io per il tuo ruolo da troietta” Sento immediatamente la sua mano guantata che spalma del gel attorno al mio buco, per poi infilarci dentro una, due, e poi tre dita, armeggiando e a tratti ridendo e prendendomi in giro. “Guarda la troietta come si apre, adesso ti sistemo” E infila il quarto dito, iniziando a entrare e uscire con le nocche lentamente ma inesorabilmente, per qualche minuto, continuando a darmi della troietta sfigata. Ad un certo punto inizia a ruotare la mano con le dita dentro di me, e trattengo a stento un gemito. “Sei proprio una puttana, guarda che robe, sei aperta come una galleria! E scommetto che ti piace. Allora, che mi dici? Rispondi!” “Sì padrona, mi piace” E comincia a ruotare e a spingere avanti e indietro con le quattro dita e le nocche, sempre più velocemente, fino a quando non mi scappa un gemito. “Chi ti ha autorizzato ad emettere suoni? Brutta sfigata, fai silenzio! Adesso ti punisco io!” Si alza, mi schiaccia la testa sul cuscino intimandomi: “Adesso stai a faccia in giù, guai a te se guardi” E se ne va in camera mia dove le avevo detto che tengo i giocattoli. Torna e si rimette dietro di me, e immediatamente sento entrare di colpo il plug nero, cavo all’interno e piuttosto grosso. Non oso emettere un suono, anche se a fatica, e la sento che mi ride dietro: “Ahahah, che razza di sfigata troietta che sei! Adesso vedi come ti sistemo!” Prende la mia camicia e me la annoda sulla testa, bendandomi e coprendo tutta la faccia tranne la bocca. Poi cammina e la sento cercare tra i cassetti della cucina. Cos’avrà in mente? Torna e mi intima: “Ora alzati e fai silenzio, guai se sento una parola!” Mi alzo in piedi, con il membro duro e il buco aperto, e sento il rumore inconfondibile del cellophane che si srotola. Inizia ad arrotolarlo attorno ai polpacci, stringendo il necessario per impedire i movimenti, e salendo piano piano, giro dopo giro. Arrivata al pene, si ferma e dice: “Ma che fai? Ti si sta rammollendo? Cos’è, stai diventando una femminuccia sul serio? Brutta troia sfigata!” A quel punto sento la sua mano che lo prende e inizia a masturbarlo, poi sento la sua lingua, le labbra, l’interno della bocca… Che estasi! Ma appena mi torna eretto, smette subito, mi tira uno schiaffo sulle natiche ancora nude e mi intima “Adesso stai fermo, troietta di merda!” Riprende con il cellophane, gira attorno al pene, coprendo le palle e lasciando fuori solo l’asta dura, stringendo bene perché non si muova niente, e continua sul busto chiudendomi anche le braccia, lasciando scoperte spalle e testa. Ora mi trovo davanti a lei, in piedi, bendato e senza potermi muovere, con il buco aperto dal plug costretto in posizione dalla stretta fasciatura, e il pene esposto per i suoi capricci. “Ora mi diverto un po’, stenditi lì, troietta! Ah ah ah! Sembri un verme mummificato! Il mio verme troietta! Ah ah ah!” E piano, mi accompagna facendomi stendere a pancia in giù sulla chaise longue. Sento che armeggia ancora per circa un minuto, per poi sedersi a cavalcioni sulle mie cosce. Con le mani, strappa il cellophane attorno al buco e senza dire una parola estrae lentamente il plug. Poi riprende a giocare con la mano guantata, infilando gradualmente le quattro dita e stantuffando fino all’attaccatura del pollice. “Guarda la troietta come se la gode in silenzio!” Ad un certo punto estrae un po’ la mano, e sento che infila il pollice. Piano, inizia ad entrare con le quattro nocche, e infine, dopo poco tempo che entra ed esce, riesce a far passare la nocca del pollice, entrando praticamente con tutta la mano nel mio buco. “Ah ah ah! Ti sto aprendo il culo come si fa con un cazzo di tacchino ripieno, ma che razza di vacca sei?” La sento poi chiudere il pugno dentro di me, iniziando a ruotare la mano e infine a stantuffare, aumentando poco a poco la velocità. Dopo parecchi minuti che si diverte ad aprirmi, il mio buco è praticamente slabrato, la sento entrare e uscire col pugno dal polso alle nocche mentre al contempo ruota la mano. Ad un certo punto, senza dire niente, estrae in modo lento ma deciso il pugno chiuso, quasi strappandomi un gemito che non oso pensare a cos’avrebbe portato. “Aaah, guarda che bel culo aperto che ha adesso il mio verme troietta! È il momento di scoparti come si deve!” Sento appoggiare all’apertura uno dei miei dildo, dal peso si direbbe quello grosso arancione. Poco alla volta lo sento entrare, centimetro dopo centimetro, fino a quando non sento le sue anche premere contro le mie natiche. “bene, adesso ti fotto come la troietta che sei!” E inizia a fottermi con quel dildo enorme indossato come strap-on, dapprima lentamente, poi con spinte sempre più decise, sento il suo peso sulle mie natiche ad ogni spinta, sento che appoggia le sue mani sulla mia schiena e continua dando colpi decisi, profondi e veloci. “senti come entra comodo, ti ho aperto per bene eh? Troietta, adesso continuo a scoparti finché non mi stanco!” E continua a schernirmi e a ridere mentre mi scopa da dietro, e io non posso vedere niente né muovermi in alcun modo, sono sotto il suo completo controllo e mi sta usando come una bambola da scopare. Va avanti così per un parecchi minuti, forse una mezz’ora, a quel punto sento il buco slabrato aprirsi e dilatarsi ad ogni suo colpo senza la minima resistenza. Poi si ferma, lentamente estrae il dildo e si alza, poi sento rientrare il plug che mi aveva tolto prima. “Non pensare che ti lasci il buco vuoto, meriti di rimanere aperta come la troia che sei!” Infine riprende la pellicola e la arrotola molto stretta ricoprendo nuovamente tutto e impedendo al plug di uscire anche se lo avessi spinto io. Poi mi gira a pancia in sù, sento cadere lo strapon a terra, seguito dalla sua mano che prende il mio pene. “Sei proprio diventato una troietta, ti si è rammollito di nuovo. Sei fortunato che mi sei piaciuto oggi, perciò meriti di offrirmi il tuo cazzo da troietta sfigata per il mio piacere. vedi di non venire in trenta secondi altrimenti te lo stacco a morsi.” A quel punto lo sento mentre lo prende in bocca e inizia a stimolare succhiando e giocando con la lingua, inutile dire che dopo poco tempo mi ritrovo con un’erezione pulsante. Cavoli, quanto vorrei vederla all’opera, ma non oso aprire bocca, perché ormai sono in suo potere, mi sta usando come il suo giocattolo personale. La sento che si mette a cavalcioni sopra di me, tenendolo in mano e piano piano guidandolo dentro di sè, mio dio che sensazione estatica! Appoggia le mani sul torace incellofanato, e inizia a dondolarsi secondo il suo ritmo e le sue esigenze, io non posso nemmeno muovere un muscolo in quelle condizioni, le sto praticamente facendo da bambola per il sesso personale. Continua così per un buon quarto d’ora, ansimando sempre di più finché non sento l’inconfondibile calore dei suoi liquidi di orgasmo che si infiltrano sotto il cellophane. Rallenta un po’, si ferma e rimane seduta per qualche secondo, prima di alzarsi. “Bene, sei stata brava, non sei nemmeno venuta. Così mi piace, troietta. Adesso te lo tieni così, e se vuoi venire ti arrangi da sola quando me ne vado. Ora alzati che ti libero” Se ne va in bagno, ci resta qualche minuto e poi torna, si riveste con calma e mi fa alzare, srotola tutto il cellophane, e gentilmente mi asciuga con dello scottex. “Questo per ringraziarti perché sei stata brava” Senza togliere il plug mi infila i boxer, i pantaloni e la camicia, io collaboro in silenzio. “Accompagnami alla porta, puoi salutarmi quando me ne vado” Andiamo verso la porta, le apro, si avvicina e mi regala un bacio a stampo sulle labbra: “Ciao stella, grazie di essere stata la mia troietta per oggi. Mi raccomando sfogati adesso. Alla prossima” “Ciao padrona, alla prossima” 2684 0 4 anni fa
- 11 mesi fa Stop Ad un certo punto, mentre le sto versando l’acqua, mi guarda con un sorrisetto beffardo e dice un secco “Stop!”. Io capisco subito a cosa si riferisce, era un gioco che facevamo nella vecchia compagnia da adolescenti, in cui alla parola suddetta, l’interessato doveva immobilizzarsi completamente nella posizione in cui si fosse trovato, a qualsiasi costo. Serviva a creare situazioni imbarazzanti e a ridere facendo a gara a chi fermava chi nella peggior situazione. Il gioco finiva con la parola “Play”, il più delle volte tra le risa a profusione di tutti, vittima compresa. E così mi ritrovo ad esclamare “e che cazzo!” mentre l’acqua continua a sgorgare dalla bottiglia, riempiendo il bicchiere fino all’orlo. Viviana dice “Play!” appena dopo che un po’ d’acqua straborda dall’orlo e bagna il tavolo, scivolando sul pavimento; io sollevo rapido la bottiglia, la mando a fanculo mentre ridiamo entrambi, e vado a prendere dei panni assorbenti per asciugare il disastro. “Vedo che non ti sei dimenticato come si gioca, mi fa piacere” mi dice mentre asciugo il tavolo “Si beh, dimmi piuttosto che ce l’hai ancora legata al dito per quella volta che ti abbiamo stoppata sul ciglio della strada mentre tornavamo dalla festa di paese” le rispondo io. “Dai, è stata una carognata, siete andati a nascondervi e subito dopo è passata una pattuglia a farmi un sacco di domande sul perché fossi sul ciglio della strada in una zona industriale a quell’ora di notte, è stato imbarazzante” “Ma no dai, alla fine se la ridevano pure loro, è stato divertente” ribatto io mentre mi chino per asciugare il pavimento “Stop!” “Mi spiace Vi, ma non sono in equilibrio precario né sto facendo qualcosa di disastroso, stavolta hai toppato” “Eh no caro, stavolta hai toppato tu. Sei esattamente dove voglio che tu sia” mi risponde lei sorridendo. “beh, non c’è granché di imbarazzante, pubblico non ne hai e tutt’al più ti puoi fare due risate perché ti sto facendo da sguattero in casa” “Ah sì? Dici? Eppure qui hai scritto, testuali parole, che ti piace essere dominato, che il tuo buchetto è ben allenato, che aspetti una padrona, che vuoi essere scopato a lungo, che vuoi essere umiliato e ridotto ad oggetto, che…” A quel punto, bianco in faccia, mi rendo conto che mentre stavo in bagno lei ha sbirciato nel telefono, e sul browser era aperto il mio annuncio. Che stupido, dovevo ricordare che lei conosce le mie password. E ancora più stupido perché che non le cambio mai… Faccio per alzarmi e lei mi ferma subito con il piede sulla schiena: “Eh no caro, sei in stop e non ti muovi. Sai, è un pezzo che cerco qualcuno con cui divertirmi, e tu sembri proprio la persona adatta, così posso vendicarmi di quella volta; sono giorni che pregusto questo momento, ora sei il mio schiavo, e non far finta che non ti piaccia, altrimenti spiffero agli altri del tuo profilo erotico. Ora stai fermo e zitto, finché non dico play.” A questo punto non ho più nulla per controbattere, mi ha effettivamente in suo potere e non posso fare niente, ma ha ragione, in fondo la situazione non mi dispiace. Viviana è una donna sveglia e fantasiosa, anche se non propriamente bellissima, ma ormai che importa? Sono curioso di vedere dove arriva, in fondo non credo sia così navigata, magari me la cavo con quattro risate alla fine di tutto. Senza troppe cerimonie, mi butta supino e toglie tutti i vestiti, mentre io decido di assecondarla e di non fare storie stando in silenzio. A quel punto mi dà uno schiaffetto sulle natiche e mi dice “ora ti farò muovere, ma dovrai stare in silenzio. Salirai su quello sgabello in ginocchio senza protestare. Annuisci se hai capito”. Io annuisco, lei attende qualche secondo e pronuncia “Play!”. Mi alzo in piedi, con lei che mi guarda ridendo, mentre vado verso lo sgabello girevole con le ruote e mi ci inginocchio sopra. Le ruote sono su una base piuttosto larga, perciò l’equilibrio è meno precario di quello che pensavo. A quel punto sento “Stop!” e torno immobile. Mi passa davanti e va verso un mobiletto, apre l’anta e tira fuori un plug abbastanza lungo, grande quanto una piccola bottiglietta d’acqua e grosso altrettanto nel punto più largo, un barattolo enorme di lubrificante e una sac à poche dal beccuccio piuttosto importante. “Ora ti preparo per i giochi che ho in mente schiavetto mio, rilassati e apri il tuo bel -buchetto allenato-, è così che lo chiami? Vediamo se è la verità.” Si mette sul tavolo e versa una copiosa quantità di gel dentro la sac a poche, tappando col pollice il beccuccio. La procedura è lenta, vista la consistenza del gel, e mentre osservo in silenzio lei alza lo sguardo e mi dice “Questo ti finisce tutto dentro, così renderà tutto più interessante. Non pensare che finirà tanto presto.” Finisce di riempire e si alza, si mette dietro di me e infila lentamente il grande beccuccio nel buco. Arriva in profondità e poi si muove lentamente entrando e uscendo, mentre io trattengo un gemito di piacere. “E bravo il mio schiavetto diligente, subisci in silenzio, mi piace, vediamo se reggi anche questo in silenzio”, e improvvisamente schiaccia la sac à poche spruzzando una gran quantità di gel dentro di me, e continua per un bel po’, finché non mi sento pieno fino in profondità, mi sembra di essere gonfiato come un palloncino. Senza dire niente, estrae lentamente il beccuccio e subito fa entrare i primi centimetri di plug per impedire che esca anche solo una goccia di gel. Lentamente poi inizia a spingere, facendo entrare poco a poco il plug in tutta la sua lunghezza. Sento che mano a mano il buco si allarga, lei che sorride compiaciuta mentre trattengo gemiti di piacere, finché non raggiunge il punto più largo, spinge un altro po’ e poi lascia andare, in modo che l’elasticità del buco si chiuda attorno al collo risucchiando il plug per la lunghezza che rimane. Il collo è abbastanza lungo, e sento il plug che continua ad entrare per un po’ prima di appoggiare la base sulla mia pelle. La sensazione è favolosa, e il pene comincia ad indurirsi velocemente; lei si allontana un po’ e osserva la scena: “bene, vedo che ti stai ambientando eh? Ma tu guarda che razza di porco schifoso che mi sono ritrovata per tutto questo tempo senza saperlo! Adesso ti sistemo per bene!” Cammina con calma verso la cucina, e da un cassetto tira fuori un rotolo gigante di pellicola trasparente per alimenti. “Ora è il momento di impacchettare il mio schiavo, così te ne starai buono buono per quando arriverà la sorpresa”. Inizia ad arrotolare la pellicola attorno alla mia coscia sinistra, per poi passare dietro la schiena e arrotolare anche l’altra coscia, infine ritornando dietro la schiena. Compie questo giro diverse volte, finché la pellicola no forma uno spesso strato che mi tiene le cosce legate al busto, con le ginocchia vicine al petto. Continua poi a girare anche davanti, coprendo pancia, glutei e pene, stringendo bene e facendo molti giri, comprendendo infine anche le braccia che rimangono legate ai lati del busto. Così mi ritrovo inginocchiato in avanti, coperto di pellicola che mi lascia totalmente inerme, lasciando fuori solo i polpacci, la testa e le spalle. Mi sento un pacco, il plug dentro pulsa e fa indurire il pene schiacciato dalla pellicola e io riesco a stento a trattenere i gemiti, ma mi impegno e non emetto un suono. Non riesco quasi a muovermi, ma anche volendo non mi conviene, perché rischio di cadere così impacchettato. A quel punto mi fa alzare il didietro, portandomi quasi a testa in giù, e inizia ad arrotolare i polpacci fissandoli allo sgabello. Poi prende un paio di cuscini quadrati e spessi dal divano e li fissa tra i polpacci e le cosce, in modo da impedirmi di abbassare il didietro. Completa il tutto con altri giri di pellicola attorno a tutto il corpo e lo sgabello, badando bene a lasciare fuori spalle e testa, lasciandomi impacchettato come un salame e col culo all’aria, quasi del tutto incapace di muovermi. Come ultimo tocco, abbassa lo sgabello facendo arrivare la mia faccia fino a pochi centimetri dal pavimento, e le mie natiche a portata per i suoi programmi. Si allontana un po’, mi guarda e scoppia a ridere: “Ma guarda che ridicolo che sei, ti sei fatto impacchettare in questo modo senza fare un solo suono, com’è il giocattolino che hai entro? Ti sta aprendo per bene? A questo punto il gel dovrebbe essersi fatto strada fino in profondità, è ora di divertirsi schiavetto! Entra pure Luca!” La mia faccia sbianca a quelle parole, mentre giro la testa vedo entrare Luca, uno della compagnia, e a quanto pare anche fidanzato di Viviana. "tesoro sei favolosa, la tua fantasia supera le mie aspettative, guarda come hai impacchettato il nostro schiavetto, culo all'aria e immobile" e iniziano a ridere e a schernirmi spingendo lo sgabello in giro mentre io mi crogiolo nella vergogna, ma in fondo devo ammettere che la situazione non mi dispiace del tutto, si vede che erano d’accordo su questa cosa fin dall’inizio, e probabilmente sapevano che in fondo sarebbe piaciuto anche a me, perciò decisi di continuare a stare al gioco senza emettere un fiato. “Dai tesoro, prepara lo schiavetto che adesso ci divertiamo” “Certo amore mio, vedrai, è tutto aperto e morbido come piace a te, e il nostro schiavetto è così bravo che sarebbe un peccato non usarlo a dovere” Quindi Viviana si avvicina e con le mani strappa la pellicola attorno al mio buco, iniziando a giocare con il plug, spingendo e schiaffeggiandone la base. Intanto Luca dietro di me inizia a spogliarsi, poi si mette a fianco a me e si abbassa, mostrando un pene enorme ed eretto, mentre se lo masturba con la mano: “lo vedi questo, brutto pervertito sfigato? Questo ti sfonderà finché non ne avrò abbastanza, e non credere che finirà tanto presto!” e si alza ridendo, andando di nuovo dietro di me. “Sei pronto amore? Quando vuoi fammi un cenno che ti lascio spazio”. Passano pochi secondi, e senza preavviso sento il plug estratto di colpo, seguito da una penetrazione decisa e quasi istantanea del grosso cazzo di Luca, che inizia a scorrere dando colpi decisi e profondi, lo sento spingere selvaggiamente dentro di me mentre a tratti mugugna e sghignazza: “Tesoro, scusa se te lo dico ma questo culo è quasi meglio del tuo, sembra un budino, ma quanto lubrificante ci hai messo dentro? Ah ahah, guarda il nostro schiavetto sfigato come lo prende bene, non fa una piega! Sai una cosa? Mi sa che adesso voglio vedere anche te mentre lo fotti, vai a prepararti che io intanto me lo godo ancora un po’!” E così Viviana esce dalla stanza mentre Luca continua a spingere il suo cazzone dentro di me, sembra un enorme martello che mi rimesta tutto il gel che ho dentro, mentre dilata e apre il buco senza sosta, sono in estasi ma non emetto ancora un fiato, per paura di rovinare tutto. Dopo pochi minuti, rientra Viviana in completo intimo, ma con uno strapon grosso come una lattina e poco più lungo. Si avvicina in silenzio, e mi sussurra all’orecchio “adesso vediamo se il tuo -buchetto allenato- è veramente aperto come dici”. Intanto Luca ride di gusto, e poi mi prende sui fianchi e inizia a tirare colpi ancora più decisi, ma più lenti e profondi, mentre inizia a mugugnare fino a quando non si ferma, spinge e tira il mio culo a sè venendomi dentro e riempiendo le mie interiora di sperma caldo in quantità. In fine si stacca, e dice “Tesoro, devo farti i miei complimenti. Credo di non avere mai scopato un culo così piacevole, avrai di che invidiare il nostro schiavetto in futuro!” “Amore mio, te l’avevo detto che ti saresti divertito, ma ora è arrivato il momento del nostro schiavetto, vediamo che sa fare col suo culo: sta a vedere”. Con una mano mi cinge il fianco mentre sento la punta del grosso dildo spingere contro il mio ano, ancora pulsante dopo il quarto d’ora abbondante passato a soddisfare il cazzo enorme di Luca. Sento che entra piano piano, allargando sempre di più e poi ritorna, va avanti così per qualche spinta fino a quando la sento dire “però, è già pronto il mio schiavetto, ma guarda un po’, ci hai messo così poco a dilatarti che sono tentata di spingerlo tutto dentro di colpo, che ne dici?” Io faccio per risponderle, ma appena inspiro per farlo, lei mi coglie di sorpresa e con una spinta infila tutto il dildo fino a sbattere violentemente con le anche sulle mie natiche, e a quel punto mi lascio scappare un gemito. “Ah ah ah! Finalmente! Il nostro sfigatello sta cominciando a rendersi conto dov’è finito, hai sentito tesoro?” “Vai così angelo mio, sfonda lo sfigato!” E inizia il giro: la sento arretrare lentamente, fino quasi a far uscire la punta, per poi dare un’altra spinta decisa fino in fondo, avanti così senza sosta; io sono stordito, immerso in un misto di dolore e piacere, non riesco a dire né fare niente, la mia mente è totalmente invasa dalle sensazioni che vengono da quell’unica apertura lì dietro, mentre si dilata e si distorce sotto i colpi impietosi di Viviana. Il resto del corpo è come inesistente, sotto la coltre di pellicola, sento a malapena gli schiaffi che tira alle natiche e si aggiungono all’umiliante piacere sottomesso che sto provando. Dopo un tempo imprecisato, non sono certo in grado di calcolarlo, Viviana si ferma con tutto il dildo dentro di me, appoggiata alle mie natiche spingendo con forza, stacca il freno dalle ruote e spinge lo sgabello col ventre, tenendomi bene sui fianchi con le mani. “Guarda amore, la mia carriola!” “Ah ah ah” e iniziarono a ridere entrambi mentre venivo spinto in giro. “Adesso guarda: lancio dello sfigato!” e di colpo spinge con le mani, estraendo violentemente il grosso dildo e facendomi scorrere in avanti sul salotto, col buco aperto a dismisura, pulsante e gonfio a tal punto che sento l’aria entrare mentre avanzo per la casa. Dopo aver riso per un po’, vedo Luca che si alza col suo cazzone di nuovo duro ed eretto, mentre viene verso di me, prende lo sgabello e lo blocca di nuovo, e di colpo ricomincia a fottermi senza pietà né preavviso: “cazzo che figata amore, è come lanciare un salame in galleria, ah ah ah! Dai, vai a preparare il resto che quando finisco qui ci rilassiamo un poco”. E mentre Viviana esce dalla stanza, io vengo scopato senza sosta: “non pensare che duri poco stavolta, sfigato di merda, ti ho già sborrato dentro e adesso me la godo finché non mi stanco!” E così avanti, a schernirmi mentre mi fotte con violenza quando, dopo pochi minuti, rientra Viviana e si unisce a lui nel prendermi in giro. Vanno avanti così per una buona mezz’ora, il mio culo è praticamente slabrato quando ad un certo punto si stacca di colpo senza venire. "Tesoro, ho un'idea, tienilo aperto mentre vado a cercare qualcosa" e mentre lascia la stanza, Viviana mi guarda perfida, noto adesso che indossa un guanto di gomma trasparente: "eh già porco sfigato, adesso è ora di sentire come sei messo lì dentro, voglio sentirlo con le mie mani, letteralmente! Ah ah ah!" E inizia subito a infilarci le dita. Inutile dire che a quel punto le bastano ormai pochi secondi perché io inizi già a sentire le nocche che entrano spingendo e allargando, e sento già il buco richiudersi attorno al suo polso mentre piano piano stringe la mano a pugno e inizia a ruotarla dentro di me, dandomi sensazioni indescrivibili. Poi dopo pochi minuti inizia a tirare, estraendo lentamente il pugno chiuso. sento il buco dilatarsi un sacco, la sensazione invade la mia mente finché non esce del tutto, lasciando una voragine aperta e pulsante. A quel punto entra Luca, con il dildo di prima infilato in un tubo di plastica poco più grosso: “Amore, hai fatto un lavoro coi fiocchi, adesso sta a vedere”. Si mette dietro di me, e infila lentamente la prima parte del dildo; poi piano piano spinge in avanti il cilindro, facendolo entrare nel buco centimetro dopo centimetro: “questo terrà il culo dello sfigato aperto e dilatato per i nostri giochi amore mio, ti piace?” “Ma che bella idea tesoro, guarda, lo shiavetto sfigato continua a tacere, che pezzo di idiota, un porco sfigato senza dignità! Adesso lo sistemiamo!”. Sento ancora il cilindro entrare, sempre di più, fino ad appoggiare in fondo, dove il dildo spinge senza riuscire ad entrare di più. A quel punto Luca estrae lentamente il dildo, e tenendo il cilindro fermo con la mano, allarga bene le natiche in modo che il bordo entri ancora un po’ sotto lo sfintere anale. Ed ecco fatto, ho un cilindro nel culo dentro al quale ci può passare anche una mano, è infilato giusto oltre lo sfintere, così che non scivoli fuori, e arriva in fondo per quasi venti centimetri ad appoggiare sulle pareti interne, lasciando intravedere la caverna che viene dopo. Credo sia di metallo, perché ne sento il peso importante, e inoltre la posizione a culo all’aria mi rende difficile liberarmene semplicemente spingendo. Ma in fondo non lo vorrei fare, sono ancora curioso, anche se un po’ preoccupato, di vedere cosa si inventeranno ora i miei nuovi aguzzini. “Tesoro, adesso dimmi, cosa ti sembra?” “Uhm… non lo so, a me sembra quasi un mobiletto, ci metterei dei fiori” “Ah Ah Ah! Brava! Hai ragione, ma non vorrai mettere dei fiori così a secco?” “Certo che no, non vorrei che si seccassero, dai che lo riempiamo allora” “Il nostro schiavetto sfigato è appena stato declassato a vaso da fiori” “Ah ah ah ah” E mentre ridono, Viviana si toglie gli slip e sale sopra un tavolino, mentre Luca spinge lo sgabello sotto di lei. A quel punto Viviana si siede sopra le mie natiche, e dopo qualche secondo inizia ad urinare dentro il buco: “aaahhh, che liberazione! Era un po’ che la tenevo, e tu amore? Ne hai?” “Certo tesoro, aspetto con educazione che tu finisca, il nostro cesso sfigato ha bisogno di sentirsi utile prima di fare il vaso da fiori” E così, dopo una lunga urinata, Viviana si alza e lascia spazio a Luca, che dopo pochi secondi inizia a riempire anche lui il buco. Sento il liquido caldo scendere, e mi concentro sulla sensazione di piacere mista al leggero dolore che la dilatazione estrema iniziava a darmi, sotto le loro risa di scherno. Quindi Rientra Viviana, che era uscita subito, con una coperta e un mazzo di spatiflora bianchi: “Adesso prepariamo il nostro tavolino fiorito, amore mio”. Vai a prendere il resto sù” “Arrivo amore” E Luca rientra dopo pochi secondi, con un ripiano a cerchio bucato in centro. Mi appoggia il ripiano sulle natiche, e inizia a girarlo… e scopro che si sta avvitando all’interno del cilindro! Sono scioccato, mi stanno davvero trasformando in un tavolino... Viviana infine stende la tovaglia sopra il tavolino, in modo da far coincidere il foro con quello del ripiano. Alla fine, ne risulta che io vengo totalmente coperto da una coltre bordeaux, diventando a tutti gli effetti un tavolino da salotto. Il mio culo pieno di urina è esposto, e Viviana inizia a metterci sopra le spatiflora una alla volta, canticchiando come una decoratrice di interni. A quel punto sento che prendono le sedie, mentre Viviana dice: “Vuoi un gelato amore mio?” “Certo tesoro, così proviamo il tavolino nuovo” E così Luca si siede, e aspetta Viviana mentre lo sento giocare con i fiori infilati nel mio buco. A quel punto dice: “Tesoro, scusa ma credo che i fiori abbiano preso abbastanza, è ora di scaricare” “Va bene amore, fai pure, arrivo subito” Quindi tira fuori un dildo piuttosto sottile e lungo, toglie i fiori dal buco e inizia a penetrare sul fondo del cilindro, stimolando l’apertura della caverna e facendo scorrere l’urina in profondità dentro di me. A quel punto sento manovrare e capisco che sta asciugando tutto con uno straccio. “Amore, ci butto dentro un po’ di acqua e menta, così profuma” “Certo amore” E sento scorrere un liquido freddissimo dentro il buco fino in profondità. Passano pochi minuti, e rientra Viviana dall’altra stanza, si siede e appoggia i piedi sotto la mia faccia. Sono profumati, probabilmente li ha appena lavati, e senza dire una parola me li strofina sulle labbra e sulla pelle, poi indietreggia un po’ e infila l’alluce nella mia bocca, io inizio a succhiare e a leccare, e lei spinge infilando più dita possibile nella bocca. “Aah, che bravo il nostro schiavetto-tavolino, si sta impegnando tanto” “Mi fa piacere tesoro” E mentre do piacere alla padrona, trasformato in un tavolino, con il buco esposto ai loro capricci e slabrato dal cilindro, la coppia conversa e si gusta il gelato. Â Continua... 2154 0 4 anni fa
- 11 mesi fa Miss e la bambola M:_Ciao stellina, entra pure. Ma come ti sei ridotta? Sei proprio senza speranze, così proprio non va. Entro e mi accompagna in una camera dove mi fa rimanere in piedi davanti a lei. M:_Ecco, ora togli questi stracci da ragazzo, che non si addicono alla tua essenza. Via la maglietta... Uhm... sei meno in forma oggi, ti sei data alla pazza gioia eh? Non va bene! Vuoi diventarmi una scrofa anche in apparenza? Sù, via anche il resto forza! Fammi sentire come siamo messe qui... Con delicatezza mi controlla il plug che mi aveva inserito il giorno prima, ormai non mi dava più fastidio nonostante fosse grande quanto una mela, provo un po' di piacere mentre lo muove un po' per vedere se è lubrificato e si compiace di notare che ho mantenuto tutto pulito, lubrificato e dilatato come piace a lei. M:bene, noto con piacere che almeno hai fatto i compiti, oggi allora ci dedicheremo a vedere se è servito allo scopo. Ora metti questo, l'ho conservato proprio per quest'occasione speciale! Mi fa entrare in un vestitino da scolaretta giapponese, mi è sempre piaciuta la sua passione per il manga e il cosplay, a quanto pare a lei piace vestire anche le sue schiavette. Le mutandine fucsia hanno un'apertura dietro, molto ampia, il ché mi fa intuire che questa volta ha intenzione di sfiancarmi davvero. La minigonna è praticamente poco più di una cintura, e la maglietta aderente lascia intravedere il reggiseno rosa che mi ha allacciato sotto. Apre un'anta a fianco a quella dei vestiti e ne estrae una chioma viola a caschetto, che mi sistema con la cura di chi sta preparando una principessa, solo che in questo caso sta solo prolungando la propria attesa, per pregustarsi tutto con calma mentre pianifica il da farsi. Io rimango docile mentre mi guida con le sue mani mettendomi in posizione come un manichino, per farmi indossare le autoreggenti bianche e le scarpette viola. M:_Ecco qua, adesso sembri proprio una bella ragazzina appena uscita dalla maturità. Direi che è ora di smetterla con gli esercizi e lo studio, e di darsi alle cose serie, non credi? S:_Certo miss, sotto la sua guida che spero di seguire come meglio le aggrada, confido di raggiungere l'obiettivo di diventare la sua bambola preferita. M:_ma che carina che sei, dai vieni che adesso iniziamo a giocare, so che in fondo non vedi l'ora, maialina che non sei altro! Mi accompagna in un'altra stanza piuttosto scarna, con due armadi rosa decorati con motivi floreali, nei quali tiene tutti gli strumenti con i quali gioca con le sue bambole, ormai mi è tutto familiare, ma aspetto come sempre che sia lei a muovermi e a guidarmi, come le piace fare, come se fossi un manichino. Mi guida verso quello che chiamo il legatoio, che usa quando deve giocare seriamente, nel caso che le sue bambole comincino ad agitarsi o a muoversi troppo le piace tenerle ben ferme con cinghie e corde che impediscono loro qualsiasi movimento, rendendole praticamente inermi e spalancate davanti a qualsiasi perversione le passi per la testa. M:_non ti spaventare stellina, è per il tuo bene, so che vuoi diventare una brava bambola, ma per questo devi passare un po' di tempo qui, in modo da abituarti. Per prima cosa mi sistema piegata in avanti con la testa all'altezza delle ginocchia, appoggiata al cuscino del legatoio. Assicura il mio busto con una cinghia molto larga, che mi copre quasi metà schiena e mi tiene incollata al legatoio. Già così non riesco a muovermi molto, ma so che a lei non basta. Con delicatezza mi solleva le gambe, applica delle cinghie alle caviglie e le assicura alla cinghia più grande in modo che rimangano sollevate da terra, ora sono in una posizione che è equivalente all'essere accucciata, ma quasi a testa in giù. Prende una corda e assicura le ginocchia al legatoio, ora dal busto in giù è come se fossi letteralmente pietrificato, sento il plug sistemarsi nel mio buchetto largo, so che le piace questa posizione perché quando toglierà il plug il mio buco rimarrà spalancato davanti alla gioia dei suoi occhi mai stanchi. Ora mi si pone davanti e mi assicura un cuscino comodo sotto il mento, prima di passare la corda su spalle e avambracci, immobilizzandomi completamente alla sua mercé. M:_bene stellina mia, ora possiamo cominciare. Cerca di fare la brava e avrai un premio quando avrò giocato con te, se sarò contenta. La sento già armeggiare con il plug dietro, lo sta girando per prepararmi all'estrazione, ma non mi spaventa perché lo sento girare davvero comodo ormai. M:_ma senti che robe! Sei proprio cresciuta bene stellina! Lentamente ma con decisione estrae il plug, e sento distintamente un "plop", seguito dalla sensazione dell'aria all'interno del buco. Dev'essere davvero spalancato, penso, e la conferma mi è data dal suo silenzio prolungato, so che sta contemplando la scena. Sento che sta infilando i suoi guanti, dopo qualche attimo senza che dica una parola sento che introduce le dita e comincia a giocare un po', credo con entrambe le mani... sì, decisamente con entrambe le mani. Sento che sta tirando con tre dita per mano, allargando il buco per bene. Sento che sta inserendo qualcosa di freddo... M:_questo è per tenerti aperta per un po' stellina, così posso lubrificarti bene anche in fondo Sì, lo sento che entra e una volta in posizione viene allargato per bene, sono quasi al mio limite... mio dio, sento l'aria fresca fin dentro! Credo che me l'abbia proprio spalancato per bene stavolta, sento tirare tutto... Ed ecco che arriva, una sensazione fredda che scende in profondità, sento che mi sta colando dentro un sacco di lubrificante... ma quanto ne mette? Che sensazione, sembra che voglia riempirmi completamente... Ecco, ora si ferma. M:_mi raccomando, rimani rilassata. Se solo provi a muoverti e a rovesciare il mio lavoretto, non la passerai liscia! S:_certo miss, ce la faccio M:_ma che brava stellina, continua così e il tuo premio si avvicinerà sempre più. Mentre mi parla, la sento prendere qualcosa, e non ho nemmeno il tempo di pensare che sento subito entrare qualcosa di morbido e lungo... M:_questo è per distribuire bene tutto il lubrificante stellina, brava così. Mi sento penetrare in profondità, non è grosso ma sento che scava in fondo, sempre più in fondo... ora lo sta muovendo avanti e indietro, sento scorrere tutto e sento le mie parti più interne stimolate dal suo gioco, comincio a gemere un po', e la sento sorridere come intenerita dalla cosa. Continua così per un po', aumentando sempre più il ritmo, fino al punto che sento scorrere un sacco, probabilmente lo sta inserendo ed estraendo continuamente per tutta la sua lunghezza... Ma quanto lungo è?!? M:_ok stellina, sembra essere tutto a posto ora. Sento che mi toglie il divaricatore, il buco non sembra chiudersi per niente, e mentre mi passa davanti per appoggiare i giocattoli, riesco a vedere che ha usato un coso che è lungo quasi quanto un braccio, sottile ma decisamente lungo! Cavoli... Mi sa che oggi sarà dura, chissà cos'ha in mente... Senza dire una parola, torna dietro di me e comincia a giocare con le dita, in poco tempo sento che sta dilatando, segno che sta cercando di inserire la mano. Oh, beh, a questo punto speriamo che vada tutto bene, l'ultima volta ci ho messo un sacco ad abituarmici, mi ha fatto male tutto il giorno dopo! S:_uh... M:_eee dai sù, non vorrai dirmi che è troppo, ieri sembrava ti fossi abituata S:_sì miss, mi piace così M:_bene, che brava che sei, è entrata bene sai? E sento tutto così morbido qui... Sei un tesoro stellina mia S:_grazie miss Sento che si muove delicatamente, un po' ruotando la mano, un po' avanti e indietro, poi pian piano sento che la tira indietro un po' di più, e torna dentro, sempre lentamente, ma senza fermarsi. Pian piano si muove in modo da far quasi uscire le nocche e poi rientrare, sento il buco dilatato come non mai, credo che abbia la mano chiusa a pugno... Ora sta aumentando la velocità, sento che il buco si è abituato ormai, si sta muovendo agevolmente ruotando e stantuffando, ora rallenta e cerca di uscire con tutto il pugno, cerco di trattenere i gemiti quando estrae M:_ma che brava la mia stellina, vedi che ce la fai? ora la sento che rientra, lentamente... passa le nocche e subito estrae, e continua a rifarlo sempre più velocemente, entrando ogni volta sempre più in profondità, sento che ora quando entra chiude il pugno per estrarlo con decisione, riesce a far tutto così bene che il mio buco si abitua subito... o sono le sue "cure" ad avermi resa così "disponibile"? Resta il fatto che ora la sento entrare e uscire a pugno chiuso, fino al polso, al ritmo di una scopata dolce. Mi escono dei gemiti che non so trattenere, mi si sta sciogliendo la mente nel piacere come se fossi in un mare di crema, con la mia miss che mi scopa il buco con i suoi pugni... M:_ma sentila, la mia maialina! Non hai un minimo di ritegno eh? Cerca di contenerti o niente premio! Ora rallenta e si ferma, estrae con calma l'ultimo pugno e torna all'armadio, sento un rumore di cinghie e di metallo, probabilmente sta indossando il suo strap-on. M:_oggi c'è una sorpresa per celebrare l'evento stellina, preparati Mi passa davanti con quello che sembra avere il diametro di un braccio attaccato allo strap-on. Non so cosa pensare, a questo punto non posso più fare nulla che mi possa sottrarre all'impalamento. Una mera considerazione è la fortuna che abbia scelto qualcosa di non troppo profondo, a occhio direi sui 30cm, all'inizio non è così grosso, ma poi circa a due terzi si allarga parecchio; sembra un enorme tentacolo conico che sussulta come un serpente a ogni suo passo. Senza dire una parola mi cammina dietro, sento scorrere dentro una cascata di lubrificante che mi scivola all'interno riempiendo ogni profindità raggiungibile, è ancora tutto ben dilatato per fortuna. M:_ora rilassati, iniziamo... Sento entrare la prima parte, scivola dentro come se fosse risucchiato, non sembra così enorme in effetti. Poi però si blocca, c'è un ingrosso che sento spingere sul buco che è già ben dilatato, è così grosso che sento la mia miss prima appoggiarsi con il suo peso, poi prendere le maniglie del legatoio per tirare e fare forza, quando ad un certo punto sento il buco cedere lentamente per accogliere in profondità l'ultimo terzo del biscione, avrà almeno sette o otto centimetri di diametro. Mi sento impalata, non riesco a muovere un muscolo, incollata al legatoio cerco di non gemere, mentre mi sento scavare, quando percepisco le sue anche ricoperte di latex appoggiarsi a me. È entrato fino in fondo! M:_ma che brava la mia stellina, vedi che ce la fai? Ora tieni duro che ci divertiamo un po'. Ora comincia lentamente ad andare avanti e indietro, badando bene a non far uscire la parte grossa in modo che il buco si abitui a quella dilatazione estrema. Non ho mai preso niente di così grosso, sento che scava in profondità dentro di me e mi dilata il buco come mai prima d'ora. Piano piano riesco a rilassarmi di più, e lei, sentendo una minr resistenza, prende ad aumentare la velocità sempre di più, senza fermarsi, ora mi sta praticamente scopando come se fossi la puttanella di un camionista, spingendo a un ritmo frenetico e affondando il tentacolo gigante nelle profondità del mio buco, mentre a ogni mio gemito ride come divertita dalla scena che lei stessa ha architettato con soddisfazione. Piano piano rallenta il ritmo, dopo quello che sembra un tempo infinito. Da quanto tempo sono lì? Ore? Giorni? M:_ma guarda la mia stellina che è stanca! Ma scommetto che ti sei divertita a godere come una maialina, dico bene? S:_sì miss, grazie M:_ci avrei giurato... Ma dai, devo dire che sei stata brava, posso dire che ti meriti il premio Piano piano estrae il mostro, sembra che le mie profondità cerchino di trattenere quell'enormità risucchiando e muovendosi mentre esce, provocandomi moti di piacere che mi fanno fremere il corpo. se non fossi legata credo che le mie gambe cederebbero sotto il piacere, come sciolte. Ora mi massaggia bene con le mani, aggiungendo lubrificante ed entrando con una mano alla volta, ormai così agevolmente che sembra un dolce massaggio rispetto a prima. La mia dilatazione dev'essere assurda vista da lì. Ora la sento armeggiare con qualcosa di metallico... M:_questo è un po' più grande del precedente stellina mia, ormai sembri lo scarico di una grondaia. Dai che è quasi finita... Sento l'acciaio freddo entrare, non troppo in profondità, mentre con quella che credo sia una vite mi allarga a dismisura il buco, fino al punto in cui potrebbe entrare di nuovo il mostro di poco fa. Con la mano lubrificata entra e spalma sulle pareti di quella che ormai è una piccola caverna, un sacco di lubrificante. Chissà cosa vuole fare adesso, sono un po' eccitato e un po' agitato, lei lo sente, e se ne compiace. M:_stai tranquilla stellina mia, ti ho detto che avresti avuto un regalo e così è, ti ho preparato la cena con le mie manine, e ora, visto che hai fatto tanta fatica per me, ti ricompenserò imboccandoti fino a quando sarai sazia. Contenta? S:_sì miss, grazie M:_ne ero sicura. Aspetta qui, vado a prendere la tua cena e torno. Non ti muovere mi raccomando! Ed esce dalla stanza ridendo sarcastica. Torna poco dopo con dei contenitori in ceramica coperti, e me li appoggia davanti. Immediatamente ho la conferma di cosa pensavo che volesse fare... M:_ora facciamo un bel giochino io e te, stellina mia. La tua bocca è bella spalancata, l'ho preparata a dovere perché tu possa saziarti con tutto il cibo che ti piace, perciò iniziamo subito; scegli una delle terrine, e io ti imboccherò con tutto quello che c'è dentro. S:_... M:_sù sù, lo so che hai tanta fame stellina, non essere timida, l'ho fatto per te, non vorrai dirmi che non hai fame? S:_miss, ho tanta fame, la prego mi sazi, non vedo l'ora di assaggiare i suoi piatti... M:_così mi piace, quale vuoi mangiare prima? S:_la seconda M:_bene. Guarda un po' cosa ti ho preparato: Spaghetti! E visto che ti piace tanto, li ho preparati con il lubrificante che preferisci, ce n'è davvero tanto come puoi vedere, so che sei una golosona e ho voluto accontentarti, ti piace? S:_sì miss, moltissimo M:_oh, che tenera che sei... dai sù, mangia Quindi mi si mette dietro e inizia a prendere manate di spaghetti e a ficcarmeli dentro il buco, ma ci staranno tutti? È praticamente un piatto abbondante, non è possibile... Sento che con la mano spinge in profondità, facendo scivolare gli spaghetti fin nei recessi più interni del buco M:_ma guarda la mia stellina che brava, non si vedono più i primi bocconi! L'hai mandato giù tutto d'un fiato eh? Maialina che non sei altro! E continua a gettare spaghetti a manate, fino a riempirmi il buco, per poi spingere con il pugno per farli entrare in profondità. M:_che brava la mia stellina, hai mangiato tutto! Adesso dimmi, sei sazia? S:_no miss, ho ancora fame M:_così mi piace, lo immaginavo. Per questo ho preparato tante cose per te. Cosa vuoi mangiare adesso? S:_la prima M:_uuuh che ingorda la mia stellina, vuoi mangiare già il dolce? Uff, e va bene ti accontento. Ho preparato per te un'intera tortina di yogurt gelato, sei contenta? S:_sì miss, molto M:_bene allora, dai che ti imbocco Sento la crema freddissima entrare assieme alla sua mano, la "tortina" sarà per almeno quattro persone, mi sembra impossibile che entri tutto... e invece sento che spinge, gli spaghetti in fondo li sento muoversi verso le profondità, mi sta riempiendo davvero! M:_e brava la mia stellina, dai sù che devi mangiare tutto! Adesso cosa vuoi? S:_la quinta M:_bene, so che adori le uova sode e te ne ho preparate una decina, così ti rimetti in forze! Praticamente le sto facendo da canestro, mentre getta le uova una ad una facendole cadere nel buco aperto, per poi spingerle in fondo con la mano. M:_ma che ingorda! Scommetto che hai ancora fame eh? Quale vuoi? S:_la quarta M:_ah, questo è il contorno: insalata di piselli, fagioli e mais, con salsa di lubrificante che ti piace tanto E qui prende un imbuto e comincia a versare una terrina di insalata "lubrificata" nella caverna, aiutandosi a farci stare tutto con un dildo della misura dell'imboccatura. Sono allo stremo, sento che non ci può stare più niente, lei se ne accorge M:_eh, sei un'ingorda, guai a te se adesso butti fuori, mi arrabbio sai! S:_no miss, ancora la prego M:_così va meglio. Devi rimetterti in forze dopo le fatiche di oggi. È rimasta l'ultima, vuoi sapere cos'è? S:_sì miss, ho fame M:_ma il tuo piatto preferito stella! wurstel bavaresi extra large! Te ne ho preparati quattro dei più grossi che il macellaio mi ha trovato, ti piacciono? S:_sì miss, ne voglio ancora! M:_però questi te li devi gustare bene, togliamo questo coso che così te li prendi come si deve Lentamente svita il divaricatore, tenendo il cibo dentro con la mano e facendo scivolare lentamente l'acciaio su per l'avambraccio, in modo che il buco si chiuda leggermente attorno al suo polso. Poi lentamente estrae la mano, badando a lasciare dentro ogni briciola di cibo, io faccio del mio meglio e fortunatamente non esce nulla. Poi senza che io abbia il tempo di realizzarlo, infila a forza il primo missile facendomi sussultare. M:_piano, vuoi ingozzarti? Lo so che ti piacciono, maialina! Poi il secondo, praticamente sparato dentro, e poi il terzo, che inserisce allo stesso modo. Infine sento entrare la punta del quarto, seguita dalla sua mano che lo tiene. Inserisce tutto il pugno e spinge il cibo ancora in profondità. Sono davvero stupito che ci stia ancora tutta la sua mano... ma credo che sia parte dei suoi piani. Infatti si alza e va verso l'armadio. M:_brava la mia stellina! Adesso facciamo in modo che non esca niente, così digerisci per bene. Sarai sazia adesso, dico bene? S:_sì miss M:_Mi fa piacere vedere che ti sei finalmente messa in testa come si debba stare in casa mia, sono proprio felice. Ecco, tieni... Sento entrare una cosa enorme che si allarga, si allarga un sacco, è quasi come il mostro, ma appena penso di cedere, ecco che si restringe di colpo... è un plug enorme! Viene immediatamente risucchiato dentro dal grosso diametro, spingendo tutto il cibo in profondità. Il collo è talmente stretto che nonostante sia pieno di tutto quel cibo, mi è impossibile spingere a sufficienza per farlo uscire. Dev'essere estratto con l'aiuto di una mano che lo tira, ma dubito che la mia miss abbia in mente di estrarlo così presto. Mi sento ripieno come un tacchino, mentre piano piano mi libera dal legatoio, mi asciuga e mi pulisce tutto attorno al buco, e mi rimette in piedi. Se non fosse per i cinque piatti di cibo che spingono contro l'insormontabile plug, dilatando le profondità del mio buco come niente mai prima, potrei anche riuscire a sembrare una scolaretta per bene, ma in questo stato devo davvero fare del mio meglio per compiacere la mia miss. Mi guarda soddisfatta, mentre mi scivola dietro abbracciandomi teneramente... Ma poi appoggia un ginocchio sulla base del plug, spinge e allo stesso tempo stringe le braccia attorno alla mia pancia, facendomi gemere da un misto di dolore e piacere. Poi si allontana e mi lascia lì inerme, va a prendere un collare e me lo allaccia addosso, assicurandoci una catena con la quale mi guida in giro per casa, fino a portarmi in una stanza vuota con una gabbia nella quale mi rinchiude, legandomi le mani alle sbarre per evitare che mi tolga il plug. Rimane lontana per un tempo interminabile, sembrano passare ore sotto quella tortura, ogni mio movimento fa sì che tutto spinga per far uscire tutto, ma il plug regge molto bene, il mio buco si è ormai stretto attorno al collo e rimuoverlo sarà un'impresa. Ma ecco che entra nella stanza con due amiche, mi riportano nella stanza del legatoio mentre la mia miss si vanta della sua schiavetta molto capiente, e invita le amiche a provarmi. Incredula, vengo legata nuovamente, immobile e alla mercé di tre sadiche. Sento tirare il plug e a mia volta cerco di spingere per farlo uscire, quando uno schiaffo della mia miss mi avvisa che lei non vuole che esca nulla. A quel punto cerco di tenere il più possibile, ma quando il plug viene estratto inevitabilmente escono due dei quattro wurstel che contenevo alla fine di tutto quel cibo. In tre si mettono a ridere e a schernirmi, la miss mi dice che verrò punita per questo, e senza troppe cerimonie mi rimette dentro a forza entrambi i wurstel in un colpo, con tutto il pugno, spingendo in fondo tutto quanto stava per uscire. A questo punto il legatoio viene girato sul perno dove sta montato, ed io finisco per assumere una posizione verticale, come se fossi accucciato, ma legato e sospeso. Mentre una delle amiche mi tiene tappato il buco con un pugno, non senza divertirsi a ruotare e stantuffare, vedo con sgomento che la miss con l'altra sua amica trascinano sotto di me un dildo meccanico corto, delle dimensioni di una lattina di quelle strette. Sento la mano dentro aprirsi e accogliere il dildo, uscendo piano per non trascinare il cibo. Ora si allontanano tutte e tre, e con il telecomando azionano lo stantuffo che parte lentamente, ma presto sento il movimento accelerare, la miss mi intima di trattenere o sarà peggio per me, ma ad un certo punto il movimento veloce stimola troppo ed escono di nuovo i due wurstel, sono troppo dilatato perché il dildo riesca a fare da tappo. A questo punto, prima che mi renda conto dell’errore commesso, sento la miss M:_Metti al massimo. Immediatamente sento il mio buco sconquassato da quella che è l’entrata e l’uscita per intero del dildo alla velocità di una vibrazione. La stimolazione è così forte che sento uscire prepotentemente ogni pezzo di cibo che mi è stato inserito, tra le risa a profusione della miss e delle sue amiche. Dopo un minuto che mi è parso un’ eternità, sento un liquido freddo spruzzato con violenza dal dildo per raggiungere le profondità e far uscire anche il più piccolo granello di cibo rimasto, senza il minimo cenno a rallentare il dildo continua a stantuffare spruzzando acqua e lubrificante per interminabili minuti, mentre le mie padrone decidono cosa fare di me in seguito. La macchina infernale viene spenta, e sento le miss deridermi per il mio stato pietoso. D’un tratto una delle due amiche vuole provare a rifare il gioco, e terrorizzato vengo nuovamente ruotato col legatoio a testa in giù… Passano ore interminabili, mentre vengo riempita, svuotata e ripulita per altre due volte, quando alla fine, distrutta e dilatata fin dove possibile, vengo rimessa a testa in giù per l’ultima volta. A:_direi che è ora di riporre la nostra bambolina ripiena, che ne dite? M:_certo, ma non vorrete mica lasciarla così, rischiamo che si restringa, poi ci tocca rifare tutto da capo A:_hai ragione, ho capito al volo. Vado a prendere il tappo. Vedo tornare l’amica con quello che sembra essere un serpentone molto flessibile, del diametro di un braccio ma soprattutto lungo come un braccio! E come se non bastasse alla base si ingrossa il doppio, finendo con un collo dello stesso diametro della lunghezza e una base. È un enorme e lungo plug! L’altra amica lubrifica bene l’entrata e con entrambe le mani spalanca impietosa il mio buco. La miss inizia quindi a versare un litro di lubrificante molto denso che scende in profondità grazie alla dilatazione estrema che ho subìto. A quel punto sento entrare il plug gigante, sempre più in profondità, mi sembra incredibile che una cosa simile mi stia riempiendo a tal punto. È come se stessero inserendo ancora cibo, ma lo sento scorrere in profondità molto più velocemente, ben lubrificato ed enorme. Quando penso di non farcela, sento il buco allargarsi oltremodo, mentre l’amica spinge l’ultima parte che entra in uno schiocco umido, stringendosi e impedendomi di espellerlo. Vengo ruotato diritto, e per istinto sento le profondità spingere per far uscire il tappo, che però è talmente in profondità e ben stretto alla base, che alla fine si rivela tutto vano. Tra le risate delle amiche, la miss mi slega e mi rimette in piedi. Riesco a malapena a camminare con il mio buco così pieno e dilatato, e mentre mi mette il collare, la miss spiega alle amiche: M:_allora, direi che la puttanella è stata promossa a bambolina ufficiale del gruppo di cucina. Che ne dite? A:_per noi va bene, gli incontri GIORNALIERI sono sempre divertenti quando le bambole sono così ben fatte. A:_si, sono sicura che col tempo potremo farci stare anche più cibo, le altre del gruppo non vedono l'ora di provarla! M:_e sia allora! Abbiamo la bambola! Avvisate le altre, da domani ci ritroveremo tutte e quindici ogni giorno, per iniziare penso che faremo dei turni di tre al giorno, mentre le altre osservano e commentano. Alla fine, la migliore riceverà in premio questa bambola tutta per sé, per tutto il tempo che vorrà. Chissà quanto potrà contenere a quel punto… A:_già, non sto più nella pelle! A:_a domani M:_a domani mie care M:_bene stellina, sono proprio contenta di te. Sei stata promossa a pieni voti dalle due più severe, sono sicura che le altre ti adoreranno. Ora vieni, ti ripongo in gabbia che de i riposare. S:_si miss. Sono completamente alla sua mercé, incapace di reagire o di fare alcunché, in quelle condizioni. Posso solo fare ciò che mi chiede, e prima o poi, se sarò brava e lei soddisfatta, mi libererà. Forse. 375 0 5 anni fa
- 1 anno fa Mitologia perversa - Di ricatti, dominazioni e complicità - Gran finale (trovate le parti precedenti sul nostro profilo!)8. A quel punto Narciso era davvero convinta che fossero arrivati alla fine. In fondo era stata la conclusione pressoché perfetta di un’esperienza travolgente, l’estasi estrema vissuta in piena condivisione e complicità con il suo Eco, portandoli un ennesimo -enorme- passo più vicini uno all’altra. Alla fine, tutto sommato, le era anche andata bene. Nel retro della sua mente, in attesa di questa serata così misteriosa, aveva già iniziato a farsi pensieri anche più estremi, soglie che non era nemmeno sicura di poter o voler superare, dove il peso di quella leva ricattatoria forse avrebbe avuto un ruolo ancor più determinante. Invece tutto quanto aveva fatto in quella lunga serata, lo aveva svolto diligentemente come una brava schiavetta, sicuramente con qualche momento particolarmente tosto ma nulla che in fondo non era poi anche curiosa ed eccitata di far succedere. Per questo motivo non capì subito cosa stesse facendo Eco, mentre la aiutava a rialzarsi, facendole bere un bicchiere d’acqua e poi uno di vino, accarezzandola e parlandole dolcemente di quanto fosse stata brava fino a quel momento, di quanto l’avesse fatto impazzire, ma anche di come ora fosse giunto il momento di ripagare quegli stalloni che per tutta la sera, diciamolo, le avevano regalato un orgasmo dopo l’altro. Insomma, non sarebbe proprio stato carino mandarli a casa con i coglioni ancora pieni. Lei chiaramente non avrebbe proprio voluto sembrare maleducata ed egoista, nonostante la sua fama mitologica, e in realtà quindi era volentieri prontissima a far scorrere sborra a fiumi, sul suo corpo e nella sua bocca. Ma qualcosa le stava suggerendo che forse non le sarebbe bastato fare 7 semplici pompini in sequenza per pareggiare quanto quel gruppo le aveva fatto provare finora. E in effetti, visto che di soldi ovviamente nessuno voleva sentir parlare, nella fase organizzativa Eco si era accordato con loro su una equa ricompensa, che soddisfacesse pienamente i loro istinti più beceri senza le limitazioni che un uomo coinvolto anche emotivamente avrebbe posto per forza a un certo punto. Narciso di colpo comprese con una punta di terrore che Eco la stava per lasciare in completa balìa di quella gang. NO! Aspetta! Vuoi davvero andartene!? Non voglio, in realtà. Ma devo. Non credo riuscirei ad assistere a tutto questo. E poi… E poi!? E poi non possiamo rifiutarci. Ormai siamo entrambi ricattati. Tutte queste foto e video di stasera..non ci possiamo permettere che vengano rese pubbliche..nessuno di noi.. No! ti prego, non mi lasciare..! Su, dai. Sarò di là, ad ascoltare. E non lo farei se non pensassi che, sotto sotto, più sotto di quanto puoi forse razionalmente ammettere, non vedi l’ora anche di quest’ultimo livello. Narciso non disse niente. Non sapeva se piangere o arrabbiarsi, se resistere o lasciarsi andare. Ci pensò Eco a risolvere il dilemma, una volta ancora. Prese a baciarla, sul collo, su tutto il volto e poi sulle labbra. Intanto, senza che lei lo notasse, agguantò le manette costrittive da dietro il tavolino e le infilò rapidamente sulle mani di Narciso, senza smettere di baciarla. Lei spalancò gli occhi, provò a divincolarsi, ma lui la immobilizzò e strinse ancora più forte, fino a farle congiungere le mani strette una contro l’altra. Subito dopo le strinse ulteriormente il collare che ancora aveva addosso, facendole mancare per un secondo il respiro. Era sicuramente la condizione che lei temeva di più, la limitazione di movimento era ancora più determinante e pervasiva della vista negata. Ora il suo tremolio iniziò ad aumentare sensibilmente. Era pura paura, ma non si stupì nemmeno più di tanto quando si rese conto che aveva, di nuovo, la figa tutta bagnata. Eco le aveva messo dentro un dito, solo uno, velocemente, proprio per darle la prova che erano di nuovo esattamente in sintonia. Lo leccarono e succhiarono insieme, quel dito, per condividere il suo sapore di sesso, ma anche tutte le emozioni che a entrambi passavano per la mente in quell’istante. Con un ultimo sguardo negli occhi, un buffetto a metà tra uno schiaffo e una carezza sulla guancia, e senza dirle più nulla, Eco si girò e si avviò verso la porta, da dove erano già usciti il fotografo e Boccadoro. “È tutta vostra”. Disse solo agli uomini rimasti nella stanza, uscendo senza voltarsi. 9. “Puttana!” “Cagna!” Narciso sentì in meno di un secondo che il clima era cambiato. Senza freni inibitori imposti dall’alto, sette uomini che avevano per ore assistito una donna lasciarsi andare così tanto, godendo di e con tutta la l’irruenza possibile, non potevano che finalmente sfogare tutto quello che pensavano di lei. Quasi nemmeno concepivano razionalmente, figli del sistema culturale patriarcale in cui erano sempre vissuti, che una donna consapevole delle proprie perversioni non è certo vittima né tantomeno colpevole, ma è in realtà in pieno potere di sé e del proprio corpo. Qualcosa di strano però lo percepivano: gli orgasmi di Narciso erano inequivocabili, come già tutti i suoi vicini di casa sapevano da tempo. E quindi se una godeva di tale apparente degradazione, non avevano altri termini con cui inquadrarla. E non potevano che degenerare ulteriormente. “Sei proprio una troia, vero!?” “Adesso ti facciamo vedere cosa si fa alle troie” Uno di loro la tirò per il guinzaglio e la avvicinò a sé. Senza il suo uomo presente, poteva finalmente infilarle 10 centimetri di lingua in bocca. Narciso reagì quasi schifata, ma si prese subito uno schiaffo, e quindi senza pensarci troppo ubbidì, accogliendo quel bacio estraneo e invasivo, mentre quello le strizzava i capezzoli e toccava il culo. Quando ne ebbe abbastanza, il tizio la spinse letteralmente via, fino a capitare nelle braccia di un altro di fronte a lui. Lei si rese conto che erano tutti in piedi in circolo, nudi e con il cazzo in tiro, e se la stavano per passare come un pallone da basket. Provò a reagire, implorando pietà, quasi più per inerzia che per reale convinzione. Stava già montando dentro di lei la sensazione di abbandono ultimo e definitivo, ma cercava ancora di aggrapparsi con le unghie a quel pezzo di sua identità, comunque fieramente indipendente e volitiva. Il circolo di uomini reagì con scherno e furia: iniziarono in effetti a spingersela avanti e indietro, da uno all’altro, non senza elargire a ogni possesso schiaffi, manate sul culo, dita nella figa, nel culo, sputi addosso, qualcuno le mordeva le tette, i capezzoli, senza che lei potesse nemmeno allontanarli con le mani, inesorabilmente legate. Il tutto mentre continuavano a menarselo, pronti finalmente a esplodere. Narciso a un certo punto capì, o forse decise, che se la cosa doveva finire così, tanto valeva accelerarla e -dal suo punto di vista- paradossalmente dominarla. Si rese conto, come fece subito dopo la prima sessione, che il suo lato esibizionista le stava solleticando la mente. Immaginare che, oltre a letteralmente “farsi scopare” quasi del tutto passivamente -com’era stato il gioco, divino, finora-, poteva mandare in estasi quegli uomini navigati anche dimostrando una certa iniziativa, le aprì un mondo tutto nuovo, una luce su di sé e il suo modo di vivere il sesso che la riempì di euforia. Appena venne spinta verso l’ennesimo uomo, anziché arrivargli tra le braccia, si accasciò a terra finendo in ginocchio davanti a lui, all’altezza proprio perfetta. Dal basso verso l’alto lo guardò con quegli occhioni che Eco non riusciva ogni notte a togliersi dalla testa, e con quel suo tono implorante perfezionato negli anni, mormorò le magiche parole: “Posso succhiarvelo? Dai, vi prego…fatemeli succhiare tutti..voglio la vostra sborra addosso…” Prevedibilmente, e meravigliosamente, questa frase gettò nello scompiglio totale ciascuno di loro. Le saltarono immediatamente addosso e iniziarono a contendersela per infilarle il cazzo in bocca. Narciso diligentemente spalancava il più possibile la mascella, tirava fuori la lingua per leccare qualsiasi cosa le arrivasse davanti, ma non doveva nemmeno fare la fatica di muovere la testa avanti e indietro e succhiare: ognuno di loro le stava letteralmente scopando la bocca, tenendole ferma la testa, fino ad arrivare con la cappella il più possibile giù nella gola, provocando riflessi faringei e conati di saliva che non facevano altro che rendere tutto il più bagnato, vischioso e godurioso possibile. Poco dopo fu chiaro che, avendo una bocca sola e nemmeno potendo usare le mani, non era in grado di soddisfare abbastanza velocemente quegli uomini sempre più impazienti. Fu un attimo quindi che qualcuno la sollevò da dietro, e dopo uno sputo ben calibrato, la penetrò nel culo. Narciso lanciò un urlo di dolore, ma ormai era una cavalcata in discesa sempre più veloce, e il punto di non ritorno anche mentale si stava avvicinando inesorabile. Era piegata a novanta gradi, senza nemmeno più il conforto del letto, con le mani legate e un guinzaglio al collo che la strattonava ogni pochi minuti, aveva cazzi che le entravano costantemente in gola che la soffocavano, la scopavano da dietro e da davanti con quelli che sembravano pali di marmo, stava veramente per perdere di nuovo e del tutto il controllo. Si dimenticò di ogni possibile ricatto: ogni remora era finalmente abbattuta e nulla la poteva fermare. “Sìììì! Oraa!! Voglio la sborra! Venitemi in faccia! Riempitemi tutta!” Non finì neppure la frase che il primo getto caldo le arrivò in fronte, senza nemmeno che lei si accorgesse da che direzione, colando subito sulle guance da dove cercò di leccarselo via avidamente con la lingua: “Ancora! Ancoraancoraa!!” Aveva davanti alla faccia tre cazzi con i loro proprietari che se lo menavano furiosamente. Lei spalancava il più possibile la bocca, pronta ad accogliere tutto. Stavano per venire da un momento all’altro ma lei era impaziente, ne prese uno dei tre in bocca leccandone a velocità spropositata la cappella, fino a quando quello finalmente esplose. Accolse il primo fiotto in bocca ma poi si allontanò per farsi gocciolare il resto sulla faccia, e vedendo questa scena anche gli altri finalmente la inondarono tutta con nuovi schizzi densissimi. Lei li guardò riconoscente e ringhiosa, mentre si passava le dita sulla faccia e portandosi in bocca ogni goccia che vi trovava. Intanto dietro di lei altri due continuavano a scoparla insieme nella figa e nel culo, con un ritmo sempre più vorticoso: “Sì, sì..scopatemi, più forte!! Più forteee!” Con un urlo e una serie di insulti, dopo qualche pompata ben assestata, entrambi quegli amanti sconosciuti si tirarono fuori di colpo. Lei si girò velocemente capendo il momento e entrambi le vennero simultaneamente e copiosamente addosso, uno sulle tette e uno sul culo. Narciso, anche se con le mani legate, prese a spalmarsi quella sborra calda sul resto del corpo, e succhiarsi le dita con lo sguardo infuocato. Era tutta bagnata e appiccicosa, completamente fuori di testa, ma non aveva mancato di accorgersi che all’appello ne mancava ancora uno. Il mandingo nero, oltre ad essere quello più dotato, evidentemente era anche quello più resistente. Si era seduto sul bordo del letto a menarselo, sempre più grosso e duro, mentre assisteva a quello spettacolo clamoroso di Narciso in calore. Lei lo guardò, lo fissò, non negli occhi ma solo e soltanto quell’enorme cazzo. Quasi solo d’istinto, animale, si avvicinò a lui lentamente gattonando. Arrivatagli davanti, non pretese neanche lontanamente di poterlo accogliere tutto in bocca come aveva fatto con quegli altri. Iniziò quindi a dedicarsi al suo altrettanto grosso sacco scrotale, quei coglioni così proporzionati al resto, che quando leccati sono tra le zone più erogene di ogni maschio, di qualsiasi etnia sia. Quell’uomo nero stava godendo come mai prima d’ora, ma decise di fare un passo in più. Spinse, senza troppi complimenti, verso il basso la faccia di Narciso che le stava leccando così avidamente le palle, fino a farla arrivare davanti al suo buco del culo. Lei capì l’antifona, e ormai non le serviva più nemmeno un ordine verbale: si tuffò a leccargli l’ano come se fosse il sapore più irresistibile della sua vita. Lui continuava intanto a menarsi il cazzo su e giù, su e giù, svettando imponente sulla sua faccia. Narciso non ce la faceva più: stava accumulando tutte quelle sensazioni ed energia dentro di sé che iniziò a toccarsi il clitoride quasi aggressivamente. Passò dal suo culo alle sue palle di nuovo fino alla sua cappella, succhiava e leccava e si toccava, vedeva la scena da di fuori, riavvolgendo il nastro fino a inizio serata, e le sembrava il miglior film porno mai messo in scena, di cui era sfolgorante protagonista, pensava al suo Eco nell’altra stanza che l’ascoltava urlare e gemere e poteva solo immaginare in che stato si trovasse. Le sembrava il massimo concepibile piacere che un essere umano potesse toccare. Finalmente, con le ultime stoccate di bocca e lingua, anche quel settimo uomo era pronto a farle assaggiare il suo nettare. Questa volta però non voleva perdersene nemmeno una goccia: quando lui iniziò a imprecare con il suo “succhia, troia, sto venendo!”, lei accelerò ulteriormente il movimento senza smettere di aspirare. Quella sborra calda le riempì di colpo la bocca, fece in tempo a sentirne il sapore sulla lingua prima di ingoiare voracemente. Qualche goccia ne cadde comunque fuori e quasi ci rimase male. Si stava tuttora toccando la figa, e ora dopo aver accontentato tutti poteva infine dedicarsi al suo ultimo orgasmo, giustamente meritato e fieramente auto-generato. Il problema è che aveva ancora sete, quel tipo di sete non di acqua fresca ma di altri liquidi umani, caldi e pungenti. Si guardò intorno, con ancora quegli uomini sopra di lei, e cercò ovunque gocce di sborra da leccare via: ne trovò sulle loro gambe, sui piedi, sui cazzi, per terra. Prese a succhiare e leccare ancora, compreso il pavimento, sempre con le mani tra le gambe. Quegli uomini erano quasi più increduli che eccitati, ma quando si resero conto dell’animale che avevano davanti, uno ebbe l’intuizione: “Hai proprio sete, eh!? Cagna! Allora perché non ti prendi anche questa, che è bella saporita!?” Di colpo direzionò il suo cazzo ancora mezzo in tiro verso la sua faccia, e partì un getto di liquido dorato. Lei ebbe un, ennesimo, sussulto. Era esattamente quello che le mancava, di cui aveva forse bisogno. Il suggello ultimo di sottomissione e piacere, di degradazione e godimento, di umiliazione e estasi. Aprì la bocca, pronta ad accogliere tutta la sua piscia, mentre si stava avvicinando pericolosamente all’orgasmo più forte mai provato in vita sua. Iniziò a emettere un suono profondo, montante, costante, mentre con le mani accelerava sempre di più il contatto con il clitoride. In pochi secondi anche gli altri diedero sfogo a quell’istinto primordiale e lei si ritrovò di colpo sotto multipli gettiti di uomini che le stavano pisciando addosso su tutto il corpo. Le urla erano a un livello talmente alto, che di colpo si spalancò la porta e vi entrò Eco, più incuriosito ed eccitato che realmente preoccupato. Narciso non aveva più bisogno di altro: il suo sguardo che si rifletteva nel suo, quella scena vista con gli occhi di lui, lei coperta di sborra e piscia di altri uomini, il sentimento e la complicità che li univa, le esperienze passate e future che li avrebbero visti protagonisti. Fu un terremoto: il decimo orgasmo della serata, il primo del resto della sua vita. 2716 0 6 anni fa
- 1 anno fa Mitologia Perversa - Di ricatti, dominazioni e complicità - 2° parte (trovate le parti precedenti e successive sul nostro profilo!)5. Narciso si accasciò spossata sul letto. Sembrava un’eternità, ma non erano passate nemmeno due ore dall’inizio di tutto. Stava cercando di tornare in sé, mentre gli uomini sembravano concederle una tregua, avvicinandosi al tavolino delle bevande. Si chiese per un secondo se fosse tutto finito, ma immediatamente si rese conto che forse il clou ÂÂ doveva ancora venire. Era stato quasi fin troppo facile, finora. Non le avevano nemmeno fatto troppo male, di certo non più dei suoi standard. Sì, l’avevano strapazzata ben bene, sfondato figa e culo che ora pulsavano incandescenti, non lesinato schiaffi, insulti e sputi. Ma per qualche motivo non avevano ancora usato nessuno di quegli attrezzi di piacere e tortura che erano così in bella vista, e soprattutto pareva che nessuno di quegli straordinari amanti fosse già venuto, a parte forse uno che a un certo punto mentre la soffocava con il cazzo in gola e strozzandole il collo, tra tutti i conati di saliva le era sembrato di percepire in bocca un altro liquido caldo dal sapore familiare: nel dubbio ovviamente aveva ingoiato tutto, ubbidiente ed assetata. Era sorpresa, almeno in parte: dentro di sé sapeva che, nonostante le remore espresse, avrebbe in fondo goduto di un’ammucchiata del genere, anche -o forse soprattutto- con tutta questa violenza. Ma in realtà non si aspettava di prenderci così tanto gusto, anche mentalmente. Essere al centro della scena di una piccola folla, unico oggetto dell’attenzione di occhi e corpi e istinti di diverse persone insieme, per lei così generalmente apparentemente riservata, era un’esperienza nell’esperienza. Un nuovo livello di eccitazione, che toccava -fino ad abbracciarlo in pieno- il concetto di esibizionismo, con tutto ciò che di perverso ne consegue. Ed era davvero solo l’inizio. Finalmente Eco si avvicinò a lei, le prese tra le mani il volto sfatto e stravolto, la baciò dolcemente fino a morderle le labbra e poi le strizzò la bocca tra pollice e indice impedendole di parlare: Ti è piaciuto, eh? Mhhhh! Non si capiva se era un mugolio di approvazione o di fastidio, ma proprio non importava. Pensavi sarebbe stato così semplice? Lo sai che ti meriti “ben di peggio”… Allentò la stretta sulla sua bocca per farla parlare: Lo so, devo essere punita ancora. Ne voglio ancora, ti preego.. Si lascio scappare un sospiro di piacere, mentre con la mano si avvicinava alla sua figa ancora bagnata. Lui le diede un altro schiaffo, le fermò di colpo la mano. Non toccare! Hai goduto abbastanza, ma ora è il momento di soffrire sul serio. Lei fece finta di protestare, era il gioco delle parti, in realtà fremeva già all’idea della prossima fase. Non si immaginava però neanche lontanamente che nemmeno quella sarebbe stata l’ultima. 6. Tra gli oggetti che le era parso di scorgere sul tavolo, aveva sicuramente individuato tre vibratori di varia forma e dimensione, due fruste, una più morbida a 9 code e una apparentemente più rigida, e altri oggetti non meglio definiti. In realtà non aveva visto quali altre cose erano state volutamente nascoste, e non le avrebbe viste -insieme a tutto il resto- fino a molto dopo. Narciso non se ne ricordava nemmeno più, ma aveva ancora addosso il guinzaglio e quando si sentì tirare su da dietro, non si accorse subito che Eco le stava per mettere una benda sugli occhi. Immediatamente pensò che sarebbe stato eccitante essere in balia di tutti questi uomini, ma senza poterli vedere. Non aveva però idea di a che punto sarebbero arrivati. Decise di affidarsi a Eco, in fondo non poteva fare altro. Si sentì aprire la bocca e scivolare dentro la sua lingua. La baciò e la succhiò. Si appoggiarono la fronte una sull’altra, un modo per salutarsi, ribadirsi fiducia, prima dell’incognita imminente. - Sei pronta?! Lui aveva già un tono diverso, non sembrava nemmeno la sua solita voce Non lo so, ho paura.. Cazzi tuoi! Le arrivò uno schiaffo, secchissimo. Rimase del tutto sbalordita: non vedendolo partire, sentì il dolore mentre la testa le si ribaltava di colpo, prima ancora di capire cosa effettivamente fosse successo. Si rese conto solo in quel momento che qualunque cosa le stessero per fare, l’avrebbe sentita subito sul corpo, senza avere il tempo per prepararsi mentalmente. Era tutto un altro gioco. Non aveva ancora capito se e quanto le piaceva. Iniziò a tremare, impercettibilmente. Eco diede uno strattone al collare, e Narciso finì per terra di colpo. Sentì quattro, cinque, sei braccia che la sollevavano di peso, per poi ributtarla sul letto. Qualcuno le tirò i capelli sollevandole la testa, fino a quando si mise a quattro zampe. Aveva aperto automaticamente la bocca, convinta -e già contenta- di dover fare un altro pompino. Ma c’era un silenzio irreale, cercava di capire cosa stava accadendo intorno a sé, cosa volevano farle, quando le arrivò la prima frustata sul culo. Potente, dolorosa, bruciante. Ma il fatto che arrivasse dal nulla la fece gemere soprattutto di piacere. Subito dopo ne arrivarono altre 2, veloci, una dopo l’altra, sulla schiena. Per ciascuna un urlo. Taci, ho detto! Cercò di ubbidire, ma le frustate continuavano ad arrivare. Cinque, sei, dieci. Aveva la sensazione che fossero di mani diverse, per l’intensità e l’altezza. Non riusciva proprio a smettere di urlare, anche perché intanto aveva preso a toccarsi tra le gambe. Voleva godere, ancora e ancora. Taci, e stai ferma! Era Eco, sicuramente. Le tirò il collare e finalmente le diede da succhiare il cazzo che lei conosceva meglio di tutti, non il più grosso che avesse mai assaggiato, ma quello che le dava così tanta soddisfazione da tenere in bocca e sentirne i gemiti che generava. Tolse le dita dalla figa, fradicia, e se le leccò avidamente. Voleva usare su di lui anche le mani, accarezzargli le palle e toccarlo dappertutto, quasi dolcemente, nonostante tutto quell’impeto dietro di lei. A un certo punto però le frustate si interruppero: qualcuno le allargò il culo, dando prima un morso fortissimo a ciascuna chiappa, e ci infilò dentro senza troppi complimenti quello che sembrò essere un dildo gigante. Un secondo dopo gliene infilarono un altro davanti, ancora più grande, e subito iniziarono entrambi a vibrare velocissimi all’unisono. La sensazione fu sconquassante. Perse la presa sul cazzo di Eco e iniziò a tremare tutta. Oddiodiodioddiomuoiooooooo!! Stava venendo letteralmente a fiumi, quando…SBAM! Il tremore e l’invocazione alle divinità furono interrotte da una scudisciata di qualcosa che non poteva che essere una durissima paletta di legno. Narciso ne aveva solo sentito parlare o vista in video, ma sentirsela sbattuta sul culo così potentemente le fece per la prima volta uscire delle sincere lacrime di immenso dolore. No, no, no. Vi prego, basta!! Cosa?! Eco faceva finta di non capire. Non la parola, ma il senso. Basta, fa male! Pensavo ti piacesse soffrire… È troppo, ti prego.. Mi spiace, dovevi pensarci prima. Nessuna safeword ti salverà, ormai. Di nuovo stava affiorando quella sensazione quasi disperata di non avere nessun controllo, e di nuovo inaspettatamente questa stessa consapevolezza la fece abbandonare all’estasi massima di piacere. Era nelle sue, nelle loro, mani. Non poteva ribellarsi, non tirarsi indietro. Era ricattata e senza nessun potere. Doveva obbedire, e soffrire. E, quindi, godere. La sessione di frustate e battute andò avanti ancora, anche se non avrebbe proprio saputo dire quanto. Culo, schiena, gambe, ma anche piedi e mani. Per ogni colpo un grido. Poi, d’un tratto, si fermarono tutti, in silenzio. Narciso tese le orecchie per capire la prossima mossa, ancora immersa nel buio, cercò di alzarsi dal letto ma qualcuno la ributtò giù violentemente. Ferma, immobile! Obbedì, ovviamente. Si trovava a pancia in su, gambe aperte, sesso esposto, corpo già tutto arrossato. Il silenzio era ancora irreale, ma sentì di colpo un profumo strano, piacevole. Stava ancora cercando di associarlo a un ricordo, quando sentì una goccia bollente arrivarle appena sopra il pube. Urlò, per l’ennesima volta, ma ora era difficile non percepire quanto godimento ci fosse in quel suono smorzato. Le gocce di cera continuavano ad arrivare, sparse per tutto il corpo, dalla testa ai piedi ma indugiando ovviamente sui capezzoli, sulle cosce, sulle tette più sensibili. Lei cercava di dimenarsi e liberarsi, o almeno faceva finta, ma era gioco facile per quelle forti braccia tenerla bloccata. Un paio di loro non resistevano alla tentazione di schiaffeggiarla con il proprio cazzo duro, sbattendoglielo sulle labbra aperte o infilandolo dentro brevemente. Lei aspirava di dolore e piacere, non distinguendo più la differenza tra uno e l’altro. Era una sorta di orgasmo continuo e strisciante, mentale più che fisico, anche perché nessuno le dava la soddisfazione nemmeno di sfiorarle la figa, figuriamoci di scoparla come in quel momento avrebbe voluto. Anzi, ogni volta che provava ad avvicinare la propria mano a quel clitoride capriccioso e viziato, quegli uomini glielo impedivano senza pietà, provocando in lei una frustrazione totale ma di conseguenza regalandole l’intensissimo piacere della privazione. Non c’era tregua, per lei: tornarono fuori di nuovo le fruste, la girarono di nuovo a quattro zampe, e la giostra ricominciò. Le attaccarono a un certo punto delle mollette di ferro ai capezzoli. Anche quelle dovevano fare parecchio male, ma ormai Narciso sembrava quasi anestetizzata. Urlava e gemeva, godeva senza soste, ma forse il dolore aveva già raggiunto la più alta soglia possibile. Eco se ne accorse, e in fondo ci contava. Era decisamente giunto il momento di passare alla terza e ultima fase. Fece un gesto agli uomini, come concordato, che si fecero indietro per prepararsi al gran finale. 3574 0 6 anni fa
- 2 anni fa Ieri sera Racconto reale di Mercoledì 6 Dicembre.Ho ricevuto un messaggio mail da parte di una donna che aveva visto il mio profilo su un sito Sm.Mi chiedeva disponibilità per un incontro durante la mattinata senza specificare meglio consa volesse ne altri particolari. La richiesta era chiara e breve : vederci in un posto pubblico (bar di un supermercato in zona Monza) e poi se ok per entrambi trasferirci. Niente numeri di telefono, solo un giorno ed un orario preciso nel quale avrei dovuto farmi trovare seduto al primo tavolino libero contro la vetrata del posto.Ho risposto dopo qualche ora, il tempo di pensarci e di organizzarmi la mattinata libera dal lavoro, dando la mia disponibilità, in fondo , male che andava avrei buttato via un'oretta, visto che il posto era comunque comodo.Due giorni dopo alle 9 ero seduto al bar come richiesto. Ho aspettato pochi minuti (sono quasi certo che lei fosse già li in anticipo) e una donna molto elegante (pantaloni neri attillati, camicetta bianca, golfino nero cappotto lungo, stivali alti) a cui ho subito dato circa 40 anni, si è seduta al tavolo .In modo molto diretto si è presentata come Axxxxx e mi ha chiesto se volevo seguirla in un motel vicinissimo a dove eravamo, dove l'aspettava un'amica, per qualche ora di giochi Sm alle loro condizioni.Ha aggiunto che se accettavo dovevo dirle subito se qualcosa non mi andava in modo assoluto e poi semplicemente di seguirla.Sono rimasto un po' spiazzato e dopo qualche attimo di indecisione ho detto di si e che, visto che mi aveva contattato tramite un sito dove c'è modo di dettagliare molto bene il profilo, quello che non volevo lo sapeva di certo . Lei ha annuito dicendo che il profilo era chiaro, si è alzata e l'ho seguita nel posteggio del centro commerciale. E' salita sulla sua auto (una audi A4) e mi ha fatto segno di sedermi dietro.Appena partita mi ha detto che dovevo stare in silenzio, e che avrebbe pensato lei al motel. In effetti , il tempo di uscire dal posteggio e fare una rotonda, eravamo all'ingresso dove lei è passata facendo solo un cenno alla guardiola.Ha posteggiato, è scesa e mi ha detto di seguirla. Appena arrivati alla porta della stanza mi ha bendato e mi ha detto che da quel momento non avrei avuto più modo di guardare e non avrei dovuto parlare se non richiesto.Adrenalina a mille ma anche un po' di timore perché non sapevo chi ci fisse nella stanza e lei mi sembrava molto decisa.Entrati ho subito capito della presenza di un'altra persona ma se ci fossero stati dubbi Axxxxx ha salutato e ricevuto la risosta da un'altra donna.Subito mi è stato ordinato di spogliarmi completamente, cosa che ho fatto lasciando cadere i vestiti a terra; appena nudo sono stato preso per le mani e guidato in quello che ho capito essere il bagno in quanto subito dopo è stata aperta la doccia. Mi hanno detto di lavarmi mettendomi in mano del docciaschiuma e hanno poi spento l'acqua e passato un asciugamano. Poi mi hanno guidato e fatto stendere sul letto aperto gambe e braccia che sono state legate. A questo punto l'altra donna , che avevo solo sentito salutare Axxxxx, ha detto che avrebbero iniziato a divertirsi e subito dopo ho sentito applicarmi ai capezzoli, testicoli e corpo pinze molto dure. Erano ai lati del copro e ognuna applicava le pinza su una parte. Ho urlato per il dolore ai testicoli e una di loro mi ha subito chiuso la bocca prima con la mano e poi mettendomi in bocca qualcosa (immagino un foulard ) mentre continuavano ad applicare pinze sul corpo.Dopo un periodo lunghissimo e penso almeno un centinaio di pinzette o mollette addosso, ho sentito chiaramente che si spogliavano e baciavano e poi si sono sedute entrambe sul mio petto, lentamente per scostare le mollette e non farsi male ma facendone molto a me. Ho capito che stavano toccandosi sedute su di me muovendosi in modo sensuale (sicuramente per loro, poco per me) fino a che una delle due è chiaramente venuta e nello stesso tempo l'altra ha iniziato a togliere le mollette facendole saltare velocemente con le mani e i piedi.Liberato il corpo dalle mollette la donna che non conoscevo, mi ha sussurrato all'orecchio che ora si sarebbero divertite a torturarmi i genitali e il pene in erezione e infatti immediatamente ho sentito bruciore dovuto sicuramente a cera calda che veniva fatta cadere sul pube. Hanno proseguito a lungo con una delle due seduta sul petto e l'altra sulle cosce.I miei sobbalzi e le mie urla soffocate dal bavaglio non le hanno fermate .Finito di giocare con la cera sempre l'altra donna mi ha detto che era il momento di vedere quanto brave fossero ad usare la cinta dei pantaloni per ripulirmi ed infatti subito hanno iniziato a frustarmi facendo saltare via la cera.Non so quanto tempo sia passato, ma io ero esausto. Le ho sentite allontanarsi e ridere, e dopo qualche minuto salutarsi. Con me era rimasta solo Axxxxx che mi ha slegato e tolto benda e bavaglio (che ho scoperto essere una paio di mutandine). Lei era rivestita con i pantaloni , senza stivali e in reggiseno (non aveva ancora la camicetta).Mi ha detto di portarle gli stivali e aiutarla ad indossarli, poi si è fatta passare la camicetta e mi ha ordinato di allacciarla senza sfiorarle i seni, mentre la sua mano mi teneva per i testicoli.Mi ha quindi ordinato di rivestirmi .Mi ha detto che mi avrebbe riaccompagnato al posteggio, di non fare domande, di non cercare di contattarla e che lei e la sua amica si erano divertite, anche se erano state tranquille perché era la prima volta con me.Arrivati al posteggio mi ha salutato con un sorriso dicendomi che ci saremmo risentiti ma raccomandandomi ancora di non provare a ricontattarla di mia iniziativa.Tre ore intense, non capita spesso.... 3095 0 6 anni fa
- 1 mese fa sottomessa... Sono Sandra, 55enne moglie e madre fedele...Da qualche anno, complice la crisi economica, mi sono vista costretta a lasciare le comodità di una vita da casalinga per aiutare mio marito a sostenere le varie spese.. casa, auto, assicurazioni, università di mio figlio etc...Da circa 1 anno lavoro come procacciatrice di contratti assicurativi, il mio compito è quello di andare in giro per la città alla ricerca di clienti, un tipo di lavoro che ho sempre odiato e ora mi ricordo quante volte ho chiuso in faccia la porta a venditori come sono io in questo momentoQuel giorno ero finita per caso in una zona della città che non conoscevo bene, vestita come da regolamento: gonna non troppo corta, calze velate, camicetta, tacco non troppo alto, la borsa 24ore data in dotazione dell'azienda.Ad un certo punto mi resi conto che stavo vagando senza meta in quel quartiere squallido e mal tenuto.Quando decisi di ritornare sui miei passi mi ritrovai faccia a faccia con uno zingaro, persone che ho sempre temuto e ripudiato."bella signora, che ci fa tutta sola in questo posto?"io rispondo seccata " sto tornando verso l'ufficio, qui vicino c'è un mio collega che mi attende"" non dire bugie bella signora, è circa un ora che ti segue e sei tutta sola soletta"Lo guardai e iniziai a studiarlo profondamente, maturo sui 60 anni, sporco e mal tenuto, emanava un odore nauseabondo , imponente alto e grasso...con disgusto gli dissi "bene adesso devo andare, addio"lui si mise davanti a me e in modo deciso mi disse "e no signora, tu adesso resti qui..."iniziai ad avere paura e la prima cosa che mi venne in mente di dire fu "non ho soldi mi lasci andare""e chi ah detto che voglio soldi da te, hai di certo cose più preziose dei soldi!""non uso collane o altro, l'unica cosa che ho è la fede matrimoniale" gli mostrai il collo e i polsi"bella signora non hai capito..."non fece in tempo a finire la frase che iniziai a correre e voltai strada e mi ritrovai in un vicolo cieco. Stretto, buio e malodorante"bella signora adesso parliamo con calma.." si avvicinò e mi costrinse contro il muro"mi lasci andare o urlo" intimai"urla pure qui non ti sente nessuno" si avvicinò ancora e ora il suo corpo bloccavi il mio contro il murosentivo il suo pene duro contro di me, le sue mani si posarono sui miei glutei e piano piano iniziarono a tirare su la gonnaio ero terrorizzata, ansimavo dalla paura ma ero come bloccata"bella signora vedi che ti piace farti toccare..." mi disse ridendosentivo il suo odore acre, le sue mani che mi palavano, il suo membro che spingeva verso il mio ventre..."ora bella signora mi darai una cosa preziosa... inginocchiati.."io feci cenno di no, e gli dissi, anzi implorai "mi lasci andare le darò tutti i soldi che vuole""non voglio soldi da te Sandra, lo sai cosa voglio"ma come faceva a sapere il mio nome? non aveva preso i miei documenti non avevo detto il mio nome..."come fa a sapere come mi chiamo?""so molte cose di te... ma non sono qui per parlare, adesso inginocchiati e apri la bocca o finisce male"ero terrorizzata e ubbidii. mi inginocchiai, il mio viso davanti alla sua patta dei pantaloni, lui aprì la zip e con mio estremo stupore tirò fuori dai pantaloni un cazzo enorme..."apri la bocca Sandra" il suo pene puzzava, io ero disgustata ma non so per quale motivo aprii la bocca, lui si avvicinò e infilò parte del suo glande nella mia bocca... era esageratamente grosso"ora succhia Sandra" ero impaurita, pensavo che se conosceva il mio nome avrebbe potuto creare problemi alla mia famiglia al mio lavoro... così iniziai a succhiarelui gemeva, godeva, grugniva... "sei una grandissima pompinara Sandra..."ad un certo punto mi resi conto che li sotto ero bagnata.... e mi vergognai di me stessa, come potevo in una situazione del genere provare piacere?continuai a succhiare... e poi una mia mano finì tra le mie cosce...lui se ne accorse e mi disse "ti sditalini la fica sandra? hai visto che ti piace? lo sapevo"io senza levare il cazzo dalla bocca feci cenno di no... "no cosa? non ti piace?" feci cenno di si... "e allora cosa NO? se ti piace?levai il cazzo dalla bocca lo guardai dritto negli occhi e gli dissi "non mi sto facendo un ditalino" e lui "a no e allora cosa fa quella mano?""sapendo cosa vorrai da me, mi sto allargando il culo, è da molto che non lo faccio"lui divenne tutto rosso e mi disse "Sandra sei una troia, e pensare che mi sarei accontentato di una pompa, ma a questo punto dovrò romperti il culo"mi fece alzare, e mi butto a terra su un materasso abbandonato, rimasi con il sedere all'aria... il perizoma che io stessa avevo scostato per facilitare il suo ingresso.Si avvicinò, e me lo mise in culo con un solo gesto, tutto fino alla palle...Ero impietrita, godevo come non avevo goduto mai senza proferire parola...Non so dire per quanto tempo mi fece il culo, forse un minuto, forse un ora... so solo che godevo e squirtavo dalla fica...Ad un certo punto sentii la sua crema calda nelle mie viscere... doveva essere veramente molta...lui finendo di grugnire come un porco, uscì da dentro me, si rimise il pene nei pantaloni e mi disse "questo è territori mio, se vieni qui di nuovo sai cosa ti spetta"e senza dire nulla si allontanò... poi si voltò un ultima volta dicendomi... "salutami Marco quando torni a casa..."Di nuovo il terrore..."salutami Marco" mio figlio? ma perchè? era una specie di ricatto? non capivo...mi ricomposi, mi incamminai verso casa e sentito la sua sborra uscire da dentro di me...arrivata a casa mi buttai sotto la doccia, mi lavai più volte come a voler levare la mia pelle debole. Ma nel frattempo mi masturbavo come non mai, davanti e dietro...il giorno dopo mi preparai di nuovo per uscire, solita tenuta da regolamento, presi la borsa, mi avvicinai all'uscita e salutai... "vado al lavoro""ciao mamma, torni nel quartiere di ieri?" non sapevo cosa dire... "si, ci sono diversi clienti interessanti"lui mi guardò sorridendo "divertiti allora e salutamelo..."Spero che questo racconto non offenda la sensibilità di nessuno, mi piacerebbe ricevere commenti e consiglibuona lettura 6449 2 6 anni fa
- 7 anni fa La ricompensa Seduta sulle ginocchia, al centro della stanza.Fuori è calata la notte. Con indosso solo un paio di scarpe lucide nere dai tacchi vertiginosi. In attesa del mio padrone e di ricevere la ricompensa promessa. Socchiudo gli occhi sentendo dietro di me i suoi passi........ il suo respiro caldo ....... e le sue mani che raccolgono i miei capelli ramati in una treccia. "Sei pronta per ricevere il tuo premio" un sussurro al mio orecchio. La voce profonda e gentile "Si mio signore" mordendomi il labbro Sento la ruvidezza delle corde avvolgermi il corpo. I seni si gonfiano e i capezzoli diventano eretti al loro sfregamento. Il mio respiro si fa sempre più veloce quando inizio a sentire le corde stringermi il collo. E catturare ogni singola parte le corpo. Le braccia. La schiena. I fianchi. In una serie di incroci e nodi che impreziosiscono il mio corpo. Con le mani legate alla pediera del letto, davanti a noi. A gattoni.La luce proveniente dal finestrone che illumina i nostri corpi. E le corde che mi imprigionano in una dolce e lenta agonia. Esplorandomi nel mio più intimo. Attorcigliandosi i capelli intorno alla mano, mi costringe ad alzare la testa mentre le sue gambe aprono le mie...... La mano libera scorre su di me decisa, sublime sui seni, tintillandomi i capezzoli. Alzo lo sguardo e reprimo un gemito. "Zitta !" autoritario. Le sue labbra calde sul mio collo.Una seconda tirata di capelli e l'altra mano si insinua in mezzo alle gambe ................ portandomi all'esasperazione............. Stringo forte le corde che mi tengono legata al letto........ trattengo il respiro........... apro gli occhi. Lo sento arrivare dentro di me, potente, instancabile. Ad ogni colpo le corde che stringono.... e stringono ....... Punendomi ad ogni mio gemito. Le nostri voci che diventano una sola. I nostri corpi che vengono l'uno dentro l'altro. Le corde che fanno male........... Una leggera nebbia inizia a offuscarmi la vista. La mente.Come sospesa in aria.Finalmente libera. 3295 2 7 anni fa
- 6 anni fa dall'estetista Racconto di un esperienza in cui io ed anna siamo stati molto complici ma dove lei ha preso ad un certo punto il controllo delle operazioni per farmi sentire sottomesso con piacere di entrambi. Anna da molti anni frequenta un centro estetico della nostra citta ed e quindi diventata piuttosto confidente della titolare con la quale e' anche uscita un paio di venerdi a cena. Non so se il loro livello di confidenza era arrivato al punto di condividere il nostro tipo di rapporto ma dopo quanto successo le cose sono cambiate. Anna e molto impegnata lavorativamente ed anche piuttosto affermata nel suo campo e quindi non si fa problemi a pagare extra la titolare per avere appuntamenti fuori orario che le consentano di non Rubare tempo al lavoro. Spesso addirittura va al centro la domenica mattina e sono solo lei e la titolare. Io sono sempre completamente depilato su tutto il corpo e mi rado con rasoio. Diverse volte giocando con anna mentre lei mi massaggia la prostata o mi incula con lo strap le ho confessato che mi sarebbe piaciuto che mi smaltasse le unghie dei piedi come lei ha sempre. Quella volta anna ,che di solito non mi dava retta, mi disse semmai una volta ti porto con me da Cristina ( la titolare). La cosa mi ha subito intrigato e spaventato allo stesso tempo ma poi parlando anna mi diceva che e un centro frequentato da molti uomini e non ce nulla di strano. Dopo un poco di giorni Anna mi confermo' mentre eravamo davanti alla tv che la domenica mattina sarebbe andata da Cristina senza aggiungere altro, io ricordo che pensai un attimo poi dissi puoi portare anche me ? Senza specificare altro e Anna disse certamente vedrai che ti troverai bene. Da quel punto in poi io cominciai a parlarle dei colori che piu mi piacevano e lei sosteneva che gli uomini possono fare solo il nero come hanno alcuni rocker. La cosa mi fece molto sentire una puttanella che parla di cose femminili con la moglie che invece prende il cazzo dal suo commercialista di fiducia. Il cazzetto mi si induri soprattutto quando anna confermo ...beh in effetti a un frocetto come te potrebbe stare anche un rosso scuro. Vedendo sotto la tuta da casa il cazzetto che si induriva anna si mise a ridere e mi disse dopo a letto ti carezzo un po ma senza sborrare....fino a domenica. Arrivata ladomenica attesa arrivati da Cristina anna la aveva gia preparata della mia presenza. Il centro era chiuso ed eravamo solo noi tre ,Anna era malgrado il periodo freddo con sandali aperti come fa sempre quando va al centro perche dice che lo smalto si deve seccare bene e a me fece prendere delle infradito. Cristina piuttosto sovrappeso ma molto curata ed avvenente si presento con elegante vestito ma dopo i saluti ando in camerino lo tolse e rimase in ciabattine e camice ..mi pareva che sotto al camice fosse in intimo ma non posso assicurare. Anna apri le danze con la frase: come ti ho detto mio marito ci tiene a provare lo smalto ai piedi ma si vergognerebbe come un cane a dirtelo quindi eccoci... Lei mi guardo e capendo la situazione mi disse Robby non ci sono problemi rilassati e ti faccio bello come Anna ..da li in poi tutta una serie di convenevoli e considerazioni su come fosse possibile anche per gli uomini provare certe cose. Sinceramente da cri trasparva una certa curiosita mista a intrigo per capire che tipo ero. Ci posizionammo io ed anna vicini su due poltroncine e decidemmo di fare lo stesso colore rosso scuro chanel stupendo. Ma soprattutto stupenda l atmosfera che vivevo con due belle signore zoccole a fare anche io la puttanella senza che mi considerassero come maschio ....capii che anche cri cominciava ad immaginare qualcosa ma ancora oggi non ho certezze e devo dire che questo mi intriga molto. A fine lavoro avevo avuto il cazzo duro a piu riprese Cri che aveva sfiorato molte volte le gambe che come tutto il corpo ho depilato disse...dovresti venire anche per la depilazione si puo far meglio.. Anna allora replico lui usa il rasoio ma dietro a volte rimane qualcosa ...scusa robby togli la tuta, io ovviamente a quel punto nella parte non esitai e tolsi i calzone e felpa. Giratomi anna senza esitzione disse tu non hai problemi vero cri...vedi molti uomini..cri ridendo disse dai non fate i furbi fammi vedere il problema ..sicche anna mi abbasso le mutande e cri si trovo di fronte il mio culo. Vedi ecco qui toccandomi la separzione delle natiche rimangono dei peletti. Cri prese un rasoio sigillato e delicatamente li tolse per poi carezzarmi le chiappe dicendo ora son belle liscie.. Io preso dall arrapamento mi girai mostrandole il cazzetto tutto rasato ma semiduro. Lei lo guardo senza mutare espressione ed anna allora mi disse dai rivestiti che Cri ne vede dei piu grossi di sicuro e risero insieme. Ci lasciammo con un intenzione ..Robby la prossima volta ti fai la brazilian wax... 6190 0 7 anni fa
- 6 anni fa Il cinema Ho cominciato a frequentarlo circa tre anni fa ed ogni volta è stato sempre uno spingermi un po' oltre. All'inizio mi presentavo con una tuta blu, molto aderente, scarpe da ginnastica e nient'altro sotto. I soldi li tenevo stretti in mano per non dover portare nemmeno il portafogli. Ancora ricordo la sensazione che provavo allo stomaco ed il tremore alle gambe mentre camminavo in quel tratto di locale tra la cassa ed il pesante tendone viola che separava dalla sala proiezioni, fremendo dalla voglia e dalla paura per quello che avrei subito. Poi, una volta dentro, abbandonavo ogni ritegno e vergogna, ringraziando continuamente il mio corpo da troia perché mi faceva provare esperienze intensissime. Da allora, e sino ad oggi, il mio cammino di degradazione ed umiliazione non ha più avuto limiti e così, le ultime volte che sono andato in quel cinema, ho avuto la sfacciataggine di presentarmi come donna. Mi ero preparato già da tempo il necessario per quelle serate. Immaginavo tutto sin nei minimi particolari e desideravo che la realtà fosse al pari, se non meglio, della mia fantasia. Avevo comprato una parrucca nera a caschetto, stile “Valentina”, un mini abito nero aderente in cotone, davvero corto, con spalline e pizzo al fondo e dei sandali borchiati stile “schiava” con tacchi da 10 centimetri. A completare l’abbigliamento un collare in pelle con borchie e gancio al centro. Ovviamente sotto sarei stato completamente nudo, con il culo quasi completamente fuori, e pronto ad essere usato da chiunque. Quando nelle varie occasioni mi guardo nello specchio, un brivido di eccitazione mi percorre ogni volta la schiena. Non immaginavo di poter provare quelle sensazioni e quel carico di adrenalina. Anche il mio culo, ogni volta, sembra fremere e nello stomaco avverto un formicolio come preambolo di grande goduria. Quando poi ho dovuto percorrere a piedi quel tratto strada tra il parcheggio ed il cinema, mi sono fatto coraggio, cercando di assumere il tipico portamento da troia, sculettando quasi con naturalezza. In quella maniera accade che attiro ulteriormente l'attenzione degli automobilisti. Il suono di qualche clacson poi, mi fa eccitare oltre misura, allo stesso modo di una cagna in calore che vuole essere dominata ed abusata nel peggiore dei modi. Non ho mai avuto problemi ad entrare così nel cinema ed anzi, in più occasioni, il cassiere mi è sembrato quasi interessato a me ed al mio abbigliamento. In sala però è stata tutta un'altra cosa. Un sabato sera tra i tanti ricordo di non aver fatto nemmeno in tempo ad arrivare alla prima fila di poltrone che già due persone avanzavano veloci nell'oscurità da metà sala. Dopo avermi affiancato mi hanno obbligato a fermarmi vicino ad una porta laterale e, senza tanti complimenti, hanno cominciato a palparmi rudemente il culo, strapazzandomi le chiappe le tette e le gambe, e colpendomi con sonori schiaffi. Uno dei due uomini mi ha cinto il collo con tutte e due le mani, quasi a volermi strozzare, poi mi ha afferrato dall'anello posto sul collare e mi ha trascinato in fondo alla sala. L'altro nel frattempo mi spingeva avanti con le mani posizionate sempre sul mio culo, aprendolo oscenamente. Io riuscivo a malapena a stare in piedi a quell'andatura, rischiando più volte di cadere dai tacchi. Mentre percorrevo la sala vedevo ai miei lati molti uomini, qualcuno seduto e molti in piedi, che si toccavano il cazzo e mi guardavano come lupi affamati. In quel tragitto mi sono davvero sentita una troia, schiava del piacere e della voglia infinita di essere usata per soddisfare tutti quei cazzi. Mi sembrava anzi che quello fosse il mio unico compito da portare a termine. In fondo alla sala sono stata quasi lanciata sulla fila di poltrone che si trova dinanzi al corridoio di passaggio ed obbligata a mettermi con la faccia al muro. Uno dei due mi ha alzato il vestito fino alle spalle, arrotolandolo sulla schiena ed incastrandolo al di sotto del collare. In quella posizione e non indossando nient'altro sotto, il mio corpo era completamente esposto a tutti ed il mio culo da troia faceva bella mostra di se. Da quel momento, con la faccia schiacciata contro il muro, ho cominciato a sentire i primi commenti di apprezzamento e denigrazione dei vari spettatori. Molti uomini si sono avvicinati dalle altre parti della sala ed hanno cominciato a chiamarmi “CAGNA”, a schiaffeggiarmi forte le chiappe, ad inserirmi tre o quattro dita nel culo, a stringermi forte la vita ed i capezzoli cosicché, dopo breve tempo, ha iniziato a girarmi la testa per il godere e per tutte quelle mani che mi trattavano come la peggiore delle puttane. Mentre mi dimenavo per gli schiaffi e le dilatazioni anali, ho sentito un getto caldo scorrermi lungo la schiena. Voltandomi quasi di scatto ho visto un uomo sulla cinquantina brizzolato che mi stava pisciando addosso, incurante delle altre persone intorno a me. A tale vista non ho resistito oltre, ho sfilato velocemente il vestito rimanendo solo con i tacchi ed il collare, e mi sono sdraiata in terra a pancia in giù, per permettergli di lavarmi completamente da testa a piedi. Sentivo il piscio colarmi ovunque ed insinuarsi nel solco anale e tra le cosce. A volte il getto veniva diretto sulla mie guance e sui capelli ed io mi rotolavo in terra per averlo anche sulla pancia, spalmandolo dappertutto come se fosse una crema per il corpo. Non è passato molto che anche altri hanno cominciato a pisciare ed a scaldarmi con quel liquido dorato. Dovevo certamente essere uno spettacolo del tutto nuovo in quel cinema, tanto che sentivo il vociare della gente che si avvicinava da ogni parte della sala. Quando ero ormai completamente fradicia di piscio si è avvicinato un uomo sulla 60 che mi ha strattonato da sotto l'ascella, ordinandomi di alzarmi da terra. Nudo così come ero mi ha fatto mettere carponi con le ginocchia poggiate su di un sedile e, premendo sulla mia schiena, mi ha ordinato di tenere il culo in aria, mentre con le mani dovevo tenermi allo schienale. Il viso e la bocca erano rivolte alla fila successiva di poltrone dove presto si radunarono diversi uomini con il cazzo in mano. Non ho perso un attimo di tempo ed ho cominciato a succhiare quei cazzi golosamente, come se fossero dei gelati, assaporando la loro cappella fino in gola. Contemporaneamente l'uomo dietro di me, dopo aver infilato un preservativo, ha posizionato il suo cazzo sul mio buco del culo ed allargandomi le chiappe, ha iniziato a penetrarmi con forza. Ricordo che era un bel cazzo di almeno 25 cm, di diametro notevole e fuori dal comune, tanto che ho sentito il culo allargarsi più di tante altre volte. Mentre mi inculava l'uomo mi prendeva a schiaffi sulle cosce e sulle chiappe, altre volte mi chiamava troia e mi diceva che dopo quell'inculata mi sarei di certo ricordato di lui. Due uomini davanti a me continuavano intanto ad alternare i loro cazzi nella mia bocca, circondati da almeno altri sei uomini che guardavano masturbandosi vicino al mio viso. Quel trattamento è durato almeno venti minuti ed il mio culo ha cominciato a dilatarsi oltre limite, tanto che mi sembrava di avvertire una corrente di aria fredda nel buco ogni volta che il cazzo usciva. Era fantastico sentirsi sfondare come una cagna e soddisfare i cazzi di tutti quegli uomini infoiati. Il modo in cui mi trattavano cingendomi brutalmente la vita, schiaffeggiandomi e strizzandomi i capezzoli, mi faceva eccitare ancora di più, facendomi gridare la mia goduria con toni più alti di quelli degli attori del film. Quel cazzo nel culo poi era fantastico. Lo sentivo avanzare prepotente dentro di me ed arrivare a toccarmi la parete interna della pancia. A forza di godere selvaggiamente mi sembrava di essere in un ambiente quasi ovattato, tanto da non sentire altro se non quei cazzi che mi dilaniavano in ogni buco. Li vedevo solo avvicinarsi uno dopo l’altro alla mia bocca e cacciarmelo in gola senza pietà. Il cazzo dentro il mio culo, invece, non sembrava voler calare il ritmo ed anzi l’uomo mi tirava dalla vita verso di lui per farmelo entrare, se possibile, ancora più a fondo. Le palle ormai sbattevano violente sulle mie chiappe e le tenevano costantemente aperte. Dopo una decina di minuti di continuo andirivieni l’uomo dietro di me ha preso a stringermi forte le chiappe ed a fare pressione dall’alto per allargarle ancora di più. Poi, dopo aver emesso un grugnito, mi ha sborrato nel culo, svuotandosi i coglioni di tutta quella crema accumulata da chissà quanto tempo. Sebbene indossasse il preservativo, mi sembrava di sentire quel liquido muoversi dentro di me da una parte all'altra, ma era in realtà il mio ano dilatato a darmi quell’ulteriore sensazione. Non appena l'uomo si spostò da me per ricomporsi non passarono più di dieci secondi che già un altro pretendente avanzava con il suo cazzone in mano, anche questo di dimensioni generose e soprattutto di forma tozza, con un diametro esagerato. Il trattamento riservato al mio culo da quello precedente mi permise di accogliere quel nuovo cazzo senza alcun problema. La foia del godere mi prese nuovamente tanto che cominciavo ad avere la vista annebbiata per quella nuova intrusione. Davanti a me, invece, continuavano a sfilare cazzi di ogni tipo ed io dispensavo seghe e pompini a quante più persone potevo. Tutto ciò accadeva in fondo alla sala del cinema, proprio sotto il proiettore, ed io ero una cagna nuda nelle mani di tanti porci affamati che si affannavano su di me. Sentivo nel mio culo e su tutte le chiappe un calore indescrivibile, certo dovuto a quel mix di eccitazione, schiaffi e dilatazioni. A forza di pizzicotti e sberle anche i capezzoli mi sembravano roventi mentre sulla schiena e la pancia ero quasi completamente ricoperto di sborra, piscio e sputi di tutti quelli che si erano dati il cambio su di me. Mentre realizzavo questo, chiedendomi come sarei potuto uscire dal cinema mantenendo un aspetto dignitoso per la strada, venni bruscamente strattonato da un extracomunitario, forse algerino, che senza palare mi fece segno di mettermi carponi in terra. Prima di obbedire notai il suo enorme cazzo e pensai bene di infilargli un preservativo, pregustandolo nel mio culo. Poi mi chinai poggiando i gomiti in terra e sollevando il culo verso l'alto. Qualche secondo dopo venivo nuovamente riempito e ricominciavo gemere per la goduria e per quella situazione di estrema umiliazione che mi eccitava sempre più. Da sopra cominciarono a piovere su tutto il mio corpo getti di sborra e piscio che presto formarono una pozza sotto ed intorno a me. Dopo una trentina di colpi poderosi anche l'algerino mi sborrava in culo e dopo essere uscito, si liberava del preservativo svuotandolo sulla mia schiena. Subito dopo raccoglieva in terra il mio abito e lo usava per pulirsi il cazzo dalla sborra che ancora colava poi, schiacciandomi con la sua scarpa, mi obbligava a sdraiarmi in terra dove c'era sborra e piscio. Approfittai per rotolarmi di nuovo da una parte all'altra e quando mi rialzai ero sporco più di ogni immaginazione. Due uomini mi sollevarono quindi da sotto le braccia e mi fecero sedere con le gambe divaricate poggiate sui braccioli di una poltrona al centro della fila, mentre tutt’intorno si radunavano gli uomini presenti in sala. Un anziano si posizionò davanti a me e, dopo avermi alzato le gambe, si srotolò un preservativo sul suo cazzone e cominciò ad incularmi ancora. Gli altri si affannavano su di me, chi tirandomi i capezzoli, chi massaggiandomi la pancia ed il petto, chi schiaffeggiandomi in viso, chi inserendo dita nel mio culo, già occupato dal cazzo dell’anziano. Questo, forse anche sollecitato da quel vedere, mi affondava il cazzo in culo con sempre più forza, quasi volesse rompermelo del tutto. Io non facevo altro che godere e gridare “ANCORA!” “PIU’ FORTE!” "SFONDAMI!", e così uno di quelli in piedi dietro la mia poltrona mi mise le dita in bocca per farmi fare silenzio. L’anziano sborrò nel mio culo dopo circa 5 minuti, mentre sulla pancia e sul viso continuavo a ricevere la sborra di quelli che si masturbavano su di me. Stavo davvero realizzando tutte le mie più perverse fantasie e non mi sembrava vero. Dopo oltre un’ora e mezza da quando ero entrato nel cinema ed aver soddisfatto con il mio culo e la bocca almeno una ventina di uomini, la proiezione del film stava ormai per terminare e molti si ricomposero avvicinandosi all'uscita. Io, invece, ancora nudo ma completamente soddisfatto per quel trattamento ricevuto, mi massaggiai per un poco il culo e le tette, pensando a cosa avevano provato. Recuperai il mini abito, ormai ridotto ad uno straccio maleodorante, lo indossai alla meglio, e mi incamminai anch'io verso la porta, barcollando sui tacchi con il culo mezzo scoperto. 5722 0 8 anni fa
- 6 anni fa umiliazione da sottomesso Io ed Anna abbiamo un rapporto che potremmo definire con l'inglesismo diffuso oggi Femdom. In un paio di occasioni mi ha anche reso cornuto ma principalmente mi sottomette con varie pratiche che esaltano le sue caratteristiche di donna autoritaria e le mie di sottomesso per natura ed anche di marito poco dotato. Usa spesso strap on su di me per farmi venire in culo in maniera prostatica oltre che usare il pissing e fare leva sul mio feticismo per piedi gambe e calze velate per tenermi sulla corda.Il racconto che vorrei condividere è un'episodio non proprio recente che mi ha molto stimolato mentalmente e non solo... Una sera come non capita spesso anna ha accetto di uscire con alcune amiche quindi si e preparata minuziosamente come piace a noi con unghie smaltate trucco e soprattutto calze che si è infilata solo dopo che le ho minuziosamente cosparso gambe e piedi di crema profumata. Essendo io in astinenza forzata su suo ordine da diversi giorni ovviamente ho avuto un'erezione mentre la aiutavo in questa pratica e quando si è messa dei sandali aperti da me regalati che mostravano i suoi splendidi piedi in calze velate ho estratto il cazzetto e cominciato a masturbarmi. Come spesso accade mi ha lasciato fare un paco apostrofandomi come cazzetto e frocio poi però mi ha detto di smetterla altrimenti non avrei più visto la sua figona depilata per molto tempo. Si è sistemata il perizoma infilata una bella gonna al ginocchio beige che mi piace tanto ed è uscita raccomandandosi ancora di non segarmi. Lei infatti tastandomi le palle e soprattutto infilandomi un dito in culo e tastando la prostata capisce con una certa precisione se ho sborrato di recente quindi non posso trasgredire.Il tempo della sua uscita è stato molto lungo ed io come spesso faccio mi sono segato a lungo senza sborrare quando anna è rientrata ero veramente al limite e non ne potevo più, quando sono a quel livello di arrapamento la mia sottomissione raggiunge un livello sublime. Anna si è lasciata andare in poltrona a bere una cosa ed io ne ho approfittato per andare ai suo piedi a leccarli nelle calze velatissime lei ovviamente ha capito il mio stato e mi ha subito domandato ti sei segato culattone?Io ho negato ma ho ammesso di essere al limite allora lei che come avete capito ama molto farmi concentrare sul mio culo aperto mi ha detto quello che spesso mi dice quando mi vuole inculare con lo strap ovvero vatti a fare il clistere. Io sono andato subito in bagno per prepararmi ma contrariamente al solito lei mi ha raggiunto e mi ha detto stasera telo faccio io perché ti faccio calmare . Allora mi ha fatto un doppio carico molto caldo e devo dire che essere clisterato da Anna ancora in mise da uscita serale è stato un momento indimenticabile. Poi dopo avermi fatto trattenere il tutto è uscita ad aspettarmi in camera. Io dopo essermi liberato la ho raggiunta ma il cliestere abbondante e bollente mi aveva ammosciato moltissimo ed anche rilassato dopo le ore di manette smorzate. Quando mi ha visto mi ha detto che era quella la mi condizione naturale cazzetto moscio e culo aperto quindi mi ha preparato dietro un poco con lubrificante e mi ha fatto mettere il mio plug piccolo. Quindi ci siamo sdraiati assieme a baciarci prima di dormire io con plug in culo . E stata una notte bellissima per me. 15314 1 9 anni fa
- 1 anno fa A spasso con la Padrona «Ma che bel cane...» La guardo e taccio; avevamo appena girato l'angolo e il maltese era lì, accoccolato su uno sgabello.«Posso accarezzarlo?» chiede, mentre io ho cominciato già a fargli i grattini sulla testa di riccioli bianchi.«Ti piace il cane???»La guardo e annuisco, senza capire bene.«Allora: ti piace, il cane? E' bello, vero??»Poi capisco: non osavo sperare e quindi ero spiazzato; ma se insiste così, allora forse... Ma no, dai! Non ci credo!!! Ma eppure, quel tono, quell'insistenza, quel modo di guardarmi tenendo la testa leggermente piegata da una parte, una piega beffarda sulle labbra...Inghiotto saliva, per inumidirmi la gola, diventata secca di colpo: «Sì, mi piace...»Mi fissa con “quello” sguardo, insiste, mi incalza: «Ti piace davvero? Ti piace MOLTO?E' davvero molto bello, non trovi?»Ho capito, alla fine e mi arrendo, con timore di sbagliare ed intima gioia: «Sì... Signora!» La giornata è bella, la luce pulita, potente. Sono felice di accompagnare la Signora a conoscere la mia cittàn così diversa dalla Sua e che riesce ad affascinarLa. L'ho portata nei luoghi più panoramici, Le ho mostrato le cose che so interessarLa di più ma oggi, con questa luce, la mia città dà il meglio di sé per far innamorare: riesce quasi a far diventare suggestivo perfino un cassonetto dei rifiuti! L'ho portata a visitare i palazzi del potere e poi, ad una manciata di passi da lì, una strada fitta di prostitute e Lei mi ha detto, ridendo, che ama questo mix di “Sacro & profano”. Per un tacito accordo, durante queste esplorazioni, accetta che io Le dia del “Tu” e forse sembriamo una coppia di sereni turisti, sullo stesso piano. Si ferma a osservare le merci esposte nella miriade di negozi qui, in quella che ricordo -nella remota epoca in cui ero un bambino- fosse “La strada delle compere”, nella città vecchia. «Sai -mi dice, serena- adoro girare così, guardare le vetrine, curiosare senza che nessuno sbuffi, mi dica di andare via...» Sorrido, contento di vederla così rilassata ed annuisco: non è un grandissimo sacrificio, in fondo e la mia anima cortese è ben lieta di vedere questa donna dinamica perdersi mollemente tra le mille distrazioni che questa mia antica, affascinante, contraddittoria città le sa offrire. Poco prima le avevo donato un libro, appena uscito, che parlava di un mio illustre concittadino mancato da un anno e avevo avuto il piacere intellettuale di raccontarle l'uomo, le sue parole e le sue gesta per farle capire quanta stima abbia per questa persona che lei aveva forse solo distrattamente sentito citare. Mentre si diverte a guardare un'altra vetrina, io rifletto furiosamente considerando la nostra attuale posizione e cosa ci possa essere nei paraggi da mostrarle. E mi viene in mente: «Sai, tra meno di due mesi intitoleranno una piazzetta a quella persona; è qui vicino, in una delle zone dove svolgeva la sua opera: la vuoi vedere?» E' rilassata, si fida di me, della mia conoscenza della città e si accomoda pigramente come una gatta sulle mie proposte. Venti metri per arrivare in fondo a quella via, poi l'altra a destra per una trentina di metri e subito un vicoletto a sinistra e dopo poco la piazzetta; declamo -tra l'orgoglioso ed il divertito- cosa ci sarà scritto sulla targa toponomastica e spiego perché proprio quella piazzetta, ricavata dove sorgeva un casamento distrutto dalla guerra, è importante per ricordarlo. Ho sempre avuto l'idiosincrasia di arrivare in un posto e poi tornare indietro facendo lo stesso percorso; per cui, anche questa volta, anziché ritornare nella via che avevamo a cinquanta metri dietro di noi, proseguiamo per il vicolo e poi svoltiamo da una parte e, all'incrocio successivo, dall'altra. Giusto dietro l'angolo, il cane, il maltese, sul suo cuscino, in cima ad uno sgabello. E accanto la sua padrona: una trans di aspetto stupendo: alta, abbronzatissima, lunghi capelli neri, un cardigan scuro sopra a calze di fitta rete color castoro e sandaletti dorati. La Signora mi chiede, stavolta in modo più esplicito: «Lo vuoi?» Deglutisco, a disagio: «Se Lei lo vuole, Signora...» Cerco di prendere tempo, di capire quanto la Signora lo voglia davvero. «Chiamami Padrona, testadicazzo!» Capisco che ormai ci siamo: o mi tiro indietro -come un cavallo che rifiuta di saltare l'ostacolo- giocandomi ogni possibilità futura, oppure accetto: salto quella fitta siepe senza sapere cosa c'è oltre e... sarà quel che sarà, ma comunque piacevole! La trans ci fa entrare (un ambiente davvero raffinato, di gusto, che ti dà subito un'impressione di pulito, di accogliente), ma appena oltre la porta si chiarisce con la Signora: «Devo però dire una cosa: io NON vado con le donne!» Ha una bella voce, bassa, senza alcun accento. La mia Padrona, dietro di me, la rassicura, con un sorriso complice: «Nessun problema, io voglio solo guardare!» Sally, la trans, si rilassa: la sua intelligenza le ha permesso subito di capire il “gioco” tra me e la Signora e si sintonizza perfettamente, in un istante «Tu, spogliati e mettiti sul letto; svelto, cazzo!» Mi levo il panciotto “milletasche”, in un attimo faccio scattare gli automatici della camicia di jeans, mentre slaccio la cintura, abbasso i jeans, scalcio con discrezione i mocassini e poi capisco che... che non è abbastanza divertente, spogliarmi così in fretta; resto curvo a torso nudo, scalzo, coi jeans che tengo alle ginocchia ed i boxer ancora a posto. Guardo Sally e, come se fossi molto imbarazzato, chiedo stupidamente: «Ma.... Tuuuutto?» Sally mi fulmina con un perentorio «Tutto!» e poi si rivolge a entrambi; sembra un po' a disagio mentre dice: «Scusatemi, ma devo toccare un argomento un po'... volgare...» Delizioso il modo con cui ci ha portato a parlare della sua mercede! Lei ha indicato la sua richiesta e noi abbiamo subito accettato e “per festeggiare” si è tolta il sandaletto dorato, ha appoggiato il piede inguainato nell'autoreggente sul letto e mi ha ordinato di baciarle i piedi. Così ho cominciato, sentendo la presenza sprezzante della mia Padrona dietro di me, a contemplare divertita il mio estremo umiliarmi davanti ad una "sconosciuta". Mi son fermato un istante a contemplarmi “con l'occhio della mente” (come se io fossi una terza persona che mi guardasse!) e lei mi ha dato uno schiaffo; perfetto, lo schiaffo: abbastanza forte da sentirlo, da essere “vero”, ma non così tanto da farmi davvero male! Sally si è aperta in cardigan ed ho potuto vedere due seni fatti magnificamente -almeno una quarta- ed ho incrociato il suo sguardo. Altro schiaffo. «Non guardarmi mai negli occhi o ti massacro!» Oddio... Cosa è giusto fare in quella situazione? Guardarla per autorizzarla a darmi (chiederle!) altri schiaffi od obbedire?? Ho deciso di obbedire. Nel frattempo, aveva preso un flogger col quale mi sferzava la schiena ed il culo. Poi mi ha detto: «Succhiami i seni» ed io ho obbedito, ma -prigioniero dell'abitudine!- ho anche appena saggiato, molto delicatamente!, il capezzolo con i denti e quello mi ha fruttato un'altra sberla, oltre alla precisazione: «Ti ho detto di succhiarli, coglione, non di morderli! Se lo rifai, ti disfo!» E, subito dopo, l'ordine imperioso: «Dai segati quel cazzetto ridicolo! Voglio vederti sborrare!» ed io ho obbedito, anche se “lui” era poco collaborativo e faceva fatica ad ergersi, travolto com'ero dalle sensazioni, dalla voglia di rendermi conto e poter memorizzare e godere mentalmente di tutto... Poi è tata deliziosamente stronza: mi ha messo due dita sotto il mento e mi ha obbligato ad alzare lo sguardo fino ad incrociare il suo e lo schiaffo che aspettavo è arrivato subito. «Dai: adesso succhiami per bene il cazzo» Fino a quel momento pensavo quasi che avesse fatto l'operazione completa, perché sotto il minuscolo perizoma di pizzo nero non intuivo ingombri sospetti, ma quando mi sono avvicinato con la bocca al suo pube ed ho visto... Oddiomio!!! Solo nelle mie più sfrenate fantasie erotiche, probabilmente avevo immaginato un cazzo del genere! Pur essendo ancora mollo -ma i miei sforzi son riusciti a portarlo in una apprezzabile fase di erezione- l'ho valutato non meno di cinque centimetri di diametro e, nella migliore erezione, doveva essere lungo non meno di venticinque centimetri buoni! Ero assolutamente affascinato dal quel... mostro col quale stavo devotamente giocando! La mia padrona, comunque, non si era disinteressata a me: anche lei, come Sally, mi colpiva ogni tanto con una single-tail, giusto per farmi sentire il suo interesse alle mie vicende. Sally mi ha anche sputato addosso ed ho sentito le goccioline fredde sulla pelle della mia pancia e del petto (Peccato! Avrei trovato più deliziosamente umiliante se me lo avesse fatto sul viso, ma d'altra parte in quei momenti -come diceva quell'antica pubblicità- ero “un uomo che non deve chiedere mai!”) Quando mi ha sfiorato le natiche con la mano, mi sono mosso in modo che capisse che non mi dispiaceva, ma che anzi ero disponibile ed il suo commento sprezzante è stato: «Ah! Vorresti anche che te lo mettessi nel culo, eh?» Con la bocca occupata da un così delizioso fardello, non ho potuto far altro che annuire più volte. Continuava ad incitarmi a masturbarmi, a sborrarmi sulla pancia (se avessi sporcato il letto, me ne avrebbe fatto pentire!), ma a quel punto hanno congiurato troppe cose: oltre al fatto che sono... a lenta combustione (anche quando avevo vent'anni, a fare una 'sveltina' non ci mettevo mai meno di venti minuti, con grande gioia delle amiche...), mi stavano succedendo troppe, mirabolanti cose da vedere, sentire, assaporare, memorizzare!- perché riuscissi ad avere la giusta concentrazione mentale per sentire l'onda dell'eiaculazione alzarsi, incresparsi ed infine esplodere in un vortice di spuma, come un cavallone sulla spiaggia; infine, ho pensato che sarebbe stato ancora più umiliante per me il dover dichiarare che non ce la facevo e che mi arrendevo... Per un attimo, è stato un momento deliziosamente vanilla: Sally ha fatto (o detto?) un qualcosa di amichevole, incoraggiante ed ho percepito sulla guancia accaldata una breve ma struggentemente piacevole carezza dei polpastrelli della mia Padrona. Tra noi tre, comunque, era scattata una sorta di simpatia e quando, mentre mi rivestivo, Sally mi ha detto: «Dai, la prossima volta che venite te lo metto nel culo», lo ha detto col tono di chi promette un regalo gradito ad un amico, non la minaccia ad uno schiavo: ci siamo tutti scambiati sorrisi complici. Alla fine, un momento davvero imbarazzante: quando Sally aveva affrontato la “questione volgare”, avevo ricordato con quanti soldi fossi uscito di casa ed avevo chiesto alla mia Signora di imprestarmi la differenza; però tirando fuori il contante, ho subito visto che la cifra era inferiore! Occavolo! Avevo dimenticato di aver pagato in contanti il pranzo ad entrambi! La mia Padrona aveva anche lei bisogno di rifornirsi di banconote al bancomat, per cui siamo riusciti, con grande imbarazzo, a mettere insieme solo il novanta per cento della cifra pattuita. Sally, da vera signora, ci ha sorriso e ci ha detto: «Dai, va bene così...», ma non andava bene a me: se quelli erano i patti, dovevo onorarli! Così le ho promesso che appena usciti da lì, avremmo raggiunto un bancomat, avrei ritirato e poi sarei tornato (subito, non prima-o-poi!) a portargli il denaro mancante. Lei sorrideva e ripeteva che andava bene così, ma alla fine, ho messo una mano in tasca ed ho trovato -non nel portafogli: mischiata con gli scontrini e le monete per la fretta di un acquisto al volo!- una banconota dell'esatto importo mancante e così ho potuto onorare la mia parte della transazione. Ci siamo salutati, ripromettendoci di rivederci ed abbiamo lasciato il suo quartierino succhiando le caramelle che ci aveva squisitamente offerto prima che cominciassimo a tirar fuori i soldi. Fatti pochi passi, proseguendo lungo il vicolo da cui avevamo svoltato incontrando Sally, avevo “il cuore nelle rose” per la piacevolissima esperienza e gonfio di gratitudine; ho detto alla mia Signora, chiamandola per nome come avevo fatto per tutto il giorno: «... Grazie! E' stato bellissimo!» Lei mi ha guardato con “quello” sguardo e mi ha sibilato, ancora deliziosamente sprezzante. «Grazie??? Se mi vuoi davvero mostrare la tua gratitudine, baciami i piedi!» Lì??? In mezzo al vicolo? Con altri trans che davanti alle loro porte ci guardano? Con i pur rari passanti? Nella MIA città? Mi sono inginocchiato e lei mi ha offerto prima il suo piede destro e poi il sinistro per essere debitamente ringraziata. Il ticchettio di tacchi sottili sul selciato mi ha fatto alzare lo sguardo ed ho visto Sally che si avvicinava con passo regale ed anche lei ha voluto essere ringraziata come la mia Padrona, entrambe molto divertite. Alla fine, soddisfatte, mi hanno concesso di alzarmi e dopo aver ancora salutato quella deliziosa persona, abbiamo continuato i nostri giri urbani, soffermandoci ogni tanto a ricordare qualche momento od a scambiarci ridendo commenti scherzosi, come due buoni amici. 6104 0 9 anni fa
- 9 anni fa MASTER ESPERTO Che fosse un Master in gamba e molto determinato capace di sottomettere psicologicamente e sessualmente le sue schiave lo avevo capito appena avevo risposto alla sua telefonata. La sua voce era ferma e determinata priva di qualsiasi esitazione capace di farmi sentire immediatamente un suo oggetto di piacere e d’oscenità. Mi comunicò senza mezzi termini che il giorno seguente sarebbe venuto a casa mia per una prima sessione e mi ordinò di vestirmi da cagna con calze a rete, perizoma di pizzo nero, body anch’esso di pizzo e tacchi a spillo. Mi affermò che gli piaceva un mondo umiliarmi così vestita, vedere il mio corpo ridotto ad una lurida zoccola. Sarebbe giunto alle 22 in punto e non ammetteva ritardi; quell’ uomo mi metteva addosso uno strano timore ma anche tanta eccitazione. Mi preparai con molta calma, mi depilai ben bene, trucco pesante da troia e parrucca biondissima. Devo affermare che già a vedermi mi eccitai, vedere quell’enorme buco così a lungo devastato e slabbrato mi fece rizzare il cazzo. Alle ventidue in punto sentii suonare il citofono e aprii immediatamente compresa la porta appena suonò dal pianerottolo. La persona che mi trovai davanti poteva avere circa 60-65 anni, alto un metro e sessanta circa, pelato e con la pancia ma non grasso. Mi squadro dalla testa ai piedi poi tirò fuori un guinzaglio da cane e me lo applicò al collo e con quello mi trascinò nella penombra del saloncino. Seduto in poltrona mi disse di camminare avanti e indietro facendogli vedere bene come sapevo sculettare sui tacchi e mentre eseguivo mi apostrofava con insulti ed oscenità, mi chiamò la sua “ frocia rotta in culo” anzi mi disse che da allora in poi quello sarebbe stato il mio nome. Si alzò ed avvicinandosi prese il guinzaglio e mi obbligò ad inginocchiarmi ai suoi piedi e disse: “ Frocia… apri la bocca e spalancala bene”. Io eseguii e lui avvicinandosi con il viso ci sputò dentro “ Ingoia “ mi disse “ Impara a conoscere i sapori e gli odori del tuo padrone”. Chiusi la bocca ed ingoiai senza remore, cominciavo ad eccitarmi veramente e lui lo notava dal rigonfio sul mio perizoma. Ero in ginocchio ma lui mi fece mettere alla pecorina con il viso e le spalle poggiate per terra, in quel modo il mio culo era visivamente profanato e completamente aperto e il Master non tardò molto a farsi sentire…..slacciò il guinzaglio dal collare e disse: “Togliti…e senza cambiar posizione… il perizoma e fammi vedere che fogna ti ritrovi a posto del culo”. Mi vergognavo da morire ma l’eccitazione era tanta e…purtroppo si vedeva. “Come osi eccitarti così davanti al tuo Padrone frocia rotta in culo” e cominciò a frustarmi sul culo che avevo bene in esposizione; i colpi cadevano con lentezza ma con determinazione capaci di farmi sentire spasimi di dolore ma non in modo cruento. Il Master era effettivamente molto esperto. Smise solo per ordinarmi di aprire con le mani il culo fino a fargli vedere com’era ben dilatato e compiacendosi ad alta voce per le rosse striature. Mi riappuntò il guinzaglio mi fece indossare il perizoma e sollevandomi mi ordinò di spogliarlo. Cominciai dalla camicia e poi gli sfilai la maglietta mentre lui mi palpava voluttuosamente le chiappe del culo, le serrava tra le dita e poi gli mollava dei sonori ceffoni, mi stava facendo impazzire dalla voglia e se ne rendeva perfettamente conto; non aveva neanche un pelo sul petto ma in compenso c’erano due capezzoloni erti, grossi e scuri che subito mi ordinò di ciucciare. Quando finivo con il primo mi faceva aprire la bocca ci sputava dentro e mi obbligava a succhiare il secondo e così via e ogni volta che cambiavo dovevo farmi riempire la bocca della sua saliva. Mi stavo eccitando come una troia in calore e mugolavo sui suoi capezzoli senza nessun ritegno, senza accorgermene mi ritrovai due sue dita sprofondate nel mio culo che rovistavano con forza, sentii anche l’anulare e il mignolo unirsi alle altre in modo che tutte e quattro mi profanavano a dovere. “ Frocia hai tutto il culo bagnato dalla voglia” e così dicendo le tolse dal culo e me le spinse in bocca. Le ingoiai tutte e quattro leccando e succhiando con voracità tutti i miei umori, sentivo la sua mano spingere le dita fino in fondo alla gola, i miei conati lo facevano eccitare da matti. A questo punto mi fece mettere in ginocchio e mi ordinò di continuare a spogliarlo, tolsi le scarpe ed i calzini e sbottonandogli i pantaloni li feci scivolare giù; portava un paio di mutande bianche a slip vecchio stile e sul davanti si vedeva un bozzo di notevole entità. “Ti piace frocia?” disse passando in maniera volgare la mano su quel fagotto e poi con lentezza prese l’elastico tra le mani e si abbasso lo slip. Anche lì era senza peli cosa che accentuò la grandezza di quel cazzo ma soprattutto delle palle, grosse e voluminose che pendevano in modo osceno; il cazzo era grosso, tozzo e nodoso e pendeva moscio sui coglioni una cosa da farmi riempire la bocca di saliva. Con la destra si scappellò il cazzo e tenendomi con la sinistra la testa all’insù strofinava la grossa cappella sulla faccia e spingendola sotto il naso mi diceva: ”Frocia annusa l’odore del tuo Padrone”. Sentivo l'odore del maschio eccitato e a mia volta mi eccitavo, poi lui lasciando la mia testa mi infilò il suo dito mignolo in bocca ordinandomi di leccarlo e bagnarlo con la saliva, poi serrando con la destra il cazzo appena sotto la cappella vidi il suo mignolo farsi strada dentro il meato e sparire completamente. Sapevo già cosa avrebbe fatto. Tolse il mignolo me lo fece annusare e leccare per poi farlo sparire di nuovo nel buco che ora stava diventando largo e ricettivo e tutto questo per svariate volte finché….” Frocia rotta in culo…. Infilaci la lingua dentro e lecca”. Non me lo feci ripetere due volte e metà della mia lingua spariì nel pertugio largo ed odoroso. Cominciai a vederlo indurirsi un po’ e a quel punto me lo sbatté in gola ordinandomi di succhiare e leccare; lo ingoiavo tutto fino alle palle, lo sentivo aumentare di volume nella gola soffocando di piacere. Mi pompava e scopava con forza la bocca mentre la saliva mi colava dalle estremità mischiata dai suoi ripetuti sputi. “Frocia bocchinara la prima sborrata te la faccio direttamente in bocca perché è tanta, è bianca, densa e appiccicosa. Voglio che la ingoi tutta e guai a te se ne perdi una goccia”. Sentii la sborra salire dai coglioni, succhiai con maggior vigore e non pensai alle dimensioni del meato; con le mani mi bloccò la testa tenendomi solo la cappella in bocca. Sentii tre schizzi violenti in ripetizione ma la quantità di sborra che usciva da quel meato dilatato mi inondava la bocca, dovevo ingoiare per non farla uscire e più ne ingoiavo e più ne schizzava; talmente era densa che mi sembrava di ingoiare marmellata. Si fece ripulire tutto il cazzo meato compreso, il mio perizoma era invaso dalla mia sborra avevo goduto senza toccarmi… mi fece ripulire con la lingua anche quello, devo dire che la mia sborra fu più umana. Mi afferrò con forza ma senza violenza per i capelli e mi trascino fuori dal saloncino, dovetti indicargli il bagno già pregustavo una delle cose che mi fa impazzire ma non potevo pensare che…. “ Frocia, come sborratoio te la cavi abbastanza bene ora vediamo come pisciatoio del tuo Padrone. Inginocchiati vicino alla tazza e apri la bocca”. Eseguii senza batter ciglio, si avvicinò alla mia bocca con il cazzo scappellato e facendomi piegare la testa all’insù lascio partire un leggero ma costante fiotto di piscia. “ Frocia …anzi fogna, tienila tutta in bocca e non farne cadere neanche una goccia altrimenti ti frusto a sangue le natiche”. Mi riempiì la bocca con il suo caldo piscio. “Ingoia!!” disse perentorio. Eseguii senza fiatare sentendo il sapore salato e acido scendermi nello stomaco…mi stavo eccitando di nuovo. L’operazione la ripeté altre due volte compiaciuto di come ingoiavo; poi mi prese la testa e la spinse nel water e finì di pisciarmi sulla faccia e in bocca. Tornammo in salotto lui si mise a pecorina sul divano ordinandomi di fargli un bel bidé, solo allora vidi il suo buco …anzi bucone era completamente aperto e slabbrato e lui ridendo divertito disse “Frocia è proprio lì che mi devi leccare e infilare la lingua per bene”. Continuava a stupirmi era effettivamente un Master con tante….risorse. Ripulii con la lingua tutto il cazzo e le palle per poi salire fino al buco; leccai con la lingua ma non bastò volle che la infilassi tutta dentro eseguendo un massaggio lungo e rilassante. Quando fu soddisfatto si alzò e costrinse me a mettermi a pecorina senza perizoma e mi legò le mani con le gambe con dei legacci che aveva tolto dalla giacca, mi immobilizzò. “Frocia adesso quel tuo culo…anzi la tua fogna la allargherò fino a farla diventare una cloaca larga e piena del mio piscio”. Mi spalmò mezzo tubetto di Luan su per il culo, io tremavo dalla voglia ma anche dal timore di quanto mi avrebbe fatto, tirò fuori dalla tasca della giacca dei guanti di gomma che coprivano fino oltre all’avanbraccio e li indossò mentre io lo imploravo di non penetrarmi così in profondità perché non lo avevo mai fatto. “Zitta e rilassati” le uniche sue parole. Sentii la mano entrare con delicatezza ma con fermezza, mi sentivo aprire fino a che la mano non scivolò dentro fino al polso; la muoveva con sapienza, mi palpava la prostata provocandomi brividi di piacere cominciai a gemere e a strillare dal piacere, spingevo volevo che mi penetrasse di più ma lui si ritraeva, mi stava facendo impazzire ed io strillavo di sfondarmi tutta. Dopo un po’ lui fece di meglio ed accostandosi con la bocca vicino al mio orecchio mi sussurrò: “Adesso ti farò provare cosa significa sentire il culo slabbrato, avrai la sensazione da squarciaculo e per te troia lo allargheremo sempre di più”. Sentii la sua mano che si stringeva a pugno dentro il mio ano poi di scatto la sfilò completamente; lanciai un urlo ma la sua mano libera era già sulla mia bocca mi sentivo aperta come non mai. Stavo assaporando quella sensazione quando la mano aperta entro di colpo e senza fatica nel culo e subito dopo si strinse a pugno e fu spinta fuori, altro urlo soffocato. Pensavo a come si era oramai dilatato e mi eccitai, il Master continuò finché non smisi di urlare soffocato non più dalla sua mano ma dal piacere crescente a dismisura. Non contento mi fece abbassare di più la schiena sul divano e cominciò a spingere la mano in fondo al mio intestino fino a farci entrare il braccio fino al gomito. Godevo solamente a sentirmi così impalata mentre lui lo sfilava e lo riinfilava; un dentro e fuori che aumentò di ritmo facendomi quasi svenire dal piacere. “Adesso frociona mia finiamo in bellezza” mi disse. Capii cosa voleva dire solo quando mi infilò con forza entrambe le mani nel culo per poi rotearle con gusto. Le sfilo, mi slegò e mi porto di nuovo in bagno, mi fece mettere alla pecorina nella vasca si mise dietro di me e con le mani mi divaricò il culo facendo partire una calda pisciata. Cercava di centrare e di riempirmi il buco, mi fece proprio un bel clistere, e quando fu pieno ritirò le mani facendo richiudere il buco. “Adesso sei proprio una cloaca …fogna del tuo Padrone e Signore”. E così dicendo mi fece girare finendo di scaricarmi addosso e in faccia il suo caldo piscio. Mi fece rimanere nella vasca mentre lui si vestiva e se ne andava. Mi feci una doccia e quando tornai nel saloncino trovai un biglietto scritto a mano: “La prossima settimana la mia frociona sarà prestata a due miei amici”. Rimasi interdetta, ma già al pensiero… 8395 0 9 anni fa